Logo 50 Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 25/06/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI all’assemblea della Roaco: pace e libertà religiosa per il Medio Oriente
  • "Stupore" e "sdegno" della Segreteria di Stato per le modalità di perquisizione dell'arcivescovado di Bruxelles da parte delle autorità belghe
  • Altre udienze e nomine
  • Messaggio del dicastero dei migranti per la Domenica del mare: cappellani e volontari offrono un "porto sicuro" a marittimi e pescatori
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Il prof. Weiler sul Crocifisso: insegnare la pluralità significa anche rispettare la religione e i suoi simboli
  • L'Onu chiede di contrastare il commercio della droga, nella Giornata internazionale contro il traffico di stupefacenti
  • Il cardinale Martins sull’eliminazione dell’Italia ai Mondiali di Calcio: agli Azzurri sono mancati coraggio e motivazioni
  • Chiesa e Società

  • A Roma il VII Simposio internazionale dei docenti universitari sulla "Caritas in Veritate"
  • India: bruciati otto veicoli di una chiesa protestante, sospettati estremisti indù
  • Micronesia. A scuola dalle Missionarie di Bérriz si studia e si fa servizio
  • Diritti dei bambini: per la prima volta insieme organizzazioni e mondo imprenditoriale
  • Terra Santa: a Gerusalemme una scuola speciale dove ebrei e arabi studiano insieme
  • Il governo australiano ripristina la legge antidiscriminazione
  • Australia. Contributo di 5 mila dollari per chi accompagnerà i giovani alla Gmg di Madrid
  • Nel fine settimana a Roma la quarta Adunanza eucaristica nazionale
  • Spagna: un manuale per promuovere lo spirito missionario nei bambini
  • Sri Lanka. La denuncia del Centro femminile di Jaffna: “Vedove abbandonate a se stesse”
  • Comunità di Capodarco: domani una festa per conoscerla meglio
  • 24 Ore nel Mondo

  • Al via oggi il G8 in Canada. Domani tavolo allargato ai 20 più potenti della terra
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI all’assemblea della Roaco: pace e libertà religiosa per il Medio Oriente

    ◊   La Terra Santa, l’Iraq, il Medio Oriente hanno bisogno del dono di “una pace stabile e di una solida convivenza”: è l’auspicio di Benedetto XVI nell’udienza ai partecipanti all’Assemblea della Roaco, la Riunione per l’Aiuto alla Chiese Orientali, ricevuti stamani in Vaticano. Nel suo discorso, pronunciato in più lingue, il Papa ha messo l’accento sulle difficili condizioni in cui vivono tanti cristiani del Medio Oriente. L’indirizzo d’omaggio è stato rivolto dal cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. Il servizio di Alessandro Gisotti:
     
    “J’ encourage les frères et sœurs qui, en Orient... ” 
    “Incoraggio i fratelli e le sorelle che in Oriente condividono il dono inestimabile del Battesimo – ha detto il Papa – a perseverare nella fede, nonostante i numerosi sacrifici” e “a rimanere laddove sono nati”. Al tempo stesso, ha esortato quanti emigrano a “non dimenticare le loro origini, specialmente religiose”. Ha così reso un omaggio particolare ai cristiani che “soffrono violenze a causa del Vangelo, affidandoli al Signore”.
     
    “Je compte toujours sur les Responsables…”
    “Conto sempre sui responsabili delle nazioni – ha aggiunto – affinché siano garantiti in maniera reale”, senza distinzioni, “la professione pubblica e comunitaria delle convinzioni religiose di ciascuno”. Il Papa ha invocato la pace per la Terra Santa e l’Iraq ricordando che questa nasce “dal rispetto dei diritti della persona” e dei popoli, e dal superamento di ogni discriminazione “religiosa, culturale o sociale”. Ha poi richiamato il suo appello in favore dell’Oriente Cristiano, lanciato a Cipro nel suo recente viaggio apostolico. In quanto strumenti della carità ecclesiale, ha affermato, “possiate voi collaborare sempre a vantaggio dell’edificazione della giustizia nella libertà e nella pace”. Né ha mancato di mettere l’accento sui frutti dell’Anno Sacerdotale a cui le Chiese orientali hanno contribuito attivamente anche attraverso l’aggiornamento spirituale e culturale. “In questo modo – ha detto in tedesco – voi contribuite a far risplendere nella Chiesa e nell’attuale società il dono prezioso ed irrinunciabile del ministero sacerdotale”:
     
    “Liebe Freunde, tragt mit eurem Engagement...”
    “Cari amici – è stato l’invito del Papa – con il vostro impegno contribuite soprattutto a far sì che i sacerdoti delle Chiese orientali possano essere riverbero, nel nostro tempo" dell'antica "eredità spirituale”. Se nel loro ministero i sacerdoti sono “veramente guidati da motivi spirituali – ha detto ancora – i laici saranno a loro volta rafforzati nel loro impegno ad occuparsi delle cose terrene alla luce della loro vocazione cristiana”. Ha così rivolto il pensiero al Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente, in programma ad ottobre, che, ha detto, “sta già producendo i frutti benefici della comunione e della testimonianza per i quali il Sinodo è stato convocato”.
     
    “I am pleased at the broad cooperation…”
    “Mi compiaccio – ha detto Benedetto XVI – per l’ampia cooperazione” fornita finora dalle Chiese Orientali e dalla Roaco per questo storico evento. Ed ha evidenziato l’importanza della presenza di rappresentanti della Roaco all’assise sinodale. Nella parte in italiano del discorso, il Papa ha ricordato mons. Luigi Padovese ed ha espresso parole di incoraggiamento per i cristiani d’Oriente:
     
    “Cari amici, vi chiedo di contribuire con le vostre opere a tenere viva la 'speranza che non delude' tra i cristiani d’Oriente. Nel 'piccolo gregge' che essi compongono è già operante il futuro di Dio e la 'via stretta' che stanno percorrendo è descritta dal Vangelo come 'via alla vita'”.

    inizio pagina

    "Stupore" e "sdegno" della Segreteria di Stato per le modalità di perquisizione dell'arcivescovado di Bruxelles da parte delle autorità belghe

    ◊   Benedetto XVI ha nominato nuovo vescovo di Brugge il 63.enne mons. Jozef De Kesel, finora ausiliare di Malines-Bruxelles. Il presule prende il posto di mons. Bruges Roger Vangheluwe, dimessosi dopo aver ammesso nei mesi scorsi di essersi reso responsabile di casi di abusi su un minore. Intanto, in tema di indagini su abusi da parte del clero, oggi la Segreteria di Stato ha espresso “sdegno” e “stupore” per le modalità con le quali ieri forze dell’ordine belghe hanno condotto delle perquisizioni nella sede dell’arcivescovado di Malines-Bruxelles, dove i presuli del Paese erano riuniti per la loro assemblea mensile. In particolare, la Segreteria di Stato ha fatto sua la presa di posizione dell’episcopato belga che era stata espressa in una dichiarazione del portavoce della Conferenza episcopale. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    “La ferma condanna di ogni atto peccaminoso e criminale di abuso di minori da parte di membri della Chiesa” resta ben chiara, “come pure la necessità di riparare e di affrontare tali atti in modo conforme alle esigenze della giustizia ed agli insegnamenti del Vangelo”. Ma è proprio per questo – è la premessa della Segreteria di Stato in relazione ai fatti avvenuti ieri nell’arcivescovado di Bruxelles – che si esprime anche “vivo stupore per le modalità in cui – si afferma – sono avvenute alcune perquisizioni condotte ieri dalle Autorità giudiziarie belghe e il suo sdegno per il fatto che ci sia stata addirittura la violazione delle tombe dei cardinali Jozef-Ernest Van Roey e León-Joseph Suenens, defunti arcivescovi di Malines-Bruxelles”. Allo “sgomento per tali azioni”, continua il comunicato, “si aggiunge il rammarico per alcune infrazioni della confidenzialità, a cui hanno diritto proprio quelle vittime per le quali sono state condotte le perquisizioni”. “Detti sentimenti – conclude la nota – sono stati espressi personalmente dall’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, all’ambasciatore del Belgio presso la Santa Sede, Charles Ghislain”.

     
    In dettaglio, secondo il resoconto fatto dal portavoce della Conferenza episcopale belga, Eric de Beukelaer, durante la riunione mensile dei presuli belgi, forze di polizia sono entrate verso le 10.30 di ieri nella sede dell’arcivescovado di Malines-Bruxelles, comunicando di dover eseguire una perquisizione dell’arcivescovado “in seguito a denunce per abusi sessuali sul territorio dell’arcidiocesi”. “Non è stata data alcun’altra spiegazione – ha riferito il portavoce dei vescovi – ma sono stati confiscati tutti i documenti e tutti i telefoni cellulari ed è stato dato comunicato che nessuno avrebbe potuto lasciare l’edificio. Questo stato di cose si è protratto fino alle 19.30”. Tutti i presenti, ha dichiarato altresì Eric de Beukelaer, sia i membri della Conferenza episcopale, sia i membri del personale “sono stati interrogati. Non è stata un’esperienza gradevole, ma tutto si è svolto in maniera corretta. I vescovi – ha soggiunto – hanno sempre affermato di avere fiducia nella giustizia e nel suo operato”. E con la “stessa fiducia”, ha affermato, è stata accolta anche la perquisizione “ed è per questo – ha precisato il portavoce belga – che i vescovi si astengono dal fare, per il momento, commenti più ampi”.

     
    Viceversa, i vescovi belgi condividono e ribadiscono il rammarico già espresso dal professor Peter Adriaenssens, presidente della Commissione indipendente che indaga sugli abusi sessuali nel quadro di una relazione pastorale. Il rammarico è per il fatto – si legge nella nota – “che nel corso di un’altra perquisizione siano stati confiscati tutti i dossier di detta Commissione. Questo – si osserva – è contrario al diritto alla riservatezza di cui devono beneficiare le vittime che abbiano scelto di rivolgersi a tale Commissione. Una tale azione limita dunque gravemente il necessario ed eccellente lavoro della Commissione stessa”.

    La nomina del nuovo vescovo di Brugge e la vicenda della perquisizione di ieri hanno caratterizzato la conferenza stampa presieduta questa mattina a Bruxelles dall’arcivescovo, mons. André-Mutien Léonard. Anche il metropolita dell'arcidiocesi di Malines-Bruxelles esprime il suo sgomento per l’accaduto di ieri al microfono del collega della redazione francese, Thomas Chabolle:
     
    R. – Qui in Belgio, il nostro sentimento è moderato dal fatto che qui la giustizia può fare una tale perquisizione, senza limiti. In Italia creerebbe uno scandalo il fatto di aver perquisito anche nella cripta della cattedrale, perforato delle tombe per trovarvi dei documenti segreti. In Belgio invece non creerà tanto stupore. Noi rispettiamo il lavoro della giustizia, pensiamo però che si sia un po’ esagerato nelle modalità della perquisizione.

     
    D. – Rispetto alla nomina di mons. De Kesel come vescovo di Bruges, qual è il significato per lei e per tutta la Chiesa belga?

     
    R. – E’ un’ottima nomina, per la quale siamo molto grati al Santo Padre. Due mesi dopo la rinuncia del vescovo di Bruges, i fedeli di Bruges hanno un nuovo vescovo: è una prima, ottima notizia. La seconda, è la personalità del nuovo vescovo: un uomo molto capace, che per otto anni è stato vescovo ausiliare per Bruxelles e da pochi mesi era stato nominato da me vescovo ausiliare per la parte fiamminga dell’arcidiocesi. Credo che lui potrà dare nuova speranza e fiducia ai fedeli della diocesi di Bruges.

    inizio pagina

    Altre udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto nel corso della mattinata, in successive udienze, il Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, fra' Matthew Festing, accompagnato da un seguito, l’ambasciatore di Costa Rica in visita di congedo, Luis París Chaverri, e il prof. Lorenzo Ornaghi, rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.

    In Italia, il Papa ha nominato vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello mons. Guglielmo Borgehtti, parroco di Montignoso e preside dello Studio Teologico Interdiocesano di Camaiore. Il neo presule ha 56 anni e ha conseguito la Laurea in Filosofia, con indirizzo psicologico, presso l'Università di Pisa. In seguito, è entrato in Seminario, completando gli studi di Teologia. Ordinato sacerdote, ha svolto fra gli altri gli incarichi di insegnante di religione, rettore del Seminario diocesano, direttore dell'Ufficio diocesano per le vocazioni. Attualmente collabora anche, come docente di psicologia della personalità, con la Scuola "Edith Stein" di Savona, per la formazione di educatori di comunità ecclesiali. È autore di vari articoli, per il settimanale diocesano e per altre riviste. E' cappellano di Sua Santità.

    In Paraguay, il Pontefice ha nominato vescovo di Villarrica del Espíritu Santo mons. Ricardo Jorge Valenzuela Ríos, finora ordinario militare del Paraguay. Il presule, 55 anni, ha completato gli studi filosofici e teologici nel Seminario Maggiore Nazionale Interdiocesano, ottenendo la Licenza in Scienze Pastorali. Ordinato sacerdote, ha conseguito la licenza in Diritto canonico presso la Pontificia Università Gregoriana. E’ stato nominato ausiliare di Asunción il 27 novembre 1993 e fu consacrato il 6 gennaio successivo. Dal 2003 è ordinario militare del Paraguay.

    inizio pagina

    Messaggio del dicastero dei migranti per la Domenica del mare: cappellani e volontari offrono un "porto sicuro" a marittimi e pescatori

    ◊   Le comunità cristiane riconoscano i marittimi non come “invisibili” ma come “persone reali” che, con un duro lavoro e numerosi sacrifici, “contribuiscono a rendere più facile la nostra vita”. E’ l’esortazione espressa nel messaggio in vista della Domenica del Mare, che si celebrerà il prossimo 11 luglio, dal presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, mons. Antonio Maria Vegliò, e dal segretario del medesimo dicastero, mons. Agostino Marchetto. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
     
    I marittimi navigano da un porto all’altro, il “perimetro della nave rappresenta il limite del loro mondo” e lavorano con persone di nazionalità e religioni differenti. La solitudine è una “compagna costante” e le ingiustizie sono frequenti: “Gli equipaggi sono spesso abbandonati in porti stranieri, gli attacchi dei pirati avvengono sempre più spesso e, quando accade un incidente, la criminalizzazione e la detenzione ingiustificata sono, a volte, il prezzo che devono pagare”. Il progresso tecnologico – si sottolinea nel messaggio – ha apportato “numerosi cambiamenti”, ma poco è cambiato per quanto riguarda le necessità umane di marittimi e pescatori. Si tratta di necessità semplici come “un’accoglienza calorosa in un Paese straniero, un mezzo di trasporto in città, un telefono o un computer per comunicare con i propri cari, un sacerdote per celebrare la Santa Messa, un amico per ascoltare le loro storie e problemi, un volontario o un agente pastorale per visitarli in ospedale o in prigione”.

     
    L’Apostolato del Mare fu fondato da un manipolo di persone generose, a Glasgow, il 4 ottobre del 1920 per dare assistenza spirituale e materiale ai marittimi cattolici e provvedere ai loro bisogni. Da allora, si è sviluppato al di là di ogni previsione, ma l’assistenza pastorale, in particolare con le visite a bordo delle navi, “resta la preoccupazione principale come lo era all’origine di questo Apostolato”. In numerosi porti – si legge inoltre nel messaggio – “cappellani e volontari visitano centinaia di navi e accolgono migliaia di marittimi di ogni religione e nazionalità”, offrendo un "porto sicuro" in tempi di crisi e anche, cosa non meno importante, contribuendo a mantenere l’apertura ai valori trascendentali nella loro vita. Nel ricordare il suo 90.mo anniversario di fondazione e nel celebrare l’Anno del Marittimo, l’Apostolato del Mare rivolge infine “un appello a tutti gli Stati affinché ratifichino quanto prima la Convenzione sul Lavoro Marittimo del 2006, strumento fondamentale per migliorare le condizioni di lavoro e di vita dei marittimi”.

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   I responsabili delle nazioni garantiscano pace e libertà di religione per tutti: nell'incontro con i membri della Roaco il sostegno del Papa ai cristiani che subiscono violenze in Oriente a causa del Vangelo.

    In prima pagina, comunicato della Segreteria di Stato dopo la perquisizione dell'arcivescovado di Malines-Bruxelles.

    In prima pagina, Luca M. Possati sul G-20 a Toronto.

    Una risposta coordinata alla sfida posta dal crimine transnazionale: nell'informazione internazionale, intervento della Santa Sede a New York.

    In cultura, un articolo di Inos Biffi dal titolo "Penso, agisco e posso anche morire perché prima di tutto sono": non c'è filosofia più libera e ardita di quella del teologo Tommaso.

    Quelle ventidue ragazzine che sfidarono la Svizzera: anticipazione di un testo di Anna Segre tratto dal numero in uscita di "Pagine ebraiche".

    L'uomo che studiava il cinema: Eusebio Ciccotti ricorda, a un anno dalla morte, Mario Verdone.

    Meglio una critica onesta che dieci elogi ipocriti: Fabrizio Rondolino, su "Donna Moderna", difende il giudizio espresso da "L'Osservatore Romano" sul Nobel José Saramago.

    L'Italia fuori dai mondiali: gli articoli di Sandro Mazzola "Buttiamo la playstation e torniamo all'oratorio" e Giulia Galeotti "Il pifferaio magico ha smesso di suonare".

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Il prof. Weiler sul Crocifisso: insegnare la pluralità significa anche rispettare la religione e i suoi simboli

    ◊   Sempre più intenso il dibattito sulla presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche. La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo è chiamata a pronunciarsi con la "Grande Chambre", composta cioè da 17 giudici invece dei 7 di prima istanza, il 30 giugno prossimo. In quella data prenderà in considerazione anche i ricorsi presentati contro la sentenza di una Camera della stessa Corte. Il prof. Joseph Weiler, esperto di Diritto internazionale ed europeo, sottolinea al microfono di Luca Collodi come il Crocifisso sia prima di tutto un simbolo religioso:
     
    R. – Per quanto riguarda la posizione italiana, nell’originale ricorso contro lo Stato sono rimasto deluso, perché l’Italia nella difesa ha insistito sul fatto che il Crocifisso è un simbolo culturale e nazionale, non un simbolo religioso. Prima di tutto, questo è falso; e poi non è importante soltanto vincere: è importante come si vince, su quale base!
     
    D. – Lei, negli Stati Uniti, è un uomo di responsabilità nella comunità ebraica ma è anche un esperto giurista. Rappresenta una decina di Paesi che hanno fatto ricorso contro questa sentenza…

     
    R. – Io non vorrei vincere questa causa sulla base del fatto che il Crocifisso non è un simbolo religioso ma culturale. Non vorrei che passasse il principio: “Se fosse un simbolo religioso non sarebbe legittimo”. Soltanto perché non lo è allora possiamo averlo nelle aule. Basare la difesa su questo fatto, secondo me, sarebbe stato autolesionista. Quale deve essere allora la posizione? Una volta per sempre è necessario smontare quell’argomento vecchio, che forse era vero in America 200 anni fa, secondo cui il "muro vuoto" della classe rappresenta la neutralità. In una società tipo quella americana di 200 anni fa, tutti erano religiosi: c’erano protestanti, cattolici, ebrei ... Solo in questa realtà sociale nessun simbolo è neutrale, perché non scelgo tra cattolici e protestanti, fra ebrei e musulmani. Ora, però, la divisione principale nella nostra civiltà è tra religiosi e non religiosi. L’imperativo è di insegnare ai nostri figli e figlie la pluralità, la tolleranza. Il religioso deve rispettare il laico e il laico deve rispettare il religioso. E questo non si fa eliminando la Croce dal muro della classe.

    inizio pagina

    L'Onu chiede di contrastare il commercio della droga, nella Giornata internazionale contro il traffico di stupefacenti

    ◊   I governi devono impegnarsi a rompere il circolo vizioso del traffico della droga: è quanto afferma il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, nel messaggio per l’odierna Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di stupefacenti. Intanto, secondo il Rapporto annuale delle Nazioni Unite presentato a Vienna dall'Organizzazione Onu per la lotta alla droga e al crimine organizzato, il mercato mondiale della cocaina e dell’eroina è in calo ma si sta spostando dagli Stati Uniti verso l'Europa con gravi rischi di stabilità nei Paesi di transito nell'Africa occidentale. Il sevizio di Cecilia Seppia.
     
    90 miliardi di dollari nel mondo, 34 solo in Europa: sono le cifre spaventose del mercato della droga, che sebbene in calo rispetto allo scorso anno continua a mietere vittime. Secondo il Rapporto dell’Onu, quasi il 6 per cento della popolazione mondiale tra i 15 e i 64 anni ha fatto uso almeno una volta nella vita di droghe illecite. Il dato allarmante riguarda però il Vecchio Continente che raggiunge un primato in negativo con 4 milioni di consumatori abituali. La cannabis resta la sostanza stupefacente più utilizzata, spopola tra i giovani, anche perché più abbordabile. In aumento le droghe sintetiche, soprattutto ecstasy e anfetamine: in tutto il mondo i suoi consumatori sono stimati fra i 30 e i 40 milioni. Anche se in calo del 18 per cento circa rispetto allo scorso anno, il mercato della cocaina invece sta modificando la rotta, con un incremento del flusso verso l'Europa, passando per Africa, anziché verso gli Usa, con risvolti preoccupanti per i Paesi in via di sviluppo che rischiano il collasso definitivo. Antonio Maria Costa direttore dell’Ufficio Droga e Crimine delle Nazioni Unite:
     
    “L’Africa è incapace di difendersi. Ci sono casi di corruzione altolocata e questo facilita la penetrazione della droga. Ma la conseguenza più nefasta è il fatto che parte della droga 'trafficata' in Africa, per poi ulteriormente essere trasportata in Europa, rimane in Africa, causando problemi di tossicodipendenza”.
     
    Per quanto riguarda il traffico d’eroina, circa il 90 per cento di questa droga viene prodotta dalle coltivazioni dell’Afghanistan, ma è la Russia il Paese con il più alto consumo: 70 tonnellate che distruggono la vita di 40 mila giovani russi l’anno. Per combattere questo fenomeno, servono strategie di lotta globali ma non solo. Ancora Costa:
     
    “Questo crea un contesto, che ci obbliga a riflettere sia sulle misure di limitazione dell’offerta, e perciò riduzione delle coltivazioni e contrasto agli operatori della droga, e ci obbliga però anche a fare una riflessione sulla riduzione della domanda. Si tratta di una domanda attuale attraverso cure mediche e assistenza sanitaria ai tossicodipendenti ed anche domanda potenziale, e cioè campagne di prevenzione, campagne di scolarizzazione. Noi riteniamo che la droga la si possa controbattere soltanto a livello globale”.
     
    Allarmanti anche i dati sul crimine organizzato. A preoccupare le Nazioni Unite soprattutto la tratta di essere umani per scopi di sfruttamento sessuale o di lavoro forzato: solo in Europa circa 140 mila persone finiscono intrappolate in questa rete, poi il traffico di migranti dall’Africa all’Europa e dall’America Latina agli Usa. Ancora il mercato delle armi da fuoco, lo sfruttamento delle risorse naturali, la pirateria.

    inizio pagina

    Il cardinale Martins sull’eliminazione dell’Italia ai Mondiali di Calcio: agli Azzurri sono mancati coraggio e motivazioni

    ◊   I Mondiali di Calcio in Sud Africa proseguono offrendo emozioni e clamorose sorprese. Ieri, l’Italia campione del Mondo in carica è uscita di scena, dopo la sconfitta per 3-2 contro l’esordiente Slovacchia. Gli Azzurri di Lippi tornano dunque a casa al primo turno come la Francia di Domenech, che contro l’Italia aveva disputato la finale a Berlino quattro anni fa. Sul fallimentare Mondiale dell’Italia, Luca Collodi ha intervistato un appassionato di calcio d’eccezione, il cardinale portoghese José Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi:
     
    R. – Vedendo le partite, uno auspicherebbe che ci fosse più chiarezza nel gruppo, perché chi vince non sono i giocatori ma è il gruppo, la squadra ed è questo che un po’ è mancato. Forse è mancata anche un po’ di fiducia nelle proprie possibilità, nelle proprie capacità. Forse non si è avuta molto chiara questa consapevolezza: che si era su un palco mondiale e tutti stavano giocando con gli occhi puntati sulle squadre in campo. Sarebbe stata forse necessaria più verve, più coraggio, più entusiasmo, più unità tra i vari membri della squadra.

     
    D. – L’allenatore Lippi si è attribuito tutta la responsabilità di questo fallimento mondiale per la nazionale italiana...

     
    R. – Lippi è stato un uomo estremamente onesto e va lodato per questo, ma mi pare chiaro che la responsabilità di una sconfitta – o i meriti di una vittoria – non sono soltanto degli allenatori, ma degli allenatori e dei giocatori insieme. Come si suol dire, chi va in campo poi sono i giocatori. Questo è chiaro ed evidente a tutti. Anche qualche giocatore italiano ha detto molto chiaramente che la responsabilità è dell’allenatore e dei giocatori. E’ di tutti: ognuno nel suo campo, ognuno nel proprio settore.

     
    D. – I giocatori italiani sono apparsi stanchi, demotivati...

     
    R. – Dipende molto dal periodo di preparazione subito dopo il campionato, perché c’è stata talvolta l’impressione che i giocatori non avevano quell’entusiasmo per il gioco, quel dare cuore ed anima per la vittoria.

     
    D. – L’Europa, di fatto – la Francia, l’Italia e la Grecia – è sembrata soffrire molto questi campionati del mondo, quasi a testimoniare una crisi sportiva in parallelo ad una crisi economica, spirituale e sociale del continente. Lei è d’accordo con quest’analisi?

     
    R. – Certamente è un’analisi che viene in mente. Tra le tante crisi europee c’è anche questa crisi calcistica. E’ curioso pensare che i campioni del mondo, l’Italia, ed i vice-campioni, la Francia, siano stati entrambi eliminati al primo turno. Questa è veramente una cosa che dispiace moltissimo e può anche portare a riflettere sul perché, se si può parlare di una crisi anche calcistica, dei valori del calcio, con tutte le conseguenze che questo comporta. C’è una specie di globalizzazione della crisi e invece ci hanno dato un buon esempio, in questo senso, sia l’Africa sia l’Asia, che sono state forse sottovalutate dagli europei e che invece hanno mostrato, sul campo, un ottimo calcio, un calcio in cui tutti davano veramente il tutto per tutto per la vittoria. E’ quello che è mancato agli europei, in alcune squadre europee ed è risultato molto chiaramente nelle équipe sia africane sia asiatiche.

     
    D. – Questo mondiale in Sud Africa che cosa lascerà per lo sviluppo africano, più in generale di tutto il continente?

     
    R. – Penso che il campionato in Sud Africa è un’occasione ottima che il Sud Africa non può ignorare, non può perdere. Potrebbe e dovrebbe essere, secondo me, l’inizio di una nuova epoca, di una nuova tappa e non soltanto nel campo sportivo ma anche nel campo sociale.

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    A Roma il VII Simposio internazionale dei docenti universitari sulla "Caritas in Veritate"

    ◊   “L’uomo deve essere messo sempre al centro delle scelte economiche e deve sempre esistere un equità tra produzione e distribuzione perché solo in questo modo è possibile parlare di bene comune e di una giusta economia”. Con queste parole il cardinale Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e pace, ha aperto ieri pomeriggio il VII Simposio internazionale dei docenti universitari sul tema “Caritas in Veritate. Verso un economia al servizio della famiglia umana. Persona società Istituzioni”, cui partecipano oltre 500 studenti universitari. Il meeting, organizzato dall’ Ufficio della Pastorale universitaria della diocesi e dal dicastero guidato dal cardinale Turkson, si è aperto ieri a Roma presso il Centro nazionale delle ricerche e si concluderà domani. Alla cerimonia inaugurale era presente anche Luigi Pasinetti, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha spiegato come la vera novità di questa Enciclica è il principio del dono gratuito senza costrizioni o umiliazioni, dove in gioco non c’è soltanto un tornaconto individuale, ma il benessere di tutti. Nella sessione di apertura sulla Dottrina sociale, che si è svolta ieri in mattinata nella Pontificia Università Lateranense, mons. Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio di Giustizia e pace, ha ricordato che “la Caritas in veritate può essere la magna charta di un impegno rinnovatore della cultura , perché in una società che tutto inghiotte questa enciclica offre le basi di una nuova proggetualità che supera gli equilibri globali.” Oggi, il convegno prosegue con un’analisi approfondita dei docenti partecipanti sulla Caritas in veritate, analizzata non solo dal punto di vista economico, ma anche finanziario, scientifico, storico e dell’ambiente. (A cura di Marina Tomarro)

    inizio pagina

    India: bruciati otto veicoli di una chiesa protestante, sospettati estremisti indù

    ◊   Due notti fa, otto veicoli sono stati dati alle fiamme nei pressi della chiesa pentecostale New Grace Jesus with us di Mathikere, nello Stato indiano del Tamil Nadu. Secondo il presidente del Global Council of Indian Christians, le cui dichiarazioni sono state riportate da Asianews, l’episodio sarebbe da imputare ad alcuni attivisti indù che nei giorni scorsi a Husur hanno manifestato contro un convegno dei pentecostali. Scortati dalla polizia, che ha arrestato gli estremisti ma poi li ha rilasciati quattro giorni dopo, i cristiani sono stati trasferiti a Mathikere, a 8 km di distanza, dove hanno proseguito il convegno. Finora il gesto non è stato rivendicato e la polizia ha aperto un fascicolo contro ignoti. (R.B.)

    inizio pagina

    Micronesia. A scuola dalle Missionarie di Bérriz si studia e si fa servizio

    ◊   Non solo lezioni didattiche, ma esperienze di servizio: è questa l’offerta, completa, che offrono le Missionarie Mercedarie di Bérriz, che da anni gestiscono la scuola di Nuestra Seňora de la Mercede nell’isola di Ponhnpei, in Micronesia, che fino al 2009 è stato un centro di educazione alternativa e professionale femminile e ora è un centro accademico misto di preparazione all’università. Come precisato dalla Fides, gli allievi frequentano corsi di teologia, ritiri e celebrazioni liturgiche. Inoltre, i giovani che frequentano i primi due anni di università, svolgono 40 ore di assistenza; 50 i giovani degli ultimi due anni. Tra le attività previste, il sostegno ai bambini della scuola elementare cattolica di Ponhnpei e le persone anziane che non possono uscire di casa, visite ai detenuti, servizio in parrocchia e di pulizia nelle strade. (R.B.)

    inizio pagina

    Diritti dei bambini: per la prima volta insieme organizzazioni e mondo imprenditoriale

    ◊   Collaborare con il mondo imprenditoriale per individuare insieme principi universali che mettano finalmente al primo posto i diritti dei bambini. Un obiettivo non nuovo, ma da conseguire attraverso uno strumento originale, è quello che si prefigge l’Unicef che, insieme con il Global Compact dell’Onu e Save the children, inizia oggi una serie di consultazioni che dovrebbero portare alla redazione dei "Children’s principles for business": linee-guida per le aziende contro lo sfruttamento dei bambini. Il documento si affiancherà alle tradizionali campagne contro il lavoro minorile e contro altre violazioni dei diritti dei bambini, così come sono stabiliti nella Convenzione sui diritti dell’infanzia, della quale si è celebrato il ventennale nel 2009. Tra i diritti fondamentali, quello alla sopravvivenza, allo sviluppo, alla protezione contro abusi e sfruttamento, alla piena partecipazione alla vita familiare, culturale e sociale. Le tre organizzazioni chiedono ai manager delle aziende di collaborare per evitare l’impatto negativo che la loro attività potrebbe avere sui bambini, invece di contribuire alla costruzione di un futuro migliore per tutti. Le linee-guida serviranno proprio a questo: indirizzare le prossime iniziative imprenditoriali riguardanti l’infanzia. (R.B.)

    inizio pagina

    Terra Santa: a Gerusalemme una scuola speciale dove ebrei e arabi studiano insieme

    ◊   L’agenzia Fides racconta la bella storia della scuola "Hand in Hand", l’unica a Gerusalemme ad adottare un modello di istruzione bilingue (in arabo ed ebraico) e ad accogliere studenti di entrambe le etnie. Per ogni ruolo di responsabilità, ci sono due figure in rappresentanza di entrambe le comunità: due presidi e due insegnanti per classe. Un vero strumento di contatto tra due culture altrimenti molto separate in città, utile alla conoscenza reciproca, che si finanzia con donazioni di privati ed è riconosciuta dal Ministero dell’Educazione israeliano. Nel Paese ci sono altre tre scuole simili: a Misgav, in Alta Galilea, a Bersheva e nel villaggio di Wadi Ara, per un totale di circa 900 studenti. (R.B.)

    inizio pagina

    Il governo australiano ripristina la legge antidiscriminazione

    ◊   Il governo laburista dell’Australia ha ripristinato la legge antidicriminazione nei territori del nord, abitati in prevalenza da aborigeni, che il precedente esecutivo aveva sospeso nel 2007 per contrastare gli abusi sui minori e il dilagare dell’alcolismo. All’epoca del "Northern territory emergency response", ricorda Misna, il governo aveva inviato le truppe dell’esercito in 500 township nel deserto del nord del Paese, dove vivono oltre 45 mila aborigeni, e ristretto i criteri di spesa per il welfare. Così, alle popolazioni locali venne consegnata una tessera che dà diritti solo ad alimenti e beni primari. In realtà, d’ora in poi, le restrizioni sull’uso dei sussidi resteranno, ma saranno estesi ai non indigeni: non più in violazione, quindi, con la legge antidiscriminazione. (R.B.)

    inizio pagina

    Australia. Contributo di 5 mila dollari per chi accompagnerà i giovani alla Gmg di Madrid

    ◊   L’arcidiocesi di Sydney ha stabilito un rimborso di cinquemila dollari a testa per le spese di viaggio e partecipazione alla Giornata mondiale della gioventù (Gmg) di Madrid nel 2011, per coloro che si renderanno disponibili ad accompagnare i giovani pellegrini australiani. La città che ospitò la Gmg nel 2008, vuole in questo modo favorire la presenza australiana in Spagna e fornire un sostegno futuro per la Pastorale giovanile. L’arcidiocesi, riferisce il Sir, precisa che si tratterà di un impegno di quattro ore a settimana per 18 mesi, da luglio 2010 a dicembre 2011, per seguire un percorso di formazione che consentirà alla fine di diventare coordinatori dei gruppi e continuare a ricoprire tale ruolo anche dopo la conclusione della Gmg. Le iscrizioni sono aperte fino al 28 giugno prossimo. (R.B.)

    inizio pagina

    Nel fine settimana a Roma la quarta Adunanza eucaristica nazionale

    ◊   Un weekend di preghiera, musica e amicizia è quello che si apprestano a vivere, a partire da domani, i giovani e le famiglie che parteciperanno alla quarta Adunanza eucaristica nazionale, al Circo Massimo di Roma. Organizzato dalla Basilica di Sant’Anastasia, in collaborazione con l’Assessorato comunale alle Politiche sociali, l’evento si aprirà con il meeting delle associazioni onlus e no profit e con la kermesse musicale "Don’t stop the music". In serata, riferisce il Sir, è prevista la celebrazione eucaristica officiata dal vescovo di zona, mons. Ernesto Mandara, alla quale sono attesi associazioni, gruppi di preghiera e giovani da tutta la città e che darà inizio alla parte spirituale della manifestazione. Per tutta la notte, continuerà l’adorazione eucaristica in una tenda con la capacità di mille posti. Inoltre, alle 2.30 della mattina dopo, si pregherà il Rosario continuando la veglia fino alle 7. Domenica mattina, alle 9, è prevista la riapertura degli stand e l’iniziativa "La carovana del sorriso". L’Adunanza si concluderà con la partecipazione all’Angelus in piazza San Pietro. (R.B.)

    inizio pagina

    Spagna: un manuale per promuovere lo spirito missionario nei bambini

    ◊   Un manuale di 134 pagine per promuovere la creazione di nuovi gruppi dell’Infanzia missionaria e offrire una guida a quelli già esistenti: sono questi gli obiettivi con i quali la Commissione diocesana delle Missioni dall’arcidiocesi di Valencia, secondo quanto riportato dalla Fides, ha pubblicato il volume già adottato nella stessa diocesi di Valencia e in quella di Orihuela-Alicante, mentre molte altre ne hanno fatto richiesta. La guida è stata presentata da padre Ramón Rodríguez Guerrero nel corso dell’Assemblea nazionale dei direttori diocesani delle Pontificie Opere missionarie (Pom), che si è svolta a Madrid alla presenza dell’arcivescovo di Pamplona e Tudela, Francisco Pérez, direttore nazionale delle Pom. Il volume è destinato ai catechisti, agli insegnanti e agli animatori dei gruppi della Santa Infanzia presenti nelle scuole e nelle parrocchie, come sostegno alle attività proposte. I gruppi della Santa Infanzia dipendono dalle Pom e si prefiggono come obiettivi la formazione dei bambini in chiave missionaria, incoraggiandoli all’evangelizzazione, e la sensibilizzazione degli stessi verso l’aiuto ai minori bisognosi. (R.B.)

    inizio pagina

    Sri Lanka. La denuncia del Centro femminile di Jaffna: “Vedove abbandonate a se stesse”

    ◊   In un lungo reportage dallo Sri Lanka, l’agenzia Asianews ha raccolto la denuncia di Subajini Thurairajah, coordinatrice del Centro culturale femminile di Jaffna. Qui, la situazione delle donne rimaste vedove a causa della prolungata guerra civile è drammatica: lo Stato non ha alcun programma di aiuti e tutele nei loro confronti e di loro, di tanto in tanto, si occupano solo gruppi privati. Soltanto a coloro che sono rimaste sole prima del 2008, inoltre, è stato consegnato il certificato di morte del marito. Molte donne devono provvedere anche a quattro, cinque figli, e spesso hanno solo lavori precari. Sempre più spesso, poi, devono difendersi dalle aggressioni di soldati dello Sri Lanka. Secondo il Centro culturale femminile, nella penisola di Jaffna versano in queste condizioni circa 26.300 vedove, tra islamiche e Tamil. Questi ultimi, infine, tendono a escluderle dalla società e a emarginarle: la loro cultura, infatti, bolla le donne rimaste vedove come portatrici di malasorte. (R.B.)

    inizio pagina

    Comunità di Capodarco: domani una festa per conoscerla meglio

    ◊   Si aprirà domani con il dibattito "Per uno sviluppo accogliente-il territorio fermano tra coesione sociale e produttività", la settima edizione della festa della Comunità di Capodarco a Fermo, quest’anno particolarmente interessante sotto il profilo della riflessione, ma anche della cultura e del divertimento. Gli esperti che interverranno insieme con i politici locali, precisa il Sir, discuteranno di quali risorse mettere in campo per rilanciare un modello come quello realizzato dalla Comunità a Fermo e di come proseguire, in periodo di crisi economica, un’attività mirata all’inclusione sociale e al rispetto per le persone. La festa sarà anche un’utile occasione per conoscere da vicino la Comunità di Capodarco di Fermo: a disposizione del pubblico, gazebo con materiale informativo e responsabili che offriranno momenti d’incontro e formazione. (R.B.)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Al via oggi il G8 in Canada. Domani tavolo allargato ai 20 più potenti della terra

    ◊   I grandi della terra da oggi al lavoro in Canada. Si comincia con il G8 ad Huntsville, città blindata, dove Stati Uniti, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Canada e Russia si focalizzeranno sul programma di lotta alla povertà lanciato dall'Onu e in ritardo di 18 miliardi di dollari sugli obiettivi fissati nel 2005. Domani invece la sessione di lavoro si amplierà al G20 spostandosi a Toronto e si concentrerà essenzialmente sulle problematiche emerse dalla crisi economica. Si cerca la strada della crescita sostenibile ed equilibrata ma restano molti nodi da sciogliere e diverse posizioni. Delle prospettive alla vigilia dei lavori Gabriella Ceraso ha parlato con Antonio Villafranca, Responsabile Europa dell’Istituto di studi di politica internazionale:
     
    R. - A partire dal 2009 da Pittsburgh, il G20 è ormai diventato il forum internazionale in cui si discutono le questioni economiche. Il G8 si limiterà, quindi, a fare una sorta di riunione preparatoria. Nel G8 rimangono alcuni temi specifici come quelli legati, ad esempio, agli aiuti allo sviluppo. Su questo - speriamo - che questa volta non ci siano delle promesse altisonanti, ma che si dica più nello specifico, più nel concreto quali azioni si vogliono intraprendere. Rimane poi ancora uno spazio per la politica estera e quindi la sicurezza, la proliferazione nucleare, il terrorismo. Tutti temi, questi, che potranno essere affrontati, ma senza che ci si possa attendere - obiettivamente - dei risultati molto concreti, anche perché c’è un Paese come la Russia che su alcuni di questi temi ha sicuramente una visione molto particolare.

     
    D. - A dominare sarà comunque l’agenda economica. Non mancano le divergenze su tassazione, regolamentazione delle banche e dei mercati, sulle misure anticrisi e soprattutto c’è al divergenza Europa-Stati Uniti: da una parte c’è l’austerità e dall’altra misure di stimolo. Sarà questo il nucleo del dibattito?

     
    R. - Stati Uniti ed Unione Europea si presentano partendo comunque da situazioni diverse: i timidi segnali di crescita negli Stati Uniti ed una crisi ancora profonda che riguarda in particolar modo i Paesi dell’eurozona. Un’Unione Europea che si presenta, comunque, debole e sicuramente avrà modo anche di scontrarsi con gli Stati Uniti su quelli che sono i prossimi passi da compiere per uscire dalla crisi.

     
    D. - Qual è, invece, il ruolo della Cina, che si presenta al G20 con il regalo della maggiore flessibilità promessa dello yuan?

     
    R. - Sicuramente grande spazio ai Paesi emergenti, con una Cina comunque consapevole che gli squilibri internazionali, che anche la Cina ha contribuito a determinare, vanno contro gli interessi della Cina stessa. Sicuramente una cosa molto importante da affrontare è la questione della governance. E’ evidente che la Cina chiederà maggior spazio e se questo spazio non sarà dato, semplicemente queste istituzioni internazionali funzioneranno peggio o funzioneranno poco, proprio perché poco rappresentative.

     
    D. - Come è possibile evitare, a suo pare, un rischio di un nulla di fatto?

     
    R. - C’è bisogno anzitutto di un riconoscimento da parte dell’Unione Europea di una modifica di governance mondiale, in cui l’Unione Europea in quanto tale deve avere un suo ruolo. Ovviamente ci sono poi altri aspetti legati al riconoscimento di quello che è il ruolo che la Cina e i Paesi emergenti devono avere. E’ ovvio che qui c’è un problema di leadership da parte degli Stati Uniti, perché in una situazione in cui questa leadership statunitense inferiore, la rappresentatività dei nuovi grandi attori internazionali non è adeguata, il rischio che poi non si raggiungano risultati concreti è obiettivamente alta.
     
    Crisi gas Russia- Bielorussia
    Nonostante la crisi energetica tra Russia e Bielorussia sia stata risolta con accordo sui rispettivi pagamenti per il transito e il consumo di gas, oggi presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, ha ordinato al suo governo di sospendere il flusso di idrocarburi russi destinato all'Europa se Gazprom non pagherà pienamente a breve il suo debito per il transito in territorio bielorusso. Ieri Minsk aveva saldato a Gazprom il suo debito legato all'aumento del prezzo del gas russo versando 187 milioni di dollari. Gazprom aveva a sua volta pagato il debito per il transito sborsando 220 milioni di dollari ma non i 260 come preteso dalla Bielorussia per l'incremento delle tariffe.
     
    Usa: nuove sanzioni a Iran
    Via libera del Congresso americano alle sanzioni unilaterali nei confronti dell’Iran per il suo programma nucleare. Le misure, che Obama dovrà firmare, colpiscono anche i soggetti che hanno rapporti d'affari con Teheran nel settore dell'energia e quello finanziario.
     
    Grecia
    Stato di massima allerta in Grecia all’indomani dell’attentato nella sede del ministero degli Interni di Atene che ha provocato la morte di una persona. Nel Paese si moltiplicano falsi allarmi bomba; in mattinata è stato evacuato il Ministero dell’economia, mentre il premier ha Papandreu ha garantito che i terroristi avranno la risposta che meritano. Il servizio è di Marco Guerra:
     
    Le indagini proseguono a tutto campo. Polizia e servizi “non escludendo alcuna pista”, ma si fa largo l’ipotesi che l’attacco sia opera di un nucleo di anarco insurrezionalisti che abbiano preso il testimone del principale gruppo armato “Lotta Rivoluzionaria (Ea)”, quasi del tutto smantellata nei mesi scorsi. Per prima cosa però bisogna chiarire in che mondo il pacco bomba è arrivato nella struttura. Non c’è dubbio che il destinatario fosse proprio il ministro degli interni Chrisochoidis che in questi anni ha collezionato molti successi sul fronte della lotta contro le organizzazioni marxiste del Paese. L’ordigno è esloso a pochi metri da lui e ha provocato la morte di uno dei suoi più stretti collaboratori, vice commissario di polizia Giorgio Vasilakis, distruggendo completamente il suo ufficio. Dopo un periodo di relativa calma è quindi stato colpito il cuore della sicurezza del Paese. “I terroristi non raggiungeranno i loro obiettivi”, ha promesso il premier Papandreu il quale ha parlato di vili assassini della democrazia che riceveranno la risposta che meritano non solo da dello stato ma anche dall’insieme della società.
     
    Turchia guerriglia curda
    È di tre morti, fra quali due soldati e un civile, e sei feriti il bilancio di un nuovo attacco dei ribelli curdi separatisti contro un base dell’esercito di Ankara nella Turchia orientale. Intanto 19 persone sono state deferite davanti ai giudici di un tribunale di Istanbul perché accusate di essere coinvolte in due sanguinosi attentati messi a segno nei giorni scorsi. La guerriglia curda ha avuto una forte recrudescenza nelle ultime settimane e negli ultimi giorni si è resa responsabile della morte di 19 militari e di due civili.
     
    Medio Oriente Shalit
    Annullata la partenza prevista per domenica della nave iraniana che avrebbe dovuto portare aiuti a Gaza, forzando il blocco israeliano. Intanto stanotte nuovi raid israeliani sulla Striscia di Gaza, proprio quando oggi ricorrono i quattro anni dal rapimento del soldato Gilad Shalit, prigioniero di Hamas dal 2006. Shalit, allora diciannovenne, veniva catturato al confine con la Striscia di Gaza. A Israele e in diverse altre parti del mondo, manifestazioni hanno accompagnato la ricorrenza. La madre del soldato ha lanciato un accorato appello agli israeliani per esortare il governo ad uno scambio di prigionieri con Hamas, che il gruppo palestinese ha posto come condizione imprescindibile per il rilascio di Shalit. Ma le trattative sono ferme. Andrea Rustichelli ha chiesto una valutazione a Ugo Tramballi, inviato a Gerusalemme per il Sole24 Ore:
     
    R. - Shalit è quasi sicuramente vivo perché è negli interessi di Hamas tenerlo vivo e in buona salute. Shalit serve moltissimo anche politicamente per Hamas e non soltanto per rilasciare prigionieri palestinesi. Shalit è un soldato e quindi è immorale che Hamas non consenta, secondo la Convenzione di Ginevra, alla Croce Rossa di visitarlo e di verificare che stia bene.

     
    D. - Le ultime prove delle buone condizioni di salute o comunque dell’essere in vita di Shalit a quando risalgono?

     
    R. - A quando - lo scorso aprile - Hamas fece vedere un filmato di Shalit, una registrazione di una sua lettura di un messaggio: stava bene, aveva la barba rasata e lui stesso diceva di essere trattato bene. Ripeto, mantenerlo in vita è tutto nell’interesse di Hamas per poter fare il famoso scambio di prigionieri che finora Israele ha cercato di rivedere, di evitare, di rinviare, perché in fondo il prezzo che Hamas chiede per la liberazione di Shalit, essendo Shalit un soldato, è un prezzo troppo pesante per Israele. Israele rischia di concedere una vittoria politica ad Hamas molto pericolosa.

     
    D. - Sul fronte del rilascio dei prigionieri, che sembra essere la condizione indispensabile posta da Hamas, c’è qualche prospettiva per il governo Netanyahu di fare passi avanti o di sbloccare la situazione?

     
    R. - Il governo Netanyahu, così come qualsiasi altro governo anche prima di Netanyahu, riguardo a sé deve solo decidere se vuole concedere una vittoria politica ad Hamas. E questo perché la liberazione di prigionieri che Hamas chiede - da Barghouti in giù, compresi anche alcuni veri terroristi - è un prezzo molto alto e che nessun Paese, in una situazione di guerra o - se vogliamo dire - semiguerra come è in Israele adesso, è disposto a pagare per la liberazione di un soldato. Gli israeliani tengono molto, certo, ai propri soldati, ma c’è un interesse nazionale che è superiore alla vita anche di un giovane soldato come Gilad Shalit.

     
    D. - A caldo, qual è una sua valutazione sulle possibilità che Shalit torni finalmente libero?

     
    R. - Io non credo che Shalit possa essere liberato nelle prossime settimane. Credo che ormai la sua liberazione faccia parte di un quadro politico più ampio, nel quale ci deve stare dentro anche la ripresa di un dialogo di pace, una forma di riconoscimento politico anche di Hamas. Il problema è, quindi, molto più ampio di quanto non fosse quattro anni fa, all’inizio di questa vicenda.
     
    Kirghizistan
    Il presidente russo Medvedev è intervenuto sul Kirghizistan sostenendo che Mosca non ha intenzione di inviare forze di pace. Intanto la Francia ieri ha proposto di avviare un’indagine internazionale sulle violenze del mese scorso mentre l’Unicef ha lanciato l’allarme per le pessime condizioni dei campi dei rifugiati in Uzbekistan, dove migliaia di persone sono scappate.
     
    India maoisti
    La guerriglia maoista ha provocato oltre 10 mila morti negli ultimi cinque anni, tra civili e forze dell’ordine. Il ministero degli interni di Nuova Delhi, che ha diffuso le statistiche, ha parlato di un significativo e costante aumento delle vittime dal 2007.
     
    Romania economia
    Duro stop al piano di austerity varato dal governo della Romania. La Corte Costituzionale romena ha in parte bocciato il taglio degli stipendi e delle pensioni del settore pubblico deciso per abbattere il deficit statale. La pronuncia della Corte mette a rischio il prestito di 2 miliardi da parte del Fondo Monetario Internazionale e dell’Unione Europea.
     
    Marea Nera
    La Bp ha annunciato che le spese sostenute fino ad ora per arginare la marea nera nel Golfo del Messico hanno toccato quota 2 miliardi di dollari e 350 milioni. Il gruppo ha ribadito che al momento è troppo presto per stabilire il costo totale della catastrofe. La settimana scorsa, il gruppo ha annunciato la creazione di un fondo da 20 miliardi di dollari destinato alle “vittime” della catastrofe. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 176

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    inizio pagina