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Sommario del 31/03/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI all'udienza generale: preghiera e silenzio nei giorni della Passione di Cristo, supremo atto d'amore che rende l'uomo libero
  • Triduo Pasquale: la riflessione di mons. Guido Marini
  • Il dolore e la condanna del Papa per gli attentati nella metro di Mosca: "Efferati atti di violenza"
  • Il presidente Napolitano offre un concerto in onore di Benedetto XVI per il quinto anniversario della sua elezione
  • Nomina
  • Accuse al New York Times: ricostruzione del caso Murphy imprecisa, sciatta e basata su menzogne
  • Messa del cardinale Comastri alla vigilia del Triduo Pasquale: il tradimento di Giuda si ripete ancora oggi
  • Il cardinale spagnolo Herranz compie 80 anni
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Eccidi in Congo: indaga l'Onu. La Chiesa: governo latitante
  • Solidarietà per i bambini della Cambogia: iniziativa della Fabbrica del Sorriso
  • La Pasqua dei piccoli dell'Ospedale Bambino Gesù
  • Mostra dedicata a Cima da Conegliano, poeta del paesaggio
  • Chiesa e Società

  • Dichiarazione della Conferenza episcopale svizzera in tema di abusi sessuali
  • I vescovi boliviani difendono il cardinale Terrazas: accuse infamanti
  • Haiti: Terre des Hommes e Unicef chiedono maggiore protezione per i bambini
  • Appello di pace nel Messaggio pasquale delle Chiese cristiane di Terra Santa
  • Dalla Terra Santa tutti gli eventi della Pasqua on line
  • India: ancora attacchi contro la comunità cristiana
  • Pakistan: la Pasqua è un messaggio di speranza per i cristiani colpiti dalle violenze
  • Veglia di preghiera a Roma per i martiri della fede
  • Iraq: a Bassora iniziano le trasmissioni della neonata radio cristiana
  • Pakistan: inizia le trasmissioni regolari "Good News", il primo canale tv cattolico
  • Senegal: dalla Gmg di Ziguinchor appello per la pace nel Casamance
  • Costa d'Avorio: la Chiesa esorta alla cultura della pace e della giustizia
  • Messaggio pasquale del Patriarca Bartolomeo: la Chiesa è il miracolo della Risurrezione
  • Cina: la comunità cattolica si appresta a celebrare la Pasqua
  • Sri Lanka: i preparativi della Pasqua nelle diocesi del Paese
  • Sudan: nuova Università cattolica per la diocesi di Wau
  • Nazareth: aperta la Cappella di adorazione del Centro internazionale dedicato a Maria
  • Visita del presidente turco al Santuario mariano di Meryem Ana
  • 24 Ore nel Mondo

  • Nuovo attentato kamikaze in Caucaso: almeno 12 le vittime
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI all'udienza generale: preghiera e silenzio nei giorni della Passione di Cristo, supremo atto d'amore che rende l'uomo libero

    ◊   Secondo la consolidata tradizione del Mercoledì Santo, l’udienza generale di questa mattina in Piazza San Pietro è stata dedicata da Benedetto XVI alla riflessione sugli avvenimenti spirituali e liturgici del Triduo Pasquale, che inizia domani con la Messa in Coena Domini. Nella preghiera e nel silenzio che caratterizzano le 72 ore prima della Pasqua, i cristiani – ha affermato il Papa – guardano a Cristo nell’ora della solitudine e pregano perché “cessino tutte le solitudini del mondo”. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Nulla come i misteri di fede che intessono il Triduo Pasquale scompaginano le normali categorie umane di comprensione della vita e della morte, dando sostanza alla novità del cristianesimo. Il fulcro, ha spiegato Benedetto XVI, sta in ciò che Gesù fa del suo corpo attraverso l’Eucaristia: un’offerta prima della morte che resta e si perpetua, cosicché la morte stessa, quando sopraggiunge, violenta e infamante, non è la fine di tutto ma una scelta d’amore che ha dischiuso le porte di una nuova vita. Preludio alle intense celebrazioni del Triduo che in questi giorni si vivranno a ogni latitudine è la Messa Crismale del giovedì mattina, durante la quale, ha ricordato il Papa, vescovo e presbiteri rinnovano le promesse sacerdotali:

     
    “Tale gesto assume quest’anno, un rilievo tutto speciale, perché collocato nell’ambito dell’Anno Sacerdotale, che ho indetto per commemorare il 150° anniversario della morte del Santo Curato d’Ars. A tutti i Sacerdoti vorrei ripetere l’auspicio che formulavo a conclusione della Lettera di indizione: ‘Sull’esempio del Santo Curato d’Ars, lasciatevi conquistare da Cristo e sarete anche voi, nel mondo di oggi, messaggeri di speranza, di riconciliazione, di pace!’”.

     
    Poi, la sera del Giovedì Santo, le comunità cristiane si fermano davanti al Cenacolo che rivive in ogni chiesa del mondo. Celebrano l’istituzione dell’Eucaristia da parte di Gesù e rivivono quel gesto suggestivo e carico di significato della lavanda dei piedi:

     
    “Tale atto diviene per l’evangelista la rappresentazione di tutta la vita di Gesù e rivela il suo amore sino alla fine, un amore infinito, capace di abilitare l’uomo alla comunione con Dio e di renderlo libero”.

     
    Dalla sera del Giovedì Santo, le parole cedono il posto alla preghiera silenziosa, intima come quella che Gesù leva al Padre nel Getsemani, mentre si allunga l’ombra del Golgota:

     
    “Davanti all’Eucarestia, i fedeli contemplano Gesù nell’ora della sua solitudine e pregano affinché cessino tutte le solitudini del mondo. Questo cammino liturgico è, altresì, invito a cercare l’incontro intimo col Signore nella preghiera, a riconoscere Gesù fra coloro che sono soli, a vegliare con lui e a saperlo proclamare luce della propria vita”.

     
    La morte sulla Croce di Gesù che si consuma il Venerdì Santo, ha spiegato Benedetto XVI, è connessa in modo “inscindibile” con l’Ultima Cena. “Nella prima – ha riflettuto il Pontefice – Gesù dona il suo Corpo e il suo Sangue, ossia la sua esistenza terrena, se stesso, anticipando la sua morte e trasformandola in un atto d’amore”. Così, ha aggiunto, la morte...

     
    “…che, per sua natura, è la fine, la distruzione di ogni relazione, viene da lui resa atto di comunicazione di sé, strumento di salvezza e proclamazione della vittoria dell’amore. In tal modo, Gesù diventa la chiave per comprendere l’Ultima Cena che è anticipazione della trasformazione della morte violenta in sacrificio volontario, in atto di amore che redime e salva il mondo”.

     
    Infine il canto dell’Alleluia, che rompe il “grande silenzio” di queste ore, il silenzio della “madre di tutte le Veglie”, quella del Sabato Santo, dove la luce della Risurrezione squarcia le tenebre della morte:

     
    “Vi esorto pertanto a vivere intensamente questi giorni affinché orientino decisamente la vita di ciascuno all'adesione generosa e convinta a Cristo, morto e risorto per noi (...). Ci accompagni in questo itinerario spirituale la Vergine Santissima. Lei che seguì Gesù nella sua passione e fu presente sotto la Croce, ci introduca nel mistero pasquale, perché possiamo sperimentare la letizia e la pace del Risorto (…) Buona Pasqua!”
    (applausi)

     
    Il principale dei saluti successivi alle catechesi in lingua – oggi accompagnate da un particolare affetto da parte dei circa 30 mila presenti in Piazza San Pietro – Benedetto XVI lo ha rivolto agli universitari di varia provenienza che partecipano al Congresso internazionale promosso dalla Prelatura dell’Opus Dei. “Vi invito a riflettere – ha detto loro il Papa – sull’importanza degli studi universitari per formare quella ‘mentalità cattolica universale’ che san Josemaria descriveva così: ‘Ampiezza di orizzonti e vigoroso approfondimento di ciò che è perennemente vivo nell’ortodossia cattolica’. Si accresca in ciascuno il desiderio di incontrare personalmente Gesù Cristo, per testimoniarlo con gioia in ogni ambiente”.

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    Triduo Pasquale: la riflessione di mons. Guido Marini

    ◊   Con la Messa in Coena Domini, presieduta dal Papa nella Basilica di San Giovanni in Laterano, domani pomeriggio, inizia dunque il Triduo Pasquale, culmine di tutto l’Anno Liturgico. Per una riflessione su questi giorni in cui la Chiesa celebra la Passione, Morte e Risurrezione di Cristo, Luca Collodi ha intervistato mons. Guido Marini, maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie:

    R. - Entriamo nelle giornate più importanti dell’Anno liturgico perché il Triduo Pasquale ci conduce al cuore del mistero della Salvezza, quel mistero di amore per cui il Signore ha voluto passare attraverso la Passione, la Croce, la Morte e la Risurrezione per donare a tutti noi la vita nuova che è proprio la salvezza.

     
    D. – Mons. Marini andiamo al Giovedì Santo, una giornata molto importante…

     
    R. – Al mattino – non siamo ancora proprio nel Triduo – ma c’è una celebrazione molto significativa e anche suggestiva; in questo contesto c’è la benedizione degli oli santi. Nel pomeriggio inizia il Sacro Triduo con la Messa in Coena Domini, una celebrazione nella quale si ricorda, anche attraverso il gesto molto suggestivo della lavanda dei piedi, il dono che il Signore ha fatto di sé fino alla fine e l’Eucaristia è proprio il momento di questo dono fino alla fine che il Signore fa di se stesso.

     
    D. – Nella giornata del Venerdì Santo celebriamo la Passione del Signore e poi il rito della Via Crucis serale al Colosseo. Dobbiamo ricordare che la Chiesa universale proprio in coincidenza col Venerdì Santo dedica una giornata alla Terra Santa e promuove una colletta per le comunità cristiane della Terra Santa…

     
    R. – Il Venerdì Santo è il giorno in cui la Chiesa si concentra sulla Croce e proprio concentrandosi sulla Croce, adorando la Croce, ricorda fin dove si è spinto l’amore di Dio per l’uomo e per l’umanità. E’ molto bello che ci sia questa circostanza di un ricordo specifico per la Terra Santa proprio perché sappiamo come la Terra Santa, la terra del Signore attraversi anche un momento di difficoltà, di fatica, per la vita di tanti cristiani che in qualche modo rinnovano nella loro esperienza quotidiana la Croce del Signore.

     
    D. – E arriviamo poi al Sabato Santo con la Veglia Pasquale proprio nella notte di Pasqua che ci porta dalla sofferenza alla gioia, alla speranza…

     
    R. – Questo passaggio dalla sofferenza alla gioia, dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, la Veglia lo sottolinea attraverso tanti segni, attraverso tanti gesti. Vorrei qui ricordare quel segno così bello del passaggio dall’oscurità alla luce con il quale la Veglia Pasquale ha inizio, per ricordare a noi che con la Risurrezione del Signore per tutti noi si è realizzato una volta per tutte questo passaggio decisivo dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia che poi dobbiamo continuamente rinnovare durante la nostra vita. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Il dolore e la condanna del Papa per gli attentati nella metro di Mosca: "Efferati atti di violenza"

    ◊   Benedetto XVI ha indirizzato ieri al presidente russo, Dmitrij Medvedev, un telegramma nel quale esprime la condanna per i due attentati kamikaze di lunedì scorso, che hanno fatto strage nella metropolitana di mosca. Il Papa li ha definiti “efferati atti di violenza” che hanno suscitato in lui “profondo dolore e ferma riprovazione”. Desidero, scrive il Pontefice, “far pervenire i sentimenti della mia solidarietà, vicinanza spirituale e le mie condoglianze ai familiari delle vittime”, assicurando preghiere di suffragio “per le vite stroncate” e una particolare benedizione per “quanti sono rimasti feriti”.

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    Il presidente Napolitano offre un concerto in onore di Benedetto XVI per il quinto anniversario della sua elezione

    ◊   In occasione del quinto anniversario dell’elezione di Benedetto XVI (il 19 aprile 2005) il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, offrirà un concerto in onore del Papa. L'evento avrà luogo giovedì 29 aprile, festa di Santa Caterina da Siena, copatrona d'Italia e dell'Europa. Il concerto, che avrà inizio alle 17.30 nell'Aula Paolo VI, in Vaticano, sarà eseguito dall'Orchestra giovanile di Fiesole, diretta dal Maestro Nicola Paszkowski. Il programma prevede la Sinfonia in re maggiore di Giovanni Battista Sammartini, la Sinfonia Kv 504 detta "Praga" di Wolfgang Amadeus Mozart e la Sinfonia n.4 di Ludwig van Beethoven.

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    Nomina

    ◊   Benedetto XVI ha nominato vescovo ausiliare della diocesi patriarcale di Gerusalemme dei Latini il mons. William Hanna Shomali, finora cancelliere della medesima, assegnandogli la sede titolare vescovile di Lidda. Mons. William Hanna Shomali è nato il 15 maggio 1950 a Beit-Sahour (Palestina). Nel 1961 è entrato nel Seminario Minore del Patriarcato Latino di Gerusalemme a Beit Jala, dove ha frequentato le scuole medie e superiori, passando poi al Seminario Maggiore e conseguendo il Baccalaureato in Teologia. Il 5 settembre 1972 è stato ordinato sacerdote a Gerusalemme e nominato vicario parrocchiale di Zarqa-Nord. Nel 1975 è stato nominato parroco a Shatana (Giordania). Ha conseguito il Baccalaureato in Letteratura Inglese presso l'Università di Yarmouk (Giordania). Dal 1980 ha assunto il compito di docente nel Seminario di Beit Jala e nel 1982 ne è divenuto vice-rettore. Nel 1985 è stato inviato a Roma per gli studi in Liturgia e nel 1989, dopo aver conseguito il Dottorato presso l'Ateneo di Sant’Anselmo in Urbe, ha seguito il ministero formativo nel Seminario di Beit Jala. Nel 1998 è stato nominato economo del Patriarcato Latino e dal 2005 al 2009 è stato rettore del Seminario Patriarcale di Beit Jala. Al presente è cancelliere del Patriarcato. Parla l’arabo, l’inglese, l’italiano, il francese e conosce lo spagnolo, il tedesco e l’ebraico.


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    Accuse al New York Times: ricostruzione del caso Murphy imprecisa, sciatta e basata su menzogne

    ◊   Un duro attacco contro il New York Times per l'inattendibilità e l'imprecisione dei suoi articoli contro il Papa è stato lanciato da padre Thomas Brundage, vicario giudiziale dell'arcidiocesi di Milwauke dal 1995 al 2003 e, dunque, presidente del collegio giudicante che avviò il processo contro il prete pedofilo Lawrence Murphy, morto nel 1998. Padre Brundage accusa il quotidiano di aver fatto una ricostruzione assolutamente imprecisa e sciatta della vicenda, fondandosi tra l’altro sulle menzogne di mons. Rembert Weakland, il grande accusatore, una persona fatta passare per testimone credibile, costretto a lasciare la guida dell’arcidiocesi di Milwaukee dopo il coinvolgimento in una storia omosessuale con un’ex studente di teologia. Mons. Weakland – dice padre Brundage – mente quando afferma, come dichiarato dal New York Times, che dal Vaticano era partito l’ordine di sospendere il procedimento contro padre Murphy. Una cosa assolutamente falsa. “Se mi fosse stato chiesto di sospendere la procedura - afferma - certamente avrei insistito che si facesse appello alla Corte suprema della Chiesa, o a Giovanni Paolo II se necessario''. Il procedimento contro padre Murphy è dunque andato avanti fino a quando è sopraggiunta la sua morte. L’allora cardinale Ratzinger, che come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede era competente sui casi di abuso, voleva andare assolutamente a fondo di tali vicende: mai nessuno nella Chiesa ha fatto quanto lui contro i casi di abusi. Padre Brundage accusa inoltre il New York Times di non averlo mai sentito – e ciò è piuttosto strano da un punto di vista professionale – in quanto lui è uno dei principali esperti del caso che ha seguito come presidente del collegio giudicante. Ma il quotidiano ha pensato bene di citarlo da fonti internet totalmente inaffidabili, facendogli dire cose che non ha mai detto. Imprecisa, inaccurata e basata su menzogne: ecco come, secondo padre Brundage, è stata costruita la campagna del New York Times contro il Papa. Il sacerdote affida queste sue parole al settimanale della diocesi dell'Alaska dove oggi risiede, il Catholic Anchor, dicendo di essere intervenuto per raccontare la vera storia del processo contro padre Murphy spinto dal dovere della verità. D’altra parte, l'attuale arcivescovo di Milwaukee, mons. Jerom E. Listecki, in una nota pubblicata dal sito della diocesi, sottolinea che nella vicenda Murphy gli errori sono stati fatti non in Vaticano, ma a Milwaukee da parte della Chiesa locale e delle autorità civili. (S.C.)

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    Messa del cardinale Comastri alla vigilia del Triduo Pasquale: il tradimento di Giuda si ripete ancora oggi

    ◊   Il cardinale Angelo Comastri ha presieduto stamani, nella Basilica di San Pietro, la Santa Messa per i dipendenti vaticani alla vigilia del Triduo Pasquale. Il vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, prendendo spunto dal Vangelo della liturgia odierna che presenta il tradimento di Giuda, ha ricordato che si tratta di un episodio ripugnante che purtroppo si ripete ancora oggi. Il servizio di Sergio Centofanti:

     
    Giuda tradisce per trenta monete d’argento. Inizia la Passione del Signore. Nella prima Lettura della liturgia odierna il profeta Isaia annuncia le sofferenze del Signore:

     
    “Non ho sottratto la faccia
    agli insulti e agli sputi.
    Il Signore Dio mi assiste,
    per questo non resto svergognato,
    per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
    sapendo di non restare confuso”.

     
    Il cardinale Comastri sottolinea che la vicenda di Giuda lascia l’amaro in bocca non solo perché è un episodio in sé ripugnante, ma anche perché è un episodio che può ripetersi. Ognuno di noi, infatti, può diventare Giuda. "E lo sappiamo bene!” – ha esclamato. Quello che colpisce di Giuda è la falsità e l’ipocrisia di chi vive accanto a Gesù:

     
    “E’ terribile, è ripugnante: come si può arrivare ad un tale livello di falsità? Eppure è accaduto e può ancora accadere. Ricordiamoci bene, infatti, che quando una persona è cattiva nel cuore e resta lucidamente nella cattiveria non vede più nulla, è cieca, è sfrontata, è bugiarda, precipita di male in male, perché ogni briciola di cattiveria è una porta aperta a Satana. E Satana ne approfitta decisamente, per impregnarci della sua falsità. Gesù lo ha chiamato ‘il Menzognero’”.

     
    “La storia umana - ha affermato il cardinale Comastri - è profondamente malata e sconvolta”:

     
    “Ebbene, dentro questa storia violenta ed impazzita, perché si è allontanata da Dio, c’è un punto - un solo punto - da cui parte il risanamento. C’è un punto che contiene un’infinita potenza di amore e una forza inesauribile di rinnovamento. Questo punto di luce e di salvezza è la Passione e la Morte di Cristo. Gesù, infatti, dentro il sangue degli omicidi degli uomini, ha inserito il sangue del martirio, il martirio di Dio fatto uomo. Ebbene, quell’atto di amore si rende presente in ogni Eucaristia, in ogni altare, e può veramente cambiare la vita di chiunque apra il cuore all’inondazione dell’amore di Dio”.

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    Il cardinale spagnolo Herranz compie 80 anni

    ◊   Il cardinale Julián Herranz, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi e presidente della Commissione Disciplinare della Curia Romana, compie oggi 80 anni. Il porporato è nato infatti il 31 marzo 1930 a Baena, diocesi di Cordova (Spagna). Svolti gli studi teologici nel Seminario internazionale dell'Opus Dei a Roma è ordinato sacerdote il 7 agosto 1955. Svolge il suo ministero in Italia, dove si laurea in Diritto Canonico nella Pontificia Università S. Tommaso d'Aquino, disciplina che poi ha insegnato come professore straordinario all'Università di Navarra. Chiamato nel 1960 nella Curia Romana per occuparsi di questioni riguardanti la disciplina del clero, durante il Concilio Vaticano II collabora nella Commissione per la preparazione del Decreto Presbyterorum Ordinis. Promulgato il nuovo «Codice di Diritto Canonico» il 25 gennaio 1983, Giovanni Paolo II lo nomina segretario della Pontificia Commissione per l'Interpretazione autentica del Codice di Diritto Canonico (1984). Viene consacrato vescovo nella Basilica di San Pietro il 6 gennaio 1991. Il 19 dicembre 1994 è promosso arcivescovo e presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi (emerito dal 15 febbraio 2007). Il 3 dicembre 1999 è nominato anche presidente della Commissione disciplinare della Curia Romana. Da Giovanni Paolo II creato cardinale nel 2003. Con il compimento degli 80 anni da parte del porporato, il Collegio Cardinalizio risulta composto da 182 membri, dei quali 108 elettori e 74 non elettori.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Benedetto XVI all’udienza generale spiega il significato liturgico del Triduo Pasquale.

    In prima pagina, un articolo di Mauel Nin dal titolo "I serafini fremono vedendo il Figlio che lava i piedi ai fratelli".

    Nell’informazione internazionale, in primo piano l’economia: cinque leader mondiali chiedono al G20 una riforma finanziaria globale.

    Pane e uva per non morire mai: un articolo di Giovanni Carrù sulla raffigurazione del banchetto alle origini dell’iconografia paleocristiana.

    A tu per tu con l’uomo della Sindone: Andrea Gianni sul concorso "Imago veritatis" nelle scuole del Piemonte che si è concluso questa mattina a Torino. Con il testo della lettera di un’intera classe elementare che ha vinto il primo premio.

    Big Bang a Ginevra: Maria Maggi sull’entrata in funzione dell’acceleratore di particelle del Cern.

    Gli orrori della Wehrmacht: Gaetano Vallini ricostruisce la storia dell’esercito di Hitler.

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    Oggi in Primo Piano



    Eccidi in Congo: indaga l'Onu. La Chiesa: governo latitante

    ◊   Sarebbero 290 secondo la missione Onu in Congo (MONUC), 321 secondo Human Rights Watch, le vittime del massacro compiuto in dicembre nel nord della Repubblica Democratica del Congo dai ribelli ugandesi dell’Esercito di resistenza del Signore (LRA). A confermarlo anche fonti dell’Episcopato dell’ex Zaire. Inoltre, mons. Julien Andavo Mbia, vescovo di Isiro-Nyangara, nel nordest del Paese, intervistato dall’agenzia missionaria Misna riferisce che “dopo le uccisioni di dicembre scorso, già denunciate all’epoca, non c’è stata alcuna indagine governativa e nessun aiuto per le famiglie delle vittime, che soffrono e hanno bisogno di assistenza". La missione delle Nazioni Unite ha intanto inviato un team di investigatori nella zona degli eccidi, il distretto di Haut Uele, anche per accertare la sorte di almeno 150 persone che sarebbero state sequestrate. Sulle ragioni di queste violenze, Giada Aquilino ha intervistato Michele Luppi, giornalista esperto di Africa e autore di reportage dalla Repubblica Democratica del Congo:

    R. – La situazione è difficile da capire. Credo che in questa vicenda sia emblematico il fatto che non si sappia nemmeno quale sia il numero preciso delle vittime. Ciò indica una situazione da un lato di instabilità, ma dall’altro anche di mancanza di conoscenza e di controllo del territorio da parte del governo congolese. Il problema è che in questa regione, che è a cavallo tra il Sud Sudan, la Repubblica Centrafricana e l’Uganda, sono disseminati piccoli gruppi di questi ribelli del Lord’s Resistance Army che, oggi come oggi, attaccano più che altro per mangiare, concentrandosi specialmente sui piccoli villaggi: arrivano in questi villaggi, saccheggiano, uccidono compiendo anche atti atroci e poi scappano velocemente, costringendo la popolazione a seguirli per portare i viveri che hanno saccheggiato.

     
    D. – L’Esercito di resistenza del Signore in Congo ex Zaire è comandato dal generale Ongwen, ricercato dalla Corte penale internazionale. Ma qual è la situazione di questo movimento ribelle in Uganda?

     
    R. – Dal 2006, l’Esercito di resistenza del Signore si è spostato quasi totalmente nella Repubblica Democratica del Congo, per poi sconfinare nella Repubblica Centrafricana e nel Sud Sudan. Ciò è avvenuto dopo quello che era stato un tentativo di accordo tra il governo ugandese e l’Esercito di resistenza del Signore a Juba, quasi culminato in una firma di un’intesa di pace. Poi l’accordo è saltato, a seguito del mandato di cattura internazionale nei riguardi dei vertici stessi dell’Esercito di resistenza del Signore.

     
    D. – In Congo, tra l’altro, è schierata la Monuc, la missione dell’Onu. Qual è il suo compito?

     
    R. – Il compito della Monuc, da statuto, dovrebbe essere proprio quello di difendere e di proteggere la popolazione oltre, ovviamente, a favorire la stabilizzazione e la democratizzazione del Paese. Purtroppo, in questi anni anche la missione Onu è riuscita a fare poco, soprattutto per quanto riguarda la difesa della popolazione. Se da un lato abbiamo avuto le elezioni e in alcune aree c’è stata una certa stabilizzazione, le critiche che vengono mosse dalla popolazione congolese alla Monuc è proprio quella di non essere riuscita a difendere la gente, pur essendo presente nel Paese con circa 20 mila uomini. E questo è dovuto certamente anche ad una vastità di territorio che rende difficile il dispiegamento in tutti i villaggi di uomini, sia dell’esercito di Kinshasa sia della stessa missione delle Nazioni Unite.

     
    D. – Perché è così instabile quest’area?

     
    R. – Prima di tutto, per capire la storia soprattutto dell’Est della Repubblica Democratica del Congo, bisogna inserirla in un quadro più ampio, che riguarda i Paesi vicini, quindi l’Uganda, il Rwanda, il Sudan, in particolare il Sud Sudan. Certamente, gioca un ruolo fondamentale la presenza di materie prime, come oro, coltan, diamanti. Queste risorse sono importanti soprattutto per il sostentamento dei gruppi ribelli, perché con la vendita e il contrabbando dei minerali riescono a comprare armi e a mantenersi in vita. Però, in molti casi, all’origine di questi movimenti ribelli ci sono giochi regionali e internazionali che vanno a muoversi sullo scacchiere dell’ex Zaire, Paese che nella storia del Novecento è sempre stato una pedina molto importante, in Africa, per gli equilibri mondiali.

     
    D. – Del massacro avvenuto in dicembre se ne sta parlando in questi giorni: c’è da attendersi dell’altro?

     
    R. – Credo che questa sia la cosa più allarmante, perché il problema è che noi veniamo a sapere oggi di atrocità compiute nel mese di dicembre, e chissà quante altre violenze, che sono all’ordine del giorno in questa parte dell’Africa, si compiono e noi non ne sapremo nulla! Penso che il primo passo per riportare la pace in Congo sia quello di riuscire ad arrivare ad avere un reale controllo del territorio, il che significa un controllo certamente da parte del governo, ma anche da parte delle organizzazioni umanitarie: quindi una presenza fisica sul territorio che possa pure testimoniare quello che succede.

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    Solidarietà per i bambini della Cambogia: iniziativa della Fabbrica del Sorriso

    ◊   Una mano tesa a tutti i bambini che lottano contro malattie e povertà. E’ il fine della “Fabbrica del Sorriso”, iniziativa di solidarietà giunta alla settima edizione e conclusasi lo scorso 21 marzo al termine di una maratona di beneficenza, promossa da Mediafriends per raccogliere fondi a sostegno di associazioni umanitarie. Tra le organizzazioni non governative che hanno ricevuto donazioni grazie alla “Fabbrica del Sorriso” c’è il Centro italiano aiuti all’infanzia (Ciai). Sulle attività di questa associazione, Eliana Astorri ha intervistato la responsabile delle relazioni esterne e comunicazione del Ciai, Donatella Ceralli:

    R. – E’ un’associazione che è nata molti anni fa, nel 1968, e da subito si è focalizzata proprio per sostenere i diritti dei bambini in ogni parte del mondo. Il primo diritto su cui ci siamo impegnati, è quello di avere una famiglia: infatti il Ciai è stato una delle prime associazioni in Italia ad essersi occupata di adozioni internazionali nel momento in cui più di 40 anni fa ancora non esisteva nemmeno una legge che la regolasse. E l’intento è quello di cercare in Italia una mamma e un papà per bambini che siano però in reale stato di abbandono nel loro Paese. Questo significa che prima di arrivare all’adozione, bisogna attivare tutta una serie di interventi di cooperazione e di solidarietà che prevengano l’abbandono, sostengano le mamme in difficoltà con interventi ad hoc per loro, che coinvolgano poi ovviamente anche le comunità in cui vivono in un’ottica di sviluppo.

     
    D. – Quali sono gli obiettivi da sette anni a questa parte, dell’iniziativa “La fabbrica del sorriso”?

     
    R. – L’iniziativa di raccolta fondi è una vera e propria maratona: per una settimana, diverse modalità per contribuire a questa maratona. E’ sempre dedicata a tematiche relative all’infanzia. Vengono coinvolte in questa maratona di solidarietà quattro associazioni maggiori: quest’anno Ciai è con un progetto in Cambogia, una delle quattro associazioni beneficiarie “Fabbrica del sorriso” 2010.

     
    D. – C’è un progetto in particolare?

     
    R. – Il progetto che Ciai sostiene in Cambogia grazie a “Fabbrica del sorriso” è una unità mobile di pediatria. In una regione molto isolata della Cambogia, che confina a nord con il Laos e a est con il Vietnam: la provincia di Mondulkiri è una zona particolare, innanzitutto perché è montagnosa a differenza di gran parte del territorio cambogiano, e poi è abitata da minoranze etniche che vivono in villaggi sparpagliati sul territorio, piuttosto isolati e quindi si comprende che in situazioni di questo genere il diritto alla salute, alla cura, soprattutto per i bambini, è difficilissimo da garantire. Il concetto di questa unità mobile di pediatria è proprio quello di portare i medici nei villaggi. Abbiamo quindi concluso un accordo con un ospedale cambogiano, quello di Takeo, un’eccellenza nella pediatria cambogiana: fornirà personale appositamente preparato per questo tipo di intervento e con quella che di fatto è una jeep attrezzata per affrontare le strade della zona, che durante le piogge diventano dei fiumiciattoli, riuscirà a raggiungere tutti i villaggi, a visitare i bambini, verificare quali siano gli interventi importanti da fare. Ciò che si può curare sul posto o nell’ospedale locale verrà fatto, altrimenti organizziamo il trasporto a Takeo dove i bambini possono essere operati. Stiamo parlando anche di operazioni piccole, che sono però fondamentali per risolvere i problemi di salute di un bambino: anche piccoli interventi che davvero possono essere risolutivi e cambiare la vita ai più piccoli. Senza contare il monitoraggio, le vaccinazioni: tutto ciò che un bambino deve poter avere. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    La Pasqua dei piccoli dell'Ospedale Bambino Gesù

    ◊   Regalare un sorriso, una parola di conforto a chi soffre: è la missione che porta avanti ogni giorno padre Mario Puppo, da sette anni cappellano dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Nonostante le malattie, i piccoli pazienti del nosocomio vivono con grande gioia e partecipazione la Pasqua, come conferma lo stesso padre Mario al microfono di Isabella Piro:

    R. – Quest’anno abbiamo fatto una bella cosa, che è piaciuta a tutti e che ha lasciato il segno nei bambini e in noi: al termine della Via Crucis solenne che facciamo l’ultimo venerdì di Quaresima per le vie dell’ospedale, i bambini hanno fatto fiorire la Croce. Hanno costruito insieme alle assistenti della ludoteca alcuni fiori di carta, di stoffa e hanno decorato questa Croce che era presente lì, al centro della nostra assemblea. E questo ci ha spiazzati tutti, con queste gioie, con questi colori … un segno che resterà nel cuore di molti, sia dei bambini, sia nei nostri. Anche due bambini non cristiani hanno voluto portare il fiore: un bambino con la carrozzella si è accostato a questi fiori ed altri genitori subito si sono prodigati per aiutarlo! È stato un gesto molto intenso, molto bello.

     
    D. – Padre Mario, lei è cappellano del Bambino Gesù da sette anni. Cosa ha imparato da questa esperienza?

     
    R. – Tante cose. La cosa più importante è che la vita è un grande mistero. Sappiamo veramente poco di cosa sia la vita, e la dobbiamo vivere giorno per giorno facendo tesoro dell’esperienza del passato. Dobbiamo portare avanti questa esistenza. Ognuno con il suo ruolo, ognuno con la sua responsabilità, e insieme possiamo scoprire, possiamo costruire delle belle cose.

     
    D. – Tra i tanti piccoli malati che lei ha incontrato personalmente, ce ne è uno che ricorda con particolare affetto?

     
    R. – La prima bambina che ho battezzato. Si chiamava Sara. È stato il primo battesimo, è stata la prima famiglia che ho conosciuto, con la quale ho scoperto il grande mistero della vita, e l’abbiamo fatto insieme. Sara purtroppo aveva una malattia che non si conosceva e ci ha lasciato dopo pochi mesi. Non dimenticherò mai il momento del suo battesimo e nemmeno quello del suo funerale: il padre che mi ha portato questa piccola cassetta bianca di fronte all’altare, mi ha guardato negli occhi e l’ha deposta lì, proprio ai piedi dell’altare. E quella è stata la grande offerta da parte di questi genitori.

     
    D. – Qual è il suo augurio per questa Pasqua 2010, non solo per i piccoli pazienti del Bambin Gesù ma anche per tutti i nostri ascoltatori?

     
    R. – Di avere questo sguardo nuovo sulla realtà, lo sguardo della fede che non cambia la realtà perché la realtà, oggettivamente, è quella, ma ce la fa vedere, ce la fa vivere in modo nuovo, diverso. Sappiamo vedere la vita dalla morte, impariamo a vedere il bene dal male e impariamo a vedere la malattia non come una maledizione, ma veramente come una possibile sorgente di bene e di benedizione. Questo riusciamo a viverlo quando anche noi, uomini cristiani, riusciamo ad assicurare la presenza del Risorto che cammina ancora con gli uomini, bisognosi di luce, di pane e di pace.

     
    D. – Padre Mario, in questi giorni ricorre il quinto anniversario della scomparsa di Giovanni Paolo II, un uomo che ci ha dimostrato che la malattia del fisico non incide sullo spirito. Un suo ricordo di questo grande Papa …

     
    R. – Ricordo il suo sguardo con i bambini, lo sguardo sorridente, questi baci e questi abbracci con i bambini malati… Lo sguardo che lui aveva per i bambini penso che sia lo sguardo che Gesù aveva con i bambini del suo tempo.

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    Mostra dedicata a Cima da Conegliano, poeta del paesaggio

    ◊   Poeta del paesaggio e dell’atmosfera, padre dell’arte di Giorgione e Tiziano: è Giovanni Battista Cima da Conegliano, pittore veneto del Quattro- Cinquecento, cui nella prestigiosa sede di Palazzo Sarcinelli a Conegliano, in provincia di Treviso, fino al 2 giugno è dedicata una mostra monografica, la prima dopo 50 anni. Sono 38 le opere provenienti dalle maggiori istituzioni pubbliche mondiali che documentano il percorso del primo artista che ha lasciato l’utopia del paesaggio ideale per giungere attraverso una pennellata liquida ad una resa concreta dei colli trevigiani. In mostra alcuni dei più celebri capolavori d’arte sacra come la serie di Madonne con Bambino o la Sant’Elena di Washington. Al microfono di Paolo Ondarza il curatore Giovanni Carlo Federico Villa.

    R. – Cima da Conegliano è quell’artista fondamentale che, alla fine del Quattrocento e nel primo Cinquecento, si pone il problema di rendere in un modo nuovo, in un modo diverso, il colore delle ombre: inventa il colore veneto, la natura veneta, il tonalismo, cioè quelle tre grandi caratteristiche che faranno la pittura veneta del ‘500, ‘600, ‘700. Giorgione, Tiziano e Sebastiano del Piombo hanno proprio il passo d'avvio da Cima da Conegliano.

     
    D. – Cima da Conegliano un po’ dà quella che è l’impronta della pittura della Laguna, che differisce da quanto accadeva in Toscana, dove forse la pittura era più legata al disegno che al colore...

     
    R. – Assolutamente sì, anche se c’è un dettaglio molto interessante: Cima da Conegliano è uno dei più straordinari disegnatori del ‘400 italiano. La grande differenza con la pittura toscana è che ad esempio Cima è colui che fa il passo successivo ad Andrea Mantegna. Cioè vuol rendere la classicità della scultura in dipinti che siano completamente fusi dall’atmosfera, quella fusione atmosferica che manca in buona sostanza alla pittura toscana.

     
    D. – Se dovesse utilizzare un aggettivo o un sostantivo che evoca quello che trasmette un’opera di Cima da Conegliano?

     
    R. – Cima da Conegliano è il pittore della coscienza tranquilla, è l’uomo che riesce a rendere il sentimento più profondo del sacro in modo squisitamente umano e sereno.

     
    D. – Effettivamente c’è molto idealismo, ma anche tanto di umano, di carnale nel divino. Penso alle Madonne con bambino, ad esempio...

     
    R. – Dei bambini che si divincolano dall’abbraccio materno, delle madri che sono delle popolane, delle contadine della nativa Conegliano. Quindi, vediamo un’istantanea di una fanciulla sedicenne della fine del ‘400, che riesce proprio a comunicare una serenità e un’emotività assolutamente straordinaria.

     
    D. – E anche il paesaggio partecipa a questo senso del divino e della quiete, della tranquillità, che emana da tutte le opere di Cima da Conegliano...

     
    R. – E’ un paesaggio in cui il sacro si trova nelle piccole cose, nelle piccole meraviglie: sia un fiore, sia una foglia, un tramonto o un’alba...

     
    D. – Questa mostra restituisce al pubblico uno dei grandi maestri della storia dell’arte italiana...

     
    R. – Sì, noi andiamo alla National Gallery di Londra e l’Incredulità di San Tommaso di Cima da Conegliano è scelta come opera più rappresentativa del ‘400 europeo e penso che questo sia sufficiente a sottolineare la grandezza assoluta di un artista, che abbiamo dimenticato a favore di personaggi dalla vita più affascinante.

     
    D. – Non è inquadrato come il cosiddetto artista maledetto...

     
    R. – Anzi, è l’artista assolutamente sereno, tranquillo, dalla vita molto legata alla famiglia: ebbe sei figli amatissimi. Tutto questo ha fatto sì che non si potesse celebrarlo con il “tremendismo” con cui siamo andati a volte a raccontare artisti come Caravaggio o lo stesso Michelangelo.

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    Chiesa e Società



    Dichiarazione della Conferenza episcopale svizzera in tema di abusi sessuali

    ◊   “Mortificati e sgomenti”, si dichiarano i vescovi della Svizzera, “per i casi avveratisi di abusi sessuali nella pastorale”. In una nota, resa pubblica oggi, la Conferenza episcopale del Paese elvetico, riconosce “di aver sottovalutato l'ampiezza del fenomeno”. “I responsabili nelle diocesi e negli Ordini religiosi hanno compiuto errori. Per questi errori – scrivono i presuli svizzeri - chiediamo perdono”. Poi l’incoraggiamento a “coloro che hanno subito abusi ad annunciarsi presso i centri di consultazione per le vittime e i corrispondenti centri diocesani ed a sporgere eventuale denuncia. Ci importa che venga fatta piena luce sul passato”, sottolineano i presuli, chiedendo “a tutti i colpevoli di abusi tra gli operatori pastorali, religiosi, collaboratori in parrocchia, nella scuola e in altri enti posti sotto responsabilità ecclesiale di assumere le loro colpe dinanzi a Dio e agli uomini, presentandosi al loro responsabile”. “Ringraziamo – aggiungono i vescovi - tutti coloro che vivono la loro vocazione nella fedeltà e anzi li incoraggiamo vivamente, in questo periodo di crisi, nel servizio che compiono”. La nota ricorda che “già nel 2002 la Conferenza dei vescovi svizzeri emanò speciali direttive, incentrate sugli interessi delle vittime, la prevenzione degli abusi e il conseguente agire nei confronti dei colpevoli. Applicheremo queste direttive, - rassicurano i presuli - aggiornate nel 2009, con vigore. Inoltre va migliorata – auspicano - la collaborazione tra diocesi e Ordini religiosi, anche a livello internazionale. I rispettivi responsabili devono essere certi che i loro collaboratori e collaboratrici siano persone integre”. Questioni che saranno dibattute durante l'Assemblea di giugno della Conferenza episcopale svizzera. Infine l’esortazione perché nel periodo quaresimale possiamo “riconoscere le colpe, correggere gli atteggiamenti erronei, trovare una strada per migliorare e chiedere perdono a Dio e agli uomini”. La nota si chiede con il grazie dei vescovi svizzeri a “tutti i fedeli che ora contribuiscono” affinché la “Chiesa ritrovi la via verso una più grande credibilità”. (R.G.)

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    I vescovi boliviani difendono il cardinale Terrazas: accuse infamanti

    ◊   “Sono accuse infamanti”, risponde la Conferenza dei vescovi della Bolivia alle affermazioni del procuratore Félix Peralta, che l’altro ieri, senza nessuna prova e fondamento - sostengono i presuli - ha incluso il nome del cardinale Julio Terrazas, arcivescovo di Santa Cruz, presidente dell’episcopato locale, in un elenco di persone coinvolte in casi di corruzione. Il comunicato firmato da tutti i membri del Comitato permanente, eccetto il porporato calunniato, osserva quanto sia sospetta tutta la vicenda poiché l’accusatore afferma di basarsi su affermazioni di una persona non identificata e dunque “su documentazione non verificata e registrata legalmente”. Comportamento non solo moralmente discutibile “e leggero” che può anche far pensare “a manipolazioni”. Secondo i vescovi, le calunnie del funzionario provocano un “grave danno alla persona del cardinale, alla sua dignità e ai suoi diritti” e tentano, inutilmente, di “oscurare un ruolo ed una traiettoria”, trasparente e limpida, qual è quella del cardinale Terrazas, come pastore amato e rispettato. I presuli fanno eco alle parole dello stesso porporato che ha negato categoricamente queste accuse, sospettando manipolazioni propagandistiche. I vescovi del Comitato permanente dichiarano di sentirsi offesi anche dal fatto che questa campagna si sviluppi proprio nei giorni della Settimana santa così sentita dalla popolazione e ovviamente dalla comunità ecclesiale. I presuli chiedono dunque ai cattolici preghiere per trovare nel Cristo Risorto la forza necessaria per costruire una società “basata sulla verità e la giustizia”. Oggi, il ministro degli Interni della Bolivia, Sacha Llorenti, si è detto "perplesso" per le affermazioni del procuratore in questione e per il fatto di aver chiamato il cardinale a chiarire la sua posizione presso il Tribunale. "Sono comportamenti dei quali il funzionario dovrà dare buone ragioni", ha precisato il ministro. Per Llorenti, il clima elettorale della regione, potrebbe dare spazio "a situazioni destinate a politicizzare la consultazione amministrativa". Il procuratore Félix Peralta ha chiamato a deporre numerose persone tra cui il cardinale in applicazione di una recente legge che consente d’indagare su presunti fatti di corruzione anche negli anni passati e di fatto, Peralta, afferma di occuparsi di situazioni che risalirebbero al periodo 1997-2002. Il cardinale Terrazas ha già ricevuto espressioni di solidarietà da migliaia di persone, organizzazioni sindacali, comunità ecclesiali e non poche autorità del governo regionale e nazionale. (A cura di Luis Badilla)

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    Haiti: Terre des Hommes e Unicef chiedono maggiore protezione per i bambini

    ◊   “Garantire la massima protezione ai bambini” e “rafforzare il sistema sanitario pubblico haitiano, piuttosto che operare con strutture parallele”. A chiederlo alla vigilia della Conferenza di New York per Haiti è l’organizzazione Terre des Hommes, che opera nell’isola da più di 20 anni. Attualmente assiste circa 20 mila sfollati nelle aree colpite dal terremoto collaborando con le strutture locali. L’organizzazione umanitaria – rende noto il Sir - ha anche predisposto sette “Case del Sole” nella zona di Grand Goave e Léogane, per favorire i ricongiungimenti familiari e contrastare il traffico di bambini. Raffaele Salinari, presidente della Federazione internazionale Terre des Hommes, ha sottolineato che le sfide prioritarie per il governo di Haiti e la comunità internazionale sono quelle di “proteggere i bambini, aiutarli a superare le perdite subite e i traumi, contribuire alla loro autonomia”. Per questo è fondamentale creare spazi “a misura di bambino” all'interno dei campi di sfollati e “far sì che ricomincino al più presto le attività scolastiche”. E’ inoltre “necessario consolidare e rafforzare le strutture sanitarie esistenti” aumentando “le capacità ricettive degli ospedali pubblici”. Alla vigilia della Conferenza internazionale dei Paesi donatori per Haiti anche l'Unicef e altre Ong internazionali concordano sull'importanza di assicurare che i bambini, i giovani e le loro famiglie siano al centro dell'impegno per la ricostruzione del Paese. Tra il 26 febbraio e il 5 marzo scorsi, numerosi bambini e giovani haitiani hanno partecipato in diverse località del Paese ad incontri per condividere le proprie opinioni su come dovrebbe procedere la ricostruzione. Per L'Unicef e le altre Ong, tra cui Save the Children, Plan International e Oxfam, è di fondamentale importanza che i cittadini più giovani del Paese caraibico possano partecipare alla ricostruzione del Paese. Haiti è uno Stato molto giovane. I minori sotto i 15 anni rappresentano quasi il 40% della popolazione. Un altro quinto della popolazione ha un'età compresa tra 15 e 24 anni. (A.L.)

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    Appello di pace nel Messaggio pasquale delle Chiese cristiane di Terra Santa

    ◊   “Chiediamo al mondo di pregare per noi e per i cristiani, pietre viventi della Terra Santa, di sostenerci nella nostra lotta per la giustizia, la pace e la riconciliazione così che al suo ritorno, Cristo non piangerà più su Gerusalemme ma condividerà con noi la nostra gioia di unità, rispetto e pace”. E’ l’appello che i 13 capi delle chiese di Terra Santa lanciano oggi nel loro messaggio di Pasqua ai fedeli della Chiesa universale. “Conosciamo il potere del male, della disperazione. Conosciamo i principati ed i poteri di questo mondo che favoriscono divisione e oppressione per recare danno al popolo di Dio – si legge nel testo ripreso dall'agenzia Sir - conosciamo il potere del peccato e della morte. Ma conosciamo anche quello della Resurrezione, di Dio che porta speranza invece che disperazione, che usa il perdono e l’amore per sconfiggere il male, che promuove il mutuo rispetto, la compassione ed il coraggio della verità a vantaggio di tutto il popolo”. Come chiese cristiane – aggiungono i leader religiosi - dobbiamo affrontare molte sfide qui, ma siamo pieni di speranza. La nostra fede non è in potere della morte ma di Cristo”. Da qui l’appello a “sostenerci in questa lotta per la giustizia, la pace e la riconciliazione nei luoghi santi”. Tra i firmatari del messaggio anche il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal e il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa. (R.P.)

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    Dalla Terra Santa tutti gli eventi della Pasqua on line

    ◊   A partire da ieri, il Franciscan Multimedia Center (Fmc), centro di produzione televisivo promosso dalla Custodia di Terra Santa e H2onews, www.h2onews.org, agenzia informativa cattolica multimediale, in 9 lingue, trasmettono, attraverso le loro pagine web, i principali eventi della Settimana Pasquale, che si svolgeranno in Terra Santa. Oltre ai servizi informativi giornalieri, sarà possibile seguire in diretta, Giovedì Santo, la veglia dell’Ora Santa, dal Getsemani, nei luoghi dell’agonia di Gesù. I due canali televisivi Cancao Nova e Telepace, cureranno la distribuzione via satellite dell’evento, per canali televisivi europei, del Latinoamerica e Stati Uniti. Tutto questo - riferisce l'agenzia Zenit - si trova anche attraverso la pagina internet della Custodia http://www.youtube.com/videocustodia e di H2onews www.h2onews.org. La collaborazione tra il Fmc e H2onews, nasce per dare concretezza operativa all’appello lanciato dal Custode di Terra Santa, Padre Pierbattista Pizzaballa, “affinchè i media cattolici si adoperino per far conoscere le realtà e la bellezza dei Luoghi Santi, a partire dalla Santa Pasqua”. (R.P.)

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    India: ancora attacchi contro la comunità cristiana

    ◊   In India nuovi episodi di violenza hanno colpito la comunità cristiana. A Fairabad alcune persone hanno fatto irruzione nell’istituto cattolico “Carmel Convent School” lanciando insulti e minacce. Un rappresentante del comitato direttivo della scuola è rimasto ferito. Gli aggressori hanno minacciato, in particolare, di voler dare fuoco all’edificio e di emulare quanto già avvenuto nel 2008 in Orissa durante l’ondata di violenze compiute da estremisti indù. A Ghaziabad, poi , un pastore protestante è stato assalito mentre tornava a casa, dopo aver partecipato ad un rito di preghiera in un vicino villaggio. Nonostante questi preoccupanti episodi non mancano comunque segnali confortanti per la comunità cristiana. In Orissa, in particolare, si sta lentamente tornando alla normalità. Recentemente un team della Conference of Religious India (Cri) ha constatato un miglioramento della situazione. Il 90% delle persone sopravvissute agli attacchi hanno potuto lasciare le strutture di ricovero provvisorio e hanno fatto ritorno nei loro villaggi. Un rappresentante del governo – riferisce inoltre l’Osservatore Romano – sta coordinando le attività edili e di distribuzione degli aiuti alle famiglie. Al piano partecipano anche diverse Ong con i loro volontari. Secondo stime fornite sarebbero almeno duemila le case ricostruite. (A.L.)

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    Pakistan: la Pasqua è un messaggio di speranza per i cristiani colpiti dalle violenze

    ◊   Portare la buona novella a tutti i cittadini terrorizzati dalla grave situazione in cui versa il Pakistan. E’ quanto hanno chiesto i vescovi del Paese asiatico nei loro messaggi di Pasqua. In Pakistan la Settimana Santa si celebra in un clima segnato da attacchi e violenze. Molti operatori in istituti cattolici sono morti o hanno perso le loro abitazioni a causa di recenti attentati compiuti in tutto il Paese. La mancanza di energia elettrica ha inoltre un impatto negativo per le attività di scuole e ospedali cattolici. A questo si aggiunge anche il brusco aumento dei prezzi dei beni di prima necessità che non consente ai poveri di far fronte alle esigenze quotidiane. In questo clima sono previste nelle parrocchie celebrazioni pasquali senza grandi sfarzi esteriori, ma con grande intensità interiore. Molte famiglie cattoliche vivono nell’insicurezza. Secondo il vescovo ausiliare di Lahore, mons. Sebastian Shah, “la gente si sente insicura nelle proprie case a causa della disoccupazione, degli attacchi suicidi e della carenza di beni di prima necessità”. L’arcivescovo di Lahore, mons. Lawrence John Saldanha, ha sottolineato nel proprio messaggio che “la solennità pasquale porta un messaggio di speranza e di gioia” anche in queste “circostanze difficili”. “Nella risurrezione dei morti – si legge infine nel messaggio del presule ripreso dall’Osservatore Romano – celebriamo la vittoria della luce sulle tenebre, della vita sulla morte e della speranza sulla disperazione”. (A.L.)

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    Veglia di preghiera a Roma per i martiri della fede

    ◊   Ieri pomeriggio a Roma si è svolta una Veglia di preghiera nella basilica di santa Maria in Trastevere, alla presenza del cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici. Cerimonia di cui riferisce l’Avvenire. L’iniziativa è stata organizzata anche quest’anno dalla comunità di Sant’Egidio per ricordare i martiri della fede che hanno offerto la propria vita per il Vangelo. Da lunedì scorso, in tutto il mondo è iniziata la catena di preghiera per coloro che con il sangue hanno spinto il male “fuori dai campi di concentramento, fuori dai conflitti, fuori dall’orizzonte di morte nel quale gli aggressori volevano spingerli, credendo sino alla fine che la vita è amore”. Alle celebrazioni hanno preso parte anche fedeli ortodossi, evangelici e anglicani. Il senso del martirio è oscuro e inspiegabile se non nella visione evangelica di chi - ha osservato il cardinale Rylko - “nella sconfitta, nell’umiliazione, è retto da una forza che il mondo non conosce”. Il porporato ha reso quindi omaggio ai “tanti cristiani in Asia, le cui comunità sono state decimate dall’odio e dalle violenze; ai caldei in Iraq, ai siro-ortodossi e agli altri orientali; al giovane cristiano in Pakistan, che pochi giorni fa è stato arso vivo”. Un ultimo pensiero è stato rivolto al vescovo Oscar Arnulfo Romero, “un pastore indimenticabile, dal cui martirio è sorta una speranza di pace e di riconciliazione per il Salvador”. (C.F.)

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    Iraq: a Bassora iniziano le trasmissioni della neonata radio cristiana

    ◊   “Al Ahad al Jadid”, (La nuova era), è il nome della nuova emittente radiofonica cristiana, nata nell’area di Bassora, nel sud dell’Iraq, a maggioranza sciita. Direttore è padre Maher Fuad Dawood. La notizia giunge da Saad Matti Butros, responsabile dell'ufficio del Consiglio provinciale di Bassora per le minoranze religiose. La tolleranza, l'amicizia e la fratellanza sono i valori promossi dall’emittente che, all’inizio, trasmetterà in modulazione di frequenza, tra le ore 8 e le 14. I suoi palinsesti prevedono la lettura di passi della Bibbia, musica sacra e canti gregoriani, nonché programmi culturali sulla storia del cristianesimo e la vita di Cristo. (C.F.)

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    Pakistan: inizia le trasmissioni regolari "Good News", il primo canale tv cattolico

    ◊   "Good News", il primo canale televisivo via satellite di proprietà dell'arcidiocesi pakistana di Karachi, che lo dirige, ha iniziato trasmissioni regolari il 23 marzo scorso, giorno in cui si celebrava nel Paese la Giornata del Pakistan. Hanno preso parte alla cerimonia, oltre a sacerdoti, suore e seminaristi, molte personalità del mondo dei media, della politica e della società civile. Per l'occasione, "Good News" ha organizzato una maratona di trasmissioni. L'arcivescovo locale, monsignor Evaristo Pinto, si è congratulato con il direttore del canale, padre Arthur Charles, per il "piccolo ma energico team" che ha portato a "questo notevole avvenimento. Sono ben consapevole del duro lavoro che avete posto in essere per renderlo un canale diverso da tutti gli altri", ha riconosciuto. "Non possiamo ignorare i media - ha dichiarato il presule -. In questa era dei media, il Signore ci ha dato questa opportunità per far conoscere il suo messaggio a chiunque. Vogliamo portare amore, armonia e fratellanza. Sì! Abbiamo Buone Notizie. Abbiamo il messaggio di Gesù Cristo nostro Signore che è per tutti, e vogliamo diffonderlo per far sì che la gente impari a vivere in armonia", ha aggiunto. Il canale può essere visto in Pakistan via cavo o attraverso un ricevitore satellitare. La copertura satellitare - riferisce l'agenzia Zenit - copre un'ampia zona che spazia dall'Asia all'Africa, dall'Oceania all'Europa. "Good News" si concentra sul pubblico e vuole fornire programmi di qualità. Si basa su un team di giornalisti esperti. "I nostri programmi includeranno la Messa quotidiana, la recita del Santo Rosario, le vite dei santi, le notizie, i programmi di istruzione e formazione, musica, intrattenimento e fiction", ha detto padre Charles. " 'Good News' non è solo un altro canale televisivo che segue lo status quo. Siamo qui per fare la differenza e dare al Paese programmi televisivi di prim'ordine", ha commentato. "Good News TV sottolineerà in particolare i valori e trasmetterà programmi che non si riescono a vedere su altri canali televisivi". Condurranno i programmi o verranno ospitati in essi anche membri del clero e laici di spicco, membri della società civile e personalità del mondo dei media. "Ci sono molte cose che meritano di essere menzionate, ma la più importante è che aiuterà molto a rafforzare la fede della popolazione diffondendo i reali insegnamenti della Chiesa cattolica", ha concluso padre Charles. (R.P.)

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    Senegal: dalla Gmg di Ziguinchor appello per la pace nel Casamance

    ◊   In una risoluzione indirizzata al capo dello Stato Abdoulaye Wade, un gruppo di giovani cristiani senegalesi chiedono un incontro che coinvolga lo Stato, il Movimento delle Forze Democratiche nel Casamance (Mfdc) e rappresentanti del popolo per discutere di pace nel Casamance. Il documento è stato letto domenica allo stadio Aline Sitoé Diatta di Ziguinchor in occasione della chiusura della 25.ma Giornata Mondiale della Gioventù ed è stato consegnato al ministro degli Affari Sociali e delle Relazioni con le Istituzioni Faustin Diatta che ha preso parte alla celebrazione eucaristica delle Palme presieduta dal vescovo di Ziguinchor mons. Maixent Coly. Nella loro risoluzione i giovani lanciano un appello ai combattenti dell’Mfdc a deporre le armi e a ritrovare le loro famiglie, al contempo chiedono allo Stato che vengano costruite infrastrutture nella regione che dal 1982 è teatro di un conflitto separatista. “Con Cristo osa la tua vita al servizio della giustizia, della pace e della riconciliazione” questo il tema della Gmg che è stata caratterizzata da diverse manifestazioni nel corso della settimana. Allo stadio Amadou Barry di Guédiawaye, invece, ha presieduto la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù il cardinale Théodore Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar. Il porporato ha ricordato ai giovani che Benedetto XVI, nel suo messaggio a loro rivolto, indica come l’avvenire sia nelle loro mani, “perché voi siete ricchi di qualità, di energie, di sogni e di speranze”. “L’identità dei battezzati – ha detto poi l’arcivescovo di Dakar – è di essere discepoli e testimoni di Gesù Cristo, membri della Chiesa che Lui ha fondato. Un giovane cristiano – ha proseguito – per appartenere alla Chiesa, deve rigettare ogni forma di violenza e rifiutare di cedere al disprezzo e all’intolleranza che sopiscono in ogni uomo”. Il cardinale Sarr ha inoltre esortato i giovani a meditare la Bibbia, a partecipare alle messe, ad adorare l’Eucaristia e a prendere parte alla costruzione di una Chiesa Famiglia di Dio, come cittadini che partecipano alla vita di una nazione. (T.C.)

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    Costa d'Avorio: la Chiesa esorta alla cultura della pace e della giustizia

    ◊   "Uscite dalla mediocrità e impegnatevi per la cultura della pace": si è rivolto con queste parole ai fedeli padre Goa Ibo Maurice, vicepresidente dell’Università cattolica dell’Africa dell’Ovest, durante la celebrazione della Domenica delle Palme nella parrocchia di Nostra Signora dell’Incarnazione, ad Abidjan, nella Costa d’Avorio. Nella sua omelia il sacerdote ha deplorato l’ambigua situazione politica nazionale dove predominano minacce e malcontento. “C’è da chiedersi – ha detto padre Maurice – a quando la fine della sofferenza degli ivoriani? Siamo sereni e cerchiamo la verità e la giustizia. Guardiamo dall’altezza spirituale ed eleviamo il dibattito e facciamo ribaltare tutte le mentalità nella cultura della pace”. Il vicepresidente dell’Università cattolica dell’Africa dell’Ovest ha spiegato che troppe frustrazioni albergano nell’interiorità degli ivoriani, presi anche dalla collera, poiché non comprendono più cosa sta accadendo politicamente nel loro Paese. “La Costa d’Avorio – ha aggiunto il sacerdote – uscirà dalle sue crisi attraverso un esame di coscienza profondo, un faccia a faccia con la sua verità”. Per padre Maurice è il lavoro che contribuisce allo sviluppo di un Paese, per questo ha affermato che gli ivoriani devono essere il motore del loro sviluppo. Il vicepresidente dell’Università cattolica dell’Africa dell’Ovest ha terminato la sua omelia spiegando che, a suo parere, l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme può essere vista come la festa dell’amore, della libertà, dell’ipocrisia, dell’ingratitudine, della verità sul figlio dell’uomo. “Questo Gesù che festeggiamo in questo giorno – ha concluso – è venuto per agire in nostro favore”. (T.C.)

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    Messaggio pasquale del Patriarca Bartolomeo: la Chiesa è il miracolo della Risurrezione

    ◊   Solo attraverso la fede in Gesù Cristo, "Dio-uomo capace di abbassarsi fino alla passione, alla croce, al sepolcro, di discendere nelle viscere dell'inferno per risuscitare dai morti", è possibile purificarsi da una "vecchia ruggine" che sussiste e rende inclini al peccato. Così il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, nel suo messaggio per la Pasqua – di cui riferisce L’Osservatore Romano - ricorda come sia "una necessità assoluta di purificarci da questa ruggine con ogni attenzione e cura, affinché la luce vivificante del Cristo risuscitato risplenda senza intralci nel nostro spirito, nella nostra anima e nel nostro corpo e allontani le tenebre dell'ybris, e affinché l'"abbondanza" della vita si spanda sul mondo intero". Un tale risultato può essere ottenuto – sottolinea Bartolomeo - non attraverso la filosofia o la scienza, l'arte o la tecnica, ma solo con la fede in Gesù Cristo. "Il solo Potente, il solo Datore di vita - scrive il Patriarca ecumenico - dopo aver volontariamente assunto, per mezzo della sua incarnazione, tutta la miseria della nostra natura e la sua capitolazione, cioè la morte, ha ormai messo a morte l'ade con la folgore della divinità e donato all'uomo la vita, una vita ‘in abbondanza’. Questa abbondanza di vita che il Risorto ci ha donato, il diavolo, in accordo con il suo nome ‘il calunniatore’, non smette di calunniarla e di screditarla benché ora fiaccato, totalmente impotente e insignificante. Egli la calunnia - si legge ancora nel messaggio - per mezzo della ybris che regna ancora nel mondo e che oltraggia Dio, il nostro prossimo, così come il creato nel suo insieme". Secondo Bartolomeo, il diavolo è sempre presente, "con l'esistenza dentro di noi di una vecchia ruggine, in particolare della tendenza al peccato. Il calunniatore la usa sempre per prenderci in trappola, che si tratti del peccato in sé o dell'errore riguardo la fede". L'ybris, ovvero l'orgoglio smodato, la superbia, l'arroganza, è il frutto di quella "ruggine" ed entrambe costituiscono "la sinistra coppia responsabile del turbamento delle relazioni con noi stessi, con gli altri, con Dio e con il creato". La naturale predisposizione al male, il fascio di spine delle passioni, che si nutre delle ruggini dell'"uomo vecchio", deve per necessità essere trasfigurata, attraverso Cristo e l'amore di Cristo, alla stregua di tutte le sue icone viventi che ci circondano, in un fascio di virtù, di santificazione e di giustizia. Siamo chiamati - conclude il Patriarca - a purificarci a fondo, partecipando così alla kenosi della croce del Dio e Uomo, affinché giunga la letizia pasquale, la luce fulgida della risurrezione e la salvezza nella nostra vita e nel mondo". (R.G.)

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    Cina: la comunità cattolica si appresta a celebrare la Pasqua

    ◊   In vista dell’imminente Triduo Pasquale e della Santa Pasqua, la comunità cattolica cinese sta vivendo attivamente questi giorni con lo scrutinio dei catecumeni, la testimonianza della fede ed un intenso cammino spirituale che ha caratterizzato tutto il periodo quaresimale. Secondo le informazioni che continuano ad arrivare all’agenzia Fides, la comunità cattolica si sta preparando ad accogliere con entusiasmo i catecumeni che nella prossima Veglia Pasquale riceveranno i sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia. In queste domeniche di Quaresima si è svolto nelle diverse comunità parrocchiali il rito degli Scrutini, per sostenere i catecumeni nel cammino verso la celebrazione della grande Veglia Pasquale. Inoltre la preghiera individuale, i ritiri spirituali, la celebrazione del sacramento della riconciliazione, il digiuno e le opere di carità hanno scandito la vita dei fedeli cattolici del mondo cinese in questo periodo quaresimale, come in tutta la Chiesa universale. Nelle diverse parrocchie di Pechino, migliaia di fedeli hanno seguito i tre giorni di ritiro spirituale, e altrettanto numerosi sono stati gli anziani che hanno ricevuto il sacramento dell’Unzione degli Infermi dopo il ritiro. Secondo le statistiche di Faith, a Pasqua 2009 sono stati amministrati 22.308 battesimi in 90 diocesi della Cina continentale, frutto della intensa opera di evangelizzazione promossa anche per l’Anno Paolino. Invece a Hong Kong a Pasqua ci sono stati circa 2.800 battesimi. (R.P.)

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    Sri Lanka: i preparativi della Pasqua nelle diocesi del Paese

    ◊   Le comunità cattoliche dello Sri Lanka si stanno preparando alle celebrazioni della Settimana Santa, con un intenso programma di preghiere, esercizi spirituali, pellegrinaggi. Nell’arcidiocesi della capitale Colombo - riferisce l’agenzia AsiaNews - oltre alle tradizionali celebrazioni quaresimali, alcuni fedeli hanno partecipato a pellegrinaggi ed esercizi spirituali. In molti villaggi ci sono state Vie Crucis per ricordare la Santa Croce come simbolo della Quaresima e dell’unità di famiglie e parrocchie. Molti hanno marciato osservando il digiuno. In numerose parrocchie la Via Crucis è stata ricordata ogni venerdì durante la Messa serale. In altre si sono tenute venerdì e domenica prima dell’Eucaristia serale. Su invito dell’arcivescovo di Colombo, mons. Malcolm Ranjith, in tutte le parrocchie, istituzioni e scuole, sono state organizzate speciali collette quale sacrificio quaresimale destinato ai poveri. Nella diocesi di Mannar, nel Nord, la sera del 26 marzo oltre 4mila fedeli hanno partecipato a un pellegrinaggio al Santuario di Parappukadantan, chiuso per tre anni al culto a causa della guerra civile tra esercito e Tigri Tamil. Oltre 1.300 giovani si sono invece recati dal 26 al 28 marzo, al Santuario di Nostra Signora di Madhu per il ritiro quaresimale e le confessioni. Una speciale Via Crucis per i giovani è stata organizzata nella diocesi di Kurunegala dagli studenti e dal cappellano universitario e dell’Università Wayamba. Venerdì 26 marzo c’è stata la tradizionale Via Crucis per il 6° venerdì di Quaresima, sotto la guida dell’ordinario locale mons. Harold Anthony Perera. Iniziative analoghe sono state organizzate nelle parrocchie delle diocesi di Trincomalee e di Anuradhapura. (L.Z.)

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    Sudan: nuova Università cattolica per la diocesi di Wau

    ◊   E’ stata appena inaugurata una nuova università cattolica nella diocesi di Wau, a circa 150 km da Rumbek. L’Università, retta dal padre gesuita Solomon Ewot, offrirà anche corsi di Agricoltura, Ricerca e Programmi di Estensione per migliorare la produttività agricola e lo sviluppo delle comunità rurali. La nuova università, gestita dalla Compagnia di Gesù, ha aperto i battenti con il patrocinio del Ministero delle Scienze e delle Tecnologie del Governo del Sudan meridionale nel mese di settembre 2008. La Facoltà di Lettere e Scienze Sociali - riferisce l'agenzia Fides - ha sede a Juba, mentre a Wau c’è quella di Scienze Agricole ed Ambientali oltre a quella di Ingegneria. Il Comboni College di Khartoum ospita la Facoltà di Scienze Informatiche. La nuova università necessita ancora di personale qualificato e delle strumentazioni adeguate, oltre ai fondi economici. Padre Michael Schutthe, è il responsabile per lo sviluppo dell’Università, è stato Economo dell’Università di Dar-es-Salaam, dell’Università di Maputo, dell’Università Cattolica di Lusaka in Zambia e Accra in Ghana. (R.P.)

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    Nazareth: aperta la Cappella di adorazione del Centro internazionale dedicato a Maria

    ◊   Ha aperto i battenti ai fedeli la scorsa settimana a Nazareth, in Terra Santa, la Cappella di adorazione del Centro internazionale dedicato a Maria e ai misteri del Rosario. La Cappella è stata voluta come spazio di preghiera e lavoro per l'unità ed è arricchita da cinque icone sui misteri gaudiosi che sono state benedette il 24 marzo scorso, durante la celebrazione dei Vespri ecumenici, da mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, vicario per Israele del Patriarcato latino di Gerusalemme. Le intenzioni di preghiera sono state dedicate ai cristiani di Terra Santa, alla pace, ai sacerdoti, al prossimo Sinodo per il Medio Oriente e all’unità della famiglia umana. Mons. Marcuzzo ha pregato anche perché il Centro Internazionale Maria di Nazaret, che si trova al fianco della Basilica dell’Annunciazione, della chiesa melkita, della chiesa greco-ortodossa, delle chiese protestanti, ma anche accanto a diverse moschee, possa rappresentare un luogo di unità, di dialogo e riconciliazione tra i cristiani, ma più in generale tra culture, popoli e religioni. La prima celebrazione eucaristica nella Cappella di adorazione si è svolta nel giorno dell’Annunciazione, il 25 marzo. A presiedere la liturgia ancora mons. Marcuzzo. “Se c’è una parola che può riassumere questo Centro e tutto ciò che qui si è fatto e si farà, il termine esatto è l'unità” ha detto il presule che ha spiegato come Nazareth sia per eccellenza la città dell’incontro, e dunque dell'unità: incontro del cielo e della terra, incontro di Dio e dell'uomo, incontro dei figli di Dio, tutti figli dello stesso Padre. “Questa cappella – ha aggiunto – è destinata ad essere una cappella di adorazione perpetua. Questa deve essere una adorazione di Unità: adorate il Signore per l'unità e nell’unità”. Nella pietra dell’altare sono state inserite le reliquie di sette santi e beati, fra le quali quelle di San Charbel Makhlouf, di Santa Emilie de Vialar (fondatrice delle Soeurs de Saint-Joseph de l’Apparition), del beato Charles de Foucauld e delle due beate della diocesi latina di Gerusalemme Mariam di Gesù Crocifisso e Maria Alfonsina. (T.C.)

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    Visita del presidente turco al Santuario mariano di Meryem Ana

    ◊   Il presidente della Turchia, Abdullah Gül, ha visitato lunedì scorso il Santuario di Meryem Ana, situato sulla collina del Bübül Dağ, (collina dell’usignolo) nei pressi dell’antica Efeso. Accompagnato dal frate cappuccino fra Mesut Kalaycı, il capo di Stato turco si è soffermato all’interno della cappella, mostrando particolare interesse per il "museo". Per i turchi, infatti, il Santuario è un museo, anche se la gente comune lo reputa la casa di Maria. Abdullah Gül è poi è sceso tra le rovine di Efeso e infine è salito a Şirince, cittadina che al tempo del ritrovamento della Casa di Maria (1891) era abitata dai greci. Contrariamente a quanto credono gli altri ortodossi - e cioè che la Dormitio di Maria sia avvenuta a Gerusalemme - i greci dissero ai due sacerdoti lazzaristi, fortunati scopritori della casa, che i loro antenati avevano sempre creduto al Beato Transito della Tutta Santa sulla collina dell’usignolo. Abdullah Gül è il primo presidente della Repubblica turca che ha visitato il santuario di Meryem Ana. (A cura di padre Egidio Picucci)

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    24 Ore nel Mondo



    Nuovo attentato kamikaze in Caucaso: almeno 12 le vittime

    ◊   E' salito a 12 morti e decine di feriti il bilancio del duplice attentato kamikaze compiuto questa mattina a Kizlyar, in Daghestan al confine con la Cecenia. Il premier russo, Vladimir Putin, non esclude che dietro le bombe di oggi ci sia lo stesso gruppo responsabile dell’attentato di lunedì scorso a Mosca e torna a ribadire: puniremo i responsabili. Il servizio di Cecilia Seppia:

     
    A meno di 48 ore dalla strage nella metropolitana di Mosca, il terrorismo caucasico torna a colpire di nuovo in Russia. Teatro di violenza questa volta la città di Kizlyar nella Repubblica del Daghestan. Alle 8.42 ora locale, la prima bomba in pieno centro cittadino; quindici minuti dopo, la seconda, sotto gli occhi degli agenti delle squadre speciali accorsi sul posto: entrambe le azioni terroristiche sono state portate a termine da kamikaze. Secondo fonti di sicurezza, il primo attentatore in tuta mimetica, si trovava a bordo di un fuoristrada, fermato dalla polizia avrebbe immediatamente azionato l’ordigno. Il secondo kamikaze, imbottito di tritolo, si è fatto saltare in aria dopo essersi fatto largo tra la folla di curiosi. Fra le vittime, oltre ai civili anche gli uomini dei servizi di sicurezza, 18 i poliziotti rimasti feriti. Un nuovo bagno di sangue dunque, proprio mentre si stanno celebrando i funerali delle vittime del precedente attentato che ha duramente segnato la capitale, uccidendo 40 persone e ferendone un centinaio. Il ministro degli Interni Nurgaliev ha dato ordine di rafforzare le misure di sicurezza e ha piazzato pattuglie della polizia nelle principali città del Caucaso settentrionale. Dal canto suo, il premier Putin, è convinto che ci sia un'unica cabina di regia dietro gli attentati degli ultimi due giorni e torna ad ammonire: puniremo i responsabili.

     
    Serbia
    La Serbia chiede scusa ai musulmani della Bosnia. A 15 anni dal massacro di Srebrenica, il parlamento di Belgrado, dopo un lungo dibattito, ha varato una risoluzione di condanna del massacro di ottomila persone, avvenuto nel 1995. Il testo approvato con 127 voti a favore pone fine ad anni di negazionismo e, oltre alla condanna dei crimini commessi, i deputati esprimono "le condoglianze e le scuse alle famiglie delle vittime perche' – si legge nel documento – non fu fatto tutto il possibile per impedire la strage".

    Afghanistan
    E' salito ad almeno 17 morti e 35 feriti, tutti civili, il bilancio dell'attentato di oggi nella provincia meridionale afghana di Helmand. Secondo fonti di polizia, l'esplosione è avvenuta verso le 11 ora locale: a saltare in aria nei pressi di un bar, una bici-bomba. Fra i feriti in ospedale, ci sarebbero molti bambini. L’attentato per ora non è stato rivendicato. Nel sud del Paese, un soldato della Nato è rimasto ucciso in seguito all’esplosione di un ordigno improvvisato: sale così a 138 il numero dei militari morti in Afghanistan dall’inizio dell’anno.

    Conferenza Onu su Haiti
    Un piano per una prima fase di ricostruzione su un periodo di due anni, una seconda tranche di interventi di lungo periodo nell’arco di dieci anni: è la tesi che l’Ue sostiene oggi a New York alla Conferenza ministeriale internazionale dei donatori su Haiti, promossa al Palazzo di vetro dalle Nazioni Unite. La Conferenza è presieduta dai maggiori donatori intervenuti dopo il sisma: Ue, Brasile, Canada, Francia e Spagna. Obiettivo principale: garantire la ricostruzione del Paese su basi solide, grazie a impegni di diversa provenienza: istituzioni pubbliche, private e non governative. Si calcola che nei primi due anni occorreranno 3,8 miliardi di dollari: l’Europa ha previsto l’investimento di 1,2 miliardi di euro.

    Italia: dopo le regionali in primo piano il tema delle riforme
    Tiene banco il tema delle riforme all’indomani delle elezioni amministrative parziali, che hanno segnato un risultato positivo per la maggioranza di centrodestra, che ha vinto le sfide più importanti. E all’interno degli schieramenti già si cominciano a misurare i nuovi rapporti di forza emersi dal voto.  Il servizio di Giampiero Guadagni:

    Anche gli ultimi dati delle elezioni amministrative parlano piuttosto chiaro. Il centrodestra ha conquistato tutte e quattro le province: Imperia, Viterbo, L’Aquila e Caserta. Prima ne guidava una sola. Nei nove comuni capoluogo, il risultato parziale è tre a due per il centrosinistra, con quattro ballottaggi: cinque anni fa la situazione era di 7 a 2 per il centrosinistra. Fanno però rumore le sconfitte dei ministri Brunetta e Castelli, che hanno fallito l’elezione a sindaco rispettivamente a Venezia e a Lecco. Quanto alle regionali, il centrodestra ha conquistato sei regioni (erano due nel 2005) contro le sette del centrosinistra, che ha però perso le sfide più importanti: Lazio e Piemonte. Proprio questi due risultati rappresentano il vero spartiacque che permette di parlare di vittoria del centrodestra. Con un vero e proprio trionfo della Lega al Nord e un successo del Pdl nel centro-sud, soprattutto dove si è alleato con l’Udc. Particolarmente significativa la vittoria di Renata Polverini nel Lazio, nonostante l’assenza a Roma della lista del Pdl. Con tutta evidenza la candidatura della radicale, Emma Bonino, per il centrosinistra non è stata gradita da molti elettori cattolici e moderati del Partito democratico. E d’altra parte, nelle settimane precedenti al voto, diversi autorevoli parlamentari del Pd avevano abbandonato il partito. Per il segretario Bersani è dunque il momento della riflessione, a partire dal nodo delle alleanze. Una scelta chiara si impone tra l’Udc e l’Italia dei valori che si è confermata su buone percentuali. E il suo leader, Antonio Di Pietro, un po’ a sorpresa apre al confronto con la maggioranza sulle riforme. Il premier Berlusconi, che parla di un voto che premia l’attività del Governo e rafforza l’alleanza Pdl-Lega, vede con più serenità gli ultimi tre anni di legislatura e fissa due priorità: la giustizia, con la nuova legge sulle intercettazioni e la separazione delle carriere di giudici e pm, e il fisco, con la definizione di due sole aliquote. Anche il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel suo messaggio di auguri ai nuovi eletti, auspica un impulso allo sviluppo del processo riformatore anche per porre rimedio ai fenomeni di distacco dalle istituzioni. Distacco che si è concretizzato con un grado di astensionismo che, seppure in linea con altri Paesi europei, preoccupa e pone interrogativi.
       
    Italia, il capo dello Stato non firma il ddl lavoro
    Il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano ha rinviato alle Camere il cosiddetto ddl lavoro, che contiene fra l'altro la norma chiamata "anti-articolo.18", che introduce la possibilità preventiva di ricorrere all'arbitrato, e non al giudice, in caso di controversie di lavoro. Il capo dello Stato, si legge in una nota del Quirinale, ha ritenuto opportuno ulteriori approfondimenti, affinchè le riforme del provvedimento possano realizzarsi nel quadro di più precise garanzie.

    Colombia
    In Colombia, i guerriglieri delle Farc hanno rilasciato un ostaggio dopo 12 anni di prigionia: si tratta del sergente Pablo Emilio Moncayo. La liberazione è avvenuta grazie ad un'operazione umanitaria che aveva già consentito domenica scorsa il rilascio del soldato Jose Daniel Calvo. I due sono gli ultimi ostaggi che la guerriglia libererà unilateralmente, perché d'ora in avanti – ha fatto sapere in un comunicato – accetterà solo cambi con guerriglieri detenuti. Moncayo, trovato in buone condizioni di lavoro, è stato consegnato a un team della Croce Rossa nella selva di Caqueta, e poi trasportato a bordo di un elicottero militare brasiliano nella città di Florencia, a circa 400 chilometri a sud della capitale Bogotà.
     Grecia
    L'antiterrorismo greco ha espresso riserbo e dubbi sulle due rivendicazioni dell'attentato di due giorni fa nel centro di Atene costato la vita a un ragazzo di 15 anni, arrivato in Grecia con la sua famiglia dall'Afghanistan. La prima rivendicazione è stata fatta da un uomo legato all’organizzazione, la "Squadra Ribelle Lambros Fountas". ''Non volevamo uccidere – ha detto lo sconosciuto – d'ora in poi attaccheremo soltanto le Ambasciate americane e russe''. La seconda rivendicazione è stata fatta con un comunicato al sito Zougla.gr da un'altra nuova organizzazione, che si firma col nome di "Fronte rivoluzionario nazionalsocialista". Intanto, secondo un comunicato, sarebbero stabili le condizioni della ragazza ferita nell'attentato.

    Censimento in India
    Tutto è pronto in India per la realizzazione, a partire da domani, di uno degli esercizi demografici più importanti: il censimento della popolazione, il quindicesimo realizzato nella storia del Paese. Dieci anni fa, dai dati raccolti risultavano un miliardo e 28 milioni di persone: cifra che, secondo le autorità, sarà ampiamente superiore questa volta, anche per l'alto tasso di natalità esistente nel territorio indiano. La prima persona che riempirà il prospetto preparato per il censimento sarà la presidente, Pratibha Patil, seguita dal vicepresidente, Hamid Ansari.

    Pakistan
    Almeno 30 morti e una ventina di feriti: è il bilancio di alcuni scontri avvenuti in Pakistan. Secondo quanto riferito da fonti di sicurezza, più di 100 militanti islamisti armati di fucili e razzi questa notte hanno fatto irruzione in un campo militare dei Frontier Corps, in un’area tribale nel nordovest del Paese, nei pressi di Khyber. Tra le vittime 5 soldati e 25 insorti.

    Usa-Francia
    Fronte compatto tra il presidente Usa, Barack Obama, e quello francese, Nicolas Sarkozy, sulle principali sfide globali: il nucleare iraniano, la guerra in Afghanistan, il Medio Oriente e la riforma del sistema sanitario. Al termine di un faccia a faccia alla Casa Bianca, i due capi di Stato hanno ribadito la salda alleanza tra i rispettivi governi, assicurando che le divergenze esistenti non minano la collaborazione. Obama ha inoltre ricordato che Francia e Usa lavorano in maniera incisiva per sostenere la ripresa economica globale e che entrambi concordano nel ritenere che il sostegno alla crescita significa rifiutare il protezionismo. Sulla questione del nucleare iraniano, i due leader hanno affermato l’importanza di approvare nuove sanzioni contro il regime.

    Disoccupazione
    In Europa, aumenta ancora il numero dei senza lavoro. Lo comunica Eurostat, specificando che il tasso di disoccupazione nella zona euro ha raggiunto in febbraio il 10%, contro il 9,9% di gennaio. Si tratta di un record in negativo per i 16 Paesi della moneta unica dall'agosto del 1998. I tassi di disoccupazione più bassi si sono registrati in Olanda (4%) e in Austria (5% ), mentre i più alti in Lettonia (21,7%) e Spagna (19%). In Italia dato stabile: secondo l’Istat, il tasso di disoccupazione si attesta a febbraio all’8,5% facendo registrare un lieve calo del numero di occupati, pari allo 0,1% rispetto a gennaio.(Panoramica internazionale a cura di Cecilia Seppia)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 90

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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