Logo 50 Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 20/03/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Lettera del Papa ai cattolici d’Irlanda sulla questione degli abusi: atti criminali che hanno oscurato il Vangelo più delle persecuzioni
  • Padre Lombardi: il Papa da sempre contro la cultura del silenzio
  • Gli interventi di Benedetto XVI sullo scandalo degli abusi
  • Documentazione multimediale su internet sulla Lettera del Papa
  • Il Papa invita i vescovi del Burkina Faso-Niger ad un nuovo slancio missionario
  • Il Papa al concerto in Vaticano per il suo onomastico: "Dio ha pronunciato in Cristo crocifisso la Parola d'amore più bella e più vera"
  • Altre udienze e nomine
  • Riunione in Vaticano sulla Chiesa cattolica in Cina
  • Il cardinale Bertone in visita ai malati dell’ospedale San Pietro: “Ricordate che Dio vi ama”
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • In festa la diocesi di Spoleto-Norcia per il transito di San Benedetto
  • Ottava edizione della Via Crucis degli Scout sul tema “In Cristo l’amicizia”
  • Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Il cardinale Brady: la Lettera del Papa, passo importante per il rinnovamento
  • La Chiesa dominicana contesta il Rapporto Onu sul razzismo
  • Nei Paesi Bassi il primo vertice dei capi religiosi contro l’Aids
  • India. Inaugurato nuovo centro per la tutela dei bambini di strada
  • Uganda: emergenza sanitaria nel campo profughi di Kyaka
  • Consiglio episcopale permanente a Roma dal 22 al 25 marzo
  • Taiwan: nella parrocchia di San Paolo a Mu Dan nasce l’Associazione per l’evangelizzazione
  • Accordo per l’istituzione della cattedra Unesco di bioetica e diritti umani a Roma
  • Stati Uniti: on line il nuovo sito dei Salesiani
  • Festa dell’Apostolato Giovani per la vita
  • Concerto di Pasqua degli universitari nella Basilica di Santa Maria in Ara Coeli
  • 24 Ore nel Mondo

  • Diplomazia internazionale a lavoro per rilanciare i negoziati tra israeliani e palestinesi
  • Il Papa e la Santa Sede



    Lettera del Papa ai cattolici d’Irlanda sulla questione degli abusi: atti criminali che hanno oscurato il Vangelo più delle persecuzioni

    ◊   E’ stata resa pubblica oggi la Lettera pastorale di Benedetto XVI ai cattolici d’Irlanda sulla questione degli abusi su minori da parte di alcuni esponenti del clero. Il Papa l’ha firmata ieri nella Solennità di San Giuseppe e ha chiesto di leggere il testo con attenzione e nella sua interezza. Ce ne parla Sergio Centofanti.
     
    “Cari fratelli e sorelle della Chiesa in Irlanda, è con grande preoccupazione che vi scrivo come Pastore della Chiesa universale”: è con queste parole che il Papa inizia la sua Lettera, esprimendo il suo profondo turbamento e sgomento di fronte alla vicenda degli abusi, definiti atti “criminali”, e per la “risposta spesso inadeguata” della Chiesa irlandese. Benedetto XVI condivide con i fedeli il senso di tradimento e propone un “cammino di guarigione, di rinnovamento e di riparazione”. Il problema, “che non è specifico – dice - né dell’Irlanda né della Chiesa”, va affrontato “con coraggio e determinazione”. “Nessuno si immagini – sottolinea – che questa penosa situazione si risolverà in breve tempo. Positivi passi in avanti sono stati fatti, ma molto di più resta da fare. C’è bisogno di perseveranza e di preghiera, con grande fiducia nella forza risanatrice della grazia di Dio”. Innanzitutto la Chiesa in Irlanda deve riconoscere, “davanti al Signore e davanti agli altri, i gravi peccati commessi contro ragazzi indifesi”. Il Papa chiede quindi a tutti di ricordare i tanti irlandesi che hanno diffuso il Vangelo in Europa e nel mondo fino a dare la propria vita per restare fedeli a Cristo, in un generoso impegno verso i più poveri. Rileva il contesto generale di secolarizzazione in cui va inserito il fenomeno affermando che ci fu anche “una tendenza, dettata da retta intenzione ma errata, ad evitare approcci penali nei confronti di situazioni canoniche irregolari”. Elenca una serie di fattori all’origine della questione: “procedure inadeguate per determinare l’idoneità dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa; insufficiente formazione umana, morale, intellettuale e spirituale nei seminari e nei noviziati; una tendenza nella società a favorire il clero e altre figure in autorità e una preoccupazione fuori luogo per il buon nome della Chiesa e per evitare gli scandali, che hanno portato come risultato alla mancata applicazione delle pene canoniche in vigore e alla mancata tutela della dignità di ogni persona”. “Bisogna agire con urgenza per affrontare questi fattori – afferma il Papa - che hanno avuto conseguenze tanto tragiche per le vite delle vittime e delle loro famiglie e hanno oscurato la luce del Vangelo a un punto tale cui non erano giunti neppure secoli di persecuzione”.

     
    Benedetto XVI, ricordando come già in diverse occasioni abbia incontrato vittime di abusi sessuali, ed è disponibile a farlo in futuro, si rivolge a cuore aperto proprio a loro:

     
    “Avete sofferto tremendamente – scrive - e io ne sono veramente dispiaciuto. So che nulla può cancellare il male che avete sopportato. È stata tradita la vostra fiducia, e la vostra dignità è stata violata. Molti di voi avete sperimentato che, quando eravate sufficientemente coraggiosi per parlare di quanto vi era accaduto, nessuno vi ascoltava. Quelli di voi che avete subito abusi nei convitti dovete aver percepito che non vi era modo di fuggire dalle vostre sofferenze. È comprensibile che voi troviate difficile perdonare o essere riconciliati con la Chiesa. A suo nome esprimo apertamente la vergogna e il rimorso che tutti proviamo. Allo stesso tempo vi chiedo di non perdere la speranza. È nella comunione della Chiesa che incontriamo la persona di Gesù Cristo, egli stesso vittima di ingiustizia e di peccato. Come voi, egli porta ancora le ferite del suo ingiusto patire. Egli comprende la profondità della vostra pena e il persistere del suo effetto nelle vostre vite e nei vostri rapporti con altri, compresi i vostri rapporti con la Chiesa. So che alcuni di voi trovano difficile anche entrare in una chiesa dopo quanto è avvenuto. Tuttavia, le stesse ferite di Cristo, trasformate dalle sue sofferenze redentrici, sono gli strumenti grazie ai quali il potere del male è infranto e noi rinasciamo alla vita e alla speranza. Credo fermamente nel potere risanatore del suo amore sacrificale – anche nelle situazioni più buie e senza speranza – che porta la liberazione e la promessa di un nuovo inizio. Rivolgendomi a voi come pastore, preoccupato per il bene di tutti i figli di Dio, vi chiedo con umiltà di riflettere su quanto vi ho detto. Prego che, avvicinandovi a Cristo e partecipando alla vita della sua Chiesa – una Chiesa purificata dalla penitenza e rinnovata nella carità pastorale – possiate arrivare a riscoprire l’infinito amore di Cristo per ciascuno di voi. Sono fiducioso che in questo modo sarete capaci di trovare riconciliazione, profonda guarigione interiore e pace”.

     
    Il Papa si rivolge poi ai sacerdoti e ai religiosi che hanno abusato dei ragazzi:

     
    “Avete tradito la fiducia riposta in voi da giovani innocenti e dai loro genitori. Dovete rispondere di ciò davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituiti. Avete perso la stima della gente dell’Irlanda e rovesciato vergogna e disonore sui vostri confratelli. Quelli di voi che siete sacerdoti avete violato la santità del sacramento dell’Ordine Sacro, in cui Cristo si rende presente in noi e nelle nostre azioni. Insieme al danno immenso causato alle vittime, un grande danno è stato perpetrato alla Chiesa e alla pubblica percezione del sacerdozio e della vita religiosa”.

     
    Il Papa quindi li esorta a pentirsi perché “il sacrificio redentore di Cristo ha il potere di perdonare persino il più grave dei peccati e di trarre il bene anche dal più terribile dei mali. Allo stesso tempo, la giustizia di Dio esige che rendiamo conto delle nostre azioni senza nascondere nulla. Riconoscete apertamente la vostra colpa – aggiunge il Pontefice - sottomettetevi alle esigenze della giustizia, ma non disperate della misericordia di Dio”.

     
    Rivolgendosi ai genitori condivide con loro lo sconvolgimento “nell’apprendere le cose terribili che ebbero luogo in quello che avrebbe dovuto essere l’ambiente più sicuro di tutti” e ribadisce il fatto che la Chiesa “continua a mettere in pratica le misure adottate negli ultimi anni per tutelare i giovani negli ambienti parrocchiali ed educativi”.

     
    Invita quindi i giovani dell’Irlanda ad avere fiducia nonostante lo scandalo “per i peccati e i fallimenti di alcuni membri della Chiesa”. “E’ nella Chiesa – afferma - che voi troverete Gesù Cristo”.

     
    Ai sacerdoti e ai religiosi dell’Irlanda, molti dei quali sono “delusi, sconcertati e adirati per il modo in cui queste questioni sono state affrontate” dai superiori, scrive: “molti di voi si sentono personalmente scoraggiati e anche abbandonati … agli occhi di alcuni apparite colpevoli per associazione, e siete visti come se foste in qualche nodo responsabili dei misfatti di altri. In questo tempo di sofferenza … vi invito a riaffermare la vostra fede in Cristo, il vostro amore verso la sua Chiesa ... In questo modo, dimostrerete a tutti che dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia”.

     
    Si rivolge poi ai vescovi: “Non si può negare – scrive - che alcuni di voi e dei vostri predecessori avete mancato, a volte gravemente, nell’applicare le norme del diritto canonico codificate da lungo tempo circa i crimini di abusi di ragazzi. Seri errori furono commessi nel trattare le accuse. Capisco quanto era difficile afferrare l’estensione e la complessità del problema, ottenere informazioni affidabili e prendere decisioni giuste alla luce di consigli divergenti di esperti. Ciononostante, si deve ammettere che furono commessi gravi errori di giudizio e che si sono verificate mancanze di governo. Tutto questo ha seriamente minato la vostra credibilità ed efficacia. Apprezzo gli sforzi che avete fatto per porre rimedio agli errori del passato e per assicurare che non si ripetano. …Soltanto un’azione decisa portata avanti con piena onestà e trasparenza potranno ripristinare il rispetto e il benvolere degli Irlandesi verso la Chiesa”.

     
    A tutti i fedeli dell’Irlanda chiede di trovare nuove vie – nella nostra società sempre più secolarizzata – “per trasmettere ai giovani la bellezza e la ricchezza dell’amicizia con Gesù Cristo nella comunione della sua Chiesa”.

     
    Il Papa propone alcune iniziative concrete per affrontare la situazione: invita tutti a dedicare le penitenze del venerdì, per un intero anno, in riparazione dei peccati di abuso, a riscoprire la Confessione e l’adorazione eucaristica. Annuncia una prossima visita apostolica in alcune diocesi dell’Irlanda, come pure in seminari e congregazioni religiose, e propone una Missione a livello nazionale per tutti i vescovi, i sacerdoti e i religiosi. A tutti ricorda le parole del Curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney, cui è dedicato quest’Anno Sacerdotale: “Un buon pastore, un pastore secondo il cuore di Dio, è il tesoro più grande che il buon Dio può dare ad una parrocchia e uno dei doni più preziosi della divina misericordia”. Benedetto XVI conclude la Lettera con una speciale Preghiera per la Chiesa in Irlanda: ve la invio – scrive - “con l’affetto di un cristiano come voi, scandalizzato e ferito per quanto è accaduto nella nostra amata Chiesa”.

    inizio pagina

    Padre Lombardi: il Papa da sempre contro la cultura del silenzio

    ◊   Il Papa si è sempre impegnato contro la cultura del nascondimento e del silenzio: è quanto affermato dal direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, che stamani in un briefing ha illustrato ai giornalisti i contenuti della Lettera pastorale del Papa ai fedeli irlandesi. Un documento, ha detto padre Lombardi, che sulla pedofilia non fa sconti sulla verità e sulla giustizia. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    Verità, consapevolezza, dolore, conversione, impegno: padre Federico Lombardi indica le parole chiave per interpretare il significato autentico della Lettera del Papa ai fedeli irlandesi. Un documento, ha osservato, redatto in stile semplice e in tono partecipativo, a tratti emozionato, segno del coinvolgimento del Papa soprattutto laddove si rivolge alle vittime degli abusi. Una lettera così, ha affermato ancora, non era mai stata scritta da un Papa:

     
    “E’ un documento che non cerca scusanti, onesto, sincero. La lettera pastorale rimane molto onestamente e lealmente concentrata sulla Chiesa, sulle responsabilità dei membri della Chiesa, sulle sofferenze fatte agli altri e non vuole scaricare altrove la problematica”.
     
    Padre Lombardi ha inoltre messo l’accento sul realismo del Papa, che prima di pubblicare questa lettera si è documentato sui rapporti irlandesi Ryan e Murphy ed ha incontrato i vescovi del Paese:

     
    “Il Papa non pensa che sia una cosa semplice e rapida, dice: ‘Questo è solo un passo di un lungo cammino’”.
     
    Rispondendo alle domande dei giornalisti, padre Lombardi ha quindi evidenziato l’impegno del Papa contro la pedofilia nella Chiesa e contro la “cultura del silenzio” fin da quando era cardinale:

    “Chi conosce la situazione e conosce anche il compito svolto dal Papa, trova che il Papa sia un testimone della ricerca di coerenza e di chiarezza e che anche tutto il suo tempo alla Congregazione per la Dottrina della Fede sia stato un tempo non di copertura o di nascondimento delle questioni ma di sempre più deciso impegno per il chiarimento e l’intervento”.
     
    La Lettera, ha detto il direttore della Sala Stampa, è un documento pastorale e dunque non si sofferma su provvedimenti amministrativi e giuridici riguardanti eventuali dimissioni di presuli irlandesi. Decisioni che spettano comunque al Pontefice. Padre Lombardi ha poi ribadito che i membri della Chiesa sono chiamati a rispettare le leggi dei Paesi in cui vivono e a collaborare con le autorità civili. La Chiesa, ha soggiunto, si propone come un’autorità morale e dunque questi crimini sono ancor più gravi se commessi da esponenti ecclesiali. Infine, a proposito della situazione degli abusi in Germania, padre Lombardi ha affermato che ogni Paese ha una sua specificità e che spetta al Papa scegliere i tempi e i modi di intervento.

    inizio pagina

    Gli interventi di Benedetto XVI sullo scandalo degli abusi

    ◊   La Lettera ai cattolici d'Irlanda è solo l’ultima presa di posizione di Benedetto XVI sullo scandalo degli abusi sessuali sui minori all’interno della Chiesa. Con sofferenza e determinazione, specie negli ultimi quattro anni, il Papa ha affrontato in diverse circostanze il grave fenomeno, con parole di netta condanna per i colpevoli e di pietà per le vittime. Alessandro De Carolis le ricorda in sintesi in questo servizio:

    “Profonda vergogna” per gli abusi e per un tradimento così ignominioso da parte di un ministro consacrato. Schiettezza nel riconoscere l’errata gestione del fenomeno nel passato, rigore nel colpirlo, ma soprattutto solidarietà e “assistenza” alle vittime, accompagnate da una volontà di “riconciliazione” e da un deciso lavoro di rinnovamento morale del clero e della società. Sono questi i concetti-cardine che Benedetto XVI ha messo in chiaro in questi anni, ogniqualvolta la situazione di Chiese particolari – in Irlanda, Stati Uniti, Australia, Canada – ha reso necessario un suo intervento sui temi degli abusi sui minori. E’ un sabato, il 28 ottobre 2006, quando proprio al cospetto dei vescovi irlandesi che sono in Vaticano in visita ad Limina, il Papa si sofferma su casi di abuso – tanto più “dolorosi”, ammette, quando a “compierli è un ecclesiastico” – delineando una linea di comportamento:

     
    “It is important to establish the truth…
    E’ importante stabilire la verità di ciò che è accaduto in passato, prendere tutte le misure atte ad evitare che si ripeta in futuro, assicurare che i principi di giustizia vengano pienamente rispettati e, soprattutto, guarire le vittime e tutti coloro che sono colpiti da questi crimini abnormi”.
     
    Il 15 aprile 2008, Benedetto XVI è in volo verso gli Stati Uniti dove è consapevole che ad attenderlo vi sono una Chiesa in “crisi” per lo scandalo e una società che aspetta da lui parole di giustizia. E il Pontefice non si sottrae fin dalle risposte offerte ai cronisti che lo interpellano sull’aereo papale:
     
    “We will absolutely exclude paedophiles from...
    Escluderemo rigorosamente i pedofili dal sacro ministero: è assolutamente incompatibile e chi è veramente colpevole di essere pedofilo non può essere sacerdote. Ecco, a questo primo livello possiamo fare giustizia ed aiutare le vittime, che sono profondamente provate (…) Poi, c’è il piano pastorale. Le vittime avranno bisogno di guarire e di aiuto e di assistenza e di riconciliazione”.

     
    Il giorno successivo, il 16 aprile, incontrando i vescovi statunitensi a Washington, Benedetto XVI afferma pubblicamente di provare “profonda vergogna” per quanto è successo. Confessa un “enorme dolore” per il “comportamento gravemente immorale” di tanti sacerdoti e riconosce che la pur non facile vicenda “è stata talvolta gestita in pessimo modo”. La pietà del Papa è tutta per le vittime degli abusi e lo sprone per i vescovi è perché adottino “misure e strategie” a tutela dei soggetti più “vulnerabili”, i bambini:

     
    “Children deserve to grow up with…
    I bambini hanno diritto di crescere con una sana comprensione della sessualità e il ruolo che le è proprio nelle relazioni umane. Ad essi dovrebbero essere risparmiate le manifestazioni degradanti e la volgare manipolazione della sessualità oggi così prevalente; essi hanno il diritto di essere educati negli autentici valori morali radicati nella dignità della persona umana".
     
    C’è in queste parole un’eco nemmeno troppo lontana per quella dura frase di Gesù del Vangelo di Marco – “Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, meglio sarebbe per lui che gli passassero al collo una mola da asino e lo buttassero in mare – rievocata dal Papa l’8 febbraio di quest’anno nell’udienza alla plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Un’eco presente anche il 17 aprile 2008, nella Messa celebrata al Nationals Stadium di Washington, quando dopo averlo fatto con i vescovi per il Papa arriva il momento di esprimere la propria sofferenza e il proprio desiderio di rinascita al cospetto dell’intera America:

     
    “No words of mine could describe the pain...
    Nessuna mia parola potrebbe descrivere il dolore ed il danno recati da tale abuso. È importante che a quanti hanno sofferto sia riservata un’amorevole attenzione pastorale. Né posso descrivere in modo adeguato il danno verificatosi all’interno della comunità della Chiesa. Sono già stati fatti grandi sforzi per affrontare in modo onesto e giusto questa tragica situazione e per assicurare che i bambini – che il nostro Signore ama così profondamente e che sono il nostro tesoro più grande – possano crescere in un ambiente sicuro”.
     
    Un momento delicato e toccante matura nel pomeriggio di quella giornata. Nella Cappella della Nunziatura a Washington, Benedetto XVI riceve alcune vittime di abusi sessuali da parte del clero, ascolta le loro storie, li consola, incoraggia le loro famiglie. Una scena che si ripete in modo analogo tre mesi dopo. Lo scenario questa volta è l’Australia, dove il Pontefice si è recato per gli atti conclusivi della Gmg. L’incontro avviene a Sydney il 21 luglio, durante una Messa che il Papa celebra alla presenza di un gruppo rappresentativo di vittime. Ma anche in questo caso, già sull’aereo che il 12 luglio è in viaggio per l’Australia, Benedetto XVI condanna la pedofilia e quella corrente di pensiero che a metà del secolo scorso aveva tentato di affrancarla:
     
    “Now, it must be stated clearly...
    Ora, chiariamo che la dottrina cattolica non ha mai fatto sua questa idea. Esistono cose che sono sempre cattive, e la pedofilia è sempre cattiva. Nella nostra educazione, nei seminari, nella formazione permanente che offriamo ai sacerdoti dobbiamo aiutarli a essere veramente vicini a Cristo (…) quindi, faremo tutto il possibile per chiarire qual è l'insegnamento della Chiesa e per aiutare nell'educazione, nella preparazione al sacerdozio (...) Penso che questo sia il senso fondamentale del ‘chiedere scusa’.”

     
    E il Papa non si stanca di manifestare il proprio dispiacere una settimana più tardi, nella Messa concelebrata con il clero locale, condannando “in modo inequivocabile” quelli che definisce “misfatti che costituiscono un così grave tradimento della fiducia”. E ancora, quello degli abusi è un dolore che si rinnova il 29 aprile 2009, quando Benedetto XVI riceve in udienza una delegazione di aborigeni canadesi. Durante l’incontro si parla, tra l’altro, delle violenze fisiche e sessuali inflitte ad alcuni dei bambini autoctoni che frequentavano le scuole cosiddette “residenziali” istituite a fine Ottocento dal governo federale canadese e in parte gestite dalla Chiesa locale.

    inizio pagina

    Documentazione multimediale su internet sulla Lettera del Papa

    ◊   La pubblicazione della Lettera del Papa ai cattolici irlandesi sugli abusi sessuali è accompagnata da due nuovi servizi vaticani su internet.

    Si tratta di un nuovo sito www.resources.va e sei canali Twitter multilingue, di cui quello italiano è news_va_it.

    Attraverso questi canali Twitter, la Radio Vaticana e gli altri media vaticani informeranno della pubblicazione di notizie e contenuti multimediali particolarmente rilevanti per la vita della Chiesa.

    Oggi, in occasione della Lettera, vengono pubblicati in forma integrata testi, video e audio riferiti alla Lettera del Papa ai cattolici irlandesi sugli abusi sessuali, usando www.radiovaticana.va, www.resources.va, i quattro canali TheVatican su YouTube e i sei canali di Twitter.

    inizio pagina

    Il Papa invita i vescovi del Burkina Faso-Niger ad un nuovo slancio missionario

    ◊   L’inculturazione della fede, la solidarietà radicata nell’amore di Dio, l’importanza del sacerdozio e del dialogo interreligioso: sono stati questi i temi affrontati stamani dal Papa, nel corso dell’udienza ai vescovi del Burkina Faso-Niger, in visita ad Limina. Rivolgendosi ai presuli, Benedetto XVI ha ricordato anche i frutti del Sinodo per l’Africa, svoltosi lo scorso ottobre, ed ha rivolto un pensiero particolare a tutti i malati ed i sofferenti del Paese. Il servizio di Isabella Piro:

    È un nuovo “slancio missionario” quello che il Papa auspica per il Burkina Faso e per il Niger, perché “il messaggio evangelico sia pienamente accolto e fedelmente vissuto”.

     
    La foi a toujours besoin de consolider ses racines…
    “La fede – afferma il Santo Padre – ha sempre bisogno di consolidare le sue radici per non tornare a pratiche antiche o incompatibili con la sequela di Cristo e per resistere agli appelli di un mondo talvolta ostile all’ideale evangelico”.
     
    Il tutto, continua il Papa, in nome di una “sana inculturazione della fede”, portata avanti da “persone competenti, nel rispetto delle norme”. Poi, il pensiero va al Sinodo per l’Africa dell’ottobre scorso:

     
    La récente Assemblée synodale pour l’Afrique…
    “La recente Assemblea sinodale per l’Africa – dice Benedetto XVI – ha invitato le comunità cristiane a guardare alle sfide della riconciliazione, della giustizia e della pace”.

     
    In quest’ambito, il Papa esprime apprezzamento per tutto ciò che la Chiesa del Burkina Faso-Niger continua a fare per contrastare quei “mali che impediscono l’autentico sviluppo della popolazione”. E ancora: Benedetto XVI ricorda l’opera portata avanti dalla Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel, così come quella “solidarietà radicata nell’amore di Dio” e la generosità dimostrate dalla Chiesa locale in due particolari occasioni: le alluvioni che hanno colpito il Burkina Faso a settembre e il recente terremoto di Haiti.

     
    Quindi, il Santo Padre si sofferma sulla “grandezza del sacerdozio” ed auspica che l’Anno Sacerdotale in corso contribuisca a “promuovere un rinnovamento interiore nella vita dei preti, affinché il loro ministero sia sempre più intenso e fecondo”:

     
    “Le prêtre est avant tout un homme de Dieu…
    “Il sacerdote è innanzitutto un uomo di Dio – sottolinea il Papa – che cerca di rispondere con sempre più coerenza alla sua vocazione e alla sua missione al servizio dei fedeli a lui affidati e che deve guidare verso Dio”.

     
    Per questo, Benedetto XVI ribadisce la necessità di una “formazione solida” e di un tempo di “approfondimento della vita sacerdotale” per evitare che essa cada nell'iperattivismo pastorale.

     
    Poi, lo sguardo del Papa si volge al ruolo svolto nella società dai catechisti, dai laici e dai giovani: per tutti loro auspica una formazione attenta e una fede solida, “fondata sulla relazione personale con Cristo, espressa nella pratica abituale della carità e sostenuta da una comunità viva”. E un’attenzione particolare viene richiesta per “le élite politiche ed intellettuali”, spesso messe davanti ad “ideologie opposte ad una concezione cristiana dell’uomo e della società”.

     
    Infine, Benedetto XVI esprime apprezzamento per “i legami di stima e di amicizia” esistenti nel dialogo interreligioso”, ribadendo l’importanza di insegnare ai giovani “i valori fondamentali del rispetto e della fraternità” che favoriscono “la comprensione reciproca”:

     
    “Puissent les liens qui unissent notamment chrétiens et musulmans…”
    “I legami che uniscono cristiani e musulmani – conclude il Papa – possano continuare a rafforzarsi al fine di far progredire la pace e la giustizia e di promuovere il bene comune, respingendo tutte le tentazioni di violenza o di intolleranza”.

     
    Dal suo canto, nell'indirizzo di saluto al Papa, il presidente della Conferenza episcopale del Burkina Faso-Niger, mons. Rouamba, ha ricordato il “messaggio di speranza” portato da Benedetto XVI in Africa, nel marzo 2009, ed ha ribadito l’impegno della Chiesa locale nella lotta ad alcune piaghe, come la scarsità di agenti pastorali, la mancanza di mezzi materiali e finanziari, l’analfabetismo, il cammino verso la democrazia.

    inizio pagina

    Il Papa al concerto in Vaticano per il suo onomastico: "Dio ha pronunciato in Cristo crocifisso la Parola d'amore più bella e più vera"

    ◊   Grande emozione ieri sera, nella solennità di San Giuseppe, per il concerto del Quartetto di archi Henschel e del mezzosoprano Susanne Kelling offerto al Papa nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, in occasione del suo onomastico. E’ stata eseguita l’opera: “Le sette ultime parole di Cristo sulla Croce” di Joseph Haydn, nella versione curata da José Peris Lacasa, organista onorario nella Cappella del Palazzo Reale di Madrid. Il servizio di Benedetta Capelli:

    (musica)

     
    Il momento tragico della Passione di Gesù reso sublime dalla musica di Haydn. Sonate “di carattere drammatico e meditativo” ha sottolineato il Papa, espresse con intensità per suscitare – come voleva lo stesso compositore austriaco – “l’impressione più profonda nell’anima dell’ascoltatore”. Un’opera che ben concilia la “bellezza austera”, degna della solennità di San Giuseppe, e il tempo quaresimale che stiamo vivendo:

     
    “Le sette ultime parole del nostro Redentore in Croce è, infatti, un esempio tra i più sublimi, in campo musicale, di come si possano sposare l’arte e la fede. L’invenzione del musicista è tutta ispirata e quasi 'diretta' dai testi evangelici, che culminano nelle parole pronunciate da Gesù crocifisso, prima di rendere l’ultimo respiro”.

     
    Nel ricordare i vincoli posti ad Haydn dal committente, Benedetto XVI ha evidenziato l’eccellenza del suo “genio creativo” e ha paragonato il lavoro svolto a quello dello scultore, richiamando “La Pietà” di Michelangelo - che “riesce a far parlare” la materia, a far emergere “una sintesi singolare e irripetibile di pensiero e di emozione”, totalmente “al servizio di quel preciso contenuto di fede”.

     
    “C’è qui nascosta una legge universale dell’espressione artistica: il saper comunicare una bellezza, che è anche un bene e una verità, attraverso un mezzo sensibile – un dipinto, una musica, una scultura, un testo scritto, una danza ... A ben vedere, è la stessa legge che ha seguito Dio per comunicare a noi se stesso e il suo amore”.

     
    Donandoci Cristo Gesù, “sulla dura Croce – ha aggiunto il Papa - Dio ha pronunciato in Cristo la Parola d’amore più bella e più vera”. “E’ Lui l’ultima Parola di Dio”, “è la Parola universale, assoluta” pronunciata “in quell’uomo concreto”.

    “Questo vincolarsi alla storia, alla carne, è segno per eccellenza di fedeltà, di un amore talmente libero da non avere paura di legarsi per sempre, di esprimere l’infinito nel finito, il tutto nel frammento. Questa legge, che è la legge dell’amore, è anche la legge dell’arte nelle sue espressioni più alte”.
     
    Prima del concerto, il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone nel suo indirizzo di saluto aveva evidenziato la particolare somiglianza di Benedetto XVI a San Giuseppe, “attento a comprendere la volontà di Dio”, “uomo mite e umile, discreto, assiduo e giusto”.
     
    “Noi confidiamo che Gesù, che ha vissuto bambino accanto al padre putativo, voglia manifestare la sua tenerezza verso Vostra Santità, che assolve, come il grande Giuseppe, la funzione di custode dell’autentica dottrina di salvezza. Sarà una consolazione in mezzo alle difficoltà e alle sfide che la testimonianza coraggiosa di fedeltà alla verità e alla Chiesa incontra nel cammino accidentato della storia”.

     
    (musica)

    inizio pagina

    Altre udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina mons. Piero Pioppo, arcivescovo tit. di Torcello, nunzio apostolico in Camerun e in Guinea Equatoriale, con i familiari; mons. Novatus Rugambwa, arcivescovo tit. di Tagaria, nunzio apostolico in Angola e São Tomé e Príncipe, con i familiari; mons. Eugene Martin Nugent, arcivescovo tit. di Domnach Sechnaill, nunzio apostolico in Madagascar e delegato apostolico nelle Isole Comore, con funzioni di delegato apostolico in La Riunione; nunzio apostolico in Maurizio e nelle Seychelles, con i familiari. Il Santo Padre riceve questo pomeriggio il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi.

    Il Santo Padre ha nominato ausiliare della diocesi di Lodwar (Kenya) il rev. Dominic Kimengich, vicario del Tribunale diocesano di Nakuru, assegnandogli la sede titolare vescovile di Tanaramusa. Il rev. Dominic Kimengich è nato il 23 aprile 1961 a Kituro, nel distretto di Baringo, diocesi di Nakuru. È stato ordinato il 14 settembre 1986, incardinato nella Diocesi di Nakuru.

    inizio pagina

    Riunione in Vaticano sulla Chiesa cattolica in Cina

    ◊   Dal 22 al 24 marzo prossimi si riunirà, in Vaticano, la Commissione che Benedetto XVI ha istituito nel 2007 per studiare le questioni di maggiore importanza, relative alla vita della Chiesa cattolica in Cina. Lo riferisce la Sala Stampa della Santa Sede. Fanno parte di questa Commissione i superiori dei dicasteri della Curia Romana, che sono competenti in materia, e alcuni rappresentanti dell’Episcopato cinese e di congregazioni religiose. La prima riunione plenaria, svoltasi dal 10 al 12 marzo 2008, ha avuto, come tema, la Lettera che il Papa aveva indirizzato ai cattolici cinesi il 27 maggio 2007. Durante i lavori era stata esaminata l’accoglienza riservata al medesimo documento pontificio all’interno e al di fuori della Cina. Si era fatta anche una riflessione sui principi teologici, ispiratori della Lettera, al fine di cogliere le prospettive che da essi nascono per la comunità cattolica in Cina. Nella seconda riunione plenaria (30 marzo-1 aprile 2009) si era preso in esame il tema della formazione umana, intellettuale, spirituale e pastorale dei seminaristi e delle persone consacrate, nonché quello della formazione permanente dei sacerdoti. Nella prossima riunione plenaria si continuerà ad approfondire il tema della formazione, affinché in Cina, come nel resto del mondo, l’opera dei sacerdoti e delle persone consacrate aiuti la Chiesa ad incarnare il Vangelo e a darne testimonianza, anche di fronte alle sfide poste dall’evoluzione delle condizioni sociali e culturali.

    inizio pagina

    Il cardinale Bertone in visita ai malati dell’ospedale San Pietro: “Ricordate che Dio vi ama”

    ◊   “Non perdete mai la certezza che Dio vi ama ed è vicino alla vostra sofferenza”: così il Segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, si è rivolto ai malati dell’ospedale San Pietro di Roma dell’Ordine ospedaliero San Giovanni di Dio, Fatebenefratelli, nell’omelia della celebrazione officiata durante la visita al nosocomio. Il servizio di Roberta Barbi.
     
    Un saluto affettuoso ai degenti e ai loro familiari, che condividono ansie e speranze e la manifestazione della propria vicinanza spirituale. È iniziata così l’omelia del cardinale Bertone nella celebrazione eucaristica con i malati dell’ospedale San Pietro, alla presenza del priore generale dell’Ordine di San Giovanni di Dio, padre Donato Forkan, del priore provinciale padre Pietro Cicinelli, di rappresentanti delle Comunità dei Fatebenefratelli e delle suore Francescane di Nostra Signora della Vittoria e delle Ancelle della Sacra Famiglia. Il segretario di Stato esorta i malati ad abbandonarsi alla volontà del Signore e ad accogliere i Suoi disegni nella propria vita, per purificare il proprio cuore e sperimentare la Salvezza. Il porporato ripercorre insieme con i malati le letture: la prima, tratta dal profeta Isaia, indica quali sono le opere della giustizia e le vie per manifestare ai fratelli il proprio amore e la seconda, di San Giovanni, in cui l’Apostolo mette in collegamento tra loro l’amore a Dio e ai fratelli e spiega come i discepoli non possano fare a meno di aiutare il prossimo seguendo l’esempio di Cristo che ha dato la vita per tutti noi. Il Vangelo presenta, poi, la parabola del Buon samaritano, che si è fatto prossimo del malcapitato: “Con questa parabola – spiega il cardinale Bertone – Gesù va oltre ogni tipo di pregiudizio, affermando che occorre amare come se stessi anche gli stranieri e coloro che non amano il vero Dio e farsi prossimo di chiunque ne abbia bisogno”. Il porporato ha rivolto poi un pensiero speciale a tutti coloro che si dedicano all’assistenza degli ammalati nella struttura del San Pietro, seguendo l’esempio di San Giovanni Di Dio, del quale si è celebrata memoria liturgica l’8 marzo scorso, che radunò intorno a sé uomini generosi per dedicarsi insieme ai sofferenti. Oggi sono medici, infermieri e volontari a operare quei “miracoli ordinari”, frutto di amore e attenzione premurosa. “I malati esigono un approccio globale – ha concluso il cardinale – è tutto l’uomo che va aiutato a guarire. L’autentica solidarietà che merita chi soffre e il rispetto scrupoloso della sua dignità devono rendere sensibili anche alla difesa della vita in ogni sua manifestazione: quando è allo stato embrionale o quando è all’ultimo traguardo, forse senza speranza di guarigione”.

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Davanti a Dio e davanti agli uomini: in prima pagina un editoriale del direttore sulla Lettera pastorale di Benedetto XVI ai cattolici di Irlanda (pubblicata integralmente nell'originale inglese e nella traduzione italiana).

    In rilievo, nell'informazione internazionale, il Vicino Oriente: il Quartetto chiede a Israele di congelare gli insediamenti.

    Un mondo di baraccopoli: secondo l'Onu ci vivono 827 milioni di persone.

    Ricostruzione della società civile e riconciliazione con i talebani moderati: le priorità di Ban Ki-moon per l'Afghanistan.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    In festa la diocesi di Spoleto-Norcia per il transito di San Benedetto

    ◊   Giornate di festa nella diocesi di Spoleto-Norcia per il transito di San Benedetto, compatrono d’Europa, il 21 marzo del 547. Tante le iniziative in programma oggi e domani come l’arrivo della “Fiaccola benedettina”, partita dagli Stati Uniti il 21 febbraio scorso, la concelebrazione eucaristica, presieduta da mons. Renato Boccardo arcivescovo di Spoleto-Norcia, e la solenne processione domenica sera con il reliquiario di San Benedetto. “Ora et labora” – preghiera e lavoro – è il motto che ha segnato la sua vita e quella di migliaia di monaci nel mondo. Ma qual è oggi l’attualità di San Benedetto? Risponde padre Cassian Folsom, priore della comunità benedettina “Maria Sedes Sapientae” di Norcia. L'intervista è di Benedetta Capelli:

    R. – San Benedetto è un santo veramente grande, ma forse un po’ sconosciuto. Secondo me il suo pregio principale, come lui dice nella Regola, è quello di non anteporre nulla all’amore di Cristo. Quindi, lui mette al primo posto nella nostra vita proprio Dio. Forse, nell’Europa attuale, abbiamo tante altre preoccupazioni e Dio non è al primo posto. Quindi, riorganizzare le nostre priorità è il messaggio principale di San Benedetto.

     
    D. – Il Papa ha più volte ricordato l’importanza della Regola di San Benedetto “Niente anteporre a Cristo”, ma quanto è difficile oggi mettere in pratica questa Regola?

     
    R. – Credo che l’uomo, la natura umana, durante i secoli, sia sempre la stessa. Quindi, non è più difficile oggi rispetto al passato. Forse la nostra società si è persa e quindi non ci sono le strutture di un tempo, che portano la nostra attenzione alle realtà spirituali. In questo senso oggi è più difficile. La natura umana, però, è la stessa. E’ sempre stata una sfida quella di convertire il cuore umano.

     
    D. – Quali sono, secondo lei, le sfide odierne dell’Ordine benedettino?

     
    R. – Io credo che dobbiamo tornare allo spirito del fondatore. Nel documento del Concilio Vaticano II sulla vita religiosa, questa sfida è espressa molto chiaramente all’inizio del documento: ogni Ordine per rinnovarsi dovrebbe tornare allo spirito del fondatore e per noi questo significa ritornare alla Regola. Credo che sia il modo migliore per rinnovare la vita monastica. Questa figura di San Benedetto è un ponte per noi ma non per cercare una fede da museo, ma per una fede radicata e piena di dinamismo.

     
    D. – San Benedetto è una figura poco conosciuta, cosa manca per apprezzarla e comprenderla in pieno?

     
    R. – Come monaco lui è stato una persona riservata e per questo è poco conosciuto, secondo me. Come per una persona introversa e non estroversa ci vuole più di tempo per conoscerla e per conoscere tutte le profondità di questa persona, credo sia così anche con San Benedetto. Lui è il patrono del lavoro, cioè mette un accento molto forte sull’importanza del valore del lavoro e questo è un argomento molto attuale nella nostra società.

     
    D. – Che cosa ha rappresentato nella sua vita, nella sua storia personale, l’incontro con Benedetto?

     
    R. – Sono monaco da 30 anni e per me San Benedetto è un vero maestro di vita, di vita spirituale, ma anche di vita quotidiana, di ogni giorno. Ho una grandissima ammirazione per lui non come insegnante nel senso scolastico, ma come maestro di vita. Io sono un discepolo di San Benedetto e ho trovato, ho scoperto sotto la sua guida la vera libertà interiore e quindi ho un grande debito con San Benedetto per avere mostrato a me e a tanti altri la via della vita.

    inizio pagina

    Ottava edizione della Via Crucis degli Scout sul tema “In Cristo l’amicizia”

    ◊   In cammino dietro la Croce, dalla Basilica di San Giovanni in Laterano fino alla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, come da tradizione secolare del popolo romano. Si è svolta ieri sera l’ottava edizione della Via Crucis degli Scout organizzata dalla Compagnia di San Giorgio. Il servizio di Roberta Barbi.

     
    Sono accorsi in 400: bambini, ragazzi, adulti educatori e religiosi per rivivere insieme la Passione di Cristo con canti, meditazioni, preghiere e per incarnarla con quadri viventi e costumi. Il tema scelto quest’anno per la Via Crucis degli scout era “In Cristo l’amicizia”: l’amicizia vissuta nel nome di Gesù è l’essenza della fraternità che gli scout sono chiamati a vivere e a testimoniare tra loro. Anche Gesù, lungo il cammino verso il Golgota, incontra “amici” come il Cireneo e la Veronica. Mons. Ernesto Mandara, vescovo ausiliare di Roma Centro che ha guidato la preghiera, spiega l’importanza che ha per i ragazzi questa esperienza:

    "Questa esperienza è un modo per creare legami, per creare unità, per creare comunione, per creare amicizia tra chi condivide lo spirito scout, come metodo educativo".

    Ma ci sono amicizie che possono essere pericolose, perché non sono vere, autentiche. Ecco, dunque, l’importanza per i capi scout, di educare i ragazzi a un’amicizia vissuta nella fede. Ancora mons. Mandara:

    "Gli amici, in alcune fasi della vita, contano più della famiglia stessa; quindi, educare i ragazzi ad una vera amicizia, ad una sana amicizia, significa anche educarli ad uno spirito di fede".

    In questi otto anni la Compagnia di San Giorgio, spiega il presidente Angelo Piero Bafundi, ha fatto sperimentare a centinaia di scout il cammino doloroso con Gesù, fonte della pace e pane di vita, speranza, libertà e bellezza e, ora, amicizia e fraternità, quella che gli Scout sono chiamati a vivere ogni giorno:

    "La Via Crucis è una delle tradizioni più vive della Chiesa che ci ricorda la Passione di Cristo. Abbiamo pensato di attualizzarla con i giovani, perché i giovani possano avvicinarsi alla tradizione della Chiesa facendola propria, con strumenti che loro possano capire, interpretare ed innovare dando il senso che Gesù è parte fondamentale della nostra vita, che la Passione e Gesù ci riguardano. Quindi ogni anno scegliamo anche un tema per attualizzarla".

    Sono i giovani i destinatari di questo messaggio, ma come vivono loro quest’esperienza: che senso ha per loro interpretare la Passione di Gesù? Lo racconta Magdalena che ha 20 anni:

    "Un senso profondo. Tante persone vivono insieme l’esperienza di essere Scout, ma al contempo anche quella della Passione di Cristo. E’ molto emozionante vivere tutto questo attraverso i canti, attraverso l’unione con le altre persone, che si ritrovano per uno stesso scopo, con le stesse emozioni e con la stessa passione".

    inizio pagina

    Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa quinta Domenica del Tempo di Quaresima la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui gli scribi e i farisei conducono a Gesù una donna sorpresa in adulterio, chiedendogli se debba essere lapidata come ordina la Legge. Gesù risponde:

    «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei».

    Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, professore di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

    “Donne come questa”, dicono, con evidente disprezzo, scribi e farisei, buttando là davanti a Gesù quella donna, accusandola di infedeltà. Possiamo immaginare il ghigno della loro bocca, ma anche il gusto sadico di accusare e condannare. La custodia della legge di Dio – che è dono di misericordia e di fiducia – viene presa a pretesto per umiliare la donna e soprattutto per sfidare il Maestro.

     
    Se Gesù fa finta di niente e la assolve, va contro la legge. Se invece si mostra rigido e la condanna, contraddice la sua pretesa di essere misericordioso. Un bel dilemma, e Gesù ne esce, prima lasciando sbollire gli animi con la sua calma; poi sfidandoli a riconoscere la propria fragilità, prima di condannare quella degli altri.

     
    Perché tanta durezza nel voler punire? Gesù spezza il cerchio, offrendo il perdono che cambia la vita in profondità. Gesù non nega il peccato commesso, ma offre una chance di speranza. È il rifiuto di ogni giustizialismo fanatico. Solo la misericordia può riscattare dal male commesso, non la violenza.

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    Il cardinale Brady: la Lettera del Papa, passo importante per il rinnovamento

    ◊   Una giornata storica, un passo importante per il rinnovamento della Chiesa d'Irlanda: così il cardinale irlandese e arcivescovo di Armagh, Sean Brady, ha commentato la Lettera pastorale di Benedetto XVI ai cattolici dell’Irlanda. “Preghiamo – ha detto il primate della Chiesa d'Irlanda - perché questo sia l'inizio di una grande epoca di rinascita per la Chiesa". “La Lettera non è una parola finale - ha detto a sua volta l'arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin - ma un passo ulteriore nel processo di rinnovamento e guarigione della Chiesa cattolica in Irlanda”. La Lettera pastorale del Papa verrà letta domani durante tutte le Messe nel Paese. Da parte sua, il presidente della Conferenza episcopale tedesca, l'arcivescovo Robert Zollitsch, ha assicurato che la Lettera pastorale inviata da Benedetto XVI alla Chiesa cattolica irlandese è un messaggio che vale anche per la Germania.

    inizio pagina

    La Chiesa dominicana contesta il Rapporto Onu sul razzismo

    ◊   Sottolineare la solidarietà e la velocità con cui il governo dominicano si è mosso per aiutare il popolo haitiano in occasione del terremoto anziché muovere accuse di un presunto razzismo nei confronti degli haitiani. Con questa motivazione l'arcivescovo metropolita di Santo Domingo, il cardinale Nicolas de Jesus Lopez Rodriguez, ha preso le distanze nei riguardi del rapporto stilato delle Nazioni Unite nel quale la Repubblica Dominicana viene accusata di praticare il razzismo e il maltrattamento nei confronti degli haitiani. Il documento afferma, tra l'altro, che la Repubblica Dominicana dovrebbe “adottare ampie strategie per combattere il razzismo, comprese le misure specifiche sulle condizioni e la protezione delle persone di origine haitiana”. Accuse rigettate al mittente anche dal segretario della Conferenza episcopale dominicana, mons. Benito Angeles, secondo il quale tutti sanno che le autorità dominicane si sono recate subito ad aiutare i cittadini di Haiti, e che gli ospedali di frontiera, oltre agli altri nella capitale, erano pieni di haitiani che ricevevano i primi soccorsi. Il cardinale López Rodríguez e mons. Angeles hanno espresso la loro posizione, ripresa dalla Fides, dopo aver partecipato all'atto per la firma dell'impegno per la trasparenza e l'etica nelle elezioni del 2010 promosso dalla Scuola di Formazione Elettorale della "Junta Central Electoral" (JCE). (M.G.)

    inizio pagina

    Nei Paesi Bassi il primo vertice dei capi religiosi contro l’Aids

    ◊   Il primo vertice dei leader religiosi di tutto il mondo per discutere del virus Hiv è previsto per il 22 e 23 marzo a Den Dolder, nei Paesi Bassi. Promotori dell’evento sono l’Aeam, Alleanza ecumenica di azione mondiale, una rete di chiese e organizzazioni cristiane, coadiuvata dall’organizzazione cattolica olandese Cordaid, che si occupa di sviluppo internazionale. L’obiettivo è quello di promuovere una maggiore partecipazione dei capi religiosi appartenenti alle diverse religioni come risposta mondiale contro la pandemia. Saranno circa 60 i partecipanti all’incontro, tra cui 40 dirigenti religiosi, che si confronteranno sulle misure da prendere per combattere il virus e per eliminare la discriminazione nei confronti dei malati di Aids. I leader religiosi avranno poi la possibilità di incontrare alcuni sieropositivi ed esperti di vari settori impegnati nella lotta contro l’Aids. (C.F.)

    inizio pagina

    India. Inaugurato nuovo centro per la tutela dei bambini di strada

    ◊   Si chiama “Ashalayam Don Bosco” (Casa della Speranza) il nuovo centro aperto 24 ore al giorno inaugurato a Howran, vicino Calcutta, e destinato alla tutela dei bambini di strada. Il centro, specifica l’agenzia Fides, è stato aperto l’11 marzo scorso, ed è stato fortemente voluto dalla comunità salesiana della città che da 25 anni opera in favore dei minori abbandonati. La struttura è composta da 25 case all’interno delle quali operano quattro sacerdoti e 170 tra operatori e volontari, terapeuti professionisti e consulenti, che assistono circa tremila bambini. Alla cerimonia erano presenti circa 500 religiosi e 600 bambini di strada, ma il lavoro è lungo in una città che ne ospita circa 10mila, secondo quanto affermato dal direttore del centro, don George Chempakathinal. (R.B.)

    inizio pagina

    Uganda: emergenza sanitaria nel campo profughi di Kyaka

    ◊   Spazi, cibo, medicinali: manca tutto nel Refugee Camp di Kyaka, nell’Uganda occidentale, dove a disposizione di 16.200 rifugiati c’è un solo medico. Per le emergenze comuni, come parti cesarei, trasfusioni e interventi chirurgici minori, i pazienti devono andare al Kyegegwa Health Centre, distante 15 km; mentre per le emergenze più gravi si devono recare a Fort Portal, ospedale governativo a 140 km. Nel campo c’è solo un’ambulanza e la mancanza di cibo impedisce la corretta assunzione dei farmaci antiretrovirali utilizzati per la cura di malaria e dissenteria. Molto diffuso è purtroppo anche l’Aids, che ha un’incidenza a Kyaka del 7.6% e colpisce 45mila persone, soprattutto congolesi, dislocati nei campi di Nakivale e Kyaka II. L’agenzia Fides riferisce anche delle precarie condizioni in cui versa il reparto pediatrico che ha solo nove posti letto dove sono ricoverati 27 bambini, tre per letto. (R.B.)

    inizio pagina

    Consiglio episcopale permanente a Roma dal 22 al 25 marzo

    ◊   Dal 22 al 25 marzo si svolgerà a Roma il Consiglio episcopale permanente. La prolusione del cardinale Angelo Bagnasco darà l'avvio ai lavori del Consiglio, che si occuperà dell’esame della bozza degli orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020 e della presentazione del documento preparatorio per la 46esima Settimana sociale dei cattolici italiani. Secondo quanto riportato dall’agenzia Sir, l’ufficio delle comunicazioni sociali ha informato che tra le attività previste vi sarà l’approvazione della lettera della Commissione episcopale per la dottrina della fede, il rinnovamento della catechesi e l’autorizzazione a inviare ai vescovi i testi della seconda parte della terza edizione italiana del Messale Romano. I vescovi riuniti in Consiglio dovranno, poi, determinare il contributo da assegnare ai Tribunali ecclesiastici regionali per l’anno in corso e provvedere all’adeguamento delle tariffe e dei compensi per l’attività dei suddetti tribunali. Saranno, infine, approvate le relazioni quinquennali delle Commissioni episcopali. A conclusione del Consiglio seguirà la verifica del fondo di garanzia “Prestito della speranza” e l’approvazione degli statuti delle aggregazioni ecclesiali. (C.F.)

    inizio pagina

    Taiwan: nella parrocchia di San Paolo a Mu Dan nasce l’Associazione per l’evangelizzazione

    ◊   Una struttura concreta destinata a promuovere l’evangelizzazione parrocchiale in un territorio in cui vive principalmente la popolazione indigena: con questo scopo è appena nata, dopo circa 10 mesi di preparazione, l’Associazione dell’evangelizzazione della parrocchia di San Paolo di Mu Dan, nella diocesi di Kao Hsiung. Secondo quanto riporta l’agenzia Fides, l’associazione si occuperà della Pastorale e delle attività di evangelizzazione, sostituendosi alla Commissione dell’evangelizzazione parrocchiale che se ne è occupata negli ultimi 10 anni. “Insieme rendiamo gloria al Signore e ci impegnamo a promuovere la comunione tra noi – ha detto il responsabile dell’associazione – chiediamo la preghiera di tutti per essere in grado di portare avanti questa iniziativa, perché possiamo essere strumento utile per il nostro ‘capo’ nei cieli”. (R.B.)

    inizio pagina

    Accordo per l’istituzione della cattedra Unesco di bioetica e diritti umani a Roma

    ◊   Una Cattedra Unesco di Bioetica e Diritti Umani sarà istituita a breve presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e l'Università Europea di Roma. La Cattedra è inserita all'interno dell'Istituto di Bioetica e Diritti Umani, sostenuto dalla Facoltà di Bioetica dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e dalla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Europea di Roma. L'inaugurazione della struttura avverrà a Roma lunedì 22 marzo presso l'Ateneo Pontificio e dell'Università Europea. L'Unesco, organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura, ha firmato l’accordo con le istituzioni accademiche per promuovere “un ampio interscambio di idee e la condivisione di esperienze diverse attraverso il dialogo tra le istituzioni di educazione superiore di diversi Paesi, specialmente dei Paesi in via di sviluppo". Tra i partner che al momento si sono mostrati interessati all’iniziativa sono la Universidade Agostinho Neto di Luanda (Angola) e l'Universidad Anáhuac di Città del Messico. La Cattedra Unesco, come riportato dall’agenzia Zenit, vuol divenire “uno spazio di riflessione, studio ed informazione sull'applicazione dei principi di bioetica nella scienza, la medicina e le nuove tecnologie, alla luce della Dichiarazione Universale sulla Bioetica e i Diritti Umani dell'Unesco". Riconoscere e promuovere “una visione globale e integrale della bioetica, portando alla luce i valori e i principi universali e le loro implicazioni legali in relazione ai diritti umani”, questi tra i principali obiettivi dell’accordo. (C.F.)

    inizio pagina

    Stati Uniti: on line il nuovo sito dei Salesiani

    ◊   Un nuovo sito web è stato appena messo in Rete dai Salesiani di Don Bosco negli Stati Uniti, per raccontare al mondo il lavoro che la comunità svolge presso le Nazioni Unite in favore dei giovani. Secondo quanto riporta l’agenzia Fides, le pagine web sono state progettate per facilitare l’accesso alle informazioni sull’opera salesiana e agevolare i collegamenti interni con l’Onu, sfruttando anche social network come Twitter, Facebook e You Tube che sono molto usati dai giovani. I Salesiani collaborano con l’Onu con l’obiettivo di rafforzare la partecipazione dei giovani e di coloro che vivono in povertà ai dibattiti interni alle Nazioni Unite, affinché queste prendano in considerazione anche le loro istanze. (R.B.)

    inizio pagina

    Festa dell’Apostolato Giovani per la vita

    ◊   Il prossimo 25 marzo si festeggerà, per il secondo anno, l’Apostolato “Giovani per la vita”, un'associazione di giovani volontari, che diffonde il messaggio in difesa della vita. L’iniziativa pone in luce “il tema importantissimo della vita umana violata, manipolata, non difesa e addirittura uccisa in nome di pseudodiritti”. Lo riferisce il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, in un suo messaggio in occasione dell’evento pubblicato dall’agenzia Zenit. Un pensiero particolare esprime il porporato nei confronti dei bambini nati o che stanno venendo alla luce, nel giorno in cui ricorre la solennità dell’Annunciazione del Signore. “Il dramma sociale dell’aborto – continua il cardinale – diventato una pratica corrente, tollerata nell’indifferenza generale, anzi rivendicata come diritto. Ciò ci costringe a elevare con più insistenza preghiere al Signore perché illumini la coscienza di ogni donna, affinché rispetti la vita del proprio figlio e la società, affinché dia concreto sostegno alla maternità”. Adottare bambini è “un grande atto d’amore”, sostiene il cardinale Antonelli rivolgendosi a tutte quelle famiglie impossibilitate a procreare. In parallelo, l’iniziativa dell’adozione spirituale promossa dall’Apostolato è “una risposta significativa all’emergenza grave che vede oggi milioni di bambini non voluti, non accolti, e ai quali si impedisce la possibilità stessa di nascere”. “Auspico – conclude il porporato – che questa intuizione della adozione spirituale sia ancora più conosciuta, apprezzata e diffusa, come contributo orante dei credenti a sostegno della cultura della vita”. In preparazione della festa liturgica e dell’evento, un’associazione polacca ha proposto una novena dal titolo “Salva il Santo”, disponibile sul sito dell’Apostolato, www.youthfl.org. Infine dal 24 al 25 marzo sera, l'associazione ha suggerito 24 ore di preghiera per la vita, in particolare per tutti i bambini non ancora nati. (C.F.)

    inizio pagina

    Concerto di Pasqua degli universitari nella Basilica di Santa Maria in Ara Coeli

    ◊   Dal canto del Passio di Domenico Bartolucci eseguito in occasione del Venerdì Santo al mottetto Domine Jesu Christre di Giovanni Pierluigi da Palestrina, fino ad arrivare all’Allelluia gregoriano del giorno di Pasqua. E’ un viaggio attraverso le pagine più belle del repertorio pasquale scritto per le celebrazioni del Papa nella Basilica di San Pietro, il concerto “Ecce lignium crucis”, organizzato dall’ufficio per la Pastorale Universitaria della diocesi di Roma che si svolgerà questa sera nella Basilica di Santa Maria in Ara Coeli  e che vedrà protagonista il Coro Interuniversitario della capitale. “Questo evento - spiega il maestro don Massimo Palombella, direttore del Coro - è un omaggio alla cultura universitaria romana e vuole aiutarci nella preparazione al grande Triduo pasquale, e quindi all’incontro con Cristo Risorto. Queste note sacre diventano un mezzo privilegiato attraverso il quale ascoltare la Parola di Dio in maniera profonda e riflettere sul vero significato che la Pasqua ha nella nostra vita”. Durante l’esibizione, ogni brano musicale verrà introdotto e commentato a seconda della sua valenza storica, liturgica e spirituale. (A cura di Marina Tomarro)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Diplomazia internazionale a lavoro per rilanciare i negoziati tra israeliani e palestinesi

    ◊   Continua lo sforzo della diplomazia internazionale per rilanciare i negoziati tra Israele e le autorità palestinesi dopo il netto stop causato dall’annuncio della costruzione di nuovi insediamenti ebraici a Gerusalemme est. In programma un nuovo giro di colloqui promosso dal Quartetto per il Medio Oriente che ieri, a margine della riunione a Mosca, ha chiesto un passo indietro ad Israele per non compromettere la stabilità dell’area. Il servizio di Marco Guerra:

    All’indomani dell’appello del Quartetto per il Medio Oriente (Onu, Usa, Russia e Unione Europea) affinché Israele congeli i nuovi 1600 alloggi nella parte est di Gerusalemme, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, si è recato oggi a Ramallah, in Cisgiordania, per ribadire il pieno sostegno alla costruzione di uno Stato palestinese indipendente. Parlando al premier palestinese Fayyad, il numero uno delle Nazioni Unite ha rilanciato il messaggio forte e chiaro espresso ieri a Mosca che esorta ad una soluzione del conflitto israelo-palestinese entro due anni. Il segretario dell’Onu proseguirà la visita domani nella striscia Gaza, che ieri sera è stata oggetto di un raid aereo israeliano che ha causato almeno 11 feriti. Attacco scattato in rappresaglia dei due razzi Qassam che, nella giornata di giovedì, avevano ucciso un contadino. Il segretario generale dell'Onu avrà poi incontri anche con il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, che a sua volta sarà ricevuto martedì alla Casa Bianca dal presidente Obama. Al lavoro anche la diplomazia europea: il rappresentante del Quartetto per il Medioriente, Tony Blair, sarà lunedì a Bruxelles per un incontro con i ministri degli Esteri della Ue, mentre l'alto rappresentante della politica estera dell’Unione, Catherine Aston, riferirà ai capi delle diplomazie dei 27 l'esito dei quattro giorni di missione in Medio Oriente.

     
    Colloqui Russia-Stati Uniti
    A margine dell’incontro sul Medio Oriente tenutosi ieri a Mosca, il segretario di Stato americano, Hilary Clinton, è stata ricevuta dal presidente russo Medvedev e dal premier Putin. Al centro dei colloqui: le relazioni tra i due Paesi, la questione iraniana e il nuovo accordo sul disarmo. Secondo alcune indiscrezioni Putin si sarebbe dimostrato possibilista nei confronti di una risoluzione di nuove sanzioni contro l’Iran per il suo programma nucleare. Per quanto riguarda il dossier sul disarmo, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il segretario di Stato americano hanno annunciato che i due Paesi sono “sul punto di firmare un nuovo accordo” che sostituirà lo Start 1 oltre tre mesi dopo la sua scadenza.

    Messaggio di Obama all’Iran
    “I dirigenti dell'Iran hanno scelto l'isolamento, ma l'offerta di dialogo con gli Stati Uniti fatta l'anno scorso resta ancora valida”. Ad un anno dal primo videomessaggio, il presidente degli Stati Uniti Obama è tornato a rivolgersi a Teheran e al popolo iraniano in occasione del capodanno persiano. Nel tracciare un bilancio dei rapporti, Obama dice che il governo iraniano ha scelto una politica autodistruttiva che guarda al passato invece di impegnarsi per costruire un futuro migliore. L’inquilino della Casa Bianca ha tuttavia rilanciato l’offerta di contatti diplomatici e si è inoltre impegnato affinché gli iraniani possano utilizzare internet “senza timore di censure”.

    Usa–Riforma Sanitaria
    Ore decisive per la riforma sanitaria di Barack Obama. Continua intanto il pressing democratico sui senatori indecisi mentre si punta soprattutto sulla promessa di riduzione del deficit federale di 1.200 dollari nei prossimi vent'anni. Attesa dunque per domani quando si terranno due votazioni alla Camera. Sarebbero almeno una decina i voti che mancano per far passare il progetto.

    Iraq
    Messaggio audio del braccio iracheno di Al Qaeda. Nella registrazione, circolata da ieri su internet, la rete terroristica ha minacciato di colpire i partiti politici del Paese dopo le elezioni legislative del 7 marzo scorso. E c’è attesa per i risultati delle urne: secondo gli ultimi dati, la formazione del premier Al Maliki sarebbe in vantaggio di soli 40 mila voti rispetto al suo rivale Allawi.

    Pakistan
    In Pakistan, prosegue senza soste l’azione di contrasto alle milizie talebane. L'aviazione di Islamabad ha attaccato ieri numerose basi dei terroristi nella regione tribale nord-occidentale di Orakzai, distruggendone almeno sei e uccidendo 13 militanti. Nella stessa zona la scorsa settimana erano stati uccisi 16 talebani. Intanto è polemica dopo che l'ex inviato speciale dell'Onu in Afghanistan, Kai Eide, ha detto che i recenti arresti in Pakistan di una decina di leader dei talebani afghani hanno portato alla completa interruzione del canale di dialogo aperto un anno fa con una serie di incontri a Dubai.

    Thailandia: manifestazioni antigovernative
    In Thailandia si è da poco conclusa la grande manifestazione dei sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra, Circa 65mila "camicie rosse" a bordo di auto e moto hanno percorso il centro di Bangkok, paralizzando il traffico della capitale. I manifestanti hanno annunciato che continueranno le loro proteste fino al momento in cui riusciranno ad ottenere le elezioni anticipate e le dimissioni del premier Abhisit Vejjajivao. Rappresentanti delle “camicie rosse” e del governo si incontreranno domani a mezzogiorno, nel tentativo di trovare una soluzione allo stallo politico nel Paese.

    Manifestazioni di protesta in Russia contro la politica economica di PutinCirca 1.500 manifestanti, riunitisi nella piazza centrale di Vladivostok, hanno dato il via a una giornata di proteste in Russia contro la politica economica del governo di Mosca. Si tratta di una marcia promossa da partiti e associazioni d’opposizione che contestano al premier Vladimir Putin di aver trascinato in basso il livello di vita della popolazione russa. Analoghe manifestazioni sono previste nella giornata di sabato 20 marzo in una cinquantina di altre città russe. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 79

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    inizio pagina