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Sommario del 06/05/2010
Il Papa riceve il Presidente della Confederazione Elvetica
◊ Questa mattina, il Papa ha iniziato la sua attività ricevendo in udienza la sig.ra Doris Leuthard, Presidente della Confederazione Elvetica, la quale si è successivamente incontrata con il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, accompagnato da mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. “Durante i cordiali colloqui – riferisce un comunicato della Sala Stampa vaticana - oltre a ricordare la partecipazione del Presidente all’odierno giuramento dei nuovi membri della Guardia Svizzera Pontificia, sono stati toccati temi che riguardano la vita socio-economica e questioni attinenti all’attuale situazione internazionale, con particolare riferimento al dialogo interreligioso”.
Dialogo interreligioso e situazione della minoranza cristiana in Kuwait al centro del colloquio tra il Papa e l'Emiro Al Sabah
◊ Subito dopo, Benedetto XVI ha ricevuto l’Emiro dello Stato di Kuwait, Sua Altezza Sheikh Sabah Al Ahmad Al Jaber Al Sabah, il quale, successivamente, ha incontrato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, accompagnato da mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. “Nel corso dei cordiali colloqui – riferisce un comunicato della Sala Stampa vaticana - sono stati passati in rassegna alcuni temi di comune interesse, con particolare riferimento alla promozione della pace nella Regione del Medio Oriente e del dialogo interreligioso. In seguito, si è rilevato il positivo contributo che la significativa minoranza cristiana apporta alla società kuwaitiana e ci si è soffermati sulle particolari necessità di tale minoranza”.
Altre udienze e nomine
◊ Il Papa, stamani, ha ricevuto anche alcuni presuli della Conferenza Episcopale del Belgio in visita "ad Limina": mons. André-Mutien Léonard, arcivescovo di Mechelen-Brussel, accompagnato dagli ausiliari mons. Rémy Victor Vancottem e mons. Jozef De Kesel, e il vescovo di Antwerpen, mons. Johan Jozef Bonny.
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Clogher (Irlanda), presentata da mons. Joseph Duffy, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Liam MacDaid, della diocesi di Clogher, finora cancelliere della Curia. Mons. Laim MacDaid è nato a Bundoran, Co Donegal, nella diocesi di Clogher (Irlanda), il 19 luglio 1945. Ha svolto gli studi secondari al St. Macartan's College di Monaghan e quelli di filosofia e teologia presso il St. Patrick’s College di Maynooth. E' stato ordinato sacerdote il 15 giugno 1969 per la diocesi di Clogher. Dopo l'ordinazione, su incarico del vescovo, ha conseguito il Diploma di Istruzione Superiore per poter insegnare al St. Macartan's College del quale, nel 1981, divenne preside. Dopo tre anni di esperienza pastorale in una parrocchia dell'Irlanda del Nord, nel 1993 è stato nominato cancelliere e segretario diocesano, con la responsabilità di guida anche di una piccola parrocchia vicina alla cattedrale. Il 27 febbraio 2002 è stato nominato Cappellano di Sua Santità.
Sempre in Irlanda, il Santo Padre ha accettato la rinuncia all'ufficio di ausiliare della diocesi di Derry, presentata da mons. Francis Lagan, per raggiunti limiti di età.
In Nigeria, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Ondo, presentata da mons. Francis Florunsho Clement Alonge, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Jude Ayodeji Arogundade, coadiutore della medesima diocesi.
Il Santo Padre ha nominato sotto-segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti padre Gabriele Ferdinando Bentoglio, procuratore generale e segretario generale della Congregazione dei Missionari di San Carlo (Scalabriniani).
Verso il pellegrinaggio a Fatima: la devozione mariana di Benedetto XVI al centro dei suoi viaggi apostolici
◊ Il Portogallo attende con gioia l’arrivo del Papa martedì prossimo a Lisbona. Il 15.mo viaggio apostolico internazionale di Benedetto XVI avrà come momento culminante la visita al Santuario di Fatima. La dimensione mariana, che ha caratterizzato così intensamente il Magistero di Giovanni Paolo II, è molto forte anche nel Pontificato di Benedetto XVI, che in ogni suo viaggio pastorale ha sempre voluto raccogliersi in preghiera in luoghi legati alla devozione per la Vergine Maria. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Lasciamoci guidare da Maria all’incontro con Gesù: è l’invito che Benedetto XVI non si stanca di ripetere ai fedeli, dall’inizio del suo Pontificato. Un’esortazione che rinnova in particolare nelle visite ai Santuari mariani, da quello familiare di Altötting, nella sua Baviera, a quello lontano migliaia di chilometri di Aparecida nel cuore del Continente latinoamericano. A Lourdes, nel settembre del 2008, il Papa ci chiama ad accogliere il messaggio di conversione e speranza che sgorga dalla Grotta di Massabielle:
“Elle invite tous les homme de bonne volonté….”
“Maria – afferma – invita tutti gli uomini di buona volontà” e in particolare quanti soffrono “ad alzare gli occhi verso la Croce, per trovarvi la sorgente della vita e della salvezza”. Guardare Maria per incontrare Cristo: questo è anche l’appello che il Papa rivolge all’Europa, nel settembre del 2007, dal Santuario austriaco di Mariazell. Dinnanzi alla statua della Madonna che tiene in braccio il Bambino, il Papa rivolge il pensiero ai più piccoli, ai più indifesi:
“Das Kind Jesus einnert…”
“Il Bambino Gesù – è il richiamo del Pontefice – ci ricorda naturalmente anche tutti i bambini del mondo nei quali vuole venirci incontro”. E si rammarica che l’Europa sia “diventata povera di bambini” perché “vogliamo tutto per noi stessi, e forse non ci fidiamo troppo del futuro”. Per questo, ribadisce, dobbiamo lasciarci indicare da Maria il volto di Dio, perché dove “c’è Dio, là c’è il futuro”. Il Papa sottolinea che da Maria possiamo apprendere come pregare. Lo fa in particolare al Santuario mariano polacco di Czestochowa, nel maggio 2006, nel viaggio sulle orme del suo amato predecessore Karol Wojtyla:
“E’ Lei ad indicarci come aprire le nostre menti e i nostri cuori alla potenza dello Spirito Santo, che viene a noi per essere da noi portato al mondo intero”. Al mondo, attraverso la Chiesa. Nel novembre 2006, nel Santuario mariano di Efeso, Benedetto XVI mette l’accento sulla dimensione ecclesiale della maternità di Maria. Una maternità, afferma, “iniziata con il fiat di Nazareth” e che “si compie sotto la Croce”. E aggiunge: “la Vergine Maria, Madre di Cristo e della Chiesa, è la Madre di quel mistero di unità che Cristo e la Chiesa inseparabilmente rappresentano e costruiscono nel mondo e lungo la storia”. Quindi, nel settembre del 2007, a Loreto, invita in particolare i giovani ad accogliere in profondità la Parola di Dio, come ci insegna Maria:
“Per portare Dio nella piazza, bisogna averlo prima interiorizzato nella casa, come Maria nell’Annunciazione. E viceversa, la casa è aperta sulla piazza: lo suggerisce anche il fatto che la Santa Casa di Loreto ha tre pareti, non quattro: è una Casa aperta: aperta sul mondo, sulla vita, anche su questa Agorà dei giovani italiani”.
In un altro luogo simbolo della devozione alla Vergine, Pompei, il Papa constata, nell’ottobre 2008, che i Santuari non sono mai “cattedrali nel deserto”. Queste “cittadelle di Maria”, rileva, sono sempre inserite nel loro territorio quale esempio di una civiltà dell’amore da costruire sotto “lo sguardo materno di Maria”. Ed invita i fedeli a rivolgersi a Maria con il Rosario, “una preghiera contemplativa accessibile a tutti”:
“E’ vincolo spirituale con Maria per rimanere uniti a Gesù, per conformarsi a Lui, assimilarne i sentimenti e comportarsi come Lui si è comportato. Il Rosario è ‘arma’ spirituale nella lotta contro il male, contro ogni violenza, per la pace nei cuori, nelle famiglie, nella società e nel mondo”.
Giurano 30 nuove Guardie Svizzere. Il cardinale Bertone: siete servitori del Papa e della Chiesa
◊ Un “servizio qualificato e apprezzato”, che esige una condotta di vita “irreprensibile”: questo significa svolgere il servizio come Guardia Svizzera. A ricordarlo ai 30 nuovi alabardieri che oggi pomeriggio presteranno giuramento nel Corpo pontificio è stato il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che questa mattina ha presieduto la Messa nella Basilica di San Pietro, alla presenza del presidente della Confederazione Elvetica, delle massime autorità del Corpo e dei familiari delle nuove reclute. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Sullo sfondo di ogni 6 maggio, che mette in fermento gli ambienti vaticani dove svolgono il proprio servizio gli uomini della Guardia Svizzera, si staglia quel 6 maggio 1527, giorno d’inizio del drammatico Sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi e del sacrificio dei 147 soldati svizzeri caduti in difesa di Papa Clemente VII. In questa data così emblematica per il Corpo pontificio, si celebra ogni anno il giuramento dei nuovi alabardieri: in 30, tra quelli arruolati degli ultimi 12 mesi, saranno schierati oggi alle 17 nel Cortile di San Damaso per levare al cielo le tre dita, nel tipico segno del giuramento del Corpo. E con loro giurerà, con un rito diverso per il grado rivestito, anche il maggiore William Kloster. A costoro e ai loro comandanti, il cardinale Bertone ha ricordato, alla Messa di questa mattina, le singolari caratteristiche di una compagine che alla fisionomia militare unisce un’invisibile, ma non meno fondamentale, radice spirituale:
“La Guardia Svizzera Pontificia si caratterizza per la disponibilità dei suoi componenti di porsi a servizio del Sommo Pontefice, per provvedere alla particolare custodia della Sua persona; si tratta di una volontà che voi – care Guardie Svizzere – avete espresso in quanto cristiani, cioè motivati dall’amore per Cristo e per la Chiesa. Per questo siamo qui radunati nella celebrazione eucaristica: per pronunciare il nostro grazie al Signore per la vostra generosità”.
Dalle letture della liturgia, il segretario di Stato ha preso spunto per evidenziare quella consapevolezza che ogni cristiano, e dunque ogni uomo della Guardia Svizzera, deve custodire una volta compreso, ha detto, che il grande amore di Dio per ognuno "esige di essere ricambiato”:
“Sentiamo allora il bisogno di vivere secondo i suoi comandamenti, di osservare una condotta di vita irreprensibile. Chi si sente amato da Dio, desidera custodire la legge che Egli ha scritto nel suo cuore e, per fare questo, si riveste di ogni virtù e allontana da sé ogni vizio. Ecco allora che, osservando come Gesù i comandamenti del Padre, possiamo rimanere nel suo amore; questa è la scoperta che dà senso alla nostra vita.”
Questa eredità, ha concluso il cardinale Bertone, deve quindi trovare una coerente espressione nel comportamento e nello svolgimento dei compiti ai quali è chiamata ognuna delle Guardie al servizio del Papa:
“Il vostro, cari amici della Guardia Svizzera, è un servizio qualificato e apprezzato, che esige dedizione e serietà (…) Essere Guardie Svizzere significa sempre aderire senza riserve a Cristo e alla Chiesa, con la disponibilità a spendere ogni giorno la vita per questa nobile missione”.
Tra i partecipanti alla cerimonia di oggi pomeriggio vi sarà il cappellano della Guardia Svizzera Pontificia, padre Alain de Raemy. Tiziana Campisi gli ha chiesto quale sia il significato del giuramento:
R. – Il fatto di giurare è una cosa riservata dalla Chiesa a casi eccezionali. Dunque ci deve essere una ragione speciale per chiedere ad un cristiano di giurare davanti a Dio e sta a significare il valore che si dà a questo impegno degli Svizzeri di dare – se necessario – anche la vita per la protezione del Santo Padre. Una cosa, questa, direi molto impegnativa e che assume tutto il suo senso dal significato che ha il Successore di Pietro per tutta la Chiesa.
D. – Il giuramento della Guardia Svizzera Pontificia ha una sua ritualità e ha anche dei gesti particolari…
R. – C’è anzitutto la bandiera: la recluta va verso la bandiera e la prende con la mano sinistra. Sulla bandiera c’è lo stemma di Giulio II, che è il fondatore della Guardia; c’è lo stemma del Papa attuale; c’è lo stemma del comandante e ci sono anche i colori della famiglia di Clemente VII che è stato salvato dalle Guardie Svizzere: 147 Guardie sono morte il 6 maggio del 1527 per salvare il Papa. La mano destra viene poi alzata verso il cielo con le tre dita stese, che stanno a significare l’invocazione della Trinità.
D. – Lei conosce queste reclute che giurano fedeltà al Papa, giurano di proteggerlo. Come si sono preparate?
R. – Già si preparano nel momento in cui si chiedono se vogliono svolgere questo servizio o meno; quando si interessano per la prima volta e ne sentono parlare; quando chiedono informazioni e scoprono che c’è questo giuramento, questo impegno, questo sacrificio della vita se necessario. Già lì comincia la preparazione si può dire. Vengono poi al reclutamento che si fa in Svizzera: io e il comandante passiamo circa mezz’ora con ciascuno dei candidati per conoscerli personalmente. Fanno poi la scuola delle reclute, quando arrivano in Caserma in Vaticano, per cinque settimane, caratterizzato anche da una parte spirituale forte. Prima del giuramento, nelle tre settimane precedenti, ho degli incontri con loro per prepararli spiritualmente.
D. – Il 6 maggio la Guardia Svizzera Pontificia ricorda anche il sacrificio di 147 soldati del Corpo caduti nel Sacco di Roma per difendere la persona del Papa. Forse oggi non siamo più nelle identiche condizioni, ma qual è il senso della missione di una Guardia Svizzera e come viene vissuta?
R. – Il primo senso è quello di rendere un servizio, anche se piccolo, anche se modesto, anche se invisibile tante volte. Non è soltanto la divisa per un servizio di onore quando c’è un ricevimento dal Santo Padre o un’udienza, ma c’è anche il servizio quotidiano di ordine e di sicurezza, certamente umile e che non si vede, ma che è un contributo per il Successore di Pietro, per rendere al Papa la vita e il suo servizio più facile, se si può dire così, per aiutarlo in questo modo ad esercitare il suo Ministero. Per questi giovani svizzeri è un’occasione unica di poter fare questa esperienza di fede, che si esprime in un servizio molto semplice, un servizio che si fa alla Chiesa e al Santo Padre e che aiuta a maturare anche nella fede e ad avere un contatto, attraverso il Santo Padre, con la Chiesa universale. Questo apre gli occhi della fede a questi giovani e permette loro di vedere al di là della loro esperienza limitata ad una parrocchia svizzera.
Il cardinale Hummes: l'Eucaristia domenicale fulcro della vita cristiana
◊ Il cardinale Cláudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero, è stato nominato inviato speciale del Papa alle celebrazioni del XVI Congresso eucaristico del Brasile, che avranno luogo a Brasilia dal 13 al 16 maggio prossimi. Nella Lettera pontificia di nomina, Benedetto XVI mette l’accento sull’importanza dell’evento che coincide con il 50.mo anniversario della fondazione della capitale brasiliana e dell’istituzione dell’arcidiocesi di Brasilia. Sulle aspettative per questo Congresso eucaristico, Cristiane Murray ha intervistato lo stesso cardinale Cláudio Hummes:
R. – Questi due giubilei sono ricordati dal Papa, quando parla del Congresso, ma soprattutto il Congresso sta al centro della gioia, dell’amore e della benedizione del Papa. Questo Congresso fa parte della grande programmazione decisa ad Aparecida, dove si parla dei discepoli missionari: l’essere discepoli, aderire a Gesù Cristo personalmente e comunitariamente ed iniziando - con questa adesione - la sequela di Gesù Cristo. Ogni discepolo si trasforma poi anche in missionario, per trasmettere agli altri quello che lui stesso ha visto, ha udito e sperimentato in quell’incontro con Gesù Cristo, così che tutti noi siamo più pieni di questo fuoco nuovo, di questo slancio nuovo per la missione di cui il Brasile ha tanto bisogno attualmente.
D. – Nella Lettera il Papa fa anche una raccomandazione speciale...
R. – Benedetto XVI ricorda molto fortemente l’importanza della domenica, del Giorno del Signore, Nel cosiddetto tempo del cristiano la domenica è sempre una fonte di vivificazione per i cristiani e per le comunità cristiane, affinché durante la settimana siano coerenti e pieni di vita nuova da portare nella società dove vivono. E’ quindi necessario riprendere il significato della domenica, l’importanza della domenica, per vivere anche autenticamente e coerentemente la domenica che ha nel suo centro l’Eucaristia. Il Papa insiste su questo, perché così si porta la gente ad avere veramente una coscienza più forte della stessa identità di cristiani. (Montaggio a cura di Maria Brigini)
I Venerdì di Propaganda della Lev: Barbara Frale presenta il suo libro “La Sindone e il ritratto di Cristo”
◊ Domani alle 17.30 nell’ambito de “I Venerdì di Propaganda: temi e autori”, presso la Libreria Internazionale Paolo VI in via di Propaganda 4 a Roma, la dott.ssa Barbara Frale converserà sul tema della Sacra Sindone presentando il suo ultimo volume “La Sindone e il ritratto di Cristo” edito dalla Libreria Editrice Vaticana (Lev). “Il ritratto di Cristo, di antichissime origini bizantine – riferisce un comunicato della Lev - secondo la tradizione ne tramanda la vera fisionomia ed è sempre stato legato a regole fisse che non si potevano cambiare. Ma da cosa deriva questa lunga tradizione? I documenti rimandano a un ritratto primigenio che non era un dipinto ma piuttosto un’impronta su stoffa. Dunque la Sindone di Torino può avere dettato le regole con cui si dipinsero le prime icone di Gesù. Questo è l’argomento di grande attualità ed interesse che l’autrice del volume proporrà in questo incontro di venerdì 7 maggio”. Barbara Frale è laureata in Conservazione dei Beni Culturali con indirizzo archeologico ed ha conseguito il dottorato in Storia all’università “Ca’ Foscari” di Venezia. Dopo un triennio di specializzazione sui documenti antichi latini e greci presso la Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica e Archivistica, dal 2001 è officiale dell’Archivio Segreto Vaticano.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Nell'informazione vaticana, Mario Ponzi intervista l'arcivescovo André-Mutien Léonard, presidente della Conferenza episcopale del Belgio.
Una strada diversa per uscire dalla crisi: nell'informazione internazionale, Monica Di Sisto sulla riunione, a Città del Messico, del Forum sociale mondiale.
La luce e il suo contrario: in cultura, Inos Biffi sul mistero del Male.
La simbologia delle fiamme dall'Antico Testamento a Rabelais: l'arcivescovo Gianfranco Ravasi sulla mostra, a Milano, "Anima del fuoco. Da Eraclito a Tiziano, da Previati a Plessi".
E l'emozione del singolo scatto non bastò più al giovane Kubrick: Gaetano Vallini rievoca gli esordi come fotografo del regista di "Shining" e di "2001: Odissea nello spazio".
Quando facilità (del disegno) non fa rima con banalità: Stefania Zuliani sull' "arte politica" del sudafricano William Kentridge al MoMa di New York.
Due ruote in accordo con madre natura: Giulia Galeotti tesse l'elogio della bicicletta.
Crisi greca. Mons. Giordano: va superata con la solidarietà
◊ La crisi finanziaria della Grecia rappresenta un rischio di contagio importante per le banche di diversi Paesi europei, tra cui il Portogallo, la Spagna, l'Italia e il Regno Unito. E’ quanto afferma un report della società di rating Moody's. In particolare, dell’Italia Moody’s spiega che è “uno dei Paesi dove il sistema bancario è stato sino a oggi relativamente robusto'' ma dove c'è comunque un rischio di contagio se ''le pressioni dei mercati sui 'rating sovrani' aumenteranno''. Da parte sua, la Banca centrale europea ha deciso oggi di lasciare invariato all'1% il tasso di riferimento principale in Eurolandia, come ampiamente previsto dal mercato. Intanto il cancelliere tedesco, Angela Merkel, e il presidente francese, Nicolas Sarkozy, chiedono di salvare l’euro. Il servizio di Fausta Speranza
Lettera congiunta di Merkel e Sarkozy. I due leader che rappresentano l’asse portante dell’Ue chiedono in sostanza al presidente del Consiglio europeo, Van Rompuy, e al presidente della Commissione, Barroso, di difendere la zona euro che rischia di essere messa in pericolo dalla minaccia di un allargamento della crisi greca a Portogallo e Spagna. Escludono l’espulsione di uno Stato membro dall'Unione monetaria, ma chiedono regole più rigide sulla governance. E chiedono sanzioni più efficaci per gestire crisi come quella della Grecia. Dunque, Parigi e Berlino, dopo i profondi disaccordi delle scorse settimane sulla crisi in Grecia, si compattano in difesa della moneta unica e in vista del vertice Ue di domani. In Grecia la tensione è alle stelle dopo la morte ieri di tre persone durante le violenze estremiste nel contesto delle manifestazioni ad Atene contro il piano di austerità. Parlando davanti al parlamento, che dibatte le misure, il ministro delle Finanze difende quello che definisce un ampio programma per stabilizzare l'economia greca. Invita tutti i deputati a ''fare il proprio dovere'' per salvare il Paese dalla bancarotta. La crisi economica che scuote l’Unione Europea cade a 60 anni dalla Dichiarazione di Robert Schuman, primo discorso politico ufficiale in cui compare il concetto di Europa come unione economica e, in prospettiva, politica. Per questo parte da lì la riflessione di mons. Aldo Giordano, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa:
"La prima cosa che Schumann aveva già intuito è che la pace e l’unità d’Europa hanno una dimensione molto concreta: vanno fatte nei fatti. E quindi si tratta di fare accordi su cose molto concrete: allora erano acciaio e carbone e la questione economica. Certamente, la questione economica è basilare per la vita degli europei e dei cittadini. Quando non si trovano soluzioni, si cade in tragedie immense come quelle di questi giorni; in violenze che possono anche degenerare fino all’uccisione, fino alla morte. Questa è una tragedia terribile. Come arginare? La Chiesa non è che offra modelli economici o modelli politici, tecnici: non è il nostro compito. Quindi, come affrontare tecnicamente la questione economica della Grecia o anche di altri Paesi che vivono, che potranno – forse – vivere una crisi analoga, l’aspetto tecnico lo aspettiamo dai politici, lo aspettiamo dagli economisti. Ma credo che la Chiesa debba sottolineare che l’ispirazione di base, la luce di base per le soluzioni ancora una volta sono la solidarietà e la fraternità. Quindi, se noi abbiamo una vera dimensione di fraternità dobbiamo trovare una soluzione in cui possiamo veramente condividere, fare uno scambio di beni. Ed è nel momento del bisogno, quando esplodono le tragedie che dovrebbe vedersi la maturità degli altri Paesi, la maturità di un continente".
I vescovi americani contro la “Legge Arizona” sull’immigrazione irregolare
◊ La controversa legge anti-immigrazione entrata in vigore pochi giorni fa nello Stato dell'Arizona, fortemente voluta dal governatore Jan Brewer, continua a sollevare proteste anche fuori dagli Stati Uniti. Dopo la condanna da parte dei vescovi statunitensi e di numerosi episcopati centroamericani, ieri è stata la volta di mons. Miguel Cabrejos Vidarte, arcivescovo di Trujillo e presidente della Conferenza episcopale del Perù. Il servizio di Luis Badilla.
Il presule sudamericano ha chiesto l'immediata revisione della legge che a suo avviso “viola gravemente la dignità della persona umana, in particolare di milioni di ispanici". La "Legge Arizona", come ormai viene chiamata, è stata criticata dallo stesso presidente Barak Obama, che ha disposto un'indagine "per verificare se il dispositivo sia contrario ai diritti civili sanciti nella Costituzione", e con il passare dei giorni solleva proteste ovunque e sempre maggiori. Domenica scorsa, si è svolta a Los Angeles una marcia di protesta contro la controversa legge, alla quale ha partecipato anche il cardinale Roger M. Mahoney, arcivescovo della città; alla manifestazione si sono aggiunte centinaia di gruppi, associazioni, Chiese, sindacati, centri culturali, perfino squadre di football. Il porporato ha definito “un imperativo morale” la modifica sostanziale della nuova legge che, tra diversi dispositivi, introduce il reato di “immigrazione clandestina” (punibile con sanzioni, l’arresto, fino al carcere) e autorizza la polizia statale a chiedere l’identificazione della persona in caso di sospetto di ingresso illegale nel Paese. Il cardinale Mahony, come già aveva fatto il 21 marzo davanti a 250mila persone a Washington, ha ribadito la richiesta dei vescovi statunitensi a procedere “ad una riforma nazionale sulle migrazioni prima che si diffondano un insieme di misure statali molto sensibili agli umori della piazza e poco meditate e responsabili”. “Ribadisco, ha aggiunto il porporato, che la Chiesa cattolica non si stancherà mai di proteggere gli immigrati, nostri fratelli e sorelle, affinché possano essere membri a pieno titolo, con tutti i diritti e i doveri, delle nostre comunità”. Una parte importante della stampa americana ritiene che la “Legge Arizona”, oltre ad essere “retrograda e meschina”, sia “inutile e demagogica”. Va detto che l'Arizona ha una lunga frontiera con il Messico e una popolazione di circa mezzo milione di immigrati irregolari, in gran parte ispanici, spesso accusati di “portare criminalità e violenza”, anche se i dati statistici non confermano questi pregiudizi. Mentre per il senatore repubblicano Russell Pearce, sostenitore della legge, ora la polizia “non ha più le manette politiche” che finora impedivano di identificare e arrestare gli immigrati irregolari, per il cardinale Mahony invece si rischia, usando un testo giuridico superficiale e pieno di luoghi comuni, “di offendere e umiliare la dignità delle persone a causa del colore della loro pelle o per via di un semplice sospetto”.
Appello dell'arcivescovo di Abuja dopo la morte del presidente nigeriano
◊ Si svolgono nel pomeriggio di oggi ad Abuja i funerali del presidente nigeriano Umaru Yar'Adua, morto ieri a 58 anni a causa di problemi cardiaci che lo avevano costretto negli ultimi mesi a ritirarsi dalla scena politica. Il suo successore, il vicepresidente Goodluck Jonathan, ha giurato stamani come nuovo capo di Stato e si è insediato nel palazzo presidenziale ad Abuja. In un breve discorso si è impegnato a portare avanti la lotta alla corruzione e a preservare la pace nell'area petrolifera del Delta del Niger. Il suo mandato si concluderà nell'aprile del prossimo anno, data prevista per le elezioni presidenziali. Sulla morte di Yar’Adua ascoltiamo l’arcivescovo di Abuja, John Olorunfemi Onaiyekan, al microfono di Charles Collins:
R. – We pray for the repose of his soul …
Preghiamo per il riposo della sua anima, preghiamo perché scenda la consolazione di Dio sulla sua famiglia, la moglie, i suoi figli, la mamma. Siamo vicini alla famiglia in questo momento di dolore. A livello nazionale, sono stati indetti sette giorni di lutto. Preghiamo per il nuovo presidente. Sono sicuro che molti nigeriani sperano che nell’anno in cui questa amministrazione rimarrà in carica, siano affrontate rapidamente molte delle questioni che sono rimaste in sospeso negli ultimi sei mesi. Chiediamo a Dio di assistere il nuovo presidente e tutta la sua équipe.
D. – La morte del presidente Yar'Adua cosa cambierà a livello politico?
R. – With the death of Yar'Adua...
Con la morte di Yar’Adua può mutare il clima politico che, negli ultimi mesi, durante la sua malattia, non è stato molto trasparente. Ora, questa trasparenza dipenderà da come la classe politica deciderà di muoversi. Mi aspetto che il governo sia gestito con grande senso di serietà. Abbiamo la sensazione che troppo spesso i nostri uomini politici non affrontino i loro incarichi con serietà; sembra che non si rendano conto della responsabilità che pesa su di loro, che è quella di governare un Paese di 150 milioni di persone. Ora che abbiamo assistito alla morte precoce del nostro presidente, tutti dovremmo renderci conto che il nostro tempo è limitato e per questo coloro che hanno responsabilità politiche dovrebbero fare ogni cosa possibile nel tempo che Dio ha messo a loro disposizione. Per quanti non si fermano a pensare alla brevità della vita e all’urgenza di fare le cose in maniera corretta e rapida, la morte di Yar’Adua è certamente oggi un forte appello!
Campagna delle religiose contro la tratta delle persone durante i Mondiali in Sudafrica
◊ Si è svolta stamani presso la nostra emittente la conferenza stampa di presentazione della “Campagna di contrasto alla tratta delle persone durante il Mondiale di Calcio in Sudafrica”. L’iniziativa è promossa dall'Unione internazionale delle superiore generali (Uisg) e dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Tra i promotori della Campagna c'è la suora salesiana Bernadette Sangma, operatrice pastorale del settore. Luca Collodi le ha chiesto se si teme una crescita della piaga dello sfruttamento sessuale in occasione dei Mondiali di Calcio:
R. – Questo è uno dei nostri timori, sì, e non solo riguardo allo sfruttamento sessuale, ma anche riguardo allo sfruttamento lavorativo.
D. – Voi vi state impegnando contro la tratta delle persone: cosa significa in particolare “tratta” in un Campionato mondiale di Calcio?
R. – La tratta è solitamente caratterizzata dallo spostamento di persone destinate allo sfruttamento. Ovviamente, durante i Mondiali ci sarà una fortissima richiesta di servizi e tanti di questi servizi è possibile che vengano svolti proprio dalle persone che sono state forzate al lavoro o anche allo sfruttamento sessuale. E’ per questo che noi ci stiamo impegnando.
D. – Suor Sangma, voi vi rivolgete in particolare ai tifosi che andranno allo stadio a vedere le partite...
R. – Cerchiamo di arrivare il più possibile ai tifosi, perché ci sembra strategico. La logica del mercato ci dice che non c’è una offerta senza una domanda e quindi se i tifosi riescono a controllarsi, riescono a non fare "domande" se non quelle che rientrano nel divertimento legittimo, allora una buona parte dell'offerta sarebbe già limitata. I tifosi diventano per noi i soggetti principali per fare prevenzione.
D. – Durante i Campionati del Mondo in Sudafrica voi temete anche casi di pedofilia?
R. – Certo. La tratta delle persone finora sembrava coinvolgere esclusivamente gli adulti, ma in questi ultimi tempi si nota un aumento relativo ai bambini e alle bambine che vengono “trafficati” sia per il lavoro forzato, sia anche per lo sfruttamento sessuale. Il timore di pedofilia è allora molto forte.
D. – Come cercherete in Sudafrica di far fronte e di limitare questi fenomeni?
R. – Abbiamo già iniziato azioni di prevenzione e abbiamo lanciato un’attività rivolta soprattutto ai bambini e ai giovani molto intensa nelle scuole e nelle parrocchie. Attraverso tutto questo pensiamo di poter prevenire tali fenomeni.
D. – Suor Sangma, avete una collaborazione da parte del governo del Sudafrica e delle autorità sportive?
R. – Direttamente come rete non ci siamo rivolte alle autorità Fifa, ma uno dei membri della nostra rete ha preparato una lettera aperta alla Fifa, chiedendo loro di pronunciarsi per una condanna della tratta che potrebbe svolgersi durante i Mondiali di Calcio. Per quanto riguarda invece il governo sudafricano, le sorelle della rete in Sudafrica hanno lavorato in tutto questo periodo in collaborazione con le autorità governative e ci sono state anche alcune azioni concrete come quella di accreditare alcuni centri di accoglienza tenuti dalle religiose. (Montaggio a cura di Maria Brigini)
Forum dell'Azione Cattolica a Cracovia sull'impegno dei laici per un mondo più umano
◊ Oggi pomeriggio, con la celebrazione eucaristica a Cracovia presieduta dall’arcivescovo della città polacca, il cardinale Stanislaw Dziwisz, avrà inizio il V Incontro continentale del Forum Internazionale dell'Azione Cattolica per l’Europa e Mediterraneo. Tema dell’incontro è: “Pane, vita, pace, libertà. Laici di Azione Cattolica nelle città per un mondo più umano”. Il servizio di Davide Dionisi:
Tutto è pronto al Centro pastorale del Santuario della Divina Misericordia di Cracovia dove - per quattro giorni - ben 130 rappresentanti delle associazioni di Azione Cattolica di 13 Paesi europei - oltre ai delegati di Argentina, Burundi, Myanmar e Terra Santa si confronteranno sull'impegno dei laici per un mondo più umano. Una nuova proposta di missione cittadina per il Vecchio Continente? Lo abbiamo chiesto a Maria Grazia Tibaldi, segretaria del Segretariato del Forum Internazionale Azionale Cattolica:
R. – Più che altro abbiamo inteso “città” per dire più ampiamente società. Abbiamo, però, scelto “città” perché è proprio nelle grandi aree urbane che le contraddizioni e, allo stesso tempo, i segni di speranza forse diventano più espliciti oggi: dalle grandi megalopoli dell’Africa alle grandi città dell’Europa.
D. - Siete impegnati per rendere il mondo più umano e lo ribadirete nei prossimi quattro giorni. Quali sono i punti di forza dei vostri progetti?
R. – Il punto di forza dell’Azione Cattolica, in tutto il mondo, è quello della formazione. Quindi, puntare sulla formazione. Anche questo rappresenta una sfida in Europa; cercare di raggiungere le persone lì dove vivono ed accompagnarle anche in percorsi – siano essi per adulti o per giovani – che le aiutino sia ad incontrare Cristo che a testimoniarlo nella loro vita. E’ per questo che il punto di forza è rappresentato proprio dalla formazione: la formazione fatta in piccoli gruppi, nelle parrocchie, nelle diocesi, inserita nella missione della Chiesa locale e della Chiesa in Europa.
D. - Concluderete i lavori domenica 9 maggio, giorno della Festa dell’Europa nel 60.mo anniversario della Dichiarazione di Schuman. Cos’è cambiato, evidentemente non solo dal punto di vista politico, da quel 9 maggio 1950, quando l'allora ministro degli Esteri del governo francese pronunciò il primo discorso politico ufficiale, in cui compare il concetto di Europa, intesa come unione?
R. – Certamente l’Unione è cresciuta anche proprio nell’idea di Europa in questi anni. Non possiamo non ricordare il contributo che ha dato Giovanni Paolo II e il suo Pontificato. Siamo in Polonia, siamo nell’Est e vogliamo contribuire proprio ad un’Europa che sappia sempre più respirare con due polmoni, dal punto di vista cristiano e dal punto di vista di una apertura a tutta l’Europa, dall’Atlantico agli Urali. Quindi, un’Europa ancora più grande di quella che è oggi l’Unione Europea. Ci auguriamo veramente che cresca questa idea di Europa e che cresca un’idea di Europa fraterna, solidale, aperta. Certo, questo richiede anche dei sacrifici, ma c'è anche una prospettiva di futuro.
Thailandia. I vescovi: "ingiustizia sociale e corruzione" alla radice della crisi
◊ L’ingiustizia sociale percepita da larghe fasce di popolazione e la corruzione sono i due fattori principali per spiegare la presente crisi politica e sociale in Thailandia: è quanto afferma in un colloquio con l’agenzia Fides mons. Louis Chamniern Santisukniram, arcivescovo di Thare e Nonseng, e presidente della Conferenza episcopale della Thailandia. “I disordini delle ultime settimane – spiega a Fides l’arcivescovo – affondano le radici in problemi di giustizia sociale: parte della popolazione lamenta disuguaglianze e disparità, e molti cittadini ritengono di non avere il medesimo trattamento, gli stessi diritti, pari opportunità, standard di vita e di benessere rispetto ad altri. Inoltre, a monte, vi è il problema della corruzione. Come in diversi Paesi asiatici, questo è un problema serio in Thailandia, che rimette in primo piano l’urgenza di moralità, trasparenza, etica, responsabilità dei leader politici e di quanti governano la comunità civile”. La Chiesa e gran parte della popolazione giudicano con favore la road map in cinque punti disegnata dal governo e sottoposta ai leader dell’opposizione: non trasformare la monarchia in un’arma nella lotta politica; varare riforme per appianare le disuguaglianze; non acuire il conflitto sociale e politico tramite i mass-media; creare una commissione indipendente di indagine sulle violenze delle scorse settimane (27 morti e 900 feriti); intraprendere un serio cammino di pacificazione nazionale. Tutti sperano che questa possa rappresentare una via per porre fine alla crisi che da troppo tempo attanaglia il Paese. Della road map fa parte l’annuncio del Premier Abhisit di sciogliere il Parlamento e settembre e indire nuove elezioni il 14 novembre 2010. Mons. Chamniern sottolinea: “La situazione politica è delicata e complicata. La Thailandia è un paese che ha la sua storia, la sua modalità, il suo percorso di democrazia. Credo che la road map avrebbe avuto un sicuro successo se fosse stata concordata precedentemente con l’opposizione. In politica è importante muoversi all’insegna del dialogo, della cooperazione, del compromesso con le altre parti in campo. Noi continuiamo a sperare in un accordo, a pregare perché non vi sia violenza, perché il Paese possa riprendere una sana via di democrazia e stabilità”. Sul ruolo dei leader religiosi, l’arcivescovo afferma: “Nella crisi presente, la politica non ha chiesto l’ausilio delle comunità religiose. Come Chiesa, insieme con le altre comunità religiose – anche attraverso un recente incontro pubblico - abbiamo comunque cercato di dare il nostro contributo con la preghiera, esortando al dialogo, educando alla legalità e alla giustizia sociale, alla moralità nell’agire sociale e politico. Nei prossimi mesi ho invitato i fedeli cattolici impegnati direttamente nelle amministrazioni civili locali, per un percorso di formazione sulla dottrina sociale della Chiesa”. La Chiesa thailandese – conclude – proseguirà sulla linea della preghiera, del dialogo con le componenti religiose e civili della società, della formazione delle coscienze. (R.P.)
Filippine: ai consigli parrocchiali l’intera gestione della sicurezza nei seggi
◊ A pochi giorni dal voto la Commissione elettorale (Comelec) si affida alle parrocchie per evitare il fallimento delle elezioni. Da ieri i Parish Pastoral Council for Responsabile Voting (Ppcrv), gruppi di giovani volontari cattolici, saranno gli unici cittadini a poter condurre un conteggio parallelo dei voti alle elezioni del 10 maggio, le prime ad avvalersi del voto elettronico. In questi giorni diverse formazioni politiche, tra cui quella di governo, hanno attaccato il Comelec e gettato fango sulla gestione delle elezioni per poter aver accesso al controllo dei seggi. Un parroco di Manila, anonimo per motivi di sicurezza, afferma all'agenzia AsiaNews, che “Il Comelec ha chiesto aiuto ai consigli parrocchiali per monitorare i seggi e dato ad ogni responsabile uno speciale codice per tenere sotto controllo anche i presidenti di seggio. Nella nostra parrocchia vi sono circa 100 supervisori (In tutto il Paese sono circa 45mila) per un totale di 43mila elettori. Il sistema di voto – continua la fonte - è troppo complesso e la gente teme il fallimento delle elezioni. In tutte le parrocchie stiamo testando tutte le strumentazioni elettroniche e organizzando dei corsi di educazione al voto per la popolazione”. I problemi sono dovuti soprattutto all’eccessivo carico di informazioni registrate dalle macchine per il voto e all’alto numero di votanti per seggio (circa 800). A ogni elettore viene consegnata una sola scheda valida per l’elezione del presidente, vicepresidente, parlamento e politici regionali, provinciali e locali. Una volta spuntati i nomi dei candidati, l’elettore inserisce la propria scheda all’interno della macchina che certifica la validità del voto e registra in memoria le informazioni. Il sacerdote dice che nella metà dei casi, la macchina registra come non valida la scheda e richiede la ripetizione del voto, aumentando il rischio di errori e brogli. I gruppi politici sfruttano la situazione di caos stanno preparando schede precompilate da consegnare agli elettori in difficoltà. “Per tutta la campagna elettorale i comitati legati ai partiti – aggiunge - hanno puntato solo a raccogliere voti e nelle aree più povere hanno illuso la gente regalando magliette per gli uomini e ventagli per le donne con il simbolo del candidato da votare, invece di spiegare i meccanismi di voto”. La fonte afferma che “a livello locale noi sacerdoti insieme con i parrocchiani abbiamo invece tentato di individuare e formare delle persone in grado di portare avanti una politica onesta e attenta alle esigenze della gente”. “L’influenza della Chiesa – aggiunge – è stata notata anche dai parlamentari che tentano in tutti i modi di trovare l’approvazione del clero o dei leader religiosi. La Chiesa però non fa campagna elettorale, ma collabora con le istituzioni per dare alla popolazione elezioni libere e tirare fuori il meglio dalla gente”. (R.P.)
Colombia: gravemente ferito un sacerdote, preside di una scuola a Manizales
◊ Il preside dell’Istituto Tecnico san Rafael a Manizales (a circa 200 km da Bogotà) è stato aggredito a scopo di furto, la sera del 4 maggio. Padre Carlos González, 47 anni, è stato ferito gravemente a pugnalate da due giovani che volevano impossessarsi della sua automobile. Il comandante della polizia di Caldas, il colonnello John Jaime Ospina, - riporta l'agenzia Fides - ha detto a una radio locale, che il sacerdote è stato avvicinato da 2 uomini giovani, che forse aveva visto prima. Al suo rifiuto di consegnare l’automobile, è stato colpito da una trentina di coltellate. Dopo essere stato rapito dagli aggressori e portato in una zona di campagna di Manizales, vicino alla strada che conduce a Bogotà, è stato infine abbandonato ferito gravemente. Padre Gustavo Cardona, vicepreside dell'Istituto San Rafael, ha detto alla stampa locale che padre Carlos González aveva finito una riunione la sera, e quando è uscito dall'istituto per tornare a casa è stato seguito da queste persone. La polizia, dopo aver individuato l'auto del sacerdote e dopo un inseguimento di alcune ore per il centro di Manizales è riuscita ad arrestare i malviventi in una zona del comune di Villamaria, nel quartiere di Cervantes. I medici della clinica "San Marcel" dove è stato portato il sacerdote, considerano un miracolo il fatto che il sacerdote sia ancora vivo dato l’alto numero di ferite che gli sono state inferte con un coltello. I terziari Cappuccini di Nostra Signora dei Dolori (detti Amigoniani) sono una comunità religiosa di origine francescana fondati da Fra Luis Amigò, vescovo cappuccino, il 12 aprile 1889 a Valencia, Spagna. Sono presenti in 4 continenti. In America, oltre che in Colombia, si trovano in Brasile, Ecuador, Costa Rica, Stati Uniti, Nicaragua, Porto Rico, Repubblica Dominicana, Panamá, Venezuela, Bolivia, Cile e Argentina. L'istituto tecnico San Rafael, di cui padre Carlos González è preside dal 2008, svolge attività educativa a livello prescolare, elementare di base, scuola media e scuola media tecnica. Si possono conseguite i titoli di baccalaureato in Gestione della Formazione, Gestione Umana, Gestione Amministrativa e Finanziaria. (R.P.)
Africa: parlamentari chiedono la fine delle mutilazioni genitali femminili
◊ Una risoluzione contro la pratica delle mutilazioni genitali femminili (Fgm) in quanto “pratica lesiva della dignità e dei diritti umani”: l’hanno richiesta all’Assemblea generale delle Nazioni Unite i deputati dei parlamenti africani, riunitisi a Dakar in Senegal, uno dei 17 Paesi africani ad aver bandito tale pratica. Ma anche sul continente, ancora molto resta da fare secondo Morissandra Kouyaté, responsabile dell’Organizzazione non governativa interafricana sulle pratiche tradizionali, che intervenendo nel dibattito ha sottolineato come “esista notevole disparità tra le legislazioni dei diversi Paesi. Alcuni hanno approvato delle leggi - riferisce l'agenzia Misna - che bandiscono le fgm, altri non le applicano e comunque non è raro che gli abitanti di un paese in cui la pratica è bandita attraversino il confine solo per aggirare l’ostacolo”. In Africa, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), sono circa 91 milioni le ragazze sopra i nove anni sottoposte alla mutilazione dei genitali, una cifra a cui si aggiungono tre milioni di persone ogni anno. La prevalenza del fenomeno varia considerevolmente da regione a regione all'interno del medesimo stato, ma secondo l'Oms in almeno sette Paesi (Egitto, Eritrea, Gibuti, Guinea, Mali, Sierra Leone e Somalia) e nel Nord del Sudan il fenomeno tocca la quasi totalità della popolazione femminile. In altri, come Burkina Faso, Etiopia, Gambia, Mauritania, la diffusione è maggioritaria ma non universale. In Ciad, Costa d'Avorio, Guinea Bissau, Kenya e Liberia il tasso di prevalenza è tra il 30 e il 40% della popolazione femminile, mentre nei restanti Paesi la diffusione varia dallo 0,6 al 28,2%. Dal novembre 2005, il cosiddetto Protocollo di Maputo voluto dall’Unione Africana, vieta e condanna in modo esplicito le mutilazioni femminili. Nell’incontro di Dakar è emerso con chiarezza come, nonostante il sostegno formale alla lotta contro le mutilazioni cresca rapidamente nel continente, in alcuni Paesi africani manchi l’impegno concreto e diretto dei governi ad adottare o far rispettare le leggi, ma soprattutto a intervenire attivamente con campagne informative e formative per sradicare abitudini e credenze che spingono al ricorso alle mutilazioni.”Le leggi sono solo un passo intermedio, c’è un lungo lavoro culturale da fare per sradicare il fenomeno dai villaggi” ha detto N'Deye Soukeye Gueye, alla guida del ministero della Famiglia in Senegal e in prima linea contro le Fgm nel Paese, spiegando come, pur essendosi dotato di un’apposita legge in materia nel 1999 (tra i primi Paesi del continente), il Senegal ha ottenuto i risultati maggiori solo dopo aver lanciato una serie di campagne mirate nelle zone dove la pratica era maggiormente diffusa. Campagne che, lentamente e nel corso di anni, hanno convinto gli influenti anziani ed esponenti religiosi locali a sposare la campagna contro le mutilazioni ottenendo un tasso di riduzione della pratica del 70%. (R.P.)
In aumento il reclutamento dei bambini soldato in Somalia
◊ Da una dichiarazione congiunta del direttore generale dell’Unicef e del rappresentante speciale del segretario generale Onu per i bambini e i conflitti armati, sono in aumento il reclutamento e l'impiego di bambini come soldati da parte di gruppi armati in Somalia. Recenti rapporti indicano che le scuole sono utilizzate come centri di reclutamento e che i bambini soldati vengono spesso picchiati o giustiziati dopo la cattura. Sono tutti crimini di guerra che vanno puniti. L'Unicef e l'ufficio del rappresentante speciale del segretario generale Onu per i bambini e i conflitti armati sono pronti a offrire la loro assistenza nel processo di smobilitazione dei bambini somali e ad aiutarli a recuperare la loro infanzia e reinserirli nelle comunità. Un appello unanime rivolgono inoltre alla comunità internazionale affinché condanni e ponga fine a tale pratica, che ha ripercussioni di ogni genere, a partire dai danni psicologici e fisici che investono i soggetti che possono divenire da adulti degli istigatori di violenza e a loro volta reclutatori di altri bambini soldato. Se non viene attuato un intervento urgente, si può anche minacciare la stabilità futura del Paese. (C.F.)
Botswana: per lo straripamento del fiume Okavango evacuati diversi villaggi
◊ In Botswana sono almeno venti i villaggi evacuati e oltre 200 le famiglie sfollate a causa dello straripamento del fiume Okavango, il quarto più lungo dell’Africa (1600 chilometri), le cui acque hanno raggiunto in questi giorni livelli senza precedenti. Come già accaduto in passato durante la stagione delle piogge (tra marzo e giugno), ma con una portata maggiore, - riferisce l'agenzia Misna - il fiume ha rotto gli argini nell’omonimo distretto settentrionale dove sfocia formando una vasta palude in una zona del deserto del Kalahari, irrigando un’area di oltre 16.000 chilometri quadrati (Delta dell’Okavango). Le autorità locali si sono mobilitate per evitare la possibile diffusione di malattie trasmesse dall’acqua insalubre, ma le operazioni potrebbero subire rallentamenti in previsione di un’ulteriore innalzamento del livello delle acque del fiume. Alluvioni sono segnalate anche in Angola, dove l’Okavango nasce, col nome di Cubango, scorrendo poi verso sud per passare in Namibia (per un tratto è il confine naturale tra i due paesi) e arrivare in Botswana, dove genera la cascate Popa. Il Dipartimento per le questioni idriche nazionale ha auspicato la collaborazione fra i tre paesi, Che utilizzano le acque del fiume per la pesca, il trasporto e l’irrigazione, per affrontare in modo congiunto l’emergenza. (R.P.)
Ostensione della Sindone: oggi il milionesimo pellegrino
◊ È giunto oggi a Torino, 27.mo giorno di Ostensione della Sindone, il milionesimo pellegrino. Ieri, giornata dedicata ai disabili e in particolare agli ipovedenti, è stato indispensabile il supporto offerto da tutto il personale medico e i volontari per assicurare assistenza ai pellegrini. Sono numerose le associazioni che collaborano al servizio di primo soccorso, offrendo risorse di personale, ambulanze, barelle e apparecchiature mediche. In stretto contatto con il servizio di emergenza territoriale del 118 sono attive la Croce Rossa Italiana, la Croce verde, la Misericordia, l'Anpas (Associazione nazionale delle Pubbliche Assistenze), una delegazione del Piemonte e della Valle d’Aosta dell’Ordine di Malta. "Sincronia e collaborazione sono i punti forti del servizio di assistenza", ha dichiarato il coordinatore sanitario Sergio Sgambetterra. Tra le visite di ieri alla Sindone, c’è stato il metropolita ortodosso di Minsk e di tutta la Bielorussia Filarete, che ha espresso la gioia provata di fronte al Sacro Lino. Sono attesi per oggi don Aldo Rabino, cappellano granata, con lo staff tecnico del Torino calcio; una delegazione di fedeli provenienti dalla Russia, dalla Serbia e dalla diocesi di Ecatepec in Messico. Dall’Italia giungeranno numerosi pellegrini della diocesi di Milano accompagnati dall’arcivescovo, cardinale Dionigi Tettamanzi, il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Luigi Renzo, e oltre 250 fedeli della diocesi di Torino accompagnati dal vescovo ausiliare, mons. Guido Fiandino. (C.F.)
Giornata per la salvaguardia del creato: messaggio dei vescovi italiani
◊ “Un’occasione preziosa per accogliere e approfondire, inserendolo nel suo agire pastorale, il profondo legame che intercorre fra la convivenza umana e la custodia della terra”. Questo rappresenta, per la Chiesa in Italia, la celebrazione della quinta Giornata per la salvaguardia del creato: lo scrivono i vescovi italiani nel Messaggio per la Giornata 2010, diffuso oggi. “Custodire il creato, per coltivare la pace”, il titolo del Messaggio della Cei, ripreso dall'agenzia Sir. “La Sacra Scrittura – si legge nel testo, a firma della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e la Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo - ha uno dei punti focali nell’annuncio della pace, evocata dal termine shalom nella sua realtà articolata: essa interessa tanto l’esistenza personale quanto quella sociale e giunge a coinvolgere lo stesso rapporto col creato”. L’uno e l’altro Testamento convergono “nel sottolineare lo stretto legame che esiste tra la pace e la giustizia”. Nella prospettiva biblica, dunque, “l’abbondanza dei doni della terra offerti dal Creatore fonda la possibilità di una vita sociale caratterizzata da un’equa distribuzione dei beni”. “Benedetto XVI – ricordano i vescovi - ha segnalato più volte quanti ostacoli incontrino oggi i poveri per accedere alle risorse ambientali, comprese quelle fondamentali come l’acqua, il cibo e le fonti energetiche. Spesso, infatti, l’ambiente viene sottoposto a uno sfruttamento così intenso da determinare situazioni di forte degrado, che minacciano l’abitabilità della terra per la generazione presente e ancor più per quelle future. Questioni di apparente portata locale si rivelano connesse con dinamiche più ampie, quali per esempio il mutamento climatico, capaci di incidere sulla qualità della vita e sulla salute anche nei contesti più lontani”. Bisogna anche rimarcare il fatto che in anni recenti “è cresciuto il flusso di risorse naturali ed energetiche che dai Paesi più poveri vanno a sostenere le economie delle Nazioni maggiormente industrializzate”, come denunciato anche nella recente Assembla speciale del Sinodo dei vescovi per l’Africa. Anche le guerre – come del resto la stessa produzione e diffusione di armamenti, con il costo economico e ambientale che comportano – “contribuiscono pesantemente al degrado della terra, determinando altre vittime, che si aggiungono a quelle che causano in maniera diretta”. Dunque, “pace, giustizia e cura della terra possono crescere solo insieme e la minaccia a una di esse si riflette anche sulle altre”. Oggi, si legge ancora nel Messaggio, “la stessa pace con il creato è parte di quell’impegno contro la violenza che costituirà il punto focale della grande Convocazione ecumenica prevista nel 2011 a Kingston, in Giamaica”. “Celebriamo, dunque, la quinta Giornata per la salvaguardia del creato – concludono i vescovi - in spirito di fraternità ecumenica, nel dialogo e nella preghiera comune con i fratelli delle altre confessioni cristiane, uniti nella custodia della creazione di Dio”. (R.P.)
Myanmar: lo slancio missionario di nuovi sacerdoti a due anni dal ciclone Nargis
◊ E’ un grande segno di speranza per la comunità cattolica e per tutta la popolazione birmana l’ordinazione di 4 nuovi sacerdoti, avvenuta nei giorni scorsi nell’arcidiocesi di Yangon, due dei quali saranno missionari "ad gentes”. Come apprende l’agenzia Fides da fonti nella Chiesa locale, la celebrazione si è tenuta il 2 maggio, giorno che coincideva con il secondo anniversario del ciclone Nargis, che nel 2008 ha fatto 140mila morti e danni enormi. Tutte le vittime sono state ricordate durante la celebrazione, e la Chiesa del Myanmar ha colto l’opportunità per ribadire il suo impegno, passato, presente e futuro, per la riabilitazione e la ricostruzione. L’ordinazione dei quattro sacerdoti è “un evento di grazia nell’Anno Sacerdotale”, afferma una fonte locale, raccontando che la celebrazione si è svolta nella cattedrale di Santa Maria a Yangon, presieduta dal Delegato apostolico, mons. Salvatore Pennacchio, alla presenza dell’arcivescovo della città, mons. Charles Bo, e di oltre 2.000 fedeli. Nell’occasione l’arcivescovo ha annunciato che 2 fra i 4 novelli sacerdoti saranno inviati nelle Isole Salomone come fidei donum nella diocesi di Gizo, su richiesta del vescovo locale, mons. Luciano Capelli, “in spirito di amore e di condivisione, in unione con l’intera missione della Chiesa”. E’ la prima volta che l’arcidiocesi di Yangon invia preti fidei donum verso la piccola Chiesa del Pacifico: “Pur nelle difficoltà e nelle privazioni che viviamo – sottolinea l’arcivescovo – la Chiesa del Myanmar intende coltivare uno slancio missionario”. Durante la Santa Messa, intense preghiere e uno speciale ricordo sono stati dedicati alle vittime del ciclone Nargis, che due anni fa ha sconvolto la nazione. La Chiesa del Myanmar, in special modo tramite le arcidiocesi di Yangon e Pathein, ha ricordato il suo impegno di solidarietà che prosegue, attraverso le attività della Caritas nazionale (Karuna) e in collaborazione con la Caritas Internationalis. Si opera soprattutto per la ricostruzione delle case e delle infrastrutture, per restituire una vita dignitosa alla gente, per la maggior parte pescatori e contadini. Altro settore importante è la riabilitazione psicologica post-trauma, rivolta in special modo a bambini, ragazzi e giovani. (R.P.)
Cina: il neo vescovo di Ba Meng ordina due sacerdoti e invita alla solidarietà con i terremotati
◊ Oltre 1.500 fedeli hanno partecipato alla solenne ordinazione sacerdotale di due nuovi sacerdoti, presieduta da mons. Mattia Du Jiang, vescovo di Ba Meng della Mongolia Interna, da poco insediatosi alla guida della diocesi. Secondo le informazioni pervenute all’agenzia Fides, durante la toccante cerimonia svoltasi il 25 aprile nella Cattedrale, tanti fedeli si sono commossi sia per i due nuovi sacerdoti, che hanno aspettato a lungo per potere essere ordinati dal loro vescovo, che per mons. Mattia Du che ha potuto prendere possesso pastorale della sua diocesi soltanto l’8 aprile scorso, nonostante la sua consacrazione episcopale fosse avvenuta nel 2004, con l’approvazione della Santa Sede. Trentacinque sacerdoti diocesani di Ba Meng, Pechino, Bao Tou, Yin Chuan ecc. hanno concelebrato la Santa Messa con l’ordinazione presbiterale presieduta da mons. Du. Alcuni fedeli hanno così espresso la loro emozione dopo il rito: “Finalmente vediamo una nuova speranza per la nostra comunità. Ammiriamo la perseveranza e la tenacia di fede del nostro vescovo, dei sacerdoti, delle religiose, dei seminaristi, e preghiamo per le vocazioni”. Durante la celebrazione, il vescovo ha invitato tutti i presenti a pregare e a donare generosamente per la popolazione terremotata di Yu Shu, seguendo l’appello del Santo Padre lanciato poche ore dopo il terremoto del 12 aprile, e Lui stesso ha dato l’esempio concreto. Sono stati raccolti oltre 20 mila Yuan (equivalenti a circa 3 mila euro), già consegnati alla Croce Rossa cinese per mandarli alla popolazione terremotata. (R.P.)
La Chiesa ortodossa russa sulla libertà religiosa in Europa
◊ L'Europa applica due pesi e due misure nel trattare della libertà di espressione nella società. Lo sostiene il Patriarcato russo-ortodosso di Mosca, preoccupato che questo diritto fondamentale non venga applicato completamente alle comunità religiose. “Nel mondo occidentale spesso si afferma il diritto di criticare ogni punto di vista religioso, ma allo stesso tempo si censurano i simboli della fede e l'approccio religioso alla vita politica e sociale dei cittadini”, ha dichiarato all'agenzia Interfax ripresa da AsiaNews, il vice capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato, l'igumeno Philipp Ryabykh. Il sacerdote ha così commentato le parole del segretario generale del Consiglio d'Europa, Thorbjorn Jagland, secondo cui le critiche ai governi e alle religioni, “ai loro miti e idee”, incontrano le norme democratiche europee. La visione religiosa di molti problemi, continua Ryabykh, “spesso non è considerata allo stesso modo di quella basata sul metodo scientifico o l'umanesimo, e anzi è relegata alla sfera della mitologia; un insulto per le persone credenti”. Il sacerdote fa notare, inoltre, che “il linguaggio religioso è censurato nella vita pubblica, così il Natale diventa una semplice vacanza stagionale, l'albero di Natale è rimosso dai luoghi pubblici come pure il presepe, finché si arriva a proporre di rimuovere anche il crocifisso dalle scuole”. L'Europa “che spesso chiede di rispettare la libertà d'espressione, restringe il diritto dei credenti ad essere presenti nella società con le loro opinioni”. Padre Philipp chiede di garantire il diritto delle comunità religiose ad esprimere liberamente le loro istanze sulle questioni di bioetica o dei matrimoni omosessuali: “Se riusciremo a costruire una società in cui anche i credenti e i religiosi potranno liberamente esprimersi, avremo raggiunto il risultato desiderato per l'Europa”. In un suo recente articolo Jagland ha ribadito: “La libertà di parola ed espressione è l'essenza dell'identità europea”. (R.P.)
Tv e minori negli Usa: i genitori chiedono maggiori strumenti di controllo
◊ Genitori preoccupati per la quantità di programmi con contenuti di sesso, violenza, droga, alcol e linguaggio volgare trasmessi in Tv. E’ quanto emerge da una ricerca realizzata su 500 famiglie, commissionata dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti, di cui riferisce l'agenzia Zenit. Più dell'80% degli intervistati esprime il desiderio di maggior controllo sui mezzi di comunicazione ed oltre il 90% impone ai propri figli regole di consumo dei prodotti mediali. I genitori rivolgono un appello all'industria dei mezzi di comunicazione perché difenda i bambini, mentre i tre quarti sostengono che questa industria debba fare di più. Il 58% chiede al Governo maggiori interventi. Gli esperti della Conferenza episcopale propongono di aggiornare i criteri di classificazione dei programmi, includendo oltre i contenuti violenti, sessuali e di linguaggio inadeguato, anche il consumo di droghe illegali, l'abuso di alcool e il tabagismo". Allo stesso modo, auspicano che "i politici e gli organismi di radiodiffusione sviluppino risorse per permettere al pubblico di bloccare gli annunci non desiderati e sostengano iniziative per promuovere e migliorare gli strumenti di controllo da parte dei genitori". Mons. Gabino Zavala, presidente della Commissione episcopale per le comunicazioni, auspica che il passaggio alla televisione digitale offra “un'eccellente opportunità per offrire ai bambini una protezione supplementare". (R.G.)
Gran Bretagna: il 23 maggio Giornata di preghiera e colletta speciale per la visita del Papa
◊ E’ stata indetta per il 23 maggio – riferisce l’agenzia Sir - una Giornata di preghiera e di colletta speciale in tutte le parrocchie di Scozia, Inghilterra e Galles. L’iniziativa “è stata organizzata per contribuire alla copertura dei costi dovuti alla visita di Benedetto XVI in Inghilterra prevista dal 16 al 19 settembre”. Costi stimati per almeno 7 milioni di sterline (oltre 8 milioni di euro), di cui ne sono stati già raccolti più di 3 milioni. Se il bilancio della visita di Stato sarà a carico del Governo, la Chiesa dovrà sostenere le spese di organizzazione di tre importanti incontri pubblici pastorali in Scozia, a Londra e nel West Midlands. Mons. Vincent Nichols, presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, ha detto: "vorrei esortare i membri della comunità cattolica a pregare per questa visita e sostenere la raccolta nel modo più generoso”. E’ desiderio del primate che la visita possa “accendere una nuova vitalità spirituale” nel Paese. (R.G.)
Spagna: lanciata la campagna annuale per il sostentamento della Chiesa
◊ In Spagna è iniziata l’annuale campagna di comunicazione per il sostentamento della Chiesa in vista della Dichiarazione dei redditi 2010. La campagna ha preso il via il 1° maggio su internet e andrà avanti per tutto il mese di giugno. In continuità con le campagne precedenti, viene utilizzato lo slogan "Xtantos" per spiegare ai cittadini che il lavoro svolto dalla Chiesa per aiutare i tanti che hanno bisogno va sostenuto con il contributo di tutti. Oltre all’uso di Internet, la campagna prevede il passaggio di spot su diversi canali televisivi e radiofonici e inserzioni sulla stampa generalista (dal 17 maggio al 13 giugno) e sulla stampa specializzata (dal 24 maggio al 20 giugno), come anche la diffusione di 700 manifesti pubblicitari. Come l’anno scorso, è stato anche pubblicato un giornale di venti pagine ("Xtantos"), che contiene notizie, commenti, interviste, reportage sul sostegno economico alla Chiesa. È stato stampato in 950mila copie e la sua distribuzione è già iniziata in tutte le parrocchie spagnole. Tutti i suoi contenuti sono disponibili anche nella pagina web www.portantos.es in cui si possono trovare anche altre testimonianze di persone che collaborano con la Chiesa o ricevono da essa aiuti. Dal 2008 il sostegno della Chiesa in Spagna dipende esclusivamente dalla scelta dei cattolici e di tutti coloro che riconoscono la sua opera. Analogamente al sistema dell’8 per mille italiano, chi barra la casella della Chiesa cattolica nella dichiarazione dei redditi le destina lo 0,7% dell'imponibile senza costi addizionali per il contribuente. L’anno scorso le donazioni a favore della Chiesa cattolica sono state oltre 200mila in più rispetto all’anno precedente portando a più di 7milioni le dichiarazioni dei redditi a vantaggio degli ecclesiastici. (L.Z.)
Sabato 8 maggio il cardinale Vallini presiederà a Pompei la Supplica alla Madonna
◊ Nella città mariana di Pompei si rinnova il tradizionale appuntamento dell’8 maggio con la Supplica, la preghiera composta dal beato Bartolo Longo nel 1883. A presiedere sabato la santa Messa e la recita della Supplica – che si svolgerà sul sagrato della Basilica, davanti alla facciata dedicata alla Pace Universale – sarà presente il cardinale Agostino Vallini, vicario generale di Sua Santità Benedetto XVI per la diocesi di Roma. Decine di migliaia le presenze previste che si uniranno in preghiera spirituale con i fedeli di tutto il mondo, in un crescendo di espressioni ardenti d’amore e d’implorazione per invocare grazie e protezione alla Madre Celeste. Preceduto dal saluto dell’arcivescovo di Pompei, mons. Carlo Liberati, il rito sarà visibile in chiaro sul digitale terreste e in diretta streaming su Tv2000. Il cardinale Vallini è stato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi partenopea dal 1989 al 1999, per poi essere nominato vescovo di Albano (Rm) e prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. Promosso alla dignità di arcivescovo il 27 maggio del 2004; nel Concistoro del 24 marzo 2006, Benedetto XVI l’ha nominato cardinale. Il 27 giugno 2008 é stato nominato vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma. (C.F.)
“Campi d’Africa” tema della Festa nazionale del commercio equo ospitata dal Pime a Milano
◊ Tra poche settimane, tutti i media del mondo saranno puntati sui nuovi mega-stadi di Johannesburg, Cape Town e delle altre città sudafricane, che ospiteranno i Mondiali di calcio. Ma prima, dietro e attorno a questo evento in Africa c’è il calcio giocato nelle strade, le aspettative e i sogni creati da questo sport, le storie di successo, ma anche le truffe. E soprattutto c'è il calcio che sostiene e salva tante vite: dai bambini di strada agli ex soldati, dai giovani sbandati a ragazzini che semplicemente non hanno molto altro da fare. Di qui la scelta dello slogan “Campi d’Africa” - riferisce l’agenzia Sir - per la prossima Festa nazionale del commercio equo (www.tuttaunaltrafesta.it), che si terrà quest’anno al Pime di Milano, dal 14 al 16 maggio. "Campi d'Africa" intesi non solo come campi di calcio, ma soprattutto come campi agricoli, per richiamare i temi della sicurezza alimentare e dell'accesso a cibo e acqua. Nell’ambito della manifestazione il 15 maggio si svolgerà una tavola rotonda con Massimo Achini, presidente del Centro sportivo italiano (Csi), Massimo Seregni, responsabile del Coordinamento e sviluppo Africa di Inter Campus, e Anna Pozzi, redattrice di Mondo e Missione e curatrice del dossier “L’Africa in campo: il calcio fa bene alla vita”. (R.G.)
Presentato al Papa il terzo appuntamento mondiale dei giovani della pace promosso dal Sermig
◊ Ernesto Olivero, fondatore del Sermig (Servizio missionario giovani) ha consegnato ieri al Papa il manifesto “Una buona notizia: il mondo si può cambiare”, tema del terzo appuntamento mondiale dei giovani della pace, previsto in due momenti, il 27 agosto a L’Aquila - in occasione della festa della Perdonanza di Celestino V - e il 2 ottobre a Torino. Gli incontri, secondo quanto riferisce il Sermig, non saranno kermesse, manifestazioni o momenti di spettacolo, ma le tappe di un cammino di formazione permanente che solo in questi mesi ha già coinvolto oltre 30 mila giovani, decisi a mettersi in gioco per cambiare questo mondo, partendo dal proprio stile di vita. La strada per il cambiamento è quella dell’incontro tra le generazioni, perché gli adulti tornino ad essere maestri credibili e i giovani sappiano dare voce alle loro potenzialità di bene. Ernesto Olivero aveva incontrato il Papa anche domenica 2 maggio a Torino. Prima della Messa in piazza San Carlo, il pontefice aveva benedetto la prima pietra della nuova chiesa del Sermig all’Arsenale della Pace, intitolata a “Maria, Madre dei giovani” e dedicata a Cecilia Gilardi, giovane di 17 anni morta a Torino in un incidente stradale. (R.G.)
Concerto del Coro della Chiesa del Nord di Pechino in omaggio a padre Matteo Ricci
◊ “Chi conosce i sentimenti degli uomini? L’uomo è come un albero rovesciato. Ha la sua base nel cielo ma i suoi arti tendono verso il basso”. Comincia così, uno dei testi scritti da padre Matteo Ricci riadattato e cantato ieri sera dal Coro della Beitang, cioè della Chiesa del Nord di Pechino, in concerto per la prima volta a Roma nella chiesa di San Salvatore in Lauro. L’evento musicale che ha avuto come tema “ Al Signore del cielo”, è stato organizzato dal Vicariato di Roma e dal Pio Sodalizio dei Piceni, e si va a collocare tra le iniziative in occasione del IV centenario della morte del grande gesuita missionario morto a Pechino, in Cina, nel 1610. ”Padre Ricci - ha spiegato ai presenti mons. Lorenzo Leuzzi, direttore dell’ufficio diocesano di pastorale universitaria - nei momenti difficili soleva spesso dire “al cielo, al cielo!” per indicare la sua grande fede e fiducia nella Provvidenza divina. Anche quando ci sembra chiuso il cielo è sempre aperto, perché il Signore è lì che ci ascolta. Solo partendo da questo presupposto è possibile evangelizzare i popoli e annunciare a tutti la bellezza dell’essere cristiani”. E, davanti ad un pubblico incantato, il Coro della Beitang ha spaziato in un repertorio di musica sacra cinese, composta negli ambienti artistici e religiosi legati ai gesuiti dal 1600 fino ai nostri giorni. “ Per noi - hanno detto i coristi - è un grande onore essere in Italia e poterci esibire nella terra natale del padre Matteo Ricci, come segno di gratitudine e affettuoso ricordo a questa grande figura”. (A cura di Marina Tomarro)
La diocesi di Macerata celebra il IV centenario della morte di padre Ricci
◊ In vista dell’anniversario della morte di padre Matteo Ricci a Pechino, l’11 maggio 1610, si intensificano gli appuntamenti celebrativi, di cui ha riferito ieri alla stampa mons. Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia. Tra gli eventi più importanti - riportatati dall’agenzia Sir - organizzati dalla Commissione diocesana sono: l’8 e 9 maggio, la seconda edizione della Giornata dell’Amicizia con la Cina; la celebrazione eucaristica, il 9 maggio nella Cattedrale, accompagnata dal coro Beitang di Pechino in diretta su Rai Uno, a partire dalle 11; e la solenne Messa, l’11 maggio, sempre nel Duomo, con il cardinale emerito di Hong Kong, Joseph Zen Ze-kiun. Nel pomeriggio dell’8 maggio sarà inoltre presentata, per la prima volta in Italia, la traduzione dall’originale cinese dell’opera “La vita di Matteo Ricci scritta da Giulio Aleni (1630)”, curata da padre Gianni Criveller, sacerdote del Pime e docente presso l’Holy Spirit Study Center of Hong Kong. Infine il 29 maggio ci sarà la speciale udienza con il Papa della diocesi, a suggellare la ricorrenza del IV Centenario della scomparsa del gesuita maceratese. Saranno circa 250, i cinesi di religione cattolica provenienti dalle comunità di Perugia, Prato, Firenze, Milano, Rimini e Bologna, che arriveranno a Macerata in occasione della Giornata dell’Amicizia con la Cina. Giungeranno invece direttamente da Pechino i 30 cantori del coro di Beitang, che accompagneranno le celebrazioni in Cattedrale e si esibiranno in un concerto: si tratta di uno dei pochi complessi corali di musica sacra cinesi, fondato nel ‘700. 65 gli studenti cinesi di un centro linguistico del maceratese che cureranno, sempre l’8 maggio, lo spettacolo “Dell’Amicizia. Padre Matteo Ricci Giovani e Culture a Confronto”; nello stesso giorno saranno inaugurate due mostre: la prima, nella Cripta della Cattedrale, è dedicata a “Padre Matteo Ricci - Macerata 1552 Pechino 1610”, la seconda, nella Galleria Galeotti, sarà un’esposizione delle opere dell'artista cinese Ye Zhaocheng, cattolico, perseguitato e attualmente riabilitato, erede di quella tradizione pittorica ispirata proprio da padre Ricci. Nel programma della Giornata dell’Amicizia con la Cina sono previsti anche la premiazione delle scuole della provincia di Macerata che hanno partecipato al concorso sul gesuita, dei laboratori di aquiloni, scrittura cinese, oroscopo e spettacoli tradizionali cinesi. (R.G.)
"Ars amoris": oggi a Roma ConcerTheatre sul Curato d'Ars
◊ Oggi pomeriggio alle ore 18.15, nell’Aula Magna della Pontificia Università Lateranense, torna in scena il ConcerTheatre “Ars amoris - l'amore che viene da Ars”. In preparazione alla Conclusione dell’Anno sacerdotale (9-11 giugno), i sacerdoti del Movimento dei Focolari e del Movimento di Schoenstatt, in collaborazione con il Rinnovamento Carismatico Cattolico Internazionale, invitano i docenti e gli studenti degli atenei pontifici, i rettori e gli alunni dei Collegi romani nonché tutti gli altri interessati per questo momento artistico sulla straordinaria vicenda di San Giovanni Maria Vianney. Interverrà alla fine con un saluto il cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica, che ha dato il suo patrocinio per la manifestazione. «Ars amoris – afferma il regista Maffino Redi Maghenzani – vuole essere un omaggio di bellezza all’incredibile misura d’amore di quest’uomo senza tempo che è il Curato d’Ars. Siamo convinti che tale figura, sempre e più ampiamente riproposta in ogni pontificato (da Pio X a Benedetto XVI, fino a meritarsi un'enciclica da Giovanni XXIII), abbia molto da dire a sacerdoti e laici ma, per la sua originalissima modalità d’esistere, anche a chi non si riconosce in un preciso riferimento religioso; in fondo i grandi sono sempre universali». Connubio di Parola e Musica, il ConcerTheatre viene eseguito dalle voci degli attori Mario Massari, Maria Rosaria Olori e Angelo Petrone. Le musiche sono state composte e verranno eseguite al pianoforte dal m.o Sandro Crippa insieme al cantautore milanese Davide Viganò, col quale forma l’ensemble “Azioni Musicali” con sede a Loppiano. (A.M.)
Gianfranco Svidercoschi presenta a Napoli il suo nuovo libro su Giovanni Paolo II
◊ La Comunità di Sant’Egidio in collaborazione con l’arcidiocesi di Napoli ha organizzato, il 7 maggio a Napoli, nella chiesa Sant’Anna dei Lombardi, l’incontro “Ricordando Karol”, per la presentazione del libro di Gianfranco Svidercoschi, “Un Papa che non muore". Interverranno - riferisce l’agenzia Sir - il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, mons. Adolfo Russo, vicario episcopale per la cultura; sarà presente l’autore. Modererà Angelo Scelzo, sottosegretario del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali. Il libro, con prefazione del cardinale Stanislao Dziwisz e postfazione di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, racconta i 27 anni del pontificato di Karol Wojtyla: gli inizi, le linee direttrici del pontificato, l’eredità, la testimonianza e la santità di Giovanni Paolo II. Un singolare “viaggio” all’interno di quel popolo di Dio, che si era stretto attorno a Giovanni Paolo II al momento della morte, nel giorno dei funerali, e che continua a recarsi sulla sua tomba. (R.G.)
Elezioni in Gran Bretagna per il rinnovo della Camera dei Comuni e dei Consigli locali
◊ Dalle 7 di stamani, ora locale, oltre 45 milioni di britannici sono chiamati al rinnovo di 650 seggi parlamentari e di altrettanti collegi. In realtà, i seggi sono 649 perché a Thirsk and Malton si vota il 27 maggio, dopo la morte di un candidato, ma anche 164 consigli locali, tra cui 32 municipi di Londra. I seggi chiuderanno alle 22, ora locale, le 23 in Italia, e subito dopo ci saranno gli exit poll comuni di Bbc, Sky e Itv. Per le prime indicazioni provenienti dallo scrutinio dei voti occorrerà aspettare le prime ore del mattino, ma l’incertezza sull’esito elettorale ha fatto decidere la regina Elisabetta II ad incontrare il vincitore solo dopo le 13 di domani, e solo dopo che costui avrà avuto chiaro il percorso su come formare un governo. Il nuovo parlamento si riunirà il prossimo 18 maggio per l'elezione del presidente e il giuramento dei deputati. La maggioranza assoluta in Gran Bretagna si ha quando un partito riesce a ottenere 326 seggi: nel parlamento uscente i laburisti ne avevano 346, i conservatori 193, i liberaldemocratici 62.
Pena di morte per l’attentatore della strage di Mumbai del 2008
È stato condannato all’impiccagione l’unico attentatore superstite dell’attentato di Mumbai nel 2008, in cui morirono circa 166 persone. Il giovane militante pakistano di 22 anni è stato giudicato colpevole di oltre 80 capi di accusa, tra cui insurrezione armata, cospirazione e pluriomicidio. Il Codice penale indiano prevede la pena di morte per impiccagione: l'ultima volta che il boia è entrato in azione è stato il 14 agosto 2004 a Calcutta, quando fu impiccato un omicida e stupratore.
Falso l’allarme terrorismo sul ponte di New York
È cessato l'allarme scattato dopo il ritrovamento di un furgone abbandonato sul Robert F.Kennedy Bridge di New York, dal quale sembrava fuoriuscire odore di gas. Sul veicolo non è stata trovata traccia di materiale esplosivo, ha spiegato la polizia di New York.
Prosegue a New York la conferenza sul disarmo
“Incoraggio le iniziative che perseguono un progressivo disarmo e la creazione di zone libere dalle armi nucleari, nella prospettiva della loro completa eliminazione”. Così aveva detto ieri il Papa, auspicando il proseguimento del processo di disarmo atomico che è al centro della Conferenza per la revisione del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), in corso all’Onu di New York. Durante i lavori al Palazzo di Vetro, i cinque Paesi del Consiglio di Sicurezza con potere di veto - Usa, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina - hanno appoggiato l'idea di creare un'area libera dalle armi atomiche in Medio Oriente, impegnandosi “a dare seguito alla risoluzione del Tnp del 1995”. Presso le autorità israeliane e palestinesi prosegue intanto la missione dell’inviato statunitense per la regione, George Mitchell, che ha già incontrato il premier dello Stato ebraico Netahyahu e domani vedrà il presidente palestinese, Mahmoud Abbas, per portare avanti il progetto di negoziati di pace indiretti tra le due parti. Ce ne parla Giorgio Bernardelli, esperto di Medio Oriente della rivista Mondo e Missione, intervistato da Giada Aquilino:
R. – Già il fatto che siano colloqui indiretti dà l’idea di quanto sia difficile la situazione, ovvero quella di due parti che negoziano senza nemmeno incontrarsi. E’ una situazione in cui Washington cerca in qualche modo di uscire da uno stallo. Ma il clima di sfiducia è molto diffuso fra entrambe le parti. Da parte palestinese, il presidente Abu Mazen ha parlato di un termine di quattro mesi per negoziati di questo tipo, nei quali vorrebbe inserire tutte le questioni chiave del conflitto. Difficilmente, in quattro mesi, si potrà arrivare ad un risultato davvero forte. Da parte israeliana, questo negoziato indiretto arriva dopo il braccio di ferro sulla questione del blocco degli insediamenti, sulla questione di Gerusalemme est. Le premesse sono tutte per una situazione in cui si mantiene aperto un canale di dialogo, ma senza prospettive immediate di risultati concreti.
D. – Proprio in queste ore, all’Onu si discute di un Medio Oriente libero dalle armi atomiche, così come auspicato dai cinque Paesi del Consiglio di Sicurezza, con potere di veto. Come si può interpretare questa presa di posizione?
R. – È un segnale comunque molto forte nel clima di queste settimane. Dà l’idea di come i rapporti tra governo di Netanyahu e Washington, al di là delle dichiarazioni di sostegno a Israele che l’amministrazione Obama ha fatto, siano tutt’altro che semplici. Washington sta cercando di mettere pressione soprattutto sul governo Netanyahu, cercando di far capire che rinviare ogni soluzione rispetto a questo conflitto non è nell’interesse dello Stato ebraico. D’altra parte, però, deve fare i conti anche con un governo come quello di Netanyahu che oggettivamente è sostenuto dalla maggioranza, che non può concedere grandi margini di manovra su questi temi.
Alla Casa Bianca vertice su Afghanistan e Pakistan
Vertice su Afghanistan e Pakistan oggi alla Casa Bianca, convocato dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Lo ha reso noto la stessa Casa Bianca, precisando che alla riunione prendono parte i vertici del governo e delle Forze armate, per esaminare “la situazione in Afghanistan e Pakistan”. Assieme al presidente Obama, sono presenti il segretario di Stato, Hillary Clinton, quello della Difesa, Robert Gates, il capo staff della Casa Bianca, Rahm Emanuel, l'ambasciatrice americana all'Onu, Susan Rice, il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jim Jones, il direttore della Cia, Leon Panetta, il capo degli Stati Maggiori congiunti, l'ammiraglio Michael Mullen, l'inviato speciale in Afghanistan e Pakistan, Richard Holbrooke, il generale David Petreus, comandante delle forze armate del Centcom, e il generale Stanley McChrystal, comandante delle forze alleate in Afghanistan.
Usa: la società dei mutui Freddie Mac chiede altri 10 miliardi
Il colosso Usa dei mutui Freddie Mac chiederà all'amministrazione Obama altri 10,6 miliardi di dollari, dopo aver chiuso il primo trimestre dell'anno con un passivo di 8 miliardi di dollari. Lo ha reso noto la stessa società, secondo quanto riferisce Bloomberg, aggiungendo che i nuovi fondi statali sono necessari perchè il mercato immobiliare Usa resta “fragile”. La nuova richiesta di denaro farà schizzare il costo del salvataggio della società a 61,3 miliardi di dollari. Con l'agenzia gemella Fannie Mae, Freddie Mac a settembre 2008 fu salvata dalla bancarotta attraverso un commissariamento da parte del governo federale.
L’installazione della cupola di contenimento della marea nera dovrebbe iniziare oggi
La cupola di contenimento con la quale gli esperti di British Petroleum sperano di arrestare la fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico è in viaggio verso il luogo dell'incidente. Lo annuncia Bp in una nota, precisando che l'installazione della struttura inizierà oggi, tra varie difficoltà. Il capo delle operazioni di Bp, Doug Suttles, ha sottolineato alla Cnn che l'operazione "è molto complessa, ci saranno sfide da affrontare durante il percorso".
Comunità internazionale mobilitata per la crisi in Nepal
La comunità internazionale si sta mobilitando per risolvere la crisi politica che da cinque giorni paralizza la capitale nepalese Kathmandu, a causa di uno sciopero a oltranza indetto dall'opposizione maoista contro il governo. Unione Europea e Stati Uniti hanno chiesto al premier di trovare una soluzione al braccio di ferro che rischia di destabilizzare la giovane Repubblica. I maoisti, principale forza politica nell'Assemblea costituente, chiedono le dimissioni dell'esecutivo e sono decisi a presidiare la capitale fino a quando la loro richiesta non sarà soddisfatta. Il premier si rifiuta di cedere alle pressioni e accusa i maoisti di volere l'anarchia. Il blocco della capitale da giorni ha creato enormi danni all'economia locale, oltre a disagi per la popolazione e per i turisti stranieri. La crisi nepalese preoccupa anche le Nazioni Unite, presenti nel Paese dal 2007 con una forza di pace per sorvegliare il disarmo dei maoisti. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Carla Ferraro)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 126
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