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Sommario del 10/05/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Vigilia della partenza di Benedetto XVI per il Portogallo. Grande l'attesa a Fatima, dove il Papa presiederà la Messa nel 10.mo di Beatificazione dei veggenti
  • Il Papa ringrazia i bambini di Avola per la loro solidarietà: un gesto gradito, crescete gioiosi e sereni
  • Consegnato agli editori il manoscritto del secondo volume "Gesù di Nazareth", scritto dal Papa. In preparazione le traduzioni in varie lingue
  • Nella festa di San Nicola, il cardinale Bertone richiama la città di Bari a rispondere con “carità intelligente” alle antiche e nuove povertà
  • Mons. Vegliò alla Cattolica di Milano: l’integrazione solidale degli immigrati è una sfida di civiltà
  • Alla Gregoriana il Corso sulla Chiesa e la politica internazionale della Santa Sede per i diplomatici latinoamericani
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Tensione e violenze alle presidenziali nelle Filippine
  • Presentata la 46.ma Settimana sociale italiana, in programma in ottobre a Reggio Calabria. Intervista con mons. Arrigo Miglio
  • Chiesa e Società

  • Orissa: la Chiesa ricostruisce le case per cristiani e indù
  • Pakistan, si chiude l’Anno Sacerdotale a Lahore. Le speranze della Chiesa locale
  • I vescovi argentini esortano i fedeli a non dimenticare i poveri
  • El Salvador, la Chiesa chiede allo Stato di difendere il diritto alla vita
  • Ostensione della Sindone, tre minuti di commozione davanti a un'Icona che colpisce il cuore
  • Anglicani: prosegue il dibattito nella Chiesa di Inghilterra sulle donne vescovo
  • Hong Kong, la Chiesa lancia l’iniziativa “Visita della Madonna alle famiglie”
  • Dal 20.mo “World Economic Forum on Africa” la denuncia di un’ingente fuga di capitali
  • Domani all'Università Lateranense convegno sul rapporto tra sacerdozio e web
  • Sulla rivista missionaria "Africa”, una riflessione sui prossimi Mondiali di calcio in Sudafrica
  • ChiaraMente: anziani a scuola di banca con la Comunità di San’Egidio e Unicredit
  • 24 Ore nel Mondo

  • Forte rialzo delle Borse europee e dei futures di New York, dopo il piano antispeculazioni dell'Ue
  • Il Papa e la Santa Sede



    Vigilia della partenza di Benedetto XVI per il Portogallo. Grande l'attesa a Fatima, dove il Papa presiederà la Messa nel 10.mo di Beatificazione dei veggenti

    ◊   C'è fermento a Lisbona, Porto e Fatima, le tre città che nei prossimi giorni riceveranno la visita di Benedetto XVI. Il Papa partirà domattina dall'aeroporto romano di Fiumicino per atterrare verso le 11, ora locale, nella capitale portoghese. Culmine di questo 15.mo viaggio apostolico internazionale sarà la sosta al Santuario della Madonna di Fatima, dove il Pontefice presiederà la Messa solenne, giovedì prossimo, a dieci anni esatti dalla Beatificazione dei veggenti, Giacinta e Francesco. Sull'atmosfera che si respira in queste ore a Fatima riferisce il nostro inviato, Roberto Piermarini:

    Il Portogallo è pronto a ricevere quello che la stampa locale ha definito “Il terzo Papa di Fatima”, dopo le visite di Paolo VI e Giovanni Paolo II. A Lisbona grandi manifesti azzurri con la scritta “Obrigado Bento XVI”, “Grazie Benedetto XVI”, spiccano nei luoghi più significativi della storica città, fin sulle rive del fiume Tago dove domani il Papa celebrerà la Messa nella centralissima Piazza del Commercio. A poche ore dal suo arrivo la festa si intensifica. Giornali e televisioni – concentrati sui timori che la crisi economico-finanziaria della Grecia possa travolgere ora il Portogallo – danno un grandissimo risalto alla visita papale e molti intellettuali, che si dichiarano agnostici o non credenti, esaltano lo spessore spirituale, morale e intellettuale del Papa e lo difendono dagli attacchi che ha ricevuto negli ultimi mesi. Benedetto XVI incontrerà un Paese dove la secolarizzazione sta intaccando la forte religiosità popolare dei portoghesi: l’88% di loro si dichiara cattolico, ma solo un 20% è praticante.

     
    Dopo divorzio ed aborto, l’esecutivo del premier socialista Socrates ha detto "sì" anche ai matrimoni gay, ma la legge è stata bloccata dal presidente della Repubblica, Cavaco Silva perché vìola la Costituzione. Per la visita del Papa il governo ha decretato un giorno di vacanza per i dipendenti pubblici, domani a Lisbona ed il 13 maggio in tutto il Paese. I media cattolici danno molto risalto al tema della visita: “Insieme a te, camminiamo nella speranza”, soprattutto per quanto riguarda i temi legati a fede e ragione, santità ed evangelizzazione che il Papa toccherà negli attesi incontri a Lisbona, Fatima e Porto con il mondo della cultura, della scienza e dell’arte, con i responsabili della pastorale sociale e con i sacerdoti.

     
    Ma questo 15.mo viaggio apostolico di Benedetto XVI ha soprattutto una “dimensione mariana” con la visita a Fatima, cuore religioso del Portogallo, per il decimo anniversario della beatificazione dei pastorelli Giacinta a Francesco, che insieme alla cugina Lucia furono i primi testimoni delle apparizioni della Madonna nel 1917. Un luogo in cui ci sono stati eventi legati al “terzo segreto”, dei quali l’allora cardinale Ratzinger si è occupato personalmente, producendo un commento teologico che resta – secondo il Patriarca di Lisbona, il cardinale Policarpo – “il punto più alto di tutto quanto è stato scritto sull’argomento”. E nel suo arrivo nella città mariana, il Papa ricorderà proprio l’attentato di cui fu vittima Giovanni Paolo II, il 13 maggio del 1981. A Fatima, lo sguardo del Papa si allargherà per una meditazione sulla storia. Ancora una volta Fatima ci svelerà il senso della storia.

    La visita del Papa in Portogallo, attesa da tempo, si accompagna alle molte aspettative che la Chiesa locale, e non solo, ripone nell'avvenimento. Il collega della redazione portoghese, Antonio Pinheiro, ne ha parlato con mons. Jorge Ferreira da Costa Ortiga, arcivescovo di Braga e presidente della Conferenza episcopale portoghese:

    R. - Si è trascurata la dimensione intrinseca dell’essere umano e quindi anche della società, ossia il legame con certi valori assoluti, permanenti che trascendono le frontiere, in nome di un relativismo che chiude l’orizzonte della vita umana nell’ambito di valori esclusivamente materiali. Questo è il contesto in cui si svolge la visita del Papa in Portogallo. Sicuramente, porterà un messaggio in cui avvertirà che, se è necessario guardare al mondo e alle condizioni materiali, c’è un'altra dimensione della vita umana che è urgente scoprire, o riscoprire, una vita cioè radicata in alcuni valori che indicano una strada, valori che sono della Chiesa Cattolica, ma appartengono già al patrimonio dell’umanità. Saranno questi valori ad indicare il cammino per uscire dalla crisi, poiché la crisi comprende e racchiude anche questa dimensione positiva di una sfida con cui misurarsi. Il messaggio che il Papa porterà durante la visita sarà un messaggio per il Portogallo, ma sicuramente anche per la Chiesa in generale. Se poi consideriamo che Fatima è l’“altare del mondo”, sono convinto che questo messaggio andrà oltre le frontiere, entrerà nello spazio europeo e arriverà un po’ più lontano ai tanti cristiani che avranno occasione di ascoltarlo ed accoglierlo.

     
    D. - Benedetto XVI conosce come nessuno il cuore e la portata del Messaggio di Fatima, di cui divenne un singolare interprete con il suo commento teologico sul “Terzo Segreto”, quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. La sua presenza a Cova da Iria darà un nuovo vigore a questo messaggio?

     
    R. - Ne sono convinto. Credo che Fatima oggi si sia imposta in tutto il mondo e non solo in quello cattolico. La presenza del Papa offrirà un’ottima occasione perché questo mondo, che creda o meno nella realtà di Fatima, diventi sensibile all’esperienza spirituale di cui il santuario è depositario. Da qui sicuramente molte altre persone, guardando Fatima, potranno avere la curiosità conoscerla e da questo primo contatto arrivare al messaggio più profondo, più intimo e - perché non dirlo - alla conversione, al rinnovamento, alla convinzione che la vita umana dovrà essere diversa, orientata su altri orizzonti.
     
    D. - "Insieme a Te camminiamo nella Speranza" è lo slogan di questo viaggio apostolico di Benedetto XVI in Portogallo. Pensa che la società portoghese in generale possa cogliere questa luce e che da essa possa ricevere la speranza?
     
    R. - Credo di sì. E con il Santo Padre non vogliamo tessere semplicemente un discorso, ma raccontare la parabola di una grande speranza. Una parabola della speranza per dire ai portoghesi che stiamo vivendo un tempo veramente difficile, per certi versi drammatico, ma che il messaggio di Cristo ci dice che dobbiamo camminare, andare avanti e che il domani potrà essere migliore se ognuno di noi adesso non aspetta soluzioni da fuori, ma offre il proprio contributo affinché ciò avvenga. Il Papa ci lancerà la sfida della fede, perché è nella fede che sta il futuro della società. È in essa che risiede la speranza: cioè nel credere nella persona umana, nella relazione con il trascendente e, in nome di Cristo, tracciare nuovi cammini per un umanesimo capace di garantire al popolo portoghese una vita di felicità, di gioia e di piena soddisfazione delle sue aspirazioni.

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    Il Papa ringrazia i bambini di Avola per la loro solidarietà: un gesto gradito, crescete gioiosi e sereni

    ◊   Benedetto XVI ha risposto alla lettera spedita nei giorni scorsi dai bambini di Avola, dopo l'iniziativa lanciata dall'Associazione Meter di don Fortunato Di Noto e dalla parrocchia "Madonna del Carmine" di Avola, in occasione della XIV “Giornata Nazionale Bambini vittime della violenza, dell’indifferenza e dello sfruttamento”. "Cari Bambini e Ragazzi – scrive a nome del Papa mons. Peter Bryan Wells, assessore per gli Affari Generali alla Segreteria di Stato – è giunta al Santo Padre Benedetto XVI la lettera che avete voluto indirizzargli, quale segno di vicinanza spirituale e di sincero affetto". “Il Santo Padre che ha molto gradito il filiale gesto – aggiunge mons. Wells – vi ringrazia e auspica di crescere gioiosi e sereni, imparando a conoscere sempre più il Signore Gesù e, mentre invoca la materna protezione della Vergine Maria, invia a ciascuno la sua Benedizione".

    "E' un grande onore ricevere una lettera dal Papa – ha commentato con soddisfazione don Di Noto – e i bambini sono stati davvero felici e contenti di leggerla". "Il Papa - ha sottolineato il sacerdote siciliano - non abbandona i bambini e lo dimostra anche con questo piccolissimo gesto. Sosteniamolo, lo dico come parroco e come presidente di Meter, perché possa continuare a testimoniare in parole e opere che la difesa dell'infanzia per la Chiesa non è una moda, ma un impegno permanente".

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    Consegnato agli editori il manoscritto del secondo volume "Gesù di Nazareth", scritto dal Papa. In preparazione le traduzioni in varie lingue

    ◊   La Sala Stampa Vaticana ha comunicato oggi che il testo definitivo del secondo volume dell’opera “Gesù di Nazareth”, scritto da Benedetto XVI, “è stato consegnato nei giorni scorsi agli editori incaricati della pubblicazione”. Questo secondo volume, si spiega, “è dedicato alla Passione e alla Risurrezione, e riprende dal punto dove finiva il primo volume”. L’originale in lingua tedesca, si precisa ancora, è stato affidato sia a Manuel Herder – che è l’editore che sta curando l’opera completa (“Gesammelte Schriften”) di Joseph Ratzinger – sia a don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana.

    “Sarà quest’ultima, come editore principale – prosegue il comunicato – a provvedere alla concessione dei diritti, a pubblicare l’edizione italiana, e ad affidare il testo ad altri editori per le diverse traduzioni nelle varie lingue, che saranno condotte direttamente sull’originale tedesco. Si auspica – conclude la nota ufficiale – che la pubblicazione del libro avvenga in modo contemporaneo nelle lingue di maggiore diffusione; essa quindi, per quanto rapida, richiederà ancora diversi mesi, dati i tempi necessari alla traduzione accurata di un testo tanto importante e atteso”.

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    Nella festa di San Nicola, il cardinale Bertone richiama la città di Bari a rispondere con “carità intelligente” alle antiche e nuove povertà

    ◊   Il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, richiama la città di Bari e i suoi abitanti a testimoniare i valori dell’accoglienza e della solidarietà verso gli ultimi nella società. L’auspicio è stato rivolto dal porporato nell’omelia della Messa, celebrata ieri pomeriggio nella basilica intitolata a San Nicola, nella Festa della traslazione delle sue reliquie nel capoluogo pugliese. Il servizio di Roberta Gisotti:

    Una storia esemplare quella di San Nicola anche nei tempi odierni: vescovo - tra il III e il IV secolo - di Myra, città della Licia nell’Asia Minore, l’odierna Turchia, “pastore d’anime”, “fermo” nella fede anche durante le violente persecuzioni seguite alla politica filo cristiana di Costantino, sempre attento “alle necessità dei poveri e bisognosi” e “nel proteggere i perseguitati”. San Nicola è detto anche di Bari perché - ha ricordato il cardinale Bertone - in questa città di cui è Patrono fu portato e rimane conservato nella Basilica che ne porta il nome il suo corpo, traslato nel 1087, diffondendone in Occidente il culto, già diffuso in Oriente.

     
    A tutti i “cari baresi” il segretario di Stato vaticano ha portato la benedizione di Benedetto XVI, raccomandando di mantenere “viva” e rendere “sempre più autentica” la devozione al loro Patrono, fedeli al suo messaggio “riconducibile a due parole: verità e carità”, testimoniando i “valori dell’accoglienza e della solidarietà”, che “esprimono la vera solidità di una comunità civile”. “La città – ha osservato il cardinale Bertone – è fatta di volti, di storie che si intrecciano, di gioie e di sofferenze condivise”. Servire il bene comune, significa quindi “prestare sempre più attenzione a quanti sono in difficoltà, impegnandosi per dare a tutti, specie agli ultimi, una vita dignitosa e serena”, aprendosi “a quella ‘fantasia della carità’ che consente di andare incontro a quanti sono afflitti da antiche e nuove povertà”. Per questo, il porporato ha chiesto alle comunità parrocchiali e alle associazioni cattoliche di “affrontare con rinnovato ardore apostolico i problemi etici, sociali e culturali del momento presente, rispondendo con carità intelligente alle nuove sfide, cosicché cresca la qualità della convivenza civile”. Infine, l’auspicio che Bari “continui nella ricerca di sempre più intensi contatti ecumenici con le Chiese cristiane d’Oriente, in particolare con i fratelli russi”, pellegrini numerosi nella Basilica di San Nicola.

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    Mons. Vegliò alla Cattolica di Milano: l’integrazione solidale degli immigrati è una sfida di civiltà

    ◊   Di fronte al fenomeno dell’immigrazione, bisogna investire sul tema dell’integrazione e della cittadinanza: è quanto affermato stamani da mons. Antonio Maria Vegliò all’Università Cattolica di Milano alla presentazione di due volumi su “Processi migratori e integrazione nelle periferie urbane”. Il presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ha messo l’accento sulla sfida della “società integrata” e sull’accoglienza degli immigrati all’insegna della solidarietà e nel rispetto delle leggi. All’evento, hanno preso parte alcuni sindaci delle principali città italiane e il ministro degli Interni, Roberto Maroni. Il servizio di Alessandro Gisotti:

     
    In un Paese come l’Italia, che “si confronta con una forte pressione immigratoria”, ha affermato mons. Antonio Maria Vegliò, “è sempre più urgente l’attuazione di progetti per l’integrazione”. Il presule ha sottolineato che sul terreno delle migrazioni “si gioca la partita della costruzione di una civiltà più ricca di valori, dove la semplice giustapposizione delle culture passa dallo stadio di pura necessità ad una vera scelta di civiltà”. Il futuro, ha ribadito, passa “per l’impegno interetnico”. Le istituzioni educative, ha aggiunto, sono in prima linea nel formare persone “capaci di apprezzare la diversità, evitando chiusure pregiudiziali”. E tuttavia, ha avvertito, “sono importanti nuovi investimenti sul tema della cittadinanza e della partecipazione, sulla preparazione di educatori”. Vi è inoltre, ha detto mons. Vegliò, la necessità “di una nuova politica fiscale, della casa, dell’accompagnamento, della sicurezza sociale, della tutela della salute e della vita di tutti”. Aggregando tutte le forze sociali, culturali e istituzionali coinvolte, ha quindi ribadito, vanno individuati “valori di mutua conoscenza, del dialogo e dell’ascolto, senza dimenticare l’obbligo di tutti al rispetto delle norme” dello Stato.

     
    Il capo dicastero vaticano ha inoltre sottolineato che le migrazioni sollecitano “l’adozione di nuove reti di solidarietà contro la miseria e l’esclusione sociale”. Un’urgenza ancor più evidenziata, ha detto, dai recenti fatti di cronaca, come gli scontri tra immigrati a via Padova a Milano. Per questo, è stata l’esortazione del presule, vanno allargati “gli spazi di appartenenza e partecipazione”, restringendo quelli “di emarginazione e di esclusione”. L’arcivescovo Vegliò ha concluso il suo intervento auspicando che vengano ribaditi quei valori che “esprimono le esigenze fondamentali della persona umana e della sua dignità” tra cui vi è appunto anche “l’accoglienza degli immigrati, rispettosa delle leggi e volta a favorire l’integrazione, per una società veramente solidale".

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    Alla Gregoriana il Corso sulla Chiesa e la politica internazionale della Santa Sede per i diplomatici latinoamericani

    ◊   Si apre oggi pomeriggio, alla Pontificia Università Gregoriana, un Corso sulla Chiesa Cattolica e la politica internazionale della Santa Sede, rivolto a diplomatici di Paesi latinoamericani. L’evento, giunto alla sua IV edizione, è promosso dalla Fondazione “La Gregoriana” e dall’Istituto Internazionale Jacques Maritain. Hanno collaborato all’iniziativa il Ministero degli Esteri italiano e la Provincia di Roma. Sulle ragioni di questo corso, Fabio Colagrande ha intervistato il prof. Roberto Papini, segretario generale dell’Istituto Maritain:

    R. – Il problema di cui ci siamo accorti è che molti diplomatici accreditati presso la Santa Sede venivano a Roma ma ignoravano l’azione della Chiesa cattolica: com'è strutturata, quali sono le sue finalità non direttamente religiose. Sono finalità che riguardano la promozione della pace, dei diritti umani, della giustizia, il suo agire sul piano internazionale attraverso i suoi osservatori presso l’Onu e le agenzie dell’Onu… Perché spesso i nunzi della Santa Sede si muovono e coalizzano forze di Paesi intorno ai temi che citavo prima. Perché ci siamo rivolti a dei diplomatici? Perché sono in qualche modo in prima linea per agire riguardo alle questioni dello sviluppo, della pace eccetera. In altre parole, si adoperano per risolvere con mezzi non violenti le possibili controversie di cui è pieno il mondo. Dare allora una conoscenza a questi diplomatici sul ruolo stabilizzatore che la Chiesa cattolica ha nel sistema politico mondiale, ci è sembrato una cosa importante.

     
    Il ciclo di lezioni si svolge da oggi al 22 maggio ed è articolato in due momenti. Il primo modulo, in programma a Roma fino al 16 maggio, presenterà una visione d’insieme della Chiesa cattolica, mentre il secondo modulo si svolgerà a Torino dal 17 al 22 maggio e si focalizzerà sulle opere sociali della Chiesa in un contesto industriale. Al microfono di Fabio Colagrande, padre Franco Imoda, presidente della Fondazione “La Gregoriana”, si sofferma sui risultati ottenuti finora con questa iniziativa:

    R. – Direi la conoscenza, quasi la trasparenza, che abbiamo cercato di dimostrare nel presentare la missione della Chiesa come organizzazione: il titolo è sempre come organizzazione internazionale. Direi che questo suscita sempre un grande interesse e questo continua: dopo lo scioglimento del corso, ci sono contatti che rimangono; molti di loro ci notificano una promozione, un cambio di carriera… Diciamo che fa sì che sia una piccola rete, ma una rete che continua. L’elemento-domanda è molto importante: nelle presentazioni che facciamo cerchiamo di lasciare uno spazio ampio alle loro domande e credo che lo utilizzino tutto e vorrebbero perfino utilizzarne ancora. Ricordo che alla fine del primo anno, in cui il corso è durato tre settimane, c’era stata grande soddisfazione: i partecipanti l’avevano trovato molto intenso. ma nonostante questo chiedevano di più anche sul piano di un dialogo interreligioso esplicito, che pure era rappresentato e che noi non volevamo neanche imporre e che tuttavia, implicitamente, risorgeva. Ma fu una loro richiesta: abbiamo ridotto il corso a due settimane, per la difficoltà di un diplomatico ad allontanarsi dal suo lavoro per tre settimane. Rimane comunque la soddisfazione, da un lato, e dall’altro la curiosità di continuare a scoprire un mondo che forse è meno conosciuto. Quest’anno, la matrice dell’America Latina è forse ancora più prevalentemente cristiana, con tutte le differenziazioni, le sfumature che possono esserci in questo continente.

     
    D. – Padre, è evidente l'importanza per le cancellerie politiche conoscere quale sia l’azione diplomatica della Santa Sede, lo status giuridico internazionale della Città del Vaticano: tutte cose che a volte, forse, i giovani diplomatici in carriera non conoscono a sufficienza e tutte cose che è necessario conoscere in un ambito internazionale nel quale i valori religiosi diventano, molto spesso, un motore della politica...

     
    R. – Sembra una voce che risorge, tra tante parti, del grande bisogno che oggi il mondo ha di valori, di una visione giusta della persona. Noi non pretendiamo di poter rispondere a tutto questo, nel nostro corso.Ma la Chiesa, in quanto portatrice di un messaggio universale di trascendenza, che tocca soprattutto la centralità della persona umana, deve avere un messaggio in questo campo. E credo che questo venga anche riconosciuto da chi si avvicina a noi, sapendo che il Vaticano, la Santa Sede, si presenta con un messaggio: un messaggio antropologico, un messaggio di speranza.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   “In Portogallo pregherò per i sacerdoti e per la pace”: al Regina caeli il Papa parla del viaggio in programma da martedì 11 a venerdì 14. In cultura, il poeta José Tolentino Mendonca traccia un itinerario che va dall’incontro di Benedetto XVI con gli artisti al viaggio apostolico che inizia domani; Virgilio do Nascimento Antunes ripercorre la storia del santuario mariano di Fatima; l’arcivescovo Rino Passigato, nunzio apostolico in Portogallo, scrive sull’attesa dei cattolici per la visita del Papa; Nicola Gori intervista il patriarca di Lisbona, il cardinale José da Cruz Policarpo.

    Le Borse promuovono lo scudo salvaeuro: in rilievo, nell’informazione internazionale, il piano varato a Bruxelles per proteggere la moneta unica dagli attacchi speculativi.

    Vicino Oriente: partono i negoziati indiretti israelo-palestinesi.

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    Oggi in Primo Piano



    Tensione e violenze alle presidenziali nelle Filippine

    ◊   In un clima di tensione, oltre 50 milioni di elettori nelle Filippine hanno votato oggi per scegliere il successore della presidente Gloria Arroyo. Per i risultati definitivi bisognerà attendere alcuni giorni nonostante l’automatizzazione del voto adottata per la prima volta. Intanto, in tutto il Paese si registrano violenze e intimidazioni. Almeno sette i morti e 14 i feriti nelle ultime 24 ore per un voto che si preannuncia fondamentale dal punto di vista economico e sociale. Nei giorni scorsi, l’appello della Conferenza episcopale a partecipare alle urne per compiere "importanti passi avanti". Degli scenari attuali e delle riforme auspicabili parla al microfono di Gabriella Ceraso, padre Sebastiano d’Ambra, missionario del Pime a Mindanao:

    R. – Ci sono diversi scenari, molto allarmanti. C’è bisogno soprattutto di leaders credibili: la gente ormai non si fida quasi di nessuno, vede a destra e a sinistra tanta corruzione… Logicamente, c’è anche il problema del conflitto che in qualche modo è un ostacolo allo sviluppo. Spero che il Paese abbia il coraggio di eliminare le armi. Poi, c’è la riforma agraria che non è stata completata del tutto. In più, bisognerebbe condurre una campagna contro quelle famiglie che da generazioni e generazioni mantengono il potere nel Paese.

     
    D. – Lei si è occupato a lungo del rapporto con i musulmani. Da queste elezioni può venire un aiuto, un’apertura su questo fronte?

     
    R. – Sì, possono aiutare se i politici capiscono che la soluzione per un rapporto migliore non sono le armi, ma è proprio il dialogo. C’è da sperare che entrino in questa ottica. Però, guardando alle elezioni in quanto tali, non ci sono cose eccezionali che ci facciano capire che questo avverrà: resta soltanto un desiderio.

     
    D. – Come ha partecipato e partecipa la Chiesa a questo momento particolare del Paese?

     
    R. – Dal punto di vista della preghiera, i vescovi hanno suggerito una novena in preparazione alle elezioni. Per quanto concerne il coinvolgimento nelle varie parrocchie, mandano dei volontari nei presidi interni per vedere che tutto proceda secondo criteri giusti. Il problema è che con lo scenario che abbiamo adesso non ci sono grandi prospettive. I vescovi hanno fatto diverse dichiarazioni, sono stati abbastanza attenti e precisi nel condannare o nell’evidenziare le situazioni del Paese. Adesso stiamo a vedere cosa succederà.

     
    D. – Secondo i sondaggi, il successore della Arroyo potrebbe essere il figlio di Corazon Aquino, Benigno III. Dalla sua nomina, quali speranze?

     
    R. – Lui sta cavalcando un po’ il fatto che sia il padre sia la madre sono figure di spicco nelle Filippine. Lui è una figura nuova: non ha fatto grandissime cose, in passato, però dice che metterà fine alla corruzione nel Paese e c’è da crederci perché è una figura nuova, quindi non abbiamo casi di corruzione nella sua storia. Vedremo.

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    Presentata la 46.ma Settimana sociale italiana, in programma in ottobre a Reggio Calabria. Intervista con mons. Arrigo Miglio

    ◊   “Sì dalla Chiesa italiana al federalismo, previsto dalla Costituzione, purchè il Paese continui ad essere solidale”. Così si è espresso mons. Arrigo Miglio, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, presentando questa mattina presso la nostra emittente la 46.ma Settimana Sociale che avrà luogo dal 14 al 17 ottobre a Reggio Calabria, sul tema “Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del Paese”. Sulla crisi europea è stato sottolineato che l’Italia, a differenza della Grecia, è ancora “in piedi” anche grazie al del volontariato, vero ammortizzatore sociale del Paese. Ma quanto hanno inciso nella scelta di Reggio Calabria, quale sede dei lavori, i recenti fatti di Rosarno? Paolo Ondarza lo ha chiesto a mons. Miglio.

    R. – Non è una scelta casuale, non è legata ad episodi contingenti, perché dell’agenda abbiano cominciato a parlare due anni fa, quindi ben prima dei fatti di Rosarno. Una delle aree su cui ci pareva importante riflettere era proprio quella dell’immigrazione, ma poi la prima area in cui si articola l’agenda riguarda proprio i problemi del mondo del lavoro, soprattutto dell’impresa e della necessità di crescere. Molte diocesi hanno chiesto di affrontare queste esperienze, soprattutto le aggregazioni ecclesiali ed anche i vari ambiti professionali sia della finanza sia del mondo sociale. Ci sentiamo quindi abbastanza confortati da ciò che leggiamo, da ciò che abbiamo ascoltato nel proporre questi punti come questioni sulle quali poter fare leva per muoverci verso una crescita per il bene comune.

    D. – “Bene comune”: un concetto che forse è poco al centro dell’agenda politica…

     
    R. – Purtroppo sì, è poco al centro. Abbiamo voluto provare ad individuare dei problemi concreti che possono permetterci intanto di concorrere al bene comune con tutte le forze di buona volontà e poi anche di realizzare storicamente, concretamente, un bene comune possibile oggi: questo, però, all'interno della visione di bene comune che è caratteristica dell’insegnamento sociale della Chiesa.

     
    D. – Alcuni esempi?

     
    R. – Sui temi dell’immigrazione, ci siamo focalizzati su un punto preciso: il problema dei figli d’immigrati che nascono sul nostro suolo, nel nostro Paese. Il tema della famiglia abbiamo preferito considerarlo in modo trasversale, per cui dove si parla di lavoro, dove si parla di educazione, dove si parla di mobilitazione delle risorse che escono dall’università, il tema della famiglia ci sembra un tema trasversale che va tenuto al centro in tutti questi ambiti.

     
    D. – Di fronte alla crisi internazionale e alla crisi europea, originata dalla situazione economica in Grecia, com’è possibile guardare ancora con speranza ad un futuro basato su valori etici?

     
    R. – E’ possibile guardare ancora con speranza, perché le buone volontà non mancano, le risorse non mancano, ma hanno bisogno di essere sostenute e sviluppate. Tutto il nostro discorso tiene conto del contesto globalizzato e noi abbiamo proprio preso quest’impegno: far emergere gli elementi di speranza. Non vorremmo che le notizie negative potessero far dimenticare invece gli elementi di speranza che ci sono.

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    Chiesa e Società



    Orissa: la Chiesa ricostruisce le case per cristiani e indù

    ◊   La Chiesa cattolica dell’Orissa ha lanciato un piano per ricostruire circa 5.500 case nel distretto di Kandhamal, devastato dalle violenze scatenate nell’estate del 2008 dai nazionalisti radicali indù. Le abitazioni sono destinate agli indù e ai cristiani della zona. Secondo fonti cattoliche locali, nel corso delle violenze sono morte più di 90 persone, per la maggior parte di fede cristiana. Circa 50 mila persone sono state inoltre costrette a fuggire. Il direttore del progetto di ricostruzione, padre Ajaya Kumar Singh, spiega ad AsiaNews che “grazie alle donazioni dei cristiani, alla fine di aprile sono state completate le prime 1.360 abitazioni”. Lo scopo – aggiunge – è di arrivare a 5.550”. “Circa 700 famiglie indù troveranno posto nelle nuove case, mentre le altre andranno ai cristiani”. La Chiesa, sottolinea ancora il sacerdote, “serve tutti. La religione non è e non può essere una barriera per il servizio o lo sviluppo locale. Nelle violenze dello scorso anno hanno perso la casa cristiani e indù: ora le ricostruiamo per tutti. Speriamo che questo gesto faccia capire ai nostri vicini indù che la Chiesa pensa a tutti”. Ma la tensione resta ancora alta. “Stiamo cercando di spingere tutti a vivere in pace e armonia, ma ogni giorno affrontiamo tantissime sfide”, sottolinea padre Manoj Nayak, che supervisiona i progetti di ricostruzione. A quasi due anni dallo scoppio di quelle violenze, sono ancora forti, in particolare, le tensioni in almeno 15 villaggi del distretto di Kandhamal. (A.L.)

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    Pakistan, si chiude l’Anno Sacerdotale a Lahore. Le speranze della Chiesa locale

    ◊   Gratitudine ai missionari che hanno proclamato il Vangelo in Punjab e sguardo di speranza verso il futuro per i sacerdoti del Pakistan, chiamati a testimoniare in mezzo alle sfide del terrorismo, dell’integralismo, della povertà: sono i contenuti dell’intervento di mons. Lawrence John Saldanha, arcivescovo di Lahore, nella Messa di chiusura dell’Anno Sacerdotale, tenutasi nei giorni scorsi nella cattedrale del Sacro Cuore a Lahore. Vi hanno partecipato centinaia di sacerdoti e religiosi, che hanno ringraziato il Signore “per il dono della vocazione e del sacerdozio ministeriale”. Guardando il passato – ha detto il presule, le cui parole sono state riprese dalla Fides – ricordiamo San Giovanni Maria Vianney, “modello per ogni sacerdote, che ha trascorso tutta la sua vita amministrando i Sacramenti”. Oggi – ha aggiunto – “affrontiamo i problemi del terrorismo e dell’odio”. “Chiediamo a Dio la sua grazia speciale per poter continuare a dare speranza al nostro popolo, per aiutare i credenti a restare fedeli a Gesù Cristo, che ci invita a rimanere in Lui, promettendoci la sua benedizione”. L’arcivescovo di Lahore ha sottolineato infine l’importanza della preghiera e di coltivare rapporti fraterni fra sacerdoti, invitando tutti a “lavorare con attenzione e dedizione per la formazione dei seminaristi, che sono il futuro della nostra Chiesa”. (A.L.)

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    I vescovi argentini esortano i fedeli a non dimenticare i poveri

    ◊   Accendere una candela “per dare una nuova luce di speranza all’Argentina”, illuminando la nazione nel Bicentenario dell’indipendenza: è l’esortazione rivolta dalla Chiesa del Paese a tutti gli argentini in occasione del pellegrinaggio annuale al Santuario di Nostra Signora di Luján, 70 chilometri a nordest di Buenos Aires, che lo scorso fine settimana ha riunito in preghiera migliaia di fedeli. Presiedendo la Messa concelebrata da 20 vescovi della regione di Buenos Aires, il presidente della Conferenza episcopale e arcivescovo della capitale, il cardinale Jorge Maria Bergoglio, ha criticato il diffuso atteggiamento di indifferenza di fronte alla povertà. Il porporato – rende noto l’agenzia Misna – ha anche chiesto alla Vergine di Luján, patrona del Paese, “di prendersi cura in particolare dei più dimenticati”. I poveri “sappiano che qui ci sarà sempre un posto per loro”, ha assicurato il cardinale, invitando gli argentini “a non abbassare le braccia spinti dalla disperazione”. Ai cattolici ha chiesto inoltre di rivolgersi alla Vergine di Luján, “madre dei poveri e degli umili”, affinché “doni la grazia di saper lavorare per la patria, per farla crescere nella pace e nella concordia, sradicando ogni odio e rancore”. I vescovi argentini hanno a più riprese riportato l’attenzione negli ultimi mesi sul problema della povertà che, secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistiche e censimenti, nel secondo semestre del 2009 avrebbe riguardato solo il 13,2% della popolazione. Un dato, questo, ritenuto inaffidabile da più parti. Istituti economici privati e organismi a difesa del consumatore hanno denunciato una manipolazione dei dati. Secondo uno studio condotto lo scorso anno dalla Chiesa, il tasso di povertà in Argentina è vicino al 40%. (A.L.)

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    El Salvador, la Chiesa chiede allo Stato di difendere il diritto alla vita

    ◊   La Conferenza episcopale di El Salvador è preoccupata che le autorità possano ratificare il "Protocollo Facoltativo della Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne", perché questo prevede, tra l'altro, la legalizzazione dell'aborto. I vescovi di El Salvador hanno inviato una lettera al presidente Mauricio Funes e all’Assemblea legislativa chiedendo che il Protocollo non sia ratificato. Oltre a minacciare il feto, “potrebbe portare gravi conseguenze alla dignità delle donne", ha detto l'arcivescovo di San Salvador, mons. José Luis Escobar Alas, nella tradizionale conferenza stampa della domenica. “I vescovi – ha detto il presule, ripreso dall’agenzia Fides – sottolineano l'impegno della Chiesa cattolica a far scomparire nel mondo ogni forma di discriminazione contro le donne, ma attraverso canali giusti e non andando contro i principi della famiglia e della società”. Nel Paese, si considera la famiglia come base primaria della società, e oggi più che mai “si sente il bisogno di rafforzare l'educazione dei giovani sui valori, per garantire il presente e il futuro del nostro Stato”, ha aggiunto l'arcivescovo di San Salvador, che ha parlato a nome di tutti i vescovi della nazione. La ratifica del “Protocollo Facoltativo della Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne” sarà discussa nei prossimi giorni presso la Commissione per l'infanzia e la famiglia nell’Assemblea Legislativa. (A.L.)

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    Ostensione della Sindone, tre minuti di commozione davanti a un'Icona che colpisce il cuore

    ◊   “Torino ti accoglie in festa”: centinaia di manifesti con questa scritta e il volto sorridente di Benedetto XVI campeggiano ancora in giro per la città, al centro come in periferia, ad una settimana dalla visita del Papa alla solenne Ostensione della Sindone 2010. Sulle scalinate d’ingresso al Duomo, le aiuole fiorite di bianco e di giallo resistono ancora grazie anche alla pioggia battente che ha accompagnato il Santo Padre nel suo pellegrinaggio e, dopo di lui, le migliaia di persone che in questi otto giorni sono state ore in coda per riuscire finalmente a pregare davanti al Sacro Telo. La visita del Pontefice ha lasciato molto di più a questa città, alla sua popolazione che si è messa pazientemente in fila con il sorriso sulle labbra. Grande commozione anche per i pellegrini accorsi da tutto il mondo: fedeli, la maggior parte, e curiosi, desiderosi di essere testimoni di un evento storico non per tutti ripetibile. Il mistero della Sindone, la contemplazione del Santo Volto, la Passio Christi che ognuno, nel suo piccolo, sperimenta nella propria, privata, Passio hominis, non lasciano indifferenti e toccano i cuori di tutti. All’ingresso di Viale Primo Maggio, una volta mostrata la prenotazione, si vede il cordone umano che si snoda nelle transenne sistemate dalla Protezione civile. Si pensa a quanto ci vorrà, magari ingannando l’attesa con uno spuntino. All’interno dei Giardini Reali non si avvertono più la fatica, ma si comincia a respirare quell’aria di sacralità che esprime in sé la potenza dell’esperienza che si sta per vivere. In fondo è questo il senso del pellegrinaggio: rompere con le sicurezze del quotidiano per cambiare e andare incontro all’Altro, senza pregiudizi e senza barriere. Quando si entra nel percorso vero e proprio e non manca ormai molto, il cordone unico viene spezzato in più tronconi e si entra in una sala buia dove viene proiettato un filmato che aiuterà a comprendere meglio il Sacro Lino. Le ferite delle spine sul capo, il sangue che cola dalla nuca, i segni di percosse sul torace e sul dorso, lo squarcio nel costato, le impronte dei chiodi conficcati nelle mani e nei piedi suscitano una commozione diffusa che non si manifesta nelle parole, ma in un solo, intenso silenzio che accompagna la folla all’interno di San Giovanni Battista. La Sindone è laggiù, davanti all’altare, immensamente piccola rispetto alle atroci sofferenze delle quali reca i segni, i dolori e le croci dell’umanità intera. Porta in sé il messaggio di speranza della Resurrezione; la sua presenza sul proprio cammino induce l’uomo a confrontarsi con se stesso. E' difficile concentrarsi sulle parole di una preghiera senza lasciarsi andare alla commozione che gonfia il cuore, in quei tre minuti che volano via in un soffio, ma valgono più di qualunque tesoro terreno. Vedere il Volto di Gesù è ricevere un dono che sostiene, che consola, che perdona, è la promessa di una vita nuova, libera dal peccato. Mentre ci si allontana in silenzio non si può non sentire dentro di sé che “dalle Tue piaghe sono stato guarito”. (A cura di Roberta Barbi)

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    Anglicani: prosegue il dibattito nella Chiesa di Inghilterra sulle donne vescovo

    ◊   “Bisognerà aspettare il dibattito e il voto del Sinodo generale del prossimo luglio per capire in che direzione la Chiesa di Inghilterra si sta muovendo”. Andrew Faley, segretario generale per gli Affari ecumenici della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, commenta così la pubblicazione del rapporto, da parte degli anglicani, del Comitato di revisione sulla legislazione che apre all’ordinazione delle donne vescovo. Il documento, lungo 142 pagine e disponibile sul sito della chiesa di Inghilterra www.cofe.anglican.org, è frutto di un lungo lavoro durato 12 mesi durante i quali il Comitato si è riunito 16 volte. “Ci aspettiamo – si legge nel comunicato della Chiesa di Inghilterra – che la maggior parte delle sessioni del Sinodo che si terrà a York, dal 9 al 13 luglio, siano dedicate a discutere il rapporto del comitato di revisione”. “Se il Sinodo decide che non ci vuole altro lavoro da parte del Comitato di revisione la legislazione verrà inviata ai Sinodi diocesani e può ritornare al Sinodo generale, per una approvazione definitiva, soltanto se la maggioranza di questi vota a favore”. A questo punto, al Sinodo generale, la legislazione deve ottenere i due terzi di ciascuna delle tre camere - vescovi, pastori e laici - ma tutto ciò, ricorda il Sir, non avverrà prima del 2012. (A.L.)

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    Hong Kong, la Chiesa lancia l’iniziativa “Visita della Madonna alle famiglie”

    ◊   Per esortare le famiglie a pregare davanti all’immagine della Madonna in casa, la Legio Mariae di Hong Kong ha lanciato all’inizio del mese mariano l’iniziativa intitolata “Visita della Madonna alle famiglie”. Secondo quanto riferisce il bollettino diocesano in versione cinese, i membri del movimento ecclesiale Legio Mariae partono dalle parrocchie per portare l’immagine di Nostra Signora di Guadalupe alle famiglie. Qui pregano, recitano il Rosario e leggono alcuni brani della Sacra Scrittura insieme con la famiglia che li ospita. Successivamente, si passa ad un’altra famiglia per continuare il pellegrinaggio della “Visita della Madonna”. La sacra immagine di Nostra Signora di Guadalupe – ricorda l’agenzia Fiedes – è un dono del missionario messicano, padre Gabriel Altamirano Ortega, della Società per le Missioni Estere del Messico, che è stato per anni parroco della parrocchia di S. Margaret Mary, dove è nata l’iniziativa. Secondo i membri della Legio Mariae, si tratta di “un modo molto efficace per consolidare la fede e la comunione”. Durante la preghiera, anche “alcuni membri non cristiani della famiglia hanno potuto trovare la pace e la comunione”. (A.L.)

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    Dal 20.mo “World Economic Forum on Africa” la denuncia di un’ingente fuga di capitali

    ◊   “Ripensare le strategie di sviluppo dell’Africa”: questo il tema del Forum economico mondiale che si è svolto a Dar es Salaam, in Tanzania, dal 5 al 7 maggio sorsi. Dal Convegno emerge un dato forte: dai 200 ai 400 miliardi di dollari all’anno sono evasi dalle aziende in Africa. In particolare, il ministro delle Finanze sudafricano, Pravin Gordhan, ha criticato la fuga di capitali e smentito coloro che descrivono l’Africa come un’area eccessivamente a rischio per operare degli investimenti. Nodo centrale risulta il minimo beneficio di cui godono le popolazioni locali delle ricchezze generate nel loro Paese. I profitti dei capitali stranieri, infatti, vengono esportati al di fuori del continente ed investiti in altre attività. E se alcuni rappresentanti delle multinazionali hanno a loro volta criticato i governi locali per la mancanza di una chiara regolamentazione fiscale, dal canto loro i ministri africani hanno denunciato una scarsa disponibilità dei grandi investitori a rispettare delle leggi precise. L’obiettivo del Forum era quello di dare vita ad una piattaforma di dialogo e cooperazione per elaborare nuovi strumenti contro la crisi economica. All’apertura dei lavori, il presidente del Paese africano, Jakaya Kikwete, aveva dichiarato: “L’Africa è un continente ricco di potenzialità ed è cresciuta nonostante l’instabilità economica mondiale. Analizzeremo la situazione così com’è oggi per costruire un futuro migliore”. A lavori ultimati è risultato chiaro – riferisce l’Agenzia Fides – che i Paesi emergenti, e quelli africani in particolare, sono proprio quelli che stanno dando i segnali di ripresa più convincenti. Si può e si deve quindi sperare che tali Stati contribuiranno in futuro in modo più significativo alla crescita economica mondiale, potendo al contempo godere appieno delle ricchezze potenziali che mettono in gioco. (M.A.)

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    Domani all'Università Lateranense convegno sul rapporto tra sacerdozio e web

    ◊   “Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola”. E’ il tema al centro del Convegno che si terrà domani nella sede della Pontificia Università Lateranense in vista della 44.ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali del prossimo 16 maggio. “La Chiesa – afferma mons. Dario Edoardo Viganò, ordinario di Comunicazione presso la Lateranense e presidente della Fondazione ‘Ente dello Spettacolo’ – vuole confrontarsi con un’occasione che può essere davvero grande e feconda”. “La collaborazione da parte di tante realtà ecclesiali – aggiunge la direttrice del Centro di comunicazione e cultura delle Paoline, suor Teresa Braccio – è un’esperienza significativa che già di per sé ci fa sentire Chiesa”. Durante il convegno, rende noto il settimanale diocesano "Romasette", verrà anche consegnato un premio a padre Raniero Cantalamessa “per la sua testimonianza e il suo annuncio della Parola in televisione e anche nel mondo digitale”. All’incontro parteciperà, tra gli altri, il direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana, mons. Domenico Pompili, che si soffermerà sulle parole di Benedetto XVI nel messaggio per Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali. Il tema di questa Giornata – scrive il Papa – “si inserisce felicemente nel cammino dell’Anno Sacerdotale e pone in primo piano la riflessione su un ambito pastorale vasto e delicato come quello della comunicazione e del mondo digitale, nel quale vengono offerte al sacerdote nuove possibilità di esercitare il proprio servizio alla Parola e della Parola”. (A.L.)

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    Sulla rivista missionaria "Africa”, una riflessione sui prossimi Mondiali di calcio in Sudafrica

    ◊   Alla vigilia dei Mondiali di calcio sudafricani, i primi ospitati dal continente, il bimestrale “Africa" dei Missionari Padri Bianchi, titola significativamente: “Sudafrica – Calcio d’inizio”. Le parole in copertina rinviano al servizio “La partita dell’Africa”, arricchito, su otto pagine, da una serie di scatti d’autore. Nucleo centrale di questo pezzo è la volontà di affermare che il calcio, e tutto quanto ruoterà intorno a questo sistema nei prossimi mesi, possono e devono essere un’occasione per parlare della vera Africa, di un Paese con potenzialità agricole e turistiche enormi, ricchezze minerarie ingenti, uno Stato grande e ricco che potrebbe, e dovrebbe, occupare un ruolo centrale nel mercato globale. Le immagini, tratte dalla mostra “L’Africa nel pallone”, promossa dalla stessa rivista in collaborazione con il Festival del cinema africano, sono spunti interessanti per riflessioni atte a smascherare luoghi comuni, a far comprendere come certi problemi dell’Africa ci riguardino da vicino. Sono un’ulteriore dimostrazione di come ci sia molto da imparare dalla semplicità di un popolo che davvero “si gioca il futuro”. Si ricorda, ad esempio, che nel 2010 il Mozambico è riuscito a qualificarsi per la Coppa d’Africa. Grandi meriti sono stati riconosciuti all’allenatore olandese Mart Nooji che sostiene con forza: “Qui in Africa siamo tutti Mandela, abbiamo tutti un sogno da realizzare. In Europa i sogni sono finiti da un pezzo”. Se si pensa che in Sudafrica il primo torneo misto di calcio si è disputato nel 1978, dopo che per trent’anni il regime segregazionista aveva imposto un campionato per soli bianchi, si può parlare davvero oggi, a poche settimane dal Mondiale, di sogni che si realizzano e possono ancora realizzarsi. Ma oltre ad alimentare questi sogni, i Mondiali in Sudafrica destano anche preoccupazione. C'è grande ansia - si legge in un comunicato inviato all'agenzia Fides dal Jesuit Centre for Theological Reflction (Jctr) - perché questo grande evento può portare ad un incremento della tratta di esseri umani. Si stima che oltre 800 mila persone siano vittime di questo drammatico fenomeno. Suor Kayula Lesa, coordinatrice del Jctr, sottolinea che per arginare tale traffico si debbano aggiungere ad azioni di sensibilizzazione la preghiera e la promozione di politiche di governo in favore dei poveri. (M.A.)

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    ChiaraMente: anziani a scuola di banca con la Comunità di San’Egidio e Unicredit

    ◊   Il Gruppo Unicredit, la Comunità di Sant’Egidio ed alcune Associazioni dei consumatori propongono una serie di incontri per avvicinare all’uso degli strumenti bancari e informatici il mondo degli over 65, che in Italia conta oltre 12 milioni di persone. L’obiettivo è quello di facilitare un superamento delle barriere culturali che spesso le persone anziane si trovano a fronteggiare non solo relativamente agli strumenti bancari, ma anche per quanto riguarda l’uso del computer. I primi due incontri si terranno a Roma nella sede della Comunità di Sant’Egidio, Palazzo Leopardi. Domani, nella prima giornata, si affronterà il tema dei prodotti bancari utili per una gestione consapevole e responsabile: dalle carte prepagate a quelle di debito e credito. A illustrarne uso e vantaggi – rende noto la Comunità di Sant’Egidio con un comunicato – saranno due direttori di UniCredit Banca di Roma e il segretario nazionale di Adiconsum. Il 25 maggio è previsto il secondo incontro. In tale occasione, saranno presentati ai partecipanti gli elementi di base necessari per utilizzare un personal computer, Internet e l’home banking, con il supporto di un esperto informatico del Gruppo Unicredit. Questi due appuntamenti coinvolgeranno oltre cento anziani. Sono i primi di una serie che toccherà, nei prossimi mesi, anche altre città italiane insieme con altre Associazioni dei consumatori. (M.A.)

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    24 Ore nel Mondo



    Forte rialzo delle Borse europee e dei futures di New York, dopo il piano antispeculazioni dell'Ue

    ◊   Le principali Borse europee volano in rialzo, spinte dal piano varato nella notte dalla Ue per sostenere la moneta unica minacciata dagli attacchi della speculazione. In totale sono stati stanziati 750 miliardi di euro, compreso l'intervento del Fondo Monetario Internazionale. Il servizio di Fausta Speranza:

     
    Londra guadagna oltre il 4%, Parigi oltre il 6%, Atene circa l’11 e Madrid segna più 12%, anche sulla scia del forte rialzo dei futures sugli indici della Borsa di New York. Tutto innescato dal piano varato nella notte dall’Ue. Da parte sua, il direttore generale del Fmi, Dominique Strauss-Khan, afferma che il piano per la difesa dell'Euro è “un grande passo avanti”, che le misure prese questa notte sono importanti “sia sul lato europeo che su quello della Bce” e che potrebbero essere sufficienti. Il piano varato dall’Unione europea dopo 10 ore di negoziati è senza precedenti: 750 miliardi per blindare la zona euro dagli attacchi della speculazione ed evitare il rischio default di altri Paesi dopo quello corso con la Grecia. In sostanza, ci sono: uno scudo 'anti-speculazione' di 60 miliardi di euro e 440 miliardi di prestiti bilaterali da parte degli Stati membri della zona dell'Euro, sul modello del piano salva-Grecia. Si sommano alla quota del Fmi: aumentata da 220 a 250 miliardi. Dopo il no deciso del Regno Unito agli aiuti, a sbloccare la situazione è stata la Germania, che ha chiesto però nuove misure contro il deficit a Madrid e Lisbona. Ma se il piano salva l’emergenza, resta il bisogno di più politica economica. La Commissione spinge per l’istituzione di una vera governance economica in ambito Ue. Fa sapere che presenterà già mercoledì le sue proposte per procedere verso un rafforzamento del coordinamento tra la politiche economiche dei Paesi Ue.

     
    Al fondo lanciato a Bruxelles non partecipa dunque la Gran Bretagna. Il ministro delle Finanze di Londra, Darling, ha infatti confermato che il Regno Unito non contribuirà al piano anticrisi. Sulla gravità della situazione nella zona Euro e sulla spaccatura in seno all’Unione europea nell’adottare le misure anticrisi, il commento dell’economista Francesco Carlà, intervistato da Stefano Leszczynski:

    R. – La strategia europea in questo momento era abbastanza obbligata, perché eravamo arrivati davvero alla fine dell’Euro, perlomeno alla fine dell’Euro così come lo avevamo conosciuto. Infatti, già si parlava di Euro a due velocità, di doppio Euro, di Euro per i Paesi latini ed euro per i Paesi del Nord Europa. Insomma, era assolutamente un’esigenza politica, prima ancora che economica e finanziaria. Per questo si sono riuniti con tanta urgenza.

     
    D. – Si sono riuniti con urgenza, hanno visto che i soldi ai quali avevano pensato inizialmente non bastavano e in più hanno deciso la creazione di un fondo europeo nei confronti del quale ci sono parecchie opposizioni. Come mai?

     
    R. – Le opposizioni ci sono perché, come sempre, quando c’è da mettere mano al portafoglio, i discorsi teorici, politici di un certo genere "vanno in soffitta" e arriva il momento in cui si cerca di fare gli interessi più specifici del proprio Paese. Anche perché poi questa vicenda dell’Euro è nata a cavallo di due campagne elettorali, anzi di due sedute elettorali: una in Germania ed una in Inghilterra. Quindi, certi atteggiamenti dell’Inghilterra e quelli iniziali di resistenza della Merkel, della Germania, spiegano anche questo punto di vista. La Merkel ha perso le elezioni per aver dovuto alla fine dire sì al piano greco e al piano europeo.

     
    D. – In un’epoca di globalizzazione, anche della finanza, dell’economia, dei mercati, ha senso non partecipare ad un meccanismo di difesa dalle crisi monetarie, solo perché non si fa parte della moneta unica?

     
    R. – A mio avviso non ha nessun senso per due ragioni. La prima è che adesso la sterlina potrebbe diventare il nuovo obiettivo della speculazione. Quindi, gli inglesi avranno qualche difficoltà a chiedere aiuto ai partner europei e ad ottenerlo. Mi sembra poi molto sballato anche dal punto di vista strategico per l’Inghilterra, perché l’Inghilterra ha alcuni dei più grossi istituti di credito, istituti bancari del mondo, che sono fortissimamente esposti anche all’area Euro, che poi è uno dei motivi per cui Obama si è dato così tanto da fare per supportare le decisioni della Merkel e dell’Europa in questa vicenda. Da una parte, c’è un fatto di democrazia globalizzata, ma dall’altro c’è un fatto molto più pratico di coinvolgimento enorme delle banche americane nelle vicende europee.

     
    Elezioni nel Nord Reno-Westfalia: sconfitta la coalizione Cdu-Fdp della Merkel
    All'indomani della sconfitta della coalizione Cdu-Fdp nel Nord Reno-Westfalia (Ovest), la stampa tedesca è unanime nel ritenere che il voto sia stato un brutto colpo soprattutto per la cancelliera tedesca Angela Merkel (Cdu). Tutti i giornali tedeschi riportano oggi in prima pagina il crollo della Cdu, che in questo Land è passata ieri dal 44,8% delle regionali 2005 al 34,6% (-10,2 punti).

    Regno Unito: negoziati tra Tories e Lib-Dem
    Nel Regno Unito, Conservatori e Liberaldemocratici hanno raggiunto una ''bozza d'accordo''. Lo riferiscono fonti vicine alle trattative citata dalla rete televisiva Sky. L'accordo seguirebbe un incontro tra David Cameron e Nick Clegg. Nel frattempo, la Regina è rientrata a Buckingham Palace dopo aver passato il fine settimana nel castello di Windsor.

    Iraq: almeno 50 morti per una serie di attentati all’alba
    In Iraq, dopo una serie di attentati che all’alba ha provocato 30 morti, nella mattinata altre 20 persone sono rimaste uccise in altri due attentati. In tutto ci sono 200 feriti. All'alba, a Baghdad ci sono stati una decina di attacchi diversi, in massima parte contro le forze di sicurezza. Un attacco è avvenuto nella cittadina meridionale di Suwayra con la tecnica della duplice esplosione: una prima carica è stata fatta detonare causando un numero imprecisato di vittime e poco dopo, all'arrivo dei soccorsi, ne è esplosa un'altra. Poi due autobomba sono esplose nella città di Hilla, 62 chilometri a sud di Baghdad.

    Sei civili uccisi in Afghanistan
    Sei civili sono stati uccisi nelle ultime ore nella provincia meridionale afghana di Helmand in attentati che le autorità hanno attribuito ai talebani. Nella regione di Marjah sono cominciati ieri scontri fra le truppe statunitensi ed i talebani nell'ambito dei quali, ha assicurato il portavoce del governatore, Daud Ahmadi, quattro civili sono stati uccisi da un razzo lanciato dagli insorti. Nella zona di Nad Ali, invece, secondo il portavoce provinciale un veicolo è saltato su un rudimentale ordigno esplosivo (Ied) provocando la morte di due bambini. Ma un residente, Ghulam Mohammad, ha dichiarato all'agenzia di stampa Pajhwok che i due bambini sono stati uccisi da un razzo sparato da un drone statunitense.

    Ripreso il processo di pace tra israeliani e palestinesi: “proximity talks”
    Senza cerimonie, ha ripreso il negoziato per la pace fra israeliani e palestinesi, grazie agli sforzi caparbi del presidente degli Stati Uniti, Obama, e del suo emissario, Mitchell. A dare l'annuncio della ripresa delle trattative è stato oggi il negoziatore palestinese Saeb Erekat al termine di un incontro fra Abu Mazen e Mitchell. In questi mesi il diplomatico statunitense ha percorso innumerevoli volte i 20 chilometri fra Gerusalemme e Ramallah. Quella che finora veniva chiamata una “spola” adesso sarà definita “proximity talks”, cioè negoziati indiretti. Per i prossimi quattro mesi almeno, Mitchell tornerà a passare messaggi fra l'ufficio di Netanyahu e quello di Abu Mazen. Nel clima di sfiducia reciproca fra le due parti, anche progetti modesti come convocare i negoziatori in stanze separate di uno stesso edificio (ad esempio a Gerusalemme, oppure a Washington) si sono rivelati irrealizzabili. Da Gaza, scontata, è giunta la rumorosa condanna da parte di Hamas secondo cui Abu Mazen avrebbe sventolato bandiera bianca di fronte alle pressioni congiunte di Israele e Stati Uniti. Le trattative erano bloccate dall’autunno 2008.

    Arrestato all’aeroporto di Karachi, cittadino pakistano con materiale sospetto
    Un cittadino è stato arrestato nell'aeroporto internazionale di Karachi, in Pakistan, quando i servizi di sicurezza gli hanno trovato nelle scarpe alcune batterie e circuiti elettrici. Lo scrive l'agenzia di stampa indiana Ani. L'uomo, identificato come Faiz Mohammad di 30 anni e di professione ingegnere, si proponeva di salire a bordo di un aereo della compagnia Thai International Airlines in partenza per Mascate, in Oman.

    Israele, Estonia, Slovenia nell’Ocse
    L'adesione di Israele, dell'Estonia e della Slovenia all'Ocse (Organizzazione di cooperazione e sviluppo economico), che riunisce gli Stati più ricchi, è stata “formalmente convalidata” questa mattina a Parigi, sede dell'organizzazione.

    Ad Orissa, in India, almeno 6 ribelli maoisti morti in scontri con l’esercito
    Almeno sei ribelli maoisti sono stati uccisi la scorsa notte in uno scontro con l'esercito nello Stato orientale dell'Orissa. Lo riporta una fonte della polizia citata dall'agenzia di stampa Pti. La battaglia, durata diverse ore, è avvenuta nell'ambito di un'operazione condotta dai militari indiani in un'area remota del distretto di Koratput controllata dagli insorti. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 130

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