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Sommario del 25/03/2010
Padre Lombardi sul caso Murphy: dal Vaticano nessuna copertura o proibizione di denuncia degli abusi
◊ Nessuna copertura, nessuna proibizione di denuncia degli abusi, la Congregazione per la Dottrina della Fede venne informata dei fatti solo una ventina di anni dopo: il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, respinge con forza le accuse al Vaticano sul “caso Murphy”, secondo quanto riportato dal New York Times. Ecco il testo integrale della dichiarazione rilasciata ieri da padre Lombardi al New York Times:
Il tragico caso di padre Lawrence Murphy, sacerdote dell’arcidiocesi di Milwaukee, ha riguardato vittime particolarmente vulnerabili che hanno sofferto terribilmente a causa delle sue azioni. Abusando sessualmente di bambini audiolesi, padre Murphy ha violato la legge e, cosa ancora più grave, la sacra fiducia che le sue vittime avevano riposto in lui. Verso la metà degli anni settanta, alcune vittime di padre Murphy denunciarono gli abusi da lui compiuti alle autorità civili, che avviarono indagini su di lui; tuttavia, secondo quanto riportato, quelle indagini furono abbandonate.
La Congregazione per la Dottrina della Fede venne informata della questione solo una ventina di anni dopo.
È stato suggerito che esiste una relazione tra l’applicazione dell’istruzione Crimen sollicitationis e la mancata denuncia in questo caso degli abusi sui bambini alle autorità civili . Di fatto, non esiste nessuna relazione del genere.
Infatti, contrariamente ad alcune affermazioni circolate sulla stampa, né la Crimen sollicitationis né il Codice di Diritto Canonico hanno mai vietato la denuncia degli abusi sui bambini alle forze dell’ordine.
Alla fine degli anni novanta, dopo più di due decenni dalla denuncia degli abusi alle autorità diocesane e alla polizia, per la prima volta alla Congregazione per la Dottrina della Fede è stata posta la domanda su come trattare canonicamente il caso Murphy. La Congregazione venne informata della questione poiché implicava l’adescamento nel confessionale, che è una violazione del Sacramento della Penitenza. È importante osservare che la questione canonica presentata alla Congregazione non era in nessun modo collegata con una potenziale procedura civile o penale nei confronti di padre Murphy.
In casi simili, il Codice di Diritto Canonico non prevede pene automatiche, ma raccomanda che sia emessa una sentenza che non escluda nemmeno la pena ecclesiastica più grande, ossia la dimissione dallo stato clericale (cfr. canone 1395, § 2). Alla luce del fatto che padre Murphy era anziano e in precarie condizioni di salute, che viveva in isolamento e che per oltre vent’anni non erano stati denunciati altri abusi, la Congregazione per la Dottrina della Fede suggerì che l’arcivescovo di Milwaukee prendesse in considerazione di affrontare la situazione limitando, per esempio, il ministero pubblico di padre Murphy e esigendo che padre Murphy si assumesse la piena responsabilità della gravità delle sue azioni. Padre Murphy morì circa quattro mesi dopo, senza altri incidenti.
Il Papa ai vescovi scandinavi: difendere la vita e promuovere il valore della famiglia fondata sul matrimonio
◊ La difesa della vita e della famiglia fondata sul matrimonio e l’importanza della religione per il bene comune: sono i temi forti affrontati da Benedetto XVI nel discorso ai presuli dei Paesi scandinavi in visita ad Limina, ricevuti stamani in Vaticano. In questo Anno Sacerdotale, il Papa ha inoltre incoraggiato i presbiteri a seguire l’esempio del Curato d’Ars. L’indirizzo d’omaggio è stato rivolto al Papa da mons. Anders Arborelius, presidente della Conferenza episcopale della Scandinavia. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Benedetto XVI ha chiesto ai vescovi scandinavi di “ricordare innanzitutto la centralità della famiglia per la vita di una società sana”. Purtroppo, ha rilevato, “negli ultimi anni abbiamo visto un indebolimento” dell’istituzione matrimoniale e della visione cristiana della sessualità, “che per così a lungo hanno servito quale fondamento delle relazioni personali e sociali della società europea”. In particolare, il Papa ha affermato che i bambini hanno il diritto di essere cresciuti all’interno di un contesto matrimoniale:
“It is through the secure and recognized relationship…”
“E’ attraverso la sicura e riconosciuta relazione tra i suoi genitori”, ha detto il Papa, che “i bambini possono scoprire la propria identità” e conseguire il proprio sviluppo umano. In una società, con una lunga tradizione di difesa dei diritti umani, ha proseguito, ci si aspetterebbe che venga data priorità a tale diritto dei bambini. E ciò soprattutto rispetto a supposti diritti degli adulti di “imporre loro dei modelli alternativi di vita famigliare” e rispetto a un “presunto diritto all’aborto”. E’ nell’interesse di tutti, ha detto ancora, “e specialmente dei governi, difendere e promuovere una stabile vita famigliare”.
“Within your flock, pastoral care of families…”
“All’interno del vostro gregge – è stata la sua esortazione – la cura pastorale per le famiglie e per i bisogni dei giovani deve essere portata avanti con vigore”, specie in favore di quanti hanno subito gli effetti della crisi economica. Ed ha auspicato che venga mostrata una particolare sensibilità in quei casi di matrimoni nei quali solo uno dei due membri della coppia sia cattolico. Benedetto XVI ha, quindi, messo l’accento sul ruolo della religione “nel modellare l’opinione pubblica” e nell’influenzare le decisioni per il bene comune. In particolare, il Papa ha ricordato con soddisfazione l’istituzione del “Newman Institute” ad Uppsala che assicura un giusto spazio all’insegnamento cattolico nel mondo accademico scandinavo. Quindi, ha rivolto un pensiero particolare ai sacerdoti:
“In this Year for Priests, I ask you to give…”
“In questo Anno Sacerdotale – ha detto rivolgendosi ai vescovi – date priorità all’incoraggiamento e al sostegno dei vostri preti che devono spesso lavorare in situazioni di isolamento l’uno dall’altro e in circostanze difficili per portare i Sacramenti al popolo di Dio”. Il Papa ha, infatti, rammentato che la comunità cattolica scandinavo è piccola e diffusa su una vasta area. Ha così incoraggiato i presbiteri della Scandinavia a seguire l’esempio di San Giovanni Maria Vianney “fonte di ispirazione e intercessione”. Ed ha sottolineato che l’Anno Sacerdotale è un’occasione per “esplorare più profondamente il significato e il ruolo indispensabile del sacerdozio nella vita della Chiesa”. “E’ vostra responsabilità”, ha poi detto ai vescovi, “verificare” che i preti siano “ben preparati” per il loro sacro ministero. Il Papa non ha poi mancato di rivolgere un pensiero ai tanti immigrati, in particolare dal Medio Oriente, che fanno parte della Chiesa scandinava e che, ha detto, devono essere aiutati ad integrarsi nella società che li accoglie.
Altre udienze e nomine
◊ Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina anche il cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, arcivescovo di Santiago del Cile, con mons. Alejandro Goić Karmelić, vescovo di Rancagua, presidente della Conferenza Episcopale del Cile. Il Santo Padre ha ricevuto ieri il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia.
Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Kwangju (Corea), presentata da mons. Andreas Choi Chang-mou, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede mons. Hyginus Kim Hee-joong, coadiutore della medesima arcidiocesi.
Il Papa ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Antananarivo (Madagascar) il rev. Jean de Dieu Raoelison, professore di Teologia nel Seminario Maggiore Regionale di Faliarivo (Antananarivo) e segretario della Conferenza Episcopale Malgascia. Gli è stata assegnata la sede titolare vescovile di Corniculana. Il rev. Jean de Dieu Raoelison è nato il 31 luglio 1963 ad Arivonimamo, arcidiocesi di Antananarivo. È stato ordinato sacerdote il 7 settembre 1996.
Messaggio del Papa per la Giornata missionaria mondiale: i cristiani facciano "vedere" Gesù in ogni angolo della terra
◊ Offrire il segno della speranza a un mondo indifferente, comprendere che essere battezzato implica essere un testimone del Vangelo, rendere il messaggio di Gesù “fermento” di fraternità universale. Sono alcuni degli impegni che Benedetto XVI indica nel Messaggio per la Giornata missionaria mondiale 2010, fissata per il prossimo 24 ottobre. Il Papa chiede inoltre ai credenti, nonostante le difficoltà economiche del momento, di sostenere le “giovani Chiese”. I contenuti del Messaggio nel servizio di Alessandro De Carolis:
Culture e religioni diverse che hanno bisogno di chi sappia promuovere l’arte del dialogo. Un pianeta sempre più popoloso e pieno di persone sole, o ricco di messaggi e ammalato di indifferenza. E’ tra queste luci e ombre che un cristiano deve spiccare per la sua speranza, che deriva dall’aver incontrato un giorno “l’Amore di Dio che cambia l’esistenza”. E la conseguenza non può che essere un rinnovato “impegno di annunciare il Vangelo”. Nel suo Messaggio per la Giornata missionaria mondiale di quest’anno, Benedetto XVI lega l’efficacia della testimonianza evangelica alla presenza, in ogni testimone, di una “fede adulta”. Non si promuove un “umanesimo nuovo”, scrive, se chi parla di Cristo non è nutrito “dalla preghiera, dalla meditazione della Parola di Dio e dallo studio delle verità di fede”. E’ questo il profilo del vero cristiano, che sa rispondere all’esigenza, dice il Papa, degli “uomini del nostro tempo”, i quali, “magari non sempre consapevolmente, chiedono ai credenti non solo di ‘parlare’ di Gesù, ma di ‘far vedere’ Gesù” in ogni angolo della terra davanti alle generazioni del nuovo millennio e specialmente davanti ai giovani di ogni continente, destinatari privilegiati e soggetti dell’annuncio evangelico”.
Questo, sintetizza il Pontefice, deve essere l’impegno di ogni battezzato: “In una società multietnica che sempre più sperimenta forme di solitudine e di indifferenza preoccupanti, i cristiani – ribadisce – devono imparare ad offrire segni di speranza e a divenire fratelli universali, coltivando i grandi ideali che trasformano la storia e, senza false illusioni o inutili paure, impegnarsi a rendere il pianeta la casa di tutti i popoli”. Ogni comunità diocesana e parrocchiale, si legge nel Messaggio, è chiamata “ad un rinnovamento integrale e ad aprirsi sempre più alla cooperazione missionaria tra le Chiese, per promuovere l’annuncio del Vangelo nel cuore di ogni persona, di ogni popolo, cultura, razza, nazionalità, ad ogni latitudine”. Benedetto XVI ringrazia “con particolare affetto” e “riconoscenza” chi, fra sacerdoti Fidei Donum, e missionari religiosi e laici, si adoperano con dedizione a “promuovere la comunione ecclesiale, in modo che – osserva – anche il fenomeno dell’’interculturalità’ possa integrarsi in un modello di unità, nel quale il Vangelo sia fermento di libertà e di progresso, fonte di fraternità, di umiltà e di pace”.
“Sentiamoci tutti protagonisti dell’impegno della Chiesa di annunciare il Vangelo”, scrive ancora il Papa, rinnovando “l’invito alla preghiera e – soggiunge – nonostante le difficoltà economiche, all’impegno dell’aiuto fraterno e concreto a sostegno delle giovani Chiese”. Questo gesto di amore e di condivisione, “che il servizio prezioso delle Pontificie Opere Missionarie, cui – dice Benedetto XVI – va la mia gratitudine, provvederà a distribuire, sosterrà – conclude – la formazione di sacerdoti, seminaristi e catechisti nelle più lontane terre di missione e incoraggerà le giovani comunità ecclesiali”.
Comunione ecclesiale e libertà religiosa al centro della riunione in Vaticano sulla Chiesa in Cina
◊ I vescovi e sacerdoti, che da molto tempo sono privati della libertà in Cina, “possano al più presto esercitare di nuovo il loro ministero episcopale e sacerdotale a favore dei fedeli, affidati alla loro cura pastorale”. E’ la preghiera elevata dai membri della Commissione istituita da Benedetto XVI nel 2007 per studiare le principali questioni della Chiesa cattolica cinese. La riunione dell’organismo, terminata ieri, era iniziata lunedì scorso per affrontare, spiega un comunicato della Sala Stampa vaticana, i temi della formazione umana, intellettuale, spirituale e pastorale dei seminaristi e delle persone consacrate e quello della formazione permanente dei sacerdoti.
Alla luce della Lettera del Santo Padre ai cattolici cinesi del 27 maggio 2007, la Commissione, si legge nella nota, “ha riflettuto sulla maniera di promuovere l’unità all’interno della Chiesa cattolica in Cina e di superare le difficoltà che questa incontra nei suoi rapporti con la società civile”. Inoltre, “si è preso atto con piacere dei passi compiuti in risposta all’invito del Papa ad un’autentica comunione ecclesiale, che non si esprime senza uno sforzo personale di ricerca della verità e di riconciliazione spirituale”. Unanime è stato in particolare l’auspicio affinché “tutti i Vescovi in Cina siano sempre più impegnati – si afferma – nel favorire la crescita dell’unità della fede e della vita di tutti i cattolici, evitando quindi di porre gesti (quali, ad esempio, celebrazioni sacramentali, ordinazioni episcopali, partecipazione a riunioni) che contraddicono la comunione con il Papa, che li ha nominati Pastori, e creano difficoltà, a volte angoscianti, in seno alle rispettive comunità ecclesiali”. In questo senso, si è detto di sperare che il superamento delle “attuali difficoltà” riguardanti la libertà di fede della Chiesa cinese avvenga tramite il “dialogo rispettoso e aperto tra la Santa Sede e le Autorità governative”, che porti “ad una proficua intesa” a vantaggio sia della comunità cattolica che della “convivenza sociale”.
E proprio per superare anche le difficoltà nei rapporti con la società civile, la Commissione ha chiesto una rinnovata promozione dell’unità all’interno della Chiesa cinese. Si è consapevoli, sottolinea la nota, “che il cammino del perdono e della riconciliazione non potrà compiersi dall’oggi al domani”, così come si è certi che “la Chiesa intera accompagna questo cammino”, che culminerà nella preghiera del 24 maggio prossimo, giorno dedicato alla memoria liturgica della Beata Vergine Maria, aiuto dei Cristiani, e Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina.
Nell’incontro avvenuto al termine della riunione, il Papa ha sottolineato la necessità di assicurare, a quanti si preparano al sacerdozio e alla vita consacrata, una solida formazione spirituale, incentrata sull’amicizia con Gesù, garanzia di successo nel campo personale e nel lavoro pastorale. Il Santo Padre ha ribadito il ruolo importante di quanti si occupano della formazione e ha ricordato che esso è uno dei compiti prioritari dei vescovi.
Il programma del viaggio apostolico di Benedetto XVI in Portogallo nel decimo anniversario della Beatificazione di Giacinta e Francesco
◊ Lisbona, Fatima e Porto: sono le tre città del Portogallo che il Santo Padre visiterà dall’11 al 14 maggio, nel corso del suo Viaggio Apostolico nel Paese. La Sala Stampa della Santa Sede ha reso noto oggi il programma della visita di Benedetto XVI, visita che cade nel decimo anniversario della Beatificazione di Giacinta e Francesco, Pastorelli di Fatima. Il servizio di Isabella Piro:
Tre città in quattro giorni: è denso il programma del viaggio apostolico di Benedetto XVI in Portogallo. La partenza è prevista per l’11 maggio, alle 8.50, dall’aeroporto di Fiumicino. Alle 11 il Papa atterrerà a Lisbona e dopo la cerimonia di benvenuto, intorno alle 12.45 farà una breve visita al Monastero dos Jeròminos; seguirà l’incontro con il presidente della Repubblica portoghese, mentre nel pomeriggio, alle 18.15, il Papa presiederà la Santa Messa nel Terreiro do Paço di Lisbona. Il giorno dopo, Benedetto XVI incontrerà, alle 10.00, il mondo della cultura ed il premier portoghese mentre nel pomeriggio, in elicottero, raggiungerà Fatima. Tanti gli appuntamenti previsti nella città mariana: alle 17.30, il Papa visiterà la Cappellina delle Apparizioni, poi, alle 18.00, celebrerà i Vespri nella Chiesa della Santissima Trinità, mentre alle 21.30 benedirà le fiaccole sulla Spianata del Santuario e guiderà la recita del Santo Rosario. Il 13 maggio, sempre sulla Spianata del Santuario, il Santo Padre presiederà la Santa Messa, quindi, nel pomeriggio, incontrerà le organizzazioni della Pastorale sociale ed i vescovi portoghesi. Il 14 maggio, Benedetto XVI volerà, in elicottero, alla volta di Porto dove, alle 10.15, presiederà la Santa Messa nel Grande Piazzale di Avenida dos Aliados. Infine, alle 14.00, è prevista la partenza dall’aeroporto internazionale della città. L’arrivo a Roma, presso lo scalo di Ciampino, avverrà intorno alle 18.00.
In Piazza San Pietro l'incontro del Papa con i giovani per il 25.mo anniversario delle Gmg
◊ Questa sera alle 20.30, in Piazza San Pietro, Benedetto XVI incontra i giovani della diocesi di Roma e del Lazio per festeggiare il 25.mo anniversario delle Giornate Mondiali della Gioventù. È ormai tradizione da anni questo momento di preghiera e di condivisione che coinvolge il Papa e le nuove generazioni il giovedì antecedente la Domenica delle Palme, giorno quest’ultimo in cui viene celebrata in tutto il mondo a livello diocesano la Giornata Mondiale della Gioventù. L'incontro col Papa sarà preceduto da un momento di animazione che avrà inizio alle 19.00. Ma quale bilancio si può fare delle Giornate Mondiali della Gioventù volute da Giovanni Paolo II e cosa significa ricordarle? Tiziana Campisi lo ha chiesto a don Maurizio Mirilli, direttore del Servizio per la pastorale giovanile della diocesi di Roma:
R. - Venticinque anni fa Giovanni Paolo II ebbe questa intuizione di convocare tutti i giovani per renderli protagonisti nella Chiesa e per dire loro di essere anche una voce credibile e forte da far risuonare un po’ in tutto il mondo.
D. – Quali sono stati i frutti delle Giornate Mondiali della Gioventù?
R. – Famiglie, famiglie cristiane, vocazioni sacerdotali, alla vita religiosa, missionari, soprattutto tanti laici giovani - adesso un po’ meno giovani, magari adulti - con il coraggio di essere testimoni fino in fondo. Certo i giovani che vanno alle Giornate Mondiali della Gioventù sono giovani come tutti gli altri, però questi giovani sono stati stimolati continuamente dal Papa, da Giovanni Paolo II prima e adesso da Benedetto XVI, a cercare la verità, a cercare di stare dietro a Gesù Cristo e a stargli dietro fino in fondo. Credo sia questo il desiderio che ha ciascun giovane che frequenta le parrocchie, i gruppi, i movimenti, le associazioni: quello di cercare, di desiderare in qualche maniera di vivere in pienezza la nostra esperienza cristiana, in mezzo a tanti dubbi, a tante difficoltà, a tanti problemi.
D. - Quanto le Giornate Mondiali della Gioventù hanno cambiato i giovani?
R. - Hanno cambiato i giovani nel senso che prima i cristiani in generale e in modo particolare i giovani erano molto chiusi nel proprio “ghetto”, nelle sagrestie, nelle parrocchie. Con questa invenzione di Giovanni Paolo II, tutta la Chiesa, in particolare il mondo giovanile è stato invitato a riconoscersi, a ritrovarsi, a unirsi e a mostrarsi con il coraggio di chi non si vergogna di essere cristiano, con la gioia di mostrare la bellezza del cristianesimo.
D. – Quale contributo hanno dato invece le Giornate Mondiali della Gioventù alla cristianità?
R. – Io credo il coraggio di mostrarsi per quello che si è, anche con le proprie debolezze, il coraggio di dire al mondo che si può essere cristiani fino in fondo da giovani. È un po’ come dire che la Chiesa è viva e giovane, usando le parole di Benedetto XVI. Le Giornate Mondiali della Gioventù nascono e continuano a esserci proprio per questo motivo, per dare spazio ai giovani che hanno bisogno di trovare il loro spazio nella Chiesa.
D. – Gmg: e poi?
R. – Poi c’è il lavoro quotidiano. Le Giornate Mondiali della Gioventù non si sostituiscono alla pastorale ordinaria, la pastorale ordinaria viene rilanciata, viene in qualche maniera sostenuta da questi eventi straordinari che si celebrano ogni tre anni e ogni anno a livello diocesano: sono delle occasioni per ritrovarsi insieme ma poi c’è la vita quotidiana che ovviamente va vissuta come si deve. Le Giornate Mondiali della Gioventù sono - come dire - un aiuto a coloro che già frequentano per ridare respiro ed entusiasmo in qualche maniera, ma sono anche un’occasione di annuncio e di missione nei confronti dei giovani lontani.
Mons. Migliore: i Paesi in via di sviluppo non possono aspettare la ripresa economica, è tempo di agire
◊ I popoli dei Paesi poveri non possono aspettare la ripresa economica: è quanto affermato da mons. Celestino Migliore, intervenuto ieri alla 64.ma sessione dell’Assemblea generale dell’Onu sul finanziamento allo sviluppo. In particolare, l’osservatore della Santa Sede presso le Nazioni Unite di New York si è soffermato sull’attuazione del “Consenso di Monterrey” e della “Dichiarazione di Doha”. “Non possiamo aspettare una ripresa definitiva e permanente dell’economia mondiale per agire”, ha detto mons. Migliore. E ciò, ha avvertito, innanzitutto per un motivo morale: “Non si può lasciare un’intera generazione, quasi un quinto dell’intera popolazione mondiale, in estrema povertà”.
Il presule ha anche auspicato una riforma del Fondo Monetario Internazionale per prevenire nuove crisi finanziare. Al contempo, ha esortato le agenzie internazionali, come la Banca Mondiale, a continuare a considerare prioritaria la lotta contro la povertà. In particolare, ha chiesto che i Paesi in via di sviluppo siano debitamente rappresentati negli organismi internazionali. Infine, mons. Migliore ha affermato che l’attuale crisi economica deve spingere tutte le nazioni, senza eccezioni, a rinnovare il proprio impegno in favore del multilateralismo.
On line sul sito vaticano testi fondamentali del periodo della II Guerra Mondiale
◊ Importanti testi finora disponibili in forma cartacea nelle biblioteche sono ora accessibili on line sul Sito Ufficiale della Santa Sede, www.vatican.va, nella Sezione “Testi Fondamentali”. Si tratta delle intere collezioni degli Acta Sanctae Sedis e Acta Apostolicae Sedis, cioè gli Atti ufficiali della Santa Sede dal 1865 al 2007, in formato pdf, e della collezione dei 12 volumi degli Actes et Documents du Saint-Siège relatifs à la Seconde Guerre Mondiale, pubblicati per volere di Paolo VI a partire dal 1965, curati da una équipe specializzata di quattro storici gesuiti. Questi testi costituiscono una miniera di documentazione d’inestimabile valore che ora è messa a disposizione di tutti gli studiosi e delle persone interessate. Un grande contributo per la ricerca e l’informazione sulla Santa Sede, la sua storia e la sua attività.
Il cardinale Poletto presenta l'Ostensione della Sindone a Torino
◊ Attesa a Torino e nel mondo per la prima Ostensione della Sindone nel nuovo Millennio, sul tema “Passio Christi, passio hominis”, scelto dal cardinale Severino Poletto, custode pontificio del sacro Telo, ospite stamane nella Sala Stampa vaticana per la presentazione dell’evento, che sarà suggellato dalla visita del Santo Padre. Il servizio di Roberta Gisotti.
10 aprile-23 maggio, queste le date dell’Ostensione della Sindone, che giunge a 10 anni dall’ultima nel 2000, promossa dall’arcidiocesi, in collaborazione con gli Enti locali, Comune, Provincia e Regione. Un “grande evento” non certo voluto - ha sottolineato il cardinale Poletto - “per attirare l’occhio del mondo su Torino” :
“Ci tengo a dire che l’Ostensione della Sindone non è un fatto di turismo religioso, ma è un’iniziativa spirituale, pastorale. Sappiamo che la Sindone di Torino è oggetto di tanta curiosità scientifica e storica, di tanti studi che si risolveranno se riusciranno a risolverli, perché comunque resta sempre un grande mistero come si sia formata quest’impressionante immagine di un uomo crocifisso. Nella Sindone noi riusciamo a leggere tutti i tratti, tutti i particolari della Passione di Gesù così come sono descritti dai Vangeli. E’ chiaro che la nostra fede cristiana non la fondiamo sulla Sindone ma la fondiamo sul Vangelo e sulla testimonianza degli Apostoli che hanno annunciato Gesù Cristo come unico Salvatore del mondo, crocifisso ma soprattutto risorto”.
Domenica 2 maggio l’arrivo nel capoluogo piemontese di Benedetto XVI, che sosterà davanti alla Sindone - già venerata dall’allora cardinale Ratzinger nel ’98 - e celebrerà la Santa Messa nella Piazza San Carlo.
“Passio Christi, passio hominis”, il tema dell’Ostensione scelto dall’arcivescovo di Torino:
“Il Cristo, attraverso la sua Passione e morte, ci ha redenti non solo dal peccato ma ha dato valore alla sofferenza di ogni uomo e di ogni donna dal primo all’ultimo uomo che nascerà sulla Terra”.
Novità nella conservazione e presentazione al pubblico del Telo sacro, annunciate da mons. Giuseppe Ghiberti, presidente della Commissione diocesana per la Sindone:
“C’è stato un intervento che possiamo chiamare migliorativo, conservativo. Quest’intervento ci ha dato la possibilità intanto di liberare la Sindone da elementi che veramente stavano mettendo a repentaglio il grado di conservazione che si stava cercando di realizzare. E’ stata cambiata la fodera, sono state tolte le toppe, si è distesa maggiormente la Sindone stessa; per cui si sono anche guadagnati un paio di centimetri in lunghezza e soprattutto sono sparite parecchie delle pieghe che disturbavano molto, soprattutto all’altezza del volto”.
Già 1 milione e 300 mila le prenotazioni per visitare la Sindone, favorite dal sito Internet multilingue www.sindone.org. Ma l’Ostensione - ha ricordato il cardinale Poletto - rimane un’esperienza personale e fisica, un ‘venire a vedere’ che non può essere sostituito da nessuna visita virtuale.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Spazio all'Africa nelle pagine del servizio internazionale: "Cioccolato nero amaro" sul lavoro minorile nelle piantagioni di cacao in Ghana e Costa d'Avorio.
Nelle pagine del servizio vaticano, il messaggio per la Giornata mondiale delle missioni, oltre ad un articolo sulla visita ad Limina dei vescovi della Scandinavia.
Nelle pagine della Cultura, viene pubblicato un testo inedito di Pavel Florenskij sull'educazione, un'anticipazione del prossimo numero della rivista La Nuova Europa che quest'anno festeggia il suo cinquantesimo anno di attività; Florenskij parla del suo metodo di insegnamento: una lezione non deve assomigliare a un frettoloso e sempre uguale viaggio in tram, ma ad una lunga passeggiata a piedi, piena di sorprese e di imprevisti.
A seguire, "Consecutio in quattro quarti", un articolo di Francesco Maria Valiante dedicato all'analisi linguistica di mezzo secolo di "canzonette" italiane, e "I bambini giocano con serietà", di Andrea Monda, una carrellata sulla fitta corrispondenza tra Clive Staples Lewis, l'autore delle Cronache di Narnia, e i suoi lettori più piccoli.
La tensione Israele-Usa complica il processo di pace in Medio Oriente
◊ Dopo il deludente faccia a faccia con il presidente americano Obama, il premier israeliano Netanyahu ha incontrato questa notte l’emissario dell'Amministrazione Usa per il Medio Oriente, George Mitchell, per tentare di sbloccare il processo di pace. Tentativo che è andato fallito, e che rischia – a questo punto – di complicare i già complessi rapporti con gli Stati Uniti. Sul viaggio statunitense di Netanyahu e sulla posizione assunta dall’Amministrazione americana, ascoltiamo il parere di Marcella Emiliani, docente di Storia e Istituzioni del Medio Oriente all’Università di Bologna. L’intervista è di Salvatore Sabatino:
R. – Quello che sta facendo il governo israeliano è puntare sul momento delicato dell’amministrazione Obama, sul fatto che questo è l’anno delle elezioni di medio-termine. Quindi, il voto della comunità ebraica americana è importante per Obama per portare avanti questo programma di insediamenti e per ribadire, ancora una volta, che per quello che riguarda Gerusalemme questo governo non è disposto a trattare a nessun livello.
D. – Israele in questo momento si trova sempre più isolato a livello internazionale…
R. – Sì, credo che un isolamento di questa gravità sia quasi inedito, perché tutti i rappresentanti del "Quartetto" hanno insistito ormai sul congelamento degli insediamenti ebraici nei territori come non avveniva da decenni. Se il governo israeliano ritiene, invece, di dover perseguire ancora la linea dura, significa che il calcolo politico è già stato fatto e si ritiene che la comunità internazionale non arriverà mai ad applicare a Israele sanzioni di alcun genere.
D. – In questi giorni abbiamo assistito a tensioni con gli Stati Uniti, tensioni che adesso riguardano anche l’Unione Europea. Si apre, però, anche un altro fronte, cioè quello della Siria: il presidente Bashar al-Assad ha detto che il suo Paese resta impegnato nella ricerca della pace con Israele ma ha aggiunto di non avere fiducia nell’attuale governo dello Stato ebraico…
R. – Assad è stato “convinto” ad intervenire sostanzialmente per due motivi: da una parte perché Israele, negli ultimi tempi, ha compiuto diversi raid aerei contro Gaza. In genere quando partono azioni da Gaza cui Israele risponde, si collegano poi operazioni di Hezbollah a partire dal Libano. Infatti, Assad ha sottolineato, in maniera molto chiara, che Israele non deve compiere atti contro Hezbollah in Libano. E’ una maniera – e questo è il secondo motivo – molto chiara per qualificare la Siria a livello internazionale come una potenza determinante nell’area ed anche come una potenza di pace. Per far dimenticare, insomma, che la Siria è l’alleato numero uno dell’Iran e degli ayatollah.
D. – A questo punto quali saranno le prossime mosse di Netanyahu, anche sul fronte interno?
R. – Questo viaggio per lui è un successo, perché dimostra all’opinione pubblica israeliana che nessuno ha strumenti di pressione nei confronti di Israele. Questo ovviamente rassicura tutta la popolazione dei coloni, rassicura la destra ortodossa e ultra-ortodossa, per cui la posizione di Netanyahu da tutto questo non può che venirne rafforzata.
Rocca di Papa: seconda giornata di lavori al Forum Internazionale dei giovani
◊ Seconda giornata di lavori del X Forum Internazionale dei giovani, l’iniziativa promossa dal Pontificio Consiglio dei Laici, in corso a Rocca di Papa. Proseguono gli approfondimenti e i confronti tra delegati e i ragazzi provenienti da tutto il mondo. I partecipanti si trasferiranno nel pomeriggio a Roma e questa sera parteciperanno all’incontro con il Santo Padre. Il servizio del nostro inviato Davide Dionisi:
La seconda giornata presso il centro internazionale di spiritualità “Mondo migliore” a Rocca di Papa si è aperta con la Messa celebrata dal cardinale Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Nella sua omelia il porporato ha sottolineato che in una famiglia autentica l’amore di desiderio e l’amore di donazione si fondono spontaneamente, ognuno considera gli altri una risorsa e un vantaggio per il proprio bene ma soprattutto li considera un bene in se stessi, persone insostituibili non intercambiabili, senza prezzo e con valore assoluto. Se c’è un’attenzione preferenziale è per i più deboli: bambini, malati, i disabili e gli anziani. La cultura di oggi - secondo il porporato - tende a privatizzare completamente la famiglia, riduce l’amore a emozione sessuale e sentimentale senza un progetto e senza impegno, esalta la dimensione ludica del rapporto sessuale impoverendo la dimensione relazionale e negando quella procreativa: propone lo sfruttamento individualista della propria sessualità e di quella degli altri finendo per causare innumerevoli sofferenze. Invece, secondo il disegno di Dio, ha sottolineato il cardinale Antonelli, la sessualità è integrata nell’amore vero, cioè nell’impegno per il bene delle persone, della società e della Chiesa. La mattina è stata animata dagli interventi di Moysés Louro de Azevedo Filho, fondatore della comunità cattolica Shalom, e dei responsabili per la regione Canada dell’Equipe Nôtre Dame. Al fondatore di Shalom abbiamo chiesto di spiegarci il motivo per cui, secondo lui, la Chiesa e l’umanità hanno bisogno di un amore di tipo sponsale vissuto nei diversi stati di vita:
“Questo amore sponsale, questo amore che è un amore di passione, che è un amore di scelta e definitivo, deve permeare tutti gli stati di vita: il matrimonio, la vita consacrata, il ministero sacerdotale. Non possiamo considerare i vari stati di vita distinguendoli come se fossero di prima classe, di seconda classe, ma tutti hanno la stessa base: l’unione con Cristo al servizio dell’umanità”.
Inaugurata una Mostra alla Biblioteca Ambrosiana per celebrare i 400 anni di fondazione
◊ Entrano nel vivo le celebrazioni per i 400 anni di vita della Biblioteca Ambrosiana. Dopo le manifestazioni inaugurali alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dei cardinali Tarcisio Bertone e Dionigi Tettamanzi, è stata inaugurata ieri la mostra “La Biblioteca delle Meraviglie”. Da Milano, il servizio di Fabio Brenna:
Compie 400 anni la Biblioteca Ambrosiana e li festeggia mettendo bene in luce i suoi tesori. La mostra “La Biblioteca delle Meraviglie” che proseguirà fino al 27 giugno, propone i rari codici e manoscritti custoditi nella prima Biblioteca pubblica in Italia, voluta dal cardinale Federico Borromeo e aperta nel 1609. Una selezione dei 15 mila manoscritti, i 700 mila stampati, 12 mila disegni e altre rarità, proposti però con un inedito percorso luminoso. Speciali effetti di luce esaltano meglio dettagli e sfumature delle tele dell’annessa Pinacoteca Ambrosiana. Luci più fredde per le tele nella Sala dei Fiamminghi, più calde invece per le Sale con le opere di Tiziano, Leonardo e Botticelli. Don Alberto Rocca, dottore dell’Ambrosiana e curatore della rassegna:
“Questa è la scelta fatta per questa mostra straordinaria: unire i capolavori della Biblioteca e vedere quelli della Pinacoteca come non si sono mai visti. La nuova illuminazione, proposta per questa mostra, è davvero capace di stupire anche coloro che sono più abituati a vedere queste opere. Una riscoperta, quindi, del colore e della luce, come luce sono anche questi tesori di conoscenza che sono proprio esposti in questa bellissima mostra”.
In mostra, fra l’altro, il cartone preparatorio per la “Scuola di Atene” di Raffaello, oggetto di una interessante esposizione multimediale: sul pavimento, sotto l’opera, un filmato illustra, a grandezza naturale, il passaggio dal disegno all’affresco finale realizzato nelle Stanze Vaticane, facendo apparire e dissolvere figure e colori. Esposti, fra l’altro, anche gli Epigrammi di Marziale - vergato da un Boccaccio che non si poteva permettere di acquistare i libri - insieme a manoscritti del Petrarca e l’Ilias Picta, un codice risalente al V secolo dopo Cristo. Mons. Franco Buzzi, prefetto dell’Ambrosiana:
“Questa mostra l’abbiamo intitolata ‘La Biblioteca delle meraviglie’ in occasione del quarto centenario di apertura al pubblico. Credo che tutti coloro che la visiteranno rimarranno stupiti per l’illuminazione, per la visibilità data ai codici e soprattutto ai singoli dipinti, scegliendo anche luce calda e luce fredda secondo il contesto pittorico”.
Haiti: per la ricostruzione servono 20 miliardi di dollari. Dalla Caritas 300 milioni di euro
◊ “Per la ricostruzione e lo sviluppo di Haiti penso siano necessari almeno 20 miliardi di dollari”: è questo il parere di mons. Pierre Dumas, presidente di Caritas Haiti e vescovo di Ans-a-Veaux et Miragoine, interpellato alla vigilia della Conferenza internazionale dei 28 Paesi donatori per la ricostruzione di Haiti, che si aprirà il 31 marzo a New York. Dalla sede di Caritas Haiti, al centro di Port-au-Prince, mons. Dumas ha lanciato un appello alla comunità internazionale, affinché la Conferenza di New York sia l’occasione per porre le basi per la ricostruzione di questa nazione, tramite uno sviluppo integrale che metta al centro la persona umana. Gli haitiani, aggiunge mons. Dumas, “devono diventare protagonisti della loro storia, attraverso un piano strutturato e credibile, trasparente e ben coordinato, che comprenda vari aspetti: sanità, educazione, agricoltura, tutela dell’ambiente, rimozione delle macerie e ricostruzione degli alloggi”. A questo proposito la Caritas ha elaborato in un documento intitolato “Linee strategiche della Caritas per i prossimi cinque anni”, i bisogni e le priorità per l’immediato futuro, oltre ad aver raccolto per Haiti 300 milioni di euro. "È importante – ha precisato mons. Dumas – partecipare e valorizzare le forze vive della società civile, i corpi intermedi come famiglie, associazioni, parrocchie, scuole cattoliche”. Riguardo ai fondi che arriveranno dalla comunità internazionale, mons. Dumas chiede “che siano erogati e gestiti da una Commissione mista, con regole per la trasparenza e un corretto rendiconto”. “Il denaro deve servire per i bisogni delle popolazioni, per i più vulnerabili, per tutte le persone che da questo sisma sono state segnate nel corpo e nell’anima”. (A.D.G.)
Allarme violenza sessuale ad Haiti ed emergenza alimentare nei campi di sfollati
◊ Migliaia di donne sono sotto la minaccia della violenza sessuale e sono protette in modo inadeguato. È l’allarme lanciato da Amnesty International, al termine di una missione di tre settimane ad Haiti, che ha compreso la visita di otto campi per sfollati nella capitale Port-au-Prince, a Jacmel e a Lascahobas. L’organizzazione ha denunciato la scarsa tutela e protezione di donne e bambine e alcuni casi di stupro. La violenza sessuale è assai diffusa nelle centinaia di campi spontanei che sono sorti su tutto il territorio haitiano dopo il devastante terremoto del 12 gennaio scorso, che ha provocato la morte di 223.000 persone e oltre un milione e mezzo di senzatetto. Secondo Amnesty International, l’assenza di misure di prevenzione e di reazione alla minaccia di violenza sessuale sta contribuendo alla crisi umanitaria in atto. L’organizzazione per i diritti umani ha sollecitato le autorità haitiane ad agire immediatamente e in modo efficace per stroncare la violenza sessuale e proteggere le donne che vivono nei campi. “La violenza sessuale è ampiamente presente nei campi dove si trovano le persone più vulnerabili del Paese” – ha dichiarato da Port-au-Prince Chiara Liguori, ricercatrice sui Caraibi di Amnesty International. “Costituiva già un grande motivo di preoccupazione prima del terremoto - ha aggiunto - ora la situazione in cui vivono gli sfollati crea un rischio ancora maggiore”. La mancanza di sicurezza, il sovraffollamento e l’inadeguatezza dei servizi igienici lasciano le donne esposte al rischio di violenza sessuale e senza protezione da parte di qualsiasi autorità: le forze di polizia e il sistema giudiziario, dopo il terremoto, non riescono a operare e questo significa che i responsabili delle violenze hanno molte probabilità di rimanere impuniti. Oltretutto, all’interno e all’esterno dei campi vi è un senso generale d’insicurezza, soprattutto nelle ore notturne. Le donne e le bambine che vivono in rifugi di fortuna si sentono vulnerabili e temono di essere aggredite e la mancanza di strumenti di protezione adeguati le scoraggia dal denunciare la violenza. La maggior parte delle vittime intervistate da Amnesty International era minorenne. “Aprire centri per le donne e le bambine che hanno subito violenza sessuale deve essere parte della risposta all’emergenza. Le Organizzazioni non governative internazionali, presenti in massa ad Haiti, possono farlo, in coordinamento con le autorità haitiane” – ha concluso Liguori. Un’altra emergenza che rende disastrosa la situazione di queste ore ad Haiti è la mancanza di distribuzioni sistematiche di aiuti alimentari e di tende sotto cui ripararsi. Il passato raccontato dalle cose di tutti i giorni è stato totalmente cancellato dal sisma del 12 gennaio. La gente di Haiti che vive nei campi mangia un pugno di riso al giorno grazie alla solidarietà di familiari e amici. “Ci servono almeno cento tende e tanto aiuto - chiede Solange Jean-Louis, 34 anni, commerciante prima del sisma, madre di una ragazza e di un figlio adottivo -. Non ci viene distribuito cibo e viviamo solo grazie alla solidarietà tra di noi”. E quando piove? “I bambini piangono disperati e restiamo alzati tutta la notte”. Intanto un segno di speranza si leva dalla Caritas, che attiverà a breve un progetto di distribuzione di cibo, in collaborazione con il World Food Program. (A.D.G.)
In Pakistan i funerali del cristiano bruciato vivo
◊ Nuovi dettagli sono emersi dall’indagine sul caso di odio religioso che si è consumato in Pakistan venerdì scorso ai danni di un 38enne cristiano pakistano. Arshed Masih, sposato e padre di tre figli dai 7 ai 12 anni, è stato bruciato vivo perché si è rifiutato, insieme alla moglie, di convertirsi all’Islam. Ieri si sono svolte le esequie dell’uomo a Rawalpindi, fra imponenti misure di sicurezza, alla presenza di centinaia di persone, tra cui membri della società civile e rappresentanti delle Ong. Una fonte bene informata ha riferito ad AsiaNews che sarebbe stata la polizia a dare fuoco all’uomo, seguendo le “istruzioni” impartite dal datore di lavoro di Arshed Masih, di religione musulmana. Notizia confermata anche dalle ultime parole della vittima. Negli ultimi tempi erano emersi dissapori con il datore di lavoro a causa della loro fede cristiana e di un sospetto furto avvenuto nella casa. Masih aveva ricevuto pressioni da parte sua per abbracciare la religione musulmana, ma si sarebbe rifiutato. Tra l’altro, sua moglie, Martha Bibi, ha detto di aver subito violenza da parte di alcuni poliziotti della caserma dove era andata per denunciare il caso del marito. La violenza è avvenuta davanti ai tre figli della coppia, che attualmente si trovano in ospedale perché rimasti senza casa, mentre la madre è ancora in stato di shock e non è in grado di parlare. Peter Jacob, segretario esecutivo di Giustizia e pace della Chiesa cattolica pakistana (Ncjp), ha condannato fortemente questo atto brutale e ha detto di aver avviato un’inchiesta parallela sui fatti. “A breve diffonderemo un documento – ha aggiunto - previa opportuna verifica di tutti gli elementi”. L’attivista denuncia infine, con rammarico, il silenzio dei media pakistani sull’incidente e la mancanza di iniziative del governo federale e del Ministero per le minoranze. Numerosi sono, ad oggi, gli atti di violenza consumati contro la minoranza cristiana pakistana, che rappresenta l'1,6% della popolazione. Le organizzazioni cristiane locali si sono mobilitate lunedì scorso chiedendo al governo della provincia del Punjab di punire i responsabili dell'omicidio e avviare un'inchiesta sulla violenza sessuale ad opera dei poliziotti. (A.D.G.)
Libano: oggi prima festa cristiano-islamica nel nome della Vergine Maria
◊ Si celebra oggi, in Libano, la prima giornata di “festa cristiano-islamica” nel nome della Vergine Maria, in concomitanza “con la festa dell’Annunciazione”. “Si tratta – dichiara all'agenzia Sir mons. Paul Dahdah, vicario apostolico di Beirut dei latini – di una festa nazionale segno della coesistenza pacifica tra cristiani e musulmani in Libano. La figura di Maria, venerata sia dal mondo cristiano che da quello musulmano, diventa ulteriore tema di dialogo, di conoscenza reciproca e di convivenza. Una bella iniziativa che non deve tuttavia far dimenticare le diversità teologica”. Anche i vescovi maroniti salutano con soddisfazione questa festa nazionale che, affermano, “avvicina i cuori. Si tratta di un evento unico che merita tutta la stima e che evidenzia il messaggio, il posto e l’onore riservati, in Libano, alla Vergine dal Cristianesimo e dall’Islam”. La decisione del Consiglio dei Ministri di istituire questa festività risale al 13 marzo dopo che da tempo i gesuiti della scuola di Nostra Signora di Jamhour ed un gruppo di musulmani, tra cui lo sceicco Mohammad Nokkari, segretario generale di Dar el-Fatwa, la “Casa del decreto”, avevano pensato ad una festa comune in onore della Madonna. La giornata odierna prevede eventi culturali e religiosi a sfondo mariano. (R.P.)
Usa: il cardinale George annuncia una netta flessione delle denunce degli abusi sui minori
◊ Le denunce di abusi sessuali nelle diocesi e ordini religiosi degli Stati Uniti hanno subito una netta flessione nel 2009 e la grande maggioranza di esse si riferisce a casi avvenuti nei decenni passati. È quanto emerge dal rapporto annuale del Centro di ricerca applicata sull’apostolato (Cara) della Georgetown University di Washington. L’istituto ha ricevuto l’incarico dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb) di verificare l’applicazione nelle diocesi americane della “Carta di Protezione dei bambini e dei giovani” adottata dai vescovi nel 2002 a Dallas, dopo lo scandalo scoppiato nei mesi precedenti. Al monitoraggio, iniziato sette anni fa, partecipano quasi tutte le 195 diocesi statunitensi con l’eccezione di sei. Secondo il rapporto pubblicato sul sito della Conferenza episcopale, nel 2009 sono state registrate in tutto 398 denunce più di un terzo in meno rispetto al 2008. Nel 12,5% dei casi le accuse si sono poi rivelate false e prive di fondamento. Da rilevare che nel 2004 il numero dei casi denunciati era superiore a mille e che da allora si è registrato un calo costante. In netta flessione anche le somme sborsate per il risarcimento alle vittime: 104,4 milioni di dollari contro i 376 milioni del 2008 e i 499 milioni del 2007. Le somme investite dalle diocesi per i programmi di protezione dei bambini, le indagini e il personale assunto a questo scopo hanno superato i 21 milioni di dollari. Nella presentazione del rapporto il presidente della Conferenza episcopale, cardinale Francis George pone l’accento sul grande sforzo intrapreso dalla Chiesa statunitense per assicurare la protezione dei minori. L’arcivescovo di Washington esprime particolare soddisfazione per l’aumento dei bambini coinvolti in programmi di prevenzione per aiutarli a proteggersi da abusi, esprimendo l’auspicio che le misure adottate dalla Chiesa americana possano essere di esempio anche per altre istituzioni. Il porporato conclude assicurando ai fedeli la determinazione dei vescovi degli Stati Uniti a continuare l’impegno assunto nella “Carta per la protezione dei bambini e dei giovani”. (L.Z.)
Giornata internazionale di solidarietà con i collaboratori dell'Onu detenuti
◊ Il segretario generale dell’Onu ha trasmesso ieri il messaggio per la Giornata internazionale di solidarietà con i collaboratori detenuti e scomparsi per garantire loro giustizia e prevenire abusi ulteriori. Si tratta di un momento importante per chiedere e rafforzare la protezione nei riguardi degli operatori di pace delle Nazioni Unite, visti gli attacchi che man mano si sono intensificati nei loro riguardi. Allo stato attuale sono circa 24 i membri del personale civile Onu arrestati o detenuti, a cui è stato negato un processo equo, tra questi sono contemplati gli stessi colleghi del mondo non governativo e della stampa. “Io chiedo piena giustizia e processo imparziale per tutti loro e chiedo di agire in favore delle due persone, una in Eritrea e una in Somalia, che risultano ancora disperse”, riferisce Ban Ki-moon. Apprezzamenti rivolge il segretario Onu a quei Paesi che hanno ratificato la Convenzione del 1994 sulla Sicurezza delle Nazioni Unite e del personale associato e chiede a tal proposito che venga fornito ulteriore supporto a questo trattato. In particolare ricorda che per il Protocollo opzionale alla Convenzione, che dal 2005 estende la protezione legale a tutti gli operatori umanitari, manca il supporto di altri due Paesi per raggiungere la quota necessaria di 22 ratifiche per far sì che entri in vigore. “Esorto tutti gli Stati membri – prosegue Ban Ki-moon – a ratificare questo strumento così come le altri parti del regime giuridico pertinente, incluse le Convenzioni di Ginevra, la Convenzione sui privilegi e le immunità delle Nazioni Unite, la Convenzione sui privilegi e le immunità delle agenzie specializzate e lo Statuto della Corte penale internazionale”. La Giornata internazionale ricorre nel giorno dell’anniversario del rapimento di Alec Collett, ex giornalista, in servizio presso l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente, rapito da uomini armati nel 1985. Si ricorda che la salma del giornalista è stata finalmente rinvenuta e restituita alla famiglia. (C.F.)
Fao: per la prima volta in calo nel mondo il tasso di deforestazione
◊ Per la prima volta il tasso di deforestazione del pianeta è in calo, grazie soprattutto a migliori politiche ambientali, pur restando a livelli allarmanti in alcuni paesi. E’ la conclusione di un rapporto dell’Organizzazione dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) presentato oggi a Roma, che fa il punto sull’ultimo decennio. I dati raccolti e analizzati nel ‘The global forest resources assessment 2010’ (questo il titolo in inglese del rapporto riportato dall'agenzia Misna) mostrano che tra il 2000 e il 2010 a livello globale 13 milioni di ettari di foreste sono state riconvertite ad altri usi o persi, rispetto ai 16 milioni di ettari del decennio precedente. Nello stesso periodo, inoltre, grazie soprattutto ad ambiziosi programmi di riforestazione in corso d’opera in Cina, India, Vietnam e Stati Uniti, e a migliori politiche di conservazione in Brasile, ogni anno sono stati recuperati sette milioni di ettari. Il bilancio finale tra forestazione e deforestazione tra il 2000 e il 2010 è così, secondo la Fao, pari a una riduzione media annua delle foreste del pianeta di 5,2 milioni di ettari, contro gli 8,3 del decennio precedente. Un passo avanti, seppure ancora con il segno negativo, sottolinea la Fao che apre un periodo di opportunità da cogliere entro il 2020 quando è prevista la conclusione dei piani di forestazione in Asia e America. “Per la prima volta - ha detto Eduardo Rojas, vice-direttore generale del Dipartimento per le foreste della Fao – i dati indicano un calo del tasso di deforestazione globale reso possibile dagli sforzi concertati a livello locale e internazionale. Tuttavia la deforestazione resta tuttora alta in molti Paesi ed è in calo l’area della foresta primaria, quella mai interessata da attività umane”. Rojas ha anche sottolineato che molti Paesi hanno migliorato politiche forestali e normative vigenti, riservando ampie aree all’uso di comunità locali e popolazioni indigene. Ricordando come la difesa delle aree forestali sia strettamente connessa agli sforzi per contrastare il surriscaldamento del pianeta, Mette Loyche Wilkie, coordinatrice del rapporto, ha ricordato che la diminuzione del tasso di deforestazione ha contribuito a ridurre le emissioni inquinanti: “Tuttavia – ha concluso – occorre applicare misure permanenti per ridurre significativamente e ulteriormente gli attuali tassi di deforestazione e degrado ambientale”. (R.P.)
World Urban Forum: diffondere la cultura dell’urbanizzazione sostenibile
◊ In occasione del V “World Urban Forum” è stata presentata a Rio de Janeiro l’ “Iniziativa 100 Città” che riunisce oltre 15.000 partecipanti sul tema “Il diritto alla città per colmare il divario urbano”. È stata voluta da Onu-Habitat, ente Onu per gli insediamenti umani, al fine di promuovere progetti di carattere sociale, ambientale ed economico. L’obiettivo è quello di creare un punto d’incontro e d’interscambio tra 100 città del mondo per condividere esperienze ed estendere l’uso delle “buone pratiche” per risolvere i principali problemi urbani. In particolare l’attenzione si focalizzerà su quelle che sono le “pratiche vive” adottate nelle città per poi seguirne l’evoluzione, mediante verifiche periodiche. La prima riunione dell’iniziativa si terrà a fine maggio, come riferisce l’agenzia Misna, ad Alicante, in Spagna, dove s’insedierà la sede permanente della segreteria. La città iberica è stata scelta per alcuni programmi di sostenibilità urbana, come la “ciclovia”, la gestione dell’acqua, l’organizzazione di grandi eventi, il servizio metropolitano ecologico dei tram e l’edificio inter-generazionale di Plaza América, che include 72 abitazioni con servizi comuni di biblioteca, sala computer, laboratori, orti; nonché un centro per anziani e un centro sanitario. Le prime 15 città selezionate per l’iniziativa sono Alicante, Vienna in Austria, Makati nelle Filippine, Rybnick in Polonia, Pushkino in Russia, Livingston in Guatemala, Sao Joao da Barra in Brasile, Medellín in Colombia, Rosario in Argentina, Aleppo in Siria, Filadelfia in Usa, Ouagadougou in Burkina Faso, Mumbai in India, Rabat in Marocco e Cotonou in Africa occidentale. (C.F.)
N'Djamena: vertice dei Paesi del Sahel su acqua e lotta alla fame
◊ Mobilitare le competenze tecniche e le risorse finanziarie per una gestione più responsabile delle risorse idriche nella regione del Sahel: è il tema centrale del vertice del Comitato permanente dei Paesi contro la siccità nel Sahel (Cilss) che si è aperto oggi a N’Djamena. Nella capitale del Ciad - riferisce l'agenzia Misna - verrà siglato un accordo di partenariato tra enti pubblici e privati e una coalizione mondiale denominata “Controllo dell’acqua per lottare contro la fame nel Sahel” verrà istituita con l’obiettivo di incrementare gli investimenti nel settore idrico. Secondo il Comitato, creato nel 1973 da nove Paesi della regione, “in realtà paghiamo le conseguenze della cattiva distribuzione e gestione dell’acqua nello spazio e nel tempo piuttosto che di una mancata disponibilità di risorse idriche”. Gambia, Guinea Bissau, Mauritania, Senegal, Burkina Faso, Mali, Niger, Ciad e Capo Verde si sono uniti nel Cilss per sconfiggere la fame e le conseguenze della siccità, due fenomeni strettamente collegati. In effetti da mesi governi e organizzazioni non governative avvertono del rischio carestia che in Niger minaccia metà della popolazione (circa 7,8 milioni di persone) e altri due milioni in Ciad: nei prossimi mesi necessiteranno di aiuti alimentari a causa di produzioni di cereali deficitarie nel 2009 legata a una siccità prolungata. In una lettera aperta indirizzata al Cilss in vista del vertice di N’Djamena, allevatori e pastori del Sahel denunciavano “la malnutrizione acuta che riguarda circa il 30% degli allevamenti con il risultato che siamo costretti a vendere i capi di bestiame a basso prezzo; la nostra categoria sta precipitando in modo irreversibile verso l’assoluta povertà” si legge in quello che suona come un appello disperato.(R.P.)
Lanciato un network che riunisce più di cento organizzazioni umanitarie cristiane nel mondo
◊ Più di un centinaio di organizzazioni umanitarie cristiane operanti in 125 Paesi del mondo hanno dato vita a un nuovo mega-network umanitario internazionale. L’Alliance Act, questo il suo nome, è stata lanciata ufficialmente ieri a Ginevra ed è il frutto della fusione di due organizzazioni preesistenti, Act International e Act Development, nate nel 1995 e nel 2007 sotto l’egida del Consiglio Mondiale delle Chiese (Wcc). Le due organizzazioni coordinavano il lavoro delle Ong legate alle Chiese membro del Wcc e della Federazione Luterana Mondiale, rispettivamente nel campo degli aiuti umanitari e della lotta alla povertà. La loro fusione, ha dichiarato il segretario generale di Alliance Act, John Nduna , “permetterà di creare un legame più stretto tra gli aiuti di emergenza e gli interventi per la promozione di uno sviluppo durevole”. Act fornisce assistenza umanitaria, rifugi, impianti idraulici e di purificazione dell’acqua nelle emergenze e promuove programmi di sviluppo nei Paesi più poveri del mondo, con un budget totale di 1,5 miliardi di dollari. “Grazie ad Act – si legge in un comunicato del Wcc – la comunità mondiale delle Chiese è stata in prima linea negli aiuti umanitari ad Haiti” sin dalle prime ore dopo il terribile terremoto del 12 gennaio e lo stesso è avvenuto per il terremoto in Cile. “Il lavoro a favore di un mondo migliore è parte integrante del culto che la Chiesa rende a Dio. Quando compiamo azioni di giustizia e di pace e azioni che permettono di sfamare gli affamati, rendiamo gloria a Dio, perché queste azioni glorificano la dignità di ogni essere umano ", ha detto durante la celebrazione inaugurale il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Wcc che ha sottolineato come la creazione di Alliance Act rappresenti “un’autentica espressione del movimento ecumenico”. (L.Z.)
Colombia: ucciso a Bogotà un coadiutore salesiano
◊ Sabato scorso Luis Enrique Pineda, salesiano coadiutore dell’Ispettoria “San Pietro Claver” di Colombia-Bogotá (Cob), è stato assassinato nella capitale, Bogotà, alle 8 di sera. Mentre si recava a far visita ai suoi familiari è stato aggredito da tre malfattori che lo hanno derubato e poi accoltellato, lasciandolo a terra. Nonostante le ferite è riuscito a fermare un taxi e a chiedere di essere portato al pronto soccorso dove poi è deceduto. Nel dare la notizia, l’agenzia Ans - ripresa dall'agenzia Fides - sottolinea che la sua morte ha commosso l’intera comunità salesiana e in particolare quella del “Colegio León XIII” di Bogotà, dove egli si trovava. Lunedì scorso sono stati celebrati i funerali, nel Santuario nazionale “Nuestra Señora del Carmen”, presieduti da don Mario Peresson Tonelli, ispettore di Colombia-Bogotá, insieme a 45 sacerdoti. Hanno preso parte al rito anche un gran numero di studenti, familiari e amici del religioso, i quali hanno manifestato le proprie condoglianze alla comunità salesiana. Luis Enrique Pineda era nato il 24 maggio 1953 ad Otanche–Boyacá, ed aveva emesso la prima professione religiosa a Rionegro, Antioquia, il 24 gennaio 1977. Per essere professionalmente competente e mettersi al servizio dei giovani si era laureato in psicologia. E’ stato autore di varie ricerche e di studi da lui realizzati per aiutare i ragazzi ad elaborare un progetto di vita coerente. Si sentiva fortemente responsabile dei servizi affidatigli dall’Ispettoria e della buona realizzazione delle attività con i giovani. (R.P.)
Argentina: i carcerati trascrivono il rosario e l’inno Akathistos in braille per le suore cieche
◊ I carcerati dell'Unità Provinciale n. 40 di Lomas de Zamora, hanno trascritto nel sistema braille per non vedenti, l'opera "Con Maria preghiamo Gesù", per iniziativa della Pastorale penitenziaria di Lomas de Zamora. L'opera, che comprende i venti misteri del Rosario e l'inno Akathistos, sarà consegnata oggi, 25 marzo, nella festa dell'Annunciazione, al monastero delle Adoratrici Sacramentine di Don Orione, che sono suore non vedenti. Il gesto dei detenuti del carcere - riporta l'agenzia Fides - coincide con la quinta settimana di Quaresima, che dedica il sabato al canto dell’inno Akathistos, che è "un inno di ringraziamento, che ci ricorda l'intervento miracoloso della Madre Immacolata di Dio, e che prega per l'unità della Chiesa", ha ricordato il diacono Roberto Bassetto a una agenzia cattolica locale. Il canto Akathistos è una preghiera litanica che si recita in piedi (da qui il suo nome), poco conosciuto in Occidente ma molto diffusa in Oriente, che risale al V secolo. "Racconta in pratica tutta la Storia della Salvezza e l'Incarnazione del Verbo attraverso i suoi versi ispirati e scritti in rima come litanie" ha spiegato. Giovanni Paolo II lo ha proposto nuovamente all’attenzione dei fedeli e a chi lo recita sono state concesse le stesse indulgenze previste per il Santo Rosario. Il diacono Bassetto ha affermato che "quando onoriamo la Madre della Chiesa, con il Rosario e con l’Akathistos, preghiamo con i 'due polmoni' per l'unità della Chiesa". (R.P.)
Guinea Bissau: Giornata Mondiale della Gioventù a Ziguichor
◊ Mons. Pedro Zilli, vescovo di Bafatá, parteciperà alla celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù 2010 che si tiene a Ziguichor (nella Casamance, in Senegal) da domani al 28 marzo. Lo riferisce l'agenzia Fides, che precisa che l’invito alla locale Conferenza episcopale è giunto da mons. Maixent Coly, vescovo di Ziguinchor, mirato alle comunità della Guinea-Bissau e Gambia. Dal 1985, con la creazione della Giornata Mondiale della Gioventù, la diocesi di Ziguinchor ha accolto la manifestazione di pastorale giovanile. Quest’anno si svolge la 25a edizione, che avrà dunque un significato speciale. L'edizione 2010 si svolge dopo la conclusione del Sinodo Speciale per l'Africa nel 2009, per cui i partecipanti rifletteranno sul tema della riconciliazione, della giustizia e della pace nei tre Paesi confinanti: Guinea-Bissau, Gambia e Senegal. I giovani, secondo il Sinodo, costituiscono ormai la maggioranza della popolazione in Africa, e meritano particolare attenzione di fronte alle numerose sfide, come la disoccupazione, lo sfruttamento politico, l’abuso di droghe e altri mali. Oltre a mons. Zilli la diocesi di Bafatá invierà alcuni giovani. Per quanto riguarda la diocesi di Bissau, il vescovo mons. José Câmnate sarà rappresentato dal suo vicario generale, padre Domingos Cá, e da alcuni giovani. (L.Z.)
“JesusFest 2010” celebra in India i 25 anni della Gmg
◊ Il “JesusFest”, una festa di preghiera, incontro, canto e spiritualità per celebrare i 25 anni della Giornata Mondiale della Gioventù, si tiene domani, a Mumbai, organizzata dalla Chiesa locale. Grazie all’impegno dei responsabili della pastorale giovanile della diocesi, migliaia di giovani cattolici parteciperanno all’evento che si preannuncia come una giornata di festa attorno alla Parola del Vangelo. In ricordo della prima GMG, celebrata da Giovanni Paolo II nel 1985, il tema della GMG 2010 e del “JesusFest” sarà “Maestro buono, cosa devo fare per avere la vita eterna?” (Mt 19,16). I giovani coinvolti vivranno anche una Via Crucis e un processione per le vie della città, rifletteranno sulla missione, pregheranno per la pace e l’armonia in India. Ai giovani è stata dedicata la recente assemblea della Conferenza episcopale, conclusasi il 3 marzo scorso a Guwahati (India Nordest). I vescovi indiani hanno esortato i giovani a “diventare protagonisti dell’evangelizzazione”. L’Assemblea ha affermato che “la pastorale giovanile deve diventare parte integrante della pastorale della Chiesa”, impegnandosi ad “accompagnare e facilitare la crescita spirituale dei giovani”, “coinvolgendoli attivamente nelle questioni di rilevanza sociale”. In altre diocesi indiane la celebrazione dei 25 anni della GMG è prevista domenica 28 marzo, nella Domenica delle Palme, giorno in cui in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gioventù a livello diocesano. (R.P.)
India: una “ecologia umana” per la Giornata della Vita
◊ Un’ecologia “interna all’uomo, che sia attenta alla pulizia della propria anima per combattere contro la distruzione morale. Siamo preoccupati dalle sorti del pianeta e a volte perdiamo di vista che stiamo distruggendo la nostra razza umana”. Il presidente della Commissione episcopale per la Famiglia, mons. Agnelo Gracias, spiega così ad AsiaNews il tema scelto per la Giornata della Vita che si è celebrata ieri in tutta l’India. Secondo il presule “è sorta in tutto il mondo una coscienza ecologica che si ha resi consapevoli del riscaldamento terrestre, la distruzione di alcune specie animali, la desertificazione del pianeta e altri temi del genere. Ma questo riguarda lo sviluppo del mondo intorno a noi, che è fondamentale ma non è tutto. Dobbiamo iniziare a prestare attenzione allo sviluppo dentro di noi. Siamo preoccupati dall’impronta del carbone sulla Terra, ma non guardiamo più che sono scomparse le impronte dei bambini, sulla stessa Terra”. Mons. Gracias spiega che “il tasso di nascite è crollato in molte nazioni, e siamo in presenza di una sorta di inverno demografico. Bisogna poi aggiungere le ‘bambine scomparse’, ovvero tutte le vittime degli aborti selettivi in base al genere sessuale che avvengono nel mondo. Ma presto, potremmo dover aggiungere anche i maschietti a questa lista. Vogliamo avere un mondo che sia verde, e non combattiamo contro il mondo senza vite umane che si avvicina”. A queste tematiche vanno aggiunge le scoperte della scienza, che hanno interrotto il ciclo familiare naturale: “Invece di seguire il ciclo della vita usiamo i contraccettivi; invece di nutrire i bambini al seno, diamo loro dei composti chimici; invece di partorire come si fa da sempre, ricorriamo sempre più spesso alla chirurgia. A tutto questo dobbiamo aggiungere i danni che l’uomo procura a sé stesso con le droghe, l’alcool e l’errata alimentazione: ci stiamo uccidendo da soli. La Giornata per la Vita sia una chiamata all’uomo, che torni a rispettare i suoi simili e sé stesso”. Fa le varie manifestazioni in programma, il vescovo ha premiato ieri il dottor Luzito D’Souza, direttore sanitario dello Shanti Avena: il primo ospedale per malati terminali di cancro. Nella struttura, unica nel suo genere in tutta l’India, vengono accolti i malati all’ultimo stadio senza distinzione di casta, credo e censo. Ricevendo il premio, il medico ha detto: “È la nostra risposta all’eutanasia”. Nel pomeriggio, inoltre, il presidente della Commissione ha scoperto un nuovo monumento dedicato ai bambini non nati di tutto il mondo. La scultura è stata posta all’interno della chiesa di S. Pietro a Bandra, nella parte meridionale di Mumbai. (R.P.)
Sri Lanka: i cristiani si interrogano sulle elezioni parlamentari dell’8 aprile
◊ Confusione ed incertezza accompagnano in questi giorni i cittadini dello Sri Lanka, che saranno chiamati al voto l’8 aprile prossimo. I dissidi tra i vari schieramenti politici preoccupano i cristiani, che invitano i vari gruppi a collaborare per superare i problemi sociali. Intanto, sono quasi 7.620 i candidati che si contenderanno i seggi nelle elezioni parlamentari, mentre continuano le polemiche sulla legittimità della vittoria del presidente Mahinda Rajapaksa nelle elezioni presidenziali del 26 gennaio. I partiti politici d’opposizione si avviano a presentarsi divisi al voto, mentre il partito di governo cerca di cambiare le regole elettorali per “assicurare la governabilità”. La popolazione è sempre più confusa e delusa da questi giochi elettorali. La scorsa settimana il Movimento di solidarietà cristiana (Csm, gruppi di sacerdoti e laici impegnati nel sociale) ha tenuto un incontro presso la Sala congressi del Centro per società e religione per discutere l’attuale situazione politica e la grande responsabilità che hanno i cristiani. Il Csm invita i cristiani a chiedersi come il voto possa avvenire in concordia con la loro fede e con l’insegnamento di Cristo e ricorda come sia anzitutto importante comprendere l’esatta situazione politica e sociale del Paese. Osserva che il momento storico è importante, per la possibilità di cambiare la politica e la Costituzione. Secondo il parere di madre Beatrice Fernando, delle Suore della Divina Sapienza, riferisce Asianews, “queste elezioni sono un momento cruciale per lo Sri Lanka. Noi [membri del Csm] vogliamo combattere le ingiustizie strutturali della nostra società. Vogliamo aiutare tutti i nostri fratelli e sorelle a vivere una vita dignitosa come è diritto di ognuno, giovane e anziano. Combattiamo con la preghiera, ascoltiamo il pianto e conosciamo le sofferenze della gente”. Mahinda Namal, insegnante cattolico e attivista per i diritti umani, si dice d’accordo per una fede che diventi anche impegno nel sociale a favore dei diritti di ognuno. “La storia dimostra –prosegue- che le costituzioni dello Sri Lanka sono state fatte per l’utilità dei partiti o della coalizione al potere, quindi sono state sempre contrarie alle genuine aspirazioni umane e a una vita fondata su valori. Ora tutti dicono di voler cambiare l’attuale Costituzione, ma questo non può essere deciso in modo arbitrario da un partito politico o da un gruppo”. (A.D.G.)
Polonia: no dei vescovi alla fecondazione assistita in vitro
◊ In occasione della Giornata della Sacralità della Vita che in Polonia si celebra oggi, e in concomitanza con la Giornata nazionale della vita che ricorreva ieri, il gruppo di esperti della Conferenza episcopale polacca (Kep) ha pubblicato il documento contenente i motivi dell’opposizione da parte della Chiesa al ricorso alla fecondazione assistita in vitro. Il documento è stato annunciato dall’Ufficio stampa della Kep come contenente una “valutazione totalmente negativa del metodo di fecondazione extrauterina in quanto contraria alla fede cristiana, inaccettabile moralmente, e pericolosa sia per il bambino che per la madre”. Il testo, afferma il comunicato, “è stato concordato con il Presidio della Kep, non è quindi una semplice valutazione bensì un documento ufficiale della Chiesa polacca”. Gli esperti, pur contrari alla fecondazione in vitro, rilevano tuttavia che i figli concepiti con quel metodo dovrebbero essere accolti con rispetto e amore in quanto, come ogni persona umana, meritevoli di godere in pieno dei diritti dell’uomo”. Il documento inoltre, ricordando che “il metodo in vitro porta allo sviluppo e alla nascita del 5-10% dei feti mentre la restante percentuale è condannata alla morte”, sottolinea la rilevanza della ”sindrome in vitro” che colpisce non solo i genitori dei figli così concepiti ma potrebbe in futuro colpire anche i figli stessi venuti a conoscenza del fatto che la loro nascita è stata possibile al prezzo della morte dei fratelli allo stato embrionale”. Il testo infine raccomanda il ricorso ai “metodi alternativi alla fecondazione assistita in vitro” sottolineando soprattutto l’importanza delle cure contro l’infertilità e si appella a tutte le famiglie che “con coraggio e amore potrebbero adottare i bambini provenienti da orfanotrofi”. (R.P.)
Svizzera: sì della Commissione Giustizia e Pace alla revisione totale della legge sulla nazionalità
◊ Eliminare le discriminazioni e introdurre una maggiore coerenza nella procedura di naturalizzazione dei cittadini elvetici: sono questi gli obiettivi indicati dalla Commissione Giustizia e Pace svizzera nell’esprimere il suo sostegno alla revisione totale della legge sulla nazionalità. In una lettera indirizzata all’Ufficio federale delle migrazioni, l’organo episcopale per le questioni politiche, sociali ed economiche, ricorda, in particolare, tre principi fondamentali: il rispetto dei diritti costituzionali, l’eliminazione delle discriminazioni e la facilitazione della naturalizzazione per i giovani. In primo luogo, quindi, Giustizia e Pace auspica che la revisione della normativa segua alcune linee-guida: “Il diritto alla naturalizzazione non fa parte, certamente, dei diritti fondamentali della persona umana. Esso si pone sullo stesso piano dei diritti civili ai quali è strettamente legato”. Tuttavia, si legge nella lettera, “la concessione della nazionalità mette in gioco i diritti fondamentali iscritti nella Costituzione federale e nei trattati internazionali ratificati dalla Svizzera, ovvero l’uguaglianza davanti alla legge, la non discriminazione e la tutela da eventuali decisioni arbitrarie degli organi di Stato”. Quanto alle discriminazioni, i vescovi svizzeri mettono in guardia dalle “grandi disparità di trattamento che si verificano nei cantoni e nei comuni” proprio riguardo alla naturalizzazione. “Tali discriminazioni – affermano i presuli – sono ingiuste ed arbitrarie. È auspicabile, quindi, un’uniformità delle procedure legali ed amministrative” e “non è più sufficiente che la Confederazione dia delle disposizioni minime; piuttosto, è bene che essa imponga dei principi saldi che devono essere applicati da tutti i cantoni”. Poi, Giustizia e Pace si sofferma su due punti fondamentali della revisione: da una parte, saluta con favore l’idea di ridurre, la durata minima di soggiorno nel Paese. In questo modo, per ottenere la naturalizzazione basterebbe un soggiorno di otto anni e non più di dodici, “in conformità con la Convenzione europea sulla nazionalità del 1997 a cui la Svizzera deve attenersi”. Dall’altra, però, la Commissione si oppone alla proposta di “porre, come condizione per fare domanda di naturalizzazione, il possesso del permesso C”, ovvero la concessione di residenza permanente che viene data a coloro che hanno vissuto in Svizzera per almeno cinque anni consecutivi. Per i vescovi, tale proposta “rischia di introdurre delle discriminazioni, soprattutto nei confronti dei rifugiati di Paesi non europei, i quali potrebbero prorogare in mondo arbitrario il tempo di attesa” per ottenere il permesso. Infine, Giustizia e Pace chiede di facilitare la naturalizzazione dei giovani, in particolare di quelli di terza generazione, ed esprime apprezzamento per l’iniziativa parlamentare “La Svizzera deve riconoscere i propri figli”, che mira ad ottenere una naturalizzazione agevolata proprio per gli stranieri della terza generazione nati nel Paese elvetico. (I.P.)
Vescovi italiani: al Consiglio permanente catechesi e inserimento dei sacerdoti stranieri
◊ Si concluderà oggi il Consiglio episcopale permanente (Cep) dei vescovi italiani, in corso a Roma. I presuli hanno approvato la Lettera, - riporta l'agenzia Sir - a quarant’anni dalla pubblicazione del documento base, “Il rinnovamento della catechesi” ed è stato inviato ai prelati i testi della seconda parte della terza edizione italiana del Messale Romano. Per la settimana sociale di Reggio Calabria, in calendario il prossimo 14-17 ottobre, è stata approvata la bozza del Documento preparatorio per l’evento. “La trasmissione della fede alle giovani generazioni registra oggi inedite difficoltà a motivo del clima culturale che non aiuta la maturazione delle coscienze e lo sviluppo della libertà”. Lo riferisce il portavoce della Cei, mons. Domenico Pompili, precisando inoltre che è stata “riconfermata l’opzione di fondo del documento base, ravvisata in quella scelta antropologica” per cui “chiunque voglia fare all’uomo d’oggi un discorso efficace su Dio, deve muovere dai problemi umani e tenerli sempre presente nell’esporre il messaggio”. Mercato del lavoro e impresa, emergenza educativa, immigrazione, università, ricerca e professioni, riforme e partecipazione democratica, sono stati alcuni dei temi trattati e all’attenzione dei membri del Cep. Altra questione di non poco rilievo per il Consiglio permanente è stata la presenza di sacerdoti stranieri in Italia. Secondo i dati statistici, 2636 presbiteri sono stranieri e costituiscono il 5% del clero operante in Italia. “Si è convenuto che la logica del dono che sta dietro a questa presenza deve garantire uno stretto rapporto con le Chiese di provenienza, sotto forma di gemellaggi, e valorizzare la presenza del prete straniero nell’ottica della cooperazione missionaria tra le Chiese, favorendone l’inserimento nell’attività pastorale diocesana e accompagnandone il ministero”, ha riferito in chiusura mons. Pompili. (C.F.)
Terzo anno di vita per il Movimento dei Figli spirituali di Giovanni Paolo II
◊ Si apre alle 16, questo pomeriggio, la festa del Movimento dei "Figli spirituali di Giovanni Paolo II“, che oggi festeggia il suo terzo anno di vita. A presiedere la celebrazione eucaristica di ringraziamento, a cui seguirà il rinnovamento della consacrazione a Maria Ss.ma, nella basilica di S. Maria degli Angeli, a Roma, è mons. Giangiulio Radivo, assistente ecclesiastico del movimento; interverrà mons. Slawomir Oder, postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio Giovanni Paolo II. Attivo dal 2006, e fondato da suor Maria Rosa Lo Proto, il movimento dei Figli spirituali di Giovanni Paolo II è nato con l’intento di sostenere le diverse vocazioni ad essere gioiose nella propria fede e nel proprio cammino, per diventare ricercatori di perle preziose per il regno di Dio e vivere da veri figli. Il carisma del Movimento è finalizzato alla formazione umana e cristiana, anche sulla base degli scritti del servo di Dio Giovanni Paolo II e dell’attuale Pontefice, Benedetto XVI. La devozione mariana è il punto di forza degli incontri periodici, aperti al pubblico, e visibili sul sito www.prayingwithkarol.org (A.D.G.)
Ospedale Bambino Gesù: inaugurata oggi la stanza per i "bambini farfalla"
◊ Stamattina, presso l'Aula Salviati dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, è stata inaugurata la prima stanza di degenza allestita per accogliere i “bambini farfalla”. Si tratta dell'unica struttura al mondo pensata e realizzata - con il sostegno dell’Associazione Debra Italia onlus - a misura dei pazienti affetti da epidermolisi bollosa ereditaria, insieme di malattie genetiche rare che in Italia colpisce circa 1.100 bambini compromettendone la crescita e il futuro. Si tratta di una rara e devastante malattia genetica della pelle che causa continue lesioni cutanee caratterizzate da distacco dell'epidermide (parte superficiale della pelle) dal derma (parte profonda della pelle). Questo distacco - riporta l'agenzia Sir - produce infezioni continue, dolore, perdita di liquidi, squilibri nei parametri ematici, estese cicatrici e spesso culmina nello sviluppo di tumori cutanei. Le diverse forme di epidermolisi bollosa colpiscono circa 30.000 persone in Europa e circa 500.000 sul pianeta. La forma giunzionale (mutazioni di una proteina chiamata laminina 5) dell'epidermolisi bollosa può anche essere letale nelle prime settimane di vita. (R.P.)
Caso Grecia: Merkel apre agli aiuti ma condizionati da misure internazionali d'emergenza
◊ Alla vigilia del Consiglio europeo, sul caso della Grecia il cancelliere tedesco, Angela Merkel, apre all’ipotesi di un ricorso al Fondo monetario internazionale (Fmi), chiedendo però congiuntamente misure bilaterali nell'area euro. Dalla Commissione giungono voci di una possibile svolta nella gestione della crisi di Atene entro il fine settimana. Il servizio di Fausta Speranza:
La Germania è favorevole a un piano d'aiuto per la Grecia che preveda, in caso di emergenza, il ricorso al Fondo monetario internazionale (Fmi) e ad aiuti bilaterali da parte di altri partner Ue. Lo ha detto oggi al Bundestag il cancelliere tedesco, Angela Merkel, spiegando che la Germania “preferisce che in una situazione d'emergenza un simile aiuto sia fornito come combinazione del Fondo monetario internazionale e di uno sforzo congiunto di misure bilaterali nell'area euro”. La Merkel ha precisato che si tratterà di aiuti “di ultima istanza”, a cui accedere quando “l'accesso ai mercati finanziari è esaurito”, e che non saranno ammessi giochi politici sul futuro dell'Europa. Da parte sua, sul caso della crisi in Grecia, il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, intervenendo oggi al parlamento” ha sottolineato che la Commissione Ue è pronta e con la Banca centrale europea (Bce) e gli Stati comunitari sta cercando di arrivare ad una soluzione nel corso del Consiglio Ue di questa settimana”. “La Grecia - ha detto Rehn – ha preso misure convincenti per tagliare il deficit del 4% nell'anno in corso e siamo ad un punto di svolta”. Ma, ha aggiunto, “restano le preoccupazioni per la stabilità finanziaria della zona euro. Per questo, la Commissione chiederà al Consiglio europeo di adottare un meccanismo da poter attivare immediatamente se ciò si rendesse necessario. Si pronuncia oggi anche la Bce: annuncia l’intenzione di mantenere anche nel 2011 le attuali regole sulle garanzie fornite dalle banche in cambio di prestiti, accettando rating fino al livello nidificato con la sigla "BBB" e introducendo un programma di sconto graduale dei titoli con valutazioni basse. Si tratta di una misura - ha spiegato il presidente della Bce, Trichet, - che continuerà a “proteggere adeguatamente il sistema della zona euro”. In generale, circa la crisi economica globale, Trichet ha detto: “Non è ancora finita”.
Terremoto nelle Filippine
Un terremoto di magnitudo 6,2 ha colpito oggi la capitale delle Filippine, Manila. Lo ha annunciato un funzionario dell'Istituto nazionale di sismologia. Secondo l'Istituto geofisico americano (Usgs), l'epicentro è situato circa 100 km a ovest della città di Batangas, a sud di Manila. Non vi sono per ora notizie di vittime o danni nella capitale, secondo le testimonianze di residenti.
Usa: nuovo voto per la riforma sanitaria per irregolarità di procedura
La legge sulla riforma della Sanità, appena approvata negli Usa, dovrà essere sottoposta ad una nuova votazione per irregolarità di procedura. Lo ha detto Harry Reid, portavoce democratico del Senato. Il pacchetto finale di modifiche alla legge dovrà essere nuovamente approvato dalla Camera dei Rappresentanti dopo che due emendamenti, definiti di portata minore, presentati dai repubblicani sono stati accolti. Gli emendamenti riguardano la riorganizzazione dei programmi di prestito relativo agli studenti, ha detto Jim Manley, portavoce del leader del Senato Harry Reid. "Dopo ore passate a cercare di bloccare" il testo, ha detto Manley, i repubblicani “hanno trovato due disposizioni relativamente minori che costituiscono vizi alla procedura del Senato e noi dovremo rinviare il testo alla Camera dei rappresentanti”. Quest'ultimo sviluppo sembra costituire un ulteriore problema per i democratici, che domenica scorsa erano finalmente riusciti a far approvare il testo della storica riforma voluta dal presidente Obama con 219 voti a 212, dopo lunghissimi e difficili negoziati.
Nuovo video di Bin Laden
Nuova registrazione di Osama Bin Laden in cui minaccia di uccidere tutti gli americani catturati se Khaled Cheikh Mohammed e i suoi compagni saranno giustiziati. Lo rivela la tv al Jazira. Khaled Sheikh Mohammed, detenuto a Guantanamo, è accusato di aver ideato gli attacchi dell'11 settembre 2001. Oltre a lui, altre quattro detenuti del carcere speciale sono ritenuti coinvolti in questi attentati.
La Cina ribadisce la via del negoziato sul nucleare iraniano
La Cina ha riaffermato oggi di ritenere che per risolvere il problema del programma nucleare iraniano siano necessari “il dialogo e i negoziati”. “La Cina chiede a tutte le parti in causa di fare ricorso alla via diplomatica per risolvere in modo pacifico il problema”, ha detto il portavoce del Ministero degli esteri, Qin Gang, in una conferenza stampa a Pechino. Il portavoce ha aggiunto che Pechino è in “strette consultazioni” con le altre potenze che partecipano alle trattative con l'Iran (Usa. Russia, Gran Bretagna, Francia e Germania). La Cina ha buone relazioni politiche e commerciali con l'Iran. In passato, ha appoggiato sanzioni simboliche contro Teheran, ma si oppone al varo di nuove e più aspre sanzioni come richiesto dagli Usa.
Berlusconi indagato nell'inchiesta sul programma televisivo “Annozero”
Il nome del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è stato iscritto oggi nel registro degli indagati della Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte pressioni che sarebbero state esercitate per sospendere il programma televisivo della Rai “Annozero”. Minacce e concussione sono i reati configurati, gli stessi già ipotizzati dai magistrati di Trani. L'iscrizione è stata decisa stamattina al termine di una riunione tenutasi nell'ufficio del procuratore, Giovanni Ferrara, alla presenza dell'aggiunto, Alberto Caperna, e dei sostituti, Caterina Caputo e Roberto Felici. Gli inquirenti hanno deciso di procedere per le stesse ipotesi di reato formulate a Trani dopo aver preso visione degli atti, circa mille pagine, arrivati ieri, per competenza territoriale, dalla magistratura del comune pugliese. Le presunte pressioni sarebbero state esercitate dal premier nei confronti del commissario Agcom, Giancarlo Innocenzi. Entro 15 giorni, gli inquirenti romani dovranno trasmettere il carteggio al Tribunale dei ministri con le richieste o di archiviazione del procedimento o di approfondimento della vicenda con l'esecuzione di atti istruttori. Il collegio competente per i reati ministeriali, organo che esercita la funzione di inquirente, dovrà, entro 90 giorni dal ricevimento del fascicolo, restituire lo stesso alla Procura, a meno che non intervenga archiviazione, per le richieste conclusive. Queste, alla luce dell'attività svolta dal tribunale, potranno essere di archiviazione o di rinvio a giudizio dell'indagato.
Pirateria al largo dello Sri Lanka
Il governo dello Sri Lanka si sta adoperando in queste ore per cercare di ottenere il rilascio del cargo MV Talca, battente bandiera delle Bermuda, sequestrato da pirati somali con il suo equipaggio di marinai cingalesi a 120 miglia nautiche al largo di Oman, nel Golfo di Aden. Lo scrive oggi il quotidiano Daily Mirror di Colombo. La conferma del sequestro è stata data da un portavoce della Forza navale dell'Unione europea (Navfor) secondo cui la nave, di 11.055 tonnellate e in viaggio fra l'Egitto e l'Iran, era da poco uscita da corridoio di navigazione protetto dalle forze navali internazionali. Il Ministero degli esteri dello Sri Lanka ha indicato oggi di aver avviato i meccanismi per ottenere la liberazione del cargo, a bordo del quale vi sono 23 cingalesi, un filippino ed un siriano.
Il Consiglio d’Europa chiude l’ufficio in Montenegro: la democrazia è sicura
Il Consiglio d'Europa ha deciso di chiudere il proprio ufficio a Podgorica, ritenendo che il Montenegro abbia raggiunto un livello soddisfacente di democrazia. A riferirlo è oggi il quotidiano locale Pobjeda, che riporta la decisione al riguardo presa ieri dal segretario generale del Consiglio d'Europa, Torbjorn Jagland. L'organismo europeo, aggiunge il giornale, continua invece a mantenere le sue missioni in Serbia, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Kosovo e Albania. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 84
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