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Sommario del 05/01/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa all'udienza generale: riscattare il Natale da sentimentalismi e moralismi, è un mistero di presenza reale di Dio tra gli uomini
  • La visita di Benedetto XVI ai bambini del Gemelli. Il prof. Romagnoli: evento importante per rilanciare la cura della spina bifida
  • Messa e Angelus presieduti dal Papa nella Solennità dell'Epifania
  • Nomine: mons. Luigi Travaglino nuovo osservatore vaticano presso Fao, Ifad e Pam
  • Il cardinale Dias al Giubileo della Chiesa vietnamita: il Papa ama questo nobile popolo
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Funerali del governatore del Punjab. Il ministro Bhatti: difendere le minoranze. Mons. Saldanha: cresce l'intolleranza
  • Egitto. Misure di sicurezza per il Natale dei copti. Mons. Fahim: no al circolo vizioso della violenza
  • Oltre 20mila persone in fuga dalla Costa d'Avorio: molti i bambini
  • Continua il dramma dei migranti prigionieri nel Sinai
  • Convegno nazionale della Cei sulle vocazioni
  • Chiesa e Società

  • Costa D’Avorio: appello dei vescovi al dialogo nazionale. No all'intervento militare straniero
  • Caritas Costa d'Avorio: nella regione rischio di crisi umanitaria
  • Nigeria. Il cardinale Okogie: "Le bombe alle chiese rafforzano la nostra fede"
  • Gerusalemme: preghiere ecumeniche e solidarietà per la Chiesa copta
  • In Terra Santa pellegrinaggio di solidarietà con i "fratelli copti"
  • Strage in Egitto: condanna e preoccupazione della Chiesa cattolica tedesca e austriaca
  • Venezia: nella solenne Messa dell'Epifania il ricordo dei copti uccisi in Egitto
  • India: nel Karnataka arrestato il pastore protestante sfuggito a un attentato
  • Spagna. Il cardinale Rouco Varela: "le famiglie segno e strumento di speranza"
  • Cina: la diocesi di Pechino ha accolto a Natale 330 battezzati
  • Nella solennità dell'Epifania si celebra la Giornata missionaria dei Ragazzi
  • Terra Santa: rappresentazione della visita dei Magi per cristiani ed ebrei
  • Corteo dei Re Magi domani in Piazza San Pietro per riaffermare i valori dell'Epifania
  • 24 Ore nel Mondo

  • Costa d’Avorio: nessun dialogo tra Gbagbo e Ouattara
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa all'udienza generale: riscattare il Natale da sentimentalismi e moralismi, è un mistero di presenza reale di Dio tra gli uomini

    ◊   Il Natale non è una festa fatta di ricordi e “sentimentalismi”, ma un “mistero” che rende viva, qui e adesso, la presenza luminosa del Dio incarnato. Benedetto XVI ha inaugurato questa mattina la prima udienza generale del nuovo anno, in Aula Paolo VI, con un’intensa riflessione sul periodo liturgico che la Chiesa sta vivendo. Una festa, ha spiegato, strettamente legata alla morte e alla risurrezione di Cristo. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Le fasce della mangiatoia e i lini del sepolcro non sono poi così distanti. Anzi, la Grotta e il Golgota sono connessi da un superiore disegno che sfocia nella redenzione e che va compreso con chiarezza. Benedetto XVI ha guidato con gradualità i presenti in Aula Paolo VI verso l’epicentro dei due misteri per cui, ha affermato, si può dire che “la Notte di Natale” è “profondamente legata alla grande veglia notturna della Pasqua”. Il primo passo il Papa l’ha mosso da quel fascino che, ha riconosciuto, il Natale, “oggi come una volta”, esercita “più di altre grandi feste della Chiesa”:

    “Affascina perché tutti in qualche modo intuiscono che la nascita di Gesù ha a che fare con le aspirazioni e le speranze più profonde dell’uomo. Il consumismo può distogliere da questa interiore nostalgia, ma se nel cuore c’è il desiderio di accogliere quel Bambino che porta la novità di Dio, che è venuto per donarci la vita in pienezza, le luci degli addobbi natalizi possono diventare piuttosto un riflesso della Luce che si è accesa con l’incarnazione di Dio”.

    Al di là di festoni e luminarie, dunque, i cristiani devono saper cogliere, ha proseguito il Pontefice, quel “qualcosa di sconvolgente” che è accaduto nella notte dell’umanità, e cioè che “la carne” è diventata “lo strumento della nostra salvezza” in una attualità che supera il tempo del passato per essere attuale nello spazio del presente:

    “Celebrare gli eventi dell’incarnazione del Figlio di Dio non è semplice ricordo di fatti del passato, ma è rendere presenti quei misteri portatori di salvezza. Nella Liturgia, nella celebrazione dei Sacramenti, quei misteri si rendono attuali e diventano efficaci per noi, oggi (…) Nella Costituzione sulla sacra liturgia, il Concilio Vaticano II sottolinea come l’opera della salvezza realizzata da Cristo continua nella Chiesa mediante la celebrazione dei santi misteri, grazie all’azione dello Spirito Santo”.

    Citando a più riprese il Papa San Leone Magno, che sul Natale trovò parole di intramontabile bellezza, Benedetto XVI ha mosso un passo in avanti. Il Natale, osserva, non è un evento a sé stante, ma è già “l’inizio del mistero centrale della salvezza che culmina nella passione, morte e risurrezione”. E spiega il perché:

    “Perché Gesù comincia l’offerta di se stesso per amore fin dal primo istante della sua esistenza umana nel grembo della Vergine Maria (...) Incarnazione e Pasqua non stanno una accanto all’altra, ma sono i due punti chiave inseparabili dell’unica fede in Gesù Cristo, il Figlio di Dio Incarnato e Redentore. Croce e Risurrezione presuppongono l’Incarnazione”.

    Un mistero, altissimo e coinvolgente, dunque, che – ha aggiunto il Pontefice – accompagna agli “ultimi tempi”, attraverso l’“Epifania di Dio nel Cristo-Verbo” e che va quindi sfrondato da letture religiose o affettive sbagliate:

    “La celebrazione liturgica del Natale, allora, non è solo ricordo, ma è soprattutto mistero; non è solo memoria, ma anche presenza (...) Occorre riscattare questo Tempo natalizio da un rivestimento troppo moralistico e sentimentale. La celebrazione del Natale non ci propone solo degli esempi da imitare, quali l’umiltà e la povertà del Signore, la sua benevolenza e amore verso gli uomini; ma è piuttosto l’invito a lasciarci trasformare totalmente da Colui che è entrato nella nostra carne”.

    Dopo le catechesi e i saluti in varie lingue, Benedetto XVI ha terminato l’udienza con un pensiero sulla solennità dell’Epifania di domani, perché l’esempio del cammino dei Magi verso Cristo, ha detto, alimenti “il desiderio di incontrare Gesù e di trasmettere a tutti la gioia del suo Vangelo”:

    "Rinnovo di cuore a tutti voi e ai vostri cari sentiti auguri per il Nuovo Anno e vi auguro una buona festività dell’Epifania".

    (applausi)

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    La visita di Benedetto XVI ai bambini del Gemelli. Il prof. Romagnoli: evento importante per rilanciare la cura della spina bifida

    ◊   Lo chiamano il “Gemelli dei Bambini”: il reparto Pediatria del Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma, dove questo pomeriggio giungerà in visita il Santo Padre, in occasione della festa dell’Epifania. Benedetto XVI arriverà in auto alle 17, accolto all’ingresso centrale del nosocomio dal cardinale vicario Agostino Vallini, dal prof. Lorenzo Ornaghi, rettore dell’Università cattolica del Sacro Cuore e dal prof. Cesare Catananti, direttore del Policlinico, insieme ad altre autorità civili ed ecclesiali. Benedetto XVI incontrerà quindi un’ottantina di bambini con i loro genitori, i medici e gli infermieri che li assistono. Cuore della visita, che si concluderà alle 19.00, sarà la benedizione del Centro per la cura della spina bifida, grave malformazione congenita della colonna vertebrale e del midollo spinale. Roberta Gisotti ha intervistato il prof. Costantino Romagnoli, direttore del reparto Pediatria.

    D. - Prof. Romagnoli, l’incontro con il Papa sarà un’occasione preziosa per portare alla luce l’impegno di questo meritevole Centro a servizio dell’infanzia…

    R. – E’ chiaro che l’emozione è grande: è la prima volta che il Santo Padre viene a visitare la Pediatria del Policlinico Gemelli. Le prestazioni del Centro sono di tipo sanitario, di tipo educazionale, di tipo riabilitativo, che coinvolgono una équipe multidisciplinare: tra i quali il pediatra, il neurologo, il neuropsichiatra, lo psicologo. C’è soprattutto un’attenzione particolare verso la famiglia, perché questa terapia viene applicata non solo ai bambini, ma anche alle famiglie. Per questa patologia, nel nostro Centro, da ormai oltre 20 anni, vengono fatti circa mille accessi di day hospital all’anno e seguiamo più di 700 soggetti: li chiamo soggetti e non bambini, perché facciamo fatica a non seguire anche gli adolescenti e anche gli adulti che continuano a tornare nel nostro Centro.

    D. - Professore, a che punto siamo nella ricerca e nella cura di questa patologia?

    R. – La cura di questa patologia è fondamentalmente legata alla prevenzione con l’acido folico. Si tratta, però, di una prevenzione molto difficile, perché dovrebbe cominciare – teoricamente – due o tre mesi prima del concepimento. E’ facile fare una prevenzione in soggetti che hanno già avuto una esperienza negativa in questo, mentre la prevenzione primaria – quella cioè su tutta la popolazione – passa attraverso una diffusione abbastanza capillare delle problematiche. Questo Centro si sta facendo carico, con un finanziamento dato anche dalla Regione Lazio e con l’Associazione delle famiglie di questi bambini, di realizzare un depliant da distribuire nelle scuole: così da riuscire a fare una diffusione capillare informativa sulla patologia e la possibilità preventiva. Sulla terapia, quello che si può fare – una volta che nasce un bambino con questa problematica – è intervenire chirurgicamente nelle prime 24 ore dopo la nascita, non creare lesioni aggiuntive di questo midollo spinale anomalo che è esposto all’esterno, e poi seguire il decorso dal momento neonatale fin quando questi soggetti non saranno adulti.

    D. – Quindi sarà molto importante questa visita per dare più luce a questa malattia che, appunto, con un'adeguata prevenzione può attenuare di molto i danni?

    R. – Questo senz’altro. Pensiamo che nei Paesi dove l’aborto terapeutico è la realtà operativa principale, ormai bambini con questa patologia non nascono quasi più, perché alla diagnosi prenatale segue immancabilmente l’interruzione volontaria di gravidanza. In molti Paesi, comunque, le diagnosi sono anche misconosciute e quindi i bambini nascono perché la diagnosi non viene fatta prima della nascita. Spesso il bambino con la spina bifida è stato considerato come un bambino destinato ad un handicap tanto grave per il quale non valesse la pena investire denari e risorse umane. Io penso che chi oggi verrà o si troverà a vedere i servizi sul Centro che verrano mandati in onda dalle varie televisioni, vedrà questi ragazzi sulla sedia a rotelle, autonomi, capaci di andare a scuola, di fare attività sportive, e – forse - cambierà un po' idea su questa patologia. (mg)

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    Messa e Angelus presieduti dal Papa nella Solennità dell'Epifania

    ◊   Domani mattina, alle ore 10.00, Benedetto XVI presiederà nella Basilica Vaticana la Messa nella Solennità dell’Epifania del Signore. Alle 12.00 si svolgerà la tradizionale preghiera mariana dell’Angelus guidata dal Papa, insieme con i fedeli radunati in Piazza San Pietro. La Radio Vaticana seguirà in diretta entrambi gli eventi.

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    Nomine: mons. Luigi Travaglino nuovo osservatore vaticano presso Fao, Ifad e Pam

    ◊   Benedetto XVI ha nominato osservatore permanente della Santa Sede presso le Organizzazioni e gli Organismi delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao, Ifad e Pam) l’arcivescovo Luigi Travaglino, 71.enne nunzio apostolico, laureato in Diritto Canonico e dal 1970 a servizio nella diplomazia della Santa Sede nel 1970. Nato a Brusciano, in provincia di Napoli, ha prestato la propria opera presso le Rappresentanze Pontificie in Bolivia, Etiopia, Portogallo, Scandinavia, Zaire, El Salvador, Olanda, Grecia e, infine, presso la Segreteria di Stato. Nel corso del 1992 è stato delegato apostolico in Sierra Leone, nonché pro-nunzio apostolico in Guinea e quindi in Gambia e in Liberia. È stato nominato nunzio apostolico in Nicaragua nel ’95 e successivamente, nel 2001, trasferito alla Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato. Parla il francese, lo spagnolo, l’inglese e il portoghese.

    In Polonia, il Papa ha accettato la rinuncia all’ufficio di ausiliare della diocesi di Warszawa-Praga, presentata per raggiunti limiti di età da mons. Stanisław Kędziora.

    In Liberia, il Pontefice ha nominato vescovo della diocesi di Cape Palmas mons. Andrew Jagaye Karnley, del clero di Monrovia, già amministratore apostolico sede vacante della medesima arcidiocesi. Il neo presule, 43 anni, ha compiuto gli studi di Filosofia nel Seminario Maggiore di Gbarnga, e quelli di Teologia nel Seminario Maggiore di Cape Coast in Ghana. Ordinato sacerdote, ha svolto, tra gli altri, gli incarichi di rettore del Seminario Minore e parroco. Dal 2009 è a Roma, dove studia Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana.

    In Brasile, Benedetto XVI ha nominato vescovo di Paranavaí mons. Geremias Steinmetz, del clero della diocesi di Palmas-Francisco Beltrão, finora vicario generale della medesima diocesi. Il 45.enne neo presule ha studiato Filosofia nella Facoltà Filosofica di Palmas e Teologia presso l’Itesc – Instituto Teológico de Santa Catarina a Florianópolis. Ha ottenuto la Licenza in Sacra Liturgia presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo a Roma. Ricevuta l’ordinazione sacerdotale, ha svolto il ministero di parroco e di rettore di Seminario diocesano di Filosofia in Francisco Beltrão. Dal 1999 è docente all’Istituto di Teologia nell’arcidiocesi di Cascavel; dal 2006 è vicario generale, membro del Collegio dei Consultori e del Consiglio Presbiterale e coordinatore dell’Azione Evangelizzatrice diocesana.

    In Francia, il Papa ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Bordeaux mons. Laurent Dognin, del clero della diocesi di Nanterre, finora vicario generale. Originario di Parigi, dov’è nato 58 anni fa, mons. Dognin si è formato nel Seminario di Saint-Sulpice a Issy-les-Moulineaux, Ordinato sacerdote, ha ricoperto gli incarichi di parroco, delegato regionale del Frat di Lourdes, vicario episcopale per il settore Centre. Dal 2006 è vicario generale, responsabile per il servizio dei laici incaricati di missione, responsabile per l’insegnamento cattolico e responsabile per la vita religiosa. Dal 2002 al 2007 è stato anche responsabile regionale della fraternità sacerdotale Jesus caritas per l’Ile-de-France e la Haute-Normandie; e dal 2006 per l’Europa.

    Benedetto XVI ha nominato sottosegretario del Pontificio Consiglio Cor Unum mons. Segundo Tejado Muñoz, della diocesi di Roma, officiale del medesimo Dicastero.

    Il Pontefice ha nominato Membri del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione i cardinali: Christoph Schönborn, arcivescovo di Wien (Austria); Angelo Scola, Patriarca di Venezia (Italia); George Pell, arcivescovo di Sydney (Australia); Josip Bozanić, arcivescovo di Zagreb (Croazia); Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi; Francisco Robles Ortega, arcivescovo di Monterrey (Messico); Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di São Paulo (Brasile); William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede; Stanisław Ryłko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici; e i presuli: Claudio Maria Celli, arcivescovo tit. di Civitanova, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali; Nikola Eterović, arcivescovo titolare di Cibale, segretario generale del Sinodo dei Vescovi; Pierre-Marie Carré, arcivescovo coadiutore di Montpellier (Francia); Timothy Michael Dolan, arcivescovo di New York (Stati Uniti d'America); Robert Zollitsch, arcivescovo di Freiburg im Breisgau (Germania); Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto (Italia); Bernard Longley, arcivescovo di Birmingham (Gran Bretagna); André-Joseph Léonard, arcivescovo di Mechelen-Brussel, Malines-Bruxelles (Belgio); Adolfo González Montes, vescovo di Almería (Spagna); Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia (Italia).

    Il Papa ha nominato membri Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari i cardinali: George Pell, arcivescovo di Sydney (Australia); Jean-Baptiste Pham Minh Mân, arcivescovo di Thàn-Phô Hô Chí Minh (Viêt-Nam); Stanisław Dziwisz, arcivescovo di Kraków (Polonia); gli Ecc.mi monsignori: Bernard Blasius Moras, arcivescovo di Bangalore (India); Patricio H. Alo, vescovo di Mati (Filippine); Rafael Palmero Ramos, vescovo di Orihuela-Alicante (Spagna); Stefan Regmunt, vescovo di Zielona Góra-Gorzów (Polonia); Luis Artemio Flores Calzada, vescovo di Valle de Chalco (Messico); il rev.do Padre Renato Salvatore, Mi, superiore generale dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi; i rev.di fratelli: Donatus Forkan, Oh., priore generale dell'Ordine Ospedaliero di S. Giovanni di Dio; Mario Bonorda, Psdp, presidente dell'Ospedale "Sacro Cuore Don Calabria" di Negrar (Verona) e presidente nazionale dell'Associazione Religiosa Istituti Socio-sanitari - Aris (Italia); le rev.de Suore: Maria Maurizia Giovanna Biancucci, Rsv, superiora generale della Congregazione Benedettina delle Suore Riparatrici del S. Volto di NS Gesù Cristo; Maria Luisa Colombo, Sdc, delle Suore della Carità di S. Giovanna Antida Thouret; gli Ill.mi Signori: prof. Gian Carlo Cesana, Membro del Comitato Scientifico della Scuola di Direzione in Sanità della Regione Lombardia; prof. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio (Italia); dott. José María Simón Castellvi, presidente della Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici - Fiamc (Spagna); dott. Piero Uroda, presidente della Federazione Internazionale Farmacisti Cattolici - Fipc (Italia); Gent.ma Signora Marylee J. Meehan, presidente del Comitato Internazionale Cattolico delle Infermiere e Assistenti Medico-Sociali - Ciciams (Usa).

    Il Papa ha nominato consultori del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari gli Ecc.mi Monsignori: Domenico Calcagno, Arcivescovo-Vescovo emerito di Savona-Noli, segretario dell'Apsa e presidente del Fas (Città del Vaticano); Piergiuseppe Vacchelli, arcivescovo titolare di Minturno, segretario aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e presidente delle Pontificie Opere Missionarie; Luis Francisco Ladaria Ferrer, arcivescovo titolare di Tibica, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede; Peter Liu Cheng-Chung, arcivescovo-vescovo di Kaohsiung (Taiwan); Jean Laffitte, vescovo titolare di Entrevaux, segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia; i rev.di: mons. Livio Melina, preside del Pontificio Istituto "Giovanni Paolo II" per Studi su Matrimonio e Famiglia (Italia); mons. Andrea Pio Cristiani, Fondatore del Movimento "Shalom" (Italia); mons. Krzysztof Józef Nykiel, officiale della Congregazione per la Dottrina della Fede; mons. Jacques Suaudeau, officiale della Pontificia Accademia per la Vita; Pierre Jean Welsch, assistente ecclesiastico della Federazione Internazionale dei Farmacisti Cattolici - Fipc (Belgio); il rev.do P. Maurizio Pietro Faggioni, Ofm, assistente ecclesiastico internazionale della Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici - Fiamc (Italia); gli ill.mi signori: prof. Domenico Arduini, direttore della Clinica di Ostetricia e Ginecologia dell'Università di Tor Vergata - Roma; prof. Filippo Maria Boscia, presidente della "Società Italiana per la Bioetica e i Comitati Etici" - Sibce (Italia); prof. Vincenzo Buonomo, decano della Facoltà di Diritto Civile della Pontificia Università Lateranense; prof. Christoph Von Ritter, direttore della "RoMed Klinik Prien am Chiemsee" (Germania); prof. John M. Haas, presidente del "National Catholic Bioethics Center" di Philadelphia (Usa); prof. Jean-Marie Le Méné, presidente della "Fondation Jérôme Lejeune" di Parigi (Francia); prof. Massimo Petrini, professore ordinario e vice-preside dell'Istituto Internazionale in Teologia Pastorale Sanitaria "Camillianum" (Italia); prof. Jacek Rysz, professore alla Facoltà di Medicina dell'Università di Łódz (Polonia); Dott. Roberto Sega, direttore del Reparto di Medicina Generale I al Presidio Ospedaliero di Vimercate (Italia); Prof. Antonio G. Spagnolo, direttore dell'Istituto di Bioetica dell'Università Cattolica del Sacro Cuore in Roma; Prof. Stanisław Szczepan Góźdź, direttore dell'ospedale di Oncologia di Kielce (Polonia); dott. Mario R. Angi, responsabile del Servizio di Oftalmologia Preventiva dell'Università di Padova (Italia); dott. Marco Bregni, direttore dell'Unità Operativa Oncologia Medica Ospedale S. Giuseppe in Milano; dott. Daniel A. Cabezas Gomez, psichiatra presso l'Ospedale "Fatebenefratelli" all'Isola Tiberina in Roma; Dott. Augusto Mosca, dirigente Medico presso la Divisione di Urologia dell'Ospedale "Cto" in Roma; Dott. Fabio Rodia, sostituto direttore della II Divisione di Ortopedia all'Ospedale "Cto" in Roma; gent.me signore: prof.ssa Kuo-Inn Tsou, preside della Facoltà di Medicina dell'Università Cattolica Fu Jen, di Taipei (Taiwan); dott.ssa Rosa Merola, psicologa dell'Istituto Penitenziario Rebibbia in Roma.

    Benedetto XVI ha nominato membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze il prof. Miguel A.L. Nicolelis, docente di Neuroscienze presso la Duke University di Durham, NC (Usa). Il prof. Nicolelis, 50 anni, è nato a São Paulo del Brasile e ha conseguito la laurea in Medicina e il dottorato di ricerca in Neurofisiologia all'Università di São Paulo. È professore di Neuroscienze, Neurobiologia, Ingegneria Biomedica e Psicologia all'Università di Duke (Durham, Nc, Usa), codirettore del Centro di Neuroingegneria di Duke; confondatore e direttore scientifico dell'Istituto Internazionale Lily Safra per le Neuroscienze a Natal, in Brasile. È stato un pioniere nello sviluppo e nell'implementazione di un nuovo metodo neurofisiologico, conosciuto oggi come registrazioni croniche, multi-siti con multi-elettrodi, aprendo un nuovo campo nell'ambito della ricerca neurofisiologica. In particolare, questo nuovo ambito si concentra sulla misurazione dell'attività neuronale simultanea e delle interazioni di grandi popolazioni di neuroni su tutto il cervello. Benché sia conosciuto soprattutto per i suoi studi pionieristici sulle Interfacce Cervello Macchina e le Protesi Neurali con pazienti umani o primati non umani, egli ha anche sviluppato un approccio integrativo allo studio delle malattie neurologiche e psichiatriche, incluso il morbo di Parkinson, l'epilessia, la schizofrenia e i disturbi connessi con la deficienza di attenzione. Ha lavorato anche nel campo della plasticità sensoriale, del gusto, del sonno, delle ricompense e dell'apprendimento. I suoi lavori hanno influenzato la ricerca di base e quella applicata nell'ambito dell'informatica, della robotica e dell'ingegneria biomedica. È membro delle Accademie Francese e Brasiliana di Scienze, autore di oltre 150 manoscritti e curatore di numerose pubblicazioni, fra libri e numeri di riviste speciali, ed ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali.

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    Il cardinale Dias al Giubileo della Chiesa vietnamita: il Papa ama questo nobile popolo

    ◊   Migliaia di persone stanno partecipando con gioia alle celebrazioni di chiusura dell’Anno Giubilare della Chiesa in Viet Nam, iniziate ieri presso il Santuario Mariano di La Vang, alla presenza dell’Inviato Speciale del Santo Padre, il cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Il servizio di Sergio Centofanti.

    L’evento – definito “storico dal porporato - è stato promosso nel 350.mo anniversario della creazione dei primi due Vicariati Apostolici e nel 50.mo anniversario dell’istituzione della gerarchia cattolica. Oggi il cardinale Dias ha portato i saluti e la benedizione del Pontefice: “Il Papa ama il Viet Nam e il popolo vietnamita”. L’inviato di Benedetto XVI ha salutato in modo fraterno i rappresentanti delle altre religioni e poi le autorità civili presenti alle celebrazioni: “La vostra partecipazione – ha detto a queste ultime - mostra il vostro rispetto e il vostro riconoscimento dei valori che professa la comunità cattolica in questa Nazione. Penso che non si mancherà di garantire la piena libertà religiosa, di creare le condizioni favorevoli alle organizzazioni religiose e a tutti coloro che professano e praticano pubblicamente la loro fede, qualunque sia il loro credo”. “Siate certi – ha affermato citando Benedetto XVI - che la Chiesa cattolica continuerà, nell'ambito e con i mezzi che le sono propri, a offrire la sua collaborazione per la salvaguardia della dignità di ogni uomo e per il servizio al bene comune. Essa non chiede alcun privilegio per sé, ma solo le condizioni legittime di libertà e di azione per compiere la sua missione”. (Benedetto XVI, Discorso al Corpo Diplomatico, 12 maggio 2005). Il porporato ha quindi ringraziato i tanti missionari che hanno portato con generosità il Vangelo in questa terra, talora anche pagando con la vita il loro impegno evangelizzatore, dando origine “a questa magnifica Chiesa di 6 milioni di cattolici … che si sforzano di vivere in modo degno di questo nome e di collaborare allo sviluppo della Patria comune”. Il cardinale Dias ha quindi ricordato che presso questo luogo è apparsa per la prima volta la Madonna di La Vang, 213 anni fa, nel 1798, “per consolare i cristiani che cercavano rifugio nella foresta e che soffrivano la persecuzione, la fame, la sete, le intemperie”. La Vergine Maria così esortava i cattolici perseguitati: "Abbiate fiducia, sopportate di buon cuore le pene e i dolori. Ho già esaudito le vostre preghiere. D’ora in poi chiunque verrà a pregare in questo luogo, vedrà le sue intenzioni soddisfatte”. “Io – ha concluso il cardinale Dias – prego con voi, per voi, per le vostre intenzioni, per la Chiesa in Vietnam e per questa nobile Nazione che merita un futuro ben migliore”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   La prima udienza generale del nuovo anno.

    Gli Stati Uniti e lo spettro del crac: in rilievo, nell'informazione internazionale, il debito mai così in alto dalla seconda guerra mondiale.

    Poesia di un triplice dono: in cultura, Inos Biffi sull'Epifania di Prudenzio nel poeta latino Prudenzio.

    Sapienza e tirannia a confronto: Fabrizio Bisconti sui Magi e il re Erode in un sarcofago del tempo di Teodosio.

    Semplice il volto e profondo il pensiero: Vicente Carcel Orti ricorda, a quattrocento anni dalla morte, l'arcivescovo di Valencia Juan de Ribera.

    Nel roveto ardente della musica: Cristiana Dobner sulla libertà di Marija Judina di fronte all'ottuso regime comunista.

    Un articolo di Pietro Messa dal titolo "Ma l'asino e il bue non possono mancare": san Carlo da Sezze e la memoria del Natale.

    Bibliotecari di Dio: Mendelsohn e la Vaticana in un articolo del "New Yorker" ripreso oggi da "La Repubblica".

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    Oggi in Primo Piano



    Funerali del governatore del Punjab. Il ministro Bhatti: difendere le minoranze. Mons. Saldanha: cresce l'intolleranza

    ◊   Centinaia di persone e decine di rappresentanti del governo hanno partecipato oggi a Lahore al funerale del politico pachistano Salman Taseer, assassinato ieri a Islamabad. Il governatore del Punjab è stato sepolto nel principale cimitero di Cavalry Grounds, dopo essere stato trasportato in elicottero dal suo ufficio dove si sono tenute le esequie. La sepoltura è avvenuta con gli onori di Stato e la bara è stata avvolta dalla bandiera nazionale. Tra i presenti il premier Yusuf Raza Gilani e esponenti di spicco del Partito popolare pachistano. L’omicida, reo confesso, ha dichiarato di aver agito per punire l’uomo politico, che aveva aderito al fronte per l’abolizione della legge sulla blasfemia. Kelsea Brennan Wessels ha intervistato il Ministro pakistano per le minoranze Shahbaz Bhatti.

    R. – I think that the assassination of the...
    Penso che l’assassinio del governatore del Punjab possa suscitare paura tra tutte quelle persone che si ergono a favore della verità, contro gli estremismi, contro l’intolleranza, contro la violenza e contro quelle leggi sulla blasfemia. Ma credo che la scoperta della violenza non possa creare paura e non possa fermarci dall’alzare la voce in favore della giustizia e della protezione delle minoranze e delle persone innocenti del Pakistan.

    D. – Considerando il clima politico, è possibile un’abrogazione della legge sulla blasfemia?

    R. – I think that it is difficult...
    Penso che sia difficile, ma il cattivo uso della legge sulla blasfemia spero che faccia sì che le persone possano rendersi conto che questo omicidio è avvenuto in seguito all’istigazione da parte di fanatici, che usano la legge sulla blasfemia per istigare il popolo alla violenza. Quindi, penso che questa legge debba essere rivisitata e riesaminata per impedirne il cattivo uso. Comunque, dall’altra parte, gli estremisti religiosi stanno dicendo chiaramente che non tollereranno nessuna rettifica in questa legge.(ap)

    La notizia della morte di Taseer ha scosso anche i cristiani indiani. John Dayal segretario generale dell’All Indian Christian Council, ha ricordato con ammirazione la figura del governatore del Punjab proprio per la sua posizione contro la legge antiblasfemia. Preoccupazione per il crescente senso d’intolleranza verso il dissenso in Pakistan è stata espressa anche dall’arcivescovo di Lahore Lawrence J. Saldanha, insieme al dolore della Chiesa cattolica per l’uccisione del governatore Taseer. Sentiamolo nell’intervista di Emer McCharty.

    R. – We were very shocked to hear the news…
    Siamo rimasti molto scioccati nell’ascoltare queste notizie. Pensiamo che questa sia una mossa contro quelle persone che si stanno opponendo alla legge sulla blasfemia. Il governatore era chiaramente critico nei confronti della legge sulla blasfemia: aveva richiesto la sua abrogazione; era anche a favore del rilascio di Asia Bibi ed era intervenuto personalmente, tentando di ottenere per lei la grazia. Purtroppo lo hanno assassinato e siamo molto dispiaciuti per questo.

    D. – Qual è il clima nel Paese al momento?

    R. - People are afraid...
    Le persone sono spaventate. E’ possibile che la sensazione generale sia di maggiore paura e specialmente dopo la morte del governatore sarà anche più difficile per le persone criticare questa legge.

    D. – Come possiamo considerare questa ondata di estremismo che sembra aumentare nel Paese?

    R. – That’s true. I also speak...
    Questo è vero. Ho anche detto in Chiesa, il giorno di Capodanno, che la libertà religiosa - tema della Giornata mondiale per la pace - è essenziale per la pace. Ma sfortunatamente in molti Paesi, e anche nel nostro, questa tolleranza viene colpita duramente. C’è un’aria molto intollerante al momento e per questo ci sentiamo sempre più mal tollerati e ci sentiamo anche emarginati. Ecco perché quest’anno non si prospetta come un anno di speranza e felicità.(ap)

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    Egitto. Misure di sicurezza per il Natale dei copti. Mons. Fahim: no al circolo vizioso della violenza

    ◊   Si aggrava il bilancio delle vittime dell’attentato di Capodanno ad Alessandria d’Egitto in una chiesa della comunità copta ortodossa. I morti sono ora 23, ma il numero sembra purtroppo destinato ad aumentare, perché alcuni feriti versano in gravi condizioni. Oggi il ministro dell'Interno egiziano ha detto che una carica esplosiva trasportata da un kamikaze è stata all'origine dell’esplosione. E da oggi sono state rafforzate le misure di sicurezza all’aeroporto del Cairo, in particolare in vista di domani, vigilia del Natale ortodosso. Nelle ultime ore, il portavoce del Dipartimento di Stato USA, Crowley ha espresso preoccupazione “per la crescente ondata di violenza che nel mondo sta colpendo i cristiani”. Il presidente della Commissione europea, Barroso, ha espresso la ferma condanna dell'UE. Ma gli europarlamentari Mario Mauro e Gianni Pittella con una lettera chiedono a Catherine Ashton, Alto Rappresentante dell’UE per la politica estera, “un suo intervento urgente entro 24 ore". Intanto in Egitto sono in molti a pregare perché non prevalga la violenza. Nell’intervista di Fausta Speranza, mons. Botros Fahim Awad Hanna, vescovo di curia del Patriarcato copto cattolico di Alessandria d’Egitto, ha parole di dolore e di fede:

    R. - Sicuramente addolorati, portiamo le nostre condoglianze, le nostre sofferenze ai familiari delle vittime e dei feriti, ma non dobbiamo mai perdere l’atteggiamento di fede, prendendo a modello Cristo: dobbiamo guardare a come Lui si è comportato di fronte alla violenza che ha subito. Parliamo sempre con la nostra gente perché non perda la serenità, la pace che il Signore ci ha portato. Il nostro atteggiamento non deve mai essere di reazione violenta, perché non dobbiamo scendere nel circolo vizioso in cui certa gente vuole portarci. Quindi, ci appoggiamo soprattutto alla preghiera, all’assistenza anche dei nostri confratelli musulmani, che hanno dimostrato largamente solidarietà. Noi siamo un popolo solo, quindi cerchiamo con la preghiera, con il camminare mano nella mano di affrontare tutto questo.

    D. – E’ vero che ci sono musulmani che si sono offerti di accompagnare i cristiani alle celebrazioni del Natale ortodosso, in segno di solidarietà?

    R. – Infatti! Tante persone si sono presentate e hanno detto: “Vogliamo partecipare alle celebrazioni in chiesa” nella notte del Natale ortodosso ovviamente, cioè domani notte. Ci sono persone di buona volontà.

    D. - In un contesto di violenza terroristica, quanto sono importanti le parole del Papa sulla libertà religiosa, parole pronunciate in occasione del Messaggio per la pace il primo gennaio?

    R. - E’ un messaggio molto importante, che tocca il cuore di tutti. Spero che la gente lo legga bene e lo percepisca nel modo giusto, perché purtroppo delle volte, qualche intervento del Santo Padre viene interpretato male. Quindi, io spero che la gente abbia la lucidità di poter leggere bene e capire meglio le intenzioni del Santo Padre, che portano sempre alla pace, che sono state sempre contro la violenza dovunque si trovi, contro qualsiasi essere umano, di qualsiasi razza, di qualsiasi religione.

    D. - In Egitto, in questo contesto, come testimoniare la pace di Cristo?

    R. - Sicuramente la pace di Cristo si porta nel mostrare come siamo fedeli a Cristo, ai suoi insegnamenti, al suo Vangelo, in questo periodo in modo particolare, che è un periodo di pace, con la nascita di Cristo. Quindi, dobbiamo avere questa ferma volontà di andare avanti, malgrado tutto, senza accusare a destra e a sinistra. Dobbiamo aspettare tutte le indagini. Alla fine andiamo avanti senza perdere né la speranza, né la forza di essere fermi sulla nostra terra, sulla nostra fede; andiamo avanti a testa alta e mano nella mano con i nostri confratelli musulmani, con cui viviamo insieme nello stesso Paese. A tutto il mondo auguro ogni bene e ogni pace. (ma)

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    Oltre 20mila persone in fuga dalla Costa d'Avorio: molti i bambini

    ◊   Sono oltre 20mila le persone in fuga dalle violenze in Costa d’Avorio, arrivano quasi tutte dai villaggi dell’ovest del Paese, si rifugiano in Liberia, e metà sono bambini, costretti a vivere molto spesso separati dalle famiglie di origine. “I bambini soffriranno più di tutti se la situazione non migliora”: denuncia dalla Costa d’Avorio l’organizzazione Save the Children che avverte come anche la Liberia sia ormai sotto pressione: non vi sono ripari, mancano acqua potabile e cibo, strutture mediche e scuole per bambini. Francesca Sabatinelli ha intervistato Emanuela Salvatori, di Save the Children Italia.

    R. - Questo flusso purtroppo continua e ci allarma molto perché in queste situazioni i bambini possono ritrovarsi separati dalle proprie famiglie ed essere quindi doppiamente esposti a rischi di violenza, di abusi. La situazione che questi bambini e le rispettive famiglie si lasciano alle spalle è già una situazione molto difficile. Teniamo presente che sono circa due mesi che il Paese vive una condizione di instabilità, di insicurezza e, dunque, la popolazione è già fortemente provata. Dal punto di vista delle condizioni quotidiane di vita si registrano crescenti difficoltà, per cui l’approvvigionamento di alimenti - alimenti base - è diventato difficile e i prezzi sono già alle stelle: un chilo di carne costa più di un euro. Teniamo conto che metà della popolazione ivoriana vive con circa un dollaro e mezzo al giorno.

    D. – Save the children, che è presente in Costa d’Avorio, sta lanciando l’allarme anche per il sovraffollamento delle comunità e dei villaggi, che stanno accogliendo queste persone in Liberia...

    R. – Certo. Il problema è che già in Liberia la condizione delle persone non è delle più semplici. Le comunità, dunque, si trovano ulteriormente appesantite anche dalle esigenze, dai bisogni minimi, di base di questo flusso di persone in arrivo. C’è, quindi, necessità di tutto - di rifugi, di stuoie su cui dormire, di cibo - e tutto questo non viene in questo momento garantito adeguatamente.

    D. – Sempre la vostra organizzazione dalla Costa d’Avorio denuncia anche il fatto che molti di questi bambini si sono ritrovati a dover lavorare...

    R. – Sì e questa è una situazione che si presenta regolarmente in questi casi, perché è chiaro che per fare fronte alle esigenze minime di sopravvivenza, i bambini iniziano a lavorare e questo semplicemente per nutrire sé e le proprie famiglie. Laddove i bambini sono soli, sono separati, il coinvolgimento anche in attività può diventare anche rischioso: i bambini soli sono, comunque, bambini molto più esposti a situazioni di violenza. Quello che noi stiamo facendo, come Save the children, in questo momento, soprattutto nell’Ovest del Paese da cui origina il flusso di rifugiati, è di trasmettere tre volte al giorno, in questi villaggi, una serie di messaggi, in cui noi ci rivolgiamo ai bambini, dicendo loro: “Ricordatevi, tenete a mente il vostro nome, il nome dei vostri genitori, il nome del vostro villaggio, nel caso in cui vi trovaste soli e doveste chiedere aiuto per ricongiungervi ai vostri familiari”. Allo stesso tempo, inviamo dei messaggi alle famiglie, in cui diciamo: “Restate uniti, non disperdetevi e laddove i bambini fossero già altrove controllate e cercate di tenervi collegati a loro”.

    D. – In che modo Save the children invia questi messaggi?

    R. – Attraverso le radio locali. Utilizziamo spesso le lingue come lo yoruba. E, quindi, non il francese, perché teniamo conto che un’alta percentuale, sia dei bambini che degli adulti, sono analfabeti e non potrebbero comprendere, dunque, messaggi veicolati per iscritto. D’altra parte, i mezzi televisivi, in questo momento, non garantiscono un’informazione equidistante e corretta.(ap)

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    Continua il dramma dei migranti prigionieri nel Sinai

    ◊   Peggiora di ora in ora la situazione dei migranti che ancora si trovano nelle mani dei trafficanti nel nord del Sinai. Le associazioni continuano a lanciare i loro appelli affinché la comunità internazionale, soprattutto l’Ue, intervenga per salvare queste persone. Ad oggi, si sa che un gruppo di 250 è stato diviso in due. Una parte si trova nei pressi di Rafah, di un altro centinaio circa non si sa più nulla. Ad essere rilasciati soltanto coloro per i quali i familiari hanno pagato il riscatto, alcuni sono ora in campi profughi in Israele, per altri invece, una volta liberati, sono scattate le manette della polizia di confine egiziana. Finora otto gli eritrei uccisi, mentre a quattro sono stati asportati i reni destinati al traffico di organi. Don Mussai Zerai, direttore dell’agenzia Habeshia, riesce a parlare via telefono con i prigionieri quasi ogni giorno. Francesca Sabatinelli lo ha intervistato:

    R. – I ragazzi che sono ancora nelle mani dei trafficanti mi chiedevano: “Ma perché non si sta facendo nulla per liberarci? Perché nessuno interviene?”. Quelli che sono stati rilasciati fino ad oggi sono liberi perché i loro familiari hanno pagato il riscatto, altrimenti nessuno viene liberato. Questo preoccupa soprattutto coloro che non hanno nessun parente in grado di pagare il riscatto. Si profila che queste persone o verranno vendute ad altri gruppi di trafficanti, o altrimenti saranno costretti a dover cedere un organo come forma di pagamento del riscatto.

    D. – Don Zerai, lei accennava ai ragazzi che sono stati liberati. saranno, però, consegnati dalle autorità egiziane alle ambasciate dei Paesi di provenienza, e sappiamo che sono persone che dovrebbero godere dello status di rifugiato. Cosa ne sarà di questi ragazzi? Perché il Cairo li riconsegna alle ambasciate?

    R. – Nel nostro colloquio con l’ambasciata egiziana presso la Santa Sede avevamo chiesto, man mano che queste persone venivano liberate dai trafficanti, che fossero consegnate all’ufficio dell’Unhcr al Cairo, non che fossero incarcerati o addirittura deportati verso il loro Paese d’origine. Ricordiamo, tra l’altro, che l’Egitto è firmatario della Convenzione di Ginevra sui rifugiati. La preoccupazione che invece aveva espresso anche l’ambasciata egiziana era in merito a chi avrebbe gestito queste persone dopo la loro liberazione. Infatti, da quello che ci hanno fatto capire, l’Egitto non sembra voler prendersi in carico anche l’eventuale accoglienza e garantire protezione. Se c’è questa situazione, bisogna ricordare che essa è frutto anche della chiusura, dei respingimenti che vengono attuati dalla politica di immigrazione a livello europeo.

    D. – Parlando con loro, ha avuto ancora notizie di torture e di violenze su queste persone?

    R. – Sì, perché i ragazzi mi dicevano proprio due giorni fa: non ce la facciamo più! Qui veniamo continuamente picchiati. Il nostro corpo è disseminato di lividi … Adesso vengono picchiati addirittura con le catene o con i bastoni di ferro, soprattutto quelli che non hanno nessuno …

    D. – Piano piano, queste persone vengono separate, vengono formati diversi gruppi …

    R. – Sì. Intanto, bisogna ricordare che a metà dicembre sono stati letteralmente fatti sparire 100 dei 250 eritrei, non sappiamo dove siano, nelle mani di chi siano finiti. Ci dicono anche che esisterebbero dei container sotterranei nei quali vengono tenuti prigionieri. Invece, di questi altri 150, alcuni – circa 40 persone – sono stati liberati perché hanno pagato, e di questi alcuni sono finiti nelle mani delle autorità egiziane, mentre altre 16 persone si trovano attualmente in un campo profughi in Israele. Gli altri sono stati separati tra chi riceve aiuti da fuori e chi non ha proprio nessuno.

    D. – Don Zerai, ormai è più di un mese che voi state lanciando appelli …

    R. – No per questo abbiamo insistito ed abbiamo sollecitato anche le autorità israeliane e quelle palestinesi, perché tutto questo succede anche vicino alla Striscia di Gaza. Di fronte a questa emergenza umanitaria si sarebbero potuti superare certi aspetti, facendo fronte comune … Ma soprattutto, io chiedo alla Comunità europea di intervenire non solo con un richiamo generico, come è stato fatto con la Risoluzione votata dal Parlamento europeo, ma prendendo un impegno, offrendo un percorso legale e protetto di ingresso dei richiedenti asilo politico. (gf)

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    Convegno nazionale della Cei sulle vocazioni

    ◊   “Quanti pani avete? Andate a vedere …” è la sfida e titolo del Convegno Vocazionale Nazionale della Cei, che si conclude oggi a Roma alla Domus Mariae. Interessanti le proposte approfondite in ambito teologico e pastorale. Ieri, mons. Aiello, vescovo di Teano-Calvi, così ha dipinto “il clima vocazionale odierno”: “Cinquant’anni fa c’erano le vocazioni per la pastorale ma non c’era la pastorale per le vocazioni, oggi è un po’ il contrario”. Chiara Pagano ha intervistato don Nico Dal Molin, direttore del Centro Nazionale Vocazioni:

    R. - Fare un convegno sulle vocazioni significa innanzitutto non andare a verificare la quantità delle vocazioni ma piuttosto rianimarci, quindi rimotivarci. In questo momento c’è bisogno di ritrovare l’entusiasmo dell’annuncio e della proposta, che poi è anche il senso del messaggio del Papa per la prossima giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Ritrovare il coraggio di dire: abbiamo un piccolo lumino da accendere, proviamo ad accenderlo. Quindi, fondamentale è la via della rimotivazione del nostro servizio vocazionale.

    D. – Come aiutare concretamente i giovani a capire se hanno una vocazione alla vita sacerdotale o alla vita religiosa?

    R. - Io credo che oggi ci sia, innanzitutto da parte dei giovani, un grandissimo bisogno di ascolto. Lo abbiamo visto in situazioni molto recenti, anche conflittuali, nelle quali ci si è resi conto che il mondo dei giovani ha bisogno di essere ascoltato per essere capito, per essere interpretato. Credo che il primo aspetto sia quello di dare loro dei punti di riferimento dove possano bussare e trovare qualcuno che li accoglie e li ascolta. Oltre all’ascolto ci vuole poi un accompagnamento, cercare insieme a loro di mettere a fuoco alcune sensibilità della loro vita: è il classico tema del discernimento. Forse proprio questo è il senso del titolo che abbiamo dato a questo convegno e a tutto l’anno vocazionale.

    D. - Ci sono stati anche dei laboratori di approfondimento negli ultimi giorni del convegno...

    R. – Sì, anche se noi quest’anno li abbiamo concepiti in maniera un po’ particolare, dei laboratori che hanno puntato più sulla via della estetica, della bellezza. Credo che, come Chiesa, dovremmo riscoprire questa via della bellezza, magari mutuandola dalla Chiesa d’Oriente. Quindi, abbiamo puntato su dei laboratori artistico-vocazionali con alcuni gruppi di giovani che hanno fatto dei cammini in questo ambito, che ci hanno fatto le loro proposte, ci hanno detto come loro hanno costruito un recital piuttosto che un’esperienza artistica, piuttosto che un cammino nell’ambito della bellezza. Ci hanno aiutato così a capire che anche questa via è una via privilegiata per incontrare il Signore. Del resto, già il grande Fëdor Dostoevskij diceva che sarà la bellezza a salvare il mondo, e io credo che questa sia davvero una via privilegiata. (bf)

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    Chiesa e Società



    Costa D’Avorio: appello dei vescovi al dialogo nazionale. No all'intervento militare straniero

    ◊   Un forte appello al dialogo e ad una soluzione pacifica della crisi politica che sconvolge la Costa d’Avorio. A lanciarlo oggi i vescovi ivoriani che in un messaggio inviato all’agenzia Fides dichiarano il loro no all’ipotesi di un intervento militare nel Paese da parte dell’Onu o della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (Cedeao). I presuli, ribadendo il loro impegno in un’opera di mediazione, ricordano al presidente uscente Gbabo e a quello in carica Ouattarà, l’importanza di un incontro pacificatore per il benessere della popolazione, descrivendolo come “un atto di umiltà, coraggio e amore assolutamente fondamentale”. Il messaggio chiede inoltre ai due leader di “mettere da parte il rancore e impegnarsi a trovare, una soluzione giusta alla controversia, per non mettere in pericolo la vita della popolazione”. Quindi invitano l’Onu ad agire in modo conforme “ai principi fondamentali che governano l’organizzazione e che sono rispettosi dei diritti dell’uomo, a far uso di mezzi pacifici per portare il proprio contributo alla risoluzione della crisi, limitandosi assolutamente al mantenimento della pace. “Domandiamo con insistenza che sia rispettata la sovranità del nostro Paese - scrivono i vescovi - che non dimenticano di rivolgere anche un appello all’Unione Africana e alla Cedeao perché siano pronte a difendere i principi della solidarietà africana, secondo cui “quando la casa del vicino brucia lo si aiuta sempre a spegnere l’incendio”. “Anche a loro - ribadiscono - vorremmo far notare le conseguenze incalcolabili di un intervento militare per il Paese e la sotto-regione dell’Africa occidentale”. I vescovi respingono infine ogni interpretazione di conflitto religioso: “in Costa d’Avorio – affermano - non esiste un nord musulmano che sarebbe opposto ad un sud cristiano. Nella stessa famiglia coabitano a volte musulmani e cristiani”. (C.S.)

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    Caritas Costa d'Avorio: nella regione rischio di crisi umanitaria

    ◊   “Sostenere il dialogo” in Costa d’Avorio, altrimenti la “situazione potrebbe esplodere” e “trasformarsi in una grave crisi umanitaria a livello regionale”: è quanto sostiene la Caritas Costa d’Avorio, che sta aiutando circa 2.600 sfollati a Duékoué e Danané (zona occidentale del Paese), in fuga dalle violenze in seguito alle elezioni presidenziali di ottobre. Circa 150 persone sono già morte durante gli scontri. Il presidente uscente Laurent Gbagbo - riferisce l'agenzia Sir - rifiuta infatti di lasciare il potere ad Alassane Ouattara, risultato vincitore della disputa elettorale. "La guerra civile del 2002-2004 ha innescato una grave crisi umanitaria che si è propagata nei Paesi vicini - ricorda Jean Djoman, di Caritas Costa d'Avorio -. Non dobbiamo ripetere ora gli stessi errori". Secondo Djoman il lavoro di mediazione che sta portando avanti la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas) “sta funzionando”, perché “le due opposte fazioni di Gbagbo e Ouattara hanno per il momento interrotto le attività e le manifestazioni". "La situazione è difficile – osserva Djoman -, ma dobbiamo sperare si possa raggiungere un accordo, visto che il destino di migliaia di persone dipende da questo". Durante la guerra civile del 2002-2004 sono morte migliaia di persone e ancora di più sono state costrette ad abbandonare le proprie case. Gli sfollati di oggi sono in gran parte contadini che vivono nelle regioni occupate dai movimenti a favore di Laurent Gbagbo, tra i quali molti bambini con situazione di grave o moderata malnutrizione, che hanno quindi bisogno di assistenza specifica. "Al momento – spiega Djoman - siamo in grado di soddisfare i bisogni in termini di cibo, acqua, servizi igienici e salute. Ma le scorte, stabilite prima delle elezioni nel nostro piano di emergenza, ci permettono di andare avanti al massimo per un altro mese. Stiamo quindi prendendo in considerazione la possibilità di avviare ulteriori azioni con i partner della rete Caritas internationalis”. "Se la situazione dovesse esplodere – conclude -, potrebbe provocare una crisi a livello regionale. Dobbiamo fare tutto il possibile per trovare una soluzione pacifica a questo conflitto. Allo stesso tempo, come organizzazioni non governative, dobbiamo anche prepararci allo scenario peggiore". (R.P.)

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    Nigeria. Il cardinale Okogie: "Le bombe alle chiese rafforzano la nostra fede"

    ◊   “Gli attacchi contro le chiese in Nigeria hanno rafforzato la nostra fede. Nonostante la violenza di questi giorni, la convivenza tra cristiani e musulmani nel nostro Paese è possibile. E lo documenta una serie di fatti che fanno meno rumore delle bombe, ma che sono più decisivi”. Lo sottolinea l’arcivescovo di Lagos, il cardinale Anthony Olubunmi Okogie, intervistato da . A pochi giorni dalle bombe contro le chiese di Jos, che la vigilia di Natale hanno falciato 86 vite, e dal nuovo attacco di ieri contro un luogo di culto dei cristiani pentecostali a Maiduguri - riferisce l’agenzia Asca - l’arcivescovo di Lagos spiega perché gli attentati non sono stati in grado di distruggere il tessuto sociale del suo Paese. “I cristiani nigeriani non hanno paura di nessuno - avverte il porporato -. Lo dimostra per esempio il fatto che anche domenica scorsa si sono recati alla messa come ogni settimana, e che continuano a cercare di difendere la pace tra tutte le religioni. A Lagos in particolare le relazioni tra musulmani e cristiani sono attualmente pacifiche. Non mancano matrimoni tra persone di diverse fedi. E continuiamo a pregare insieme, a mescolarci e a ritrovarci anche in occasione di eventi sportivi. E nessuno ha paura”. Secondo il cardinale Okogie, “Gli attacchi hanno reso la Chiesa in Nigeria più forte. Rendendo i cristiani più sicuri di sè e più pronti a difendere la loro fede. Anche perché le ingiustizie subite a Jos hanno rafforzato la nostra convinzione di essere nel giusto. Questo non toglie che alcune comunità cristiane nigeriane stiano attraversando un momento molto difficile”. Quanto alla politica, Okogie sottolinea che “il compito dei politici cristiani non è quello di difendere i cristiani, ma di impegnarsi per portare la pace nell’intero Paese. Tutelando anche musulmani e animisti, e non solo cattolici e protestanti. E’ quello che stanno cercando di fare personalità come il presidente Jonathan. Stanno combattendo per la pace”. “Il punto di partenza - sottolinea l’arcivescovo di Lagos - deve essere quello di smettere di sparare e uccidere i propri vicini di casa. E non la tutela soltanto di una parte, qualunque essa sia, che non fa altro che creare tensioni nei cittadini di fedi differenti”. (R.P.)

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    Gerusalemme: preghiere ecumeniche e solidarietà per la Chiesa copta

    ◊   Una preghiera ecumenica per la pace e “a sostegno dei fratelli cristiani perseguitati in Egitto” si svolgerà oggi presso il convento di S. Etienne, a Gerusalemme, organizzata dal Comitato ecumenico “Sabeel”. “Vogliamo fare memoria delle vittime del brutale attacco della Chiesa copta di San Pietro e San Paolo di Alessandria – affermano gli organizzatori - offriamo le nostre preghiere per la comunità cristiana in Egitto e per la fine dell'estremismo religioso e della violenza”. L’iniziativa - riferisce l'agenzia Sir - fa seguito alla messa di Requiem celebrata ieri sera nella chiesa del Patriarcato copto-ortodosso di Gerusalemme. Nel corso della liturgia, alla quale erano presenti molti leader religiosi cristiani, sono stati letti i messaggi di solidarietà del presidente palestinese Mahmoud Abbas e del Gran Mufti di Gerusalemme. Tra i presenti anche ebrei israeliani. È stato l’arcivescovo dei copti ortodossi di Terra Santa, mons. Anba Abraham, a concludere l’incontro: “il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani – ha detto l’arcivescovo al Franciscan Media Centre - questa prova può rafforzare la fede dei nostri fedeli, che saranno sempre più numerosi nelle nostre chiese. A volte Dio permette che certi eventi si verifichino perché il martirio è una testimonianza per il mondo intero, che dovrebbe rafforzare la nostra fede”. (R.P.)

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    In Terra Santa pellegrinaggio di solidarietà con i "fratelli copti"

    ◊   “Abbiamo sentito molto questo grave fatto e pregato per le vittime e per i feriti insieme a mons. Fouad Twal, patriarca della Chiesa latina, con il quale abbiamo celebrato la Giornata mondiale della Pace”. Così mons. Domenico Sigalini, assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica, commenta all’agenzia Sir la strage di Alessandria d’Egitto, che ha colpito la chiesa copta provocando 22 morti e centinaia di feriti. Quella di mons. Sigalini è una testimonianza che viene direttamente dal pellegrinaggio in Terra Santa della presidenza nazionale di Ac – iniziato il 28 dicembre e che si concluderà oggi - a cui partecipano 50 rappresentanti di quasi tutte le regioni italiane. “Il nostro aver incontrato i rappresentanti delle molte realtà di Chiesa cristiana presenti in Terra Santa, e con loro ebrei e musulmani, vuole dire che la strada del dialogo in nome dell’unico padre è da intraprendere con nuovo slancio”, prosegue mons. Sigalini. La vicepresidente nazionale dei Giovani di Ac, Chiara Finocchietti, invita ad “essere vicini alla minoranza cristiana che vive nei due popoli di questa terra, testimone di Cristo in dialogo con tutti i credenti”. Alla visita dei luoghi santi di Betlemme, Gerusalemme, Nazaret, durante il pellegrinaggio si sono alternati gli incontri con i responsabili della Chiesa locale e quelli con le esperienze in prima linea nel sostegno alle necessità della popolazione.(C.P.)

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    Strage in Egitto: condanna e preoccupazione della Chiesa cattolica tedesca e austriaca

    ◊   L’attentato ai cristiani copti di Alessandria d’Egitto ha suscitato condanne e preoccupazione in Germania e Austria. La Conferenza episcopale tedesca (Dbk), ha diffuso ieri un comunicato in cui il presidente, mons. Robert Zollitsch ha espresso la “più aspra condanna” e “profonda costernazione” per “questo atto di orribile violenza”. In un’intervista all’emittente radiofonica cattolica “Domradio”, ripresa dall'agenzia Sir, mons. Ludwig Schick, presidente della Commissione della Dbk per la Chiesa universale, ha auspicato la prosecuzione del dialogo interreligioso, precisando di aspettarsi dai musulmani in Germania “un chiaro segno di solidarietà verso i cristiani, il rifiuto nei confronti di qualsiasi tipo di terrorismo e la volontà di rafforzare la buona convivenza di cristiani e musulmani”. “Profonda preoccupazione” sulla situazione dei cristiani in Medio Oriente è stata manifestata anche dal cardinale Christoph Schönborn: “la Chiesa cattolica austriaca è solidale con il dolore e il lutto della Chiesa copta”, ha detto, ricordando le parole del Papa il 1° gennaio. L’arcivescovo di Vienna ha infine ammonito: “tendiamo la mano ai musulmani. Ma ricordiamo anche la parola del Papa che dice che ogni delitto ‘in nome della religione’ è ‘un delitto contro la religione’”. (R.P.)

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    Venezia: nella solenne Messa dell'Epifania il ricordo dei copti uccisi in Egitto

    ◊   Nella solennità dell’Epifania, domani la Santa Messa solenne nella Basilica di San Marco a Venezia, presieduta alle 10.30 dal patriarca, il cardinale Angelo Scola, è per lunga tradizione occasione di unione nella preghiera con i missionari veneziani – sacerdoti, religiosi e laici – che prestano il loro servizio nel mondo nei tanti luoghi dell’annuncio kerygmatico. Il ricordo e la preghiera della comunità di fede veneziana si estenderà anche ai cristiani perseguitati e martiri, in particolare alle vittime del cruento attacco di Capodanno contro la chiesa copta di Alessandria d’Egitto. All’Offertorio dodici rose rosse saranno portate all’altare di San Marco e collocate al termine della celebrazione sull’altare della Madonna Nicopeia, l’“operatrice di vittoria”, icona particolarmente venerata dai veneziani insieme a quella della Madonna della Salute. Il gesto dell’offerta del “bócolo” appartiene alla tradizione veneziana e si ripete ogni anno il 25 aprile, solennità di San Marco. E’ stato inserito nell’odierna liturgia a ricordo dei cristiani recentemente uccisi e per indicare inoltre la speciale vicinanza con la Chiesa alessandrina nata, come quella di Venezia, per l’azione missionaria dell’evangelista Marco. (M.V.)

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    India: nel Karnataka arrestato il pastore protestante sfuggito a un attentato

    ◊   Il Consiglio globale dei cristiani indiani denuncia l’arresto del pastore Isaac Samuel, vittima di un’aggressione da parte dei fondamentalisti indù dell’Hindutva. L’arresto è stato compiuto dalla polizia di Davanagere. La notizia - ripresa dall'agenzia AsiaNews - è stata data da Sajan K. George, presidente del Consiglio. L’arresto fa seguito alla denuncia presentata contro Isaac Samuel da parte di Basraj, un attivista del Bajrang Dal, un movimento radicale indù. Basraj ha avanzato ieri una denuncia contro il pastore Isaac Samuel in base all’art. 153 del Codice penale indiano accusandolo di “Promuovere inimicizia fra gruppi diversi in base alla religione”. Isaac Samuel era sfuggito miracolosamente a un’aggressione che poteva costargli la vita. Il 2 gennaio alcuni estremisti armati di mannaia lo hanno attaccato a Davanagere, nel Karnataka, mentre stava guidando un servizio di preghiera per l’Anno nuovo. Il Pastore ha subito serie ferite alla testa. E’ stato ricoverato al Chigateri General Hospital dove ha ricevuto dodici punti di sutura. Ieri la polizia ha arrestato due suoi assistenti, che erano presenti all’aggressione, con l’accusa di “Promuovere inimicizia fra gruppi diversi in base alla religione”. Oggi pomeriggio la polizia ha arrestato Isaac Samuel. I suoi avversari, membri del Bajrang Dal, hanno fatto circolare una versione dell’episodio secondo cui Isaac Samuel sarebbe stato sorpreso mentre operava conversioni, e si sarebbe ferito da solo sfuggendo ai suoi aggressori. Il Consiglio globale dei cristiani indiani ha condannato nei termini più severi questa collusione fra la polizia a livello locale e gli estremisti in Karnataka, e ha chiesto al Primo ministro del Karnataka di rispettare gli obblighi costituzionali e difendere i diritti umani delle vittime del “terrore”. (R.P.)

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    Spagna. Il cardinale Rouco Varela: "le famiglie segno e strumento di speranza"

    ◊   Non si può affrontare seriamente e responsabilmente il futuro dell'uomo — un futuro degno — se si prescinde dalla verità del matrimonio e della famiglia. Non è possibile ignorare questa verità, se si vuole costruire una società libera, giusta e solidale nella quale l'uomo possa trovare le condizioni necessarie per il suo sviluppo personale, in armonia con la propria natura trascendente di immagine e figlio di Dio. Nell'omelia della «Messa per le famiglie», celebrata domenica scorsa in plaza de Colón a Madrid, il cardinale arcivescovo Antonio María Rouco Varela, presidente della Conferenza episcopale spagnola, ha messo in guardia dalle conseguenze negative prodotte da quelle ideologie e da quei provvedimenti - riporta L'Osservatore Romano - che tendono a negare l'importanza personale e sociale del matrimonio e della famiglia. «Si accecano le fonti della vita con la pratica permissiva dell'aborto — ha detto il porporato — e si banalizza con l'eutanasia fino agli estremi la responsabilità di vivere e di rispettare la vita del prossimo». Il diritto irrevocabile alla vita resta così «profondamente ferito». Il cardinale Rouco Varela si è detto preoccupato per la crisi profonda che sta interessando, con maggiore o minore intensità, tutte le società europee. Una crisi che ha molteplici manifestazioni e che ha tra le prime vittime i bambini e i giovani, che «crescono e si educano in un ambiente fatto di rotture e di separazioni tra i genitori, sfiduciati e sconcertati, senza conoscere una limpida e autentica esperienza di amore gratuito: di essere cioè amati per come sono e di poter corrispondere, allo stesso modo, amando senza calcoli egoistici quelli che hanno dato loro la vita, i genitori, e quelli con cui la condividono con intima vicinanza, i fratelli». Le relazioni sociali si fanno fredde e distanti — c'è, coscientemente o incoscientemente, un indurimento di fronte al dolore e alle necessità fisiche e spirituali dei propri vicini e concittadini — mentre «la società invecchia e la crisi demografica, inarrestabile, minaccia e mette in pericolo il futuro dei nostri ambiti vitali e il benessere economico e sociale». Nell'omelia della messa — concelebrata assieme a cinquanta presuli spagnoli ed europei e cominciata dopo l'ascolto del messaggio che Benedetto XVI ha rivolto alle numerosissime famiglie presenti — l'arcivescovo di Madrid ha fatto appello alle famiglie cristiane in Spagna e in Europa: «Ci troviamo di fronte a una sfida storica formidabile: essere segni e strumenti imprescindibili della speranza per l'Europa in uno dei suoi momenti più complessi e drammatici. Non bisogna avere paura — ha sottolineato Rouco Varela — di affrontare la responsabilità storica di vivere il matrimonio e la famiglia cristianamente con la forza della fede e con la fiducia riposta nella grazia e nell'amore di Gesù Cristo». L'esempio da seguire è la santa famiglia di Nazareth, la cui «vicinanza spirituale non vi deluderà mai». Ma è nella preghiera e nella comunione fraterna dell'amore di tutta la Chiesa e dei suoi pastori che si incontra la grande famiglia dei figli di Dio. «La Chiesa ha bisogno di voi — ha concluso il cardinale — per poter essere evangelizzata e per evangelizzare. Ha bisogno di voi come sempre, e oggi con nuova, seria, improcrastinabile urgenza». (R.P.)

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    Cina: la diocesi di Pechino ha accolto a Natale 330 battezzati

    ◊   Nell’ultima domenica prima di Natale, le parrocchie dell’Immacolata Concezione, del Ss.mo Salvatore e di San Giuseppe della diocesi di Pechino, hanno accolto complessivamente 330 battezzati. “Abbiamo voluto dedicare questo frutto dell’evangelizzazione al Bambino Gesù” hanno commentato fonti della diocesi. Secondo le informazioni pervenute all’agenzia Fides, nella quarta domenica d’Avvento, mons. Giuseppe Li Shan ha presieduto il battesimo di 167 catecumeni nella chiesa che attualmente funge da Cattedrale di Pechino, la parrocchia dedicata all’Immacolata Concezione. Nella parrocchia del Ss.mo Salvatore i neo battezzati sono stati 95 e 68 nella parrocchia di S. Giuseppe. Essendo tutti catecumeni adulti, insieme al battesimo sono stati loro conferiti anche gli altri due sacramenti dell’iniziazione cristiana: la cresima e la prima Eucaristia. Nello stesso giorno, nella parrocchia periferica Chang Xin Dian di Pechino, altri 10 catecumeni adulti sono diventati membri della famiglia cristiana, e sono stati anche i primi battezzati dopo l’istituzione della parrocchia e la formazione ricevuta attraverso il corso di catechismo. (R.P.)

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    Nella solennità dell'Epifania si celebra la Giornata missionaria dei Ragazzi

    ◊   La Giornata missionaria dei Ragazzi, celebrata domani in molti Paesi nella solennità dell’Epifania, invita i giovani di ogni Paese ad intensificare il loro apostolato di annuncio e solidarietà presso i loro fratelli vicini e lontani. Il motto scelto per il 2011 – “Entra! C’è posto per tutti” - individua due aspetti della missione: quello della chiamata personale rivolta dal Signore a ogni battezzato e la condivisione con gli altri fratelli del dono ricevuto, il Pane di vita spezzato per tutti gli uomini. Istituita dal Papa Pio XII nel 1950, la “Giornata” costituisce un momento importante nella formazione dei giovani all’impegno missionario ed è occasione di approfondimento del significato dell’Epifania, la festa della dimensione universale della Chiesa, in cui il Bambino è riconosciuto dai Magi, Signore e Salvatore dell’umanità. Le intenzioni di preghiera preparate dai ragazzi per la Messa odierna focalizzano le difficoltà di tanti loro coetanei, vittime dell’abbandono dei genitori, di violenze, di malattie, ridotti in schiavitù, privati dell’accesso all’istruzione; all’offertorio vengono portati all’Altare un mappamondo e un oggetto proveniente da ciascuno dei Continenti, di cui viene spiegato il significato all’Assemblea. Frutto dei risparmi dei ragazzi, le offerte consegnate durante la Messa avranno, come è tradizione, una distribuzione “continentale”. Per l’Oceania, l’iniziativa individuata punta a sostenere programmi di formazione cristiana nella diocesi di Tarawa-Nauru, nelle Isole di Kiribati. In Europa, il progetto prescelto è destinato all’Ucraina e concorrerà all’assistenza alimentare e sanitaria e alla formazione scolastica e spirituale di bambine vittime di problemi familiari. L’America sarà invece rappresentata dal Perù, dove i ragazzi missionari intendono collaborare all’assistenza per bambini disabili nel vicariato apostolico di San José del Amazonas, coprendo spese di trasporto fluviale, alimentari e sanitarie. In Asia il progetto missionario giovanile raggiungerà la diocesi indiana di Shimoga con l’obiettivo di contribuire a programmi di riabilitazione di bambini lavoratori, mediante iniziative formative e di sensibilizzazione. Grazie alla solidarietà dei giovani missionari la diocesi africana di Katiola in Costa d’Avorio verrà dotata di un centro di economia domestica per adolescenti non scolarizzate, con corsi di alfabetizzazione e di cucito. (A cura di Marina Vitalini)

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    Terra Santa: rappresentazione della visita dei Magi per cristiani ed ebrei

    ◊   Duemila persone in Terra Santa hanno preso parte domenica scorsa alla Domus Galilaeae, su una collina di Korazin che si affaccia sul lago di Tiberiade, ad una celebrazione religiosa e folcloristica sui Magi. Accolti da canti e letture, giunti su tre cammelli, hanno allietato soprattutto i bambini “Gaspare, Melchiorre e Baldassarre”, come la tradizione ha chiamato i sapienti astrologi giunti dall’oriente per adorare Gesù con oro, incenso e mirra. I tre personaggi, si legge sul sito www.lpj.org, hanno spiegato ai piccoli il significato della loro visita e dei loro doni. La Domus Galilaeae è il Centro internazionale del Cammino neocatecumenale in Terra Santa ed ha radunato per l’occasione fedeli di tutta la Galilea ma anche ebrei invitati per apprendere il significato del Natale per i cristiani. (T.C.)

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    Corteo dei Re Magi domani in Piazza San Pietro per riaffermare i valori dell'Epifania

    ◊   La manifestazione “Viva la Befana” torna domani a riaffermare i valori dell’Epifania con l’imponente sfilata in via della Conciliazione e la partecipazione all’Angelus di Benedetto XVI. A promuovere l’iniziativa, giunta alla XXVI edizione, è l’Associazione Europae Fami.li.a, impegnata – in ambito europeo - nella salvaguardia della famiglia e nel sostegno dei diritti dei singoli membri e dell’intero nucleo familiare. L’ annuale appuntamento di domani è caratterizzato dal corteo dei Magi, formato da centinaia di figuranti in costume, a piedi e a cavallo, con il quale si intende sottolineare l’autentico significato della solennità liturgica e presentare tradizioni e folklore di regioni e territori italiani. Protagonista dell’edizione 2011 dell’evento è Città di Castello, che porterà in Piazza San Pietro storia, cultura, prodotti e risorse dell’Alta Valle del Tevere, alla presenza del Pro Sindaco tifernate, dell’assessore alla cultura e di alcuni consiglieri. Prendono parte alla manifestazione l’Associazione di rievocazione storica “Civiltà Romana” - che proporrà la sfilata della Legio XIII Gemina, composta in epoca romana anche da soldati umbri - e la Compagnia Tifernate dei Balestrieri. Dopo aver guidato la sfilata lungo via della Conciliazione ed essersi uniti alla preghiera dell’Angelus, i Re Magi raggiungeranno il Palazzo Apostolico per offrire al Santo Padre Benedetto XVI alcuni doni, tra cui la riproduzione di un paliotto d’altare con il Pantocrator e scene della vita di Gesù, donato alla Città dal Papa Celestino II, una tovaglia di lino tessuta con telai a mano dal laboratorio “Tela Umbra” e il volume “L’arte a Città di Castello” di Giovanni Magherini Graziani. (M.V.)

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    24 Ore nel Mondo



    Costa d’Avorio: nessun dialogo tra Gbagbo e Ouattara

    ◊   Prosegue la crisi politica in Costa d’Avorio. Ouattara ha rifiutato l’ipotesi di dialogo offerta dal capo di stato uscente Gbagbo - che rifiuta di abbandonare il potere - e che ha ordinato alle sue forze di non rimuovere l’assedio attorno al quartier generale del suo rivale. I Paesi della Comunità economica dell'Africa occidentale minacciano l’intervento militare. Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha invece escluso quello dei caschi blu di Parigi presenti ad Abdijan. In linea con le cancellerie occidentali, gli Stati Uniti appoggiano Ouattara, riconosciuto vincitore delle passate presidenziali. Il pericolo più concreto resta tuttavia quello di un’escalation degli scontri tra le fazioni che sostengono Gbagbo e Ouattara. Sulla situazione di stallo venutasi a creare nel Paese, Stefano Leszczynski ha intervistato Enrico Casale, esperto di questioni africane per la rivista Popoli:

    R. – Il rischio più grave è quello di un conflitto tra il Nord, che sostiene Ouattara, e il Sud che sostiene Gbagbo. Un conflitto civile sarebbe devastante, perché riaprirebbe una crisi che in Costa d’Avorio dura dal 2002, cioè da quanto venne tentato un golpe contro Gbagbo. Probabilmente, non si arriverà ad una guerra civile. Certo è che, nei giorni passati ed anche recentemente, ci sono stati scontri sanguinosi tra i sostenitori dei due uomini politici.

    D. – L’Occidente, fin da subito, si è schierato dalla parte del presidente che ha vinto le elezioni, quindi dalla parte di Ouattara. Quali sono, in realtà, gli interessi occidentali in Costa d’Avorio?

    R. – L’Occidente si è schierato a favore di Ouattara, perché costui è sempre stato l’"uomo" dell’Occidente: è stato un funzionario del Fondo monetario internazionale, ha lavorato in varie organizzazioni internazionali. Allo stesso tempo, Gbagbo, da sempre, ha preso le distanze dall’Occidente e in particolar modo dall’ex potenza coloniale, dalla Francia.

    D. – Quale potrebbe essere una strada per risolvere la crisi in maniera diplomatica?

    R. – Io vedo bene l’intervento della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, perché è un modo affinché gli africani risolvano i problemi degli africani, e questo è un elemento positivo. Ed è un elemento positivo anche che si risolvano all’interno di una regione – che è l’Africa occidentale – in modo che si crei stabilità in tutta l’area. (gf)

    Australia: emergenza inondazioni
    Sempre preoccupante l’emergenza alluvioni nel nordest dell’Australia. Gli abitanti del Queensland affrontano oggi una nuova ondata di piena, con previsioni di nuovi temporali e forti piogge. In particolare allarme è la città di Rockhampton, 75 mila abitanti, dove si attende un livello record dell’innalzamento delle acque. Le autorità prevedono che altre 400 abitazioni saranno sommerse. Negli ultimi 10 giorni, i fiumi in piena sono straripati in 40 città e centri minori hanno colpito 200 mila persone inondando 1.200 case. Più di 4.000 persone sono state evacuate. Intanto, gli esperti hanno lanciato un allarme per la Grande Barriera Corallina al largo della costa pacifica australiana, temendo che l'arrivo in mare di enormi quantità di pesticidi, detriti e altri inquinanti trasportati dalle acque dei fiumi possa comprometterne il delicato ecosistema.

    Medio Oriente
    Raid aereo israeliano ieri su Gaza. Aerei militari hanno colpito due obiettivi posti nei territori palestinesi ritenuti pericolosi. Non sono segnalate vittime. Per oggi è previsto l’arrivo nella regione dell’alto rappresentante per la Politica estera Ue, Catherine Ashton, che ha in programma una serie di incontri con le autorità israeliane e palestinesi “per confermare l'impegno dell'Unione Europea per il processo di pace”. Intanto, si registrano le parole del ministro degli Esteri d’Israele, Avigdor Liebermann, secondo il quale per un accordo israelo-palestinese occorreranno non meno di dieci anni.

    Bielorussia - Ocse
    Stati Uniti e Unione Europea hanno espresso il loro rincrescimento per la decisione della Bielorussia di chiudere l’ufficio di Minsk dell’Ocse, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Usa e Ue hanno altresì denunciato l’uso di misure restrittive da parte delle autorità bielorusse nei confronti dell’opposizione.

    Brasile –Italia, caso Battisti
    La Corte Suprema del Brasile ha deciso di riaprire il dossier relativo all’ex militante dei Proletari armati per il comunismo, Cesare Battisti, condannato in Italia all’ergastolo per quattro omicidi. La decisione arriva dopo la richiesta di scarcerazione presentata dai legali di Battisti e il ricorso da parte degli avvocati dell’Italia per bloccarla. Ieri, sit-in di protesta davanti ai consolati brasiliani di tutta Italia contro la decisione dell’ex presidente, Lula da Silva, di non estradare l’ex terrorista.

    Italia-Fiat: referendum sull'accordo per il rilancio di Mirafiori
    Il referendum sull'accordo per il rilancio dello stabilimento di Mirafiori si terrà il 13 e 14 gennaio prossimo. Le urne si chiuderanno venerdì sera ed i risultati dovrebbero arrivare già in tarda serata. Lo annunciano fonti sindacali. La consultazione sull'accordo separato per lo stabilimento Fiat di Mirafiori riguarderà circa 5.800 lavoratori. Per l'amministratore delegato Fiat, Sergio Marchionne, dal voto che uscirà dalle urne dipenderà il rilancio dello stabilimento in joint venture con Chrysler.

    Italia - blocco tribunali
    Si profila la chiusura dei tribunali italiani, a causa del blocco dell’assistenza informatica per mancanza dei fondi. La denuncia è dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) che ribadisce: “Ci stiamo preparando ad una paralisi complessiva del sistema”. Il ministro della Giustizia Alfano sottolinea che la mancanza di liquidità non creerà un collasso immediato delle procedure e che c’è massima disponibilità al confronto. Il servizio di Massimiliano Menichetti:

    La giustizia italiana torna sulle prime pagine dei giornali. I tribunali, per l’Associazione nazionale magistrati, sono a rischio chiusura a causa del blocco dell'assistenza informatica. Stop confermato dal Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del Ministero che precisa: mancano i fondi per onorare integralmente i contratti di manutenzione dei sistemi, effettuata da ditte esterne, circa 33 milioni di euro. Se i computer si fermassero sarebbe impossibile ad esempio per le imprese e i privati partecipare a gare di appalto e concorsi, avere certificati e iscrivere gli indagati nel registro informatico. Il presidente dell’Anm, Luca Palamara, sottolinea la necessità di una seria politica che razionalizzi i costi ed “eroghi risorse umane e materiali tali da consentire un efficace funzionamento della giustizia":

    “Registriamo grande preoccupazione da parte di tutti i magistrati in Italia, e soprattutto anche da parte dei dirigenti, che poi devono organizzare e realizzare questo servizio. Situazioni di disservizio si stanno già registrando nei vari tribunali. Non si può sempre trattare il tema della giustizia in un’ottica emergenziale. Ci troviamo, strutturalmente, con un problema di fondo, perché così come è la situazione, e non da oggi, rischia realmente di sfuggire di mano”.

    Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, non nascondendo le difficoltà causate dall'improvviso blocco degli stanziamenti, ribadisce l’impegno per scongiurare l’emergenza e la disponibilità al dialogo. Il Guardasigilli inviata poi a non cadere in strumentalizzazioni politiche, precisando che chiederà l’aiuto del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, per far fronte alle necessità.

    Haiti
    Tempi lunghi per il secondo turno delle presidenziali ad Haiti. Secondo fonti della commissione elettorale, perché la tornata possa svolgersi bisognerà attendere la fine del mandato dell’attuale presidente, Rene Preval, in febbraio. Il primo turno si era tenuto il 28 novembre e si è ancora in attesa della conferma del risultato ufficiale.

    Messico - violenze e narcotraffico
    Non c’è limite alla violenza in Messico, dove imperversa la guerra fra lo Stato e potentissimi cartelli del narcotraffico. Ieri, due giovani clown di strada sono stati uccisi a Villahermosa, nel sudest del Paese, perché accusati di essere informatori dei militari. I corpi dei due clown sono stati ritrovati sul bordo di una strada, crivellati di pallottole e con indosso i loro costumi. Il messaggio di rivendicazione del delitto trovato vicino ai cadaveri è firmato del cartello di narcotrafficanti “Zetas”. Inoltre, nello stato di Chihuahua, nel nord del Messico a ridosso del confine con gli Stati Uniti, 15 persone, fra cui una donna, sono state uccise e decapitate dai narcos. La guerra fra le organizzazioni di narcotrafficanti rivali negli ultimi quattro anni in Messico ha provocato la morte di oltre 30 mila persone.

    Usa-riforme
    Abrogare le riforme varate finora dall’amministrazione Obama, a cominciare da quella sanitaria. Questo l’obiettivo dichiarato dei repubblicani in virtù della maggioranza conquistata recentemente al Congresso, che si insedia formalmente oggi dopo le elezioni di medio termine. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 5

    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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