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Sommario del 15/08/2011
◊ Maria “non è un personaggio di altri tempi”, ma è “una persona viva, che si trova nel presente di Dio. In lei si manifesta il progetto eterno del Creatore, di redimere l’uomo intero – anima e corpo – e di rinnovarlo”. Così il Papa, oggi a Castel Gandolfo, nell’odierna Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. Benedetto XVI ha presieduto, stamani alle 8.00, la Messa nella Parrocchia Pontificia di San Tommaso da Villanova e poi, a mezzogiorno, l’Angelus nel cortile del Palazzo apostolico. Il servizio di Sergio Centofanti.
(canto)
Maria è assunta in cielo in anima e corpo: è un “mistero grande”, un “mistero di speranza e di gioia per tutti noi”. Infatti, nel contemplare la Madre di Gesù – afferma il Papa nell’omelia - ci è data la grazia di “poter vedere in profondità anche la nostra vita”:
“Sì, perché anche la nostra esistenza quotidiana, con i suoi problemi e le sue speranze, riceve luce dalla Madre di Dio, dal suo percorso spirituale, dal suo destino di gloria: un cammino e una meta che possono e devono diventare, in qualche modo, il nostro stesso cammino e la nostra stessa meta”.
Commentando le letture proposte dalla Liturgia, ha ricordato che per l’Antico Testamento l’arca dell’alleanza, in cui “erano conservate le due tavole della legge di Mosè, “è il simbolo della presenza di Dio in mezzo al suo popolo”:
“Ma ormai il simbolo ha ceduto il posto alla realtà. Così il Nuovo Testamento ci dice che la vera arca dell’alleanza è una persona viva e concreta: è la Vergine Maria. Dio non abita in un mobile, Dio abita in una persona, in un cuore: Maria, Colei che ha portato nel suo grembo il Figlio eterno di Dio fatto uomo, Gesù nostro Signore e Salvatore”.
“Maria – ha proseguito il Papa - è l’arca dell’alleanza, perché ha accolto in sé Gesù … Colui che è la nuova ed eterna alleanza, culminata con l’offerta del suo corpo e del suo sangue: corpo e sangue ricevuti da Maria”. Benedetto XVI è poi passato a commentare il brano del Vangelo in cui Maria si reca da Elisabetta: vi si reca “in fretta” sottolinea:
“Mi sembra importante sottolineare l’espressione ‘in fretta’: le cose di Dio meritano fretta, anzi le uniche cose del mondo che meritano fretta sono proprio quelle di Dio, che hanno la vera urgenza per la nostra vita”.
E’ la fretta dell’amore che fa correre verso il prossimo, l’urgenza di portare agli altri la cosa più importante. La Madre di Dio “non tiene per sé questa divina presenza, ma la offre condividendo la grazia di Dio”. “Anche noi – afferma il Papa – siamo destinatari di quell’amore immenso che Dio ha riservato … a Maria”. La Madre di Dio, così, “ci apre alla speranza, ad un futuro pieno di gioia e ci insegna la via per raggiungerlo”:
“Accogliere nella fede, il suo Figlio; non perdere mai l’amicizia con Lui, ma lasciarci illuminare e guidare dalla sua parola; seguirlo ogni giorno, anche nei momenti in cui sentiamo che le nostre croci si fanno pesanti. Maria, l’arca dell’alleanza che sta nel santuario del Cielo, ci indica con luminosa chiarezza che siamo in cammino verso la nostra vera Casa, la comunione di gioia e di pace con Dio”.
(applausi)
Clima di grande entusiasmo ed affetto nel cortile del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo per l’Angelus. Il Papa si è riferito al brano dell’Apocalisse della liturgia odierna che parla di una lotta tra la donna e il drago, tra il bene e il male, a rievocare le primissime pagine del libro della Genesi, che narrano la vicenda tenebrosa e drammatica del peccato di Adamo ed Eva:
“I nostri progenitori furono sconfitti dal maligno; nella pienezza dei tempi, Gesù, nuovo Adamo, e Maria, nuova Eva, vincono definitivamente il nemico. E questa è la gioia di questo giorno. Sì, con la vittoria di Gesù sul male, anche la morte interiore e fisica sono sconfitte. Maria è stata la prima a prendere in braccio il Figlio di Dio Gesù divenuto bambino, ora è la prima ad essere accanto a Lui nella Gloria del Cielo”.
La Solennità dell’Assunzione è dunque un mistero di grande speranza: “in Maria – conclude il Papa - vediamo la meta verso cui camminano tutti coloro che sanno legare la propria vita a quella di Gesù” e che lo sanno seguire dicendo – come Lei – un “sì” incondizionato al Signore:
“Questa festa parla allora del nostro futuro, ci dice che anche noi saremo accanto a Gesù nella gioia di Dio e ci invita ad avere coraggio, a credere che la potenza della Risurrezione di Cristo può operare anche in noi e renderci uomini e donne che ogni giorno cercano di vivere da risorti, portando nell’oscurità del male che c’è nel mondo, la luce del bene”.
(canto)
Nella parrocchia pontificia "San Tommaso da Villanova" sono stati inaugurati questa mattina anche i restauri che hanno riguardato la facciata della chiesa - restituita al colore originario voluto dal Bernini - e il ripristino dell’antico campanile in ferro. I lavori di restauro sono stati realizzati dall’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, rappresentata oggi dal presidente, mons. Domenico Calcagno, accompagnato dall’ing. Carlo Poggi e dall’architetto Rosario Giuffré. Al termine della celebrazione, prima di lasciare l’edificio sacro, Benedetto XVI ha compiuto una breve sosta davanti alla lapide che ricorda i lavori di restauro e subito dopo, all’esterno della chiesa, ha ammirato la nuova porta laterale. Infine, prima di rientrare nel Palazzo Apostolico, il Papa si è soffermato davanti alla lapide posta sul Palazzo Comunale di Castel Gandolfo che reca le parole da lui pronunciate il 7 luglio scorso arrivando a Castel Gandolfo: "Qui trovo tutto: la montagna, il lago e vedo anche il mare… e gente buona".
La riflessione di padre Toniolo per la Festa dell'Assunta
◊ Sul significato della Festa dell’Assunzione ascoltiamo padre Ermanno Toniolo, dell'Ordine dei Servi di Maria, direttore del Centro di Cultura Mariana, al microfono di Camilla Spinelli:
R. – Che cosa significa “Maria assunta in anima e corpo nel Cielo”? Prima di tutto, la santità assoluta, la maternità divina che l’ha unita al Figlio, la sua partecipazione totale all’opera della salvezza con tutti i misteri fino alla Croce, al Calvario. Ma c’è un’altra cosa che va assolutamente considerata: ha avuto il privilegio e la grazia di essere quaggiù, nel suo “oggi”, e di vivere quell’“oggi” corporale nell’“oggi” eterno, trasfigurata nella gloria del Figlio.
D. – Maria è vissuta più di duemila anni fa, ma continua a restare una figura di riferimento per moltissime donne. Qual è la sua forza?
R. – E’ la forza di essere ‘la’ donna. E’ veramente la personificazione di quella femminilità alta – e non sempre solo verginale, lei, la Vergine; ma materna, soprattutto, quindi con tutte le tenerezze che sono proprie del sesso femminile, che Dio ha sempre voluto. E’ la sposa … è – per così dire – ‘la’ donna, nella sua pienezza.
D. – Ci avviciniamo alla Giornata mondiale della gioventù. Maria può essere davvero una speranza per i giovani, che sembrano oggi non riuscire ad affrontare le sfide della vita in modo coraggioso, cosa che invece Maria ha saputo fare, abbracciando un progetto molto più grande di lei...
R. – Maria è la perfezione compiuta di ogni itinerario, di ogni cammino che voglia realmente diventare pagina d’amore sulla terra e presenza operosa verso il cielo. Quindi i giovani hanno tutto da imparare da Maria. Era una giovane, Maria, quando ha detto un “sì”, e su quel “sì” poggia tuttora la salvezza del mondo. (gf)
◊ Il Santo Padre ha nominato nunzio apostolico in Giappone mons. Joseph Chennoth, arcivescovo titolare di Milevi, finora nunzio apostolico in Tanzania.
Benedetto XVI ha nominato vescovo di Les Cayes (Haïti) mons. Chibly Langlois, finora vescovo di Fort-Liberté. Mons. Chibly Langlois è nato il 29 novembre 1958 a la Vallée nella diocesi di Jacmel. Ha compiuto gli studi primari presso i Fratelli dell'Istruzione Cristiana a La Vallée. Ha completato gli studi secondari presso il "Petit Séminaire Collège Saint-Martial" a Port-au-Prince. Nel 1985 è entrato al "Grand Séminaire Notre-Dame" a Port-au-Prince, dove ha seguito i corsi filosofici e teologici, ottenendo il Baccellierato in Teologia. E' stato ordinato sacerdote il 22 settembre 1991. Dal 1994 al 1996 ha studiato a Roma presso la Pontificia Università Lateranense dove ha conseguito la Licenza in Teologia pastorale, con la dissertazione: La nouvelle évangélisation, oeuvre d’inculturation en Haïti. Dopo la sua ordinazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: vicario della Cattedrale di Jacmel (1991-1994), e direttore del servizio diocesano della Pastorale Catechetica (1993-1994). Dal 1996 è stato direttore del Centro Diocesano di formazione pastorale e catechetica; nello stesso tempo, dal 1999, parroco della Parrocchia-Santuario dell’Immacolata, in località "des Orangers" a Jacmel, e professore di Teologia pastorale al "Grand Séminaire Notre-Dame" di Port-au-Prince; dal 2000 è stato anche professore all'Istituto Diocesano per l'Educazione e la Promozione Umana di Jacmel. Eletto vescovo di Fort-Liberté l’8 aprile 2004, è stato consacrato il 6 giugno successivo.
◊ Centinaia di migliaia di giovani stanno raggiungendo in queste ore Madrid per l'inizio della Giornata mondiale della gioventù. Dalla capitale spagnola ce ne parla Michela Coricelli:
In cammino verso Madrid. “La fiesta della fe” – la festa della fede – sta per cominciare. Migliaia di pellegrini arriveranno fra oggi e domani dal resto della Spagna. Sono i ragazzi di tutto il mondo, che hanno partecipato alle Giornate delle diocesi, sparsi in 63 punti del Paese iberico: da Barcellona a Saragozza, da Toledo a Siviglia. Domani inizia ufficialmente la 26.ma Giornata mondiale della gioventù: alle otto di sera, nella grande piazza di Cibeles – il cuore del paeseo della Castellana – sarà celebrata la Messa inaugurale. Da mercoledì mattina cominceranno le catechesi nelle chiese, nelle scuole, nelle palestre e nei palazzetti dello sport di tutta la capitale spagnola: vi parteciperanno centinaia di vescovi provenienti da tutto il pianeta. Giovedì il grande giorno dell’arrivo del Pontefice. A mezzogiorno, quando atterrerà l’aereo papale, le campane di tutte le chiese della regione madrilena suoneranno a festa. L’incontro del Papa con i giovani terminerà domenica mattina, con la Messa di chiusura all’aerodromo di “Cuatro Vientos”. Transenne, impalcature, lavori un po’ ovunque. Madrid si prepara. E cambia colore. Bianchi e rossi: sono i manifesti con il simbolo della Gmg, che hanno invaso la capitale spagnola. Bianchi e gialli: sono i fiori che illuminano la Porta di Alcalà, dalla quale giovedì sera entrerà simbolicamente Benedetto XVI. Bianchi: i 200 confessionali a forma di vela, installati nel Parco del Retiro. Verde è invece il colore delle magliette dei 30.000 volontari che accompagneranno, informeranno, aiuteranno i pellegrini. Sono circa 500.000 gli iscritti alla Gmg. Ma secondo gli organizzatori, potrebbero arrivare oltre un milione di persone. In questi giorni 10.000 agenti fra polizia, Guardia civil ed esercito, garantiranno la sicurezza della città.
Tanta l’emozione dei giovani che sono già a Madrid. Ascoltiamo alcune testimonianze raccolte da Michela Coricelli:
R. - La città di Madrid sembra emozionata, almeno quanto noi. E’ piena di luce… E’ bello e molto emozionante.
D. - Che cosa ti aspetti da questa Gmg?
R. - Il mio parroco prima di partire mi ha detto che tornerò cambiata: in effetti penso che sarà così! Ci stiamo riprendendo la nostra fede, stiamo rendendo la nostra fede giovane.
D. - Sta per arrivare il Santo Padre: come ti senti?
R. - Decisamente molto emozionata. E sono colpita dal fatto che così tante persone di nazionalità diverse si uniscono e pregano tutte per Gesù.
R. - L’altro giorno sono stato a “Cuatro Vientos”, insieme ad un altro gruppo, in perlustrazione: ok, è diverso dalle altre Gmg, ma è come rivedere Marienfeld, è come riverdere Tor Vergata… Dà sempre emozione pensare che da lì a poco lì saranno riunite tante e tante persone, quanto tu ne possa vedere a perdita d’occhio… Ti dà sempre la pelle d’oca…. Guarda, ce l’ho anche adesso….
R. - Le prime impressioni sono sicuramente quelle che fanno presagire un’esperienza bellissima: arrivano giovani da tutto il mondo e quotidianamente incontriamo nuove persone. Quindi si crea un ambiente e un clima bellissimo, che rende questa giornata speciale. (mg)
La Giornata Mondiale della Gioventù è un’occasione per ricordare la gioia di vivere di Chiara Luce Badano, prima focolarina a salire agli onori degli altari. Colpita a 16 anni da osteosarcoma accettò il dolore con “serena fortezza”, rifiutando la morfina perché, ripeteva Chiara, “mi toglie lucidità e io posso offrire a Gesù soltanto il mio dolore”. I giovani focolarini hanno deciso di offrire a lei, ‘una di loro’, un musical alla Giornata mondiale della gioventù. Ne ha parlato Giorgia Innocenti con Araceli del Pozo, coordinatrice generale del Movimento dei Focolari di Spagna:
R. - Tutti i nostri giovani si sono lanciati nella sfida di presentare come alternativa al programma culturale della Gmg la vita di una giovane italiana, Chiara Badano, conosciuta come Chiara Luce, che è stata beatificata lo scorso settembre a Roma. Dopo la celebrazione della beatificazione, c’è stata una grandissima festa nell’Aula Paolo VI, in cu i giovani hanno dato vita al musical sulla sua vita, alla presenza dei genitori. Era un sogno per i nostri giovani poterlo presentare alla Gmg.
D. - Cosa può insegnare l’esempio di Chiara ai giovani di oggi?
R. - Chiara Badano è per loro - e lo è stata per tanti - modello di come si può raggiungere la santità, anche se si è giovani. Chiara rappresenta la giovinezza: è morta quando aveva 19 anni, nel pieno della sua vita; era una sportiva, una persona dinamica e rappresentava tanti ideali dei giovani di oggi. Il modo in cui lei ha vissuto quello che la vita gli ha posto davanti, una malattia mortale, è diventato per tutti un modello da seguire.
D. - L’esempio di Chiara sembra quasi mostrare come l’amore con la “a” maiuscola possa dare felicità...
R. - Felicità e tanta gioia. Tanti che hanno deciso di seguire il suo esempio, ha sperimentato, giorno dopo giorno, questa grande gioia. (mg)
Domani il via alla Gmg. Il cardinale Rouco Varela: il sì dei giovani a Cristo cambierà il mondo
◊ La Giornata mondiale della gioventù inizia domani sera con la Santa Messa di inaugurazione presieduta alle 20.00 dal cardinale arcivescovo di Madrid, Antonio María Rouco Varela, nella Plaza de la Cibeles a Madrid. Sull’attesa di questo importante evento, Debora Donnini ha sentito lo stesso cardinale Rouco Varela:
R. – Bueno, toda Madrid...
Tutta la città di Madrid, in primo luogo ovviamente la Chiesa in Madrid, ma anche tutti quei madrileni che forse non si sentono molto uniti alla Chiesa, sta aspettando l’arrivo del Santo Padre e sta già vivendo l’arrivo di molti giovani, che si ritroveranno qui a Madrid per celebrare la Giornata Mondiale della Gioventù, che sarà presieduta dal Papa, anzitutto con profonda fede. E’ un avvenimento in cui la fede della Chiesa e la fede dei giovani si fondono, trasformandosi in una grande testimonianza di fede davanti al mondo. Madrid è una città la cui storia è sempre stata caratterizzata da questa fede in Gesù Cristo e la comunità della Chiesa mai si è separata dalla comunione con il successore di Pietro. Noi crediamo che questa Giornata possa far sì che i giovani di tutto il mondo - e specialmente i giovani più vicini a noi, gli europei e ovviamente gli spagnoli - affrontino la propria vita, anche se ora può sembrare un poco più incerta, con la certezza che rispondendo a Gesù Cristo con tutto il loro cuore, anche il mondo cambierà e cambia soprattutto nella prospettiva di questo bene fondamentale e definitivo che è la Gloria di Dio, l’eternità. Uno dei patroni della Giornata è Sant’Ignazio di Loyola che pose al centro della Compagnia di Gesù “la Gloria di Dio”. Vivendo il presente e il futuro in questa fantastica prospettiva della Gloria di Dio, tutto cambia, cambiano anche le cose di questo mondo, migliorano e si trasformano in una sorta di prologo, in un andare verso la felicità, che non finisce mai e che vince il male, vince il peccato. In quest’ora che può sembrare - e lo è - critica, siamo convinti che su questo “sì” dei giovani a Cristo sorga un nuovo sole, come cantava l’inno della Giornata Mondiale della Gioventù di Buenos Aires. Tutta la città e tutta la realtà ecclesiale di Madrid – le parrocchie, i movimenti, i collegi, le famiglie – attendono con le porte delle loro case aperte coloro che verranno, cercando di far sì che non manchi nulla e che vada bene ogni aspetto dell’organizzazione: la logistica, l’alimentazione, l’accoglienza, i grandi eventi e le catechesi, affinché possa essere un’autentica testimonianza di grande amore per Dio e per i fratelli.
D. – Cosa significa per la Spagna, per l’Europa e per il mondo questa Giornata mondiale della Gioventù, specialmente in relazione all’evangelizzazione?
R. – Bueno, en si misma la Jornada es un...
La Giornata è in sé già un avvenimento evangelizzatore di prima grandezza, nelle sue notti e nei suoi giorni, nel suo senso proprio e cosmico dell’espressione. L’annuncio di Gesù Cristo, Salvatore dell’uomo, del mistero della sua morte e della sua risurrezione riempiranno anche fisicamente l’ambiente circostante, in cui è immersa la città e la comunità di Madrid. L’evangelizzazione ha come fondamento l’annuncio di Gesù Cristo risuscitato: ed è questo che si vivrà a Madrid nell’arco di tutta la settimana in forma super esplicita nelle celebrazioni liturgiche, molto esplicita nelle catechesi, e anche implicita, ma con moltissima espressività, in tutto il programma di attività culturali, artistiche e sociali che caratterizzano quest’avvenimento, specificatamente nelle sue serate; ma soprattutto molto esplicita nelle moltissime ore di preghiera e di adorazione che avranno luogo a Madrid durante tutta la settimana. Di questa realtà che si vivrà a Madrid, di questo fenomeno di annuncio del Vangelo sono protagonisti in larga misura i giovani, perché lo fanno proprio e lo trasmettono - a loro volta - ad altri. E visto che quest’avvenimento verrà poi trasmesso da un numero incredibile di televisioni in tutto il mondo, l’annuncio arriverà al mondo in maniera profonda, proprio perché sarà una testimonianza ascoltata ed annunciata in un’atmosfera di un’allegria contagiosa, che nasce proprio da questa precisa esperienza: stiamo incontrando Cristo e lo annunciamo. Sono sicuro che questo avrà un impatto speciale sui Paesi europei, un impatto molto grande, anche in Spagna…
D. – Le Giornate mondiali della Gioventù sono cominciate negli anni ’80. Molti sono i frutti nati da queste Giornate, come per esempio le vocazioni...
R. – Sí, las Jornadas comenzaron…
Sì, le Giornate hanno avuto inizio nel 1985 a Roma, poi a Buenos Aires nel 1987, in forma ancora iniziale, sperimentale. Poi nel 1989 la Giornata si celebrò a Santiago de Compostela, una città a me molto cara: in qualità di arcivescovo di Santiago ho avuto la gioia di accoglierla. E’ il momento in cui le Giornate cominciano la loro storia più matura, che continua ancora oggi, e che abbiamo cominciato ad avvertire a Santiago, dove arrivarono molti pellegrini, primo fra tutti il nostro caro e indimenticabile beato Giovanni Paolo II. Alla fine della celebrazione, i giovani - soprattutto europei - scoprirono questa formula di concepire la vita cristiana come un pellegrinaggio verso la Casa del Padre e scoprirono anche delle vocazioni specifiche, nelle quali ci si dona completamente al Signore attraverso la vocazione al sacerdozio ministeriale nella Chiesa o alla vita consacrata. Molte anche le vocazioni, cristianamente profonde, a vivere il matrimonio e la famiglia, secondo la legge di Dio, secondo la grazia di Dio, secondo il ministero di Cristo. Questi i frutti si sono andati moltiplicando e diffondendo nell’arco della storia delle Giornate, arrivando fino ad oggi.
D. – Nel messaggio della Giornata mondiale della Gioventù di quest’anno - “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” - il Papa invita, appunto, i giovani a radicarsi in Cristo. E’ un messaggio molto importante in questo tempo, come lei stesso diceva, instabile, di secolarizzazione, di crisi economica, specialmente per l’Europa…
R. – Es evidente que esto apuntar….
Chiaramente il messaggio punta a quello che il Papa chiede e cerca in questa Giornata mondiale: in mezzo all’insicurezza che il mondo vive, trovare una sicurezza, che non viene mai a mancare, in nessun momento della vita personale e della storia, e che è Cristo. Quando questo si dimentica, l’insicurezza cresce. In questo momento storico, il Santo Padre ci indica verso dove bisogna camminare, così che anche il momento critico che attraversa l’Europa, la Spagna, possa essere veramente superato: c’è un fondamento che non vacilla, che non cessa mai di stare lì come pietra angolare, che è Cristo nostro Signore. La Giornata mondiale della Gioventù inizia con l’Eucaristia nella Plaza de los Cibeles, un luogo emblematico della città. A tutti voi diciamo: “Qui è la vostra casa, la casa della Chiesa, la casa dei giovani nella Chiesa, la casa dei fratelli che arrivano da tutto il mondo per incontrarsi con il “padre”, il pastore supremo della Chiesa universale, accompagnato dai giovani, dai loro vescovi, dai sacerdoti, dai responsabili della pastorale della gioventù, per vivere insieme questo grande momento, questa realtà della Chiesa, che è giovane”. I giovani hanno in questa un ruolo decisivo e questo ruolo sarà decisivo in questi giorni. Vogliamo che siano testimoni di Cristo, che è radice sulla quale la vita dell’uomo cresce e fiorisce fino all’eternità, in modo tale che i suoi frutti e i suoi fiori si possano notare anche nella vita dell’uomo, della società, nella cultura, nell’economia e nel superamento dei grandi problemi che sono davanti all’uomo e a tutta la società in questo momento. (ap)
◊ In una Somalia devastata dalla siccità e dalla guerra civile, la situazione a Mogadiscio sembra migliorare dopo il ritiro delle milizie islamiche di Al Shabaab dalla città. Il governo legittimo, sostenuto dalla comunità internazionale, ha infatti ripreso il controllo sul principale mercato della capitale, sebbene nel resto del Paese e in tutto il Corno d’Africa sia ancora drammatico il bisogno di cibo e di aiuti. Michele Raviart ha chiesto a Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale di “Caritas Internationalis”, di fare il punto sull’emergenza umanitaria della regione:
R. – Come numeri complessivi, secondo le stime dell’Onu confermate dai governi, stiamo parlando di oltre 12 milioni di persone che sono direttamente colpite dalla siccità, e praticamente tutte sono anche in fuga: chi è sfollato interno nel proprio Paese e si sta spostando in zone meno aride, e chi invece è rifugiato in altri Paesi.
D. – Particolarmente grave è la situazione della Somalia. Lì, come stanno arrivando gli aiuti?
R. – Certamente, la Somalia è il Paese più colpito, in particolare il Sud che è la zona dalla quale proviene la maggior parte dei profughi. Qui c’è una stima che parla di oltre tre milioni; in realtà, la Somalia è il Paese per il quale da anni non ci sono nemmeno dati né numeri: è un Paese non classificato nell’indice di sviluppo umano, tanto mancano dati attendibili! Qui c’è l’aggravante della guerra, e quindi c’è anche la difficoltà di avere corridoi umanitari certi per raggiungere tutte le zone colpite: questo è il vero problema.
D. – Invece, la situazione nei campi profughi?
R. – I campi profughi sono zone infernali: penso soprattutto a quelli in Kenya e in Etiopia dove ormai sono più di quattro milioni le persone in ciascuno di questi campi. I beni primari, cioè cibo ed acqua, sostanzialmente sono garantiti. I problemi sono i rischi di epidemie e poi il problema complessivo è che purtroppo in questa situazione non si rispetta nessun tipo di leggi, il che rende il tutto ancora più invivibile. Si generano scontri tra persone, tra gruppi, con morti nei campi, con molti bambini che si ammalano, sporcizia e quant’altro. Ecco che in queste situazioni, anche la disponibilità minima di cibo e acqua non è sufficiente a salvare molte vite umane.
D. – Voi, come Caritas Internationalis, come state operando?
R. – Noi operiamo in tutte le diocesi e in tutte le zone, sia in quelle che sono un po’ i simboli di questa tragedia – e quindi i campi profughi, quelli più noti e quelli meno noti – ma anche tra tutte le popolazioni che si sono accampate in zone più destrutturate. In questo momento, sono in corso attività di fornitura di cibo, di acqua, di medicinali per un piano complessivo di 20 milioni di euro di interventi, coinvolgendo tutti gli otto Paesi colpiti e tutte le Caritas.
D. – Lo sforzo complessivo della comunità internazionale le sembra adeguato alle circostanze?
R. – Adesso ci si sta concentrando moltissimo sull’emergenza: c’è un fortissimo appello a tutte le agenzie dell’Onu, a tutti i governi … La prima risposta è stata positiva. Il problema sarà mantenere fede agli impegni presi e soprattutto impostare complessivamente la politica agricola e di sovranità alimentare di questi Paesi, perché l’aumento dei prezzi del cibo unito alla scarsità di produzione ha ricondotto alla fame un angolo di mondo che davvero non se lo meritava, perché da anni si sapeva che questa era una situazione di particolare vulnerabilità! (gf)
Decreto anti-crisi in Italia. Governo pronto a modifiche. Critiche per le conseguenze sulle famiglie
◊ Borse europee in frenata a meta seduta dopo l’apertura in positivo sulla scia del buon risultato dei listini asiatici. Milano è chiusa per festività ma sugli altri mercati non si registrano scosse per i titoli di Stato italiani dopo l’annuncio della manovra bis da 45,5 miliardi di euro da parte del governo italiano. Intanto l’Ue promuove il pacchetto di misure e chiede al Parlamento di votarle rapidamente; mentre l’esecutivo si dice pronto a discutere le modifiche proposte dall’opposizione e dalle parti sociali, che giudicano la manovra troppo sbilanciata sulle classi medie. Per Maroni occorre ridurre i tagli ai comuni. Critiche per la disattenzione alle famiglie. Il punto della situazione nel servizio di Marco Guerra:
Drastici tagli alla spesa pubblica e prelievi fiscali ai redditi più alti. Nessun intervento per il momento su pensioni e risparmi privati. Sono queste le linee guida della manovra bis chiesta dall’Europa e sulla quale si è aperto un serrato confronto tra governo, opposizione e parti sociali per ridurre l’impatto dei provvedimenti su enti locali e famiglie. Il conto della stretta risulta infatti salatissimo: sul fronte del fisco spicca il contributo di solidarietà per i redditi sopra il 90mila euro anno. Un prelievo che sarà del 5% della quota di reddito superiore ai 90 mila euro lordi e il 10% della parte eccedente i 150 mila e che durerà tre anni a partire da gennaio 2012. Nuova stangata anche per le rendite finanziarie, i giochi e le sigarette. E ancora la Robin Hooh Tax sulle imprese energetiche, il limite ai pagamenti in contante per contrastare l’evasione, l'anticipo dell'innalzamento progressivo dell' età per il pensionamento delle donne dagli attuali 60 ai 65 anni e la cancellazione dei ponti per le festività non religiose. Capitolo a parte sono poi i tagli ai costi della politica con l’accorpamento delle provincie sotto i 300mila abitanti e dei comuni sotto i mille, la riduzione dei consiglieri regionali e la soppressione degli enti pubblici sotto i 70 dipendenti per un totale di 54mila poltrone corrispondenti ad altrettanti incarichi politici.
E sulle possibili correzioni al pacchetto è già in corso un acceso dibattito che vede il governo pronto a discutere le proposte avanzate dalle opposizioni “purché rimanga invariato il saldo della manovra”. Per alleggerire il peso sugli enti locali, da cui si è alzato un coro di proteste, tornano quindi allo studio un aumento dell’Iva di un punto percentuale, sul quale si riscontra il favore della Confindustria, e un ritocco sulle pensioni di anzianità e reversibilità finora fortemente contrastato dalla Lega. La maggioranza mostra poi apprezzamento per la proposta del Pd su una tassa sui capitali rientrati grazie allo scudo fiscale, ma boccia la patrimoniale su cui continua a insistere Bersani. Tra le soluzioni prese in esame anche la privatizzazione dei servizi locali e delle società municipalizzate. E intanto si allarga la fronda trasversale tra diversi parlamentari del Pdl e l’Udc per salvare dalla tassazione dei redditi più alti le famiglie numerose. “Non c’è equità se non si tiene conto dei carichi familiari”, sottolineano i molti parlamentari di area cattolica, raccogliendo la denuncia lanciata dal Forum della associazioni familiari.
Crisi economica. L'America Latina cerca di evitare il contagio
◊ L’economia resta al centro delle preoccupazioni di molti governi. In queste settimane, però, si è parlato poco di quanto sta succedendo in Sudamerica. Secondo i dati delle Nazioni Unite la crescita media del Prodotto interno lordo dei Paesi dell’area nel 2011 è intorno al 4,5 per cento, con delle eccellenze come Panama dove l’aumento dovrebbe essere di quasi l’8 per cento. Dunque un trend diverso rispetto a Stati Uniti ed Europa? Eugenio Bonanata lo ha chiesto al nostro collega Luis Badilla, esperto di questioni latino-americane:
R. – Il problema è che si tratta di una crescita con i piedi di argilla, perché è un’economia che si basa sostanzialmente sull’esportazione, in particolare con i Paesi asiatici e soprattutto con la Cina. Sono economie che non investono nulla – ad esempio – in innovazione tecnologica, in formazione, in educazione e via dicendo. Ecco perché in molti guardano con preoccupazione al futuro di questa crescita economica. Si teme che possa risolversi in un aumento immediato del benessere materiale per determinati settori e che, a lungo andare, si riveli una crescita debole, senza futuro e senza prospettive perché non è una crescita strutturale.
D. – Dunque, si tratta di una crescita fragile...
R. – Stiamo parlando di medie statistiche; stiamo parlando di indici macro-economici; quando poi andiamo agli indici micro-economici, cioè alla vita quotidiana di ogni cittadino latinoamericano, alla tasca di ogni famiglia, e andiamo a verificare la distribuzione di questa ricchezza momentanea, veniamo a scoprire che l’America Latina, tra tutti i continenti del mondo, è quello dove c’è maggiore iniquità sociale. C’è, cioè, una grande concentrazione di enormi ricchezze nelle mani di poche persone.
D. – Come si sta evolvendo il ceto medio sudamericano?
R. – E' un ceto che si sta impoverendo molto. Tante persone perdono la loro capacità di acquisto, il loro livello di consumo, il loro benessere e vanno ad ingrossare le file dei poveri. Questo è un altro problema, perché lì dove c’è iniquità sociale prima o dopo scoppiano le bombe ad orologeria, cioè i conflitti sociali, come vediamo in questi giorni in Cile …
D. – Quindi, si stanno creando condizioni potenzialmente pericolose, a livello sociale...
R. – Tant’è vero che i presidenti latinoamericani di diversi coordinamenti regionali, che si sono riuniti in queste ultime settimane, hanno parlato – seguendo una proposta della presidente dell’Argentina, signora Cristina Fernández de Kirchner, di muoversi per “blindare l’America Latina”: “Dobbiamo agire per blindare le nostre economie, affinché non vengano contagiate dalla crisi economica internazionale”. Blindarle significa vedere come si possa evitare il contagio; vuol dire che i governanti latinoamericani sono consapevoli del fatto che questo contagio non solo è possibile, ma assolutamente probabile!
D. – Immaginiamo una lista di Paesi latinoamericani da un punto di vista economico: chi collochiamo nelle ultime posizioni?
R. – Nelle ultime posizioni naturalmente Haiti e gran parte delle Nazioni del Centroamerica; poi, ci sono anche – nel caso dell’America del Sud – il problema della crescita in Uruguay, in Paraguay, un po’ meno in Bolivia … e poi, ci sono tutti gli altri Paesi virtuosi, come il Cile, l’Argentina, la Colombia, il Venezuela stesso … che però sono virtuosi con tutti i limiti che ho detto prima! (gf)
Concluso ad Avila il primo Congresso mondiale delle Università cattoliche
◊ Con una solenne celebrazione presieduta dal cardinale Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, si è concluso ieri sera ad Avila il primo Congresso mondiale delle Università cattoliche sul tema “Identità e missione nell’Università cattolica”. All’incontro hanno preso parte oltre 500 docenti universitari provenienti da 170 università di 40 Paesi nei cinque continenti, che hanno espresso la loro intenzione di continuare il lavoro di rete iniziato in questi giorni nella cittadina spagnola. Da Avila il servizio di Marina Tomarro:
Offrire ai giovani un valido progetto educativo che li prepari ad affrontare il futuro con una sicurezza ed una speranza maggiore dei loro coetanei che hanno frequentato le università laiche: questo è il vero segreto per un sicuro rilancio degli atenei cattolici. Così Stefano Zamagni, docente presso l’Università di Bologna, offre ai partecipanti le conclusioni del primo Convegno mondiale delle Università cattoliche ad Avila. Purtroppo – ha spiegato l’economista nel suo intervento – negli ultimi tempi le università cattoliche hanno subito una perdita di fiducia delle loro stesse capacità in quanto hanno finito per adottare gli stessi schemi di pensiero e di programma delle università laiche. Se vogliono di nuovo essere scelte, devono ritrovare la loro identità, che consiste non solo in una buona offerta formativa, ma anche in una proposta educativa alternativa dagli altri atenei laici. E tra i vari interventi, anche quello di Vincenzo Buonomo, docente alla Pontificia Università Lateranense di Roma che ha spiegato come l’Università Cattolica possa dare un’importante contributo alla base dei diritti umani, soprattutto in questi tempi di crisi. “I nostri atenei – ha continuato Buonomo – sono chiamati a proporre una visione dei diritti umani come uno strumento che sta contribuendo a trasformare la società in una comunità di persone ad immagine della famiglia”. Diversi partecipanti al Congresso prenderanno parte, il prossimo 19 agosto, all’incontro di Benedetto XVI con i docenti universitari al monastero dell’Escorial, vicino Madrid.
Ma che ruolo possono avere oggi le università cattoliche? Marina Tomarro lo ha chiesto a mons. Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio per la Pastorale universitaria di Roma, presente all’incontro:
R. – Le università cattoliche oggi sono chiamate a compiere un passaggio molto importante. Innanzitutto, quello di superare il pregiudizio della confessionalità che spesso le ha ridimensionate nelle loro capacità di dare contributi significativi alla cultura contemporanea. Ma poi, c’è l’aspetto positivo e indispensabile che è quello di aiutare la società contemporanea, e quindi la sua cultura, al passaggio dall’esperienza formativa etica e anche dall’elaborazione culturale centrata sui valori etici, ad una prospettiva più ampia che certamente recuperi le dimensioni etiche ma che aiuti l’uomo e la società contemporanea a comprendersi, in questo momento storico, come capaci di costruire la società. Ecco: questo passaggio dall’uomo eticamente buono all’uomo costruttore rappresenta oggi la grande sfida, la grande proposta che la cultura cattolica e la Chiesa sono chiamate ad affrontare e in essa, evidentemente, le università cattoliche hanno un ruolo determinante perché è nelle università cattoliche che la fede ha la possibilità di esprimere tutta se stessa nelle sue capacità culturali e quindi dare contributi che in questo momento altre esperienze o altre proposte culturali non sono più in grado di dare, in considerazione del fatto che l’umanità ha vissuto grandi crisi epocali, ultima quella economico-finanziaria, che impone – come Benedetto XVI ha più volte sottolineato – di ripensare lo sviluppo. Infatti, questo sviluppo dovrà concretizzarsi attraverso il rilancio di una dimensione antropologica che aiuti l’uomo a scoprirsi davvero costruttore della società.
D. – Le cappellanie universitarie, che ruolo hanno all’interno degli atenei cattolici?
R. – Io penso che in una nuova prospettiva che vada oltre la formazione etica, è importante il ruolo delle cappellanie universitarie, perché all’interno delle università cattoliche le cappellanie devono recuperare un ruolo determinante, non soltanto nella formazione ma soprattutto nel rendere possibile quella pienezza di esperienze cristiane che costituisce il presupposto e la condizione necessaria per poter poi sostenere e favorire e sollecitare l’impegno scientifico e culturale dell’intera comunità accademica. Per questo è molto importante che i responsabili delle università cattoliche guardino alle cappellanie universitarie non come fatto marginale, certamente importante ma relativo ad esperienze parziali della vita dei giovani o dei docenti; ma si inizi a considerare le cappellanie universitarie come luogo fondamentale da cui prende origine la stessa esperienza di fede. (gf)
Attentato contro la chiesa siro-ortodossa di Sant’Efrem a Kirkuk
◊ Questa notte alcuni ordigni sono esplosi contro la chiesa di Sant’Efrem a Kirkuk. La chiesa siro-ortodossa è a poche centinaia di metri dalla cattedrale caldea, nel centro della città. Gli ordigni sono esplosi all’1.30 di questa notte e non hanno fatto vittime, ma i danni alla chiesa sono ingenti. Lo riferisce AsiaNews. Quello di oggi è l’ennesimo attentato contro i cristiani e i loro luoghi di culto. Lo scorso 2 agosto un’autobomba è esplosa davanti alla chiesa siro-cattolica della Sacra Famiglia, ferendo 15 persone. L’ordigno si trovava a bordo di una vettura, parcheggiata nei pressi dell’edificio. Nello stesso giorno, un'altra autobomba, parcheggiata vicino a una chiesa presbiteriana, è stata disinnescata prima che scoppiasse. I cristiani in Iraq sono sempre più divenuti il bersaglio del fondamentalismo islamico ancora attivo; allo stesso tempo, sono presi di mira nelle faide locali. Kirkuk, con i suoi 900mila abitanti, e con i depositi di petrolio più importanti dell’Iraq, da tempo è al centro di un conflitto etnico-politico fra arabi, turcomanni e curdi. Questi ultimi la vorrebbero annessa alla regione del Kurdistan, mentre arabi e turcomanni sostengono il legame con il governo centrale irakeno.
Gmg. L’arcivescovo di Barcellona: “diamo speranza ai giovani”
◊ “Siamo felici di aver accolto così tanti giovani qui a Barcellona e nelle diocesi vicine della Catalogna. E’ molto importante anche per i nostri ragazzi vedere, conoscere e confrontarsi con altri coetanei di tanti Paesi del mondo”. A parlare è il cardinale Luìs Martinez Sistach, arcivescovo di Barcellona, che al Sir offre un primo bilancio dei “Giorni delle diocesi” nella sua città e nella Catalogna, invasa da circa 40 mila giovani di tutto il mondo. Pochi giorni solo per godere dell’accoglienza catalana ma sufficienti per lasciare il segno nella città della Sagrada Familia, luogo più visitato di Spagna. Per Barcellona la presenza di così tanti giovani – che stanno lasciando la città per raggiungere Madrid - rappresenta “una vera grazia di Dio. Sapere che nel mondo ci sono tanti giovani che condividono la stessa fede, è di grande speranza per tutti noi”. Ma è tutta la Gmg che invita alla speranza: “la Gmg è un grido di speranza nel futuro. Abbiamo davanti un quadro a tinte fosche ma non dobbiamo rassegnarci. Il futuro non è così nero se confidiamo nelle nuove generazioni. Tra loro ci sono giovani che seguono il Vangelo che propone tanti valori che se perseguiti, ricercati a fondo, offrono valide soluzioni alla crisi in atto e alle sue cause. I cristiani devono essere presenti nel mondo e la loro deve essere una presenza attenta, solidale e di fede”. La presenza di così tanti giovani, poi, non deve far dimenticare il loro grido che si sta alzando in tanti parti del mondo, Spagna in particolare, e che chiede “lavoro, giustizia, trasparenza politica”. “È quanto mai urgente – afferma il cardinale - che tutti i politici, e mi riferisco non solo ai nostri ma a tutti i leader del mondo, al di là delle differenze di opinione, sappiano trovare una soluzione, fare proposte, per dare speranza ed un futuro sereno a questi giovani senza lavoro. Parlare di speranza può sembrare una contraddizione davanti ad una crisi economica e finanziaria come quella attuale ma siamo convinti – conclude - che la soluzione a questa crisi siano l’amore, la solidarietà, e la condivisione”.
I giovani del Bangladesh alla Gmg di Madrid
◊ Saranno 16 i fedeli del Bangladesh presenti alla Giornata Mondiale della Gioventù, in programma a Madrid da domani al 21 agosto. Un numero piccolo, ma molto significativo per il Paese asiatico a maggioranza musulmana e in cui i cattolici sono circa 300 mila, pari allo 0,3% della popolazione. La delegazione bengalese è composta da 10 giovani, dal vescovo di Chittagong, mons. Moses Costa, da tre sacerdoti, una suora ed un religioso. Il gruppo partirà oggi e prima di arrivare a Madrid si fermerà nell’arcidiocesi di Toledo, per prendere parte alle “Giornate in diocesi”. In occasione di queste Giornate, i giovani di tutto il mondo si dedicheranno all’Adorazione al Santissimo, alla preghiera personale e comunitaria e all’Eucaristia quotidiana, per prepararsi spiritualmente all’incontro con il Papa, il 18 agosto. “Nel corso dell’anno – spiega padre Patrick Simon Gomes, segretario della Commissione episcopale bengalese per la Pastorale giovanile – abbiamo avuto tre incontri di preparazione con i ragazzi”. “Abbiamo dato loro una copia del messaggio del Santo Padre – ha aggiunto - scritto per l’occasione, in modo da aiutarli ad entrare spiritualmente nell’avvenimento”. “Motivare i giovani nello spirito della Gmg è stata una sfida”, ha poi affermato padre Gomes. “La loro tendenza – ha osservato - era quella di prepararsi ad un viaggio turistico, poiché per molti di loro la trasferta a Madrid rappresenterà la possibilità di varcare, per la prima, volta i confini del Bangladesh”. Un’altra difficoltà è stata rappresentata dal fattore economico, soprattutto perché i giovani, che si recheranno a Madrid, sono stati scelti all’interno delle famiglie più povere del Paese. Tra i ragazzi si respira un forte entusiasmo: “Siamo stati molto ben informati sul comportamento che dovremo tenere – ha detto Salgira Mree, 21 anni – e sappiamo che dovremo condividere la nostra fede e la nostra cultura con tanti amici di ogni parte del mondo”. “Da loro impareremo anche tante cose nuove”. “E abbiamo capito – ha sottolineato - che la Gmg è un pellegrinaggio spirituale”. Una volta terminata la Gmg, i giovani si sono detti disponibili ad operare attivamente nella Pastorale giovanile. (I.P.)
Alla Giornata mondiale della gioventù anche una decina di giovani etiopi
◊ Alla Gmg di Madrid partecipano per la prima volta anche una decina di giovani dall’Etiopia. Ad accompagnarli – riferisce l’agenzia Apic - 165 religiosi della Comunità di San Giovanni, un istituto religioso di diritto diocesano fondato in Francia nel 1975 e che ha una sede anche ad Addis Abeba. Insieme con loro ci saranno oltre 2.300 ragazzi provenienti dall’Europa, dalle Americhe e dall’Asia. La Gmg della Comunità di San Giovanni inizierà a Covagonda e proseguirà per quattro giorni nella diocesi di Oviedo, nelle Asturie, dove i fratelli di San Giovanni hanno un priorato. Le giornate saranno scandite da momenti di preghiera e di catechesi, ma anche da visite culturali. Il gruppo celebra oggi la Festa dell’Assunzione, con l’arcivescovo di Oviedo, mons. Jesus Saenz Montes, prima di recarsi a Madrid. Dopo la veglia di preghiera e la Messa con il Papa all’aerodromo di Cuatros Vientos, i giovani della Comunità di San Giovanni si recheranno in pellegrinaggio a Fatima, in Portogallo, dal 23 al 24 agosto. (L.Z.)
Congo, intesa per il pagamento degli stipendi degli insegnanti delle scuole cattoliche
◊ Nella Repubblica Democratica del Congo, la Chiesa cattolica e lo Stato hanno raggiunto un accordo per facilitare il pagamento degli stipendi degli insegnanti delle scuole convenzionate cattoliche nel territorio della Repubblica Democratica del Congo (RDC), sfruttando la rete della Caritas locale. L’intesa - rende noto l’agenzia cattolica ‘Dia’ di Kinshasa - è stata firmata il 10 agosto da mons. Nicolas Djomo Lola, vescovo di Tshumbe e presidente della Conferenza Episcopale del Congo, e da Maker Mwangu, ministro dell’Istruzione congolese. L’accordo prevede che il pagamento dei salari degli insegnanti durante l’anno scolastico 2011-2012 verrà effettuato tramite la rete di Caritas Congo. Lo Stato congolese - ricorda l'agenzia Fides - verserà il denaro in un apposito conto bancario aperto dalla Caritas, che procederà a pagare gli insegnati delle scuole convenzionate cattoliche su tutto il territorio nazionale. Si tratta di un accordo che permetterà anche di migliorare l’offerta formativa nel Paese. Il ritardo dei pagamenti degli stipendi degli insegnanti ha provocato profondi disagi, sfociati in proteste e scioperi. (A.L.)
Cresce in Italia il numero dei padri separati che diventano clochard
◊ In Italia l’incremento del numero dei poveri non è causato solo dalla crisi economica. A far precipitare nell’indigenza molti cittadini italiani sono anche separazioni e divorzi. In Italia – ricorda Avvenire – sono 4 milioni i padri separati e 800 mila, tra questi, incontrano serie difficoltà economiche. Stipendi, anche oltre la media nazionale, vengono prosciugati per il mantenimento di ex moglie e figli. Quel che rimane non è sufficiente per pagare l’affitto di una nuova casa, perché quella originaria è di solito assegnata alla ex moglie. “Il 25% degli ospiti delle mense dei poveri – sottolinea l’Associazione avvocati matrimonialisti – sono separati e divorziati”. “Molti dormono in auto, i più fortunati sono tornati alle famiglie d’origine”. Un allarme sociale che coinvolge anche i minori e il loro rapporto con i padri: un uomo che non ha più una casa dove vivere, non ha più nemmeno un luogo dove accogliere serenamente, e con dignità, i propri figli. Per cercare di far fronte a queste problematiche, è stata aperta 18 mesi fa a Roma, in via Torre di Pratolungo, “La Casa dei papà”. Si tratta di una struttura con 20 appartamenti messi a disposizione per 12 mesi con possibile proroga di altri 12 mesi. Anche a Milano, dove secondo la Caritas i separati sono circa 50 mila, ha attivato un progetto simile. Grazie all’impegno di Provincia e "Associazione nazionale papà separati" sono stati messi a disposizione 15 mini appartamenti nella zona Fiera. “Occupano m’intera ala del convento dei Padri Oblati di Rho e ad oggi – sottolinea l’Associazione – nessuno dei locali è rimasto libero”. Non mancano iniziative simili anche in altre città italiane. Micro comunità per padri separati sono nati a Bolzano, Savona e Venezia. Aiuti economici e di sostegno sono stati attivati anche dalla Regione Piemonte. Ma un tetto non basta per risolvere il problema. “Le case – sottolinea Antonio Matricardi, vice presidente dell’Associazione nazionale Papà separati – sono solo un palliativo: occorrono sostegni economici e soprattutto l’applicazione vera della legge sull’affido condiviso”. E’ necessaria anche la revisione – conclude – di norme e leggi che non agevolano il padre separato sul fronte fiscale. (A.L.)
Dal 21 al 27 agosto il Meeting di Rimini sul tema “E l’esistenza diventa un’immensa certezza”
◊ “E l’esistenza diventa un’immensa certezza”: invita alla speranza e ad una prospettiva esistenziale di lungo respiro il titolo della XXXII edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, promosso da Comunione e Liberazione a partire da domenica prossima a Rimini nella tradizionale sede della Fiera. Di fronte alla mentalità dominante, appagata da una spiegazione superficiale degli accadimenti terreni e dell’identità e vocazione dell’uomo, il messaggio del Meeting addita la possibilità di una conoscenza certa di se stessi e del mondo, al di là delle “sicurezze” che solo la scienza e la tecnologia sembrano poter conferire. Ad ispirare il titolo dell’edizione 2011 è il libro di don Luigi Giussani “ Il cammino al vero è un’esperienza” (Rizzoli, Milano 2006), in particolare le pagine in cui il fondatore di CL si sofferma sulla comunicazione dello Spirito di Dio a Pentecoste, il “dono per eccellenza”, poiché ci permette di penetrare nell’esperienza di quella persona – il Cristo – “che spiega e risolve tutta la nostra realtà”. Nella trasmissione di questo dono, l’esperienza umana da “impotenza desolante” diviene “consapevolezza ed energica capacità”, in grado di rendere gli apostoli coraggiosi testimoni del disegno di Dio. “L’esistenza umana diventa un’immensa certezza” – prosegue don Giussani, che aggiunge citando San Giovanni: «Questa è la vittoria che vince il mondo, la nostra fede»” (1Gv 5,4). Con il dono di Pentecoste, “un Altro si accompagna all’uomo «come gigante sulla sua strada» (cfr. Sal 19,6) – si legge ancora nel testo – “(…) la solitudine è abolita alle radici stesse di ogni momento della vita. Esistere è essere amati, definitivamente”. Sono oltre 100 le “voci” della settimana riminese, suddivise in fasce tematiche: dagli “Incontri”, spazi di confronto sul tema centrale del Meeting ai “Focus”, che offrono un approfondimento di temi specifici per un pubblico di “addetti ai lavori”, dai dialoghi denominati “Un Caffè italiano….domande sull’Unità”, in cui i giovani potranno incontrare storici e giuristi intorno al cammino dell’unificazione italiana, alla fascia “Testi e contesti”, con proposte di libri, musica e video. Da segnalare inoltre la serie “Storie dal mondo”, una rassegna di reportage internazionali. Il Meeting si apre alle 10 di domenica 21 con la Santa Messa presieduta da mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini. Il Santo Padre è solito destinare all’iniziativa di Comunione e Liberazione un suo particolare messaggio, che viene letto durante l’Eucaristia inaugurale. C’è molta attesa al Meeting per la presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha accolto l’invito a partecipare all’incontro di apertura sul tema “150 anni di sussidiarietà” (21 agosto, ore 17): l’evento è il primo di una serie che la rassegna del 2011 dedica al secolo e mezzo di Unità italiana. Ad approfondire il titolo della rassegna riminese sarà Costantino Esposito, docente di Storia della Filosofia all’Università di Bari. La “sfida della certezza” lanciata quest’anno dal Meeting sarà ulteriormente sviluppata dal padre francescano Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, e del biblista José Miguel García nella conferenza “Con gli occhi degli Apostoli”; i loro contributi introdurranno l’omonima mostra dedicata al percorso compiuto da alcuni abitanti di Cafarnao, a partire dal primo incontro con Gesù fino alla suprema testimonianza di fede resa con il martirio. Verrà anche esplorata la certezza nell’ambito della conoscenza scientifica – ne parlerà John Polkinghorne, membro della Royal Society, presidente emerito del Queen’s College di Cambridge – e nel mondo imprenditoriale, nel dialogo tra John Elkann, presidente di Fiat, e Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere. Il tema verrà poi declinato nell’ambito della salute e della sanità, attraverso le relazioni di Giancarlo Cesana docente di Igiene all’Università di Milano-Bicocca e dell’arcivescovo Zygmunt Zimowski, presiedente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari. Alla riflessione contribuirà inoltre il filosofo francese Fabrice Hadjadj, con un intervento sulla modernità. La certezza del “lasciarsi afferrare da Cristo”, nella testimonianza del Beato Giovanni Paolo II, è al centro di un altro atteso appuntamento, cui parteciperanno mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro e Jozef Dabrowski, presidente nazionale dell’Associazione dei Ferrovieri Cattolici in Polonia. Da sempre attento all’attualità internazionale, il Meeting ragionerà sulla sfida del Nord Africa, tra stabilità e diritti: all’incontro parteciperanno, fra gli altri, il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini e Wael Farouq, docente alla American University del Cairo e vicepresidente del “Meeting Cairo”. L’esperienza del Meeting in terra d’Egitto, svoltasi nell’ottobre 2010, sarà evocata in uno specifico appuntamento alla presenza del cardianle Antonios Naguib, patriarca di Alessandria dei Copti e del vescovo Armiah, segretario di Papa Shenouda III. Nell’Anno Europeo del Volontariato, il cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, dialogherà con il segretario della Fondazione AVSI, Alberto Piatti, sull’impegno del volontariato per lo sviluppo internazionale. Sul ruolo dei cristiani nella pubblica piazza e, in particolare, sul viaggio di Benedetto XVI nel Regno Unito, foriero di un nuovo umanesimo, si soffermeranno, fra gli altri, lo scrittore e giornalista Austen Ivereigh e John Milbank, docente di religione, politica ed etica all’Università di Nottingham. Un aspetto rilevante della manifestazione riminese è costituito dalle mostre, accolte ogni anno con favore e partecipazione dai numerosi visitatori. In primo piano, nel programma del 2011, figura l’esposizione dedicata alle Madonne d’Abruzzo salvate dal terremoto, una raccolta di tavole dipinte e di sculture databili tra il XII e il XIV secolo, attribuite a maestri in prevalenza abruzzesi. Tra le mostre monografiche spiccano quelle intitolate a grandi figure, tra cui il profeta Ezechiele, San Carlo Borromeo e il Beato John Henry Newman. Con un omaggio a don Giussani, di cui viene illustrato il libro “Ciò che abbiamo di più caro” (ed. BUR-Rizzoli), si chiude nel primo pomeriggio di sabato 27 la XXXII edizione del Meeting, presentata – lo ricordiamo – il 19 maggio alle Nazioni Unite di New York e, successivamente, all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. La Radio Vaticana sarà presente con un gruppo di inviati, guidati dal padre gesuita Lech Rynkiewicz e con uno stand allestito come in passato negli ambienti fieristici; la Radio si avvale anche quest’anno della collaborazione di “Coscienza Imprenditoriale”, la rivista on-line dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti/UCID, che aggiorna in diretta sui lavori del Meeting e rilancia servizi e interviste dell’Emittente pontificia. (A cura di Marina Vitalini)
“Liturgia alla prova del Sacro”. Settimana di studio a Brescia
◊ “La liturgia alla prova del Sacro”. E’ il tema della XXXIX Settimana di studio dell’Associazione professori e cultori di liturgia che terrà dal 29 agosto al 2 settembre al centro di spiritualità “Mater divinae gratiae” di Brescia. “Ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza” (Sacrosanctum Concilium, 7). L’affermazione del Concilio sulla sacralità del culto cristiano risuona in un tempo segnato dal secolarismo. In questo contesto, il Convegno annuale dell’Associazione professori e cultori di liturgia si propone di investigare il tema rispettandone la complessità e i diversi orizzonti ermeneutici. Sullo sfondo delle complesse vicende che hanno segnato lo sviluppo storico del culto cristiano, è accolta anche la sfida di declinare, nello studio di precise esperienze rituali (il luogo, il gesto, le immagini, la musica), uno spirito, uno stile, un carattere specifico della sacralità della liturgia, all’insegna della carità, del culto “in spirito e verità”. Per avere maggiori informazioni sul convegno si può consultare il sito www.apl-italia.org (A.L.)
Iraq, una serie di attentati sconvolge il Paese: oltre 60 i morti
◊ Violente esplosioni hanno colpito questa mattina una decina di città dell’Iraq, tra cui Baghdad, causando la morte di 66 persone. La città più colpita è stata Kut, a sud-est della capitale, dove due bombe sono esplose uccidendo 33 persone e ferendone 52. L’ondata di violenze, inaspettata durante il mese del Ramadan, avviene dopo che i leader politici iracheni avevano annunciato di voler negoziare con gli Stati Uniti sul mantenimento di un piccolo numero di truppe americane nel Paese, dopo l'accordo sul ritiro previsto per fine anno.
Libia, gli insorti accerchiano Tripoli. Gheddafi incita i suoi alla battaglia
A sei mesi dall’inizio delle rivolte in Libia, si stringe il cerchio dei ribelli sulla capitale Tripoli. Dopo i successi militari degli ultimi giorni, gli insorti, sostenuti dai raid aerei della Nato, vedono a portata di mano la roccaforte di Gheddafi, che nella notte ha lanciato un audio messaggio ai suoi sostenitori. Il servizio di Michele Raviart:
Incita alla battaglia e alla liberazione del Paese, Muammar Gheddafi, quando parla alla tv di Stato e chiede di riconquistare le città prese dagli insorti e dalla Nato. Ma le immagini trasmesse dalla televisione, che mostrano i sostenitori di Gheddafi sventolare le bandiere verdi della rivoluzione e innalzare al cielo i ritratti del rais, potrebbero presto diventare materiale d’archivio. La città di Tripoli, che nella notte ha subito un nuovo raid da parte della Nato, è infatti accerchiata. Ad ovest gli insorti hanno occupato questa mattina la maggior parte delle città di Zawiah e di Sorman e controllano ora la via di approvvigionamento che dalla Tunisia forniva cibo e carburante alla Capitale. A sud controllano invece Garyan, a meno di cento chilometri da Tripoli, mentre ad est i ribelli hanno posto fine ai bombardamenti su Misurata, occupando le batterie di artiglieria del regime a Tawarga. “Il prossimo obiettivo è Tripoli”, annunciano gli insorti, mentre il portavoce del rais assicura che in poco tempo l’esercito di Gheddafi riconquisterà le posizioni perdute.
Egitto, scontri al Cairo durante il processo a Hosni Mubarak
Si è aperta oggi al Cairo la seconda udienza del processo che vede imputato l’ex-presidente Hosni Mubarak, accusato di aver fatto uccidere 800 persone durante le manifestazioni di gennaio. L’ex presidente è giunto in tribunale in barella e ha negato ogni accusa. Fuori dall’aula si sono registrati scontri e lanci di pietre tra i manifestanti pro e contro Mubarak. La prossima udienza si terrà il 5 settembre e non sarà ripresa da telecamere.
Siria, l’esercito attacca i ribelli da terra e da mare
L’esercito siriano è entrato nella cittadina di Hula, alle porte di Homs, uno dei centri nevralgici delle manifestazioni contro il presidente Bashar al-Assad. L’Osservatorio siriano sui diritti umani, ha parlato di “persecuzioni e arresti” e di un “imponente fuoco di copertura”. Si combatte intanto per il terzo giorno consecutivo nella città costiera di Latakia, dove i cannoni della marina siriana hanno ucciso 27 persone che cercavano di fuggire dal quartiere di Ramel.
Sudan, rapito un operatore italiano
Un operatore umanitario italiano è stato rapito a Nyala, capoluogo del Sud Darfur, da un gruppo di uomini armati. Francesco Azzolini, 34 anni, lavorava in un ospedale pediatrico di “Emergency “ e si stava dirigendo verso l’aeroporto della città. Il Ministero degli Esteri italiano ha confermato il rapimento e ha attivato “tutti i contatti possibili con le autorità locali per la soluzione della vicenda”.
India, il premier Singh si scaglia contro la corruzione
Si celebra oggi il 65.mo anniversario dell’indipendenza dell’India. Parlando alla nazione dal “Forte rosso” di Nuova Delhi, il primo ministro Mahnmoah Singh ha denunciato la corruzione dilagante nel Paese, sottolineando come il governo “abbia intrapreso le azioni più severe”, contro gli scandali che hanno coinvolto molti funzionari dello Stato. Le celebrazioni si sono svolte in un clima di tensione dopo gli attentati del 13 luglio scorso a Mumbai, che avevano causato 26 morti.
Mahmoud Abbas a Sarajevo mentre Israele annuncia nuovi insediamenti
Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha incontrato questa mattina a Sarajevo i leader politici della Bosnia-Erzegovina, membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Uniti. I colloqui sono propedeutici al voto del prossimo settembre, quando l’Onu deciderà se riconoscere o meno lo Stato palestinese. Intanto questa mattina Israele ha annunciato la creazione di 277 nuovi insediamenti in Cisgiordania.
Stati Uniti, Obama comincia la campagna elettorale per il 2012
Il presidente Barack Obama comincerà oggi, con un giro in pullman di tre giorni nel Midwest, la propria campagna elettorale per le presidenziali del 2012. Obama visiterà gli Stati dell’Iowa, del Minnesota e dell’Illinois e parlerà con i cittadini di politica economica. Lo scopo del tour sarà ridare entusiasmo ai piccoli imprenditori e ai lavoratori autonomi vicini al partito democratico, delusi dai compromessi dell’amministrazione con la destra repubblicana. La decisione di Obama arriva dopo l’ufficializzazione della candidatura repubblicana di Rick Perry, governatore del Texas e dopo i primi test elettorali in Iowa.
Afghanistan, cinque soldati afgani uccisi nella provincia di Kabul
Cinque soldati afghani sono stati uccisi in un doppio attentato nel distretto di Sarobi, della provincia di Kabul. Il primo attacco è stato sferrato da un missile, mentre il secondo è stato causato da un ordigno rudimentale. La provincia di Kabul è stata messa in sicurezza dalle forze internazionali e consegnata all’esercito afgano, sebbene nella zona di Sarobi rimanga forte l’opposizione armata. (Panoramica internazionale a cura di Michele Raviart)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 227