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Sommario del 22/01/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Massima cura pastorale per la preparazione e ammissione al matrimonio: così il Papa alla Rota Romana
  • Marcia nazionale per la vita a Parigi. Il messaggio del Papa: promuovere per tutti una esistenza degna e fraterna
  • Altre udienze
  • Mons. Santos Abril y Castelló nominato vice camerlengo di Santa Romana Chiesa
  • “Un gesto profetico”: editoriale di padre Lombardi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Scontri in Albania: il premier ribadisce la linea dura
  • Teheran: no alla sospensione dell’arricchimento dell’uranio
  • Il segretario generale del Cec: cristiani uniti nella testimonianza dell'amore
  • Edizione italiana di 'Aborting America' del dott. Nathanson: da abortista a difensore della vita
  • Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Australia: i vescovi preoccupati per la situazione dei richiedenti asilo
  • Il rispetto della libertà religiosa nell’agenda della prossima assemblea del Consiglio d’Europa
  • Cattolici e luterani piantano un ulivo di pace a San Paolo fuori le Mura
  • Aperto a Roma il Consiglio nazionale dell'Azione Cattolica
  • Bologna: lectio magistralis del cardinale Caffarra su comunicazione e sfida educativa
  • A Nairobi la Conferenza internazionale sull’Economia di Comunione
  • Colombia: nuova scuola on line per conseguire il diploma
  • In Africa sorgerà un nuovo ospedale di frontiera, simbolo di pace e cooperazione
  • Usa: a breve l’apertura di un grande Centro per ragazze madri
  • Regno Unito: entro la fine dell’anno nuovo Messale Romano in inglese
  • 24 Ore nel Mondo

  • Algeria in piazza. Arresti e tafferugli tra manifestanti e polizia nella capitale
  • Il Papa e la Santa Sede



    Massima cura pastorale per la preparazione e ammissione al matrimonio: così il Papa alla Rota Romana

    ◊   Occorre “avere la massima cura pastorale” riguardo alla preparazione e ammissione al matrimonio perché coloro che intendono sposarsi sono i primi interessati a celebrare un matrimonio valido. E’ quanto ha detto il Papa stamani, ricevendo i componenti della Rota Romana per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario. Benedetto XVI ha quindi esortato a sviluppare un’efficace azione pastorale volta a prevenire le nullità matrimoniali. Ce ne parla Sergio Centofanti:

    Di fronte all’attuale crisi della famiglia il Papa invita ad “avere la massima cura pastorale” nella preparazione e ammissione al matrimonio, lamentando il fatto che spesso i corsi prematrimoniali, l'esame degli sposi, le pubblicazioni e gli altri mezzi opportuni per compiere le necessarie investigazioni, sono visti come “adempimenti di natura esclusivamente formale”. Infatti – osserva - è diffusa la mentalità che, “nell'ammettere le coppie al matrimonio, i pastori dovrebbero procedere con larghezza, essendo in gioco il diritto naturale delle persone a sposarsi”. Benedetto XVI esorta a lasciarsi guidare dall’amore per la verità nel considerare lo ius connubii, ovvero il diritto a sposarsi:

    “Non si tratta, cioè, di una pretesa soggettiva che debba essere soddisfatta dai pastori mediante un mero riconoscimento formale, indipendentemente dal contenuto effettivo dell'unione. Il diritto a contrarre matrimonio presuppone che si possa e si intenda celebrarlo davvero, dunque nella verità della sua essenza così come è insegnata dalla Chiesa. Nessuno può vantare il diritto a una cerimonia nuziale. Lo ius connubii, infatti, si riferisce al diritto di celebrare un autentico matrimonio”.

    Per ammettere al matrimonio sarà perciò necessaria una seria verifica delle convinzioni dei fidanzati circa gli impegni irrinunciabili per la validità del sacramento:

    “Un serio discernimento a questo riguardo potrà evitare che impulsi emotivi o ragioni superficiali inducano i due giovani ad assumere responsabilità che non sapranno poi onorare”.

    I fidanzati, cioè, devono essere messi in grado di scoprire la verità della loro vocazione al matrimonio con le sue caratteristiche di unità e indissolubilità. Importante in questo contesto è l'esame prematrimoniale che non deve essere considerato un mero “passaggio burocratico”:

    “Si tratta invece di un'occasione pastorale unica - da valorizzare con tutta la serietà e l’attenzione che richiede - nella quale, attraverso un dialogo pieno di rispetto e di cordialità, il pastore cerca di aiutare la persona a porsi seriamente dinanzi alla verità su se stessa e sulla propria vocazione umana e cristiana al matrimonio. In questo senso il dialogo, sempre condotto separatamente con ciascuno dei due fidanzati - senza sminuire la convenienza di altri colloqui con la coppia - richiede un clima di piena sincerità, nel quale si dovrebbe far leva sul fatto che gli stessi contraenti sono i primi interessati e i primi obbligati in coscienza a celebrare un matrimonio valido”.

    In questo modo “si può sviluppare un'efficace azione pastorale volta alla prevenzione delle nullità matrimoniali”:

    “Bisogna adoperarsi affinché si interrompa, nella misura del possibile, il circolo vizioso che spesso si verifica tra un'ammissione scontata al matrimonio, senza un’adeguata preparazione e un esame serio dei requisiti previsti per la sua celebrazione, e una dichiarazione giudiziaria talvolta altrettanto facile, ma di segno inverso, in cui lo stesso matrimonio viene considerato nullo solamente in base alla costatazione del suo fallimento”.

    Il Papa invita tutti coloro che agiscono nella pastorale familiare ad una forte presa di coscienza circa la responsabilità in questa materia. Esorta poi i tribunali ecclesiastici a trasmettere “un messaggio univoco circa ciò che è essenziale nel matrimonio, in sintonia con il Magistero e la legge canonica, parlando ad una sola voce”. Ribadisce quindi la “necessità di giudicare rettamente le cause relative all'incapacità consensuale”:

    “La questione continua ad essere molto attuale, e purtroppo permangono ancora posizioni non corrette, come quella di identificare la discrezione di giudizio richiesta per il matrimonio con l’auspicata prudenza nella decisione di sposarsi, confondendo così una questione di capacità con un'altra che non intacca la validità, poiché concerne il grado di saggezza pratica con cui si è presa una decisione che è, comunque, veramente matrimoniale. Più grave ancora sarebbe il fraintendimento se si volesse attribuire efficacia invalidante alle scelte imprudenti compiute durante la vita matrimoniale”.

    Il pericolo - rileva - è “quello di cercare dei motivi di nullità nei comportamenti che non riguardano la costituzione del vincolo coniugale bensì la sua realizzazione nella vita. Bisogna resistere alla tentazione di trasformare le semplici mancanze degli sposi nella loro esistenza coniugale in difetti di consenso”.

    Il Papa conclude le sue riflessioni invitando a superare l’apparente contrapposizione tra il diritto e la pastorale, perché - come diceva Giovanni Paolo II - “non è vero che per essere più pastorale il diritto debba rendersi meno giuridico”. La dimensione giuridica e quella pastorale, infatti, “sono inseparabilmente unite nella Chiesa pellegrina su questa terra”, in quanto “vi è una loro armonia derivante dalla comune finalità: la salvezza delle anime”.

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    Marcia nazionale per la vita a Parigi. Il messaggio del Papa: promuovere per tutti una esistenza degna e fraterna

    ◊   Un incoraggiamento ad "amare e onorare la vita di ogni uomo e ogni donna dal concepimento fino alla morte naturale": lo rivolge il Papa agli organizzatori della marcia nazionale francese che si svolgerà domani pomeriggio a Parigi sotto lo slogan “Uniti per la difesa della vita”. Nel messaggio a firma dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, Benedetto XVI invita "tutte le persone impegnate nella lotta per la vita a contribuire con costanza e coraggio a instaurare una nuova cultura della vita, frutto della cultura della verità e dell'amore" promuovendo così "per tutti una esistenza degna e fraterna". L'iniziativa, ideata nel 2005 da un gruppo di organizzazioni con l’intento di denunciare il devastante impatto della legge trentennale sull’aborto e per coordinare un fronte di sensibilizzazione e, soprattutto, di tutela delle madri e dei nascituri, è diventata nel tempo un appuntamento fisso che l’anno scorso ha raccolto 20mila persone; uno strumento utile a suscitare il risveglio delle coscienze davanti alla percezione dell’aborto come atto privo di connotazione morale, a liberare le donne costrette a fare questa scelta dall’ambiente familiare e lavorativo, e a sostituire leggi e regolamenti contrari alla vita. Preceduta da una veglia di preghiera, questa sera, nella chiesa di St. Francois-Xavier, la marcia partirà domani alle 14.30 da Place de la République e si concluderà in Place de l’Opéra. È attesa una partecipazione massiccia di cattolici, protestanti, evangelici, parlamentari di diversa affiliazione politica, famiglie e singoli cittadini. (A cura di Roberta Barbi)

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    Altre udienze

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Antoni Stankiewicz, vescovo tit. di Novapietra, decano del Tribunale della Rota Romana.

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    Mons. Santos Abril y Castelló nominato vice camerlengo di Santa Romana Chiesa

    ◊   Il Santo Padre ha nominato, per un triennio, vice camerlengo di Santa Romana Chiesa mons. Santos Abril y Castelló, arcivescovo tit. di Tamada, nunzio apostolico. Il presule è nato il 21 settembre 1935 ad Alfambra, in Spagna. Ordinato sacerdote il 19 marzo 1960, è stato consacrato vescovo il 16 giugno 1985.

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    “Un gesto profetico”: editoriale di padre Lombardi

    ◊   Un piccolo ponte sulla strada dell’unità, non un segno di divisione: così il nostro direttore, padre Federico Lombardi, definisce l’erezione dell’Ordinariato per gli anglicani che desiderano entrare nella Chiesa cattolica. Ascoltiamo il suo editoriale per Octava Dies, il Settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

    Il 15 gennaio, a Londra, sono stati ordinati sacerdoti tre ex-vescovi anglicani, che nei mesi scorsi avevano presentato le loro dimissioni dalla Chiesa d’Inghilterra per entrare nella comunione della Chiesa cattolica. E’ avvenuto così il passo decisivo per l’erezione del primo “Ordinariato” previsto da un documento di Benedetto XVI del novembre 2009 – “Anglicanorum coetibus” – per i pastori e fedeli anglicani che desiderano entrare nella Chiesa cattolica non come singoli, ma come gruppi. Incontrando i vescovi inglesi al termine del suo viaggio, Benedetto XVI ne aveva parlato come di “un gesto profetico che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani e cattolici, che ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo di ogni attività ecumenica, la… piena comunione ecclesiale”.

    In occasione della sua nomina, il primo ordinario -uno dei tre neo-ordinati, appunto – ha ringraziato il Papa per la fiducia, sua moglie e la sua famiglia per il sostegno, la Chiesa d’Inghilterra per tutto ciò che gli ha dato, il primate anglicano, Rowan Williams, per la pazienza e gentilezza dimostrata verso di lui nel corso del lungo e non facile cammino del passaggio alla comunione cattolica. In una lunga intervista, molto spontanea, ricorda come il desiderio dell’unione abbia segnato tutta la sua vita cristiana, ricorda la sua esperienza profonda dell’universalità della Chiesa in occasione di un’udienza generale in Piazza San Pietro, dice la sua gioia di nonno che ha potuto battezzare il suo primo nipotino durante la sua prima Messa come sacerdote cattolico.

    Non un segno di divisione quindi, ma un piccolo ponte sulla lunga strada verso l’unità. Ci sembra che ci sia davvero qualcosa di nuovo e di bello. Ci auguriamo che il nuovo Ordinariato inglese e gli altri che seguiranno possano nascere e crescere in questo spirito. Il Beato cardinale Newman, patrono dell’Ordinariato, accompagna ed ispira.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Verifica del diritto a sposarsi per prevenire nullità matrimoniali: Benedetto XVI al Tribunale della Rota Romana per l'inaugurazione dell'Anno Giudiziario.

    Da Ippocrate a Giovanni Paolo II, le preghiere del medico: in prima pagina, un fondo di José María Simón Castellví, presidente della Federazione internazionale delle associazioni mediche cattoliche.

    In rilievo, nell'informazione internazionale, le manifestazioni antigovernative in Albania.

    Joseph Ratzinger e la teologia politica nel volume "L'unità delle nazioni. Una visione dei Padri della Chiesa": in cultura, uno stralcio dell'ultimo capitolo del libro, l'introduzione del direttore (che ha curato la più recente edizione italiana) e una recensione di Manlio Simonetti, uno dei maggiori studiosi di patristica e di storia del cristianesimo.

    Quella modestia tipica dei cultori del sapere: Domingo Ramos-Lisson ricorda, a un mese dalla morte, lo storico José Orlandis Rovira.

    Custode di un ricco patrimonio spirituale: nell'informazione religiosa, Messa in suffragio del patriarca Jean-Pierre XVIII Kasparian.

    Una scelta di vita frutto della fede: nell'informazione vaticana, l'arcivescovo Fernando Filoni alla Messa per i 505 anni di fondazione della Guardia Svizzera Pontificia.

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    Oggi in Primo Piano



    Scontri in Albania: il premier ribadisce la linea dura

    ◊   Sono 113 le persone arrestate dopo gli scontri violenti di ieri nella capitale albanese, nei quali hanno perso la vita 3 persone e circa 60 altre sono rimaste ferite fra agenti e dimostranti. Lo ha annunciato la polizia, secondo la quale “si tratta di manifestanti coinvolti in atti di violenza”. Da parte sua il primo ministro albanese Sali Berisha ribadisce oggi la linea dura: “Chiunque cercherà di occupare le istituzioni con la violenza - dice - avrà la risposta che merita''. Berisha accusa l'opposizione di aver impiegato nella manifestazione di ieri “criminali, banditi e mercenari”. L’opposizione chiede le dimissioni immediate del premier Sali Berisha e voto anticipato. La situazione è preoccupante anche perchè il Paese sta vivendo una forte crisi economica. Eugenio Bonanata ha intervistato lo scrittore croato Predrag Matvejevic, esperto di questioni balcaniche:

    R. – E’ il Paese meno sviluppato dell’Europa. Ha inoltre una fortissima emigrazione. Ci sono poi fenomeni di corruzione, che abbiamo già visto in altri Paesi balcanici, che non permettono certo un vero sviluppo. Abbiamo assistito così al ritorno di un capitalismo selvaggio. A tutto questo si chiede una risposta.

    D. – Professore, secondo lei, a che cosa può portare questo processo in Albania?

    R. – Bisogna dire che il nazionalismo rimane dominante. Sicuramente in Albania c’è la tendenza ad unire l’Albania e il Kosovo; un’altra cosa da tenere presente è che vicino al Sud della Serbia c’è il Sanjak, una regione abitata dai musulmani e quindi a maggioranza musulmana. Se questa diagonale islamica radicale si creasse e se un islamismo intervenisse in questa zona, questo potrebbe diventare un luogo abbastanza pericoloso. Questo potrebbe poi collegarsi con i bosniaci musulmani, in cui si notano alcune forme di islamismo che non esistevano prima e che ha tendenza a espandersi. Questo nucleo potrebbe essere molto pericoloso per l’Europa: Kosovo, Sanjak, Albania e i bosniaci musulmani.

    D. – In queste ore resta sempre tesa la situazione anche in Algeria e Tunisia. Come leggere questa spinta rivoluzionaria che è comune alle due sponde del Mediterraneo?

    R. – Si potrebbe creare un effetto domino: in Tunisia abbiamo assistito ad una “rivolta del pane” e questo mi fa tornare alla mente le scene che ha descritto Manzoni sulle strade di Milano: la gente che cammina e che chiede “pane, pane, pane nostro!”. E poi l’Algeria, anche lì la rivolta del pane… Siamo di fronte ad una grande crisi sulle diverse sponde. Questa crisi può arrivare a toccare l’Unione Europea e questo rimette in gioco il problema delle migrazioni, cui non sappiamo rispondere in questo momento di crisi.

    D. – Servono politiche nuove che guardino a sud?

    R. – Abbiamo visto come questa crisi sia nata dal fatto che la politica non ha spessore culturale: né negli Stati Uniti, né nell’Europa dell’Est. Qual è la politica culturale che segue un Paese come la Spagna, come l’Italia, come la Croazia, come la Grecia, che ha vissuto questa crisi totale? Ma anche Paesi che sono entrati nell’Unione Europea come la Bulgaria o la Romania, vicini al fallimento … C’’è tanto, tanto da cambiare; c’è la necessità di creare una cultura politica per trovare una soluzione. La sola politica – e questo lo abbiamo visto - non ce la fa. Credo che questa componente di varie culture possa servire e possa mettersi al servizio della ricerca di un nuovo progetto. (bf)

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    Teheran: no alla sospensione dell’arricchimento dell’uranio

    ◊   Secondo ed ultimo giorno di colloqui a Istanbul sul programma nucleare iraniano alla presenza dei Paesi del gruppo 5+1: Usa, Russia, Cina, Gb, Francia e Germania. Un appuntamento importante, dal quale è emerso che Teheran non intende discutere di “sospensione dell’arricchimento” dell’uranio; mostrata, invece, la disponibilità a passare uranio a basso arricchimento alla Russia in cambio di uranio altamente arricchito, in base alla Dichiarazione di Teheran del 2010. Sul fronte diplomatico, invece, c’è da segnalare il rifiuto di Teheran a sostenere colloqui bilaterali con gli Stati Uniti. Sull’importanza di questo incontro, Salvatore Sabatino ha raccolto il commento di Riccardo Redaelli, docente di geopolitica presso l’Università cattolica di Milano:

    R. – Questo incontro tiene vivo un dialogo che in realtà è un tentativo di raggiungere un compromesso soddisfacente per entrambe le parti, che risale ormai al 2003: sono sette anni che ci si incontra con gli iraniani; molto spesso si è andati vicinissimi ad un accordo ma una volta per coprire qualcuno e una volta per coprire qualcun altro non lo si è mai concluso. In questi incontri, di sicuro, a meno di sorprese piacevoli ma molto inaspettate, non si concluderà granché.

    D. – Nel 2008 la comunità internazionale offrì a Teheran un pacchetto di incentivi economici e politici in cambio della sua rinuncia al programma nucleare. Questa proposta può essere ancora valida, anche dopo il nuovo regime di sanzioni imposte all’Iran, secondo lei?

    R. – Non è una questione di offerte economico-tecnologiche. Aveva iniziato l’Europa, nel 2003, a fare queste offerte, ma non sono mai bastate. A questo punto c’è in gioco molto di più: il riconoscimento dell’Iran come potenza regionale, la volontà dell’Iran di essere una potenza molto forte nella regione … Giocano molto anche le profondissime divisioni all’interno del regime di Teheran. Noi pensiamo che la Repubblica islamica abbia una “posizione comune” sul nucleare, e invece non è così. Molto spesso, paradossalmente, sono proprio i radicali di Ahmadinejad che sono – o sembrano – più disponibili ad un compromesso e meno le altre fazioni interne al regime. Quindi, le offerte economiche da sole non bastano, non riusciranno certo a convincere Teheran.

    D. – Questa difficile mediazione vede in primo piano la Russia che si contrappone agli Stati Uniti. Un fallimento delle trattative può portare ad una nuova frattura tra Mosca e Washington?

    R. – Le posizioni non sono poi così lontane. Lo sono state molte volte in passato, tra Washington e Mosca. Adesso è più una questione di sensibilità e anche una questione di interessi economici russi che sono molto forti con l’Iran nel campo della vendita di armi, nel campo nucleare. Io non credo che ci sarà una spaccatura tra Russia e Washington, ma certo c’è l’usuale differenza di vedute e la differente sensibilità. (gf)

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    Il segretario generale del Cec: cristiani uniti nella testimonianza dell'amore

    ◊   La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è giunta oggi al suo quinto giorno. Il tema odierno invita i fedeli a “spezzare il pane nella speranza”. Una virtù che ci richiama alla pazienza dell'attesa, a seminare atti concreti di comunione per poter raccogliere un giorno il dono dell'unità. Ascoltiamo in proposito il segretario generale del Cec, il Consiglio ecumenico delle Chiese, il pastore luterano Olav Fykse Tveit, al microfono di Philippa Hitchen:

    R. – There is always a time of planting seeds in the ecumenical movement. …
    E’ sempre il momento di piantare semi, nel movimento ecumenico. Ma ritengo che sia anche importante affermare che non abbiamo soltanto una stagione della raccolta. C’è anche un tempo in cui è bene prepararsi per la prossima primavera. Se guardiamo le generazioni giovani, ad esempio, ci rendiamo conto che, in parte, non comprendono le divisioni confessionali che caratterizzano le Chiese ormai da secoli. Inoltre, molti tra i giovani che sono attivamente impegnati nella Chiesa, attribuiscono grande importanza alla domanda: “Perché siamo Chiesa”? Considerano centrale la missione della Chiesa, sia se sono evangelici, protestanti, ortodossi o cattolici. In questo io riconosco uno sviluppo che porta grande speranza, perché questo ci permette di concentrarci maggiormente, tutti insieme, sulla missione della Chiesa nel mondo, sia per quanto riguarda le questioni “globali” che insieme dobbiamo affrontare, sia per quanto riguarda le sfide locali. Credo che i semi che possiamo piantare oggi testimonino anche la nostra disponibilità a collaborare in molti ambiti che finora erano considerati di competenza del Consiglio mondiale delle Chiese. Invece ora tutte le Chiese si chiedono, per esempio, come affrontare il problema dei cambiamenti climatici ed in questo io riconosco le basi di una collaborazione che è qualcosa di più di una semplice azione comune: si tratta di una più profonda comprensione del fatto che questo è il mondo di Dio e noi siamo qui per tutelarlo insieme e rendere una testimonianza cristiana comune su come farlo.

    D. – Questo è un tempo di crisi economica. Quale ricaduta ha questa crisi sul movimento ecumenico stesso …

    R. – It has an effect on the Churches, of course, because there are less funds …
    Ovviamente ha una ricaduta sulle Chiese perché molte di queste avranno meno fondi. E avranno meno fondi a disposizione per progetti esterni come il sostegno ad istituzioni quali il Consiglio mondiale delle Chiese. Questo non significa che l’appello ad essere “uno” e la necessità di concentrarsi su come poter lavorare insieme si riducano: direi invece che perfino la crisi economica ci chiama ad esaminare le nostre risorse. Uno dei modi per affrontare questa situazione nell’ambito del Consiglio è ricordarci che non facciamo cose che fanno anche altri, o piuttosto che quando noi facciamo delle cose, dovremmo farle insieme ad altre Chiese. Forse la crisi economica ci stimola a non sovrapporci e a creare sinergie nel nostro operato.

    D. – La missione delle Chiese in Gerusalemme, è fondamentale per il movimento ecumenico?

    R. – I tried to say that it is both a source of our unity – what we have together …
    Ho detto più volte che è l’origine della nostra unità, perché quello che ci unisce sono i doni che vengono da Gerusalemme, da Gesù Cristo, dalla Rivelazione di Dio a noi tutti attraverso quello che è accaduto a Gerusalemme. Ma è anche un invito a testimoniare insieme a favore della pace, dobbiamo trovare strade per esprimere la nostra unità nei luoghi in cui viviamo – che si tratti di Gerusalemme o di altri luoghi – pur nella nostra diversità. Siamo anche chiamati a vivere insieme dove vivono persone di altre fedi e questo significa che Gerusalemme può essere luogo di pace, ma possono esserlo anche le nostre città dove noi viviamo! Credo che Gerusalemme sia veramente un luogo santo per noi cristiani e dovrebbe essere un’ispirazione, per noi e per la nostra collaborazione con popoli di altre fedi.

    D. – Il suo auspicio, il suo messaggio per questa Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani …

    R. – The most important thing we can do as Christians is to pray, because …
    La cosa più importante che possiamo fare, come cristiani, è pregare per un maggiore impegno verso Dio e degli uni nei riguardi degli altri. Credo che quest’anno, la preghiera ispirata alle Chiese di Gerusalemme ci ricorda che qualsiasi cosa facciamo da cristiani, la facciamo in virtù dei doni che abbiamo ricevuto da Dio e, in un certo senso, da Gerusalemme. (gf)

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    Edizione italiana di 'Aborting America' del dott. Nathanson: da abortista a difensore della vita

    ◊   E’ stata presentata ieri a Milano l’edizione italiana del libro “Aborting America. Il diario di un medico sulla questione angosciosa dell'aborto”. L’autore è Bernard Nathanson, medico ginecologo statunitense che ha praticato migliaia di aborti nel corso della sua vita professionale, prima di convertirsi alla fede e diventare uno dei principali sostenitori per la battaglia contro la legalizzazione dell’aborto. Il servizio di Fabio Brenna:

    Una storia di dolore, rimorso e di ostinata ricerca della verità sulla vita: è quella di Bernard Nathanson, ostetrico-ginecologo americano che si è dichiarato responsabile di 75 mila uccisioni per aborto. Il libro “Aborting America”, che esce in Italia dopo un trentennio, racconta il radicale cambio di vita e di convinzioni del medico americano che da convinto abortista arriva a considerare l’aborto come un inammissibile atto di violenza mortale, attraverso la constatazione che non esiste alcuna differenza tra l’embrione, il feto ed il neonato. L’eurodeputato Carlo Casini, a lungo guida del Movimento per la Vita italiano, ha scritto la prefazione del libro:

    “Secondo me il valore di questo libro è che autorevolmente – perché queste vicende l’autore le ha vissute personalmente - smaschera i meccanismi menzogneri con i quali si difende il diritto di aborto. Ribadisce inoltre la forza del fatto che il concepito è un essere umano e quindi uno di noi, e quindi una persona. Lui ci è arrivato a partire dal suo ateismo, dal suo rigore scientifico e questo per noi è di singolare interesse”.

    Interessante la parte in cui l’autore evidenzia come le battaglie pro aborto si siano fondate sulla manipolazione dell’informazione, usando sondaggi falsi e sostenendo posizioni ideologiche:

    “Sono metodiche e tecniche studiate a tavolino, cariche di menzogne – lo dice lui stesso – che sono le stesse usate poi in Italia e in tutto il mondo, da potenti organizzazioni internazionali”.

    Negli Stati Uniti, come in Italia, ogni dibattito sul tema “aborto” sembra bloccarsi sul nascere, di fronte a risposte emotive. Quale futuro allora per una questione che riguarda la vita di migliaia e migliaia di individui? Risponde ancora l’on. Casini:

    “ Lasciamo stare la stessa legge, per il momento - che resta ingiusta dal mio punto di vista - ma concentriamo lo sguardo sui personaggi dell’aborto, che sono due: la la madre, certamente, ma anche il figlio; e siccome la donna la guardano tutti, si crea il problema del figlio. Iniziamo a guardare e ad interrogarci sul figlio: noi pensiamo che se riuscissimo a dire nel primo articolo del nostro Codice civile che persone fisiche sono tutti gli esseri umani, dal concepimento in poi - la capacità giuridica del concepito quindi deve essere riconosciuta – se scrivessimo questo, le conseguenze poi verrebbero a cascata!”. (ma)

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    Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa terza Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci propone il passo evangelico in cui, mentre Giovanni Battista è in carcere, Gesù percorre tutta la Galilea annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. Il Maestro chiama i primi quattro discepoli, dei pescatori, che lasciano tutto e subito per seguirlo. L’evangelista Matteo riporta la profezia di Isaia:

    “Il popolo che abitava nelle tenebre
    vide una grande luce,
    per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
    una luce è sorta”.

    Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

    C’è una continuità fra Giovanni e Gesù nel linguaggio della predicazione: tutti e due richiedono conversione, “perché il regno dei cieli è vicino”. Un avvertimento diretto, che invita ad aprire gli occhi, a vedere imminente una grande novità. Matteo però pone anche una serie di elementi nuovi, per risaltare la differenza tra i due: intanto Giovanni è imprigionato e quindi ammutolito; Gesù non è un asceta del deserto, si sposta invece al Nord, in Galilea; e lascia il paese nativo, Nazaret, per stabilirsi a Cafarnao, città più vivace e incrocio di carovane. E poi con la citazione del vaticinio di Isaia sulla “Galilea terra delle genti”, inondata di luce e pervasa dalla gioia, Matteo non fa solo geografia, ma teologia: la predicazione di Gesù sul regno imminente è offerta come luce e speranza nella complessità della storia e delle esperienze umane difficili. Proprio là, nel groviglio delle identità mescolate, Gesù trova subito gente che accetta di seguirlo, di condividere il rischio e la speranza. Sono i primi quattro discepoli, pescatori concreti e laboriosi, ma capaci di giocarsi la vita per questa novità. Il racconto insiste sulla risposta immediata, sul subito senza garanzie né calcoli da parte dei primi. È proprio questa audacia e questa radicalità che a volte ci mancano oggi per seguire Gesù, e vivere con lui l’avventura evangelica.

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    Chiesa e Società



    Australia: i vescovi preoccupati per la situazione dei richiedenti asilo

    ◊   Il vescovo di Broome, in Australia, mons. Christopher Saunders, in una nota giunta all’agenzia Fides ha manifestato la propria preoccupazione nei confronti della precaria situazione in cui versano le persone richiedenti asilo nel Paese. “Il governo federale deve porre rimedio alle sofferenze delle persone che attendono che la propria richiesta venga accolta”, ha scritto il presule facendo appello alle istituzioni affinché si sforzino di portare avanti gli impegni presi e di accelerare i processi. La nota del vescovo segue la protesta di centinaia di sfollati al Curtain Detention Centre, che lamentavano ritardi nelle procedure e il rischio di essere messi in situazioni di pericolo. “L’impegno pastorale della Chiesa dimostra come il sovraffollamento nelle carceri per lunghi periodi si vada ad aggiungere al trauma delle persecuzioni e dei pericoli dei richiedenti asilo nelle loro terre d’origine", ha concluso mons. Saunders. "Essi devono essere informati di ciò che riguarda la loro sicurezza futura”. (R.B.)

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    Il rispetto della libertà religiosa nell’agenda della prossima assemblea del Consiglio d’Europa

    ◊   Il tema delle violazioni alla libertà religiosa e in particolare della situazione dei cristiani in Iraq sarà affrontato a breve dal Consiglio d’Europa: si trova infatti, precisa il Sir, all’ordine del giorno dell’assemblea parlamentare dell’organo, prevista dal 24 al 28 gennaio. Ai lavori parteciperanno i rappresentanti dei 47 Stati membri, nonché il presidente della Turchia, Abdullah Gül, di cui è previsto un intervento; i presidenti di Serbia, Boris Tadić, e di Romania, Traian Basescu; e il primo ministro dell’Albania, Sali Berisha. Tra gli altri temi di discussione in programma, il traffico illecito di organi in Kosovo, il rispetto della libertà d’informazione e la protezione delle fonti dei giornalisti (alla presenza del presidente della Federazione europea dei giornalisti, Arne König), il rispetto della democrazia e dei diritti umani in Bielorussia, la prevenzione in materia sanitaria e la presenza degli anziani nel mercato del lavoro, la cosiddetta “longevità positiva”. (R.B.)

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    Cattolici e luterani piantano un ulivo di pace a San Paolo fuori le Mura

    ◊   La piantumazione e la benedizione di un ulivo come segno tangibile della comunione ecumenica cresciuta finora tra cattolici e luterani. Sarà questa cerimonia a San Paolo fuori le Mura, il centro di un incontro, domani pomeriggio, tra il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani, cardinale Kurt Koch, e la delegazione dei responsabili della Chiesa unita evangelico-luterana della Germania, guidata dal vescovo di Monaco, Johannes Friedrich. La visita, specifica la Zenit, avviene in occasione del 500.mo anniversario della Riforma Luterana (i luterani in Germania sono circa 18 milioni) e cade all’interno delle celebrazioni della Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani. Della delegazione fanno parte anche l’incaricato delle relazioni con i cattolici, il vescovo Friedrich Weber, e l’ex primo ministro della Baviera, Günter Beckstein. Oltre alla cerimonia dell’ulivo, organizzata in gemellaggio con il progetto ecumenico il “Giardino di Lutero” a Wittenberg, i rappresentanti delle Chiese s’incontreranno per discutere il tema dello stato attuale delle relazioni ecumeniche e della possibilità di un approfondimento della comunione esistente. L’incontro terminerà, poi, con la preghiera dei Vespri ecumenici insieme con i monaci benedettini. Lunedì 24, infine, la delegazione evangelica-luterana sarà ricevuta in udienza privata da Benedetto XVI e in seguito parteciperà a colloqui sulla situazione attuale delle relazioni ecumeniche presso il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani. “L’incontro di San Paolo mostra ancora una volta che il dialogo tra le due comunità è diventato una realtà viva”, riporta la nota diffusa dal dicastero della Santa Sede. (R.B.)

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    Aperto a Roma il Consiglio nazionale dell'Azione Cattolica

    ◊   Si è aperto questa mattina a Roma, presso la Domus Mariae, lungo la via Aurelia, il Consiglio nazionale dell’Azione Cattolica Italiana (Ac), in preparazione alla XV Assemblea nazionale che si svolgerà a Roma dal 6 all’8 maggio prossimi e alla quale parteciperanno oltre un migliaio di delegati da tutta Italia. Ad introdurre i lavori è stato il presidente nazionale di Azione Cattolica, Franco Miano, che - prendendo spunto anche da quanto emerso nel corso della 46.ma Settimana Sociale - ha incentrato il suo intervento sui due temi dell’Agenda di speranza del nostro Paese: la famiglia e il lavoro. Questi due temi rappresentano la base che permette di ragionare su una nuova cultura politica: la richiesta di una generazione di politici davvero nuova arriva con insistenza da zone come Reggio Calabria. Tanto è vero che Ac ha riunito a Roma qualche settimana fa, alcuni amministratori locali, i quali hanno rinnovato il proprio impegno ad operare ‘dal basso’, fin dalle associazioni e dalle parrocchie, contesti in cui attuare percorsi di formazione e di educazione alla politica. Questo impegno diventa ancora più urgente e importante in considerazione del recente intervento di Benedetto XVI, che ha richiamato le istituzioni e la società a ritrovare la propria anima per dare “nuova consistenza ai valori etici e giuridici di riferimento e quindi all’azione pratica”. Nel pomeriggio i lavori proseguono con gruppi di studio sulle prospettive della vita associativa; domani celebrazione eucaristica presieduta da mons. Giuseppe Bertello, nunzio apostolico per l’Italia, che parteciperà al proseguimento dei lavori dell’assemblea, che si concluderà con l’approvazione del regolamento assembleare. (R.B.)

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    Bologna: lectio magistralis del cardinale Caffarra su comunicazione e sfida educativa

    ◊   “La verità in quanto tale deve guidare, secondo Newman, tanto la condotta politica che quella privata. Il vostro è un servizio alla coscienza perché giudichi con verità”. Lo ha detto il cardinale Carlo Caffarra ieri nella lectio magistralis “J.H. Newman: una proposta educativa per la comunicazione di oggi”, che ha concluso la festa regionale di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. In occasione della festa del Santo, la cui memoria liturgica ricorre il 24 gennaio, l’Ufficio regionale per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna, ha organizzato il convegno “La comunicazione e la sfida educativa” presso l’Istituto “Veritatis Splendor” di Bologna. “Come operatori della comunicazione non dovete essere produttori a qualunque costo del consenso di chi vi legge, vede, o ascolta - ha proseguito l’arcivescovo - non è la persuasione il vostro compito primo, ma la convinzione. E la convinzione è il risultato di un’argomentazione razionale, semplice e cordiale, mite e luminosa”. Ma c’è di più. “Si può scrivere davanti alla piazza; si può scrivere davanti al potente di turno: Newman ci insegna a scrivere e parlare davanti a ogni coscienza: al cospetto di Dio”, ha ricordato il porporato. La sociologa Chiara Giaccardi, nel suo intervento, si è soffermata sul rapporto tra analogico e digitale. “Solo nella loro relazione si correggono e si potenziano a vicenda”, ha affermato. “L’analogico rappresenta l’apertura oltre ciò che è presente e visibile, la nostalgia dell’essere, il richiamo alla concretezza, il radicamento nel reale; il digitale, nel suo legame con l’analogico, perde la dimensione della simulazione pura, della creazione arbitraria di una realtà fittizia in cui immergersi, e valorizza la dimensione potenziale della virtualità. Diventa una speranza di realtà, un territorio di esplorazione di possibilità che non necessariamente devono realizzarsi nella dimensione del digitale”. Sul tema è intervenuto anche il vescovo Ernesto Vecchi, delegato per le Comunicazioni sociali e autore del recente volume “Antenna Crucis”. Da parte sua, mons. Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni della Cei, ha sottolineato che il digitale è un nuovo contesto esistenziale. “Tocca corde dell’esistere umano che l’educazione non può trascurare. Protesi tecnologiche diventate parte di noi. Il cristiano non può starci a caso in questo contesto, ma deve esserci come tale: con la testimonianza”. (A cura di Stefano Andrini)

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    A Nairobi la Conferenza internazionale sull’Economia di Comunione

    ◊   “Economia di Comunione: un nuovo paradigma per lo sviluppo africano”: questo il titolo della conferenza internazionale sull’Economia di Comunione, che si svolgerà dal 26 al 28 gennaio prossimi presso l’Università Cattolica dell’Est Africa a Nairobi, in Kenya, in collaborazione col Movimento dei Focolari. Al convegno - ha riferito l’agenzia Sir - saranno presenti autorità civili e religiose, imprenditori, banchieri, persone impegnate in progetti di sviluppo in Africa, rappresentanti di ong locali e giovani studenti di Paesi africani. È la prima volta che una università africana presenta un progetto di Economia di Comunione. Tale evento sarà preceduto dalla Summer School Edc, la prima Scuola Panafricana di Economia di Comunione per giovani aspiranti imprenditori, che sarà ospitata dal 23 al 25 gennaio alla Mariapoli Piero (Nairobi), cittadella del Movimento dei Focolari. All’avvenimento parteciperanno 110 giovani aspiranti imprenditori, che intendono imparare a fare imprese di comunione, insieme a esperti di Economia di Comunione provenienti da Stati Uniti, Filippine e Italia. I giovani sono attesi da tutta l’Africa (Costa d'Avorio, Burkina Faso, Mali, Togo, Camerun, Centrafrica, Congo, Kenya, Uganda, Burundi, Tanzania, Madagascar, Sud Africa, Angola). Quattro saranno le lingue parlate: inglese, francese, portoghese e italiano. “ll popolo africano – ha spiegato in una nota il Movimento dei Focolari - ha, da una parte, un urgente bisogno di cultura imprenditoriale e di sviluppo economico e, dall’altra, è in cerca di un modello di economia e di impresa che non distrugga la comunità e la comunione, due grandi valori delle sue culture”. (M.I.)

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    Colombia: nuova scuola on line per conseguire il diploma

    ◊   Una scuola on line per conseguire il diploma delle superiori: questa l’iniziativa promossa da padre Cosimo Pedagna, appartenente alla Congregazione dei Guanelliani in Colombia. “Il progetto - spiega padre Pedagna all’agenzia Sir - nasce dalla percezione che molti giovani e adulti non abbiano terminato le scuole superiori e non possano neanche iniziarle, perché hanno necessità di lavorare”. “Inoltre - ha continuato il padre - le strutture della scuola attuale di Bucaramanga accolgono già 425 bambini e ragazzi dai 4 ai 18 anni, e non permettono l’ingresso di nuovi studenti”. “Con la scuola on line possiamo superare questi limiti di spazio e di tempo, permettendo a moltissime persone, in tutta la Colombia, di iscriversi e studiare regolarmente”, ha aggiunto padre Pedagna. I contenuti delle lezioni saranno messi on line in appositi moduli dai docenti della scuola a cui si aggiungeranno alcuni docenti ad hoc, come tutor dei ragazzi. Il diploma, valido a tutti gli effetti, è riconosciuto dal ministero dell’Educazione. Considerando la rete delle Missioni guanelliane in Colombia, promossa dai Servi della Carità e dalle Figlie di S. Maria della Provvidenza, sono attese un migliaio di iscrizioni. (M.I.)

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    In Africa sorgerà un nuovo ospedale di frontiera, simbolo di pace e cooperazione

    ◊   Sono partiti i lavori per la costruzione di un nuovo centro sanitario al confine tra Burkina Faso e Mali. “La pace non è più un sogno o uno slogan, ma una realtà”, riferiscono all’agenzia Misna gli amministratori Siaka Prosper Traoré della regione Boucle du Mouhoun (Burkina Faso) e Boureima Seiba della regione Segou (Mali), che ieri hanno posato la prima pietra della nascente struttura. Il progetto rappresenta un simbolo di pace e cooperazione in un territorio teatro di un conflitto civile tra due popolazioni in disputa per la divisione dei confini. La gestione del centro ospedaliero sarà il frutto di una sinergia politica tra le due autorità regionali e provvederà soprattutto alle esigenze sanitarie dei villaggi vicini nella zona maliana del Wanian e delle popolazioni del Warouky, nella provincia Burkinabé della Kossi Nouna. La struttura ospiterà un reparto di maternità e opererà anche come fornitore di acqua potabile e di servizi igienico-sanitari. “Il programma per la gestione dei confini africani non mira solo a stabilire la pace, la sicurezza e la stabilità, ma anche a facilitare l’integrazione socio-economica e lo sviluppo del continente”, ha commentato il commissario per la pace e la sicurezza dell’Unione Africana, Ramtane Lamamra. (M.I.)

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    Usa: a breve l’apertura di un grande Centro per ragazze madri

    ◊   Il più grande centro pro-vita degli Stati Uniti sta per aprire i battenti: la sua missione sarà dare assistenza alle donne con gravidanze indesiderate e alle ragazze madri. Il progetto, avviato già da due anni, è stato reso possibile grazie ai fondi donati dall’attore messicano-americano Eduardo Verástegui, riconosciuto attivista pro-vita, e da altri finanziatori, ed è concepito come risposta alle numerose cliniche abortive che proliferano sul territorio americano. “Siamo chiamati a compiere ogni sforzo possibile", ha detto l’attore che presiede l’associazione 'Mantle of Guadalupe', grazie alla quale è stata aperta a Los Angeles una clinica che fornisce gratuitamente assistenza prenatale ed educa ai metodi naturali. "Questo farà entrare Cristo nel nostro cuore”. Recentemente, conclude l’agenzia Fides, per celebrare i talenti che il Signore ha dato a ogni individuo Verástegui ha aperto anche una "community on line", all’indirizzo www.lamViable.com. (R.B.)

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    Regno Unito: entro la fine dell’anno nuovo Messale Romano in inglese

    ◊   È prevista entro la fine dell’anno l’entrata in vigore della traduzione in inglese del nuovo Messale Romano del 2002 approvato ufficialmente dalla Santa Sede. I vescovi inglesi e gallesi hanno deciso di introdurlo nelle parrocchie già a partire dal prossimo mese di settembre, incoraggiati dalle parole di apprezzamento per l’impegno profuso espresse da Benedetto XVI durante la visita apostolica dello scorso settembre. Con l’introduzione del nuovo Messale, saranno organizzati speciali corsi di catechesi per aiutare i fedeli a familiarizzare con i nuovi testi liturgici, cui seguirà la pubblicazione ufficiale prevista per l’Avvento 2011. “Questa traduzione è grande dono e una straordinaria opportunità per la Chiesa in Inghilterra e Galles per imparare a conoscere la nostra fede e la Messa”, ha dichiarato mons. Arthur Roche, presidente del Dipartimento per la vita cristiana e il culto della Conferenza episcopale, facendo eco alle parole del Santo Padre. Per introdurre le parrocchie e le altre comunità all’uso del nuovo Messale, il Dipartimento metterà a disposizione diverso materiale informativo e alcuni sussidi, quali un dvd interattivo, prodotto dalla Commissione internazionale per l’inglese nella Liturgia (Icel) “Become One Body, One Spirit in Christ”, già distribuito nelle diocesi. Il dvd, della durata di sei ore e suddiviso in cinque sezioni, contiene spiegazioni dettagliate sullo svolgimento delle celebrazioni eucaristiche e approfondimenti e analisi di esperti dei nuovi testi. "'Become One Body, One Spirit in Christ’ - ha rilevato il presule - sarà un eccellente strumento per aiutare le comunità e i fedeli a scoprire la ricchezza dell’Eucaristia". (M.I.)

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    24 Ore nel Mondo



    Algeria in piazza. Arresti e tafferugli tra manifestanti e polizia nella capitale

    ◊   Proteste oggi in Algeria, dove centinaia di persone si sono radunate davanti alla sede del partito d'opposizione Raggruppamento per la cultura e la democrazia (Rcd) nel centro di Algeri per manifestare contro il governo. Diversi i feriti e gli arresti. Imponenti le misure di sicurezza messe in atto dalla polizia attorno alla sede del partito, in cima alla quale sventola una bandiera della Tunisia, dove non si arresta la contestazione dopo la deposizione del presidente Ben Ali. Linda Giannattasio:

    Dopo Tunisia e Albania una nuova protesta si è accesa oggi nel centro di Algeri. Sfidando il divieto delle autorità, qui il partito di opposizione Raggruppamento per la cultura e la democrazia di Said Sadi è sceso in piazza tra l'altro, contro la revoca dello stato d'emergenza, scontrandosi con decine di poliziotti in tenuta anti-sommossa. Diversi i feriti nei tafferugli, mentre si contano i primi arresti, tra cui quello di un deputato di opposizione del Rdc Othmane Amazouz. In cima alla sede del partito sventola la bandiera della vicina Tunisia, teatro di nuove proteste oggi nel secondo giorno di lutto nazionale per le vittime dei recenti scontri che hanno portato alla deposizione del presidente Ben Ali. Intanto, i sindacati chiedono nuovo governo “di salvezza nazionale” e il premier tunisino, Mohammed Ghannouci, ha promesso di farsi da parte dopo il voto. Il capo del governo ha assicurato “elezioni trasparenti e democratiche”, le prime nel Paese dopo l'indipendenza dalla Francia nel 1956. Una risposta, quest’ultima, ai manifestanti che chiedono la rimozione dal governo di tutte le figure del vecchio regime.

    Violenza in Pakistan: tre vittime
    Nuovo episodio di violenza in Pakistan. Un ordigno è esploso nella zona tribale della Orakzai Agency, nell’area nord-occidentale del Paese, causando la morte di almeno tre persone e il ferimento di altre sette. Lo riferisce Geo Tv. Secondo le prime notizie, lo scoppio è avvenuto nel distretto di Ibrahimzai e le tre vittime sarebbero due soldati e un civile. L’area dell’attacco è da tempo rifugio di gruppi di talebani estremisti e di militanti di al Qaeda.

    Portogallo domani al voto per le presidenziali
    Domani i cittadini del Portogallo alle urne per eleggere il presidente della Repubblica. La consultazione si svolge nel clima di forte austerità imposto dal governo socialista per far fronte alla crisi economica incombente. Da Lisbona, Riccardo Carucci:

    Domani i portoghesi andranno alle urne per eleggere il Presidente della Repubblica, ma intanto cominciano a sentire i morsi della nuova austerità introdotta per il 2011 dal governo minoritario socialista con l’astensione del principale partito del centro destra. Aumenti di tasse, riduzioni di benefici sociali, tagli agli stipendi dei pubblici dipendenti, il tutto per ridurre quest’anno il deficit di bilancio dal 7,3 al 4,6%. Intanto, la disoccupazione aumenta, così come aumentano i prezzi della benzina e delle materie prime e le prospettive sono altamente recessive. Mentre continuano i timori che il Portogallo, bistrattato dalle agenzie di rating, debba nonostante i suoi sforzi – che peraltro non escludono sprechi incomprensibili – chiedere aiuto al Fondo europeo di stabilità finanziaria e al Fondo Monetario internazionale. Sebbene il sistema portoghese si definisca semi presidenzialista, il capo dello Stato in realtà non ha grandi poteri, e certamente non governa, per questo sono sembrate un po’ insulse le promesse fatte durante la campagna elettorale. Ad ogni modo, il presidente uscente Anibal Cavaco Silva, di centro destra, ha tutte le possibilità – secondo i sondaggi – di essere rieletto per un secondo e ultimo mandato quinquennale, già con la maggioranza assoluta dei voti al primo turno. Ha cinque rivali, il principale dei quali è il poeta Manuel Alegre, socialista di tipo romantico e populista, che si dice sicuro di vincere se riuscirà ad arrivare al ballottaggio. L’astensione, che si prevede forte, potrebbe modificare queste previsioni.

    Domani Repubblica Centrafricana al voto
    Domani elezioni anche in quasi tutta la Repubblica Centrafricana, chiamata a eleggere il nuovo presidente: 1,8 milioni gli elettori al voto, mentre i sondaggi favorito il Presidente centrafricano uscente, François Bozizé. “La situazione nella capitale, Bangui, è calma. La nostra speranza è che il voto si svolga nella pace” fanno sapere all’Agenzia Fides fonti della Chiesa locale, che spiegano come non tutto il Paese potrà votare perché alcune aree nell’est e nel nord-est sono in mano a gruppi di ribelli.

    Medio Oriente, Ban Ki moon chiede più impegno per il ritorno ai negoziati
    Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha chiesto un nuovo e più forte impegno per porre fine allo stallo nel processo di pace israelo-palestinese affinché le parti tornino al tavolo dei negoziati. ''Non possiamo affrontare la perdita di altro tempo per raggiungere un accordo tra israeliani e palestinesi'', ha detto ieri a New York alla cerimonia di apertura dei lavori della Commissione per i diritti inalienabili della popolazione palestinese, “dobbiamo arrivare a un accordo storico”. Lo riferisce l'agenzia di stampa 'Xinhua'.

    Afghanistan: Onu Usa e Ue preoccupati per il rinvio del nuovo Parlamento
    Profonda preoccupazione è stata espressa da Nazioni Unite, Ue e Stati Uniti per l'ulteriore rinvio di un mese dell'inaugurazione della nuova 'Wolesi Jirga', il Parlamento di Kabul, come annunciato ieri dal presidente Hamid Karzai. L'apertura dei lavori parlamentari era prevista per domani, a distanza di oltre quattro mesi dalle elezioni, ma la data è stata posposta al 22 febbraio. Sul terreno, intanto, un poliziotto e' rimasto ucciso e altri nove feriti nell'esplosione questa mattina di un ordigno nella provincia meridionale di Helmand.

    In Sud Sudan quasi unanime la scelta dell'indipendenza
    Sarebbe quasi unanime la scelta della popolazione del Sud Sudan di separarsi dal resto del Paese: secondo i dai riportati dal sito della Commissione referendaria, con oltre l'80% dei voti del referendum sull'autodeterminazione nel Sud e il 100% di quelli nel nord e all'estero già scrutinati, il sì alla separazione raggiunge percentuali del 98,6%. Il referendum era previsto nell'accordo di pace che nel 2005 ha posto fine a una lunga sanguinosa guerra civile fra Nord e Sud Sudan.

    Birmania, Aung San Suu Kyi ottiene l'accesso a Internet
    A due mesi dal ritorno alla libertà la leader dell’opposizione birmana Aung San Suu Kyi, ha ottenuto l'accesso a Internet. A renderlo noto uno dei suoi collaboratori. La premio Nobel per la Pace, agli arresti domiciliari per sette anni consecutivi senza contatti con l'esterno, probabilmente non ha mai navigato sul web e vuole utilizzare il sito Twitter o il social network Facebook per raggiungere i giovani e i suoi sostenitori.

    L'Onu potenzia la missione in Costa d'Avorio
    L’Onu ha potenziato la propria missione di pace in Costa d’Avorio: in una risoluzione adottata all'unanimità ai sensi del Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite che consente l'uso della forza, il Consiglio di Sicurezza ha autorizzato l'immediato invio di altri duemila soldati e tre elicotteri armati nel paese. Qui l'ex presidente Laurent Gbagbo si rifiuta di dimettersi nonostante la vittoria del leader dell'opposizione Alassane Ouattara sia stata riconosciuta a livello internazionale.

    Libano, il leader Jumblat si schiera con Hezbollah
    Prosegue la crisi politica tra la maggioranza libanese, sostenuta dall’Arabia Saudita e l’opposizione, guidata dal movimento sciita filo-iraniano Hezbollah e appoggiata dalla Siria. Il leader druso Walid Jumblat, che con i suoi 11 deputati è l’ago della bilancia, ha detto ieri di volersi schierare con l’ala armata di Hezbollah, togliendo il suo appoggio al premier uscente Hariri. Lunedì l’avvio delle consultazioni per la nomina del nuovo primo ministro.

    Italia, caso Ruby. Berlusconi non si presenterà dai pm
    La pagina politica italiana continua ad essere occupata dal caso Ruby, che vede indagato Silvio Berlusconi per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. Il premier non si presenterà alla procura di Milano perché, sostengono i suoi legali, la competenza è del Tribunale dei ministri. Intanto il capo dello Stato Napolitano rinnova l’appello ad evitare esasperazioni e tensioni. Servizio di Giampiero Guadagni:

    Equilibrio tra i valori dell’informazione e quelli della riservatezza e della dignità delle persone. E’ un appello a tutti, politica e magistratura, quello rivolto ieri dal capo dello Stato preoccupato che ulteriori esasperazioni e tensioni possano solo aggravare un turbamento largamente avvertito e riconosciuto. Evidente il riferimento di Napolitano al cosiddetto caso Ruby, che sta riproponendo il conflitto tra poteri dello Stato. Berlusconi e i suoi legali non riconoscono la competenza della procura di Milano, che intende comunque andare avanti nelle indagini ed entro un mese dovrebbe depositare la richiesta di giudizio immediato per il presidente del Consiglio. Che insorge: mai visto un premier spiato come me, non mi dimetto e reagirò all’aggressione. Ma l’opposizione insiste: il premier deve chiarire la sua posizione davanti ai magistrati milanesi, altrimenti deve dimettersi perché il suo comportamento sta gettando discredito internazionale sull’Italia. Mentre nove parlamentari del Pdl hanno scritto una lettera aperta ai cattolici italiani, chiedendo loro di sospendere il giudizio sul premier, di rifiutare la gogna mediatica preventiva e di non farsi strumentalizzare da un moralismo interessato e intermittente che, affermano, emerge solo e quando c’è di mezzo Berlusconi. Peraltro, stando a tutti gli istituti di sondaggi, il caso Ruby non ha finora intaccato la popolarità e il consenso dell’attuale presidente del Consiglio. Motivo principale: la mancanza di una alternativa credibile. Tema posto con forza questa mattina dall’ex segretario del Partito democratico Veltroni, nel suo atteso intervento alla convention dei Modem al Lingotto di Torino la minoranza interna del Pd. Veltroni ha chiesto alle opposizioni di presentarsi unite in caso di elezioni anticipate. Un’ipotesi, quella del ritorno alle urne, che sembrava scongiurata dopo il voto di fiducia del 14 dicembre. Ma che ora torna in campo anche per l’incertezza intorno alla partita del federalismo. Ieri il Consiglio dei ministri, venendo incontro ad una richiesta di Pd e Terzo Polo, ha rinviato di una settimana l’approvazione del testo sul fisco comunale. Ma la Lega avverte: senza il sì definitivo al federalismo la legislatura finisce.(Panoramica internazionale a cura di Linda Giannattasio)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 22

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli e Miriam Ayele.