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Sommario del 29/06/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo: la Chiesa subisce il danno maggiore da "ciò che inquina la fede e la vita cristiana". Il Papa impone il Pallio a 38 nuovi arcivescovi
  • Ai Primi Vespri a San Paolo fuori le Mura, il Papa annuncia l’istituzione di un dicastero per la nuova evangelizzazione
  • In libreria la "Teologia della liturgia": il volume inaugura l'Opera omnia in lingua italiana di Joseph Ratzinger
  • L’avvocato della Santa Sede dopo l'annuncio della Corte Suprema Usa: nessuna decisione nel merito del caso, siamo nel giusto
  • Oggi in Primo Piano

  • Il giurista Cardia sulla questione del Crocifisso nelle scuole: la Corte di Strasburgo rispetti l’autonomia degli Stati in materia di libertà religiosa
  • La finanza tuteli le fasce deboli: la testimonianza di suor Giuliana Galli, vicepresidente della Compagnia di San Paolo
  • Schumann e Chopin in primo piano al Festival Pontino di Musica
  • Chiesa e Società

  • La lettera dei vescovi del Congo per l’anniversario dell’indipendenza
  • La Bibbia del fanciullo si arricchisce di altre 8 lingue africane
  • Burkina Faso: aiuti agli agricoltori per far fronte alla siccità
  • Un viaggio di tre mesi in Sudafrica per le reliquie di Santa Teresa di Lisieux
  • Sri Lanka: a un anno dalla fine della guerra i profughi iniziano a tornare a casa
  • Celebrata a Singapore la Giornata mondiale per i rifugiati: un problema sempre attuale
  • Al via in Messico il terzo congresso nazionale di comunicazione indigena
  • Repubblica Ceca: Assemblea dei vescovi su Bibbia, matrimonio e assistenza sanitaria
  • Al via in Inghilterra ‘Invocation 2010’: raduno della gioventù per approfondire la propria fede
  • 24 Ore nel Mondo

  • L'Fbi arresta 10 presunte spie russe. Mosca indignata chiede spiegazioni
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo: la Chiesa subisce il danno maggiore da "ciò che inquina la fede e la vita cristiana". Il Papa impone il Pallio a 38 nuovi arcivescovi

    ◊   La Chiesa festeggia oggi “le sue sante radici celebrando gli Apostoli Pietro e Paolo”. Nella Solennità dei Santi patroni della città di Roma, Benedetto XVI ha presieduto stamani la Santa Messa nella Basilica Vaticana. Durante la celebrazione, il Pontefice ha imposto il Sacro Pallio, simbolo "della comunione con il vescovo di Roma", a 38 nuovi arcivescovi metropoliti. Il tema della libertà della Chiesa è stato al centro dell’omelia: “Il ministero petrino – ha affermato Benedetto XVI – è garanzia di libertà nel senso di piena adesione alla verità, all’autentica tradizione, così che il popolo di Dio sia preservato da errori concernenti la fede e la morale”. All’Angelus, il Papa è ritornato sulle figure luminose dei Santi Pietro e Paolo, “fondamenta della Chiesa cattolica”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
     
    (Canto tu es Petrus)
     
    La libertà della Chiesa, garantita da Cristo a Pietro, si manifesta nella duplice dimensione storica e spirituale. “Dio - afferma il Papa - è vicino ai suoi fedeli servitori e li libera da ogni male, e libera la Chiesa da potenze negative”:
     
    “La promessa di Gesù – ‘le potenze degli inferi non prevarranno’ sulla Chiesa – comprende sì le esperienze storiche di persecuzione subite da Pietro e Paolo e dagli altri testimoni del Vangelo, ma va oltre, volendo assicurare la propria protezione soprattutto contro le minacce di ordine spirituale”.
     
    L’azione liberatrice di Dio – spiega il Santo Padre - accompagna le vite di San Pietro e San Paolo. L’angelo del Signore “scioglie Pietro dalle catene e lo conduce fuori dal carcere di Gerusalemme, dove lo aveva fatto rinchiudere, sotto stretta sorveglianza, il re Erode”. Il Signore è stato sempre vicino anche a Paolo che “ha liberato da tanti pericoli” introducendolo poi “nel suo Regno eterno”. Come scrive Paolo nella Lettera agli Efesini, essere testimoni del Vangelo significa anche prendere parte ad una battaglia nel nome della libertà e della Verità:
     
    “La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti”.
     
    Nella storia della Chiesa, che abbraccia due millenni, “non sono mai mancate per i cristiani le prove”. In alcuni periodi e luoghi queste prove hanno assunto “il carattere di vere e proprie persecuzioni”:
     
    “Queste, però, malgrado le sofferenze che provocano, non costituiscono il pericolo più grave per la Chiesa. Il danno maggiore, infatti, essa lo subisce da ciò che inquina la fede e la vita cristiana dei suoi membri e delle sue comunità, intaccando l’integrità del Corpo mistico, indebolendo la sua capacità di profezia e di testimonianza, appannando la bellezza del suo volto”.
     
    Riferendosi all’epistolario paolino, il Pontefice sottolinea alcuni gravi pericoli. La prima Lettera ai Corinzi - afferma il Papa - “risponde ad alcuni problemi di divisioni, di incoerenze, di infedeltà al Vangelo, che minacciano seriamente la Chiesa”. La seconda Lettera a Timoteo parla dei pericoli degli “ultimi tempi”, identificandoli come “atteggiamenti negativi che appartengono al mondo e che possono contagiare la comunità cristiana”:
     
    “Egoismo, vanità, orgoglio, attaccamento al denaro... La conclusione dell’Apostolo è rassicurante: gli uomini che operano il male – scrive – ‘non andranno molto lontano, perché la loro stoltezza sarà manifesta a tutti’. Vi è dunque una garanzia di libertà assicurata da Dio alla Chiesa, libertà sia dai lacci materiali che cercano di impedirne e coartarne la missione, sia dai mali spirituali e morali, che possono intaccarne l’autenticità e la credibilità”.
     
    (canto)
     
    Il tema della libertà della Chiesa ha anche una specifica attinenza con il rito dell’imposizione del Pallio, rinnovato oggi per 38 nuovi arcivescovi metropoliti. Le stole sono state benedette dal Papa e i metropoliti, uno ad uno, si sono recati dal Santo Padre, che ha imposto loro sulle spalle il Sacro Pallio. Sul piano storico, l’unione con la Santa Sede apostolica – sottolinea il Papa - assicura alle Chiese particolari “la libertà rispetto a poteri locali, nazionali o sovranazionali, che possono in certi casi ostacolare la missione della Chiesa”. Il fatto che, ogni anno, i nuovi metropoliti vengano a Roma a ricevere il Pallio va compreso “nel suo significato proprio, come gesto di comunione”. Il tema della libertà della Chiesa offre, in quest’ottica, un’importante chiave di lettura:
     
    “Questo appare evidente nel caso di Chiese segnate da persecuzioni, oppure sottoposte a ingerenze politiche o ad altre dure prove. Ma ciò non è meno rilevante nel caso di Comunità che patiscono l’influenza di dottrine fuorvianti, o di tendenze ideologiche e pratiche contrarie al Vangelo. Il Pallio dunque diventa, in questo senso, un pegno di libertà, analogamente al ‘giogo’ di Gesù, che egli invita a prendere, ciascuno sulle proprie spalle”.
     
    La promessa di Cristo, ovvero che le potenze degli inferi non prevarranno sulla sua Chiesa, ha anche una “significativa valenza ecumenica”:
     
    “Queste parole possono avere anche una significativa valenza ecumenica dal momento che uno degli effetti tipici dell’azione del Maligno è proprio la divisione all’interno della comunità ecclesiale. Le divisioni, infatti, sono sintomi della forza del peccato, che continua ad agire nei membri della Chiesa anche dopo la redenzione”.
     
    Ma la parola di Cristo è chiara: “Non prevalebunt, non prevarranno”:
     
    “L’unità della Chiesa è radicata nella sua unione con Cristo, e la causa della piena unità dei cristiani – sempre da ricercare e da rinnovare, di generazione in generazione - è pure sostenuta dalla sua preghiera e dalla sua promessa”.
     
    All’Angelus, dopo la Messa, il Papa ha auspicato infine che “l’esempio degli Apostoli Pietro e Paolo illumini le menti e accenda nei cuori dei credenti il santo desiderio di compiere la volontà di Dio, affinché la Chiesa pellegrina sulla terra sia sempre più fedele al suo Signore”. San Paolo – ha detto il Santo Padre – ha diffuso il Vangelo “seminando la parola di verità e di salvezza in mezzo ai popoli pagani”. Simon Pietro, ha soggiunto, è talmente vicino al Signore “da diventare egli stesso una roccia di fede e d’amore su cui Gesù ha edificato la sua Chiesa”:

     
    “I due Santi Patroni di Roma, pur avendo ricevuto da Dio carismi diversi e missioni diverse da compiere, sono entrambi fondamenta della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica, permanentemente aperta alla dinamica missionaria ed ecumenica, perché inviata al mondo ad annunziare e testimoniare, attualizzare ed espandere il mistero di comunione che la costituisce”.
     
    (suono campane)

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    Ai Primi Vespri a San Paolo fuori le Mura, il Papa annuncia l’istituzione di un dicastero per la nuova evangelizzazione

    ◊   “Anche nei deserti del mondo secolarizzato, l’anima dell’uomo ha sete di Dio, del Dio vivente”. Nell’omelia ai Primi Vespri per la solennità dei Santi Pietro e Paolo, nella Basilica papale di San Paolo fuori le mura, il Pontefice invita la Chiesa ad un rinnovato slancio missionario e annuncia la prossima istituzione di un dicastero dedicato ad una nuova evangelizzazione del mondo secolarizzato. Alla celebrazione era presente una delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Il servizio di Claudia Di Lorenzi:
     
    (musica)
     
    “La Chiesa è nel mondo un’immensa forza rinnovatrice, non certo per le sue forze, ma per la forza del Vangelo, in cui soffia lo Spirito Santo di Dio, il Dio creatore e redentore del mondo”, il solo che può saziare la fame più profonda dell’uomo. Nell’omelia ai Primi Vespri per la Solennità dei Santi Pietro e Paolo, il Papa ricorda la ragione profonda che, fin dalle origini, muove la Chiesa nella sua spinta evangelizzatrice:
     
    “Anche l’uomo del terzo millennio desidera una vita autentica e piena, ha bisogno di verità, di libertà profonda, di amore gratuito. Anche nei deserti del mondo secolarizzato, l’anima dell’uomo ha sete di Dio, del Dio vivente”.
     
    Un anelito a Dio che chiamò all’evangelizzazione i primi Apostoli e che interpella i pastori della Chiesa di oggi chiamati ad annunciare il Vangelo di fronte a sfide storiche, sociali e spirituali “al di sopra delle capacità umane”. Una missione – osserva Benedetto XVI citando Giovanni Paolo II – ancora lontana dal suo compimento e che richiede un rinnovato impegno non solo nelle regioni del mondo che ancora attendono una prima evangelizzazione, ma anche laddove il Vangelo ha messo da lungo tempo radici, ma il processo di secolarizzazione ha prodotto una grave crisi del senso della fede cristiana:
     
    “In questa prospettiva, ho deciso di creare un nuovo Organismo, nella forma di 'Pontificio Consiglio', con il compito precipuo di promuovere una rinnovata evangelizzazione nei Paesi dove è già risuonato il primo annuncio della fede e sono presenti Chiese di antica fondazione, ma che stanno vivendo una progressiva secolarizzazione della società e una sorta di “eclissi del senso di Dio”, che costituiscono una sfida a trovare mezzi adeguati per riproporre la perenne verità del Vangelo di Cristo”.
     
    Una rinnovata evangelizzazione – ha ricordato il Pontefice – a cui diede un impulso straordinario lo stesso Papa Wojtyla:
     
    "Il Papa Giovanni Paolo II ha rappresentato 'al vivo' la natura missionaria della Chiesa, con i viaggi apostolici e con l’insistenza del suo Magistero sull’urgenza di una 'nuova evangelizzazione': 'nuova' non nei contenuti, ma nello slancio interiore, aperto alla grazia dello Spirito Santo che costituisce la forza della legge nuova del Vangelo e che sempre rinnova la Chiesa; 'nuova' nella ricerca di modalità che corrispondano alla forza dello Spirito Santo e siano adeguate ai tempi e alle situazioni; 'nuova' perché necessaria anche in Paesi che hanno già ricevuto l’annuncio del Vangelo".
     
    Un anelito all’evangelizzazione del mondo contemporaneo che trovò grande impulso anche nei lavori del Concilio Vaticano II, ed in particolare nel decreto "Ad gentes", come pure nell’operato dell’allora Pontefice Giovanni Battista Montini:
     
    "All’interno del suo programma di attuazione del Concilio, Paolo VI convocò nel 1974 l’Assemblea del Sinodo dei Vescovi sul tema dell’evangelizzazione nel mondo contemporaneo, e circa un anno dopo pubblicò l’Esortazione apostolica 'Evangelii nuntiandi', che si apre con queste parole: 'L’impegno di annunziare il Vangelo agli uomini del nostro tempo, animati dalla speranza ma, parimenti, spesso travagliati dalla paura e dall’angoscia, è senza alcun dubbio un servizio reso non solo alla comunità cristiana, ma anche a tutta l’umanità'”.
     
    Proprio il Concilio si fece interprete della duplice tensione della Chiesa all’unità e insieme alla universalità. Una tensione – osserva ancora il Papa - evocata dalla odierna solennità dei Santi Pietro e Paolo, e che trova nella consuetudine delle visite reciproche tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli, in occasione delle feste dei rispettivi Santi Patroni, un eloquente segno di speranza.

     
    (musica)

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    In libreria la "Teologia della liturgia": il volume inaugura l'Opera omnia in lingua italiana di Joseph Ratzinger

    ◊   “Teologia della liturgia. La fondazione sacramentale dell’esistenza cristiana”: è il titolo del volume che inaugura l’edizione in lingua italiana dell’Opera omnia di Joseph Ratzinger, curata da Edmondo Caruana e Pierluca Azzaro, proposta dalla Libreria Editrice Vaticana, in collaborazione con l’editore tedesco "Herder". Il servizio di Roberta Gisotti:
     
    In tutto, 16 i tomi dell’intera collana dove troviamo - anticipa il cardinale Tarcisio Bertone, nella prefazione al primo libro in uscita - “tutti gli scritti nei quali Joseph Ratziger ha regalato all’umanità contemporanea la ricchezza del suo pensiero nel corso della sua instancabile attività d’insegnamento e di ministero sacerdotale”. “Sorprendente è la capacità comunicativa - osserva ancora il segretario di Stato - con cui egli sa rivolgersi ai lettori, anche sui temi filosoficamente e teologicamente più impegnativi. Va rilevata, per altro, una ‘creatività’ lessicale corrispondente a una ‘creatività’ concettuale con cui egli sa rivolgersi non solo alla ‘fede’ del credente, per confermarla e irrobustirla, ma anche alla ‘ragione’ che è appannaggio di ogni uomo.” L’auspicio del porporato “è dunque che vengano presto pubblicati gli altri volumi dell’Opera, e che nella mente di molti lettori possa fruttificare quel seme che l’illuminato Teologo/Pastore di anime ha voluto e saputo gettare nel ‘campo’ del Popolo di Dio”.

     
    “Teologia della liturgia”, articolato in cinque parti, corrisponde all’undicesimo volume della collana, la cui numerazione non segue dunque i tempi di pubblicazione. La ragione di questa scelta nella volontà di Benedetto XVI di proporre “l’ordine di priorità seguito dal Concilio”, e di partire quindi con i suoi scritti sulla liturgia.

     
    L’Opera omnia si apre in realtà con due saggi legati agli studi universitari, dedicati all’ecclesiologia di Agostino e alla teologia della storia e alla comprensione della rivelazione in San Bonaventura; il terzo volume affronta il rapporto tra fede e ragione; nel quarto troviamo l’Introduzione al cristianesimo, la confessione della fede, il Battesimo, la conversione, la sequela di Cristo e la realizzazione dell’esistenza cristiana; i titoli dal quinto al dodicesimo – tra cui l’undicesimo da oggi in libreria - sono riservati a trattazioni di teologia sistematica; il tredicesimo raccoglie una serie d’interviste; il quattordicesimo propone un’ampia scelta di omelie; il quindicesimo, ulteriori testi biografici e contributi personali; il sedicesimo, ed ultimo, una bibliografia completa in lingua tedesca, oltre che l’indice generale.

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    L’avvocato della Santa Sede dopo l'annuncio della Corte Suprema Usa: nessuna decisione nel merito del caso, siamo nel giusto

    ◊   L’avvocato della Santa Sede negli Stati Uniti, Jeffrey Lena, ha rilasciato un comunicato alla stampa dopo l’annuncio che la Corte Suprema non si esprimerà sull’appello della Santa Sede. Il Vaticano aveva chiesto alla corte federale di fermare una causa in Oregon nella quale si accusa la Santa Sede di aver trasferito un sacerdote, nonostante le accuse di abusi sessuali. Il servizio di Alessandro Gisotti:
     
    La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti “di non esprimersi sull’istanza” della Santa Sede “non è una dichiarazione sul merito del caso”. E’ quanto sottolinea in una nota l’avvocato Jeffrey Lena aggiungendo che “significativamente” gli Stati Uniti concordano che la Santa Sede è “nel giusto sul merito”. L’effetto della decisione della Corte Suprema, spiega Lena, “è di far sì che la causa ritorni alla Corte distrettuale in Oregon, dove saranno ascoltate le rimanenti difese aggiuntive”. La parte lesa, ricorda l’avvocato americano, “si basa attualmente su una teoria giurisdizionale” secondo la quale “il sacerdote che ha commesso gli abusi era un ‘impiegato’ della Santa Sede”. Ovviamente, spiega il legale della Santa Sede negli Usa, “evidenzieremo alla Corte distrettuale che il prete in questione non è un impiegato della Santa Sede e che perciò la Corte distrettuale non ha giurisdizione sul caso”. “A nostro modo di vedere – prosegue il comunicato – non ci sono indizi di impiego”. La Santa Sede, infatti, “non paga lo stipendio” del sacerdote, “né esercita un controllo quotidiano” su di lui. Non c’è “alcun altro fattore – prosegue Lena – che indichi la presenza di un rapporto di lavoro”. Il prete, conclude la nota, fa parte dell’Ordine dei Frati Servi di Maria e “la sua esistenza era sconosciuta alla Santa Sede fino a dopo gli eventi in questione”.

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    Oggi in Primo Piano



    Il giurista Cardia sulla questione del Crocifisso nelle scuole: la Corte di Strasburgo rispetti l’autonomia degli Stati in materia di libertà religiosa

    ◊   La Gran Camera della Corte Europea dei Diritti Umani si riunisce domani a Strasburgo per esaminare il ricorso opposto dall’Italia alla sentenza della stessa Corte, che il 3 novembre 2009 ha sentenziato che l’esposizione del Crocifisso nelle scuole violava il diritto alla libertà di istruzione, pensiero, coscienza e religione. Una sentenza che, paradossalmente, va contro il principio di sussidiarietà e la giurisdizione stessa della Corte. E’ quanto sottolinea il prof. Carlo Cardia, ordinario di Diritto ecclesiastico dell’Università Roma Tre e incaricato dal governo italiano di seguire la vicenda del Crocifisso. L’intervista è di Fabio Colagrande:
     
    R. – La sentenza del novembre del 2009 ha suscitato stupore e meraviglia, perché le sentenze precedenti degli ultimi 30 anni andavano in direzione opposta. Stabilivano, d’accordo con le carte e le convenzioni europee, che in materia di libertà religiosa, salvo casi estremi, erano gli Stati a dover meglio giudicare le singole situazioni e a rispettare i sentimenti religiosi profondi della popolazione. Sono parole testuali della Corte di Strasburgo. Quindi, è venuto meno un principio fondamentale su cui si basa l’Europa. Ciò che può essere fatto dagli Stati e deve essere fatto dagli Stati deve rimanere nella loro autonomia. Questo è talmente importante che il ricorso dell’Italia è stato suffragato, accompagnato dal ricorso di oltre dieci Paesi europei, proprio perché il principio non riguardava solo l’Italia. In questa sentenza si affermava qualcosa che poteva colpire gli altri Stati e naturalmente le radici cristiane d’Europa che si trovano in tutti i Paesi europei.

     
    D. – Nella sentenza del 3 novembre si affermava che il Crocifisso può essere "fastidioso" per i ragazzi che praticano altre religioni, in particolare se appartengono a minoranze religiose o sono atei...

     
    R. – Diciamo che la sentenza parlava del Crocifisso come uno strumento di parte. Addirittura afferma che il Crocifisso è il simbolo del cattolicesimo, incorrendo in un errore che non saprei veramente come definire, perché la croce rappresenta i cristiani di tutto il mondo: ortodossi, protestanti, cattolici e via di seguito. Quindi, una visione partigiana del Crocifisso che non corrisponde all’elemento religioso e culturale europeo. Pensiamo che la croce sta in tutti i vessilli, le bandiere nazionali dei Paesi protestanti! Ora, come possa un simbolo, che ha carattere universale, colpire, limitare, intaccare la libertà di educazione, di religione dei genitori questo francamente è qualcosa che ha lasciato stupiti tutti quanti.

     
    D. – L’assenza, dunque, del Crocifisso nello spazio pubblico avrebbe un duplice disvalore per gli italiani, ma anche per gli stranieri, che non capirebbero più di trovarsi in Italia e non troverebbero questo elementare messaggio di accoglienza...

     
    R. – Sarebbe un disvalore per gli stranieri che vengono in Europa, non solo in Italia, perché la sentenza ha valenza generale. Se passa il principio, basta che un ateo in Romania faccia ricorso che si debbano togliere i Crocifissi e l’iconografia del Crocifisso in tutta la Romania, in tutta la Russia, in tutta la Grecia, in tutta la Polonia, in Portogallo... Gli stranieri che vengono in Europa non ci capirebbero più, perché loro vengono sapendo che la nostra tradizione è cristiana, è una tradizione vivente, non qualcosa che appartiene a dieci secoli fa. Sapendo questo, vedrebbero che noi stessi neghiamo le nostre radici.

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    La finanza tuteli le fasce deboli: la testimonianza di suor Giuliana Galli, vicepresidente della Compagnia di San Paolo

    ◊   Il 29 giugno di un anno fa, Benedetto XVI firmava l'Enciclica "Caritas in Veritate". Tra i richiami forti del documento anche l'esortazione a porre l'etica al centro delle dinamiche economiche e finanziarie. Una questione fondamentale secondo suor Giuliana Galli, che nei giorni scorsi è stata eletta dal Consiglio Generale della Compagnia di San Paolo vicepresidente della fondazione torinese, principale azionista di Intesa Sanpaolo. Suor Giuliana Galli, intervistata da Bernard Decottignies, sottolinea come nell’attuale fase economica segnata dalla crisi, sia necessario trovare possibili soluzioni per superare difficoltà sociali e aiutare le persone più bisognose:
     
    R. – Ho preso i voti al Cottolengo 50 anni fa e, in forza di questo mio essere suora del Cottolengo, dopo aver lavorato per 50 anni con le persone in stato di bisogno, due anni fa sono stata nominata al Consiglio della Compagnia di San Paolo. Sono entrata così a far parte di questo mondo della finanza, ma con un particolare interesse: le fasce deboli. Sono entrata infatti a far parte soprattutto della Commissione per i Servizi sociali.
     
    D. – Come mai questa banca s’interessa al sociale, alle nuove povertà?

     
    R. – L'origine della Compagnia di San Paolo è datata 1563 e la Compagnia serviva proprio a confrontarsi con i bisogni della società. La vocazione fondamentale – e la più importante – è quella del servizio alle persone in stato di bisogno. La banca è una cosa, la Compagnia è un’altra. C’è collaborazione tra i vertici delle due grandi istituzioni, però ciascuna ha un proprio cammino.

     
    D. – Non ha paura che la banca tradisca le opzioni, le scelte etiche della Compagnia?

     
    R. – No. E’ un fatto che ciascuna istituzione umana è strumento e, come ogni strumento, può essere usato nel bene e nel male o magari semplicemente nell’indifferenza rispetto a quelli che erano i loro principi fondamentali. Se però ci si ferma di fronte alla paura che un qualcosa di male possa accadere, laddove dovrebbe essere compiuto il bene, allora non ci si muove più e questo non va bene. Non compiere il bene è già male. Con un occhio al compito e con un occhio al volere di Dio, si può camminare.

     
    D. – Di fronte alla crisi finanziaria mondiale ha un appello da fare?

     
    R. – Io sono là per compiere quanto posso, come posso, con un occhio vigile a quello che la Provvidenza mi presenterà ogni giorno. Le lettere che giungono alla Compagnia ed anche a me sono lettere di drammatico appello all’aiuto. L’occhio, adesso, è a queste persone, che aspettano da noi un sostegno per poter vivere dignitosamente in questo momento di grande crisi.

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    Schumann e Chopin in primo piano al Festival Pontino di Musica

    ◊   L’omaggio ai quarant’anni del Campus Internazionale di Musica, un omaggio ad Heinz Holliger, gli ottant’anni del compositore spagnolo Luis De Pablo, i due bicentenari di Robert Schumann e Fryderyk Chopin e una rarità di Mozart, la Fasching Pantomime K. 446 nella rielaborazione a cura di Quirino Principe, sono alcuni degli appuntamenti della 46.ma edizione del Festival Pontino di Musica che si inaugura oggi. Il servizio di Luca Pellegrini:
     
    (Musica)

    La musica in Italia dovrebbe ricordare e festeggiare quest’anno un’importante ricorrenza, ossia i 40 anni di attività del benemerito Campus internazionale di musica di Latina, che - dal 1970 - promuove concerti, tavole rotonde e corsi di interpretazione musicale. Una realtà che nel corso degli anni si è fortemente legata al territorio e ha allo stesso tempo accolto artisti, musicisti e compositori provenienti da tutto il mondo. Il Festival Pontino pone giustamente al centro delle sue attenzioni la storia e la memoria del Campus, dedicandogli proprio l’apertura con i consueti Incontri sulla Musica Contemporanea che raccoglieranno a Latina compositori, storici dell’arte, scrittori, musicologi, musicisti e direttori d’orchestra, per ripercorrere insieme la storia del Campus con uno sguardo al futuro e ai prossimi progetti dell’istituzione pontina. L’architetto Riccardo Cerocchi, presidente del Campus e infaticabile animatore, confida ai nostri microfoni qual è la maggiore soddisfazione nell’aver tagliato il traguardo dei quarant’anni di vita, proprio in uno dei momenti più difficili nella storia culturale e musicale italiana:

     
    La soddisfazione di vederci oggetto di attenzione da parte di altre iniziative culturali, che ci hanno voluto dare degli incarichi e per cui dalla semplice attività concertistica, come quella che in genere si conosce in tutta l’Italia, siamo passati all’interesse per la didattica. Abbiamo insegnato alle scuole ed abbiamo istituito i corsi di alto perfezionamento di Sermoneta, un campus tra i più importanti che ci siano oggi in Italia e in Europa, per via di maestri che sono sempre cresciuti - essi stessi - di importanza e di fama proprio in considerazione del modello e del criterio con cui i corsi venivano portati avanti”.

     
    Don Giovanni Carli Ballola, uno dei più stimati e affermati storici della musica italiana, è molto sincero nel descrivere che cosa ha significato e cosa oggi ancora significa il Campus di Sermoneta:

     
    R. - Significa soprattutto libertà e quindi libertà di scelte, libertà di vedute e libertà da condizionamenti politici e da condizionamenti anche culturali e questo perché ci sono le chiusure, le preclusioni, le inclusioni di questo tipo. E’ stata una delle rassegne più perspicaci, più acute e più avveniristiche della musica contemporanea. Ci troviamo, quindi, di fronte ad un’istituzione che è una rara perla, soprattutto tenendo presente il disastro in cui versa attualmente non solo la musica e non tanto la musica, ma diciamo pure tutta la cultura italiana.

     
    D. - Negli anni ’80, il Campus fu protagonista di uno dei più importanti Convegni sulla musica sacra che è rimasto nella memoria non solo degli studiosi…

     
    R. - E’ stato un convegno molto aperto a tutte le correnti, a tutte le scelte artistiche relative alla musica sacra: c’erano i medievalisti; c’erano i cultori del periodo cosiddetto barocco; c’erano anche i cultori della musica sacra dell’Ottocento; un campo molto disatteso e sul quale gravano tuttora pesanti equivoci; e, c’erano i cultori e gli studiosi della musica moderna e della musica contemporanea.

     
    D. - Professore, qual è stata e quale è ancora oggi l’importanza del Campus di Sermoneta e del Festival Pontino nel panorama musicale internazionale?

     
    R. - Ha avuto un’importanza ineludibile, perché - stando ai miei ricordi e stando anche ad esperienze più recenti - al campus è passato un grande numero di compositori, di strumentisti, di concertisti, di ensemble provenienti da tutte le parti d’Europa. E’ stata una palestra per le forze emergenti sia del concertismo, sia della musicologia. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Chiesa e Società



    La lettera dei vescovi del Congo per l’anniversario dell’indipendenza

    ◊   È un bilancio cupo, tracciato da corruzione dei politici locali, accumulo di potere nelle mani di pochi per interessi personali, una storia di colpi di Stato, guerre a ripetizione e finte promesse sfociate in cattiva gestione della cosa pubblica, quello che la Conferenza episcopale della Repubblica Democratica del Congo fa in occasione del 50esimo anniversario dell’indipendenza del Paese. “Svegliatevi e restate svegli, non potete più fallire – è l’esortazione che i vescovi rivolgono ai politici in una lettera scritta per la ricorrenza del ‘Giubileo d’oro’, che coincide con il lavoro di preparazione alle prossime Presidenziali, previste nel 2011 – l’impegno politico è una delle forme più alte di carità e questa è un’occasione per chiedervi un impegno teso verso un ideale, quello del bene comune”. I presuli, riferisce l'agenzia Misna, chiedono alla politica una società meritocratica, la lotta al clientelismo e al nepotismo, e fanno riferimento alla visibilità che l’Africa ha ottenuto grazie al sinodo dei vescovi per il continente, svoltosi l’anno scorso in Vaticano. “Il Congo non soffre per la mancanza di ricchezze – ricorda infine la Conferenza episcopale – ma per la mancanza di giustizia distributiva”. (R.B.)

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    La Bibbia del fanciullo si arricchisce di altre 8 lingue africane

    ◊   Parlerà le lingue Luanda e Luvale nello Zambia, la lingua Konkomba in Ghana, il Chindau e il Makonde in Mozambico, ma anche il Luo in Kenya, il Boko in Benin e il Bari in Sudan, la Bibbia del fanciullo, che si arricchisce oggi di 8 nuove traduzioni in altrettanti idiomi africani. In Africa la diffusione della Bibbia non è solo uno strumento di evangelizzazione, ma un mezzo per combattere l’analfabetismo: “È un grande aiuto al nostro lavoro pastorale – commenta il presidente della Conferenza episcopale sudanese e vescovo di Wau, Rudolf Deng Majak – le nostre famiglie hanno sete della Parola di salvezza di Dio”. D’accordo anche il vescovo di Farafangana, in Madagascar, Benjamin Marc Ramaroson: “A tutti quelli che imparano a leggere ne regaliamo una copia”, ha promesso. L’iniziativa è stata resa possibile dal finanziamento di 22mila euro dall’ufficio inglese dell’associazione Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs): “Rispondiamo così a un desiderio del servo di Dio Giovanni Paolo II – spiega il fondatore di Acs, padre Werenfried van Straaten – che aveva indicato la necessità di portare la Parola ai più deboli e ai bambini che vivono nella miseria”. La Bibbia sarà accompagnata da un poster con 55 illustrazioni che aiuteranno a comprendere meglio il testo. La Bibbia del fanciullo ha alle spalle una lunga storia: il testo originale fu scritto in tedesco nel 1979 dalla teologa Eleonore Beck e illustrato dalla suora spagnola Miren Sorne. Da allora, ne sono state stampate circa 48 milioni di copie in 67 lingue, distribuite in oltre 140 Paesi. (R.B.)

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    Burkina Faso: aiuti agli agricoltori per far fronte alla siccità

    ◊   Distribuzione di sementi selezionate a 100.000 agricoltori e sostegno a quelli delle zone di maggiore produttività che devono fornire cibo alle aree che ne hanno bisogno: è il doppio intervento promosso dall'Organizzazione dell'Onu per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao) e l'Unione Europea (Ue) in Burkina Faso dove la produzione di cereali è diminuita del 17% nel 2009 a causa di piogge insufficienti. Il crollo dei raccolti dovuto alla siccità alimenta il circolo vizioso dei prezzi alti al consumo, aggravando ulteriormente l'insicurezza delle popolazioni burkinabé ma anche nei vicini Niger, Mali, Mauritania e Ciad, paesi del Sahel dove in tutto più di 10 milioni di persone sono a rischio fame. L'intervento in Burkina Faso si propone di migliorare la sicurezza alimentare di 860.000 famiglie contadine, in tutto circa sei milioni di persone, favorendo una più elevata produttività grazie alle sementi selezionate e oltre l'emergenza di promuovere un sistema sostenibile di sementi certificate. Nel frattempo, sostenendo 900 produttori del sud non sottoposto a una lunga siccità, Fao e Ue puntano a compensare i deficit produttivi all'interno dello stesso paese grazie alla solidarietà alimentare: una parte del cibo prodotto nelle regioni meridionali viene inviato nelle zone a rischio fame per compensare il deficit in cereali. Esperti riuniti di recente a Niamey (Niger) avvertono per il periodo delle piogge, che va da luglio a settembre, del forte rischio di inondazioni in diversi paesi del Sahel con il conseguente danneggiamento delle coltivazioni. (R.P.)

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    Un viaggio di tre mesi in Sudafrica per le reliquie di Santa Teresa di Lisieux

    ◊   Si è conclusa ieri la prima tappa del viaggio delle reliquie di Santa Teresa di Lisieux in Sudafrica, nel convento delle Carmelitane a Benoni, diocesi di Johannesburg, dove si è svolta una processione solenne con pioggia di petali di rosa e le reliquie che sono state esposte per tre giorni nella cappella del convento. Il viaggio prosegue ora alla volta di Geluksdal, precisa l’agenzia Fides, ma in tre mesi attraverserà tutto il Paese. Santa Teresa di Lisieux, che morì a 24 anni, è proposta come “un modello per i giovani, soprattutto perché non abbiamo Santi sudafricani – spiega padre Vusi Sokhela, che ha organizzato la visita – forse un giorno, e proprio grazie a questa visita, le reliquie di un Santo africano faranno un viaggio in Francia”. L’itinerario prevede oltre 24 tra chiese, monasteri e altre istituzioni religiose nel corso delle 12 settimane di visita. Tra le tappe fondamentali si ricordano: la cattedrale cattolica di Johannesburg, a Doorfontein, dove si terrà una veglia notturna il 10 luglio; la Casa di Madre Teresa; un ospizio a Yeoville il 23 agosto e la Regina Mundi di Soweto, dove avrà luogo una cerimonia di venerazione il 26 agosto. (R.B.)

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    Sri Lanka: a un anno dalla fine della guerra i profughi iniziano a tornare a casa

    ◊   A oltre un anno dalla fine della guerra con le Tigri Tamil, il più grande campo profughi dello Sri Lanka, Menik Farm, è ancora in piedi, anche se si sta lavorando duramente per far tornare a casa la popolazione a un ritmo di duemila persone a settimana. Nonostante questo, nella zona, ampia 6.5 km quadrati e comprendente anche cinque aree coltivate attive dopo la chiusura di altri campi sparsi fra Trincomalee, Jaffna, Masnnar e Vavuniya, sono ospitati ancora 50mila sfollati. La Fides avverte che il governo ha preso in carico le operazioni di sminamento e sta procedendo con il rimpatrio degli sfollati. “Non dispone, però, di tutte le risorse necessarie”, denuncia il direttore della ong locale National peace Council, Jehan Perera. (R.B.)

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    Celebrata a Singapore la Giornata mondiale per i rifugiati: un problema sempre attuale

    ◊   A Singapore, venerdì scorso, si è celebrata la Giornata mondiale per i rifugiati: una questione molto delicata nel Paese asiatico, dove chi arriva senza regolare permesso viene fermato e fatto espatriare e dove il procedimento per ottenere il diritto di asilo è lungo e complesso e trovare lavoro altrettanto difficile. “Il problema dei rifugiati è una sfida attuale per tutti noi, oggi come negli anni Ottanta – dice ad Asianews l’arcivescovo di Singapore, Nicholas Chia – quando i primi vietnamiti arrivarono a Singapore sulle loro barche”. Il compito della Chiesa, nelle parole del presule, è trovarli e aiutarli, in linea con le Nazioni Unite che hanno scelto come tema per la Giornata del 2010: ‘Gente reale, necessità reali’. Alla celebrazione che si è svolta nella chiesa di Cristo Risorto, organizzata dal Servizio dei Gesuiti per i rifugiati, hanno preso parte circa 400 fedeli; la funzione è stata accompagnata da un’esibizione di rifugiati provenienti dal Myanmar, dallo Sri Lanka e dal Nepal, e preceduta da una vendita di manufatti che i rifugiati confezionano per mantenersi con dignità, dato che non è loro consentito lavorare al di fuori dei campi. Nel corso dell’omelia, padre Prakash Louis, direttore regionale per l’Asia meridionale del Jrs, ente cattolico che lavora in 56 Paesi e in zone colpite da guerra e disastri naturali, ha parlato della difficile realtà vissuta dai rifugiati e dell’impegno della Chiesa finalizzato ad aiutarli a costruirsi una vita migliore. (R.B.)

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    Al via in Messico il terzo congresso nazionale di comunicazione indigena

    ◊   Parte oggi la due giorni del terzo congresso nazionale di comunicazione indigena in Messico, dove è sentito come molto pressante il problema di comunicazione con le popolazioni indigene. L’obiettivo dell’incontro, riferisce la Fides, è arrivare a elaborare un progetto di legge che riconosca il diritto all’informazione e alla comunicazione dei popoli indigeni. Il congresso mira anche a definire l’agenda nazionale e la progettazione di un piano di lavoro per migliorare le condizioni che favorisconono lo sviluppo di media destinati alla comunità indigena. In particolare, tali mezzi di comunicazione dovranno affrontare temi come la difesa contro la repressione e l’oscuramento, avvenuto in passato, della comunicazione di produzione indigena. Il congresso avrà luogo al Palazzo legislativo di San Lázaro, sede della Camera dei deputati a Città del Messico. (R.B.)

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    Repubblica Ceca: Assemblea dei vescovi su Bibbia, matrimonio e assistenza sanitaria

    ◊   L’assemblea plenaria estiva della Conferenza episcopale Ceca si svolgerà il 2-3 luglio a Vehlerad, in Moravia. I vescovi di Cechia, Moravia e Slesia si incontreranno ormai tradizionalmente nella nota meta di pellegrinaggio in cui il 5 luglio si celebra la Festa dei Santi Cirillo e Metodio, con il pellegrinaggio nazionale a Vehlerad. Tra i temi all’ordine del giorno - riferisce l'agenzia Sir - vi è il progetto della Bibbia per i giovani, le linee-guida della Conferenza episcopale per la preparazione al sacramento del matrimonio e le attività pastorali nel servizio di assistenza sanitaria. Alla plenaria, che sarà diretta da mons. Dominik Duka, presidente della Conferenza episcopale e arcivescovo di Praga, parteciperanno anche rappresentanti di ordini religiosi maschili e femminili. È inoltre prevista la presenza di mons. Jean-Louis Bruguèse, Segretario della Congregazione per l’educazione cattolica e di mons. Jan Mráz, rettore del Pontificio Collegio Nepomuceno di Roma, in cui vengono formati molti teologi e sacerdoti cechi. I vescovi parteciperanno anche alla Messa del 5 luglio, in onore dei Santi Cirillo e Metodio, che sarà presieduta dal cardinale Miloslav Vlk. (R.P.)

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    Al via in Inghilterra ‘Invocation 2010’: raduno della gioventù per approfondire la propria fede

    ◊   Come saprò che sto facendo la cosa giusta per la mia vita? Che cos’è la preghiera? Che cos’è la vocazione e cosa significa per la mia vita? Sei pronto a rispondere alle necessità dei tempi attuali? Sei pronto a rendere testimonianza? A rispondere a queste e a molte altre domande che attanagliano i giovani è dedicato ‘Invocation 2010’, un evento che si svolgerà dal 2 al 4 luglio prossimi al St.Mary’s College di Oscott, diocesi di Birmingham, Inghilterra. Al festival, specifica l'agenzia Zenit, sono invitati tutti i ragazzi e le ragazze tra i 16 e i 35 anni che vogliono approfondire il proprio rapporto con Dio e non escludono di abbracciare la vita religiosa: si tratta del primo evento di questo genere per la Chiesa cattolica d’Inghilterra, a pochi mesi dalla visita pastorale del Papa, prevista a settembre. Fra laboratori, momenti di preghiera e di riflessione, i circa 300 partecipanti potranno ricevere le testimonianze di un centinaio di sacerdoti, suore e presuli, come padre Christopher Jamison, dell’abbazia di Worth, apparso nella serie tv ‘The Monastery’, o suor Gabriel Davison, clarissa della comunità vicino Arunden, che ha recitato per la Bbc in ‘The Convent’. Tra gli oratori, anche l’arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols: “Ciascuno di noi è chiamato a crescere e maturare dall’infanzia della fede a una volontà matura – ha detto – per essere strumenti non della nostra ambizione personale, ma della volontà di Dio”. Infine, secondo padre Stephen Langridge, presidente dei direttori vocazionali di Inghilterra e Galles, i giovani “non è che non sentono la chiamata di Cristo, ma non hanno nessuno con cui parlarne. Non sanno come interpretarla, e noi vogliamo offrire loro uno spazio d’ascolto”. (R.B.)

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    24 Ore nel Mondo



    L'Fbi arresta 10 presunte spie russe. Mosca indignata chiede spiegazioni

    ◊   Mosca esprime rammarico per l’operazione, giudicata “gratuita e strumentale”, che ha portato ieri all’arresto in vari Stati americani, di 10 presunte spie dei Servizi segreti esteri russi. Uno è ancora latitante. L'indagine dell’FBI è partita quando è stato intercettato un messaggio proveniente dal quartier generale degli 007 russi a Mosca, e destinato a due degli agenti in servizio negli Stati Uniti. Nove degli arrestati sono accusati anche di riciclaggio di denaro. “Cose da guerra fredda”, in un momento di distensione dei rapporti bilaterali, ha commentato il ministero degli Esteri russo, che attende chiarimenti da Washington. Ma chi sono questi agenti e come agiscono? Gabriella Ceraso ne ha parlato con Alessandro Corneli docente di Storia delle Relazioni Internazionali alla Luiss:
     
    R. – Lo schema della spia dormiente è uno schema che è stato applicato dalla fine della II Guerra Mondiale. E’ un meccanismo che dà i suoi frutti a distanza di tempo. Quindi, si tratta di persone che quantomeno stavano da 20, 30 anni negli Stati Uniti e che dovevano soprattutto infiltrarsi negli ambienti dell’economia, della finanza, quella che si chiama l’Intelligence economica, più che negli aspetti tradizionali e militari, com’era nel periodo più duro della Guerra Fredda.

     
    D. – Alcuni esperti sostengono che questa azione dell’Fbi è un messaggio politico lanciato dagli Stati Uniti ai russi, un segnale che comunque arriverebbe in un momento di apparente serenità nei rapporti bilaterali: vedi l’incontro che c’è stato la settimana scorsa tra i due leader?

     
    R. – Non credo che questo sia un segnale di ritorno alla Guerra Fredda o cose del genere. Obama ha diversi obiettivi da perseguire. Innanzitutto, deve cercare di riequilibrare la dipendenza in un certo senso dalla Cina. Quindi, ha strategicamente bisogno di rafforzare i rapporti con la Russia. Quindi, non ha nessun interesse a creare dei problemi. Secondo, Obama deve dimostrare anche all’interno che non ha abbassato la guardia, perché è impegnato sul fronte mediorientale, iracheno, afghano. Mesi fa c’è stata quella smagliatura nel sistema di sicurezza, per cui un potenziale terrorista aveva passato tutte le barriere e avrebbe potuto compiere un attentato. Quindi, i servizi di Intelligence erano stati mesi sotto accusa. A quel punto si trova il segnale per l’opinione pubblica da buttare in pasto alla gente, che dice “Bene, abbiamo preso dieci spie russe”, che naturalmente non modifica la realtà della situazione.

     
    D. – Quali tipi di informazione, secondo lei, ad oggi, si possono ricercare in ambienti come sono quelli Usa-Russia?

     
    R. – Interessa soprattutto l’insieme delle decisioni economiche e finanziarie, quindi, i movimenti dei grandi gruppi, le intenzioni dei grandi gruppi nazionali sia di imprese private sia anche di strutture internazionali: Fondo monetario, Banca mondiale, l’Onu stessa.

     
    D. – Questo sempre, anche in un’epoca di distensione di rapporti bilaterali?

     
    R. – A maggior ragione, perché la circolazione dei capitali, delle persone, delle tecnologie si fa più intenso e quindi diventa maggiormente interessante.
     
    Iran Nucleare
    L'Iran è pronto a tornare al tavolo delle trattative sul nucleare, ma ha deciso di rinviarne l'inizio di altri due mesi per ''punire'' le grandi potenze che hanno imposto nuove sanzioni a Teheran lo scorso 9 giugno in sede ONU. È la decisione espressa ieri dal presidente iraniano Ahmadinejad, che ha inoltre posto una serie di condizioni alla ripresa dei negoziati. Il leader iraniano ha anche rimandato al mittente definendole come “baccano” le dichiarazioni del capo della Cia, Leon Panetta, secondo il quale Teheran possiede abbastanza uranio da costruire in due anni due bombe atomiche. Le diplomazie intanto lavorano per far ripartire i negoziati: il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, in una conferenza stampa a Gerusalemme assieme al ministro degli Esteri israeliano Lieberman, ha proposto di organizzare un incontro tecnico tra Russia, Usa, Iran e Aiea per discutere della possibilità della fornitura di combustibile per un reattore iraniano di ricerca medica.
     
    Afghanistan
    Le vittime tra il contingente militare straniero hanno superato le 100 unità nel mese di giugno che sta per chiudersi. Si tratta della cifra più alta su base mensile dall’inizio del conflitto nel 2001. E anche oggi sul terreno si registrano nuove violenze: uno sconosciuto afghano ha aperto il fuoco oggi nel distretto diplomatico di Kabul contro un veicolo dell'Onu uccidendone l'autista. Mentre alla periferia sud della capitale tre persone sono morte a seguito di violenti scontri fra centinaia di manifestanti e polizia davanti ad una scuola coranica. Intanto, centinaia di militari afghani e stranieri hanno attaccato nelle ultime ore a sorpresa basi di Al Qaida e di movimenti ad essa collegati nella provincia di Kunar, a ridosso della frontiera con il Pakistan.
     
    Pakistan
    Otto persone sono state uccise a colpi di arma da fuoco nella città portuale di Karachi presumibilmente in regolamenti di conti tra bande rivali. Mentre è di almeno dieci morti il bilancio di un raid aereo condotto all'alba sulla regione del Waziristan da un velivolo americano senza pilota. Due razzi sono stati lanciati contro un'abitazione del villaggio di Karikot, a poca distanza dal confine con l'Afghanistan. Sempre al confine, un commando di talebani ha attaccato nella zona tribale di Bajaur un reparto di militari pakistani in pattugliamento, uccidendone quattro.
     
    Medio Oriente
    Resta altissima la tensione al confine tra Israele e la Striscia di Gaza. Un palestinese è morto e altri tre sono rimasti feriti in un'operazione delle forze di sicurezza dello Stato ebraico contro la parte orientale di Gaza. Secondo fonti israeliane, la vittima è stata colpita poco dopo aver lanciato colpi di mortaio contro una postazione dell’Esercito vicino al confine. L’uomo sarebbe un militante delle Brigate Abu Ali Mustafah, braccio armato del Fronte popolare per la liberazione della Palestina.
     
    Cina Taiwan
    Cina e Taiwan hanno firmato in questi giorni uno storico accordo economico, impegnandosi a ridurre i propri dazi per rafforzare gli scambi commerciali. L’intesa rappresenta il primo importante passo verso la riconciliazione a 60 anni dalla guerra civile: l’isola si è sempre proclamata indipendente ma Pechino la considera una provincia ribelle. Questo risultato potrà davvero consentire il superamento delle vecchie divergenze del passato? Eugenio Bonanata lo ha chiesto a Fernando Mazzetti, giornalista esperto dell’area:
     
    R. - Che l’integrazione economica possa avvenire, non c’è dubbio, ma non fino al punto da essere vera e propria integrazione politico-sociale. I taiwanesi, ormai da decenni, hanno assaporato il gusto della libertà e della democrazia e non ci staranno.

     
    D. - Cosa comporta economicamente questo accordo?

     
    R. - Queste intese abbasseranno le tariffe doganali sulle esportazioni di Taiwan verso la Cina e quelle delle Cina verso Taiwan. E’ chiaro che nell’immediato chi se ne gioverà di più è Taiwan, perché - secondo i termini dell’accordo - il 16 per cento delle esportazioni di Taiwan verso la Cina verrà toccato in modo favorevole da queste intesa e quindi una fortissima riduzione dei dazi doganali, se non addirittura esenzione totale. Queste stesse intese fissate nell’accordo, invece, riguardano soltanto il 10 per cento delle esportazioni della Cina verso Taiwan.

     
    D. - In questi giorni ci sono state manifestazioni di protesta a Taiwan, chiedendo che l’intesa venga sottoposta a referendum. Perché?

     
    R. - I piccoli produttori di Taiwan temono che l’isola possa essere invasa da prodotti della Cina continentale a basso costo, mettendoli così fuori mercato. Tutto si riassume nell’opposizione politica all’accordo, perché si teme che Taiwan si leghi troppo alla Cina continentale in termini economici, diventando parte del sistema economico della Cina continentale e quindi eccessivamente dipendente da Pechino.
     
    Grecia sciopero
    Trasporti e servizi pubblici nel caos in Grecia per il quinto sciopero generale delle principali sigle sindacali a partire da febbraio, contro le misure di austerità volute dal governo di Atene. La mobilitazione sta causando numerosi disagi al traffico aereo, con la cancellazione di una cinquantina di voli verso le isole greche. I controllori del traffico aereo hanno però deciso di non aderire alle agitazioni per salvaguardare l'industria del turismo. E in mattinata si sono registrate nuove tensioni di piazza con la polizia greca che ha lanciato gas lacrimogeni per impedire ad una manifestazione sindacale di raggiungere l'entrata del Parlamento.
     
    Romania: allerta maltempo
    È giunto a 16 il numero delle vittime delle violente inondazioni che hanno colpito la Romania dalla scorsa settimana. Nove i dispersi. Le inondazioni hanno toccato oltre 1500 abitazioni in 73 località del Paese e più di 9500 ettari di terreni agricoli. In due dipartimenti della Romania ancora oggi vige lo stato di massima allerta.
     
    Italia, sentenze Mafia
    Il senatore Marcello Dell'Utri è stato condannato a sette anni di reclusione dai giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo, per concorso esterno in associazione mafiosa. In primo grado al parlamentare del Pdl erano stati inflitti nove anni di reclusione. La Corte, riformando la sentenza di primo grado, ha invece assolto Dell'Utri alle condotte contestate in epoca successiva al 1992 perchè “il fatto non sussiste”, riducendo così la pena da nove a sette anni di reclusione ed escludendo qualunque “patto” tra lo Stato e Cosa Nostra subito dopo le stragi. L’attenzione è spostata ora sul dibattimento che vede imputato l'ex governatore della Sicilia, Salvatore Cuffaro, accusato anche lui di concorso esterno in associazione mafiosa. I pm Nino Di Matteo e Francesco Del Bene ne hanno chiesto ieri la condanna a dieci anni di reclusione.
     
    Burundi
    Scarsa l’affluenza alle urne, ieri, in Burundi per le presidenziali che hanno visto in corsa un unico candidato, il presidente uscente Pierre Nkurunziza. Il voto cade in un momento particolarmente delicato per il Paese africano, da poco uscito da 13 anni di devastante guerra civile, con un bilancio di 300 mila morti tra il 1993 e il 2006.
     
    Marea Nera
    Come previsto, si è rafforzata sul Golfo del Messico la tempesta tropicale Alex. Ad annunciarlo il Centro Uragani americano precisando che “potrebbe diventare un uragano nelle prossime 48 ore” e che potrebbe ostacolare le operazioni di recupero del greggio nel Golfo del Messico. In attesa che si calmino le acque, i tecnici della Bp hanno infatti rinviato alla prossima settimana l’operazione per aprire sul fondo del Golfo due nuovi pozzi di emergenza in grado - in teoria – di fermare una volta per tutte la fuga di petrolio. Intanto, secondo le immagini di un satellite dell'Agenzia Spaziale Europea, la marea nera comincia a formare un vortice e il petrolio ha ormai invaso tutto il Golfo del Messico mentre continua ad essere trascinato dalla parte inferiore della corrente del Golfo. È anche per questo che diventano sempre più consistenti le voci di imminenti dimissioni dell'amministratore delegato di Bp, Tony Hayward, travolto dall'indignazione del Congresso americano e dall'ira della gente del Golfo. Oggi il vicepremier russo, Igor Sechin, ha dato per certo che Hayward sta per lasciare, ma il gruppo Bp ha subito smentito.
     
    Messico: i Narcos uccidono candidato governatore
    Un commando del narcotraffico ha ucciso il politico Rodolfo Torre, candidato a governatore dello Stato di Taumalipas, a ridosso della frontiera con gli Usa. Uccise anche sette persone che si trovavano con lui. Torre, a capo di una coalizione dello storico Partito rivoluzionario istituzionale (Pri), era giudicato nettamente il favorito. Le elezioni sono in programma per il 4 luglio. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 180

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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