Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 11/08/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI: Indulgenza plenaria ai partecipanti alla Gmg. Don Serretti: significa cambiare vita
  • Il dicastero per le Comunicazioni sociali lancia un social network fotografico per i giovani della Gmg
  • Nomina
  • Memoria di Santa Chiara. Il Papa: una donna coraggiosa che ha cambiato il mondo in meglio
  • Dichiarazione di padre Lombardi sulle notizie relative alla restituzione di beni alla Parrocchia di Dajla in Croazia
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Per 2 miliardi di persone nel mondo non c’è libertà religiosa: i cristiani sono i più perseguitati
  • Mercati ancora instabili mentre da Italia e Francia si aspettano riforme sul debito
  • Gli scontri in Somalia aggravano l'emergenza carestia
  • La protesta degli studenti in Cile. I vescovi: frutto dell'ingiustizia sociale
  • La crisi in Italia e il ruolo dei cattolici: intervista con Edoardo Patriarca
  • Chiesa e Società

  • Appello per l’Africa Orientale di Cafod, agenzia del Regno Unito di aiuto oltremare
  • Sudan: Sud Kordofan nuovo “punto caldo” della regione
  • I vescovi del Salvador preoccupati per gli effetti della crisi statunitense
  • Il Messico e altri 15 Paesi contro la nuova legge sull' immigrazione in Alabama
  • Bolivia: nella ricorrenza dell’indipendenza il cardinale Terrazas invita tutti a vivere il perdono
  • Colombia, al via il quinto Congresso nazionale di riconciliazione
  • Regno Unito: appello dei vescovi anglicani e cattolici per la fine degli scontri
  • A Madrid mostra di “Aiuto alla Chiesa che soffre” sui cristiani perseguitati nel mondo
  • É morto padre Joseph Dinh Huy Huong, sacerdote vietnamita testimone della carità di Cristo
  • Rapporto sulla povertà in Abruzzo e Molise: il ceto medio tende a scomparire
  • Conferito il mandato missionario ai mille giovani perugini che parteciperanno alla Gmg
  • 24 Ore nel Mondo

  • Gran Bretagna: Cameron annuncia misure speciali
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI: Indulgenza plenaria ai partecipanti alla Gmg. Don Serretti: significa cambiare vita

    ◊   Il Papa ha concesso il dono dell’Indulgenza plenaria a quanti si recheranno in spirito di pellegrinaggio a Madrid in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù in programma dal 16 al 21 agosto. La Penitenzieria Apostolica ha pubblicato il relativo Decreto in cui si stabilisce anche che “potranno conseguire l’Indulgenza parziale tutti coloro che, ovunque si trovino, pregheranno per i propositi spirituali di questo incontro e per il suo felice esito”. Per ottenere l’Indulgenza occorre confessarsi, ricevere la Comunione e pregare secondo le intenzioni del Papa con la volontà di non peccare più. Ma come spiegare ai giovani la dottrina delle Indulgenze? Sergio Centofanti lo ha chiesto a don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:

    R. - La logica dell’indulgenza è una logica di purificazione ed è quindi una logica di santificazione. Quindi i giovani sono invitati, in questo cammino di ripresa, in questo pellegrinaggio, che è simbolo della vita dell’uomo e del cristiano, a ricuperare questa dimensione di pienezza e di amicizia con il Signore, che è impossibile finché nella nostra vita resta qualcosa che è contrario a Lui: il peccato è proprio questo! Per questo si richiede il distacco interiore da ogni forma di peccato, anche la più veniale e anche la più leggera.

    D. - Quindi l’indulgenza si inserisce in un cammino di purificazione, come diceva Gesù: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”…

    R. - Per noi il cammino di purificazione e di santificazione significa un cammino di conformazione a Lui. Questo chiede il cambiamento della vita. Una delle caratteristiche principali di questi incontri di giovani e in particolare della Giornata mondiale della gioventù è proprio questo: sono occasioni di incontro forte, vero, pieno, che inducono, che provocano un cambiamento radicale della propria vita. Siamo nell’ordine della conversione: l’indulgenza è un segno di misericordia che apre ancora di più il nostro cuore in vista proprio del cambiamento, sempre più completo, sempre più totale, sempre più pieno e perfetto, della nostra vita. (mg)

    inizio pagina

    Il dicastero per le Comunicazioni sociali lancia un social network fotografico per i giovani della Gmg

    ◊   Mancano appena 5 giorni all’inizio della Giornata mondiale della gioventù di Madrid. Nella capitale spagnola sono attesi oltre un milione di giovani, la maggior parte europei. Ma non mancano cospicue delegazioni provenienti dagli altri continenti. Prima di incontrare il Papa a Madrid numerosi gruppi di giovani extraeuropei stanno facendo tappa a Roma per pregare sulla Tomba degli Apostoli Pietro e Paolo. Paolo Ondarza ha incontrato un gruppo di pellegrini sudcoreani. Ascoltiamo le lore testimonianze:

    R. - (Parole in sudcoreano)
    Siamo un gruppo di catechisti in servizio da oltre sette anni. La nostra diocesi ci ha premiato per questo nostro impegno: il vescovo ci ha dato, infatti, la possibilità di partecipare alla Gmg di Madrid. Ho approfittato subito di quest’occasione unica, in cui potrò condividere la mia fede con i giovani di tutto il mondo.

    R. - I nostri giovani hanno sempre espresso il desiderio di incontrare altri giovani, che seguono la Parola del Signore. Quindi per noi è un’occasione per condividere la nostra esperienza di fede.

    D. - Come vi siete preparati a questo incontro con il Papa?

    R. - Ci siamo preparati per quasi un mese per partecipare alla Gmg; abbiamo pregato molto.

    R. - Mi sono preparata nel corso di tutto l’anno pregando: sono desiderosa di vedere come i giovani di tutto il mondo vivono la fede cristiana.

    D. - E perché, secondo voi, sono importanti questi incontri con i giovani di tutto il mondo?

    R. - Possiamo incontrare il Papa e possiamo anche accendere la nostra fede in Dio… Speriamo di incontrare Dio durante questa Gmg.

    R. - Perché ai nostri giorni, per i giovani, è difficile credere in Dio. E’ importante condividere questa esperienza con altri giovani per comprendere cosa pensano gli altri giovani, cosa credono gli altri giovani …

    D. - Questo incontro con il Papa per voi è anche un’occasione di ricarica per proseguire più forti e più saldi nella fede…

    R. - Certo, questa occasione è molto preziosa: vedremo il Papa, il Vicario di Cristo in terra. Sarà un grande incoraggiamento per me e per tutti noi. (mg)

    E a pochi giorni dall’apertura della Gmg di Madrid il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, con la collaborazione della Conferenza episcopale italiana, ha lanciato, sul portale vaticano Pope2you.net, il sito ‘Living World Faces’. Si tratta di una bacheca virtuale, un social network fotografico, attraverso il quale i giovani che saranno nella capitale spagnola potranno, inviando una loro foto, condividere la loro esperienza di fede, trasformandola in testimonianza. Una nuova iniziativa della Chiesa per rispondere all’appello rivolto da Benedetto XVI ai giovani affinché diventino evangelizzatori anche nei luoghi della comunicazione digitale. Fabio Colagrande ne ha parlato con don Paolo Padrini, Coordinatore del progetto Pope2You:

    R. - E’ uno spazio bello nel quale i giovani che parteciperanno alla Gmg di Madrid o che si stanno preparando, perché stanno già arrivando foto da gruppi che si stanno preparando per partire in questi giorni, potranno pubblicare le loro foto, condividendole con i loro amici su tutti i social network, su Facebook, su Google Class… In questo luogo diranno: “Io ci sono davvero: sono qui a Madrid”; e poi diranno anche “Io ci sono stato”. E successivamente li inviteremo a testimoniare quello che si sono portati a casa da questo magnifico evento. Quindi un luogo di ritrovo fatto di immagini, di fotografie, di volti, di sorrisi e di esperienze.

    D. - Tecnicamente come sarà possibile inserire la propria foto su questo sito?

    R. - E molto semplice. Naturalmente il portale di accesso - portale ormai famoso - è pope2you.net, all’interno c’è poi lo spazio che porta a questo grande sito di raccolta di immagini: è lì basta inserire la propria foto, mettere un titolo e un breve testo di commento, di suggerimento o - perché no? - di riflessione e quindi inviare e caricare poi questa foto. Le foto saranno raccolte poi dal nostro server, verranno gestite e andranno poi a comporre un vero e proprio mosaico: un mosaico che ha come sfondo il volto del Papa, di Benedetto XVI, il logo della Gmg e anche il volto - naturalmente - di nostro Signore Gesù Cristo.

    D. - Ma a Madrid ci sarà anche un team di pope2you che in qualche modo faciliterà questa partecipazione al sito?

    R. - Certo l’operazione è naturalmente un’operazione molto importante e quindi il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e la Cei - insieme - hanno voluto dedicare grandi energie per questo progetto: queste energie sfoceranno nei giorni della Giornata mondiale della gioventù in un team di professionisti, i quali si collocheranno - spostandosi di giorno in giorno - nelle zone più trafficate, con l’ausilio di postazioni mobili, all’interno delle quali sarà possibile realizzare immediatamente le proprie foto. I ragazzi avranno la possibilità in modo molto istantaneo e veloce di caricare al volo le loro fotografie direttamente su Internet, mandarle ai loro amici o utilizzarle anche come cartoline.

    D. - Sarà dunque un modo per testimoniare la propria fede, anche in luoghi virtuali in cui spesso di parla di altri temi?

    R. - Certo. Quello che noi vogliamo è riuscire a sfruttare questo momento per raccogliere più foto possibile. Spingeremo poi affinché queste foto vengano condivise dai ragazzi anche e soprattutto tornando nelle loro diocesi e diventare anche foto e strumenti di evangelizzazione: per far vedere che chi è andato alla Gmg è andato con grande gioia, ha trovato e troverà sicuramente grande speranze e ritornando con grande energia e carica testimoniale, che è quella di cui il mondo ha bisogno dai nostri ragazzi che saranno lì in questi giorni. (mg)

    inizio pagina

    Nomina

    ◊   Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Rabaul (Papua Nuova Guinea), presentata da mons. Karl Hesse, in conformità al canone 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede mons. Francesco Panfilo, Salesiano, coadiutore della medesima Arcidiocesi.

    inizio pagina

    Memoria di Santa Chiara. Il Papa: una donna coraggiosa che ha cambiato il mondo in meglio

    ◊   Oggi la Chiesa celebra la memoria di Santa Chiara d’Assisi. Il Papa – nell’udienza generale del 15 settembre dell’anno scorso l’ha definita “una delle Sante più amate”: “la sua testimonianza – ha affermato Benedetto XVI – ci mostra quanto la Chiesa tutta sia debitrice a donne coraggiose e ricche di fede come lei, capaci di dare un decisivo impulso per il rinnovamento”. Il servizio di Sergio Centofanti.

    Di Chiara d’Assisi il Papa ricorda il momento forte della conversione, avvenuta 800 anni fa: di nobile e ricca famiglia e destinata dai genitori ad un matrimonio con un importante esponente dell’aristocrazia, Chiara lascia tutto e si reca da San Francesco nella Porziuncola. Era la sera della Domenica delle Palme del 1211:

    “Nella commozione generale, fu compiuto un gesto altamente simbolico: mentre i suoi compagni tenevano in mano torce accese, Francesco le tagliò i capelli e Chiara indossò un rozzo abito penitenziale. Da quel momento era diventata la vergine sposa di Cristo, umile e povero, e a Lui totalmente si consacrava”.

    Chiara ha in Francesco d’Assisi non solo un maestro ma anche un amico fraterno:

    “L’amicizia tra questi due santi costituisce un aspetto molto bello e importante. Infatti, quando due anime pure ed infiammate dallo stesso amore per Dio si incontrano, esse traggono dalla reciproca amicizia uno stimolo fortissimo per percorrere la via della perfezione. L’amicizia è uno dei sentimenti umani più nobili ed elevati che la Grazia divina purifica e trasfigura”.

    Vive 40 anni nel Convento di San Damiano in totale povertà svolgendo i lavori più umili nonostante sia la superiora. Chiara si nasconde ma la sua luce illumina tutto il mondo:

    “Ed è proprio così, cari amici: sono i santi coloro che cambiano il mondo in meglio, lo trasformano in modo duraturo, immettendo le energie che solo l’amore ispirato dal Vangelo può suscitare. I santi sono i grandi benefattori dell’umanità!”.

    Il Papa cita le parole di Chiara a sant’Agnese di Praga, figlia del re di Boemia, che ne segue le orme, laddove parla di Cristo, suo diletto Sposo, “con espressioni nuziali – rileva Benedetto XVI - che possono stupire, ma che commuovono”:

    “Amandolo, siete casta, toccandolo, sarete più pura, lasciandovi possedere da lui siete vergine. La sua potenza è più forte, la sua generosità più elevata, il suo aspetto più bello, l’amore più soave e ogni grazia più fine. Ormai siete stretta nell’abbraccio di lui, che ha ornato il vostro petto di pietre preziose… e vi ha incoronata con una corona d’oro incisa con il segno della santità” (Lettera prima: FF, 2862)”.

    inizio pagina

    Dichiarazione di padre Lombardi sulle notizie relative alla restituzione di beni alla Parrocchia di Dajla in Croazia

    ◊   Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, rispondendo a domande dei giornalisti, è intervenuto oggi sulle notizie circa un annullamento o “costatazione di nullità”, da parte del Ministero della Giustizia croato, di decisioni già approvate negli anni scorsi dall’Ufficio di amministrazione statale nella Regione istriana di Buie sulle restituzioni di beni alla Parrocchia di Dajla. Si tratta di una controversia, di cui abbiamo già parlato nei giorni scorsi, tra la Diocesi di Parenzo e Pola, in Croazia, e il Monastero Benedettino di Praglia, in Italia.

    Tali notizie – afferma padre Lombardi – “suscitano vivo stupore, sia per la straordinarietà della decisione adottata e perché il Primo Ministro croato aveva manifestato l’intenzione di affrontare in spirito di collaborazione un problema che sta a cuore sia alla Croazia sia alla Santa Sede, sia perché un tale modo di procedere non sembra coerente con il principio fondamentale della certezza del diritto. Ovviamente – conclude il direttore della Sala Stampa - sarà doveroso dare ai soggetti interessati la possibilità di una verifica di questo provvedimento nelle sedi opportune”.

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Decreto della Penitenzieria Apostolica: indulgenze in occasione della XXVI Giornata mondiale della gioventù.

    Nell’informazione vaticana, intervista di Mario Ponzi a mons. Giampietro Dal Toso, segretario del Pontificio Consiglio Cor Unum.

    Nell’informazione religiosa, il cardinale Mauro Piacenza e l’arcivescovo Celso Morga Iruzubieta sul contributo dei santuari alla nuova evangelizzazione.

    L’omelia del cardinale Angelo Amato in occasione della memoria liturgica di Chiara d’Assisi.

    Nell’informazione internazionale, Pierluigi Natalia sulla situazione in Somalia.

    In cultura, un articolo di Carlo Carletti dal titolo “Segni particolari Benedetto”: tra soprannomi e appellativi l’ingresso del cristianesimo nell’onomastica dei primi secoli.

    Auguri all’“Osservatore” dal mensile romeno “Actualitatea Crestina”.


    Un articolo di Sandro Barbagallo dal titolo “Una storia raccontata al rovescio”: nell’esposizione di Palazzo Fortuny va in scena la ricerca del vuoto nell’arte contemporanea.

    Difendiamo la musica e i musicisti (specialmente i giovani): pirateria informatica e diritti d’autore nell’intervista di Gianlua Biccini a Roby Facchinetti.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Per 2 miliardi di persone nel mondo non c’è libertà religiosa: i cristiani sono i più perseguitati

    ◊   Un terzo della popolazione mondiale non gode di libertà religiosa: è quanto emerge dall’ultimo rapporto del centro studi di Washington dedicato alle religioni, che si chiama Pew Research Center's Forum on Religion and Public Life. Il rapporto, che prende in considerazione il periodo 2006-2009, denuncia la tendenza dei governi ad adottare normative sempre più restrittive e il crescente numero dei fenomeni di violenza o ostilità nei confronti dei credenti, soprattutto cristiani. Risultano coinvolti 2 miliardi di persone, per le quali non è facile praticare una religione. Fausta Speranza ne ha parlato con il sociologo Massimo Introvigne, rappresentante dell’Osce per la lotta contro il razzismo, la xenofobia e la discriminazione, con un'attenzione particolare alla discriminazione contro i cristiani e i membri di altre religioni.

    R. – Questo conferma i dati di “Aiuto alla Chiesa che soffre”, di “Open Doors” e anche del libro di Grim e Finke che si intitola “Il prezzo della libertà negata”: quindi, sono dati noti ma sono dati che è molto bene che ogni tanto qualcuno ci ricordi perché, come afferma Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata mondiale della pace 2011, quello della libertà religiosa è uno dei primi problemi del mondo contemporaneo, ma è anche uno dei problemi di cui si parla meno.

    D. – Sono i cristiani i più perseguitati, anche se non sono gli unici…

    R. – Sì: io credo che noi possiamo proiettare questi dati su un arco temporale più grande e rifarci alle statistiche di David Barrett, che è “mister statistiche” nel mondo delle religioni, il quale ci dice: è vero che anche altre minoranze sono perseguitate ma nei secoli XX e XXI, tre quarti dei morti – lui si occupa solo di quelli – a causa di persecuzioni religiose, sono cristiani. E c’è anche un altro dato: mentre i cristiani sono più spesso uccisi da regimi totalitari o – ahimé! – da seguaci fondamentalisti di altre religioni, per quanto riguarda i musulmani, che sono il secondo gruppo più numeroso di caduti per la loro fede, questi in alcuni casi, come in India, sono uccisi da fondamentalisti indù ma arrivano ai grandi numeri dei loro morti soprattutto per scontri fra sunniti e sciiti, cioè per scontri tra musulmani. Una cifra: secondo Barrett, dalla morte di Gesù Cristo all’anno 2000 ci sono stati 70 milioni di martiri cristiani; ma è molto significativo che di questi 70 milioni, 45 milioni siano concentrati nel XX secolo. E nel XXI secolo, nel primo decennio, i caduti cristiani sono stati 160 mila l’anno. Ora si sono ridotti a 100 / 105 mila a causa della fine – o dell’attenuazione – di alcune situazioni molto gravi, come quella del Sudan dove per fortuna il numero di morti cristiani è molto diminuito. Tuttavia, rimangono cifre molto alte.

    D. – Crescono violenze ma anche restrizioni governative. Delle violenze ne parliamo – ogni tanto, un attentato balza alle cronache dei media per il numero dei morti - ma invece, delle restrizioni governative parliamo molto meno, e tra l’altro riguardano Paesi dai quali non ce lo aspetteremmo …

    R. – Sì: questo credo sia un merito dei documenti del Papa, che quest’anno ha parlato molto di libertà religiosa fin dal discorso di dicembre alla Curia Romana, poi il messaggio per la Giornata mondiale della pace, il discorso annuale al Corpo diplomatico del 10 gennaio 2011, in cui sostanzialmente ribadisce due concetti: il primo è che naturalmente nessuno vuole mettere sullo stesso piano i massacri o le stragi, che ci sono in Paesi come il Pakistan, l’Egitto o la Corea del Nord, con le discriminazioni amministrative che ci sono anche in Occidente; l’altro è che la negazione della libertà religiosa è un piano incrinato: si sa dove si incomincia ma non si sa dove si finisce. In tutti questi interventi, Benedetto XVI ha sempre voluto insistere sul fatto che ci sono problemi anche in Occidente, e li ha citati: ha citato esplicitamente il caso del Crocifisso, cioè il caso della sentenza Lauzi della Corte europea dei diritti dell’uomo che avrebbe voluto rimuovere il Crocifisso dalle aule scolastiche italiane e che fortunatamente poi è stata riformata in appello dalla Grande Camera. Ha citato il caso di una educazione civica – così ha detto – che viola i diritti di libertà religiosa dei genitori cattolici inculcando principi di carattere morale e filosofico contrari ai valori vissuti dai genitori cattolici e cristiani in genere e qui l’allusione è al caso che sarà oggetto anch’esso di una decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo della “educación ciudadana” in Spagna. E ha citato tutta una serie di altre forme di emarginazione e di discriminazione che colpiscono in particolare le scuole cattoliche … Ecco, ripeto: non possiamo mettere sullo stesso piano queste discriminazioni che ci sono anche in tanti Paesi dell’Unione Europea con i massacri e le stragi, eppure, dobbiamo lanciare un grido d’allarme perché anche queste sono violazioni della libertà religiosa. (gf)

    inizio pagina

    Mercati ancora instabili mentre da Italia e Francia si aspettano riforme sul debito

    ◊   L’attenzione resta puntata sulle Borse internazionali: quelle asiatiche hanno concluso la giornata all’insegna del contenimento delle perdite iniziali, mentre quelle europee restano altalenanti. Solo ieri, bruciati 174 miliardi di euro, con Wall Street in pesante ribasso. Eugenio Bonanata:

    In attesa degli sviluppi dell’odierna giornata finanziaria entra in gioco la politica. E’ chiamata ad illustrare le misure anticrisi in vista del pareggio anticipato dei conti pubblici al 2013: un obiettivo chiesto dall’Europa e da inserire esplicitamente nella Costituzione. A questo pensa la Francia, alle prese con lo spettro del declassamento, con il presidente Sarkozy che ha fissato un vertice straordinario nei prossimi giorni per formalizzare le decisioni antideficit. Sulla stessa linea anche l’Italia. Il ministro dell’Economia Tremonti stamani ha anticipato alcuni punti della nuova manovra correttiva contenuti nel decreto che sarà presentato nel Consiglio dei ministri del prossimo 16 agosto. Si va dai tagli agli stipendi degli statali, alla riduzione dei costi della politica fino alla tassazione sulle rendite. Necessario anche il ridimensionamento dei costi degli enti locali, tema centrale dell’incontro di domani tra governo, regioni e province. Critiche le opposizioni, mentre il presidente della Repubblica, Napolitano, rientrato in anticipo dalle vacanze, oggi incontra il premier Berlusconi. La preoccupazione resta protagonista anche negli Stati Uniti, dove ieri, al termine della giornata nera di Wall Street, Obama ha avuto un faccia a faccia sulla crisi con il presidente della Fed (Federal Reserve), Bernanke.

    La Banca Centrale Europea ha esortato Italia e Spagna ad accelerare sulla strada delle riforme fiscali e strutturali, ricordando che la ripresa italiana è ancora in ritardo rispetto agli altri Paesi vicini. Inoltre, nel suo bollettino mensile diffuso in mattinata, l’istituto di Francoforte ha previsto un rallentamento della crescita nei prossimi mesi in tutta l’eurozona, l’aumento dei tassi di interesse e il rialzo dell’inflazione. Sulle prospettive di intervento in Europa, Eugenio Bonanata ha intervistato Luigi Campiglio, docente di politica economia alla Cattolica di Milano:

    R. – L’Europa peraltro è molto diversificata; obiettivamente, noi siamo un pochino più fragili rispetto – ad esempio – a situazioni come quella in Francia in cui tagli ci saranno, ma tutto questo avviene all’interno di un quadro di sicurezza sociale, di “welfare state”, se così lo si vuole chiamare, già molto ben strutturato e definito. La Francia sarebbe capace di assorbire molto meglio, rispetto a quanto potrebbe avvenire in Italia, le conseguenze di manovre restrittive e la loro distribuzione per grandi gruppi sociali.

    D. – La Banca centrale europea torna a raccomandare ai governi le riforme …

    R. – Bè, noi abbiamo bisogno di riforme come del pane: ad esempio, il welfare intorno alla famiglia, nel caso italiano, è quasi inesistente, rispetto a quello francese, e questo – devo dire – fa molto la differenza! Riforme, certamente, ma riforme che siano improntate anche ad uno spirito genuino di collettività nazionale, quindi dello stare uniti, dello stare insieme e del dare sicurezze …

    D. – Bisogna anticipare il pareggio di bilancio al 2013: questo chiede l’Europa …

    R. – L’idea di pareggio certamente va accolta, ma è un’idea che non deve tagliare, nemmeno involontariamente, la possibilità di manovre di breve periodo in congiunture come – per l’appunto – quelle che stiamo attraversando.

    D. – In Italia, come in Francia, si parla di “manovre correttive” …

    R. – Certamente, in un momento di “emergenza”, posso capire che si adottino misure altrettanto di emergenza. Ma occorre fermarsi un momento a riflettere su quello che sta avvenendo: sta avvenendo qualcosa che ci segnala un problema oggettivo di difficoltà di funzionamento delle democrazie, in particolare sul piano economico, della democrazia italiana, perché siamo in una situazione in cui sostanzialmente veniamo etero-diretti e da Francoforte, in un modo poco convenzionale, e dai mercati finanziari. I mercati finanziari, in questo momento, tutto sono fuorché un esempio di ordine. La volatilità dei mercati è lì a dimostrare che nemmeno loro sanno bene dove andare. (gf)

    inizio pagina

    Gli scontri in Somalia aggravano l'emergenza carestia

    ◊   Grave la situazione nel Corno d’Africa. Sono più di 12 milioni le persone che vivono al limite della sussistenza e negli ultimi 3 mesi 29 mila bambini sono morti a causa della mancanza di cibo e acqua. Ad aggravare la situazione sono gli scontri armati in Somalia che provocano l’aumento dei profughi e l’indigenza generata dalla carestia. Continuano intanto gli appelli rivolti alla comunità internazionale per intensificare gli aiuti che fino a questo momento non sembrano in grado di rispondere in modo soddisfacente alla tragedia. Camilla Spinelli ha sentito Flavio Lotti, Coordinatore nazionale della Tavola della pace.

    R. – E’ davvero una cosa scandalosa, insopportabile, sapere che così tante persone stanno soffrendo a causa della mancanza di cibo. E’ davvero uno scandalo che non si stia facendo tutto quello che si può fare per salvare la vita di queste persone.

    D. – Qual è la situazione ad oggi?

    R. – Innanzitutto, continua la guerra e non c’è nessuna iniziativa in atto per fermarla. Le Nazioni Unite stanno cercando di fare qualcosa insieme a diverse organizzazioni della società civile internazionale, ma purtroppo è come svuotare l’acqua con il cucchiaio. In questo caso, non c’è nemmeno l’acqua: c’è una sete e una fame che sta bruciando insieme alle vite di queste persone anche la nostra dignità.

    D. – Secondo lei, si registra anche un colpevole ritardo nell’aver dato l’allarme?

    R. – Questa tragedia era stata annunciata da due stagioni di pioggia che purtroppo sono andate molto male e che hanno quindi impedito quei raccolti che avrebbero potuto aiutare queste persone a sopravvivere. Non si è fatto nulla e ancora oggi purtroppo non si sta mobilitando il mondo.

    D. – La politica internazionale si è fatta trovare impreparata di fronte all’emergenza?

    R. – Sicuramente non si è curata di quello che stava accadendo. Stiamo spendendo centinaia di milioni di dollari per fare la guerra in tante parti del mondo e non stiamo facendo nulla per salvare la vita di questa gente.

    D. – Quali sono i vostri progetti futuri?

    R. – La tragedia è di queste ore e non è rinviabile a dopodomani. Nel frattempo, stiamo preparando una nuova edizione della marcia della pace Perugia-Assisi, perché vogliamo che ci sia una grande manifestazione di protesta contro queste enormi ingiustizie, che continuano ad uccidere nel mondo, mentre noi restiamo semplicemente a guardare. Forse noi non abbiamo la possibilità di risolvere questi problemi, ma abbiamo il dovere di far sentire la nostra voce.(ap)

    inizio pagina

    La protesta degli studenti in Cile. I vescovi: frutto dell'ingiustizia sociale

    ◊   Prosegue la protesta degli studenti in Cile che, in questi giorni, sono più volti scesi in piazza per chiedere “profonde riforme sociali” ed un miglioramento della qualità del sistema scolastico e universitario. Non si tratta di proteste isolate – scrivono in un comunicato i vescovi del Paese latinoamericano – ma di manifestazioni che riflettono la crescente tensione sociale a livello globale. Sulla mobilitazione studentesca in Cile, che solo ieri ha fatto registrare 396 arresti e 55 feriti, si sofferma al microfono di Amedeo Lomonaco il giornalista cileno della nostra emittente, Luis Badilla:

    R. – Secondo la dichiarazione dei vescovi, la questione centrale che in questo momento colpisce il Cile è la gravissima iniquità sociale. I vescovi, nella loro dichiarazione, inseriscono questa crisi del Cile nella crisi mondiale e per questo iniziano parlando dei problemi che riguardano la crisi finanziaria, la crisi etica, politica, economico-sociale di diverse società. Oltre a questo, ricordano che in questa crisi globale della civiltà è fondamentale anche l’elemento della violazione che riguarda la libertà religiosa o l’aumento delle restrizioni alla libertà religiosa.

    D. – Dunque una crisi planetaria. Ma la protesta degli studenti in Cile è autoctona o è legata e in qualche modo influenzata da altre mobilitazioni, ad esempio quelle degli “indignados” in Spagna?

    R. – E’ fortemente influenzata ed anche molto legata dal punto di vista della tematica. Infatti, è vero che gli studenti cileni in questo momento chiedono una educazione più equa, ma chiedono e rivendicano molte delle cose che noi abbiamo già sentito in questi mesi in Egitto, in Spagna, in Algeria, negli Stati Uniti, in Italia e in altri Paesi. Chiedono più libertà, maggiore capacità di poter essere protagonisti del proprio destino, meno corruzione nella politica, maggiore importanza ai valori etici e culturali, maggiori possibilità di poter avere una vita che abbia anche contenuti spirituali …

    D. – Istanze che dalla Spagna arrivano in Cile e, probabilmente, contageranno anche altri Paesi dell’America Latina con problematiche simili …

    R. – Sì, nel 2007, ad Aparecida – dove andò anche Benedetto XVI – la Conferenza dei vescovi dell’America Latina pubblicò un documento nel quale già si anticipava la questione della grave crisi educativa in diversi Paesi del mondo. Quello che sta oggi accadendo in Cile, e che è già accaduto in altri Paesi e che con ogni probabilità accadrà in altri Stati dell’America Latina, mette al centro l’emergenza educativa …

    D. – Anche perché la crisi dei valori, la crisi nell’educazione è più grave, anzi anticipa, quella economica …

    R. – Diceva Giovanni Paolo II: “Le società sono quello che sono le persone”. Se le persone non hanno un’educazione integrale, se questo non si realizza nella persona, è evidente che la società nega il proprio futuro. I fatti di Londra dimostrano che se alle persone non viene data un’educazione adeguata, diventano poi protagonisti di una società come quella che abbiamo visto, dove alla protesta sociale – legittima – si aggiunge la delinquenza. (gf)

    inizio pagina

    La crisi in Italia e il ruolo dei cattolici: intervista con Edoardo Patriarca

    ◊   Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha parlato ieri della presenza dei cattolici nella vita pubblica e al loro irrinunciabile contributo al bene comune, soprattutto in questo periodo di crisi. Ma cosa può emergere da questo difficile momento? Luca Collodi lo ha chiesto a Edoardo Patriarca, segretario del Comitato organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani:

    R. - Ormai nelle agende che il laicato cattolico ha compilato in questi mesi, a partire da quella della Settimana Sociale dell’ottobre scorso a Reggio Calabria, ma penso anche a tutti gli altri forum e reti che si sono mobilitati in questi mesi, le urgenze sono state ben definite. Si tratta ora di capire se da questa crisi difficile che stiamo vivendo, come già accaduto anche nel primo dopoguerra, il nostro Paese sappia cogliere il coraggio e il desiderio di cambiare e di ritrovarsi più unito di quello che oggi appaia. Credo che la crisi possa servirci se ha quel colpo d’ala di cui tanto si parla, ma che la politica pratica poco. I temi sono vari. Pensando ancora all’agenda della Settimana Sociale di Reggio Calabria, avevamo individuato alcune priorità che sono ancora lì, all’ordine del giorno della politica. Sto pensando al lavoro ai giovani, sto pensando al grande tema del rientro del debito pubblico, al grande tema di come ripensare oggi il welfare che va salvato, che va difeso, perché il welfare difende la coesione sociale, perché difende soprattutto i poveri, le famiglie in difficoltà. Ma come salvarlo? Trovando il coraggio di ripensarlo nuovamente sotto il segno della solidarietà e della sussidiarietà. Abbiamo parlato spesso di un Paese - leggevo con interesse l’intervista del ministro Sacconi di ieri - molto bloccato, molto corporativo, che tende a difendere i propri privilegi. Forse è giunto il tempo per coloro che hanno avuto tanto dall’Italia di contraccambiare in solidarietà e impegno nel sostenere questo difficile momento.

    D. - Guardando al bene comune e alla situazione sociale italiana, non c’è il rischio che le tanto attese liberalizzazioni e privatizzazioni possano creare, di fatto, un maggiore disagio sociale?

    R. - Io credo che la questione vada posta e vada posta con grande saggezza e con tanto equilibrio. La dottrina sociale della Chiesa ci dice che i beni, soprattutto quelli comuni, vanno difesi: come l’acqua, come l’aria, come il welfare. Ci dice anche, però, che non è detto che debbano essere solo soggetti pubblici a gestire questi beni. Si va quindi verso un processo di liberalizzazioni, che è sempre positivo e importante. Io credo che - ripensando proprio a quella avvenuta nel ‘92, che non fu in realtà proprio una liberalizzazione, ma fu una privatizzazione, perché si passò da un monopolio pubblico ad un monopolio privato - possa essere un’occasione per liberare davvero tante risorse. Penso al welfare: oggi è impensabile una sua riforma, se non si parte - ancora una volta - dal Terzo Settore, se non si sostiene l’impresa sociale. Ben vengano forme di imprenditoria nuova, sia privata che privato-sociale. E ben vengano anche imprese pubbliche a condizione che siano efficienti e sappiamo gestire con grande serietà e attenzione i propri bilanci. Credo che non vada demonizzato il pubblico. Credo che anche nel pubblico ci siano grandi esperienze di efficienza e di buona gestione: questo va salvaguardato. Nella Caritas in Veritate, Papa Benedetto ci ricorda che un fattore di democrazia, di innalzamento della democrazia nel nostro Paese, sia quello di pluralizzare le imprese che sono presenti nel Paese: quindi l’impresa pubblica, l’impresa sociale, l’impresa cooperativa e l’impresa anche capitalistica. Se riusciamo a creare, in questo processo di liberalizzazione, la moltiplicazione dei soggetti imprenditoriali che sono partiti dal nostro Paese, credo davvero che si possa aprire una stagione anche di sviluppo, anche di lavoro. Teniamo presente che il welfare produce anche buon lavoro: oggi gli anziani, i bambini, attendono grandi servizi. Potrebbe quindi essere l’occasione anche per i nostri giovani di una nuova occupazione dignitosa e professionalmente soddisfacente: che il welfare non si trasformi in lavoro nero, nel sommerso, nel welfare sottopagato. Spero che non sia così.

    D. - Nel tentativo di recuperare risorse per il rilancio dell’Italia, perché le Istituzioni non riescono a stroncare fenomeni come l’evasione fiscale e la corruzione?

    R. - Forse anche noi cattolici - e lo dico sommessamente - abbiamo qualche responsabilità: a forza di dire che le tasse sono tante, a forza di dire - perché giustamente per chi le paga è cosi - che questo Stato è uno Stato oppressore, forse abbiamo in qualche modo protetto o giustificato coloro che le tasse non le pagano. Io credo che vada ribadito, oggi più che mai, che le tasse si devono pagare, che le tasse sono un dovere di solidarietà tra l’altro caro ai cattolici, ma caro anche alla nostra Repubblica e la Carta Costituzione ne parla chiaramente. Certo dopo, pagando le tasse, si può anche chiedere - giustamente - che le stesse vengano ridotte. La battaglia contro l’evasione fiscale è una battaglia di legalità, una battaglia morale che va condotta con grandissimo impegno. A volte si è giustificato questo, pensando che questo portasse consenso, soprattutto in quel mondo grigio che talvolta non paga, che talvolta evade e che porta anche voti. Questa è stata un’illusione, che credo dobbiamo combattere, perché così il Paese non va avanti. Devo anche dire - e questo i giovani alla Settimana Sociale lo hanno ribadito più volte - che sull’illegalità e sulla corruzione non ci sono giustificazioni di sorta e che vanno combattute senza se e senza ma, soprattutto nel Sud dove questa illegalità impedisce lo sviluppo. Tenga presente che la corruzione e l’illegalità sono fra gli elementi che impediscono al Sud, alle persone oneste del Sud di poter volare e di pensare ad un futuro migliore.

    D. - Nel riequilibrare i conti pubblici dell’Italia, il laicato cattolico si aspetta anche qualche passo concreto dei politici nel rivedere i loro privilegi?

    R. - Penso proprio di sì. E’ una questione di credibilità e di testimonianza. Se chiedo sacrifici, io per primo li faccio: in famiglia si fa così! Ci si sacrifica tutti. E quindi la politica, se vuole che il Paese reagisca positivamente e riscopra un’energia nuova di impegno comunitario, essa per prima deve decidere di tagliare i costi, deve farlo con grande decisione. Guardi che non è solo la questione degli stipendi dei parlamentari. C’è tutto un sottobosco di commissioni, di enti, di false municipalizzate, di agenzie: migliaia e migliaia di questi organismi che si calcola occupino circa 2 milioni di persone e che drenano - così dicono alcuni economisti - quasi 16-17 miliardi all’anno di risorse non produttive. Io credo che questo la politica debba farlo con grande coraggio: allora sarà anche credibile, sarà anche capace di chiedere al Paese sacrifici, perché essa stessa per prima lo farà. Poi riguardo al discorso delle tasse e dei patrimoni, credo che su questo - e dobbiamo dircelo con serenità e senza usare quest’arma in maniera ideologica - dobbiamo dire che chi ha tanto e che ha avuto tanto, anche per merito di questo Paese, è giunto il tempo che dia altrettanto: soprattutto coloro che vivono sulla rendita. Credo davvero - e lo abbiamo detto anche alla Settimana Sociale - che il modo migliore per riformare questo Paese è premiare coloro che lavorano, coloro che intraprendono. Invece, coloro che vivono pur legittimamente di risorse e patrimoni che hanno ereditato o che hanno guadagnato in modo legale - ci mancherebbe altro! - ma che di fatto non sono produttivi, abbiano almeno il buon gusto di farsi tassare, come ci facciamo tassare noi, e non al 12 per cento, ma al 20-22 per cento. Credo che sia una questione di equità. Non mi sembra nulla di scandaloso, nulla di ideologico. (mg)

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    Appello per l’Africa Orientale di Cafod, agenzia del Regno Unito di aiuto oltremare

    ◊   Acqua, cibo, educazione: sono le tre priorità del Corno d’Africa, colpito da una gravissima siccità che sta provocando sempre nuove vittime. Ad elencare gli aiuti di prima necessità è mons. John Arnold, presidente entrante del Consiglio di amministrazione del Cafod, l’agenzia di aiuto e sviluppo oltremare del Regno Unito. Tornato recentemente da una visita ad Isiolo, in Kenya, il presule racconta la sua esperienza: parla di “orgoglio e coraggio” delle popolazioni colpite da tre anni consecutivi di siccità. Ricorda che l’acqua e il cibo sono sicuramente tra i beni più importanti, ma che “c’è anche un’altra meravigliosa priorità, ovvero l’educazione per i giovani. “Le famiglie – dice mons. Arnold – vogliono disperatamente che i loro figli non perdano le ore di istruzione a causa di questo momento così difficile”. Un altro allarme riguarda il bestiame, poiché anche tra gli animali, la mortalità cresce vertiginosamente provocando conseguenze negative a lungo termine. Quando tornerà la pioggia, infatti, non ci sarà il bestiame necessario alla coltivazione dei campi. “Kenya, Etiopia, Gibuti, Uganda, Tanzania – sottolinea mons. Arnold – sono devastati dalla siccità”. “Bisogna agire subito, altrimenti ci sarà una catastrofe”. “Io ho visto che gli aiuti funzionano. E ho visto persone orgogliose che non vorrebbero chiedere aiuto, ma che sono costrette a farlo per necessità. Chiedono solo il minimo. Se diamo loro questo minimo, lavoreranno duramente per ottenere qualsiasi altra cosa di cui hanno bisogno. E questo è il lavoro del Cafod”, conclude il presule. Gli fa eco il direttore dell’agenzia, Chris Bain, che dice: “Ogni donazione avrà un impatto importante sulla crisi del Corno d’Africa. Chi dona oggi, può davvero fare la differenza tra la vita e la morte di migliaia di persone nelle prossime settimane”. (I.P.)

    inizio pagina

    Sudan: Sud Kordofan nuovo “punto caldo” della regione

    ◊   Il Sud Kordofan, regione del nord Sudan al confine con il Sud Sudan da poco diventato indipendente sembra essere diventato il nuovo “punto caldo” che minaccia la stabilità del governo di Khartoum. In questa area dall’inizio di giugno – sottolinea l’agenzia Fides - violenti combattimenti oppongono le truppe sudanesi ai ribelli Nuba che avevano combattuto al fianco dei sudisti durante la guerra del 1983-2005. I ribelli Nuba del sud Kordofan sono infatti raccolti sotto la sigla del Sudan People’s Liberation Movement-North. Secondo quanto riporta il quotidiano “Sudan Tribune” questo movimento è in trattativa con due gruppi di guerriglia che operano nel Darfur, nell’ovest del Paese, al fine di rovesciare il regime di Khartoum. Il 7 agosto i tre gruppi ribelli hanno annunciato la costituzione del Sudan’s Revolutionary Front Alliance. La gravità della situazione nel sud Kordofan è stata sottolineata dall’emissario statunitense Princeton Lyman, che teme un allargamento del conflitto ad altre aree della regione e anche al Sud Sudan. Il governo di Khartoum è accusato di condurre bombardamenti contro la popolazione civile. Il sito del Sudan Catholic Radio Network riporta la testimonianza di un sacerdote, il cui nome non è stato pubblicato per motivi di sicurezza, che afferma che Khartoum avrebbe inviato 500 spie nel Sud Kordofan per coordinare i bombardamenti. Le spie sarebbero dotate di telefoni satellitari con i quali trasmettono le coordinate degli obiettivi da colpire. Nel frattempo, continuano gli sforzi negoziali dell’Etiopia per giungere ad un cessate il fuoco nella regione, dopo che, a luglio, è fallita la mediazione intrapresa dall’ex presidente sudafricano, Thabo Mbeki. (A.L.)

    inizio pagina

    I vescovi del Salvador preoccupati per gli effetti della crisi statunitense

    ◊   I vescovi del Salvador hanno espresso preoccupazione per l’effetto che la crisi del debito degli Stati Uniti può avere sull’economia del Paese centroamericano. “Ci preoccupa molto questa situazione, che non è nuova e già si aggiunge ad una crisi economico-finanziaria globale”, ha sottolineato l’arcivescovo di San Salvador, mons. José Luis Escobar Alas. Il presule ha ricordato che l’agenzia Standard&Poor’s (S&P) ha deciso, venerdì scorso, di declassare il rating degli Stati Uniti. Per la prima volta nella storia, Washington perde la tripla A, simbolo di garanzia assoluta, e scende al livello di AA più. El Salvador — ha ricordato il presule — è partner commerciale degli Stati Uniti. Questa crisi – ha aggiunto il presule - può diventare “un’occasione per tentare di superare le non poche difficoltà che sta patendo l’economia salvadoregna”. L’economia del Salvador – ricorda l’Osservatore Romano - è agganciata al dollaro dal 2001 e dipende dai contributi degli Stati Uniti. Contributi che, nel primo semestre di quest’anno, hanno raggiunto 1.813,5 milioni di dollari, 4,3 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2010. Secondo l’arcivescovo di San Salvador, l’attuale situazione deve indurre ad una “profonda riflessione” sul sistema economico-finanziario del Paese per ricercare ulteriori, efficaci misure soprattutto sul versante dello sviluppo. Mons. José Luis Escobar Alas tra le problematiche più preoccupanti indica il “permanente fenomeno della disoccupazione e delle forme antiche e nuove di povertà”, l’inquinamento ambientale, l’intreccio perverso fra interessi economici e decisioni politiche e anche l’induzione artificiosa di bisogni e di modi di vita che corrompono il comune patrimonio culturale ed etico. È necessario allora — ha osservato il presule — che i fenomeni negativi siano fatti oggetto di una puntuale e vibrata denuncia per richiamare l’attenzione e scuotere la coscienza collettiva e di quanti hanno particolari responsabilità. L’arcivescovo ha richiamato a divenire “consapevoli dell’importanza di progredire ulteriormente in modo autonomo, indipendente” affinché non si “rimanga inattivi e prostrati” se il Paese dovesse rimanere senza aiuti esterni di cui ha bisogno. (A.L.)

    inizio pagina

    Il Messico e altri 15 Paesi contro la nuova legge sull' immigrazione in Alabama

    ◊   “Allo scopo di impedire l’entrata in vigore della legge HB 56”, promulgata nello Stato Usa dell’Alabama dal governatore repubblicano Robert Bentley, il Messico ha presentato una mozione di sostegno all’azione legale intrapresa dal Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti contro la nuova normativa, considerata la più rigida in materia di immigrazione ‘irregolare’ emanata nella repubblica federale. Nel darne notizia, il ministero degli Esteri di Città del Messico precisa che altri 15 Paesi dell’America Latina aderiscono all’iniziativa. Si tratta di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Paraguay, Perù, Repubblica Dominicana e Uruguay. La legge HB 56 è stata impugnata da Washigton perché “è in contrasto con la legge federale sull’immigrazione e mina l’equilibrio prudente tra le priorità e gli obiettivi migratori del governo federale”. Tra i suoi aspetti più controversi – ricorda l’agenzia Misna - la legge obbliga le scuole dell’Alabama a verificare lo status di residenza degli alunni identificando così quelli ‘irregolari’ che potranno essere perseguiti dalla polizia. Anche le aziende private saranno tenute a verificare lo status di residenza di tutte le persone assunte e in caso di ‘irregolarità’ segnalarlo alla polizia, pena il rischio di essere accusate di “favoreggiamento dell’immigrazione illegale”. Ed è lo stesso reato in cui potrebbe incorrere chiunque fornisca un passaggio in automobile a un ‘clandestino’. Secondo stime correnti, in Alabama ci sarebbero almeno 120.000 immigrati ‘irregolari’ di origini latinoamericane. Prima della legge HB 56 aveva sollevato polemiche e dure condanne da parte delle organizzazioni per i diritti civili americane e latinoamericane un’altra legge ‘anti-immigrati’, la SB 1070 dell’Arizona. La norma era stata poi sospesa nei suoi articoli più controversi,da un tribunale locale. (A.L.)

    inizio pagina

    Bolivia: nella ricorrenza dell’indipendenza il cardinale Terrazas invita tutti a vivere il perdono

    ◊   La Bolivia ha celebrato i 186 anni dell’indipendenza nazionale e in questa occasione, il Cardinale Julio Terrazas, arcivescovo di Santa Cruz, ha celebrato il ‘Te deum’. Il porporato- riferisce l’agenzia Fides - ha invitato la comunità a vivere il perdono e a costruire la pace sociale. "Dobbiamo cercare la pace senza interessi meschini, una pace senza condizioni ma come garanzia del rispetto per la dignità della persona". Alla celebrazione hanno partecipato il governatore di Santa Cruz e il sindaco della città. “La semplicità del messaggio di Dio – ha concluso il cardinale - è la sapienza che dovrebbe essere seminata nel nostro cuore, in modo di condividerla con la famiglia e con la società. Questa saggezza viene da Dio e si esprime nella bontà e nella riconciliazione fra fratelli”. (A.L.)

    inizio pagina

    Colombia, al via il quinto Congresso nazionale di riconciliazione

    ◊   Con la partecipazione di circa 500 delegati e l’appello reiterato a prestare attenzione alla questione della riconciliazione e della restituzione delle terre, si è aperto ieri a Bogotà, in Colombia, il quinto Congresso nazionale di riconciliazione. Convocato dalla Conferenza episcopale locale, l’incontro proseguirà fino a domani, 12 agosto, e rifletterà sul tema “Dignità, speranza, luogo. Riparazione integrale e restituzione delle terre”. Il Congresso ha assunto, naturalmente, un valore particolare dopo la promulgazione, il 10 giugno scorso, della legge sulle misure di tutela, assistenza e riparazione integrale delle vittime del conflitto armato interno al Paese. Un atto storico, ben visto anche dalla Chiesa, che prevede meccanismi giuridici straordinari per ridare la proprietà alle migliaia di persone sfollate a partire dal primo gennaio del 1991. La normativa, che riguarda oltre quattro milioni di persone, riconosce anche il diritto a ritornare nella propria terra in condizioni di sicurezza e dignità. Ad inaugurare il Congresso è stato mons. Rubén Salazar Gómez, presidente della Conferenza episcopale colombiana. Il presule ha auspicato che l’incontro “sia utile al Paese perché intraprenda un cammino di giustizia e di solidarietà”. Presente anche il nunzio Apostolico in Colombia, mons. Aldo Cavalli: “Questo congresso – ha detto – darà un contributo profondo alla pace, alla giustizia e all’ordine, sia interno che esterno, della nazione”. A prendere la parola è stato, poi, mons. Héctor Fabio Henao Gaviria, direttore della Caritas colombiana, il quale ha sottolineato come al Congresso abbiano aderito sia i rappresentanti politici sia gli esponenti delle comunità contadine, native ed afroamericane, allo scopo di instaurare un dialogo diretto e franco sulle principali questioni in esame. “La popolazione guarda con molta speranza a questa legge – ha detto il presule – perché la vede come uno storico passo avanti per le esigenze del Paese”. Da sottolineare, infine, che nell’ambito del Congresso, verrà lanciata oggi la “Settimana della pace”, coordinata dalla Caritas locale, con l’obiettivo di una riconciliazione duratura nel Paese. (I.P.)

    inizio pagina

    Regno Unito: appello dei vescovi anglicani e cattolici per la fine degli scontri

    ◊   I vescovi anglicani e cattolici invocano preghiere per la pace sociale e lanciano appelli per la fine degli scontri che stanno incendiando il Regno Unito. L’arcivescovo di Westminster, mons. Vincent Gerard Nichols, presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, condanna le violenze, definite “scioccanti”, e chiede ai fedeli di pregare per le persone colpite. “La violenza criminale e i saccheggi che abbiamo visto - scrive il presule - sono un cinico disprezzo per il bene comune della nostra società e mostrano con quanta facilità i principi fondamentali del rispetto e dell’onestà possano essere accantonati”. Mons. Nichols chiede anche di pregare anche “per coloro che, in questo momento, sono tentati a intraprendere la via della violenza e del saccheggio”. L’arcivescovo di Westminster invoca quindi “un impegno comune e deciso per garantire che da questi momenti possa emergere il meglio della società”. All’appello di mons. Nichols si sono aggiunti quelli delle chiese di Birmingham e di Liverpool. L’arcivescovo di Birmingham, mons. Bernard Longley, esprime la propria “tristezza” per quanto sta accadendo. Preghiere per un “rapido ritorno alla pace sociale” sono state espresse dal vescovo ausiliare di Liverpool, mons. Thomas Anthony Williams, preoccupato della “profonda cicatrice” che le violenze rischiano di lasciare nella città. Accorati appelli giungono anche dalla Chiesa anglicana. In queste ore – riferisce l’agenzia Sir – la Comunione anglicana ha diffuso tramite Twitter e Facebook una preghiera che è stata pubblicata in molte parrocchie e diocesi. (L.Z.)

    inizio pagina

    A Madrid mostra di “Aiuto alla Chiesa che soffre” sui cristiani perseguitati nel mondo

    ◊   Fotografie di cristiani perseguitati, la storia di quindici martiri degli ultimi 50 anni, il dramma delle persecuzioni in Pakistan, in India e in Algeria e video-testimonianze da Nigeria, Cina, Sudan, Cuba e Iraq. Sono questi alcuni dei temi al centro della mostra “Cristiani perseguitati oggi”, organizzata da “Aiuto alla Chiesa che soffre”, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, in programma a Madrid dal 16 al 21 agosto. L’esposizione, visitabile dal 15 al 20 agosto, sarà ospitata dalla parrocchia madrilena di “San Jerónimo el Real”, con ingresso gratuito per tutti i partecipanti alla Gmg. “Quello che vogliamo mostrare ai giovani – spiega Amparo Llobel, curatrice della mostra – non è il volto negativo e triste della Chiesa perseguitata, ma l’esatto contrario, perché è sulla Croce che si vive di più la fede”. “E più si vive la fede – sottolinea - più ci si avvicina a Cristo”. “Spesso la gente – sottolinea il portavoce di “Aiuto alla Chiesa che soffre”, Javier Fariñas - si meraviglia del fatto che in molti Paesi vivere la fede in libertà rappresenta un crimine”. “Per questo, vedere testimonianze concrete di cristiani perseguitati ci pone un interrogativo cruciale: cosa faremmo noi se ci trovassimo nella stessa situazione?”. Una delle testimonianze proposte nella mostra è quella di padre Jorge Naranjo, 37 anni, sacerdote comboniano madrileno, che ha lavorato in Paesi a maggioranza musulmana, come il Nord Sudan. In alcuni Paesi - spiega il missionario - “essere cristiani significa essere svantaggiati nel trovare lavoro o nell’ottenere una borsa di studio”. “Spesso, è quasi impossibile avere il permesso di costruire una Chiesa, anche se i cristiani che abitano in quella zona sono numerosi”. Di qui, l’invito rivolto da padre Naranjo a tutti i giovani affinché, visitando la mostra, scoprano che “la fede è davvero un tesoro che dà senso pieno alla vita”. “E la gioia più grande – aggiunge - è quella di poterla condividere”: “Colui che persevera nella fede nonostante le difficoltà, la approfondisce e si costruisce un’identità dalle fondamenta molto solide”. “L’obiettivo dell’esposizione – conclude la curatrice della mostra – è quello di sensibilizzare e spronare i giovani ad un impegno concreto nei confronti della libertà religiosa e della Chiesa sofferente e perseguitata”. (I.P.)

    inizio pagina

    É morto padre Joseph Dinh Huy Huong, sacerdote vietnamita testimone della carità di Cristo

    ◊   E’ morto, padre Joseph Dinh Huy Huong, sacerdote vietnamita che ha dedicato 48 anni della sua vita alla pastorale e alla cura di poveri, lebbrosi, bambini abbandonati, ragazze madri, studenti. Padre Dinh Huy Huong, deceduto martedì scorso, era nato il 6 maggio 1940 nella diocesi di Phát Diệm e sin dai primi anni di sacerdozio si è sempre rivolto alle fasce più deboli della società. Per aiutare le ragazze madri ha subito fondato un “piccolo focolare” dove le giovani donne possono trovare assistenza prima e dopo il parto. Padre Joseph si è anche molto impegnato per migliorare le condizioni di vita dei lebbrosi e della popolazione dei montagnards. Di fronte ai bisogni della gente, padre Joseph non si è mai fermato, creando asili, scuole primarie, tecniche, dispensari. Dal 2006 al 2009, in qualità di direttore della Caritas di Saigon, ha stimolato attività sociali e caritative. Nel 2009 – ricorda AsiaNews - ha istituito il Fondo di carità “Quĩ Bác Ái Du Sinh” per sostenere gli indigenti. E, soprattutto, ha creato gruppi di volontari che si sono impegnati nell’aiuto per le persone emarginate, tra cui disabili, anziani ed orfani. Una delle sue ultime opere è stata la nascita di una mensa per i poveri. La sua “generosità, l’impegno, la ricchezza di fede – ha detto mons. Joseph Dang Duc Ngan, vescovo di Lang Son et Cao Bang - rendono visibile l’amore e la compassione di Gesù stesso”. (A.L.)

    inizio pagina

    Rapporto sulla povertà in Abruzzo e Molise: il ceto medio tende a scomparire

    ◊   E’ stato ultimato, e sarà disponibile presso le Caritas diocesane delle regioni Abruzzo e Molise il Rapporto sulle povertà 2010 redatto grazie allo sforzo congiunto delle 11 diocesi delle due regioni. Lo studio prende in esame la situazione socio-economica delle persone che si sono rivolte ai centri d’ascolto dislocati sul territorio, facendo emergere dati che confermano il trend nazionale. Nel rapporto si sottolinea, in particolare, che sono aumentati gli interventi in favore di persone che vivono in situazione di “grave marginalità sociale”, tra cui stranieri, nomadi e persone senza fissa dimora. Ma sempre più spesso gli interventi riguardano anche persone in situazione di “normalità sociale” che incontrano gravi difficoltà a causa di problemi economici legati alla perdita del lavoro. Il rapporto vuole essere un ulteriore contributo per programmare, con giusto discernimento, “azioni sempre più rispondenti ai bisogni delle persone che abitano” questi territori, spiega don Marco Pagniello, direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne. Mons. Giovanni D'Ercole, vescovo ausiliario dell'arcidiocesi dell'Aquila, sottolinea che “questo rapporto sulle povertà 2010 giunge in un momento in cui la crisi economica italiana appare assai più preoccupante di quanto si potesse immaginare”. “Si allarga sempre più la forbice tra i ricchi e i poveri - aggiunge mons. D'Ercole – e i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più numerosi e sempre più poveri”. “Il ceto medio, una volta parte importante della nostra società, tende a scomparire, impoverendosi”. (A.L.)

    inizio pagina

    Conferito il mandato missionario ai mille giovani perugini che parteciperanno alla Gmg

    ◊   In una gremita cattedrale di San Lorenzo in Perugia, nel pomeriggio della solennità del titolare della chiesa cattedrale, l’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti ha incontrato ieri i mille giovani perugini che si apprestano a partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù, in programma a Madrid dal 16 al 21 agosto. “Nel cuore di questa partenza – ha detto il presule rivolgendosi ai giovani - c’è una persona che certamente vi attira e vi affascina: Cristo, per essere in Lui radicati e fondati, per essere saldi nella fede e quindi diventare suoi testimoni”. Proprio nel momento in cui “una certa cultura” sembra offrire l’opposto, invitando a rimanere fermi in apparenti sicurezze e a godere dell’istante presente, “questo cammino di fede – ha aggiunto - accenderà in voi la gioia della festa e dell’incontro”. “Nelle preghiere che reciterete, nelle melodie che canterete, nel Corpo di Cristo di cui vi nutrirete – ha detto mons. Bassetti - potrete avvertire quella presenza che spazza via ogni cosa, la presenza di Gesù”. “E Lui non mancherà di donarvi i suoi fratelli, e questa sarà gioia vera perché, come ha detto Benedetto XVI, pretendere di creare un paradiso senza di Lui, vuol dire impegnarsi nel nulla”. E così vedrete realizzarsi in voi – ha concluso l’arcivescovo di Perugia - la promessa di Benedetto XVI: “Troverete la vita stessa nella sua vastità e bellezza”. “Tornando a casa avrete la consapevolezza di aver fatto un viaggio santo, e così sarete radicati, fondati e saldi”. (A.L.)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Gran Bretagna: Cameron annuncia misure speciali

    ◊   Passata la prima notte senza disordini in tutta la Gran Bretagna, stamani il premier Cameron ha presentato una serie di misure nel corso dell’audizione straordinaria alla Camera di comuni. Il servizio di Marco Guerra:

    Nell'area metropolitana di Londra, almeno per l'intero fine settimana prossimo, rimarranno schierati sedicimila poliziotti e gli agenti potranno anche usare qualsiasi mezzo per disperdere la folla. Inoltre, se necessario, l'esercito potrebbe essere chiamato ad appoggiare la polizia in caso di nuovi forti scontri. Il premier Cameron ha illustrato le iniziative che saranno messe in campo per mantenere l’ordine nelle città sconvolte dai disordini scoppiati dopo l’uccisione - una settimana fa - di un 29.enne di colore, episodio sul quale Cameron ha assicurato che sarà fatta chiarezza. “La riscossa e' iniziata – ha quindi sottolineato il primo ministro - e i responsabili delle violenze e dei saccheggi finiranno tutti in carcere”. Annunciato anche un fondo di emergenza di 10 milioni di sterline per risarcire residenti e proprietari di esercizi commerciali non assicurati, sebbene le prime stime dei danni si aggirano intorno 150 milioni di sterline. Una linea su cui si è colloca anche l’opposizione: "Al di là delle differenze siamo a fianco del governo", ha detto Ed Miliband, leader dei laburisti. Intanto, il bilancio degli arresti è salito ad oltre 1.200 persone in tutto il Regno Unito e, in un tribunale di Manchester, sono state emesse le prime condanne lampo nei confronti dei rivoltosi. Intanto, sul web, si moltiplicano le testimonianze dei disordini dei giorni scorsi. Si tratta d’immagini, come quelle relative al pestaggio di un giovane studente malese, che per la loro carica di violenza stanno scioccando la pubblica opinione britannica. Lo stesso Cameron ha dichiarato che quanto vediamo dimostra “che c'è qualcosa che non va in questa società”.

    Siria, Consiglio sicurezza Onu ancora diviso sulle sanzioni
    In Siria le forze di sicurezza hanno commesso “errori”. Lo ha riconosciuto lo stesso presidente siriano, Bashar al Assad, mentre il Consiglio di sicurezza dell’Onu - sebbene diviso sulle misure da intraprendere - è tornato a chiedere lo stop delle violenze. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha ricordato che fino ad ora, nel Paese, si contano almeno 2 mila morti, 13 mila prigionieri e 3 mila scomparsi. Ma, di fatto, sul terreno prosegue la repressione: oggi gli attivisti per i diritti umani segnalano 5 vittime al-Qusayr, nella provincia centrale di Homs, e circa 100 arresti a Saraqeb, nella provincia nord-occidentale di Idlib, a ridosso della frontiera con la Turchia. Gli Stati Uniti rispondono alla situazione imponendo nuove sanzioni, con un provvedimento che prende di mira la 'Bank of Syria' e il principale operatore siriano di telefonia mobile. Intanto il ministro degli Esteri siriano, Walid al-Moualem, ha ribadito ad una delegazione del Foro di dialogo Ibsa (India, Brasile e Sudafrica) che la Siria “sarà libera, pluralista e multipartitica entro la fine dell'anno”.

    Yemen, presidente Saleh appoggia piano di transizione
    Il presidente yemenita, Alì Abdallah Saleh, ha annunciato che si rimetterà al piano elaborato dai Paesi del Golfo per una transizione pacifica, che prevede, tra l'altro, la sua uscita dalla scena politica. Saleh, in convalescenza a Ryad dopo due mesi di ricovero in seguito ad una ferita durante un attacco contro il suo palazzo presidenziale a Sanaa, ha ricevuto ieri sera i membri del governo e del suo partito. Il presidente, fortemente contestato con manifestazioni di massa organizzate dalla popolazione, aveva fin'ora rifiutato di appoggiare il piano.

    Libia, insorti assediano Brega
    In Libia prosegue l’offensiva dei ribelli per riconquistare il centro petrolifero di Marsa el-Brega. Ieri in tv è apparso il figlio minore di Gheddafi che una settimana fa gli insorti avevano dato per morto nei bombardamenti della Nato. Prosegue, intanto, il pressing diplomatico degli Stati Uniti nei confronti dei Paesi africani per convincere il colonnello ad abbandonare il conflitto. Intanto, sono entrate in vigore stamani le nuove sanzioni decise da Bruxelles contro il regime libico. Le misure restrittive colpiscono, in particolare, il settore petrolifero.

    Libano, attentato nel quartiere cristiano di Beirut
    Sono morti in seguito alle ferite riportate dall’esplosione di un ordigno artigianale i due autori del fallito attentato, in un sobborgo cristiano di Beirut, contro l’auto in cui viaggiava il figlio del giudice libanese, Albert Sarhan. Alain Sarhan, avvocato e primogenito del giudice, ha affermato alla tv libanese Otv di non essere stato investito dall'esplosione. Al momento, non si registrano rivendicazioni né ulteriori informazioni circa le motivazioni dell’attacco.

    Israele, via libera a nuovi insediamenti
    Il governo israeliano ha concesso l'autorizzazione per la costruzione di nuovi 1600 appartamenti a Gerusalemme est e potrebbe approvarne altri 2700 nei prossimi giorni. La decisione è destinata a provocare ulteriori tensioni in Medio Oriente. Appena 24 ore prima, gli Stati Uniti avevano infatti condannano come un'iniziativa “dannosa” un altro via libera a nuovi insediamenti nella località di Har Homa, fra Gerusalemme est e Betlemme, all'interno dei territori occupati nel 1967. La decisione di oggi giunge mentre Washington sta cercando di dissuadere l'Autorità Nazionale Palestinese dal chiedere il riconoscimento dello Stato palestinese il mese prossimo all'Assemblea generale dell'Onu.

    Afghanistan violenze
    Nuova giornata di violenze in Afghanistan. Cinque soldati della forza internazionale sono morti nel sud del Paese per lo scoppio di un ordigno artigianale. Lo ha comunicato il comando Isaf di Kabul senza specificare la nazionalità delle vittime. Sempre nel sud, un gruppo di insorti talebani ha assaltato un checkpoint della polizia nella provincia dell'Helmand, uccidendo cinque agenti. Nello scontro sono rimasti uccisi anche sette talebani, come ha riferito il capo della polizia locale. Infine un civile ha perso la vita nella provincia di Zabul per l’esplosione di un ordigno collocato su una bicicletta. I militari stranieri morti in Afghanistan sono, secondo un calcolo non ufficiale, 388 dall'inizio dell'anno e 53 dal primo agosto 2011.

    Pakistan, violenze
    Orrore senza fine in Pakistan, dove due giovani ragazze kamikaze si sono fatte esplodere nei pressi di un checkpoint delle forze di sicurezza senza provocare vittime. È invece di 5 morti, fra cui quattro agenti e un bambino, il bilancio dell’esplosione di ordigno artigianale contro una pattuglia della polizia. Secondo gli analisti, viene così confermata la preoccupante tendenza che vede l'utilizzo, sempre più crescente, di donne in attacchi suicidi da parte degli estremisti islamici.

    Tunisia
    C’è attesa in Tunisia per la sentenza di domani nel processo a carico dei familiari dell'ex presidente Ben Ali. Su tutti pesa l’accusa di espatrio clandestino, di detenzione illecita di denaro e traffico di gioielli. Rischiano pene dai sei mesi a 5 anni di carcere. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 223

    inizio pagina
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli e Miriam Ayele.