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Sommario del 30/03/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Un testimone di Cristo che si è donato senza misura. Così il Papa nel quinto anniversario dalla morte di Giovanni Paolo II
  • Udienza e nomina
  • Il cardinale Ruini presenta i testi delle meditazioni che animeranno la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo
  • Il teologo padre Laurent Touze parla del celibato sacerdotale: è un'offerta totale di sé a Dio e un'imitazione di Cristo
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Comunicato dei vescovi italiani: sugli abusi dei sacerdoti, l’atteggiamento del Papa è fermo e illuminato
  • La Pasqua dei cristiani dello Sri Lanka, dopo i giorni della guerra. Intervista con il vescovo di Jaffna
  • Diminuite nel mondo le esecuzioni. Lo afferma il Rapporto 2009 di Amnesty International
  • Presentata ai Musei vaticani la mostra “La Memoria e la Speranza”, dedicata agli arredi liturgici salvati dal sisma in Abruzzo
  • Chiesa e Società

  • Germania: la Chiesa ha attivato il numero verde per le vittime degli abusi sessuali
  • Le Chiese del Medio Oriente solidali con il Papa dopo gli attacchi sullo scandalo degli abusi
  • Il cardinale Martini smentisce di aver detto "di ripensare il celibato dei preti"
  • Piano della Caritas del Cile in aiuto a mezzo milione di persone più colpite dal sisma
  • Haiti: l’impegno della Caritas italiana per superare la fase di emergenza umanitaria post-terremoto
  • Riapre ad Haiti il Seminario maggiore. In cerca di alloggio i 243 seminaristi scampati al sisma
  • Brasile: nella Domenica delle Palme colletta ecumenica di solidarietà. Raccolti fondi per i poveri
  • Iraq: i cattolici di Mosul costruiscono una nuova scuola
  • Cina: la celebrazione della Domenica delle Palme in tutte le comunità cattoliche
  • In Nepal si prega per la nuova Costituzione, mentre torna l'ipotesi della monarchia
  • India: vescovo respinge le insinuazioni di un settimanale induista su un progetto della Chiesa del Kerala
  • Mongolia: il prefetto apostolico descrive la realtà di questa piccola Chiesa
  • Usa: il premio "Oscar Romero" per i diritti umani ai Servizi per le migrazioni dei vescovi
  • Veglie di preghiera della Comunità di Sant'Egidio in memoria dei Testimoni della fede
  • Settimana Santa: giovani in cammino da Loreto a Macerata in compagnia di Matteo Ricci
  • Missioni della Settimana Santa: la gioia della condivisione
  • A Roma l'Univ 2010, l'annuale incontro internazionale studentesco dell'Opus Dei
  • Le Figlie di Maria Ausiliatrice s’interrogano su un mondo immerso nei media
  • Dal 2 aprile nuovo spazio web di Rai Vaticano su Rai.tv
  • Crollo a Roma nella Domus Aurea, chiusa dal 2005 per lavori di restauro fermi per mancanza di fondi
  • 24 Ore nel Mondo

  • Quindicenne palestinese ucciso dal fuoco israeliano nel sud della Striscia di Gaza
  • Il Papa e la Santa Sede



    Un testimone di Cristo che si è donato senza misura. Così il Papa nel quinto anniversario dalla morte di Giovanni Paolo II

    ◊   Ciò che muoveva Giovanni Paolo II “era l’amore verso Cristo, a cui aveva consacrato la vita, un amore sovrabbondante e incondizionato”. Così, in sintesi, si è espresso il Papa nella Messa di ieri pomeriggio in San Pietro. Benedetto XVI ha ricordato il quinto anniversario della morte del Venerabile Servo di Dio, scomparso il 2 aprile 2005, data che quest’anno coincide con il Venerdì Santo. Parlando alla commossa rappresentanza polacca presente in Basilica, nella quale c'era il cardinale arcivescovo di Cracovia, Stanislao Dziwisz, Benedetto XVI ha anche esortato a guardare a Giovani Paolo II quale esempio di “fedeltà, speranza e amore”. Il servizio di Massimiliano Menichetti:

     
    La commozione di chi ama sciolta nella gioia della consapevolezza che la morte terrena coincide con la nascita alla vita vera. Sono i sentimenti chiaramente visibili sul volto, segnato a volte dalle lacrime, di quanti hanno partecipato in San Pietro alla Santa Messa in suffragio del Venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo II, nel quinto anniversario dalla morte. Il Papa, ribadendo che la Settimana Santa costituisce un contesto propizio al raccoglimento e alla preghiera, ha aperto la sua omelia sottolineando la donazione totale di Giovanni Paolo II a Cristo:
     
    "Durante il suo lungo Pontificato, egli si è prodigato nel proclamare il diritto con fermezza, senza debolezze o tentennamenti, soprattutto quando doveva misurarsi con resistenze, ostilità e rifiuti. Sapeva di essere stato preso per mano dal Signore, e questo gli ha consentito di esercitare un ministero molto fecondo, per il quale, ancora una volta, rendiamo fervide grazie a Dio".
     
    Soffermandosi sull’atto di fede e di amore grande di Maria di Betania che “in umile servizio” cosparse di profumo i piedi di Gesù, asciugandoli con i suoi capelli, il Papa ha indicato che ogni gesto di carità e di devozione autentica a Cristo non rimane un fatto personale, ma riguarda l’intero corpo della Chiesa e infonde “amore, gioia, e luce”. Fatto, questo, contrapposto all’atteggiamento e alle parole di Giuda che – ha detto Benedetto XVI - “nasconde l’egoismo e la falsità dell’uomo chiuso in se stesso, incatenato dall’avidità del possesso, che non si lascia avvolgere dal buon profumo dell’amore divino”. Poi ha rimarcato che l'Amore trova la sua espressione suprema sul legno della Croce, dove "il Figlio di Dio dona se stesso perché l’uomo abbia la vita, scende negli abissi della morte per portare l’uomo alle altezze di Dio". E citando Sant’Agostino, Benedetto XVI ha spiegato che ogni anima che voglia essere fedele si unisce a Maria per ungere e asciugare i piedi del Signore:

    "Tutta la vita del Venerabile Giovanni Paolo II si è svolta nel segno di questa carità, della capacità di donarsi in modo generoso, senza riserve, senza misura, senza calcolo. Ciò che lo muoveva era l’amore verso Cristo, a cui aveva consacrato la vita, un amore sovrabbondante e incondizionato. E proprio perché si è avvicinato sempre più a Dio nell’amore, egli ha potuto farsi compagno di viaggio per l’uomo di oggi, spargendo nel mondo il profumo dell’Amore di Dio".

     
    "Chi ha avuto la gioia" di conoscere e frequentare Giovanni Paolo II – ha proseguito il Papa – ha potuto toccare con mano quanto fosse viva in lui la fede:
     
    "La progressiva debolezza fisica, infatti, non ha mai intaccato la sua fede rocciosa, la sua luminosa speranza, la sua fervente carità. Si è lasciato consumare per Cristo, per la Chiesa, per il mondo intero: la sua è stata una sofferenza vissuta fino all’ultimo per amore e con amore".

     
    In conclusione, parlando alla commossa rappresentanza polacca, Benedetto XVI ha invitato a guardare “alla vita e all’opera di Giovanni Paolo II, grande polacco e motivo di orgoglio”, quale esempio di fedele testimonianza, speranza e amore in Cristo.

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    Udienza e nomina

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto oggi in udienza il cardinale Stanisław Dziwisz, arcivescovo di Cracovia.

    In Colombia, il Papa ha nominato arcivescovo metropolita di Nueva Pamplona mons. Luis Madrid Merlano, finora vescovo di Cartago. Il presule, originario di Cartagena, ha 63 anni e ha studiato Filosofia e Teologia nel Seminario Nazionale di “Cristo Sacerdote” in La Ceja e nel Seminario intermissionale di Bogotá. Ordinato sacerdote, è stato cancelliere del Vicariato, rettore della scuola “Normal San Pío X” e del Seminario maggiore “San Pío X” a Medellín, nonché direttore della Pastorale sociale, economo del Vicariato e vicario generale. Il 21 maggio 1988 è stato nominato vescovo prelato di Tibú ed ha ricevuto la consacrazione episcopale il 3 luglio seguente. Il 19 aprile 1995 è stato nominato vescovo di Cartago.

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    Il cardinale Ruini presenta i testi delle meditazioni che animeranno la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo

    ◊   In libreria da oggi i testi delle meditazioni della Via Crucis che sarà presieduta dal Papa Venerdì Santo alle 21.15 al Colosseo. Autore dei testi è il cardinale Camillo Ruini, già presidente della Conferenza episcopale italiana. Trentamila le copie stampate dalla Libreria Editrice Vaticana. Le illustrazioni che arricchiscono la pubblicazione riproducono la Via Crucis della prima metà dell’800 di Joseph Führich che si trova nella Chiesa di San Giovanni Nepomuceno di Vienna. L’introspezione, il dolore e la speranza sono i temi proposti dal cardinale Ruini. Luca Collodi lo ha intervistato:

    R. – In maniera molto semplice, io ho cercato di riflettere sui testi dei Vangeli. Ho letto una sinossi, Matteo, Marco, Luca, Giovanni, i quattro evangelisti che specialmente nel racconto della Passione sono facilmente disponibili in questo modo, uno accanto all’altro. Leggendo quei testi mi sono rafforzato meglio nella convinzione che avevo un po’ anche prima, e cioè che la cosa più semplice era cercare di presentare che ciò che è accaduto nella Passione di Cristo è anche il significato di ciò che è accaduto, un significato che ha molti livelli di profondità.

     
    D. - Qual è il messaggio che passa attraverso questa sua riflessione, eminenza?

     
    R. – Il messaggio centrale mi sembra questo: in Gesù crocifisso, vediamo il vero volto dell’uomo e anche il vero volto di Dio. Ricordiamo la Gaudium et Spes dove dice che nel mistero del Verbo incarnato trova piena luce il mistero dell’uomo, proprio alla luce del mistero di Dio e dell’amore di Dio. Penso che è nella sua Croce, e naturalmente nella Risurrezione - croce e Risurrezione alla fine sono inseparabili - che questo mistero del Verbo incarnato, il senso dell’Incarnazione di Cristo si rivela nella sua pienezza, e così noi veniamo rivelati a noi stessi. Dice in proposito il testo della Gaudium et Spes: rivela l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione. Naturalmente, ho anche riflettuto sulla debolezza umana, sulla colpa umana - sulla profondità della colpa umana - ma di più sulla misericordia di Dio, sull’amore di Dio.

     
    D. – Nel corso degli anni, che importanza ha avuto la Via Crucis al Colosseo che si svolge a Roma, sede del cristianesimo universale?

     
    R. – Ha una grande importanza non solo perché tanti partecipano e perché è trasmessa in mondovisione, ma perché aiuta ad andare al cuore del mistero della Pasqua: aiuta la gente che vi partecipa, che è la gente più varia, una varia umanità, e questa gente ha voglia di entrare nel Mistero. Io penso che quanto più andiamo all’essenziale, tanto più rispondiamo anche alla vera attesa.

     
    D. – Eminenza, di fatto, la Chiesa sta vivendo un momento di grande sofferenza…

     
    R. – Certo, è un momento di sofferenza anche per lo spirito col quale spesso viene posta all’attenzione: uno spirito non solo polemico, ma che vorrebbe sradicare la fiducia nella Chiesa - e io temo, alla fine, la fede Cristo, la fede in Dio, dal cuore degli uomini. Questo è un altro motivo di sofferenza. Ci sono due motivi di sofferenza che stanno insieme: sofferenza per le colpe dei figli della Chiesa, in particolare dei sacerdoti, e sofferenza per questa volontà ostile alla Chiesa. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Il teologo padre Laurent Touze parla del celibato sacerdotale: è un'offerta totale di sé a Dio e un'imitazione di Cristo

    ◊   “Segno espressivo della dedizione totale ed esclusiva a Cristo, alla Chiesa e al Regno di Dio”. E’ la definizione che dà Benedetto XVI della vita sacerdotale vissuta nel celibato nell’Esortazione apostolica post sinodale Sacramentum caritatis. Il celibato è dunque impegno interiore di testimonianza evangelica. Un concetto ribadito anche da padre Laurent Touze, docente di teologia spirituale alla Pontificia Università della Santa Croce di Roma, al microfono di Benedetta Capelli:

    R. – Se si parla di celibato sacerdotale, si deve parlare dell’Eucaristia. Quando il ministro celebra l’oblazione di Cristo, che si dà con il suo corpo totalmente fino all’effusione del sangue, egli deve vivere in modo adeguato questa celebrazione, dando completamente, per amore della Chiesa, il suo corpo tramite il celibato.

     
    D. – Quali sono le difficoltà per i giovani nel comprendere questo dono, nel comprendere il celibato, e come lavorate per superare le difficoltà?

     
    R. – Io penso che le difficoltà che possa avere un giovane a capire e a vivere il celibato sono esattamente le stesse difficoltà che può avere un giovane a capire e a vivere il matrimonio. In questo senso, la cultura dominante impedisce – o cerca di impedire – che il cuore umano possa capire la fedeltà fino alla morte, il dono totale di sé, la bellezza dell’amore. In questo senso, ciò che penso è che per la formazione di questi giovani sono essenziali alcune virtù, e cioè: la sincerità, la sincerità nei propri confronti, perché ogni persona abbia il coraggio di vedere in sé i problemi che ha, che abbia il coraggio di parlarne con chiarezza e che abbia l’umiltà di farsi aiutare. E dopo, un’attenzione forse rinnovata a tutto ciò che è la formazione umana dei candidati al sacerdozio. Ma - e questo mi sembra che l’esperienza nordamericana l’abbia dimostrato, con i problemi che si conoscono e che erano legati ad una vita celibataria mal vissuta - la cosa essenziale è l’esigenza spirituale. I vescovi americani, dopo questi momenti di crisi, hanno saputo proporre con chiarezza un forte messaggio di esigenza spirituale ai candidati al sacerdozio e il risultato è quello che si vede adesso negli Stati Uniti: una crescita del numero e della qualità delle vocazioni sacerdotali. I candidati devono capire che fondamentalmente si deve amare Cristo e che a imitazione del Signore devono dare totalmente la loro vita per la Chiesa.

     
    D. – Padre, quali sono le sfide che questo impegno comunque pone?

     
    R. – Senza dubbio, la selezione dei candidati. E’ sempre stata una sfida, anche per lo stesso ragazzo che pensa di avere una vocazione al sacerdozio. Proprio lui deve poter avere uno spazio in cui parla di sé, dei suoi problemi, permettendo ai suoi formatori e a sé stesso di vedere se ha veramente le qualità adeguate per essere un sacerdote felice e un sacerdote santo. Allo stesso tempo, proprio perché il magistero sottolinea così fortemente il vincolo tra il celibato sacerdotale e la celebrazione della Santa Messa, è importante la comprensione adeguata del mistero eucaristico. Ci deve essere una forte insistenza nella formazione dei seminaristi, nella formazione dei sacerdoti sia giovani che meno giovani per riscoprire l’importanza di una celebrazione santa della liturgia, l’importanza di una celebrazione santa del sacrificio eucaristico.

     
    D. – Qual è il contributo della famiglia nella formazione di un seminarista?

     
    R. – E’ un compito assolutamente essenziale, cioè: se un ragazzo arriva al giorno dell’ordinazione, la stragrande maggioranza – direi il 90% – della vocazione la deve ai suoi genitori, perché è lì fondamentalmente che avrà ricevuto il seme del desidersio di darsi completamente a Dio: è lì la capacità di capire ciò che è l’amore, ciò che è la fedeltà. Forse, anche se è nato in una famiglia non cattolica, vedendo l’amore dei suoi genitori, imparando a vivere con i suoi fratelli e le sue sorelle, imparando qui la generosità, nel seno della sua famiglia, forse è proprio qui che potrà più facilmente ricevere il dono di Dio della vocazione. In questo senso, la famiglia che educa ancora meglio ad avere la disposizione a vivere santamente il sacerdozio, o a vivere santamente la vocazione matrimoniale, senza dubbio è la famiglia numerosa dove la disposizione alla generosità si può formare ancor più facilmente.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   La Messa di Benedetto XVI nel quinto anniversario della morte di Giovanni Paolo II

    Il telegramma del Papa al presidente Medvedev per le vittime degli attentati in Russia

    In prima pagina, un articolo di Lucetta Scaraffia dal titolo “Sindone e secolarizzazione, una mostra sul volto e sul corpo di Cristo”

    Nel servizio internazionale, l’emergenza ugandese: un milione di affamati, aiuti del Pam nella regione nordorientale di Karamoja

    In cultura, le meditazioni scritte dal cardinale Camillo Ruini, vicario generale emerito per la diocesi di Roma, per la Via Crucis che sarà presieduta dal Papa al Colosseo nella serata del Venerdì Santo

    Quei tradimenti che ancora pesano sulle spalle di Cristo: Mario Ponzi intervista il cardinale Ruini

    Il mistero della persona umana: Timothy Verdon sulla mostra “Gesù. Il corpo, il volto nell’arte”

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    Oggi in Primo Piano



    Comunicato dei vescovi italiani: sugli abusi dei sacerdoti, l’atteggiamento del Papa è fermo e illuminato

    ◊   “La trasparenza è un punto d’onore della nostra azione pastorale”: è quanto sottolineano i vescovi italiani nel comunicato finale del Consiglio permanente della Cei, svoltosi in questi giorni a Roma. I presuli esprimono solidarietà al Papa, sottolineando il suo atteggiamento “fermo e illuminato” nell’affrontare lo scandalo degli abusi sui minori perpetrati da membri del clero. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    “Sgomento”, “senso di tradimento”, “rimorso”: così, i vescovi italiani si esprimono sui casi di pedofilia nella Chiesa. I presuli sottolineano “l’atteggiamento fermo e illuminato di Benedetto XVI che, senza lasciare margini di incertezza né indulgere a minimizzazioni, invita la comunità ecclesiale ad accertare la verità dei fatti, assumendo nel caso i provvedimenti necessari”. L’episcopato italiano esprime al Papa “piena ed affettuosa solidarietà” ringraziandolo “per la cristallina testimonianza di fede e l’appassionato magistero”. I vescovi, si legge nella nota, “hanno anzitutto riaffermato la vicinanza alle vittime di abusi e alle loro famiglie", parte vulnerata e offesa della Chiesa stessa” e “concordano sul fatto che il rigore e la trasparenza nell’applicazione delle norme processuali e penali canoniche sono la strada maestra nella ricerca della verità e non si oppongono, ma anzi convergono, con una leale collaborazione con le autorità dello Stato, a cui compete accertare la consistenza dei fatti denunciati”.

     
    Ancora una volta, prosegue il comunicato, “è stata confermata l’esigenza di un’accurata selezione dei candidati al sacerdozio, vagliandone la maturità umana e affettiva oltre che spirituale e pastorale”. Al contempo, si è sottolineato il “valore del celibato, che non costituisce affatto un impedimento o una menomazione della sessualità, ma rappresenta, specialmente ai nostri giorni, una forma alternativa e umanamente arricchente di vivere la propria umanità in una radicale donazione a Cristo e alla Chiesa”. Infine, i vescovi della Cei hanno confermato “piena fiducia e sincera gratitudine ai tanti sacerdoti che, al pari dei religiosi e delle religiose, si dedicano nel nascondimento e con spirito di abnegazione all’annuncio del Vangelo e all’opera educativa, costituendo spesso l’unico punto di riferimento in contesti sociali frammentati e sfilacciati”.

    L’analisi della situazione italiana, si legge ancora nella nota, “ha orientato la riflessione circa il primato di quei ‘valori non negoziabili’” indicati da Benedetto XVI. Si è così riaffermato che “ogni questione sociale è sempre anche questione antropologica”. Tali valori richiamati dal cardinale Angelo Bagnasco nella prolusione, ribadisce la Cei, rappresentano “la missione dell’impegno dei cattolici nell’azione politica e sociale”. Questa tematica, viene spiegato, sarà al centro della Settimana sociale di Reggio Calabria, in programma ad ottobre prossimo. Tra gli altri argomenti indicati dal comunicato, la crescente presenza in Italia di sacerdoti stranieri impegnati nel servizio pastorale e la verifica della fase di avvio del fondo di garanzia, “Prestito della speranza”, promosso dalla Cei per sostenere le famiglie in difficoltà.

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    La Pasqua dei cristiani dello Sri Lanka, dopo i giorni della guerra. Intervista con il vescovo di Jaffna

    ◊   Dopo i mesi della guerra, che hanno seminato migliaia di lutti tra i civili dello Sri Lanka, coinvolti nel conflitto tra l’esercito di Colombo e le Tigri tamil, per i cristiani la ritrovata tregua coincide con la prima Pasqua che verrà celebrata senza il frasuono delle armi in azione. Il vescovo di Jaffna, mons. Thomas Savundaranayagam, parla di questo nuovo clima al microfono della collega della redazione inglese della nostra emittente, Lydia O'Kane:

    R. – We’ll be having the Easter …
    Celebreremo la Pasqua come sempre nella cattedrale e la celebrazione sarà presieduta da me con la partecipazione di alcuni sacerdoti. La nostra cattedrale è molto grande e durante la Settimana Santa molta gente viene per partecipare alle Messe, la chiesa è quasi sempre piena per metà. La gente ora si può spostare liberamente, i checkpoint militari sono stati ridotti, non c’è il coprifuoco notturno. Prima c’erano molte restrizioni, anche riguardo agli spostamenti della gente, ma adesso sono state rimosse e la gente è libera di muoversi e può prendere parte alle funzioni. Inoltre, pian piano gli sfollati interni vengono riaccompagnati nei loro villaggi: a tutt’oggi, circa 200 mila persone che si trovavano nei campi sono state a poco a poco rimandate nei loro villaggi. Circa 70 mila sono arrivate nella penisola di Jaffna con i loro vicini, con i loro parenti.

     
    D. – Si può parlare allora di una lenta normalizzazione nel vostro Paese?

     
    R. - This resettling is also ...
    In questi ultimi tempi, si sta gradualmente procedendo al ristabilimento delle persone, ma tutto questo comporta anche molte altre difficoltà, perché il governo non è in grado di fare tutto quello che ha promesso, specialmente per quanto riguarda l’assistenza umanitaria. Quindi, al momento la gente sta soffrendo, specialmente gli sfollati interni o le vittime della guerra che sono stati rimandati nei loro villaggi. Ci sono ancora circa 75 mila persone che devono essere ricollocate, ma siccome lo sminamento in quell’area non è stato ancora completato, non possono tornare nei loro villaggi e si trovano ancora nei campi, isolate dalle altre persone.

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    Diminuite nel mondo le esecuzioni. Lo afferma il Rapporto 2009 di Amnesty International

    ◊   Nel 2009, sono state eseguite nel mondo almeno 714 pene capitali in 18 Paesi e condannate a morte almeno 2.001 persone in 56 Paesi. Ma sono ancora tante le esecuzioni di cui non si ha notizia, soprattutto in Cina. Questo quanto, in sintesi, afferma il Rapporto sulla pena di morte pubblicato oggi da Amnesty International. Si tratta di dati in ribasso, ma che non devono fare abbassare la guardia nei confronti di questa piaga, che colpisce Paesi anche dell’area democratica. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia:

    R. – Iniziamo dai dati positivi, che la pena di morte è stata applicata in meno del dieci per cento dei Paesi della comunità internazionale e dunque rappresenta ormai più l’eccezione che la regola. Un altro fatto positivo è che il numero dei Paesi in cui sono state eseguite condanne a morte è sensibilmente inferiore rispetto al dato del 2008, diciotto contro venticinque, ed è importante sottolineare quanto il continente più refrattario alla tendenza abolizionista, cioè l’Asia, sia il continente nel quale sono stati registrati passi avanti importanti, tant’è che Afghanistan, Indonesia, Mongolia e Pakistan non hanno fatto registrate esecuzioni, e l’India, per il quinto anno consecutivo, ha portato avanti una moratoria. Certamente è in Asia però che c’è il buco nero della pena di morte, perché presumiamo che le esecuzioni in Cina siano state ancora migliaia. Abbiamo chiesto il governo di Pechino a rendere pubblici i dati sulle esecuzioni, perché se dicono ormai da tempo che le esecuzioni sono in diminuzione, non c’è alcuna ragione per cui la pena di morte debba rimanere un segreto di Stato.

     
    D. – Perché alcuni Paesi alzano un muro di omertà di fronte a questa piaga?

     
    R. – Perché si rendono conto che la pena di morte è considerata ormai a livello universale una questione di diritti umani e quindi circondare dal segreto i dati serve ad impedire un’ulteriore e più forte condanna e stigmatizzazione da parte della maggioranza dei Paesi del mondo, che ormai sono abolizionisti convinti.

     
    D. – Possiamo dire quindi che la moratoria sulla pena di morte sta funzionando anche bene...

     
    R. – La moratoria ha dato un impulso importante alla tendenza abolizionista, il cui cammino prosegue. I Paesi che hanno abolito la pena capitale del tutto sono saliti a 95 su un totale di 139 che non la applicano più. Ma oltre a questo, la pena di morte ha dato impulso al dibattito in Paesi nei quali la pena di morte è applicata rarissimamente. Penso all’India, penso a Taiwan, penso alla Corea del Sud. E dobbiamo aggiungere anche che ci sono due continenti – Oceania ed Europa – che nel 2009 non hanno fatto registrare esecuzioni. I Paesi che più si oppongono alla moratoria sono i soliti: oltre alla Cina, l’Iran, l’Iraq e l’Arabia Saudita anche gli Stati Uniti, che sono Paesi che hanno fatto registrare la totalità quasi delle 714 esecuzioni note ad Amnesty International.

     
    D. – Un tema legato alle esecuzioni è quello della regolarità dei processi che portano alla pena capitale...

     
    R. – Sì, conferma quello che diciamo ormai da decenni: che la pena di morte è applicata spesso in modo discriminatorio, sia da un punto di vista economico nei confronti dei più poveri, quelli che non hanno possibilità di una buona difesa legale, ma è applicata per inviare messaggi politici di tipo repressivo. Qua e là nel mondo, si colpiscono esponenti di minoranze etniche e religiose, si condanna a morte e si impicca anche per reati di opinione o di abiura ad una fede religiosa: penso al reato di apostasia in Paesi del Medio Oriente.

     
    D. – Noury, ci sono Paesi dell’area democratica nei quali invece c’è la pena di morte?

     
    R. – Oltre agli Stati Uniti, che sono l’esempio noto a tutti, va sottolineato il Giappone, dove le esecuzioni purtroppo rimangono costanti e poi, purtroppo, l’eccezione di un 2009 senza pena di morte in Europa è stata subito tradita, all’inizio di quest’anno, con due fucilazioni in Bielorussia.

     
    D. – Molti Paesi che hanno la pena di morte si giustificano quasi parlando di applicazione umanitaria delle esecuzioni...

     
    R. – In realtà questo è un tema che sia per le motivazioni che per il metodo è assolutamente inaccettabile. C’è chi dice che la pena di morte sia un modo per dare conforto alle vittime del crimine violento, ma tantissimi parenti di ragazze e ragazzi assassinati chiedono che non venga fatta giustizia in questo modo così barbaro. Quanto al metodo, sta prendendo piede in alcuni Paesi, Cina e Thailandia, il metodo tipico degli Stati Uniti, cioè l’iniezione di veleno, e proprio da questo punto di vista, negli Stati Uniti, il 2009 è stato un anno brutto, nel quale sono state anche sperimentate nuove composizioni di sostanze mortali, dopo che nello Stato dell’Ohio, in particolare, c’erano state agonie durate anche decine di minuti e, in quello Stato lì, proprio con un esperimento su un essere umano vivo, sono state provate nuove miscele apparentemente più letali.

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    Presentata ai Musei vaticani la mostra “La Memoria e la Speranza”, dedicata agli arredi liturgici salvati dal sisma in Abruzzo

    ◊   Costruire il domani a partire dal recupero delle proprie radici storiche, artistiche e culturali. E’ il messaggio della mostra “La Memoria e la Speranza. Arredi liturgici da salvare nell’Abruzzo del terremoto”, presentata oggi ai Musei Vaticani. Ad un anno dal sisma che lo scorso 6 aprile ha devastato numerosi centri della regione, l’iniziativa è promossa in collaborazione con l’arcidiocesi dell’Aquila, e con il patrocinio, tra gli altri, del Ministero dell’interno e del Ministero per i beni e le attività culturali. Il servizio di Claudia Di Lorenzi:

    Reliquiari e candelieri, calici e ampolline, e poi saii, effigi e oggetti di oreficeria liturgica, dipinti attribuibili al pittore cinquecentesco Bedeschini e croci processionali opera di Nicola da Guardiagrele, veri e propri capolavori dell’arte d’Abruzzo. Sono solo alcuni degli arredi sacri recuperati fra le rovine delle chiese abruzzesi, dopo il terremoto che il 6 aprile scorso ha lasciato profonde ferite nel patrimonio artistico e culturale della regione. Un dramma che non ha tuttavia piegato il suo popolo che nel difficile percorso della ricostruzione confida nella forza delle proprie radici e della propria storia, intessuta di un profondo sentire religioso. Esposti nelle sale dei Musei Vaticani gli oggetti recuperati custodiscono e perpetuano l’identità delle genti d’Abruzzo. Lo ricorda il prof. Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani:

     
    “Quello che interessa è il contesto, è il tessuto connettivo che fa il patrimonio artistico di una nazione, di un popolo. Per questo abbiamo voluto portare qui quel tipo di oggetti che di solito vengono dimenticati: dopo le grandi catastrofi si restaurano i monumenti, si trovano soldi, sponsor, attenzioni per recuperare le celebri pitture o sculture, ma i cosiddetti oggetti di 'arte minore' - quelli che ogni chiesa conserva nelle sacrestie, le stoffe, i legni intagliati e dorati, gli argenti, i vasi sacri - se danneggiati dal terremoto, di solito, vengono dimenticati. Quindi, è un pezzo di memoria che muore.”

     
    Una memoria che sostanzia l’oggi e che fonda la costruzione di qualunque futuro, tanto per i singoli, quanto per i popoli. Ancora il prof. Paolucci:

     
    "Diceva Pier Paolo Pasolini in una poesia famosa del 1962: 'Io sono una forza del Passato. Solo nella tradizione il mio amore. Io vengo dagli altari e dalle chiese, vengo dai paesi abbandonati sugli Appennini e sulle Prealpi, dove sono vissuti i fratelli'”.

     
    Ma guardare al proprio passato significa anche riconoscere nella storia l’intervento salvifico di Dio, e in lui confidare. Ascoltiamo mons. Giuseppe Molinari, arcivescovo dell’Aquila:

     
    “Ritrovare tutte queste opere d’arte e metterle a disposizione di tutti significa anche ritrovare la forza di guardare avanti per diventare ancora più consapevoli che c’è una storia che sta alle nostre spalle, una storia che vogliamo che continui anche nei giorni che verranno, una storia che per noi credenti non è abbandonata al caso: è una storia che è guidata da qualcuno che è più grande di noi.

     
    Una certezza che, lungo gli antichi vicoli distrutti, fra le macerie e la polvere, nelle piaghe profonde dell’animo, si fa alimento alla speranza. Ancora l’arcivescovo dell’Aquila:

     
    "Per noi cristiani e credenti la speranza non si arresta mai, anche di fronte alle prove più grandi, perché sappiamo che il Signore sa tutta la nostra storia, la nostra realtà, le nostre prove, le nostre difficoltà e, quindi, non ci lascerà soli. Ci aiuterà a guardare di nuovo avanti e a ricostruire un nostro futuro”.

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    Chiesa e Società



    Germania: la Chiesa ha attivato il numero verde per le vittime degli abusi sessuali

    ◊   È stato attivato oggi il numero verde allestito dalla Conferenza episcopale tedesca per fornire consulenza alle vittime di abusi sessuali in organizzazioni ecclesiastiche. “Con questa offerta vogliamo incoraggiare le vittime che si rivolgono a noi, indipendentemente dal fatto che si tratti di casi caduti in prescrizione o meno", ha detto mons. Stephan Ackermann, incaricato della Conferenza episcopale tedesca per i casi di abuso, nel corso di una conferenza stampa tenuta a Treviri. "Vogliamo parlare, vogliamo sapere cosa è stato patito e stare accanto alle vittime", ha aggiunto. Mons. Ackermann - riferisce l'agenzia Sir - ha ringraziato le vittime che hanno trovato il coraggio di denunciare gli abusi: “In questo modo hanno contribuito in modo sostanziale a far sì che la Chiesa in futuro ponga maggior attenzione a ciò che avviene nelle nostre istituzioni, nelle nostre scuole, nei gruppi giovanili e negli asili. Faremo il possibile per ottenere che non si ripetano abusi in istituzioni della Chiesa cattolica”. Il presule ha inoltre rivolto un appello a "chi si è reso colpevole di questi atti, affinché riconosca la sua colpevolezza. Solo così si apre la via alla verità e alla riconciliazione", ha concluso. (R.P.)

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    Le Chiese del Medio Oriente solidali con il Papa dopo gli attacchi sullo scandalo degli abusi

    ◊   Le Chiese mediorientali hanno assicurato pieno appoggio e solidarietà a Benedetto XVI dopo l’ondata di accuse riportate sulla stampa in riferimento allo scandalo degli abusi sessuali. In un’intervista all’agenzia Sir, l’arcivescovo di Mosul, mons. Emil Shimoun Nona, spiega che nonostante il dolore, i fedeli iracheni “sono convinti che si tratti di una propaganda contro la Chiesa, per infangarla agli occhi del mondo”. Secondo il presule, non bisogna “mettere in discussione tutto quello che la Chiesa da sempre opera a favore dei bambini e dei giovani e delle persone più vulnerabili”, a causa di gravi errori commessi da pochi. Anche dal Libano vengono parole di solidarietà nei confronti della Chiesa e del Papa, in particolare mons. Michel Kassarji, vescovo di Beirut, precisa che un tale scandalo non può essere utilizzato per screditare la Chiesa. “Purtroppo c’è molta superficialità che crea delle opinioni altrettanto superficiali”. “Mai come adesso è necessaria la testimonianza della preghiera”, afferma il presule libanese. “Viviamo in un contesto islamico – aggiunge il vescovo – e fatti del genere danno un’immagine della Chiesa non positiva, anche se è bene dire che gli integralisti non aspettano fatti del genere per creare difficoltà. La nostra risposta sta nella preghiera e nelle ferme iniziative intraprese dalla Chiesa”. Tra le testimonianze riportate dal Sir si aggiunge quella di mons. Antoine Audo, vescovo di Aleppo, in Siria secondo cui “stiamo assistendo ad una grave forma di propaganda anticattolica da fronteggiare”; informare i fedeli è la strategia messa in atto in Medio Oriente, nonostante la carenza di mezzi di comunicazione sociale. In Terra Santa, dove quest’anno le celebrazioni della Pasqua coincidono per cattolici, ortodossi e protestanti, i fedeli sono impegnati per la festa liturgica. “Qui in Giordania – afferma mons. Selim Sayegh, vicario patriarcale latino di Giordania – i nostri fedeli sono vicini al Pontefice impegnati a testimoniare tutta la loro fede. Crediamo che questa sia la migliore risposta a chi, sparuti gruppi fondamentalisti, vogliono senza successo strumentalizzare questa vicenda”. (C.F.)

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    Il cardinale Martini smentisce di aver detto "di ripensare il celibato dei preti"

    ◊   In merito a quanto riportato da alcuni organi di stampa austriaci e tedeschi, il cardinale Carlo Maria Martini si dichiara “molto sorpreso nel vedermi attribuita una espressione che non corrisponde al mio pensiero”, smentendo così di aver mai detto che l’obbligo del celibato dei preti debba essere ripensato. L'arcivescovo emerito di Milano – in una nota su www.chiesadimilano.it ripresa dall'agenzia Sir - precisa che ritiene “sia una forzatura coniugare l’obbligo del celibato per i preti con gli scandali di violenza e abusi a sfondo sessuale”. Il riferimento è a un intervento pubblicato dal settimanale tedesco “Presse am Sonntag”, ripreso domenica da alcune testate, secondo le quali il porporato avrebbe affermato che “il celibato obbligatorio come forma di vita dei preti dovrebbe essere ripensato”. L'arcivescovo milanese tiene a precisare che “il settimanale tedesco non ha interloquito con me direttamente ma ha piuttosto ripreso una mia lettera ai giovani austriaci”. Nella missiva, il cardinale Martini scriveva: “Occorrerebbe ripensare alla forma di vita del prete”. L'intenzione, aggiunge, era “sottolineare l’importanza di promuovere forme di maggiore comunione di vita e di fraternità tra i preti affinché siano evitate il più possibile situazioni di solitudine anche interiore”. Non, conclude, “coniugare l’obbligo del celibato per i preti con gli scandali di violenza e abusi a sfondo sessuale”. (R.P.)

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    Piano della Caritas del Cile in aiuto a mezzo milione di persone più colpite dal sisma

    ◊   Una richiesta speciale di aiuto per sostenere le vittime del terremoto che ha sconvolto il Cile il 27 febbraio scorso. L’appello – di cui riferisce l’agenzia Zenit – è stato lanciato dalla Caritas del Paese andino, che ha richiesto 8,8 milioni di dollari, circa 6,5 milioni di euro, destinati alla distribuzione di cibo e articoli per l'igiene e a sostenere pescatori e agricoltori, perché possano recuperare i propri mezzi di sostentamento. La Caritas del Cile fornirà anche sostegno psicologico e spirituale alle persone rimaste traumatizzate dal terremoto. “Non si possono distribuire solo casse di cibo. Stiamo anche ascoltando le persone che hanno bisogno di parlare di tutto ciò che hanno passato, e che convivono con nuove scosse”, ha segnalato mons. Manuel Camilo Vial, vescovo di Temuco e presidente di Caritas Cile. Il piano di risposta all'emergenza durerà nove mesi e raggiungerà mezzo milione di persone più bisognose nel centro e nel sud del Paese, inclusi i dintorni di Santiago e Concepción, tra i luoghi più colpiti dal sisma, che ha provocato centinaia di vittime e interessato in totale circa due milioni di cileni, oltre a danneggiare numerose infrastrutture, ospedali e scuole. (R.G.)

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    Haiti: l’impegno della Caritas italiana per superare la fase di emergenza umanitaria post-terremoto

    ◊   Su 3 milioni di euro raccolti dalla Caritas italiana per gli aiuti ai terremotati di Haiti (di cui 2 milioni messi a disposizione dalla Cei) un terzo è stato già speso per la prima fase di emergenza. Lo ha riferito all’agenzia Sir Davide Dotta, referente della Caritas italiana a Port-au-Prince, dove lavora da un mese presso la Caritas Haiti. “I primi soldi sono stati utilizzati per i bisogni più urgenti: cibo, acqua potabile, tende, latrine, docce - spiega -. Gli altri 2 milioni serviranno per continuare la fase di emergenza ed iniziare la ricostruzione. In vista della stagione delle piogge e degli uragani dovremo cercare di spostare le persone in luoghi più adatti, ma non sarà facile”. A Port-au-Prince sono 400 i campi censiti, ma insediamenti spontanei con ripari di fortuna e tende sono ovunque, per strada, in mezzo ai vicoli, nei terreni privati. “E’ un disastro immane – ha dichiarato Dotta – e dopo due mesi e mezzo di aiuti internazionali la situazione è ancora estremamente fragile, perché la devastazione è estesa e tocca il cuore della città. I problemi sono numerosissimi e richiederanno una presenza degli operatori umanitari di lungo periodo”. (R.G.)

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    Riapre ad Haiti il Seminario maggiore. In cerca di alloggio i 243 seminaristi scampati al sisma

    ◊   “Dopo tentennamenti e dubbi, i vescovi hanno preso la decisione di chiamare i seminaristi a raccolta e riaprire l’anno accademico il 6 aprile. Con la distruzione dell’intero Seminario maggiore, dobbiamo dunque trovare una sistemazione per i 243 seminaristi maggiori sopravvissuti” comunica all’agenzia Fides mons. Bernardito Auza, nunzio apostolico ad Haiti, esprimendo la sua gioia per l’ulteriore gesto di vicinanza del Santo Padre a questa Chiesa locale, così provata dal terremoto del 12 gennaio. Le offerte raccolte Giovedì santo durante la Santa Messa in Coena Domini, presieduta dal Papa nella Basilica di San Giovanni in Laterano, saranno infatti destinate alla ricostruzione del Seminario di Port-au-Prince. “Esiste in Haiti un solo Seminario maggiore, il Seminario maggiore nazionale ‘Notre Dame d’Haïti’ a Port-au-Prince – spiega il Nunzio -. Tuttavia vi sono due sezioni, due strutture separate l’una dall’altra, quella di Teologia, nel quartiere di Turgeau (vicina al centro città), e quella di Fisolofia, nel quartiere di Cazeau (vicino all’aeroporto internazionale Toussaint Louverture). Vi è un unico Rettore per ambedue le sezioni. Le strutture di tutte e due le sezioni sono state distrutte dal terremoto. Quattro sui cinque edifici della sezione teologica sono crollati. Mi dà i brividi pensare - osserva mons.Auza - che se tutta la comunità fosse stata nella cappella al momento del terremoto, sarebbe stata davvero una perdita di proporzioni enormi”. Prima del terremoto erano ospiti del Seminario maggiore 159 seminaristi di telogia e 98 di filosofia. Sono morti 6 seminaristi di teologia ed un professore, ed 8 di filosofia. “Quelli che erano intrappolati sotto le macerie si sono liberati in gran parte da soli – racconta l’arcivescovo -. Il Rettore si trovava nel suo ufficio al pianterreno di uno degli edifici. L’ufficio è ora sotto terra, ma il Rettore è uscito indenne, senza poter spiegare come e dove sia passato per uscire. Afferma di essere stato guidato dalla Madonna”. Il 6 aprile i Vescovi hanno dunque deciso di riaprire l’anno accademico. Entrambe le sezioni del Seminario saranno ospitate nell’ampio terreno della sede della Conferenza Episcopale di Haiti (Ceh). Gli studenti di filosofia saranno ospitati nel Seminario dei Padri Scalabriniani, contiguo alla sede dell’episcopato, e quelli di teologia negli ambienti della Casa della Madonna di Guadalupe, nel terreno della Ceh. “Nove grandi tende serviranno da aule scolastiche e 21 serviranno da dormitori. Il tutto dovrebbe costare circa 400mila dollari. (R.P.)

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    Brasile: nella Domenica delle Palme colletta ecumenica di solidarietà. Raccolti fondi per i poveri

    ◊   In Brasile, nella Domenica delle Palme, è stata festeggiata la Giornata nazionale della colletta della solidarietà. Il ricavato sarà utilizzato in particolare per i più poveri della società brasiliana. L’iniziativa è promossa dal Conic, il Consiglio nazionale delle Chiese in Brasile, allo scopo di finanziare progetti sociali, realizzati poi dalle comunità cristiane. Il Conic comprende la Chiesa cattolica, la Comunione anglicana, la luterana, la Chiesa siro-ortodossa di Antiochia e i Presbiteriani uniti. “È un gesto concreto e immediato che un fedele può fare, mostrando il suo impegno nella campagna che cerca, prima di tutto, di esercitare la fraternità”, riferiscono il presidente e il segretario del Conic, rispettivamente il pastore sinodale Carlos Möller e il reverendo Luiz Alberto Barbarosa. La colletta esiste da quando la Conferenza episcopale del Brasile ha istituito la Campagna della fraternità, che essendo ecumenica, “rende una testimonianza al mondo” del fatto che i cristiani possono essere fedeli “al comandamento dato da Cristo perché tutti siano una sola cosa”, si legge su L’Osservatore Romano che riporta uno stralcio della lettera inviata dal Conic a tutte le Chiese. Della quota totale raccolta per l’iniziativa, il 40% sarà destinata al fondo ecumenico di solidarietà, amministrato dai responsabili delle Chiese del Conic; per il restante 60% alle necessità locali, in accordo con le diocesi, i sinodi, i presbiteri e con l’organizzazione di ogni Chiesa del Conic. (C.F.)

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    Iraq: i cattolici di Mosul costruiscono una nuova scuola

    ◊   L'arcivescovo caldeo Emil Shimoun Nona ha annunciato la costruzione di una nuova scuola a Mosul, come riferisce l’agenzia Zenit. “La persecuzione dei cattolici in Iraq, soprattutto a Mosul, ha portato ad una crisi sociale e spirituale”, ha affermato il presule. “Quelli che restano vivono nella paura” e come segno di speranza per la gente è stato avviato un processo di ricostruzione. Edificare una nuova scuola nell'antico villaggio cattolico caldeo di Karmless ne è il segno tangibile. La struttura accoglierà “studenti di tutte le religioni: cristiani, musulmani e yazidi, di Karmless e dintorni, nell'autunno del 2011”. La speranza del presule è che questo progetto possa offrire nuove opportunità di lavoro. “L'istruzione è stata un carisma della nostra Chiesa fin dalla sua fondazione”, ha ricordato l’arcivescovo. “Nel 350 d.C., nella città di Nisibis, i nostri antenati diretti fondarono la prima università del mondo. Da allora - ha proseguito il presule - abbiamo creato centinaia di scuole e università, e sono state riconosciute per i loro apporti significativi alla cultura e alla società irachene”. A Baghdad, vi sono già due scuole che procedono in maniera autonoma, dando buoni risultati, nonostante siano inserite nel contesto critico della guerra. “Entrambe hanno almeno il 60% di iscritti musulmani e sono profondamente cattoliche nella propria identità”. È un dovere, secondo il presule, fornire un'educazione cattolica, soprattutto se si considera che “la comunità cattolica irachena sta diminuendo e ha bisogno di un aiuto immediato per sopravvivere”. (C.F.)

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    Cina: la celebrazione della Domenica delle Palme in tutte le comunità cattoliche

    ◊   La celebrazione della Domenica delle Palme che ha aperto la Settimana Santa, si è svolta in tutte le comunità cattoliche cinesi. Secondo le informazioni prevenute all’agenzia Fides, la solenne processione con gli ulivi ha visto una grande partecipazione dei fedeli. Nella parrocchia di Fan Ga Da della diocesi di Cang Zhou, nella provincia dell’He Bei, la solenne processione ha coinvolto anche tanti non cristiani, insieme ad oltre mille fedeli. Tutti hanno seguito la processione partita dalla grotta del Rosario fino all’asilo cattolico, per assistere alla benedizione delle Palme. Hanno quindi ascoltato con attenzione l’omelia del sacerdote che ha invitato alla conversione, alla rinuncia ai divertimenti durante la Settimana Santa, al sacrificio e alla generosa condivisione. Tanti non cristiani sono rimasti dopo il rito ed hanno chiesto di poter conoscere meglio la Pasqua, la passione di Cristo e la fede cattolica, trasformando così la celebrazione in opportunità di evangelizzazione. Oltre 300 fedeli hanno ricordato l’entrata di Gesù a Gerusalemme nella cattedrale della diocesi di Zhou Cun, della provincia di Shan Dong. Secondo alcuni di loro “è una forte esperienza annuale per provare l’amore di Cristo Gesù per l’umanità”. Tantissimi non cristiani sono venuti a chiedere di poter avere anche loro il ramo di ulivo benedetto. Nella parrocchia di Qing Shang della diocesi di Bao Tou della Mongolia Interna, oltre 600 fedeli hanno partecipato alla celebrazione della Domenica delle Palme. Nella diocesi di Nan Chong la celebrazione è iniziata sabato sera, con l’adorazione continua che è durata per tutta la notte. I fedeli hanno partecipato numerosi, dandosi il turno durante la notte, per invocare dal Signore la conversione nell’attesa della Santa Pasqua. (R.P.)

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    In Nepal si prega per la nuova Costituzione, mentre torna l'ipotesi della monarchia

    ◊   “Abbiamo bisogno della preghiera di tutti e confidiamo nell’aiuto di Dio, perché la nuova Costrizione del paese – decisiva per il futuro della nazione – sia laica, rispetti i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo, promuova valori come la pace, la giustizia, la libertà religiosa il bene comune”: è quanto ha dichiarato all’agenzia Fides mons. Anthony Sharma, vicario apostolico del Nepal, mentre le forze politiche nepalesi stanno redigendo e discutendo la nuova Carta costituzionale, che dovrebbe essere completata entro la fine di maggio. “Preghiamo per la pace e la stabilità della nostra amata nazione”, ha detto il vicario, invitando tutti i fedeli a unirsi alla preghiera nella Settimana Santa. Secondo la bozza del testo circolante, ci si avvia a disegnare una Costituzione in cui l’induismo non è definito “religione di Stato”, e questo fatto – notano fonti della Chiesa locale – “costituisce un segnale positivo e una garanzia per la vita delle comunità religiose di minoranza e per i cristiani”. Le Chiese cristiane, numerose organizzazioni religiose, Ong, associazioni e gruppi della società civile concordano col progetto di disegnare “uno Stato laico e democratico” che possa ospitare senza discriminazioni tutte le comunità. Anche la maggior parte dei gruppi indù accetta l’orientamento di redigere una Costituzione “inclusiva, che rispetti tutte le componenti della società”. Il cammino della Carta appare però ancora lungo e travagliato: il Presidente del Nepal, Ram Baran Yadav, ha detto di sperare che il processo di pace in corso possa giungere alla sua conclusione di realizzare la nuova Costituzione, entro il termine previsto del 28 maggio, ma ha aggiunto che, a suo parere, difficilmente questo accadrà, visto che i partiti non riescono ancora a raggiungere un consenso. In questa fase delicata della storia del paese, Kamal Thapa, presidente del partito “Rastriya Prajatantra-Nepal”, chiede la restaurazione della monarchia: fra la popolazione cresce la paura che il Paese possa precipitare nuovamente in una situazione ingovernabile e in una nuova guerra civile. (R.P.)

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    India: vescovo respinge le insinuazioni di un settimanale induista su un progetto della Chiesa del Kerala

    ◊   In India, un settimanale fondamentalista indù ha accusato la Chiesa del Kerala di avere organizzato un’immigrazione di massa di contadini cristiani con l’intento di modificare gli attuali equilibri religiosi. Sotto accusa – riferisce l’agenzia Ucan - è un progetto promosso dalla Commissione per i laici della Conferenza episcopale locale, che prevede l’insediamento di un certo numero di contadini poveri cattolici su alcuni terreni coltivabili acquistati a poco prezzo nella fertile regione di Konkan, a maggioranza indù. Secondo il settimanale induista “The Organizer “ si tratterebbe di una mossa per modificare radicalmente la composizione religiosa della regione e quindi creare un nuovo bacino elettorale cristiano. Secca la risposta del presidente della Commissione episcopale, mons. Mathew Arackal, vescovo di Kanjirapally, che ha parlato di “paure ingiusticate e infondate”. Il presule ha precisato che l’iniziativa è aperta anche a agricoltori non cristiani e che in realtà essa è finalizzata a migliorare la produttività agricola locale e alla promozione di un’agricoltura sostenibile. A questo scopo il progetto prevede, tra l’altro, l’organizzazione di corsi di formazione. (L.Z.)

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    Mongolia: il prefetto apostolico descrive la realtà di questa piccola Chiesa

    ◊   650 fedeli, decine di catecumeni, 87 missionari da 24 Paesi e di diversi ordini religiosi, quattro parrocchie e varie stazioni missionarie. Sono le cifre della giovane Chiesa in Mongolia che nel 2012 festeggerà il suo ventesimo anniversario e quello dello stabilimento dei rapporti diplomatici fra Santa Sede e Repubblica di Mongolia. Cifre di un successo di cui è senz’altro soddisfatto l’unico vescovo cattolico del Paese, mons. Wenceslao Padilla, Prefetto apostolico di Ulaanbaatar. “La mia gioia più grande è vedere questa piccola Chiesa nata dal nulla diventare matura e osservare la crescita del numero dei fedeli e delle attività della Chiesa”, ha dichiarato il presule in un’intervista al quotidiano della diocesi di Orlando “Florida Catholic”, ripresa dall’agenzia Cns. Il vescovo di origini filippine è stato uno dei primi religiosi giunti in Mongolia nel luglio del 1992, quando venne aperta l’allora Missione cattolica di Ulan Bator, affidata ai missionari della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria. All’arrivo di questo primo gruppo di missionari non c’era neanche un cattolico in Mongolia e il lavoro dell’“implantatio Ecclesiae” dovette cominciare da zero. La Missione, elevata a Prefettura apostolica di Ulaanbaatar nel luglio del 2002, è da sempre molto impegnata sul fronte umanitario e della promozione umana. In questi progetti sono oggi coinvolte diverse Congregazioni religiose, ma è significativo anche il contributo di tanti missionari laici per lo più da Stati Uniti, Corea, Taiwan e Paesi europei. Il frutto di questa opera di apostolato è stata appunto la costante crescita di fedeli in questo Paese buddista: nel 1995 si contavano appena 14 cattolici mongoli, oggi sono 650, a cui se ne aggiungeranno ben presto altri. La principale sfida oggi - spiega mons. Padilla – è sostenere questi fedeli nella loro fede e l’impegno della Chiesa nel campo sociale, dello sviluppo e della promozione umana. “Nel breve e nel lungo termine le varie e numerose opere che abbiamo avviato dovranno essere continuate e sostenute”, ha detto il vescovo, precisando che uno dei “problemi cronici” è quello di trovare i finanziamenti necessari per questi progetti. (L.Z.)

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    Usa: il premio "Oscar Romero" per i diritti umani ai Servizi per le migrazioni dei vescovi

    ◊   E' stato conferito ieri dall’Università statunitense di Dayton, in Ohio, il premio “Arcivescovo Oscar Romero per i diritti umani”, ai Servizi per le migrazioni e i rifugiati dell’episcopato degli Stati Uniti, nel corso di una cerimonia presso la cappella dell’Università. Istituito nel 2000 per onorare il ministero e il sacrificio del presule salvadoregno, il riconoscimento è assegnato a un individuo o organizzazione che si siano distinti nella promozione della dignità di ogni persona umana e nell’alleviamento delle sofferenze della comunità umana nello spirito dell’umanesimo cristiano. E’ stato attribuito ai Servizi ecclesiali per i migranti e i rifugiati – così recita la motivazione – per l’impegno compiuto dal 1975 nel rilocare oltre 800mila rifugiati attraverso le diocesi del Paese. Negli ultimi dieci anni – si legge ancora nell’annuncio ufficiale – il Dipartimento ha sollecitato l’inasprimento delle leggi per i trafficanti di esseri umani e l’adozione di misure legislative per la protezione delle vittime. A ricevere il premio, a nome dell’agenzia, è stato l’ambasciatore Johnny Young, direttore esecutivo dei Servizi per i migranti e i rifugiati, mentre il vescovo John Wester, presidente del Comitato episcopale per le migrazioni, ha tenuto una riflessione sul tema “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi più piccoli” (Mt 25,40). (M.V.)

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    Veglie di preghiera della Comunità di Sant'Egidio in memoria dei Testimoni della fede

    ◊   Veglie di preghiera nel cuore della Settimana Santa, a Roma e nel mondo, per ricordare “quanti in questi ultimi anni hanno offerto la loro vita per il Vangelo”. A promuoverle, da ieri al 31 marzo, dall’Italia, alla Francia, dal Belgio all’Olanda, ma anche a Buenos Aires e a New York, è la comunità di Sant’Egidio. “Nella notte che il mondo attraversa – si legge nella presentazione della iniziativa - non mancano testimoni della fede che illuminano il cammino dell'umanità verso Cristo, morto e risorto per noi”. “Seguendo Gesù sulla via dolorosa, i martiri della fede, della carità, della riconciliazione e della pace ci aiutano a rinnovare la nostra vita, indicandoci la pietra sulla quale edificarla. Ci rimandano al coraggio delle scelte e alla serietà della vita cristiana”. A ricordare i “martiri della fede” - riferisce l'agenzia Sir - ci saranno anche i cristiani delle altre Chiese. A Wünzburg, in Germania, la veglia sarà presieduta dal vescovo della Chiesa evangelica-luterana mentre ad Aachen dai rappresentanti delle Chiese cattolica, evangelica e greca-ortodossa. In Italia si celebreranno veglie di preghiera oggi a Genova, Messina, Milano, Napoli e Trieste. A Roma, nella Basilica di Santa Maria in Trastevere la veglia sarà presieduta dal cardinale Stanisław Ryłko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici. (R.P.)

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    Settimana Santa: giovani in cammino da Loreto a Macerata in compagnia di Matteo Ricci

    ◊   Per avvicinare i giovani a Matteo Ricci, la Compagnia di Gesù, in collaborazione con la pastorale giovanile della diocesi di Macerata, propone per Pasqua un pellegrinaggio da Loreto a Macerata, intitolato “Giovani in cammino con Matteo Ricci”. L'iniziativa si snoderà - riferisce l’agenzia Sir - durante la Settimana Santa, a partire da domani al 4 aprile. L'idea è prepararsi al Triduo pasquale percorrendo il tratto di strada da Loreto a Macerata, accompagnati da spunti di preghiera tratti dalle opere di Matteo Ricci. In cammino si percorreranno circa 20 chilometri al giorno, con tempi di preghiera e di condivisione in gruppi. Il pellegrinaggio si rivolge a giovani dai 16 ai 30 anni. La Messa in Coena Domini del Giovedì Santo sarà a San Claudio Abbazia, la liturgia del Venerdì Santo con i monaci camaldolesi dell’abbazia di san Nicola a Tolentino, la Veglia del Sabato Santo – presieduta dal vescovo mons. Claudio Giuliodori - nel duomo di Macerata. Nella stessa Macerata ci sarà anche un laboratorio di riflessione tenuto da padre Giovanni Basile, su “Somiglianze e dissomiglianze tra la conoscenza per scienza e la conoscenza per fede”. (R.G.)

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    Missioni della Settimana Santa: la gioia della condivisione

    ◊   Da domani al 4 aprile, in tutta Italia, si svolgeranno le missioni della Settimana Santa di “Gioventù e Famiglia Missionaria”, organizzazione internazionale del Movimento Regnum Christi che attualmente conta 70.000 membri, giovani ed adulti, diaconi e sacerdoti. Questa organizzazione - riferisce l'agenzia Fides - è presente in più di 30 paesi e formata da giovani e famiglie che, impegnati nella collaborazione con i Pastori della Chiesa per la nuova evangelizzazione della società, attraverso l’attività missionaria, rispondono all’invito di Cristo: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo» (Mc 16, 15), secondo le esigenze della giustizia e della carità evangeliche. Le missioni della Settimana Santa sono da anni un appuntamento fisso per migliaia di giovani e famiglie che in tutto il mondo decidono di trascorrere i giorni che precedono la Pasqua a servizio degli altri, riscoprendo una vocazione missionaria insita in tutti i cristiani. In Italia le missioni si svolgeranno in varie Regioni, dal nord al sud, al servizio di più diocesi. I missionari saranno divisi in gruppi di adolescenti tra i 14 e i 16 anni, di ragazzi e ragazze dai 17 ai 28 anni, interi nuclei familiari e singoli adulti. Dal Mercoledì Santo alla Domenica di Pasqua, i missionari condivideranno con gli abitanti di un paese i giorni del Triduo Sacro, collaborando con il parroco in questo momento così importante dell’anno liturgico. Visiteranno le case invitando i parrocchiani a partecipare alle attività del pomeriggio e alle funzioni della Settimana Santa. Organizzeranno giochi, catechesi per bambini e momenti di formazione per i giovani. Parleranno con gli anziani, animeranno le celebrazioni, e in particolar modo la Via Crucis per le strade. Lo scopo è ravvivare e condividere con gli altri la fede cattolica, scoprendone la dimensione missionaria, aiutando e sostenendo la pastorale parrocchiale. (R.P.)

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    A Roma l'Univ 2010, l'annuale incontro internazionale studentesco dell'Opus Dei

    ◊   E’ in corso dal 27 marzo, a Roma, l’Univ 2010, l’annuale incontro internazionale studentesco della Settimana Santa ideato dal fondatore dell’Opus Dei, San Josemaria Escrivá e organizzato dall’Istituto per la Cooperazione Universitaria. Il tema scelto per il raduno del 2010 – “Può il cristianesimo ispirare una cultura globale?” – punta all’approfondimento nei forum delle radici della cultura cristiana, come base su cui costruire il futuro nella consapevolezza dell’identità spirituale e con la volontà di contribuire a dare un volto nuovo alla società pluralistica di oggi. Le aree di ricerca focalizzano tematiche quali cultura e società, scienza e medicina, diritto ed economia, arte e architettura, comunicazione e media, con uno sguardo d’insieme alla realtà dell’università e al suo apporto alla cultura cristiana di oggi. Come è tradizione, anche il 43.mo raduno si concluderà nella domenica di Pasqua con la presenza dei partecipanti alla Celebrazione Eucaristica di Benedetto XVI in piazza San Pietro. Domani, i circa 4.000 giovani di Univ prenderanno parte all’Udienza generale del Papa. (M.V.)

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    Le Figlie di Maria Ausiliatrice s’interrogano su un mondo immerso nei media

    ◊   Prima riunione a Roma della Commissione internazionale sulla comunicazione, promossa dall’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, formata da suore e laici esperti nel campo dei media, chiamati ad avviare “un cammino di ricerca, studio e proposta di orientamenti”, teso a raccogliere le sfide di una società informatizzata e globalizzata, dove la Rete internet sta avvolgendo tutti gli ambiti della conoscenza e del sapere. I lavori in corso presso la sede dell’Istituto, si sono aperti martedì scorso e si chiuderanno domani, al termine di una settimana di lavori in Assemblea e gruppi, finalizzati alla stesura di un testo conclusivo sugli aspetti emergenti dell’odierna cultura della comunicazione, che si riflettono in ogni ambito pastorale ed interpellano la missione educativa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, presenti in 92 Nazioni nei cinque continenti, dove operano circa 14 mila suore salesiane di don Bosco. Partecipano al seminario residenziale una quindicina di suore di Paesi europei, asiatici, africani, americani. Due le relazioni guida che hanno animato il dibattito, affidate a due laici: Massimiliano Padula, docente alla Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione Auxilium, ha svolto il tema “Immersi nei media”; Roberta Gisotti, nostra collega della Radio Vaticana, docente di “Economia dei Media” alla Pontificia Università Salesiana, ha trattato il tema “Informazione e educazione. Condizioni e opportunità”. Tanti gli stimoli, le suggestioni, le proposte per qualificare la presenza delle suore salesiane attraverso i media e nei media, senza perdere la propria identità, a servizio della missione, soprattutto educativa dei giovani, propria delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che si sono poste in atteggiamento di aperto ascolto per offrire risposte competenti e responsabili. (R.P.)

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    Dal 2 aprile nuovo spazio web di Rai Vaticano su Rai.tv

    ◊   In occasione del Venerdì Santo e a cinque anni dalla scomparsa del Papa Giovanni Paolo II, verrà lanciato su Rai.tv il nuovo spazio web di Rai Vaticano, un’iniziativa nata dall’esigenza di valorizzare e rendere fruibile a tutti il patrimonio multimediale della struttura diretta da Giuseppe De Carli. Nelle intenzioni degli ideatori, il nuovo spazio potrà diventare il punto di riferimento dell’informazione religiosa prodotta dalle testate, dalle reti tv e dalla radiofonia Rai e offrirà un costante aggiornamento dei contenuti del sito da parte della redazione di Rai Vaticano. Sul nuovo spazio, all’indirizzo www.raivaticano.rai.it, sarà innanzitutto pubblicata l’iniziativa “La Bibbia Giorno e Notte”, la lettura ininterrotta dell’Antico e Nuovo Testamento - che vide la partecipazione di Benedetto XVI - svoltasi nell’ottobre 2008 nella Basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme, con 137 ore di ripresa televisiva a cura di Rai Educational e di Raduno. All’interno di specifiche sezioni, verranno pubblicate immagini e interviste, relative anche ai pontificati di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, come l’ultima intervista rilasciata dal cardinale Joseph Ratzinger prima dell’elezione al Pontificato. La sezione “Berrette Rosse” - riferisce l'agenzia Zenit - includerà un’importante serie di interviste con i cardinali di oltre 40 Paesi, responsabili di dicasteri di Curia e titolari di diocesi dei cinque continenti: una testimonianza significativa della cattolicità contemporanea. Filmati riguardanti le Chiese cristiane e le fedi non cristiane saranno inseriti nella apposita “Agenda delle religioni”, mentre in “Servizi e immagini” il navigatore troverà materiale multimediale della Rai inerente l’informazione religiosa, a partire dai servizi trasmessi da telegiornali e giornali radio. La sezione “Storie” darà voce a esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo, a esponenti religiosi e gente comune nel loro rapporto con i temi della fede. Nello spazio “Tutti gli uomini (e le donne) del Vaticano” verranno pubblicate interviste agli operatori dell’informazione religiosa. (R.P.)

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    Crollo a Roma nella Domus Aurea, chiusa dal 2005 per lavori di restauro fermi per mancanza di fondi

    ◊   Crollo stamane a Roma nella Domus Aurea, l’area archeologica che oggi comprende i resti del grande palazzo costruito dall’imperatore romano Nerone, dopo il devastante incendio che distrusse nel 64 dopo Cristo gran parte della città. Il crollo ha interessato 60 metri quadri della volta della galleria Traianee, denominata la “quindicesima stanza”, probabilmente a causa del cedimento del terreno sovrastante, forse per infiltrazioni d’acqua. Nessuna vittima dell’incidente nell’antico complesso, chiuso per restauri dal 2005. Preoccupato il commissario straordinario per la Domus Aurea, Luciano Marchetti che ha definisce la situazione di “grandissimo allarme”, sollecitando il prosieguo del progetto di restauro, che ha già avuto un finanziamento di 2 milioni di euro ma ne abbisogna di altri 10 per essere completato. (R.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Quindicenne palestinese ucciso dal fuoco israeliano nel sud della Striscia di Gaza

    ◊   Un ragazzo palestinese di 15 anni è stato colpito a morte dal fuoco di una pattuglia israeliana mentre si avvicinava alla barriera di confine con lo Stato ebraico nel sud della Striscia di Gaza, l'enclave controllata da Hamas. Lo sostengono fonti mediche locali, in assenza per ora di conferme da parte dei portavoce militari d'Israele. Il ragazzo ucciso stamane si chiamava Mohammad al-Faramawi, stando a quanto si è appreso a Gaza. Situazioni di tensione sono segnalate frattanto in prossimità di altri varchi, a est della Striscia. Almeno una persona è stata ferita stamane in modo non grave nel corso di manifestazioni sparse organizzate da Hamas in tutta l'enclave, in occasione della cosiddetta Giornata della Terra nella quale i palestinesi ricordano una vicenda di espropri avvenuta una trentina di anni orsono. Non più tardi della settimana scorsa, il più grave scontro di confine dall'offensiva "Piombo Fuso" di 14 mesi fa ha provocato nel sud della Striscia la morte anche di due militari israeliani. Inoltre lanci di razzi episodici verso Israele sono continuati ancora fino a ieri sera.

    I progressi in Afghanistan sono troppo lenti: così Obama al ritorno da Kabul
    “I progressi in Afghanistan sono troppo lenti”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in un'intervista alla catena tv Nbc, al suo ritorno dal viaggio lampo a Kabul. Intanto, spari contro i militari italiani in Afghanistan, nessun ferito. Il fatto - secondo quanto si apprende oggi da fonti di Isaf, la missione della Nato - si è verificato domenica, nella provincia di Herat: i soldati italiani hanno risposto al fuoco e l'operazione, condotta insieme alle forze di sicurezza afgane, si è conclusa con il il sequestro di un vero e proprio arsenale. I militari italiani e quelli afghani erano impegnati in un'attività di controllo del territorio in una zona disabitata nei pressi di Shindand, nell'ovest del Paese, quando hanno notato movimenti sospetti. Hanno quindi lanciato un razzo illuminante e subito dopo sono stati fatti oggetto di colpi di arma da fuoco, ai quali hanno risposto con armi leggere e tiri di mortaio, costringendo gli 'insorti' a fuggire. Nessun militare italiano, nè afghano, è rimasto ferito. Le ricerche successive nell'area hanno portato alla scoperta di un arsenale con 150 chili di esplosivo, un proiettile di mortaio da 82 millimetri, quattro proiettili di artiglieria, due granate, tre razzi e un dispositivo anti-carro, munizioni per armi leggere.

    Obama annuncia aggiustamenti alla riforma sanitaria per abbassare i costi
    La riforma sanitaria appena approvata “è un passo fondamentale”, tuttavia in futuro “saranno necessari degli aggiustamenti per ridurre i costi”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in un'intervista alla catena tv, Nbc. “Abbiamo fatto una riforma - ha detto Obama – che rappresenta un passo fondamentale sulla strada di una sanità che funzioni per il bene di tutti gli americani. Ma non sarà l'unico intervento. Dovremo ancora fare alcuni aggiustamenti - ha concluso Obama - allo scopo di ridurre i costi”. La legge firmata dal capo della Casa Bianca prevede un costo di 940 miliardi di dollari, nei prossimi dieci anni.

    Segnali di apertura reciproca tra Usa e Cina
    Ricevendo le lettere credenziali del nuovo ambasciatore cinese Zhang Yesui, il presidente Barack Obama ha affermato di voler “sviluppare maggiormente” relazioni positive con la Cina. Lo rende noto in un comunicato la Casa Bianca. “Il presidente ha poi sottolineato la necessità per gli Stati Uniti e la Cina di lavorare insieme e con la comunità internazionale sui grandi temi di criticità globale, come la non proliferazione nucleare e lo sviluppo sostenibile”, si legge nella nota di Washington. La Cina ha espresso apprezzamento per “l'attitudine positiva” del presidente americano Barack Obama, che ha auspicato un miglioramento delle relazioni sino-americane dopo le recenti tensioni. Pechino, in particolare, “dà grande importanza alla riaffermazione da parte degli Stati Uniti del loro appoggio sulle questioni Taiwan e Tibet”, sottolinea in un comunicato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Qin Gang. Lo yuan, la vendita di armi a Taiwan ed il recente incontro negli Usa tra Obama ed il Dalai Lama hanno provocato nei mesi scorsi tensioni tra Pechino e Washington.

    In Italia, anche Lazio e Piemonte al centrodestra: vittoria di Berlusconi e Lega
    Sette regioni al centro-sinistra, che ne aveva undici, e sei al centro-destra, che ne aveva due. È questo l’esito delle elezioni regionali, svoltesi domenica e ieri. Ma politicamente rilevante per la maggioranza è la vittoria nel Lazio di Renata Polverini del PdL sulla radicale Emma Bonino, sostenuta dal centro-sinistra. Al nord, grande successo della Lega che conquista anche il Piemonte. “È la mia vittoria”: questo il commento sul risultato elettorale da parte del premier Berlusconi. A caratterizzare questa tornata di elezioni amministrative è stato tuttavia il forte astensionismo, che ha sfiorato un aumento di otto punti percentuali rispetto al 2005. Il servizio di Giampiero Guadagni:

    Il forte aumento delle astensioni, previste alla vigilia del voto, non ha penalizzato il centro-destra, che ha tenuto Lombardia e Veneto e ha conquistato Campania, Calabria e soprattutto le due regioni più incerte e politicamente rilevanti: il Piemonte, con il leghista Cota, e il Lazio, con Renata Polverini del Pdl, che ha battuto Emma Bonino. Il centro-sinistra ha conservato Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Puglia, Marche, Umbria e Basilicata. Il centro-destra parla di successo imponente, tanto più significativo nel Lazio, dove, per le note vicende, era assente la lista del Pdl a Roma. Una vittoria quella del centro-destra, riconosciuta anche da Antonio Di Pietro dell’Italia dei Valori, che sottolinea la forte crescita del suo partito, mentre per il Pd, il centro-sinistra torna ad essere competitivo e il centro-destra avrà problemi per la grande vittoria della Lega al Nord. Il partito di Bossi ha nettamente sorpassato il Pdl nel Veneto e lo ha avvicinato in Lombardia. Cauta soddisfazione nell’Udc di Casini, per il quale gli elettori hanno compreso le scelte difficili del partito. Casini piuttosto si dice allarmato per l’avanzata delle ali estreme: Lega e Italia dei Valori.

     
    Nuova manifestazione in Grecia
    Lavoratori aderenti al Pame, l'organizzazione sindacale vicina al Partito Comunista di Grecia, hanno occupato stamani il Ministero del Lavoro, chiedendo il sostegno economico da parte del governo. In particolare, chiedono un sussidio straordinario di 1.000 per i disoccupati, il congelamento dei loro mutui con le Banche e assistenza sanitaria per tutti. Anche i lavoratori degli Enti Locali di tutto il Paese hanno indetto per oggi un astensione dal lavoro di quattro ore e una marcia di protesta fino al Ministero degli Interni, mentre continua lo sciopero di due giorni degli avvocati, per protesta contro la decisione del governo di applicare l'Iva, anche per la loro categoria.

    Nelle ultime ore otto navi nelle mani di pirati somali
    In uno dei sequestri più spettacolari realizzati finora, i pirati somali si sono impossessati nelle ultime ore di otto navi Dhow (le tradizionali barche a vela con una o più vele triangolari) appena uscite dal porto somalo di Chisimaio, con a bordo 120 marinai indiani. Lo riferiscono oggi i media a New Delhi. Sono state localizzate in navigazione al largo delle Isole Seychelles. Per il momento i pirati non hanno chiesto alcun riscatto e i membri degli equipaggi sembra siano in buone condizioni di salute. Fonti portuali hanno identificato quattro delle navi, che dopo aver caricato la stiva a Chisimaio si accingevano a partire per Dubai. Si tratta della Al Qadri, Al Ejaz, Faiz-e-Osmani e MSV.

    In India, Sonia Gandhi nominata capo del Consiglio consultivo nazionale
    La presidente del partito del Congresso, Sonia Gandhi, è stata nominata capo del Consiglio consultivo nazionale (Nac), organismo che ha l'incarico di sorvegliare la realizzazione dei programmi sociali del governo. Lo riferisce oggi la stampa a New Delhi. In questo modo, sottolineano i media, la Gandhi assume un ruolo di primo piano accanto al premier Manmohan Singh, visto fra l'altro che il suo nuovo incarico le conferisce il rango di ministro con diritto di partecipazione alle riunioni del gabinetto ristretto. Quale presidente del Nac, la vedova di Rajiv Gandhi guiderà un gruppo di esperti del settore sociale e della società civile che controllerà l'applicazione del programma in questo campo della coalizione governativa (Upa) guidata dal congresso, con possibilità anche di proporre leggi da sottoporre all'approvazione del Parlamento.

    In Thailandia i manifestanti annunciano lo stop ai negoziati con il governo
    Le "camicie rosse", i sostenitori dell'ex premier thailandese Thaksin Shinawatra che manifestano a Bangkok da oltre due settimane chiedendo le dimissioni dell'attuale governo, hanno annunciato lo stop ai negoziati con il premier Abhisit Vejjajiva. "I negoziati sono completamente falliti e dunque sono terminati", ha detto Jatuporn Prompan, uno dei responsabili del movimento antigovernativo: "Vogliamo le dimissioni entro 15 giorni mentre il governo ha bisogno di nove mesi". Le due parti si erano incontrate già due volte: ieri, al termine di due ore e mezza di colloqui, trasmessi in diretta televisiva, era stato annunciato il nulla di fatto. Stamani era previsto un nuovo incontro. Il movimento delle "camicie rosse", fedele a Thaksin, presidia la capitale dal 12 marzo per chiedere nuove elezioni. Decine di migliaia di militanti occupano la parte storica della capitale. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 89

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