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Sommario del 19/05/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI all'udienza generale: da Fatima un messaggio di consolazione, non di paura, che insegna a sperare in Dio
  • Il Papa il 24 giugno al Centro “Don Orione” per benedire la Madonnina di Monte Mario
  • Nomine
  • Giornate di cultura e spiritualità russa in Vaticano: sempre più vicini cattolici e ortodossi russi
  • Mons. Zimowski: gli aiuti economici per la salute nei Paesi poveri non devono perseguire secondi fini
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Resa dei capi della protesta in Thailandia. Ucciso fotoreporter italiano
  • La Comunità di Sant'Egidio rilancia il dialogo tra fedi e culture
  • Un colpo d'ala per la Chiesa: così il cardinale Ruini per i 90 anni dalla nascita di Giovanni Paolo II
  • Filomeno Lopes spiega il suo nuovo libro “E se l’Africa scomparisse dal mappamondo?”
  • Chiesa e Società

  • Lettera dei vescovi belgi sulla questione degli abusi
  • Irlanda: i vescovi apprezzano i progressi nella tutela dei minori vittime di abusi
  • La Chiesa argentina: il matrimonio tra omosessuali mina l’ordinamento giuridico
  • Censimento in Messico. I vescovi: indicare correttamente la fede religiosa
  • Appello dei vescovi calabresi: valorizzare la coscienza religiosa della gente
  • Conclusa la stesura del Messale della visita del Papa in Gran Bretagna
  • On line il sito dei fedeli caldei in Europa
  • In Canada marcia degli attivisti pro life
  • Gmg 2011: presentata a Madrid la campagna per “arruolare” volontari
  • Anche sedie a rotelle tra gli aiuti per le vittime del terremoto di Haiti
  • Morto a 79 anni il poeta Edoardo Sanguineti
  • Concerto all’Auditorium Conciliazione contro la povertà
  • 24 Ore nel Mondo

  • Angela Merkel presenta il piano anticrisi: euro in difficoltà
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI all'udienza generale: da Fatima un messaggio di consolazione, non di paura, che insegna a sperare in Dio

    ◊   Il messaggio che viene da Fatima va oltre le minacce e gli orrori della storia, ma parla di speranza e di fiducia in Dio. Benedetto XVI ha voluto ripetere questa convinzione all’udienza generale di questa mattina in Piazza San Pietro, durante la quale ha rievocato di fronte a 30 mila persone le tappe del suo recente viaggio apostolico in Portogallo. Ai saluti, il Papa ha invitato la Chiesa a pregare in vista della festa di Pentecoste. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Da Fatima arriva un messaggio “consolante”, non di paura. Benedetto XVI invita un mondo troppo spesso “sfiduciato” a non travisare ciò che un giorno di 93 anni fa la Madonna disse a tre bambini portoghesi, mostrandosi loro in quello “spazio privilegiato” che il cielo aveva aperto sulla terra. Uno spazio che da allora, afferma il Papa, insegna a sperare nella “misericordia divina che guarisce e salva”:
     
    “E’ un messaggio incentrato sulla preghiera, sulla penitenza e sulla conversione, che si proietta oltre le minacce, i pericoli e gli orrori della storia, per invitare l’uomo ad avere fiducia nell’azione di Dio, a coltivare la grande Speranza, a fare esperienza della grazia del Signore per innamorarsi di Lui, fonte dell’amore e della pace”.
     
    Sotto il cielo grigio di una primavera mai del tutto sbocciata, Benedetto XVI ritorna in Piazza San Pietro ai giorni trascorsi in Portogallo. “Un’esperienza toccante e ricca di doni spirituali”, la definisce, fin dalla prima ora e dalla prima percezione, quella di sentirsi compagno di viaggio di un uomo che vide straordinariamente congiunti, sotto il segno della Vergine di Fatima, i destini della propria vita e della propria missione:
     
    “Lungo tutto il viaggio (…) mi sono sentito spiritualmente sostenuto dal mio amato predecessore, il venerabile Giovanni Paolo II, che si è recato per tre volte a Fatima, ringraziando quella ‘mano invisibile’ che lo ha liberato dalla morte nell’attentato del tredici maggio, qui in questa Piazza San Pietro”.

     
    Dalla “festa di fede e di speranza” della Messa presieduta a Lisbona al Terreiro do Paço, nel bellissimo scorcio tra la città e il fiume Tago, fino all’incontro con i rappresentanti del mondo della cultura al Centro culturale di Belém, tutto si è condensato – rammenta il Pontefice – in un imperativo: riscoprire il Vangelo, annunciarlo con vigore, convincersi che i suoi valori sono un patrimonio che non può essere taciuto né dimenticato:
     
    “In questa nobile Terra, come in ogni altro Paese segnato profondamente dal cristianesimo, è possibile costruire un futuro di fraterna intesa e di collaborazione con le altre istanze culturali, aprendosi reciprocamente ad un dialogo sincero e rispettoso”.
     
    Da Lisbona alla Cova d’Iria, per immergersi, dice Benedetto XVI, in un’“un’atmosfera di reale misticismo, nella quale si avverte in maniera quasi palpabile la presenza della Madonna”. Il Papa si fa“pellegrino con i pellegrini” e affida alla Vergine – confida a chi lo ascolta – gioie, attese e sofferenze del mondo, come pure la vita dei sacerdoti, consacrati al cuore Immacolato di Maria. E il fiume di fuoco della fiaccolata notturna, sottolinea il Pontefice, dà corpo e immagine alla forza della fede, a Fatima espressa soprattutto dalle folle che recitano il Rosario:
     
    “Questa preghiera tanto cara al popolo cristiano ha trovato in Fatima un centro propulsore per tutta la Chiesa ed il mondo. La ‘Bianca Signora’, nell’apparizione del 13 giugno, disse ai tre Pastorelli: ‘Voglio che recitiate il Rosario tutti i giorni’. Potremmo dire che Fatima e il Rosario siano quasi un sinonimo”.
     
    Terminando le catechesi nelle altre lingue, Benedetto XVI ha ricordato ai fedeli l’attuale periodo liturgico della Chiesa, caratterizzato dalla Novena della Pentecoste. Per i giovani, l’invito è stato “ad essere docili all'azione dello Spirito Santo”, per i malati ad accoglierlo come Consolatore che li “aiuti a trasformare la sofferenza in offerta gradita a Dio per il bene dei fratelli”, mentre per i nuovi sposi, l’augurio del Papa è stato perché la vita di ogni famiglia “sia sempre alimentata dal fuoco dello Spirito, che è l'Amore stesso di Dio”.

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    Il Papa il 24 giugno al Centro “Don Orione” per benedire la Madonnina di Monte Mario

    ◊   Benedetto XVI si recherà il 24 giugno prossimo al Centro “Don Orione” di Roma-Monte Mario per sostare in preghiera e benedire la grande statua di Maria “Salus populi romani”, rivolta sulla città di Roma, restaurata e ricollocata sulla torre dopo il crollo dell’ottobre scorso. Lo rende noto un comunicato della Sala Stampa vaticana. Subito dopo questo evento, il Papa si recherà a visitare il Monastero Domenicano di Santa Maria del Rosario a Monte Mario (Via Cadlolo, 51), dove incontrerà la comunità delle monache di clausura. Nel monastero sono custodite l’antica icona della Vergine Hagiosorritissa, detta Madonna di San Luca (sec. VII) e preziose reliquie di San Domenico, di Santa Caterina da Siena e altri santi e sante domenicani. Il rientro in Vaticano è previsto intorno alle 12. Il servizio di Sergio Centofanti.

     
    Il Papa inizierà la sua breve visita al Centro “Don Orione” alle 10.30. La grande statua della Madonna di 9 metri di altezza, in rame, dorata, era crollata dal suo piedistallo alto 19 metri, in seguito a un forte temporale, il 12 ottobre scorso. L’evento aveva provocato un vasto moto di affetto e di devozione nella capitale con la richiesta di rivedere quanto prima la Madonnina benedicente al suo posto. Lo stesso Benedetto XVI, in un messaggio al superiore generale degli Orionini, aveva auspicato che la statua fosse quanto prima ricollocata “a devozione di tutti i romani”. “Il breve pellegrinaggio del Papa, con la benedizione della Madonnina restaurata – riferisce il comunicato della Sala Stampa - assume un grande significato religioso e civile per tutta la città, essendo la statua memoria di eventi storici incisi nella coscienza popolare”. L'idea di elevare un monumento alla Vergine nacque negli anni dolorosi della Seconda Guerra Mondiale. Un gruppo di "amici di Don Orione" fecero questo voto, ove la città di Roma fosse stata preservata dalle atrocità della guerra. Il voto raccolse oltre un milione di adesioni. Con grande gioia i ragazzi di Don Orione organizzarono casa per casa la raccolta del rame per la costruzione della statua. Il modello fu eseguito dallo scultore ebreo Arrigo Minerbi, che volle in questo modo ringraziare gli Orionini che durante un rastrellamento dei nazisti salvarono lui e la sua famiglia nascondendoli nell'Istituto di San Filippo. Il Minerbi forgiò le sembianze della Vergine ispirandosi al Volto della Sacra Sindone, con un braccio rivolto verso il cielo e uno verso la terra per dire che la fede e la carità non si possono separare. La Statua fu inaugurata nella Pasqua del 1953. La visita di Benedetto XVI a Monte Mario viene a coincidere anche con la “Festa del Papa” che ogni anno la Famiglia Orionina promuove in tutto il mondo, seguendo la tradizione iniziata da San Luigi Orione.

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    Nomine

    ◊   In Italia, Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Massa Carrara-Pontremoli presentata da mons. Eugenio Binini, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Giovanni Santucci, finora vescovo di Massa Marittima-Piombino. Mons. Giovanni Santucci è nato a Pietrasanta (arcidiocesi di Pisa e provincia di Lucca) il 14 maggio 1949. È stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1974. Eletto alla sede di Massa Marittima-Piombino il 28 ottobre 1999, è stato ordinato vescovo il 5 dicembre 1999.

    In Brasile, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Santa Cruz do Sul presentata da mons. Aloísio Sinésio Bohn, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Canísio Klaus, finora vescovo di Diamantino. Mons. Canísio Klaus è nato il 9 ottobre 1951, nella località di Arroio do Meio, nella diocesi di Santa Cruz do Sul. Il 28 dicembre 1979 è stato ordinato sacerdote e si è incardinato nella diocesi di Santa Cruz do Sul. Il 22 aprile 1998 è stato nominato vescovo coadiutore di Diamantino e ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 21 giugno successivo. Dal 26 agosto 1998 ne è divenuto ordinario. Dal 2003 al 2006 è stato presidente della Conferenza Episcopale Regionale "Oeste 2" e membro del Consiglio Permanente di Pastorale della Conferenza Nazionale dei Vescovi Brasiliani.

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    Giornate di cultura e spiritualità russa in Vaticano: sempre più vicini cattolici e ortodossi russi

    ◊   Rafforzare il dialogo tra ortodossi e cattolici: lo scopo sotteso delle due Giornate di cultura e spiritualità russa in Vaticano, aperte oggi. A suggellare l’evento - domani pomeriggio nell’Aula Paolo VI alle 18 - sarà un Concerto dell’Orchestra nazionale russa di San Pietroburgo, offerto dal Patriarca di Mosca e di tutte le Russie al Papa. Stamane l’incontro tra il metropolita Hilarion Alfeev del Patriarcato di Mosca, il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha ospitato la riunione conclusasi con una conferenza stampa. Il servizio di Roberta Gisotti.

    Quando si parla di cultura non si può prescindere dalla dimensione spirituale, ha osservato mons. Ravasi, inquadrando le due Giornate, che cadono nell’anno centenario il prossimo dicembre della morte del grande scrittore russo Leone Tolstoj e che anticipano l’anno 2011 dedicato alla cultura russa in Italia. Giornate che segnano una nuova tappa nel cammino ecumenico, come ha puntualizzato il cardinale Kasper:
     
    "Mi sembra che proprio questo dialogo culturale sia di particolare importanza e attualità, quando si parla di dialogo tra Oriente ed Occidente. E' stato già spesso detto e scritto che la triste millenaria separazione tra l'Oriente e l'Occidente non è causata solo da differenze teologiche, neppure solo da conflitti politici, ma soprattutto da un allontanamento, un estraniamento ed una alienazione culturale, che oggi, nel segno dell'integrazione tra Europa Orientale ed Occidentale, dobbiamo superare non nel senso di una livellazione, ma nel senso di un reciproco arricchimento, in una comunione senza fusione o assorbimento. Tale comunione non è una realtà a se stante, ma diventa una forte testimonianza comune della ricchezza della cultura europea e delle sue radici cristiane, oggi, purtroppo, spesso dimenticate oppure negate e rifiutate".
     
    Il dialogo tra Chiese non si esaurisce al livello dei vertici ma si realizza pure tra persone comuni, ha aggiunto il metropolita Hilarion, citando i tanti matrimoni misti nel suo Paese tra cattolici e ortodossi e cosi anche i milioni di fedeli ortodossi di varie nazionalità presenti in Italia e in Europa. Da qui l’importanza di volgere lo sguardo al futuro pensando alle sfide comuni per cattolici e ortodossi chiamati a difendere i valori cristiani nella società, soprattutto nei Paesi maggiormente scristianizzati. E’ cresciuta infatti - ha sostenuto Hilarion - la coscienza tra cattolici e ortodossi di non essere in competizione ma alleati. La competizione del passato dovrebbe restare nel passato, così come le questioni teologiche irrisolte, sulle quali continueremo – ha assicurato il metropolita – a dialogare, ma il lavoro sarà ancora lungo, durerà molti anni e non possiamo compromettere la collaborazione su altri campi.

     
    Ma a che punto siamo nel dialogo ecumenico, in vista di un possibile incontro tra il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie e il Papa? Sento che oggi sarebbe possibile, ha detto il metropolita Hilarion, esprimendo il desiderio che questo incontro storico, il primo tra i capi delle due Chiese, sia proprio tra Kirill e Benedetto XVI, la cui elezione è stata accolta - ha ricordato - con grande soddisfazione dalla Chiesa orodossa russa per la sue posizioni sulle questioni morali e l’impegno nella difesa dei valori cristiani tradizionali.

     
    La prima Giornata prosegue nel pomeriggio con il simposio “Ortodossi e cattolici in Europa oggi. Le radici cristiane e il comune patrimonio culturale di Oriente e Occidente” ospitato nella parrocchia ortodossa russa di Santa Caterina.

     
    Nella stessa chiesa domani, la Divina Liturgia aprirà la seconda Giornata, suggellata dal Concerto pomeridiano, nell’Aula Paolo VI, dell’Orchestra nazionale russa di San Pietroburgo, offerto dal Patriarca Kirill I a Benedetto XVI, che chiuderà l’evento artistico con il suo saluto.

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    Mons. Zimowski: gli aiuti economici per la salute nei Paesi poveri non devono perseguire secondi fini

    ◊   Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e le sfide internazionali in ambito sanitario sono al centro dell’Assemblea Mondiale della Sanità in corso a Ginevra, in Svizzera. Alla riunione, che si concluderà venerdì prossimo, è intervenuto, ieri il presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, mons. Zygmunt Zimowski, capo della delegazione della Santa Sede alla 63.ma Assemblea Mondiale della Sanità. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    L’arcivescovo Zimowski sottolinea i crescenti successi raggiunti “nella riduzione della mortalità infantile, nel controllo della malaria, nell’aumento dell’accesso ai farmaci antiretrovirali per le persone colpite da Aids, nel trattamento e nell’abbassamento del tasso di incidenza della tubercolosi”. La delegazione della Santa Sede esprime però il proprio “dissenso per i programmi che promuovono l’aborto e l’uso di mezzi contraccettivi”. Si devono invece moltiplicare iniziative che incoraggiano “il conseguimento della maturità personale nella sessualità e nell’amore reciproco, nell’assumere quelle decisioni che sono proprie del rapporto coniugale, in accordo con le norme morali”. Il presule rinnova quindi l’appello, già lanciato dal Papa nell’Enciclica 'Caritas in veritate', alla “collaborazione della famiglia umana” per rafforzare anche i sistemi sanitari. Per evitare un’assistenza sociale di tipo paternalistico, che è umiliante per quanti si trovano nel bisogno, “la solidarietà delle nazioni ricche nei confronti dei Paesi poveri deve essere strettamente collegata con il principio della sussidiarietà”. “Gli aiuti economici per essere veramente tali – osserva mons. Zimowski – non devono perseguire secondi fini”. “Devono essere erogati coinvolgendo non solo i governi dei Paesi interessati, ma anche gli attori economici locali e i soggetti della società civile portatori di cultura, comprese le Chiese locali”. Il presule, oltre a ribadire il diritto alla vita dal concepimento fino alla morte naturale, ricorda infine il problema dei prodotti medicali falsificati, che rappresenta un notevole rischio per la salute pubblica. “C’è bisogno – conclude mons. Zimowski – di un codice etico comune nel settore della produzione e distribuzione dei prodotti medicali”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   All’udienza generale Benedetto XVI invita a costruire un futuro di fraternità e dialogo

    In prima pagina, un articolo di Carlo Bellieni dal titolo “Quelle mamme giovani e dolci: sorpresa a Mtv”

    Nell’informazione internazionale, l’intervento di monsignor Renato Volante, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite, in occasione della ventiseiesima conferenza regionale della Fao per l’Africa

    Un ponte musicale tra oriente ed occidente: un saggio sul concerto offerto dal Patriarca di Mosca Cirillo a Benedetto XVI in occasione delle giornate di cultura e di spiritualità russa in Vaticano e che si terrà giovedì 20 nell’Aula Paolo VI

    La condanna cattolica dell’antisemitismo: stralci da un recente volume di Valerio De Cesaris su Vaticano, fascismo e questione razziale

    Lo scandalo della catastrofe verbale: Claudio Toscani ricorda il poeta e intellettuale Edoardo Sanguineti

    In cerca del target che dura per sempre: un articolo di Luca Bernabei, direttore delle attività produttive di Lux Vide, sul rapporto tra marketing e nuova televisione

    Un anno memorabile e le sue conseguenze: il 1978, Giovanni Paolo II e la Polonia secondo documenti britannici resi noti da Marco Ansaldo su “La Repubblica”.

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    Oggi in Primo Piano



    Resa dei capi della protesta in Thailandia. Ucciso fotoreporter italiano

    ◊   Coprifuoco a Bangkok dalle 20 di stasera, attacco in forze dell’esercito al presidio dei manifestanti anti-governativi e un numero di vittime incerto, almeno sei. Queste le ultime ore in Thailandia, dove negli scontri nella capitale è rimasto ucciso anche un fotoreporter italiano, riconosciuto da testimoni sul posto. Si tratta di Fabio Polenghi, di 45 anni. Un altro reporter canadese sarebbe rimasto ferito gravemente. I militari hanno attaccato in forze il presidio dei rivoltosi: i principali capi della protesta hanno dichiarato la resa per evitare un bagno di sangue. Ma molti oppositori non si danno per vinti: almeno una ventina di palazzi a Bangkok sono stati incendiati; assalita anche la sede di una tv locale. Per le ultime notizie da Bangkok, Salvatore Sabatino ha raggiunto telefonicamente il collega Stefano Vecchia:

    R. – Ci sono ancora sacche di resistenza nel presidio centrale di Rajprasong e sacche di resistenza che si sono localizzate in alcuni grandi magazzini che vengono dati alle fiamme in queste ultime ore. In questo momento in varie zone della città ci sono ancora forti scontri tra “camicie rosse” e governativi: lì ci sono incendi, che sono poi quelli delle barricate e dei copertoni. Ma sono anche coinvolti gli edifici circostanti alle zone controllate dai manifestanti e dove abitualmente si nascondevano i cecchini. Io sono appena rientrato, facendo un lungo giro per le strade della città, proprio perché è ormai difficile spostarsi. Ho visto numerosi roghi, banche ed uffici pubblici incendiati. C’è molta gente per le strade e questo soprattutto nelle zone più povere. Diciamo che la situazione a Bangkok è tutt’altro che sotto controllo in questo momento.

     
    D. – Ora c’è il rischio che la protesta divampi un po’ in tutto il Paese?

     
    R. – Sì, questo è un rischio che probabilmente chi ha avviato la repressione, e quindi il governo, hanno messo in conto: così com’era stato promesso, in qualche modo, l’incendio di Bangkok. Le “camicie rosse” probabilmente non hanno la capacità né organizzativa né certamente tattica per organizzare una guerriglia, una guerriglia urbana o ancor più una rivolta vera e propria. Possono in qualsiasi momento ripiegare su questa tattica di combattimento strada per strada incendiando quelli che per loro sono gli edifici simbolo del potere.

     
    Fabio Polenghi, il fotoreporter italiano rimasto ucciso questa mattina a Bangkok, è il dodicesimo professionista dell'informazione morto sul campo in questa prima metà del 2010, secondo un elenco pubblicato sul sito di “Reporter senza frontiere”. Salvatore Sabatino ne ha parlato con il vice-presidente dell’organizzazione, Domenico Affinito:

     
    R. – Fabio Polenghi era un fotoreporter freelance che collaborava molto, come capita ormai sempre più spesso ai fotoreporter italiani, con le testate estere ed era molto proiettato verso la Francia, dove aveva fatto anche delle esposizioni alla Cité de l’Industrie e all’Expò dei Libri. Collaborava con Marie Claire, con Vogue. Come molti fotoreporter di guerra - soprattutto quelli dell’ultima generazione - non riusciva a mantenersi facendo solo il fotoreporter e, quindi, mischiava quest’attività a quella di moda. Sappiamo che era in Thailandia da tre mesi: quindi un tempo abbastanza lungo per aver preso sicuramente contatti in modo approfondito e per conoscere bene la situazione.

     
    D. – Molti analisti escludevano che si potesse arrivare ad un vero e proprio bagno di sangue, nonostante il braccio di ferro tra i sostenitori dell’ex premier e le “camicie rosse”. Ma in Thailandia c’erano state delle avvisaglie su possibili pericoli per gli operatori dell’informazione?

     
    R. – C’erano state già in passato, perché poco tempo fa, quando era già in corso questa protesta dell’opposizione è morto un altro giornalista. Il 10 aprile scorso è morto Hiroyuki Muramoto della Reuters. Va da sé che in una situazione di quel tipo i rischi sono tantissimi, soprattutto se si fa la scelta – come pare avesse fatto Fabio Polenghi – di stare dalla parte dei più deboli, di quelli che rischiano di più, nel campo dei ribelli, che sono ovviamente meno armati dell’esercito, che sono asserragliati in questa zona commerciale di Bangkok.

     
    D. – La morte di Fabio Polenghi dimostra la pericolosità di questo lavoro per i tanti operatori che si trovano a dover raccontare la cronaca dal mondo, soprattutto in situazioni difficili come quella thailandese. Molto spesso operano anche senza tutele…

     
    R. – Le tutele mancano soprattutto agli operatori freelance e quindi a giornalisti, fotografi e fotoreporter. Noi per questo, ad esempio, forniamo una serie di strumenti - come giubbotto antiproiettile o un’assicurazione a basso costo - proprio perché sono le cose basilari che si debbono avere nel momento in cui si va in una zona di guerra. In realtà, molto spesso, i freelance non riescono a permettersi questo tipo di tutele.

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    La Comunità di Sant'Egidio rilancia il dialogo tra fedi e culture

    ◊   La libertà del credo e il rispetto della diversità sono alla base della pace. Il dialogo interreligioso rappresenta quindi una delle sfide più urgenti e delicate dell’agenda internazionale. Così il presidente italiano Giorgio Napolitano ha salutato il convegno organizzato ieri a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio sul tema "Dialogo tra fedi e culture, la sfida della convivenza", al quale hanno preso parte rappresentanti delle tre religioni monoteiste. Servizio di Francesca Sabatinelli.
     
    L’urgenza è puntare sul dialogo per affrontare e dare soluzione alle problematiche dell’oggi e del futuro, comprese quelle generate dalla grave crisi economica. E le religioni sono chiamate a dare il loro contributo, dialogando tra loro, alimentando il rispetto per l’altro. Gli ostacoli sono molti, primo fra tutti l’ingerenza della politica. Il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni lo spiega chiaramente, citando i rapporti tra islam ed ebraismo, offuscati dal conflitto in Medio Oriente:

    “Il problema dei rapporti ebraico-islamici parte da visioni identitarie differenti, in cui la dimensione politico-storica assume rilievo non indifferente ed è inevitabilmente collegato, legato, rovinato dalla dimensione politica di quello che succede nel vicino Oriente. Quindi, è molto difficile, tanto difficile, quanto necessario e imperativo”.

    Della nociva presenza della politica ha parlato anche la preside della facoltà di Shari’a all’università del Qatar, Aisha al-Manna’i. “Lavoriamo per diffondere la consapevolezza del dialogo nel mondo arabo - ha detto - non senza difficoltà”:

    (Parole in arabo)
    “Il mio primo compito è di diffondere la cultura dell’amore per l’altro. Quindi, il nostro compito è di dialogare tra di noi, di capirci. Sono molti gli ostacoli. Primo, colui che dialoga qualche volta sente di avere ragione e che gli altri non ne hanno. Il secondo ostacolo, molto grave, è la politica, perché spesso noi dialoghiamo tra di noi, come fedeli, come dotti di questa religione o dell’altra, e viene la politica a rovinare tutto”.

    L’incontro tra le diversità, ha spiegato Andrea Riccardi, fondatore della comunità, deve favorire la comprensione non certo l’antagonismo:

    “Credo che il dialogo sia una necessità, perché noi viviamo insieme nelle realtà dei nostri Paesi europei e viviamo insieme anche nel mondo islamico, viviamo insieme a livello mediatico e virtuale. Per vivere insieme ci si incontra, ma incontrandosi non si deve cozzare, ci si deve capire, e il dialogo è un’arte che noi dobbiamo apprendere e comincia dal rispetto e dall’accettazione dell’altro. La politica è dappertutto, la politica regge la società, regola le relazioni internazionali. Il problema è che la cultura del dialogo attraversi non solo le religioni, ma anche la vita politica e la cultura. Noi dobbiamo affermare la cultura che è dialogo, perché ogni vera cultura è dialogo”.

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    Un colpo d'ala per la Chiesa: così il cardinale Ruini per i 90 anni dalla nascita di Giovanni Paolo II

    ◊   Giovanni Paolo II è stato "un Papa con uno straordinario dinamismo di evangelizzatore che lo portava a spendersi sempre in prima persona per rendere presente Cristo tra gli uomini, le nazioni e le culture”: è quanto ha affermato ieri il cardinale Camillo Ruini nel corso del Convegno all’Università Lumsa sul tema: “L’inatteso Pontificato di Giovanni Paolo II”. Un’occasione per rendere omaggio a Karol Wojtyla a 90 anni dalla sua nascita. C’era per noi Cecilia Seppia:

    Wojtyla filosofo, testimone, costruttore di ponti tra culture e religioni. Un Papa dal carisma indiscusso, che ha saputo sorprendere tutti, in primis la Chiesa, per il suo spessore spirituale, lo stile pastorale, la forza profetica. Ma come poter definire oggi l'elezione di Giovanni Paolo II al Soglio pontificio, avvenuta nel lontano ottobre del 1978? Sentiamo il cardinale Camillo Ruini:

     
    “Un colpo d’ala per la Chiesa. Diciamo un fattore di giovinezza, di rinnovamento. Una scelta certamente inattesa, perché da quattro secoli i Papi erano sempre italiani, e in particolare straordinaria proprio perché si è usciti addirittura dal mondo occidentale e si è andati in un Paese che allora era al di là della Cortina di Ferro. Questo ha voluto dire molto nel senso del dinamismo della Chiesa e la sua volontà di portare il Vangelo anche in quelle situazioni che sembravano proibitive”.

    Tanti gli eventi, i momenti, gli incontri da lui voluti che hanno cambiato la storia della Chiesa e per certi versi quella dell’umanità intera. Giovanni Paolo II, dice ancora il cardinale Ruini, fin dall’inizio del suo Pontificato, non si stancava di chiedere che il cristianesimo tornasse ad offrire all’uomo e alla società tutta, investita dalla secolarizzazione, il senso e l’orientamento dell’esistenza e che la fede cristiana recuperasse un ruolo-guida, un’efficacia trainante nel cammino verso il futuro. Papa Wojtyla, era soprattutto un missionario esemplare - spiega mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei - che ha saputo abbattere muri e steccati con l’amore, donando la sua vita fino alla fine, continuando a ripetere, da Roma all’Italia, al mondo intero ed in particolare ai giovani quell'invito che ha la forza di un messaggio fuori dal tempo: "Non abbiate paura". Sentiamo mons. Crociata:

    “Il rapporto di Giovanni Paolo II con i giovani è stato un rapporto – direi – singolare, di particolare e costante sintonia. Guarda ai giovani perché in essi vede la possibilità di accogliere con particolare prontezza e disponibilità quell’annuncio, che rivolge a tutti, al coraggio della fede e della fiducia incondizionata nella forza del Vangelo; a non avere paura di fronte a Dio, di fronte agli altri, di fronte alle diverse dimensioni dalla realtà cattolica, di fronte a se stessi e alla propria storia”.

    Fare una sintesi di questa vita straordinaria – spiega il prof. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio - sembra impossibile: Giovanni Paolo II è stato un grande Papa che con la sua impronta ha saputo cambiare la storia.

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    Filomeno Lopes spiega il suo nuovo libro “E se l’Africa scomparisse dal mappamondo?”

    ◊   “E se l’Africa scomparisse dal mappamondo? Una riflessione filosofica” Questo è il titolo dell’ultimo libro (Armando Editore) scritto dal nostro collega del programma portoghese, Filomeno Lopes, presentato ieri presso la Radio Vaticana. L’autore risponde al quesito – volutamente provocatorio – attraverso una prospettiva filosofica. Eugenio Bonanata lo ha intervistato:

    R. – La questione più importante non è tanto ciò che gli altri possono pensare sulla scomparsa o meno del continente, ma quanto ciò che la stessa Africa è in grado di rispondere su questo interrogativo.

     
    D. – Quindi si tratta di spostare l’interesse su un aspetto qualitativo...

     
    R. – C’è un proverbio africano che dice: “Quando il tuo futuro è assai oscuro, non avere timore né vergogna di tornare indietro”. E un noto intellettuale politico come Amilcar Cabral diceva: “Anche in un combattimento ogni tanto è saggio indietreggiare”, perché non è un gesto di codardia, ma è un modo per poter guardare il domani con più cognizione di causa. Se si guarda oggi al futuro dell’Africa è veramente problematico per noi africani. Allora bisogna fermarsi, tornare indietro, per guardare cosa c’era prima e cosa può costituire quello spirito per un futuro meno peggiore del presente, che stiamo vivendo.

     
    D. – La vittoria della storia, dunque, sulla geografia...

     
    R. - Ovviamente sì, perché la geografia non l’abbiamo fatta noi, e questo nel libro è molto chiaro: il mondo non è l’Occidente, ma l’Occidente è diventato il mondo entro il quale tutti noi siamo nati e cresciuti. Perciò quell’Africa di cui io parlo è quell’Africa che nasce veramente sulla nave della schiavitù, che si afferma come realtà pensante sul suo futuro a partire dalle Americhe, con i figli degli schiavi, con i movimenti del Panafricanesimo e di Negritude, e che rientra nel suolo ormai chiamato Africa a partire dagli anni ’60. Quindi quest’Africa non è necessariamente un luogo geografico, ma unità di passioni e capacità di pensare insieme, progettare un futuro.

     
    D. – Quindi, guardare avanti senza pessimismo...

     
    R. – Ovviamente, la speranza è pur sempre una conquista. Quello africano è un popolo che è stato capace di vincere 500 anni tra schiavitù, colonizzazione, apartheid, fino ad arrivare all’indipendenza e così via. Dunque non parte da zero e questa è già una prova perché se ne siamo stati capaci ieri, possiamo esserlo anche domani.

     
    D. – Qual è la strada che proponi nel tuo libro?

     
    R. – Il mio tentativo è di cercare una riflessione, creare condizioni di possibilità filosofiche per un discorso sulla filosofia della comunicazione, o meglio ancora una filosofia dell’agire comunicativo endogeno in Africa. L’Africa ha cominciato ad esistere a partire da un certo periodo ed è esistita come realtà di violenza. Da quel periodo in poi stiamo cercando di capire come, da questa morte, possa nascere una resurrezione. Da qui tutto il tema del Rinascimento africano che, secondo me, non può prescindere dalla comunicazione. E’ inutile parlare di solidarietà, quando ci stiamo uccidendo ogni giorno. Questo significa che di fondo la nostra capacità comunicativa è fortemente in crisi. Allora, dove andare ad attingere di nuovo per capire che se continuiamo così il futuro ci remerà contro? Io parto dagli egiziani per arrivare a dialogare con tutti gli altri filosofi, dai greci fino ad Habermas. Questo ormai è il patrimonio dell’Africa. Noi siamo questa realtà: dentro di me abita un europeo, un americano, un asiatico e viceversa.

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    Chiesa e Società



    Lettera dei vescovi belgi sulla questione degli abusi

    ◊   “Chiediamo perdono a tutte le vittime di abusi sessuali, sia per l’aggressione che per il trattamento inadeguato ricevuto. Chiediamo perdono, allo stesso modo, ai parenti delle vittime e alla società per le conseguenze provocate da questi abusi. Esprimiamo la speranza che un cammino di riconciliazione resti aperto”. E’ quanto scrivono i vescovi del Belgio in una lettera ai fedeli dopo la loro recente visita ad limina in Vaticano. Lo riferisce il Sir. Nel testo, diffuso oggi, l’episcopato belga ribadisce che “la sicurezza e la protezione dei bambini ha la priorità su ogni altra cosa e su questo punto non c’è da tergiversare. Riconosciamo – affermano i presuli – che i responsabili della Chiesa non hanno sufficientemente compreso l’ampiezza del dramma dell’abuso sessuale sui minori e la vastità delle conseguenze. Con questo silenzio la reputazione dell’istituzione ecclesiale e dei suoi ministri è stata posta avanti alla dignità delle giovani vittime. Gli abusatori hanno avuto una nuova opportunità mentre le vittime portavano sulla loro carne ferite che si cicatrizzavano per niente o poco”. Ringraziando “le vittime che trovano il coraggio di rompere il muro di silenzio raccontando quanto da loro subito”, i vescovi si dicono “riconoscenti” ai membri della commissione per il trattamento degli abusi sessuali” in quanto contribuiscono ad “instaurare una cultura della verità e della giustizia”. Da parte loro “i responsabili della Chiesa” sono obbligati “da questa crisi a guardare i problemi in faccia, a chiamarli per nome e a risolverli in collaborazione con persone competenti”. Per questo come vescovi, “con il sostegno di Benedetto XVI, prenderemo misure concrete e, dove necessario, applicheremo ancora più severamente i criteri di selezione ed ammissione al sacerdozio e ad ogni genere di responsabilità in seno alla Chiesa. Ci impegniamo, inoltre, ad istituire una supervisione ed un accompagnamento più efficace per ogni operatore pastorale. Redigeremo un codice deontologico per tutti coloro che lavorano con bambini o adulti vulnerabili. La questione degli abusi – scrivono i vescovi nella loro lettera – tocca anche l’esercizio dell’autorità. Ecco perché la Chiesa deve intraprendere un esame di coscienza per cambiare quelle forme di esercizio dell’autorità che possono portare ad abusi di potere sui minori. Ciò richiederà coraggio ed umiltà, soprattutto da parte dei vescovi e degli altri responsabili della comunità ecclesiale”. Nel testo, infine, i vescovi ringraziano tutti coloro che “nella Chiesa si impegnano per un mondo più umano e giusto contribuendo annuncio del Vangelo”.


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    Irlanda: i vescovi apprezzano i progressi nella tutela dei minori vittime di abusi

    ◊   La Chiesa in Irlanda “continua a lavorare con coraggio e determinazione”: è quanto sottolinea la Conferenza Episcopale Irlandese commentando la pubblicazione del secondo rapporto annuale del “National Board for Safeguarding Children in the Catholic Church in Ireland”. In base ai dati diffusi da questo organismo, voluto dai vescovi del Paese per monitorare il turpe fenomeno degli abusi sui minori commessi all’interno delle istituzioni religiose, sono circa 200 le nuove denunce rilevate tra il mese di aprile 2009 e il mese di marzo del 2010. Nella nota dei presuli irlandesi si rivolgono, in particolare, parole di apprezzamento per “la dedizione e la professionalità” dimostrata dai membri di questo organismo e si ricordano i progressi compiuti per la tutela dei minori e la prevenzione dei rischi. Nel rapporto si ricorda poi che tutte le denunce raccolte sono state inoltrate alle autorità civili. Nel dossier si sottolinea poi che 83 dei presunti colpevoli sono deceduti. Tra i 114 presunti colpevoli in vita, sono inoltre 35 quelli ridotti allo stato laicale o allontanati dagli ordini religiosi di appartenenza. L’indagine – rende noto l’Osservatore Romano – sottolinea anche che in tutte le parrocchie del Paese sono state prese in atto decise misure di prevenzione. Tra queste assume particolare rilevanza l’istituzione dei cosiddetti “safeguarding representatives”, i rappresentanti laici per la salvaguardia dei minori, ai quali i fedeli possono rivolgersi in qualsiasi momento per le loro istanze. Attualmente sono 2356 le persone incaricate di tale funzione. (A.L.)

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    La Chiesa argentina: il matrimonio tra omosessuali mina l’ordinamento giuridico

    ◊   In Argentina la parziale approvazione del disegno di legge per la modifica del codice civile per consentire il matrimonio tra persone dello stesso sesso ha prodotto alterazioni dell’ordinamento giuridico della società. E’ quanto ha affermato l’arcivescovo di La Plata, mons. Héctor Rubén Aguer, aggiungendo che “la convivenza di persone dello stesso sesso è un fatto privato”. “Il matrimonio – ha osservato mons. Héctor Rubén Aguer – si identifica come un’unione stabile tra un uomo e una donna che ha anche un valore pubblico e un’utilità sociale poiché dal matrimonio viene la vita”. Questa definizione viene invece alterata quando si introduce il matrimonio tra due persone dello stesso sesso. L’arcivescovo di La Plata ha inoltre fatto notare che bambini e bambine “hanno bisogno della formazione che gli offrono solo il padre e la madre”. Il presule – riferisce l’Osservatore Romano - ha infine ricordato che “la Conferenza Episcopale dell’Argentina, in una recente dichiarazione, ha esortato non solo i cattolici ma tutti gli uomini di buona volontà a non esitare nell’esprimersi per difendere e per promuovere i grandi valori” che hanno forgiato l’Argentina. (A.L.)

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    Censimento in Messico. I vescovi: indicare correttamente la fede religiosa

    ◊   In Messico la Conferenza Episcopale precisa che nel prossimo censimento, in programma il 31 maggio, la classificazione sulle religioni è “ambigua”. Sotto la voce "Credo cristiano cattolico" ci sono infatti dodici diverse opzioni di altrettante Chiese e denominazioni. Quindi è di importanza fondamentale che i fedeli cattolici – si legge nel comunicato dei vescovi messicani ripreso dalla Fides - rispondano indicando chiaramente la loro appartenenza alla Chiesa cattolica romana. Diverse diocesi del Messico sottolineano l’importanza del censimento, che si realizza ogni 10 anni. Nello Stato di Guerrero ad esempio, nell’anno 2000, oltre il 90% della popolazione si dichiarava cattolica. La Chiesa apprezza l’iniziativa del censimento perché la conoscenza di queste informazioni è necessaria per prendere decisioni che possono portare benefici a tutti i messicani. Conoscere la verità della situazione nazionale e nello Stato di Guerrero – si precisa nel documento - aiuta ad apprezzare "ciò che siamo e ciò che abbiamo, per superare le carenze e adoperarsi per una maggiore giustizia sociale, solidarietà e libertà". “Per fare questo – si legge nel comunicato dei vescovi messicani - abbiamo bisogno della collaborazione responsabile di tutti”. (A.L.)

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    Appello dei vescovi calabresi: valorizzare la coscienza religiosa della gente

    ◊   “Dovete carissimi confratelli, e noi con voi, dimostrare dovunque e comunque la vostra sensibilità alle sollecitazioni che provengono dalla società, ben sapendo che questo nostro contesto, pur nobile per tradizione e cultura, è incisivamente intessuto, purtroppo, anche da fenomeni di diffuso malessere, malcostume, malaffare di ogni genere”. E’ quanto scrivono i vescovi calabresi nella loro lettera pastorale diffusa in questi giorni sottolineando che il mandato dei sacerdoti è di “orientare il comportamento cristiano ad agire evangelicamente”. “La forza morale di un popolo – si legge ancora nel documento ripreso da ‘Avvenire’ – si misura dalla capacità di resistere, dalla volontà di non soccombere davanti alle avversità della storia, della ‘ndrangheta e della natura”. Ai presbiteri viene quindi raccomandato di “favorire sempre più e meglio il coinvolgimento dei gruppi, dei movimenti, delle associazioni, a partire dall’Azione Cattolica”. Viene poi ribadita la responsabilità di educare, formare, catechizzare, evangelizzare con un mandato particolare: “perfezionare quello che è già valido e ottimizzare quello che è buono approfondendo, per esempio, la coscienza religiosa del popolo di Calabria”. Un popolo che sotto l’aspetto ecclesiale “non ha smarrito il senso della verità e neppure la coscienza del bene”. Quella che si incontra nelle diocesi calabresi è, infatti, “una religiosità spontanea, popolare, retaggio di una cultura che per secoli è stata quasi esclusivamente rurale”. “Dobbiamo prendere quanto di buono esiste – scrivono i vescovi calabresi – e incanalarlo verso la Parola di Cristo”. I presuli riservano infine un pensiero “a quanti vanno a cercare la pecorella smarrita” e a coloro che “sono continuamente minacciati e in pericolo di vita perché l’onestà, la purità e la fedeltà a Cristo configgono con le mafie di varia natura”. (A.L.)

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    Conclusa la stesura del Messale della visita del Papa in Gran Bretagna

    ◊   Procedono a ritmo serrato i preparativi della visita di Benedetto XVI in Gran Bretagna il prossimo settembre. In questi giorni è stata conclusa la stesura del Messale della visita papale che il Comitato organizzativo vuole mettere a disposizione di tutti coloro che desiderano seguire questo storico evento. “Vogliamo fare della presenza del Papa nel Regno Unito un evento accessibile al maggior numero possibile di persone”, spiega il coordinatore del viaggio, mons. Andrew Summersgill. “Stiamo quindi trattando con tre case editrici cattoliche” per la stampa del Messale. L’obiettivo è di riunire tutti attorno al Papa nei giorni in cui sarà qui”. La data della pubblicazione del Messale non è stata ancora fissata, ma l’idea è di distribuirlo nelle parrocchie del Regno Unito almeno due settimane prima dell’arrivo del Papa, ha precisato il presule. Intanto, si stanno studiando le modalità per vedere la visita del Pontefice in streaming su internet sulla pagina web dedicata a questa visita storica (www.thepapalvisit.org.uk/ ). Benedetto XVI sarà nel Regno Unito dal 16 al 19 settembre. Il motto scelto per il viaggio è “Il cuore parla al cuore” da un pensiero del cardinale John Henry Newman, che il Papa beatificherà nell’ultimo giorno della sua visita. (L.Z.)

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    On line il sito dei fedeli caldei in Europa

    ◊   In Europa vivono oltre 100 mila cattolici di fede caldea sparsi tra Svezia, Germania e Francia. Il nuovo sito www.chaldeaneurope.eu potrà ora essere un concreto punto di incontro per loro. La Chiesa cattolica caldea è una Chiesa patriarcale con comunità in Medio Oriente, Oceania ed America settentrionale. I fedeli sono circa un milione, di cui 250 mila vivono in Iraq. Mons. Philip Najim, visitatore apostolico per i fedeli Caldei in Europa, ha dichiarato a proposito di questa iniziativa: “Il sito, attivo dal 18 maggio, si rivolge ai caldei di vecchia e di nuova immigrazione in Europa e si propone di diventare il centro dell'informazione e dell'unione dei nostri fedeli in Europa”. L’idea - ricorda il Sir - era stata lanciata a settembre 2009 dallo stesso mons. Najim nell’incontro dei sacerdoti caldei che operano in Europa. Egli dichiara ancora: “Dedicare alla comunità caldea uno spazio nel web significa sottolineare l'importanza del fenomeno della diaspora che nella maggior parte dei casi ha avuto origine da varie difficoltà nei diversi Paesi d'origine, Iraq e Turchia in testa”. Al momento il sito presenta varie sezioni (nascite, morti, festività, matrimoni) ed una breve storia della Chiesa caldea legata alla figura di San Tommaso apostolo. Negli ultimi anni la Chiesa ha dedicato un'attenzione sempre maggiore ai nuovi mezzi di informazione. In particolare, come si legge in un documento del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali del 2002, "l'interesse per Internet è un aspetto particolare dell'attenzione" che la Chiesa riserva da sempre ai mezzi di comunicazione sociale. Tali strumenti sono considerati il risultato del processo storico scientifico per mezzo del quale "l'umanità avanza sempre più nella scoperta delle risorse e dei valori racchiusi in tutto quanto il creato". (M.A.)

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    In Canada marcia degli attivisti pro life

    ◊   In Canada sono due i tangibili passi in avanti verso la cultura della vita: la recente bocciatura al Parlamento federale del progetto di legge per legalizzare l’eutanasia e il netto voto contrario dei politici ad includere la pratica abortiva in una iniziativa presa dal Governo canadese per le donne in gravidanza nei Paesi poveri. E’ quanto ha affermato Carl Anderson, cavaliere supremo dei Cavalieri di Colombo, nel suo intervento di giovedì scorso davanti al Parliament Hill di Ottawa, in occasione dell’annuale “marcia per la vita”. All’iniziativa hanno preso parte oltre 12 mila persone. Sul tema dell’aborto – ha spiegato Carl Anderson – non vi sono “vincitori e vinti”, ma solo “bambini uccisi e uomini e donne feriti”. Il cavaliere supremo dei Cavalieri di Colombo – rende noto l’Osservatore Romano - ha anche ricordato recenti statistiche secondo cui l’80% delle donne che sono ricorse all’aborto si sono pentite di questa scelta. Riferendosi al voto espresso dal Parlamento federale per escludere la pratica dell’aborto il cardinale Marc Ouellet, arcivescovo di Québec, si è complimentato con i rappresentanti politici ma allo stesso tempo li ha esortati “a mostrare maggiore coraggio e a fare ancora di più per proteggere la vita dei bambini canadesi non ancora nati”. Per il porporato si tratta di “una battaglia spirituale che va sostenuta con la preghiera” ma anche di “una battaglia culturale e giuridica che richiede l’unità di quanti chiedono giustizia”. (A.L.)

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    Gmg 2011: presentata a Madrid la campagna per “arruolare” volontari

    ◊   L’avventura della 26.ma Gmg è già cominciata. La Giornata mondiale della gioventù di Madrid è in realtà ancora lontana, ma i mesi che separano da quell’appuntamento sono densi di attività e di lavoro preparatorio. A questo proposito, è stata presentata ieri nella capitale spagnola la campagna promozionale “Io sono volontario, e tu?” per invitare 20 mila giovani a mettersi al servizio dei loro coetanei. I volontari – si apprende in una nota dell’agenzia Sir – avranno diversi compiti: prestare aiuto ai partecipanti e riceverli alle stazioni di treno e autobus o all'aeroporto; fornire informazioni; collaborare con l'ufficio stampa nella traduzione e interpretazione di testi. Parteciperanno anche alla logistica degli eventi, al servizio d'ordine, all'accompagnamento delle autorità e alla coordinazione dei gruppi. “L'obiettivo di questa prima azione – ha affermato Pedro Besari, direttore dei volontari della Gmg – è incoraggiare i giovani di tutto il mondo a iscriversi come volontari, perché saranno la colonna portante di una festa alla quale parteciperanno quasi 2 milioni di persone”. I giovani protagonisti della campagna provengono da Germania, Stati Uniti, El Salvador, Repubblica Democratica del Congo, Taiwan, Francia e Spagna, e hanno ideato i contenuti dell’iniziativa promozionale con l'aiuto di alcuni pubblicitari. Gabriel González-Andrío, direttore marketing della Gmg, ha spiegato che la campagna sarà internazionale e multilingue, condotta fondamentalmente attraverso i mezzi di comunicazione digitali ma anche mediante altri canali: radio, stampa, riviste, televisione e cartelli pubblicitari. Jorge Martínez, direttore generale della casa produttrice dello spot, ha commentato che “è piaciuto l'approccio creativo proposto dal dipartimento di marketing, che ha coinvolto persone reali al posto di attori”. Per aderire si può consultare il sito ufficiale italiano dell’evento: www.gmg2011.it. Nella tradizione cristiana, chi parte in pellegrinaggio si fa straniero e di questa condizione si assume le fatiche e i rischi, sia interiori che materiali, in vista di vantaggi spirituali. Il pellegrino confida nell’aiuto provvidenziale e nel sostegno di quanti incontrerà nel suo cammino. I volontari si stanno preparando per una vera accoglienza. (M.A.)

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    Anche sedie a rotelle tra gli aiuti per le vittime del terremoto di Haiti

    ◊   Ad Haiti è iniziata la distribuzione di circa mille sedie a rotelle per quanti hanno perso l’uso degli arti inferiori a seguito del terremoto dello scorso 12 gennaio. Si stima che nel Paese caraibico siano migliaia i disabili. Nei giorni successivi al sisma sono state numerose anche le amputazioni. Oltre all’invio di sedie a rotelle sono in corso anche programmi di riabilitazione. L’iniziativa, promossa dai Cavalieri di Colombo, si aggiunge ad altri preziosi contributi. Aiuti per oltre tre milioni di euro sono stati raccolti, in particolare, dalla Caritas del Brasile. A riferirlo è stato lo scorso 11 maggio, a Brasilia, mons. Luiz Demétrio Valentini, vescovo di Jales e presidente di Caritas Brasile. All’incontro ha partecipato anche il vescovo della diocesi di Les Cayes ad Haiti, mons. Guire Poulard. “Sono venuto a nome del mio Paese – ha detto il presule – per ringraziare tutti i brasiliani per gli sforzi e le preghiere”. (A.L.)

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    Morto a 79 anni il poeta Edoardo Sanguineti

    ◊   “Una vita fedele alla cultura con una capacità di attraversare con inconfondibile stile pirotecnico tutti i generi, dalla poesia al teatro, dal romanzo al saggio, anche giornalistico”. E’ quanto si legge nell’articolo che il quotidiano “Avvenire” dedica ad Edoardo Sanguineti, morto ieri a Genova dopo un intervento chirurgico che ha portato anche all’apertura di un’inchiesta, da parte della procura genovese, per omicidio colposo. Sanguineti – prosegue il quotidiano - “era poeta, critico militante, studioso di letteratura con un amore speciale per Dante, di cui forse sentiva vicina la capacità di plasmare la lingua adattandola ad ogni esigenza espressiva”. Aveva 79 anni ma era nel pieno di molti impegni letterari. Aveva recentemente presentato a Bologna due suoi libri, un profilo di storia della letteratura, ‘Ritratto del Novecento’, e il suo carteggio giovanile con Luciano Anceschi, ‘Lettere dagli anni ‘50’. Si preparava poi a partecipare al Festival “Poestate” di Lugano e ad inaugurare a Genova il “Festival del pensiero comico”. A Sanguineti si devono inoltre importante saggi come ‘Il realismo di Dante’ (1965), ‘Dante reazionario’ (1992) e l’elaborazione teatrale della prima cantica, ‘Commedia dell’Inferno’ (1989). Grande rilevanza aveva sempre dato, infine, alla poesia contemporanea. Nel 1969 ha curato l’antologia ‘Poesia italiana del Novecento’, una pietra miliare in questo ambito. (A.L.)

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    Concerto all’Auditorium Conciliazione contro la povertà

    ◊   Si terrà questa sera a Roma, presso l’Auditorium Conciliazione, un concerto straordinario dedicato alla Campagna del Millennio delle Nazioni Unite. “Musica contro la povertà” è il titolo. In programma la Sinfonia n. 6 in Si min op. 74 "Patetica" di Piotr Ilic Caikovskij e la Sinfonia n. 4 in mi min. op. 98 di Johannes Brahms. L’evento, con il patrocinio della Fondazione Roma presieduta dal professor Emmanuele Emanuele, è dedicato agli Obiettivi del Millenio in vista del Summit dell’Onu che si terrà a settembre. Il concerto si rivolge ai governi per chiedere il rispetto degli impegni presi al fine di sconfiggere la povertà estrema e raggiungere gli Obiettivi del Millennio. “I musicisti di un’orchestra sono soggetti che si muovono in modo coordinato verso un medesimo obiettivo - ha dichiarato Marta Guglielmetti, coordinatrice per l’Italia della Campagna del Millennio dell’Onu – ognuno porta il proprio suono e rispetta le proprie responsabilità. Esattamente quello che i capi di Stato e di governo dei Paesi membri delle Nazioni Unite tra cui l’Italia, si sono impegnati a fare dal 2000 per sconfiggere la povertà nel mondo”. Mancano 5 anni al traguardo stabilito e secondo diversi osservatori si è ancora lontani dagli obiettivi prefissati. Alcuni dei Paesi più ricchi non stanno rispettando i propri impegni. Il loro ritardo sta procurando implicazioni negative sull’azione generale e soprattutto sulla vita dei più poveri ed emarginati. Questa iniziativa si inserisce con coerenza nell’impegno di vedere realizzati gli 8 Millennium Development Goals, ovvero gli Obiettivi del Millennio. Sradicare la povertà estrema e la fame è il primo proposito dell’elenco firmato da tutti gli Stati membri dell’Onu. “L’Orchestra Sinfonica di Roma, diretta dal maestro Francesco La Vecchia, e la Fondazione Roma non possono rimanere insensibili dinanzi al dramma della fame nel mondo - ha affermato il professor Vincenzo Gagliani Caputo, presidente della Fondazione Arts Academy”. “Per questo motivo – conclude - abbiamo deciso di promuovere questa iniziativa nella speranza di contribuire, attraverso il linguaggio universale della musica, a sensibilizzare i governanti di tutte le nazioni e l’opinione pubblica ad un sempre maggior impegno per sconfiggere questa piaga che ci addolora e ci interpella”. (M.A.)

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    24 Ore nel Mondo



    Angela Merkel presenta il piano anticrisi: euro in difficoltà

    ◊   “L'euro è in pericolo e se fallisce sarà un fallimento anche per l'Europa”. Suonano come un monito le parole del cancelliere tedesco, Angela Merkel, pronunciate questa mattina al Bundestag in vista del voto di venerdì prossimo sul pacchetto anticrisi europeo da 750 miliardi di euro. Intanto, la decisione di Berlino di vietare le vendite allo scoperto su alcune categorie di titoli affossa nuovamente le borse, mentre l’euro scivola sui nuovi minimi da 4 anni sul dollaro, arretrando sotto quota 1,22, per poi risalire a 1,23. Il servizio di Marco Guerra:

    Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, espone tutti i rischi legati alle conseguenze della crisi finanziaria che ha investito l'area euro per convincere il Bundestag a votare il piano europeo salva-Stati. La Merkel ha messo subito a fuoco il problema affermando che la crisi non è greca, ma è in gioco “l'Unione Europea che si trova ad affrontare la prova più difficile” dalla sua istituzione. Per fare breccia anche tra i parlamentari più renitenti, il cancelliere ha poi proposto di togliere in via temporanea il voto ai Paesi "notoriamente" in violazione delle regole sul deficit pubblico e di garantire un controllo europeo delle finanze dei membri della moneta unica. La Merkel ha quindi sottolineato l'esigenza per tutti i Paesi dell'area euro di “accelerare l'opera di consolidamento dei conti pubblici”, esortando in particolare Spagna e Portogallo a “prendere azioni decise per ridurre il deficit”. Da Berlino arriva inoltre la decisione di prolungare a tempo indeterminato il divieto sulle vendite allo scoperto che scommettono al ribasso sui titoli di Stato europei. La misura rimarrà in vigore finché non verrà raggiunto un accordo a livello europeo su questo tema, ha poi spiegato la Merkel. All’intervento del cancelliere tedesco ha fatto eco quello del commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn, a margine del dibattito all'europarlamento sulle misure per contrastare la crisi dell'euro. “Abbiamo bisogno di un meccanismo permanente per la gestione delle crisi per gli Stati dell'eurozona – ha spiegato Ren all’emiciclo di Strasburgo – e quello temporaneo deciso il 9 maggio è un passo deciso in questa direzione”. Intanto, la stretta decisa unilateralmente dalla Germania sulle vendite allo scoperto ha trascinato in campo negativo tutte le Borse del Vecchio continente, che a loro volto hanno portato l'euro ai minimi da quattro anni a questa parte.

     
    Afghanistan, rientro delle vittime italiane
    Aprirà alle 16 all’ospedale militare del Celio di Roma la camera ardente per i due militari italiani uccisi in Afghanistan. Le esequie si terranno domani alle 10 nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, sempre a Roma. Le salme dei due alpini sono state accolte stamani all’aeroporto di Ciampino dai familiari e dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Proseguono, nel frattempo, le violenze in Afghanistan: stamani, in nuovo attacco alla base militare Nato di Bagram, sono morti almeno sette ribelli e sei soldati stranieri sono rimasti feriti. E un numero ancora imprecisato di talebani è stato ucciso nella zona di Bala Murghab la stessa dove sono rimasti uccisi i due alpini – a seguito di una vasta operazione condotta dalle forze dell'Isaf.

    Pakistan
    Almeno 55 talebani e due soldati sono morti nei combattimenti in Pakistan, seguiti all’attacco da parte degli insorti ad una base dell'esercito nella regione tribale di Orakzai superiore, nel nordovest del Paese. Secondo fonti ufficiali del governo, almeno 200 miliziani integralisti sono scesi dalle montagne circostanti per attaccare con granate e lanciarazzi le postazioni dei militari.

    Iran, nucleare
    La risoluzione Onu per nuove sanzioni all'Iran non ha legittimità. Lo ha detto oggi il più stretto consigliere del presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad. Ieri, tutte le potenze del Gruppo 5+1 hanno raggiunto un accordo su una bozza di risoluzione Onu sulle sanzioni all'Iran, che ora dovrà essere esaminata dall'intero Consiglio per l'approvazione finale. Il provvedimento ''non equivale a chiudere la porta alla diplomazia'', ha tuttavia voluto precisare l'ambasciatore della Cina al Palazzo di vetro, Li Baodong. Le misure messe a punto in seno al Consiglio di sicurezza Onu sono arrivate 24 ore dopo la sigla dell’intesa tra Iran, Turchia e Brasile per lo scambio di combustibile nucleare.

    Coree
    Saranno presentati giovedì prossimo i risultati dell’inchiesta internazionale sull’affondamento di una nave sudcoreana avvenuto lo scorso mese di marzo nel Mar Giallo, che ha provocato la morte di 46 marinai a bordo. Secondo la stampa americana, Seoul si appresta ad accusare formalmente Pyongyang. Ci sarebbero prove certe che attribuiscono a un siluro nordcoreano la causa del disastro.

    Cina, incidente in miniera
    In Cina, sono almeno dieci le vittime dello scoppio avvenuto la scorsa notte in una miniera di carbone nella provincia settentrionale dello Shanxi. Tredici invece i feriti fra gli studenti di una scuola attaccata da una banda di giovani nel sud del Paese. Gli assalitori erano altri studenti armati di coltello.

    Darfur, rapimenti
    Si moltiplicano i rapimenti nella regione sudanese del Darfur. Nella zona sud sequestrati tre operatori umanitari, due locali e uno americano. E restano ancora nelle mani di sconosciuti due marinai russi e uno lituano, prelevati durante un attacco contro le loro navi condotto domenica scorsa da uomini armati nel Camerun meridionale.

    Incontro bilaterale Italia-Egitto
    Si è tenuto questa mattina a Roma il terzo vertice intergovernativo tra Italia ed Egitto, per la firma di 15 accordi strategici bilaterali, in ambito economico e commerciale. Nel corso dell’incontro, a Villa Madama, tra il premier italiano, Berlusconi, e il presidente egiziano, Hosni Mubarak, sono stati affrontati i temi dei principali dossier internazionali, oltre all’elaborazione di iniziative congiunte per avviare progetti di sviluppo in Sudan ed Etiopia.

    Polonia
    Proseguono le indagini sulla sciagura aerea in cui hanno perso la vita il presidente polacco, Kaczynski, sua moglie ed altre 90 persone, avvenuto lo scorso mese in Russia. Secondo le ultime rivelazioni, c'erano degli estranei nella cabina di pilotaggio del velivolo. A rivelarlo, la Commissione interstatale che indaga sul disastro, che ha però escluso si sia trattato di un atto di terrorismo.

    Francia
    Il Consiglio dei ministri francese ha adottato oggi il progetto di legge che vieta di portare il burqa negli spazi pubblici, compresa la strada. Il provvedimento ha raccolto la contrarierà di gran parte della comunità musulmana francese. L'ultima parola spetta ora al parlamento, dove la normativa approderà a luglio. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 139

     
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