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Sommario del 24/07/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • All’angelus il Papa, ricordando gli attentati in Norvegia, esorta ad abbandonare per sempre le vie dell’odio e a fuggire dalle logiche del male
  • Si è spento a Roma il cardinale Virgilio Noè
  • Les Combes, il cardinale Bertone benedice il Foyer intitolato a Giovanni Paolo II
  • Oggi in Primo Piano

  • Norvegia, sei arresti collegati agli attacchi di venerdì. Almeno 92 i morti
  • Corno d'Africa, la risposta del Cesvi alla crisi umanitaria
  • Sud Sudan, ucciso il capo del gruppo dei ribelli che aveva accettato la tregua
  • Festa di Libera contro le mafie, don Ciotti: c'è bisogno di una politica trasparente
  • Roma, Trastevere in festa per la tradizionale processione della “Madonna fiumarola"
  • A Torino conferenze dedicate a San Giuseppe Cafasso e al Beato Luigi Boccardo
  • Chiesa e Società

  • I vescovi argentini: l'educazione dei figli, dovere e diritto inalienabile dei genitori
  • La rappresentanza vaticana all’Onu promuove un incontro su giovani e dignità umana
  • Santiago de Compostela celebra la festa di San Giacomo
  • Kenya: i missionari di Maryknoll celebrano i 100 anni di fondazione
  • Anno internazionale della Gioventù: riunione di alto livello all’Onu
  • Gmg: il 17 agosto a Madrid incontro per i giovani dell'Azione cattolica di tutto il mondo
  • Costa d’Avorio: seminario sul ruolo della donna a servizio della riconciliazione
  • Messico: incontro dei Gesuiti sulla comunicazione in America Latina
  • A settembre incontro di coordinamento della Pastorale familiare di Buenos Aires
  • Polonia: VI Congresso internazionale di Maria Ausiliatrice
  • Bulgaria: a Belozem festival internazionale di musica cristiana
  • 24 Ore nel Mondo

  • Stati Uniti, rinviato di 24 ore l’accordo sul debito
  • Il Papa e la Santa Sede



    All’angelus il Papa, ricordando gli attentati in Norvegia, esorta ad abbandonare per sempre le vie dell’odio e a fuggire dalle logiche del male

    ◊   “Nella vita dell’uomo la cosa più importante è lo sforzo per acquistare il Regno dei cieli”. Questo è un invito e nello stesso tempo “un nostro impegno” da ricordare in tutte le circostanze della vita, durante il lavoro, durante la preghiera e nei momenti di riposo. E’ quanto ha affermato Benedetto XVI stamani all’Angelus sottolineando che l’uomo deve essere orientato da “una coscienza sempre aperta alla verità e sensibile alla giustizia per servire il Regno di Dio”. Dopo la preghiera mariana, recitata dal Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Papa ha ricordato i gravi attacchi terroristici avvenuti in Norvegia. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Benedetto XVI, ricordando gli attentati avvenuti in Norvegia, ha lanciato un accorato appello ed espresso il proprio profondo dolore.

    “Ancora una volta purtroppo giungono notizie di morte e di violenza. Proviamo tutti un profondo dolore per i gravi atti terroristici accaduti venerdì scorso in Norvegia. Preghiamo per le vittime, per i feriti e per i loro cari. A tutti voglio ancora ripetere l’accorato appello ad abbandonare per sempre la via dell’odio e a fuggire dalle logiche del male”.

    Il Santo Padre ha espresso la propria vicinanza alla popolazione norvegese colpita "dall’insensata violenza degli attentati" anche in un messaggio di cordoglio inviato al re della Norvegia Harald V. Nel messaggio il Santo Padre esorta i norvegesi "a restare spiritualmente uniti nel fermo intento di respingere le vie dell’odio e del conflitto" e a lavorare insieme senza paura "per costruire un futuro di rispetto reciproco, solidarietà e libertà per le generazioni a venire".

    All’Angelus Benedetto XVI si è soffermato sulla figura del re Salomone che chiede al Signore non una lunga vita, ricchezze o l’eliminazione dei propri nemici, ma un cuore docile, “perché sappia rendere giustizia” al popolo e “distinguere il bene dal male”. Il Signore lo esaudì e Salomone divenne celebre in tutto il mondo “per la sua saggezza e i suoi retti giudizi”. Ma cosa significa avere un “cuore docile”?

    “Sappiamo che il ‘cuore’ nella Bibbia non indica solo una parte del corpo, ma il centro della persona, la sede delle sue intenzioni e dei suoi giudizi. Potremmo dire: la coscienza. ‘Cuore docile’ allora significa una coscienza che sa ascoltare, che è sensibile alla voce della verità, e per questo è capace di discernere il bene dal male”.

    Nel caso di Salomone – ha aggiunto il Papa - la richiesta di un “cuore docile” è motivata dalla responsabilità di guidare una nazione, Israele, il popolo che Dio ha scelto per manifestare al mondo il suo disegno di salvezza.

    “Il re d’Israele, pertanto, deve cercare di essere sempre in sintonia con Dio, in ascolto della sua Parola, per guidare il popolo nelle vie del Signore, la via della giustizia e della pace”.

    Ma l’esempio di Salomone vale per ogni uomo:

    “Ognuno di noi ha una coscienza per essere in un certo senso ‘re’, cioè per esercitare la grande dignità umana di agire secondo la retta coscienza operando il bene ed evitando il male. La coscienza morale presuppone la capacità di ascoltare la voce della verità, di essere docili alle sue indicazioni”.

    Un esempio, quello di Salomone, che deve risplendere soprattutto in coloro che hanno responsabilità istituzionali e politiche.

    “Le persone chiamate a compiti di governo hanno naturalmente una responsabilità ulteriore, e quindi – come insegna Salomone – hanno ancora più bisogno dell’aiuto di Dio. Ma ciascuno ha la propria parte da fare, nella concreta situazione in cui si trova”.

    Ciascuno, ha detto il Papa, deve affidarsi alla retta coscienza ed essere in grado distinguere il bene dal male:

    “Una mentalità sbagliata ci suggerisce di chiedere a Dio cose o condizioni di favore; in realtà, la vera qualità della nostra vita e della vita sociale dipende dalla retta coscienza di ognuno, dalla capacità di ciascuno e di tutti di riconoscere il bene, separandolo dal male, e di cercare pazientemente di attuarlo e così contribuire alla giustizia ed alla pace”.

    Infine il Papa ha esortato tutti a seguire Gesù:

    "A tutti estendo l’invito a seguire Gesù, il vero tesoro dell’esistenza quotidiana. Buona domenica a tutti. Grazie di cuore per le vostre preghiere. Il Signore vi benedica. Grazie e buona domenica".

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    Si è spento a Roma il cardinale Virgilio Noè

    ◊   È deceduto questa mattina a Roma il cardinale Virgilio Noè, arciprete emerito della Basilica Vaticana, vicario generale emerito del Papa per la Città del Vaticano, presidente emerito della Fabbrica di San Pietro. Nato a Zelata di Bereguardo, nella diocesi di Pavia, il 30 marzo 1922, è stato ordinato sacerdote il primo ottobre 1944. Ha iniziato il ministero sacerdotale nella parrocchia del SS. Salvatore, in periferia di Pavia, creando un movimento giovanile, incentrato specialmente sulla partecipazione alla liturgia. Nel 1948 è stato inviato a Roma dal vescovo diocesano, mons. Carlo Allorio, e frequenta l'Università Gregoriana, dove, nel 1952, consegue la laurea in Storia Ecclesiastica, discutendo una tesi su "La politica religiosa dei re longobardi". Nel 1964 è chiamato a Roma come Segretario del Centro di Azione Liturgica (CAL), che proprio quell'anno viene assunto dalla Conferenza Episcopale Italiana come suo "Institutum Liturgicum Pastorale". Nel gennaio 1970 viene nominato Maestro delle Cerimonie Pontificie. Già dal maggio 1968, in veste di Segretario, aveva fatto parte del Comitato per la revisione delle Cerimonie Pontificie. Il 14 luglio 1975, con l’istituzione della nuova Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino, viene confermato come Sottosegretario nella Sezione Culto Divino del nuovo dicastero. Il 21 ottobre 1977, allo scopo di dare maggiore impulso all'attività del settore della Liturgia, è nominato Segretario aggiunto per la predetta Sezione del Culto Divino. Il 30 gennaio 1982 viene elevato alla dignità arcivescovile, come segretario della Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino - Sezione Culto Divino. Nel maggio 1989 viene nominato coadiutore del cardinale arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana, Delegato della Fabbrica di San Pietro e Presidente della Commissione Permanente per la tutela dei Monumenti storici ed artistici della Santa Sede. Dal 12 settembre 1993 al 1996 è stato anche Presidente della Commissione Cardinalizia per i Pontifici Santuari di Pompei, Loreto e Bari. E’ stato creato cardinale da Giovanni Paolo II nel Concistoro del 28 giugno del 1991. Ora il Collegio Cardinalizio è formato da 195 porporati di cui 114 elettori e 81 ultraottantenni. I cardinali italiani sono ora 45 di cui 23 elettori e 22 ultraottantenni. (A.L.)

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    Les Combes, il cardinale Bertone benedice il Foyer intitolato a Giovanni Paolo II

    ◊   “Siamo immersi nella bellezza della natura e questo spazio all’aperto oggi si fa tempio, chiesa, cattedrale per accogliere la nostra Celebrazione eucaristica e per unire i nostri cuori in una corale preghiera di ringraziamento e di lode al Signore”. E’ quanto ha affermato il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, in occasione, stamani, della benedizione del Foyer Giovanni Paolo II e del Sentiero Giovanni Paolo II a Les Combes. Ai fedeli riuniti a Les Combes è arrivato stamani anche il saluto di Benedetto XVI che, dopo la recita dell'Angelus, ha ricordato con particolare affetto "il tempo trascorso in quel luogo incantevole, plasmato dall'amore di Dio Creatore e santificato dalla presenza del Beato Giovanni Paolo II". “Questa valle – ha detto il cardinale Tarcisio Bertone nell'omelia - ha fatto da cornice al riposo, alla riflessione, alla preghiera personale o alla preghiera pubblica dell’Angelus domenicale di ben due Papi: Giovanni Paolo II, che ha soggiornato qui per ben dieci volte dal 1989 al 2004, e Benedetto XVI per tre volte nel 2005, 2006 e 2009”. Il cardinale segretario di Stato si è poi soffermato sul rito di benedizione della casa che ha avuto “tali insigni ospiti”. “Si tratta del Foyer che ha preso il nome di Giovanni Paolo II, ingrandito e reso più funzionale in alcune sue parti con l’apporto di generosi benefattori e maestranze che ringraziamo sentitamente”. “Chiediamo al Signore – ha aggiunto - di estendere la sua benedizione su tutte le case del Comune di Introd, sulle strade della valle, sui sentieri, sui pascoli e sui boschi dove i buoni abitanti della zona vivono e lavorano”. Il porporato ha ricordato, infine, ciò che il Beato Giovanni Paolo II disse rivolgendosi ai giovani durante la Gmg del 2000: “In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare”. “E' Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna”. (A.L.)

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    Oggi in Primo Piano



    Norvegia, sei arresti collegati agli attacchi di venerdì. Almeno 92 i morti

    ◊   Sei persone sono state arrestate ad Oslo dalla polizia nell'ambito di un'operazione avviata oggi in connessione con le stragi di venerdì scorso. Lo riferiscono diversi mezzi di informazione, ma al momento non vi è alcuna conferma ufficiale dalle autorità norvegesi. Intanto il bilancio del doppio attentato è salito ad 92 morti, cinque dispersi nel lago Tyriefjord e fra gli oltre 90 feriti circa 10 versano in condizioni critiche. E mentre il Paese resta sotto choc, continuano ad emergere i particolari dell’attacco e l’identikit del killer, Anders Breivik, che ieri ha confessato l’atroce massacro. Marco Guerra:

    Anders Breivik ha confessato il duplice attacco nel centro di Oslo e al raduno dei giovani laburisti sull’isola di Utoya. Secondo le indiscrezioni riportate dal suo legale, Breivik ha inoltre affermato di aver agito da solo. Un "atto atroce, ma necessario ", ha detto l’uomo al suo avvocato. Le autorità hanno spiegato che Breivik stava preparando l'attentato almeno dal 2009, secondo quanto scritto su un memoriale di 1.500 pagine pubblicato da lui stesso sul web. Nel testo Breivik spiega nei dettagli i preparativi, invocando "l'uso del terrorismo come mezzo per risvegliare le masse" e definendosi "il più grande mostro dopo la seconda guerra mondiale". Per il momento, l’unico autore accertato resta Breivik ma gli inquirenti stanno indagando su eventuali complici, soprattutto negli ambienti dell’estrema destra nord-europei. Intanto, emergono i particolari di un’azione pianificata minuziosamente, il cui obiettivo era uccidere quante più persone possibile. Un attacco che ha trovato impreparata le forze di sicurezza norvegesi, che ha impiegato un'ora e 30 minuti ad intervenire sulla scena del massacro di Utoya. Un ritardo attribuito alle difficoltà a trovare rapidamente un elicottero di intervento. E sullo sfondo di questa tragedia nazionale, la più grave dal dopo guerra, restano tanti interrogativi che animano la società norvegese, da sempre considerata fra le più aperte e tolleranti del continente europeo.

    Ma cosa c’è dietro questo duplice attentato e perché questi drammatici attacchi colpiscono proprio alcune nazioni dell’occidente che sembrano più immuni ai messaggi dell’intolleranza e della violenza? Marco Guerra lo ha chiesto Fulvio Scaglione, vicedirettore di Famiglia Cristiana:

    R. – Che cosa ci sia dietro alla strage, compiuta da quest’uomo giovane, è difficile dirlo. Certamente, c’è una costante ed è che questi fenomeni tragici avvengono principalmente in Paesi nordici o con caratteristiche da Paese nordico, come certi luoghi degli Stati Uniti. Io credo che sia una cultura per alcuni aspetti un po’ plumbea e molto basata sul senso della colpa sociale, cioè della costrizione sociale, e anche una società dove c’è molta apertura, ma un’apertura bilanciata da un senso della privacy, e quindi dell’individualismo quasi ossessivo. In questo terreno è più facile che avvengano certi episodi.

    D. – L’analisi di questi eventi non chiede anche risposte che vanno al di là della politica e che vanno ricercate negli aspetti più profondi che formano l’identità di un essere umano?

    R. - Indubbiamente. D’altra parte ogni essere umano è un mistero, un unicum e quindi in questo unicum ci può stare di tutto. Detto questo, io credo però che un minimo bisogna considerare anche il grado di cultura politica in cui è maturato questo Anders Breivik. Breivik è stato per 10 anni membro tesserato del Progress party che sulla propaganda anti islamica, anti multiculturalismo e anti su molte altre cose messe insieme, anche pretestuosamente, ha impostato tutta la campagna elettorale del 2009. Fermo restando che una persona giovane di 32 anni che raduna un sacco di giovani e poi gli spara addosso a sangue freddo è certamente folle.

    D. – Guardando all’identikit di Breivik vediamo che è stato definito “fondamentalista cristiano”, “massone”, “xenofobo”… Sono state trovate citazioni di Orwell e Machiavelli… Insomma presenta una personalità molto complessa …

    R. - E’ uno squilibrato che manifestava certe “idee”… D’altra parte, anche nel 2005, i giovani pachistani che si fecero saltare nella metropolitana di Londra, che almeno all’apparenza erano perfettamente inseriti nella società inglese, frequentavano le scuole inglesi, avevano amici, vicini di casa inglesi, erano ugualmente folli. Io credo che vada tenuto in conto - anche al di là dell’episodio di Oslo – che da anni in Europa sta maturando una cultura dell’intolleranza, che non è solo anti islamica ma anche, per esempio, fortemente anti semita. Dobbiamo preoccuparci e forse avere anche un poco di paura.

    D. – C’è un rischio di emulazione nel vecchio continente?

    R. – Non credo che ci sia un rischio maggiore rispetto a prima perché questi episodi nei Paesi nordici e nei Paesi anglosassoni sono purtroppo relativamente frequenti. Quindi non credo che ci sia un rischio di emulazione più di quanto non fosse esistente già prima. (bf)

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    Corno d'Africa, la risposta del Cesvi alla crisi umanitaria

    ◊   Sempre più grave la crisi in tutto il Corno d’Africa stremato da siccità, fame e violenze. Oltre 780 mila bambini rischiano di morire e altri 2 milioni in Etiopia, Kenya e Somalia sono gravemente denutriti. Cresce anche il fronte dei Paesi donatori, nonostante gli ostacoli posti dai ribelli islamici del gruppo integralista Shabaab che tengono isolate molte zone. Nella rete di Ong "Agire" presente nell’area, c’è il Cesvi. Il responsabile regionale Vincent Annoni spiega, al microfono di Gabriella Ceraso, quali sono le condizioni affinchè l’aiuto internazionale possa andare a buon fine.

    R. – La prima è che i fondi siano disponibili. Questo sta avvenendo, in particolare modo, per quanto riguarda la Somalia. La seconda condizione che si deve verificare è anche quella di capire esattamente cosa stia succedendo sul terreno e anche quali siano i reali bisogni della popolazione. Questo, nella fascia nord del Kenya, che è una anche delle più colpite, sta avvenendo perché l’accesso per le organizzazioni umanitarie è più facile. Per quanto riguarda il Sud della Somalia, procede tutto un po’ più lentamente. Noi, come Cesvi, in questo momento stiamo facendo indagini sui principali campi di sfollati a Mogadiscio, lungo la frontiera con il Kenya, per andare ad individuare i bisogni in termini, ad esempio, di protezione dell’infanzia.

    D. – Continua, intanto, il braccio di ferro con gli estremisti islamici del gruppo integralista islamico Shabaab che controllano il territorio, non permettono l’accesso alle organizzazioni umanitarie. Non riuscite proprio a trattare con loro?

    R. – Non possiamo considerarli come una controparte monolitica con la quale interagire. Al contrario, ogni singolo territorio nel sud della Somalia ha il proprio referente che decide un po’ a modo proprio. Chiaramente, le Organizzazioni internazionali lavorano con la società civile, fornendo tutta una serie di conoscenze, di mezzi, in modo che la società somala sia in grado di rispondere a questo bisogno.

    D. – Muoiono in media cinque bambini al giorno in alcuni campi profughi...

    R. – E' vero, i dati sulla malnutrizione infantile sono molto alti. In questo caso specifico stiamo parlando dei campi rifugiati di Dadaab in Kenya, al confine con la Somalia. Sono campi profughi realizzati per 90 mila persone che oggi ne accolgono 350 mila. Spesso sono famiglie che arrivano dopo chilometri e chilometri di traversata nel deserto e i bambini che sono già debilitati dal viaggio e dalla siccità degli anni precedenti, nel momento in cui dovessero avere la diarrea, se non sono subito assistiti, muoiono nel giro di un giorno.

    D. - C’è anche un altro inquietante fenomeno, quello dei trafficanti di uomini che speculano proprio su questi esodi di massa dalla Somalia …

    R. - Sì, purtroppo, è vero. Queste persone che si fanno pagare per attività illegali non assistono in realtà gli esuli nella traversata, ma li lasciano in mezzo al deserto e in alcuni casi ne approfittano per togliergli le ultime cose, se non addirittura per fargli violenza.

    D. – Come Cesvi, nel contesto più ampio di Agire ed insieme con altre organizzazioni, cosa sperate anche a livello di comunità internazionale?

    R. – Noi ci auguriamo di fornire il prima possibile, e il più possibile, assistenza e che sia la più pertinente possibile. Questo, nel momento in cui ci sono le risorse, è possibile. La seconda traccia sulla quale cerchiamo di lavorare è più ampia, più globale. Si tratta di riportare la situazione che sta vivendo il Corno d’Africa all’attenzione della comunità internazionale e all’attenzione di tutti i cittadini. Leggendo le prime pagine dei giornali su internet, io non vedo riportata la situazione che qui è drammatica. Questo mi preoccupa. (bf)

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    Sud Sudan, ucciso il capo del gruppo dei ribelli che aveva accettato la tregua

    ◊   Attenzione internazionale puntata sui primi passi del nuovo Stato del Sud Sudan. Dopo il referendum del 9 luglio scorso, che ha sancito la separazione di Juba da Karthoun, rimangono in piedi le irrisolte questioni per la sovranità sui territori di confine, ricchi di petrolio e altre materie prime. Desta, inoltre, preoccupanti interrogativi l’uccisione del leader dei ribelli del Sudan meridionale, Gatluak Gay, il cui gruppo aveva accettato il cessate-il-fuoco, proprio mentre le autorità sud-sudanesi stanno portando avanti una proposta di amnistia nei confronti di tutti i movimenti ribelli. Una situazione, dunque, ancora molto articolata. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Anna Bono, docente di Storia dei Paesi e delle Istituzioni africani all’Università di Torino:

    R. - L’aspetto più preoccupante è che, inevitabilmente, questo nuovo Stato nasce sotto il controllo di un’etnia, l’etnia Dinca. Sono i Dinca che hanno costituito la parte fondamentale dello Spla, ovvero del movimento leader della lotta indipendentista del Sud Sudan. Già dal 2005, quando è stato firmato l’accordo globale di pace, questo aspetto era evidente perché già alla costituzione del Sud Sudan come amministrazione semiautonoma la prevalenza dei Dinca - seguiti dai Nuer, che sono la seconda etnia più importante del Sud Sudan - creava tensioni, contrasti e scontenti. Una delle conseguenze è che gruppi armati che facevano parte dello Spla si sono allontanati dal movimento e in questo momento stanno combattendo e creando i problemi in alcune regioni del Sud Sudan.

    D. - Che cosa chiedono questi gruppi cosiddetti “minori”?

    R. - Molto probabilmente chiedono una posizione più importante all’interno del nuovo governo, un maggiore potere all’interno delle nuove istituzioni. Una delle sfide decisive di questo nuovo Stato è come i Dinca sapranno e vorranno spartire le cariche politiche e amministrative per evitare che questo nuovo Stato si frammenti, invece di consolidarsi come entità nazionale sulla base dei fattori culturali e sociali che comunque queste etnie hanno in comune.

    D. - Forse in questa fase, sono meno preoccupanti di quanto si pensasse i rapporti tra Juba e Khartoum… Com’è la situazione?

    R. - Khartoum ha deciso di imporre una tassa sul passaggio del petrolio, sappiamo che la maggior parte del petrolio si trova al sud, ma gli oleodotti che permettono la raffinazione e l’esportazione del petrolio si trovano al nord. Il problema grave lo stanno vivendo gli Stati di confine e le popolazioni che ci abitano. Stati come Abyei, Sud Kordofan, che stanno subendo attacchi violentissimi da parte del governo del nord che pretende con questi attacchi, con queste incursioni, di colpire i ribelli che non vorrebbero far parte del Nord Sudan, ma vorrebbero essere integrati al sud. La popolazione civile sta pagando le spese in un modo davvero drammatico, tanto che si avanzano già ipotesi di un nuovo genocidio ai danni di queste popolazioni.

    D. - Il Sud Sudan è entrato subito a far parte del Consesso internazionale con l’ingresso nell’Onu. C’è stata già, in queste prime settimane di vita del nuovo Stato, una ricaduta positiva?

    R. – Sì, naturalmente questo rafforza il governo di Juba a fronte di eventuali problemi con il nord. Tra l’altro si spiega, almeno in parte, con il fatto che in queste regioni si trovano la maggior parte dei giacimenti petroliferi della regione. Questo rende interessante lo Stato, non soltanto dal punto di vista politico, ma anche da un punto di vista economico: guardano tutti a Juba come ad un interlocutore, non solo politico, ma economico di estremo interesse. (ma)

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    Festa di Libera contro le mafie, don Ciotti: c'è bisogno di una politica trasparente

    ◊   E’ in corso a Firenze e Scandicci, in Toscana, la Festa nazionale di Libera contro le mafie: fondata da don Luigi Ciotti nel 1995, Libera è un coordinamento di oltre 1500 associazioni con l'intento di sollecitare la società civile nella lotta alla criminalità organizzata e a promuovere legalità e giustizia. Luca Collodi ha chiesto a don Ciotti di parlarci dell’obiettivo di questa festa:

    R. – Ci si potrebbe chiedere che cosa ci sia da festeggiare rispetto ad una situazione di impoverimento materiale e sociale del nostro Paese, dove il giro dell’illegalità – se sommiamo il riciclaggio, gli introiti della mafia, la corruzione – conta circa 560 miliardi di euro… E per questo, ci si chiede: ma che cosa c’è da festeggiare? Noi vogliamo festeggiare il protagonismo di questi ragazzi di ogni parte d’Italia che s’impegnano, la loro generosità… Vogliamo sottolineare il senso della responsabilità, la dimensione etica che incomincia proprio dalla coerenza dei nostri comportamenti, dei nostri linguaggi, del nostro esserci. E quindi, è un momento di riflessione, di approfondimento, di studio ma anche di memoria delle persone – qui ci sono molti familiari delle vittime – per trasformare quel dolore in impegno, in coerenza, in un esserci. Quindi, la speranza…

    D. – Qual è l’apporto della Chiesa nella lotta contro la mafia?

    R. – L’apporto della Chiesa è importante e fondamentale, e non posso dimenticare la grandezza di quel documento della Chiesa italiana “Educare alla legalità”, del 1991, che ricorda proprio che di fronte a queste situazioni un cristiano è chiamato a portare il proprio contributo, la propria testimonianza, a sporcarsi concretamente le mani; a saldare un po’ la terra con il cielo… E mi sembra importante e fondamentale. Qui ci sono anche tanti sacerdoti che sono fortemente impegnati nei loro territori, che operano con Libera. La Chiesa è chiamata a fare la propria parte con molta umiltà e con molta forza, ma la nostra parte dobbiamo farla!

    D. – La tanto auspicata nuova generazione di politici può migliorare la lotta alla mafia?

    R. – Sì! Abbiamo bisogno di trasparenza della politica, perché quando la politica è lontana dalla strada, quando la politica è lontana dalla storia della gente, dai veri problemi, la politica è lontana dalla politica! Quella non è politica ma un’altra cosa. La politica è proprio il servizio per il bene comune, il mettersi in gioco proprio per ridare dignità e libertà a tutte le persone. E quindi c’è bisogno di una politica chiara e trasparente, in questo momento. Ci sono belle testimonianze: non si può mai semplificare, mai generalizzare. Ma ci sono anche esempi che scoraggiano! Quindi, abbiamo bisogno di trasparenza e soprattutto, devo dire tornando alla Chiesa, che quel documento del 1991 diceva queste testuali parole, che io tengo a sottolineare: “laddove viene messa a rischio la dignità delle persone e laddove viene umiliato, soffocato un progetto di giustizia, la Chiesa ha il dovere di parlare e di fare”. (gf)

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    Roma, Trastevere in festa per la tradizionale processione della “Madonna fiumarola"

    ◊   Ritrovata nel 1535 dai barcaioli del Tevere, la statua della Madonna del Carmine è conservata nella piccola chiesa di Sant’Agata, nel rione di Trastevere, che presenta le tracce più antiche della presenza cristiana a Roma. Nel giorno della festa della Madonna del Carmine, come si ripete ogni anno dal 2000 grazie alla Confraternita della Madonna del Carmine, ha attraversato in processione tutte le strade del quartiere. Per l’intera settimana è rimasta nella chiesetta, esposta alla venerazione dei fedeli. Oggi si svolgerà la suggestiva rievocazione del suo ritrovamento. Don Matteo Zuppi, commissario della Confraternita, descrive al microfono di Antonella Palermo questo rito, così caro ai romani:

    R. – L’immagine della Madonna fu trovata sul Tevere – questa è la tradizione – per cui l’immagine verrà messa su una piccola imbarcazione e scenderà all’imbrunire lungo il Tevere, accompagnata dalla Confraternita. Vi sarà mons. Benedetto Tuzzi, vescovo ausiliare di Roma, e poi, arrivata a ponte Garibaldi, risalirà e sarà condotta nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, dove resterà per la venerazione tutta la notte, e domani percorrerà le altre strade del rione di Trastevere, per tornare poi di nuovo a Sant’Agata. Quindi, è molto suggestiva, perché è un’immagine tipica questa della Madonna, che scende per il Tevere. Tevere vuol dire anche qualcosa che attraversa tutta la città e l’acqua è ciò che dà la vita. Noi crediamo appunto che Maria ci conduca a Gesù, che è quella fonte della vita che può rispondere ad una sete così profonda e così drammatica qualche volta, che segna la vita degli uomini.

    D. – Quali sono le speranze, le richieste che i fedeli affidano a questa Madonna?

    R. – Veramente un po’ di tutto. Negli ultimi anni abbiamo tolto le candele elettriche e abbiamo rimesso i lumini e le candele di cera. Quanti lumini accessi, accompagnati dai piccoli fuochi di preghiera, che abbiamo lasciato appunto a disposizione dei fedeli, pieni delle richieste più drammatiche, più profonde, più personali e anche di tanto, tanto ringraziamento. Quante richieste di compagnia, di vicinanza, ovviamente di guarigione. Questo fa parte, se vogliamo, della debolezza, della fragilità umana. quante richieste di non essere soli, di sentire l’amicizia degli altri. Sono tantissime! (ap)

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    A Torino conferenze dedicate a San Giuseppe Cafasso e al Beato Luigi Boccardo

    ◊   Sono iniziate domenica scorsa a Torino, più precisamente nell’Abbazia benedettina di Novalesa, in Val di Susa, cinque conferenze domenicali per riscoprire l’impegno di due Santi piemontesi dell’ottocento: San Giuseppe Cafasso e il Beato Luigi Boccardo. Un’occasione per riscoprire due figure che si sono particolarmente distinte per l’aiuto verso i più bisognosi e per il contributo nella formazione dei giovani sacerdoti. Giorgia Innocenti ne ha parlato con padre Paolo Maria Gionta, rettore dell’Abbazia:

    R. - San Giuseppe Cafasso è una personalità molto nota nel mondo cattolico. E’ un Santo di cui ricorre quest’anno il bicentenario della nascita. Nacque infatti nel 1811. E’ stato definito la perla del clero italiano e la sua spiritualità, il suo insegnamento è valido tanto per i sacerdoti, forse soprattutto, ma anche per i laici, per tutta la Chiesa. L’altra figura invece è molto meno nota: il Beato Luigi Boccardo, elevato agli onori degli altari due anni fa. Lui è fondatore di un istituto di vita religiosa per cieche, di lui ricorre 150.mo anniversario della nascita.

    D. - Don Luigi Boccardo è ricordato per la sua attività con i cechi, vuole ricordare questi Santi sociali, anche alla luce del 150,mo dell’Unità d’Italia?

    R. - I 150 anni dell’Unità d’Italia, Italia che è nata attorno a Torino… La provvidenza ha suscitato questi grandi Santi che hanno unito in maniera profonda e feconda una intensissima spiritualità, una dedizione a Dio incondizionata, con il servizio al prossimo, al più umile. Qui l’incipiente urbanizzazione portava a riversare folle. Sono venute incontro ad alcune esigenze di assistenza sociale, alle quali nessuno neanche lo Stato allora pensava, allora don Bosco con i giovani che al fatto stesso ha dato tanta assistenza alla popolazione disagiata di Torino di quell’epoca. Ricordo, poi che il Beato Luigi Boccardo non è noto solo per questa istituzione religiosa, ma forse soprattutto, sulla linea San Giuseppe Cafasso, per la formazione dei preti, ha lavorato molto al Convitto: due Santi quindi, impegnati per il clero, ma attraverso il clero volevano raggiungere tutta la società di Torino e del Piemonte di allora.

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    Chiesa e Società



    I vescovi argentini: l'educazione dei figli, dovere e diritto inalienabile dei genitori

    ◊   Il dovere e il diritto dei genitori di istruire i loro figli è “originale e primario, insostituibile e inalienabile”. Lo Stato non può, non deve intromettersi nelle questione inerenti all’educazione, in particolare sessuale, invadendo gli ambiti della libertà della famiglia, dei genitori ai quali spetta la scelta formativa per i propri figli. È la critica ribadita da mons. Héctor Aguer, arcivescovo della Plata e presidente della Commissione per l’educazione cattolica della Conferenza episcopale dell’Argentina, il quale ha riproposto gli orientamenti per un’educazione integrale della prima infanzia fondata sui principi dell’antropologia cristiana e il diritto-dovere degli educatori cattolici a esercitare, insieme con la famiglia un ruolo primario nel cammino formativo delle giovani generazioni. “Negli ultimi anni — ha sottolineato il presule citato dall’Osservatore Romano — sta prendendo sempre più spazio un’ideologia ufficiale nella scuola che si manifesta non solo nel delicato tema della educazione sessuale, ma in quasi tutti i settori». In particolare il presule è tornato a criticare le linee guida governative, obbligatorie, per l’educazione sessuale integrale, giudicandole “moralmente discutibili specialmente a riguardo dei metodi di prevenzione che esse contengono”. Una cosiddetta «educazione sessuale» per bambini e adolescenti fondata esclusivamente sulle pratiche contraccettive e svincolata dal riferimento al valore della dignità della persona, «alla virtù, all’amore, alla castità, al matrimonio, alla famiglia». L’arcivescovo ha anche evidenziato l’imposizione dell’«ideologia del genere nella scuola», un concetto utilizzato per coprire la pretesa di una «sessualità polimorfa» e promuovere “la preferenza o orientamento sessuale esercitato come un diritto”.

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    La rappresentanza vaticana all’Onu promuove un incontro su giovani e dignità umana

    ◊   Un incontro dal titolo “Proteggere i giovani e promuovere la dignità umana” viene promosso domani dalla Santa Sede a New York, in concomitanza con la riunione di alto livello dedicata ai giovani dall’Onu il 25 e 26 luglio. Ad organizzare l’evento è la Missione di Osservazione Permanente guidata dall’arcivescovo Francis Chullikat che accoglierà i relatori, esponenti di organizzazioni per la tutela e il sostegno dei giovani, diplomatici e delegati cattolici alla riunione dell’Onu nell’Auditorium della Chiesa della Santa Famiglia di Manhattan (ore 13.15-14.45). Interverrà, in apertura, Leah Darrow, ex top model, che parlerà della sua esperienza personale nella scoperta della virtù della modestia e del valore della castità in una cultura, quale quella occidentale, fortemente condizionata e orientata dalle apparenze e dal piacere. A seguire la relazione di Kristan Hawkins, direttrice dell’associazione “Studenti per la Vita”, sulla propria attività a favore della promozione della vita tra gli studenti dei campus americani. Jeffrey Azize e Michael Campo, rispettivamente attore e produttore del documentario “L’esperienza umana”, esporranno successivamente alcuni episodi salienti avvenuti nei loro viaggi intorno al mondo e le “lezioni di vita” ricevute dai senza tetto di New York, dai bambini abbandonati del Perù e dai lebbrosi del Ghana. Da Meghan Knighton, dell’Associazione cattolica di Assistenza per il Medio Oriente (CNEWA), verrà infine un contributo sulla missione dell’Associazione al servizio della dignità umana attraverso la fornitura di alloggi di emergenza, cure sanitarie, programmi di microcredito e servizi terapeutici per malati e disabili. (A cura di Marina Vitalini)

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    Santiago de Compostela celebra la festa di San Giacomo

    ◊   Viene celebrata domani a Santiago de Compostela in Galizia, nel nord-ovest della Spagna, la festa di San Giacomo il Maggiore Apostolo, Patrono del Paese, la cui tomba è custodita nella Cattedrale compostelana; la solennità cade quest’anno nell’VIII centenario di consacrazione della Cattedrale - 21 aprile 1211 – celebrato con una solenne Eucaristia l’8 maggio scorso. In preparazione alla festa si è tenuta dal 15 al 23 luglio la tradizionale Novena, con la recita dei Vespri e la Santa Messa, durante la quale il vescovo di Ciudad Rodrigo Raúl Berzosa ha tenuto l’omelia. Il rito odierno inizia con la processione del Capitolo cattedralizio nella Piazza antistante la Cattedrale e prosegue con la Santa Messa presieduta dall’arcivescovo di Santiago de Compostela Julián Barrio Barrio, con il quale concelebreranno i vescovi delle diocesi galiziane. Nel corso della Messa, dopo la professione di fede, il presidente del Parlamento della Galizia, signora Pilar Rojo Noguera, delegata del Re Juan Carlos I, rivolgerà la tradizionale “ofrenda” (supplica) all’Apostolo, una cerimonia istituita nel 1643 da Filippo IV, con la quale il Re o un rappresentante, scelto tra personalità istituzionali, invoca l’intercessione del Patrono per il bene della Nazione. Prendono inoltre parte al rito vescovi di altre diocesi spagnole, rettori di seminari, religiosi missionari. A Roma, la solennità del Santo Patrono della Spagna viene osservata con Celebrazione Eucaristica nella Chiesa nazionale spagnola di Santiago y Montserrat presieduta dall’arcivescovo Luis F. Ladaria, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede . (M.V.)

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    Kenya: i missionari di Maryknoll celebrano i 100 anni di fondazione

    ◊   Il 2011 è un anno particolarmente significativo i Missionari di Maryknoll: quest’anno, infatti, la Società per le Missioni Estere degli Stati Uniti d'America celebra i cento anni dalla fondazione e i 65 di operato in Africa. Tra i tanti eventi in programma per festeggiare queste due ricorrenze, particolarmente significativa è stata la Messa, celebrata nei giorni scorsi, dal Nunzio Apostolico in Kenya, mons. Alain Paul Lebeaupin. Il presule ha presieduto la celebrazione eucaristica a Nairobi, nella Maryknoll House, e nella sua omelia ha ringraziato tutti i missionari in Africa per il loro zelo pastorale: “Grazie al vostro impegno – ha detto – questo continente si è aperto allo sviluppo spirituale ed umano”. Attualmente, i membri della Società - che comprende sacerdoti, religiosi, religiose, missionari laici, affiliati e volontari - operano in cinque Paesi africani: Kenya, Tanzania, Etiopia, Sudan e Namibia. Dal suo canto, il superiore regionale per l’Africa, padre Lance Nadeau, ha ringraziato gli africani per l’accoglienza offerta ai missionari nella loro opera evangelizzatrice. “Senza l’ospitalità africana – ha detto – il nostro lavoro pastorale nel continente non sarebbe stato affatto facile. Ringraziamo Dio per questo. L’Africa ci ha aperto il suo cuore, contribuendo molto al nostro operato”. Ad oggi, il continente africano conta 78 missionari di Maryknoll, 33 religiose e 15 missionari laici. (I.P.)

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    Anno internazionale della Gioventù: riunione di alto livello all’Onu

    ◊   L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dedica ai giovani una riunione di alto livello a New York, domani e lunedì, nel contesto dell’Anno internazionale della Gioventù in corso dal 12 agosto 2010 all’11 agosto 2011. L’incontro è particolarmente rivolto ai giovani tra i 15 e i 24 anni, che rappresentano il 18% della popolazione globale, ovvero circa 1,2 miliardi di persone: di queste l’87% vive nei Paesi in sviluppo, con sfide quotidiane da affrontare per il limitato accesso alle risorse, alla sanità, istruzione, occupazione. A caratterizzare la prima giornata dei lavori, due tavole rotonde interattive che porranno rispettivamente a tema il “Rafforzamento della cooperazione internazionale per i giovani e la promozione del dialogo e della partecipazione giovanile attiva quali elementi indispensabili per l’integrazione sociale, la piena occupazione e l’eliminazione della povertà” e “Le sfide allo sviluppo giovanile e le opportunità per lo sradicamento della povertà, l’occupazione e lo sviluppo sostenibile”. La seconda giornata dell’incontro prevede due riunioni plenarie dell’Assemblea Generale sul tema centrale dell’evento “I giovani: dialogo e comprensione reciproca”. Al termine della due giorni verrà adottato un documento finale sulla piena attuazione delle politiche già esistenti concernenti lo sviluppo giovanile e sulla partecipazione dei giovani all’economia globale e alla crescita sociale. All’elaborazione del testo hanno concorso diverse organizzazioni giovanili invitate a sottoporre all’Assemblea le loro preoccupazioni e priorità e i loro suggerimenti. L’ “Anno della Gioventù 2010-2011” è stato stabilito dall’Assemblea Generale nel dicembre 2009, con la finalità di promuovere gli ideali della pace, il rispetto dei diritti umani e la solidarietà tra generazioni, culture religioni e civiltà. Nei sussidi elaborati in vista dell’ “Anno” l’Onu ha voluto dare speciale rilievo al contributo offerto dai giovani alla lotta contro la povertà e la fame nelle loro comunità di appartenenza, alla promozione di stili di vita rispettosi dell’ambiente e all’uso innovativo delle nuove tecnologie, con l’obiettivo di ridurre il divario tra fasce agiate e fasce emarginate della popolazione e di creare società più solidali. (M.V.)

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    Gmg: il 17 agosto a Madrid incontro per i giovani dell'Azione cattolica di tutto il mondo

    ◊   Mercoledì 17 agosto si terrà a Madrid in incontro per i giovani di Azione cattolica di tutto il mondo che parteciperanno alla Giornata mondiale della gioventù (Gmg). L’iniziativa, promossa dal Coordinamento giovani del Forum internazionale di Azione Cattolica, è incentrata sul tema “Testimoni di speranza cristiana nel mondo intero”. E’ tratto dal messaggio di Benedetto XVI per la Gmg di Madrid – spiega al Sir Chiara Finocchietti, responsabile del Coordinamento – ed è “una bella sintesi dell’impegno che i giovani di Azione Cattolica condividono con tutti i giovani alla sequela di Cristo nella Chiesa”. Durante l’incontro verranno proiettati due video sui beati Pier Giorgio Frassati e Manuel Lozano Garrido Lolo. Interverrà, tra gli altri, mons. Giacinto Marcuzzo, vescovo ausiliare di Nazareth e incaricato per la pastorale giovanile del Patriarcato latino di Gerusalemme per rimarcare “il legame speciale che unisce i giovani di Azione Cattolica alla terra di Gesù e ai giovani cristiani che la abitano”. Hanno già confermato la loro presenza diversi giovani dell’Azione cattolica provenienti da Argentina, Bulgaria, Burundi, Iraq, Italia, Messico, Myanmar, Moldova, Romania, Terra Santa, Ucraina, Venezuela. Sono attesi, inoltre, rappresentanti di Albania, Bielorussia, Malta, Polonia e Slovacchia. (A.L.)

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    Costa d’Avorio: seminario sul ruolo della donna a servizio della riconciliazione

    ◊   Valorizzare il ruolo della donna, fondamentale per il processo di riconciliazione e ricostruzione post-crisi in Costa d’Avorio. È questo l’obiettivo principale che la Comunità cattolica Madre del Divino Amore (CMDA) intende raggiungere con l’ottava edizione del Seminario internazionale delle donne. L’evento avrà luogo nella Cattedrale di San Paolo du Plateau ad Abidjan dal 29 al 31 luglio, sul tema “Rallegrati, donna, una grazia ti è stata fatta”. La Costa d’Avorio sta, infatti, tentando di tornare alla normalità dopo mesi di guerra civile scatenatasi dopo le elezioni presidenziali della fine del 2010. Violenze e disordini tra i sostenitori del presidente uscente Laurent Gbagbo e quelli dello sfidante Allascane Ouattara, risultato vincente alle urne, hanno devastato a lungo il Paese e la situazione si è risolta solo nell’aprile scorso, con l’arresto di Gbagbo. “IL CMDA vuole incoraggiare le donne a prendere il proprio posto nella storia della nuova Costa d’Avorio – spiega Sr. Marie Laure Boni, responsabile della Comunità – Le donne hanno visto molti dei loro figli uccisi o bruciati per le strade, devono svolgere pienamente il proprio ruolo con il marito, le sorelle e i fratelli, la famiglia, i bambini, così da guarire, grazie al potere materno del loro amore, tutte le ferite provocate dalla crisi del Paese”. 230 le donne attese al Seminario, provenienti, tra l’altro, da Burkina Faso, Benin e Senegal. “La donna non può giocare a pieno il proprio ruolo – continua Sr. Boni – se lei stessa non ne è convinta, non è una donna di valore che ha sperimentato una profonda pace interiore, che ha provato la grazia di Dio e che ha ben compreso la missione che le è stata assegnata”. La ragion d’essere del Seminario, quindi, conclude la religiosa, è quella di “permettere ad ogni donna di riscoprire la grazia di Dio”, così che “ciò che è successo in Costa d’Avorio non si ripeta mai più”. Da notare, infine, che il Seminario si svolgerà sotto il patrocinio dell’Arcivescovo di Abidjan, mons. Jean-Pierre Kutwa. (I.P.)

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    Messico: incontro dei Gesuiti sulla comunicazione in America Latina

    ◊   Si terrà dal primo al 6 agosto a Guadalajara, in Messico, il V incontro dei Gesuiti coordinatori provinciali per la Comunicazione dell'America Latina e Caraibi. Gli obiettivi sono di analizzare l'attuazione degli impegni presi durante il IV incontro di due anni fa e illustrare i nuovi progetti di comunicazione delle varie Province. Sarà anche un’occasione per riflettere su come rispondere dal punto di vista comunicativo al Progetto Apostolico Comune ed esaminare i social network, con i loro vantaggi e i loro rischi. Altra finalità dell’incontro è quella organizzare il futuro della comunicazione interprovinciale in America Latina. L’iniziativa – spiega l’agenzia Fides - fa parte di un lungo cammino iniziato negli anni ‘70. Dal 1979 i Gesuiti hanno chiesto sistematicamente alle Province l'attuazione di un progetto di formazione nel campo della comunicazione sociale. Nel IV incontro dei coordinatori tenutosi due anni fa a Bogotá (2009) si è posto l'accento sull'utilità di avere delle commissioni provinciali per la comunicazione sulla scia della positiva esperienza del Messico. Allo stesso tempo sono state indicate tre linee di azione: formazione per la comunicazione; comunicazione per la fede e la giustizia; miglioramento la comunicazione. Nel V Incontro si esaminerà come procedere per l'applicazione di queste tre linee guida. (A.L.)

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    A settembre incontro di coordinamento della Pastorale familiare di Buenos Aires

    ◊   Si terrà il 24 e 25 settembre, nella Chiesa di Santa Caterina da Siena di Buenos Aires, il primo incontro di coordinamento della Pastorale familiare dell’arcidiocesi. Il convegno sarà destinato a tutti coloro che lavorano nel settore, operando nelle parrocchie, nei movimenti ecclesiali e nelle scuole. Presentando l’evento, il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo della città, ha invitato i fedeli a “difendere e promuovere la vita e la famiglia nel Paese”. Il porporato ha poi sottolineato “l’incommensurabile ricchezza della vocazione al matrimonio e alla vita familiare, come fondamento della società e della Chiesa” ed ha quindi chiesto “preghiere di ringraziamento per il dono della vita”. “Bisogna valorizzare la vita – ha detto il porporato – e difenderla e benedirla ogni giorno”. L’arcidiocesi di Buenos Aires celebra e proclama il valore della vita e della famiglia. “Chiediamo a Dio – ha affermato il cardinale Jorge Mario Bergoglio - che tutti noi battezzati possiamo rinnovare il nostro impegno a servizio della vita e della famiglia cristiana”. Riferendosi poi all’incontro in programma per settembre, porporato ha ricordato che l’evento “sarà uno spazio prezioso che ci spingerà a riscoprire la ricchezza di una pastorale organica, rafforzando le tante persone impegnate nella vita arcidiocesana della Chiesa”. “Lavoreremo organicamente – ha concluso – affinché le famiglie prendano vita”. (I.P.)

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    Polonia: VI Congresso internazionale di Maria Ausiliatrice

    ◊   Si terrà da mercoledì 3 a sabato 6 agosto, il VI congresso internazionale di “Maria Ausiliatrice” a Częstochowa in Polonia. L’evento, promosso dall’Associazione di “Maria Ausiliatrice”, coinvolgerà l’intera comunità diocesana, con oltre mille persone provenienti da circa 40 nazioni. Il motto sarà “Totus tuus”, scelto da Papa Giovanni Paolo II per il suo Pontificato. L’incontro, spiega don Pierluigi Cameroni all’agenzia Sir, intende essere di “stimolo per rinnovare, alla scuola di Maria, l’impegno ad essere discepoli autentici e apostolici, appassionati nel portare il Vangelo ai giovani”. Il programma prevede, tra l’altro, relazioni bibliche e storiche. Verranno inoltre rivisitate alcune figure di Santi della famiglia salesiana e quella di Giovanni Paolo II da parte del cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia. Tra gli altri parteciperanno all’incontro, don Pasqual Chávez Villanueva, rettore maggiore dei salesiani, e madre Yvonne Reungoat, superiora generale delle figlie di Maria. (G.I.)

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    Bulgaria: a Belozem festival internazionale di musica cristiana

    ◊   Belozem, un piccolo paese della pianura dell’antica Tracia, in Bulgaria, ospiterà dal primo al sei agosto prossimi il Festival internazionale giovanile, di ispirazione cristiana, intitolato quest’anno “i cavalieri della luce”. Il festival prevede incontri di formazione cristiana, gruppi di discussione e conferenze. Lo scopo è di preparare i giovani ad approfondire la propria fede come nuovi cavalieri pieni di ideali alimentati dal desiderio di giustizia e di pace. Sarà presente anche la Scuola di danza bulgara. Le giornate saranno scandite da workshop musicali e dall’annuncio della Buona Novella tramite la musica. Saranno presenti a Belozem anche cantautori e gruppi musicali provenienti da diversi Paesi europei. (A.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    Stati Uniti, rinviato di 24 ore l’accordo sul debito

    ◊   Si è concluso senza l’accordo sul debito l'incontro di ieri tra il presidente Usa, Barack Obama, e i leader democratici e repubblicani del Senato. Rinnovato l'impegno a trovare l'intesa nelle prossime ventiquattro ore. Obama ha spiegato di essere contrario ad un innalzamento a breve del tetto di indebitamento. Lo speaker della Camera, Boehner, ha già annunciato la ripresa dei negoziati e ha garantito che "entro lunedì sarà mandato un segnale positivo alle borse".

    Stati Uniti, sparatoria
    Una nuova tragedia della follia è avvenuta negli Stati Uniti, in Texas, dove un uomo ha sparato in una pista di pattinaggio uccidendo 5 persone e poi si è tolto la vita. Secondo fonti della polizia, l'uomo aveva appena litigato con la moglie. Le stesse fonti non hanno reso noto l’identità delle vittime ma assicurano che non vi sono bambini colpiti.

    Cina, incidente ferroviario
    È almeno di 42 morti e più di 200 feriti il bilancio, ancora provvisorio, di uno scontro fra due treni ad alta velocità nell'est della Cina. L'incidente è avvenuto lungo la tratta fra Hangzhou e Wenzhou, nella provincia orientale dello Zhejiang. Secondo quanto riportato dall'agenzia Xinhua, uno dei due convogli ha tamponato l'altro su un ponte e diversi vagoni sono deragliati e precipitati nel fiume sottostante. La Farnesina ritiene improbabile che ci fossero stranieri a bordo.

    Libia, raid Nato
    Proseguono le incursioni aeree della Nato su obbiettivi del regime di Tripoli. Colpito il compound del leader libico Muammar Gheddafi nel centro della capitale. Lo hanno riferito testimoni che parlano di alte colonne di fumo che si innalzano in cielo dalla residenza di Bab al Aziziya. Il raid è giunto dopo che il colonnello libico ha diffuso nella tarda serata di ieri un messaggio audio nel quale critica le rivolte in Egitto e Tunisia. Il rais ha inoltre lodato il deposto presidente egiziano Hosni Mubarak, definendolo "povero e modesto". Nel suo discorso, mandato in onda nell'anniversario del colpo di Stato che nel 1952 mise fine alla monarchia libica, Gheddafi ha affermato che la rivolta nel suo paese è frutto di un "complotto coloniale". Infine la Germania ha annunciato un prestito di 100 milioni di euro per aiuti umanitari agli insorti.

    Egitto, scontri tra manifestanti “pro” e “contro” le autorità militari
    Sono circa 300 i feriti degli scontri avvenuti ieri sera nel quartiere di Abbasseya al Cairo fra manifestanti che contestano il Consiglio supremo delle forze armate e altri che invece sono favorevoli all'esercito. Gli scontri sono esplosi quando un gruppo di manifestanti ha lasciato piazza Tahrir per dirigersi al ministero della Difesa scandendo slogan contro il potere militare. Ad essi si è contrapposto un altro gruppo a favore dell'esercito, che aveva schierato blindati per impedire l'accesso alla zona del ministero. Dalla caduta di Hosni Mubarak, l'11 febbraio scorso, l'Egitto è di fatto governato dal Consiglio supremo delle forze armate che da settimane è oggetto di contestazioni da parte dei manifestanti che rivendicano riforme più incisive e veloci.

    Yemen, violenze
    Non si fermano gli attacchi degli insorti integralisti nello Yemen. Cinque persone sono rimaste uccise e altre 14 ferite nell'esplosione di un'autobomba nei pressi di un campo militare ad Aden, la principale città del sud dello Yemen. L'auto e' esplosa davanti al campo militare nel momento in cui le truppe stavano per uscirne per delle operazioni nella provincia di Abyane, dove le forze di sicurezza sono impegnate dallo scorso maggio in combattimenti contro militanti sospettati di legami con Al Qaida.

    Corea del Nord nucleare
    Il vice ministro degli Esteri nordcoreano Kim Kae-gwan è stato invitato a New York alla fine della prossima settimana per colloqui con funzionari statunitensi sul dossier nucleare. Lo ha reso noto il segretario di stato Hillary Clinton.

    Corea del Sud, introdotta la castrazione chimica
    La Corea del Sud ha emanato una legge che consente l'uso della 'castrazione chimica' nei confronti di persone condannate per pedofilia. Si tratta del primo Paese asiatico a permettere questa pena. Lo ha annunciato il ministero della Giustizia. La legge conferisce ai giudici il potere di ordinare, per chi ha commesso abusi sessuali su bambini sotto i 16 anni, una procedura medica, nota come 'castrazione chimica', che può durare fino a 15 anni. ''La legge entra in vigore oggi'', ha detto un funzionario.

    Roma, incendio alla stazione Tiburtina
    Intesi disagi da questa mattina per la circolazione ferroviaria nel nodo di Roma, a causa di un grave incendio nei cantieri della nuova stazione Tiburtina. I vigili del fuoco hanno lavorato alcune ore per domare le fiamme, le cui origini non sono state ancora accertate. Notevoli i danni rilevati dalle Ferrovie dello Stato, secondo cui ci saranno ripercussioni sulla circolazione per diversi giorni. Al momento, la struttura del cantiere rischia il collasso e si registrano ritardi negli arrivi dei treni anche di 5 ore. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 205

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli e Miriam Ayele.