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Sommario del 02/01/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • L’eccidio in Egitto e il pensiero alla famiglia: nelle parole del Papa all’Angelus
  • Oggi in Primo Piano

  • In Egitto 17 arresti per l’attentato di Capodanno
  • A Madrid in migliaia alla “Messa della Santa Famiglia”
  • Ancora morti ad Haiti per il colera
  • Nell’analisi dell’economista Alberto Quadrio Curzio, i possibili scenari per il 2011
  • Le sfide per la presidenza ungherese dell’Ue
  • Il 2011 Anno internazionale della chimica
  • Il più grande presepe di cartapesta del mondo a Massa Martana, in provincia di Perugia
  • Chiesa e Società

  • Nigeria, attacchi armati contro i villaggi rurali: almeno 7 vittime
  • Haiti, nella clinica delle Domenicane della Presentazione fino a 200 pazienti al giorno
  • Hong Kong, nasce il “Bollettino dello Studio del Cattolicesimo”
  • Oggi giornata di preghiera per l’Irlanda indetta dai vescovi dell’isola
  • Vietnam, i corsi della Caritas favoriscono l’impegno della comunità verso i più poveri
  • A Cuba il cardinale Ortega ricorda l'imminente liberazione di 11 prigionieri
  • 24 Ore nel Mondo

  • Sakineh incontra la stampa internazionale
  • Il Papa e la Santa Sede



    L’eccidio in Egitto e il pensiero alla famiglia: nelle parole del Papa all’Angelus

    ◊   Benedetto XVI ha espresso il suo dolore per il massacro avvenuto la notte di Capodanno davanti alla Chiesa in Alessandria d’Egitto, che ha definito “vile gesto di morte”. Nelle parole pronunciate in occasione dell'Angelus anche una riflessione sul valore della famiglia con il saluto ai partecipanti alla manifestazione organizzata oggi a Madrid. Il servizio di Fausta Speranza:

    Benedetto XVI esprime il suo dolore per il massacro che ha scosso Alessandria d’Egitto ieri notte:

    “Questo vile gesto di morte, come quello di mettere bombe ora anche vicino alle case dei cristiani in Iraq per costringerli ad andarsene, offende Dio e l’umanità intera, che proprio ieri ha pregato per la pace e ha iniziato con speranza un nuovo anno.”

    Benedetto XVI riconosce che c’è una “strategia di violenze” e ribadisce l’insegnamento sempre uguale del Vangelo:

    “Davanti a questa strategia di violenze che ha di mira i cristiani, e ha conseguenze su tutta la popolazione, prego per le vittime e i familiari, e incoraggio le comunità ecclesiali a perseverare nella fede e nella testimonianza di non violenza che ci viene dal Vangelo. Penso anche ai numerosi operatori pastorali uccisi nel 2010 in varie parti del mondo: ad essi va ugualmente il nostro affettuoso ricordo davanti al Signore. Rimaniamo uniti in Cristo, nostra speranza e nostra pace!”.

    Tra le parole pronunciate dal Papa all’Angelus c’è l’ampio saluto per le migliaia di famiglie radunate a Madrid per la manifestazione intitolata “La famiglia cristiana, speranza per l’Europa”:

    “…las familias cristianas, auténticos santuario de fidelidad, respecto y comprensiơn …”

    Le famiglie cristiane sono autentici santuari di fedeltà, rispetto e comprensione. Il Papa invita tutti a “vivere con entusiasmo la vocazione cristiana al matrimonio come servitori dell’amore che accoglie, accompagna e difende la vita”. “Nelle famiglie – dice Benedetto XVI – si trasmette la fede, si rafforza la speranza e si incarna la carità”.

    Bisogna dire che la Liturgia di questa domenica ripropone il Prologo del Vangelo di San Giovanni che esprime, nella forma di un Inno, il Mistero dell’Incarnazione predicato dagli Apostoli, testimoni oculari. E dunque Benedetto XVI, con le parole del prologo, ricorda che “dalla sua pienezza tutti noi abbiamo ricevuto: grazia su grazia”. Nei saluti in varie lingue il Papa torna a fare gli auguri per il nuovo anno incoraggiando tutti, in francese, a “lasciarsi guidare verso Gesù luce del mondo”; in inglese, a riconoscere “la presenza di Gesù che ci porta grazia e verità”; in spagnolo, l’invito ad “aprirci al mistero dell’amore infinito di Dio”; in polacco, l’invito a “lodare l’eterna saggezza di Dio” e a “ringraziare per la benedizione che ci ha donato nel verbo incarnato”. In italiano un saluto particolare ai gruppi parrocchiali di Grandate e Palanzo presso Como e di Asola e alla fraterna Domus di Roma. A tutti auguri di pace e di bene per questa prima domenica del nuovo anno.

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    Oggi in Primo Piano



    In Egitto 17 arresti per l’attentato di Capodanno

    ◊   In Egitto 17 arresti in relazione all’attentato contro la chiesa copta di Alessandria d’Egitto avvenUto la notte di Capodanno e costato la vita a 21 persone. Lo ha riferito l’emittente televisiva araba Al Jazira. Ieri, durante i funerali di alcune delle vittime, due ministri sono stati aggrediti dalla folla. Dal canto suo, il presidente Mubarak, in un discorso trasmesso in televisione, ha garantito il massimo impegno contro il progetto di sabotare l’unità del popolo egiziano ribadendo che dietro l’azione terroristica ci sono “mani straniere”. Dell’attacco Fausta Speranza ha parlato con Antonio Ferrari analista e inviato speciale del Corriere della Sera:

    R. - Purtroppo c’erano tutte le condizioni - ahimè - per questo attentato o comunque per una vampata di violenza. Non dimentichiamo che in Egitto la comunità cristiana copta è una delle più antiche ed è composta da otto milioni e mezzo di persone e quindi ben oltre il 10 per cento della popolazione. Quindi un gruppo molto, ma molto importante, molto forte ed anche molto influente, sul quale le autorità hanno sempre puntato per cercare una concordia tra la componente musulmana, maggioritaria nel Paese, - e mi riferiscono in particolare, questo è ovvio, a quella moderata – e le minoranze. Il pretesto è un pretesto veramente banale: la richiesta di lasciare scegliere due ragazze copte che avrebbero - ed uso il condizionale – scelto di convertirsi all’Islam. Forse c’è qualcosa di coatto in questa scelta ma questo non lo sappiamo. Mi sembra una scusa piuttosto banale rispetto alla portata di questa offesa terrificante e che colpisce non soltanto la Chiesa copta, ma la Chiesa copta di Alessandria, una città che è sempre stata un faro di tolleranza e di lungimiranza sin dai tempi della storia.

    D. - Mettiamo in luce questo drammatico nesso: terrorismo e persecuzione dei cristiani. La religione di Cristo promuove la dignità della persona sempre e comunque, e questo dà molto fastidio al terrorismo e alle logiche di odio…

    R. - Assolutamente sì. Non dimentichiamo che per i musulmani moderati, per i musulmani non fanatici, Gesù Cristo è un personaggio storico ed anche un personaggio religioso importante: è un profeta. E non dimentichiamo che c’è una shura del Corano dove si riconosce addirittura la verginità di Maria e quindi un rispetto totale per il Cristo e per quello che rappresenta. Qui invece siamo davanti ad una persecuzione con un certo carattere politico: le minoranze cristiane sono tra le più avanzate - parlo per l’alfabetizzazione, parlo anche per la loro penetrazione all’interno di molte realtà - e questo deve far riflettere. C’è una persecuzione che odora di odio religioso ma direi che la maggiore e la più importante radice è quella dell’odio politico. Quindi, si tratta di una situazione che deve - purtroppo - preoccupare.

    D. - Antonio Ferrari, Giovanni Paolo II diceva che “la libertà religiosa è cartina tornasole di tutte le libertà”: la comunità internazionale dovrebbe capire questo forse meglio e difendere di più la libertà religiosa? L’Unione Europea si è pronunciata a diverso titolo, ma serve forse qualcosa di più e a livello internazionale?

    R. - Assolutamente sì. Io credo che questo appello sia fondamentale. Quanto diceva Giovanni Paolo II era straordinariamente vero, è straordinariamente vero! La libertà religiosa è un pilastro e io credo che la libertà religiosa sia uno dei più importanti diritti umani. Ci siamo sempre riempiti la bocca, in Occidente, con l’idea che si potesse esportare la democrazia: io credo che la democrazia non si esporti, perché la democrazia è come l’etica, si deve produrre giorno dopo giorno. Quello che possiamo invece esportare sono i valori, sono i diritti umani e la libertà religiosa è uno dei più importanti diritti umani! (mg)

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    A Madrid in migliaia alla “Messa della Santa Famiglia”

    ◊   Decine di migliaia di persone hanno partecipato oggi a Madrid, per il quarto anno consecutivo, alla solenne “Messa della Santa Famiglia” promossa dal cardinale arcivescovo della capitale spagnola Antonio María Rouco Varela. All’evento, che si è svolto all’insegna del motto “La famiglia cristiana speranza per l’Europa”, hanno preso parte fedeli giunti da tutta l’Europa. Sul significato di questo appuntamento, il vescovo Juan Antonio Reig Pla, responsabile della pastorale familiare dell’Episcopato spagnolo, al microfono di Rafael Alvarez Taberner:

    R. – La finalità di questo incontro nella Plaza de Colón a Madrid è manifestare pubblicamente la nostra fede, la fede in Gesù Cristo, e il disegno di Dio sul matrimonio, sulla famiglia e sulla vita umana. Le famiglie radunate vogliono esprimere un segno di speranza per la Spagna e per l’Europa, vogliono vivere la gioia di essere “famiglia” e sapere che la grazia di Dio sostiene l’amore degli sposi e promuove la vita dei costruttori dell’Europa di domani. Plaza de Colón è come una luce nelle tenebre della situazione attuale, nelle tenebre che avvolgono la sacralità della vita umana, un grido per la difesa del matrimonio e della famiglia. Pensiamo di dover dare una parola di speranza alla Spagna e anche all’Europa. (gf)

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    Ancora morti ad Haiti per il colera

    ◊   Continua a salire il numero dei morti per colera ad Haiti. Gli ultimi dati ufficiali, diffusi dal ministero della Salute dell’Isola caraibica, parlano di oltre 3.300 vittime dall’ottobre scorso. Quanto alle persone che hanno contratto la malattia, nel complesso ammontano ormai a quasi 150 mila. Una situazione critica, dunque, che rischia di peggiorare ulteriormente, anche a causa del caos che regna sull’isola, colpita lo scorso gennaio da un terribile terremoto. In questo contesto, duro è l’atto di denuncia di Medici senza Frontiere, che parla di "morti evitabili", per una malattia facilmente curabile se gestita in maniera adeguata. Salvatore Sabatino ne ha parlato con Barbara Maccagno, coordinatore medico di Msf, tornata da poco da Haiti:

    R. – La situazione resta ancora piuttosto critica. Nella capitale Port-au-Prince, per fortuna, i casi sono diminuiti, mentre sono in aumento i casi nelle regioni e nelle province del Nord e del Sud del Paese.

    D. – Voi dite che si è fatto poco per migliorare le condizioni igieniche dopo il sisma del gennaio 2010. Ci sono, secondo lei, responsabilità concrete a carico della comunità internazionale?

    R. – Questo è quanto noi pensiamo e quanto abbiamo potuto constatare. Effettivamente, nella situazione in cui si è ritrovata l’isola dopo il terremoto, erano prevedibili epidemie; diciamo che credo che al colera non aveva pensato nessuno, perché questa malattia non era presente sull’isola da più di 50 anni e per questo si pensava di poterla scongiurare. Quello che noi abbiamo constatato e che denunciamo è la disorganizzazione con cui sono state gestite le attività igieniche e di prevenzione che sicuramente avrebbero potuto, se non evitare, almeno tenere sotto controllo l’epidemia in misura importante.

    D. – In linea di massima, come si cura il colera?

    R. – Con una reidratazione che può avvenire per via orale con dei sali di idratazione, che sono poi sostanze basiche: per dirla in termini semplici, come bere acqua salata, con dei sali particolari che sono parte del nostro organismo; oppure con una idratazione per via endovenosa nei casi in cui la diarrea abbia creato una disidratazione più grave. Però, effettivamente è una malattia curabile in cui la morte può essere sicuramente evitata se le persone vengono trattate in tempo.

    D. – Quale, secondo lei, sarebbe il modo giusto di intervenire, e come risolvere i problemi che ci sono attualmente a Haiti? E’ possibile?

    R. – Speriamo che sia possibile, ed è appunto per questo che abbiamo denunciato e reso pubblica questa nostra denuncia sulla disorganizzazione che, purtroppo, continua ad essere presente sull’isola. Quello che deve e può essere fatto è rendere disponibile acqua clorata, quindi acqua potabile, non solo nella capitale ma anche nelle zone rurali dell’isola, e questa sicuramente è una tappa fondamentale per cercare di prevenire la diffusione e per evitare nuovi casi. (gf)

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    Nell’analisi dell’economista Alberto Quadrio Curzio, i possibili scenari per il 2011

    ◊   Dopo tre anni di crisi economica mondiale, tra allarme per il debito, tensioni valutarie e disoccupazione, nel 2011 si intravedono luci e ombre. Per capire i possibili scenari, Fausta Speranza ha parlato con l’economista Alberto Quadrio Curzio:

    R. - Prospettive relativamente confortanti, ma certamente non tali da diradare tutte le ombre che ci portiamo dietro ormai da tre anni. Naturalmente la situazione è molto differenziata rispetto alle diverse aree geo-economiche del mondo. Ma, oltre alla crescita, rimane il problema dei livelli occupazionali, uno dei più preoccupanti. Non vi è dubbio che la ripresa che si configura già dal 2010 è sì pur sempre una ripresa, ma con una scarsa incisività sull’occupazione.

    D. - Professore, cosa potrà significare il miglioramento dell’economia americana, che registriamo in questi primissimi giorni dell’anno?

    R. - L’America, secondo le previsioni, crescerà bene nel 2011 sopra il 2 per cento, un po’ meno che nel 2010. E questo è un dato positivo, ma tuttavia non dobbiamo dimenticare che quel Paese ha tanti gravissimi problemi, ivi compreso quello di un fortissimo indebitamento delle famiglie e del settore privato, un grande intervento dello Stato per salvare il sistema bancario e una grande immissione di liquidità e l’immissione di liquidità prefigura sempre - ahimè - e con un ritardo non quantificabile, inflazione. Per l’economia americana, quindi, luci ma anche ombre.

    D. - Professor Quadrio Curzio, il 2010 si è concluso in Europa con l’ingresso dell’Estonia nell’eurozona e dunque con un Paese in più che ha adatto l’euro: le prospettive erano che entro il 2012 tutti i Paesi europei vi aderissero. Che cosa dire, cosa significherà questo 2011 per la stabilità dell’euro?

    R. - L’ingresso dell’Estonia simbolicamente è molto importante: è esattamente la soluzione opposta a quella che molti andavano ipotizzando, con un atteggiamento, a mio avviso, quasi irresponsabile,- e cioè quella della disgregazione dell’euro stesso. E dico irresponsabile perché un conto è darsi carico delle situazioni, affrontare i problemi e risolverli; un altro conto è, se non auspicare quanto meno commentare con enfasi gli eventi più negativi, quasi che questi fossero eventi inevitabili. Io credo che l’ingresso dell’Estonia, Paese peraltro piccolissimo - poco più di una provincia italiana per il Pil - sia importante. Detto questo, mi auguro che l’Europa e in particolare Eurolandia trovi quel senso di identità che è fondamentale.

    D. - Professor Quadrio Curzio, che dire delle prospettive dell’economia in Asia?

    R. - L’Asia è chiaramente un continente che sta crescendo a ritmi impressionanti. Se noi consideriamo la Cina - che rimane pur sempre il più grande Paesi dell’Asia, anche per reddito nazionale - nel 2010 è cresciuta all’8 per cento e nell’anno 2011 crescerà - secondo le previsioni - al 9 per cento, dobbiamo allora renderci conto come in Asia si stia configurando una nuova crescita che potrebbe riuscire a trascinare tutta l’economia mondiale. Ragion per cui bisogna guardare con grande attenzione a questi Paesi e, dal punto di vista economico, bisogna trattare con la necessaria flessibilità, ma anche con la necessaria fermezza al fine di evitare che pongano in essere delle pratiche - come vengono definite dagli economisti - di dumping. Allo stesso tempo, però, bisogna augurarsi che questi grandi Paesi trovino anche delle soluzioni interne che portino verso una maggiore democrazia. (mg)

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    Le sfide per la presidenza ungherese dell’Ue

    ◊   Con l’anno nuovo è arrivato anche il passaggio di consegne tra Belgio ed Ungheria alla presidenza dell’Unione Europea. Bruxelles, dopo una gestione difficile a causa della crisi del suo governo, passa il testimone a Budapest, che si appresta ad affrontare importanti questioni, come la prima modifica del Trattato di Lisbona per la creazione del meccanismo permanente salva-Stati. Ma quali sono stati i traguardi più importanti raggiunti nel 2010? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Federiga Bindi, docente di Integrazione Politica Europea all’Università Tor Vergata di Roma:

    R. - E’ stato un anno di luci ed ombre. Di luci, perché la presidenza dell’Unione - nella persona Herman Van Rompuy - ha lavorato molto bene e con più efficacia di quanto ci si potesse aspettare all’inizio e quindi la scelta della persona si è certamente rivelata utile; di ombre, perché creare invece un servizio esterno e di fatto una diplomazia europea richiede del tempo e né gli europei né la nostra controparte maggiore - gli Stati Uniti - si erano resi conto di quanto tempo sarebbe stato necessario.

    D. - La presidenza ungherese inizia tra mille polemiche, ultima quella sulla nuova legge sui media definita dall’Ocse una “minaccia per la libertà di stampa”. Secondo lei, Budapest sarà in grado di assolvere tutte le sue funzioni?

    R. - Da una parte, i problemi domestici diminuiscono l’efficacia di una presidenza e questo si è visto anche quando l’Italia - ad esempio - aveva la presidenza ed era nel pieno delle elezioni; d’altra parte, c’è da dire che con il Trattato di Lisbona la presidenza ha un’importanza meno strategica rispetto a quando avveniva nel passato, anche perché il grosso dei negoziati viene svolto dal presidente dell’Unione. Secondo me, quindi, i problemi interni ungheresi saranno meno rilevanti ai fini europei di quanto non potrebbe essere stato nel passato.

    D. - L’Unione Europea dovrà affrontare ovviamente ancora la crisi economica che la attanaglia mentre l’Estonia adotta l’euro…

    R. - Secondo me porta assolutamente benefici: uno, perché l’Estonia è uno Stato piccolo ma con un’economia che va bene almeno in termini comparativi; due, perché in un momento in cui alcuni - irresponsabilmente - parlano di una possibile fine dell’euro, l’ingresso del’’Estonia dimostra che continua ad esserci una fiducia nell’euro, tant’è che nuovi Stati entrano; la terza cosa molto interessante è che entra un Paese strettamente legato alla Svezia, dove - come si sa - era stata decisa prima l’entrata, fermata poi per via referendaria. Sarà ora interessante vedere se, a questo punto, gli svedesi cominceranno a ripensarci.

    D. - L’Europa sta volgendo sempre più lo sguardo ai Balcani, assegnando al Montenegro - ad esempio - lo status di Paese candidato. Ma questo cammino potrà proseguire anche per gli altri Stati dell’ex Jugoslavia?

    R. - Io auspico assolutamente di sì! Abbiamo pubblicato un libro quest’anno in cui facciamo il bilancio della politica estera europea e quello che emerge chiaramente è che il settore della politica europea che ha avuto veramente successo è l’allargamento. L’Europa ha un “leverage” nel momento in cui può promettere l’adesione e in nome dell’adesione sono stati fatti grandi passi avanti, via via, nei vari Paesi candidati. Quindi è importante anche per quei Paesi che ancora non hanno lo status di candidato, di averlo: questo permetterebbe, da entrambe le parti, di poter spingere per fare gli ultimi passaggi verso una piena democrazia ed un’economia di mercato che sono necessari. D’altra parte, però, questa è una zona tuttora instabile e proprio per questo non dobbiamo svendere le adesioni - quello no! - ma la prospettiva di adesione può servire, pian piano, a tranquillizzare la situazione. (mg)

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    Il 2011 Anno internazionale della chimica

    ◊   Le Nazioni Unite hanno proclamato il 2011 “Anno internazionale della chimica”, una scienza che può dare un decisivo contributo al benessere dell’umanità. Il 2011, incentrato sul tema “Chimica, la nostra vita il nostro futuro”, sarà scandito, in particolare, da un’ampia gamma di attività interattive ed educative coordinate dall’Unesco per suscitare, soprattutto nei giovani, sempre maggiore interesse verso questa disciplina. Il prof. Luigi Campanella, presidente della Società Chimica Italiana, è stato intervistato da Amedeo Lomonaco:

    R. – L’Anno internazionale della chimica è stato proclamato proprio con questo spirito: quello di porre al centro dell’attenzione questa scienza che oggi penso sia la più importante, perché è l’unica che ancora ha sicuramente qualcosa da scoprire e da aggiungere. Infatti, gli atomi si possono combinare all’infinito e, per questo, c’è sempre la possibilità di qualcosa di nuovo.

    D. – Quali passi, in concreto, può far compiere nell’immediato futuro la chimica in ambiti quali, ad esempio, la tutela dell’ambiente, lo sviluppo di fonti alternative dell’energia, la ricerca medica?

    R. – Se aggiungiamo a questi ambiti l’alimentazione, abbiamo toccato i quattro campi sui quali, intorno alla chimica, sono concentrate speranze e fiducia. Credo che qualunque discorso sulle energie alternative rispetto alle risorse fossili non possa che partire dalla chimica, perché solo attraverso reazioni chimiche si possono produrre sistemi che possano sfruttare energie alternative. La possibilità di ottenere idrogeno a costi tutto sommato accettabili e la possibilità di sfruttare, al meglio, l’energia solare sono sicuramente aspetti nei quali noi, come chimici, possiamo giocare un ruolo importante. Per quanto riguarda la medicina, purtroppo vengono continuamente scoperte nuove malattie e, sicuramente, si possono individuare nuovi farmaci basati anche su principi molecolari assai noti, ma che spesso non vengono combinati insieme. Teniamo anche conto del fatto – e così ci colleghiamo all’altro ambito – che ormai molti alimenti vengono considerati la base di farmaci, nel senso che hanno la capacità, assumendoli, di proteggere da alcune malattie. Per quanto riguarda l’ambiente, invece, dobbiamo recuperare anni passati in cui, sotto la spinta delle esigenze economiche, la chimica si è impegnata moltissimo per la crescita dell’economia. Ma questo è stato fatto, talvolta, a scapito di altri principi …

    D. – Facendo riferimento ad un sistema di valori etici, qual è – per così dire – la ‘formula chimica’ per promuovere uno sviluppo realmente sostenibile?

    R. – “Sostenibilità” vuol dire, sostanzialmente, uno sfruttamento delle risorse rispettoso delle altre generazioni, laddove per “altre generazioni” non si intendono soltanto le generazioni future dello stesso Paese, ma anche generazioni dello stesso periodo in Stati diversi, per le quali ovviamente lo sfruttamento delle risorse può rappresentare per alcune un impoverimento e per altre un arricchimento.

    D. – Come ci si può accostare al trascendente anche attraverso lo studio della chimica?

    R. – Il rapporto tra la fede e la scienza viene a volte drammatizzato, quasi che le due debbano essere considerate in opposizione, non rendendosi conto che, invece, è proprio attraverso i principi della religione che si hanno stimoli ad approfondire la ricerca. Quando si parla dell’evoluzione, di “chimica del mondo”, in effetti non si mette assolutamente in discussione il principio iniziale di questo processo; ma è quello che è seguito poi, è il come si è arrivati all’ambiente in cui noi oggi viviamo, che è uno degli scopi principali degli studi della scienza. (gf)

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    Il più grande presepe di cartapesta del mondo a Massa Martana, in provincia di Perugia

    ◊   La cittadina di Massa Martana, in provincia di Perugia, che ha ricevuto il premio internazionale "Chiara Lubich per la fraternità", ospita il più grande presepe di cartapesta del mondo. L’opera, ispirata fedelmente all’Adorazione dei Magi del Perugino, è composta di statue a grandezza naturale perfettamente abbigliate con abiti ispirati alla moda del tempo e collocate all’interno del suggestivo borgo medievale. Una rappresentazione che ogni anno attira migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo, spiega Ennio Passero, presidente della Pro-Loco di Massa Martana. L’intervista è di Federico Piana:

    R. – Il presepe si ispira all’Adorazione dei Magi del Perugino, chiamato anche “il divin pittore”. E’ una pala del 1475. Noi l’abbiamo riprodotto in dimensione tridimensionale, con statue in cartapesta in scala 1:1. Quello che colpisce di questo presepe è l’impatto cromatico che ha, perché a colpo d’occhio questi personaggi nello stile del Perugino sono ricchi di colore. Noi siamo abituati a vedere presepi dai toni più bassi. Qui invece vediamo il rosso della tunica della Vergine, il rosso dei mantelli dei Magi … tutti sono vestiti come se andassero ad una cerimonia, come vestivano nei giorni di festa quando andavano ad assistere alla Messa. Oltre al presepe del Perugino, ci sono poi tantissimi bellissimi presepi, ma anche e soprattutto opere d’arte di grandi scultori, di grandi ceramisti che di fronte alla Natività hanno liberato tutta la loro creatività. Poi, abbiamo un presepio di ghiaccio, di 20 metri quadrati, con statue alte fino ad un metro e mezzo, tenuto alla temperatura di -18° per tutti i quindici giorni della mostra; e quello che è straordinario è che a -18° il ghiaccio è come se fosse cristallo: risplende di mille luci e quindi è molto suggestivo! Lo scultore che ha realizzato queste statue, Graziano Re, ha fatto un capolavoro. L’altro aspetto è che la mostra non si sviluppa in un grande salone, in un grande capannone, in un grande centro espositivo, ma in 25 locali del centro storico di questo Paese che già di per sé è un presepe: sono botteghe che, dopo il terremoto, sono state restaurate di tutto punto eppure le attività artigiane non sono tornate ad occuparle, ad utilizzarle. Per questo, i proprietari le hanno messe a disposizione e sicuramente è l’ubicazione migliore per una mostra di presepi. (gf)

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    Chiesa e Società



    Nigeria, attacchi armati contro i villaggi rurali: almeno 7 vittime

    ◊   Non si arresta la violenza a Jos, capitale dello Stato nigeriano di Plateau, dove negli ultimi giorni almeno sette persone sono state uccise e un numero ancora imprecisato sono rimaste ferite in una serie di attacchi contro alcuni villaggi rurali alla periferia della città. Lo riferiscono all’agenzia Misna fonti missionarie, precisando che l’area interessata dalle violenze è quella di Jom, a circa 20 chilometri a sud della capitale. Le vittime risalirebbero all’ultima settimana, quando gruppi di giovani armati appartenenti alla comunità dei pastori nomadi Fulani hanno attaccato almeno tre differenti villaggi della zona per rubare il bestiame. “Queste violenze non sono direttamente collegate agli attentati della vigilia di Natale e ai disordini che ne sono seguiti, ma rientrano in un consueto modo di comportarsi dei Fulani” spiega padre Maurice Henry, Superiore generale in Nigeria della Società Missioni Africane (Sma). I Fulani sembrano però aver approfittato di quanto avvenuto a Jos, teatro la settimana scorsa di una serie di attentati costati la vita a oltre 80 persone. La concentrazione delle forze di polizia nella città, infatti, ha lasciato prive di sicurezza le aree rurali della zona. (L.G.)

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    Haiti, nella clinica delle Domenicane della Presentazione fino a 200 pazienti al giorno

    ◊   Prosegue incessante l’attività di assistenza e solidarietà svolta nella clinica delle suore Domenicane della Presentazione nell’isola di Haiti, colpita dal terremoto del 12 gennaio scorso. Secondo quanto riportato dall’Agenzia Fides, l’istituto, gestito da cinque religiose dell’ordine che sorge a La Plaine, alla periferia della capitale, fornisce servizi di assistenza primaria completamente gratuiti e accoglie da 180 a 200 pazienti al giorno. Un numero, questo, in aumento dal mese di ottobre, a causa dell’epidemia di colera che ha avuto inizio nella regione di Bibale e si è poi diffusa rapidamente nelle altre province. L’area in cui si trova la clinica, però, non è stata colpita in maniera grave dall’epidemia. “Abbiamo registrato 35 casi, non confermati – spiegano le religiose - che sono stati trattati secondo il protocollo nazionale, ovvero quello di fornire le cure iniziali e quindi inviarli ai centri indicati dal ministero della Salute. Tutto il personale della clinica è molto impegnato nel dare alla popolazione una formazione completa sulle norme igieniche, per evitare che l'epidemia si diffonda ulteriormente e provochi altre vittime”. La comunità delle suore Domenicane lavora anche nel campo dell’istruzione insieme ai missionari Scalabriniani. (L.G.)

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    Hong Kong, nasce il “Bollettino dello Studio del Cattolicesimo”

    ◊   E’ nato a Hong Kong il “Bollettino dello Studio del Cattolicesimo” del Centro dello studio cattolico dell’Università cinese. Secondo quanto riferisce il bollettino diocesano in versione cinese, il Kong Ko Bao, citato dall’agenzia Fides, il nuovo Bollettino vuole essere una piattaforma di scambio accademico. Si tratta dunque di uno strumento che intende offrire uno studio scientifico del cattolicesimo e della comunità cinese, secondo quanto spiega padre Taverne, direttore del Centro dello studio cattolico dell’Università cinese. Tema lancio dell’edizione è “Il Vaticano II”, mentre il secondo numero dovrebbe essere dedicato alla traduzione della Bibbia in lingua cinese. Gli autori dei testi, sacerdoti e laici, presenti nel numero di lancio, hanno analizzato e riflettuto sull’applicazione dello spirito del Concilio Ecumenico Vaticano II nella Chiesa dell’Asia, della Cina e di Hong Kong. (L.G.)

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    Oggi giornata di preghiera per l’Irlanda indetta dai vescovi dell’isola

    ◊   Una giornata di preghiera per le necessità di tutta l’Irlanda nel difficile momento attuale. L’iniziativa è stata indetta per oggi dai vescovi irlandesi a seguito dell’ampia riflessione dedicata dai presuli alla situazione economica nazionale nel corso della loro plenaria di dicembre, da cui è scaturita la dichiarazione dal titolo “Nell’aiuto vicendevole è la nostra speranza”. Nel testo i vescovi sottolineano come il rapporto con Dio e con il prossimo sia per il credente fonte di forza per affrontare il futuro e come la preghiera e la solidarietà siano componenti essenziali della speranza. “In Avvento – ricordano i presuli – preghiamo per la venuta di colui che «regnerà da vero re, sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra (Ger 23, 5)». Nella prima Domenica dell’anno nuovo, il 2 gennaio, il Vangelo di Giovanni proclama: «E’ venuta nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo», una luce che le tenebre non hanno vinto”. I vescovi chiedono dunque alle parrocchie di dedicare le celebrazioni di oggi alla preghiera per i bisogni dell’intera terra irlandese e di pregare in special modo per i politici, i funzionari statali, gli economisti e quanti orientano e dirigono la vita economica e finanziaria del Paese affinché ricevano saggezza e coraggio per costruire il futuro economico dell’Irlanda su principi di giustizia, solidarietà e bene comune, con attenzione particolare ai più vulnerabili e ai poveri. “I leader cristiani – si legge nel documento – si incontreranno per programmare altre giornate di preghiera nei prossimi mesi. Incoraggiamo la comunità politica e tutti i cittadini irlandesi a riunire le risorse umane, sociali, intellettuali e spirituali del Paese in uno sforzo congiunto volto a costruire la nostra economia finanziaria e a garantire che raggiunga le sue finalità umane e sociali”. (L.G.)

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    Vietnam, i corsi della Caritas favoriscono l’impegno della comunità verso i più poveri

    ◊   Ampia partecipazione ai corsi di formazione della Caritas di Saigon, in Vietnam, che ha registrato 178 iscritti, ora pronti a lavorare insieme agli altri membri della comunità per aiutare poveri, bambini, disabili, anziani e malati di Aids. I cattolici del Paese, infatti, contribuiscono da sempre allo sviluppo della società attraverso attività caritatevoli. Oltre 651 mila cattolici vietnamiti vivono a Ho Chi Minh City e partecipano alla crescita della città con attività sociali e religiose. “I cattolici, insieme con le parrocchie della città, hanno una lunga tradizione di lavoro in attività sociali – hanno spiegato all’agenzia Asianews alcuni partecipanti ai corsi - dal 1987, quando il Vietnam ha aperto le porte allo sviluppo dell’economia di mercato, queste persone hanno messo a disposizione della comunità le loro capacità e conoscenze”. La relazione finale dei corsi della Caritas ha inoltre dimostrato l’importanza della cooperazione con altre associazioni cattoliche e gruppi sociali e la necessità di analizzare insieme le proposte di ciascuno. Dopo il corso di formazione, infatti, i membri dell’associazione hanno presentato una lista delle questioni più rilevanti in materia di attività sociali. Ogni membro cercherà di partecipare ai progetti disponibili organizzati dalla comunità, dall’assistenza ad anziani, malati e disabili, all’istruzione dei bambini poveri che non possono andare a scuola, fino alla lotta per fermare la violenza nelle famiglie, hanno spiegato i parrocchiani. (L.G.)

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    A Cuba il cardinale Ortega ricorda l'imminente liberazione di 11 prigionieri

    ◊   Il governo di Cuba potrebbe liberare “nei prossimi mesi” 11 prigionieri condannati nel 2003 con l’accusa di essere “mercenari” al soldo degli Stati Uniti insieme ad altre 41 persone, già scarcerate nell’ambito di un processo aperto lo scorso luglio. Ad annunciarlo, secondo fonti di stampa, è il cardinale cubano Jaime Ortega nel corso della sua omelia durante la Giornata mondiale della Pace nella Cattedrale de L’Avana. La promessa del governo cubano in questo senso “è chiara e formale”, ha puntualizzato il cardinale Ortega. Sei mesi fa, dopo un colloquio con il presidente Raul Castro, il porporato aveva già annunciato la scarcerazione di tutti i 52 prigionieri. Dei 41 già liberati, solo uno è rimasto a Cuba, mentre gli altri 40 hanno raggiunto la Spagna. I rimanenti 11 hanno invece fatto sapere che, se scarcerati, resteranno sull'isola. Oltre al gruppo la cui liberazione era stata comunicata il 7 luglio scorso, le autorità cubane hanno scarcerato fino ad oggi altre 16 persone, già condannate al carcere per altri motivi. (L.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Sakineh incontra la stampa internazionale

    ◊   In Iran le autorità giudiziarie non escludono la possibilità di annullare definitivamente la sentenza di lapidazione per Sakineh Mohammadi-Ashtiani, la donna condannata per adulterio e per complicità nell’uccisione del marito. Ad esprimersi in questo senso è stato un responsabile della magistratura iraniana. Il servizio è di Eugenio Bonanata:

    “Tutto è possibile”. Ha risposto così il capo dell'apparato giudiziario della provincia iraniana dell'Azerbaigian dell'Est, quando un giornalista gli ha chiesto se la sentenza, già sospesa a luglio, possa essere annullata. Una dichiarazione che avviene a poche ore da un episodio che ha visto protagonista Sakineh. La donna ieri sera è uscita in permesso dal carcere di Tabriz e avrebbe cenato con i suoi due figli, sotto stretta sorveglianza. Incontrando i giornalisti stranieri – senza che questi abbiano potuto fare domande - ha dichiarato, tra l’altro, di non essere stata torturata durante la sua detenzione e ha annunciato querele contro diverse persone che in questi mesi si sono occupate del suo caso, come un avvocato iraniano, un’attivista per i diritti umani di Berlino, i due reporter tedeschi arrestati in Iran ad ottobre dopo aver tentato di intervistare figlio e il suo ex amante che – ha affermato - l’avrebbe coinvolta nell’uccisione del marito. Qualcuno tra gli osservatori ritiene che sia stata manipolata, ipotizzando una messa in scena delle autorità. Il figlio, intanto, sempre ieri sera, in una conferenza stampa prima di incontrare la madre, l’ha accusata dell’uccisione di suo padre ma ha chiesto clemenza alle autorità di Teheran.

    Medio Oriente
    L’Autorità nazionale palestinese ha denunciato la pericolosa escalation in queste ore da parte di Israele e ha chiesto l’intervento della comunità internazionale. Due le vittime nelle ultime 24 ore dei soldati dello Stato ebraico: un palestinese ucciso ad un posto di blocco a Nablus e una donna morta in ospedale a Ramallah per aver inalato gas lanciati dall’esercito israeliano durante una manifestazione contro il muro di separazione. La notte scorsa, infine, nella Striscia di Gaza ci sono stati due feriti in altrettanti raid dell’aviazione israeliana in risposta ai lanci di razzi contro il suo territorio avvenuti ieri.

    Costa D’Avorio
    L’Onu ha ribadito nuovamente il suo appoggio a Ouattara, riconosciuto vincitore delle passate elezioni presidenziali in Costa D’Avorio. Durante un colloquio telefonico con il leader ivoriano il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ieri si è detto “allarmato” per le notizie di “violazioni dei diritti umani” compiute da forze vicine al presidente uscente Laurent Gbagbo e ha annunciato che le forze di pace di stanza nel Paese sono state incaricate di visitare le zone teatro delle presunte violenze. Intanto oggi il primo ministro del Kenya, Odinga, è atteso in Costa D’Avorio assieme ai presidenti di Benin, Sierra Leone e Capo Verde nel tentativo di superare la crisi.

    In Australia una vittima e due dispersi per le piogge torrenziali
    Una vittima, due dispersi e migliaia di sfollati. Questo il bilancio delle piogge torrenziali che hanno colpito in questi giorni lo Stato australiano del Queensland provocando le peggiori inondazioni nella storia del Paese. Per le autorità locali si tratta di un disastro di enormi proporzioni con danni consistenti all’economia della zona, ricca di miniere di carbone e di aziende agricole. Resta completamente isolata la città di Rockhampton, a 600 chilometri a nord della capitale Brisbane, con una popolazione di 77 mila persone.

    Italia Afghanistan
    In Afghanistan un soldato britannico è stato ucciso dall’esplosione di una bomba. L’episodio, comunicato oggi da Londra, è avvenuto ieri. Intanto si terranno domani mattina a Roma, nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli, i funerali del militare italiano ucciso l’altro ieri nel Paese afghano. Stamattina l’arrivo della salma all’aeroporto militare di Ciampino, alla presenza delle massime cariche dello Stato tranne il presidente Napolitano influenzato. Dopo l’autopsia, è prevista l’apertura della camera ardente al policlinico militare romano del Celio fino alle ore 19.

    Brasile-Italia-Battisti
    Il dossier relativo alla mancata estradizione dal Brasile dell’ex terrorista italiano Cesare Battisti sarà oggi sul tavolo di Dilma Roussef, il primo presidente donna del Paese sud americano all’indomani del suo insediamento. In Italia, intanto, l’argomento continua a provocare polemiche. Unanime la condanna per l’estradizione negata dall’ex presidente brasiliano Lula, tuttavia, il Pd ha accusato il governo di incapacità a livello internazionale chiedendo di riferire sulla vicenda in Parlamento. L’esecutivo italiano pensa inoltre di portare il caso dinanzi alla Corte internazionale dell’Aja e di rivedere i rapporti bilaterali che recentemente si sono concretizzati con la stipula di un trattato di partenariato.

    Italia-Toscana
    In Italia la regione Toscana ha deciso di infliggere una multa da un milione e 300 mila euro alle Ferrovie dello Stato per i ritardi nei giorni dell’emergenza neve, il 17 e 18 dicembre scorsi. Lo ha reso noto in un comunicato il governatore, Enrico Rossi, precisando che la cifra sarà investita “per il potenziamento e il miglioramento della qualità del servizio ferroviario regionale”.

    Spagna
    Niente più sigarette nei luoghi pubblici in Spagna. Da oggi, infatti, nel Paese è entrata in vigore una delle leggi anti fumo più rigide d’Europa. Il divieto riguarda non solo bar e ristoranti ma anche parchi per bambini e aree fuori dagli ospedali e dalle scuole. Per i trasgressori previste multe fino ad un massimo di 600 mila euro, nei casi più gravi. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 2

    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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