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Sommario del 01/05/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI beatifica Giovanni Paolo II: un gigante che ha insegnato ai cristiani il coraggio di esserlo
  • Oltre un milione i fedeli a Roma per la Beatificazione: tanto affetto e gratitudine per Papa Wojtyla
  • In 200mila alla Veglia al Circo Massimo: notte di preghiera a Roma
  • Il postulatore della Causa di Beatificazione: Karol Wojtyla è sempre con noi e ci protegge dal cielo
  • Totus Tuus: la vita e la Beatificazione di Giovanni Paolo II nel segno di Maria
  • Si è spento il cardinale Augustin Garcia Gasco y Vicente, arcivescovo emerito di Valencia
  • Oggi in Primo Piano

  • Libia: raid Nato su Tripoli, ucciso uno dei figli di Gheddafi
  • Chiesa e Società

  • Pakistan: attacco ad una scuola cristiana e a una chiesa a Lahore
  • Perù. Vescovi accanto a un gruppo di haitiani che chiedono lo status di rifugiati
  • Messico: 50 mila giovani in preghiera per la pace nel Paese
  • Regalati ai giovani cubani 30 mila volumi del catechismo
  • Cambogia: vita dura per oltre 150 milioni bambini di strada
  • Il vicepresidente dei vescovi tedeschi in Oman
  • Russia: al via i lavori per 200 nuove chiese a Mosca
  • Ucraina. L’arcivescovo Shevchuk auspica il dialogo con il Patriarcato di Mosca
  • Nelle Filippine il primo santuario dedicato al Beato Giovanni Paolo II
  • Veglie per Papa Wojtyla promosse dalla Fondazione polacca “Opera del Nuovo Millennio”
  • Papua Nuova Guinea: Giovanni Paolo II nel cuore di cattolici e non
  • A Roma la presentazione di un nuovo studio di medicina legale sulla Sindone
  • Ungheria: on line un nuovo sito web per l’evangelizzazione
  • A giugno la 33.ma edizione del pellegrinaggio di Cl a Loreto
  • 24 Ore nel Mondo

  • Siria: oltre 560 i civili uccisi nelle proteste
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI beatifica Giovanni Paolo II: un gigante che ha insegnato ai cristiani il coraggio di esserlo

    ◊   Un “gigante” che con “la sua testimonianza di fede, di amore e di coraggio apostolico, accompagnata da una grande carica umana”, ha “aiutato i cristiani di tutto il mondo a non avere paura di dirsi cristiani, di appartenere alla Chiesa, di parlare del Vangelo”. È il pensiero centrale che Benedetto XVI ha dedicato a Giovanni Paolo II durante l’omelia della Messa con la quale questa mattina il Papa ha solennemente proclamato Beato il suo predecessore. Oltre un milione di persone provenienti da ogni parte del mondo ha fatto da cornice alla emozionante cerimonia, interrotta da dozzine di salve di applausi. La cronaca della celebrazione di Alessandro De Carolis:

    (Formula di Beatificazione pronunciata da Benedetto XVI)

    "Auctoritate Nostra Apostolica facultates facimus ut Venerabilis Servus Dei Ioannes Paulus II, papa, Beati nomine in posterum appelletur ...

    (applausi-musica)

    Dall’altare del proprio cuore, dove per sei anni in milioni lo avevano posto, agli altari della Chiesa, che oggi lo ha proclamato Beato. La stessa folla strabocchevole dell’8 aprile 2005, che lo piangeva e in mille lingue lo voleva Santo, è tornata a riempire ogni angolo e interstizio di Piazza San Pietro, di Via della Conciliazione e di tutte le piazze romane in cui è stato possibile ascoltare questa formula di Benedetto XVI, veder giganteggiare sull'arazzo la fotografia del Papa amatissimo (sacattata dal fotografo polacco Gregor Galazka) dalla loggia dove un giorno si era affacciato venendo da lontano e liberare con un lungo applauso e molte lacrime la gioia trattenuta fino ad oggi. Giovani e meno giovani, figli diventati genitori e bambini che non l’hanno conosciuto: un milione e più di persone ha voluto passare una notte in viaggio, per strada e in preghiera per vivere sulla pelle l’emozione spirituale e umana di vedere Giovanni Paolo II ricevere quegli onori che in moltissimi gli avevano già riconosciuti e tributati il giorno dei funerali:

    “Già in quel giorno noi sentivamo aleggiare il profumo della sua santità, e il Popolo di Dio ha manifestato in molti modi la sua venerazione per Lui. Per questo ho voluto che, nel doveroso rispetto della normativa della Chiesa, la sua causa di beatificazione potesse procedere con discreta celerità. Ed ecco che il giorno atteso è arrivato; è arrivato presto, perché così è piaciuto al Signore: Giovanni Paolo II è Beato!” (applausi)

    Apparso sulla jeep scoperta poco dopo le 10, Benedetto XVI ha raggiunto l’altare posto sul sagrato della Basilica Vaticana. Schierati a destra e a sinistra il gruppo dei cardinali e degli altri concelebranti e i membri delle circa 90 delegazioni di Stato ufficiali, giunte per presenziare alla cerimonia. All’interno della Basilica, in una solitudine rotta solo dalle inquadrature televisive, il feretro di Giovanni Paolo II, posto davanti all’altare maggiore. Poggiato sulla teca funebre, aperto, l'Evangelario di Lorsch, un antichissimo volume miniato, custodito dalla Biblioteca Apostolica Vaticana.

    All’esterno, un sole via via meno timido, sconfiggendo le previsioni di pioggia, ha preso a illuminare lo straordinario colpo d’occhio offerto dai fedeli e ha fatto brillare il reliquario in argento contenente il sangue di Papa Wojtyla, quando Suor Marie Simon-Pierre Normand – la religiosa miracolata per l’intercessione di Giovanni Paolo II – lo ha tenuto a lungo stretto tra le mani, in uno dei momenti più intensi della cerimonia. E intensa, come l’accompagnamento musicale orchestrato da mons. Marco Frisina, è stata l’omelia di Benedetto XVI quando ha ricordato in un crescendo di ammirazione e di affetto la straordinaria parabola che ha portato Papa Wojtyla dalla terra al cielo. “Giovanni Paolo II è Beato per la sua fede, forte, generosa e apostolica”, ha affermato il Papa, alternando il polacco e l’italiano per scolpire in una frase l’essenza di ciò che il nuovo Beato per 27 anni è stato per la Chiesa e per il mondo:

    “Con la sua testimonianza di fede, di amore e di coraggio apostolico, accompagnata da una grande carica umana, questo esemplare figlio della Nazione polacca ha aiutato i cristiani di tutto il mondo a non avere paura di dirsi cristiani, di appartenere alla Chiesa, di parlare del Vangelo. In una parola: ci ha aiutato a non avere paura della verità, perché la verità è garanzia di libertà”.

    La commozione di chi ascoltava è stata più forte di ogni disagio e si è sciolta a ripetizione, ogni volta che Benedetto XVI ha lasciato che Giovanni Paolo II tornasse a parlare a chi non ha mai smesso di vivere i suoi insegnamenti:

    “'Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!'. Quello che il neo-eletto Papa chiedeva a tutti, egli stesso lo ha fatto per primo: ha aperto a Cristo la società, la cultura, i sistemi politici ed economici, invertendo con la forza di un gigante – forza che gli veniva da Dio – una tendenza che poteva sembrare irreversibile”. (applausi)

    Con quella forza, ha proseguito il Papa, “Giovanni Paolo II ha guidato il Popolo di Dio a varcare la soglia del Terzo Millennio, la “soglia della speranza”, che per decenni era stata sbarrata da ideologie ostili al cristianesimo:

    “Quella carica di speranza che era stata ceduta in qualche modo al marxismo e all’ideologia del progresso, egli l’ha legittimamente rivendicata al Cristianesimo, restituendole la fisionomia autentica della speranza, da vivere nella storia con uno spirito di 'avvento', in un’esistenza personale e comunitaria orientata a Cristo, pienezza dell’uomo e compimento delle sue attese di giustizia e di pace”.

    Per anni una “roccia”, che ha visto cadere muri che si credevano eterni, fino a che l’energia della fede è stata consumata dalla sofferenza. Ora commosso anche lui, Benedetto XVI ha sfogliato in ultimo i propri ricordi di amico e collaboratore di Giovanni Paolo II, spalla a spalla per 23 anni, mettendo in risalto di Papa Wojtyla il suo essere un uomo sempre alla ricerca del contatto con Dio e capace di restare aggrappato alla Croce di Cristo fino all’ultimo residuo di forza:

    “Il Signore lo ha spogliato pian piano di tutto, ma egli è rimasto sempre una ‘roccia’, come Cristo lo ha voluto. La sua profonda umiltà, radicata nell’intima unione con Cristo, gli ha permesso di continuare a guidare la Chiesa e a dare al mondo un messaggio ancora più eloquente proprio nel tempo in cui le forze fisiche gli venivano meno. Così egli ha realizzato in modo straordinario la vocazione di ogni sacerdote e vescovo: diventare un tutt’uno con quel Gesù, che quotidianamente riceve e offre nell’Eucaristia”.

    L’ultimo saluto è stato una preghiera spontanea al Papa ora affacciato alla finestra della Casa del Padre:

    “Beato te, amato Papa Giovanni Paolo II, perché hai creduto! Continua – ti preghiamo – a sostenere dal Cielo la fede del Popolo di Dio. Tante volte ci hai benedetto in questa piazza ... Oggi ti preghiamo: Santo Padre, ci benedica! Amen.” (applausi)

    Con la preghiera del Regina Caeli, pronunciata in sette lingue, Benedetto XVI ha voluto soprattutto restituire – tra saluti e ringraziamenti – l’universalità di Giovanni Paolo II apostolo senza confini, difensore dell’uomo e dei suoi più inviolabili diritti, che ora possono contare sulla roccia di un nuovo Patrono celeste.

    (musica)

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    Oltre un milione i fedeli a Roma per la Beatificazione: tanto affetto e gratitudine per Papa Wojtyla

    ◊   Al termine della Santa Messa, Benedetto XVI e i cardinali concelebranti sono entrati nella Basilica di San Pietro per venerare le spoglie di Giovanni Paolo II. Dopo i capi di Stato, di governo e altre autorità, un’interminabile processione di pellegrini si è snodata da Piazza San Pietro, da via della Conciliazione e dalle strade limitrofe per rendere omaggio a Papa Wojtyla. Nel servizio di Amedeo Lomonaco ascoltiamo alcune testimonianze dei tanti fedeli che hanno partecipato alla Beatificazione:

    La cerimonia di Beatificazione è stata accompagnata dall’abbraccio corale e commosso della moltitudine di pellegrini, oltre un milione, arrivati a Roma da tutto il mondo:

    R. – Vivere il momento, vedere tutta questa gente che è venuta da tutte le parti del mondo per stare qui, solo questo fa venire i brividi!

    R. – Io sono molto contenta di essere qui. Ho avuto un grande amore per questo Papa ed è la gratitudine che mi spinge qui oggi. 'Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo!”: per me giovane oggi una frase del genere è di estrema provocazione, in un mondo dove tutto mira a soffocare la fede, dove tutto dice di cercare delle risposte altrove.

    R. – Io sono di Barcellona e sto qui con i miei amici. Per me è stato il Papa della mia gioventù, è stato il Papa dei giovani.

    Nei ricordi dei fedeli si addensano parole e insegnamenti indelebili che accendono la luce della vera Speranza:

    R. – Sicuramente per me che sono siciliano il ricordo più bello è quando fece il discorso ad Agrigento, quanto disse a tutti i mafiosi di pentirsi.

    R. – Io mi ricordo Tor Vergata nel 2000. L’emozione di vedere questo uomo anziano, ormai malato, che era lì che rideva e scherzava con noi... è stato come avere un nonno aggiuntivo, che ci ha indicato una strada da percorrere.

    R. – E’ un grande testimone e noi siamo venuti qua ringraziare il Signore per avercelo dato. Vuol dire che il Signore si serve di una persona e fa cose grandi. Quanta gente c’è qui oggi! E’ proprio una cosa grande. Dobbiamo avere speranza e credere.

    La viva testimonianza lasciata da Giovanni Paolo II supera differenze tra generazioni, lingue e culture:

    R. – Ci ha lasciato una grande testimonianza di fede e per questo siamo qua, per ringraziarlo. Come Papa ci ha dato a noi giovani tanta speranza e tanta voglia di vivere, soprattutto ci ha fatto vedere e scoprire anche la fede.

    R. – E’ una cosa da non credere, è una cosa grande! Per me era già Beato in vita!

    R. – Quello che stiamo celebrando oggi è semplicemente il sigillo. Dal primo momento, dal 2 aprile del 2005, noi stavamo qui e noi qui lo pregavamo già come santo. Questo santo è entrato potentemente dentro. Non c’è aspetto della vita dell’uomo, in cui questo Papa non stia profondamente dentro la storia di ogni essere umano.

    La Beatificazione è una gioia da condividere nella moltitudine ma anche da vivere intimamente. In tutti risplende l’amore di Giovanni Paolo II per ogni uomo:

    R. – Lui aveva questa grande capacità di dimenticare se stesso, di dare tutto se stesso con tutte le sue forze al prossimo. Mi sembra che nella sua vita sia stato, da una parte, un Papa forte, che aveva trasformato il mondo, che aveva aperto un mondo che era stato chiuso dietro la Cortina di ferro; e poi, un Papa ancora più forte, ma malato fisicamente, e questo ancora più aveva coinvolto tutto il mondo in Cristo: è rimasto un uomo, ha insegnato come dobbiamo fare ad essere uomini …

    R. – Quello che rimane di più è la generosità e l’abnegazione totale di questo Papa verso i fedeli: aveva una parola di conforto per tutti. Ho un ricordo veramente dolce, come un padre …

    R. – Ha lasciato la testimonianza viva di uomo di fede, di come si vive la fede e questa per noi fedeli è la cosa più importante!

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    In 200mila alla Veglia al Circo Massimo: notte di preghiera a Roma

    ◊   Una preghiera a Maria, Madre di Cristo, perché “rinnovi il mondo dal di dentro”: l’ha pronunciato ieri sera Benedetto XVI, in video collegamento con il Circo Massimo di Roma, dove si è svolta la Veglia di preghiera in preparazione alla Beatificazione di Giovanni Paolo II. Circa 200mila i fedeli presenti che hanno vissuto l’evento con commozione ed hanno poi animato con la preghiera le otto Chiese di Roma rimaste aperte tutta la notte. Il servizio di Isabella Piro:

    (Parole di Giovanni Paolo II:)

    “Questo chiasso ha sentito Roma e non lo dimenticherà mai!”.

    No, non lo dimentica quel chiasso Roma, e non lo dimentica tutto il mondo, riunito simbolicamente al Circo Massimo per pregare Giovanni Paolo II. Migliaia di fiaccole tremolanti al vento della sera, ma migliaia di cuori saldi nella fede per ricordare il Beato Papa Wojtyla. Sul palco si alternano brevi filmati sui 26 anni di Pontificato del “Papa polacco”, canti e testimonianze. A parlare per primo è Joaquìn Navarro-Valls, già portavoce di Giovanni Paolo II. “Chi grida ‘Santo subito’ arriva tardi – dice – perché i Santi o lo sono in vita o non lo saranno mai”. E Giovanni Paolo II lo è stato:

    “Ho imparato molto da lui nel rispetto della persona umana, dove lui vedeva l’immagine di Dio e sta al centro del suo Pontificato conservare il carattere trascendente della persona che c’è un grande rischio che venga trattata come cosa, come oggetto. E questo rispetto è una cosa che, vissuta accanto a lui, non ti puoi scordare mai … Grazie Giovanni Paolo II per quel capolavoro che, con l’aiuto di Dio, hai fatto della tua vita!”

    Il silenzio pervade il Circo Massimo quando parla suor Marie Simon-Pierre, guarita dal morbo di Parkinson grazie all’intercessione di Papa Wojtyla. La religiosa racconta il suo calvario e tratteggia Giovanni Paolo II con queste parole:

    “Le Pape Jean-Paul II était un Pasteur…
    Papa Giovanni Paolo II era un Pastore secondo il cuore di Dio, vicino a tutti, ai poveri, ai piccoli, ai malati, un difensore della vita, della famiglia e della pace”.

    E parole di grande affetto per il Papa Beato arrivano anche dal cardinale Dziwisz, segretario particolare di Giovanni Paolo II per quarant’anni. Il porporato ricorda gli appelli di Papa Wojtyla contro la mafia e la guerra in Iraq, l’amicizia con il presidente Pertini che gli confidò di essere cristiano e poi il momento della morte:

    “È morto Santo e lui ci ha preparati a questo momento della morte. E così è andato come si va verso un’altra vita. Ha ridato dignità alla morte, come si muore da cristiano”.

    Poi, sulle note della Salve Regina, tutti alzano le fiaccole al cielo, mentre inizia il collegamento con Benedetto XVI. Il Papa recita la preghiera conclusiva dedicata a Maria, “Donna povera ed umile”, “gloriosa Madre di Cristo”. A Lei chiede di farci da guida nel mondo e di insegnarci a stare accanto ai deboli, ai sofferenti, agli emarginati:

    “Insegnaci a rinnovare il mondo dal di dentro:
    nella profondità del silenzio e dell'orazione,
    nella gioia dell'amore fraterno,
    nella fecondità insostituibile della Croce”.

    (canto: Salve Regina)

    La Veglia di preghiera è stata caratterizzata dalla recita dei misteri luminosi del Rosario, in collegamento diretto con cinque Santuari mariani: Cracovia in Polonia, Bugando in Tanzania, Harissa in Libano, Guadalupe in Messico e Fatima in Portogallo. Ogni decina è stata introdotta dalla voce di Papa Wojtyla. Ha guidato la preghiera il cardinale vicario Agostino Vallini. Il servizio di Francesca Sabatinelli.

    Venerazione, affetto, ammirazione, profonda gratitudine. Sono stati i sentimenti espressi a nome della Chiesa e del mondo verso Giovanni Paolo II dal cardinale vicario Agostino Vallini:

    “Della sua vita raccogliamo anzitutto la testimonianza di fede: una fede convinta e forte, libera da paure e compromessi, coerente fino all’ultimo respiro, forgiata dalle prove, dalla fatica e dalla malattia, il cui influsso benefico si è diffuso in tutta la Chiesa, anzi in tutto il mondo; una testimonianza accolta dappertutto, nei suoi viaggi apostolici, da milioni di uomini e donne di tutte le razze e le culture”.

    Giovanni Paolo II, ha proseguito il porporato, si è consegnato direttamente a Dio per servire la Chiesa; suo grande desiderio era diventare sempre più una sola cosa con Cristo Sacerdote, mediante il sacrificio eucaristico:

    “Cristo era all’inizio, al centro e al vertice di ogni sua giornata; Cristo era il senso e lo scopo della sua azione; da Cristo attingeva energia e pienezza di umanità. Ciò spiega il bisogno e il desiderio che aveva di pregare: ogni giorno dedicava alla preghiera lunghe ore, e il suo lavoro era penetrato e attraversato dalla preghiera”.

    Il cardinale Vallini ha quindi rintracciato in questa fede il mistero della sofferenza che ha sempre segnato la vita di Papa Wojtyla e con la quale ha affrontato la malattia, l’agonia e la morte. Giovanni Paolo II, ha aggiunto, ha colto con anticipo il travaglio della transizione dell’epoca moderna verso una nuova fase della storia, credendo nella persona umana e difendendola sempre presso Stati e Istituzioni internazionali. Ha amato l’uomo, soprattutto coloro che chiamava i “feriti dalla vita”, i poveri, i malati, i senza nome, gli esclusi a priori. E soprattutto, ha detto il cardinale vicario, ha amato i giovani, rendendoli protagonisti del loro futuro attraverso le giornate mondiali della gioventù. Il ricordo dell’amato Pontefice, ha quindi concluso il cardinale Vallini, non deve significare un ritorno al passato, ma una spinta a guardare avanti grazie alla sua eredità umana e spirituale.

    In conclusione, la recita dei misteri luminosi introdotti dalla voce di Giovanni Paolo II, trasmessa da cinque Santuari mariani, ognuno dei quali ha presentato un’intenzione di preghiera: Cracovia in Polonia per i giovani, Bugando in Tanzania per la famiglia, Guadalupe a Città del Messico per il dono della speranza e della pace a tutte le genti, Fatima in Portogallo per la Chiesa e poi quella per l’annuncio del Vangelo a tutti i popoli, da Harissa, in Libano, dove Giovanni Paolo II si recò nel maggio del 1997:

    “Jésus est ressuscité…
    “Gesù è risorto; li precede per le vie del mondo. La speranza non è morta. Subito, ritornano a Gerusalemme ad annunciare la Buona Notizia. Forti di queste promesse, anche noi sappiamo che Cristo è vivo e realmente presente in mezzo ai suoi fratelli, tutti i giorni e fino alla fine dei tempi”.

    E alla veglia erano presenti migliaia di giovani. Ma cosa li ha spinti a prendere parte a questo evento? Ascoltiamo alcune testimonianze raccolte da Marina Tomarro:

    R. – Sono qui perché è stato un Papa molto buono e soprattutto vicino a noi giovani!

    R. – Per noi rappresenta il Papa della nostra crescita, perché noi l’abbiamo conosciuto quando eravamo già adolescenti; ci ha accompagnato nelle prime Giornate mondiali della gioventù. E’ stato un uomo che ha vissuto all’interno della società e ci ha trasmesso valori in cui lui per primo credeva. Ha lottato con gli operai, ha lottato contro gli errori della Chiesa, ha chiesto scusa … è stato un uomo che ha dato l’esempio.

    D. – Qual è un tuo ricordo personale di Giovanni Paolo II?

    R. – La sua voce che in questi giorni è risuonata spesso, con la famosa frase: “Non abbiate paura!”. Credo che quella sia la parola che entra sempre nei nostri cuori.

    R. – Quello che ricordo di più di lui è la sua dolcezza nel trattare con i giovani, soprattutto con i bambini. Quando li accarezzava era molto emozionante, era bello; era proprio un papà, oltre che un Papa …

    R. – Il mio più bel ricordo è forse quella frase detta da lui in romanesco, incitando i romani … in tempi non sospetti diceva già: “Damose da fa’!”.

    R. – Io lo ricordo soprattutto nelle grandi manifestazioni con i ragazzi: quindi, la Giornata mondiale nel 2000 a Roma, nel Giubileo; tutta la felicità che lui trasmetteva nel vivere le cose insieme ai giovani. Non era soltanto una presenza fisica dovuta, ma partecipava veramente ad ogni manifestazione, anche all’interno delle piccole comunità cittadine, con i bambini, con le persone ammalate … Lui è stato un esempio perché fino all’ultimo veramente non si è mai tirato indietro nonostante non avesse più forza fisica.
    R. – Io ho avuto la fortuna di avere fatto varie cose con Giovanni Paolo II: ho servito la Messa, ho fatto l’offertorio, quindi ho avuto modo di stargli vicino e anche di scambiarci qualche parola. E’ una cosa difficile da descrivere: lo consideravo proprio come un padre, perché trasmetteva un’emozione che non credo di avere mai provato nella mia vita.

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    Il postulatore della Causa di Beatificazione: Karol Wojtyla è sempre con noi e ci protegge dal cielo

    ◊   La Beatificazione di Giovanni Paolo II, celebrata stamani, è avvenuta nel segno di Maria e della Divina Misericordia: è quanto sottolinea il postulatore della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Karol Wojtyla, mons. Slawomir Oder, che in questa intervista di Alessandro Gisotti mette l’accento sulla scelta di Benedetto XVI di aver elevato all’onore degli altari il suo predecessore nella Domenica in Albis e Domenica della Divina Misericordia:

    R. – Non è una coincidenza, non è un caso, ma una scelta ben ponderata e voluta dal Pontefice. Si tratta di una realtà molto presente nella vita di Giovanni Paolo II, una dimensione della sua spiritualità, che sicuramente ha caratterizzato sia la sua vita personale sia la sua attività pastorale. Ma non è l’unico significato, quello di richiamare la sua morte, “pia morte”, alla vigilia della Divina Misericordia. Il primo maggio è anche l’inizio del mese mariano. Quindi, senz’altro, insieme alla dimensione della Divina Misericordia, abbiamo anche la presenza di Maria, che lui ha amato tanto. In qualche modo questa data conclude e incorona il suo Pontificato, ponendo un sigillo sul “Totus Tuus”.

    D. – In questi anni di grande impegno da parte sua nella Causa di Beatificazione, lei ha ricevuto tante testimonianze, letto tanti documenti, c’è qualcosa che l’ha particolarmente colpita?

    R. – Quello che veramente colpisce è la percezione che le persone hanno avuto durante la sua vita e che continuano ad avere: la percezione della paternità che Giovanni Paolo II incarnava; la paternità che significa la vicinanza, la presenza, la partecipazione ai sentimenti, alle gioie e ai dolori, la partecipazione alle vicende delle persone e delle famiglie. Il modo in cui le persone si rivolgono a Giovanni Paolo II sono legate ad appellativi di familiarità. Lo chiamano: papà, nonno, fratello, amico, Karol. Tutti appellativi, questi, che esprimono la costante presenza di Giovanni Paolo II nei cuori e nelle case delle persone.

    D. – Sono passati sei anni dalla morte, ma il Beato Karol Wojtyla sembra che non ci abbia mai lasciato! Questo, in fondo, è proprio un segno di Santità...

    R. – La constatazione della Santità, la prova della Santità, parte dalla constatazione della presenza nel popolo di Dio della fama di Santità, e questa fama di Santità è “esplosa” così visibilmente, in modo così tangibile, nei giorni della sua malattia, della sua morte, del suo funerale, quando è diventato addirittura il grido “Santo subito”. Ecco, questa convinzione continua ad esistere nella Chiesa. A testimonianza di questa realtà, ci sono innumerevoli pellegrinaggi che ogni giorno visitano la tomba di Giovanni Paolo II. Lui è rimasto con noi, lui è rimasto come un buon amico che vigila, intercede, che protegge e prega per noi.

    D. – Non si contano i libri scritti su Giovanni Paolo II come Pontefice. Cosa aggiunge alla figura, all’uomo Karol Wojtyla l’elevazione all’onore degli altari?

    R. – Guardiamo a Giovanni Paolo II come l’uomo compiuto, che ha vissuto pienamente la sua umanità e la sua umanità ha coinciso con la sua Santità. Karol Wojtyla è l’uomo felice, realizzato, l’uomo che ha creduto alla Parola del Signore e, secondo la Parola del Vangelo, ha lasciato tutto per ricevere il centuplo.

    D. – Dopo la Beatificazione la causa continua evidentemente verso la Canonizzazione. In che modo?

    R. – Per poter arrivare a questo momento è necessario un nuovo segno dall’alto, una voce di Dio che ci spinga a proclamare Giovanni Paolo II Santo. Il compito del postulatore, perciò, adesso, è quello di vigilare per poter rendersi conto e presentare alla Chiesa un caso che potrebbe essere riconosciuto come un miracolo attribuito ad intercessione di Giovanni Paolo II e, in questo modo, creare le premesse per la Canonizzazione. (ap)

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    Totus Tuus: la vita e la Beatificazione di Giovanni Paolo II nel segno di Maria

    ◊   Totus tuus: con la Beatificazione di Giovanni Paolo II, è stato elevato all’onore degli altari il Papa mariano per antonomasia. Come osservò, infatti, il cardinale Angelo Comastri, la “M” di Maria sullo stemma episcopale rappresenta una “vera carta d’identità” di Giovanni Paolo II. E’ particolarmente significativo, dunque - come ha sottolineato nell'omelia Benedetto XVI - che la sua Beatificazione sia stata celebrata oggi, primo giorno di maggio, mese dedicato alla Vergine Maria. Indimenticabili le prime parole del Papa dopo l’attentato subito in Piazza San Pietro, in cui Karol Wojtyla lega l’affidamento a Maria al perdono per Ali Agca. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    “Prego per il fratello che mi ha colpito, al quale ho sinceramente perdonato. Unito a Cristo, Sacerdote e Vittima, offro le mie sofferenze per la Chiesa e per il mondo. A Te Maria ripeto: ‘Totus tuus’”.

    (musica - Totus Tuus)

    “Maria, sono tutto tuo”. E’ il 17 maggio del 1981 quando Giovanni Paolo II pronuncia queste toccanti parole, ormai scolpite nella storia della Chiesa. Il Papa parla al Regina Caeli, dal Policlinico Gemelli di Roma. Quattro giorni prima, in Piazza San Pietro, Karol Wojtyla è stato ridotto in fin di vita in un drammatico attentato. E’ il 13 maggio, festa della Madonna di Fatima. E proprio la mano materna di Maria, ne è convinto il Papa, lo ha salvato.

    Fin da bambino, il nuovo Beato ha affidato alla Vergine tutta la sua vita, ogni passo importante della sua esistenza. “Totus tuus” sono anche le prime parole del suo testamento spirituale. Una vita per Gesù mediante Maria. Proprio alla Madonna, all’inizio del suo Pontificato, il Papa Giovanni Paolo affida il suo ministero, con un atto di speranza. E’ l’8 dicembre 1978. Per la prima volta, il nuovo Pontefice celebra l’Immacolata Concezione, che definisce “punto decisivo nella storia della Salvezza”. Il Beato Wojtyla è nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore:

    “Il nuovo Vescovo di Roma varca oggi la soglia del tempio mariano della Città Eterna, consapevole della lotta tra il bene e il male, che pervade il cuore di ogni uomo, che si svolge nella storia dell’umanità e anche nell’anima del ‘popolo Romano’”.

    Riprendendo la “Gaudium et Spes”, alla cui redazione aveva tanto contribuito, il Papa sottolinea che la storia umana è “pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre”. E ricorda che l’uomo “deve combattere senza soste per poter restare unito al bene”. In questa battaglia, è l’incoraggiamento di Karol Wojtyla, l’uomo può contare sull’aiuto di Maria:

    “E perciò il Papa, agli inizi del suo servizio episcopale nella cattedra di San Pietro a Roma, desidera affidare la Chiesa in modo particolare a Colei in cui si è compiuta la stupenda e totale vittoria del bene sul male, dell’amore sull’odio, della grazia sul peccato”.

    Maria, ribadisce, con le parole del suo amato predecessore Paolo VI, è “inizio del mondo migliore”. Alla Vergine, Giovanni Paolo II affida dunque se stesso e la Chiesa. “Sono tutto tuo, e tutto ciò che ho è tuo – afferma il Beato Karol con dolcezza filiale – Sii tu mia guida in tutto”:


    “Totus tuus ego sum et omnia mea tua sunt… Con questo semplice e insieme solenne atto di offerta il Vescovo di Roma, Giovanni Paolo II, desidera ancora una volta riaffermare il proprio servizio al Popolo di Dio, che non può essere nient’altro che l’umile imitazione di Cristo e di Colei, che ha detto di se stessa: ‘Eccomi, sono la serva del Signore’”.

    (musica)

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    Si è spento il cardinale Augustin Garcia Gasco y Vicente, arcivescovo emerito di Valencia

    ◊   E' morto questa mattina presto a Roma il cardinale Augustin Garcia Gasco y Vicente, arcivescovo emerito di Valencia: aveva 80 anni. Il porporato aveva partecipato, ieri sera, senza alcun problema alle Veglia di preghiera al Circo Massimo. Stamani, prima della cerimonia di Beatificazione, è stato trovato senza vita nella Casa di accoglienza “San Juan de Ribera” a Roma. Le agenzie parlano di probabile infarto. Con il suo decesso, il Collegio Cardinalizio conta ora 198 porporati, di cui 115 elettori.

    Il porporato era nato il 12 febbraio 1931 a Corral de Almaguer, arcidiocesi di Toledo. Ordinato sacerdote a Madrid nel 1956, l’anno successivo era stato nominato delegato episcopale della Caritas diocesana e professore della Scuola dei Cursillos de Cristiandad. Aveva conseguito la laurea in teologia presso l'università di Comillas (1969), il diploma in sociologia industriale e relazioni umane (1970), il diploma in scienze imprenditoriali (1976) e il diploma in educazione di adulti e tecniche di educazione a distanza (1977). Dal 1958 al 1970 è stato consulente religioso della Comisaría de extensión cultural del ministero dell'Istruzione e della Scienza e della deputazione provinciale di Madrid. È stato membro della giunta della pastorale diocesana (1963-66) e parroco del Santísimo Cristo del Amor (Madrid) nel 1964.

    Nel 1966 era stato nominato prefetto dei teologi e professore del seminario di Madrid. In seguito, nel 1970, è stato parroco di Santiago y San Juan Bautista (Madrid), segretario generale dell'Istituto Arzobispo Claret, membro del Segretariato nazionale spagnolo del clero di Madrid e consigliere dell'Associazione dei genitori del collegio Sagrado Corazón. È stato fondatore e direttore dell'Istituto internazionale di teologia «a distanza» (oggi chiamato Istituto superiore di scienze religiose San Agustín), professore di religione presso la UNED (Universidad Nacional de Educación a Distancia) e delegato diocesano del clero (1973). Nel 1977 l'allora arcivescovo di Madrid, cardinale Vicente Enríque y Tarancón, lo nomina vicario episcopale del vicariato III di Madrid. Nel 1979 riceve la nomina di professore dell'Istituto teologico San Dámaso e nel 1982 quella di presidente dell'Istituto Arzobispo Claret. Il 20 marzo 1985 viene eletto vescovo titolare di Nona e nominato ausiliare di Madrid, ricevendo l'ordinazione episcopale l'11 maggio dello stesso anno. Nel 1988, viene eletto segretario generale della Conferenza episcopale spagnola per un periodo di cinque anni. Nel 1990 assume la presidenza dell'Istituto internazionale di teologia «a distanza». In questa veste ha visitato Venezuela, Ecuador, Colombia, Messico, Cile, Honduras, Panama, Cuba, Argentina e Uruguay. Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo di Valencia il 24 luglio 1992.

    Nel 1995 è eletto membro del comitato di presidenza del Pontificio Consiglio per la Famiglia; nel 1996 diventa presidente della Commissione episcopale delle relazioni interconfessionali della Conferenza episcopale spagnola e membro del consiglio di presidenza dell'Associazione internazionale lateranense, cariche alle quali viene confermato nel 1999. In questo stesso anno è nominato anche membro della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (nomina rinnovata nel 2005). Nel dicembre 2003 crea l'università cattolica di Valencia San Vicente Mártir e assume l'incarico di Gran Cancelliere. Nell'assemblea plenaria della Conferenza episcopale spagnola, celebrata dal 23 al 26 aprile 2007, viene eletto presidente della commissione episcopale per la dottrina della fede. Nel luglio 2006 come arcivescovo di Valencia ospita l'Incontro Mondiale delle Famiglie, culminato con la visita di Benedetto XVI, l'8 e il 9 luglio. E’ arcivescovo emerito di Valencia, dall'8 gennaio 2009. Benedetto XVI lo aveva creato cardinale nel Concistoro del 24 novembre 2007, del Titolo di San Marcello.

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    Oggi in Primo Piano



    Libia: raid Nato su Tripoli, ucciso uno dei figli di Gheddafi

    ◊   Uno dei figli di Gheddafi, Saif al-Arab, sarebbe stato ucciso la notte scorsa da un raid della Nato sulla sua casa di Tripoli. A rivelarlo è il governo libico, secondo cui nell'abitazione si trovava anche il padre Muammar, rimasto illeso. Sarebbero morti anche tre nipoti del Colonnello. Nessuna conferma dalla Nato, che ha dichiarato soltanto di aver condotto stanotte attacchi su Tripoli, diretti però a colpire obiettivi militari e non persone. Linda Giannattasio:

    L’Alleanza non conferma l’uccisione del sesto e ultimo figlio del leader libico Gheddafi, il ventinovenne Saif al-Arab morto stanotte, secondo i media libici a seguito di un raid Nato condotto proprio sulla sua abitazione a Tripoli. In base alle informazioni diffuse dal portavoce del governo libico Moussa Ibrahim, secondo il quale il vero obiettivo dell’attacco era il Rais, rimasto invece illeso, sarebbero morti anche tre nipoti del Colonnello, tutti minori di 12 anni. La Nato ammette raid mirati a un edificio di comando nell'area di Bab al-Aziziya, precisando che tutti gli obiettivi dell’Alleanza sono di natura militare. Dichiarazioni rilanciate anche dal premier inglese David Cameron, per il quale le operazioni sono in linea con la risoluzione 1973 dell'Onu. La notizia della morte del figlio del Rais ha già provocato scene di festa tra i ribelli a Misurata e a Bengasi. Solo ieri il Colonnello aveva chiesto negoziati alla Nato per arrivare a un cessate il fuoco, minacciando di “portare la guerra in Italia”, considerata colpevole di “tradimento”.

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    Chiesa e Società



    Pakistan: attacco ad una scuola cristiana e a una chiesa a Lahore

    ◊   Nuovo caso di violenza contro i cristiani in Pakistan, nei pressi di Lahore, dove alcune persone hanno attaccato ieri sera una scuola cristiana gestita da missionari, tentando di irrompere anche in una chiesa. L’episodio è avvenuto dopo una manifestazione di protesta contro la presunta profanazione del Corano: due pagine del Corano bruciate, infatti, sarebbero state scoperte in un cimitero cristiano e la comunità cristiana sarebbe stata ritenuta responsabile dell’incidente. Diversi gli arresti compiuti dalla polizia. (L.G.)

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    Perù. Vescovi accanto a un gruppo di haitiani che chiedono lo status di rifugiati

    ◊   Il Dipartimento episcopale della Pastorale della mobilità umana della Conferenza episcopale del Perù è accanto all’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati (Acnur) nella richiesta di riconoscimento dello status di rifugiati a 30 haitiani, inoltrata il 2 aprile scorso al governo peruviano. Gli haitiani, riferisce la Fides, sono stati bloccati nella città di Iňanpari e si è reso necessario l’intervento dei vescovi del Perù nelle persone dei rappresentanti della Commissione della Pastorale della Mobilità umana che hanno avuto colloqui con Gimo Loayza Muňoz, capo della regione coinvolta, Madre de Dios, e con alti funzionari statali. La domanda è stata presentata da Pierre Pierreuls, in rappresentanza del gruppo di haitiani, al sindaco della provincia di Tahuamanu, Celso Curi Paucarmaita. (R.B.)

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    Messico: 50 mila giovani in preghiera per la pace nel Paese

    ◊   Cinquantamila giovani si sono riuniti, oggi, nella Plaza de toros di Città del Messico per pregare insieme per la pace nel Paese e partecipare, infine, alla celebrazione eucaristica del nunzio apostolico, mons. Christophe Pierre. “Il Messico sta attraversando momenti difficili, la violenza ha toccato tutte le fasce sociali del Paese”, ha detto in una conferenza stampa di presentazione riportata dalla Zenit padre Luis Butera Vullo, fondatore dell’Istituto missionari servitori della Parola, che ha organizzato la giornata. I missionari hanno predicato porta a porta, nelle cappelle e nelle case che gestiscono in tutto il Messico, portando la Parola e invitando le persone a pregare il Signore per scoprire cosa Egli chiede a ciascuno di noi e per chiedere la pace. “Bisogna andare in fondo alla cattiveria per sanarla, sradicarla e trasformarla in amore – ha detto il sacerdote Modesto Lule, uno degli organizzatori – per questo non abbiamo pace, né nelle famiglie né nella società. Dobbiamo avvicinare il nostro cuore a Dio per poter cambiare e raccogliere questa pace che tanto chiediamo”. (R.B.)

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    Regalati ai giovani cubani 30 mila volumi del catechismo

    ◊   Agevolare nella società cubana il recupero di quei valori cristiani che da 50 anni il governo tenta di sradicare: in questa direzione si inserisce il nuovo progetto di Aiuto alla Chiesa che Soffre, che presto consegnerà a 30 mila giovani nuovi volumi per il catechismo. Nelle scuole l’insegnamento della religione a Cuba è proibito, ricorda il Sir, così bambini e adolescenti si avvarranno dei libretti, redatti in cinque versioni a seconda della fascia d’età cui sono destinati, direttamente nelle parrocchie, guidati dai catechisti e da circa 4500 sacerdoti. I volumi, diversi per stile, grandezza e numero di illustrazioni, sono stati redatti dalla sezione Catechesi ed educazione cattolica della Conferenza episcopale cubana: un’occasione unica per introdurre al cattolicesimo i bambini e porre, così, le basi per un rinnovo della fede nel Paese. (R.B.)

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    Cambogia: vita dura per oltre 150 milioni bambini di strada

    ◊   Povertà, mancanza di istruzione, traffico di esseri umani, sfruttamento sessuale ed economico, tossicodipendenza, Aids, contrabbando, corruzione e assenza delle autorità: sono molte le minacce alla vita degli oltre 150 milioni di bambini di strada della Cambogia. La situazione è particolarmente critica nell’area di Poipet, nella parte nord-orientale del Paese al confine con la Thailandia, dove vivono per strada 300 minori, e a Neak Loeung, vicino alla capitale Phonm Pehn, dove se ne contano 190. In queste zone, però, come riferisce la Fides, è attiva l’ong Damnok Toeche che gestisce Centri di assistenza per la prevenzione degli abusi e per la riabilitazione delle vittime, sia da un punto di vista sanitario che psicologico. Finora sono stati assistiti oltre 3500 minori, che durante la loro permanenza nel centro hanno usufruito di vitto, alloggio e assistenza medica. (R.B.)

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    Il vicepresidente dei vescovi tedeschi in Oman

    ◊   Rafforzare il dialogo tra cristiani e musulmani: lo ha auspicato venerdì in Oman mons. Heinrich Mussinghoff, vicepresidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), nel corso di una visita al Paese su invito del Ministro della religione del sultanato. “La convivenza pacifica delle persone di religioni e culture diverse è d’importanza vitale per il futuro di questo mondo caratterizzato da cambiamenti e dalla globalizzazione. Tutte le persone di buona volontà - ha affermato mons. Mussinghoff - sono chiamate a dare il proprio contributo al riguardo. In particolare, ciò vale per i cristiani e per i musulmani che devono cercare il più possibile di trovare cammini comuni”. Il vescovo - riferisce l'agenzia Sir - ha sottolineato che “anche per le società arabe e musulmane, il dialogo cristiano-islamico e la salvaguardia della libertà di religione sono sempre più importanti". Secondo mons. Mussinghoff è importante riscoprire “la ricchezza delle proprie tradizioni per approfondire l’esperienza spirituale e apportare impulsi religiosi nella vita della società”. Pertanto, ha concluso il vescovo tedesco, "le diverse religioni possono essere di preziosa ispirazione per tutti". (R.P.)

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    Russia: al via i lavori per 200 nuove chiese a Mosca

    ◊   Duecento chiese non bastano, ma sono un buon inizio per cambiare radicalmente l’immagine religiosa della Russia: così il Patriarca Kirill ha commentato l’approvazione della costruzione di 200 nuove chiese a Mosca, assicurata giorni fa dal sindaco della capitale, Sergei Sobianin. Il primo cittadino, però, ha invitato la Chiesa ortodossa a fare dei nuovi luoghi di culto non solo luoghi di preghiera, ma anche di incontro e formazione per i giovani e i bisognosi: l’appoggio dello Stato alla Chiesa, infatti, si inscrive nella prospettiva della lotta all’alcolismo, alle violenze interetniche all’aborto, fenomeni purtroppo molto presenti nel Paese. Finora a Mosca, secondo i dati del Patriarcato forniti dall'agenzia AsiaNews, c’è una chiesa ogni 35 mila abitanti, in alcuni quartieri una ogni 150-200 mila. La prima chiesa a essere costruita è quella nei pressi del famigerato teatro Dubrovka, dove nel 2002 un sequestro messo in atto da ribelli ceceni finì nel sangue. Il comune, inoltre, ha già consegnato 15 appezzamenti di terra e altri cinque ne consegnerà a breve, mentre ulteriori 80 siti sono già stati individuati. (R.B.)

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    Ucraina. L’arcivescovo Shevchuk auspica il dialogo con il Patriarcato di Mosca

    ◊   Liberarsi dei fantasmi del passato, guarire la memoria ferita attraverso il perdono e stabilire un dialogo fruttuoso: questo l’auspicio dell’arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyč, Sviatoslav Shevchuk che in un’intervista a un periodico ucraino esprime il proprio desiderio di incontrare il Patriarca di Mosca Kirill per affrontare il tema delle relazioni tra cattolici e ortodossi nell’est europeo e in Ucraina. “Come pastori dovremmo sentire sempre la voce del popolo, che è la voce di Dio”, sono state le sue parole riportate dall’Osservatore Romano. Già l’incontro rappresenterebbe un riconoscimento reciproco: Shevchuk si è detto fiducioso sulla disponibilità del Patriarca e ricorda la presenza, alla sua recente cerimonia di intronizzazione, del vescovo di Makariv, Ilario, vicario della diocesi di Kiev della Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Mosca e i saluti del metropolita Vladimiro. “Sarà un dialogo costruttivo, indipendentemente da quale Chiesa il Presidente della Repubblica e i suoi ministri seguano”, ha detto sul futuro rapporto con le autorità politiche ucraine, vicine a Mosca. L’unico timore riguarda la possibilità che le Chiese diventino partiti politici: “Credo che la Chiesa non debba essere pro regime o all’opposizione, ma unire le persone”, ha concluso. (R.B.)

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    Nelle Filippine il primo santuario dedicato al Beato Giovanni Paolo II

    ◊   Sarà inaugurato domani con una celebrazione officiata dal vescovo della diocesi di Balanga, Ruperto Santos, il primo santuario dedicato al Beato Giovanni Paolo II in suolo filippino: sorgerà sull’isola di Luzon, nel nord dell’arcipelago, dove prima c’era il campo profughi della provincia di Bataan, il Philippine Refugee Processing di Morong, che ha ospitato oltre 40mila profughi vietnamiti, laotiani e cambogiani. Profughi che oggi, precisa la Fides, sono integrati nel tessuto sociale di molte nazioni, dagli Stati Uniti all’Australia, passando per l’Europa. Un luogo di dolore e sofferenza che rinasce a nuova vita, dunque, che sarà dedicato all’“angelo bianco” che visitò proprio questo luogo di afflizione durante il primo dei due viaggi che effettuò nelle Filippine. In occasione della Beatificazione, inoltre, nel Paese è stato recentemente aperto un museo sul Pontificato di Papa Wojtyla a Bacolod City ed è stato organizzato un pellegrinaggio nazionale fatto di incontri, momenti di preghiera e riflessione per il quale sono state mobilitate le Commissioni Giovani, Famiglia e l’Istituto nazionale Giovanni Paolo II per gli studi su matrimonio e famiglia. Infine, un coro di migranti filippini residenti in Italia, i Katilagan Singers, è stato ammesso a cantare durante la celebrazione di Beatificazione in piazza San Pietro. (R.B.)

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    Veglie per Papa Wojtyla promosse dalla Fondazione polacca “Opera del Nuovo Millennio”

    ◊   I giovani polacchi, borsisti della Fondazione „Opera del Nuovo Millennio”, per sottolineare il loro legame con Giovanni Paolo II, hanno celebrato ieri la sua Beatificazione con veglie di preghiera nelle 20 città più grandi della Polonia. Alle 21.37 (l’ora in cui Giovanni Paolo II è tornato alla casa del Padre), ai rappresentanti delle istituzioni pubbliche è stata donata una lanterna, contenente il fuoco dal Santuario della Divina Misericordia a Cracovia–Lagiewniki. L’iniziativa ha ricevuto la benedizione del cardinale Stanisław Dziwisz, metropolita di Cracovia. I borsisti della Fondazione hanno voluto così ricordare l’omelia di Giovanni Paolo II, il 17 agosto 2002 durante la consacrazione del Santuario della Divina Misericordia, quando il Papa chiamava a “trasmettere al mondo questo fuoco della Misericordia”. Il simbolo di questo fuoco – una fiamma contenuta in una lanterna con le immagini di Gesù Misericordioso, Santa Suor Faustina e il beato Giovanni Paolo II – sarà donata ai rappresentanti delle autorità statali e locali, delle scuole ed università, dei mass-media, ospedali, orfanotrofi, carceri ed altri posti dove – dice un comunicato della Fondazione - “bisogna ravvivare questa scintilla della grazia divina”. La Fondazione della Conferenza dell’Episcopato Polacco „Opera del Nuovo Millennio” è nata nel 2000, dopo la visita di Giovanni Paolo II in Polonia nell’anno 1999, con lo scopo di sottolineare le linee-guida del suo pontificato, sostenendo opere sociali, soprattutto nell’ambito della cultura e dell’educazione. Il programma più importante della Fondazione sono le borse di studio per ragazzi e giovani delle regioni rurali fortemente toccate dalla disoccupazione. Attualmente la Fondazione aiuta 2.500 persone in tutta la Polonia, non solo donando ogni mese un aiuto finanziario, ma anche portando avanti un vasto programma di formazione cristiana.

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    Papua Nuova Guinea: Giovanni Paolo II nel cuore di cattolici e non

    ◊   Di Papa Wojtyla ricordano in particolare lo sforzo di rendere la Chiesa davvero universale, essendosi recato come missionario in centinaia di nazioni nei cinque continenti nel corso del suo lunghissimo Pontificato, i fedeli di Papua Nuova Guinea, dove, rivelano fonti missionarie a Fides, la figura di Giovanni Paolo II è molto popolare anche tra i non cattolici e i fedeli di altre religioni. In vista della Beatificazione, incontri, raduni e iniziative sono state intraprese nella diocesi di Vanimo ed è stato diffuso un documento in inglese sull’insegnamento e l’eredità spirituale del Papa polacco. Molti fedeli si sono riuniti per pregare insieme e dar vita a novene, con un pensiero rivolto alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù (Gmg) di Madrid, dove sperano di essere presenti con una piccola delegazione grazie a sponsorizzazioni dall’estero. Proprio la Gmg fa parte di quell’eredità che il Beato Giovanni Paolo II ha lasciato al mondo. (R.B.)

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    A Roma la presentazione di un nuovo studio di medicina legale sulla Sindone

    ◊   “La Sacra Sindone dal punto di vista della medicina legale”: è questa la nuova chiave di lettura del Santo lino proposta dall’Istituto di Scienza e Fede dell’ateneo Pontificio Regina Apostolorum per domani pomeriggio in una conferenza in cui interverrà, tra gli altri, Pierluigi Baima Ballone, medico legale autore di numerosi studi in merito. Contemporaneamente, riporta il Sir, sarà aperta la mostra “Chi è l’uomo della Sindone?”. Da sempre la Sindone suscita grande interesse nel mondo scientifico, dal quale è stata scandagliata da diversi punti di vista: storico, archeologico, chimico e addirittura botanico e numismatico. Nel 1998, in un’omelia pronunciata nella cattedrale di Torino, Giovanni Paolo II esortò ad affrontarne lo studio con libertà interiore e profondo rispetto sia della metodologia scientifica sia della sensibilità dei credenti. (R.B.)

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    Ungheria: on line un nuovo sito web per l’evangelizzazione

    ◊   Un sito web dedicato all’evangelizzazione, elemento fondamentale della vocazione sacerdotale, è stato lanciato nelle scorse settimane all’indirizzo web www.evangelium365.hu. L’iniziativa, riporta il Sir Europa, risale al 2005 e appartiene al sacerdote cattolico padre Istvan Horvath Sandor, della diocesi di Szombathely. Negli anni le pagine si sono arricchite di servizi agli utenti: oggi vi sono iscritti circa 28mila fedeli (l’Ungheria ha una popolazione di 10 milioni di persone di cui 6 milioni di cattolici) riuniti in una mailing list grazie alla quale ricevono quotidianamente via posta elettronica il Vangelo del giorno secondo il calendario liturgico, la sua spiegazione, una breve meditazione e una preghiera speciale; inoltre sono invitati a postare sul forum commenti e riflessioni da condividere, in modo da sviluppare un dialogo religioso tra credenti. Dall’avvio del progetto circa 30 milioni di mail sono state inviate e in una recente intervista anche il presidente Pál Schmitt ha ammesso di iniziare la propria giornata leggendo la mail evangelica che riceve quotidianamente dal sito. (R.B.)

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    A giugno la 33.ma edizione del pellegrinaggio di Cl a Loreto

    ◊   Partirà l’11 giugno il 33.mo pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto, che quest’anno, riferisce il Sir, sarà guidato dal segretario della Congregazione per l’educazione cattolica, mons. Jean-Louis Bruguès. “Una presenza importante”, ha detto Paola Olivelli, presidente del comitato organizzatore che nei giorni scorsi ha ricevuto una medaglia come premio di rappresentanza dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. L’evento, promosso come sempre da Comunione e Liberazione (Cl), è aperto a tutti e prenderà le mosse dallo stadio Helvia Recina, dove farà il suo ingresso la fiaccola della pace benedetta da Benedetto XVI a Roma. E proprio a Roma, oggi, in occasione della Beatificazione di Giovanni Paolo II, che partecipò personalmente al pellegrinaggio del 1993, una delegazione dell’evento è stata presente in piazza San Pietro. La notte dell’11 giugno i pellegrini invocheranno proprio il Papa polacco nelle loro preghiere. (R.B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Siria: oltre 560 i civili uccisi nelle proteste

    ◊   Non si arresta il vento di rivolta sulla Siria. Almeno sei i morti ieri a Deraa, cuore della protesta contro il regime di Bashar al Assad: l’esercito ha aperto il fuoco con l’artiglieria e i cecchini avrebbero preso di mira i civili. Le Forze di sicurezza hanno inoltre fatto irruzione in una moschea. Secondo gli attivisti per i diritti umani nel Paese, sono almeno 560 i civili uccisi in oltre un mese di rivolte.

    Immigrazione: 461 migranti giunti nella notte a Lampedusa
    Proseguono gli arrivi di migranti a Lampedusa. Nella nottata è giunto sull’isola il barcone partito dalla Libia, che ieri aveva lanciato un Sos mentre era ancora in acque maltesi. A bordo, almeno 461 profughi, tra i quali 44 donne e sei bambini. Sono oltre 2.500 i profughi sbarcati a Lampedusa in 48 ore. Intanto, il presidente dell’esecutivo europeo, Josè Manuel Barroso, ha dichiarato che il ''ripristino temporaneo'' delle frontiere interne tra i Paesi Schengen ''è una delle opzioni possibili'' per rafforzare la gestione dell'accordo.

    Yemen: il presidente Saleh rifiuta l’accordo di transizione
    Il presidente yemenita, Saleh, ha deciso di non firmare più l'accordo di transizione per la cessione dei poteri. Lo riferisce l'opposizione che avevano mediato l'intesa con il capo dello Stato, al potere da 32 anni. Il piano prevedeva che Saleh lasciasse il potere entro 30 giorni dalla firma dell'intesa e che gli fosse garantita l'immunità.

    Egitto: Mubarak rischia la pena di morte
    L'ex presidente egiziano, Hosni Mubarak, rischia la pena di morte. Lo ha reso noto il ministro della Giustizia egiziano, Mohammad el Guindi, ieri in un'intervista. Secondo el Guindi, Mubarak potrebbe essere condannato alla pena capitale se riconosciuto colpevole di aver ordinato di aprire il fuoco contro i manifestanti, durante la protesta che ha portato alla sua caduta. Il ministro ha precisato che sono accusati di corruzione anche i due figli e la moglie dell’ex capo di Stato.

    Afghanistan: almeno otto morti in un attacco suicida
    Almeno sei civili e due poliziotti sono rimasti uccisi e altre 25 persone ferite oggi in una serie di attacchi kamikaze nella provincia di Paktika, nel sudest dell’Afghanistan. Ad annunciarlo è stato il Ministero degli interni di Kabul. Quelli di oggi potrebbero essere i primi attacchi nell'ambito dell'"Operazione di primavera Badar", annunciata ieri dai talebani e diretta contro ''gli Americani invasori, i loro alleati stranieri e sostenitori interni''.

    Medio Oriente, Netanyahu: preoccupante l’accordo Hamas - al Fatah
    L'accordo di riconciliazione annunciato da Hamas e al Fatah ''deve preoccupare non solo Israele, ma tutti quanti aspirano a vedere una pace fra Israele e i palestinesi'': lo ha affermato il premier israeliano, Benyamin Netanyahu. Secondo fonti di stampa palestinesi, i leader di Hamas e al-Fatah, Khaled Meshal e Abu Mazen, firmeranno ufficialmente gli accordi di riconciliazione giovedì prossimo al Cairo.

    Italia, Napolitano per il Primo maggio: necessario un clima di coesione
    È necessario un clima di coesione, presupposto per la ripresa economica del Paese. Così in sintesi il capo dello Stato italiano, Giorgio Napolitano, durante la cerimonia per il Primo maggio ieri al Quirinale. Ci attendono dure sfide, ha detto, esprimendo preoccupazione per i contrasti tra i sindacati. Questi ultimi sono oggi in piazza San Giovanni, a Roma, per il concerto musicale dedicato alla festa dei Lavoratori che quest’anno vedrà protagonisti i 150 anni dell'Unità d’Italia. (Panoramica internazionale a cura di Linda Giannattasio)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 121

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli e Miriam Ayele.