Logo 50 Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 06/03/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa ai volontari della Protezione Civile: siate icone viventi del Buon Samaritano. Lo Stato non può sostituire l’amore per il prossimo
  • Telegramma del Papa al vescovo di Macerata per il convegno su padre Matteo Ricci: fu grande missionario e uomo di cultura fra i cinesi
  • Altre udienze e nomine
  • Benedetto XVI in visita nella parrocchia romana di San Giovanni della Croce. Il parroco: "E' un dono venuto dal cielo"
  • Benedetto in cammino: editoriale di padre Lombardi
  • Massima chiarezza sugli abusi in Germania
  • Corso della Penitenzieria Apostolica sulla corretta amministrazione del Sacramento della Riconciliazione
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • India: bloccata marcia cristiana a sostegno dei dalit
  • Crisi in Italia: cresce il preoccupante fenomeno dei suicidi tra gli imprenditori
  • Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Appello della Caritas Internationalis: no a badanti-schiavi
  • Insegnamento della religione: intervento dei vescovi del Costa Rica
  • Documento dei vescovi inglesi sul bene comune in vista delle elezioni di maggio
  • I vescovi d’Europa incontrano Bartolomeo I a Istanbul
  • Parte oggi in Brasile la distribuzione gratuita di un milione di Bibbie
  • Grande successo di pubblico al Festival su Madre Teresa a Tokyo
  • Migliaia di tamil indiani e srilankesi alla festa di Sant'Antonio
  • Diffusione della meningite fuori controllo dall’Etiopia al Senegal
  • Migliaia di giovani europei impegnati nei preparativi della Gmg di Madrid
  • Roma e Parigi commemorano i martiri dei nostri tempi
  • 24 Ore nel Mondo

  • Iraq. Attentato alla vigilia delle elezioni: 4 morti
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa ai volontari della Protezione Civile: siate icone viventi del Buon Samaritano. Lo Stato non può sostituire l’amore per il prossimo

    ◊   Il vostro impegno quotidiano vi rende “icone viventi” del Buon Samaritano: è il sentito ringraziamento del Papa agli 8 mila Volontari della Protezione Civile Italiana, che stamani hanno gremito l’Aula Paolo VI. Lo Stato e la politica, ha sottolineato il Pontefice, non possono sostituire l’amore per il prossimo. Dal canto suo, salutando il Papa, il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, ha ricordato i meriti dei tantissimi volontari impegnati nelle emergenze, in particolare in favore delle vittime del terremoto, che esattamente 11 mesi fa ha devastato l’Abruzzo. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    “L’amore sarà sempre necessario, anche nella società più giusta”. Benedetto XVI riprende la sua Enciclica “Deus caritas est” per ribadire che “l’amore del prossimo non può essere delegato”. E ha rilevato che “lo Stato e la politica, pur con le necessarie premure per il welfare, non possono sostituirlo”:

     
    “Non c’è nessun ordinamento statale giusto che possa rendere superfluo il servizio dell’amore. Chi vuole sbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsi dell’uomo in quanto uomo. Ci sarà sempre sofferenza che necessita di consolazione, di aiuto”.

     
    L’amore del prossimo, ha proseguito, “richiede e richiederà sempre l’impegno personale e volontario”. Lo si è visto anche nelle ultime emergenze nazionali e internazionali come nelle attività di sostegno a grandi avvenimenti. Il pensiero del Papa va ai terremotati di San Giuliano di Puglia e all’Abruzzo. Ha così ricordato la sua commovente visita ad Onna e L’Aquila, dell’aprile scorso, dove ha potuto constatare di persona l’impegno della Protezione civile per assistere le vittime del sisma. Né ha mancato di rammentare l’assistenza garantita dai volontari della Protezione Civile ai giovani accorsi a Roma per la Ggm del 2000 e ai fedeli venuti a Roma nel 2005 per dare l’ultimo saluto a Giovanni Paolo II. “I volontari – ha detto ancora il Papa - non sono dei ‘tappabuchi’ nella rete sociale, ma persone che veramente contribuiscono a delineare il volto umano e cristiano della società”:

     
    “Senza volontariato, il bene comune e la società non possono durare a lungo, poiché il loro progresso e la loro dignità dipendono in larga misura proprio da quelle persone che fanno più del loro stretto dovere”.

     
    Benedetto XVI ha quindi tracciato un paragone tra la figura del Buon Samaritano e il volontario della Protezione Civile. Il personaggio di cui ci parla il Vangelo di Luca, ha detto, assiste il malcapitato nel momento del massimo bisogno:

     
    “Il buon Samaritano insegna, però, ad andare oltre l’emergenza e a predisporre, potremmo dire, il rientro nella normalità. Egli, infatti, fascia le ferite dell’uomo riverso a terra, ma poi si preoccupa di affidarlo all’albergatore affinché, superata l’emergenza, possa ristabilirsi”.

     
    Il vostro impegno, ha detto il Papa ai volontari, “è un servizio reso alla dignità dell’uomo fondata sul suo essere creato a immagine e somiglianza di Dio”. Di qui l’esortazione ad essere testimoni di carità, aprendo il cuore all’impegno per gli altri:

     
    “Oltre che custodi del territorio, siate sempre più icone viventi del buon Samaritano, conferendo attenzione al prossimo, ricordando la dignità dell’uomo e suscitando speranza. (…) Chi ama e serve gratuitamente l’altro come prossimo, vive ed agisce secondo il Vangelo e prende parte alla missione della Chiesa, che sempre guarda l’uomo intero e vuol fargli sentire l’amore di Dio”.

     
    Il Papa ha rammentato che il volontariato della Protezione Civile è diventato un fenomeno nazionale con un milione e trecentomila membri, suddivisi in oltre tremila organizzazioni. Ed ha constatato che "le finalità e i propositi" della Protezione Civile "hanno trovato riconoscimento in appropriate norme legislative":

     
    “Voi costituite una delle espressioni più recenti e mature della lunga tradizione di solidarietà che affonda le radici nell’altruismo e nella generosità del popolo italiano”.

     
    “I termini ‘protezione’ e ‘civile’ – è stata la riflessione del Pontefice – rappresentano delle precise coordinate ed esprimono in maniera profonda” la missione della Protezione Civile. Una vera “vocazione”, l’ha definita il Papa, “proteggere le persone e la loro dignità” nei casi “tragici di calamità e di emergenza che minacciano la vita e la sicurezza di famiglie o di intere comunità”. Tale missione, ha concluso, “non consiste solo nella gestione dell’emergenza, ma in un contributo puntuale e meritorio alla realizzazione del bene comune”, che “rappresenta sempre l’orizzonte della convivenza umana anche, e soprattutto, nei momenti delle grandi prove”.

    inizio pagina

    Telegramma del Papa al vescovo di Macerata per il convegno su padre Matteo Ricci: fu grande missionario e uomo di cultura fra i cinesi

    ◊   L’anniversario dei 400 anni dalla morte padre Matteo Ricci, grande apostolo dei cinesi, è in queste settimane al centro di numerose manifestazioni. Una di esse è in corso a Macerata, città marchigiana che diede i natali al religioso gesuita, nella quale si conclude oggi il Convegno internazionale intitolato “Scienza, ragione, fede. Il genio di padre Matteo Ricci”. In un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, indirizzato per l’occasione al vescovo di Macerata, Claudio Giuliodori, Benedetto XVI esprime “vivo apprezzamento per la significativa manifestazione, volta a far conoscere – si legge – la straordinaria opera culturale e scientifica di padre Matteo Ricci, nobile figlio di codesta terra, come pure il suo profondo amore alla Chiesa e lo zelo per l'evangelizzazione del popolo cinese”.

    Il gesuita evangelizzatore della Cina era stato definito in apertura di lavori dal cardinale Camillo Ruini, presidente del Comitato Cei per il Progetto Culturale, “un genio dell’inculturazione del cristianesimo”. Il suo farsi “cinese fra i cinesi”, costruendo con loro ponti di rispettosa amicizia prima ancora che di sintonia religiosa, hanno dato vita a un pensiero e a una metodologia missionaria definiti da mons. Giuliodori “quanto mai attuali e moderni”: uno stimolo a mettere a frutto il suo innovativo modello di “confronto interculturale”. (A cura di Alessandro De Carolis)

    inizio pagina

    Altre udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina anche il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi, e alcuni presuli della Conferenza episcopale dell’Uganda in visita “ad Limina”.

    Il Papa ha nominato vescovo di Alife-Caiazzo (Italia) mons. Valentino Di Cerbo, del clero della diocesi di Roma, finora capo ufficio della Prima Sezione della Segreteria di Stato. Mons. Valentino Di Cerbo è nato a Frasso Telesino (diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti e provincia di Benevento), il 16 settembre 1943. È stato ordinato sacerdote il 30 marzo 1968. Dal 1968 è incardinato nel clero della diocesi di Roma. Si è laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi "Federico II" di Napoli. Nel 1982 è stato nominato cappellano di Sua Santità. Il primo ottobre 1994 è stato nominato minutante della Prima Sezione della Segreteria di Stato e dal 2002 è capo ufficio della Sezione italiana. Dal 29 giugno 1997 è prelato d’onore di Sua Santità. Dal 2006 è chierico prelato della Camera Apostolica. Ha fondato e diretto alcune riviste di carattere pedagogico e catechetico; ha collaborato a periodici dello stesso genere. È autore di pubblicazioni e saggi di carattere storico e teologico.

    inizio pagina

    Benedetto XVI in visita nella parrocchia romana di San Giovanni della Croce. Il parroco: "E' un dono venuto dal cielo"

    ◊   Oltre tremila famiglie, con un nucleo di altre mille circa che andranno ad occupare i nuovi appartamenti costruiti a Porta di Roma. E’ questa la realtà della parrocchia di San Giovanni della Croce – situata a Colle Salario, nella zona nord della capitale – che Benedetto XVI visiterà domattina e nella quale presiederà la Messa. Il quartiere, creato 25 anni fa, vede da 21 anni la presenza costante del parroco don Enrico Gemma, che lo descrive al microfono di Luca Collodi:

    R. – Il quartiere è formato dal ceto medio, però c’è anche una realtà di case popolari: in queste case popolari, e non soltanto in esse, ci sono delle problematiche, ma oltre ad alcuni casi di povertà non solo economica - saranno un centinaio - che noi seguiamo con la Caritas parrocchiale, il quartiere è abbastanza sereno.

     
    D. – Don Gemma, qual è in questa parrocchia il ruolo dei laici?

     
    R. – Il ruolo dei laici è, specialmente in quartieri come questo, fondamentale, perché quando la comunità non è ancora formata, quando la gente ancora non si conosce non c’è un tessuto sociale di integrazione, è importante che i laici vengano coinvolti e loro stessi diventino evangelizzatori. Noi abbiamo circa un centinaio di laici impegnati in parrocchia, impegnati nei vari servizi, nei vari ministeri, nei vari uffici, impegnati anche nei vari cammini spirituali, perché questa è la forza, non è che siamo soltanto degli operatori pastorali, ma siamo prima di tutto dei discepoli di Gesù.

     
    D. – Un quartiere come quello del nuovo salario, che vede come suoi collaboratori un sacerdote africano e uno dell’America Latina...

     
    R. – Sì, questa è una caratteristica che parte da un mio sogno. Già quando si stava costruendo la chiesa, chiesi al vicariato di progettare una casa canonica abbastanza accogliente e la risposta era: “ Ma chi ci viene al raccordo anulare? Basta una cameretta per il parroco e una per il vice parroco”. Io ho cercato di fare sei stanze e la canonica è sempre piena. Abbiamo accolto seminaristi, abbiamo accolto sacerdoti, e questo anche per la gente, la nostra gente, è un segno, quando vedono dei sacerdoti di varie nazionalità anche appartenenti a vari movimenti questo dà più l’idea veramente della Chiesa. La Chiesa è questo.

     
    D. – Don Gemma come si inserisce la visita del Papa in questo contesto pastorale del quartiere?

     
    R. – Come un dono, una grazia, come ho scritto e detto, una grazia piovuta dal cielo. Noi sappiamo che Maria, la Madre della Chiesa, ci ha accompagnato sempre in questo cammino con dei segni particolari ed anche questo lo abbiamo accolto come un segno e un dono di Maria, che ha fatto crescere una comunità ed ecco che adesso porta il vicario di Cristo per confermarci nella fede e per avviare sicuramente una nuova fase di cammino di questa comunità.

     
    Al termine della celebrazione eucaristica, il Papa incontrerà in una sala interna della parrocchia i membri del Consiglio Pastorale. Davide Dionisi ha chiesto a una di loro, la signora Diana Marchetti, i sentimenti che animano il quartiere alla vigilia di questo avvenimento:

    R. – Quello che veramente abbiamo nel cuore come comunità parrocchiale è che sentiamo arrivare il Papa come un grandissimo dono e vorremmo tanto essere anche noi un dono per lui, vorremmo fargli trovare una famiglia che lo accolga.

     
    D. – In quale contesto vi muovete, quali le caratteristiche del tessuto sociale di zona?

     
    R. – Il quartiere non offre grandi possibilità di svago o tante iniziative. Proprio in questo cerca d’intervenire la parrocchia ed il folto gruppo della Caritas che aiuta le 40-50 famiglie bisognose. Ma soprattutto, la nostra parrocchia ha anche la caratteristica di avere la presenza di movimenti ed associazioni: il gruppo Sacri, il Movimento dei Focolari, il Cammino neocatecumenale, il Rinnovamento nello Spirito, abbiamo una presenza della Casa di Maria, un’associazione anche all’interno.

     
    D. – Si tratta quindi di una parrocchia viva sotto questo punto di vista…

     
    R. – Direi proprio di sì, viva. Vorrei però sottolineare che i movimenti e le associazioni non fanno tra di loro un cammino parallelo ma cerchiamo di vivere proprio come si fa in una famiglia e quindi a volte lasciamo le cose dei nostri movimenti ed associazioni per il bene comune della parrocchia.

     
    D. – Che cosa vi aspettate dalla visita del Santo Padre?

     
    R. – Ci aspettiamo uno sguardo paterno. Siamo sicuri che vorrà darci delle indicazioni e che quelle stesse indicazioni saranno senz’altro la nostra bussola, la nostra guida.

    inizio pagina

    Benedetto in cammino: editoriale di padre Lombardi

    ◊   Benedetto XVI tornerà quest’anno in Spagna, dopo il viaggio apostolico del 2006 a Valencia, in occasione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie. L’annuncio, a sorpresa, è arrivato la settimana scorsa. Il Papa si recherà in novembre a Santiago de Compostela e Barcellona. Due mete affascinanti come sottolinea il nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

    Credevamo che l'agenda dei viaggi internazionali del Papa per il 2010 fosse ormai definita con l'abituale numero di quattro, ed ecco che, con decisione a sorpresa, Benedetto XVI accoglie altri due inviti in Spagna e il numero dei viaggi - oltre a Malta, Portogallo, Cipro e Gran Bretagna - sale a cinque. Bene: Mediterraneo e Medio Oriente, Penisola Iberica ed Europa Settentrionale. Non sono distanze immense, ma ambienti assai diversi fra loro. Avremo da ascoltare, da partecipare e da imparare.

     
    In particolare le ultime due mete spagnole sono affascinanti. Barcellona e la chiesa della Sagrada Familia: l'arcivescovo cardinale Sistach la definisce un tempio "di significato artistico, biblico, teologico, spirituale e catechetico, unico nel mondo". Sintesi originale di arte e fede nata dal genio di Gaudì, darà al Papa un'occasione preziosa per continuare il discorso del dialogo con l'arte, da lui rilanciato con intensità nel recente incontro con gli artisti nella Cappella Sistina.

     
    Santiago de Compostela, meta del cammino dei pellegrini che vi convergono da secoli da tanti paesi e direzioni diverse, è luogo dove il tema delle radici cristiane dell'Europa dimostra di non essere teoria astratta, ma esperienza concretissima di ogni genere di persone, delle più varie provenienze, che convergono mosse da una spiritualità comune. Con loro Papa Benedetto continua il suo pellegrinaggio, per parlare di Dio a ogni uomo del nostro tempo disposto a cercare il suo volto.

    inizio pagina

    Massima chiarezza sugli abusi in Germania

    ◊   La diocesi di Ratisbona esaminerà le accuse di abusi sessuali che sarebbero avvenuti nel coro dei Regensburger Domspatzen «con la massima trasparenza». È quanto ha affermato il portavoce della stessa diocesi, Clemens Neck, che ha anche annunciato l'istituzione di una commissione di indagine ad hoc, a conferma che, con un rigore e un coraggio esemplari, non si ha nessun timore a fare chiarezza persino sulla base di accuse fino a questo momento non accompagnate da riscontri oggettivi. Lo riferisce l’edizione odierna dell’Osservatore Romano. Del resto, la notizia di un caso di abuso avvenuto negli anni Cinquanta nel convitto dove alloggiavano i coristi, era stata diffusa dallo stesso vescovo, Gerhard Ludwig Müller, in una lettera pubblicata sul suo sito in rete, destinata ai famigliari delle vittime. Il presule aveva appunto riferito di essere venuto a conoscenza di un caso per il quale fu condannato il direttore del convitto, nel frattempo deceduto. E aveva invitato chi è a conoscenza di fatti a fornire informazioni per individuare vittime e colpevoli di eventuali altri episodi dello stesso genere. Agli abusi compiuti in alcuni istituti cattolici tedeschi è stata dedicata anche parte della recente assemblea dei vescovi tedeschi. Le diverse diocesi nel cui territorio sono presenti tali istituti stanno operando con la massima trasparenza e serietà. Il direttivo del coro di Ratisbona si è detto costernato per i casi di pedofilia registratisi in ambito ecclesiastico, compresi quelli che sarebbero avvenuti nella celebre istituzione dei Regensburger Domsplatzen. «Il direttivo del Coro — si legge in una lettera pubblicata sul sito in rete della diocesi di Ratisbona — ha seguito con grande attenzione le notizie sui casi di abusi sessuali in istituzioni religiose. Siamo costernati per il fatto che simili fatti vergognosi siano avvenuti in istituzioni ecclesiastiche». Si legge ancora nel sito: «Abbiamo saputo che anche un ex allievo del Coro (all'inizio degli anni Sessanta) ha riferito alla stampa abusi sessuali». «In base a quanto previsto dalla Conferenza episcopale tedesca — aggiunge la lettera — le ammissioni dell’ex allievo sono state inoltrate alla psicologa Birgit Boehm, responsabile diocesana per i casi di abusi. La signora Boehm ha cercato di mettersi in contatto con la presunta vittima degli abusi. Sulla base delle conoscenze che si hanno al momento, non è tuttavia ancora chiaro se gli abusi siano avvenuti nella nostra istituzione o nella scuola elementare di Etterzhausen (attuale Pielenhofen)». La lettera cita anche il caso già segnalato dal vescovo di Ratisbona: «Attraverso un articolo di stampa degli anni Cinquanta, che ci è pervenuto, siamo venuti a conoscenza di una informazione concreta relativa a un abuso sessuale. L’allora responsabile del collegio, a quanto ne sappiamo, era stato condannato per questo». A tutt’oggi comunque — continua la lettera — «non disponiamo di ulteriori elementi concreti su casi sospetti di abusi all’interno del Coro di Ratisbona». In un comunicato il vescovo di Ratisbona precisa che i due casi di abusi risalenti al 1958, pubblicamente noti già all’epoca e da considerarsi giuridicamente chiusi, non coincidono con il periodo dell’incarico del maestro prof. George Ratzinger (1964-1994).

    La Santa Sede – si legge ancora sull’Osservatore Romano - appoggia la Diocesi nella propria disponibilità ad analizzare la dolorosa questione con decisione e in modo aperto, ai sensi delle direttive della Conferenza Episcopale Tedesca. L'obiettivo principale del chiarimento da parte della Chiesa è di rendere giustizia alle eventuali vittime. Essa, inoltre, è grata per questo impegno di chiarezza all'interno della Chiesa e auspica che altrettanta chiarezza venga fatta anche all'interno di altre istituzioni, pubbliche e private, se veramente sta a cuore di tutti il bene dell'infanzia.


    inizio pagina

    Corso della Penitenzieria Apostolica sulla corretta amministrazione del Sacramento della Riconciliazione

    ◊   La corretta amministrazione del Sacramento della penitenza, in rapporto ai vari casi che possano venire sottoposti a un sacerdote. Proprio ai sacerdoti, in particolare ai più giovani, è rivolto il “Corso sul Foro interno”, organizzato dalla Penitenzieria Apostolica, che inizierà lunedì prossimo in Vaticano presso il Palazzo della Cancelleria. Durante le giornate di studio – presiedute dal penitenziere maggiore, mons. Fortunato Balzelli, e in programma fino al 12 marzo – saranno trattati, informa un comunicato, “temi morali e canonistici che interessano il ministero penitenziale, soprattutto quello delle Confessioni”.

    Gli esperti che interverranno al corso affronteranno le varie situazioni “di particolare delicatezza” che riguardano ogni confessore, indicando “la disciplina canonica e la sua retta applicazione riguardo ai delitti e alle pene e ai vari aspetti pratici”. Sarà privilegiata, spiega ancora il comunicato, “la parte relativa alla retta amministrazione del Sacramento della Penitenza e alla soluzione dei casi complessi e delicati che vengono sottoposti al giudizio e alla misericordia della Chiesa”. Inoltre, saranno evidenziati “i criteri nel trattare alcuni casi di morale coniugale e familiare e proposta la Confessione come strumento per l’educazione morale”. (A cura di Alessandro De Carolis)

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Attenzione ai bisogni primari della persona e del bene comune: il discorso del Papa ai volontari della Protezione civile italiana.

    Madre sposa di Dio, noi ti magnifichiamo: in prima pagina, Manuel Nin su Maria ai piedi della Croce nella tradizione bizantina.

    In rilievo, nell'informazione internazionale, le legislative in Iraq.

    Maestro concreto e passionale (quando occorre anche sferzante): in cultura, Inos Biffi su Tommaso d'Aquino e la libertà fondata sulla verità.

    Moralità civile e vita sociale: Maurizio Ormas sul pensiero politico secondo i Padri della Chiesa.

    La dolcissima maniera del misterioso allievo di Giotto: Pietro Petraroia in merito ai restauri degli affreschi del tiburio dell'abbazia di Chiaravalle Milanese.

    Un articolo di Sandro Barbagallo dal titolo Il tratto evanescente e drammatico di chi ha visto l'orrore: c'è anche l'esperienza di Dachau nella pittura di Zoran Music.

    Il saggio di Andrea Monda contenuto nel volume "La falce spezzata. Morte e immortalità in Tolkien".

    Nell'informazione religiosa, comunicato del vescovo di Ratisbona sul "Regensburger Domspatzen".

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    India: bloccata marcia cristiana a sostegno dei dalit

    ◊   Nel Tamil Nadu, nel sud-est dell’India, è stata scandita da disordini e fermi una pacifica manifestazione organizzata ieri dai cattolici per sollevare l’attenzione dell'opinione pubblica sui dalit cristiani, i cosiddetti “fuori casta”, privati dei diritti più elementari. La polizia ha bloccato anche l’arcivescovo di Madras e Mylapore, Malayappan Chinnappa. Il servizio di Benedetta Capelli:

    Doveva essere una giornata diversa, all’insegna della condivisone a sostegno della minoranza dei dalit cristiani. In centinaia si erano radunati a Chennai, capitale dello Stato meridionale del Tamil Nadu, per accogliere i cinquanta partecipanti alla “Lunga Marcia”, l’iniziativa che aveva preso il via il 10 febbraio scorso a Kanyakumari, estrema punta meridionale dell’India, per concludersi dopo 800 km proprio nella città culla della cristianità del Paese. Improvvisamente il clima della giornata è cambiato, la polizia ha proibito ai marciatori, ai religiosi e alla folla radunata – circa 15 mila persone - di entrare a Chennai; proibito anche l’incontro tra i partecipanti e le autorità civili alle quali gli organizzatori dovevano consegnare un memorandum sulla condizione dei dalit. Subito dopo, senza motivi apparenti, gli agenti hanno proceduto ad arresti indiscriminati, tra i fermati: mons. Malayappan Chinnappa, arcivescovo di Madras e Mylapore, mons. Anthonisamy Neethinathan, vescovo di Chingleput e mons. Peter Fernando, arcivescovo di Madurai. Il fermo è durato 4 ore poi gli arrestati sono stati rilasciati. Secondo il segretario della Commissione per i dalit della Conferenza episcopale cattolica indiana, padre Comon Arokiaraj, quanto accaduto è da considerarsi “repressione di Stato”. Il fatto – fanno sapere gli organizzatori – non fermerà la battaglia per l’equiparazione dei dalit cristiani a quelli di altre confessioni religiose, per mettere fine anche alla discriminazione nel campo del lavoro e dell’istruzione. Un’esclusione che collide – secondo l’arcivescovo di Chinappa – con il dettato costituzionale.

     
    Sulla posizione dei vescovi indiani riguardo alle violenze anticristiane nel Paese il commento di Gerolamo Fazzini, direttore della rivista del Pime "Mondo e Missione", appena rientrato da un viaggio in India. L’intervista è di Fabio Colagrande:

    R. – I vescovi da un lato esprimono allarme, preoccupazione per tutelare questa minoranza cristiana non come un "favore confessionale", ma come un riconoscimento del diritto alla libertà religiosa. Dall’altro, invitano a non farsi trascinare da un clima teso, da un clima arroventato col rischio poi di rispondere alla violenza con la violenza. E’ un clima subito avvelenato da motivazioni politiche e quindi non stiamo parlando di una guerra indù contro cristiani, ma stiamo parlando di un’esasperazione fondamentalista di alcuni settori che usano la religione induista per affermare l’idea che l’induità intesa come essenza dell’India corrisponde all’essere indù e che quindi non ci sia cittadinanza possibile per chi non fa parte della famiglia indù. Per cui c'è da lì anche quest’avversione contro i cristiani, contro gli stessi musulmani. Ripeto, però, che la percezione del clima nella gente è di tutt’altro segno, per fortuna. Il sentire comune di tanta parte della popolazione – che poi alla fine lavora insieme, cristiani, indù ed anche musulmani, perché c’è una consistente minoranza musulmana in India – lavora insieme attorno a tanti progetti concreti, a tante soluzioni concrete di problemi quotidiani.

     
    D. – Quanto le persecuzioni e le discriminazioni subite dalle comunità cristiane in Iraq e in altri Paesi a maggioranza musulmana o anche in India devono, secondo lei, interrogare l’Occidente?

     
    R. – Io partirei intanto da un dato, che è affermato da una fonte al di sopra di ogni sospetto, cioè l’Onu, che ha denunciato da qualche anno a questa parte proprio la discriminazione e anche la persecuzione a danno dei cristiani come minoranza più vulnerabile. I cristiani sono cioè in questo momento il vero “vaso di coccio” nel panorama internazionale. Questo appare come un dato abbastanza evidente e ripeto che lo attestano fonti insospettabili. Di fronte a questo fatto, ho la sensazione che si parli ancora troppo poco e soprattutto torno a dire che se ne parla troppo poco nei termini di un diritto fondamentale negato, un diritto umano fondamentale che viene negato. L’Occidente è molto sensibile al tema dei diritti umani ma, essendo comunque permeato di secolarismo e di una modernità che vuole fare a meno di Dio, dimentica il tema della libertà religiosa come diritto umano fondamentale. Di conseguenza, è assolutamente poco attento al tema delle persecuzioni anticristiane proprio per questa ragione di fondo, cioè di una visione che dimentica la questione della libertà religiosa come un tema cruciale.

    inizio pagina

    Crisi in Italia: cresce il preoccupante fenomeno dei suicidi tra gli imprenditori

    ◊   Sono ormai 20 gli imprenditori e artigiani che nell’ultimo anno e mezzo si sono tolti la vita nel nordest italiano. La causa principale è da attribuire alla crisi economica che ha messo in ginocchio il tessuto produttivo della zona, fatto di piccole imprese. Le attività più colpite sono quelle edili, del legno e il comparto tessile. Oltre all’aspetto economico c’è anche la difficoltà ad accettare il fallimento. Su questo preoccupante fenomeno, Enrico Dal Bianco ha sentito Daniele Marini, Direttore della Fondazione Nordest:

    R. – Credo sia utile precisare che non riguarda un fenomeno eminentemente del Nord-est perché si sono verificati anche altri casi in Toscana, in Lombardia e altrove. E’ chiaro che qui avvengono con una frequenza maggiore perché è più diffusa la presenza di piccole, piccolissime imprese. C’è la questione che la crisi si sta facendo sentire, in particolare su queste imprese.

     
    D. – L’imprenditore non riesce ad accettare il fallimento…

     
    R. – Sì. C’è un problema di natura culturale in generale nel nostro Paese, cioè che noi non abbiamo una cultura del fallimento esattamente come nei Paesi anglosassoni, dove il fallimento dell’impresa è considerato naturale nella possibile storia di un’impresa. Da noi, invece, c’è una sorta di “stigma sociale” che viene particolarmente acuito anche dal fatto che queste microimprese spesso sono originate da ex lavoratori dipendenti che si mettono in proprio e magari assumono altri ex colleghi e quindi ecco che la connotazione di profondo radicamento nel territorio tende ad aumentare questo livello di percezione. E poi anche la nostra legislazione è fortemente penalizzante per l’impresa che fallisce.

     
    D. – L’imprenditore considera la propria attività quasi come una famiglia allargata. Tra le cause di questi gesti estremi c’è anche l’incapacità di accettare l’idea di dover licenziare i propri dipendenti?

     
    R. – I casi ci dicono di come questi imprenditori si siano privati di quelli che sono i loro risparmi pur di non far mancare le risorse ai propri lavoratori e che poi, purtroppo, arrivati all’ultima spiaggia decidono questi gesti estremi.

     
    D. – Come potrebbe intervenire lo Stato per far fronte a questa difficile situazione sociale?

     
    R. – Ovviamente è difficile, anche perché ognuno di questi casi ha una storia a sé. E’ chiaro che qui bisogna spingere a fare da un lato un salto culturale a queste imprese ad aggregarsi e ad uscire dall’isolamento e dall’individualismo, perché oggi la competizione internazionale richiede dimensioni e strutture più solide di quelle delle microimprese. Poi c’è un’azione che riguarda il sostegno bancario, il sostegno al credito di queste imprese, che dovrebbero essere aiutate a superare queste fasi di scarsa liquidità di cui dispongono.

     
    D. – Quali sono le previsioni economiche per il futuro del nordest?

     
    R. – Qualcosa sembra muoversi con alcuni segnali positivi, però ciò non sembra coinvolgere l’occupazione che rimane, negli indicatori congiunturali, sempre con il segno meno davanti.

    inizio pagina

    Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa terza Domenica di Quaresima la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù, prendendo spunto da alcuni drammatici fatti di cronaca – dei galilei fatti uccidere da Pilato e 18 persone morte nel crollo di una torre – invita tutti a convertirsi senza indugi con queste parole:

    “Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”.

     
    Su questo brano evangelico ascoltiamo il padre carmelitano Bruno Secondin, professore di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

    Non rimandare a un “domani” vago la verifica sincera: non vivere nell’illusione che tanto Dio può “attendere”. Questa non è fede, è prendersi gioco di Dio. Una conversione senza difese, senza alibi comodi, per tutti, sempre, non solo nelle disgrazie o nelle circostanze speciali. Questo chiede Gesù, mettendoci in guardia dalla sicurezza di sentirci a posto, perché non ci capitano disgrazie. Sarebbe presunzione.

     
    Un cuore duro e ostinato nella propria autocertificazione di essere a posto è pericoloso. “Chi crede di stare in piedi guardi di non cadere”, aggiunge Paolo in questa stessa domenica. Perché l’ipocrisia di sentirsi a posto è un tarlo pericoloso. I giorni rotolano via senza impegno, e si sgretola da dentro l’autenticità, vivendo di sola comparsa. E poi all’improvviso scoppia tutto come un bubbone: e non c’è più rimedio, ma solo spavento e scandalo. Quante esistenze false e vuote ci sono attorno a noi! La nostra “conversione” sappia diffondere valori nuovi.

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    Appello della Caritas Internationalis: no a badanti-schiavi

    ◊   La Caritas Internationalis – riferisce la Fides - ha fatto appello ai governi e alla comunità internazionale per la tutela dei migranti che lavorano nelle case in qualità di cameriere, badanti e assistenti a domicilio. Per la maggior parte si tratta di donne. I lavoratori domestici spesso sono sfruttati e raramente godono di qualsiasi forma di tutela legale. Gli abusi possono essere difficili da individuare dal momento che il luogo di lavoro è all’interno di abitazioni private. La Caritas chiede che la categoria abbia gli stessi diritti legali sul luogo di lavoro di tutti gli altri lavoratori. “Oltre al rischio di abusi, i lavoratori domestici non hanno nessuna assicurazione sociale, sono sottoposti ad orari di lavoro lunghi e sono sottopagati. Molti, nel caso in cui dovessero lamentarsi, temono eventuali rappresaglie dei datori di lavoro e continuano a vivere come schiavi moderni” si legge in una nota della Caritas Internationalis. L’Organizzazione Internazionale dei Lavoratori (ILO), ente delle Nazioni Unite responsabile della gestione dei lavoratori internazionali, sta studiando un documento a tutela dei diritti dei lavoratori domestici che presenterà a giugno. La Caritas, inoltre, chiede provvedimenti particolari per i lavoratori domestici migranti affinché il loro permesso di lavoro o di soggiorno non sia vincolato al datore di lavoro. L’Organizzazione sta studiando un meccanismo secondo il quale il lavoro domestico dovrebbe essere regolato dalla creazione di agenzie per l’impiego che agiscono in qualità di intermediari tra i datori di lavoro e i lavoratori migranti. Queste agenzie dovrebbero garantire l’osservanza degli standard di lavoro e la qualità del lavoro svolto. La Caritas riconosce un incremento nella domanda di lavoratori domestici assistenti a domicilio, anche se, in molti Paesi, ancora non esistono canali migratori legali, e chiede ai governi di creare canali che permettano di avere lavoro in forma legale a chi desidera lasciare il proprio Paese di origine. (S.C.)

    inizio pagina

    Insegnamento della religione: intervento dei vescovi del Costa Rica

    ◊   A conclusione della loro assemblea plenaria i vescovi del Costa Rica, in un breve documento, si pronunciano sulla recente decisione del Tribunale costituzionale che ha cancellato la facoltà episcopale di dare un parere di “idoneità” sulle persone da inserire nel ruolo scolastico quali professori di religione; parere noto come “missione canonica” che consentiva agli agenti di pastorale di insegnare nei diversi gradi del sistema educativo la religione cattolica. I presuli dichiarano di voler “rispettare la decisione del Tribunale”, ma al tempo stesso esprimono “preoccupazione, poiché la misura crea insicurezza e confusione tra il personale docente, le famiglie, i genitori e gli studenti stessi”. Per i vescovi va ricordato il carattere maggioritario del cattolicesimo in Costa Rica e anche il fatto storico “che l’anima culturale della nazione è cristiana”; la fede “fa parte del suo patrimonio che ora si rischia di vedere seriamente impoverito”. D’altra parte il documento episcopale rileva che “i genitori delle famiglie cattoliche hanno il diritto inalienabile di educare i figli nella propria fede e nelle proprie convinzioni” e perciò ribadiscono che “è dovere dello Stato e dell’intera società proteggere questo diritto” e ciò significa che le istituzioni devono garantire alle famiglie la possibilità che i figli trovino nella scuola non solo l’insegnamento religioso desiderato ma anche i professori idonei per questo delicato compito di formazione religiosa. L’episcopato costaricano oltre a ricordare e citare la dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo e altri strumenti giuridici internazionali che questi diritti sanciscono chiaramente, e che il Costa Rica ha soscritto, scrivono: “Ci preoccupa la tendenza a voler sostituire l’educazione religiosa con un insegnamento del fatto religioso, di natura multiconfessionale; oppure con un insegnamento etico ed estetico sui valori, negando ai genitori il diritto dei loro figli ad avere un’educazione religiosa cattolica”, cosa molto precisa e ben definita e che nulla ha che fare con diciture generiche che parlano di “fatto religioso” senza nemmeno dire che cosa s’intende per religione o fede religiosa. I presuli, che rammentano la celebrazione, proprio in questi mesi, del 70.mo anniversario dell’introduzione nell’insegnamento cattolico nelle scuole, lanciano un appello alle nuove autorità che prenderanno le redini del Paese con l’insediamento del presidente eletto, signora Chinchilla, per trovare il modo di far sì che la riforma di alcune normative consenta di ripristinare questa facoltà anche perché - domandano - chi meglio dei vescovi, è in condizione adeguate di dare quest’idoneità per insegnare una religione che magari la burocrazia statale non conosce anche perché non fa parte dei suoi doveri? Ai genitori e agli studenti, e anche ai professori stessi, in particolare quelli di religione, la Chiesa ricorda che devono essere loro i protagonisti di queste richieste, che non sono altro che un diritto inalienabile. (A cura di Luis Badilla)

    inizio pagina

    Documento dei vescovi inglesi sul bene comune in vista delle elezioni di maggio

    ◊   In vista delle elezioni politiche del Regno Unito in programma per maggio prossimo, i vescovi cattolici di Inghilterra e Galles hanno pubblicato un documento intitolato “Choosing the common good”, ovvero “Scegliere il bene comune”, dedicato alla dottrina sociale della Chiesa. La pubblicazione, di cui riferisce il Sir, “è un contributo al dibattito più ampio sui valori e la visione che sostengono la nostra società”. “Trovare una visione condivisa della società è più urgente dei dettagli delle politiche di ciascun partito. Dove non esiste una visione i popoli periscono”, si legge ancora nel testo che cita un passo del Libro dei Proverbi. La costruzione di una società giusta e civile può essere raggiunta, dal momento che “il desiderio di amore e verità è innato in tutti gli uomini e le donne”. Per mons. Vincent Nichols, presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, “è importante che tutti leggano questo documento e partecipino al dibattito sui valori e la visione che sostengono una società civile”. “Il documento non offre indicazioni su come votare – ha spiegato il presule-, ma garantisce uno sfondo ai problemi più importanti che potrebbero dominare le prossime elezioni e offre un invito ai partiti politici su come rispondere, nel modo migliore, agli sforzi comuni per costruire una società migliore”. (M.G.)

    inizio pagina

    I vescovi d’Europa incontrano Bartolomeo I a Istanbul

    ◊   Al via ad Istanbul, da domani fino all’11 marzo, l’incontro annuale del Comitato Congiunto della Conferenza delle Chiese Europee (Kek) e del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (Ccee). Secondo quanto riferisce il Sir, la cinque giorni si svolge su invito del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I che i partecipanti incontreranno in udienza privata martedì 9 marzo. Istituito nel 1972, il comitato ha come compito la supervisione della cooperazione fra la Kek e il Ccee. Comprende, oltre ai segretari generali dei due organismi, sette membri della Kek e sette membri nominati dal Ccee. I membri della Kek sono guidati dal Metropolita Emmanuel di Francia (Patriarcato Ecumenico) e neopresidente della Kek eletto in dicembre mentre la delegazione cattolica è guidata dal cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest nonché presidente del Ccee. In un comunicato diffuso oggi dal Ccee, l’ordine del giorno dell’incontro prevede tra l’altro una tavola rotonda sul tema delle migrazioni. I partecipanti avranno una discussione-confronto, con l’ausilio di esperti, sulle attività, esperienze e progetti delle Chiese e delle Conferenze episcopali nel campo delle migrazioni. All’incontro – che si svolgerà a porte chiuse - si parlerà anche dell’ultima Assemblea della Kek di Lione e di temi di attualità presso le istituzioni europee. (M.G.)

    inizio pagina

    Parte oggi in Brasile la distribuzione gratuita di un milione di Bibbie

    ◊   “Un milione di Bibbie” è il nome della campagna nazionale proposta dalla Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (CNBB) che prende il via oggi a Teresina, capitale dello Stato brasiliano del Piaui’. L’iniziativa, promossa in collaborazione con la Commissione per la Missione Continentale in Brasile, avrà come tema "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" e lo slogan "Discepoli e servitori della Parola di Dio". L'obiettivo della campagna è portare la Parola di Dio a tutti coloro che in Brasile non possono permettersi di comprare la Bibbia e altri sussidi per l'evangelizzazione. Il lancio sarà effettuato dal segretario generale della CNBB, mons. Dimas Lara Barbosa, e saranno presenti il vescovo di Teresina e presidente della regione Nord-Est della CNBB mons. Sergio da Rocha. Dopo l’apertura a Teresina, la campagna sarà lanciata anche nella diocesi di Picos, alla presenza del vescovo mons. Plinio José Luz da Silva, e a Campo Maior, alla presenza di mons. Eduardo Zielski. “Ogni diocesi della regione ha già ricevuto il materiale della Campagna. I vescovi hanno discusso insieme i criteri per la distribuzione e l'uso. Dal momento che siamo i primi a sperimentare la campagna, ci auguriamo di essere presto in grado di condividere i risultati con le altre regioni” ha riferito alla Fides il vescovo di Picos, mons. Plinio José. La prima fase dell’iniziativa consiste nella presentazione di un progetto di evangelizzazione per le arcidiocesi e diocesi della CNBB. Dopo che il comitato incaricato di analizzare il progetto, lo avrà approvato, si procederà alla distribuzione gratuita delle Bibbie, compreso il trasporto. "Si tratta di un servizio che la CNBB offre a tutte le regioni, arcidiocesi, diocesi, realtà pastorali del popolo di Dio, ai movimenti e alle altre associazioni della Chiesa nel nostro Paese, e anche a tutti i discepoli missionari, chiamati ad annunciare la Buona Novella di Gesù Cristo" ha commentato mons. Dimas. L'assessore della Commissione Episcopale per la Pastorale e l’azione missionaria della CNBB e Segretario esecutivo del Consiglio Missionario Nazionale (Comina), Padre Altevir Silva, ha aggiunto: “Il cammino aperto dalla Conferenza di Aparecida mostra che la Parola di Dio è una lettera d'amore al suo popolo. Pertanto, nel contesto brasiliano di povertà e di miseria in cui molti non possono permettersi nemmeno di nutrirsi, il Progetto "Un milione di Bibbie" tende a soddisfare il desiderio della Parola di coloro che non se la possono permettere. La lettura orante della Bibbia è l'anima della Missione continentale”. (M.G.)

    inizio pagina

    Grande successo di pubblico al Festival su Madre Teresa a Tokyo

    ◊   Grande successo in Giappone per il Festival cinematografico dedicato a Madre Teresa. Oltre 15mila giapponesi sono accorsi per vedere i sette film proiettati nell’ambito di un Festival internazionale in occasione del centenario della nascita della Beata di origine albanese. Moltissimi non cristiani si sono dichiarati “ammiratori” dell’opera della religiosa. Le proiezioni si sono svolte presso il Museo metropolitano di fotografia di Tokyo, nel centro della città; dato l’alto numero di partecipanti, la proiezione sarà ripetuta il 29 marzo. I cattolici locali, invitati a vedere il film, hanno portato con loro amici di altre religioni. Haruko Tsukihana, 40 anni, ha conosciuto la Beata su un libro, e da allora ne è affascinata. “Quando ho letto della sua vita ho sentito un’energia incredibile, che mi ha sorpresa – ha detto ad AsiaNews la donna -. Il cristianesimo mi era sempre sembrato una religione di ‘classe superiore’, come se avesse una barriera intorno. Ma il suo esempio mi ha fatto capire che è completamente differente da come lo pensavo io”. Sachiyo Hattori, scintoista di 50 anni, davanti al primo film, è scoppiata in lacrime: “Io pensavo che l’amore fosse strano e inarrivabile. Ora ho capito che cosa vuol dire: non soltanto parlare, ma agire a favore di chi ami”. Yuko Kataoka, che ha accompagnato Sachiyo, aggiunge: “Conosco le opere di Madre Teresa da tempo, ma ho ricordato molto vedendo i film. Il suo amore era azione, che diventa preghiera: prendere una decisione e agire di conseguenza. Vorrei poter fare come lei”. Dopo la proiezione del prossimo 29 marzo, il Festival continuerà il suo percorso attraverso il Giappone. Le prime date al di fuori della capitale sono Nagoya e Osaka. Subito dopo, arriveranno le prefetture di Kawasaki, Yokohama, Okayama e Gunma. Le proiezioni si concluderanno alla fine di aprile. (M.G.)

    inizio pagina

    Migliaia di tamil indiani e srilankesi alla festa di Sant'Antonio

    ◊   I tamil dell’India e dello Sri Lanka si sono ritrovati il 27 e 28 febbraio scorsi sull’isola di Katchadeevu, territorio srilankese a metà dello stretto che divide i due Stati, per dividere speranze e tradizioni in occasione della festa di Sant’Antonio. Circa 100 imbarcazioni hanno portato oltre 4mila pellegrini sull’isola, scortati dalla marina indiana e srilankese. All’arrivo sull’isola è stata issata la bandiera di S. Antonio e la sera è stata celebrata la Messa e la chiesa e il piazzale circostante non sono stati sufficienti per accogliere tutti i fedeli. C’è stata poi la Via Crucis e la benedizione. I pellegrini hanno passato la notte sull’isola e, la mattina dopo, hanno partecipato alla Messa delle ore 6,30 presieduta da padre Amalraj, parroco di Nedundeevu, e da padre Michaelraj, parroco di Rameshwaram. Autorità dello Sri Lanka hanno partecipato alla funzione e alla successiva processione di autoveicoli. Intorno alle ore 10 i pellegrini hanno preso la via del ritorno. Il padre gesuita Jebamalai Raja, coordinatore del Forum cristiano ecumenico per i diritti umani, ha spiegato ad AsiaNews “la gioia spirituale che è diffusa tra i pellegrini di India e Sri Lanka a Katchadeevu, dove Tamil dei due Paesi testimoniano la reciproca solidarietà, specie tra i pescatori. La gente si è portata dietro il pasto e lo ha diviso cogli altri, in spirito di fraternità, come le prime comunità cristiane”. L’isola Katchadeevu, parte di Zamindari del Raja di Ramnad, è stata ceduta dall’India allo Sri Lanka con l’accordo sulla definizione dei confini marittimi del 1974. L’accordo prevede il diritto dei pescatori indiani di pescare nella zona e quello di pellegrini indiani di visitare la chiesa di S. Antonio senza bisogno di alcun visto o permesso dello Sri Lanka. Ma padre Jebamalai spiega che “per varie ragioni, ai pescatori indiani non è permesso di pescare a Katchadeevu. Nel passato, chi lo ha fatto è stato percosso, insultato, anche ucciso e le barche distrutte" dalla marina srilankese. La festa di S. Antonio è invece rimasta “un gesto di pace”. Infatti, “dopo 27 anni, quest’anno il governo di Colombo ha dato il permesso ufficiale ai pellegrini di celebrare la festa, dove si rincontrano i pescatori dei due Paesi e si rinsaldano i legami di amore e unità tra i Tamil dei due Stati, condividono speranze, aspirazioni, progetti”. (M.G.)

    inizio pagina

    Diffusione della meningite fuori controllo dall’Etiopia al Senegal

    ◊   È di nuovo allarme meningite in Nigeria, dove nelle ultime settimane si sono registrate 35 decessi su 140 contagi. Le zone più colpite sono negli stati settentrionali di Bauchi e Jigawa. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, citata dalla Misna, la precoce diffusione della meningite riguarda tutta la cosiddetta “cintura della meningite”, abitata da oltre 300 milioni di persone, una zona che si estende dall’Etiopia al Senegal. Sulla base degli ultimi dati diffusi dall’Oms, da gennaio almeno 246 persone sono morte in Burkina Faso, dove sono stati registrati circa 1500 casi di contagio, mentre 25 sono decedute in conseguenza della malattia in Togo, dove i casi confermati sono 108. E ancora, sono 17 le vittime di meningite accertate in Ghana dove la regione settentrionale dell’Upper West è la più colpita. Secondo l’organizzazione delle Nazioni Unite e le autorità sanitarie dei Paesi afflitti il batterio responsabile dell’epidemia attuale proviene da un nuovo ceppo, identificato da poco tempo, e per il quale non sarebbero stati ancora trovati rimedi efficaci. Nel 2009, durante la stagione secca, tra marzo e giugno, 4053 persone sono morte di meningite e 78416 casi sono stati registrati, l’anno di maggiori contagi dall’ultima grave epidemia del 1996. (M.G.)

    inizio pagina

    Migliaia di giovani europei impegnati nei preparativi della Gmg di Madrid

    ◊   In tutti Paesi europei è iniziato il percorso di avvicinamento alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù (Gmg) che si terrà a Madrid nell’agosto del 2011. In prima linea le delegazioni delle Conferenze Episcopali di Olanda, Italia e Portogallo che, nelle ultime settimane, hanno visitato la Spagna per coordinare la loro presenza e la preparazione all'evento. La rappresentanza italiana ha visitato Madrid la settimana scorsa, ha reso noto un comunicato dell'Ufficio Stampa della Gmg 2011, ripreso dalla Fides. Durante la loro permanenza nella capitale spagnola, i delegati hanno incontrato i responsabili dei vari dipartimenti della Giornata per coordinare i preparativi con il Comitato organizzatore locale. I delegati italiani hanno anche aiutato gli organizzatori madrileni grazie alla loro esperienza per la celebrazione della Gmg a Roma nel 2000. Si calcola che dall'Italia arriveranno circa 120mila persone. In Olanda si darà il via alla promozione della Gmg di Madrid in occasione della Giornata della Gioventù Diocesana, che si celebrerà la Domenica delle Palme nelle sette Diocesi del Paese. Il passo seguente sarà agli inizi di novembre, quando si svolgerà un Incontro Nazionale della Gioventù con lo sguardo già posto su Madrid 2011. Secondo alcuni dati della Conferenza Episcopale Olandese, tra i 2.000 e i 2.500 giovani del Paese parteciperanno alla Gmg spagnola. Il Portogallo è uno dei Paesi con più atti programmati in vista della Giornata. La Delegazione per la Gioventù ha previsto vari eventi con giovani durante il prossimo anno e mezzo. A maggio il Papa visiterà Fatima, cosa che rappresenterà “un'ottima occasione per sensibilizzare i giovani”, ha commentato Pablo Lima, delegato per la Gioventù della Conferenza Episcopale Portoghese. Il Santuario di Fatima è uno dei centri nevralgici principali per la preparazione della Gmg. Tutti gli anni, nel primo fine settimana di maggio, si celebra “Fatima Giovane”, un pellegrinaggio annuale di giovani. Le prossime due edizioni sono dedicate alla Gmg del 2011. Ad agosto i giovani portoghesi si recheranno con altri giovani europei a Santiago de Compostela per il Pellegrinaggio Europeo Giovane. Nella capitale galiziana raccoglieranno la testimonianza della Croce della Gmg, con cui faranno un percorso di dodici giorni per le venti Diocesi portoghesi, dall'8 al 20 agosto. A metà del mese, il 14 e il 15, la Croce sarà nel Santuario di Fatima. Dopo il viaggio in Portogallo, la Croce proseguirà il suo itinerario nelle Diocesi spagnole. (M.G.)

    inizio pagina

    Roma e Parigi commemorano i martiri dei nostri tempi

    ◊   Ricordare i testimoni della fede dei nostri tempi è questo l’intento che anima “In Memoriam Martyrum”, la tre giorni tre giorni di preghiera e riflessione sulla Passione di Cristo e della Chiesa organizzati a Roma dall’Opera di diritto pontificio “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, per i giorni 19-20-21 marzo. Il programma, di cui riferisce la Fides, prevede l’apertura la mattina di venerdì 19 marzo, presso la Pontificia Università Lateranense, con la proiezione permanente di un filmato-Mostra sui sacerdoti martiri. Nel pomeriggio, presso la Basilica di San Crisogono, alle ore 16,15 sarà celebrata la Via Crucis in memoria dei Martiri del XX secolo, ed alle ore 18 la Santa Messa presieduta da mons. Joseph Coutts, vescovo di Faisalabad (Pakistan). Sabato 20 marzo, presso la Pontificia Università Lateranense, alle ore 16 avrà luogo una conferenza dal titolo “Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani”. Sempre sabato 20 marzo, dalle ore 10,30 alle ore 18,30, nella Cappella dell’Università si terrà ininterrottamente l’Adorazione del Santissimo Sacramento in preghiera per la Chiesa che soffre. Domenica 21, alle ore 16, sarà la volta della proiezione del film “Popieluszko” che narra la vicenda del sacerdote polacco ucciso dai servizi segreti nel 1984. La tre giorni si chiuderà nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, alle ore 20,45 di domenica, dove sarà celebrata la veglia missionaria promossa dalla diocesi di Roma in memoria dei missionari martiri. Pochi giorni dopo Parigi farà eco alle iniziative di Roma con la seconda edizione della “Notte dei Testimoni”, che ha per sottotitolo “ancora oggi i cristiani muoiono per la loro fede”. La Veglia di preghiera, promossa dalla sezione francese dell’Opera Aiuto alla Chiesa che Soffre, si svolgerà nella chiesa di Saint Sulpice, mercoledì 24 marzo, dalle ore 20 alle 22. Dopo aver riunito lo scorso anno oltre 1.600 persone per la prima edizione dell’iniziativa, anche quest’anno l’Opera intende onorare la memoria di coloro che sono morti per la fede nel 2009 ed informare il più largamente possibile sulla difficile situazione che vivono i cristiani in numerosi Paesi. Parteciperanno alla veglia l’arcivescovo di Algeri, mons. Ghaleb Bader, padre Nicolas Buttet, fondatore della Fraternità Eucaristica, ed altre personalità del mondo della cultura. (M.G.)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Iraq. Attentato alla vigilia delle elezioni: 4 morti

    ◊   È salito a quattro morti e una cinquantina di feriti il bilancio dell'attentato con un'autobomba compiuto stamani contro pellegrini iraniani nella città santà sciita di Najaf, in Iraq. Sembra ci siano tra i feriti 37 iraniani e 17 iracheni. L'esplosione è avvenuta vicino al mausoleo dell'imam Ali, che ogni anno attira milioni di pellegrini sciiti iracheni e iraniani. Ma è solo l’ennesimo attentato nella serie di attacchi che hanno segnato il periodo preelettorale. Sul voto di domani in Iraq il servizio di Fausta Speranza:

     
    Sono 19 milioni gli elettori chiamati alle urne per le seconde elezioni politiche nel Paese dall'intervento statunitense nel 2003. Le votazioni per i cittadini iracheni all’estero sono state organizzate in 16 Paesi da ieri. Votazioni speciali si sono svolte il 4 per categorie particolari (forze di sicurezza irachene, detenuti, ospedali). Come per altri appuntamenti con le urne, si è arrivati alla vigilia in un crescendo di episodi di violenza, tra cui, oggi la strage a Najaf, giovedì scorso l’eccidio di 32 persone a Baquba. Al Qaeda ha proclamato un “coprifuoco” per il giorno delle elezioni, in tutto l'Iraq e in particolare nelle zone sunnite”, minacciando chi non lo rispetti. Oltre mille famiglie cristiane hanno lasciato Mossul negli ultimi dieci giorni, impaurite come altre minoranze. Intanto, il giorno prima del voto, parla di futuro il presidente della Repubblica irachena, il curdo Talabani: prevede che il futuro governo non sarà “di unità nazionale”, ma sarà “di maggioranza”. La Costituzione irachena dell'era post-Saddam prevede che il presidente della Repubblica sia nominato dal neoeletto parlamento, che uscirà dalle urne domani. Resta da dire che sono quasi duemila le candidate donne accanto agli oltre 4.200 colleghi uomini. In base alla Costituzione elaborata sotto la supervisione americana, il 25 per cento dei seggi del parlamento e delle liste elettorali deve essere riservato alle donne.

     
    Iran: appello dei moderati per salvare oppositore ventenne
    In Iran, i gruppi moderati si mobilitano per salvare la vita a un giovane oppositore del governo condannato anche in appello. Intanto, al figlio del moderato Karrubi viene ritirato il passaporto. Il servizio di Federico Catani:

    Ambienti riformisti e leader religiosi moderati iraniani si stanno mobilitando per salvare la vita di un oppositore di 20 anni, Mohammad Amin Valian. Il giovane è stato condannato a morte come “Mohareb”, cioè “nemico di Dio”, perché avrebbe lanciato alcune pietre contro le forze di sicurezza durante le manifestazioni dell’opposizione del 27 dicembre scorso. La pena capitale è stata recentemente confermata in appello e quindi il ragazzo potrebbe essere impiccato da un momento all’altro. Intanto, le autorità iraniane hanno impedito l’espatrio ad un figlio di Mehdi Karrubi, uno dei leader dell’opposizione. Il figlio di Karrubi, docente universitario, avrebbe dovuto recarsi in Gran Bretagna, ma all’aeroporto di Teheran si è visto ritirare il passaporto. E c’è poi il caso di sei donne arrestate fra gennaio e febbraio per il loro sostegno all’associazione delle “Madri in lutto”, i cui figli sono stati uccisi o sono scomparsi nella repressione seguita alle proteste sorte dopo la rielezione di Ahmadinejad. L’organizzazione internazionale Human Rights Watch ne chiede il rilascio.

     
    Afghanistan: nuovi attentati talebani. Illesa l’ex presidente della Camera
    L’ex vicepresidente della Camera afghana, Fozia Kofi, è sfuggita oggi ad un attentato mentre stava viaggiando sulla sua auto fra Kabul e Jalalabad. La Kofi, celebre per la sua battaglia a favore dei diritti delle donne, è rimasta illesa, mentre due sue guardie del corpo sono state ferite. L’attentato è stato rivendicato per telefono dal portavoce dei talebani Mujahid. Ieri, invece, due soldati dell’esercito afghano sono stati uccisi vicino Marjah, mentre un membro della forza Isaf è morto per lo scoppio di un ordigno dei talebani, sempre nel sud dell’Afghanistan.

    Pakistan: ucciso esponente dell’opposizione
    Aziz Imrani, responsabile locale della Lega musulmana del Pakistan, guidata dal leader di opposizione Sharif Nawaz, è stato ucciso oggi a Khuzdar, capoluogo dell’omonimo distretto del Balochistan pakistano. Secondo una ricostruzione dell’attacco, Imrani viaggiava insieme a tre guardie del corpo, che sono rimaste gravemente ferite.

    L’inviato Usa Mitchell in Medio Oriente per preparare la visita di Joe Biden
    George Mitchell, inviato di Barack Obama per il Medio Oriente, giungerà questa sera nella regione in preparazione della visita del vicepresidente americano, Joe Biden, la settimana prossima. Un nuovo tour diplomatico per l’emissario statunitense, che giunge in un momento particolarmente delicato dopo gli scontri di ieri a Gerusalemme. Si riuscirà a far partire il dialogo israelo-palestinese? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Ennio Di Nolfo, docente di Relazioni internazionali presso l’Università di Firenze:

    R. - Apparentemente sì, sostanzialmente credo di no: questo perché c’è una situazione contestuale di tutta una regione piena di interrogativi, che condiziona lo stesso andamento del rapporto tra israeliani e i palestinesi.

     
    D. – Sull’esito di questa ripresa dei negoziati indiretti, né israeliani né i palestinesi si fanno illusioni. Questo clima di sfiducia non rischia di far fallire questo ulteriore tentativo della Casa Bianca?

     
    R. – Il clima di sfiducia prelude al cambiamento di umori, perché quando arrivano gli inviati della Casa Bianca di solito si tende a ragionare, quindi non è necessariamente un presagio negativo. Tuttavia, è evidente che la situazione non è tale da incoraggiare le speranze di chi vuole una conclusione felice del processo di pace.

     
    D. – Le violenze dei giorni scorsi la dicono lunga sullo stato di tensione che c’è tra israeliani e palestinesi in questo momento. Quali sono le carte che giocherà Obama?

     
    R. – Giocherà la carta del cercare di bloccare, con qualche incremento degli aiuti a Gaza, la posizione dei palestinesi e con rassicurazioni agli israeliani in relazione alla questione nucleare iraniana.

     
    D. – L’alto rappresentante della Politica estera dell’Unione Europea, Katerine Aschton, è pronta a recarsi anche in missione a Gaza nell’ambito di una visita in Medio Oriente prevista il 17 Marzo. Ci potrebbero essere delle mosse europee per sbloccare la situazione secondo lei?

     
    R. – A mio parere, delle mosse europee sono necessarie. Il punto critico sta in chi fa queste mosse. La Aschton ha dichiarato - quando è stata nominata rappresentate della Politica estera dell’Unione Europea - che avrebbe studiato i temi aperti dinanzi a lei. Spero che abbia studiato abbastanza bene e abbastanza profondamente una questione sulla quale hanno perso la testa e prestigio decine di uomini politici.

     
    Somalia: forze Usa in aiuto al governo contro i terroristi
    Secondo il New York Times, le Forze speciali americane sono pronte ad assistere il governo somalo nell’offensiva tesa a riprendere il controllo di Mogadiscio e a scacciare la milizia islamista Shaabab, legata ad Al Qaeda. Il radicamento di gruppi guerriglieri si è fatto più forte nel Paese ed il Corno d’Africa appare ogni giorno che passa come il nuovo fronte della lotta al terrorismo.

    Italia, ieri il decreto del governo sulla questione delle liste elettorali
    In Italia, sta provocando forti polemiche politiche il decreto interpretativo approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri che ha sanato di fatto l’intricata situazione delle liste del Pdl nelle regioni Lazio e Lombardia. Le polemiche toccano anche il capo dello Stato Napolitano, che in nottata aveva firmato il provvedimento. La parola ora alla magistratura amministrativa. Servizio di Giampiero Guadagni:

    È attesa in giornata la decisione del Tar della Lombardia chiamato ad esaminare il ricorso presentato dalla "Lista per Formigoni", che era stata esclusa dal voto per irregolarità nella raccolta di firme. Lunedì prossimo, invece, la sentenza del Tar del Lazio relativa alla lista del Pdl di Roma e Provincia, che era stata presentata oltre i termini consentiti. Saranno queste le risposte della magistratura amministrativa al decreto interpretativo approvato nella tarda serata di ieri dal Consiglio dei ministri. Un provvedimento, ha spiegato il ministro dell’Interno Maroni, che non modifica la legge elettorale e non riapre alcun termine, ma offre l’interpretazione autentica di alcune norme. Dunque, un decreto non innovativo, nel rispetto della condizione posta al premier dal capo dello Stato, Napolitano. Il quale ieri sera ha emanato il provvedimento destinato a consentire lo svolgimento regolare delle consultazioni elettorali. Berlusconi commenta soddisfatto la collaborazione tra istituzioni su questa delicata vicenda. Ma dall’opposizione arrivano critiche durissime. Per la radicale, Emma Bonino, candidata alla presidenza della Regione Lazio, il decreto è incostituzionale. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, parla di un trucco e ribadisce il "no" del suo partito a scorciatoie. Per il Pd, comunque, il Quirinale non poteva opporsi al decreto. La pensa diversamente il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che attacca Napolitano: se è vero che ha partecipato alla stesura del decreto, afferma Di Pietro, non sarebbe più un arbitro super partes e bisognerebbe valutare se esistono gli estremi per l’impeachment. Di Pietro invoca la piazza e l’appello è raccolto dal cosiddetto Popolo viola, che ha manifestato nella notte davanti al Quirinale e questa mattina in piazza Montecitorio. La posizione di Di Pietro è giudicata indecente dal Pdl. E i presidenti di Senato e Camera, Schifani e Fini, sono intervenuti con forti parole a sostegno del Capo dello Stato.

     
    Islanda: referendum sul risarcimento a Gran Bretagna e Paesi Bassi
    Urne aperte oggi in Islanda. La popolazione è chiamata ad esprimersi nel referendum sui rimborsi per le perdite causate ai risparmiatori di Gran Bretagna ed Olanda, che avevano versato i loro soldi sui conti della banca online islandese Icesave, fallita dopo il crack finanziario subito da tutto il Paese. A indire la consultazione elettorale è stato, nel gennaio scorso, il presidente della Repubblica, Grimsson, in seguito alle proteste con cui i cittadini hanno accolto il varo, da parte del parlamento, della legge con cui l’Islanda si impegnava a restituire, fino al 2014, circa 5 miliardi di euro, anticipati dalle autorità inglesi ed olandesi agli oltre 300 mila loro cittadini clienti della Icesave. Le previsioni della vigilia danno il “no” in netto vantaggio, anche perché i contribuenti islandesi non vedono la ragione di indebitarsi per un fallimento la cui responsabilità non è loro, ma di un gruppo di banchieri spregiudicati. Il risultato di una simile scelta, però, potrebbe compromettere l’ingresso dell’Islanda nell’Unione Europea, chiesto dal Paese dopo lo scoppio della crisi finanziaria.

    Arresto Ganic: Londra nega motivazione politica
    Il governo britannico ha escluso qualsiasi motivazione politica dietro all’arresto a Londra di Ejup Ganic, già membro della presidenza collegiale bosniaca durante la guerra del 1992-1995. Ganic è stato arrestato su un mandato di cattura emesso da Belgrado. La Serbia lo accusa, insieme ad altri 18 ex dirigenti bosniaci, della morte di alcuni militari di Belgrado, il 3 maggio 1992. La precisazione del governo inglese è arrivata dopo che ieri circa 2.500 persone hanno protestato a Sarajevo davanti alle ambasciate britannica e serba, chiedendo la liberazione di Ganic. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 65

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    inizio pagina