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Sommario del 13/05/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa: la missione profetica di Fatima non è conclusa. Dio ha il potere d'infiammare i cuori più freddi e tristi
  • Padre De Fiores: da Fatima l'appello permanente all'urgenza della conversione
  • Il "mare di luce" dei pellegrini che recita il Rosario con il Papa alla Veglia di Fatima: alimentate la fiamma della fede che rischia di spegnersi
  • La fedeltà nel tempo è il nome dell'amore: così il Papa ai Vespri. I sacerdoti affidati al Cuore Immacolato di Maria
  • La preghiera del Papa alla Madonna di Fatima: "tutti affido e consacro a te". Benedetto XVI ringrazia quanti pregano per lui
  • Messaggio del Papa al Kirchentag: la Chiesa è luogo di speranza nonostante la zizzania al suo interno
  • Vietnam: il Papa nomina il nuovo arcivescovo di Hà Nôi e il nuovo vescovo di Vinh
  • Oggi in Primo Piano

  • Negoziati indiretti per il Medio Oriente. Padre Pizzaballa: manca la fiducia reciproca
  • Fiera di Torino: Ernesto Olivero presenta il suo nuovo libro edito dalla Lev
  • Chiesa e Società

  • Tutti a Roma insieme al Papa domenica 16 maggio
  • Al via oggi il Congresso Eucaristico del Brasile
  • I vescovi olandesi: sì alla commissione indipendente sugli abusi sessuali
  • L'inaugurazione della Giornata ecumenica delle Chiese a Monaco
  • ‘No’ del Consiglio d'Europa al divieto totale del burqa
  • Inaugurata a Conakry l’Università Cattolica dell’Africa dell’Ovest
  • Presentata a Roma la “Rete europea sulla disabilità” che coinvolgerà otto capitali
  • Giornata di studi a Como sui diritti delle persone diversamente abili
  • Nepal: ultima proroga fino al 15 settembre 2010 per la Missione delle Nazioni Unite
  • L'impegno del Brasile per lo sviluppo sostenibile dell’Africa sub-sahariana
  • Convegno sul bullismo al Centro Pedro Arrupe di Palermo
  • 24 Ore nel Mondo

  • Bce: la crisi frena la crescita
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa: la missione profetica di Fatima non è conclusa. Dio ha il potere d'infiammare i cuori più freddi e tristi

    ◊   Stamani, nella terza giornata del suo viaggio apostolico in Portogallo, il Papa ha celebrato la Messa nella Solennità della Beata Vergine di Fatima sulla spianata del Santuario a lei dedicato. 500 mila i pellegrini giunti per l’occasione nella cittadina portoghese. Benedetto XVI, nella sua omelia, ha affermato che la missione profetica di Fatima non è conclusa: l’invito di Maria alla conversione e alla penitenza conserva tutta la sua urgenza. L’amore misericordioso di Gesù – ha aggiunto – è la nostra speranza. Dio ha il potere d'infiammare i cuori più freddi e tristi. Linea al nostro inviato Roberto Piermarini:


    (Canto)

     
    La splendida e toccante immagine della Vergine, su un cuscino di fiori ha attraversato la grande spianata di Fatima portata a braccio dai soldati dei tre rami delle Forze armate portoghesi, tra lo sventolio frenetico di migliaia di fazzoletti agitati dai pellegrini provenienti da tutto il Portogallo e da vari Paesi europei. La loro fede ha sfidato il freddo ed i continui scrosci di pioggia per stringersi intorno al Papa venuto come pellegrino ai piedi della Vergine. Presente al rito anche il presidente della Repubblica Cavaco Silva. All’omelia il Papa ha spiegato i motivi del suo pellegrinaggio a Fatima: per pregare con Maria per la nostra umanità afflitta da miseria e sofferenze e per affidare alla Madonna l’intima confessione che “amo” Gesù, che la Chiesa e i sacerdoti lo “amano” e desiderano tenere fissi gli occhi in Lui, mentre si conclude questo Anno Sacerdotale, e per affidare alla materna protezione di Maria i sacerdoti e tutte le persone consacrate. I pastorelli si sono innamorati di Dio in Gesù – ha affermato il Papa – grazie alle apparizioni della Vergine Maria, ma questo non vuole essere un evento esclusivo avvenuto 93 anni fa, Dio stesso può raggiungerci oggi, offrendosi alla nostra visione interiore. “La nostra speranza – ha detto il Papa – ha un fondamento reale, poggia su un evento che si colloca nella storia e al tempo stesso la supera: è Gesù di Nazareth”:

    “A fé em Deus abre ao homem o horizonte de uma esperança certa...
    La fede in Dio - ha detto - apre all’uomo l’orizzonte di una speranza certa che non delude; indica un solido fondamento sul quale poggiare, senza paura, la propria vita; richiede l’abbandono, pieno di fiducia, nelle mani dell’Amore che sostiene il mondo”.

     
    Benedetto XVI è poi tornato a parlare della vita dei Pastorelli per mostrare come la vicinanza a Dio porta a una vita più fraterna, più gioiosa, più comunitaria. “La Madonna infatti li ha aiutati ad aprire il cuore all’universalità dell’amore”, come la beata Giacinta instancabile nella condivisione con i poveri e nel sacrificio per la conversione dei peccatori. “Soltanto con questo amore di fraternità e di condivisione – ha detto il Papa – riusciremo ad edificare la civiltà dell’Amore e della Pace”. Questo non è solo una pagina chiusa di storia. E’ una sfida per la generazione presente, una sfida per il mondo di oggi. La missione profetica non si è conclusa, ha detto il Papa:

     
    “Com a família humana pronta a sacrificar os seus laços mais sagrados...
    Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo. In quel tempo erano soltanto tre, il cui esempio di vita si è diffuso e moltiplicato in gruppi innumerevoli per l’intera superficie della Terra, in particolare al passaggio della Vergine Pellegrina, i quali si sono dedicati alla causa della solidarietà fraterna. Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità”.

     
    Al termine dell’Eucarestia il Papa ha benedetto ed ha rivolto una parola di speranza per i malati. Una speranza che non rende inutile la sofferenza che se vissuta con Cristo, serve per la salvezza dei fratelli. Cristo – ha detto – più che spiegarci le ragioni della sofferenza, ha preferito chiamare ciascuno a seguirlo prendendo la propria croce:

     
    “Vem comigo. Toma parte com o teu sofrimento nesta obra de salvação...
    Vieni con me. Prendi parte, con la tua sofferenza, a quest’opera di salvezza del mondo, che si realizza mediante la mia sofferenza, per mezzo della mia Croce. Man mano che abbracci la tua croce, - ha detto il Papa - unendoti spiritualmente alla mia Croce, si svelerà ai tuoi occhi il significato salvifico della sofferenza. Troverai nella sofferenza la pace interiore e perfino la gioia spirituale”.

     
    Infine, in più lingue, ha rivolto un saluto ai vari gruppi di pellegrini presenti a Fatima:

     
    “Cari fratelli e sorelle, da Fatima, dove la Vergine Maria ha lasciato un segno indelebile del suo amore materno, invoco la sua protezione su di voi, sulle vostre famiglie, specialmente su quanti sono nella prova. Vi benedico di cuore!”

     
    Un tiepido sole e un grande arcobaleno hanno fatto da sfondo alla celebrazione, simbolo dell’alleanza che la Vergine Maria, con la sua apparizione ha rinnovato a tutta l’umanità.

    (Canto)

     
    Ascoltiamo le testimonianze di alcuni fedeli presenti sulla spianata del Santuario di Fatima. Le ha raccolte per noi Roberto Piermarini:
     
    D. – Con che spirito siete venuti qui a Fatima per questa Messa di Benedetto XVI?

     
    R. – Con uno spirito pieno di gioia, pieno di allegria, condividiamo questo evento con il Santo Padre e gli stiamo vicini in questo posto, dove è venuto prima Giovanni Paolo II, e dove vogliamo ringraziare per tutti i doni e le grazie che riceviamo.

     
    D. – Cosa rappresenta per voi la Madonna di Fatima?

     
    R. – Per noi rappresenta la Madre, Colei che ci accompagna ogni giorno nella nostra vita e ci consola. La Madre Consolatrice nelle afflizioni, ma anche Colei che ci dà molta gioia e la sicurezza che è sempre con noi e che ci accompagna.

     
    D. – Con noi è una giovane che è presente qui alla Messa del Papa…

     
    R. – Io ho già fatto altri pellegrinaggi, ma per me è sempre una gioia poter seguire il Santo Padre. Questi pellegrinaggi ci donano molta pace, anche per accettare quella che è la nostra vita e la nostra storia. Torniamo, quindi, nelle nostre case, nelle nostre famiglie con allegria.

     
    D. – Con che spirito siete venuti qui a Fatima per questa Messa con Benedetto XVI?

     
    R. – Per arrivare ci abbiamo impiegato quasi tre giorni, perché siamo venuti con la nave da Napoli. Sicuramente lo spirito è quello di penitenza, come dice Benedetto XVI: penitenza per i cristiani e soprattutto in questo periodo abbastanza critico per la Chiesa.

     
    D. – Qual è il messaggio per la vostra vita viene dalla Vergine di Fatima?

     
    R. – Sicuramente una chiamata alla conversione, ad un cambiamento di vita radicale al quale ci invita sia il Santo Padre, sia anche questo luogo. E’ la prima volta che sono qui e devo dire che si vive uno spirito di preghiera forte, si tocca con mano. Io sono qui con la mia famiglia e siamo tutti contenti di essere qui ad ascoltare la voce del Santo Padre e il messaggio di Fatima.

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    Padre De Fiores: da Fatima l'appello permanente all'urgenza della conversione

    ◊   Sul messaggio che ancora oggi viene da Fatima, Federico Piana ha sentito il padre monfortano Stefano de Fiores:

    R. – Fatima – come diceva lo storico Rumi – non è un fuoco d’artificio, ma è qualcosa di veramente serio che ci dà la comprensione del XX secolo e non solo: Papa Ratzinger ha fatto capire che il messaggio di Fatima non si conclude con il secolo passato, ma si proietta anche verso l’avvenire, perché ha prospettive che sicuramente riguardano il futuro.

     
    D. – Attualmente, cosa rappresenta Fatima?

     
    R. – Fatima è una tromba che appella alla responsabilità! Non solamente alla fede in Dio, ma alla nostra identificazione con il Cuore Immacolato di Maria, cioè con questa figura luminosa che è tutta per la vita e che vuole disintegrare le forze di morte. Quindi, noi dobbiamo prendere una nostra decisione, una nostra posizione perché Fatima interpella proprio l’uomo.

     
    D. – Il Papa dice: “Nella Chiesa c’è il peccato come c’è sempre stato”, e naturalmente chiede penitenza, che è poi anche quello che ha detto la Vergine a Fatima …

     
    R. – La concezione che Benedetto XVI ha della Chiesa è proprio quella di una Chiesa che soffre e che quindi percorre la via del Calvario, sempre!, perché o perseguitata dall’esterno, oppure perseguitata all’interno, attraverso i peccati della Chiesa stessa e dei figli della Chiesa, per cui riguarda la concezione della Chiesa che attraverso la Croce deve pervenire alla gloria.

     
    D. – Padre Stefano, ma la penitenza noi cristiani la stiamo facendo oppure no?

     
    R. – Eh … purtroppo, non possiamo vantarci perché pensiamo sempre meno a quello che la Vergine Maria richiede da noi da parte di Dio, perché già nel passato e anche nella seconda parte del segreto di Fatima, si dice: se non ascolteranno, ci sarà la guerra. E la guerra c’è stata! Quindi, vuol dire che non c’è stata la risposta che Maria aspettava e la stessa cosa dobbiamo ripetere ora; è bene, proprio attraverso questi mezzi di comunicazione, far risuonare questa urgenza, perché se la Madonna ci chiede la penitenza, ci chiede la conversione vuol dire che il futuro della Chiesa esige tutto questo, per non trovarci impreparati di fronte alla lotta contro il male che sta sempre più affilando, purtroppo, le proprie armi e quindi è necessario un salto di qualità nella santità della Chiesa che viene a noi, appunto, dalla figura luminosa della Vergine Maria, il primo frutto della redenzione di Cristo. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Il "mare di luce" dei pellegrini che recita il Rosario con il Papa alla Veglia di Fatima: alimentate la fiamma della fede che rischia di spegnersi

    ◊   La seconda giornata della visita in Portogallo si era conclusa, ieri sera, con la suggestiva fiumana di luce che ha visto decine di migliaia di persone intonare il Rosario assieme al Papa, pregando con le fiaccole accese davanti alla Cappellina delle Apparizioni del Santuario di Fatima. Alessandro De Carolis lo racconta in questo servizio:

    (canto)

     
    Il “roveto ardente” per una notte si accende a Fatima. E’ questa l’impressione che Benedetto XVI ricava nell’osservare quel “mare di luce”, come lo chiama, che si estende a perdita d’occhio. Oltre 200 mila ceri e fiaccole si danno appuntamento alla Cappella delle Apparizioni del Santuario portoghese per ascoltare il Papa e pregare con lui il Rosario. Anche la “via di ritorno dalla terra al cielo” della Madonna, ricorda nel suo discorso alla folla Benedetto XVI, apparve ai pastorelli “come una striscia di luce”. E l’immagine delle fiaccole nella notte di Fatima ispira al Papa un pensiero, che è poi la riconferma di un messaggio già più volte espresso in questi primi giorni del viaggio apostolico:
     
    “No nosso tempo em que a fé…
    Nel nostro tempo, in cui la fede in ampie regioni della terra, rischia di spegnersi come una fiamma che non viene più alimentata, la priorità al di sopra di tutte è rendere Dio presente in questo mondo ed aprire agli uomini l’accesso a Dio (…) Non abbiate paura di parlare di Dio e di manifestare senza vergogna i segni della fede, facendo risplendere agli occhi dei vostri contemporanei la luce di Cristo”.
     
    Il parallelo tra Fatima e il roveto di Mosè indica, afferma il Papa, che oltre ogni diritto umano di possedere un territorio sul quale vivere – e Mosè dopo l’incontro con Dio libererà gli ebrei dall’Egitto – è “il diritto alla libertà di adorazione”, di culto, quello che deve essere difeso e custodito. “Uno spazio aperto a Dio” come quello che 93 anni fa tre piccoli pastori aprirono su un pezzo di terra, dopo aver aperto il cuore alla Vergine:

     
    “Neste lugar è impressionante observar…
    In questo luogo stupisce osservare come tre bambini si sono arresi alla forza interiore che li ha invasi nelle apparizioni dell’Angelo e della Madre del Cielo. Qui, dove tante volte ci è stato chiesto di recitare il Rosario, lasciamoci attrarre dai misteri di Cristo, i misteri del Rosario di Maria (...) Contempliamo l’intima partecipazione di Maria a questo mistero e la nostra vita in Cristo oggi, che pure si presenta tessuta di momenti di gioia e di dolore, di ombre e di luce, di trepidazione e di speranza”.
     
    (preghiera Rosario)

     
    Mentre Benedetto XVI si congeda dalla folla dopo la recita del Rosario, il cardinale Tarcisio Bertone presiede la Messa che viene celebrata subito dopo, a proseguire la Veglia che prepara la grande festa del 13 maggio. La riflessione del segretario di Stato è in sintonia con le parole del Papa sui tre veggenti. Sono loro, “i piccoli del Regno”, l’esempio da seguire, dice. Farci umili e piccoli “piccoli il più possibile”, prosegue, ci rende capaci di essere cristiani autentici, che comunicano l’amore di Cristo:
     
    “Às vezes lamentamo-nos da presença…
    A volte ci lamentiamo a causa della presenza marginale del cristianesimo nella società attuale, della difficoltà nel trasmettere la fede ai giovani, della diminuzione delle vocazioni sacerdotali e religiose… e si potrebbero elencare altri motivi di preoccupazione; infatti non di rado ci sentiamo dei perdenti al cospetto del mondo. L’avventura della speranza però ci porta più lontano. Ci dice che il mondo è di chi più lo ama e meglio glielo dimostra”.

     (canto)

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    La fedeltà nel tempo è il nome dell'amore: così il Papa ai Vespri. I sacerdoti affidati al Cuore Immacolato di Maria

    ◊   Con coraggio e fiducia, siate fedeli alla vostra vocazione: è l’esortazione di Benedetto XVI ai fedeli, in particolare ai consacrati, rivolta ieri sera alla celebrazione dei Vespri nella Chiesa della Santissima Trinità di Fatima, definita “ideale cenacolo di fede”. Nell’incontro dedicato al clero nell’Anno Sacerdotale, il Papa ha anche pronunciato un “Atto di affidamento e consacrazione dei sacerdoti al Cuore Immacolato di Maria”. Il servizio di Alessandro Gisotti:
     
    Canti

     
    “Ognuno di noi – ha affermato Benedetto XVI - è chiamato ad essere, con Maria e come Maria, un segno umile e semplice della Chiesa”. Il Papa ha quindi ricordato che “la principale preoccupazione di ogni cristiano, specialmente della persona consacrata e del ministro dell’Altare, dev’essere la fedeltà, la lealtà alla propria vocazione, come discepolo che vuole seguire il Signore”:

     
    “A fidelidade no tempo é o nome do amor…”
    La fedeltà nel tempo è il nome dell’amore”, ha detto il Papa, “di un amore coerente, vero e profondo a Cristo Sacerdote”.

     
    Quindi, nell’Anno Sacerdotale che volge al termine, ha invitato i presbiteri a vivere con gioia la consacrazione, testimoniando la “fedeltà sacerdotale, fondata sulla fedeltà di Cristo”:
     
    “Isto supõe, evidentemente, uma verdadeira intimidade com Cristo…”
    Ciò – ha osservato nell’omelia – suppone evidentemente una vera intimità con Cristo nella preghiera, poiché sarà l’esperienza forte ed intensa dell’amore del Signore che dovrà portare i sacerdoti e i consacrati a corrispondere in un modo esclusivo e sponsale al suo amore”.

     
    Questa vita di “speciale consacrazione”, ha aggiunto, “è nata come memoria evangelica per il popolo di Dio, memoria che manifesta, certifica e annuncia all’intera Chiesa la radicalità evangelica e la venuta del Regno”. Ha così messo l’accento sulla preghiera, l’ascesi, la vita spirituale e l’azione apostolica dei consacrati:
     
    “Como é grande, hoje, a necessidade deste testemunho...”
    Quanto grande è oggi il bisogno di questa testimonianza”, ha detto il Papa, specie nel momento in cui molti “vivono come se non ci fosse un Aldilà, senza preoccuparsi della propria salvezza eterna”.

     
    La Chiesa ha “la missione di aiutare” gli uomini ad “aderire alla conoscenza e all’amore di Dio”. Certo, ha proseguito, “Dio è padrone dei suoi doni e la conversione degli uomini è grazia”. Ma i consacrati, ha avvertito, “sono chiamati ad aderire alla conoscenza e all’amore di Dio, e la Chiesa ha la missione di aiutarli in questa vocazione”. Il Pontefice ha quindi rivolto il pensiero alla profonda solidarietà tra tutti i membri del Corpo di Cristo. Come ci insegna Giovanni Maria Vianney, ha ricordato, non è possibile amare Cristo senza amare i propri fratelli. Parole corredate da una viva esortazione ai sacerdoti:
     
    “A fidelidade à própria vocação exige coragem…”
    La fedeltà alla propria vocazione – ha detto – esige coraggio e fiducia, ma il Signore vuole anche che sappiate unire le vostre forze”, essendo “solleciti gli uni verso gli altri” e sostenendosi fraternamente. E li ha invitati a riservare “particolare attenzione alle situazioni di un certo indebolimento degli ideali sacerdotali oppure al fatto di dedicarsi ad attività che non si accordano integralmente con ciò che proprio di un ministro di Gesù Cristo”.

     
    Infine, li ha incoraggiati ad una preghiera “fiduciosa e perseverante” per le nuove vocazioni sacerdotali tra i fedeli.

     
    Canti

     
    A conclusione dei Vespri, il Papa ha pronunciato un “Atto di affidamento e consacrazione dei sacerdoti al Cuore Immacolato di Maria”. Possa la Chiesa, è stata la sua invocazione, “essere rinnovata da santi sacerdoti, trasfigurati dalla grazia di Colui che fa nuove tutte le cose”:

     
    “Ajudai-nos, com a vossa poderosa intercessão…”
    Aiutaci con la tua potente intercessione – ha detto il Papa alla Vergine – a non venir meno a questa sublime vocazione, a non cedere ai nostri egoismi, alle lusinghe del mondo ed alle suggestioni del Maligno”.

     
    Benedetto XVI ha chiesto a Maria di avvolgere i fedeli col suo amore materno, non stancandosi di “visitarci, consolarci e sostenerci”:

     
    “Com este acto de entrega…”
    Con questo atto di affidamento e di consacrazione – ha detto il Santo Padre – vogliamo accoglierti in modo più profondo e radicale, per sempre e totalmente nella nostra esistenza umana e sacerdotale”.
     
    “La tua presenza – ha concluso – faccia rifiorire il deserto delle nostre solitudini e brillare il sole sulle nostre oscurità, faccia tornare la calma dopo la tempesta, affinché ogni uomo veda la salvezza del Signore”.

     
    Dopo i Vespri, il nostro inviato Roberto Piermarini ha raccolto alcune testimonianze dei presenti, a cominciare dal rettore del seminario Redemptoris Mater di Colonia che si sofferma su un passaggio dell’omelia del Papa:

    R. – Quando ci ha chiamati a diventare degli uomini liberi, in grado di amare, in grado di donarsi, preti liberi per essere casti, umili, obbedienti. Anche come rettore sono rimasto molto colpito, quando ha detto che siamo stati liberati per mezzo di Cristo da noi stessi. E credo che questo sia il punto fondamentale nella formazione dei seminaristi: far loro presente che la vocazione è una chiamata alla libertà in Cristo e che è Cristo che ci dona questa libertà attraverso il suo Spirito Santo.

     
    D. – Adesso la parola ad un seminarista...

     
    R. – Mi ha colpito tantissimo vedere l’amore con cui il Papa ha parlato con noi. Mi ha colpito anche l'invito a vivere questa chiamata di Cristo come libertà, sapere che Lui mi chiama con amore. E vivere il Sacramento dell’Eucaristia come punto centrale della mia vita; sperimentare veramente ogni giorno Cristo nella mia vita, attraverso questo Sacramento; sperimentare questo amore, che è un amore non soltanto per me, ma un amore che mi chiama a portare questo messaggio di Cristo, morto e risorto, a tutto il mondo.

     
    D. – Chiediamo un commento anche all’omelia di Benedetto XVI qui a Fatima ad una religiosa...

     
    R. – E' stato qualcosa di molto profondo, un invito forte a meditare e pregare davanti al Santissimo.

     
    D. – Un sacerdote portoghese...

     
    R. – Per me è stato un invito alla fedeltà, a servire Dio e la Chiesa con tutta la nostra forza, rinnovando ogni giorno la nostra volontà di amare e servire il popolo di Dio.

     
    D. – Chiediamo ad un padre gesuita spagnolo un commento sull’omelia di Benedetto XVI...

     
    R. – La cosa che mi ha colpito è quando ha detto che noi dobbiamo avere al primo posto la fedeltà, la fedeltà della nostra consacrazione, nel tempo e anche nell’amore a Cristo Gesù. Questa è stata la cosa più preziosa che ho potuto cogliere della sua omelia.

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    La preghiera del Papa alla Madonna di Fatima: "tutti affido e consacro a te". Benedetto XVI ringrazia quanti pregano per lui

    ◊   Prima tappa del Papa a Fatima è stata ieri la visita alla Cappella delle Apparizioni dove Benedetto XVI ha elevato la sua preghiera alla Madonna. Ce ne parla Sergio Centofanti.

     
    (canto)

     
    E’ stato un momento di grande intensità. Il Papa si è raccolto in ginocchio davanti all’immagine della Madonna, posta nel punto in cui i tre pastorelli videro la Vergine.

     
    “Aqui estou como um filho...
    Eccomi come un figlio che viene a visitare sua Madre – ha detto nella sua preghiera - e lo fa in compagnia di una moltitudine di fratelli e sorelle” per “presentare al tuo Cuore Immacolato le gioie e le speranze … i problemi e le sofferenze” dei tuoi figli: “tutti affido e consacro a te”.

     
     
    Benedetto XVI ricorda quando Giovanni Paolo II venne a Fatima per ringraziare “quella mano invisibile” che lo liberò dalla morte nell’attentato del 13 maggio 1981, offrendo alla Madonna un proiettile che lo aveva gravemente ferito e che fu posto nella corona della statua di Maria.

     
    “É profundamente consolador...
    È di profonda consolazione – ha affermato il Pontefice - sapere che tu sei coronata non soltanto con l’argento e l’oro delle nostre gioie e speranze, ma anche con il «proiettile» delle nostre preoccupazioni e sofferenze”. Benedetto XVI ringrazia per “le preghiere e i sacrifici che i Pastorelli di Fatima facevano per il Papa” condotti dai sentimenti ispirati da Maria e ringrazia “anche tutti coloro che, ogni giorno, pregano per il Successore di Pietro e per le sue intenzioni affinché il Papa sia forte nella fede, audace nella speranza e zelante nell’amore”.

     
    Infine ha offerto alla Madonna una Rosa d’Oro “come omaggio di gratitudine del Papa per le meraviglie che l’Onnipotente” ha compiuto per mezzo di Maria nei cuori dei tanti pellegrini che vengono a Fatima.

     
    (canto)

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    Messaggio del Papa al Kirchentag: la Chiesa è luogo di speranza nonostante la zizzania al suo interno

    ◊   Anche nei momenti di tribolazione, la Chiesa resta luogo della speranza: è quanto scrive Benedetto XVI nel messaggio inviato ai partecipanti al Kirchentag, la Giornata ecumenica delle Chiese, apertasi ieri a Monaco di Baviera, sul tema “Affinché abbiate la speranza”. Nonostante la zizzania presente tra quanti sono chiamati al servizio del Signore, sottolinea il Papa, il Signore ci purifica e ci indica la via della fede. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    “La Chiesa è veramente luogo di speranza?”: Benedetto XVI muove da questo interrogativo nel suo messaggio al Kirchentag. Una domanda, riconosce, che si è fatta più urgente in questi mesi in cui “siamo stati confrontati costantemente con notizie che vorrebbero toglierci la gioia della Chiesa, oscurarla come luogo di speranza”. Come fecero i servi del padrone nella parabola del Regno dei Cieli, scrive il Papa, anche noi ci chiediamo da dove venga la zizzania. Una zizzania, prosegue, che “esiste proprio in mezzo alla Chiesa e tra coloro che il Signore in modo particolare ha chiamato al suo servizio”. Eppure, rassicura, “la luce di Dio non è tramontata, il frumento buono non è stato soffocato dalla semina del male”. Anzi, afferma, “se osserviamo non soltanto quanto vi è di oscuro, ma anche quello che è luminoso nel nostro tempo, vediamo come la fede renda le persone pure e buone e le educhi all’amore”.

     
    La Chiesa, ribadisce il Papa, è dunque luogo di speranza, “perché da essa continua a venire a noi la Parola di Dio che ci purifica e ci indica la via della fede”. Il Signore, soggiunge, “continua a donarsi nella grazia dei Sacramenti” e “questo non può essere oscurato né distrutto dal nulla”. Di questo, si legge ancora, “dobbiamo gioire nei momenti di tribolazione”. Tuttavia, è il monito del Papa, parlare della Chiesa come “luogo della speranza che viene da Dio” implica allo stesso tempo “un esame di coscienza”, verificando se siamo disposti ad estirpare la zizzania che è in noi.

     
    Ma che cos’è la speranza, si chiede ancora Benedetto XVI? “Mentre riflettiamo su tutto quello che possiamo e dobbiamo fare – constata – ci rendiamo conto che le cose più grandi non le possiamo fare”. Esse, annota il Papa, “possono venire a noi soltanto come un dono: l’amicizia, l’amore, la gioia, la felicità”. Anche la vita, prosegue, “non possiamo darcela da soli”. Oggi, aggiunge, “quasi nessuno parla più della vita eterna, che una volta era il vero oggetto della speranza”. Senza speranza, infatti, vediamo che la vita “inevitabilmente diventa egoista e alla fine rimane insaziata”. Ecco allora che comprendiamo la vera fonte della speranza: è Gesù Cristo. “Noi – scrive il Papa – non siamo stati lasciati soli. Dio è vivo”, “possiamo rivolgerci a Lui e Lui mi ascolta”. Noi “possiamo conoscere Dio” e “Lui conosce noi”. Questa, conclude il Papa, è “la nostra speranza e la nostra gioia”.

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    Vietnam: il Papa nomina il nuovo arcivescovo di Hà Nôi e il nuovo vescovo di Vinh

    ◊   Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Hà Nôi (Vietnam), presentata da mons. Joseph Ngô Quang Kiêt, in conformità al canone 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede mons. Pierre Nguyên Van Nhon, coadiutore della medesima arcidiocesi.

    Sempre in Vietnam, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Vinh presentata da mons. Paul-Marie Cao Dình Thuyên, per raggiunti limiti di età. Gli succede il padre domenicano Paul Nguyên Thai Hop, insegnante di Etica e Dottrina Sociale della Chiesa presso il Centro di Studi Domenicano e in vari Istituti religiosi, nonché professore presso l’Università Statale di Hochiminh Ville. Padre Paul Nguyên Thai Hop è nato a Lang Anh, Nghe An, diocesi di Vinh, il 2 febbraio 1945. Ha frequentato il Centro di Studi dei Domenicani e l’Università statale di Saigon, dove ha ottenuto una Licenza in Filosofia Orientale (1970). Ha conseguito in Svizzera un Dottorato in Filosofia presso l’Università di Friburgo (1978), e poi un Dottorato in Teologia Morale presso la Facoltà di Teologia di São Paolo (Brasile). E’ stato ordinato sacerdote l’8 agosto 1972. Dopo l’ordinazione ha svolto i seguenti incarichi: insegnante nella Facoltà di Teologia a Lima (Péru), negli anni ’80, e alla Pontificia Università S. Tommaso d’Aquino di Roma (1997-2003); responsabile della formazione intellettuale della Provincia Domenicana del Vietnam (2003-2007); consigliere della Provincia Domenicana (2003-2007). Dal 2000 insegna Etica e Dottrina Sociale della Chiesa presso il Centro di Studi Domenicano e in vari Istituti religiosi, nonché Scienze religiose presso l’Università Statale di Hochiminh Ville. La diocesi di Vinh (1960), suffraganea dell'arcidiocesi di Hà Nôi, ha una superficie di 30.594 kmq e una popolazione di circa 6.090.000 abitanti, di cui 486.234 sono cattolici. Si contano 177 parrocchie, 167 sacerdoti diocesani, 610 suore e 88 seminaristi maggiori.

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    Oggi in Primo Piano



    Negoziati indiretti per il Medio Oriente. Padre Pizzaballa: manca la fiducia reciproca

    ◊   Sono ripresi ufficialmente, domenica scorsa, i negoziati tra Palestina e Israele, con la mediazione degli Stati Uniti. Leader israeliani e palestinesi hanno incontrato in questi giorni il diplomatico statunitense George Mitchell, in quelli che sono stati definiti ‘proximity talks’, cioè negoziati indiretti. Da parte sua, il primo ministro israeliano Netanyahu ha affermato che "trattative dirette e incontri faccia a faccia devono verificarsi presto perché non è possibile ottenere la pace a distanza, come se si stesse utilizzando un telecomando." In ogni caso, è stato interrotto lo stallo che durava ormai da 18 mesi. Fausta Speranza ne ha parlato con padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa:

    R. – Di dialogo, di incontri, di un clima più positivo ancora non si parla, ad essere sincero. E’ ancora presto, perché veniamo da un periodo di assenza di negoziato totale ed anche di grande sospetto, almeno a livello politico, che non si scioglie solo con i primi annunci di incontri. Ci vorrà sicuramente ancora un po’ di tempo e bisognerà soprattutto vedere se dopo questi primi incontri, questo ghiaccio che c’è tra le due parti si scioglierà oppure se siamo ancora di fronte all’ennesima tattica, che però lascia invariata la situazione. L’opinione pubblica è ancora piuttosto tiepida e così sono anche i giornali e il sentire comune.

     
    D. – Si parla, non a caso, di colloqui indiretti, perché al momento non è possibile far sedere le due parti – israeliani e palestinesi – allo stesso tavolo. Nella realtà, padre Pizzaballa, questo che cosa significa: una tensione davvero forte?

     
    R. – A livello della vita di tutti i giorni questo non influisce forse molto, perché la situazione rimane invariata da molto tempo. Questi colloqui indiretti indicano sospetto, una mancanza di fiducia reciproca, che poi si ripercuote, passa anche attraverso l’opinione pubblica e arriva al pensiero comune. Speriamo che dai colloqui indiretti con questi mediatori si passi poi ad una fase più diretta, che possa influire di più. In questo momento, però, siamo ancora in una fase prematura e si dovrà attendere. Speriamo che si sciolga la situazione, che rimane però molto tesa e rigida.

     
    D. – Padre Pizzaballa, qualunque segnale che vada nella direzione di un processo di pace deve essere un motivo di speranza e ... non bisogna stancarsi di rinnovare la preghiera...

     
    R. – Sì, bisogna sempre sperare, bisogna certamente lavorare a tutti i livelli, perché questa situazione si sblocchi. Come credenti, innanzitutto la preghiera, e lavorare perché la gente e un po’ tutti si convincano della necessità di andare avanti, andare oltre, soprattutto non fermarsi alla situazione presente, ma avere il coraggio di andare oltre. Siamo nella terra dei profeti, quindi dobbiamo vedere anche quello che non c’è. E poi lavorare come Chiesa internazionale, perché la comunità internazionale sia più presente e partecipe di questa situazione.

     
    D. – Padre Pizzaballa, c’è una responsabilità mediatica? In questi giorni, questo processo di pace, anche se a livello di colloqui indiretti, è ripreso ma nel silenzio generale dei media. Non le sembra che forse invece bisognerebbe sostenere anche a livello mediatico questo tentativo?

     
    R. – I media sicuramente hanno una grandissima importanza, perché sono loro che creano l’opinione pubblica, sono loro che influiscono in maniera determinante. La pace non la fanno soltanto i due leader che hanno contratto un accordo: la pace è una mentalità, un modo di pensare, un fiume, un’onda che deve coinvolgere un po’ tutte le parti della società e, in questo senso, i media hanno una responsabilità che è determinante, se non quasi totale. Anche i media, però, molto spesso hanno delle logiche, delle dinamiche, che non sono quelle di creare la pace, ma di inseguire le notizie sensazionali, ahimè.

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    Fiera di Torino: Ernesto Olivero presenta il suo nuovo libro edito dalla Lev

    ◊   Quattro padiglioni, 51.000 metri quadri di superficie, 27 sale convegni, più di 1.400 editori. Sono alcuni dei numeri che caratterizzano la 23.ma edizione del Salone internazionale del libro che si apre oggi a Torino. Il motivo conduttore di quest’anno è la memoria, supportata da archivi informatici sempre più sofisticati ma segnata da un rapporto, spesso distratto, dell’uomo con il passato. In questa edizione interverrà anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che domani terrà una riflessione sul tema “Segni della memoria e sfida educativa”. Numerose le novità librarie. Oggi, in particolare, viene presentato il libro “Pace” di Ernesto Olivero ed edito dalla Libreria Editrice Vaticana. Sull’itinerario tracciato in questo volume si sofferma lo stesso autore, fondatore del Servizio missionario giovani (Sermig), intervistato da Amedeo Lomonaco:

    R. – E’ l’itinerario della mia vita che si è spostata a Baghdad, poi improvvisamente sotto le bombe di Beirut, in un carcere, improvvisamente con un volto davanti che ti chiedeva di cambiare vita … Io ho accettato questi incontri e, spontaneamente, ho annotato nel mio diario le sensazioni … Quindi è un itinerario di fatti concreti e con Dio nel cuore le risposte si hanno sempre.

     
    D. – Come si costruisce oggi la pace, anche in Paesi segnati da sanguinosi conflitti?

     
    R. – La pace deve passare attraverso il dialogo. Ma questo non deve avanzare come è stato fatto finora. Attualmente il dialogo lo guida il più forte e colui che è più debole accetta le decisioni prese. Poi però non cambia niente! Promuovere il dialogo significa invece sedersi intorno ad un tavolo, vedere con occhi diversi e sentire con orecchie diverse. Non è poesia questa ma pragmatismo!

     
    D. – La 23.ma edizione del Salone internazionale del libro è dedicata quest’anno al tema della memoria. Quali sono i principali insegnamenti della storia recente per tradurre i valori della pace nel mondo contemporaneo?

     
    R. – La storia ci può insegnare tante cose, ma ha pochi allievi. A me piacerebbe che chi legge questo libro possa diventare allievo, perché la storia ci può insegnare molto. Chi impara dalla storia è anche un uomo nuovo.

     
    D. - Anche perché la memoria, se fondata sulla verità e su un’autentica conoscenza storica, diventa alleata della pace …

     
    R. – Certo, la verità rende liberi, la verità è alleata della pace e della giustizia …

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    Chiesa e Società



    Tutti a Roma insieme al Papa domenica 16 maggio

    ◊   Domenica prossima, 16 maggio, si svolgerà in Piazza San Pietro la giornata di solidarietà con il Papa, promossa dalla Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali (Cnal). Ci sarà anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che alle 11.00 presiederà una liturgia della Parola. Il presidente nazionale dell’Azione Cattolica, Franco Miano, ha elencato su www.piùvoce.net “tre buone ragioni” per essere, alla preghiera con il Papa e il cardinale Bagnasco: la prima ragione è “la priorità della preghiera”. Lo riferisce il Sir. Ci rechiamo in Piazza San Pietro a pregare con il Santo Padre. Nella fede, nella sobrietà della preghiera del Regina Caeli, nella sottolineatura della centralità della Parola c’è “il senso vivo e profondo della vicinanza e dell’affetto del laicato cattolico, del popolo cristiano verso il Santo Padre e verso i sacerdoti tutti”. Seconda ragione è “il valore della comunione”, in quanto “ci rechiamo in Piazza San Pietro insieme”, come in “un incontro di famiglia”, “come gruppi, associazioni, movimenti”, “come popolo”. La terza ragione sta nel “significato di una responsabilità”: “Ci rechiamo in Piazza San Pietro per sottolineare l’adesione al Magistero di Benedetto XVI che spinge sempre più tutti i credenti verso una fedeltà incondizionata al Vangelo, che metta in grado di riconoscere, condannare e isolare il male presente anche nella vita della chiesa e di impegnarsi a vincere il male facendo sempre prevalere il bene”. “In ogni circostanza, anche in quelle più difficili e problematiche, i credenti sono invitati alla conversione sorretti dalla speranza” nel Signore. All’evento sono attese migliaia di persone provenienti da tutte le diocesi italiane, movimenti e comunità ecclesiali. (S.C.)

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    Al via oggi il Congresso Eucaristico del Brasile

    ◊   Inizia oggi il 16.mo Congresso Eucaristico del Brasile che si svolgerà fino al 16 maggio a Brasilia sul tema “L’Eucaristia, pane di unità dei discepoli missionari”, un tema ispirato alla V Conferenza Generale dell’Episcopato di America Latina e Caraibi, che si tenne in Aparecida nel maggio 2007. All’incontro eucaristico brasiliano Benedetto XVI ha rivolto un particolare saluto dopo la preghiera del Regina Coeli di domenica 9 maggio. Nell’incontro di Aparecida – si legge nella documentazione preparata per il Congresso - è stata messa in rilievo la ricchezza dell’esistenza cristiana a partire dal binomio “discepolo-missionario”; il fedele che si alimenta del pane eucaristico per rafforzarsi nella fede, nella speranza e nella carità e non venir meno davanti alle difficoltà del cammino. L’Eucaristia è inoltre il fondamento dell’unità della Chiesa: Gesù Cristo, con il Sacramento del suo Corpo e del suo sangue alimenta la comunione della sua Chiesa, suo Corpo Mistico. Il motto biblico del Congresso – “Resta con noi, Signore” - è tratto dal brano lucano della cena dei discepoli di Emmaus e rivela la fame di Dio insita nel cuore di ogni essere umano: senza di Lui la vita umana è priva di senso, estranea alla felicità autentica, confinata nella solitudine. Obiettivo del Congresso è dunque quello di proclamare a tutto il Brasile la gioia della fede in Gesù Cristo realmente presente nell’Eucaristia e di invitare tutti i cattolici a crescere nell’adorazione, nella devozione e nell’amore verso di Lui, “nostro misterioso compagno di viaggio”. Per preparare spiritualmente tutti i partecipanti all’evento - dai membri delle diverse commissioni ai pellegrini brasiliani - è stato diffuso un testo-base curato da un gruppo di biblisti e di parroci sotto la direzione di mons. Waldemar Dalbello, già rettore del Seminario interdiocesano e nuovo Vescovo Ausiliare di Goiânia. I tre capitoli in cui il sussidio è suddiviso esaminano rispettivamente i presupposti teologici dell’unità presenti nell’Eucaristia, la vita eucaristica all’interno della comunità e la realtà economica, politica, religiosa e socioculturale del mondo, per tracciare infine le linee di un dialogo ecumenico a partire dall’Eucaristia. La riflessione sulla realtà e sul significato dell’Eucaristia offre un’occasione significativa di approfondimento comunitario, in un momento in cui la cultura si dibatte tra la spinta della diversità e l’anelito verso l’unità, alla ricerca di una nuova sintesi per la sua esperienza di globalità. Quello del 2010 è il secondo Congresso Eucaristico Nazionale celebrato a Brasilia e segna il 50.mo di istituzione dell’Arcidiocesi e dell’inaugurazione della città come nuova capitale federale. Oltre alle due grandi celebrazioni di apertura e di chiusura, le giornate del Congresso prevedono liturgie in rito bizantino-ucraino, maronita, armeno e melchita, una Santa Messa di solidarietà con gli esclusi e il conferimento della Prima Comunione a mille bambini; i riti liturgici si alterneranno a momenti di adorazione eucaristica e a spazi formativi e culturali, tra cui un simposio teologico e un convegno di bioetica. Inviato Speciale del Santo Padre alle celebrazioni del Congresso è il cardinale Cláudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero, arcivescovo emerito di São Paulo. (M.V.)

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    I vescovi olandesi: sì alla commissione indipendente sugli abusi sessuali

    ◊   La Conferenza episcopale olandese e la Conferenza dei religiosi olandesi (Knr) hanno approvato la proposta dell’ex ministro Wim Deetman di istituire una commissione indipendente per indagare sugli abusi sessuali nei Paesi Bassi dal 1945 ad oggi. Lo rende noto un comunicato diffuso ieri e ripreso dalle agenzie Sir e Cns, secondo il quale lavori della commissione dovrebbero essere completati entro 18 mesi dall’istituzione. Nel comunicato I vescovi e il Knr ribadiscono con “fermezza la condanna di qualsiasi forma di abuso sessuale, in quanto contrario al Vangelo e alla dignità della persona umana”; ribadiscono inoltre “le loro scuse e il loro dolore per le vittime degli abusi e invitano le vittime che ancora non hanno denunciato quanto accaduto a farlo all’associazione Hulp & Recht (Aiuto e Diritto) o alla commissione che verrà istituita”. Per quanto riguarda i tempi proposti da Deetman la “priorità viene data all’attività di assistenza e consulenza alle vittime”. Anche nel caso in cui siano già attive le procedure di legge per l’assistenza e l’ascolto tra le vittime, i vescovi e i dirigenti religiosi ritengono “di suprema importanza che, nel breve periodo, la Commissione verifichi ulteriori maniere per fornire assistenza e ottimizzi il buon andamento delle procedure esistenti”. Chiedono quindi a Deetman di assumere la presidenza del Comitato e ringraziano i membri per la loro disponibilità e partecipare all’inchiesta, “confermando la loro fiducia sull’operato trasparente, indipendente e che svolga un’attività di ricerca scientifica”. “Indipendenza e trasparenza”, concludono, “è proprio quello cui le vittime hanno diritto così come lo ha la Chiesa, perché possa prevenire in maniera efficace futuri abusi. Al momento attuale nei Paesi Bassi, all’associazione Hulp & Recht, sono arrivate 1.500 denunce, la maggior parte degli abusi sarebbe avvenuta nei convitti religiosi e nei seminari. (L.Z.)

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    L'inaugurazione della Giornata ecumenica delle Chiese a Monaco

    ◊   Con il suono delle campane in tutta la città, delle bande musicali e tre celebrazioni all’aperto è stata inaugurata ieri a Monaco la Giornata ecumenica delle Chiese (Ökt) alla presenza di oltre 80 mila persone. Durante la funzione ecumenica nella spianata della Theresienwiese, - di cui riferisce l’agenzia Sir - il vescovo evangelico della Baviera, Johannes Friedrich ha esortato i cristiani a non scoraggiarsi di fronte ai numerosi problemi del mondo. L'arcivescovo cattolico di Monaco, mons. Reinhard Marx, ha invitato i presenti a intervenire nella società. Marx ha parlato dell'attuale dibattito sugli abusi nella Chiesa cattolica: "Le Chiese sono portatrici di speranza cristiana. Per questo pesa ancora di più il fatto che rappresentanti della Chiesa abbiano tradito le speranze delle persone", ha affermato. “Preghiamo per le vittime di abusi e di violenze”, ha detto Alois Glück, presidente cattolico dell'Ökt, durante la preghiera dei fedeli. Alla cerimonia ecumenica hanno partecipato anche il presidente federale tedesco Horst Köhler e il presidente dei ministri Horst Seehofer. Sulla crisi della Chiesa, Köhler ha sottolineato la necessità di un esame di coscienza e di conversione. “L'incontro dei cristiani arriva al momento giusto", ha osservato, poiché "può offrire la forza per il rinnovamento". (R.G.)

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    ‘No’ del Consiglio d'Europa al divieto totale del burqa

    ◊   Un parere che farà discutere, quello espresso dal Consiglio d’Europa in tema di velo islamico. Un divieto generalizzato a portare il burqa o il niqab – secondo l’organizzazione paneuropea - negherebbe alle donne che desiderano genuinamente e liberamente coprirsi il volto il diritto a farlo e potrebbe anche essere una violazione del loro diritto alla libertà religiosa garantito dalla Convenzione europea per i diritti dell'uomo. E' quanto si legge nel rapporto dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa su Islam, islamismo e islamofobia, che sarà portato al voto in aula nel prossimo mese di giugno. I Governi europei - suggeriscono i parlamentari del CdE - , piuttosto che proibire per legge di indossare burqa e niqab, dovrebbero cercare di rendere consapevoli le donne musulmane dei loro diritti e incoraggiarle a prendere parte alla vita pubblica e professionale. E questo coinvolgendo anche le famiglie e le comunità. I parlamentari sottolineano che il divieto a portare certi indumenti non può essere totale, ma va limitato a quelle situazioni in cui l'ordine pubblico, la sicurezza, oppure la professione della donna lo richiedono. Pochi giorni fa il Parlamento belga ha dato un primo via libera alla legge che impone il divieto assoluto del burqa nei luoghi pubblici e un analogo provvedimento dovrebbe essere esaminato dal Parlamento francese il prossimo luglio. (R.G.)

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    Inaugurata a Conakry l’Università Cattolica dell’Africa dell’Ovest

    ◊   È stata inaugurata la settimana scorsa, a Conakry, nella Guinea, l’Università Cattolica dell’Africa dell’Ovest (UCAO). La cerimonia ha avuto inizio con una Messa celebrata nella Chiesa di Saint Michel de Coléah dall’arcivescovo di Conakry mons. Vincent Koulibay. A presiedere il rito della benedizione è stato poi il vescovo di Kankan mons. Emmanuel Féléou. Ha preso parte all’inaugurazione della nuova università il primo ministro dell’Unione Nazionale di Transizione Jean Marie Doré che si è definito “un prodotto della scuola cattolica”, avendo studiato al collegio di Bouaké, nella repubblica della Costa d’Avorio. Il primo ministro ha inoltre augurato buon lavoro a studenti e docenti ed ha assicurato aiuti da parte del governo; insieme a lui c’erano il segretario generale degli Affari Religiosi, Koutoubou Moustapha Sano e l’amministratore dell’UCAO Jean Tounkara. (T.C.)

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    Presentata a Roma la “Rete europea sulla disabilità” che coinvolgerà otto capitali

    ◊   Presentata ieri a Roma la “Rete europea per la disabilità”, progetto varato dall'amministrazione capitolina in collaborazione con i Comuni di sette capitali europee, al termine di due giorni di convegno in Campidoglio. Scopo dell’iniziativa è porre la disabilità al centro dell'interesse delle città europee, attraverso un sistema integrato che consenta di condividere progetti, problematiche, informazioni e buone prassi. All'incontro erano presenti, oltre al sindaco di Roma Gianni Alemanno e all'assessore alle politiche sociali Sveva Belviso, il sindaco di Budapest, Gabor Demszky, gli assessori alle politiche sociali dei comuni di Lussemburgo e di Madrid, rispettivamente Xavier Bettel e Concepcion Dancausa, i rappresentanti di Bucarest e Lisbona, Madalina Florea e Jorge Falcato Simoes. I sindaci di Dublino e Vienna, Emer Costello e Michael Haupl, anche se non presenti ai lavori, hanno già comunicato la loro adesione all'iniziativa. "E' stata un’occasione per ragionare sui reali strumenti con cui le città possono dare risposta al tema della disabilità - ha spiegato Alemanno - e per metterci in sintonia con le persone che la vivono direttamente. Spesso, infatti, si fanno scelte lontane dal mondo della disabilità". (R.G.)

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    Giornata di studi a Como sui diritti delle persone diversamente abili

    ◊   Como ospita, oggi, la Giornata di studio sulla dignità e i diritti delle persone disabili. L’evento, organizzato dall’associazione “Mediterraneo senza handicap”, dà seguito alle conclusioni del IV Congresso internazionale, svoltosi a Marsiglia nell’aprile del 2009. In quell’occasione si sono confrontati esperti di 24 Paesi non solo europei ma anche arabi e africani, creando un’opportunità preziosa di confronto tra culture differenti. I temi in agenda nella Giornata odierna sono la cittadinanza difficile e quella vulnerabile, con particolare riguardo all’indifferenza sociale rispetto alla disabilità. Questa mattina è stata dedicata alle conferenze del professore Adriano Pessina, filosofo e direttore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha approfondito il rapporto etico tra disabilità e giustizia nella condizione umana, e della professoressa Matilde Leonardi, neurologa, che ha illustrato meriti dell’Icf, ovvero la Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute. Tramite l’Icf si vogliono descrivere non le persone, ma le loro situazioni di vita quotidiana in relazione al loro contesto ambientale e si desidera inoltre evidenziare l’unicità e la globalità di ciascun individuo malato. L’Icf vuole ribaltare la lettura dell’handicap arrivando alla definizione di disabilità quale condizione di salute in un ambiente sfavorevole. Nel pomeriggio i lavori proseguiranno con approfondimenti in merito ai servizi per la promozione integrale delle persone affette da disabilità e con la presentazione di un’esperienza concreta da parte di un pedagogista, il dottor Antonio Valentini. (M.A.)

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    Nepal: ultima proroga fino al 15 settembre 2010 per la Missione delle Nazioni Unite

    ◊   Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha rinnovato ieri sera il mandato della Missione delle Nazioni Unite in Nepal (Unmin), fino al 15 settembre 2010. Lo stesso Consiglio ha però raccomandato di avviare misure per permettere il ritiro della Missione alla nuova data di scadenza. Nella risoluzione, approvata secondo le richieste del governo nepalese, l’organismo dell'Onu chiede pure a tutte le parti in causa, al governo e al principale partito di opposizione (Ucpn, maoisti), di accelerare i progressi nel processo di pace, cercando di esaminare in particolare la questione delle armi e dell'integrazione nella società degli ex combattenti maoisti, attualmente raggruppati in speciali accampamenti sotto sorveglianza delle Nazioni Unite. Il 5 maggio il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon aveva presentato al Consiglio un rapporto sulla situazione nepalese, in cui si sottolineavano gli scarsi progressi compiuti nel processo di pace e nella redazione di una nuova Costituzione entro la data concordata del 28 maggio. (R.G.)

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    L'impegno del Brasile per lo sviluppo sostenibile dell’Africa sub-sahariana

    ◊   Un piano di formazione gratuita per tecnici africani nell’agroindustria e nella produzione di energia da fonti rinnovabili. E’ l’impegno preso dal governo brasiliano durante il “Forum di dialogo Africa-Brasile”, che ha riunito dirigenti della politica e dell’economia del più grande Paese del Sudamerica e dell’area sub-sahariana nel continente africano. I corsi di formazione - di cui riferisce l’agenzia Misna - cominceranno nel prossimo giugno e si concluderanno nel marzo 2011, cosi come annunciato ieri a Brasilia, nella terza e ultima giornata del Forum, dedicato in particolare ai temi della sicurezza alimentare e dello sviluppo sostenibile attraverso fonti di energia ‘pulita’. Circa il 60 per cento dei fondi per gli aiuti internazionali dell’Ente brasiliano per la cooperazione sono investiti in 18 Paesi africani. In apertura del Forum, la consegna di due premi al presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva: “campione mondiale” nella lotta contro fame e povertà secondo il Programma alimentare mondiale (Pam) e l’Organizzazione per l’agricoltura e l’alimentazione (Fao). (R.G.)

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    Convegno sul bullismo al Centro Pedro Arrupe di Palermo

    ◊   “Bocciare il bullo? La valutazione come strumento di prevenzione del disagio” è il titolo dell’incontro che si terrà domani presso l’Istituto di formazione politica “Pedro Arrupe” di Palermo. L’iniziativa, aperta a tutti ma rivolta prevalentemente a docenti e genitori, è patrocinata dall’assessorato alla famiglia, politiche sociali e lavoro della Regione Sicilia, ed è promossa dal Centro Studi “Formidea”, in collaborazione con Istituto Arrupe, Dipartimento di studi su politica, diritto e società dell’Università di Palermo, l’Age (Associazione italiana genitori), Med (Associazione italiana per l’educazione ai media e alla comunicazione), Aicq (Associazione italiana cultura qualità Sicilia), Save the Children. La questione - riferisce l’agenzia Sir - sarà affrontata da diversi esperti nei suoi vari aspetti: dalle politiche di prevenzione alla presa in carico del fenomeno nella scuola, al ruolo della famiglia nel contrastarlo, fino ad analizzare le forme di tutela civile e penale che chiama in causa. Nel pomeriggio si terrà la tavola rotonda “Media e minori: fra educazione e tutela”. (R.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Bce: la crisi frena la crescita

    ◊   “La crisi finanziaria potrebbe frenare la crescita”. È quanto afferma la Banca centrale europea (Bce) nel bollettino mensile di maggio, spiegando che sulla ripresa di Eurolandia, tuttora in corso sia pure ad un ritmo “moderato”, peseranno “il processo di risanamento dei bilanci” in vari settori, la bassa utilizzazione della capacità produttiva e il mercato del lavoro debole. Riguardo il settore del lavoro, la Bce avverte della possibilità di un aumento di disoccupazione nei prossimi mesi ed esorta pure i governi europei a “intraprendere un'azione incisiva per conseguire il risanamento durevole e credibile delle finanze pubbliche”. La crescita delle sedici economie dell'euro sarà dell'1,1% nel 2010, un decimale in meno rispetto all'1,2% previsto nel primo trimestre di quest'anno. La Bce prevede un ritorno della crescita all'1,8% - ancora al di sotto dei livelli di crescita potenziale - soltanto oltre il 2012.

    Spagna, piano di austerità: tagli del 5% agli stipendi dei dipendenti pubblici
    Il primo ministro spagnolo, José Luís Rodríguez Zapatero, ha annunciato ieri al parlamento di Madrid un piano di austerità senza precedenti, che servirà a ridurre di 15 miliardi di euro il deficit pubblico. Colpiti soprattutto gli stipendi dei dipendenti pubblici, che saranno tagliati – già dal prossimo mese – del 5%, per poi essere congelati per tutto il 2011. Tagli sono previsti anche per le pensioni, per gli aiuti allo sviluppo e per gli investimenti pubblici, ridotti di più di 6 miliardi nel 2010 e 2011. Dura la reazione dei sindacati, che hanno annunciato scioperi e manifestazioni. Salvatore Sabatino ha intervistato Josto Maffeo, corrispondente da Madrid per il quotidiano “Il Messaggero”:

    R. – Ieri è stato il giorno della solitudine di Zapatero. È rimasto solo: sinistre, centro e destra l’hanno lasciato solo. E questo perché Zapatero negli ultimi due anni è stato accusato prima di aver negato la crisi, e poi di aver avallato una raffica di misure dispendiose che sono servite a ben poco o a nulla. Zapatero è stato accusato di aver perso tempo e, in secondo luogo, di essere stato un improvvisatore. Adesso – dietro le pressioni prima di Angela Merkel e dell’Unione Europea e poi dopo una telefonata di Barack Obama alla vigilia di questa sessione del parlamento – è stato costretto dall’esterno a intervenire sullo stato sociale, rispetto al quale aveva giurato fino a poche ore prima che non sarebbe stato toccato, perché era il “fiore all’occhiello” della sua legislatura.

     
    D. – E in molti credono che questi tagli, alla fine, non bastino nemmeno a risanare i conti pubblici…

     
    R. – Non solo non bastano, ma addirittura c’è anche un problema tecnico-giuridico molto complesso. Bisogna vedere se le leggi consentono di operare tutti questi tagli, perché una cosa è annunciare la riduzione degli stipendi della pubblica amministrazione centrale – non quella delle autonomie, dei 17 governi e parlamenti che ha la Spagna – e altra cosa è vedere come si possa varare una cosa del genere ad esempio nelle aziende a partecipazione statale, dove ci sono impiegati parastatali. Bisogna poi anche vedere con quale strumento ad un certo punto si possa far fare marcia indietro agli stipendi. È inedito nella storia spagnola,

     
    D. – A far salire ulteriormente la tensione, c'è anche il bollettino mensile emesso dalla Banca centrale europea che prevede un ulteriore aumento della disoccupazione nell’area euro. Cosa vuol dire questo per un Paese che ha superato la soglia del 20 per cento della disoccupazione?

     
    R. – Il 20 per cento che vuol dire quattro milioni e 600 mila persone: dietro ci sono le famiglie. Un milione e mezzo di famiglie dove non c’è nessuno che abbia lavoro. Bisogna poi anche andare a verificare qual è la situazione sociale. È chiaro che qui è accaduta una cosa: la Spagna ha vissuto per troppi anni di rendita, ha vissuto di sole, spiaggia e mattone. Il mattone si è gonfiato a tal punto che la bolla è esplosa e poi ad un certo punto anche la crisi internazionale ha fatto retrocedere quello che era il secondo Paese recettore di turismo nel mondo dopo la Francia, e gli ha fatto perdere colpi. È un Paese di servizi che in questo momento non riceve il denaro che riceveva prima e che si è soprattutto indebitato fino al collo.

     
    Portogallo, giro di vite sui conti: taglio del 5% agli stipendi dei politici
    Il premier socialista portoghese, Josè Socrates, e il leader dell'opposizione di centrodestra, Pedro Passos Coelho, hanno raggiunto un accordo la notte scorsa su un piano di misure di austerità aggiuntive che prevede fra l'altro l'aumento dell'Irpef e dell'Iva nel 2010 e un’imposta del 2,5% sui benefici delle imprese, riferisce il quotidiano Publico. Il nuovo giro di vite punta ad accelerare la riduzione del deficit pubblico, dal 9,4% del 2009 al 7% per la fine di quest'anno, e al 2,8% nel 2013. Il Psd di Passos Coelho, il principale partito di opposizione, ha garantito il suo appoggio al governo minoritario monocolore socialista di Socrates nell'adozione di misure di risanamento delle finanze del Paese. Sarà introdotto inoltre un taglio del 5% agli stipendi di politici e di dirigenti delle aziende pubbliche. Nell'insieme le misure concordate da Socrates e dal leader del Psd dovrebbero produrre secondo Publico 2,1 miliardi di euro.

    Primo via libera alla legge anticorruzione in Grecia
    Il parlamento greco ha approvato in linea di principio una legge anti corruzione in base alla quale ministri, politici, amministratori locali e funzionari dello Stato potranno essere allontanati dai loro incarichi e i beni confiscati. La legge è stata approvata ieri sera in aula e dopo l'integrazione degli emendamenti sarà formalmente votata martedì prossimo. È stata voluta dal premier, Giorgio Papandreou, nel quadro della moralizzazione della vita pubblica considerata elemento fondamentale per riformare il Paese, salvarlo dal dissesto finanziario e garantirne la ripresa. La legge, che proibisce agli uomini politici e ai funzionari pubblici di detenere conti o interessi off-shore, prevede la prigione per gli evasori fiscali ed ammende fino ad un milione di euro. Un'amnistia sarà accordata a chi denunci attività corruttive.

    Ancora combattimenti a Mogadiscio
    Almeno cinque persone uccise e 23 ferite in combattimenti avvenuti ieri a Mogadiscio, tra truppe del governo di transizione somalo e alcuni ribelli islamici, non meglio identificati. Lo rende noto oggi Mareeg.com, citando alcuni testimoni. I combattimenti sono iniziati, secondo quanto riporta il sito, nel distretto di Hodan, per poi propagarsi ad altre “zone di guerra” della capitale somala, e hanno visto contrapporsi “da una parte le truppe delle forze governative supportate da soldati dell'Unione africana (Ua) dell'Amisom, e dall'altra combattenti islamici”. I responsabili dei servizi di pronto soccorso e di ambulanza hanno riferito di avere trovato tre cadaveri e di aver “soccorso una ventina di civili feriti”. Mogadiscio è da diversi anni teatro di aspri combattimenti tra le forze governative e ribelli Shabaab, collegati ad Al Qaeda. Dalla fine del 2009, il governo di transizione somalo (Tfg) controlla solo una piccola parte della capitale, mentre il resto è dominato dagli insorti islamici.
     
    Ennesimo attentato in Iraq: 5 morti a Sadr City
    Cinque persone sono rimaste uccise la notte scorsa nell'esplosione di un'autobomba a Sadr City, nel principale quartiere sciita di Baghdad. Nell'attentato sono rimaste ferite 20 persone, secondo quanto riferito da una fonte. In un altro episodio, altre sette persone sono rimaste ferite questa mattina nell'esplosione di una bomba al passaggio di un'auto della polizia, nel centro di Baghdad.

    Trenta talebani uccisi in scontri in Afghanistan
    Una trentina di talebani sono stati uccisi ieri in uno scontro con truppe statunitensi nella provincia meridionale afghana di Kunduz. I combattimenti sono avvenuti a Ghor Tapa e non hanno coinvolto truppe afghane o tedesche.

    L’esercito prende posizione a Bangkok isolando le "camicie rosse"
    I reparti corazzati dell'esercito thailandese hanno preso posizione oggi alle 18 ora locale (le 13 in Italia) attorno al quartiere di Bangkok, occupato dalle "camicie rosse", allo scopo di isolarle e impedire loro di rifornirsi. In particolare, l'esercito ha indicato che bloccherà l'accesso alle principali strade attorno al distretto commerciale e ha sollecitato i negozi della zona a chiudere. Da tre mesi, le “camicie rosse" occupano il distretto commerciale di Bangkok in segno di protesta contro l'attuale governo: chiedono lo scioglimento del parlamento e la rimozione del primo ministro Abhisit Vejjajiva. Le elezioni anticipate promesse dal primo ministro thailandese, Abhisit Vejjajiva, per il 14 novembre non avranno luogo se i manifestanti antigovernativi delle "camicie rosse" non toglieranno subito il loro presidio fortificato nel centro di Bangkok. Lo ha indicato il segretario generale del primo ministro, Korbsak Sabhavasu.

    Identificato il bimbo sopravvissuto nel disastro aereo a Tripoli
    Si chiama Ruben, ha otto anni ed abita a Tilburg (Olanda) il bimbo sopravvissuto al disastro aereo di ieri a Tripoli. Il ministero degli Esteri olandese ha confermato stamattina l'identità del bambino sopravvissuto, riferendo che un membro dell'ambasciata olandese a Tripoli si è recato a trovarlo in ospedale e gli ha parlato. Ruben ha riportato fratture multiple ed è stato sottoposto ad un intervento chirurgico alle gambe, ma nessun organo vitale è stato danneggiato. Sono 70 gli olandesi morti. L'Olanda è sotto choc per la tragedia: tutti gli uffici pubblici espongono oggi la bandiera a mezz'asta in segno di lutto, mentre la campagna elettorale per il voto nazionale del 9 giugno è stata sospesa per alcuni giorni.

    Domani in Turchia il ricorso contro il referendum sulla Costituzione
    Il principale schieramento dell'opposizione turca, il Partito repubblicano del popolo (Chp), che si ispira a Kemal Ataturk, ha reso noto che presenterà domani un ricorso alla Corte costituzionale per bloccare un referendum approvato ieri dal presidente, Abdullah Gul, su una riforma della Costituzione voluta dal Partito giustizia e sviluppo (Akp), di radici filo-islamiche e al governo. Il Chp è contrario alla riforma, perchè ritiene che se essa venisse approvata l'Akp consoliderebbe ulteriomente il suo potere a danno della magistratura e della forze armate, tradizionalmente bastioni a difesa della laicità dello Stato turco fondato da Ataturk.

    Vertice Usa-Cina
    Washington e Pechino tornano a confrontarsi sul delicato tema dei diritti umani, dopo quasi due anni di crisi. L’amministrazione Obama e i leader cinesi discuteranno per due giorni negli Usa dell’innalzamento degli standard nel rispetto dei diritti fondamentali. Un argomento reso ancora più difficile dall’attuale situazione politica internazionale e dalla necessità di ottenere l’appoggio cinese nella gestione dei rapporti con l’Iran e la Corea del Nord. Stefano Leszczynski ha intervistato sulla questione Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia:

    R. – Intanto, è un segnale potenzialmente importante, perché il dialogo è comunque un fatto positivo. Non si parlava di diritti umani tra Stati Uniti e Cina da molto tempo: prima, per non inserire un’agenda politica all’interno di un evento sportivo come furono le Olimpiadi. Poi, perché c’era la crisi economica e finanziaria e quindi le due superpotenze volevano trovare una soluzione congiunta a scapito di un tema importante, quale quello dei diritti umani. Ovviamente, sedersi intorno ad un tavolo è importante, ma bisogna capire quali sono gli argomenti e soprattutto se ci sia una intenzione seria di fare passi avanti da entrambe le parti su un tema che è di vitale importanza.

     
    D. – Si tratta quindi di un argomento molto delicato nei rapporti tra i due Stati, che potrebbe essere reso poco concreto dagli importanti temi internazionali che sono ancora sul tavolo e cioè l’Iran, la Corea del Nord, la vendita di armi statunitensi a Taiwan…

     
    R. – Questo indubbiamente è un rischio, perché se si prosegue – come in passato – con un atteggiamento comune a scapito dei diritti umani o con solidarietà regionali, o con opportunità politiche per cui si cerca di ostacolare l’altro, non si va certamente avanti. Bisognerebbe uscire da questi doppi standard, secondo i quali i diritti umani importano quando è conveniente e si sacrificano quando non lo è.

     
    D. – Si può cercare di vedere un segnale positivo, affermando che la situazione dei diritti umani ha subito dei progressi negli ultimi tempi: negli Stati Uniti, con la nuova amministrazione e in Cina, per così dire, grazie allo sviluppo economico...

     
    R. – Per quanto riguarda gli Stati Uniti, le intenzioni dell’amministrazione Obama finora non sono state seguite da grandi passi concreti. E’ importante che si sia iniziato a parlare di questioni profonde come il modo con cui gli Stati Uniti hanno gestito la guerra al terrorismo sotto le due amministrazioni Bush. Per quando riguarda poi la Cina, l’elemento parzialmente positivo – se vogliamo – è che il tabù sulla pena di morte è ormai superato. Di questo tema si parla in Cina e c’è una sensibilità in particolare all’interno del mondo universitario, accademico, di esperti e di docenti di diritto, nel mitigare gli effetti di questa pratica che ancora oggi porta migliaia di persone a essere messe a morte ogni anno.

     
    Kirghizistan, manifestazione per il presidente deposto Bakyev
    I sostenitori del presidente deposto, Kurmanbek Bakyev, hanno occupato la sede del governo locale nella città di Osh, nel sud del Paese. Secondo quanto si è appreso, i sostenitori hanno avuto tafferugli con le guardie e poi sono entrati nell'edificio del governo dopo aver tenuto una manifestazione alla quale hanno preso parte circa 1000 persone. Bakyev è fuggito lo scorso mese dal Paese per rifugiarsi in Bielorussia, in seguito alla violenta rivolta che portò l'opposizione al potere. Poco prima dell'irruzione nella sede dell'amministrazione regionale di Osh, i sostenitori si erano radunati nella piazza della città per chiedere il ritorno del loro leader al potere. Poi, hanno occupato la sede del parlamento locale. Dal suo rifugio in Bielorussia, Bakyev ha affermato di voler essere sempre il presidente del Kirghizistan.

    Civili uccisi in un attentato in Daghestan
    Sono tutti civili, e non poliziotti come riferito in un primo momento, le vittime di un agguato avvenuto oggi in Daghestan, nel Caucaso del nord. Le persone rimaste uccise erano operai addetti alla riparazione di una torre per le trasmissioni tv, dove si stavano recando scortati da alcuni agenti di polizia, quattro dei quali sono rimasti feriti nell'attacco.

    Salito a 66 il numero dei morti nella miniera di carbone in Russia
    È salito a 66 il numero dei morti nelle due esplosioni di gas avvenute sabato scorso, 8 maggio, nella maggiore miniera di carbone russa, la Raspadskaia, nella regione siberiana di Kemerovo, nel bacino carbonifero del Kuzbass. Lo ha reso noto la Protezione civile, aggiungendo che le operazioni di soccorso sono state interrotte a causa degli incendi e di una forte concentrazione di gas. Ventiquattro persone sono ancora disperse".

    Macedonia
    Per la prima volta da quando ha aderito al Consiglio d'Europa nel 1995, la Macedonia ha assunto da questa settimana la presidenza del Comitato dei ministri, organo esecutivo dell'organizzazione paneuropea. Skopje, che guiderà l'istituzione per i prossimi sei mesi, si concentrerà in particolare sull'effettiva implementazione delle misure atte a proteggere la credibilità e il funzionamento della Corte europea dei diritti dell'uomo, e in generale dell'intero sistema di protezione dei diritti umani. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 133

     
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