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Sommario del 14/08/2011
◊ La Gmg e Cuba nel cuore di Benedetto XVI. All’Angelus, a Castel Gandolfo, il Papa ha rivolto un pensiero speciale, in più lingue, ai tanti giovani che stanno convergendo a Madrid per la Giornata Mondiale della Gioventù che prenderà il via martedì prossimo. Quindi, il Papa ha salutato con particolare affetto un gruppo di una trentina di fedeli cubani in pellegrinaggio a Roma, guidati dal cardinale arcivescovo dell’Avana, Jaime Ortega, che sarà presente anche alla Gmg di Madrid. Dopo l'Angelus, il porporato cubano assieme a tre sacerdoti, che accompagnano i pellegrini, hanno salutato personalmente il Pontefice. Sempre all'Angelus, il Papa ha ricordato che oggi si celebra il 70.mo della morte di San Massimiliano Kolbe, ucciso dai nazisti nel lager di Auschwitz. Il servizio di Alessandro Gisotti:
(Cori)
A Castel Gandolfo, si respira già il clima festoso della Gmg. All’Angelus, Benedetto XVI dedica ai ragazzi in partenza o già arrivati a Madrid un pensiero speciale. Sa che i giovani di tutto il mondo lo attendono con trepidazione. E li invita dunque a sostenerlo con la preghiera:
“A tutti chiedo di accompagnare spiritualmente con la preghiera il mio Viaggio a Madrid, che intraprenderò tra qualche giorno in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù".
Un invito alla preghiera ribadito dal Papa in inglese, spagnolo e tedesco, affinché dal suo viaggio apostolico in Spagna, che prende il via giovedì prossimo, possano nascere “abbondanti frutti di vita cristiana”. In francese, in particolare, il Pontefice ha esortato i giovani della Gmg a “meditare sul tesoro della fede che ci è stata trasmessa e di accoglierla con gratitudine”:
“Engageons-nous à répondre de façon responsable à l’appel de Dieu... ”
“Impegniamoci – ha detto il Papa – a rispondere in maniera responsabile all’appello di Dio” a “fondare la nostra vita su Cristo”. Su questo cammino, ha aggiunto, “non saremo soli” e ancora ha invitato la gioventù a riconoscere Dio come “la fonte della felicità alla quale aspiriamo”. Dopo quello per i giovani della Gmg, è stata la volta di un altro saluto speciale:
“Saludo con afecto a los grupos de lengua española, en particular a los fieles llegados de Cuba…”
Parlando in spagnolo, il Papa ha salutato con affetto “i fedeli giunti da Cuba, accompagnati dal cardinale Jaime Ortega Alamino, che guida il primo pellegrinaggio dei cubani alle Tombe degli Apostoli”. Il Pontefice ha quindi rinnovato la sua “vicinanza e affetto a tutti i figli dell’amato Paese”. In polacco, invece, Benedetto XVI ha ricordato il 70.mo anniversario del martirio di San Massimiliano Kolbe, nel campo di sterminio di Auschwitz. “Il suo eroico amore – ha affermato – è segno luminoso della vittoriosa presenza di Dio nel dramma umano dell’odio, della sofferenza e della morte”.
Prima dei saluti, il Papa si era soffermato sul passo del Vangelo domenicale che parla della perseveranza della donna cananea che aveva chiesto a Gesù di guarire la figlia. Il Signore solo apparentemente si mostra indifferente verso la donna, ma, come scrive Sant’Agostino, lo fa “non per rifiutarle la misericordia, ma per infiammarne il desiderio”:
"Cari amici, anche noi siamo chiamati a crescere nella fede, ad aprirci e ad accogliere con libertà il dono di Dio, ad avere fiducia e gridare anche a Gesù 'donaci la fede, aiutaci a trovare la via!'. È il cammino che Gesù ha fatto compiere ai suoi discepoli, alla donna cananea e agli uomini di ogni tempo e popolo, a ciascuno di noi. La fede ci apre a conoscere e ad accogliere la reale identità di Gesù, la sua novità e unicità, la sua Parola, come fonte di vita, per vivere una relazione personale con Lui".
"Il conoscere della fede", ha proseguito, "cresce con il desiderio di trovare la strada", è "un dono di Dio", che "si rivela a noi non come una cosa astratta senza volto e senza nome". La "fede risponde ad una Persona", che "vuole entrare in un rapporto di amore profondo con noi e coinvolgere tutta la nostra vita”:
"Per questo ogni giorno il nostro cuore deve vivere l’esperienza della conversione, ogni giorno deve vedere il nostro passare dall’uomo ripiegato su stesso, all’uomo aperto all’azione di Dio, all’uomo spirituale (cfr 1Cor 2, 13-14), che si lascia interpellare dalla Parola del Signore e apre la propria vita al suo Amore".
Ha quindi invitato i fedeli ad alimentare ogni giorno la fede, “con l’ascolto profondo della Parola di Dio, con la celebrazione dei Sacramenti, con la preghiera personale" e "con la carità verso il prossimo”. Infine, ha invocato l’intercessione della Vergine, che domani contempleremo nell’assunzione al Cielo, “perché ci aiuti ad annunciare e testimoniare con la vita la gioia di aver trovato e incontrato il Signore”.
◊ Alla Gmg di Madrid, ormai imminente, sarà presente anche una rappresentanza del Parlamento Universale della Gioventù (Pug). Si tratta di un foro permanente dove tutti i giovani, senza distinzione di credo, razza o nazionalità, possono dibattere i temi che sono oggetto della loro attenzione. Con l’associazione “Gioventù Idente”, parteciperà alla Giornata Mondiale della Gioventù presentando un’esposizione multimediale, intitolata “Cristo, pietra angolare di una nuova civiltà”. Giorgia Innocenti ne ha parlato con Serena Manzi, membro dell’Ufficio nazionale di “Gioventù Idente”, incaricata dal Parlamento Universitario della Gioventù a presentare l’iniziativa:
R. - Dobbiamo radicare, fondare la nostra casa sulla roccia, affinché veramente nessuna afflizione della vita o evento possa buttar giù quello che abbiamo costruito. Se lo costruiamo con Cristo, con il nostro impegno personale, chiaramente con l’Eucarestia che è Cristo stesso, possiamo far sì che i venti della vita non portino giù quello che abbiamo costruito e la perseveranza in questo è fondamentale. Dobbiamo veramente partire da noi stessi per riuscire poi in un progetto più grande.
D. – E’ difficile essere cristiani oggi?
R. – Sì anche se poi l’uomo in sé stesso, il giovane specialmente, ora parliamo della Giornata mondiale della gioventù, sente in sé che la quotidianità regolare – come dice il Papa – non basta e il giovane questo lo sente fortemente e sente in sé questa spinta a voler uscire da se stesso, dalla quotidianità di tutti i giorni. Penso che in Cristo trovi la fonte di tutto questo.
D. – Cosa speri per gli altri giovani che parteciperanno alla Gmg?
R. – Spero che riescano a sentire che cosa il Padre celeste ha sognato per loro, per la loro vita e che riescano con perseveranza a portarlo a compimento e spero che possano anche visitare questi stand del Parlamento universale della gioventù, aperto a persone di qualsiasi credo e chiaramente di qualsiasi razza e Paese. Colgo l’occasione per dire che è in "Avenida de los toreros", 5 al Centro culturale Buena Vista di Madrid. (ma)
Anche la famiglia francescana parteciperà alla 26.ma Giornata mondiale della Gioventù di Madrid. Sono 700 i ragazzi della "Gi.fra", Gioventù francescana d’Italia, che aderiranno all’evento con diverse iniziative. Al microfono di Alessandra De Gaetano, Leonardo Curcuruto, vice-presidente della Gioventù francescana d’Italia:
R. - La Gmg è anche un’occasione per radunare tutti i giovani francescani presenti nel mondo, per confrontarsi, per vivere la fraternità oltre i confini nazionali. Il villaggio francescano è un’iniziativa coordinata da tutte le famiglie francescane presenti nel mondo: frati, suore e laici. Si tratta di un momento di incontro con i ministri generali delle famiglie francescane: ci saranno momenti di preghiera, spettacoli in Piazza San Francesco a Madrid e protagonisti saremo noi giovani francescani provenienti da ogni parte del mondo.
D. - Che significato ha per i giovani francescani partecipare in comunione con i giovani di tutto il mondo alla Gmg di Madrid?
R. - Alcuni giovani partecipano alla Gmg consapevoli di vivere un’esperienza di incontro con Cristo. Sono sicuro che l’esperienza della Gmg porterà i giovani a riscoprire questa comunione con il Santo Padre, con i vescovi, con la Chiesa tutta. Proprio quella comunione che Francesco d’Assisi 800 anni fa ha tanto ricercato durante la sua missione.
D. - Con il gruppo francescano della "Gi.fra", ha già partecipato anche ad altri incontri mondiali di giovani. Cosa ha riportato a casa da quelle precedenti esperienze?
R. - Ho riportato a casa tanta gioia: io ho partecipato alla Gmg di Colonia, nel 2005. E’ stata la prima Gmg di Papa Benedetto. Ricordo che c’era tanta attesa nell’incontrare questo nuovo Papa… In quella Gmg abbiamo potuto scoprire la profondità del Santo Padre ed io porto con me sempre una sua frase, quando ci disse: “L’ora nella quale partecipiamo alla Messa è l’ora di Gesù, in cui Gesù ci parla attraverso il Vangelo”.
D. - Cosa si aspetta da questa esperienza, anche in relazione al messaggio del Papa per questa occasione?
R. - “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”: mi aspetto che per tanti giovani la fede venga riscoperta e rappresenti quell’elemento che aiuti a superare le difficoltà della vita quotidiana. (mg)
La Chiesa celebra San Massimiliano Kolbe, martire del nazismo, innamorato di Maria
◊ La Chiesa celebra oggi San Massimiliano Kolbe, sacerdote polacco, ucciso dai nazisti il 14 agosto del 1941 nel lager di Auschwitz, dove offrì la propria vita per salvare quella di un padre di famiglia. Il 70.mo anniversario, ricordato dal Papa all'Angelus, è particolarmente sentito in Polonia dove, ieri, è iniziato un triduo di celebrazioni ed è stato proclamato un “Anno Kolbiano”, per iniziativa del Senato polacco e dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, a cui padre Kolbe apparteneva. Stamani, il culmine del triduo con la Messa solenne presso il Museo Statale di Auschwitz-Birkenau, presieduta dal cardinale Stanislaw Dziwisz e concelebrata da vescovi tedeschi e polacchi. Sulla testimonianza di questo Santo, Alessandro Gisotti ha intervistato padre Egidio Monzani, assistente spirituale della “Milizia dell’Immacolata”, fondata da Massimilano Kolbe nel 1917:
R. – Il senso della sua testimonianza è di proclamare l’autorità del Vangelo, anche in momenti terribili come quelli della Seconda Guerra Mondiale, in un ambiente terrificante come il campo di Auschwitz. Lì padre Massimiliano Kolbe è stato proprio la presenza di Dio. Tanti si sono domandati di fonte alle vicende di Auschwitz e di altri campi di concentramento: “Dov’è Dio, dov’è Dio?”. Dio si trova lì, dove c’è Massimiliano Kolbe, con il suo atto d’amore! Giovanni Paolo II, quando era arcivescovo di Cracovia, nella circostanza della Beatificazione disse: “Morì un uomo, ma si salvò l’umanità”. La professione di fede più grande secondo me di San Massimiliano è quando scrive la sua ultima lettera alla mamma. Lui arriva nel campo di concentramento alla fine di maggio e muore il 14 di agosto. Scrive l’ultima lettera alla mamma dicendo: “Dio c’è dappertutto e ama tutti e tutto con infinito amore!”.
D. – Lei, faceva riferimento alla madre: fondamentale per comprendere la figura e la testimonianza di San Massimiliano Kolbe è la devozione a Maria, la Madre di tutti noi….
R. – Esattamente. Lui diceva che la madre terrena non è altro che l’immagine della Madre celeste. La sua vita è segnata anche da un episodio della fanciullezza, quando in un momento di sconforto, in Chiesa, ha davanti a sè l’immagine della Madonna che gli offre due corone. Lui gli dice: “Che cosa sarà di me?” e la Madonna gli offre queste due corone: una bianca e una rossa, che sono poi il tracciato della sua vita! Questo episodio non lo ha mai raccontato a nessuno, soltanto la mamma lo raccontò dopo aver saputo come era morto nel campo di concentramento.
D. – Universalmente noti la morte e il martirio di San Massimiliano Kolbe, forse meno conosciuta la sua grande versatilità e i suoi grandi carismi. Fu promotore di iniziative caritatevoli ed anche editoriali…
R. – Questo credo che sia il destino di padre Kolbe… allora bisogna tirarlo fuori da quel “bunker”... tutti lo hanno relegato lì, in quell’atto finale della sua vita e dimenticano, oppure non sanno, quella che è stata la grande novità della sua vita, per esempio da un punto di vista apostolico, puntando sulla stampa. Siamo agli inizi del ‘900: stravolge la vita del convento, che è una vita abituata ai Salmi, alle preghiere … lui nel convento porta la tipografia!
D. – Qual è secondo lei l’eredità spirituale più forte che ci lascia San Massimiliano Kolbe, mentre celebriamo il 70.mo della sua nascita al cielo?
R. – L’eredità e la spiritualità mariana, ma non vissuta come semplice devozione. Padre Kolbe dice: “L’Immacolata, ecco il nostro ideale, essere simili a Lei”. In questa frase c’è tutta l’eredità, cioè una spiritualità che renda presente, operante Maria dentro la vita della Chiesa, la vita dell’umanità. Lui ha puntato tutto su questo e ovviamente con la mariologia, che ci ha ridato poi Giovanni Paolo II, stiamo riscoprendo la ricchezza di questa intuizione profetica. (ma)
◊ Il ricorso dei palestinesi all’Onu, il 20 settembre, per il riconoscimento di un proprio Stato, le proteste in Israele contro il carovita, gli insediamenti israeliani nei Territori occupati: sono i temi caldi della situazione attuale in Medio Oriente, in particolare in Terra Santa, mentre l’attenzione è catalizzata dalle drammatiche notizie che giungono dalla Siria. Fausta Speranza ne ha parlato con mons. William Shomali, vescovo ausiliare del Patriarca Latino di Gerusalemme:
R. - Veramente in Terra Santa abbiamo tre punti caldi, perché quando parliamo di Terra Santa, infatti, parliamo di Israele, da una parte, e della Palestina, dell’altra: si trovano sullo stesso territorio, tra il Giordano e il Mediterraneo. I palestinesi guardano a settembre e sperano di essere riconosciuti, come Stato, dai due terzi dei Paesi che compongono le Nazioni Unite. D’altronde sanno, però, che arrivando al Consiglio di Sicurezza troveranno il veto americano: questo lo sanno già, ma nonostante ciò vogliono provare ad avere un riconoscimento dell’Assemblea generale, diventando così uno Stato osservatore. Dunque, i palestinesi vivono una certa speranza, anche se limitata perché già sanno che dopo aver ottenuto il riconoscimento - se questo ci sarà! - la situazione non cambierà. Ma certamente cambierà il senso di fiducia in loro stessi e con questo riconoscimento avrebbero più fiducia per l’avvenire.
D. - Da parte palestinese c’è questa attesa per settembre. Da parte di Israele, nella società civile, c’è una spinta, una protesta per questioni economiche e da parte del governo c’è invece la preoccupazione e l’allarme per eventuali disordini. Ma tra la gente israeliana cosa si percepisce?
R. - In Israele, è in corso una protesta contro il carovita, perché mancano in particolar modo gli alloggi: da parte del governo, c’è troppa burocrazia prima di arrivare ad ottenere l’autorizzazione per costruire una casa. Noi, come Patriarcato, abbiamo impiegato 15 anni per riuscire ad ottenere le autorizzazioni per la costruzione di alloggi per 80 famiglie: un tempo un po’ troppo lungo per gli israeliani, ma anche per gli arabi. Una casa costa molto: a Gerusalemme, una casa nuova di cento metri quadrati costa 300 mila dollari, da pagare subito. La gente comune non può farlo… Per affittare una casa, una casa normalissima, sempre a Gerusalemme, servono 800 dollari. Questo è un costo troppo elevato per una famiglia media. Quindi è partita da Tel Aviv, e si è poi estesa in altre 10 città, una protesta sotto le tende, con l’aiuto di giovani universitari e di intellettuali. Questo fa paura al governo, perché questa protesta potrebbe crescere. Israele è un Paese ricco, ha soldi, ma spende molto per le armi per difendersi contro l’Iran, contro i Paesi arabi vicini. Quindi queste persone che protestano dicono: “Mettete meno soldi nel budget relativo all’acquisto di armi e più soldi nello sviluppo economico”.
D. - Mons. Shomali, un altro punto dolente è quello degli insediamenti: anche per le colonie si spende e si incentivano le persone ad andare lì proprio perché gli alloggi costano meno in queste colonie…
R. - Esatto, ma molto israeliani non vogliono vivere in questi insediamenti perché si trovano nei Territori occupati: hanno paura che un giorno debbano andarsene, perdendo la casa; o hanno un senso di giustizia, perché questi territori non appartengano a loro. Per diversi motivi, quindi, ci sono tante case vuote negli insediamenti e poche case vuote nelle grandi città.
D. - Nella situazione attuale, lei vede possibile una ripresa seria dei negoziati?
R. - I palestinesi sono sfiduciati riguardo ai negoziati: sono durati più di vent’anni senza, però, portare alcun risultato. Io penso che se ci fosse un’intenzione seria da parte di Israele di riaprire i negoziati veramente, si potrebbe ottenere qualcosa: a condizione, però, di ripartire dalla piattaforma relativa alle frontiere del ’48, considerando Gerusalemme Est come territorio occupato. Se si riuscirà ad essere chiari su questi principi, su cosa sia stato occupato o su cosa non sia stato occupato, si potranno condurre negoziati onesti, chiari e produttivi.
D. - Mons. Shomali, in questo contesto di cosiddetta “Primavera araba”, che in realtà sta diventando un po’ un “autunno arabo”, l’attenzione mediatica sul Medio Oriente e sulla zona della Terra Santa è diminuita?
R. - E’ un po’ diminuita, perché l’attenzione è ora spostata verso la Siria, dove ogni giorno si sente parlare di 15-20 morti. Anche noi, come vescovi della Terra Santa, stiamo preparando un comunicato, che sarà pubblicato prossimamente, per chiedere al governo siriano una maggiore democrazia e un atteggiamento non violento nei confronti del movimento di protesta. (mg)
Emergenza Corno d’Africa, Unicef: i bambini prime vittime della siccità
◊ La grande siccità in Somalia sta affliggendo almeno 12 milioni di persone, spesso costrette a cercare rifugio nei campi profughi al confine con il Kenya. Come sempre accade in queste emergenze umanitarie, sono i più deboli, i bambini ad essere maggiormente esposti ai rischi della malnutrizione e alle malattie. Michele Raviart ne ha parlato con Roberto Salvan, direttore generale di Unicef Italia:
R. – Ci si trova di fronte a cifre veramente enormi, soprattutto nella Somalia meridionale: ormai, sono 15 ogni diecimila i bambini nella fascia di età da zero a cinque anni che muoiono ogni giorno: è un tasso di mortalità molto elevato. Per dichiarare lo stato di carestia, “bastano” quattro bambini su diecimila che muoiono ogni giorno e qui siamo arrivati a 15. Questo perché si fa molta fatica a raggiungere tutti i villaggi, tutte le aree dove ci sono bambini che sono rimasti con le loro mamme e non hanno avuto la capacità, la forza di spostarsi verso il Kenya o verso l’Etiopia. E ciò, nonostante l’impiego enorme di operatori umanitari e di organizzazioni che sono sul terreno.
D. – Questi bambini, spesso già malnutriti, partono per un viaggio molto lungo per raggiungere i campi profughi. Lì, che situazione trovano?
R. – Certamente, per chi ha avuto la forza di camminare per 20 o 25 giorni a piedi, senza cibo e senza acqua, i campi sono la soluzione dei problemi. Per questo, la comunità internazionale – tramite le organizzazioni che stanno intervenendo – stanno facendo arrivare nei campi cibo, medicinali e tutto quello che serve.
D. – C’è il rischio che questi bambini vengano arruolati come bambini soldato, magari in cambio di cibo?
R. – Certamente! Esistendo un conflitto militare, soprattutto i ragazzi adolescenti facilmente potrebbero essere arruolati, se non controllati e inseriti all’interno di un nucleo familiare, perché le persone armate hanno sempre con facilità accesso al cibo.
D. – Uno degli altri problemi, oltre la fame, è la carenza di istruzione …
R. – Questa carestia, purtroppo, toglierà i bambini dalle scuole, quelle poche che erano attive; soltanto il 20-25 per cento dei bambini e delle bambine avevano accesso all’istruzione, in Somalia. Se non si interviene ora, cercando di garantire nei campi, o nelle aree dove è possibile farlo, l’istruzione di base per tutti i bambini e le bambine che sia possibile raggiungere, il dopo-emergenza porterà una situazione ancora più grave. Per questo, anche l’impegno ad attivare i servizi scolastici, a formare e convincere gli insegnanti a tornare a scuola e ad essere, in qualche modo, pagati dallo Stato di Mogadiscio, è un elemento fondamentale per il futuro di questo Paese.
D. – Allo stato attuale, quanto pensate che possa durare l’emergenza?
R. – Se piove ad ottobre e se piove in modo copioso, i primi raccolti si potranno avere entro la fine dell’anno; ma se non piove ad ottobre, la situazione diventa davvero molto drammatica. Si continueranno a subire i danni della carestia almeno fino a metà del 2012. (gf)
Libia: i ribelli avanzano, ma permangono le divisioni nel fronte anti-Gheddafi
◊ Si combatte ancora in Libia, dove i ribelli, nelle ultime ore, sembrano avere preso il controllo del centro di Zawiyah, città strategica per l'avanzata verso Tripoli. Intanto la Nato ha bombardato per errore un carro armato del quale si erano impadroniti gli insorti, uccidendo quattro persone. L'esito del conflitto resta tuttavia incerto e non mancano le divisioni tra gli insorti. Per descrivere la situazione attuale in Libia, Irene Pugliese ha intervistato Gianandrea Gaiani, esperto di analisi storico-strategiche e studio dei conflitti:
R. – Gli insorti, sul piano militare, sono molto divisi e soprattutto hanno il loro unico punto di forza nel supporto aereo che la Nato sta loro offrendo; con almeno 40 brigate per lo più di costituzione tribale che compongono questa “armata Brancaleone” dei ribelli in Cirenaica e in Tripolitania, divise tra loro e spesso anche incattivite tra loro per i sospetti che qualcuno di questi gruppi in realtà collabori ancora sottobanco con il governo di Gheddafi, o che ogni tribù cerchi di guadagnare posti in vista di una probabile caduta del regime.
D. – Cosa può provocare, questo stallo nel conflitto?
R. – Prolungandosi questo periodo di incertezza politica e militare, si favorisce una destabilizzazione dell’area. Questo significa che in futuro si potranno avere di fronte alle coste italiane anche focolai di terrorismo islamista. Di certo, oggi due intelligence molto bene preparate e informate sulla lotta ai gruppi estremisti islamici – quella algerina e quella israeliana – riferiscono, con ampia documentazione, che molte armi degli arsenali di Gheddafi finiti sotto il controllo degli insorti vengono trafugate e portate ad Hamas, nella Striscia di Gaza, e alle milizie di al Qaeda, nel Maghreb islamico nel Sud dell’Algeria e nei Paesi del Sahel.
D. – In Occidente, intanto, si moltiplicano i dubbi su quel che accadrebbe dopo una conquista di Tripoli da parte degli insorti, e non c’è una visione condivisa sul da farsi. Quali sono gli scenari più probabili per il futuro di questo conflitto?
R. – C’è il serio rischio che questa campagna contro Gheddafi, se Gheddafi riuscirà a resistere ancora un mese o due, potrebbe esaurirsi per mancanza di forze: perché i ribelli sono più impegnati a farsi la guerra tra di loro che a combattere uniti Gheddafi, e perché gli europei si sono stancati, forse anche finanziariamente, di una guerra che non riescono a vincere. I ribelli non hanno capacità militari concrete. Per vincere questa guerra occorrerebbe uno sbarco di forze occidentali per prendere Tripoli. (gf)
◊ Una grande Croce luminosa, realizzata dai detenuti del carcere romano di Rebibbia, segnerà il transito del pellegrinaggio di questa notte al Santuario della Madonna del Divino Amore. L’evento, come da tradizione, prenderà il via alle 24 da Piazza di Porta Capena a Roma e giungerà alle 5 del mattino al Santuario. Il pellegrinaggio, lo ricordiamo, si tiene anche il 7 dicembre, vigilia dell’Immacolata Concezione, ed ogni sabato dopo Pasqua fino all’ultimo di ottobre. Massimiliano Menichetti ha intervistato don Pasquale Silla, rettore del Santuario:
R. – Questo pellegrinaggio acquista un particolare significato, specialmente in questo nostro tempo, quando il mondo è inquieto, le comunità sono tutte un po’ preoccupate per tanti motivi… e quindi il pellegrinaggio vuole essere anche un simbolo: è possibile uscire dalla notte, uscire dal caos, uscire dall’inquietudine per approdare alla luce. Bisogna cercarla, però, la luce. Allora il pellegrinaggio si affida all’intercessione materna di Maria.
D. – Un pellegrinaggio, dunque, che fisicamente arriva al Santuario del Divino Amore ma che altrettanto concretamente si incardina nel seno di Maria …
R. – Maria ha affrontato la Croce; intrepida è stata presso la Croce di Gesù, è rimasta in piedi: ha avuto la certezza che dalla Croce sarebbe scaturita la salvezza. Così, anche il cristiano non si deve spaventare di fronte alle difficoltà. Con il pellegrinaggio passiamo davanti alle Fosse Ardeatine, che ci ricordano la violenza del passato ma ci riporta anche – purtroppo – in tante attuali situazioni di violenza nel mondo, dalla fame, alle guerre, alle sommosse … Il cristiano deve intensificare la preghiera per trovare il modo non solo di uscirne fuori, ma di trovare soluzioni positive.
D. – Dunque, affidarsi alla Vergine non è un demandare a Lei le responsabilità, ma diventare soggetti attivi in prima persona …
R. – Non è Lei che viene a sostituirsi alle nostre responsabilità, ma ci aiuta a comprendere. Lei è chiamata il faro, la sicura speranza per il pellegrinante popolo di Dio che è la Chiesa: la Chiesa in cammino nel mondo, e vorrebbe sempre di più poter aiutare l’umanità ad essere se stessa.
D. – Il pellegrinaggio termina al Santuario del Divino Amore alle cinque del mattino di lunedì, in una cornice molto suggestiva …
R. – E’ molto suggestiva perché il nostro Santuario ha tutte le pareti a vetro, colorate, artistiche. Dunque, il cambiamento dalla notte al giorno avviene proprio durante la Messa. Sembra proprio che l’Eucaristia, questa forza trasformante, faccia passare l’uomo dalle tenebre alla luce, dalla notte al giorno, ma anche dalla stanchezza alla speranza di un riposo dopo la fatica. Diventa veramente molto suggestivo e coinvolgente.
D. – L’inizio di questo pellegrinaggio risale al 1919: che cosa è cambiato in questi anni?
R. – Due caratteristiche veramente eccezionali, a mio avviso: innanzitutto, non è una gita, il pellegrinaggio; è veramente un cammino di fede, di preghiera. E l’altra caratteristica, che stiamo scoprendo ancora di più in questi ultimi tempi, è la partecipazione dei giovani e degli stranieri.
D. – Qual è il suo auspicio per questa notte in cui camminerete e pregherete verso il cuore di Maria, affidandovi a Gesù?
R. – L’augurio che la Madonna assunta in Cielo brilli davanti a tutti noi quale segno di sicura speranza e di consolazione. E l’auspicio sarebbe questo: che Roma voglia prendere coscienza di questa opportunità che viene offerta, perché questo pellegrinaggio del 15 agosto è singolare, ma tutti i sabati – da Pasqua alla fine di ottobre – il pellegrinaggio alla Madonna del Divino Amore è anche una sfida. Perché non camminiamo anche noi? (gf)
Campagna dell'Ospedale Bambino Gesù per sensibilizzare i giovani alla donazione del sangue
◊ Sensibilizzare i giovani alla donazione del sangue. E’ la sfida che l’Ospedale Bambino Gesù ha lanciato in questi giorni. Si stima che il fabbisogno italiano sia di 2 milioni 400 mila unità all’anno e spesso questo traguardo non viene raggiunto; tra le priorità anche quella di aumentare il numero dei donatori abituali. Ricordiamo che per diventare donatore bisogna avere un’età compresa tra i 18 e i 60 anni ed essere in buono stato di salute. Camilla Spinelli ha intervistato il prof. Giancarlo Isacchi, responsabile del Servizio Immunotrasfusionale dell’Ospedale Bambino Gesù.
R. – Crediamo fermamente che il problema legato all’autosufficienza di sangue e di emo- componenti passi necessariamente per un’opera educazionale a livello giovanile. Questa è una politica che stiamo portando avanti da più tempo, anche in soggetti più giovani, in coloro che poi a 18 anni possono donare, quindi in bambini che poi arriveranno ad essere donatori dopo, ma che intanto possono anche loro svolgere un ruolo importante verso i genitori, perché se sono giovani a donare, lo faranno giovani anche i genitori.
D. – Secondo lei, manca un po’ la cultura della donazione in Italia?
R. – Si sta acquisendo rispetto ad epoche passate una maggiore cultura della donazione. La sensibilità, però, varia purtroppo ancora a seconda delle regioni. Vi sono segnali positivi nelle regioni centro-meridionali, dove la richiesta di sangue è maggiore. Significativa è anche la sensibilità a partire dalla Toscana, dall’Emilia-Romagna, e dal Veneto... Negli ultimi tempi, comunque, c’è un calo delle donazioni anche in regioni che prima erano fortemente autosufficienti.
D. – Il donatore abituale sa in che cosa consiste la donazione, poi c’è chi si avvicina per la prima volta e chi ha delle resistenze...
R. – Spesso le persone dicono: “Io non voglio avere a che fare con il sangue, non mi parlate di sangue”. Ci sono dei soggetti per i quali accostarsi a donare il sangue costituisce un impatto dal punto di vista emotivo molto forte, ma nella maggior parte dei casi questo ostacolo si supera molto facilmente. Le donne sono bravissime in questo, rispetto agli uomini, anche se la legge stabilisce che l’uomo può donare quattro volte l’anno e la donna, per ovvie ragioni, specialmente nell’età fertile, soltanto due volte l’anno. Ci sono persone che, interessate direttamente da patologie che colpiscono qualche familiare o qualche bambino, vengono a donare dopo che si sono rese conto della necessità che noi abbiamo di avere sangue a disposizione e da quel momento diventano donatori costanti, anche quando il loro figlio non ha più bisogno di sangue.
D. – Mi racconta un caso emblematico di questa campagna?
R. – Un genitore, nostro donatore volontario periodico, è venuto a donare, accompagnato dal figlio, e ha detto: “Come ha fatto mio padre nei miei confronti, così io faccio con mio figlio. Ha compiuto 18 anni due giorni fa e come segnale di avvenuta maturità lui viene e dona il sangue”. Questo è quello che noi perseguiamo! (ap)
La Passione di Cristo in volgare italiano al Festival abruzzese "Pietre che cantano"
◊ I principali enti culturali abruzzesi portano in scena, questa sera, nella splendida cornice di Santa Maria Assunta a Bominaco, la più antica Passione di Cristo in volgare italiano, dal titolo “Ore plangamo de lu Siniore”, conservata all’Aquila nel Codice di Celestino V. La rappresentazione è frutto di un’attenta ricostruzione musicale e drammaturgica dello storico Francesco Zimei ed è affidata all’esecuzione dei musicisti-attori della Compagnia “Hora decima” nell’ambito del festival “Pietre che cantano”, in corso nell’aquilano. Il servizio di Gabriella Ceraso:
La Passione di Cristo, dal suo arresto fino alla sepoltura: questo narra il testo in volgare italiano, in strofe di quartine monorime, dell’ultimo quarto del Duecento appartenuto a Pietro del Morrone, Papa col nome di Celestino V. Era un testo recitato dai giullari, cui si accompagnava una melodia che il musicologo Francesco Zimei ha identificato e decifrato, regalando alla storia della musica una rarità:
“Intanto è la più antica melodia in lingua italiana finora identificata, associata ad un componimento giullaresco, la cui stesura risale intorno al 1150. Quindi questo sposta di molto indietro le lancette sull’origine della lingua italiana nella sua forma cantata”.
Da qui l’idea di portare in scena quella che risulta essere la più antica Passione, scritta in volgare, in cui tutto - gesti, movenze, costumi e strumenti musicali - è tratto dall’iconografia e dalle tradizioni medioevali. Il risultato non è una semplice rappresentazione:
“Si tratta di un rito collettivo a tutti gli effetti e non di una ricostruzione filologica della Passione di Cristo come potrebbe essere in un film: è la riproposizione di uno spettacolo di 800 anni fa”.
Nell’allestimento trova spazio un’altra rarità assoluta: prevista infatti, oltre alle voci narranti e a quella della Vergine, la presenza, nel ruolo di Cristo di un Crocifisso ligneo con le braccia snodabili, copia di un originale del 1200. E questo è il primo spettacolo in tempi moderni a recuperarne l’uso nelle sue valenze sceniche originali. Ancora Francesco Zimei:
“Tutta la Passione si svolge, così come si doveva svolgere un tempo, con dei giullari che cantano intorno a questa scultura scenica, alta tre metri: nella prima parte con la statua del Cristo in Croce; nella seconda parte, con la sua deposizione, in attesa di essere portato - alla fine - in processione”.
L’esecuzione è affidata ai musicisti della Compagnia “Hora decima”, così come un tempo era affidata ai giullari: non semplici saltimbanchi da strada, ma veri e proprio professionisti della cultura medioevale e popolare
“I giullari sono anche grandi cantori ed esecutori, che hanno però questa caratteristica: di cantare cose che sono popolari. Quindi con 'giullare' non vogliamo indicare nessun degrado nell’esecuzione di una Passione, ma semplicemente restituire all’interprete la dignità che egli aveva”. (mg)
Gmg: Messa del cardinale Varela nella Parrocchia della Vergine “de La Paloma” di Madrid
◊ Il cardinale Antonio María Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, celebra domani la Santa Messa nella parrocchia della Vergine “de La Paloma” di Madrid, in occasione della solennità patronale dell’Assunta. Le celebrazioni mariane di domani affideranno all’intercessione della Beata Vergine i giovani pellegrini e tutti i volontari della Gmg, affinché vivano l’esperienza come incontro personale con il Cristo Risorto e traggano abbondanti frutti spirituali dal Magistero del Santo Padre e dei vescovi riuniti intorno al Successore di Pietro. Particolarmente venerata dal popolo madrileno sotto il titolo di “Paloma” (colomba), simbolo di purezza e di pace, come indicano le molteplici citazioni bibliche, Maria Santissima viene celebrata nel momento della gloria, l’ascesa al cielo in anima e corpo, il volo più alto della “colomba”. Una festa amatissima dai cristiani di Oriente e di Occidente, che in questa parrocchia madrilena trova uno speciale riferimento devozionale: un’antica tela della “Madonna della Solitudine” con le mani giunte, un lungo rosario al collo, abiti monacali e una preziosa corona intorno al capo. La tela venne rinvenuta nel 1787 accanto all’uscio di casa da Isabel Tintero, una devota madrilena, che la collocò all’ingresso dell’edificio. Davanti al fiorire del culto per la Vergine “de la Soledad de La Paloma” venne costruita una prima cappella, che si rivelò presto insufficiente a contenere il gran numero di fedeli. Si progettò quindi la costruzione di un tempio di maggiori proporzioni, che venne inaugurato dai Reali di Spagna nel 1912. Sull’origine della tela le opinioni divergono: mentre alcuni storici dell’arte la ritengono il ritratto di una monaca vissuta a metà del Cinquecento in un convento di Burgos e morta in fama di santità, altri attribuiscono il dipinto ad Alonso Cano, maestro del barocco spagnolo, o ad uno dei discepoli della sua bottega. (M.V.)
Gmg: a Madrid, la mostra internazionale della Comunità missionaria di Villaregia
◊ Una mostra internazionale missionaria e interattiva, arricchita da testimonianze di giovani dal Brasile, dalla Costa d’Avorio e dal Perù, con l’invito a centinaia di migliaia di giovani a diventare “missionari senza frontiere”, nel mondo. L’esposizione, ideata dalla Comunità missionaria di Villaregia (www.cmv.it), sbarca a Madrid, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà dal 16 al 21 agosto. Un percorso interattivo in cinque lingue – italiano, spagnolo, inglese, portoghese e francese – distribuito lungo quattro padiglioni, arricchiti da oltre quaranta pannelli fotografici. La mostra si terrà nella Plaza de la Indipendencia, nel cuore di Madrid, a pochi passi da Plaza de Cibeles. La mostra, intitolata “Uno per il mondo” per riprendere lo slogan-carisma della Comunità di Villaregia (“Uno perché il mondo creda”), si snoda in un ‘viaggio’ che consente ai visitatori di passare da una fase più materialistica e legata a preoccupazioni e sfide quotidiane, ad una di incontro con Gesù, fino ad arrivare all’invito a essere missionari e testimoni in ogni angolo del mondo. Si parte con il primo stand dove vengono presentate fotografie e scritte provocatorie. Da un lato il desiderio e il sogno di realizzare una vita piena e felice, dall’altro la sfida quotidiana di una realtà difficile: sballo/infelicità, consumismo/povertà, desiderio di relazioni vere/conflitto, impegno nella formazione/precarietà lavorativa. Il secondo stand propone alcune vie per vivere il presente e le sfide quotidiane in una prospettiva di fede. Nel terzo stand vengono presentate le testimonianze di alcuni giovani. Il percorso si conclude con uno stand che illustra la storia di carismi e movimenti. La Comunità di Villaregia – rende noto il sito Korazym - sarà presente a Madrid con più di 160 giovani. Ci sarà anche uno “stand vocacional”, al Parque del Retiro, per far conoscere la Comunità missionaria e il suo carisma. (A.L.)
Gmg: oltre 6 mila i giovani canadesi a Madrid
◊ Saranno più di 6 mila i giovani canadesi che si recheranno a Madrid per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù. Ad accompagnarli saranno cento sacerdoti, una trentina di seminaristi e 24 vescovi. Il 16 agosto i pellegrini si ritroveranno al "Pavillon Palacio de Deportes di Madrid", rinominato per l’occasione “Love and Life Site”, per partecipare ad un incontro nazionale che prevede momenti di preghiera, musica e testimonianze. La celebrazione di apertura dell’incontro sarà presieduta dall’arcivescovo di Ottawa, mons. Terrence Thomas Prendergast. Il vice presidente della Conferenza episcopale canadese, mons. Richard Smith, darà inoltre il benvenuto ai partecipanti a nome dei vescovi. Saranno presenti anche l’ambasciatore canadese in Spagna, Graham Shantz, e il console spagnolo in Canada, Francisco Pascual de la Parte. Dal 17 al 19 agosto sono in programma tre giornate di catechesi sul tema della Gmg “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”. Diversi momenti della Gmg saranno trasmessi in diretta in Canada dalla catena televisiva cattolica "Sel et Lumière"(Salt and Light) e in streaming sul suo sito Internet www.seletlumieretv.org. (L.Z.)
Diecimila firme per la restituzione di una chiesa ai cattolici ucraini
◊ Più di diecimila firme a Sebastopoli, in Ucraina, a favore della restituzione ai fedeli cattolici della chiesa dedicata a San Clemente I: è il grande risultato della campagna di informazione promossa a luglio dalla locale comunità cattolica, riferito — secondo quanto riporta il "Religious information service of Ukraine" ripreso dall’Osservatore Romano — da padre Yurii Ziminskyi, decano dei sacerdoti presenti nella città della Crimea. Duemila adesioni sono venute da ospiti e stranieri, le restanti da residenti, e l’opinione degli abitanti di Sebastopoli, ha spiegato padre Ziminskyi, "è molto importante per no". L’obiettivo era far capire alla gente che, fino al 1936, fino cioè alla confisca operata durante il regime staliniano, al posto del cinema "Amicizia", che occupa gran parte dell’edificio, c’era la chiesa di San Clemente. Proprio nel cinema, i parrocchiani hanno creato un piccolo padiglione dove hanno attaccato foto della chiesa risalenti al periodo compreso fra il 1912 (anno della sua costruzione) e il 1944 (anno in cui fu danneggiata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale). Il padiglione ha inoltre ospitato la raccolta di firme per il completo ritorno del luogo di culto alla Chiesa cattolica. Non è da ieri che la piccola comunità di rito latino si batte, con piene ragioni, per riavere San Clemente. La chiesa, circa dieci anni fa, è stata infatti restituita ai cattolici con un decreto del presidente della Repubblica, ma le autorità locali sembrano non riconoscere il provvedimento e continuano a utilizzare l’edificio per altre attività, costringendo i cattolici a celebrare il Natale e la Pasqua per strada, davanti al cinema.
“Figli in cielo”, da 20 anni un cammino di fede accanto a chi ha perso una persona cara
◊ Sono passati 20 anni dalla nascita di “Figli in cielo”, cammino di fede e di preghiera diffuso ormai in tutte le diocesi italiane, istituito originariamente per i genitori che hanno perso un figlio. Un cammino – ricorda la psicologa e psicoterapeuta Andreana Bassanetti, esteso poi a tutte quelle persone che hanno perso una persona cara come, ad esempio, il marito, il fidanzato, il fratello, il compagno di scuola o di lavoro. Per fare il bilancio dei primi 20 anni di attività e lanciare le linee future si è tenuto recentemente un incontro presso il monastero benedettino San Giuseppe di Assisi. “Nel silenzio e nella pace – sottolinea Andreana Bassanetti, che nel 1991 ha fondato a Parma ‘Figli in cielo’ dopo la morte della figlia Camilla – Dio ha parlato al nostro cuore”. “Il nostro grande dolore e lo sconforto quotidiano – aggiunge – sono stati trasformati, trasfigurati dal Suo immenso e straripante amore”. “Il nostro carisma – conclude Andreana Bassanetti, le cui parole sono state riprese da Avvenire – si fonda sul ministero della consolazione e della speranza, perché ogni genitore aiuti gli altri a superare il dolore più terribile per una mamma e per un papà: la perdita di un figlio”. (A.L.)
Diocesi di Vercelli in pellegrinaggio a Lourdes
◊ Sono oltre 650 i partecipanti al pellegrinaggio della diocesi di Vercelli a Lourdes, organizzato in questi giorni dall’Opera federativa trasporto ammalati (Oftal). Oltre ai 220 malati, ci sono 228 membri del personale di assistenza, farmacisti, infermieri, pellegrini e sacerdoti. I partecipanti al pellegrinaggio sono accompagnati da mons. Enrico Masseroni, arcivescovo di Vercelli. E’ significativa la presenza di 27 giovani, tra cui due suore e un seminarista, provenienti da Nazareth. L’Oftal – ricorda Avvenire - è nata nel 1910 da un’intuizione di mons. Alessandro Rastelli. L’anno prossimo festeggerà l’80.mo anniversario del primo treno diretto a Lourdes. (A.L.)
Brasile, al via la Settimana nazionale della famiglia
◊ Riflettere sull’importanza della famiglia per lo sviluppo della persona e della società: con questi obiettivi si svolge in Brasile, fino al 20 agosto, la Settimana nazionale della famiglia. L’evento è promosso dalla Commissione episcopale per la Vita e la Famiglia e dalla Commissiona nazionale della Famiglia. L’evento, che ha luogo ogni anno ad agosto, mese delle vocazioni, ha come tema “Famiglia, persona e società”. Per l’occasione, la Chiesa locale ha preparato un sussidio intitolato “È l’ora della famiglia”. Giunto alla 15.ma edizione e aggiornato annualmente, il volume contiene suggerimenti per le celebrazioni della settimana, riflessioni sulla Festa della mamma, la Festa del papà, la Giornata dei catechisti, la Giornata dei nascituri, ed altre particolari ricorrenze. “Quando una famiglia cristiana festeggia – dice don João Carlos Petrini, presidente della Commissione episcopale organizzatrice dell’evento – celebra il dono della vita e il dono della fede che ciascuno ha ricevuto”. “Celebra il dono dell’amore coniugale, il dono della maternità e paternità, il dono del Sacramento del matrimonio”. “Pertanto, festeggia il dono della presenza di Gesù Cristo nella vita familiare”. La Settimana nazionale della famiglia in Brasile farà, idealmente, da ponte al settimo Incontro Mondiale delle Famiglie, che avrà luogo dal 30 maggio al 3 giugno 2012 a Milano, sul tema “La famiglia, il lavoro e la festa”. (I.P.)
Malaysia: Giornata per la donazione del sangue e degli organi
◊ La Commissione per lo sviluppo umano integrale (Ihd) della "Chapel of Kristus Aman", comunità cattolica malaysiana di Taman Tun Dr. Ismail - cittadina nei pressi della capitale della Malaysia, Kuala Lumpur - ha promosso per oggi una Giornata dedicata alla donazione del sangue e degli organi. La Malaysia è una nazione a larga maggioranza islamica e durante il Ramadan, il mese dedicato dai musulmani al digiuno e alla preghiera, le donazioni diminuiscono in modo sensibile. Le banche del sangue si svuotano e la comunità cattolica intende così sopperire alle necessità con una iniziativa aperta a tutti i fedeli. Otre alla raccolta di sangue – ricorda AsiaNews - si cerca anche di sensibilizzare la popolazione alla donazione di organi, una pratica poco comune in Asia. La Malaysia, in particolare, registra un numero molto basso di donatori: secondo le statistiche del "National Transplant Resource Centre", dal 1997 al 31 maggior 2011 solo 196 mila persone hanno deciso di iscriversi alle liste dei donatori. La Chiesa cattolica sostiene con forza le iniziative volte alla raccolta del sangue e le campagne di sensibilizzazione per la donazione degli organi. La giornata organizzata dalla "Chapel of Kristus Aman" è aperta non solo ai fedeli, ma anche ai loro parenti e amici non cristiani. Per maggiori informazioni sulla raccolta è possibile visitare il sito web della parrocchia all’indirizzo www.kristusaman.com. (I.P.)
Siria: bombardato il porto di Latakia, numerose vittime tra i civili
◊ In Siria, si continua a combattere nella città di Latakia, il principale porto del Paese, dove secondo l'Osservatorio siriano dei diritti umani si contano 21 persone uccise e decine di feriti. A sparare sono state le navi da guerra dell’esercito siriano che, insieme ad alcuni carri blindati, hanno aperto il fuoco su due distretti residenziali della città, luogo di origine della famiglia del presidente Al-Assad. Inoltre, nella notte, le forze governative hanno proceduto ad una serie di arresti su larga scala alla periferia di Damasco. Nei due distretti, isolati dalle comunicazioni, sono stati uditi colpi di arma da fuoco.
Stati Uniti-presidenziali
E’ entrata nel vivo negli Stati Uniti la corsa del Partito repubblicano per decidere chi sarà lo sfidante di Barack Obama alle elezioni presidenziali del 2012. Ieri, il primo sondaggio elettorale nello Stato dell’Iowa, mentre il governatore del Texas, Rick Perry, irrompe nella scena politica annunciando la sua candidatura. Il servizio di Michele Raviart.
“E’ ora che l’America torni al lavoro”. Con questo slogan il governatore repubblicano del Texas, Rick Perry, ha lanciato la sfida alla Casa Bianca, proponendosi come uno degli avversari più credibili di Barack Obama per le presidenziali del prossimo anno. Perry, forte dei risultati economici dello Stato del sud, in contro tendenza rispetto al resto degli Stati Uniti, ha accusato Obama di aver messo in pericolo il ruolo dell’America nel mondo grazie alla sua “disastrosa politica economica” e l’”incoerente pasticcio che chiama politica estera”. L’annuncio di Perry, numero due di George W. Bush quando era governatore del Texas, è arrivato mentre in Iowa si teneva il primo test elettorale tra le file repubblicane. Lo “straw-poll”, poco più di un sondaggio ma dall’alto valore simbolico, ha visto la vittoria di Michele Bachmann, leader dei Tea Party. La deputata ha battuto altri cinque candidati, tra cui Ron Paul, convinto sostenitore dell’isolazionismo americano e l’ex governatore del Minnesota Tim Pawlenty. Ma la corsa del “Grand Old Party” repubblicano alle presidenziali del 2012 è appena iniziata e Mitt Ronney, mormone ex-governatore del Massachussets, sembra ancora il favorito dei sondaggi.
Afghanistan
Un attentato kamikaze ha colpito l’ufficio del governatore della provincia di Parwan, a nord di Kabul, causando 19 vittime e 37 feriti. L’attacco, rivendicato dai talebani, è stato sferrato da cinque persone che hanno ingaggiato uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza del governatore, che si trovava in riunione nell’edificio. Intanto, nel Sud del Paese un soldato britannico è stato ucciso da un ordigno artigianale durante un pattugliamento, mentre un soldato francese è stato colpito da un proiettile in una missione d’appoggio all’esercito afgano.
Pakistan
Un albergo è crollato in seguito ad un’esplosione a Dera Allah Yar, nella provincia sudoccidentale del Balucistan. Il bilancio è di 12 morti e 32 feriti. Nessuno ha rivendicato l’attacco, anche se la polizia sospetta che dietro la bomba ci sia la mano dei separatisti della regione. Scontri anche nel Waziristan del Nord, al confine con l’Afghanistan, dove un commando di talebani pachistani ha attaccato un reparto militare, uccidendo 4 soldati e ferendone 24.
Londra
Tolleranza zero contro i teppisti e una serie di provvedimenti volti a rafforzare le famiglie in difficoltà. Così il premier britannico David Cameron, in un’intervista al "Sunday Telegraph", ha illustrato le linee generali del governo per evitare il ripetersi degli scontri dei giorni scorsi. Nella notte, intanto, due giovani sono stati incriminati per l’omicidio di tre persone durante i disordini di mercoledì a Birmingham. Le vittime, di origine asiatica, sono state travolte da un’auto mentre sorvegliavano il loro negozio dal rischio saccheggi.
Italia - sbarchi
Oltre 400 persone sono sbarcate tra questa notte e questa mattina sulle coste di Lampedusa. Due le imbarcazioni intercettate dalla Guardia di Finanza e dalla Capitaneria di Porto, mentre altri 377 immigrati sono stati soccorsi in acque maltesi e portatati sull’isola di Malta dalla marina italiana. Due barche sono invece arrivate a Capo Teulada, nel sud-ovest della Sardegna, con a bordo 48 algerini. Gli uomini sono stati trasportati a terra dalla Guardia Costiera e portati nel centro di accoglienza di Elmas.
Norvegia
Behring Brievik, autore del massacro che il 22 luglio scorso è costato la vita a 69 ragazzi, è ritornato sull’isola di Utoya. Il 32enne è stato scortato sul luogo della strage dalla polizia, per spiegare le dinamiche dell’eccidio. Brievik è stato sull’isola per otto ore e la sua ricostruzione è stata filmata. Secondo la stampa norvegese il video potrà essere usato come prova nel processo.
Myanmar
La leader dell’opposizione birmana Aung San Suu Kyi ha compiuto questa mattina la sua prima uscita “politica” dalla sua liberazione. Ad attenderla a Bago, città distante ottanta chilometri dalla capitale, oltre duecento simpatizzanti. La donna, premio Nobel per la pace, visiterà un monastero, inaugurerà una biblioteca ed incontrerà alcuni giovani birmani. (A cura di Michele Raviart)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 226