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Sommario del 19/08/2011
◊ Essere radicati in Cristo. Questo invito del Papa che richiama il messaggio stesso della Giornata mondiale della gioventù è risuonato nei due incontri di questa mattina con le giovani religiose e con i giovani docenti universitari nel complesso dell’Escorial, 50 chilometri da Madrid. Prima il Papa ha fatto visita ai Reali di Spagna nel palazzo della Zarzuela, loro residenza privata a Madrid. Benedetto XVI ha regalato al Re un quadro in mosaico: la “Veduta di Palazzo di Spagna” che presenta la facciata dell'omonimo palazzo visto dalla piazza antistante con a sinistra la Colonna dell’Immacolata. Da parte sua Juan Carlos gli ha donato una statua della Vergine dell'Almudena, patrona della capitale spagnola. Nel pomeriggio Benedetto XVI riceverà il premier spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero e, quindi, andrà alla Via Crucis con i giovani a piazza de Cibeles. Il servizio della nostra inviata Debora Donnini.
I Reali di spagna, Juan Carlos e Sofia, accolgono il Papa alla Zarzuela. Benedetto XVI e il Re si intrattengono per un colloquio privato e si scambiano dei doni. La monarchia spagnola della Casa dei Borboni è una delle più antiche d’Europa ed è stata restaurata costituzionalmente nel 1978. Benedetto XVI si reca poi all’Escorial, un complesso monumentale che comprende vari edifici ed è legato, nella sua austerità e grandezza, alla sensibilità del Re Felipe II. Costruito nella seconda metà del Millecinquecento, ha la forma di graticola in ricordo del supplizio di San Lorenzo, arso vivo. Il Papa attraversa il “Patio de los reyes”: qui sono riunite, festanti e con i loro abiti bianchi, neri, beige, celesti, più di 1.600 giovani religiose di varie congregazioni, anche suore di clausura che hanno avuto il permesso di partecipare. Come la celebre biblioteca del complesso custodisce importanti edizioni delle sacre scritture, delle regole monastiche e preziosi autografi di Santa Teresa d’Avila, “la vostra vita di fedeltà alla chiamata ricevuta, ricorda loro il Papa, è anch’essa un modo prezioso di custodire la Parola del Signore”. E ritorna l’invito ad essere radicati in Cristo:
"La radicalidad evangelica es estar …
“La radicalità evangelica è rimanere «radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede», che nella vita consacrata significa andare alla radice dell’amore a Gesù Cristo con cuore indiviso, senza anteporre nulla a tale amore, con un’appartenenza sponsale, come l’hanno vissuta i Santi, nello stile di Rosa da Lima e Raffaele Arnaiz, giovani patroni di questa Giornata Mondiale della Gioventù”.
Il Papa le invita a testimoniare l’incontro personale con Cristo: questo “possiede oggi una speciale rilevanza, quando si constata una sorta di ‘eclissi di Dio’, una certa amnesia, se non un vero rifiuto del cristianesimo e una negazione del tesoro della fede ricevuta, col rischio di perdere la propria identità profonda”. Quindi “davanti al relativismo e alla mediocrità – afferma - sorge il bisogno di questa radicalità che testimonia la consacrazione come un appartenere a Dio, sommamente amato”. Una radicalità che si esprime nella comunione con la Chiesa, con la famiglia religiosa di appartenenza, con i laici, e nelle diverse missioni: dalla vita contemplativa alla cura di malati e anziani fino alla nuova evangelizzazione:
"La Iglesia necesita de vuestra fidelidad joven arraigada...
“La Chiesa ha bisogno della vostra fedeltà giovane, radicata ed edificata in Cristo. Grazie per il vostro «sì» generoso, totale e perpetuo alla chiamata dell’Amato”.
Anche il cardinale arcivescovo di Madrid, Rouco Varela, sottolinea che il Papa può contare sulle consacrate per la nuova evangelizzazione così come la religiosa, che all’inizio lo saluta, gli ricorda che può contare su di loro per portare la Croce, che non è solo. Il Papa entra quindi nell’antistante Basilica di San Lorenzo le cui volte sono state affrescate da Cambiaso e Giordano. All’interno anche un Crocifisso in marmo bianco di Benvenuto Cellini. Presente tra gli altri anche il superiore degli Agostiniani del Monastero dell’Escorial. Lo accolgono con grande allegria gli oltre mille giovani professori universitari vestiti con cappelli e mantelli di colori diversi, a seconda delle facoltà. Alcuni di loro hanno partecipato al recente congresso ad Avila delle università cattoliche. Benedetto XVI ricorda anche a loro che tutto sgorga dall’essere radicati in Cristo. Il Pontefice evoca i suoi primi anni di professore, le ferite della Seconda Guerra Mondiale ancora evidenti, ma come tutto fosse superato dall’entusiasmo di un’attività appassionante. L’invito del Papa è a non formare solo competenze per “soddisfare la domanda del mercato”:
"Sabemos quecuando la sola utilidad...
“Sappiamo che quando la sola utilità e il pragmatismo immediato si ergono a criterio principale, dice, le perdite possono essere drammatiche: dagli abusi di una scienza senza limiti, ben oltre se stessa, fino al totalitarismo politico che si ravviva facilmente quando si elimina qualsiasi riferimento superiore al semplice calcolo di potere”.
E aggiunge:
"Por tanto, os animo encarecidamente...
“Perciò, vi incoraggio caldamente a non perdere mai questa sensibilità e quest’anelito per la verità; a non dimenticare che l’insegnamento non è un’arida comunicazione di contenuti, bensì una formazione dei giovani che dovrete comprendere e ricercare; in essi dovete suscitare questa sete di verità... Siate per loro stimolo e forza”.
In una società sgretolata e instabile - afferma - i giovani hanno infatti bisogno di autentici maestri. Bisogna però ricordare che il cammino verso la verità è fatto di intelligenza e amore e non bisogna dimenticare di essere umili, perché la verità non si può mai possedere totalmente, anzi "è essa che ci possiede e che ci motiva".
Prima del discorso del Papa, il saluto del cardinale Rouco Varela e di un professore, Alejandro Rodriguez de la Peῆa. Dopo la preghiera finale, Benedetto XVI ha consegnato per la Basilica dell’Escorial un quadro in mosaico che raffigura proprio San Lorenzo.
(musica)
La gioia dei giovani a Madrid: è una festa dell'unità nella diversità nel nome di Cristo
◊ Il Papa ha pranzato alla nunziatura di Madrid con 12 giovani in rappresentanza di tutti i continenti. Il nostro inviato Xavier Sartre ha intervistato - prima dell’incontro - uno di loro, Olivier Richard, un giovane francese di 25 anni, che ci racconta le sue aspettative per questo evento:
R. - Je pense que le Saint Père attend un peux de avoir ce retour, ...
Penso che al Santo Padre faccia piacere sentire dalla loro viva voce cosa fanno i giovani. Io sono francese e sono contento di potergli raccontare come vive la sua Chiesa nel mio Paese. Non credo che oggi riusciremo a cambiare il mondo, però voglio dirgli che lui ha l’appoggio di tanti giovani, non solo per quello che fa lui, ma per quello che fa la Chiesa; ho desiderio di dirgli che c’è una generazione intera che si sta alzando, proprio in Francia: proprio in quella Francia che pure è molto secolarizzata e fortemente anticlericale, c’è una generazione che ha voglia di qualcosa di diverso, che ha voglia di impegnarsi in progetti belli, umani, in cui si parli di vita e di gioia. Sarà sicuramente un incontro bellissimo, cosa ne verrà, non lo so. E’ lo Spirito Santo ha le sue strade per toccare i cuori e per far cambiare la vita … Dovrò fare molta attenzione a quello che troverò nel mio piatto, perché penso che il cibo che assumerò sarà piuttosto spirituale che materiale … Sarà un’esperienza “semplice” perché prima di essere il Papa, è un uomo che ha le stesse esigenze che abbiamo noi: ha bisogno di amare, ha bisogno di stare insieme alle persone in semplicità e di condividere cose semplici … (gf)
La città di Madrid appare in questi giorni il luogo di una grande festa dell’unità nella diversità nel nome di Cristo. Ascoltiamo in proposito le riflessioni di alcuni giovani di vari Paesi raccolte dai nostri inviati nella capitale spagnola:
R. - Este encontro mundial de jovens com o Papa…
Questo incontro mondiale dei giovani col Papa davvero rafforza la nostra fede! Io vengo dall’Angola e sto facendo un’esperienza straordinaria: ci sono centinaia di migliaia di giovani che nonostante la diversità di nazione, razza, lingua, stanno bene insieme, perché sono uniti in Cristo. Questo è molto importante!
R. - Il faut vraiment ne pas avoir peur d’être chrétiens…
Non bisogna assolutamente aver paura di essere cristiani oggi, ma bisogna anzi essere fieri di esserlo, perché se crediamo sappiamo che questa è la verità. Io sono una ragazza belga di 16 anni e nel mio Paese non è sempre facile parlare di Cristo. In Belgio manca l’evangelizzazione e a volte chi evangelizza non sempre rispetta in tutto il punto di vista della Chiesa, anzi critica apertamente la Chiesa. Questo proprio non va! Quando uno si dice cattolico deve essere coerente e sostenere la Chiesa, che è l’artefice di tutto quello che stiamo vedendo qui a Madrid!
R. - Tengo 17 anos y estoy…
Ho 17 anni e appartengo alla diocesi spagnola di Orihuela-Alicante. Siamo veramente felici perché incontriamo moltissimi giovani che credono in quello in cui crediamo anche noi, che hanno i nostri stessi valori… E’ una grande gioia sapere che tanti altri coetanei sono con te, sentono le stesse cose, sono qui per la nostra stessa ragione: incontrare il Papa, stare con Cristo, rafforzare la nostra fede e conoscere quello che il Signore ci chiede di fare. (mg)
Tantissimi i giovani italiani presenti a Madrid; ascoltiamo alcune testimonianze raccolte da Marina Tomarro:
R. - C’è un grande clima di festa tra i vari Paesi. Non ci sono quelle divisioni che sotto altri piani si vedono ogni giorno. Qui siamo tutti uguali, tutti amici.
R. - La felicità si trova soprattutto nella fede, quindi nell’incontro con il Signore, ed anche negli altri che, come noi, credono in Gesù.
R. - Questa è la mia prima Giornata Mondiale della Gioventù e vedere una vera e propria distesa di bandiere di tutto il mondo riunite qui, sotto il nome di Cristo, mi emoziona e mi fa sentire fratello con tutti.
R. - Anche girando tra gli altri ragazzi si conoscono varie storie che ti lasciano davvero tanto entusiasmo e tanta carica.
R. - Questa è una festa di fede. La festa dei cristiani giovani e non - perché ci sono anche parecchi adulti - attorno al Santo Padre. E’ questa l’emozione grande: vedere una città colorata ed accogliente come Madrid piena di persone che credono.
R. - Vedendo anche solo gli sguardi delle persone che si incontrano si capisce come ci sia un linguaggio universale, che accomuna tutti i giovani ed è una forza che non muore e che non può morire, nonostante quello che si dice.
R. - Tanti ragazzi da tutte le parti del mondo: questo è un grande segnale da parte di tutti.
R. - La cosa che fa più impressione è la gioia nel volto di tutti, anche delle persone che non conosci, che vedi per strada per andare a vedere il Papa.
R. - La Gmg è la manifestazione giovane della fede. E quindi, come giovani, siamo contenti di rappresentare la fede giovane in presenza del Papa. Basta girarsi e guardarsi attorno e si vede che le frontiere sono abbattute. C’è tutto il mondo.
(musica)
Festa dell'accoglienza. Il Papa ai giovani: scegliete Cristo e la vostra gioia contagerà gli altri
◊ Cercate non un’idea, ma una Persona: Cristo, la “roccia stabile” di ogni vita umana. È l’esortazione con la quale Benedetto XVI si è presentato ieri agli oltre 500mila giovani che gli hanno dato l’entusiastico benvenuto alla 26.ma Giornata mondiale della gioventù. Teatro dell’incontro, la Plaza de Cibeles di Madrid, dove si è svolta nella serata di ieri la Festa di accoglienza della Gmg. La cronaca, nel servizio di Alessandro De Carolis:
(canto)
Seguire uno slogan che regala il brivido di un’emozione. Prendere una decisione d’impulso, tanto per vedere che succede di nuovo. Votarsi a una “verità” che in fondo è solo un’opinione, ma per la quale si è pronti a sacrificare o a far vivere. C’è tutto il positivo e il negativo dell’energia vitale di un giovane dietro questo tipo di scelte. Un’energia troppo spesso senza bussola e dai piedi d’argilla. C’è poi chi “investe” questa risorsa su Cristo, l’Amico che non tradisce mai, la “roccia” che dà solidità a chi cerca di scoprire il proprio futuro, l’ideale che riempie il cuore non perché è facile da seguire, ma perché è vero.
(canto)
Plaza de Cibeles a Madrid, incendiata dall’entusiasmo e dal caldo, è il luogo dove la Gmg comincia sul serio. Benedetto XVI, il “maestro” atteso, è arrivato. C’è il mondo in una piazza, innaffiato dagli idranti ma con un altro tipo di sete da estinguere. Il Papa accumula un po’ di ritardo sulla tabella di marcia ma non importa, perché è una festa e le feste si prendono il tempo che vogliono. Non ha fretta Benedetto XVI, mentre la Papamobile fa il suo lento giro. E gode, il Papa, di quell’onda travolgente, colorata dalle bandiere di cento Paesi mischiate fra loro, nella quale si tocca con mano la speranza della Chiesa e forse s’intravede quella di un mondo meno diviso. Cinque giovani, uno per continente, salutano e offrono doni simbolici a Benedetto XVI ed egli ricambia, incisivo fin da subito:
“Vous portez en vous des questions …
Voi portate nel cuore delle domande e cercate delle risposte. E’ una cosa buona cercare sempre. Cercate soprattutto la verità, che non è un’idea, un’ideologia o uno slogan, ma una Persona, il Cristo, Dio stesso venuto tra gli uomini!”.
Sei lingue per sei saluti. Oltre al francese, l’inglese, il tedesco, l’italiano, il portoghese e il polacco. A ciascuno un grazie e un consiglio paterno:
“Vivete queste giornate con spirito di intensa preghiera e di fraternità, testimoniando la vitalità della Chiesa in Italia, delle parrocchie, delle associazioni, dei movimenti. Condividete con tutti questa ricchezza”.
(inno Gmg)
Il coro guida è grande e inonda la piazza, con la sua antica fontana, dell’inno che ormai tutti conoscono. Cantano tutti, anche il cardinale arcivescovo di Madrid, Rouco Varela, e i tanti vescovi e sacerdoti con indosso il cappellino bianco, perché il sole è bello e impietoso. Poi, il microfono è ancora davanti al Papa. Poco prima, ha invitato ragazze e ragazzi a cercare una Persona; ora spiega il perché. Gesù, afferma, non è un intrattenitore le cui parole “passano come il vento”, ma la “roccia stabile, resistente agli attacchi delle avversità”:
“Bien sabèis que, cuando no se camina…
Ben sapete che, quando non si cammina al fianco di Cristo, che ci guida, noi ci disperdiamo per altri sentieri, come quello dei nostri impulsi ciechi ed egoisti, quello delle proposte che lusingano, ma che sono interessate, ingannevoli e volubili, lasciano il vuoto e la frustrazione dietro di sé”.
Gli esempi di queste vite senza una vera direzione sono tanti. Benedetto XVI li ricorda parlando dei “tanti che si accontentano di seguire le correnti di moda”, o che “si rifugiano nell’interesse immediato, dimenticando la giustizia vera”, o “nelle proprie opinioni invece di cercare la verità senza aggettivi”. Parla di quei “molti che, credendosi degli dei, pensano di non aver bisogno di radici, né di fondamenti che non siano essi stessi”. Tentazioni, dice, che “sono sempre in agguato”:
“Es importante no sucumbir a ellas…
È importante non soccombere ad esse, perché, in realtà, conducono a qualcosa di evanescente, come un’esistenza senza orizzonti, una libertà senza Dio. Noi, in cambio, sappiamo bene che siamo stati creati liberi, a immagine di Dio, precisamente perché siamo protagonisti della ricerca della verità e del bene”.
Il giovane che sceglie la roccia di Gesù invece della sabbia di un’illusione si avvia, promette il Papa, a una maturazione umana e spirituale a tutto tondo:
“Queridos jóvenes, escuchad de verdad…
Cari giovani, ascoltate veramente le parole del Signore, perché siano in voi ‘spirito e vita’, radici che alimentano il vostro essere, criteri di condotta che ci assimilano alla persona di Cristo: essere poveri di spirito, affamati di giustizia, misericordiosi, puri di cuore, amanti della pace”.
Allora, conclude Benedetto XVI, “sarete beati, felici, e la vostra allegria contagerà gli altri”:
“Al edificar sobre la roca firme…
Edificando sulla ferma roccia, non solamente la vostra vita sarà solida e stabile, ma contribuirà a proiettare la luce di Cristo sui vostri coetanei e su tutta l’umanità, mostrando un’alternativa valida a tanti che si sono lasciati andare nella vita, perché le fondamenta della propria esistenza erano inconsistenti”.
(inno Gmg)
◊ Presenti a Madrid numerosi cardinali e vescovi di tutto il mondo. Partecipano alla Gmg tenendo le catechesi per i vari gruppi linguistici. Nella capitale spagnola c'è anche il cardinale Stanisław Dziwisz, arcivescovo di Cracovia. Uno dei nostri inviati, Mario Galgano, ha raccolto una sua riflessione:
“Questo raduno dei giovani è molto importante in questo momento e non soltanto per la Spagna, ma anche per tutta l’Europa perché cresce una nuova generazione di cattolici convinti, seri, praticanti. E’ la speranza: la speranza per la Chiesa e anche per la società. Questo è l’inizio della nuova evangelizzazione che già Giovanni Paolo II aveva proclamato e che ora Benedetto XVI realizza. Questo è l’inizio della nuova evangelizzazione nel mondo e soprattutto in Europa”.
Ascoltiamo ora il breve commento del cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, anch’egli presente alla Gmg, sempre al microfono di Mario Galgano:
“I due primi giorni sono passati in un’atmosfera di grande gioia e caratterizzati da un caldo veramente tremendo, ma questo è normale per Madrid. Qui stiamo vedendo sempre e di nuovo l’esperienza della Gmg, questa idea geniale e profetica del Beato Papa Giovanni Paolo II che conferma il suo successo anche sei anni dopo la sua morte: continua la forza di queste giornate. Penso che Madrid rappresenterà di nuovo un passo importante per tanti giovani che hanno vissuto e che avranno vissuto questa esperienza”.
Alla Via Crucis della Gmg le sofferenze dei giovani di tutto il mondo
◊ Questa sera ci sarà la Via Crucis del Papa con i giovani. Un momento di preghiera molto sentito in Spagna e non solo a livello religioso, ma anche artistico tanto che ad ogni Stazione ci saranno delle sculture offerte da diverse confraternite spagnole per essere portate a Madrid. Sentiamo in proposito Noé Pernìa, uno dei coordinatori degli Atti centrali della Gmg. L’intervista è di Debora Donnini:
R. - La raffigurazione più importante è quella dell’Ultima Cena, la prima Stazione: si tratta di una scultura intagliata nel legno del 1763, realizzata dallo scultore Francisco Salzillo. E’ un’opera d’arte che ha avuto bisogno di essere restaurata prima di farla arrivare a Madrid. Ogni figura, ogni gruppo scultoreo è stato trasferito dai luoghi di origine e trasportato a Madrid, richiedendo misure speciali. Sono tutte immagini in legno, figure antiche, in maggioranza appartenenti a questo secolo, fatta eccezione di questa, che è la più antica e la più importante, proprio perché realizzata 300 anni fa.
D. - La Via Crucis attraversa, dunque, il cuore della capitale spagnola…
R. - Comincia in Plaza Colón, attraversando poi una via, che si chiama “Paseo de Recoletos", che unisce la Plaza Colón con la Plaza Cibeles, dove si trova il Papa: tra la prima e l’ultima Stazione ci sono circa 200 metri. La cosa più importante riguarda i ragazzi che portano la Croce. Sono rappresentate le sofferenze che patiscono i giovani del mondo: alla prima Stazione, la Croce viene portata dai giovani che sono venuti dalla Terra Santa; nella seconda Stazione viene portata dai giovani perseguitati per motivi riguardanti la loro fede. La Croce simboleggia la speranza in contesti pesanti, dove pesanti sono le ferite, le malattie, l’emarginazione così come la scarsità e la mancanza di lavoro che sarà rappresentata alla decima Stazione, la Crocifissione di Cristo.(mg)
◊ “Il rapporto di ogni uomo con la trascendenza non è un fatto contingente della storia, ma appartiene alla natura umana”. “Noi non crediamo al caso, ma siamo convinti – ne facciamo l’esperienza – che Dio ci guida nel nostro cammino”. E’ quanto si legge nel messaggio, firmato dal cardinale Jean-Louis Tauran e dall’arcivescovo Pier Luigi Celata - presidente e segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso - in occasione della fine del Ramadan. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il messaggio per la fine del Ramadan, mese sacro per i musulmani, è incentrato quest’anno sul tema della dimensione spirituale della persona umana. Una realtà che “cristiani e musulmani considerano di primaria importanza, di fronte alle sfide del materialismo e del secolarismo”. “Cristiani e musulmani – si legge nel messaggio – al di là delle loro differenze, riconoscono la dignità della persona umana dotata di diritti e di doveri”. Per questo, la trasmissione di valori umani e morali alle giovani generazioni costituisce una preoccupazione comune: “Spetta a noi – si legge nel messaggio – far scoprire loro che c’è il bene e il male, che la coscienza è un santuario da rispettare”. Un’altra priorità è quella di coltivare la dimensione spirituale, sapendo che questa apertura “rende più responsabili, solidali e disponibili per il bene comune”. Ma troppo spesso – si ricorda nel messaggio - “cristiani e musulmani sono testimoni della violazione del sacro, della diffidenza di cui sono oggetto quanti si dicono credenti”. Per questo, non si possono non denunciare “tutte le forme di intimidazione, i pregiudizi e le polemiche”, nonché le discriminazioni di cui, a volte, sono oggetto i credenti nella vita sociale e politica come anche nei mass media.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ In prima pagina, un editoriale del direttore sulla Giornata mondiale della gioventù.
La vera Gmg? Prima o poi qualcuno ne parlerà: in cultura, Andrea Possieri su come l'evento è stato raccontato negli anni sulla stampa internazionale.
Se questa non è una notizia: Andrew Brown e il commento del Guardian sulla scelta della Bbc di ignorare la grande partecipazione a Madrid e di enfatizzare, invece, le proteste.
Il filosofo della dolce memoria: Inos Biffi su Bernardo di Clairvaux, l'uomo e i misteri del Verbo incarnato.
La sfida è convincere senza voler sconfiggere: Juan Manuel Mora su dieci regole per comunicare la fede.
Un articolo di Claudia Di Giovanni dal titolo "Profetizzò il guerrone ma gli uomini non guardavano il cielo: la Filmoteca Vaticana ha digitalizzato una rara copia di un film degli anni Cinquanta su san Pio X.
Tutto si trasforma sulla soglia dell'inconscio: Sandro Barbagallo su Gillo Dorfles e l'avventura dell'immaginazione.
In rilievo, nell'informazione internazionale, l'incubo del colera in Somalia.
Borse, ancora un venerdì nero. Si teme la recessione mondiale
◊ Nuovo "venerdì nero" per i mercati finanziari mondiali, che dopo le pesanti perdite di ieri – con Piazza Affari a Milano che ha lasciato sul terreno più del 6% - chiudono anche questa settimana in negativo. A spingere giù le borse sono i timori di un nuovo periodo di recessione e la crisi del debito, sia negli Usa che in Europa. Anche le piazze asiatiche hanno chiuso in rosso stamattina, mentre l’oro ha toccato nuovi record arrivando a 1.868 dollari l’oncia. A poco sono servite le rassicurazione del mondo della politica, con il presidente del Consiglio europeo, Van Rompuy, e il presidente Usa, Barack Obama, che hanno escluso il rischio di una nuova recessione. Sentiamo l’opinione dell’economista Francesco Carlà, intervistato da Stefano Leszczynski:
R. – Il tema fondamentale è lo sfasamento dei tempi della finanza e dei mercati rispetto ai tempi della politica, e anche del linguaggio della finanza e dei mercati rispetto al linguaggio della politica. Fino a quando i mercati non si sentiranno dire che le ultime proposte potranno avere un effetto rapido, fino a quando non si parlerà di cose complesse che devono avvenire, come la Tobin tax e cose del genere, e invece si parlerà, per esempio, di “fattori incisivi ed immediati per riprendere lo sviluppo e la crescita nei Paesi dove questa si è fermata”, di tagli effettivi e strutturali e non di nuove tasse ai bilanci dei Paesi oberati dal debito, è chiaro che i mercati difficilmente recupereranno fiducia nella politica.
D. – Quindi gli operatori finanziari, insomma, vogliono misure concrete nell’immediato, non credono troppo nei progetti a lungo termine...
R. – Sì. In riferimento, per esempio, all’ultimo incontro tra la signora Merkel e Sarkozy, in quel caso si è trattato di una delle occasioni perdute più evidenti. Invece di approfondire il problema degli "eurobond" – che è sul tappeto da tempo – si è preferito continuare a raccontare, a livello europeo e a livello internazionale, che Germania e Francia sono in grado di essere interlocutori alla pari di Stati Uniti e Cina; cosa che i mercati finanziari non credono affatto.
D. – L’economia reale sembra dirigersi verso la recessione, allo stesso tempo però i mercati finanziari si rincorrono nelle valutazioni... Quanto è controproducente il panico per la crescita economica globale?
R. – La globalizzazione è un fenomeno con dei pro e contro che non si possono eludere. I cinesi, gli indiani non possono pensare di continuare a crescere al 10% se in Europa riparte la recessione. Negli Stati Uniti, poi, non si può pensare che la gente continuerà a comprare Ipod e Iphone - o che in Asia continueranno a produrlo – se non hanno i soldi per altre questioni primarie, come per esempio pagare il mutuo della casa o addirittura – peggio ancora – per il cibo. E’ chiaro che in questo momento il sistema economico globale sconta il fatto che la globalizzazione è solo economica: non c’è una globalizzazione etica e non c’è una globalizzazione politica. Addirittura noi non abbiamo una globalizzazione in Europa, dove nello stesso paniere abbiamo un euro che dovrebbe essere di Atene e di Helsinki: quindi con tutte le complicazioni della faccenda ... (ma)
Medio Oriente. Alta tensione dopo l'attentato ad Eilat. Raid israeliani su Gaza
◊ Resta alta la tensione in Israele ha seguito l’attentato di ieri mattina ad Eilat, dove un attacco a 2 autobus ha causato 15 morti: 8 cittadini israeliani (6 civili e due militari) e 7 attentatori palestinesi. Nei raid israeliani di rappresaglia ieri su Gaza sono morti altri 6 palestinesi e 5 egiziani, di cui 3 agenti. All'alba la reazione palestinese ha interessato la regione del Neghev, colpita da ripetuti lanci di razzi sparati da Gaza. Secondo molti analisti, i militanti starebbero sfruttando il calo delle misure di sicurezza al confine con l’Egitto dopo la caduta del presidente egiziano Mubarak. Linda Giannattasio ne ha parlato con Maria Grazia Enardu, docente di relazioni internazionali all'Università di Firenze, esperta di Medio Oriente:
R. – Il confine tra Egitto ed Israele è sempre stato abbastanza 'poroso'. Passava di tutto: emigranti provenienti dall’Africa, merci, armi e così via. L’esercito egiziano, fino a pochi mesi fa, controllava con più cura. Ora invece, l’Egitto tutto e l’esercito in particolare ha altre priorità e non ha intenzione di fare un lavoro che vorrebbero lasciare ad Israele.
D. – La primavera araba ha ridisegnato, secondo lei, anche gli equilibri mediorientali?
R. – Sì, perché ha tolto di mezzo – almeno temporaneamente – l’Egitto come garanzia di sicurezza di Israele lungo il confine sud. Questo, quindi, più che aprire un fronte tra Egitto ed Israele riapre, in modo nuovo, il problema di Gaza. Israele attribuisce ogni responsabilità a Gaza e teme che questa sfrutti la lunga linea del confine egiziano per portare a termine azioni che sono impossibili da condurre lungo il vero e proprio periodo di Gaza.
D. – C’è quindi il confine territoriale ed un confine che passa attraverso l’Egitto…
R. – Esatto. Ed è un confine complicato dalla presenza dei beduini. I beduini del Sinai egiziano fanno da secoli affari con il contrabbando. I beduini israeliani sono molto irritati con il governo d’Israele che li ha trattati male negli ultimi decenni e questo ha creato un fortissimo scontento che può alimentare la crescita di traffici e movimenti tra i due Paesi.
D. – Sembra già iniziata la rappresaglia di Israele: ci sono già vittime a Gaza. Israele ha minacciato reazioni durissime…
R. – La caratteristica di quest’attacco è che è stato plurimo e ben organizzato, e questo lo dicono gli israeliani. Quindi è ancora più pericoloso, nell’ottica di Israele, che cercherà in tutti i modi di farla pagare a chi l’ha organizzato, e secondo loro l’ha organizzato Hamas. Anche se il fatto che abbiano parlato di Gaza come responsabile e non di Hamas in modo specifico può lasciar pensare che considerino corresponsabili dell’azione anche i palestinesi di Fatah ed il presidente Abu Mazen. Questo per una mancata sorveglianza o forse per il tentativo che è in piedi di creare un governo unico tra Cisgiordania e Gaza, tra Hamas e Fatah, che Israele considera estremamente negativo. Teniamo anche presente che tra due settimane l’Onu dovrebbe occuparsi della questione dell’eventuale riconoscimento dello Stato palestinese. Questo incidente, quindi, è una miccia in un processo politico già molto incerto. (vv)
Vescovi del Burundi preoccupati per le condizioni di insicurezza nel Paese
◊ I vescovi del Burundi hanno espresso al capo dello Stato l’apprezzamento per le buone relazioni tra Stato e Chiesa ma, allo stesso tempo, si sono dichiarati preoccupati per la situazione di insicurezza nelle quale si trovano diverse aree del Paese. Nei giorni scorsi, il presidente della Repubblica, Pierre Nkurunziza, ha ricevuto in udienza i presuli burundesi. In questa occasione – riferisce l’agenzia Fides - il presidente della Conferenza episcopale, mons. Gervais Banshimiyubusa, ha consegnato un messaggio al presidente che, a sua volta, ha ringraziato i presuli per il contributo dato dalla Chiesa cattolica. Nel documento i vescovi elogiano le politiche intraprese al fine di rendere stabile la democrazia e rafforzare il processo di pace. Ma esprimono anche la loro preoccupazione per la situazione socio-politica. In particolare, le condizioni di insicurezza che affliggono alcune aree del Burundi - si legge nel testo - possono minare il processo democratico. Un altro flagello è la povertà che colpisce pesantemente la popolazione. I vescovi ricordano anche che i risultati della Commissione “Verità e riconciliazione” rischiano di essere compromessi dall’insicurezza e dalla diffidenza che prevale tra i politici. Si auspica, quindi, un vero dialogo inclusivo tra i vari protagonisti della vita nazionale per evitare nuove violenze. I vescovi, ribadendo di voler continuare a fornire il loro contributo alla pace ed allo sviluppo umano, attraverso la preghiera per la pace, esortano infine tutti i burundesi a lasciare la via della violenza e ad imparare a risolvere, attraverso il dialogo, ogni divergenza. (A.L.)
Riconciliazione in Guinea con il contributo di cattolici e musulmani
◊ L’arcivescovo di Conakry, mons. Vincent Coulibaly, e il capo della grande moschea Fayçal di Conakry, l’imam El Hadj Mamadou Saliou Camara, sono stati nominati dal capo dello Stato, Alpha Condé, a presiedere una commissione provvisoria incaricata di riflettere sulle condizioni di fattibilità della riconciliazione in Guinea. La commissione – ricorda ‘L’Osservatore Romano - dovrà prima di tutto coinvolgere e sensibilizzare le personalità di spicco delle diverse comunità e di tutti i ceti sociali della Guinea. Successivamente, dovrà suggerire al governo, nel più breve tempo possibile, proposte concrete in vista della riconciliazione nazionale. La Commissione ha anche l’obiettivo di lavorare in collaborazione con il presidente al fine di trovare una formula adatta alla situazione specifica della Guinea. “Abbiamo più di mezzo secolo di pesante eredità di cui farci carico — ha affermato il primo ministro Mohamed Saïd Fofana — ed è necessario che la popolazione sia psicologicamente preparata e capace di accettare la verità e di perdonarsi”. Il presidente Condé, ex professore di diritto all’università della Sorbona, è fautore della riconciliazione e un fermo oppositore di tutte le dittature. Nel 1970 era stato condannato a morte. Rientrato in patria all’inizio degli anni ‘90, dopo più di trent’anni di esilio, ha trascorso due anni in prigione. Vinte le prime elezioni libere del Paese, Alpha Condé ha più volte indicato la riconciliazione nazionale come primo punto della sua agenda politica. Dall’inizio del suo mandato ha lavorato alla formazione di un governo di unità nazionale (non una coalizione di partiti) che rappresenti tutte le sensibilità sociali. In diverse occasioni, il presidente ha ribadito che “la Guinea è non da ricostruire, ma da costruire”. Nonostante le sue immense ricchezze minerarie, il Paese è lontano dall’autosufficienza alimentare. Metà della popolazione, infatti, vive nella povertà. (A.L.)
Francia, eutanasia: comunicato dei vescovi sulla vicenda di Bayonne
◊ Dire “no” all’eutanasia è ascoltare la persona sofferente, tenerle la mano, respingere allo stesso tempo qualsiasi “dolorismo” o “scientismo”, è attestare che la dignità dell’agonia è parte della dignità plenaria dell’uomo: a sottolinearlo — in un comunicato a firma del portavoce della Conferenza episcopale, mons. Bernard Podvin — sono i vescovi di Francia, intervenuti sulla cosiddetta vicenda di Bayonne, che vede al centro il medico Nicolas Bonnemaison, accusato di aver procurato la morte, con iniezioni letali, di almeno quattro anziani pazienti, ricoverati in fin di vita nell’ospedale cittadino. I fatti – ricorda ‘L’Osservatore Romano’ - si sarebbero svolti tra aprile e agosto di quest’anno. Gli avvenimenti dolorosi di Bayonne - si legge nel comunicato - non possono non suscitare reazioni. Ribadire la propria contrarietà all’eutanasia - si sottolinea nella nota - significa anche “dire no all’accanimento terapeutico, auspicare cure palliative che accompagnino il paziente verso il fine vita, preferibilmente nella sua abitazione”. “Significa scegliere di dare la priorità a queste unità di cura”. Per il portavoce della Conferenza episcopale francese, dire “no” all’eutanasia è anche “rifiutare che la soggettività, da qualunque ambito provenga, possa disporre della vita altrui, è rispettare la legittima oscillazione psichica di un malato grave tra il suo voler morire e il suo voler vivere”. “E, considerati tali cambiamenti, non porre in essere alcun atto irreversibile”.I vescovi ricordano poi una priorità: quella di rifiutare di ridurre il pensiero del malato terminale unicamente al suo “stato” presente. E ricordano che alcune nazioni hanno già autorizzato l’eutanasia attiva, vietata in Francia, dove invece dal 2005 (legge Léonetti), esiste un “diritto a lasciar morire”, attraverso cure palliative in grado di alleviare le sofferenze del malato. “Come ci si poteva attendere — ha affermato il vescovo di Bayonne, Lescar et Oloron, mons. Marc Aillet — questa triste vicenda è strumentalizzata da persone e lobby che cercano di rilanciare il dibattito sulla legalizzazione dell’eutanasia”. Preoccupante, secondo il presule, è anche il fatto che migliaia di persone, su internet e davanti all’ospedale, manifestino il proprio sostegno a Bonnemaison. “Non è concepibile - osserva mons. Aillet - che un medico, la cui vocazione è di curare le persone che gli sono affidate, possa arrogarsi il diritto di sopprimere un paziente (malato incurabile in fin di vita, anziano o disabile) in nome di una compassione mal compresa”. (A.L.)
Il cardinale Bagnasco: no ai tagli alla famiglia
◊ No ai tagli alla famiglia: è l’appello lanciato dal presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, in un'intervista alla trasmissione “Radio Anch'io” rilasciata da Madrid, dove sta partecipando alla Gmg. Un punto centrale nella manovra da 45,5 miliardi, ha detto, deve essere la famiglia: se non è al centro della politica generale, la famiglia, ganglio vitale della società – ha detto – l’Italia non va avanti. Il porporato ha poi parlato delle cifre dell'evasione fiscale in Italia: sono impressionanti – ha detto – richiamando il dovere di tutti di contribuire attraverso le tasse alla vita pubblica e sociale. Infine, interpellato sulle missioni italiane all'estero, il cardinale Bagnasco ha osservato che il problema dei costi, pur importante, non può essere l'unica prospettiva, quando i diritti umani sono violati.
Ancora proteste degli studenti in Cile
◊ Decine di migliaia di studenti hanno sfidato pioggia e neve per scendere nuovamente in piazza a Santiago, nella sesta manifestazione di massa convocata in Cile, nell'arco di tre mesi, per chiedere una riforma del sistema educativo. Secondo gli organizzatori, si sono ritrovati in 100.000 nella capitale cilena invocando istruzione gratuita e una più alta qualità. Nel tentativo di fermare le proteste – ricorda la Misna - il governo ha avanzato nuove proposte di riforma, tra cui l’abbassamento dal 5,6% al 2% del tasso di interesse delle banche private, cui gli studenti ricorrono per pagare le rette scolastiche. E’ stato anche garantito un sostegno, attraverso borse di studio, ai giovani meno abbienti. Il ministro dell’Istruzione, Felipe Bulnes, ha annunciato inoltre un emendamento alla Costituzione mirato a far in modo che l’educazione di qualità divenga un diritto sancito dalla Carta nazionale. Risposte che continuano ad essere però considerate insufficienti dal movimento studentesco. (A.L.)
Egitto: cinque civili condannati alla pena capitale
◊ In Egitto, cinque uomini sono stati condannati all’impiccagione da un tribunale militare per aver saccheggiato a maggio una stazione di servizio nella località di al-Quseir, sul Mar Rosso, e ucciso un comandante della polizia durante la fuga. Altre sette persone processate per lo stesso caso – ricorda l’agenzia Misna - sono state prosciolte. Secondo la rete ‘No to Military Trials Campaign’, oltre 10.000 civili sono stati condannati a pene detentive negli ultimi sei mesi, da quando i militari sono saliti al potere dopo la caduta, lo scorso mese di febbraio, del presidente Hosni Mubarak. Nel corso di un altro processo, altri due civili sono stati condannati a sei mesi di carcere per aver scandito slogan contro i militari. Uno dei due fermati, un giovane di 18 anni, era stato arrestato lo scorso 2 agosto al Cairo, quando i soldati avevano disperso un sit-in di manifestanti che chiedevano la formazione di un nuovo governo civile. Molte critiche hanno accompagnato infine anche la decisione di rinviare a giudizio l’attivista Asmaa Mahfouz, accusato di aver incitato la folla alla violenza contro le forze armate. (A.L.)
Gmg, il cardinale Barbarin ai giovani: siate radicati nell’Eucaristia
◊ “Gesù dice: voi siete miei amici. Sono parole sorprendenti. Parole inattese. Il Signore ci vuole accanto a sé e ci sta accanto. Ci accompagna nella vita. Ma se vogliano essere più profondamente radicati in Cristo, dobbiamo esserlo nell’Eucarestia”. E’ quanto ha detto ieri, a Madrid, il cardinale Philippe Barberin, arcivescovo di Lione, durante la catechesi ai giovani di lingua francese in un edificio di Avenida de Portugal. Di tutti i sacramenti - ha detto – “l’Eucarestia è il sunto, il punto più alto e li ricomprende tutti”. Il porporato – rende noto il Sir – ha quindi chiesto: “Siamo vicini alla parola di Dio, la conosciamo, la frequentiamo? I cattolici portano la parola di Dio nella vita di ogni giorno?” “Non distaccate mai la parola evangelica – ha affermato - da quelle della vita e dal vostro essere nel mondo”, perché ci dà la capacità di vivere e di interpretare il presente”. Ci dà la capacità – ha aggiunto – di comprendere “la nostra umanità”. Il cardinale Barberin si è infine soffermato sul significato dell’incontro dei giovani con Benedetto XVI: “Il Papa - ha concluso - vi consacrerà nel cuore stesso di Cristo”. (A.L.)
Gmg, catechesi di mons. Tanasini: “Giovani, volate alto”
◊ “L’essere senza radici sembra essere oggi la condizione per essere liberi dai condizionamenti. Un modo di fare che genera, però, scetticismo e individualismo”. E’ quanto ha affermato ieri il vescovo di Chiavari, mons. Alberto Tanasini, nella sua catechesi Madrid ad oltre mille giovani nella chiesa di Santo Domingo a Pinto. Il presule – riferisce l’agenzia Sir - si è soffermato su alcune delle inquietudini dei ragazzi, tra cui precarietà lavorativa e fragilità nelle relazioni. Ma di fronte a queste incertezze – ha chiesto il presule – “c’è una novità che non invecchia?” “Siamo qui – ha aggiunto - per consegnarvi ciò che sostiene la nostra vita”. “Ci sono delle radici che non bloccano, che non fermano lo slancio del cuore: sono quelle che legano a Gesù”. Mons. Tanasini ha quindi illustrato alcuni passi del Vangelo: la compassione di Gesù per la folla, la misericordia del Padre nella parabola del Figlio prodigo. “Quali proposte ci vengono fatte dagli stili di vita di oggi? Nelle Beatitudini troviamo il volto di Cristo che può essere anche il nostro”. “Volate alto. Penso a San Francesco e a Madre Teresa”. Il vescovo di Chiavari ha ricordato anche la mamma del giovane ucciso otto giorni fa a Sovico durante una lite con un ragazzo che lo ha colpito mortalmente con un coccio di bottiglia. “La sua capacità di perdono – ha detto mons. Tanasini - mi ha commosso”. “Voglio fare arrivare un abbraccio - ha detto ieri la mamma del giovane in occasione dei funerali - al ragazzo che mi ha tolto il figlio e alla sua famiglia, in attesa di un incontro. Perché deve vincere il bene”. “La famiglia di Lorenzo – ha detto il parroco, don Carlo Gussoni, durante l’omelia nella chiesa del Cristo Re a Sovico - ha provato il supplizio di Giobbe e deve affrontare un grande dolore affidandosi alla fede nel Signore”. (A.L.)
Apostolato del Mare: incontro degli Scalabriniani con i lavoratori marittimi
◊ Lavorare in sinergia e in partenariato con altre organizzazioni religiose e civili. E’ la priorità indicata dai Missionari scalabriniani, impegnati nell’Apostolato del Mare, durante la visita di tre giorni, conclusasi ieri, in dieci diversi porti. Durante gli incontri, si è parlato non solo degli aspetti di organizzazione interna del settore missionario in sintonia con gli orientamenti della Chiesa, ma anche delle questioni giuridiche, sociali, lavorative, pastorali e spirituali dei marittimi e delle loro famiglie. In particolare, è stato posto l’accento su questioni cruciali come la pirateria, le navi abbandonate, le convenzioni marittime, la libertà di azione nei porti e il coinvolgimento dei laici nell’apostolato. Per coordinare il loro lavoro e meglio assistere i marittimi e i pescatori è stata costituita, lo scorso anno, la Rete Scalabriniana dell’Apostolato del Mare. Si stima che nel mondo ci siano 1.500.000 marittimi e 300.000 pescatori. Gli scalabriniani – rende noto l’agenzia Misna - svolgono il loro ministero nei porti di Ravenna (Italia), Rio De Janeiro, Santos-Guarajié (Brasile), Montevideo (Uraguay), Buenos Aires (Argentina), Città del Capo e Saldanha (Sud Africa), e aohshiung (Taiwan). Gli scalabriniani, religiosi e laici collaboratori, hanno visitato nell’anno 2010 gli equipaggi di circa 13.000 navi in vari porti del mondo. (A.L.)
Attentato kamikaze contro una moschea in Pakistan: oltre 40 morti
◊ In Pakistan, più di 40 morti e oltre un centinaio di feriti per un attentato kamikaze in una moschea. E’ successo stamattina, in un’area tribale del nordovest del Paese nei pressi di Peshawar. L'attentatore suicida è un adolescente. Al momento dell’attacco la struttura era piena di fedeli per la preghiera del venerdì nel mese del Ramadan. Le autorità locali temono che il bilancio delle vittime possa aggravarsi. L'attacco non è stato finora rivendicato ma le autorità battono la pista dei talebani che accusano il governo di essersi alleato con gli Stati Uniti.
Afghanistan
Raffica di attentati anche in Afganistan, nel giorno in cui ricorre l’indipendenza del Paese dalla Gran Bretagna. Almeno 12 morti a Kabul per quattro attacchi contro interessi britannici, tra i quali la sede del British Council, condotti da un commando di kamikaze talebani. Tra le vittime ci sono membri delle Forze di sicurezza e anche alcuni stranieri. Una decina i feriti.
Libia
Nottata di raid aerei della Nato su Tripoli, mentre i ribelli libici annunciano la conquista di diversi centri a poche decine di chilometri dalla capitale. Dal regime, invece, è arrivato l’ennesimo appello al dialogo e ad un cessate-il-fuoco immediato, escludendo però l’uscita di scena di Gheddafi.
Siria
Nuova giornata di proteste antigovernative in varie città della Siria. Secondo gli attivisti, le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro i civili a Damasco, Dayr az Zor e Daraa. Testimonianze sul web riferiscono, di almeno 14 vittime e numerosi arresti. Intanto, in mattinata l’opposizione ha annunciato la nascita di una coalizione denominata "Rivoluzione siriana", che raccoglie una quarantina di sigle dei dissidenti in patria e all’estero. A livello internazionale, infine, il Consiglio di sicurezza dell’Onu studia nuove sanzioni, mentre Russia e Turchia frenano sulla richiesta di dimissioni del presidente Assad, avanzata in queste ore da Usa e Ue.
Yemen
L’opposizione è tornata in piazza anche nello Yemen. Manifestazioni sono state organizzate nella capitale Sanaa e in altre città del Paese per chiedere le dimissioni del presidente Saleh. Intanto, prosegue l’espansione dei ribelli considerati vicino ad Al Qaeda, che oggi hanno conquistato la località di Shaqra, nell’est. Almeno 11 terroristi hanno perso la vita negli scontri con le milizie locali, mentre l’esercito annuncia l’invio di rinforzi nell’area.
Turchia-Pkk
Nuovi raid aerei turchi, la notte scorsa, contro postazioni del Partito dei lavoratori curdi (Pkk), nel nord dell’Iraq. Media locali riferiscono dell’impiego di almeno 12 caccia, che hanno centrato 28 obiettivi dei ribelli. Solo ieri i vertici dello stato maggiore turco avevano annunciato un’altra vasta operazione militare contro una sessantina di siti, sempre nel Kurdistan iracheno, in risposta all’imboscata dei ribelli che nei giorni scorsi ha provocato la morte di 12 soldati di Ankara.
Libano
Altri tre attacchi terroristici contro uomini politici libanesi, avvenuti nel 2004 e nel 2005, sono legati all’assassinio dell’ex premier Rafiq Hariri, consumatosi a Beirut nel febbraio 2005. E’ quanto affermato oggi dal Tribunale speciale per il Libano, che nei giorni scorsi ha pubblicato l’atto d’accusa nei confronti di alcuni membri di Hezbollah.
Usa-Cina
L’economia statunitense tornerà presto sul giusto binario. E’ la convinzione della Cina espressa dal premier di Pechino, Wen Jiabao, incontrando oggi il vicepresidente americano, Joe Biden, in visita nel Paese proprio per rassicurare i creditori cinesi sullo stato di salute economica degli Usa. La Casa Bianca – ha spiegato Wen – ha inviato un messaggio chiaro sul mantenimento delle promesse e degli impegni assunti in relazione al debito.
Italia-economia
Sul fronte italiano si moltiplicano le ipotesi di modifica della manovra-bis, in vista dell’inizio dell’esame del testo in Senato, il prossimo 23 agosto. Nella maggioranza c’è chi pensa a una stretta ulteriore sulle pensioni, mentre il governo ha smentito la possibilità di un nuovo scudo fiscale. Via libera, invece, al Trattamento di fine rapporto spalmato in busta paga, anche se restano da definire i dettagli dell’operazione. Intanto, i Comuni scendono in piazza contro i tagli: l’appuntamento è a Milano il 29 agosto.
Immigrazione-Lampedusa
Ancora sbarchi di immigrati sull’isola di Lampedusa. Un barcone soccorso a largo dopo una segnalazione di un peschereccio tunisino è giunto nel porto dell’isola con un centinaio di persone a bordo. Nel locale centro di prima accoglienza si trovano in tutto circa 1600 persone. Ieri, una denuncia di condizioni di vita inadeguate, soprattutto per i minori, è stata levata da Save the Children. In giornata, più di mille migranti saranno trasferiti in altri centri italiani.
Costa d’Avorio
L’ex presidente ivoriano, Laurent Ggagbo, è stato incriminato per “reati economici” assieme a sua moglie. Si va, dunque, verso il processo. La coppia si trova agli arresti dallo scorso mese di aprile, quando Gbagbo è stato rimosso dal potere al termine di una sanguinosa guerra civile contro le forze fedeli al presidente eletto, Ouattara, che ha provocato circa tremila morti.
Belgio
Tragedia in Belgio: cinque morti e quaranta feriti è il bilancio di una violenta tempesta che si è abbattuta contro un festival di musica rock, in corso nel nord del Paese, che ha distrutto le strutture allestite per i concerti. La manifestazione, molto seguita dai giovani, doveva durare tre giorni ma è stata annullata.
India
Nuove manifestazioni popolari New Delhi contro la corruzione. In migliaia in corteo hanno accompagnato il pacifista gandhiano, Anna Hazare, dal carcere di Tihar al grande parco di Ramlila, dove continuerà lo sciopero della fame contro la corruzione, iniziato quattro giorni fa. Numerose le dimostrazioni e i sit-in di solidarietà anche in altre città indiane.
Birmania
Primo incontro pubblico tra la leader dell’opposizione birmana, Aung San Suu Kyi, e il neopresidente, Thein Sein. E’ avvenuto oggi a margine di un forum sull’economia nella capitale Naypyidaw, dove la giunta militare la potere ha invitato anche la Premio Nobel per la Pace. Si tratta di un gesto di apertura nei confronti della donna da parte delle autorità locali.
Giappone-terremoto
Forte scossa di terremoto in Giappone, di magnitudo 6.3, registrata in mattinata a largo delle coste di Miyagi e Fukushima. Le autorità nipponiche hanno revocato l’allerta tsunami diramato subito dopo il sisma che ha colpito le stessa area dell’11 marzo scorso, senza tuttavia provocare vittime o danni. Nessun problema al sito nucleare di Fukushima. La Tepco, la società che gestisce l’impianto, ha escluso anomalie di funzionamento. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata e Marco Guerra)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 231