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Sommario del 26/06/2010
Il Papa al Circolo San Pietro: anche a Roma ci sono situazioni di disagio che chiedono testimonianze di carità
◊ C’è bisogno di carità materiale e spirituale: è quanto affermato da Benedetto XVI nell’udienza ai soci del Circolo San Pietro, ricevuti in udienza stamani in occasione della consegna dell’Obolo di San Pietro. Il Papa ha ribadito l’importanza dell’amore per i poveri, richiamando anche il modello del Santo Curato d’Ars a cui è stato dedicato l’Anno Sacerdotale appena concluso. L’indirizzo d’omaggio è stato indirizzato dal duca Leopoldo Torlonia, presidente generale del Circolo di San Pietro. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Carità e testimonianza” continuino ad essere le linee guida del vostro apostolato: è l’esortazione di Benedetto XVI ai Soci del Circolo San Pietro, al quale ha manifestato la sua riconoscenza per la “generosa opera al servizio della Santa Sede”. La consegna dell’Obolo di San Pietro raccolto nelle Chiese di Roma, ha aggiunto, manifesta l’affetto degli abitanti di questa Città nei confronti del Successore di Pietro, ma esprime pure “la concreta solidarietà della Santa Sede verso le tante realtà di disagio e di indigenza che, purtroppo, permangono a Roma e in tante parti del mondo”:
"Avvicinando le parrocchie romane e gestendo centri di assistenza e di accoglienza nella Capitale, voi avete la possibilità di cogliere direttamente le molteplici situazioni di povertà ancora presenti; al tempo stesso, potete anche constatare quanto sia intenso nella gente il desiderio di conoscere Cristo e di amarlo nei fratelli".
Il Papa ha dunque invitato il Circolo San Pietro a trarre vigore dalla preghiera e dallo spirito di sacrificio “per portare copiosi frutti di bene sia nella comunità cristiana che nella società civile”:
“Continuate ad essere questo segno concreto della carità del Papa verso quanti si trovano nel bisogno sia in senso materiale che in senso spirituale, come pure verso i pellegrini che giungono a Roma da ogni parte del mondo per visitare le tombe degli Apostoli e per incontrare il Successore di Pietro”.
Benedetto XVI è così ritornato all’Anno Sacerdotale da poco concluso e in particolare alla figura di San Giovanni Maria Vianney. Il Santo Curato d’Ars, ha affermato, “è un modello di vita evangelica non solo per i sacerdoti, ma anche per i laici, specialmente per quanti, come voi, sono impegnati nel vasto campo della carità”:
“Un aspetto peculiare della vita di questo umile prete fu infatti il distacco dai beni materiali. Egli non possedeva nulla, distribuiva tutto ai più bisognosi; per sé non sentiva necessità di niente: tutto considerava superfluo. L’amore ai poveri lo aveva imparato da fanciullo, vedendo come venivano accolti e assistiti dai suoi genitori, in casa”.
“Questo amore – ha soggiunto – lo portò, nel corso della sua vita sacerdotale, a distribuire agli altri tutto ciò che aveva”. E ha ricordato che diede vita anche ad una casa di accoglienza, che chiamò “La provvidenza”, per bambine e ragazze povere. “Il suo esempio”, è stata l’esortazione del Papa, costituisca per i soci del Circolo San Pietro, “un costante invito a spalancare le braccia ad ogni persona che ha bisogno di un segno tangibile di solidarietà”.
Altre udienze e nomine
◊ Benedetto XVI ha ricevuto nel corso della mattinata, in successive udienze, i cardinali Giovanni Lajolo, presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, e Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi, nonché il dott. Ishmael Noko, Segretario Generale della Federazione Luterana Mondiale, insieme con la consorte.
Il Papa ha nominato Membri della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede Sua Eminenza Reverendissima il cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo di Lima, e il cardinale Lluís Martínez Sistach, arcivescovo di Barcellona.
Passi avanti nelle relazioni fra Santa Sede e Vietnam: il Papa nominerà un suo rappresentante non residente nel Paese asiatico
◊ Il Papa procederà nel prossimo futuro alla nomina di un suo rappresentante non residente in Vietnam. E’ questo il significativo passo in avanti registrato nei rapporti diplomatici tra la Santa Sede e il Paese asiatico, scaturito nel corso del secondo Incontro del Gruppo di lavoro congiunto che ha impegnato delegati dei due Stati il 23 e il 24 giugno scorsi in Vaticano. I particolari nel servizio di Alessandro De Carolis:
Gli apprezzati “sviluppi positivi” seguiti al primo Incontro del Gruppo Congiunto di Lavoro, avvenuto ad Hanoi nel febbraio 2009, e "specialmente l’incontro tra il Papa Benedetto XVI e il Presidente del Vietnam, Nguyen Minh Triet, nel dicembre 2009” hanno prodotto un importante passo in avanti nelle relazioni bilaterali fra santa Sede e Vietnam. Al fine di approfondirle, e all scopo di approfondire anche “i legami tra la Santa Sede e la Chiesa Cattolica locale, è stata convenuta come primo passo – si legge nella nota ufficiale – la nomina da parte del Papa di un Rappresentante non-residente della Santa Sede presso il Vietnam”.
Nella due giorni di lavoro in Vaticano, si afferma nel resoconto ufficiale, la delegazione vietnamita ha ricordato “le linee costanti” della politica di “rispetto della libertà di religione e di credo come pure le misure legali di garanzia della sua attuazione” perseguite dal Paese asiatico, che vanta circa 6 milioni di cattolici, una percentuale rispetto al totale della popolazione seconda solo alle Filippine in tutta l’Asia. “La Delegazione della Santa Sede – prosegue il comunicato – ha preso nota di questa spiegazione ed ha chiesto che vengano assicurate ulteriori condizioni che consentano alla Chiesa di partecipare con maggiore efficacia allo sviluppo del Paese, specialmente in ambito spirituale, educativo, sanitario, sociale e caritativo. La Delegazione della Santa Sede ha inoltre ricordato che la Chiesa nei suoi insegnamenti invita i fedeli ad essere buoni cittadini e quindi ad impegnarsi per il bene comune della popolazione”. “Sviluppi incoraggianti” sono stati poi riscontrati da ambo le parti “in varie aree della vita cattolica in Vietnam, specialmente in relazione all’Anno Giubilare”, che nel Paese celebra nel 2010 sia i 350 anni dalla creazione delle due diocesi del Nord e del Sud Vietnam, sia i 50 anni dall’istituzione della gerarchia cattolica locale.
Rilievo è stato dato anche al discorso di Benedetto XVI in occasione dell’ultima visita ad Limina dei vescovi vietnamiti e al Messaggio rivolto dal Papa alla Chiesa Cattolica in Vietnam, proprio in occasione dell’Anno Giubilare. La comune convinzione, si legge nella nota, è che “che questi insegnamenti del Santo Padre serviranno come orientamento per la Chiesa Cattolica in Vietnam negli anni a venire”. Al termine dei lavori, le due delegazioni hanno deciso di incontrarsi in data da stabilirsi per una terza volta. In occasione dell’Incontro, conclude il comunicato, la delegazione del Vietnam ha compiuto una visita di cortesia all'arcivescovo Dominique Mamberti, segretario delle Relazioni della Santa Sede con gli Stati, al prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e al Vicariato della Diocesi di Roma. La delegazione, si informa infine, ha anche fatto visita all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù della Santa Sede in Roma.
Scambio di lettere credenziali per i reciproci rappresentanti diplomatici tra Santa Sede e Federazione Russa
◊ La Segreteria di Stato ha comunicato che oggi l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti della Santa Sede con gli Stati, “ha ricevuto le Lettere che accreditano il Sig. Nikolay Sadchikov come Ambasciatore della Federazione Russa presso la Santa Sede”. Prossimamente, precisa il comunicato, mons. Antonio Mennini presenterà al ministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergei Lavrov, “le Lettere Credenziali che lo accreditano come nunzio apostolico nella medesima Federazione”.
Il cardinale Bertone al convegno sulla "Caritas in veritate": serve un nuovo ordine economico a servizio della persona
◊ Un nuovo ordine economico a servizio della persona e dei popoli: è l’obiettivo indicato dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che stamani è intervenuto al settimo Simposio internazionale dei docenti universitari sul tema “Caritas in veritate: verso un’economia al servizio della famiglia umana”, ricordando che la Santa Sede segue gli sviluppi del G20. Il Simposio, che si conclude oggi, è organizzato dall’Ufficio Pastorale Universitaria del Vicariato e dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Sollecitato, a margine del convegno, sulla crisi dello stabilimento Fiat di Pomigliano, nel sud Italia, il cardinale Bertone ha auspicato che “si prendano decisioni a favore delle persone, delle famiglie, del lavoro per uno sviluppo umano integrale''. Il servizio di Fausta Speranza:
La Caritas in veritate e la crisi globale della finanza: il cardinale Bertone spiega quanti insegnamenti si potrebbero trarre:
“A fronte della crisi globale della finanza e delle sue gravi conseguenze negative per l’economia reale –seguiamo anche dall’Osservatorio della Santa Sede del Vaticano il G20 che si sta svolgendo in questi giorni – l’enciclica intende sollecitare un nuovo ordine economico per porre rimedio alla asimmetria tra istituzioni economiche ormai globalizzate e istituzioni giuridiche e politiche rimaste fondamentalmente agganciate a basi nazionali e locali”.
Un nuovo ordine economico, questo dovrebbe essere l’obiettivo principe in tema di economia. Tutto il suo discorso, spiega il cardinale segretario di Stato, è dedotto dagli insegnamenti della Caritas in veritate, l’Enciclica di Benedetto XVI di circa un anno fa, che rappresenta la Rerum Novarum di questo millennio. Nel titolo, le parole chiave per guardare all’economia globale. E, infatti, il cardinale Bertone chiede che la ragione economica sia guarita dalla carità e dalla verità:
“L’Enciclica è convinta che ciò sia realizzabile, perché una ragione economica guarita e ampliata nel suo esercizio dalla carità e dalla verità di Cristo è attingibile da ogni uomo. Se essa venisse accettata sarebbe possibile superare teorie economiche autoreferenziali, che trovano il loro presupposto nel postulato individualistico dell’homo oeconomicus”.
Nel contesto di una globalizzazione che porta in sé l’impulso all’unificazione dei popoli e dei loro destini, l’Enciclica lancia una sollecitazione precisa:
“L’Enciclica sollecita l’economia stessa a ripensarsi come attività umana che concorre allo sviluppo integrale dei popoli”.
“Un’economia a servizio del bene comune della famiglia umana”: questo è l’obiettivo ma ci sono tentazioni da vincere:
“All’elenco dei campi in cui si manifestano gli effetti perniciosi del peccato, si è aggiunto ormai da molto tempo – scrive il Pontefice – anche quello dell’economia. Ne abbiamo una prova evidente anche in questi periodi”.
E qui ci sono due aspetti che si intrecciano, da una parte l’uomo coi suoi limiti e dall’altra il limite concettuale di pensare l’economia come un’entità autonoma:
“La convinzione di essere autosufficiente e di riuscire ad eliminare il male presente nella storia solo con la propria azione ha indotto l’uomo a far coincidere la felicità e la salvezza con forme immanenti di benessere materiale e di azione sociale. La convinzione poi dell’esigenza di autonomia dell’economia, che non deve accettare influenze di carattere morale, ha spinto l’uomo ad abusare dello strumento economico in modo persino distruttivo”.
Di qui, la fotografia dei problemi dell’economia oggi:
“Questa assolutizzazione dell’economia finisce per sovvertire l’ordine tra fini e mezzi… Il bene comune del genere umano è depotenziato dal punto di vista antropologico ed etico e, anziché essere promosso, finisce per implodere”.
Cosa fare in concreto? Il cardinale Bertone indica due vie: “Una più forte collaborazione reciproca tra i governi” e una “riforma dell’architettura economica e finanziaria internazionale” con “forme innovative di protezione e di partecipazione anche delle nazioni più povere alle decisioni comuni”.
In Libano, la Beatificazione del Venerabile Stefano Nehmé, apostolo della carità. Intervista con mons. Angelo Amato
◊ Si tiene domani a Kfifan, in Libano, il rito di Beatificazione del venerabile Stefano Nehmé, religioso professo dell’Ordine Libanese dei Maroniti, vissuto nella prima metà del secolo scorso. La Messa di Beatificazione sarà presieduta dall’arcivescovo Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e rappresentante del Santo Padre alla cerimonia. Al microfono di Roberto Piermarini, mons. Amato si sofferma sulla realtà dei cristiani nel Libano di oggi:
R. - Oggi, il Libano è un microcosmo dell’Oriente cristiano, nel quale convivono una decina di comunità cristiane: Maroniti, Greco-Cattolici (Melchiti) e Greci Ortodossi, Armeni cattolici e Armeni ortodossi, Siri cattolici e Siri dissidenti Giacobiti e Nestoriani, Caldei e Latini. Anche il Libano, a suo modo, è una sorta di terra santa. Lo stesso Gesù, un giorno, sconfinò nel territorio fenicio di Tiro e Sidone. È qui che libera una giovane tormentata da un demonio, per la preghiera insistente della madre.
D. - Ci può dire qualcosa del Servo di Dio che sarà beatificato domani?
R. - In lui si nota uno stato di totale abnegazione, che lo porta ad accettare di restare fratello coadiutore, senza ambire al sacerdozio. Il lavoro dei campi, la sua misericordia verso i poveri, la rinuncia ad ogni distrazione sociale lo portarono a uno stato di alta perfezione monastica. Era conosciuto per il suo silenzio e per la sua riservatezza. Le sue parole non ferivano il prossimo. Era amato da tutti. Di buon mattino assisteva alla santa Messa, si comunicava e poi si recava al lavoro. I testimoni parlano della sua vita angelica, della sua calma e della sua pietà. Pregava molto e meditava a lungo.
D. - Ci può indicare qualche episodio particolarmente eloquente nel quale fu protagonista questo esemplare frate laico?
R. - Durante la prima guerra mondiale, quando la carestia flagellò la maggior parte delle famiglie, Frère Estéphan, che si trovava nel convento di Notre-Dame di Mayfouq, con una grande marmitta distribuiva il pasto a tutti i bisognosi. Faceva poi, con calma, il giro delle case, raccoglieva i bambini e dava loro pane e latte fresco. Un giorno, trovò un bimbo che piangeva accanto alla madre morta. Raccolse teneramente il piccolo tra le sue braccia e lo portò in salvo. In tal modo, salvò molti di questi bambini dalla carestia e dalla morte. Era poi uno spettacolo - dicono i testimoni - vederlo ritornare dal lavoro. Invece di riposarsi, visitava gli anziani del monastero: a uno dava da bere, a un altro puliva la camera, a un altro col viso triste regalava un sorriso.
D. - Mons. Amato, in cosa è consistito per lui l’esercizio eroico delle virtù?
R. - “Purezza di cuore” e “preghiera ininterrotta” sono i due pilastri della perfezione cristiana di Frère Estéphan. In questo duplice atteggiamento è racchiuso l’esercizio eroico delle virtù teologali e morali di questo santo. Era un monaco esemplare, fedele alle sue promesse religiose. Questa assoluta dedizione per gli orientali è indice di santità.
La solennità dei Santi Pietro e Paolo, la più "romana" fra le feste. Una riflessione di padre Federico Lombardi
◊ Un festa che parla di unità al ministero del Papa, di ecumenismo, di “romanità”. La solennità dei San Pietro e Paolo del 29 giugno è tutto questo, da lungo tempo. Una festa che vedrà Benedetto XVI presiedere nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura i Vespri della vigilia alle ore 18, e nella Basilica Vaticana la Messa di martedì prossimo, alle 9.30. Sui significati di questa solennità si sofferma il nostro direttore generale, padre Federico Lombardi:
La festa dei Santi Pietro e Paolo è la più “romana” fra le feste. Effettivamente, Roma è quello che è per la Chiesa universale proprio perché è il luogo del martirio e delle tombe dei due grandi apostoli. In questa festa vengono a Roma i nuovi arcivescovi, nominati nel corso dell’anno, per ricevere dalle mani del Papa il “pallio”, che porteranno sulle spalle nelle celebrazioni liturgiche, come segno della loro unione con lui nella guida delle loro Chiese e nella cura per la comunione della Chiesa universale. I palli vengono conservati nella nicchia più vicina alla tomba di Pietro, sotto l’altare centrale della Basilica, a picco sotto il vertice della grande cupola, che indica appunto il cuore della comunione della Chiesa.
In questa festa viene a Roma anche una delegazione del Patriarca ecumenico di Costantinopoli, per manifestare la fraternità fra le Chiese ortodosse e quella cattolica, nella speranza di una comunione più piena. Verso Roma guarda dunque da duemila anni chi prega, spera e lavora per l’unità della comunità dei credenti in Cristo. A Roma viene pellegrino per ritrovare le testimonianze di questa storia travagliata di passione per l’unità. Lo sguardo degli apostoli, qui venerati e presenti dai tempi più antichi - come testimoniano anche i recentissime ritrovamenti delle catacombe di Santa Tecla - ci accompagna nel cammino. La fede forte del Successore di Pietro, la sua lettura degli eventi guidata dallo Spirito, rimane il punto di riferimento più sicuro per chi vuole seguire Gesù Cristo, insieme agli altri credenti, nella concreta vicenda della nostra storia.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ In Vietnam un rappresentante non residente della Santa Sede: in prima pagina, la decisione del gruppo congiunto di lavoro riunito in Vaticano.
La Sede apostolica per i poveri di Roma e del mondo: l'udienza del Papa ai soci del Circolo San Pietro.
Nell'informazione internazionale, le credenziali dell'ambasciatore della Federazione Russa presso la Santa Sede presentate all'arcivescovo Dominique Mamberti.
Sviluppo a braccia alzate: sulla "Caritas in veritate" al servizio della famiglia umana, la relazione del cardinale Tarcisio Bertone alla Libera Università Maria Santissima Assunta, in occasione del settimo simposio internazionale dei docenti universitari.
Un articolo di Claudia Di Giovanni dal titolo "Sessanta secondi tutti al femminile": una donna alle origini del cinema.
I palpiti di un click: Gaetano Vallini sulla fotografia di Steve McCurry.
Appunti dal Mondiale: Damiano Tommasi sull'allenatore col cartellino rosso.
I vescovi tedeschi e l'eutanasia: nell'informazione religiosa, la controversa sentenza della Corte federale di giustizia.
Emmanuel Lanne e il circolo Koinonia: Eleuterio F. Fortino ricorda il monaco benedettino morto lo scorso 23 giugno.
Nell'informazione vaticana, sulla beatificazione, domani, di Stefano Nehmé, intervista di Nicola Gori a padre Paolo Azzi, postulatore generale dell'ordine libanese maronita.
La Giornata internazionale a sostegno delle vittime della tortura. Oltre 100 gli Stati che ancora la praticano nel mondo
◊ Crudele, degradante ed illegale. Sono i tre aggettivi che il segretario generale delle Nazioni Unite riserva alla pratica della tortura e a chi la mette in atto. Nell’odierna ricorrenza della Giornata internazionale in sostegno delle vittime di tortura, Ban Ki-moon lancia un accorato appello a tutti gli Stati membri dell’Onu perché ratifichino la Convenzione contro la tortura e la recepiscano come crimine nei loro ordinamenti. Nonostante tutto, nel mondo almeno 111 Stati praticano ancora oggi la tortura a fini politici ed intimidatori e le vittime sono milioni. Stefano Leszczynski ha intervistato Fiorella Rathaus, responsabile del progetto Vittime di tortura del Consiglio italiano per i Rifugiati:
R. – Innanzitutto, la tortura – anche secondo l’ultimo Rapporto di Amnesty International – è a tutt’oggi praticata in 111 Paesi del mondo: è un numero enorme se pensiamo che, appunto, tutti gli strumenti e le Convenzioni internazionali ormai sono storia consolidata. Il divieto di tortura è uno dei divieti più condivisi e il diritto a non essere sottoposto a tortura è, assieme a quello di non essere ridotto in schiavitù, uno dei diritti che non ammette nessun tipo di negoziazione e nessun tipo di deroga. Nonostante questo, la tortura a tutt’oggi è estremamente diffusa. Noi vediamo che tra i rifugiati che raggiungono l’Europa, il numero di quelli che hanno subito in prima persona esperienza di tortura è altissimo: circa il 25 per cento dei rifugiati.
D. – Questo è un tema particolare che potrebbe aiutare a far capire quanto è importante concedere l’asilo…
R. – Sì, c’è questo filo rosso tra questi due ambiti del diritto che dovrebbe farci riflettere sui rischi collegati a tutti i respingimenti, che da un anno a questa parte caratterizzano la politica italiana e l’accesso alla protezione.
D. – Anche perché quando parliamo di tortura, la prima cosa che viene in mente è la tortura per estorcere delle rivelazioni, la tortura a fini politici. Ma ci sono tanti altri aspetti…
R. – Assolutamente sì. Questa è l’accezione più diffusa nell’immaginario collettivo. Però sappiamo che la tortura è utilizzata soprattutto per far tacere le persone.
D. – Si ha un po’ l’impressione che, negli ultimi tempi, la sensibilità nei confronti del dramma della tortura sia un po’ calata a livello di opinione pubblica…
R. – E' vero. Questo che era un tabù, in qualche modo, negli ultimi anni, è stato rimesso in discussione proprio attraverso questa sorta di dibattito sull’utilizzo “positivo” della tortura. Ebbene: non ci sono utilizzi “positivi” della tortura. Quello che vorrei anche sottolineare è che a tutt’oggi, in Italia, il reato di tortura non è inserito nel Codice penale: e questa è un’altra, grande finestra su questo complotto del silenzio che da sempre circonda la tortura. Nelle varie legislature, ci sono stati vari disegni di legge, depositati e non depositati. Però, alla fine, non si è mai arrivati ad una legge sul reato di tortura.
Il commento al Vangelo della domenica di padre Bruno Secondin
◊ Nella 13.ma Domenica del Tempo ordinario, il Vangelo presenta Gesù che, avendo deciso di recarsi a Gerusalemme, manda avanti dei messaggeri. Costoro, entrando in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso, ricevono invece un rifiuto che li induce a rivolgere a Gesù – ricevendone poi un rimprovero – questa domanda:
“Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?”.
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Discepoli furiosi e discepoli generosi oggi nel Vangelo. I due fratelli Giacomo e Giovanni vorrebbero fulminare i samaritani che non hanno voglia di accogliere Gesù con tutti gli onori che spettano ad un famoso maestro. Pur facendo parte degli amici di Gesù, questi due fratelli non hanno capito niente della sua bontà, e rischiano di fare un macello, per troppo zelo. Come certi cristiani fanatici che sognano fulmini sugli atei…
E poi tre personaggi anonimi, tre tipi di discepoli: due si autopropongono e uno viene chiamato da Gesù stesso. Eppure su tutti e tre Gesù ha qualcosa da chiarire: non basta l’entusiasmo generoso per superare tutti gli ostacoli; come non bastano i sentimenti umani giusti per sottrarsi all’urgenza di un appello.
A tutti Gesù chiede la libertà e la disponibilità, senza rimpianti né sconti: chi lo vuole seguire non deve piangersi addosso, non deve spaventarsi delle difficoltà, sappia che deve andare controcorrente. E questo lo scorticherà sulla pelle viva.
Cosa avrebbe detto Gesù di certi cristiani d’oggi, credenti solo a parole, ma veri campioni di alibi e di compromessi?
Lunedì a San Paolo Fuori le Mura il Papa inaugurerà alcuni spazi restaurati
◊ Il Santo Padre Benedetto XVI si recherà lunedì nella Basilica di San Paolo fuori le mura per celebrarvi i primi Vespri della solennità dei Santi Pietro e Paolo, al termine dei quali inaugurerà importanti opere edilizie e culturali, progettate e avviate in occasione dell’Anno Paolino, dall’allora arciprete, il cardinale Andrea di Montezemolo, nel contesto del vasto programma di riordinamento e rivitalizzazione della Basilica da lui attuato con molteplici iniziative. Tra queste iniziative spiccano, per importanza, gli scavi nell’ipogeo che hanno dato visibilità al sepolcro dell’apostolo, il miglioramento delle strutture e dei servizi per l’accoglienza dei pellegrini, nonché la valorizzazione del patrimonio culturale. Proprio per questo, lungo la passeggiata archeologica, è stata appena costruita un’elegante pensilina coperta che preserva dal degrado i numerosi capitelli corinzi e alcuni resti di colonne della basilica teodosiana che sono sopravvissuti alla distruzione dell’incendio del 1823 e all’esposizione alle intemperie. A fianco è stato costruito un edificio che accoglie un punto di ristoro, il negozio per la vendita di libri, oggetti e souvenir religiosi e soprattutto il deposito delle quattromila sedie che servono per particolari cerimonie e che fino a ieri erano accatastate nella navata di sinistra della Basilica. Il piano interrato ha dato protezione a resti di edifici di epoca romana e medievale e a elementi del colonnato di tre chilometri che partiva dalla Piramide Cestia, resti affiorati di recente, nello scavo compiuto dal Pontificio Istituto di Archeologia cristiana e dei Musei Vaticani, che adesso vi allestiranno un’area archeologica e museale, facilmente visitabile. Il Papa inaugurerà anche una lunga galleria espositiva video sorvegliata, che con intenti didattici, in dieci vetrine blindate, accoglie oggetti che testimoniano la storia del complesso basilicale e monastico di San Paolo: arredi sacri, ceramiche, monete, medaglie e i reperti più significativi portati alla luce durante le recenti indagini archeologiche. La galleria ospita anche il calco artistico in gesso del famoso sarcofago cosiddetto “dogmatico”, ritrovato dopo l’incendio del 1823 e ora conservato nei Musei Vaticani. La galleria collegherà il complesso museale, rappresentato dal chiostro, dall’abbazia benedettina e dalla pinacoteca, all’area archeologica protetta. (A cura di Graziano Motta)
A Roma in programma diverse ordinazioni diaconali e presbiterali
◊ Si svolgerà oggi – riferisce l’Agenzia Fides – nella Basilica papale di Santa Maria Maggiore a Roma, l’ordinazione di tre nuovi sacerdoti italiani e di due diaconi, di cui un cileno e un tedesco, della Fraternità dei Missionari di San Carlo Borromeo. A presiedere la celebrazione vi sarà l'arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. Mentre i tre novelli sacerdoti saranno inviati in missione a Praga, ad Alverca - sobborgo di Lisbona - e a Colonia, l’anno di diaconato si svolgerà per ognuno dei due nuovi ordinati rispettivamente a Città del Messico e a Gerusalemme. Altre ordinazioni seguiranno nella stessa giornata nella Chiesa del Gesù a Roma, dove il presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, il cardinale Giovanni Lajolo, presiederà la nomina presbiterale di due diaconi gesuiti: uno, di nazionalità italiana, presterà servizio presso la Specola Vaticana, mentre l'altro, il primo di nazionalità turca, nato da genitori musulmani, si dedicherà agli studi sul dialogo interreligioso nel campo della teologia morale e della bioetica. Non si ferma qui il numero dei novelli diaconi, che riceveranno la nomina nei prossimi mesi estivi non solo in Italia ma anche in altri Paesi del mondo: circa sessanta religiosi dei Legionari di Cristo e 26 diaconi, rispettivamente provenienti uno dalla Germania, uno dalla Corea del Sud, quattro dagli Stati Uniti, tre dall’Italia, sedici dal Messico e uno dalla Nuova Zelanda. (C.F.)
Padre Pius, pro-vicario apostolico in Nepal: c'è bisogno di missionari per evangelizzare
◊ Occorrono nuovi missionari in Nepal perché “questo è il tempo favorevole per la missione”, spiega in un’intervista all’agenzia Fides il pro-vicario apostolico dello stato dell'Asia meridionale, padre Pius Perumana. Il religioso rivolge un particolare invito alle Congregazioni di tutto il mondo affinché inviino nuovi missionari nel Paese asiatico che vive un momento di transizione politico e sociale. “In questa fase di assestamento della vita pubblica del Paese – riporta l’agenzia Fides – vi sono spazi nuovi per la missione. La Chiesa cattolica ha il dovere di sfruttarli, di farsi presente con una proposta autentica e coerente del Vangelo”. “Nella comunità cattolica – riferisce padre Perumana – i battesimi continuano a crescere: siamo a circa 500 battezzati l’anno e questo è un segno positivo. Ma è anche vero che il proselitismo delle denominazioni protestanti, che sono 2 milioni nel Paese, crea 100 mila conversioni l’anno. La missione della Chiesa cattolica può essere più incisiva. Per questo invitiamo in Nepal sacerdoti, laici, missionari e lavorare nella vigna del Signore. Il Nepal è oggi un campo dove seminare il Vangelo. La Chiesa è sempre più impegnata nella società e riceve richieste di aprire nuove scuole. Vi è anche un risveglio delle vocazioni locali: abbiamo oggi otto seminaristi nepalesi e altri 4/5 studenti”. “I nuovi spazi e le nuove opportunità – spiega il pro-vicario – dipendono dal fatto che molti cittadini nepalesi si definivano indù, finché il Nepal è stato un regno con l’induismo come religione di Stato. Oggi, invece, molti scelgono liberamente il credo da seguire: il cristianesimo, l’islam, i culti tradizionali”. “Urge una predicazione aperta – prosegue padre Pius – occorre invitare la gente a partecipare a incontri di preghiera. A Godawari, abbiamo aperto di recente un centro di preghiera e molti sono interessati: hanno però bisogno di uno stimolo, di una scintilla. La Parola di Dio è potente, opera guarigioni, miracoli, conversioni dei cuori”. Proprio di recente, ricorda padre Pius, un maoista si è convertito chiedendo di conoscere Cristo e “dopo un periodo di prova e sofferenza, ha chiesto di essere battezzato e sta seguendo il cammino di catecumenato”. Il religioso rivolge anche un appello all’Assemblea costituente, che ha un altro anno per redigere la Costituzione, affinché sia riconosciuto ai credenti in Cristo “il piano diritto e la piena libertà religiosa, con la possibilità di costruire chiese, seminari, cimiteri”. (C.F.)
Messico: in ottobre il XIV Congresso nazionale missionario
◊ Dal 21 al 24 ottobre 2010 si svolgerà, in Messico, il XIV Congresso missionario nazionale (Conami) a Città Lazaro Cardenas, a Michoacan. “Come Maria, dobbiamo condividere la nostra fede con gioia” è il monito che sottende l’evento per il quale mons. Rafael Sandoval, vescovo di Tarahumara e responsabile della Commissione episcopale per le Missioni, ha espresso pieno entusiasmo e la speranza che ne segua grande partecipazione. Nell’invito scritto dal prelato per il congresso, reso noto dalle Pontificie Opere Missionarie del Messico all’agenzia Fides, si legge il passo del Vangelo di Luca riguardante l’incontro di Maria con la cugina Elisabetta. "Ella portava il Figlio di Dio nel suo seno – si legge dall’agenzia Fides – portava il Messaggio nel suo cuore. Così, quando ha salutato sua cugina, 'il bambino le sussultò nel grembo'". "Sussultare - si legge ancora - significa danzare, ballare, essere allegri… Io sono il Vescovo di Tarahumara. Quando offro il messaggio di Cristo, la gente balla e si rallegra. Tutti i popoli e tutte le culture aspettano questa grande notizia che cambia la vita. Quindi Maria ci insegna a condividere con gioia ciò che abbiamo ricevuto". (C.F.)
Canada: il vertice mondiale delle religioni riflette su povertà, ambiente e pace
◊ Il 21 giugno scorso a Winnipeg, in Canada, si è svolto il vertice mondiale delle religioni 2010, il sesto di una serie di incontri interreligiosi associati alle attività del G8. Oltre 80 partecipanti in rappresentanza di tutte le grandi fedi da 20 Paesi del mondo - compresi, per la prima volta, i baha’i - si sono confrontati su come sconfiggere la povertà, proteggere l’ambiente e porre fine alle guerre, in vista del vertice del G8 a Toronto. Il segretario generale del vertice, reverendo James Christie, ha sottolineato come di vitale importanza siano i comportamenti dei Paesi del G8, perché, essendo quelli che hanno “denaro e potere” sono coloro che possono davvero cambiare le cose. Il Catholicos ortodosso di Cilicia degli Armeni, Aram I, ha evidenziato come non basti imparare a vivere uno accanto all’altro, ma si debbano “costruire comunità diverse, dialoganti e integrate, rispettando gli altri e vivendo assieme”. Al vertice, hanno partecipato anche esperti di diritti umanitari di differenti confessioni, che hanno invitato alla difesa del diritto alla libertà di religione, indispensabile affinché la sua influenza sul mondo sia progressiva e positiva. Nel corso del vertice, è stato elaborato un documento in cui si sono individuate le conclusioni riguardanti tre temi principali: sulla povertà si è osservato che affligge cronicamente oltre un miliardo di persone, specialmente donne e bambini; riguardo all’ambiente s’invita a prendersi cura della Terra e si denunciano i cambiamenti climatici contro i quali vanni intraprese “azioni audaci”; per la tutela della pace si sono condannati duramente il terrorismo e l’estremismo religioso che giustifica l’uso della violenza. (R.B.)
In Pakistan cristiani e musulmani uniti per la pace
◊ Religiosi cristiani e musulmani uniti nella lotta al terrorismo e nella promozione della pace e del bene comune: accade in Pakistan, dove prosegue il dialogo interreligioso tra la Chiesa e i leader islamici, mentre resta alta la tensione per gli attentati terroristici. Come riferisce la Fides, nei giorni scorsi c’è stato un incontro a Lahore di 200 tra sacerdoti e imam, in cui si è discusso della situazione del Paese e si è rinnovato l’impegno a cercare insieme strade di cooperazione per debellare l’estremismo e promuovere l’armonia nella società. La conferenza è stata presieduta dal vescovo ausiliare di Lahore, Sebastian F. Shaw, e organizzata dalla Commissione nazionale per il Dialogo interreligioso in seno alla Conferenza episcopale. Il capo della Commissione governativa per il Dialogo interreligioso, Syed Waseem Samad, presente all’incontro, ha assicurato che l’esecutivo garantirà gli stessi diritti e pari opportunità a tutti i cittadini e il rispetto dei diritti umani, e ha invitato il National Council for Inter-faith dialogue a continuare la propria opera in direzione della pace e dell’unità del Pakistan. A fine lavori l’assemblea ha adottato una risoluzione in cui si prevede il rispetto di tutti i simboli religiosi, la ferma condanna a discorsi che incitano all’odio e la richiesta al mondo dei media di raccontare con maggiore frequenza storie di pace e tolleranza nella società pakistana. (R.B.)
Nasce a Pescara l’Associazione "Beati Maria e Luigi" dedicata ai coniugi Beltrame Quattrocchi
◊ Il 18 giugno scorso, a Pescara, è nata l’associazione "Beati Maria e Luigi", dedicata alla prima coppia di sposi elevata alla gloria degli altari da Giovanni Paolo II nel 2001: Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi. L’associazione, fortemente voluta dalla figlia Enrichetta, l’unica dei quattro, tutti diventati religiosi, ancora in vita, darà seguito al lavoro della Fondazione già esistente e s’impegnerà nella promozione del modello di santità laicale e coniugale che la coppia rappresenta. L’associazione è stata presentata alla comunità parrocchiale di Santa Caterina da Siena. Lo statuto, approvato dal vescovo di Pescara, Tommaso Valentinetti, impone che al vertice sia sempre una coppia di sposi, novità storica per la Chiesa: i primi sono Attilio Danese e Giulia Paola Di Nicola. Gli obiettivi, esplicitati nello statuto, sono: la conoscenza della vita, delle virtù e della spiritualità dei beati coniugi, la conversione permanente della vita dei propri membri nel conformarsi sempre più al Vangelo sull’esempio della coppia; la formazione dei membri al servizio nella Chiesa e nella società, in modo particolare degli sposi e dei genitori; l’aiuto e la collaborazione alla postulazione della causa di canonizzazione dei beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi. I punti principali della spiritualità coniugale ispirata dagli sposi è particolarmente necessaria in un periodo in cui viene evidenziata la difficoltà di restare uniti nel matrimonio, mentre divorzi e separazioni sono diventati costume diffuso: “Da Maria e Luigi possiamo apprendere a vivere l’amore per l’altro considerato un vicario di Gesù in persona – dicono i presidenti – e a vivere nutrendoci di "tre pani", come diceva Maria, la vita spirituale, ossia l’Eucarestia, la Parola di Dio e la sua volontà che si manifesta negli eventi quotidiani e che chiamavano la "fedeltà nel minimo", la considerazione della solennità delle azioni apparentemente insignificanti che ogni giorno si vivono in famiglia”. Enrichetta ha ricordato, inoltre, che la mamma aveva un motto importante: "Guardare la realtà dai tetti in su", cioè non chiudersi all’orizzonte terreno, non appiattire il proprio sguardo sugli eventi, ma prendere distanza da essi e approfondire il senso che hanno per lo Spirito. (R.B.)
Pellegrinaggio notturno a Latina alla casa di Santa Maria Goretti
◊ Maria Goretti è un modello proponibile oggi a tutti i cristiani, “in modo particolare ai giovani”: così il vicario episcopale per la Pastorale della diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, don Felice Accrocca, presenta al Sir l’iniziativa di un pellegrinaggio notturno a piedi alla casa del martirio della Santa bambina. Il pellegrinaggio partirà stasera alle 23 dal piazzale antistante alla chiesa di Borgo Piave e attraverso le vie del quartiere si concluderà alle 6 di domenica mattina alla casa del martirio con la celebrazione officiata dal vescovo, Giuseppe Petrocchi. “Maria Goretti fu definita martire della purezza – ricorda don Felice Accrocca – oggi, come non mai, appare segno di contraddizione in una società che tratta spesso il corpo come oggetto di mercato e ha finito per fare del sesso un vero e proprio idolo”. (R.B.)
Da oggi un canale dell’Opus Dei su Youtube
◊ Da oggi, in occasione del 35.mo anniversario della morte del fondatore dell’Opus Dei, San Josemaría Escrivá, è attivo su Youtube un canale dedicato alla figura del Santo, uno dei pochissimi di cui si hanno immagini cinematografiche. Da qui si potrà accedere a diversi filmati in cui Escrivá parla di argomenti quali la vita cristiana, l’educazione, la famiglia: documenti unici che diffondono il suo messaggio in presa diretta. Nel canale, inoltre, si trovano testimonianze di fedeli all’Opus Dei, Prelatura personale della Chiesa, fondata nel 1928 con l’obiettivo di diffondere il messaggio che il lavoro e le circostanze ordinarie sono occasione d’incontro con Dio e di servizio agli altri per il miglioramento della società e che oggi collabora con le chiese locali per offrire attività di formazione. Nel canale, infine, sono presenti anche video relativi ai viaggi pastorali del Prelato, riprese di ordinazioni sacerdotali, incontri con i giovani e interviste. Dal canale, che si trova alla pagina "youtube.com/opusdeiit", ci si può collegare al sito ufficiale della Prelatura, tradotto in 30 lingue, che ogni anno totalizza sei milioni di visitatori e fornisce un servizio d’informazione tramite newsletter. (R.B.)
Messale e Breviario arrivano sul web grazie ad applicazioni su iPhone ed iPad
◊ Don Paolo Padrini, sacerdote della diocesi di Tortona, dopo aver lanciato diverse iniziative sul web – tra cui iBreviary, il breviario "digitale" – si appresta a presentare nuove applicazioni per due dispositivi tecnologici, iPhone ed iPad. Nello specifico – riporta l’agenzia Sir – si tratterebbe di inserire tutti i testi del Messale e del Breviario, romano ed ambrosiano, e le principali preghiere cattoliche su entrambi gli strumenti mobili. Riguardo all’iBreviary – riferisce il sacerdote all’agenzia Sir – l’innovazione “nasce dalla consapevolezza che anche la liturgia può trovare spazio e farsi aiutare dai moderni mezzi tecnologici”. “Si tratta di uno strumento a servizio della Chiesa, un modo per rendere concreti gli stimoli importanti che sono venuti dal convegno Cei ‘Testimoni digitali’”. Don Padrini le definisce iniziative che dovranno fungere da supporto ai libri cartacei, i quali “non spariranno mai, ma sarebbe un errore non sfruttare strumenti nuovi, soprattutto nel momento in cui stanno dimostrando la loro utilità anche in campo ecclesiale”. A fornirne prova, le centinaia di migliaia di download di iBreviary. L’applicazione - termina l’ideatore - “è gratuita e sarà disponibile dal prossimo mese in italiano, inglese, francese, spagnolo e latino”. (C.F.)
G8 in Canada. Fmi lancia l’allarme: a rischio 30 milioni di posti di lavoro
◊ I grandi della terra da ieri al lavoro in Canada. Primo appuntamento il G8 che si chiude questo pomeriggio in una Huntsville blindata, dove Stati Uniti, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Canada e Russia hanno iniziato a confrontarsi sul programma di lotta alla povertà. Approvato un piano di aiuti di 5 miliardi di dollari in 5 anni per la salute materna. Sul tavolo anche nucleare e terrorismo: stamane riunione su sicurezza internazionale e pace nel mondo. Ma resta centrake l’economia. Il servizio di Marco Guerra:
La seconda giornata del vertice G8 terminerà nel pomeriggio ad Huntsville, subito dopo i riflettori si sposteranno su Toronto, dove in serata si aprirà il quarto vertice G20. Ma in attesa della dichiarazione finale dei lavori a otto, restano tutte le distanze tra una parte e l’altra dell’Atlantico sulle ricette da adottare per uscire dalla crisi. I leader del Vecchio Continente insistono sul rigore dei conti mentre Obama sostiene la necessità di rilanciare la domanda per non soffocare i segnali di ripresa che ''prende piede'', ma che va incanalata. Il G8 è diviso anche sulla necessità di introdurre una tassa sulle banche fortemente voluta da Francia e Germania ma alla quale si oppone la Russia. C’è quindi molto scetticismo e un mancato accordo – ha avvertito ieri il Fondo Monetario Internazionale - potrebbe creare una situazione in grado di mettere a rischio 30 milioni di posti lavoro. Il documento conclusivo vedrà comunque gli otto grandi della terra prendere un impegno per la tutela della maternità. Atteso poi un passaggio sul terrorismo internazionale, così come sui grandi dossier internazionali: dal Medio Oriente all'Iran, dall'Afghanistan alla Corea del Nord. Un particolare riferimento anche alla fame del mondo che – dovrebbe affermare la dichiarazione finale - resta ''la sfida pressante'' del pianeta.
Marina Tomarro ha raccolto una riflessione sui temi al centro del G20 del prof. Stefano Zamagni, economista dell’università di Bologna, alla luce del messaggio dell’Enciclica sociale "Caritas in Veritate", ad un anno dalla pubblicazione:
R. - Nell’ultima parte dell’Enciclica, nell’ultimo capitolo, il Santo Padre parla della necessità, anzi dell’urgenza, di arrivare ad una autorità politica mondiale di tipo poliarchico e di tipo sussidiario. Attenzione, però: il Papa non parla del governo mondiale, che è tutt’altra cosa! Il Papa parla di autorità politica mondiale e dice: “La globalizzazione ha reso uniformi o meglio universali i mercati del lavoro, dei capitali, delle merci, però non ha fatto altrettanto per quanto riguarda i livelli di autorità, che sono rimasti basicamente nazionali". Ebbene, oggi ci sono problemi nuovi che possono essere risolti solo se si arriverà ad una autorità politica mondiale. Il Papa aggiunge poi che questa autorità politica deve essere di tipo poliarchico e soprattutto deve essere di tipo sussidiario e non centralistico. Ecco allora perché è necessario che i partecipanti al prossimo G20 facciano tesoro di questo accorato invito del Santo Padre per andare verso la soluzione di quei problemi che sono di uso e di pratica comune. Pensiamo ai commons, ai beni di uso comune. Nessuna autorità nazionale potrà mai risolvere il problema dei commons.
Medio Oriente
Ieri giornata nel ricordo di Ghilad Shalit, il caporale israeliano da 4 anni nelle mani di Hamas. I suoi genitori domani inizieranno una marcia che in 12 giorni li porterà davanti alla casa del premier Netanyahu. A loro si è rivolto il presidente francese Sarkozy che in una lettera ha sottolineato come l’assedio di Gaza non favorirà il rilascio del figlio. Intanto nella Striscia dovrebbe arrivare una missione dell'Unione Europea approvata da Israele.
Pakistan censura
I contenuti anti islamici del web nel mirino della giustizia pakistana. La Corte suprema di Lahore ha ordinato la chiusura di 17 siti con l'accusa di diffondere messaggi blasfemi. I giudici hanno anche chiesto che vengano visionati altri sette portali, tra cui Yahoo e YouTube. Alla luce del provvedimento giudiziario il governo ha posto sotto osservazione sette tra i più popolari siti Internet: Google, Yahoo!, YouTube, Msn, Hotmail, Amazon e Bing. I funzionari dell'Autorità delle telecomunicazioni sono stati convocati al ministero dell’Informazione il 28 giugno per mettere a punto l’attività di monitoraggio.
Afghanistan
Un'azione combinata dell'esercito afghano e delle forze internazionali ha portato ieri all’individuazione e alla successiva uccisione di uno dei leader dei talebani nella provincia settentrionale di Logar, in Afghanistan. L'uomo, Ghulam Sakhi, in abiti femminili, stava cercando di scampare alla cattura. Sorpreso nel suo tentativo di fuga, ha estratto una pistola e lanciato una granata contro i soldati che hanno risposto al fuoco uccidendolo. L'esplosione ha causato il ferimento di una donna e due bambini. Sakhi, protagonista degli attacchi con gli ordigni artigianali che hanno causato centinaia di vittime, imboscate e assalti a colpi di arma da fuoco nella provincia di Logar, era considerato responsabile anche del rapimento e dell’uccisione di un alto dirigente della sicurezza afghana.
Kirghizistan
Vigilia di referendum costituzionale oggi in Kirghizistan. Il Paese centroasiatico, devastato nelle ultime settimane dagli scontri interetnici costati centinaia di vittime e migliaia di sfollati. Oltre due milioni di elettori saranno chiamati a riformare il sistema istituzionale retto, da aprile scorso, dal governo ad interim di Roza Otunbàieva, insediatosi dopo la rivolta che ha deposto il presidente Bakiev. Nella nuova bozza costituzionale, più poteri al Parlamento e più diritti al cittadino. Ma sul voto pesa la minaccia di violenze: i militari controllano il territorio anche se il coprifuoco è stato revocato. Per una valutazione di questo delicato appuntamento elettorale, Gabriella Ceraso ha parlato con Fulvio Scaglione, vice direttore di "Famiglia Cristiana" ed esperto di Europa orientale:
R. – L’intenzione del premier ad interim Roza Otunbàieva, con questo referendum, è quello di stabilizzare la situazione facendo capire alla popolazione che c’è una volontà di democratizzazione. Questa, però, è in qualche modo anche la sintesi dei problemi che il Kirghizistan ha avuto dalla fine dell’Unione Sovietica, perché tutti i leader si sono presentati come dei democratizzatori. Questo ci dice che i problemi reali del Paese non sono tanto nella struttura istituzionale e costituzionale ma, piuttosto, altrove.
D. – Che cosa significherebbe comunque avere una Repubblica parlamentare in quella posizione dell’Asia?
R. – Sarebbe un bel segno, anche per tutta la regione. Tra l’altro il Kirghizistan ha una posizione - paradossalmente, nonostante tutti i problemi delle ultime settimane – abbastanza favorevole, perché è un Paese che né l’Unione Sovietica né gli Stati Uniti, che sono i due grandi attori internazionali della regione, hanno interesse a destabilizzare ma, al contrario, hanno interesse a stabilizzare, perché hanno delle basi militari, per l’Afghanistan. Quindi, se si riuscisse ad approfittare di questa felice congiuntura internazionale, sarebbe davvero un bel colpo.
D. – E la Otunbàieva ha insistito molto per un voto, per un “sì”, ovviamente. I riflessi, dall’esito di questa prova, per il suo governo ad interim?
R. – Un successo del “sì” sarebbe, neanche tanto indirettamente, un “sì” al suo governo, alla sua figura, al suo tentativo politico. C’è quindi da aspettarsi che un “no” non sia tanto un “no” ad un maggiore grado di parlamentarismo nella Repubblica, ma piuttosto un “no” a questa svolta e forse – anche indirettamente – un “sì” al regime che è stato da poco deposto.
D. – Ma la gente è pronta, secondo lei, ad esprimersi politicamente oppure è solo un desiderio di pace quello che muove la popolazione?
R. – Credo che questo sia un referendum che sta più a cuore ai vertici che non alla base. Tutti i regimi, negli ultimi due decenni, hanno varato delle riforme costituzionali. Non credo che questo costituisca un precedente esaltante. La popolazione ha poi altri problemi, che sono i problemi dell’economia, la frammentazione etnica notevole. Però mettiamola così: questo referendum alla gente, sicuramente, non può fare del male. Qualche necessità di avere qualcosa in cui sperare c’è.
D. – E sul fronte pace e stabilizzazione, su cui anche domenica scorsa ha insistito il Papa, potrà influire il voto?
R. – Può in parte funzionare, ma non dimentichiamo che anche negli scontri di queste settimane, c’è un gioco d’interessi, di clan locali, di minoranze e maggioranze etniche, di commerci più o meno leciti che hanno giocato in maniera pesante la loro parte. Quindi, non è che su questo referendum si possono puntare poi speranze esagerate, sarebbe anche ingiusto.
India – Calcutta
Una nave carica di armi ed esplosivi diretta in Pakistan è stata intercettata ieri nei pressi di Calcutta dalla polizia portuale. L'imbarcazione, che batte bandiera liberiana, proveniva dal porto di Chittagong, in Bangladesh. La sua destinazione finale era il porto pakistano di Karachi. La nave container è stata immediatamente bloccata per accertamenti da parte delle autorità di sicurezza.
India – New Delhi
Un grave incidente stradale ha causato la morte di almeno 15 passeggeri di un autobus nello stato settentrionale del Bihar. Il mezzo si è scontrato contro un camion nei pressi del villaggio di Chenati, a una trentina di chilometri dal capoluogo Patna.
Guinea - elezione
Domani la Guinea va al voto. Le elezioni presidenziali rappresentano un passo storico per il piccolo Paese africano, segnano infatti il passaggio ad un governo civile e democratico dopo una lunga serie di regimi e colpi di stato militari. Il servizio di Michela Altoviti:
Divenuta colonia francese nel 1890, la Guinea ha raggiunto l'indipendenza per consultazione referendaria nel 1958. Da allora fino al 1984 è stata retta dittatorialmente da Ahmed Sékou Tourè. Poco dopo la sua morte, un colpo di Stato militare ha posto alla guida del Paese Lansana Conte', presidente fino al suo decesso nel 2008. Anche questa volta è con un golpe che si regolava la successione, affidata a Moussa Dadis Camara. Intanto, nel Paese cresceva la protesta dell'opposizione democratica, sulla spinta di una società civile molto attiva, con una forte componente femminile. Il 28 settembre 2009 una folla di persone si è riunita allo stadio di Conakry, la capitale, per inneggiare alla democrazia: i soldati, aprendo il fuoco, hanno ucciso almeno 150 persone. In dicembre, Camara, gravemente ferito in un attentato, lascia il governo. A succedergli è il generale Sekouba Konate che accetta di avviare una transizione democratica in un Paese ancora sotto choc per il massacro dello stadio. È stato così creato in gennaio un governo di unità nazionale alla cui guida è stato posto Jean-Marie Doré, esponente di primo piano del gruppo di opposizione Forum. La campagna elettorale presidenziale si è finora svolta in maniera pacifica, anche in virtù di un appello firmato a Roma dai partiti e le forze sociali. L'intesa, siglata il 28 maggio alla Comunità di Sant'Egidio impegna i firmatari ad accettare il responso delle urne e il futuro governo a coinvolgere l'opposizione nel processo di ricostruzione politico ed economico del Paese. E' stato poi deciso di affidare ad una commissione di riconciliazione nazionale il compito di mantenere il dialogo fra le parti e di risarcire le vittime della repressione e le violenze di un lungo passato dittatoriale. Le elezioni, finanziate dalla Comunità Europea, saranno monitorate da centinaia di osservatori dell'Unione Africana e della Comunità Economica dell'Africa occidentale. Se nessuno dei 24 candidati otterrà la maggioranza si andrà al ballottaggio in luglio e il processo democratico si completerà fra sei mesi con le elezioni parlamentari.
Russia
Un giovane giornalista televisivo, Dmitri Okkert, è stato trovato ucciso da una coltellata al collo nel suo appartamento, a sud di Mosca. Gli inquirenti non sono al momento in grado di definire il movente del delitto anche se la morte del giornalista potrebbe essere legata alla sua attività professionale. Okkert aveva lavorato come corrispondente per il programma giornalistico del canale televisivo statale e per altre tv private. Da dicembre 2008 conduceva il tg per la business tv satellitare Expert.
Marea Nera
Negli Stati Uniti cresce la preoccupazione per l’arrivo di “Alex”, la prima tempesta tropicale della stagione, nel golfo del Messico dove il gruppo Bp sta cercando di ripulire le acque dalla marea nera di petrolio. Intanto l’amministrazione di Washington ha rinnovato la richiesta di moratoria di nuove trivellazioni alla Corte d’Appello, dopo che un giudice della Louisiana martedì scorso si era pronunciato contro la stessa moratoria. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Michela Altoviti)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 177
E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.