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Sommario del 14/05/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI: i cristiani non abbiano paura di annunciare il Vangelo anche se oggi sono i più perseguitati
  • Il Papa nomina il prof. Carriquiry nuovo segretario della Pontificia Commissione per l'America Latina
  • Giornata di preghiera per le vocazioni. Il Papa: incoraggiare quanti mostrano chiari segni della chiamata alla vita sacerdotale e religiosa
  • Preghiera, mistero e desiderio: l’editoriale di padre Lombardi
  • Beatificazione in Germania di don Georg Häfner, martire del nazismo nel lager di Dachau
  • Il cardinale Comastri presiede il Rosario in Vaticano per i 30 anni dell’attentato a Giovanni Paolo II
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Nuova ondata di sbarchi a Lampedusa: centinaia di immigrati giunti nell'isola dalla Libia
  • Medio Oriente: si dimette l'inviato Usa George Mitchell
  • In un libro la figura e il ruolo del padre nel cinema italiano contemporaneo
  • Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Conclusa la plenaria dei vescovi del Brasile: la famiglia si fonda sul diritto naturale
  • Colombia: il cappellano dell’Università “Minuto de Dios” ucciso in strada per rubargli il cellulare
  • Appello dell’arcivescovo di Santo Domingo: fermare la violenza nella società
  • Messico: urgente una legge sulla libertà religiosa
  • Napoli. Il cardinale Sepe ai sacerdoti: no ai funerali dei boss in Chiesa
  • Bande armate imperversano sul confine tra Etiopia e Kenya: il grido d’aiuto del vescovo di Lodwar
  • I Paesi ricchi sprecano la stessa quantità di cibo prodotta dall'Africa sub-sahariana
  • Giornata internazionale della famiglia. L'Onu: troppe famiglie in difficoltà nel mondo
  • Lo spirito missionario al centro della formazione dei sacerdoti vietnamiti
  • Dalla Giamaica un appello ecumenico per la costruzione della pace in tutti gli ambienti
  • Islam in Europa: incontro Ccee a Torino su islamofobia e futuro del dialogo
  • Cristiani e musulmani: torna a Milano la “Cattedra del dialogo”
  • Nasce www.it.catholic.net, edizione italiana di Catholic.net
  • 24 Ore nel Mondo

  • Tripoli accusa: leader religiosi uccisi dai raid. Imam minaccia l'Italia e i Paesi coinvolti negli attacchi
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI: i cristiani non abbiano paura di annunciare il Vangelo anche se oggi sono i più perseguitati

    ◊   Tra le nuove schiavitù che colpiscono il nostro tempo, i cristiani portino il messaggio liberante di Cristo senza temere nulla, neanche la persecuzione. Lo ha affermato Benedetto XVI durante l’udienza nella quale ha accolto questa mattina, in Vaticano, gli oltre cento partecipanti all’Assemblea generale delle Pontificie Opere Missionarie. Il gruppo era guidato dal nuovo prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, l’arcivescovo Fernando Filoni. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Non c’è ambito della Chiesa che non sia missionario, ma non si può essere missionari senza nutrire passione per il messaggio che si va ad annunciare, senza restare soggiogati dalla sua bellezza. Né, al contrario, se si teme che parlare di Cristo possa nuocere alla propria incolumità. Il discorso rivolto da Benedetto XVI alle Pontificie Opere Missionarie ha riportato un’eco della prima era della Chiesa, i cui membri non facevano calcoli nel dichiarare la propria identità. Anche oggi, ha ripetuto il Papa, il testimone cristiano è colui che parla della “grande Speranza” a una umanità che è spesso disperata:

    “Nuovi problemi e nuove schiavitù, infatti, emergono nel nostro tempo, sia nel cosiddetto primo mondo, benestante e ricco ma incerto circa il suo futuro, sia nei Paesi emergenti, dove, anche a causa di una globalizzazione caratterizzata spesso dal profitto, finiscono per aumentare le masse dei poveri, degli emigranti, degli oppressi, in cui si affievolisce la luce della speranza”.

    Chiariti gli scenari della missione, Benedetto XVI ha parlato dei missionari. Anzitutto, ha detto, non si può esserlo veramente se non si è certi “che la Parola di Dio è la verità salvifica di cui ogni uomo in ogni tempo ha bisogno”:

    “Se questa convinzione di fede non è profondamente radicata nella nostra vita, non potremo sentire la passione e la bellezza di annunciarla. In realtà, ogni cristiano dovrebbe fare propria l’urgenza di lavorare per l’edificazione del Regno di Dio. Tutto nella Chiesa è al servizio dell’evangelizzazione: ogni settore della sua attività e anche ogni persona, nei vari compiti che è chiamata a svolgere”.

    Compiti, ha proseguito Benedetto XVI, che possono andare dalla catechesi al servizio della carità: tutto nella Chiesa, ha detto il Papa, “è missione”. Tuttavia, ha aggiunto, per rimanere tale “il messaggero del Vangelo deve rimanere sotto il dominio della Parola e deve alimentarsi dei Sacramenti”:

    “Solo radicati profondamente in Cristo e nella sua Parola si è capaci di non cedere alla tentazione di ridurre l’evangelizzazione ad un progetto solo umano, sociale, nascondendo o tacendo la dimensione trascendente della salvezza offerta da Dio in Cristo. E’ una Parola che deve essere testimoniata e proclamata esplicitamente, perché senza una testimonianza coerente essa risulta meno comprensibile e credibile”.

    “Il ministero dell’evangelizzazione è affascinante ed esigente”, ha ripetuto ancora il Pontefice. “Richiede amore per l’annuncio e la testimonianza, un amore così totale che può essere segnato anche dal martirio”. Anche in questo caso, ha asserito:

    "La Chiesa non può venire meno alla sua missione di portare la luce di Cristo, di proclamare il lieto annuncio del Vangelo, anche se ciò comporta la persecuzione. E’ parte della sua stessa vita, come lo è stato per Gesù. I cristiani non devono avere timore, anche se 'sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede'”.

    Benedetto XVI aveva iniziato l’udienza salutando il nuovo prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, mons. Fernando Filoni, e unendo “un fervido augurio di fruttuoso ministero”. E “viva gratitudine” è stata espressa dal Papa al cardinale Ivan Dias per il suo “generoso ed esemplare servizio”, reso per molti anni in seno al Dicastero missionario e alla Chiesa universale. “Il Signore – è stato l’auspicio del Pontefice – continui a guidare con la sua luce questi due fedeli operai della vigna”.

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    Il Papa nomina il prof. Carriquiry nuovo segretario della Pontificia Commissione per l'America Latina

    ◊   Il Papa ha nominato segretario della Pontificia Commissione per l'America Latina il prof. Guzmán Carriquiry, finora sotto-segretario del Pontificio Consiglio per i Laici. Nato 67 anni fa a Montevideo, in Uruguay, si è laureato in Legge e Scienze Sociali, è avvocato e ha insegnato presso varie università. Sposato, ha quattro figli e otto nipoti. Collabora con la Santa Sede da circa 40 anni.

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    Giornata di preghiera per le vocazioni. Il Papa: incoraggiare quanti mostrano chiari segni della chiamata alla vita sacerdotale e religiosa

    ◊   “Ogni Chiesa locale si renda sempre più sensibile e attenta alla pastorale vocazionale, educando ai vari livelli, familiare, parrocchiale, associativo, soprattutto i giovani”. Lo scrive il Papa nel Messaggio per la 48ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebra domani 15 maggio sul tema “Proporre le vocazioni nella chiesa locale”. La sintesi del testo nel servizio di Cecilia Seppia.

    Dietro ogni vocazione al ministero sacerdotale o alla vita consacrata c’è un colloquio intimo e personale con Gesù, un costante contatto con Lui. Ma soprattutto, sottolinea Benedetto XVI c’è la preghiera delle famiglie, delle parrocchie, della comunità intera. Anche Gesù come ci raccontano le pagine del Vangelo –afferma il Santo Padre - prima di chiamare i suoi discepoli a seguirlo passa la notte a pregare, si mette in ascolto per conoscere la volontà del Padre, poi - giorno dopo giorno - li educa con la parola e con la vita perché siano pronti per continuare la sua opera di salvezza. “È una proposta, impegnativa ed esaltante, quella che il Signore fa a coloro a cui dice Seguimi!”, sottolinea il Pontefice nel Messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. “Con questa parola, prosegue, li invita ad entrare nella sua amicizia” ma soprattutto li esorta ad uscire dal guscio, “ad andare oltre la loro volontà chiusa, ancorata al desiderio di autorealizzazione per immergersi in un’altra volontà, quella di Dio”. Poi fa vivere loro la fraternità e l’amore reciproco, tratto distintivo di ogni comunità cristiana.

    Anche oggi, scrive il Santo Padre, seguire Cristo necessita impegno e dedizione soprattutto quando altre voci sembrano soffocare e sovrastare la voce del Signore, e la proposta di seguirlo donando la propria vita può apparire troppo difficile. Per questo bisogna incoraggiare e sostenere coloro che mostrano chiari segni della chiamata alla vita sacerdotale e religiosa. Da qui l’esortazione a tutta la Chiesa locale perché sia più sensibile e attenta alla pastorale vocazionale, educando i ragazzi e le ragazze a coltivare l’amicizia con Dio e a far comprendere loro che aderire al progetto di Dio non annienta né distrugge la persona, al contrario la arricchisce. Quindi il Papa si rivolge ai vescovi: il Signore - dice ha bisogno di voi perché le sue chiamate possano raggiungere i cuori di chi ha scelto e perché nel mondo ci sia un’equa distribuzione dei suoi operai. Ai sacerdoti raccomanda la testimonianza nella comunione; alle famiglie di aiutare i figli ad accogliere con generosità la vocazione; ai catechisti e agli animatori delle associazioni cattoliche e dei movimenti ecclesiali di seguire gli adolescenti, di indirizzarli, convinti della loro missione educativa. “La capacità di coltivare le vocazioni è segno caratteristico della vitalità di una Chiesa locale”, conclude Benedetto XVI, ricordando che ogni momento della vita comunitaria ecclesiale - la catechesi, gli incontri di formazione, la preghiera liturgica, è una preziosa opportunità per suscitare nel Popolo di Dio, il senso di appartenenza alla Chiesa e la responsabilità della risposta alla chiamata al sacerdozio ed alla vita consacrata.

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    Preghiera, mistero e desiderio: l’editoriale di padre Lombardi

    ◊   Nelle udienze generali del mercoledì, il Papa ha iniziato un nuovo ciclo di catechesi sulla preghiera. Nelle sue prime riflessioni ha ricordato che “pregare è parlare con Dio” e che “il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è stato creato da Dio e per Dio”. Ascoltiamo in proposito il nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

    Non è per nulla un argomento scontato. Non è scontato perché il contesto materialistico e secolarizzato in cui viviamo, oppure l’attivismo frenetico, tendono a emarginare la dimensione della riflessione e della contemplazione dalla nostra vita ed anche quella della preghiera. Non è scontato perché spesso negli ambienti cristiani parliamo di preghiere e di preghiera, ne cerchiamo le “formule”, ma più raramente scendiamo a maggiore profondità, dove si mette davanti a Dio e in rapporto con lui il cuore della nostra persona, della nostra vita. Non è scontato, ma coglie un’attesa diffusa e universale, “dell’uomo digitale come di quello delle caverne”: non per nulla questi primi interventi del Papa hanno già richiamato grande interesse.

    Giustamente il Papa ha preso le mosse dalla preghiera presente da sempre, in tutte le civiltà e culture, con alcune splendide citazioni culminate nel sublime Inno attribuito a Proclo e diretto a “Tu l’Aldilà di tutto”: “Inconoscibile, nessuno ti contiene. Tutto ciò che pensiamo ti appartiene. A te, o Ineffabile, che le nostre anime sentono presente, innalziamo un inno di silenzio!”. Capire e sentire che Dio è Altro e misterioso, ma che allo stesso tempo nel più profondo dell’anima si cela “una sete di infinito, una nostalgia di eternità, un desiderio di amore, un bisogno di luce e di verità, che ci spingono verso l’Assoluto” - in una parola, “il desiderio di Dio”. Queste sono le due premesse essenziali che vanno riscoperte in tutta la loro verità e forza prima di rivolgerci a Gesù per incontrare personalmente il vero Dio attraverso di lui. Mistero e desiderio. Questo è il terreno comune dell’umanità che prega, su cui può cadere e diventare fruttuoso il seme prezioso della preghiera cristiana.

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    Beatificazione in Germania di don Georg Häfner, martire del nazismo nel lager di Dachau

    ◊   Un martire della riconciliazione, un sacerdote imbevuto di un profondo amore per la Croce e un credibilissimo testimone della fede. Questa la figura di don Georg Häfner, il parroco tedesco morto nel lager di Dachau nel 1942, che sarà beatificato domani pomeriggio a Würzburg, la sua città natale, in un cerimonia presieduta dal prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, Angelo Amato. Ci riferisce Roberta Barbi:

    Un appassionato catechista e formatore in vita, durante il suo servizio pastorale prestato per anni come parroco di Oberschwarzach, e martire nella morte, sopraggiunta per stenti nel campo di sterminio di Dachau nell’agosto del 1942, dove era stato deportato perché colpevole di non essersi piegato al Terzo Reich, ideologia profondamente antiumana e anticristiana. Don Georg Häfner, che Benedetto XVI ha riconosciuto martire nel 2009 e che domani sarà proclamato Beato, portò con amore la sua Croce fino alla fine, grazie al conforto e alla forza che gli donò la preghiera. Durante la prigionia, infatti, questo sacerdote mite pregò sempre e non si lamentò mai, arrivando a perdonare i propri aguzzini, nell’ultimo slancio di dedizione alla sequela di Cristo, difensore della verità evangelica anche a costo della persecuzione e della morte.

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    Il cardinale Comastri presiede il Rosario in Vaticano per i 30 anni dell’attentato a Giovanni Paolo II

    ◊   Ricordando Giovanni Paolo II nel 30.mo anniversario dell'attentato in Piazza San Pietro, i fedeli che ieri sera si sono radunati nella parrocchia di Sant'Anna in Vaticano hanno pregato il Rosario anche per Benedetto XVI. Perché, ha detto il cardinale Angelo Comastri, vicario generale del Papa per lo Stato della Città del Vaticano che ha presieduto la preghiera, gli attacchi contro il Papa non sono finiti: si può ferire infatti anche attraverso parole o gesti. Nella gremita parrocchia del Papa il porporato ha commentato a braccio i misteri del dolore, sottolineando che nel Cenacolo Gesù, lavando i piedi agli apostoli, ha rivelato un volto inedito di Dio: quello dell'umiltà. E dal suo accettare la flagellazione c'è da imparare invece la mitezza, mentre il non sottrarsi di Cristo alla crocifissione, ha spiegato ancora il porporato, insegna che è l'amore che può cambiare il mondo, non la violenza e che c'è un altro Regno oltre le cose terrene. Sicché, se della grandezza di Nerone oggi non vi è che poca traccia, la tomba di quel pescatore che era il primo degli apostoli è invece una calamita per milioni di persone da secoli. Quindi il cardinale Comastri ha ricordato quanto c'è da imparare da Maria, che ha seguito Gesù fino al Calvario. "Mentre i discepoli per paura si erano allontanati da Cristo – ha detto il porporato – Maria resta accanto a Gesù. Maria è controcorrente, è modello di femminilità autentica, vive la sua maternità fino in fondo e anche dal cielo continua a vivere questa maternità nei nostri confronti". Maria, ha concluso il cardinale Comastri, è l'ultimo dono che Gesù ci ha fatto dalla Croce: vedendo la madre accanto al discepolo Giovanni si accorse che aveva ancora da dare, così affida Maria al discepolo che amava, affidando al contempo l'intera umanità alla Madre. Al termine del Rosario, infine, è stata recitata la preghiera al Beato Giovanni Paolo II: a lui i fedeli hanno chiesto di intercedere "per il mondo intero, ancora segnato da tensioni, da guerre e da ingiustizie" e perché attraverso il dialogo possa essere seminato l'amore. (A cura di Tiziana Campisi)

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   La Chiesa è missione: Benedetto XVI ai partecipanti all'assemblea ordinaria del consiglio superiore delle Pontificie Opere Missionarie.

    Convegno sul motu proprio "Summorum pontificum" di Benedetto XVI: le relazioni del cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, e di monsignor Guido Pozzo, segretario della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei".

    In rilievo, nell'informazione internazionale, le dimissioni dell'inviato speciale statunitense nel Medio Oriente.

    Il vescovo poeta che sapeva governare: in cultura, Jorge Fernandez Diaz sui mille volti del prossimo Beato Juan de Palafox y Mendoza, una delle figure più importanti nella storia messicana del XVII secolo.

    Un articolo di Claudia Di Giovanni dal titolo "Telecamere discrete sul monte Sinai": il monastero di Santa Caterina in un documentario della Filmoteca Vaticana.

    Quella sete ardente di novità che non si estingue mai: Peter Kodwo Appiah Turkson sulla "Rerum novarum" ieri e oggi.

    Un articolo di Antonio Lombardi dal titolo "Con la violenza amorevole della verità": la passione per l'unità della Chiesa al centro della polemica agostiniana contro i donatisti.

    Su come l'islam raffigura Maria, un articolo di Simona Verrazzo dal titolo "Tra laccati e tessuti preziosi con la tenerezza di ogni madre".

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    Oggi in Primo Piano



    Nuova ondata di sbarchi a Lampedusa: centinaia di immigrati giunti nell'isola dalla Libia

    ◊   La crisi libica sta avendo ampie ripercussioni sul problema immigrazione. A Lampedusa, nelle ultime 24 ore, sono sbarcati oltre 1.700 immigrati provenienti dalla Libia. La situazione delle presenze sull’isola appare nuovamente critica, almeno fino a quando non saranno avviati i trasferimenti. Forte il timore che si sia alle soglie di una nuova emergenza. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Sergio Briguglio, esperto di politiche dell’immigrazione:

    R. – A Lampedusa l’emergenza può esserci, perché è un’isola molto piccola e quindi sbarchi di centinaia di persone possono ovviamente creare localmente dei problemi. Non credo che questa debba essere considerata un’emergenza a livello nazionale per il momento. Se chi arriva viene immediatamente trasferito, questa finisce per non essere un’emergenza neanche per Lampedusa.

    D. – L’interrogativo che ancora rimane riguarda l’Europa, perché l’Unione non è riuscita ad agire di comune accordo su questa emergenza...

    R. – ...perché per un verso siamo ancora di fronte ad un esodo che è importante, rilevante, perché grava su Lampedusa, ma se lo spalmiamo su tutto il territorio nazionale italiano non si può dire che sia un’emergenza: siamo di fronte a dei flussi comunque modesti. L’altro aspetto è che noi oggi ci lamentiamo del mancato intervento degli altri Paesi europei, ma quando ci fu la guerra in Bosnia, la Germania ebbe 500 mila richieste di asilo e non mi risulta che l’Italia abbia alzato un dito a quel tempo, per alleviare il carico che gravava sulla Germania.

    D. – Secondo molti osservatori, l’immigrazione sarà il problema che ci porteremo avanti per i prossimi dieci, venti anni, e non parlo solo del bacino del Mediterraneo evidentemente...

    R. – Immaginiamo per un momento: se non ci fossero flussi migratori, l’Italia sarebbe destinata ad un declino tragico, perché abbiamo una popolazione sempre più vecchia, abbiamo sempre meno giovani che lavorano e ciascun giovane che lavora deve mantenere diversi anziani. Allora, capovolgiamo il problema e diciamo: “Bene, grazie a Dio c’è l’immigrazione!” Serve regolarla in modo più opportuno: per esempio evitando che la gente debba attraversare il canale di Sicilia per arrivare in Italia; predisponiamo quelle misure che possano favorire un’immigrazione regolare. Si possono adottare diverse misure, tenendo conto del fatto che c’è strutturalmente una potenziale alleanza tra un Paese che invecchia e Paesi che invece hanno una fascia di lavoratori giovani, che vogliono e devono trovare inserimento lavorativo. Abbiamo bisogno di forze giovani e dai Paesi del Nord Africa può venire un afflusso di persone che hanno voglia di lavorare, di lavorare bene, di darsi da fare, di migliorare il loro tenore di vita, cioè tutte quelle spinte che da noi sembrano spesso essere morte. Se programmiamo, accettiamo un’immigrazione da Paesi di questo genere e la mettiamo in concorrenza con i nostri giovani, anche i nostri giovani saranno più stimolati a fare meglio, a studiare meglio, a lavorare meglio e tutto il resto e l’Italia ne avrà un beneficio.(ap)

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    Medio Oriente: si dimette l'inviato Usa George Mitchell

    ◊   Brutto colpo per Barack Obama. Le dimissioni di George Mitchell, inviato speciale per il Medio Oriente, lasciano di stucco la diplomazia Usa e avvengono alla vigilia del discorso del presidente americano sulla nuova strategia per il Medio Oriente e della visita alla Casa Bianca del premier israeliano Netanyahu, fissata il prossimo 20 maggio. Per il momento a sostituire l’ex inviato speciale ci sarà il suo vice, David Hale. Quali scenari apre questo cambiamento e come leggere questa mossa? Francesca Smacchia lo ha chiesto a Eric Salerno, giornalista de Il Messaggero:

    R. – Tutto sommato è una protesta da parte di Mitchell: una protesta perché non è riuscito in due anni a portare gli israeliani e i palestinesi a un negoziato. Questo perché soprattutto gli israeliani hanno respinto tutte quelle piccole condizioni - io dico “piccole condizioni” - che mettevano i palestinesi, cioè i paletti riguardo gli insediamenti nei territori. Detto questo, Mitchell potrebbe aver lasciato anche per un altro motivo. Noi non sappiamo ancora che cosa dirà il presidente americano nel discorso della prossima settimana. E’ un discorso che dovrebbe fornire al mondo e soprattutto al Medio Oriente quasi un nuovo piano, un piano americano, per arrivare alla pace, non a un negoziato ma alla pace. Ci sono state anticipazioni che sicuramente indicano una paura da parte della Casa Bianca di andare avanti un po’ troppo a favore dei palestinesi accettando una serie delle loro condizioni. Questo potrebbe significare in partenza che quando Obama parlerà, si troverà a un mondo arabo ancora più frustrato.

    D. – Barack Obama ha annunciato che di fatto queste dimissioni non cambieranno l’impegno a favore della pace in Medio Oriente. Come si porranno gli Stati Uniti?

    R. – Non c’è dubbio che Obama non può imporre una soluzione alle parti e a Israele e ai palestinesi, però dovrebbe avere capito quali sono i meccanismi postivi e negativi che in questo momento frenano o mandavano avanti il negoziato. Se lui decide di prendere posizione seriamente sui temi principali, cioè su Gerusalemme e sulla questione dei rifugiati, allora forse c’è una speranza che qualcosa potrebbe muoversi nella direzione giusta. Dall’altra parte si trova di fronte anche un Netanyahu che non sembra particolarmente disponibile ad andare avanti sulla strada della pace. (bf)

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    In un libro la figura e il ruolo del padre nel cinema italiano contemporaneo

    ◊   E' stato presentato nei giorni scorsi presso il Centro San Luigi dei Francesi di Roma "I ricercati. Padri e figli nel cinema italiano contemporaneo", un volume di Mario Dal Bello, edito da Effatà Editrice, che segue e studia la figura paterna così come è stata raccontata dal cinema negli ultimi dieci anni. Nella lettura si scopre un orizzonte culturale e sociale del tutto inaspettato. Il servizio di Luca Pellegrini:

    Spesso è soltanto il conflitto tra generazioni, che poi riserva mille sorprese e mille difficoltà. Altrettanto spesso, però, la riconciliazione è alle porte: il figlio ritrova la figura del padre, in un itinerario che prima s'era smarrito. Ci sono mille modi e mille declinazioni con cui il cinema ha raccontato questo perdersi e questo ritrovarsi e Mario Dal Bello ha dedicato ai padri e ai figli nel cinema un bel volume che esplora storia, tendenze, culture, con titoli, volti, prospettive, una vera panoramica ragionata con molte interviste ai protagonisti e agli interpreti. Abbiamo chiesto all'autore se, in questa ricerca reciproca, la prima mossa la fanno i padri o i figli:

    R. - Da una parte la figura del padre è stata piuttosto accantonata, a partire dagli anni Sessanta: adesso, invece, mi sembra che sia in una fase di recupero della propria funzione, del proprio ruolo, anche se svolto in modo molto diverso dal passato; dall’altra anche i figli li ricercano, proprio perché essendo ormai la situazione delle famiglie molto cambiata rispetto al modulo tradizionale, questo bisogno della realtà paterna fa in modo che i figli li cerchino, a volte anche in maniera esasperata come succede – per esempio – nel film “Il figlio più piccolo” di Pupi Avati.

    D. - Cinema americano e cinema italiano: quali differenze nel raccontare figura e ruolo del padre?

    R. – La differenza fondamentale credo stia in questo: nel cinema americano la presenza e la figura del padre non è supposta, ma è sempre presente, anche se in varie maniere, naturalmente. Il cinema lo racconta analizzando diversi orizzonti, sotto diversi profili, ma è onnipresente. Nel cinema italiano, invece, la figura del padre va recuperata: quindi a volte c’è, ma più spesso non c’è o più spesso è accantonata, e il ruolo paterno molto spesso è preso dalla madre.

    D. - La società si trova in sintonia con questa scoperta che il cinema ha già valorizzato?

    R. - Io credo veramente che la società stia riscoprendo la figura paterna, soprattutto partendo dal livello di vita, esistenziale. Nell’ultima parte del libro ci sono quattro interviste a giovani attori che sono padri e loro parlano del loro ruolo e della loro figura in maniera completamente diversa dal passato: non sono il classico padre autoritario, ma l’uomo che recupera la sua funzione essenziale nel contesto della famiglia. Quindi credo che la società, pian piano, riuscirà a riconoscere la validità e la novità anche di questo ruolo. (mg)

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    Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa quarta Domenica di Pasqua, la liturgia ci propone il Vangelo del Buon Pastore. Gesù parla ai discepoli con una similitudine: “chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore”. Quindi aggiunge:

    «Io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo».

    Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

    In Palestina una scena del genere era molto familiare: pastori e greggi, pascoli e recinti, guardiani per il salario e pastori appassionati. Ma Gesù parla in un contesto speciale: i capi dei farisei avevano appena cacciato fuori dal Tempio il cieco nato, guarito da Gesù stesso, perché egli non voleva ammettere che quel guaritore fosse impostore. Perciò quei capi si erano mostrati pastori senza onestà, fissati nei loro pregiudizi, minacciosi contro chiunque incrinasse il loro potere dispotico. Su questo sfondo i due tipi di comportamento: c’è chi lo fa solo per interesse personale, senza amore né rispetto. E chi invece guida – cioè fa il pastore – con dedizione e amore, anche a grave rischio. La sintonia istintiva fra pastore e pecore è frutto di una dedizione piena, di una premura che genera intesa e conoscenza, dai gesti alla voce, allo stile. Gesù è pastore buono e servizievole, amato e seguito. Nell’immaginario collettivo, cioè la nostra reazione a pelle, questa similitudine del pastore e del gregge che lo segue docile, forse non è positiva. Perché ci teniamo alla nostra dignità e autonomia, e troppi vorrebbero imporsi e comandare dove andare e come vivere, per loro profitto. Abbiamo bisogno di guide vere, sagge e generose, dalle mani pulite e dal cuore onesto: che il Signore ce le conceda con abbondanza. E non solo sacerdoti buoni e santi, ma anche guide civili e sociali piene di sapienza e operatori di giustizia.

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    Chiesa e Società



    Conclusa la plenaria dei vescovi del Brasile: la famiglia si fonda sul diritto naturale

    ◊   «Ci rivolgiamo a tutti i credenti e gli uomini di buona volontà per riaffermare il principio dell’istituto della famiglia cellula primaria della società. La differenza sessuale è innata e non un semplice prodotto di scelta culturale, un’elaborazione posteriore da parte delle culture umane. Il matrimonio naturale tra uomo e donna, la famiglia monogamica sono un principio fondamentale del diritto naturale». A conclusione della 49ª assemblea generale della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) — svoltasi presso il santuario mariano di Aparecida — è stata ribadita la posizione della Chiesa circa il significato della famiglia nel contesto di un radicale cambiamento introdotto in questi giorni nel Paese: il Supremo Tribunale Federale (Stf) del Brasile ha approvato, infatti, l’unione stabile tra persone dello stesso sesso, chiamata unione «omoaffettiva». Una decisione, secondo i presuli, che si connota come «un’alterazione nella storia che è multimillenaria e non è esclusività della Chiesa e del cristianesimo», un atto che può «compromettere l’etica in politica». Non si tratta — puntualizzano i presuli nel rifiutare «ogni forma di discriminazione che danneggia l’inviolabile dignità della persona umana» — di «fare una crociata sulla questione», ma di approfondire sempre più la visione, la proposta della Chiesa, che è quella di «rimanere fedeli a ciò che è riconosciuto come un disegno di Dio sulla persona e sulla famiglia». La comunità ecclesiale — affermano i vescovi — rispetta la decisione degli organi del Governo brasiliano, ma al tempo stesso evidenzia che la definizione «famiglia» per le unioni «omoaffettive» altera il vero significato della famiglia. «Le unioni stabili tra persone dello stesso sesso, che ora hanno ricevuto il riconoscimento dello Stato, non possono essere equiparate alla famiglia, che si basa sul consenso coniugale, sulla complementarità e reciprocità fra un uomo e una donna, aperta alla procreazione e all’educazione dei figli». «Le Sacre Scritture — si legge nella nota ripresa da L’Osservatore Romano — rivelano che Dio creò l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza e destinate a essere una sola carne. Così la famiglia è il contesto adeguato per il pieno sviluppo umano, lo sviluppo di diverse generazioni ed è il più grande bene del popolo, una risorsa unica per la società che ha il diritto di essere considerata e protetta dallo Stato». Tra i temi di riflessione dibattuti durante l’assemblea, oltre alla preoccupazione per il lacerante fenomeno del traffico di esseri umani connesso con la violenza, anche «la sfida della cultura e della formazione è una delle priorità della missione della Chiesa in Brasile». Come in qualsiasi altra parte del mondo, è impensabile, infatti il cammino di evangelizzazione fuori dal contesto culturale, perché ciò condurrebbe a un impoverimento delle culture, ma anche a uno smarrimento della missione stessa della comunità ecclesiale». Durante l’assemblea, l’arcivescovo di Aparecida, il cardinale Raymundo Damasceno Assis, è stato eletto nuovo presidente della Cnbb.

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    Colombia: il cappellano dell’Università “Minuto de Dios” ucciso in strada per rubargli il cellulare

    ◊   Il sacerdote Eudista padre Gustavo Garcia, 34 anni, cappellano dell’Università “Minuto de Dios”, è stato assassinato a Bogotà da un individuo che lo ha aggredito per rubare il suo cellulare,: lo ha confermato la Conferenza Episcopale della Colombia. In un comunicato della Congregazione di Gesù e Maria – Eudisti, della provincia “Minuto de Dios”, firmato dal superiore provinciale, padre Guillermo Acero, si informa che padre Gustavo García Bohórquez è morto giovedì 12 maggio alle ore 18.30. "Padre Gustavo - si legge nel comunicato pervenuto all’Agenzia Fides – stava aspettando l'autobus nella strada 68, per andare ad accudire pastoralmente un malato; stava parlando al cellulare quando un delinquente lo ha sorpreso e, per derubarlo, lo ha ferito gravemente con un coltello. Trasportato alla Clinica Colombia, di Colsánitas, sfortunatamente era già molto grave e poco dopo è morto”. Padre Gustavo Garcia era nato il 21 settembre 1976 a Bogotá. Dopo aver partecipato a gruppi di preghiera, era entrato nella Congregazione di Gesù e Maria il 16 aprile 2005. Aveva studiato filosofia presso l’ Università “Minuto de Dios” e teologia presso la Pontificia Universidad Javeriana. Era stato ordinato sacerdote il 31 marzo 2007. Tra il 2007 e il 2010 era stato vicario della parrocchia di san Giovanni Eudes, a Quito, in Ecuador. Da luglio 2010 era impegnato con l’Associazione “El Minuto de Dios”: esercitava il ministero della predicazione con i gruppi della stessa associazione, nelle comunità parrocchiali e attraverso i media. Era cappellano della Università Minuto de Dios di Bogotà e assistente delle comunità dei giovani del Rinnovamento Carismatico Cattolico. Anche il presidente della Repubblica della Colombia, Juan Manuel Santos, durante la cerimonia di inaugurazione di una parte del porto di Buenaventura, ha ricordato questo tragico evento, che – ha detto – “ha colpito profondamente tutti noi colombiani”. “Io naturalmente – ha proseguito - condanno questo omicidio in ogni modo possibile. Il padre Diego Jaramillo, che è il direttore di El Minuto de Dios, questa mattina, in un atto di nobiltà spirituale, ha detto che ha perdonato gli assassini. Ammiro lo spirito nobile e so che appartiene alla legge divina, ma sono soggetto al diritto colombiano e alla legge della terra. Quindi voglio annunciare che su questi assassini faremo cadere tutto il peso della legge. Ho già dato istruzioni alla polizia di offrire una ricompensa e di avviare tutte le ricerche per portare a processo l'assassino o gli assassini del cappellano”. Dopo i funerali, nella parrocchia di San Juan Eudes a Bogotà, il corpo del sacerdote verrà tumulato al cimitero eudista di Valmaria.

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    Appello dell’arcivescovo di Santo Domingo: fermare la violenza nella società

    ◊   L’arcivescovo di Santo Domingo, il cardinale Nicolas de Jesus Lopez Rodriguez, ha messo in guardia circa la "gravità e la complessità" con cui si manifesta oggi la violenza nella società dominicana e ha esortato le autorità a chiarire al più presto l'omicidio di una giovane dentista, uccisa da uno sconosciuto quando rientrava a casa sua, nella zona di Mirador Sur, nella capitale. "Sono casi che si ripetono e influenzano profondamente la coscienza nazionale, non devono in nessun modo rimanere impuniti" ha detto il cardinale – citato dalla Fides - indicando al tempo stesso che "la violenza è una dura realtà che si percepisce in tutti gli ambienti, anche se molti non vogliono riconoscere la gravità di questo male". Invece “deve essere studiata e affrontata con metodi efficaci". La corruzione è anche una forma crudele di violenza che colpisce lo sviluppo e i poveri, e la società e il governo hanno l'obbligo di eliminarla. Il cardinale ha parlato dopo una Messa celebrata nella Cattedrale in occasione della Giornata degli Infermieri, che si celebra il 12 maggio di ogni anno nella Repubblica Dominicana. Nell'omelia ha evidenziato la missione e la riconoscenza verso coloro che sono impegnati in questo servizio.

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    Messico: urgente una legge sulla libertà religiosa

    ◊   Da Città del Messico arriva l’appello di “Desde la Fe”, settimanale cattolico diffuso in Messico, sull’urgenza di formulare una legge che tuteli la libertà religiosa dei messicani. Negli ultimi mesi infatti il Paese è stato teatro di numerosi attacchi. Il più recente, alla Cattedrale della capitale, si è verificato il 24 aprile durante la Messa di Pasqua, quando un gruppo di persone ha distrutto la statua di Nostra Signora di Guadalupe. Non è mancata la condanna dell’Arcidiocesi di Città del Messico e di numerosi leader di denominazioni cristiane presenti nel Paese. Nell’editoriale diffuso dal settimanale messicano si legge che gli “incidenti sacrileghi e riprovevoli” non devono rimanere impuniti nè essere usati come pretesto per sostenere che “le differenze religiose creano tensioni o che gli attacchi ai luoghi di culto siano protetti dalla libertà di parola”. Inoltre, sempre secondo il settimanale i motivi degli oltre 20 attacchi contro la Cattedrale sono dovuti alla mancanza di un ordinamento giuridico che assicuri il rispetto della libertà religiosa e la mancanza di volontà politica di garantire tale diritto per tutto il popolo. “La libertà religiosa - scrive il Desde la Fe - non consiste nel ripristinare vecchi e indesiderabili privilegi, quanto piuttosto le libertà essenziali che favoriscono la cooperazione nella costruzione di una società più unita, con obiettivi comuni”. (C.S.)

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    Napoli. Il cardinale Sepe ai sacerdoti: no ai funerali dei boss in Chiesa

    ◊   “Camorristi e malavitosi non devono avere funerali in chiesa, non devono fare da padrini in occasione di cresime e battesimi, né da testimoni in occasione di matrimoni”. Lo ha ribadito il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe ai sacerdoti napoletani ai quali è in corso di distribuzione il nuovo volumetto di orientamento sulla Camorra redatto dalla Curia. A darne notizia lo stesso porporato intervenendo ieri alla cerimonia di inaugurazione della nuova sede del centro operativo Dia di Napoli. “Qualche colpo alla camorra lo diamo anche noi - ha detto il cardinale Sepe - al momento del taglio del nastro. I camorristi, ha aggiunto - devono sapere che dopo la loro morte, non andranno in chiesa, ma direttamente al cimitero”. Saranno i sacerdoti, che conoscono i frequentatori della loro chiesa, di volta in volta, ha spiegato il porporato, a valutare chi abbia i requisiti o meno per poter svolgere il ruolo di padrino o di testimone o per avere la benedizione della salma nella parrocchia. “Il cardinale Sepe ha lanciato un forte esempio di come si debbano combattere con ogni forza tutte le mafie e contrastare tutti gli uomini che scelgono di percorrere questa strada” ha sottolineato il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. “Il suo è un richiamo forte che scuote le coscienze” (C.S.)

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    Bande armate imperversano sul confine tra Etiopia e Kenya: il grido d’aiuto del vescovo di Lodwar

    ◊   In seguito agli attacchi violenti della tribù etiope Merille contro la popolazione keniana, mons. Dominic Kimengich, vescovo della diocesi di Lodwar, ha sollecitato il governo a rafforzare la sicurezza lungo il confine tra Kenya ed Etiopia all'interno della regione Turkana. Solo questo mese, nella città di Todonyang, sono stati uccisi 20 keniani. In una intervista al Catholic Information Service for Africa, il vescovo ha lamentato la gravità di questa situazione ed ha esortato il governo a prendere provvedimenti e rinforzare le aree di confine. Mons. Kimengich si è detto anche molto preoccupato per il fatto che l’area sia poco sorvegliata e di conseguenza instabile. Una delle vittime dell’ultimo attentato era membro del Consiglio parrocchiale locale e gli altri quasi tutti cattolici. In un altro appello, il vescovo Kimengich ha chiesto al governo di assicurare l’approvvigionamento di generi alimentari alla popolazione del Turkana, che è nomade e vive in località semi-aride e soggette a lunghe carestie.

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    I Paesi ricchi sprecano la stessa quantità di cibo prodotta dall'Africa sub-sahariana

    ◊   I Paesi ricchi sprecano ogni anno la stessa quantità di cibo prodotta nell’intera Africa sub-sahariana: è quanto emerge da uno studio commissionato dall’Organizzazione per l’agricoltura e l’alimentazione (Fao), nel quale si evidenziano squilibri e paradossi che dividono Nord e Sud del mondo. In particolare secondo la ricerca, riportata dall’agenzia Misna, ogni anno nei Paesi industrializzati vanno sprecate 222 milioni di tonnellate di cibo, una quantità inferiore di appena otto milioni di tonnellate rispetto alla produzione alimentare dell’area sub-sahariana. Nello studio si sostiene inoltre che a livello mondiale sono “perdute” durante i processi produttivi o “sprecate” nelle fasi della distribuzione e del consumo un milione e 300.000 tonnellate di cibo, circa un terzo degli alimenti prodotti. Nei paesi africani e in genere nelle regioni povere il problema più grave è la “perdita” di cibo durante e dopo il raccolto, un fenomeno dovuto per lo più agli scarsi livelli tecnologici e all’inadeguatezza delle infrastrutture. In Europa e Nord America le preoccupazioni riguardano invece lo spreco, frequente nei passaggi che vanno dalla grande distribuzione ai consumi familiari. Nel rapporto, si denunciano inoltre le tendenze legate alle logiche stesse del capitalismo. Le offerte del tipo “acquista tre e paghi due” o i menù fissi dei ristoranti, ad esempio, favoriscono lo spreco. Si spreca anche quando i negozi e i supermercati decidono di puntare sul bell’aspetto dei prodotti; al macero, finiscono soprattutto frutta, verdura e patate. (C.S.)

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    Giornata internazionale della famiglia. L'Onu: troppe famiglie in difficoltà nel mondo

    ◊   “Ancora troppe famiglie nel mondo vivono in condizioni di persistente e grave difficoltà”. La denuncia arriva dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon nel messaggio diffuso alla vigilia della Giornata internazionale della Famiglia. “A causa della mancanza di posti di lavoro e di mezzi per far quadrare i conti, gli adulti – si legge nel testo - non sono in grado di fornire un’alimentazione adeguata ai bambini che di conseguenza ne portano a vita i segni fisici e cognitivi”. Altri componenti della famiglia rischiano di essere oggetto di negligenza e privazioni. La povertà continua ad essere la causa di centinaia di migliaia di casi di mortalità da parto ogni anno. All’origine del problema restano l’esclusione sociale, la discriminazione e la disparità di accesso ai servizi sociali che privano le famiglie dell’opportunità di progettare un futuro migliore per i loro figli. Alcuni tipi di famiglie risultano particolarmente a rischio: quelle numerose, le famiglie monoparentali, quelle in cui i principali percettori di reddito sono disoccupati, ammalati o disabili, e famiglie che vivono nelle baraccopoli urbane o nelle aree rurali. Anche le famiglie indigene e migranti, alla pari di quelle che vivono in situazioni di conflitto o tensione, sono esposte a condizioni di emarginazione e privazione. Alcuni governi –si legge nel messaggio- hanno adottato strategie focalizzate sulla famiglia, compresi programmi di trasferimento di denaro, assegni per i figli, incentivi fiscali e misure di protezione sociale specifiche a tutela dell’identità sessuale e dei bambini. La diffusione di queste politiche, che possono migliorare la situazione alimentare e educativa dei bambini, può aiutare a porre fine a cicli di povertà che persistono di generazione in generazione. “In questa Giornata Internazionale della Famiglia -scrive Ban Ki-moon sosteniamo le famiglie in quanto esse educano i giovani, si prendono cura degli anziani e fanno crescere comunità forti costruite sulla tolleranza e sulla dignità per tutti”.(C.S.)

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    Lo spirito missionario al centro della formazione dei sacerdoti vietnamiti

    ◊   E’ lo spirito missionario che caratterizza il seminario maggiore di san Giuseppe a Xuân Lộc, in Vietnam nel quale attualmente vivono 315 studenti. “Li prepariamo con questo obiettivo”, dice ad AsiaNews il rettore del seminario, mons. Joseph Đinh Đức Đạo, specificando che non si tratta solo di andare incontro alle necessità delle diocesi di maggior rilievo, ma anche essere aperti al servizio di altre diocesi e altri Paesi asiatici. “Sono molto preoccupato – aggiunge – per la formazione dei futuri sacerdoti. Come possiamo aiutare i seminaristi ad amare Gesù, ad avere fiducia in Gesù e felicità nel seguirlo. Tutti i cristiani hanno certo bisogno dell’amore di Dio, per questo i sacerdoti debbono essere esempi da seguire. La formazione non si ferma ai concetti teologici, bisogna pensare e vivere come Gesù”. Inaugurato il 26 settembre 2008, il seminario san Giuseppe è come una grande famiglia nella quale vivono studenti provenienti dalle diocesi di Bà Rịa, Đà Lạt e Phan Thiết e alcuni che vengono dal nord, da Phát Diệm, Haiphong, Hưng Hóa, Lạng Sơn. Saranno i pastori di più di 900mila cattolici, divisi nelle 300 parrocchie della diocesi di Xuân Lộc. “La Chiesa - ha detto da parte sua mons. Leopoldo Girelli, rappresentante della Santa Sede in Vietnam– ha bisogno di molti sacerdoti, ma devono essere sacerdoti santi sull’esempio di Gesù, per annunciare la buona novella”. Di qui l’esortazione ai giovani seminaristi a “coltivare la vita spirituale e ad insistere nella formazione per corrispondere ai compiti affidati da Dio”. (C.S.)

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    Dalla Giamaica un appello ecumenico per la costruzione della pace in tutti gli ambienti

    ◊   Domenica 22 maggio a Kingston, Giamaica, si celebrerà la Domenica Mondiale della Pace. I cristiani sono particolarmente invitati in questa circostanza ad essere costruttori di pace nelle loro comunità, tra le cariche del governo, nell’ambito dell’attività economica e ambientale. In questa occasione – riferisce la Fides - dal 17 al 25 maggio, la “Convocatoria Ecuménica Internacional por la Paz” ha promosso un importante evento, organizzato dal Consiglio Mondiale delle Chiese, che si terrà presso l’Università delle Indie Occidentali a Kingston, Giamaica. Il tema sarà “Gloria a Dio e pace sulla terra”, con l’obiettivo di dare testimonianza della pace di Dio come dono e responsabilità delle Chiese e del mondo. La “Convocatoria” segna il punto di arrivo del programma del Decennio per Superare la Violenza, approvato dal Consiglio Mondiale delle Chiese nel corso della sua Assemblea di Harare del 1998, e iniziato nel 2001. L’evento riunirà migliaia di partecipanti di tutto il mondo in rappresentanza del Consiglio, dei gruppi ecumenici e della società civile impegnati nell’ambito della pace e della giustizia, concordi nella necessità di creare condizioni sostenibili per mantenere la pace nell’ambito economico, tra i popoli e le culture, nelle comunità e con la terra.

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    Islam in Europa: incontro Ccee a Torino su islamofobia e futuro del dialogo

    ◊   La crescita dell’islamofobia nelle comunità cristiane e nella società contemporanea, e le modalità con cui le comunità musulmane si posizionano nel quadro delle leggi che regolano, nei vari paesi, i rapporti tra Stato e confessioni religiose. Di questo parleranno vescovi e delegati delle Conferenze episcopali per il dialogo con l’Islam in Europa ad un incontro promosso dal Consiglio delle Conferenze episcopali europee che si svolgerà a Torino dal 31 maggio al 2 giugno. Ad accogliere i partecipanti, secondo quanto riferisce l’Agenzia Sir, sarà l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia e dopo il saluto del cardinale Jean-Pierre Ricard, vicepresidente del Ccee, seguirà la relazione del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. L’incontro è a porte chiuse ma è prevista una conferenza stampa il 31 maggio alle ore 16. Qui interverranno l’arcivescovo di Tunisi, mons. Maroun Lahham, sui rapporti tra musulmani e cristiani nel Medio Oriente e nell’Africa del nord; il segretario generale del Ccee, mons. Duarte da Cunha che illustrerà gli obiettivi dell’incontro e il segretario della commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale regionale Piemonte-Valle d’Aosta, don Andrea Pacini, sulle sfide principali del dialogo con l’Islam in Europa. (C.S.)

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    Cristiani e musulmani: torna a Milano la “Cattedra del dialogo”

    ◊   Dal 16 al 30 maggio si terrà a Milano la nuova edizione della “Cattedra del dialogo”. Il tema di quest’anno è “Prossimi e distanti: cristiani e musulmani a confronto”. Il ciclo di tre incontri che si svolgeranno nella sede dell’Auditorium San Fedele, spiega l’Agenzia Sir, inizierà con la testimonianza di Michael Louis Fitzgerald, nunzio apostolico al Cairo e già presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Lunedì 23 maggio saranno protagonisti Khalid Chaouki, direttore del portale di informazione sul mondo arabo-islamico italiano “minareti.it” e Paolo Dall’Oglio, gesuita e fondatore della comunità monastica di Mar Musa in Siria che si soffermerà sul tema “Tra islamofobia e islamofilia”. Infine, il 30 maggio sarà la volta dell’incontro “Libertà e fedeltà: voci di donne credenti”, al quale parteciperanno Sharzad Houshmand, docente di introduzione all’islam all’Università Gregoriana e Letizia Tomassone, vicepresidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei). L’iniziativa è promossa dall’Ufficio per l’ eumenismo e il dialogo dell’arcidiocesi di Milano in collaborazione con il Centro culturale protestante, il Centro ambrosiano di documentazione per le religioni, la Comunità di Sant’Egidio, la Fondazione culturale San Fedele, il Fondo Nangeroni e il mensile Popoli.(C.S.)

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    Nasce www.it.catholic.net, edizione italiana di Catholic.net

    ◊   Ieri è nato a Roma, durante un incontro di preghiera nell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, www.it.catholic.net, edizione italiana di Catholic.net. Si tratta di uno dei siti cattolici più frequentati. La data scelta per la sua nascita non è casuale: ieri, infatti, era la festa della Madonna di Fatima, alla quale www.it.catholic.net è stato affidato. L’obiettivo di Catholic.net è quello di portare fino ai luoghi più sperduti della terra il messaggio di Gesù, la risposta alle domande degli uomini e la soluzione ai problemi del mondo, offrendo ai visitatori un'informazione obiettiva e completa, una formazione profonda e un orientamento personalizzato su qualsiasi tema relativo alla vita cristiana e quotidiana. Attualmente Catholic.net possiede una base documentale di oltre 45.000 articoli e 4.662 alleanze e collaborazioni con altri siti cattolici. Le visite ogni mese superano i cinque milioni di contatti e la corrispondenza elettronica arriva a più di tre milione di e-mail di utenti iscritti.

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    24 Ore nel Mondo



    Tripoli accusa: leader religiosi uccisi dai raid. Imam minaccia l'Italia e i Paesi coinvolti negli attacchi

    ◊   Sempre delicata la situazione in Libia. All’indomani della nuova sfida all’Occidente lanciata da Gheddafi, il regime di Tripoli continua ad accusare la Nato di provocare vittime civili nei suoi raid aerei. La cronaca nel servizio di Eugenio Bonanata:

    L’attacco finito sotto accusa è quello di Brega, avvenuto ieri. La Nato ha ribadito che è stato colpito un bunker, esprimendo comunque rammarico per eventuali vittime civili innocenti: un fatto al momento impossibile da confermare, si legge in un comunicato. Il regime, invece, attraverso la tv di Stato, ha mostrato le immagini di alcuni cadaveri, precisando che si tratta di 11 leader religiosi riunitisi in preghiera nell’edificio che è andato distrutto. Proprio per questo oggi, in una conferenza stampa a Tripoli, un imam, rivolgendosi ai Paesi della coalizione, ha minacciato migliaia di morti. Da Parigi, Il ministro degli Esteri francese, Juppè, ha chiesto di intensificare la pressione militare su Gheddafi, considerandolo finito. Ieri però, in un audiomessaggio, il Colonnello è tornato a sfidare l’Occidente dicendo “sono in un posto dove non potete raggiungermi”. La notizia del suo ferimento e della sua dipartita da Tripoli, diffusa dal titolare della Farnesina, Franco Frattini, è stata smentita dal nunzio apostolico nella capitale libica, mons. Giovanni Innocenzo Martinelli:

    "Davanti a un giornalista che mi chiedeva se era ferito o meno, io ho semplicemente risposto: dopo l’esperienza difficile accanto al figlio che è morto avrà subito dei turbamenti - può essere anche un ferimento - ma non ho mai affermato che è stato ferito in una forma grave o che sia morto, assolutamente! Io credo sia ancora a Tripoli, non ho elementi per affermare che sia andato all’estero e che sta in buona salute".

    Gheddafi deve restare nella capitale altrimenti perderà il controllo della città e del Paese: ne è convinto l’ex governatore della Banca centrale libica, secondo il quale il regime avrà altri tre mesi di vita al massimo: la lealtà dei degli uomini del rais – afferma – comincia a vacillare. Intanto, rappresentanti dei ribelli oggi sono in Francia dopo aver incassato il titolo di “interlocutori legittimi” da parte degli Stati Uniti, che però considerano ancora prematuro il riconoscimento ufficiale dell’organismo.

    Siria-Yemen
    Prosegue la repressione in Siria, all’indomani del venerdì di protesta costato la vita ad almeno sei persone. L’esercito di Damasco oggi avrebbe aperto il fuoco contro dimostranti antigovernativi nei pressi di Homs. Testimoni riferiscono di tre morti e decine di feriti. Tensione alle stelle anche nel vicino Yemen, dove si segnalano nuove manifestazioni antiregime a Taez, con spari sulla folla da parte dei soldati. Si parla di almeno sette feriti, dopo le tre vittime di ieri sempre nella stessa città. Il presidente Saleh, al centro delle contestazioni, ha minacciato ieri di ''difendersi con tutte le forze'' da chi vuole la sua caduta.

    Pakistan
    Stop ai raid degli aerei senza pilota statunitensi in Pakistan contro al Qaeda e i Talebani. Lo ha chiesto il parlamento di Islamabad, che ha anche invocato una Commissione di inchiesta indipendente sul blitz dei soldati Usa in cui è stato ucciso Bin Laden. Proprio per vendicare la morte del leader, ieri i terroristi hanno messo a segno un doppio attentato kamikaze contro un centro di polizia verso il confine con l’Afghanistan. Il bilancio è stato di 89 vittime. E oggi, sempre nella zona nord del Pakistan, una donna ha perso la vita per l’esplosione di una mina contro un mezzo militare.

    Afghanistan
    Tensione nell'est dell'Afghanistan. La polizia ha sparato contro la folla scesa in piazza a Hsarak, per protestare contro la morte di un ragazzo di 15 anni avvenuta in un raid dell’Isaf condotto ieri. I disordini, segnati dal lancio di sassi e colpi d’arma da fuoco contro gli agenti, è di almeno una vittima e tre feriti. Secondo le autorità locali, tra i dimostranti c’erano alcuni provocatori infiltrati dai talebani.

    Nigeria
    In Nigeria ancora nessuna rivendicazione del rapimento di due ingegneri, un britannico e un italiano, avvenuto ieri sera, ad opera di uomini armati, nell’estremo Nord Ovest del Paese, in un'area prossima al confine con il Niger. Nel sequestro sono stati coinvolti anche un ingegnere nigeriano, rimasto ferito da colpi di arma da fuoco e un collega di nazionalità tedesca, riuscito a fuggire. Le diplomazie di Roma e Londra seguono da vicino la situazione. Per il momento non è giunta alcuna richiesta di riscatto.

    Egitto
    Resterà sotto stretta osservazione per le prossime 24 ore nell’ospedale di Sharm El Sheikh la moglie dell’ex rais egiziano Mubarak, Suzanne, colta da malore dopo il suo arresto decretato ieri dai giudici che indagano sugli arricchimenti illeciti della donna. Si trova nel reparto di terapia intensiva in seguito al ricovero d’urgenza, provocato da una crisi cardiaca avvenuta proprio al momento della notifica dell’arresto. A causa della situazione è stato sospeso il suo trasferimento nel carcere femminile di Qanater, a nord del Cairo.

    Algeria
    Otto soldati sono stati uccisi in attacco terroristico avvenuto in Algeria, in un posto di osservazione dell’esercito nella provincia di Jijel. Secondo quanto riportato dalla stampa lccale, l’azione sarebbe stata messa a segno da un gruppo locale denominato "El-Murabitine", che in passato si è reso autore di altri attacchi.

    Italia-elezioni
    Italia domani e lunedì al voto per le elezioni amministrative parziali. Ieri sera, a mezzanotte, la conclusione della campagna elettorale, al termine una giornata intensa per i leader politici. Il premier Berlusconi era a Napoli, il segretario del Pd Bersani a Bologna. Così come i leader del Terzo polo Fini e Casini. Bossi ha chiuso a Milano, Di Pietro a Salerno. Il servizio di Giampiero Guadagni:

    Quasi 13 milioni di italiani chiamati alle urne, 20 mila i candidati per il rinnovo di 11 amministrazioni provinciali di circa 1300 amministrazioni comunali. Sono queste le principali cifre dell’appuntamento elettorale. Si vota – ricordiamo – dalle 8 alle 22 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì. Gli eventuali ballottaggi il 29 e 30 maggio. Torino, Milano, Bologna e Napoli sono le quattro città chiave in cui si giocherà una sfida locale che inevitabilmente avrà ripercussioni anche sulla politica nazionale. In chiusura di campagna elettorale, il premier Berlusconi ha attaccato ancora sinistra e pm milanesi e si è detto convinto che gli elettori premieranno la capacità del governo di fronteggiare la crisi economica. Il leader della lega Bossi sottolinea: “Siamo con Berlusconi per fare le riforme”. Ma sull’altro fronte per il segretario del Pd, Bersani, le amministrative sono un’occasione per dare un segnale all’esecutivo e cambiare l’agenda, mettendo al primo posto il lavoro, mentre Casini e Fini affermano che il Terzo Polo rifiuta la logica degli insulti e delle promesse, imperante in questa triste campagna elettorale. Per Di Pietro, Italia dei Valori, dalle urne uscirà un’Italia con una migliore classe dirigente.

    Giappone
    Morte sospetta nella centrale giapponese di Fukushima. Si tratta di un 60.enne deceduto proprio mentre lavorava nelle operazioni di messa in sicurezza del sito. Non si conoscono le esatte cause della morte. Secondo le prime informazioni, l’uomo ha accusato un malore ed è stato portato privo di conoscenza nel vicino ospedale di Iwaki. La Tepco, la società che gestisce l’impianto, ha fatto sapere che sul corpo non sono state ritrovate ferite o tracce radioattive. Sale così a tre il numero di persone che hanno perso la vita nell’impianto, dopo il sisma-tsunami dell’11 marzo. Intanto, le autorità hanno fermato l’ultimo reattore ancora attivo nella centrale nucleare di Hamaoka per consentire la costruzione di barriere di protezione anti-tusnami, chieste dal premier Naoto Kan.

    Usa-Mississipi piena
    A New Orleans e Baton Rouge, in Lousiana, almeno 25 mila persone si apprestano ad abbandonare le proprie case nel timore di inondazioni del Mississipi. Avviata la procedura di apertura delle chiuse. L’operazione, la prima negli ultimi 38 anni, dovrebbe consentire di diminuire la pressione dell'acqua del fiume, ma causerà l'inondazione di migliaia di ettari di campagna. Molti residenti hanno già lasciato le cittadine colpite dal maltempo, soprattutto nelle zone degli affluenti. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 134


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    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli e Miriam Ayele.