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Sommario del 15/05/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Appello per Libia e Siria nelle parole del Papa che al Regina Coeli afferma: gli uomini hanno bisogno di Dio anche nel mondo tecnologico
  • Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni: la proposta della Chiesa italiana
  • Oggi la Beatificazione del sacerdote tedesco Georg Häfner, martire del nazismo
  • Il presidente di Cor Unum in località del Giappone colpite dallo tsunami
  • Oggi in Primo Piano

  • Diversi episodi di violenza in Siria mentre l’UE spinge per imporre sanzioni
  • Testimonianze di profughi in un audio-documentario
  • Il cardinale Scherer: dalla plenaria dei vescovi brasiliani, l’impegno per una nuova evangelizzazione
  • Nelle piazze italiane l’iniziativa Focsiv: per denunciare gli squilibri alimentari tra i Paesi del mondo
  • In un libro l’Ortodossia in Italia e le sfide del dialogo con la Chiesa cattolica
  • Chiesa e Società

  • Bertone ieri a Bolzano: “L'educazione al centro della missione pastorale della Chiesa in Italia”
  • Cina. A tre anni dal terremoto del Si Chuan, il ricordo della Chiesa locale
  • Messaggio dell’arcivescovo di Singapore per la Giornata internazionale della Famiglia
  • Al Regina Apostolorum una giornata dedicata alla Sindone
  • Per i pellegrini di Fatima, un nuovo itinerario di fede
  • A Pompei il 21 maggio il Meeting dei giovani in preparazione alla Gmg
  • A Czestochowa conclusa la maratona di 24 ore sulla Bibbia
  • Filippine. Il movimento Silsilah: la pace in Mindanao è possibile
  • In Niger un nuovo ospedale dedicato alla cura di donne e bambini
  • "Mater et Magistra": Congresso internazionale sui 50 anni dell'Enciclica di Giovanni XXIII
  • Al Festival di Cannes, oltre a pirati e pianisti, va in scena il dramma umano
  • 24 Ore nel Mondo

  • La Gb chiede più pressione militare su Gheddafi mentre un emissario Onu in Libia cerca vie di dialogo
  • Il Papa e la Santa Sede



    Appello per Libia e Siria nelle parole del Papa che al Regina Coeli afferma: gli uomini hanno bisogno di Dio anche nel mondo tecnologico

    ◊   Un nuovo forte appello a riaprire negoziati per il "drammatico conflitto" in Libia e a fermare lo spargimento di sangue in Siria è emerso nelle parole del Papa alla recita del Regina Coeli. Poi, preghiere nell’odierna Giornata mondiale delle vocazioni e il ricordo del sacerdote tedesco beatificato oggi in Baviera. Benedetto XVI inoltre ha chiesto di non dimenticare Dio nel nostro mondo tecnologico e di pregare per tutti i vescovi e dunque anche per il Papa, vescovo di Roma. Il servizio di Fausta Speranza:

    Nelle sue parole prima della recita della preghiera mariana, Benedetto XVI sottolinea di seguire con apprensione quello che definisce “il drammatico conflitto armato che in Libia ha causato un elevato numero di vittime e di sofferenze soprattutto tra la popolazione civile":

    “Rinnovo un pressante appello perché la via del negoziato e del dialogo prevalga su quella della violenza, con l’aiuto degli Organismi internazionali che si stanno adoperando nella ricerca di una soluzione alla crisi. Assicuro, inoltre, la mia orante e commossa partecipazione all’impegno con cui la Chiesa locale assiste la popolazione, in particolare tramite le persone consacrate presenti negli ospedali".

    Poi il pensiero va anche alla Siria dove – dice - è urgente ripristinare una convivenza improntata alla concordia e all’unità:

    “Chiedo a Dio che non ci siano ulteriori spargimenti di sangue in quella Patria di grandi religioni e civiltà, ed invito le Autorità e tutti i cittadini a non risparmiare alcuno sforzo nella ricerca del bene comune e nell’accoglienza delle legittime aspirazioni a un futuro di pace e di stabilità".

    Con il pensiero rivolto a tutti, Benedetto XVI sottolinea che la voce di Dio nel mondo di oggi “rischia di essere sommersa in mezzo a tante altre voci”.

    “Gli uomini hanno sempre bisogno di Dio, anche nel nostro mondo tecnologico, e ci sarà sempre bisogno di Pastori che annunciano la sua Parola e fanno incontrare il Signore nei Sacramenti".

    E in particolare nella Giornata mondiale delle Vocazioni invita alla preghiera "perchè non manchino mai validi operai nella messe del Signore". :

    “Vi invito pertanto a una speciale preghiera per i vescovi – compreso il vescovo di Roma! –, per i parroci, per tutti coloro che hanno responsabilità nella guida del gregge di Cristo, affinché siano fedeli e saggi nel compiere il loro ministero".

    Benedetto XVI ricorda che Gesù è Buon Pastore del suo gregge, come sottolinea l’odierna Liturgia, e non lo abbandona mai. E spiega la prima cosa da fare per seguire Cristo:

    “L’ascolto della sua Parola, dal quale nasce e si alimenta la fede. Solo chi è attento alla voce del Signore è in grado di valutare nella propria coscienza le giuste decisioni per agire secondo Dio. Dall’ascolto deriva, quindi, il seguire Gesù: si agisce da discepoli dopo aver ascoltato e accolto interiormente gli insegnamenti del Maestro, per viverli quotidianamente".

    Benedetto XVI ricorda l’eco mondiale che ha avuto la beatificazione di Giovanni Paolo II a inizio mese per sottolineare che ci sono altri esempi meno conosciuti di testimoni esemplari, come don Giustino Maria Russolillo, fondatore della Società delle Divine Vocazioni, beatificato sabato 7 maggio, e il sacerdote tedesco Georg Häfner, beatificato oggi a Würzburg, città della Baviera:

    “Ein herzliches 'Grüß Gott' sage ich den Pilgern und …"
    Rivolgendosi nella sua lingua ai pellegrini tedeschi presenti in piazza, Benedetto XVI sottolinea che “nella tempesta del nazionalsocialismo Georg Häfner fu pronto, come pastore fedele, a pascere il gregge e a condurre molte persone alle acque della vita con l’annuncio della verità e con l’amministrazione dei sacramenti, fino al dono della sua stessa vita.” Egli – aggiunge - perdonò sinceramente ai suoi torturatori e dal carcere scrisse ai suoi genitori: ‘Noi vogliamo essere buoni con tutti’.”

    Nei saluti nelle varie lingue, riflessioni e inviti alla preghiera per le vocazioni. In particolare in italiano, un saluto ai fedeli provenienti da Perugia e Parma, ai giovani di Pesaro, ai ragazzi di Taggi di Sopra che hanno ricevuto la Cresima. Inoltre l’Associazione “Amici della Musica” di Niscemi, agli alunni della Scuola “Nostra Signora della Neve” di Genova e al gruppo Protezione Civile di Roccamonfina. A tutti, l’abituale e atteso augurio di una buona domenica.

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    Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni: la proposta della Chiesa italiana

    ◊   Per l’odierna Giornata di preghiera per le vocazioni, la Chiesa italiana propone una riflessione su una frase tratta dal Vangelo sulla moltiplicazione dei pani e dei pesci: “Quanti pani avete? Andate a vedere”. Quasi un invito a verificare i doni ricevuti e che a volte non siamo capaci di valorizzare. Ascoltiamo in proposito don Filippo Tomaselli, ordinatore del Centro regionale per le vocazioni della Lombardia, nell’intervista di Fabio Colagrande:

    R. – Sì, è ancora largamente diffusa l’idea che la vocazione sia un progetto di Dio, che ci viene in qualche modo calato dall’alto. Mentre invece anche la recente riflessione teologica ci porta a comprendere come la vocazione stia innanzitutto nella scoperta di quei pani che ci portiamo nel paniere, che è il nostro cuore. In fondo, la risposta alla propria chiamata parte dalla riscoperta dei propri talenti, delle proprie qualità, che può sembrare poco, come sembravano pochi i cinque pani e i due pesci di quel giovinetto, eppure affidati al Signore possono diventare davvero molto.

    D. – Ho trovato proprio sul sito del seminario di Bergamo una frase di don Tonino Bello, che diceva che la chiamata vocazionale è una scommessa sulla nostra povertà. Cosa significa?

    R. – Dio dimostra la sua grandezza proprio perché sa servirsi del nostro poco, del nostro niente, della nostra povertà. Non occorre essere uomini perfetti per poter contribuire a rendere migliore il mondo, occorre semplicemente mettere le proprie mani vuote a servizio di Dio. Mi viene in mente una frase del “Diario di un curato di campagna” di Bernanos, che dice: “E’ bello poter dare agli altri ciò che non si possiede, mistero delle nostre mani vuote”. Io credo che sia questa la scommessa sulla povertà: un Dio che si serve di persone con i loro limiti, con i loro difetti ed è proprio capace con loro di costruire qualcosa di grande.

    D. – Nel messaggio per questa giornata, il Papa scrive che siamo in un tempo in cui la voce del Signore sembra soffocata da altre voci. La proposta di seguirlo, donando la propria vita, sembra troppo difficile. Lei, come direttore di un centro diocesano per le vocazioni, verifica questa situazione?

    R. – Io mi sto accorgendo in questi anni, che sto dedicando al ministero dell’accompagnamento vocazionale, che Dio non ha smesso di chiamare ed è ancora capace di suscitare sogni grandi. Certamente oggi il contesto in cui viviamo non facilita una risposta piena, totale, definitiva. Quindi, certamente mi ritrovo benissimo con quanto il Papa ha sottolineato un po’ a tutta la Chiesa nel suo messaggio, anche se vorrei poter condividere con voi e con gli ascoltatori il mio ottimismo sul fatto di quanto il Signore sia ancora capace di suscitare entusiasmi e sogni grandi.

    D. – Comunque, questa giornata ci ricorda che si parte sempre, e lo dice anche il Papa nel messaggio per questa giornata, dalla preghiera...

    R. – Esattamente! La pastorale vocazionale non è innanzitutto una serie di tecniche raffinate di animazione o di proposta, ma è qualcosa di molto vicino a un miracolo, che quindi chiede di essere coltivato, accompagnato in un clima orante. E’ proprio per questo che in questa settimana, in diocesi, non ci stiamo preoccupando solamente di organizzare iniziative, ma stiamo andando in tutti i monasteri proprio per pregare. E’ lì che nasce la pastorale vocazionale. (ap)

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    Oggi la Beatificazione del sacerdote tedesco Georg Häfner, martire del nazismo

    ◊   Un segno di vita da un campo di morte: è questo il significato dell’esistenza di don Georg Häfner, il parroco tedesco morto a Dachau nel 1942 che è stato beatificato oggi nella sua città natale, Würzburg, dove era nato nel 1900. In rappresentanza del Santo Padre, che oggi ha ricordato il sacerdote dopo il Regina Caeli, c’era il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, cardinale Angelo Amato. Il servizio di Roberta Barbi:

    Con un numero marchiato nella carne, il 28 876, e non più con il suo nome fu chiamato don Georg Häfner da quel terribile 12 dicembre 1941 in poi, in cui fu deportato nel lager di Dachau per quella che, con un assurdo eufemismo, veniva definita “custodia protettiva”. La sua unica colpa era la sua stessa missione pastorale e la sua opposizione al nazismo, che oggi sappiamo essere stata ideologia anticristiana oltre che antiumana. Il suo ‘errore’ fatale era di avere come solo obiettivo nella vita di essere amore per gli altri, rivelare amore e donare amore. Di questo il mite parroco di Oberschwarzach restò vittima, come ci ricorda il cardinale Angelo Amato:

    “A causa del pesante lavoro manuale e della scarsa nutrizione, don Georg si era ridotto in fin di vita. L'insorgenza, poi, di un’infiammazione purulenta al piede destro e la carenza di cure adeguate avevano ulteriormente infiacchito il suo fisico. Portato troppo tardi in infermeria, vi morì il 20 agosto 1942”.

    Don Georg morì “in aerumnis carceris”, cioè a causa dei tormenti subiti durante la prigionia, e per questo Papa Benedetto XVI nel 2009 lo ha proclamato martire. Nei mesi che trascorse all’interno del campo di sterminio, il sacerdote si abbandonò completamente a Dio, amando profondamente la Croce e rivivendo su se stesso la passione di Gesù, perdonando fino in fondo, come Cristo, i suoi aguzzini. “Non vogliamo né condannare né serbare rancore nei confronti di nessuno, vogliamo solo essere buoni verso tutti”, disse poco prima di morire, estrema sintesi del modo in cui visse la propria condanna alla deportazione:

    “Autentico testimone della mitezza di Cristo, agnello immolato. Dalle testimonianze apprendiamo che fu preso più volte a pugni e calci e che ripeteva sempre: «Tutto per Cristo Re». Sopportava con pazienza la dura fatica del lavoro quotidiano, della mancanza di cibo e della mancanza di cure per i suoi piedi gonfi. Pregava molto anche per i suoi aguzzini e non si lamentava mai. La sua passione e morte costituiscono una subdola modalità dei moderni persecutori: annientare le vittime sfinendole a poco a poco”.

    Simbolo di resistenza religiosa pacifica, che non si abbassò mai a rispondere violenza a violenza, ma rispose ai suoi nemici con il perdono e con la preghiera, suo conforto e sua forza, don Georg, che fu appassionato catechista, sempre impegnato nella formazione dei giovani, può insegnare molto a tutti ancora oggi:

    “È un insegnamento di fortezza cristiana. È anche un esempio di sacerdote e di parroco coraggioso, fedele al suo ministero e interamente dedito alla difesa della verità evangelica anche a costo della persecuzione e della morte. La sua beatificazione porti ai sacerdoti della Chiesa in Germania, ma a tutti i sacerdoti della Chiesa, un ulteriore slancio di dedizione sacrificata nella sequela Christi e nella proclamazione del Vangelo”.

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    Il presidente di Cor Unum in località del Giappone colpite dallo tsunami

    ◊   Prosegue la visita in Giappone del cardinale Robert Sarah, Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum. Arrivato giovedì scorso per esprimere l’attenzione e l’affetto del Papa per il paese colpito a marzo dalla tragedia del terremoto, dello tsunami e dell’emergenza nucleare. Il servizio di Antoine-Marie Izoard, al seguito della delegazione:

    Al centro della sua visita in Giappone, il cardinale Robert Sarah si è recato nel villaggio di Sichigama, a nord della grande metropoli di Sendai. Le piccole e fragili case lungo il mare sono state distrutte dalla violenza dello tsunami dell’11 marzo scorso. Al suolo, se ne vedono soltanto le fondamenta, ultima testimonianza di un piccolo paese di pescatori. Dopo aver camminato in mezzo alle macerie, il presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum ha letto una preghiera di fronte al mare che ha provocato la morte di circa 25 mila persone. Dopo aver lanciato un mazzo di fiori nell’Oceano Pacifico, è rimasto in silenzio di fronte al mare. Più a nord, a Ishinomaki, l’Inviato del Papa ha visitato un centro di accoglienza gestito dalla Caritas giapponese, un Centro dove vivono 380 senzatetto. Con il nunzio apostolico in Giappone, il presidente della Conferenza episcopale e il vescovo di Sendai, il cardinale Sarah si è spostato lungo la costa constatando con i propri occhi l’ampiezza del disastro. Proprio questa mattina ha celebrato la Santa Messa nella moderna cattedrale di Sendai, i cui muri portano i segni del terremoto che ha scosso la città. In presenza della comunità locale, il cardinale Sarah ha solennemente consegnato al vescovo di Sendai una nuova offerta economica del Papa.

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    Oggi in Primo Piano



    Diversi episodi di violenza in Siria mentre l’UE spinge per imporre sanzioni

    ◊   Nella città siriana di Tall Kalakh, cecchini hanno ucciso almeno tre persone mentre uscivano da una moschea dove si era svolto un sit-in di protesta. I soldati di Damasco, invece, hanno aperto il fuoco contro un gruppo di profughi in fuga verso il Libano, provocando la morte di una donna. Intanto dall’Iran il partito riformista Mosharekat ha espresso il proprio sostegno ai manifestanti, chiedendo all’esecutivo di Teheran di prendere una posizione esplicita in merito alla repressione del popolo siriano. In questo quadro la comunità internazionale si divide sulle sanzioni contro la Siria: da una parte c’è l’Unione Europea, che spinge su questo fronte, dall’altra c’è la Russia che invece si dice contraria. Come valutare queste divisioni? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Maria Grazia Enardu, docente di Storia e relazioni internazionali presso l’Università di Firenze:

    R. – La comunità internazionale è divisa soprattutto perché la Siria è un Paese estremamente complicato, anche da un punto di vista etnico. Paradossalmente, è più facile valutare l’atteggiamento della Russia: la Russia ha antichissimi legami con la Siria che risalgono addirittura agli anni Cinquanta, e al di là dei mutamenti che ha vissuto negli ultimi decenni – e naturalmente sto parlando della Russia di Putin – considera la Siria una sempre utile leva politica nel Medio Oriente in generale, e nel Medio Oriente arabo in particolare. Quindi, la Russia vuole essere consultata e vuole intervenire anche nella questione siriana.

    D. – Iran, Israele, Arabia Saudita e Russia formano a questo punto una strana – potremmo dire ‘stranissima’ – alleanza per sostenere la Siria. Perché questi Paesi così diversi e politicamente lontani tra loro non vogliono un cambio di regime a Damasco?

    R. – L’Iran per la semplice ragione che la Siria è l’unico Paese arabo con cui ha una sia pur virtuale alleanza. Gli altri Paesi – come la Giordania e l’Arabia Saudita – temono il disordine e quindi una minaccia anche al loro regime. Israele chiaramente preferisce un regime di Assad ad un regime “democratico”, che potrebbe essere molto più militante. E’ possibile che l’atteggiamento di Israele – e naturalmente anche quello dell’Arabia Saudita – condizioni una possibile scelta americana di condurre una politica più “forte”; e si spera che questo venga chiarito nelle prossime settimane.

    D. – A questo punto si tornerà indietro, in qualche modo, o cosa possiamo prevedere, secondo lei?

    R. – Un grande disordine in Siria, perché la Siria è un Paese di grande orgoglio nazionalista. I siriani – intendo la popolazione – nelle loro varie componenti non torneranno indietro tanto facilmente, per cui quello che si può prevedere sono settimane di braccio di ferro tra le varie città e il regime e le sue forze di sicurezza. (gf)

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    Testimonianze di profughi in un audio-documentario

    ◊   Dopo “Guerra nel Mediterraneo” e “Noi difendiamo l’Europa”, l’autore e documentarista tedesco Roman Herzog presenta il suo nuovo lavoro: “Non te la prendere se non ce l’hai fatta”. Si tratta di testimonianze di profughi respinti dai confini europei e tornati in Etiopia. L’audio-documentario è stato trasmesso in anteprima nazionale alla Casa del Cinema di Roma, nell’ambito della rassegna «Respinti - Profughi - Accolti», evento di tre giorni organizzato dall’Archivio delle Memoria Migranti e da Asinitas Onlus. Il servizio di Francesca Sabatinelli.

    (musica)

    The same pickup that took us from Ethiopia to there …”
    “Lo stesso fuoristrada che ci aveva portato fuori dall’Etiopia, mi riportò indietro ad Addis Abeba. Pensavo che la mia vita fosse finita. Tentare due volte di partire e fallire … è dura!”.

    “Non te la prendere se non ce l’hai fatta!”: parole rivolte a chi fallisce, a chi non riesce a fuggire dalla guerra, dalla fame e dai soprusi; a chi è in cerca di asilo e protezione e vive invece arenato nei Paesi nordafricani, nella speranza di raggiungere l’Europa, rischiando di morire nel Sahara o nel Mediterraneo, perché vittima delle politiche dei respingimenti.

    “Non te la prendere se non ce l’hai fatta! I profughi ritornati in Etiopia”: un audio-documentario di Roman Herzog, registrato nell’aprile scorso ad Addis Abeba.

    (parole in eritreo)
    “Insomma, una corsa per la vita: prima della linea di confine con Israele, anche i soldati egiziani iniziarono a sparare e ci colpirono. Eravamo 29, e fummo colpite in cinque, tutte donne, comprese io e Radi”.

    (Roman Herzog)
    “Io volevo vedere cosa sarebbe successo dopo che si fosse sparsa la voce che non si passava più dalla Libia. E di fatti, la maggior parte di loro sapeva che attraverso la Libia non c’era più niente da fare; ma il Paese di cui non si sapeva bene era l’Egitto, come raccontano le tre donne in una testimonianza che per me è la più forte. A loro avevano detto: ‘No, qua è tranquillo, potete venire!’. Che invece in Egitto la situazione potesse essere ancora peggiore che in Libia, non lo sapevano e quindi hanno subito quello che hanno subito. Ma loro sono persone come noi, con i loro progetti, i loro sogni e le loro esperienze, e soprattutto i loro desideri. E molti ancora vogliono partire, come Bin Lai, all’inizio del documentario, che dice: ‘That’s my big dream – questo è il mio grande sogno, di andare in Europa: ma come ci vado?’. Lui è bloccato in Etiopia: vuole andare via ma non ha nessuna possibilità di andare. Dice: ‘Non sono una mosca, non posso volare. Dovrò rimanere nel Paese!’”.

    “Non te la prendere se non ce l’hai fatta!” da la voce ai profughi: raccontano le loro storie di violenza e detenzione, di dolore e di speranza. Sono etiopi rientrati in patria o africani che in Etiopia trovano l’unica possibilità di sopravvivenza. E’ la voce di chi, nonostante i rischi, non vuole rinunciare perché “è meglio vivere in Europa, anche se in un carcere”.

    (parole in eritreo)
    “Mia madre, quando mi vide tornare, sì che era felice! Ancora oggi festeggia il giorno del mio ritorno come se fosse il mio vero compleanno. E un po’ è davvero così. Nel Sahara ero convinto che sarei morto e che non sarei più tornato a casa. Adesso ho imparato che posso morire per un graffio, ma che posso anche sopravvivere al morso di un coccodrillo”.

    (Roman Herzog)
    “Questo è un documentario pienamente politico, anche se magari in un’altra forma. Ci sono i politici etiopici e il Commissario dell’Onu che dicono di aver perso nell’Europa il punto di riferimento, che era per loro una bussola. E questo è il tema sul quale da anni si gioca il futuro della nostra società. Il documentario è politico non soltanto per i rifugiati ed i diritti umani, ma anche per noi cittadini europei: siamo contenti delle leggi che abbiamo, con queste politiche dei respingimenti? O abbiamo altri valori? In questo senso è molto politico …”. (gf)

    (musica)

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    Il cardinale Scherer: dalla plenaria dei vescovi brasiliani, l’impegno per una nuova evangelizzazione

    ◊   Si è conclusa, venerdì scorso ad Aparecida, la 49.ma Assemblea generale dei vescovi brasiliani. Durante i dieci giorni di lavoro, sono stati rinnovati i vertici della Conferenza episcopale e sono state approvate le linee di orientamento pastorale per i prossimi quattro anni. Il nostro inviato ad Aparecida, Silvonei Protz, ha chiesto al cardinale arcivescovo di San Paolo, Odilo Pedro Scherer, di tracciare un bilancio dell’assemblea:

    R. – Il bilancio è molto positivo. L'assemblea si è svolta presso il Santuario Nazionale di Nostra Signora di Aparecida. Tutte le mattine abbiamo celebrato le Lodi ed anche la Messa proprio nel Santuario, insieme ai pellegrini convenuti lì. E’ stata una cosa molto bella. La Messa, poi, è stata trasmessa in tutto il Brasile attraverso le televisioni cattoliche. Questo è quindi un aspetto molto positivo. Da quest’Assemblea usciamo con un documento importante. Abbiamo approvato le Direttrici per l’evangelizzazione in Brasile per i prossimi quattro anni. Questo documento ci indica le strade della nuova evangelizzazione in Brasile. Noi abbiamo puntato molto sulla questione della formazione cristiana e della trasmissione della fede. Adesso bisogna fare un lavoro mirato, metodico di iniziazione alla vita cristiana, perché il cristiano venga fuori da un processo anche perseverante di evangelizzazione e di coltivazione della fede.

    D. – Durante i lavori, i vescovi brasiliani hanno anche scritto una lettera al Santo Padre…

    R. – Certo. Al Papa è stata scritta una bella lettera. Non è stata scritta invece al prefetto della Congregazione per i vescovi, il cardinale Ouellet, perché lui stesso era tra noi, ha fatto un giorno e mezzo di esercizi spirituali proprio durante l’Assemblea plenaria. Ci sono piaciute molto le sue riflessioni, che erano focalizzate sul ministero del vescovo e la Parola di Dio, un tema attualissimo. Credo si sia sentito molto a suo agio tra noi ed è stata molto importante la sua presenza, perché si è trovato più a contatto con i vescovi e con il clima in generale, facendosi così più vicino a questa Conferenza episcopale, che è la più grande del mondo. (vv)

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    Nelle piazze italiane l’iniziativa Focsiv: per denunciare gli squilibri alimentari tra i Paesi del mondo

    ◊   “Abbiamo Riso per una cosa seria”: ieri e oggi è ritornata nelle principali piazze italiane l’iniziativa della Focsiv, Federazione degli organismi cristiani di volontariato internazionale, in collaborazione con la Coldiretti. L’obiettivo è il finanziamento di 23 progetti, in diversi Paesi poveri del mondo, a sostegno della produzione e dell’accesso al cibo della popolazione locale. A fronte di 5 euro di donazione, i volontari della Federazione offriranno un pacco di riso prodotto in Italia. Ma a quale realtà vuol sensibilizzare questa campagna? Lo spiega, nell’intervista di Adriana Masotti, Sergio Marelli, segretario generale della Focsiv.

    R. – Fondamentalmente, è un’iniziativa che vuole rispondere al mancato diritto di quel miliardo di persone – questi sono i dati della Fao – che ancora oggi non ha accesso a cibo in quantità e qualità sufficiente, in particolare nei Paesi africani e nei Paesi del Sud del mondo …

    D. – Ma quali sono le cause principali della fame e della malnutrizione, oggi?

    R. – Penso che ci siano molte cause, anche se in particolare se ne riconoscono tre. La prima è una situazione geograficamente svantaggiata a causa del clima e soprattutto a causa dei cambiamenti climatici che impediscono una crescita delle produzioni agricole. La seconda riguarda le speculazioni finanziarie: per la prima volta in questo 2011 si è ripetuta la crisi che si era prodotta nel 2007 sui prezzi delle derrate alimentari. Gli speculatori hanno investito, con operazioni appunto speculative sui prezzi del mercato mondiale delle derrate alimentari, causando un’impennata dei prezzi che ha ridotto ulteriormente la possibilità dei poveri della terra di potere acquistare il cibo e gli alimenti sufficienti. E la terza causa risiede nelle politiche commerciali ingiuste, in particolare quelle che sostengono le agricolture del Nord, sussidiando le esportazioni delle eccedenze agricole ed invadendo così i mercati dei Paesi in via di sviluppo a prezzi di sottocosto, e quindi facendo una concorrenza sleale nei confronti dei prodotti di questi Paesi.

    D. – Ventitre i progetti che la raccolta Focsiv intende finanziare. Ci fa qualche esempio?

    R. – La distribuzione del riso nelle piazze, che Focsiv promuove in queste giornate, è intesa proprio a sostenere ventitre progetti di accompagnamento di piccoli agricoltori nei Paesi del Sud del mondo. Sono progetti di sostegno di cooperative agricole nella Repubblica democratica del Congo, di formazione di cooperative di donne in Bolivia, nell’America Latina, o ancora sono progetti che sostengono la formazione di agricoltori nel Sudest asiatico. Investire nel sostegno all’agricoltura è oggi – secondo Focsiv – una delle vie maestre anche per garantire lo sviluppo di questi Paesi.

    D. – Ed è un modo anche per reagire al fenomeno dell’immigrazione che tanto ci spaventa …

    R. – Ma certo! Noi sentiamo continuamente dire che per regolamentare i flussi migratori bisogna incentivare una vita dignitosa e il rispetto dei diritti umani in questi Paesi, ma purtroppo continuiamo a constatare altrettanto che nulla viene fatto per rafforzare ed incrementare la cooperazione internazionale e per promuovere un auto sviluppo delle comunità e delle popolazioni locali che consenta loro di poter avere condizioni di vita dignitose nei propri Paesi d’origine, e di conseguenza obbligare queste popolazioni a migrare, spesso intraprendendo viaggi che sono contro ogni speranza. Sostenendo questi progetti, invece, noi vorremmo proprio fornire uno stimolo anche alle autorità, ai governi e alle istituzioni internazionali per tradurre in atti concreti quelle promesse che si continuano a fare in linea teorica. Bisogna investire in questi Paesi non tanto per impedire che queste popolazioni migrino dai loro Paesi d’origine, quanto piuttosto – come afferma la Dottrina sociale della Chiesa – per garantire a tutti la possibilità di scegliere dove passare la propria vita, quindi dare a tutti la possibilità di avere una vita dignitosa anche nel proprio Paese d’origine. (gf)

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    In un libro l’Ortodossia in Italia e le sfide del dialogo con la Chiesa cattolica

    ◊   Comprendere le differenze e valorizzarle, rinsaldare il dialogo tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa divenendo insieme costruttori di unità e di pace. E’ l’auspicio espresso nel volume “L’Ortodossia in Italia. Le sfide di un incontro”, scritto da don Gino Battaglia, direttore dell’ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale italiana e edito dalla Edb. Alla presentazione del libro, avvenuto nei giorni scorsi presso la sede della nostra emittente, c’era per noi Cecilia Seppia:

    Arrivano dalla Romania, dall’Ucraina dalla Moldavia, dalla Russia e da altre nazioni dell’Europa dell’Est o del Medio Oriente i tanti fedeli ortodossi - circa un milione e 300 mila - che oggi vivono stabilmente in Italia. Grazie a loro e all’immigrazione, nascono nuove parrocchie e diocesi, luoghi di culto bizantini e - come un tempo - le due Chiese sorelle tornano a dialogare, abbattendo steccati, primo tra tutti il pregiudizio. Sentiamo l’arcivescovo metropolita ortodosso di Italia e Malta del patriarcato di Costantinopoli, Gennadios Zervos:

    “Io credo che sia possibile, ma dobbiamo riuscire ad aprire molto il nostro cuore e la nostra anima e dobbiamo metterci dentro l’amore, la pace, la speranza, cacciando via i sospetti e i dubbi”.

    Dunque, l’antica tradizione della Chiesa indivisa, greca e latina, che brilla nell’arte e si fonde nell’architettura, prendendo forma e sostanza in tante figure di santi, torna a vivere oggi con forza nella fede. E l’Italia, secondo l’auspicio di Giovanni Paolo II, ritrova i suoi due polmoni della tradizione cristiana. Per questo, precisa l’autore don Gino Battaglia, la sfida dell’incontro diventa finalmente possibile:

    “La comunità degli orientali non cattolici oggi si profila come la seconda comunità religiosa in Italia, dopo quella cattolica ovviamente. Si tratta, forse, di passare da una visione che considera l’immigrazione come un problema di carattere sociale ad una comprensione più profonda delle implicazioni ecclesiali di questa presenza. Questo vuol dire, certo, anche trovare delle forme nuove di collaborazione: l’ecumenismo diventa un ecumenismo di popolo e, in qualche modo, aiuta a passare da una fase semplicemente di accoglienza e di assistenza, ad una fase di dialogo e di coabitazione”.

    “L'immigrazione, che in questo periodo storico particolare viene avvertita come emergenza da sanare, diventa allora occasione di rinnovato slancio della fede cristiana”, sottolinea il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, che ricorda anche il prezioso lavoro dei vescovi italiani con la stesura del Vademecum per la pastorale delle parrocchie cattoliche verso gli orientali non cattolici e, più in generale, l’attenzione di tutta la Conferenza episcopale italiana verso il cambiamento in atto:

    “L’attenzione significa la volontà da parte della Chiesa cattolica di accogliere con rispetto i fratelli delle Chiese ortodosse orientali, con la possibilità di un dialogo e di un inserimento adeguato ”. (mg)

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    Chiesa e Società



    Bertone ieri a Bolzano: “L'educazione al centro della missione pastorale della Chiesa in Italia”

    ◊   Ha parlato di giovani e di immigrazione, ieri, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, intervenuto all’inaugurazione del Rainerum, l’Istituto salesiano di Bolzano appena ristrutturato. Con l’occasione, il porporato ha portato “il forte abbraccio di Benedetto XVI” al vescovo della diocesi di Bolzano e Bressanone, Karl Gosler, 68 anni, affetto da una rara forma di Parkinson. “Come ha fatto Giovanni Paolo II con quel grande dialogo con i giovani e specialmente con la strepitosa invenzione della Giornata Mondiale della Gioventù – ha detto Bertone – così Papa Benedetto oggi continua a dialogare con i giovani”. Il Papa, infatti “è interpellato dai giovani” che cercano risposte e punti di fermi sui quali fondare il proprio futuro, tanto che “la Chiesa in Italia ha deciso di porre al centro del cammino pastorale dei prossimi anni la scelta esplicita della missione educativa”. Il cardinale ha poi citato le nuove forme di schiavitù della società moderna, come la povertà e l’immigrazione, più volte evidenziate anche dal Santo Padre, e ha affermato che “l’Italia fa molto con tante istituzioni e tante iniziative, sia ecclesiali che civili”. “Si deve continuare su questa strada – ha aggiunto – con il cuore aperto all’accoglienza e con il senso di solidarietà e di aiuto, soprattutto quando riceviamo sos così dolorosi e lancinanti”. Infine il cardinale segretario di Stato ha ricordato il periodo in cui era arcivescovo di Genova e definiva la città il porto del Mediterraneo: “Immaginiamo, perciò, come questo valga per le zone del sud Italia chiamate ad accogliere le persone più bisognose che chiedono aiuto”, ha concluso. (R.B.)

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    Cina. A tre anni dal terremoto del Si Chuan, il ricordo della Chiesa locale

    ◊   Si sono stretti al Signore pregando, ringraziandolo per la Provvidenza di questi tre anni e occupandosi dei deboli e dei bisognosi, i fedeli della comunità cattolica cinese di Wen Chuan, in occasione del terzo anniversario del terribile sisma che il 12 maggio del 2008 sconvolse la provincia del Si Chuan. Per ricordare le vittime è stata celebrata una solenne Eucaristia in cui il sacerdote ha incoraggiato i fedeli a lavorare insieme alla costruzione del futuro e durante la quale, all’ora in cui si verificò il violento terremoto, è stato osservato un minuto di silenzio. La sera, inoltre, riferisce la Fides, si è svolta una veglia di preghiera. Intanto prosegue il piano di riedificazione delle chiese distrutte dalle scosse all’interno della diocesi: la parrocchia di Xiao Si Shan, a Cheng Du, ha posto giorni fa la prima pietra del nuovo edificio in costruzione, il quarto dei 18 previsti, che sarà dedicato a Nostra Signora della Cina. (R.B.)

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    Messaggio dell’arcivescovo di Singapore per la Giornata internazionale della Famiglia

    ◊   In occasione della Giornata internazionale della Famiglia che l’Onu celebra oggi, l’arcivescovo di Singapore, mons. Nicholas Chia Yeck Joo, ha lanciato un appello alle famiglie del suo Paese, affinché recuperino un “tempo di qualità”, momenti speciali da vivere insieme all’insegna del dialogo, della condivisione di esperienze, dell’ascolto reciproco, della preghiera e dell’approfondimento della fede cristiana. Il presule, nel suo messaggio, ha sottolineato l’importanza della famiglia quale “cellula fondamentale della società” dalla quale, spesso e volentieri, dipende la felicità degli adulti futuri, ma ha messo in guardia anche dalla minaccia che il lavoro sempre più stressante e la fruizione in solitudine dei mass media esercitano sul tempo da trascorrere insieme. Così, riporta la Fides, in certe famiglie il dialogo è totalmente assente, mentre uno studio della Columbia University del 2009 ha evidenziato come nei nuclei familiari in cui si cena insieme almeno tre volte la settimana siano meno frequenti i problemi di droga e alcol. “Essere presenti alla stessa tavola, tuttavia, non basta – ha precisato l’arcivescovo – bisogna instaurare un dialogo costruttivo che rafforzi i legami familiari e passare insieme un tempo costruttivo per riscoprire come famiglia la fede cristiana”. (R.B.)

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    Al Regina Apostolorum una giornata dedicata alla Sindone

    ◊   “Come è nata l’immagine della Sindone?”: a questa immancabile domanda cercheranno di rispondere le conferenze in programma domani a Roma presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, promosse dall’interno Istituto di Scienza e Fede nell’ambito del diploma di specializzazione in Studi sindonici. Questo il programma: alle 15.30 l’appuntamento “Ipotesi scientifiche sulla formazione dell’immagine della Sindone” a cura di Paolo Di Lazzaro, fisico e ricercatore senior presso il Centro Enea di Frascati; alle 17.30 “Il dibattito intorno alla Sindone: il caso non è chiuso”, con il prof. Bruno Barberis del Centro internazionale di Sindologia di Torino. Con l’occasione si avrà anche la possibilità di visitare la mostra permanente “Chi è l’uomo della Sindone?” e di visionare alcuni pannelli che raccontano la storia del Sacro Lino e ne ripercorrono le principali ricerche scientifiche di cui è stato protagonista negli ultimi anni. Infine, in esposizione anche una copia della Sindone, un ologramma e una scultura che tentano di ricostruire tridimensionalmente il corpo dell’uomo impresso sul lenzuolo, nonché riproduzioni della corona di spine, dei chiodi e degli altri flagelli utilizzati, come sono stati dedotti in base all’immagine. (R.B.)

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    Per i pellegrini di Fatima, un nuovo itinerario di fede

    ◊   Preghiera, penitenza e conversione: questi gli appelli lanciati dall’Angelo della Pace a Fatima, le cui apparizioni del 1915 ai tre pastorelli precedettero quelle della Madonna del 1916, raccolti oggi dal rettore del santuario portoghese e neovescovo di Coimbra, mons. Virgílio Antunes, che ha rivolto un invito a pellegrini singoli o in gruppo a partecipare a uno speciale itinerario di spiritualità. “La Pastorale del santuario quest’anno è orientata a risvegliare nei pellegrini l’atteggiamento di adorazione a Dio – ha detto alla Zenit – ricordare le apparizioni dell’Angelo, le sue parole e i suoi gesti, le preghiere che ci ha insegnato e l’accoglienza che hanno avuto nel cuore dei pastorelli costituirà una scuola di adorazione per tutti”. Il percorso di adorazione inizia nel santuario, conduce lungo la via dei pastorelli fino alla Loca do Cabeço e al Poço do Arneiro, luoghi delle prime apparizioni dell’Angelo, e si conclude nella Cappella del Santissimo Sacramento e del Lausperene, accanto alla chiesa della Santissima Trinità. “A Fatima o in qualsiasi parte del mondo in cui è giunto il messaggio – ha concluso il presule – quest’anno sia dedicato all’adorazione di Dio, alla scuola di Maria, in risposta all’invito dell’Angelo della Pace. Questo è il grande contributo che Nostra Signora di Fatima offre alla Chiesa per la nuova evangelizzazione del mondo”. A disposizione dei pellegrini, anche un opuscolo redatto in sette lingue. (R.B.)

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    A Pompei il 21 maggio il Meeting dei giovani in preparazione alla Gmg

    ◊   Sarà la legalità il tema al centro della XVI edizione del Meeting dei Giovani di Pompei, un incontro in calendario il 21 maggio prossimo e in preparazione della Giornata Mondiale della Gioventù (Gmg), ad agosto a Madrid. Lo slogan scelto per l’evento è “Se vuoi la pace, difendi il creato” e in programma c’è il dibattito: “Educare alla legalità: un gioco di squadra” in cui interverranno don Tonino Palmese, referente di Libera per la Campania, Alessandra Clemente, figlia di una vittima della camorra, Gianluca Guida, direttore del carcere minorile di Nisida e uno dei giovani qui detenuti. Prevista anche un’attività di catechesi del presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito, Salvatore Martinez, che riprenderà il tema scelto dal Papa per la Gmg: “Radicati in Cristo, saldi nella fede”. La sera, infine, andrà in scena uno spettacolo dedicato alla figura del Beato Giovanni Paolo II. Il ricavato del meeting, precisa il Sir, finanzierà una borsa di studio in favore della figlia di una vittima della camorra e l’acquisto di materiale destinato al penitenziario di Nisida. Ieri, infine, si è svolta la tradizionale marcia della pace organizzata dal Centro di accoglienza oratoriale semipresidenziale Bartolo Longo del santuario. (R.B.)

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    A Czestochowa conclusa la maratona di 24 ore sulla Bibbia

    ◊   Si è conclusa ieri a Czestochowa, nella chiesa del Santissimo Nome di Maria, la maratona della Bibbia organizzata dalla Chiesa polacca nell’ambito della III Settimana biblica e come iniziativa di ringraziamento per la Beatificazione di un grande figlio della Polonia, Giovanni Paolo II, celebrata il primo maggio scorso a Roma. Durante la 24 ore, precisa l’agenzia Fides, sono stati letti testi delle Sacre Scritture da sacerdoti cattolici e rappresentanti di altre chiese cristiane, da esponenti del mondo della cultura e dei media, da insegnanti, da giovani e da membri di varie associazioni cattoliche attive nella società e nel volontariato. “Un vero atto di venerazione di Gesù presente nella Parola di Dio - ha detto uno degli organizzatori, Miroslaw Topolski – è necessario perchè la Parola di Dio non venga solo letta da ciascuno di noi ma tocchi i nostri cuori”. (R.B.)

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    Filippine. Il movimento Silsilah: la pace in Mindanao è possibile

    ◊   La pace nell’isola filippina di Mindanao è possibile, a patto che tutti gli uomini di buona volontà si impegnino insieme, con amore e con coraggio, “a promuovere la cultura del dialogo”. È il messaggio inviato dal Silsilah, il movimento impegnato da 27 anni in favore del dialogo tra cristiani e musulmani, specialmente nel sud delle Filippine, che giorni fa si è riunito a Zamboanga City per una convention cui hanno preso parte 300 aderenti. Tra gli altri, riferisce la Fides, anche una delegazione proveniente dall’isola di Jolo, nell’arcipelago delle Sulu, dove agiscono molti gruppi ribelli come il famigerato Abu Sayyaf. Oltre a loro, però, nel Mindanao ci sono anche gruppi di ribelli che in passato hanno lottato per l’indipendenza e che ora sono in trattativa con il governo di Benigno Aquino per la costruzione della pace nell’area: un obiettivo comune ai cristiani e ai circa 6 milioni di musulmani che vivono nelle Filippine del sud. Durante l’incontro del Silsilah, fondato dal missionario cattolico del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), padre Sebastiano D’Ambra, sono stati ricordati i missionari martiri per la pace: padre Salvatore Carzedda (Pime), padre Rhoel Gallardo (Centro farmaceutico missionario), padre Reynaldo Jesus Roda (Missionari Oblati), il vescovo Benjamin De Jesus e tutti coloro “la cui eredità è più viva che mai, oggi, e costituisce un bagaglio di ringraziamento e di amore che incoraggia a proseguire sulla strada del dialogo, della giustizia e della pace”. (R.B.)

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    In Niger un nuovo ospedale dedicato alla cura di donne e bambini

    ◊   Un progetto per migliorare la qualità della vita della popolazione, soprattutto delle donne incinta e dei loro bambini, è stato avviato in Niger dal Movimento per la Lotta contro la fame nel mondo in collaborazione con la diocesi di Lodi: si tratta della costruzione di un centro medico-sociale con tanto di ospedale fornito dei reparti di maternità e pediatria e di un centro nutrizionale che servirà in particolare la regione di Dosso. Qui, nell’estremo sud-ovest del Niger, l’86% della popolazione è considerata povera e il 51% estremamente povera: è un’area molto vasta che comprende, specifica la Fides, ben 56 villaggi per un totale di 40mila abitanti, cui si vanno ad aggiungere i 50mila della periferia di Dosso, il 52% dei quali sono donne. In quest’area, anche a causa della lontananza e dell’arretratezza delle strutture sanitarie, è diffusa la pratica del parto a domicilio, con tutte le complicazioni del caso: 680 donne su centomila muoiono ogni anno di parto e anche il tasso di mortalità infantile dei piccoli fino a 4 anni è molto elevato. Ad acuire il rischio sanitario per le donne e per i bambini piccoli, sono la pratica della poligamia e del matrimonio precoce. (R.B.)

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    "Mater et Magistra": Congresso internazionale sui 50 anni dell'Enciclica di Giovanni XXIII

    ◊   Il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace commemora il 50.mo anniversario dell'Enciclica di Giovanni XXIII 'Mater et Magistra' con un Congresso internazionale, a Roma, da domani al 18 maggio. Il tema è: “Giustizia e globalizzazione: dalla Mater et Magistra alla Caritas in veritate”. Con la promulgazione dell’Enciclica, avvenuta il 15 maggio 1961, nel 70.mo della Rerum Novarum, il Beato Giovanni XXIII offriva una profonda riflessione sui “segni dei tempi”, con particolare riferimento all’universalizzazione della questione sociale, riflessione illuminata dal magistero della Chiesa, mossa in ogni tempo dal compito di santificare gli uomini e dalla sollecitudine per le esigenze del vivere quotidiano dell’umanità. Il testo giovanneo esamina i nuovi aspetti della questione sociale: dalla situazione dell’agricoltura, “settore depresso” in un mondo sempre più industrializzato, all’eliminazione degli squilibri tra terra e popolazione, dai rapporti tra comunità politiche economicamente sviluppate e comunità politiche in sviluppo allo squilibrio tra popolazione e mezzi di sussistenza, all’urgenza dell’intesa e della collaborazione tra le Nazioni. Nello sviluppo dell’Enciclica particolare rilievo assumono i termini di “comunità” e di “socializzazione”, intesa come progressivo moltiplicarsi di rapporti attraverso varie forme di vita e di attività associata. Proprio dalla comprensione, divulgazione e promozione di tale complesso tessuto sociale potrà scaturire quella “ricomposizione dei rapporti della convivenza nella verità, nella giustizia e nell’amore” auspicata dall’Enciclica stessa. In continuità con l’insegnamento della Mater et Magistra, il Congresso intende considerare le disparità odierne nonché le varie questioni connesse all’attuale contesto di globalizzazione; prospettare soluzioni progettuali alla luce della destinazione universale dei beni e della giustizia sociale; approfondire il compito di studiare, diffondere e sperimentare la dottrina sociale della Chiesa, muovendo dalle sollecitazioni offerte dall’Enciclica giovannea e attingendo all’approfondimento ecclesiologico e trinitario della Caritas in veritate. Nella prima giornata dei lavori, che ha come nucleo tematico la “Nuova evangelizzazione del sociale: il ruolo della dottrina sociale della Chiesa”, la pastorale sociale verrà declinata in ambiti quali la destinazione universale dei beni, il ruolo delle comunità ecclesiali e dei distinti soggetti associativi cattolici, cristiani, aconfessionali, la natura e i compiti delle Commissioni “Giustizia e Pace”. Interverranno, tra gli altri, il cardinale presidente Peter Turkson, che introduce il convegno, i cardinali Laurent Monsengwo Pasinya e Oscar Rodríguez Maradiaga, l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi e il padre gesuita Sergio Bernal Restrepo. La giornata di martedì 17, su “L’uomo e il suo ambiente: giustizia e politica”, è dedicata allo studio di diverse problematiche per aree continentali, in cui ogni gruppo con propri relatori e moderatori affronterà argomenti comuni dalla prospettiva della propria “regione”. Lavoro e bene comune, remunerazione, politiche sociali, risorse materiali e immateriali (naturali, tecnologiche, intellettuali) e sviluppo integrale, politiche attive per l’equilibrio a livello territoriale, regionale, mondiale in vista della produzione e distribuzione della ricchezza: questi alcuni degli ambiti che verranno successivamente unificati e presentati dai relatori di ogni gruppo. A partire dei diversi apporti, il segretario del dicastero, vescovo Mario Toso, traccerà quindi i rilievi conclusivi in chiusura di sessione. Linee guida, contesti, attuazione: l’ultimo tratto del percorso congressuale illustrerà progetti di sperimentazione e modelli di applicazione “sul terreno” della Dottrina sociale della Chiesa attraverso una “fiera delle idee” per aree continentali, con due sessioni mattutine, per l’America e l’Europa, e due pomeridiane, per l’Asia e l’Africa. Ogni area potrà presentare, nella propria sessione, fino a 4 “buone pratiche”, progetti di sviluppo che oltre a rispondere a criteri di efficacia tecnica o istituzionale si ispirino anche a principi autenticamente cristiani. In contemporanea, altre “buone pratiche” saranno presentate in un apposito spazio espositivo antistante. (A cura di Marina Vitalini)

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    Al Festival di Cannes, oltre a pirati e pianisti, va in scena il dramma umano

    ◊   Il Festival di Cannes non conosce misure. In due giorni assistiamo al massimo del glamour con “Pirates of the Caribbean” di Rob Marshall e con un’organizzazione della sicurezza che fa sembrare l’ingresso al Palazzo del Cinema un percorso di guerra disseminato di checkpoint; e allo stesso tempo il massimo del rigore stilistico con “Le gamin au velo” dei fratelli Dardenne. Nel mezzo, il film più ignobile visto finora, “Michael” di Markus Schleinzer, e tre belle scoperte, “Porfirio” di Alejandro Landes, “Michel Petrucciani” di Michael Radford e “Las acacias” di Pablo Giorgelli. Se meritano poca attenzione sia il ripetitivo giocattolo hollywoodiano interpretato da Johnny Depp e Penelope Cruz, sia “Michael”, resoconto chirurgico del sequestro e delle violenze subite da un bambino ad opera di un pedofilo, vale la pena di soffermarsi sull’ultimo lavoro dei due registi belgi, che con questo film si candidano alla loro terza Palma d’oro. “Le gamin au velo” si prospetta fin dalla prima scena come il seguito de “L’enfant” e allo stesso tempo come un autonomo film di formazione. Un bambino, abbandonato dal padre in un istituto per l’infanzia, non ne vuole sapere di stare da solo. Gli manca una figura di riferimento e la cerca con ostinazione, con la stessa testarda energia con cui rivuole indietro la sua bicicletta. Affidato ad una parrucchiera, attraverserà tutte le fasi di una difficile relazione con il mondo adulto, un po’ come il Pinocchio di Collodi che per crescere deve perdersi e ritrovarsi. Dotato della stessa energia del suo giovane protagonista, il film s’impone per un’efficace essenzialità di sguardo e di parole e ci consegna finalmente un ritratto positivo della giovinezza, senza retorica e falsi sentimenti. Anche gli altri tre film sono sulla stessa lunghezza d’onda. Il colombiano “Porfirio” sceglie la strada della commedia umana, densa di riferimenti all’attualità sociale e politica del suo Paese. Il suo protagonista, un uomo semiparalizzato per aver ricevuto una pallottola nella schiena, è in causa con lo Stato da cui vorrebbe essere risarcito. Di fronte all’assenza di risposte, reagirà con un atto estremo, curiosamente sintetizzato da una breve canzone finale. Film bizzarro, venato di momenti scabrosi e di brutale realismo, ma anche permeato di una dolente umanità, “Porfirio” conferma la buona salute della produzione latino-americana, così come “Las acacias”, una pellicola argentina che segue il viaggio di un camionista dal Paraguay a Buenos Aires in compagnia di una giovane donna e della sua bambina di quattro mesi. Racconto della nascita di un sentimento, fatto di paesaggi, di sguardi, di corpi in azione, il film è laconico come i suoi protagonisti, ma nel silenzio compie il miracolo di mostrarci la radiografia di un animo umano. È lo stesso risultato cui arriva “Michel Petrucciani”, documentario sulla vita e l’arte di uno dei più grandi pianisti del ‘900. Costruito su uno straordinario materiale d’archivio e sugli interventi di tutti coloro che lo accompagnarono nella vita e nella musica, il film ha una struttura dialettica, in cui le parole del protagonista filmate nel corso di una sterminata serie di interviste si contrappongono alle osservazioni e ai ricordi di amici, colleghi e familiari. Come avviene nella bellissima rievocazione del concerto tenuto in Vaticano davanti a Papa Giovanni Paolo II, con le immagini di un intenso scambio di sguardi fra due uomini alla prova della vita. C'è anche il ricordo dei piedi dei cardinali che, dimenticando per un attimo il protocollo, seguivano il ritmo delle note musicali. (Da Cannes, Luciano Barisone)

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    24 Ore nel Mondo



    La Gb chiede più pressione militare su Gheddafi mentre un emissario Onu in Libia cerca vie di dialogo

    ◊   In Libia proseguono le azioni dei militari di Gheddafi, che puntano ad attaccare i ribelli alle spalle passando dalla vicina Tunisia. L’ONU tenta la carta del dialogo tra le parti inviando un suo emissario nel Paese, mentre sono incessanti i raid aerei della Nato: dopo la Francia, anche la Gran Bretagna vuole aumentare la pressione militare sul colonnello. Il servizio è di Eugenio Bonanata:

    L’uccisione di Gheddafi non è l’obiettivo del mandato della Nato, che intende colpire forze che minacciano i civili, ma è compatibile con le regole del mandato stesso. Lo ha ricordato il capo delle forze armate britanniche che ha invocato la necessità di intensificare l’azione militare, di “ampliare il raggio dei bersagli” e quindi di includere le infrastrutture a sostegno del regime. L’obiettivo di Londra è quello di impedire al rais di restare al potere, mentre i caccia della Nato la notte scorsa sono tornati in azione nei pressi di Tripoli. I crociati – secondo la retorica del regime - hanno colpito bersagli “civili e militari” provocando “danni umani e materiali”. Difficile stabilire un bilancio, come è difficile prevedere l’esito della missione diplomatica dell’Onu in partenza oggi. Ban Ki-moon, nell’intenzione di avviare un dialogo, ha inviato nuovamente un suo emissario nel Paese, dopo un colloquio telefonico con il premier libico che ha assicurato la volontà di riceverlo. Il conflitto, intanto, rischia di coinvolgere anche la Tunisia. Ormai è chiaro che i soldati di Gheddafi vogliono sorprendere i ribelli alle spalle. A confermarlo sono continui sconfinamenti nel territorio tunisino: l’ultimo è avvenuto ieri ad opera di 200 militari libici che sono stati respinti dalle forze tunisine. La tensione nell’area di frontiera resta alta: stamattina agenti di Tunisi hanno arrestato due sospetti terroristi con indosso una cintura esplosiva, forse appartenenti ad Al Qaeda nel Maghreb islamico. Ma la Tunisia resta anche la meta preferita dei militari libici che decidono di abbandonare Gheddafi. Ieri altri tre ufficiali disertori hanno raggiunto le coste tunisine a bordo di una barca e si sono consegnati.

    Immigrazione
    Le unità della Guardia costiera tunisina hanno bloccato un'imbarcazione diretta in Italia con a bordo oltre 200 persone che hanno detto di provenire dalla Libia. Le autorità di Tunisi sono intervenute dopo un Sos lanciato dai migranti, quando il loro natante ha cominciato ad imbarcare acqua. Intanto, sul versante italiano, Lampedusa torna a svuotarsi. Stamattina, infatti, oltre mille e 300 persone giunte negli ultimi giorni sull’isola sono partite a bordo della Nave Excelsior. Tutti sono diretti in diverse strutture messe a disposizione da alcune regioni. Nel centro di accoglienza di Lampedusa restano attualmente circa 300 tunisini e un’ottantina di minori.

    Medio Oriente
    Scontri a Gerusalemme, in Cisgiordania e a Gaza in occasione della giornata della 'Naqba' in cui i palestinesi ricordano l’anniversario del 'disastro', cioè la costituzione dello Stato di Israele. Sono migliaia i soldati dello Stato ebraico mobilitati: alcuni hanno aperto il fuoco verso il valico di Erez e al confine con il Libano, ferendo almeno una quarantina di persone durante manifestazioni. Scontri a fuoco in corso anche nella zona del Golan, dove per il momento si segnala un morto e alcuni feriti. A Tel Aviv, invece, un camion guidato da un arabo ha travolto diversi automezzi uccidendo una persona. Il presidente israeliano Netanyahu - che oggi riceverà in visita il capo dello Stato italiano Napolitano - si è detto addolorato nel constatare che qualcuno vede nella ricorrenza un motivo di “fomentazione di collera e di guerra”.

    Costa d’Avorio
    Più di duecento civili, tra i quali donne e bambini, sono stati trucidati nel sud est della Costa d’Avorio da miliziani e mercenari liberiani fedeli all’ex presidente ivoriano Gbagbo. La denuncia arriva dal portavoce del governo del nuovo capo di Stato, Ouattara, secondo il quale le violenze si sarebbero consumate in queste settimane, dopo l’arresto dell’ex presidente, durante il ripiegamento dei miliziani verso il confine con la Liberia. Il portavoce ha precisato che il governo ha disposto il rafforzamento delle misure di controllo nell’area.

    Arresto Strauss-Kahn
    In manette a New York il direttore generale del Fondo monetario internazionale (Fmi), il francese Dominique Strauss-Kahn. L’accusa è di tentato stupro, sequestro e atto sessuale criminale nei confronti di una cameriera dell’hotel in cui alloggiava. La polizia lo ha fermato ieri pomeriggio al John Fizgerald Kennedy International Airport mentre era a bordo di un aereo diretto a Parigi. Alle 18, ora italiana comparirà in tribunale, dove – riferiscono i suoi avvocati – si “dichiarerà non colpevole”.

    Italia-Amministrative
    Urne aperte stamattina in Italia per le elezioni amministrative parziali. Oltre 13 milioni di elettori sono chiamati a rinnovare 11 amministrazioni provinciali e più di mille e 300 comunali, tra cui Milano, Napoli, Torino e Bologna. I seggi resteranno aperti fino alle 22 di questa sera e domani dalle 7 alle 15. Subito dopo comincerà lo spoglio. Gli eventuali ballottaggi, invece, si svolgeranno tra due settimane.

    Albania
    In Albania il leader dell’opposizione e del Partito Socialista, Rama, è stato rieletto sindaco di Tirana alle elezioni municipali di domenica scorsa. Secondo i risultati definitivi, diffusi ieri, ha ottenuto soltanto 10 voti in più rispetto al suo rivale Basha, esponente del Partito Democratico. Si ritiene probabile la presentazione di ricorsi presso la Commissione centrale elettorale per chiedere il riconteggio o l’annullamento del voto in alcuni seggi. Infatti è stato elevato il numero di schede contestate durante lo spoglio, che si è svolto alla presenza di rappresentanti statunitensi, dell’Unione europea e dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Ocse).

    Referendum Svizzera
    Referendum oggi nel cantone di Zurigo, in Svizzera, sulla possibilità di vietare del tutto il suicidio assistito o di limitare il servizio ai soli residenti. L’Unione democratica federale ha presentato un quesito in cui chiede al Parlamento di rendere punibile qualsiasi forma di istigazione o di aiuto al suicidio. Il Partito evangelico, invece, chiede di dare questo tipo di assistenza solo a chi risiede nel cantone da almeno un anno.

    Mississippi-inondazione
    Al via in Louisiana le operazioni per ridurre il livello dell’acqua del fiume Mississippi, che rischia l’esondazione in diversi punti minacciando danni enormi per l’intera zona. Si tratta di provocare un allagamento controllato in un’area di oltre 7.500 chilometri quadrati, che verrà progressivamente sommersa.

    Shuttle
    Via libera della Nasa al lancio dello shuttle Endeavour, previsto per le 14.56 ora italiana di domani. La navetta è pronta sulla rampa del Kennedy Space Center di Cape Canaveral. Le previsioni meteo sono buone. Nelle prossime ore inizieranno le operazioni preparatorie che termineranno domani mattina con il caricamento del propellente nella navicella. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 135

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli e Miriam Ayele.