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Sommario del 26/05/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI all’udienza generale: l’autorità della Chiesa è il servizio d’amore a Cristo. Il Papa è custode dell’obbedienza al Signore
  • L’aiuto del Papa agli alluvionati in Polonia
  • Nomine
  • Mons. Zimowski sulla cellula artificiale: non è creazione della vita, ma prodotto dell'uomo
  • Aperta in Vaticano la plenaria del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Sale lo scontro tra le due Coree: interrotte le relazioni Nord-Sud
  • Assemblea Cei. Mons. Nosiglia: educare i giovani a crescere in un Paese che cresce insieme
  • Congresso Eucaristico in Spagna. L'arcivescovo di Toledo: far capire che Gesù è vivo e in mezzo a noi
  • Giornata mondiale della sclerosi multipla
  • Consulta post-sinodale dei vescovi africani in Mozambico
  • L'ospitalità delle Scritture al centro della sesta edizione del Festival Biblico
  • La Chiesa celebra la memoria di San Filippo Neri, fondatore degli oratori
  • Chiesa e Società

  • Lettera di sostegno al Papa da parte di cardinali e vescovi salesiani
  • Pakistan: manifesti anticristiani dopo l’oscuramento di Facebook e Youtube
  • Il cardinale Re: il vescovo non è un manager ma un pastore che illumina e incoraggia
  • La Cei nomina i presidenti delle 12 Commissioni episcopali
  • Riaprirà il 6 giugno il Duomo di Todi
  • Iniziativa di NeoStem e Pontificio Consiglio della Cultura sulle cellule staminali adulte
  • Appello di 37 docenti alla Corte Europea perché rigetti la sentenza contro il Crocifisso
  • L'Onu: siano ratificati i Protocolli opzionali alla Convenzione sui diritti dei bambini
  • “Vie di pace” tra Umbria e Toscana: itinerario d’incontri ispirato a San Francesco
  • A Milano il Seminario delle cellule parrocchiali di evangelizzazione
  • Messaggero di Sant’Antonio: padre Ugo Sartorio è il nuovo direttore responsabile
  • Convegno sugli Angeli nell’Abbazia di Santa Maria La Nova in provincia di Salerno
  • 24 Ore nel Mondo

  • Ripresi i colloqui per la riunificazione di Cipro
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI all’udienza generale: l’autorità della Chiesa è il servizio d’amore a Cristo. Il Papa è custode dell’obbedienza al Signore

    ◊   La Chiesa esercita un’autorità che è servizio d’amore nel nome di Gesù Cristo: è quanto affermato da Benedetto XVI all’udienza generale di stamani in Piazza San Pietro, gremita di pellegrini. Nella catechesi, il Papa si è soffermato sul compito di governare del presbitero ed ha offerto una riflessione sul concetto di autorità nella Chiesa, ribadendo che non esiste contrasto tra dimensione pastorale e gerarchia. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    “Che cos’è realmente per noi cristiani l’autorità?”: muove da questo interrogativo la riflessione di Benedetto XVI sul mandato del Signore a guidare il proprio gregge. Il Papa rileva che le esperienze dittatoriali del recente passato hanno reso l’uomo contemporaneo “sospettoso nei confronti” del concetto di autorità. Un sospetto che, non di rado, “si traduce nel sostenere come necessario l’abbandono di ogni autorità”:

     
    “Ma proprio lo sguardo sui regimi che, nel secolo scorso, seminarono terrore e morte, ricorda con forza che l’autorità, in ogni ambito, quando viene esercitata senza un riferimento al Trascendente, prescindendo dall’Autorità suprema, che è Dio stesso, finisce inevitabilmente per volgersi contro l’uomo”.

     
    Di qui, parlando a braccio, il Papa ha rivolto il suo pensiero al rapporto tra gerarchia e dimensione pastorale della Chiesa. Nell’opinione pubblica, ha rilevato, si è affermata l’idea di un contrasto tra la gerarchia e la vitalità ed umiltà del Vangelo:
     “Ma questo è un male inteso senso della gerarchia, storicamente anche causato da abusi di autorità e da carrierismo”.

     
    Ciò, ha proseguito, deriva dunque da una interpretazione sbagliata del concetto di gerarchia, che significa in realtà “sacra origine” e richiama perciò un’autorità che viene da un Altro. La gerarchia, ha spiegato il Papa, implica che la persona sia sottoposta al Mistero di Cristo. Solo in quanto servo di Cristo il pastore può governare:

     
    “Chi entra nel sacro Ordine del Sacramento, la 'gerarchia', non è un autocrate, ma entra in un legame nuovo di obbedienza a Cristo ... E anche il Papa - punto di riferimento di tutti gli altri Pastori e della comunione della Chiesa - non può fare quello che vuole; al contrario, il Papa è custode dell’obbedienza a Cristo, alla sua parola riassunta nella 'regula fidei', nel Credo della Chiesa, e deve precedere nell’obbedienza a Cristo e alla sua Chiesa".

    La Chiesa, ha aggiunto, esercita un’“autorità che è servizio” non a titolo proprio, “ma nel nome di Gesù Cristo”. La Chiesa pasce dunque il gregge del Signore attraverso i suoi Pastori che sono il “tramite attraverso il quale Cristo stesso ama gli uomini”. Tale compito, fondato sul Sacramento, ha constatato, non può però essere separato “dall’esistenza personale del presbitero”:

     
    “Per essere Pastore secondo il cuore di Dio (cfr Ger 3,15) occorre un profondo radicamento nella viva amicizia con Cristo, non solo dell’intelligenza, ma anche della libertà e della volontà, una chiara coscienza dell’identità ricevuta nell’Ordinazione Sacerdotale, una disponibilità incondizionata a condurre il gregge affidato là dove il Signore vuole e non nella direzione che, apparentemente, sembra più conveniente o più facile”.

     
    Bisogna lasciare che Cristo stesso “governi l’esistenza sacerdotale dei presbiteri”, ha soggiunto. “Il modo di governare di Gesù – ha detto ancora – non è quello del dominio, ma l’umile ad amoroso servizio della Lavanda dei piedi”. Ed ha ribadito che “nessuno è realmente capace di pascere il gregge se non vive una profonda e reale obbedienza a Cristo e alla Chiesa”. Per questo, alla base del ministero pastorale, “c’è sempre l’incontro personale e costante con il Signore”. Il Papa ha quindi esortato i sacerdoti a non avere paura di guidare a Cristo i fratelli affidati:
     
    “Non c’è, infatti, bene più grande, in questa vita terrena, che condurre gli uomini a Dio, risvegliare la fede, sollevare l’uomo dall’inerzia e dalla disperazione, dare la speranza che Dio è vicino e guida la storia personale e del mondo: questo, in definitiva, è il senso profondo ed ultimo del compito di governare che il Signore ci ha affidato”.

     
    Il Papa ha invitato i sacerdoti a partecipare alle celebrazioni conclusive dell’Anno Sacerdotale, dal 9 all’11 giugno prossimo. Quindi ha chiesto ai fedeli di pregare per lui, i vescovi e i sacerdoti:

     
    “Pregate perché sappiamo prenderci cura di tutte le pecore, anche quelle smarrite, del gregge a noi affidato”.

     
    Al momento dei saluti ai pellegrini, Benedetto XVI ha rivolto un saluto speciale ai fedeli provenienti da San Giovanni Rotondo, dove l’anno scorso si era recato in visita per venerare le spoglie di San Pio da Pietrelcina. Infine, ha ricordato la figura di San Filippo Neri di cui si celebra oggi la memoria liturgica:
     
    “La Chiesa ricorda oggi San Filippo Neri, che si distinse per la sua allegria e per la speciale dedizione alla gioventù, che educò ed evangelizzò attraverso l'ispirata iniziativa pastorale dell'Oratorio. Cari giovani, guardate a questo Santo per imparare a vivere con semplicità evangelica”.

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    L’aiuto del Papa agli alluvionati in Polonia

    ◊   A seguito delle inondazioni senza precedenti causate in questi giorni dalle piogge torrenziali in Polonia, che hanno provocato vittime ed evacuazioni massicce, il Pontificio Consiglio Cor Unum ha fatto pervenire a mons. Józef Michalik, presidente della Conferenza Episcopale Polacca, un aiuto del Papa in favore degli alluvionati e degli sfollati delle circoscrizioni ecclesiastiche più colpite. Benedetto XVI – riferisce un comunicato di Cor Unum - ha così inteso “manifestare la Sua vicinanza ai sofferenti ed il Suo paterno incoraggiamento a quanti prestano generosamente l'opera di soccorso”.

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    Nomine

    ◊   In Brasile, Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di São João dei Rei, presentata da mons. Waldemar Chaves de Araújo, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Célio de Oliveira Goulart, finora vescovo di Cachoeiro de Itapemirim. Mons. Célio de Oliveira Goulart è nato il 14 settembre 1944, nella località di Piracema, nella diocesi di Oliveira, Stato di Minas Gerais. Il 2 febbraio 1968 ha emesso la professione solenne nell’Ordine dei Frati Minori e il 12 luglio 1969 ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale. Il 24 giugno 1998 è stato nominato vescovo di Leopoldina, nello Stato di Minas Gerais, e il 28 agosto successivo ha ricevuto l’ordinazione episcopale. Il 9 luglio 2003 è stato trasferito alla diocesi di Cachoeiro de Itapemirim, nello Stato di Espírito Santo. È stato presidente della Conferenza Episcopale Regionale "Leste 2" e membro del Consiglio Permanente di Pastorale della Conferenza Episcopale Nazionale.

    Sempre in Brasile, il Santo Padre ha nominato vescovo di Tubarão mons. Wilson Tadeu Jönck, finora vescovo titolare di Gemelle di Bizacena ed ausiliare di São Sebastião do Rio de Janeiro. Mons. Wilson Tadeu Jönck è nato il 10 luglio 1951 nella città di Vidal Ramos, diocesi di Rio do Sul, nello Stato di Santa Catarina. Il 2 febbraio 1972 ha emesso la professione religiosa nella Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù (Dehoniani) e il 17 dicembre 1977 ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale. L’11 giugno 2003 è stato nominato vescovo titolare di Gemelle di Bizacena ed ausiliare dell’arcidiocesi di São Sebastião do Rio de Janeiro ed ha ricevuto la consacrazione episcopale il 16 agosto successivo.

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    Mons. Zimowski sulla cellula artificiale: non è creazione della vita, ma prodotto dell'uomo

    ◊   Continua a suscitare domande nel mondo scientifico, culturale e religioso, la notizia, giunta in questi giorni dagli Stati Uniti, della prima cellula artificiale costruita in laboratorio e capace di dividersi e moltiplicarsi come qualsiasi altra cellula vivente. Sulla questione, Romilda Ferrauto ha sentito il parere di mons. Zygmunt Zimowski presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari:

    R. – Stando a quanto sinora reso pubblico in merito alla cosiddetta cellula sintetica si può certamente definirla un importante risultato tecnico della ricerca scientifica. E questo dobbiamo ammetterlo. E’ invece improprio, e vorrei ribadirlo, è improprio definire la realizzazione di questa cellula come un atto creativo o come la creazione della vita. Questo assolutamente no, non dobbiamo parlare di creazione: solo Dio crea, l’uomo produce. Questo è un prodotto umano, non una creazione. Si tratta – senza nulla togliere al valore dei ricercatori – di una modifica di quanto già esistente, dunque, di biologia sintetica. Secondo me, la cellula sintetica, d’altro canto, rilancia due questioni fondamentali: il cosiddetto rischio dell’imprevedibile, legato a novità di questo livello, e l’indissolubilità del binomio scienza-etica. Dobbiamo sempre rispettare il binomio scienza-etica e sarà, dunque, necessario che il proseguimento delle ricerche su tale cellula sia accuratamente monitorato. Vorrei aggiungere ancora che - come è giù avvenuto per il genoma umano con la costituzione dell’Elsi-Ethical, legal, and social issues - per il suo futuro impiego sarà necessario mettere a punto un apposito progetto parallelo che vada cioè di pari passo con il progredire della sperimentazione, valutandone l’impatto etico, legale e sociale.

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    Aperta in Vaticano la plenaria del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti

    ◊   Aperta stamane in Vaticano la XIX Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, dedicata a studiare il fenomeno della mobilità umana, mutevole e in crescita, per offrire risposte anzitutto alla persona. Il servizio di Roberta Gisotti:

    La Chiesa fa il punto e s’interroga sulla mobilità umana, chiama in causa la corresponsabilità degli Stati e delle organizzazioni internazionali nel gestire i flussi migratori e non solo, e soprattutto raccomanda di combattere ogni forma di discriminazione e intolleranza e di garantire in ogni tempo e luogo la dignità umana. Ad aprire i lavori, il presidente del dicastero vaticano, l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò che ha sottolineato i principi guida della solidarietà e sussidiarietà, che tendono all’autentico sviluppo, auspicando maggiore collaborazione tra governi, organismi internazionali e comunità ecclesiali. A seguire è intervenuto l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Dicastero, che ha chiesto agli operatori pastorali di guardare ad una comunione universale, senza frontiere geografiche, storiche, culturali. E’ stato poi Johan Ketelers, segretario generale della Commissione internazionale cattolica per le migrazioni, a soffermarsi sui rapidi mutamenti in atto nelle società attuali che impongono correzioni di rotta a tutti i soggetti, governativi e non, coinvolti in progetti di corresponsabilità, in contesti complessi e differenziati. Nel pomeriggio è previsto l’intervento di padre Peter Balleis, direttore del Servizio internazionale dei Gesuiti per i rifugiati. Nella relazione anticipata alla stampa sottolinea come il movimento forzato di persone è causato da conflitti, povertà, disuguaglianza, ingiustizia e violazioni dei diritti umani, malgoverno, oppure da catastrofi per cui la gestione dei flussi migratori si è rivelata spesso del tutto inadeguata. Così anche interverrà Peter Schatzer, rappresentante regionale dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) per il Mediterraneo, che affronterà anche il dolente tema dei rifugiati privati del diritto d’asilo e della tratta di esseri umani. La giornata si chiuderà con due focus: il primo sugli studenti fuori sede, che verrà affrontato dal prof. Ulrich Teichler dell’Università di Kassel in Germania e il secondo sulla crisi dell’industria dell’aviazioni civile e le ricadute su passeggeri e lavoratori del settori, di cui parlerà padre gesuita Pierre Martinot-Lagarde, consigliere dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil).

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Nella Chiesa autorità e gerarchia sono un servizio: all'udienza generale il Papa ricorda che il carrierismo è contrario al Vangelo.

    In rilievo, nell'informazione internazionale, il nuovo monito di Hillary Clinton alla Corea del Nord.

    Da Asclepio a Cristo: in cultura, Enrico dal Covolo sulle comunità cristiane antiche e il rapporto tra medicina e fede, e Philippe Nemo su Giobbe e il senso della sofferenza: entrambe anticipazioni degli interventi alle Giornate genovesi di cultura cristiana sul tema "Malattia versus religione tra antico e moderno".

    Tolkien e la tessitura degli eventi: Tom Shippey illustra la filosofia della provvidenza nel "Signore degli anelli" e Andrea Monda analizza la profonda fede cattolica dello scrittore.

    Stereotipi mascherati: Gaetano Vallini recensisce il film di Tizza Covi e Rainer Frimmel "Non è ancora domani".

    Il 18 aprile, Bartali e una mucca: uno stralcio dal volume "Il mio novecento. Passioni. Dentro e fuori il mondo cattolico" del sociologo e storico Arnaldo Nesti.

    La Chiesa in Italia e la lotta agli abusi: nell'informazione religiosa, la conferenza stampa, di ieri, del vescovo Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italiana.

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    Oggi in Primo Piano



    Sale lo scontro tra le due Coree: interrotte le relazioni Nord-Sud

    ◊   Ultima importante tappa in Asia del segretario di Stato Usa, mentre si alza il livello dello scontro nella penisola coreana per la vicenda della corvetta di Seul affondata il 26 marzo da un siluro nordcoreano. “Pyongyang, sospenda ogni provocazione” ha affermato Hillary Clinton da Seul, sottolineando anche la necessità di un intervento della comunità internazionale. Intanto la Corea del Nord risponde alle minacce annunciando il congelamento delle relazioni con il Sud, l’abrogazione degli accordi di non aggressione e l’espulsione dei 2000 lavoratori sudcoreani impiegati nella regione industriale di confine del Kaesong. "Una situazione che rischia di degenerare se non prevalgono strategia e dialogo" come spiega Luigi Bonanate, docente di Relazioni internazionali all'Università di Torino, intervistato da Gabriella Ceraso:

    R. – Mi sembra che comunque ciò che sta succedendo in questi giorni corrisponda esattamente a quello che i manuali di teoria delle relazioni internazionali insegnano. Tutte e due le parti stanno facendo esattamente quello che si faceva 60 anni fa: io alzo la voce, tu la alzi un po’ di più, in attesa che ci sia qualcuno che ad un certo punto disinnesca il tutto. Il grande dubbio, che noi abbiamo oggi, è che sia una questione nata verosimilmente da un incidente, da un errore: l’affondamento della corvetta. Se quella cosa lì è stata un caso, ebbene non si può rischiare di arrivare ad uno scontro aperto.

     
    D. – A complicare la situazione c’è anche il fatto che da 60 anni a questa parte non è stata poi definita una linea di demarcazione tra i due Paesi, proprio nelle acque che ora sono oggetto delle contese...

     
    R. – Non c’è dubbio. Da un punto di vista strettamente tecnico, le condizioni per un ultimatum, per una reazione ad un ultimatum ci stanno tutte. Il problema è che si poteva benissimo continuare a vivere in armistizio. Negli ultimi anni i rapporti fra le due Coree erano molto migliorati. Ci sono stati lavoratori che andavano dall’una all’altra parte. Quindi, la separazione delle due Coree sembrava quasi una di quelle cose che un po’ per volta si potevano cancellare. In questo momento bisognerebbe tornare un poco allo spirito pre ’89: due grandi potenze che si mettano in mezzo e diano una mano. Sessanta anni fa erano Stati Uniti e Cina, oggi sono Cina e Stati Uniti.

     
    D. – In effetti, il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, è reduce oggi da due giorni a Pechino, e da Seul ha ribadito: la Cina è pronta ad una collaborazione, certo una collaborazione generica. Ma la stessa Clinton ha chiesto una risposta ferma e decisa a questo punto alla comunità internazionale. Lei che ne pensa?

     
    R. – Che intervenga chi può, non la generica comunità internazionale, perché lo sappiamo: è deresponsabilizzante dire che se ne occupi la comunità internazionale. Quando tutti quanti abbiamo detto alla Corea del Nord “brutti e cattivi”, cosa abbiamo fatto? Abbiamo messo nell’angolo la Corea del Nord, l’abbiamo messa in particolare difficoltà e la spingiamo magari a fare anche un atto sconsiderato.

     
    D. – E’ possibile che la situazione sfugga di mano a questi potenti interlocutori, Cina e Stati Uniti?

     
    R. – Mi viene da dire che non è possibile che da una cosa grave in sé, ma non politicamente così grave, possa venirne fuori uno scontro militare vero e proprio, anche perché il problema grosso è che in un attimo sei vicino al Giappone e i rischi di 'incendio' sarebbero altissimi.

     
    D. – Eventualmente, invece, la conquista di una delle due parti nell’ottica di una riunificazione della penisola come la vedrebbe?

     
    R. – E’ un po’ come la storia delle due Germanie. Ciascuno pensava che da un giorno all’altro avrebbe riunificato la Germania sotto la propria bandiera. Il caso delle due credo che sia più ridotto e limitato. Il regime comunista nord-coreano è un regime destinato allo svuotamento, anzi, è già svuotato. E’ molto verosimile che, se non succede nulla di più grave, questa situazione si risolva e che le due Coree si riuniscano. Naturalmente bisogna evitare che in questa lenta transizione qualcuno faccia degli errori.

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    Assemblea Cei. Mons. Nosiglia: educare i giovani a crescere in un Paese che cresce insieme

    ◊   Proseguono in Vaticano i lavori della 61.ma assemblea della Conferenza episcopale italiana. Domani mattina, i presuli della Cei saranno ricevuti in udienza da Benedetto XVI. Sui lavori della giornata odierna illustrati da mons. Cesare Nosiglia, vescovo di Vicenza e nuovo vice presidente della Cei per il Nord d'Italia, ci riferisce Francesca Sabatinelli:

    Il Paese crescerà solo se crescerà insieme. Il vescovo di Vicenza, Cesare Nosiglia, cita un documento di anni fa della Chiesa italiana per ripetere l’impegno di quest’ultima nelle celebrazioni del 150.mo anniversario dell’Unità d'Italia, ma anche per ribadire come affrontare l’oggi nel Paese, soprattutto in riferimento alla sfida educativa, questione che oggi ha dominato l’appuntamento dei vescovi con la stampa:
     
    “Il futuro sono i giovani e che Paese dobbiamo consegnargli? Un Paese che sa veramente mostrare la sua unità o che comunque tende sempre di più a costituirsi come punto di riferimento anche per una crescita armonica di tutte le sue componenti, sia dal punto di vista sociale, religioso, economico, istituzionale e così via. E’ una responsabilità che abbiamo verso le nuove generazioni”.

     
    Il presule ha presentato la serie degli orientamenti pastorali per il prossimo decennio, che al centro hanno appunto la sfida educativa e la risorsa che l’educazione pone per la società e per la Chiesa. Una sfida che ha assunto un’urgenza particolare, ha detto, data la complessità del mondo che cambia. La Chiesa, quindi, con gli attuali orientamenti indica a se stessa, ma anche al Paese, dove puntare la bussola del suo progresso e del suo futuro:

     
    “Lo fa rivolgendosi alle famiglie, anzitutto, lo fa rivolgendosi anche ai destinatari, soprattutto ai giovani, perché sappiano con libertà camminare sulle vie dell’educazione. Lo fa poi rivolgendosi anche ad altre realtà civili, alla scuola, ai gruppi sportivi, al tempo libero, allea realtà culturali e sociali coinvolte nell’azione educativa e formativa. Si rivolge anche ai mass media. Infine, ci si rivolge anche alle istituzioni politiche, culturali, economiche, sociali, perché investano le loro migliori energie in questo ambito, che rappresenta, a nostro avviso, il cuore pulsante del Paese”.

     
    Mons. Nosiglia ha poi precisato, in relazione ai tagli che il governo sta effettuando nel campo scolastico, che per investimenti non si intende solo dal punto di vista economico:

     
    “Intendo investimento di personale, investimento di cultura, investimento che riguarda la mentalità stessa. Sono tanti gli adulti che hanno tirato i remi in barca e che pensano che ormai, tutto sommato, il mondo giovanile vada per suo conto e sia difficile e quasi impossibile dialogare. E’ una mentalità che deve rinnovarsi”.

     
    Mons. Nosiglia è anche tornato sulla questione della pedofilia. Il tema dell’educazione ha detto dà un contributo notevole sotto il profilo di una formazione anche dei sacerdoti così come degli educatori. Un segno di incoraggiamento e di speranza, è stato il suo messaggio, sui cui si può far leva per risolvere e affrontare anche il problema della pedofilia.

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    Congresso Eucaristico in Spagna. L'arcivescovo di Toledo: far capire che Gesù è vivo e in mezzo a noi

    ◊   Domani sera si apre a Toledo il decimo Congresso Eucaristico di Spagna: daranno il via all’evento, alle 21, la processione e il rito del lucernario dal Seminario alla Cattedrale primaziale, dove verranno rinnovate le promesse sacerdotali. Quale l’obiettivo principale del Congresso? Rafael Alvarez Taberner, lo ha chiesto all’arcivescovo di Toledo, Braulio Rodríguez Plaza:

    R. – Todo gira entorno a la Eucaristía...
    Tutto ruota intorno all’Eucaristia. L’obiettivo è quello di capire che Gesù Cristo è vivo e continua ad essere tra di noi nel realizzare il suo mistero pasquale nella celebrazione dell’Eucaristia. E poiché la Messa ha un significato così grande da non poterne cogliere tutti i frutti e tutta la ricchezza, essa si prolunga nell’adorazione eucaristica. E’ importante poi sottolineare la relazione che ha l’Eucaristia con noi sacerdoti che agiamo nella persona di Cristo, anche se indegnamente. Non ci potrebbe essere Eucaristia senza sacerdozio. E’ un mistero. Questo Congresso è importante anche perché, sebbene sia diretto a tutti i cristiani, si rivolge specialmente ai giovani, in vista della Giornata mondiale della gioventù del prossimo anno a Madrid: e vogliamo dire loro, come afferma il tema del Congresso, che la gioia più grande è proprio incontrare Gesù e l’Eucaristia. Venerdì prossimo arriveranno qui la Croce della Giornata mondiale della gioventù e l’icona della Vergine. Il Congresso sarà concluso domenica 30 maggio dalla Messa solenne presieduta nella cattedrale di Toledo dal cardinale Angelo Sodano in rappresentanza del Papa. Saranno presenti la maggior parte dei vescovi spagnoli. Vogliamo mostrare al mondo quello che significa la fede, rafforzando i vincoli di comunione tra i vescovi e le Chiese. Credo che sarà un momento di gioia ed una giornata di vera festa.

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    Giornata mondiale della sclerosi multipla

    ◊   Si celebra oggi la Seconda Giornata mondiale della sclerosi multipla con l’obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica per continuare a sostenere la ricerca scientifica, l'unica arma per sconfiggere la malattia. Questa patologia colpisce circa tre milioni di persone nel mondo, mezzo milione in Europa e più di 50 mila in Italia; la regione italiana più colpita è la Sardegna. Ce ne parla il prof. Claudio Conforti, del Consiglio direttivo dell’Associazione nazionale Sclerosi Multipla, al microfono di Eliana Astorri:

    R. - E’ una malattia molto particolare, molto diversa da caso a caso. Ci sono casi molto meno gravi, casi molto più gravi, casi in cui la sclerosi multipla interessa gli arti, altri in cui interessa la vista o interessa l’udito. Dipende dalla zona del cervello che viene colpita. Sostanzialmente è una malattia che interrompe o che rende più difficile il transito del segnale nervoso lungo i nervi ed è normalmente una malattia che rovina la mielina, cioè la guaina che è intorno alle fibre nervose e che è la principale responsabile della trasmissione degli impulsi elettrici, quindi praticamente degli impulsi nervosi. E’ una malattia di cui non si è arrivati ancora a stabilire l’origine precisa. Ci sono tante possibili spiegazioni ma non ne esiste una unica, risolutiva.

    D. – A che punto è la ricerca per la cura di questa malattia?

     
    R. - La ricerca è andata molto avanti e ha messo a punto delle terapie che non sono risolutive, nel senso che non curano l’origine della malattia, però curano molto bene alcuni dei sintomi. La penultima scoperta come medicina per la sclerosi multipla è l’interferone: come “immunomodulante” riduce la velocità di progressione, perché è una malattia progressiva, riduce la gravità delle crisi e, quindi, da un punto di vista dei sintomi e anche della malattia stessa funziona da freno. Non possiamo dire che la risolve, né che la guarisce, però la frena. Dopo gli interferoni ci sono tanti altri prodotti che sono stati messi a punto nei casi in cui, per esempio, l’interferone non funzioni perché non tutte le persone sono sensibili all’interferone.

     
    D. – Oltre alla ricerca sulle terapie c’è una ricerca sulle le cause della sclerosi multipla?

     
    R. - C’è la ricerca che come diciamo noi è a 360 gradi, nel senso che la ricerca punta ai fattori genetici, ai fattori climatici perché è una malattia diffusa in tutto il mondo però ha delle effusioni diverse a seconda della zona climatica - di solito i Paesi più freddi hanno un’incidenza maggiore - a seconda proprio del gruppo etnico, per cui è più frequente in certe popolazioni e meno in altre. Non è una malattia ereditaria e non è una malattia contagiosa.

     
    D. – Che si può fare nei confronti delle persone affette da questa malattia?

     
    R. - Nei confronti delle persone con sclerosi multipla ci sono due filoni: il primo è quello della ricerca, il secondo è quello della assistenza, ma assistenza e riconoscimento dei diritti per rendere più vivibile la vita con sclerosi multipla . Noi diciamo vivere “con” la sclerosi multipla perché è una compagna sgradita che uno si ritrova a un certo punto della propria vita, spesso in età abbastanza giovanile, e la si deve portare dietro per tutta la vita. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Consulta post-sinodale dei vescovi africani in Mozambico

    ◊   Riconciliazione, giustizia e pace: i temi all’esame della Consulta post-sinodale dei vescovi africani, inaugurata domenica scorsa a Maputo, in Mozambico con una Messa presieduta dal cardinale Turkson, nello stadio coperto della capitale. 135 i delegati di 45 Paesi chiamati a contribuire ad una “Nuova Pentecoste per l'Africa”. I lavori della Consulta si concludono oggi. Michela Altoviti ha intervistato padre Ottorino Poletto, missionario comboniano in Mozambico dal 1991, referente della Caritas, in questo Paese sulla via di una graduale ripresa dopo la firma, nell’ottobre del 1992, di un formale Trattato di pace.

    R. – Da tutte le parti c’è un consenso sulla pace. Questo mi sembra molto importante. Ci potrebbe essere un maggiore sviluppo della democrazia effettiva. E’ vero che a livello ufficiale si contempla il sistema di molti partiti, in realtà, però, si continua a governare con lo stesso partito. I partiti dell’opposizione non hanno ancora un posto molto importante e anche la partecipazione della società alla gestione dello Stato, alla gestione dei problemi e del futuro, è ancora parzialmente bassa. Ci vorrebbe uno sviluppo, quindi, effettivo della partecipazione della democrazia e questo sicuramente consoliderà la pace.

     
    D. – Il segretario esecutivo di Caritas Africa, Jacques Dinan, ha espresso il desiderio che la Consulta sia un’occasione affinché i frutti del Sinodo si traducano in un piano realista e concreto per il sostegno e lo sviluppo dell’Africa. Che cosa si deve fare oggi con urgenza?

     
    R. – Introdurre formule di maggiore partecipazione, di maggiore dialogo tra le parti sociali, di maggiore confronto per consolidare la pace e consolidare la democrazia.

     
    D. – Padre Poletto, lei coordina un progetto pastorale e di promozione sociale in Mozambico, ci può spiegare come nasce questo progetto e di che cosa si occupa in concreto?

     
    R. – E’ nato subito dopo la guerra. Il progetto si chiama Esmabama e non è altro che l’acronimo di quattro missioni cattoliche, costruite a suo tempo dai francescani, poi nazionalizzate dal governo e, a causa della guerra, lasciate in una situazione di semidistruzione. Mettendo il proprio contributo la Chiesa di Beira ha voluto ricostruire queste quattro missioni, in maniera che diventassero centri non solo di pastorale ma centri di promozione sociale, nell’ambito della scuola, della sanità e dello sviluppo agrozootecnico. Concretamente, in questo momento, abbiamo queste quattro missioni funzionanti, con scuole di indirizzo generale e scuole tecniche. Poi, in ogni missione, c’è anche un centro sanitario con il trattamento e la prevenzione dell’Aids, e in ogni missione ci sono anche progetti di agricoltura, di allevamento del bestiame, che servono a mantenere i convitti, danno lavoro, incrementano l’attività economica delle popolazioni che vivono nei dintorni delle missioni. Questo tipo di progetto vorrebbe essere anche una proposta concreta di cooperazione tra Chiesa e governo, avendo in vista l’obiettivo comune di promuovere le condizioni sociali delle popolazioni della zona.

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    L'ospitalità delle Scritture al centro della sesta edizione del Festival Biblico

    ◊   Incontri, dibattiti, rappresentazioni teatrali: sono alcune delle proposte del Festival biblico, ospitato a Vicenza da domani al 30 maggio. 150 gli ospiti di questa sesta edizione sul tema “L’ospitalità delle Scritture”, per riscoprire la Bibbia e il suo messaggio, nella liturgia e nell’attualità. Ricco il calendario degli eventi in programma che è possibile consultare sul sito www.festivalbiblico.it. Tiziana Campisi ha chiesto a mons. Roberto Tommasi, presidente del Festival, com’è stata pensata quest’anno la manifestazione:

    R. – Il tema di quest’anno è “L’ospitalità delle Scritture”. Noi lo articoleremo in cinque grandi filoni tematici. Quello che abbiamo chiamato il filone degli “Ospiti della Parola”, nel quale – insieme a teologi e biblisti – ci metteremo in ascolto proprio della Parola di Dio. Quello che abbiamo chiamato “Ospiti in scena”, in cui la Parola di Dio diventa l’anima anche delle arti ed avremo dei concerti, del teatro, delle performance. Avremo poi il filone degli “Ospiti del Paese”, perché il messaggio che le Scritture Sacre ispirano sull’ospitalità - con le opportune mediazioni - si traduce, soprattutto in un tempo come il nostro di società globalizzata ed anche di migrazioni, in tanti messaggi e spunti per ripensare la nostra società. Quindi, avremo il filone degli “Ospiti in famiglia”, dedicato specificatamente ai bambini e alle loro famiglie, attraverso giochi, laboratori e intrattenimenti. Infine, il filone “Ospiti della terra”, con un’attenzione particolare alla storia, alla natura ed anche il pellegrinare dei popoli.

     
    D. – Cosa vuol dire il Festival alla gente?

     
    R. – Possiamo riconoscere tre messaggi fondamentali. Anzitutto quello di aiutare a riscoprire il testo sacro, la Bibbia, come un testo che nasce dall’accoglienza da parte di Dio di un popolo e come accoglienza da parte di questo popolo, il popolo ebraico e poi il popolo di Gesù, anche di apporti culturali diversi. Nella Bibbia si intrecciano la Parola e le opere di Dio, ma anche la sapienza dell’Egitto, della Babilonia, della Siria, delle genti di Canaan e del deserto, dell’ellenismo. Da questo punto di vista l’apertura all’altro è proprio una delle grandi costanti del libro biblico. Se la Bibbia in questo senso è il libro della ospitalità è anche vero che la Bibbia stessa, a sua volta – questo è il secondo messaggio – ha bisogno di essere ospitata nella Liturgia, nella Lettura pregata, nella predicazione e soprattutto nel cuore di ogni credente. Infine, il terzo grande messaggio, è che la Bibbia è in grado di sfidare anche le problematiche sociali, politiche, relazionali del mondo contemporaneo.

     
    D. – Quali frutti ha portato in questi anni il Festival Biblico?

     
    R. – Credo che i frutti siano soprattutto nella mente e nel cuore delle persone. Però noi notiamo anzitutto una crescente partecipazione: la prima edizione – nel 2005 – aveva visto 15 mila presenze, mentre lo scorso anno sono state 45 mila. Notiamo anche una crescente attenzione e penso che un primo frutto sia proprio quello di tener desta l’attenzione sulla Bibbia, creando un’occasione anzitutto per accostare questo testo, per accorgerci che questo testo parla di un Dio che si fa vicino, ma che diventa anche lo specchio e il riflesso dell’animo umano, della vita umana, con i punti di forza e le sue potenzialità, ma anche con le sue contraddizioni e i suoi fallimenti. Il tentativo è quello di far sì che la Parola di Dio esca dal tempio ed entri nelle piazze, entri nelle vie, nelle abitazioni, nelle persone.

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    La Chiesa celebra la memoria di San Filippo Neri, fondatore degli oratori

    ◊   “Pippo buono”: così i ragazzi della Roma antica chiamavano San Filippo Neri, che la Chiesa ricorda oggi. Vissuto nel 1500, fiorentino di nascita, ma romano di adozione, San Filippo dedicò la propria vita ad aiutare i giovani bisognosi, dando vita agli oratori e fondando, nel 1575, la Congregazione dei Preti dell’Oratorio. Ma qual è il carisma di questo Santo, definito “l’Apostolo della città di Roma”? Isabella Piro lo ha chiesto a Padre Edoardo Cerrato, procuratore generale della Confederazione dell’Oratorio di San Filippo Neri:

    R. – Filippo è un sacerdote e ciò che egli testimonia nella storia della Chiesa è proprio la vita sacerdotale vissuta in un’intensità e in un’aderenza al Vangelo che ha lasciato stupiti i suoi contemporanei al punto tale che qualcuno scrisse: “Cambiò il volto dell’Urbe”. Ha proprio testimoniato il valore e la grandezza del sacerdozio cattolico.

     
    D. – Fortissimo è il legame tra questo Santo ed i giovani bisognosi ai quali si dedicò per tutta la vita…

     
    R. – L’amore di Filippo per i giovani fu intensissimo per tutta la vita al punto tale che i giovani lo amarono quando egli era ormai ottantenne e quindi non era più giovane dal punto di vista della carta d’identità. Ha conservato una giovinezza, una freschezza interiore che lo faceva percepire come un giovane anche dalle persone più giovani e l’oratorio nasce come la riunione pomeridiana dei discepoli di San Filippo Neri nel ministero della riconciliazione. I giovani avevano però un grande spazio.

     
    D. – Ma oggi esiste ancora l’oratorio e come rilanciarlo?

     
    R. – Esiste ancora. Anzi, potremmo dire che questa è l’opera fondamentale della Congregazione. L’oratorio, oggi come in passato, ha diverse sezioni: una è quella giovanile ma accanto a questa c’è anche l’oratorio nel senso più vasto nel termine, cioè una scuola di vita cristiana che si esprime attraverso i sermoni sulla Parola di Dio, iniziative musicali perché la musica ha sempre avuto un’importanza fondamentale nella pastorale di Filippo Neri. Filippo Neri parlava della musica come di pescatrice delle anime, quindi la bellezza della musica, la bellezza dell’arte messa a servizio dell’evangelizzazione.

     
    D. – “State boni se potete”, diceva San Filippo ai ragazzi. Una frase che però non è semplicemente sinonimo di buonismo…

     
    R. – Tutt’altro! E difatti lo diceva in romanesco: “State boni” e sappiamo bene che in romanesco 'state boni' vuol dire state fermi. Filippo non poteva dire “state boni se potete” intendendo 'buoni' come impegno morale, perché allora sarebbe un esempio di relativismo. “State boni” vuol dire proprio state fermi, cercate di entrare dentro a questo cammino di educazione con un po’ di calma. Non c’è buonismo in San Filippo Neri.

     
    D. – San Filippo è "profeta della gioia”: così lo definì Giovanni Paolo II. Cosa significa?

     
    R. – Vuol dire colui che a nome di Dio parla della gioia, colui che a nome di Dio insegna che cos’è la gioia. La gioia che Filippo testimonia è esattamente quella di cui parla Gesù nel Vangelo quando dice: “La mia gioia io vi do, la mia gioia io lascio a voi” e questa gioia è fondamentalmente l’amicizia con Cristo, è il frutto dell’amicizia con Cristo.

     
    D. – Padre Cerrato, qual è il suo augurio nel giorno in cui la Chiesa ricorda questo Santo?

     
    R. – Quest’anno vorrei limitarlo - se così si può dire, ma non è affatto un limitare - limitarlo all’ambito dell’Anno Sacerdotale che stiamo vivendo. L’augurio è che i sacerdoti scoprano che la loro fedeltà può essere soltanto radicata nella fedeltà di Cristo ai suoi discepoli. Filippo Neri, fondamentalmente sacerdote, non è stato senza motivo rappresentato dall’arte quasi sempre rivestito coi paramenti sacerdotali. Che cosa fu la Santa Messa per Filippo, la Comunione, il ministero sacerdotale! Questa è veramente l’anima di Filippo, questo è l’augurio: che nella fedeltà di Cristo, come Filippo Neri, anche noi possiamo trovare la forza e la fonte della nostra fedeltà.

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    Chiesa e Società



    Lettera di sostegno al Papa da parte di cardinali e vescovi salesiani

    ◊   Il 23 maggio scorso, il Rettor maggiore dei Salesiani, don Pascual Chávez Villanueva, a conclusione dell’Eucaristia, celebrata nella neo basilica di Colle Don Bosco, ha letto e consegnato nelle mani del Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, una lettera per il Sommo Pontefice. Lo riferisce Zenit. A firmare il testo, oltre i membri del Consiglio generale, anche i Vescovi e i Cardinali radunati per il loro incontro a Torino in occasione del 150° della Congregazione salesiana, del centenario della morte del primo Successore di Don Bosco, il Beato Michele Rua e del 125° dell’ordinazione episcopale del primo Vescovo salesiano, mons. Giovanni Cagliero, in seguito elevato alla dignità cardinalizia. Il motivo principale alla base della lettera, spiega il Rettor maggiore nel testo, “è quello di esprimere a Vostra Santità, l’affetto, la vicinanza, la piena disponibilità che Don Bosco ci ha insegnato a vivere, fin dai primi tempi della sua esperienza carismatica, nei confronti del Santo Padre e di tutta la Chiesa”. “Con Vostra Santità – continua don Pascual Chávez Villanueva – condividiamo le preoccupazioni del momento presente, chiedendo al Signore di purificare la nostra vita e di purificare la Chiesa per poter essere degni annunciatori del Vangelo, soprattutto ai giovani, ai poveri, agli ultimi, a coloro che ancora non conoscono la Buona Novella”.“In secondo luogo, Santità, vogliamo assicurare a Lei di voler coltivare nella Congregazione e nella persona di questi nostri fratelli Vescovi un profondo rinnovamento spirituale”. “Il terzo motivo – prosegue –, come Figli di Don Bosco è quello di assicurare a Vostra Santità la preoccupazione per i giovani di oggi, che spesso appaiono come 'pecore senza pastore'”. Raccogliendo l'appello lanciato dallo stesso Benedetto XVI, don Chávez rinnova l’impegno dei salesiani di farsi carico della “emergenza educativa” che colpisce le società e le culture contemporanee.“In un mondo che pur con mille contraddizioni cerca di farsi carico di difendere i diritti della persona umana – conclude - vogliamo essere apostoli dei giovani, custodendo il loro diritto alla conoscenza di tutto quello che è 'nobile, giusto, puro, onorabile, degno di lode'”.


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    Pakistan: manifesti anticristiani dopo l’oscuramento di Facebook e Youtube

    ◊   Desta crescente preoccupazione nella Chiesa in Pakistan, la comparsa a Lahore di manifesti anti-cristiani, dopo l’oscuramento deciso dall'Authority delle telecomunicazioni pachistana (Pta) di Facebook, YouTube e altri siti per avere violato la legge sulla blasfemia. Il blocco è stato imposto su ordine di un tribunale di Lahore, che aveva dichiarato ''blasfemo'' un concorso lanciato sul popolare social network in cui si invitavano gli internauti a pubblicare online caricature su Maometto. La messa al bando è stata poi estesa anche a Youtube su cui erano state trasferite alcune delle caricature contestate e ad altri siti ritenuti sacrileghi. La vicenda – riferisce l’agenzia Ucan - sta provocando crescenti proteste nel Paese e ha scatenato la mobilitazione dei movimenti islamisti. Tra questi la Conferenza Khatm-e-Nabuwat, già coinvolta in passato in diversi attacchi contro chiese cristiane, che ha riempito le strade di Lahore di manifesti anti-cristiani e anti-ebraici. L’iniziativa desta allarme nella Chiesa locale che teme nuove violenze contro i cristiani. “Preghiamo che il Signore ci aiuti, perché siamo indifesi”, ha dichiarato l’arcivescovo di Lahore, mons. Lawrence Saldhana che ha condannato Facebook ha chiesto che “i manifesti vengano rimossi al più presto”, notando che uno di essi è affisso vicino alla cattedrale della città. E di una “reazione pericolosa”, parla anche padre Aftab James Paul , direttore della Commissione per il dialogo interreligioso della diocesi di Faisalabad che ha annunciato per il 28 maggio una Conferenza stampa dell’arcidiocesi contro Facebook. (L.Z.)

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    Il cardinale Re: il vescovo non è un manager ma un pastore che illumina e incoraggia

    ◊   “Il vescovo è servitore di tutti, non è funzionario, né un burocrate, non è un rappresentante del potere, né un manager di un’organizzazione umana, ma un pastore che illumina e incoraggia, è un padre che ama, educa e conforta”. A ricordarlo ai vescovi italiani, che celebrano in Vaticano la loro assemblea plenaria, è stato questa mattina il prefetto della Congregazione per i Vescovi, il cardinale Giovanni Battista Re. Come riferisce il Sir, nell’omelia della Messa celebrata a San Pietro, il porporato ha ribadito anche lo stile con cui tale servizio deve essere prestato: stile “accompagnato da tante qualità - dalla saggezza alla fortezza, dalla prudenza all’amabilità, dalla lungimiranza all’attenzione alle piccole cose - ma soprattutto deve essere caratterizzato da un vivo senso di paternità”. Paternità spirituale “verso tutti coloro che gli sono affidati specie verso i sacerdoti”. “Non dobbiamo mai dimenticare che abbiamo davanti delle persone e non degli operatori o, tanto meno, dei ‘numeri’. La paternità episcopale ci chiede di saper incontrare le persone dando attenzione a ciascuna di esse”. Il vescovo deve “lasciarsi illuminare dalla Parola di Dio” e pregare per “non cadere nel rischio di un pericoloso senso di autosufficienza che finisce poi per sconfinare nell’attivismo o nell’autoritarismo. Il ministero che il vescovo è chiamato a svolgere non è un’impresa legata alle forze umane ma all’azione di Dio”.

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    La Cei nomina i presidenti delle 12 Commissioni episcopali

    ◊   Nel corso dei suoi lavori in Vaticano, l'Assemblea generale dei vescovi italiani ha provveduto alle nomine dei presidenti delle 12 commissioni episcopali. Questo il quadro riassuntivo riportato dal Sir: vicepresidente per l'area Nord mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo-vescovo di Vicenza. Questi i nuovi presidenti delle 12 Commissioni episcopali: mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano, presidente della Commissione episcopale per la dottrina della fede, l'annuncio e la catechesi; mons. Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato, presidente della Commissione episcopale per la liturgia; mons. Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi, presidente della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute; mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini, presidente della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata; mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina, assistente ecclesiastico generale dell'Azione Cattolica italiana e presidente della Commissione episcopale per il laicato. Mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma, presidente della Commissione episcopale per la famiglia e la vita; mons. Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, presidente della Commissione episcopale per l'evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese; Mons. Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia, presidente della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo; mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio, presidente della Commissione episcopale per l'educazione cattolica, la scuola e l'università; mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace; mons. Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, presidente della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali; mons. Bruno Schettino, arcivescovo di Capua, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni.

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    Riaprirà il 6 giugno il Duomo di Todi

    ◊   Domenica 6 giugno riaprirà al pubblico il Duomo di Todi. Lo rende noto l’Ufficio stampa diocesano di Orvieto. La chiesa è stata sottoposta a “lunghi lavori di consolidamento, restauro e adeguamento funzionale, in particolare per quanto concerne il rifacimento dell’impianto di riscaldamento. Questi lavori hanno portato oggi alla completa eliminazione dell’umidità, che produceva sul pavimento della Basilica un velo d’acqua, impedendone il pieno godimento artistico e religioso”. Il Duomo venne edificato nel XII secolo sull'altura dell'attuale Piazza del Popolo, antica sede del foro romano. Al suo posto sorgeva forse il Capitolium classico, all'interno del quale vennero inizialmente costruiti un oratotio dedicato a San Pietro ed una chiesetta intitolata a San Paolo. Il complesso assunse la forma attuale dopo il rovinoso incendio del 1190 e le notevoli ricostruzioni eseguite dopo il terremoto del 1246. In epoca molto più tarda vennero aggiunti il campanile, la facciata e la quarta “navatina” di destra. Proprio quest’ultima - si legge in una nota ripresa dal Sir - sarà ancora parzialmente soggetta a lavori di restauro mentre la navata centrale e quella laterale sinistra saranno agibili. “Con l’impianto di riscaldamento realizzato a pavimento – continua il comunicato - si ha il vantaggio di non aumentare la temperatura verso l’alto: infatti al di sopra dei due metri il gradiente termico torna ad essere quello precedente. Ciò significa che le opere d’arte beneficeranno di una temperatura costante evitando stress micro-ambientali”. Nel Duomo è stata anche ricollocata l’antica pavimentazione dopo il perfetto restauro”.(M.A.)

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    Iniziativa di NeoStem e Pontificio Consiglio della Cultura sulle cellule staminali adulte

    ◊   Promuovere la ricerca sulle cellule staminali adulte, ampliare la conoscenza sui possibili campi terapeutici, sostenere la riflessione culturale sulle implicazioni antropologiche, etiche, sociali e culturali. Questi gli intenti sottesi all’iniziativa promossa dalla Società biofarmaceutica statunitense NeoStem e dal Pontificio Consiglio della Cultura. Come informa una nota congiunta, il progetto sarà realizzato dalla Stem for life Foundation insieme alla Corporation no profit STOQ International (Scienza, Teologia e Ricerca Ontologica) legata al Pontificio Consiglio della Cultura. La collaborazione tra la NeoStem e il dicastero vaticano sarà volta a sviluppare pubblicazioni, corsi accademici, con un approccio interdisciplinare per le Facoltà teologiche e filosofiche e per le Facoltà di Bioetica in tutto il mondo, e programmi educativi. Tra le iniziative annunciate, un convegno di tre giorni in Vaticano sulle cellule staminali. (R.G.)

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    Appello di 37 docenti alla Corte Europea perché rigetti la sentenza contro il Crocifisso

    ◊   “Il tentativo di esiliare le idee e i simboli religiosi dallo spazio pubblico sarebbe temerario”, poiché questi simboli e queste idee “sono parte integrale dell’arazzo della civiltà europea. Strappando quel filo si disfa tutto l’arazzo”. È quanto sostengono 37 docenti di diritto di undici diversi Paesi, in un documento rivolto alla Grande Camera della Corte Europea dei diritti dell’uomo, che il prossimo 30 giugno si riunirà in udienza sul caso della sentenza dello scorso 3 novembre, con la quale una Camera di sette giudici della Corte di Strasburgo ha vietato l’esposizione del Crocifisso nelle scuole pubbliche italiane. Nel testo – riportato dal Sir – si chiede di rigettare quella sentenza, poiché “minaccia inutilmente la grande varietà di simboli religiosi esposti nei luoghi pubblici di tutto il continente”. “Non ha molto senso" - sostengono i professori - tentare di creare “un comune denominatore laicista”, La Corte dovrebbe piuttosto “lasciare agli Stati la libertà d’azione per strutturare le relazioni Chiesa-Stato in armonia con la rispettiva tradizione, storia e cultura”. “La messa al bando di un simbolo religioso – afferma Eric Rassbach, direttore del Becket Fund for Religious Liberty, che ha partecipato alla stesura del documento – è la messa al bando di tutti i simboli religiosi”. Per Rassbach “anziché annunciare una crociata di Stato contro la religione, la Corte dovrebbe riconoscere che religione e governo possono porsi - l’uno accanto all’altro - in armonioso dialogo”. The Becket Fund for Religious Liberty è un’organizzazione non profit con sede a Washington, fondata 15 anni fa per proteggere la libera espressione di tutte le tradizioni religiose. (M.G.)

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    L'Onu: siano ratificati i Protocolli opzionali alla Convenzione sui diritti dei bambini

    ◊   I più alti rappresentati delle Nazioni Unite hanno chiesto la ratifica universale dei due Protocolli opzionali alla Convenzione sui diritti del bambino, riguardanti il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati e la vendita, la prostituzione e la pornografia rappresentante bambini. L’appello è stato lanciato ieri in occasione del decimo anniversario dell'approvazione dei Protocolli, celebrato nella sede Unicef di New York, alla presenza del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon; del direttore generale dell'Unicef, Anthony Lake; del rappresentante speciale per i bambini nei conflitti armati, Radhika Coomaraswamy; e, del rappresentante speciale per la violenza contro i bambini, Marta Santos Pais. In questa sede sono state annunciate iniziative per far in modo che tutti i Paesi ratifichino ed attuino i Protocolli entro il 2012. I due Protocolli prevedono forti tutele, oltre a quelle già sancite dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia. Gli esponenti dell’Onu si sono rivolti ai 36 Paesi che non hanno ancora né firmato né ratificato il Protocollo opzionale sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati e ai 29 Stati che non hanno ancora né firmato né ratificato il Protocollo opzionale sulla vendita, la prostituzione e la pornografia rappresentante bambini. "I Protocolli opzionali rappresentano una promessa fatta ai bambini più vulnerabili del mondo, ai bambini nati in condizioni di estrema povertà e disperazione e in Paesi lacerati dai conflitti, ai bambini costretti a schiavitù inimmaginabili da parte di adulti che li considerano come merci": così il direttore dell'Unicef, Anthony Lake. “Due terzi delle nazioni del mondo hanno ratificato i Protocolli, ma per onorare in pieno la promessa che essi rappresentano, abbiamo bisogno che siano universalmente ratificati ed attuati. Sappiamo che rimane ancora molto da fare. La violenza contro i bambini in tutte le sue forme è una sfida per le società mondiale”, ha aggiunto Radhika Coomaraswamy, rappresentante speciale del segretario generale dell'Onuper i bambini nei conflitti armati. "Ci sono molti conflitti – ha proseguito Coomaraswamy - in cui i bambini vengono utilizzati come soldati, come spie, come scudi umani o per scopi sessuali. Ogni ulteriore ratifica del Protocollo opzionale ci avvicina, quindi, ad un mondo in cui nessun bambino parteciperà ai conflitti o sarà costretto a servire gli eserciti militari nazionali o irregolari”. Infine, il presidente del Comitato sui diritti dell’infanzia, la signora Yanghee Lee, ha ricordato che un numero crescente di Paesi ha abolito l'arruolamento volontario per persone di età inferiore ai 18 anni e che gli Stati stanno intensificando le misure e la cooperazione internazionale per combattere la prostituzione minorile, la pornografia minorile e lo sfruttamento sessuale di bambini nei viaggi e nel turismo. “Tuttavia - ha detto, in conclusione, Yanghee Lee - resta ancora molto da fare per assicurare piena protezione ai bambini e se necessario anche attraverso l'utilizzo di sanzioni penali più severe per i colpevoli e di applicazione rigorosa della legge”. (M.G.)

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    “Vie di pace” tra Umbria e Toscana: itinerario d’incontri ispirato a San Francesco

    ◊   “Le Piazze di Maggio: vie di pace”, è titolo dell’itinerario d’incontri ispirato alla figura di San Francesco, che si snoderà tra Umbria e Toscana da oggi fino a domenica 30 maggio. L’iniziativa, giunta alla terza edizione, avrà come filo conduttore il motto “unica la persona, molte le vie”, suggerito proprio dalla figura del Poverello di Assisi, che ha saputo percorrere e aprire molte vie, non senza difficoltà, ma con la capacità di tessere relazioni che giungono sino alla nostra modernità. Ad animare anche quest’anno il programma degli eventi è lo Studentato Internazionale di Rondine Cittadella della Pace, un'esperienza unica in Italia che vede vivere e studiare assieme giovani provenienti da Paesi in conflitto e che vede praticare una cultura di dialogo e un percorso di educazione alla pace - lungo in media due anni - nell’antico borgo di Rondine, in provincia di Arezzo. Tra gli ospiti di questo percorso - che tocca Assisi, Perugia, Città di Castello, Gubbio, Arezzo, il borgo di Rondine Cittadella della Pace e il Santuario de La Verna - esponenti del mondo culturale, religioso, accademico, diplomatico, istituzionale ed economico. Il percorso si aprirà questa sera alle 21.00 ad Assisi con un incontro di carattere interreligioso grazie alla presenza, tra gli altri, del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso; del Rabbino Rav Elia Richetti, capo di Venezia e presidente dell’Assemblea rabbinica italiana; e di Elzir Izzedin, presidente dell’Unione delle Comunità e organizzazioni islamiche d’Italia. Un colloquio a più voci per ascoltare Islam, ebraismo e cristianesimo, cercando di capire come le religioni siano una via di pace per il mondo e quale compito storico decisivo abbiano nella risoluzione della crisi planetaria. L’incontro sarà preceduto da una meditazione di mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino. Domani “Le Piazze di Maggio” si sposteranno all’Università di Perugia per approfondire quelle vie di pace che sono la formazione e la ricerca, insieme con importanti esponenti del mondo accademico. Da venerdì prossimo, 28 maggio, “Le Piazze di Maggio” saranno in Toscana. “Impresa sociale e terzo settore per superare la crisi e proiettare la cultura oltre il territorio” è il tema dell’incontro, moderato da Cosimo Risi, Ministero degli Affari Esteri, che si svolgerà alle 11.00 ad Arezzo. Nel pomeriggio, nel borgo di Rondine Cittadella della Pace, dove ha sede l’esperienza dello Studentato Internazionale, il presidente Franco Vaccari, insieme a Giordano Remondi, monaco camaldolese, porterà la riflessione sull’educazione, rievocando la storia che ha dato vita a questa esperienza unica. Sabato, 29 maggio, sarà invece una giornata dedicata al cammino: dopo una meditazione preparatoria a Rondine con mons. Rodolfo Cetoloni, vescovo di Chiusi-Pienza-Montepulciano, i partecipanti de “Le Piazze di Maggio” percorreranno 29 chilometri a piedi, che li condurranno al Santuario de La Verna, all’insegna della riflessione e del silenzio interiore. Il cammino si concluderà nella notte e chi lo desidererà potrà pernottare al Santuario, dove San Francesco di Assisi ha ricevuto le stimmate, per poi partecipare, domenica 30 maggio al dibattito conclusivo de “Le Piazze di Maggio” su “Persone, comunità, istituzioni: diplomazia ufficiale, parlamentare e popolare insieme a servizio della pace”. All’incontro prenderanno parte l’on. Rosy Bindi, vice presidente della Camera dei Deputati; l’on. Riccardo Migliori, presidente della delegazione italiana presso l’Osce; il prof. Adriano Roccucci della Comunità di Sant’Egidio; Miguel Humberto Diaz, ambasciatore statunitense presso la Santa Sede, ed altre personalità internazionali. (M.G.)

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    A Milano il Seminario delle cellule parrocchiali di evangelizzazione

    ◊   Si tiene da oggi a Milano e fino a domenica prossima, 30 maggio, il 21.mo Seminario internazionale delle Cellule parrocchiali di evangelizzazione. Gli iscritti – si apprende dal quotidiano Avvenire – sono oltre 400, di cui 70 sacerdoti. La "Cellula di evangelizzazione" è un piccolo gruppo legato da relazioni di “oikos”, cioè da vincoli familiari, di lavoro, di amicizia, di interessi comuni che uniscono laici e consacrati. La basilica di Sant’Eustorgio sperimenta da ormai 23 anni questa forma di collaborazione tra sacerdoti e fedeli come strumento per rinnovare le comunità parrocchiali. La cellula ha sette fini: crescere in intimità con il Signore; crescere nell’amore reciproco; condividere Gesù con gli altri; svolgere il ministero nel corpo mistico che è la Chiesa; dare e ricevere sostegno; addestrare nuovi leaders; approfondire l’identità della fede. Questi sette traguardi tracciano un cammino collettivo di fede e fanno della cellula un luogo di santità, dove il Vangelo viene vissuto. Operando nei diversi ambienti del quotidiano, ogni cellula s’ingrandisce fino a generarne una nuova. Nel 1986 don Pier Giorgio Perini “importò” a Milano l’esperienza delle “cellule”, vissuta in una parrocchia della Florida. Esattamente un anno fa, il 29 maggio scorso, la parrocchia di Sant’Eustorgio, antesignana del progetto che oggi interessa diversi luoghi del mondo, ha ricevuto su mandato del Papa il Riconoscimento vaticano. La cellula è, in natura, l’unità biologica fondamentale, capace di vita autonoma e capace di generare attraverso un processo di moltiplicazione. Nel quadro dell’Anno Sacerdotale risulta di primario interesse interrogarsi sullo sviluppo dell’evangelizzazione della parrocchia come nucleo autonomo e al tempo stesso generativo, nonché definire il ruolo preminente dei laici nella vita della Chiesa. (M.A.)

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    Messaggero di Sant’Antonio: padre Ugo Sartorio è il nuovo direttore responsabile

    ◊   Padre Ugo Sartorio è il nuovo direttore responsabile del “Messaggero di Sant’Antonio”. La nomina, resa nota dall’ufficio stampa della testata, è giunta da padre Gianni Cappelletto, ministro provinciale della Provincia Patavina di Sant'Antonio dei Frati Minori Conventuali. Padre Sartorio, già direttore editoriale della rivista - ricorda al Sir - come il "Messaggero di Sant’Antonio” resti un caso editoriale unico nel suo genere, poiché trattandosi di un mensile legato ad una basilica e alla figura di un santo, si presenta come una pubblicazione rilevante a livello nazionale e non solo. Quella del “Messaggero - spiega il nuovo direttore responsabile - “è una grande opera che, in nome di Sant’Antonio, svolge un’intensa attività editoriale: riviste, libri, programmi radio. Una fonte d’informazione apprezzata e giudicata stimolante”. Si tratta infatti di una storia che copre un arco temporale di ben 112 anni: dal 1898 è un riferimento nella comunicazione italiana, ha attraversato tempi diversissimi, facendosi sempre onore. Nato come bollettino della Basilica, il “Messaggero” è cresciuto nei numeri, ma soprattutto nella forza del pensiero, divenendo a tutti gli effetti uno dei mensili più diffusi. Naturalmente il riferimento alla Basilica, alla sua vita liturgica e al suo essere meta di continui pellegrinaggi resta fondamentale, ma con l’aggiunta di una contemporaneità che si cerca di leggere nello stile di Sant'Antonio. Padre Sartorio si accinge a svolgere il nuovo incarico “con grande serenità”, ricordando che “lo sfondo sul quale si colloca la nostra fatica e dentro il quale si raccolgono le maggiori soddisfazioni è quello di una Chiesa che vuole essere nella società italiana fermento di fraternità evangelica e promozione umana”. (M.A.)

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    Convegno sugli Angeli nell’Abbazia di Santa Maria La Nova in provincia di Salerno

    ◊   Il “VI Meeting sugli Angeli” si svolgerà l’1 e 2 giugno, nell’antica abbazia di Santa Maria La Nova, in provincia di Salerno. Al convegno – si apprende da una nota del Sir - sono attesi i principali studiosi di angelologia d’Italia. L’evento è promosso e organizzato dalla “Milizia di San Michele Arcangelo”, un’associazione di fedeli che si impegnano per la diffusione del vero culto di San Michele e degli altri angeli, in particolare dell’Angelo Custode. Fondatore e coordinatore è don Marcello Stanzione, prete campano, che ha dedicato la vita allo studio e alla diffusione del culto dei messaggeri di Dio, autore di circa trenta pubblicazioni sulle figure degli angeli nella devozione dei Santi e nella tradizione cristiana e che nell’abbazia di Santa Maria La Nova, tra Eboli e Campagna, ha ideato una vera e propria “Cittadella degli Angeli”: statue, ceramiche, affreschi, libri, manifesti, santini, una biblioteca, sale per convegni. “Sono la meraviglia dell’universo” - dice don Marcello - “ e un dono stupendo dell’immenso amore di Dio. Una realtà così sublime che supera ogni immaginazione ed è per questo che noi uomini fatichiamo a ritenerla concreta. Molti credenti ritengono infatti che si tratti soltanto di una bella favola, mentre invece l’esistenza degli Angeli è una verità di fede, quindi una verità rivelata da Dio e sulla quale un cristiano non può assolutamente dubitare”. Il Catechismo della Chiesa Cattolica definisce gli angeli “creature puramente spirituali, incorporee, invisibili, immortali, esseri personali dotati d’intelligenza e di volontà.”. Gli angeli sono “esseri personali” e quindi persone dotate di intelligenza e volontà, il cui compito principale è stare al fianco degli uomini quotidianamente. Anche Papa Benedetto XVI ha richiamato l’attenzione sugli angeli, dicendo “toglieremmo una parte notevole del Vangelo, se lasciassimo da parte questi esseri inviati da Dio”. Ed ha aggiunto: “sono figure luminose e misteriose che nel nome di Dio aiutano e guidano gli uomini”. Gli angeli hanno l’incarico specifico - dato loro da Dio - di difendere gli uomini dai nemici spirituali, ma anche dai pericoli, dalle difficoltà, dai problemi che incontrano quotidianamente. La due giorni di studi sarà accompagnata dalla possibilità di visitare la mostra, un percorso espositivo che propone migliaia di immagini e sculture raffiguranti gli spiriti celesti. Tra i relatori all’incontro, lo scrittore Renzo Allegri; don Renzo Lavatori; il giornalista Federico Pini e lo storico Maurizio Ulino, che parlerà degli “Angeli nell’araldica”. Altre relazioni in programma sono quelle su “San Josémaria Escrivà de Balaguer ed il mondo angelico”, ”San Paolo della Croce e gli Angeli” e “San Giovanni della Croce e gli Angeli”. (M.A.)

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    24 Ore nel Mondo



    Ripresi i colloqui per la riunificazione di Cipro

    ◊   Dopo una sospensione di quasi due mesi per consentire lo svolgimento di elezioni nella Repubblica turca di Cipro del Nord (Rtcn, riconosciuta solo da Ankara) sono ripresi oggi i colloqui sotto l'egida dell'Onu tra i leader delle comunità greco-cipriota e turco-cipriota nel tentativo di giungere ad una riunificazione dell'isola, divisa dal 1974 in seguito ad un intervento militare turco. Per la prima volta dopo la sua elezione lo scorso 18 aprile, il neo-presidenteturco-cipriota Dervish Eroglu si è incontrato con il collega Demetris Christofias, presidente della Repubblica di Cipro, nella “zona cuscinetto” sotto il controllo dell'Onu. All'incontro era presente, come di consueto, anche Alexander Downer, inviato per Cipro del segretario delle Nazioni Unite Ban-Ki moon. Proprio Downer, parlando con la stampa al termine del colloquio, ha dichiarato che il leader turco-cipriota ha assicurato che i colloqui riprenderanno dal punto in cui si erano interrotti il 30 marzo scorso ed ha garantito di essere impegnato a proseguire nel processo di pace.

    Italia: manovra economica
    Sarà illustrata nel pomeriggio alla stampa dal premier Berlusconi e dal ministro dell’Economia Tremonti la manovra correttiva dei conti pubblici varata ieri sera dal Consiglio dei Ministri. Il complesso delle misure ammonta a 24 miliardi di euro. Il capo dello Stato Napolitano sollecita un confronto costruttivo per il bene dell’Italia. Il servizio di Giampiero Guadagni:

     
    La manovra, messa a punto ieri sera in un Consiglio dei Ministri assai teso, è il risultato di una tormentata trattativa con parti sociali ed enti locali, ma anche all’interno del governo stesso. La preoccupazione di evitare il rischio contagio dalla Grecia ha indotto il ministro dell’Economia Tremonti ad interventi per complessivi 24 miliardi di Euro. “Non siamo in una congiuntura economica, ma in un tornante della storia”, ha detto questa mattina Tremonti. Ma il premier Berlusconi teme che ci possa essere ora un effetto negativo sulle tasse. La manovra è un mix di misure che vanno dai costi della politica allo stop per quattro anni dei contratti del pubblico impiego; dalla lotta all’evasione fiscale all’aumento della soglia per le pensioni di invalidità; ed ancora soppressione delle province più piccole - quelle sotto i 200 mila abitanti – e un contributo di soggiorno fino a 10 euro per i turisti negli alberghi di Roma. Le prime reazioni sono di diverso segno. Sul fronte politico, la maggioranza fa quadrato intorno al governo mentre l’opposizione si divide: durissimo il giudizio dell’Italia dei Valori, critiche più articolate dal Pd, mentre l’Udc si dice pronta ad esaminare il testo e non esclude un voto in Parlamento favorevole. Posizioni, queste, che in qualche modo si ritrovano nel mondo sindacale: la Cgil parla di interventi che pesano sui lavoratori ed ipotizza lo sciopero generale; Cisl e Uil sono disponibili al confronto, ma chiedono che il rigore sia coniugato con l’equità. Sostanziale appoggio da Confindustria, che chiede a gran voce tagli veri alla spesa pubblica improduttiva. Secco “no” delle Regioni che avvertono: “Saranno penalizzati i servizi per i cittadini”. In questo quadro si è fatta sentire da Washington la voce del capo dello Stato Napolitano, che osserva: “La manovra era oggettivamente necessaria e se sarà equa, sarà anche condivisa”.

     
    Ocse: recessione finita in Italia ma crescita lenta
    La recessione in Italia “è finita a metà del 2009”, ma “la ripresa secondo le previsioni procederà a passo limitato nel complesso del 2010, rinforzandosi un po' nel 2011”. Lo scrive l'Ocse, nel suo 'Economic outlook'. “La ripresa attesa è debole - spiega l'organizzazione – ma generalmente in linea con le performance di crescita nel decennio precedente alla recessione”. “La politica del governo ha aiutato a contenere la disoccupazione, ma questa continuerà comunque a crescere lentamente nel 2011”. Il tasso di disoccupazione in Italia - secondo l'Ocse - sarà dell'8,7% nell'insieme del 2010 e dell'8,8% nel 2011.

     
    Italia - evasione fiscale
    È di 6,9 miliardi di dollari Usa il "tesoretto" contenuto nella cosiddetta “lista Hsbc” acquisita la scorsa settimana dalla Guardia di Finanza italiana. La lista contiene 7 mila nomi di correntisti italiani del colosso bancario Hsbc sospettati di evasione fiscale ed è stata ottenuta dalle Fiamme gialle attraverso una collaborazione internazionale di polizia. Sono 6.936 le posizioni finanziarie, riferite a due anni (2005 e 2006), per complessivi 5.728 contribuenti italiani.
     
    Obama ringrazia Napolitano per il suo ruolo in Europa e nei rapporti con gli Usa
    Il presidente Usa, Barack Obama, ha ringraziato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel loro incontro martedì alla Casa Bianca, “per la sua forte leadership in Europa” e per “i suoi sforzi personali per migliorare ulteriormente le già robuste relazioni tra Italia e Usa e i legami transatlantici”, afferma una dichiarazione della Casa Bianca. Il presidente Obama ha espresso a Napolitano il suo “profondo apprezzamento” per il contributo dato dall'Italia in varie regioni del mondo alla promozione della pace e della stabilità, inclusi i significativi dislocamenti in Afghanistan, nel Libano e nei Balcani, prosegue la nota della Casa Bianca. Nell'incontro nello Studio Ovale i due leader hanno discusso “una gamma di questioni strategiche, comprese Iran, Afghanistan, i Balcani, gli sforzi di pace in Medio Oriente, la lotta al terrorismo e la ripresa globale della economia”. Il presidente Obama “ha espresso il suo sostegno per una Europa forte e integrata capace di far avanzare" gli "interessi comuni nel mondo".

    Attentato nel sud della Thailandia: due morti
    Almeno due persone sono morte ed altre 27 sono rimaste ferite in un duplice attentato esplosivo portato nel sud della Thailandia, nella zona di Yala dove è in atto una ribellione separatista musulmana. I due attentati, a dieci minuti di distanza l'uno dall'altro, hanno colpito la città di Yala, principale centro della provincia omonima. La polizia ha accusato degli attentati i separatisti islamici attivi nella regione, di etnia in prevalenza malese e di religione musulmana, contrariamente al resto della Thailandia, essenzialmente buddista. Dal 2004 l'insurrezione nella regione, al confine con la Malaysia, ha causato oltre 4.100 morti.

    Afghanistan
    In Afghanistan, un’auto con a bordo quattro civili e un agente di polizia è saltata in aria ieri sera dopo aver urtato un rudimentale ordigno esplosivo (ied) collocato su una strada della provincia meridionale di Helmand. Tutti gli occupanti del veicolo sono morti sul colpo, mentre non ci sono vittime per la potente esplosione a Kandahar, sempre nel sud dell'Afghanistan. L’obiettivo era il locale Gruppo di ricostruzione provinciale (Prt) della Nato denominato 'Camp Nathan Smith' gestito da militari e civili canadesi. Almeno 12 automobili e moto sono state distrutte dall'onda d'urto. La base, inaugurata il 15 ottobre 2005, ospita oltre a qualche centinaio di militari e civili canadesi, anche elementi della polizia militare statunitensi e dipendenti dei governi di Canada ed Usa impegnati nella realizzazione di progetti di sviluppo. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 146

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