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Sommario del 20/08/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Gmg. Il Papa ai seminaristi: imitate Cristo nella carità verso tutti senza escludere lontani e peccatori
  • Il Papa confessa quattro giovani nel Parco del Buen Retiro
  • Gmg, stasera la Veglia di preghiera con i giovani nell'areoporto di "Cuatro Vientos"
  • Il Papa alla Via Crucis della Gmg: la Passione di Cristo ci spinge a non passare oltre davanti alla sofferenza umana
  • I giovani a pranzo con Benedetto XVI
  • Padre Lombardi: Gmg splendida, piena soddisfazione del Papa
  • Dino Boffo: mass media "avari" con la Gmg
  • Nomina
  • Dialogo con l’islam: intervista con il cardinale Tauran
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Medio Oriente: l'Egitto richiama l'ambasciatore in Israele
  • Al via il Meeting di Rimini sul tema “E l’esistenza diventa un’immensa certezza”
  • Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Il Benin abolisce la pena di morte, soddisfazione della Comunità di Sant'Egidio
  • I vescovi australiani invitano i laici a porre le loro competenze a servizio della Chiesa
  • Belgio. Vescovi e giovani pregano per le vittime della tragedia al Pukkelpop
  • Libano, pellegrinaggio dei giovani armeni in occasione della Gmg
  • Gmg, l'arcivescovo di New York ai giovani: siate annunciatori del Vangelo
  • Oltre 8000 i giovani africani presenti a Madrid per la Gmg
  • Il cardinale Scola ai giovani: l’esperienza dell’amore di Gesù vale più di tutto
  • Mons. Crociata ai giovani della Gmg: “mettete a frutto le vostre potenzialità"
  • Gmg, il cardinale Ricard: siate testimoni con “fierezza, fiducia e coraggio”
  • Mons. Galis ai giovani slovacchi alla Gmg: “L’amore non viene dal nulla”
  • 24 Ore nel Mondo

  • Libia: gli insorti accerchiano Tripoli e preparano l’offensiva finale contro Gheddafi
  • Il Papa e la Santa Sede



    Gmg. Il Papa ai seminaristi: imitate Cristo nella carità verso tutti senza escludere lontani e peccatori

    ◊   Anche se vi disprezzano non lasciatevi intimorire. Una vita radicata in Cristo attrae coloro che cercano Dio. Così in sintesi Benedetto XVI nell’omelia della Messa celebrata questa mattina nella Cattedrale di Santa Maria la Real de la Almudena, per i giovani seminaristi, sempre nell’ambito della Giornata mondiale della Gioventù. All’interno della cattedrale oltre mille seminaristi; altre migliaia da tutto il mondo hanno seguito l’Eucaristia all’esterno. Al termine Benedetto XVI ha annunciato che prossimamente dichiarerà il sacerdote San Juan de Avila Dottore della Chiesa. E all’uscita dalla sagrestia ha avuto un breve colloquio privato con Mariano Rajoy Brey, presidente del Partito Popolare, maggiore formazione dell’opposizione in Spagna; ieri pomeriggio si era svolto l'incontro col premier spagnolo Josè L. Rodriguez Zapatero. Quindi il pranzo con i cardinali spagnoli, i vescovi di Madrid e il seguito papale nella residenza del cardinale arcivescovo Antonio Maria Rouco Varela che proprio oggi festeggia il suo 75.mo compleanno. Il servizio della nostra inviata Debora Donnini:

    “Queridos amigos os preparáis para ser apóstoles con Cristo y como Cristo, …
    Cari amici, preparatevi ad essere apostoli con Cristo e come Cristo, per essere compagni di viaggi e servitori degli uomini”.

    Sono le parole che il Papa rivolge alle migliaia di giovani seminaristi che lo accolgono festanti al suo arrivo nella cattedrale di Santa Maria la Real de la Almudena. Il Papa spiega loro come vivere gli anni di preparazione al sacerdozio: nel “silenzio interiore”, nella preghiera costante, nello studio, nel “prudente inserimento nell’azione e nelle strutture della Chiesa”. E anche a verificare “se questo cammino, che richiede audacia e autenticità, è il vostro, dice, avanzando fino al sacerdozio solo se sarete fermamente persuasi che Dio vi chiama ad essere suoi ministri e fermamente decisi a esercitarlo obbedendo alle disposizioni della Chiesa”. La Chiesa, ricorda, è comunità e istituzione creata da Cristo mediante lo Spirito Santo e, “allo stesso tempo, risultato di quanti la costituiamo con la nostra santità e con i nostri peccati”. Dio, infatti, non disdegna di “fare dei poveri e peccatori suoi amici e strumenti di redenzione del genere umano”. La santità della Chiesa è prima di tutto la Santità di Cristo, ma “noi dobbiamo essere santi, sottolinea, per non creare una contraddizione fra il segno che siamo e la realtà che vogliamo significare”.

    "Configurarse con Cristo comporta, queridos seminaristas, identificarse…
    Configurarsi a Cristo comporta, cari seminaristi, identificarsi sempre di più con Colui che per noi si è fatto servo, sacerdote e vittima. Configurarsi a Lui è, in realtà, il compito per il quale ogni sacerdote deve spendere per tutta la vita”.

    Benedetto XVI sa che “questo compito ci sorpassa e non potremo raggiungerlo pienamente, però, come dice san Paolo, corriamo verso la meta sperando di raggiungerla”. Bisogna dunque avere disponibilità al Maestro, che è quella che ispira il celibato, il distacco dai beni terreni e “l’obbedienza sincera senza dissimulazione”. Si deve chiedere a Cristo di imitarlo nella carità verso tutti “senza escludere i lontani e i peccatori” perché si convertano. Una sfida da affrontare senza complessi né mediocrità:

    "Apoyados en su amor, no os dejéis intimidar por un entorno en el que se …
    Sostenuti dal suo amore non lasciatevi intimorire da un ambiente nel quale si pretende di escludere Dio e nel quale il potere, il possedere o il piacere sono spesso i principali criteri sui quali si regge l’esistenza. Può darsi che vi disprezzino, come si suole fare verso coloro che richiamano mete più alte o smascherano gli idoli dinanzi ai quali oggi molti si prostrano. Sarà allora che una vita profondamente radicata in Cristo si rivelerà realmente come una novità, attraendo con forza coloro che veramente cercano Dio, la verità e la giustizia”.

    All’inizio il saluto dell’arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio Maria Rouco Varela. In questa Basilica, la cui costruzione è cominciata nel 1883 e nel 1993 è stata dedicata dal beato Giovanni Paolo II, si trova la Statua della Vergine de la Almudena, un crocifisso ligneo del ‘600, mosaici dai mille colori sulle volte e, nell’abside, le recenti pitture con scene della vita di Cristo di Kiko Arguello.

    In quest’atmosfera luminosa e colorata, risuonano le parole gioiose di un giovane seminarista che gli rivolge un “augurio” speciale:

    “Queremos felicitarle especialmente por su 60 anos de vida sacerdotal…
    Vogliamo farle gli auguri specialmente per i suoi 60 anni di vita sacerdotale che abbiamo celebrato con grande affetto”. (applausi)

    Il Papa ha, quindi, annunciato che dichiarerà prossimamente il sacerdote San Juan de Ávila Dottore della Chiesa Universale, esortando i sacerdoti a seguire il suo esempio.

    (musica: inno alla Vergine de la Almudena)

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    Il Papa confessa quattro giovani nel Parco del Buen Retiro

    ◊   Questa mattina il Papa si è recato nel Parco del Buen Retiro, dove ha confessato quattro giovani. Dal 14 agosto in questo parco si è tenuta la “Festa del Perdono”: sono stati allestiti circa 200 confessionali, dove i ragazzi hanno potuto confessarsi con sacerdoti di diverse lingue. Sentiamo in proposito don Javier Cremades, direttore degli Atti centrali della Gmg, al microfono di Debora Donnini:

    R. - Sono venuti ragazzi di tutto il mondo per ricevere il Sacramento del Perdono. In questo Parco del Buen Retiro, quando abbiamo aperto la possibilità di confessare, si sono iscritti più di 5 mila preti disposti a confessare. Abbiamo dovuto organizzare degli orari, perché era possibile avere soltanto 200 confessionali. Sono arrivati da tutte le parti del mondo: è stato uno spettacolo, uno spettacolo del perdono, dell’amore di Dio, della conversione. C’è stata anche molta gente che incontrando un prete ha chiesto di confessarsi e quest’ultimo si è messo a confessare… Era tutto pieno!

    D. - Questo parco come si è presentato con questi 200 confessionali, formati ciascuno da tre vele bianche?

    R. - Io penso che sia stato un grido di speranza dell’architetto, di speranza nella fede, che si apre all’infinito, che si apre all’eterno: quando qualcuno si siede lì, tra le tre vele, per dire “Signore, perdonami, ho peccato”, attraverso l’assoluzione, il Signore ti manda verso l’eternità, verso la Chiesa e verso gli altri.

    D. - Sicuramente ha richiamato l’attenzione vedere per tanti giorni migliaia di giovani che si accostano al Sacramento della Riconciliazione….

    R. - E’ stata una grazia di Dio molto grande, perché sono arrivati migliaia di giovani, ma non solo perché a Madrid tutti erano a conoscenza della “Festa del Perdono”… E poi con il Santo Padre che ha voluto essere presente nel Parco del Buen Retiro, penso che il Sacramento della Penitenza abbia avuto un’importanza ancora maggiore: perché nessuno offre il perdono nel mondo come lo offre Cristo.

    D. - Durante la veglia c’è la consacrazione dei giovani al Sacro Cuore Gesù: qual è l’importanza di questo atto?

    R. - Il Sacro Cuore è espressione dell’amore di Gesù. Nel cuore, dove ci sono tutti gli affetti, tutti i sentimenti buoni, Cristo è vivo: Cristo ha un cuore grande e un modo di dimostrare ai giovani che la prossimità di Cristo non è una teoria, ma un qualcosa di molto reale: ognuno - questo è il grande miracolo - può sperimentare personalmente questa amicizia, da cuore a cuore, da uomo a uomo, con Cristo, che è il Figlio di Dio. (mg)

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    Gmg, stasera la Veglia di preghiera con i giovani nell'areoporto di "Cuatro Vientos"

    ◊   Centinaia di migliaia di giovani si recheranno nelle prossime ore, con zaino in spalla, nella zona dell’aeroporto “Cuatro Vientos”, grande quanto 48 campi di calcio, per partecipare stasera, a partire dalle ore 20.30, alla Veglia di preghiera con il Papa. Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vating, nel briefing con i giornalisti ha reso noto che alcuni rappresentanti della delegazione norvegese alla Gmg incontreranno Benedetto XVI questa sera in occasione della Veglia. Questo incontro – ha detto padre Lombardi - indica anche “la partecipazione del Papa al momento drammatico vissuto dalla gioventù norvegese, dopo gli attentati del 22 luglio sull’isola di Utoya”. Sulla veglia di preghiera, il servizio di Amedeo Lomonaco:

    La Veglia si aprirà con la processione. Ragazzi in rappresentanza dei 5 Continenti porteranno la Croce dei giovani. Seguirà la Liturgia della Parola. Diversi giovani porranno delle domande al Papa e dopo il Vangelo, il Santo Padre risponderà ai quesiti dei ragazzi e pronuncerà l’omelia. L’esposizione e la Benedizione con il Santissimo Sacramento saranno i momenti conclusivi della Veglia, che precederanno il rientro del Papa in Nunziatura. Per i giovani la Veglia è prima di tutto un cammino di fede, come sottolinea questa giovane messicana:

    "El camino particular de la universalidad de la Iglesia…
    Il cammino particolare della universalità della Chiesa: tutti qui siamo giovani e tutti siamo venuti per la stessa cosa: l’incontro con Cristo. Questa esperienza cambia la prospettiva per molti!".

    La Veglia è anche l’occasione per riflettere sulle parole pronunciate dal Santo Padre in questa Gmg. Un momento di raccoglimento interiore – sottolinea questa giovane francese - per superare ansie e inquietudini con la luce della verità:

    "Le Pape a dit…
    Il Papa ha detto che abbiamo diritto ad avere le nostre paure, i nostri dubbi, ma che non dobbiamo fermarci davanti a questi: dobbiamo tentare di andare al di là e forse, così, riusciremo anche a scoprire che le nostre paure possono essere vinte dalla fede".

    Giovani provenienti da tutti i Continenti che dalla Gmg di Madrid guardano al futuro con una nuova ricchezza e nuove fondamenta:

    "I am from Angola. …
    Vengo dall’Angola ed è la mia prima volta che vengo in Europa. E’ un’esperienza davvero arricchente".

    I giovani trascorreranno la notte nella zona di “Cuatro Vientos”, dove saranno anche allestite delle tende per l’adorazione eucaristica, in attesa della Santa Messa, domani mattina, presieduta da Benedetto XVI:

    "E’ uma emoção...
    E’ un’emozione che non si può descrivere, la presenza del Successore di Pietro in mezzo a noi!".

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    Il Papa alla Via Crucis della Gmg: la Passione di Cristo ci spinge a non passare oltre davanti alla sofferenza umana

    ◊   La Croce non è l’esito di un insuccesso, ma il modo di manifestare l’amore di Dio per gli uomini: è quanto affermato da Benedetto XVI, ieri sera, in Plaza de Cibeles a Madrid al termine della “Via Crucis” con oltre 600 mila giovani. Un momento intenso nel quale sono state ricordate le tante situazioni di sofferenza che affliggono l’uomo di oggi, dalla guerra alla tossicodipendenza, dalle catastrofi naturali alle discriminazioni religiose e razziali. Un pensiero speciale, poi, è stato rivolto ai cristiani perseguitati. A rendere particolarmente suggestivo il cammino della Croce sono stati i gruppi scultorei, dono delle regioni di Spagna, a rappresentazione delle 14 stazioni. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    (musica)

    Dio non è distante dalle sofferenze dell’uomo. Nel cuore di Madrid, mentre il sole si avvia verso il tramonto, una moltitudine di giovani volge lo sguardo verso la Croce, simbolo della Gmg. Nell’orazione iniziale, dal palco in Plaza de Cibeles, Benedetto XVI sottolinea che, contemplando le stazioni della “Via Crucis”, ci uniamo a Cristo e al tempo stesso ci facciamo vicini alle sofferenze di tanti fratelli che rischiano di perdere la fede e la speranza:

    (canto)

    Duecento i metri percorsi, una distanza breve in cui trova però spazio il dolore dell’umanità. Di stazione in stazione, si alternano nel portare la Croce giovani di Paesi africani, afflitti dalla guerra civile, giovani disabili, ragazzi disoccupati. Ancora, giovani di Haiti e del Giappone, sconvolti dalle catastrofi naturali:

    Jesús muere en la Cruz …

    Nell’itinerario verso il Calvario, la Croce si ferma davanti ai gruppi scultorei, segno mirabile del patrimonio religioso delle diocesi spagnole. Il Papa e i giovani ascoltano le meditazioni scritte per l’occasione dalle Suore della Croce di Siviglia:

    Jesús patéese con todos los que sufren …

    “Gesù – viene sottolineato – patisce con tutti coloro che soffrono, con le vittime dei genocidi, della violenza, con le vittime degli abusi sessuali”, con “quanti sono denudati della loro dignità”. A loro, fratelli trafitti dal dolore, rivolge il pensiero Benedetto XVI nel discorso al termine della “Via Crucis”. Cristo, avverte il Papa, “ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”:

    La pasión de Cristo nos impulsa a cargar…
    “La Passione di Cristo – afferma – ci sospinge a caricare sulle nostre spalle la sofferenza del mondo, con la certezza che Dio non è qualcuno di distante o lontano dall’uomo e dalle sue vicissitudini”.

    Al contrario, ribadisce il Papa, Dio si è fatto “uno di noi” per condividere la nostra sofferenza e così far sorgere in noi la stella della speranza. Quindi, il Papa consegna un mandato ai giovani della Gmg di Madrid:

    Vosotros, que sois muy sensibles…
    “Voi che siete molto sensibili all’idea di condividere la vita con gli altri – è la sua esortazione – non passate oltre davanti alla sofferenza umana”.

    E lì, prosegue il Papa, che “Dio vi attende affinché offriate il meglio di voi stessi: la vostra capacità di amare e di compatire”. E sottolinea che le “diverse forme di sofferenza che, lungo la Via Crucis, sono sfilate davanti ai nostri occhi sono chiamate del Signore per edificare la vita seguendo le sue orme e fare di noi i segni della sua consolazione e salvezza”. Riprende così la sua Enciclica “Spe Salvi” per riaffermare che “soffrire con l'altro, per gli altri”, soffrire “per amore della verità e della giustizia” sono “elementi fondamentali di umanità”. Il Papa auspica, dunque, che i giovani possano mettere in pratica quanto vissuto durante la Gmg di Madrid:

    Miremos para ello a Cristo, colgado en…
    “Volgiamo lo sguardo perciò a Cristo, appeso sul ruvido legno – è la preghiera del Papa – e chiediamogli che ci insegni questa sapienza misteriosa della croce, grazie alla quale l’uomo vive”.

    La Croce, ribadisce con forza, “non fu l’esito di un insuccesso, bensì il modo di manifestare l’offerta di amore che giunge sino alla donazione più smisurata della propria vita”. La Croce, soggiunge, “rappresenta questo amore del Padre e di Cristo per gli uomini. In essa riconosciamo l’icona dell’amore supremo”. Il Papa non ha infine mancato di offrire una riflessione sulla bellezza dei gruppi scultorei della “Via Crucis”:

    Son imágenes donde la fe y el arte…
    “Sono immagini – rileva il Papa – nelle quali la fede e l’arte si armonizzano, per giungere al cuore dell’uomo ed invitarlo alla conversione”.

    Il Papa conclude la “Via Crucis” con l’invocazione alla Vergine Maria affinché sostenga e dia speranza a quanti soffrono. Quindi, fa ritorno in nunziatura, passando, come ormai ci si è abituati a vedere a Madrid, tra due ali di folla festante.

    (applausi)

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    I giovani a pranzo con Benedetto XVI

    ◊   Ieri alcuni giovani hanno avuto un'esperienza particolare, quella di pranzare con il Papa. L'incontro conviviale si è svolto alla nunziatura di Madrid: sono stati scelti a sorte 12 giovani volontari della Gmg in rappresentanza di tutti i continenti. Marina Tomarro ha raccolto il commento di alcuni di loro:

    R. – L’emozione è stata grande. E’ stato un incontro molto familiare con il Santo Padre; mi ha lasciato l’immagine di una persona molto umile, un padre per noi.

    R. – Per me, e per tutti noi che abbiamo avuto questa opportunità, è stato un giorno bellissimo. Il Papa si è interessato tantissimo ai problemi della vita cristiana nei nostri Paesi. Ci ha fatto sentire benissimo, veramente a nostro agio … Dopo avere parlato con lui sono veramente contento, sono più in pace. Io sono su una sedia a rotelle e gli ho detto che ci sono tanti disabili e gli ho chiesto di pregare per noi …

    R. – Abbiamo incominciato con una preghiera; il Santo Padre si è interessato a ciascuno di noi. Ognuno di noi gli ha fatto una domanda, perché al Papa piace sentir parlare i giovani. Poi gli abbiamo chiesto cosa si aspetta dai giovani durante e dopo la Gmg, e lui ci ha chiesto di pregare e di essere veri testimoni di Cristo. (gf)

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    Padre Lombardi: Gmg splendida, piena soddisfazione del Papa

    ◊   Per un primo bilancio della Giornata mondiale della gioventù ascoltiamo le impressioni di padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, al microfono di Debora Donnini:

    R. – Le mie impressioni sono che questa Giornata mondiale della gioventù sta andando splendidamente e il Papa ne è del tutto soddisfatto. Naturalmente, è rimasto molto colpito dalla Via Crucis di ieri sera, dalla ricchezza della tradizione religiosa della Spagna, che è stata portata - diciamo - al centro di questo splendido incontro mondiale e che ha molto colpito e aiutato a vivere questo momento della Via della Croce, una delle tappe importanti di ogni cammino della Giornata mondiale della gioventù. Il Papa è stato anche molto contento dell’incontro di ieri, a pranzo, con i giovani: colpito delle loro esperienze, della loro spontaneità. Quindi direi che veramente si nota la soddisfazione di Benedetto XVI e il fatto che questi giorni stanno raggiungendo pienamente le loro finalità.

    D. – E’ contento il Papa per il calore, il grande calore, che viene dai giovani?

    R. – Certamente, perché manifestano il loro entusiasmo. Questo è un segno di speranza, perché veramente la Giornata mondiale della gioventù vuole aiutare ad avere una speranza per il futuro. E quindi deve essere un messaggio - non solo per i giovani che vi partecipano, ma anche per i giovani di tutto il mondo - sul fatto che si può vivere con gioia, si può vivere con entusiasmo, sentire che la vita ha un senso, coltivare dei grandi ideali: tutto questo la gioia dei giovani lo manifesta. Questi ideali sono fondati su Cristo, se vogliono avere un grande fondamento; ma se sono effettivamente fondati su Cristo possono guardare lontano, essere solidi anche in tempi difficili. Tutto questo si sta realizzando e speriamo che sia veramente un messaggio positivo per tutti i giovani del mondo.

    D. – Suggestivo vedere tanti giovani che si confessano nei Jardines del Buen Retiro; seggestivo, in particolare, vedere questa mattina il Papa confessare 4 ragazzi: può raccontarci qualche particolare?

    R. – Il Papa ha fatto quello che fanno tutti i confessori che vanno in questo luogo: si è messo in uno dei 200 confessionali che sono stati preparati e 4 giovani si sono avvicinati a lui per questo sacramento. Con questo il Papa ha dato un buon esempio e aiutato a riflettere sull’importanza di approfittare di questa grande offerta di misericordia di Dio. Sappiamo che in questi giorni ci sono 200 confessionali al Parco del Buen Retiro che, in certe ore, sono veramente molto, molto frequentati, con centinaia anzi migliaia di sacerdoti che si danno i turni per confessare. E poi, molte confessioni avvengono anche in altri luoghi della città, nelle Chiese, nei luoghi dove si tengono le catechesi... E’ veramente una “Festa del Perdono“, come è stata definita, ed è bene che anche la Chiesa in generale si ricordi, non lasci passare nel dimenticatoio questo dono straordinario della Grazia di Dio, che è il Sacramento della Confessione, offerto a tutti.

    D. – Questa mattina nella Messa il Papa ha invitato i seminaristi a non avere paura del disprezzo che a volte possono incontrare, ma a radicare la loro vita in Cristo. E ha anche detto che prossimamente dichiarerà dottore della Chiesa San Juan de Ávila. Un incontro importante dunque?

    R. – Naturalmente il momento con i seminaristi è un momento particolarmente significativo per il Papa che ha celebrato l'Anno sacerdotale poco tempo fa e ha scritto una lettera per i sacerdoti. Quindi ha dato dei punti di riferimento per i giovani che si preparano al sacerdozio. Il Papa ha insistito molto nella sua omelia sulla serietà, sull’importanza di questa formazione solida nella preghiera, nello studio, nell’approfondimento, nel discernimento anche sulla solidità della propria vocazione. Alla fine questo annuncio di Chiesa San Juan de Ávila come prossimo dottore della Chiesa: San Juan de Ávila è il protettore del clero spagnolo. Una grande figura proprio del secolo d’oro della spiritualità spagnola, del 1500: quindi tutti i vescovi, il clero della Spagna e i giovani della Spagna si sono sentiti molto onorati di questa decisione del Santo Padre. E’ una figura che impareremo a conoscere anche di più a livello di Chiesa universale. (ma)

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    Dino Boffo: mass media "avari" con la Gmg

    ◊   La Gmg è un evento che sta coinvolgendo centinaia di migliaia di giovani giunti a Madrid da tutti i continenti. Ma come stanno seguendo i mass media italiani e internazionali la Giornata mondiale della gioventù? Sergio Centofanti lo ha chiesto a Dino Boffo, direttore di Tv2000:

    R. - Lo stanno seguendo come al solito … con molta parsimonia, vorrei quasi dire con avarizia. Capisco che questa è un’estate più strana di altre, perché gli eventi non mancano, tuttavia, l’attenzione data alla Gmg è un’attenzione molto avara, ed è un peccato perché sarebbe un evento capace di far respirare il mondo, di dare dei barlumi di speranza in una situazione che peraltro non induce all’ottimismo, però l’uomo di oggi deve pur trovare dei pertugi dai quali far filtrare la luce e verso i quali incamminarsi. A me sembra che l’evento di Madrid sia senz’altro uno di questi pertugi, ed è un peccato che i media nazionali ed internazionali non si siano impegnati a raccontarlo come avrebbero meritato, come merita ancora … sono ancora in tempo se vogliono.

    D. – Invece, Tv 2000 sta seguendo la Gmg in modo davvero intenso ...

    R. – Diciamo che noi ci siamo profondamente rinnovati proprio in vista di questo evento. La scelta di questo rinnovamento, partito a luglio, che ha il suo culmine in questi giorni, è una scelta che si è rivelata intelligente, nel senso che abbiamo riscontri assolutamente incoraggianti e ancora una volta si dimostra che i nostri media rivivono, rifioriscono a contatto con le Gmg. Era già successo in passato, succede anche in quest’occasione e ne siamo particolarmente fieri. Ci arrivano delle testimonianze di spettatori davvero, davvero toccanti. Siamo andati a Madrid per raccontare un evento vissuto dai giovani, disposti a lasciarsi cambiare da questo evento, oggi dobbiamo prendere atto che chi guarda da casa l’evento, si lascia a sua volta contagiare da questo cambiamento. Abbiamo dei telespettatori che telefonano e dicono: “Io, guardando la televisione, sto cambiando!”. Mi sembra il riconoscimento più grande che possiamo raccogliere nel nostro lavoro! (ma)

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    Nomina

    ◊   Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Port Elizabeth (Sud Africa), presentata da mons. Michael Gower Coleman, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico, ed ha nominato mons. James Brendan Deenihan, del clero di Port Elizabeth, amministratore apostolico sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis della medesima diocesi.

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    Dialogo con l’islam: intervista con il cardinale Tauran

    ◊   Promuovere la dimensione spirituale dell’uomo: è il tema del Messaggio ai musulmani del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso in occasione della fine del Ramadan. Il messaggio, pubblicato ieri, sottolinea dunque che la relazione con la trascendenza fa parte della natura dell’uomo. Romilda Ferrauto ha chiesto al presidente del dicastero vaticano, il cardinale Jean-Louis Tauran, di spiegarci come è nata la scelta del tema per il Messaggio di quest’anno:

    R. – En cours des voyages que j’ai fait l’an passé je me suis aperçu ..
    Nel corso dei viaggi che ho compiuto l’anno scorso, mi sono reso conto del fatto che in tutte le società, anche in quelle a maggioranza musulmana, c’è tanta informazione, ma poca riflessione. Questo significa che le giovani generazioni sono super-informate ma hanno difficoltà ad organizzare il proprio pensiero. Penso – come dice il Santo Padre – che il silenzio e la riflessione siano prioritari. Pascal scriveva: “La grande disgrazia degli uomini è che non riescono a stare tranquilli in una stanza”. In mezzo al rumore, all’agitazione del mondo nel quale viviamo, abbiamo bisogno ogni tanto di poterci ritirare nella nostra camera, in silenzio, e di organizzare il nostro pensiero a partire dalle informazioni che abbiamo ricevuto.

    D. – Si può dire che in qualche modo il dialogo, oggi, debba concentrarsi su quello che ci unisce piuttosto che su quello che ci separa, nel contesto attuale?

    R. – D’abord, il faut toujours se souvenir que le dialogue interreligieux c’est une …
    Tanto per incominciare, è necessario tenere a mente sempre che il dialogo interreligioso è un’attività religiosa: infatti, non sono le religioni che dialogano ma i credenti che si incontrano, anche se sono di culture e di tradizioni diverse. Quindi, lungi dal giustificare barriere e divisioni, essi devono spingere i loro fedeli a superare le barriere dell’incomprensione e dei pregiudizi favorendo l’apertura all’altro nel reciproco rispetto.

    D. – Ma possiamo dialogare anche su quello che ci separa?

    R. – Ça dépend. Avec les musulmans, c’est un peux difficile …
    Dipende. Con i musulmani è un po’ difficile, per ragioni che non posso spiegare in questa sede. Abbiamo difficoltà in particolare con l’Università di Al Azhar del Cairo, in questo momento. Credo però che sia necessario soprattutto privilegiare i rapporti umani, i contatti, perché il dialogo interreligioso si basa sostanzialmente sulla stima reciproca che inizia con il rispetto per poi finire con l’amicizia. E in questo momento, quello che conta è l’amicizia: costruire l’amicizia.

    D. – Lei terrà nei prossimi giorni una conferenza sul tema: “Bisogna avere paura dell’islam?”. Perché questa domanda torna tanto spesso? C’è una risposta?

    R. – Pourquoi les musulmans font peur? D’abord, parce-que on ne les connait pas …
    Perché i musulmani fanno paura? Intanto, perché non li conosciamo, e quindi ci si basa sui cliché che sono diffusi dai mass media. Bisogna anche dire che l’islam di per sé è di sua natura piuttosto complesso: è, al tempo stesso, una civiltà, una religione, un sistema politico, non rientra nei nostri schemi mentali. Inoltre, non si può certo negare che il terrorismo fondato su motivi religiosi, faccia paura. Io vorrei dire: non bisogna avere paura dell’islam nella misura in cui siamo cristiani convinti, informati e formati. Se invece siamo cristiani “tiepidi”, allora sì, dobbiamo avere qualche timore. Ma io credo che questo timore sia salutare, nel senso che è un richiamo ad un cristianesimo più ragionato, che conosca veramente le ragioni per le quali crede e in Chi crede.

    D. – Questa domanda rischia di essere riproposta in occasione de decimo anniversario dell’attentato dell’11 settembre …

    R. – Le Pape, d’ailleurs, a condamné de manière extrêmement vigoureuse …
    Il Papa stesso ha condannato in maniera forte il terrorismo motivato da considerazioni religiose: non è lecito uccidere in nome di Dio!

    D. – Il Ramadan sta per finire; tra due mesi, a ottobre, rappresentanti delle principali religioni del mondo si ritroveranno ad Assisi, 25 anni dopo l’incontro storico voluto da Giovanni Paolo II. Quale sarà lo spirito di questo nuovo incontro di Assisi?

    R. – Je crois d’abord ce sera une occasion, d’après ce que le Pape désire, de …
    Credo che, secondo il desiderio del Papa, sarà un’occasione per riflettere nel silenzio e nella preghiera, non comune – evidentemente – ma ciascuno secondo la propria tradizione, per valutare quale contributo ciascuno di noi possa dare alla società, come credenti. E quindi ripetere sempre che la pace è possibile, che Dio ha creato l’uomo affinché fosse felice: noi siamo stati creati dall’Amore per la felicità, per la vita. Si tratta di fare della nostra società un luogo dove è bello vivere insieme, essere felici insieme. Non è possibile essere felici gli uni senza gli altri, e tantomeno gli uni contro gli altri.

    D. – Quella Giornata sarà anche una commemorazione. Lei crede che sarà trattata anche la questione della libertà religiosa? Non si può dimenticare che ci sono dei cristiani, nel mondo, che soffrono. Lei ha ricordato l’Egitto, pensiamo anche a quello che accade in Pakistan e in altri Paesi …

    R. – Je pense dans les interventions; le Pape, aussi, je pense, en parlera. …
    Sì. Penso che se ne parlerà negli interventi, e penso che anche il Papa ne parlerà. La libertà religiosa è un po’ un banco di prova: quando è minacciata la libertà religiosa, in realtà anche tutte le altre libertà lo sono. E’ inconcepibile che nel 2011 ci siano ancora dei credenti che proprio perché sono credenti siano oggetto di discriminazione e perfino di esecuzioni! Proviamo, là dove noi viviamo, a scoprire cosa possiamo fare insieme per il bene della società! E io credo che in particolare la testimonianza della preghiera sia molto importante. E’ necessario ricordare che ogni fine settimana, in tutto il mondo, ci sono milioni, milioni e milioni di musulmani, di cristiani e di ebrei che si riuniscono per pregare nelle loro sinagoghe, nelle loro chiese, nei loro templi; è, questo, un patrimonio spirituale a disposizione dell’umanità intera … Credo sia necessario che ci vedano pregare e che non abbiamo paura di mostrarci perché, senza Dio, il mondo è un mondo caratterizzato dalla finitezza, dalla morte, in definitiva … (gf)

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, un editoriale del direttore sulla Giornata mondiale della gioventù.

    Benedetto XVI a Madrid annuncia che san Giovanni d’Avila sarà dichiarato dottore della Chiesa: in cultura, l’omelia di Paolo VI (31 maggio 1970) per la canonizzazione.

    Un articolo di Isabella Farinelli dal titolo “Il compito dei giovani è la pace”: dall’archivio diocesano riemerge l’attività di mons. Giovanni Battista Rosa, arcivescovo di Perugia dal 1923 al 1942.

    In rilievo, nell’informazione internazionale, la drammatica situazione nel Corno d’Africa nella morsa della carestia.

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    Oggi in Primo Piano



    Medio Oriente: l'Egitto richiama l'ambasciatore in Israele

    ◊   La crisi israelo-palestinese è riesplosa in seguito agli attentati avvenuti due giorni fa ad Eilat e alla conseguente ritorsione israeliana su Gaza. L’Egitto, Paese mediatore tra israeliani e palestinesi, sotto il regime del presidente Mubarak, ha reagito in maniera dura all’uccisione di 5 guardie di frontiera rimaste coinvolte negli attentati sul Mar Rosso ed ha richiamato in patria il proprio ambasciatore in Israele. Per comprendere come sia cambiato il ruolo dell’Egitto nel contesto del conflitto mediorientale Stefano Leszczynski ha intervistato Eric Salerno, esperto dell’area ed inviato del quotidiano "Il Messaggero":

    R. – E’ un nuovo Egitto, anche se incompleto in quanto in fase di transizione. E’ quindi in una fase molto delicata. E’ evidente che anche questo gesto – richiamare l’ambasciatore, protestare, reagire immediatamente a quest’incidente di frontiera - è motivato dalla necessità di chi in questo momento si trova al Cairo di non apparire appiattito nei confronti di Israele. Cosa che è invece avvenuta per molti anni.

    D. – Tuttavia l’Egitto di Mubarak era stato un Paese mediatore nel conflitto tra israeliani e palestinesi…

    R. – Intanto la mediazione che faceva capo a Mubarak e ai suoi servizi segreti era una mediazione che tendeva a favorire soprattutto gli interessi di Israele. C’è da tener presente una cosa: Hamas a Gaza - che in questo momento è il nodo cruciale della vicenda - non piace all’Egitto. Hamas è, in un certo senso, una ramificazione dei Fratelli musulmani e questi erano considerati da Mubarak e dal suo establishment una grande minaccia per il futuro del loro regime “laico” dell’Egitto.

    D. – Se in Egitto, con le elezioni, dovessero affermarsi partiti vicini ai Fratelli musulmani la situazione potrebbe complicarsi parecchio nella regione…

    R. – Se dovessero affermarsi in maniera esagerata, è chiaro che a quel punto il rischio riguarda non più i palestinesi ma è interno allo stesso Egitto. I militari sono pronti – almeno quelli che si trovano al potere in questo momento, che controllano la situazione – ad intervenire per dire che è nell’interesse del Paese fare in modo di bloccare il risultato delle elezioni ed instaurare, per una fase intermedia, un governo di tipo diverso. Le preoccupazioni, però, ci sono da tutte le parti. C’è soprattutto un clima di totale instabilità nella regione. Noi, adesso, stiamo parlando dell’Egitto ma non dobbiamo dimenticare quello che sta accadendo in Siria, che è, per certi versi, altrettanto grave: mentre in Egitto ci sono alte sfere delle forze armate che sono leali ad una certa politica, che cosa può succedere se cade il regime di Assad? Nessuno lo sa. (vv)

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    Al via il Meeting di Rimini sul tema “E l’esistenza diventa un’immensa certezza”

    ◊   Oltre cento convegni, dieci mostre, spettacoli e sport, e 4000 volontari a lavoro. Sono i numeri del 32.mo Meeting per l’amicizia fra i popoli di Comunione e Liberazione, che prende il via domani a Rimini.Sarà una settimana di incontri sull’attualità, tra persone di fedi e culture diverse, con in comune la tensione al vero e al bene. Il tema scelto quest’anno, tratto dagli scritti di Don Giussani, è “E l’esistenza diventa un’immensa certezza”: una sfida al relativismo moderno. Il servizio della nostra inviata Gabriella Ceraso:

    800mila presenze solo l’anno scorso e le premesse per un nuovo successo al Meeting ci sono tutte, a partire dal tema, impegnativo visti i tempi: scoprire come l‘esistenza di ogni uomo possa trovare una certezza. Il Meeting, dunque, prova a riaprire la partita, il perché ce lo spiega Emilia Guarnieri, presidente della manifestazione:

    “Perché da una parte non si può non costatare che tanto quanto oggi viviamo in questa condizione di incertezza altrettanto però l’uomo non è contento. Questo ci fa capire che l’uomo è fatto per la certezza. Ecco, il Meeting si colloca in questo contesto e con lo sguardo a tutte quelle esperienze dove si vedono uomini che sono al lavoro verso la certezza”.

    Da qui, dunque, le tante testimonianze che verranno dai soggetti delle mostre monografiche e dagli ospiti attesi negli oltre 100 convegni e dove l’attualità internazionale è in primo piano. Il dibattito sul Mediterraneo ospiterà il ministro degli Esteri italiano Frattini, il segretario generale della Lega araba, giuristi intellettuali e esponenti della Chiesa del Nord Africa. Si parlerà delle sfide dell’immigrazione e della convivenza multietnica con i maggiori giuristi americani e francesi, di volontariato e di sviluppo internazionale nell’atteso intervento del cardinale Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum.

    Sguardo attento quello del Meeting ai cristiani: al loro contributo in politica, dall’Europa al Pakistan, nella società e nel dialogo con ebrei e musulmani. E ancora la questione delle certezze nella scienza dopo Fukushima e nell’economia travolta dalla crisi. Ancora Emilia Guarnieri:

    “Quest’anno avremo imprenditori che documenteranno come l’unico modo per affrontare il dramma della crisi economia sia quello di guardarla con un’ottica solidaristica e sussidiaria”.

    Ai 150 anni di unità d’Italia, coniugata al valore della sussidiarietà, sarà invece dedicata l’apertura domani alla presenza del capo dello Stato, Giorgio Napolitiano. Obiettivo degli organizzatori è anche quest’anno, generare un momento di crescita umana e di educazione reale. (mg)



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    Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa 21.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù chiede ai discepoli: “La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”. Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti. Simon Pietro risponde: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. E Gesù dice:

    “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli”.

    Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

    È in terra quasi estranea alla tradizione giudaica, Cesarea di Filippo, che Gesù interpella i discepoli per sapere come la gente lo stia giudicando. E la gente non ha idee chiare, ma solo analogie con qualche grande figura del passato: Elia, Geremia, un profeta. Etichette comode, per catalogare senza mettersi in gioco. Ma oltre queste impressioni e supposizioni della gente, i discepoli hanno capito altro? Loro che sapevano molto di più della gente, vivevano fianco a fianco con questo “Figlio dell’uomo”, avevano capito o no chi era veramente questo Nazareno, rabbì itinerante? “Ma voi, chi dite che io sia?”, domanda diretto Gesù, costringendoli a uscire allo scoperto. Per tutti risponde di slancio Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!”. Non una definizione, non un lampo di genio, ma una illuminazione dal cielo, come Gesù stesso afferma. Conoscere davvero chi è Gesù è solo grazia, non abilità intellettuale. E se fosse rivolta anche a noi questa domanda: “Voi chi dite che io sia?”, cosa risponderemmo? Con una filastrocca di titoli comuni, pensando alle devozioni popolari, oppure con uno slancio del cuore, per una esperienza interiore di intimità e conoscenza? Da questa risposta si misura la nostra fede.

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    Chiesa e Società



    Il Benin abolisce la pena di morte, soddisfazione della Comunità di Sant'Egidio

    ◊   Il Benin ha definitivamente abolito la pena di morte cancellandola dal suo ordinamento giudiziario dopo un lungo periodo di sospensione delle esecuzioni, divenendo così il 106.mo Paese nel Mondo e il 17.mo in Africa ad aver abolito la pena capitale. La Comunità di Sant’Egidio ha in questi anni accompagnato le autorità del Benin verso l’abolizione collaborando al percorso legislativo, sostenendo gli sforzi della presidenza, sensibilizzando la società civile e creando, negli ultimi 5 anni, gruppi di lavoro all’interno della Conferenza Internazionale dei Ministri di Roma fino a superare gli ultimi ostacoli all’abolizione definitiva. La Comunità di Sant'Egidio dunque esprime la sua piena soddisfazione per questa notizia, accolta con gioia anche dai membri di Sant'Egidio presenti a Cotonou, Calavi, Paracou, Dassa, e in molte altre città del Benin. Da diversi anni la Comunità di Sant’Egidio è impegnata in una vasta campagna di sensibilizzazione e nella raccolta di firme contro la pena di morte. (A.L.)

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    I vescovi australiani invitano i laici a porre le loro competenze a servizio della Chiesa

    ◊   La Conferenza episcopale australiana cerca laici altamente qualificati e specializzati, capaci di porre le loro competenze a servizio della Chiesa. Sul sito internet della Conferenza episcopale è stato pubblicato un apposito modulo: attraverso la sua compilazione, i laici interessati potranno candidarsi ad entrare nel Consiglio cattolico australiano per la Pastorale dei laici. Si tratta di un organismo consultivo della Chiesa locale, che ha il compito di “sostenere, promuovere e provvedere alla formazione dei laici che vedono il ministero pastorale come una vocazione”. Le candidature dei laici verranno poi vagliate dalla Conferenza episcopale, che prenderà in considerazione anche il criterio geografico, poiché nel Consiglio entreranno cinque laici, uno per ogni Provincia australiana. Tra i requisiti richiesti, la disponibilità a tre anni di servizio e la possibilità di partecipare a riunioni trimestrali. Inoltre si richiede una certa esperienza nel campo spirituale, teologico e nella formazione pastorale, così come “una visione ampia della Chiesa”, lo svolgimento di attività parrocchiali, “il rispetto per il ruolo del clero e dei laici e il loro spirito di corresponsabilità”. La Chiesa australiana guarda anche al mondo delle comunicazioni e richiede ai candidati la formazione necessaria per sapere scrivere materiale adatto alla pubblicazione e per saper utilizzare le tecnologie audiovisive più avanzate, come le teleconferenze. Le candidature devono essere presentate entro il 14 settembre 2011. (I.P.)

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    Belgio. Vescovi e giovani pregano per le vittime della tragedia al Pukkelpop

    ◊   Da Madrid i vescovi e i giovani del Belgio che partecipano alla Gmg esprimono la loro solidarietà alle famiglie delle vittime che hanno perso la vita nella tragedia avvenuta giovedì sera al Festival rock di Pukkelpop, nel nord del Paese. Un nubifragio violentissimo si è abbattuto nella serata sulla località belga provocando il crollo di numerosi maxischermi, installazioni metalliche e di due palchi. Sono almeno cinque le vittime accertate, mentre i feriti sono oltre quaranta, di cui sette in gravi condizioni. Gli organizzatori hanno deciso di sospendere la manifestazione che aveva richiamato oltre 60 mila spettatori. “Esprimiamo – si legge in un comunicato diffuso dalla Conferenza episcopale belga e ripreso dal Sir – le nostre condoglianze alle famiglie delle vittime della catastrofe”. “Nulla può ridurre il loro immenso dolore ma assicuriamo tutta la nostra vicinanza e invitiamo la comunità cattolica a pregare per loro”. (A.L.)

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    Libano, pellegrinaggio dei giovani armeni in occasione della Gmg

    ◊   In occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, in corso a Madrid, la Commissione Speciale ‘Jmj 2011’ del Patriarcato ameno cattolico, in collaborazione con la Commissione per i giovani del Patriarcato, hanno organizzato per oggi e domani un pellegrinaggio in Libano al Santuario di Wadi Annubi. Il programma prevede una marcia nel ricordo dei discepoli di Emmaus e del loro incontro con Gesù. L'iniziativa intende dare la possibilità a tanti giovani desiderosi di partecipare alla Gmg, ma che per svariati motivi non hanno avuto la possibilità di recarsi a Madrid, di poter vivere, seppur a distanza, insieme ai loro coetanei, la gioia di questo raduno internazionale ed avere l'opportunità di essere a loro volta testimoni della fede in Cristo. Sono stati predisposti collegamenti in diretta con Madrid in modo da poter seguire in contemporanea cerimonie e incontri. Un modo per vivere insieme i momenti di raccoglimento, di preghiera, di festa e di comunione e sentirsi radicati e fondati in Cristo e saldi nella fede. (I.P.)

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    Gmg, l'arcivescovo di New York ai giovani: siate annunciatori del Vangelo

    ◊   Un invito ad essere “missionari” nella Chiesa e ad annunciare il Vangelo sulle orme dei primi discepoli. Lo ha rivolto ieri mons. Timothy Dolan, arcivescovo di New York e presidente della Conferenza episcopale statunitense, ai 12.000 giovani di lingua inglese che hanno affollato il palazzetto dello sport di Madrid. L’arcivescovo ha indicato l’esempio di San Paolo, che “radicato in Cristo” è stato annunciatore del Vangelo. “Anche voi – ha affermato - dovete annunciare Cristo al mondo perché voi siete la luce del mondo, il sale della terra”. Quattro gli elementi essenziali per portare a termine questa missione: carità, amore per la Chiesa, gioia e speranza. “La carità, l’amore per il prossimo, si esprime nel servizio agli altri” mentre la gioia è “il segno infallibile della presenza di Dio” che ci permette di “annunciare con più efficacia il Vangelo”. “Come missionari ed evangelizzatori – ha detto – siamo chiamati a dare sempre ragione della speranza che è in noi”. L’arcivescovo – rende noto il Sir - ha quindi ricordato l’esempio del cardinale Van Thuan che ha passato 13 anni in carcere durante il regime comunista, ma conservando “la fede” senza mai perdere la speranza. “Amare Cristo significa amare la sua Chiesa”. “Cristo e la Chiesa – ha concluso - sono una cosa sola perché la Chiesa è il corpo di Cristo”. (A.L.)

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    Oltre 8000 i giovani africani presenti a Madrid per la Gmg

    ◊   Sono più di 8.200 i giovani africani che partecipano alla Giornata Mondiale della Gioventù in Madrid. Tra i Paesi con i gruppi più numerosi ci sono quelli provenienti da Nigeria, Repubblica Democratica del Congo e Sudafrica. Sono rappresentati 46 su 54 Stati africani. Anche la neonata Repubblica del Sud Sudan ha inviato una sua piccola rappresentanza. Dalla Libia si sono iscritti 60 giovani. Significativa è stata la presenza dei gruppi africani durante il Festival della Cultura. Tra i 255 che si sono esibiti, una decina provenivano dal Continente africano. Diversi gruppi – rende noto l’agenzia Misna - si sono esibiti con tamburi e danze in varie zone della capitale spagnola. Tra le esposizioni, anche una mostra sui 50 anni di indipendenza della Repubblica Democratica del Congo. Un’altra mostra è dedicata alla vita nelle zone vicine al fiume Congo. (A.L.)

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    Il cardinale Scola ai giovani: l’esperienza dell’amore di Gesù vale più di tutto

    ◊   “Io voglio restare giovane nel cuore. Per questo ho bisogno di voi. Aiutate il vostro vescovo a camminare su questa strada”. Sono le parole pronunciate ieri dal patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola. Il porporato, che da settembre sarà arcivescovo dell’arcidiocesi di Milano, rivolgendosi ai giovani milanesi presenti a Madrid per la Giornata Mondiale della Gioventù ha affermato che l’amore di Gesù riveste di significato ogni esperienza. “C’è una frase del Vangelo – ha affermato il porporato - che non dovete mai dimenticare: Voi – dice Gesù - valete di più”. “Tu vali di più. Non per te stesso, per le tue doti, ma per l’esperienza dell’amore di Gesù risorto e vivo”. Poco prima, il cardinale Dionigi Tettamanzi aveva invitato calorosamente i giovani milanesi a “voler bene al nuovo vescovo”, a seguirne gli insegnamenti. “Lui è un dono” ha aggiunto il cardinale Tettamanzi, invitando i giovani a manifestare la loro gioia. Applausi, canti, ola hanno accompagnato il primo momento di conoscenza tra i giovani milanesi alla Gmg e il patriarca Angelo Scola. Quindi il cardinale Dionigi Tettamanzi, rivolgendosi all'attuale patriarca di Venezia, ha detto: “Devi voler bene a questi giovani più di quanto io sia riuscito. Devi volergli bene perché… sono giovani”. (A.L.)

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    Mons. Crociata ai giovani della Gmg: “mettete a frutto le vostre potenzialità"

    ◊   “Non mettere a frutto le risorse e le potenzialità della vostra età diventa presto un peccato dinanzi a Dio e un delitto nei confronti della società intera”. Parole che scuotono quelle pronunciate ieri a Madrid, nella Chiesa di San Juan de la Cruz, dal segretario generale della Conferenza episcopale italiana, mons. Mariano Crociata, ai giovani italiani incontrati alla Gmg. “Da non pochi osservatori – ha detto mons. Crociata le cui parole sono state riprese dal Sir - si rileva che i giovani sono le prime vittime del nichilismo, questa malattia dello spirito del nostro tempo” che incide anche “sulla condizione giovanile”. Mons. Crociata si è soffermato quindi sulla “crisi economica, la mancanza di prospettive, il prolungato parcheggio” inteso come “difficoltà a entrare nel mondo del lavoro” a causa anche della “lentezza nel ricambio di ruoli e responsabilità sia nell’ambito sia pubblico sia privato”. E questo avviene “in un sistema sociale di gerontocrazia – ha aggiunto - che spesso mortifica e non riesce ad avvalersi di energie nuove”. Ma mons. Crociata ha voluto anche dar voce all’impressione secondo cui molti giovani “dilapidano le loro energie migliori per incapacità o impossibilità di investirle, nel vuoto dell’inedia o di un agire dis-sennato e distruttivo per altri e per se stessi”. Da qui il richiamo di mons. Crociata ai giovani: “Mettete a frutto ciò che siete e ciò che avete per un progetto di vita e di società”. (A.L.)

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    Gmg, il cardinale Ricard: siate testimoni con “fierezza, fiducia e coraggio”

    ◊   “In cammino, capaci di ascoltare, responsabili e motivati, nonostante le difficoltà, nella scelta di fede”. Sono i giovani della Gmg nelle parole del cardinale Jean-Pierre Ricard arcivescovo metropolita di Bordeaux, in Francia, che ieri ha tenuto una catechesi ai giovani francesi, molti dei quali appartenenti all’associazione Chemin Neuf. “Ho visto giovani con una grande capacità di ascolto” – dichiara al Sir il cardinale – ricordando “gli inizi delle Gmg quando i giovani erano più interessati ad ascoltare i cantanti che i contenuti dei brani”. “Oggi i giovani vengono alle Gmg con serietà e responsabilità per ascoltare le parole del Pontefice e rispondere alla domanda di Benedetto XVI”. “Dalle Gmg – aggiunge l’arcivescovo di Bordeaux - cercano di essere sostenuti e confermati in questa scelta. Ne deriva un’accresciuta qualità di presenza e di vita”. “La nostra Europa – spiega il cardinale Ricard - ha bisogno di questi giovani nuovi che devono essere aiutati dalle rispettive comunità, chiese, dai loro stessi gruppi”. “Un cristiano isolato è un cristiano in pericolo: è necessario che i giovani trovino delle comunità forti e vive dove crescere e fortificarsi”. Temi che il porporato ha poi ripreso nella sua catechesi dove ha esortato i giovani “a non vergognarsi della loro fede”. “Cristo conta su noi e noi dobbiamo testimoniarlo mostrando il suo cuore nel mondo per fare questo abbiamo bisogno di riscoprire la fierezza di essere cristiani”. “Fierezza non è orgoglio, non è sentirsi superiori agli altri, essere felici e gioiosi di essere abitati da un tesoro, l’amore di Dio che trasforma la nostra vita”. “Non dobbiamo avere vergogna di mostrare e testimoniare la nostra fede, né temere la derisione e le critiche. Testimoniare con fierezza”. Altro elemento importante nella testimonianza è “la fiducia che viene dal sapere che non siamo soli ma siamo accompagnati dal Signore”. Testimoniare esige poi coraggio: “il coraggio di dire in chi crediamo, il perché, il come. La sfida è credere mostrando con gioia le ragioni della nostra fede”. (A.L.)

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    Mons. Galis ai giovani slovacchi alla Gmg: “L’amore non viene dal nulla”

    ◊   “Siamo disposti a sacrificare molto per coloro che amiamo, ma l’amore non viene dal nulla, dobbiamo imparare ad amare“. Lo ha detto ieri il vescovo Tomáš Galis, presidente del Consiglio per i giovani e gli universitari della Conferenza episcopale slovacca nel corso della catechesi alla Gmg in corso a Madrid. Il vescovo slovacco ha ricordato che “sfortunatamente, oggi siamo troppo innamorati di noi stessi“ mentre “l’uomo può solo credere nella testimonianza che scaturisce dalla vita e che sostiene la vita”. Per mons. Galis “non si tratta di un dialogo vuoto. Vi è una reale possibilità di realizzarlo, ma solo nella misura in cui siamo sincronizzati con Dio”. “Più profonde saranno le nostre radici – ha aggiunto il presule le cui parole sono state riprese dal Sir - più alte saranno le costruzioni”. “Gaudì vide il futuro, non vide il suo lavoro artistico concluso, la Sagrada famiglia. Questo per dire che non possiamo fare o vedere ogni cosa immediatamente, ma se diamo testimonianza oggi ciò porterà i suoi frutti nel futuro”. (A.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    Libia: gli insorti accerchiano Tripoli e preparano l’offensiva finale contro Gheddafi

    ◊   Si rincorrono le voci in Libia su quelle che sembrano essere le ore cruciali per decidere le sorti di Tripoli e di Gheddafi. La capitale libica è infatti accerchiata da città controllate dagli insorti, ultima delle quali Brega, la cui occupazione è stata annunciata questa mattina dalla tv Al-Jazeera. Il servizio di Michele Raviart:

    La battaglia per Tripoli sembra ormai inevitabile e Muammar Gheddafi si prepara a resistere. L’offensiva degli insorti, denominata dalla tv Al-Arabyia, “Alba della sposa del mare”, da uno degli appellativi tradizionali riferiti a Tripoli, sarebbe imminente e, secondo alcuni, sarebbe già iniziata. La radio “Libia libera” di Misurata, parla già dell’occupazione da parte ribelle dell’aeroporto internazionale della Capitale, mentre il “Tripoli Post” afferma che migliaia di persone si stanno muovendo in queste ore verso le sedi della tv e della radio di Stato. Quello che è certo è che tra ieri e oggi gli insorti hanno rafforzato le loro posizioni, occupando definitivamente le città di Brega, Ziltan e di Zawiyah, a 50 chilometri da Tripoli e principale fonte di rifornimento energetico per l’esercito di Gheddafi. Successi non solo militari, dato che uno degli uomini vicini a Gheddafi fin dal 1969, l’ex primo ministro Abdessalam Jalooud, sarebbe fuggito da Tripoli per unirsi al Consiglio nazionale di transizione. E se nella giornata di ieri si erano rincorse le voci che davano un Gheddafi in esilio verso la Tunisia, l’Egitto o il Venezuela, questa mattina lo stesso governo di Tripoli smentisce ogni tentativo di fuga. Non solo Gheddafi combatterà fino alla fine, dicono alla Cnn fonti vicine all’amministrazione Usa, ma si teme anche che l’ultima battaglia del rais possa avere pesanti ripercussioni sulla popolazione civile.

    Turchia: terzo giorno di raid contro i secessionisti curdi
    Continuano, nel nord dell’Iraq, i bombardamenti dell’aviazione turca contro le postazioni dei ribelli curdi. Dieci aerei dell’esercito turco hanno lasciato nella notte la base di Diyarkabir, nel sud-est del Paese per colpire 85 obiettivi militari dei secessionisti curdi del Pkk. Sarebbe questa la terza notte consecutiva di raid aerei dell’aviazione turca in Kurdistan, una reazione dovuta agli attacchi che nei giorni scorsi erano costati la vita a nove soldati di Ankara. Intanto, il premier turco Recep Tayyp Erdogan ha ribadito il sostegno del suo Paese alla Somalia colpita dalla carestia e attraversata dalla guerra civile. Ankara, che ha già inviato quattro aerei di aiuti, rimetterà in funzione un ospedale, ristrutturerà la strada tra l’aeroporto e la capitale, costruirà scuole e pozzi. Erdogan ha anche annunciato l’apertura di un’ambasciata turca a Mogadiscio per coordinare l’attività umanitaria.

    Siria: le opposizioni annunciano l’istituzione di un Consiglio di transizione
    Il presidente Assad torna a colpire le città ribelli. Carri armati dell’esercito siriano sarebbero entrati ad Homs, dove, secondo Al-Arabiya avrebbero ucciso sette persone. Arresti anche a Latakia mentre, riferisce Al-Jazeera, cinque colpi di artiglieria sono esplosi al confine turco-siriano. Le opposizioni intanto annunciano la creazione ad Istanbul di un Consiglio di transizione, formato da membri provenienti dalle diverse formazioni politiche e confessionali siriane. L’annuncio arriva in corrispondenza dell’aumento delle pressioni occidentali sul governo di Assad, dopo che il presidente siriano aveva annunciato alle Nazioni Unite la fine delle repressioni.

    Tunisia: scontri al confine con la Libia
    Scontri a fuoco tra le forze di sicurezza tunisine e gruppi armati non identificati si sono registrati questa notte nel deserto al confine con la Libia. Fonti militari parlano di infiltrati entrati con mezzi blindati immatricolati in Libia. Ancora ignoto il bilancio delle vittime, anche se vi sarebbero numerosi feriti. Il territorio tunisino è bersagliato da incursioni dall’inizio del conflitto in Libia, quando migliaia di civili hanno cercato di raggiungere la Tunisia per proteggersi dai combattimenti.

    Pakistan: i talebani rivendicano l’attentato alla moschea di Khyber
    E’ stato rivendicato dai talebani locali l’attentato di ieri alla moschea di Khyber, in Pakistan, costato la vita a 56 persone e condannato dal segretario generale delle Nazioni Unite. Intanto nel Paese asiatico continuano le violenze: sei poliziotti sono morti e quaranta sono rimasti feriti dopo un assalto di uomini armati a Karachi. Nella città meridionale sono da mesi in corso violente faide tra bande rivali, che hanno provocato oltre 60 morti solo negli ultimi tre giorni.

    Afghanistan: due soldati uccisi in un attentato
    Due soldati dell’esercito afghano sono rimasti uccisi per lo scoppio di una bomba ad Herat, nell’Afghanistan occidentale. L’ordigno si trovava su un risciò e ha investito un veicolo militare. L’attentato è stato prontamente rivendicato dai talebani. Intanto a Kandahar 35 persone sono morte a causa di un bus finito in una scarpata. A darne notizia è stato il ministro degli Interni afgano, che ha attribuito l’incidente “alla trascuratezza di un autista poco professionale”.

    India: il premier Singh si dichiara a favore di una legge contro la corruzione
    Il premier indiano Manmohan Singh si è dichiarato a favore di una legge anti-corruzione “severa ed efficace”. Singh ha però notato che sarà difficile far approvare il provvedimento entro la fine del mese, come richiesto dal movimento pacifico di protesta guidato dall’attivista Anna Hazare. Intanto, oggi è stata avviata sulla stampa una consultazione popolare che invita i cittadini a presentare le loro proposte di modifica della proposta in discussione in parlamento.

    Economia: in Europa continua il dibattito sulle misure anti-crisi
    Rimane alta l’attenzione sull’economia, dopo la giornata di ieri, in cui i mercati europei hanno bruciato circa 94 miliardi di Euro e Wall Street ha chiuso in calo di oltre l’1,5 per cento. Nel Vecchio Continente resta il "no" di Francia e Germania alla possibile emissione di Eurobond, mentre negli Usa la Federal Reserve mette in guardia dai rischi di una crescita ridotta. Il servizio di Davide Maggiore:

    Con l’emissione di titoli pubblici che rendano “collettivo” il debito europeo, ha spiegato Angela Merkel, la situazione degli Stati peggiorerebbe. Le parole della cancelliera tedesca sono arrivate dopo l’annuncio di uno studio degli Eurobond da parte dell’Unione Europea, fatto dal commissario agli Affari Economici, Olli Rehn. Il timore della Germania, e della Francia, è che il peso del debito dei Paesi meno virtuosi ricada sulle economie più forti. Il presidente dell’Unione, Herman Van Rompuy, ha riconosciuto che l’Europa non sarà pronta all’emissione di propri bond finché tra gli Stati resterà l’attuale “larga divergenza” sui bilanci. Positivo, invece, il suo giudizio riguardo alla Tobin Tax sulle transazioni finanziarie. Intanto, Italia e Spagna sono alle prese con il risanamento dei conti: a Roma continua il dibattito sulla manovra economica, e Madrid ha varato nuove misure anti-deficit e di stimolo alla ripresa. E negli Stati Uniti, la Federal Reserve ha escluso l’ipotesi di una ricaduta del Paese nella recessione, ma ha fatto notare che con gli attuali tassi di crescita del Pil, minori delle attese, si rischia un aumento della disoccupazione.

    Rapporti Usa-Cina: il vicepresidente Biden in visita nel Sichuan
    Il vice presidente americano Joe Biden è arrivato questa mattina a Chengdu, nel Sichuan. Il vicepresidente americano incontrerà il suo omologo cinese Xi Jinping e pronuncerà un discorso davanti agli studenti dell’Università di Sichuan, e visiterà i siti in ricostruzione dopo il terremoto del 2008, che aveva causato oltre 87mila vittime in tutto il Sichuan. Scopo della visita del vice-presidente, che visiterà presto Mongolia e Giappone, è di rassicurare gli interlocutori sulla salute economica degli Stati Uniti, in piena crisi del debito.

    Corea del Nord: il presidente Kim Jong-Il incontra il presidente russo Medvedev
    Ha preso il via oggi la visita del presidente nordcoreano Kim Jong-Il in Russia. Secondo quanto riferito dal Cremlino, è previsto un incontro tra il capo dello Stato asiatico e il presidente russo Dmitri Medvedev. Nel corso della sua visita, la prima in Russia dal 2002, Kim farà tappa nelle regioni orientali e in Siberia.

    Myanmar: Aung San Suu Kyi incontra il nuovo presidente
    Storico incontro ieri in Myanmar tra il presidente del nuovo governo civile Thien Sein e la leader dell’opposizione, Aung San Suu Kyi. Secondo i media di Stato, durante l’incontro i due leader politici si sarebbero impegnati a “cooperare nell’interesse del popolo”. Il portavoce del presidente ha parlato di “una tappa importante per la riconciliazione nazionale”, mentre la premio Nobel Suu Kyi, rilasciata lo scorso novembre dopo anni di arresti domiciliari, si è detta “incoraggiata”. (Panoramica internazionale a cura di Michele Raviart e Davide Maggiore)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 232

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli e Miriam Ayele.