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Sommario del 12/06/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa alla Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa: i valori cristiani sono il motore per un autentico progresso economico e sociale
  • La testimonianza di mons. Franceschini, nominato amministratore apostolico sede vacante del Vicariato Apostolico di Anatolia
  • Altre udienze
  • Il cardinale Hummes sull'Anno Sacerdotale: un bilancio molto positivo
  • Tesoro in “vasi di creta”: editoriale di padre Lombardi
  • Mons. Migliore all’Onu: la comunità internazionale si impegni di più per combattere l’Aids
  • Beatificazione in Spagna di Manuel Lozano Garrido, primo laico giornalista a salire agli onori degli altari
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Cuba: presto la prima liberazione di un detenuto politico per motivi di salute
  • Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile
  • Consegna delle onorificenze per il ritorno in Russia dell'icona della Madonna di Kazan
  • Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Indonesia: la sfida di mostrare il volto di Dio-amore in un Paese musulmano
  • Consiglio Costituzionale in Francia: il diritto a non nascere non esiste
  • Un convegno in Inghilterra su inizio e fine della vita
  • Camerun: una Chiesa fiorente e in crescita
  • I Gesuiti: ripristinare in Italia il diritto d’asilo per chi arriva dal mare
  • Sant’Antonio: il messaggio del vescovo di Padova per la Festa del Patrono
  • L’Opera Don Guanella inaugura nuovo centro diurno in Congo
  • Cambogia: festa alla scuola salesiana di alfabetizzazione
  • Pellegrinaggio dei migranti di Sicilia alla Madonna nera di Tindari
  • Grande successo della Giornata Mondiale della gioventù su internet
  • Cile: uno speciale on line per vivere cristianamente i Mondiali 2010
  • 24 Ore nel Mondo

  • Kirghizistan: il governo provvisorio chiede l'intervento russo per sedare le rivolte
  • Il Papa e la Santa Sede



     Il Papa alla Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa: i valori cristiani sono il motore per un autentico progresso economico e sociale

    ◊    Di fronte alla crisi economica, bisogna ripartire dai valori cristiani, vero motore per un autentico sviluppo: è l’esortazione di Benedetto XVI ai partecipanti alla 45.ma riunione comune della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa, ricevuti stamani in Vaticano. Il Papa ha invitato i popoli del Vecchio Continente a non marginalizzare le proprie radici cristiane. Quindi, ha auspicato che la fraternità e la logica del dono trovino sempre più spazio nelle dinamiche economiche e finanziarie. Il Papa ha invitato la Banca di Sviluppo a rinforzare l’integrazione sociale, all’insegna della solidarietà verso i più bisognosi. Il servizio di Alessandro Gisotti:

     

    Gli avvenimenti politici avvenuti in Europa alla fine del secolo scorso, ha esordito Benedetto XVI, hanno permesso all’Europa “di respirare con due polmoni”. E tuttavia, ha constatato, “c’è ancora un lungo cammino da percorrere per rendere effettiva questa realtà”. “Certo si sono sviluppati gli scambi economico-finanziari tra est e ovest dell’Europa, ma – si è chiesto il Papa - c’è stato un reale progresso umano”?  

     

    “La libération d’idéologies totalitaires...”

    “La liberazione dalle ideologie totalitarie – è l’interrogativo posto dal Papa – non è stata utilizzata unilateralmente per il solo progresso economico a detrimento di uno sviluppo più umano che rispetti la dignità e la nobiltà dell’uomo”? Ancora, non sono state dimenticate quelle “ricchezze spirituali che hanno modellato l’identità europea?”. Attualmente, ha proseguito, l’Europa e il mondo attraversano un momento di grave crisi economica. Ma, ha avvertito, non bisogna valutare questa situazione solo attraverso un’analisi strettamente finanziaria. Ha così richiamato la Caritas in Veritate, dove, ha detto, si mostra che l’amore di Dio e del prossimo è un motore potente capace di offrire autentica energia all’ambiente sociale, politico ed economico. Nel solco della Dottrina Sociale della Chiesa, il Pontefice ha messo in evidenza che la relazione tra carità e verità è “una forza dinamica che rigenera l’insieme dei legami interpersonali” per orientare la vita economica e finanziaria “al servizio dell’uomo e della sua dignità”. 

     

    “C’est là le seul capital qu’il convient…”

    “Questo – ha affermato – è il solo capitale che conviene salvare e in questo capitale si trova la dimensione spirituale della persona umana”. L’economia e la finanzia, ha ribadito, non esistono per se stesse. Non sono che uno strumento. “Il Cristianesimo – ha poi aggiunto - ha permesso all’Europa di comprendere ciò che è la libertà, la responsabilità e l’etica che impregna le sue leggi e le strutture sociali”. 

     

    “Marginaliser le Christianisme…”

    “Marginalizzare il Cristianesimo, anche attraverso l’esclusione dei simboli che lo manifestano - è stato il suo richiamo - contribuirebbe ad amputare il nostro continente della sua origine fondamentale che lo nutre instancabilmente e che contribuisce alla sua vera identità”. “Effettivamente – ha detto il Papa – il Cristianesimo è la fonte dei valori spirituali e morali che sono patrimonio comune dei popoli europei”. Valori ai quali gli Stati membri del Consiglio d’Europa hanno manifestato il loro attaccamento nel Preambolo dello Statuto dell’organismo continentale. Ribadendo la natura sociale della Banca di Sviluppo, Benedetto XVI ha quindi offerto una riflessione sulla fraternità nell’economia. 

     

    “La fraternità permet des espaces de gratuité…”

    “La fraternità – ha constatato – permette degli spazi di gratuità, che pur essendo indispensabili” sono difficilmente riscontrabili quando il fine è soltanto l’efficacia e il profitto. Tale dualismo, ha proseguito, non è però assoluto e insormontabile. Per questo bisognerebbe “introdurre una logica che faccia della persona umana e più specificamente delle famiglie di quanti sono nel bisogno, il centro e il fine dell’economia”. In Europa, ha ricordato il Papa, esiste un passato di esperienze di sviluppo economico fondato sulla fraternità, come le imprese sociali e mutualistiche. Bisogna, dunque, tornare alla generosità delle origini. Il Papa non ha mancato di rammentare che la Santa Sede fa parte della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa dal 1973. Un istituto, ha affermato, chiamato ad esplorare gli spazi dove possono esprimersi la fraternità e la logica del dono.

     

     

    Un impegno esortato anche dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, in apertura della riunione della Banca, tenutasi ieri pomeriggio. Nel suo indirizzo di saluto, il porporato ha sottolineato che per la prima volta l’Istituto finanziario tiene il proprio incontro annuale in Vaticano. Ed ha invitato la Banca a giocare un ruolo fondamentale nel contesto attuale di crisi economica-finanziaria. La Santa Sede, ha poi ricordato, ha sempre favorito il processo di unificazione dell’Europa. “Anche oggi – ha detto – la Chiesa cattolica si impegna per la costruzione di un’Europa fondata su quegli ideali della sua unificazione che furono perseguiti dai Padri fondatori: la centralità della persona umana, la stabilità, la solidarietà”.


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     La testimonianza di mons. Franceschini, nominato amministratore apostolico sede vacante del Vicariato Apostolico di Anatolia

    ◊    Il Papa ha nominato amministratore apostolico sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis del Vicariato Apostolico di Anatolia, mons. Ruggero Franceschini, arcivescovo di Smirne. La nomina arriva dopo l’uccisione, il 3 giugno scorso, di mons. Luigi Padovese, vicario apostolico d’Anatolia. Lunedì prossimo 14 giugno, il cardinale Dionigi Tettamanzi presiederà alle 10.00 nel Duomo di Milano i funerali del presule. Alle esequie parteciperà, come rappresentante della Santa Sede, mons. Edmondo Farhat, già nunzio apostolico in Turchia: fu lui nel 2004 a conferire l’ordinazione episcopale a mons. Padovese. Benedetto XVI invierà per l’occasione un messaggio. Mons. Franceschini, da parte sua, ha detto ai nostri microfoni di aver accolto la nomina del Papa con gratitudine. Ascoltiamolo ai microfoni di Sergio Centofanti:

     

    R. - La accolgo con gratitudine e spirito di servizio. Sarà difficile, difficilissimo, perché la comunità cristiana è prostrata, però è anche una comunità cristiana che è giovane e, quindi, ha voglia di riuscire a superare questi momenti. Io ho parlato con i giovani che sono un po’ divisi perché si sono infiltrati tanti musulmani e, forse, bisognava essere più attenti su questo ma non ci perderemo d’animo, faremo il possibile. Io sono convinto che si riuscirà a rimettere in piedi questa bella, piccola, comunità che ha voglia di vivere e sopravvivere.

     

    D. – E’ un momento molto difficile per la comunità cattolica in Turchia…

     

    R. - Molto. Io sono partito di là due gironi fa e c’era della rabbia ma soprattutto c’era una gran voglia di piangere perché, primo, avevano perso la loro guida e, secondo, non intravedevano nessun futuro.

     

    D. - Qual è il suo ricordo di mons. Padovese?

     

    R. - Io lo ricordo come una persona perbene. Forse, se ha peccato, ha peccato per abbondanza, ha aperto tanto verso gli altri. Una persona - come lo ha definito il cardinale Tettamanzi - che non era un muro ma una porta aperta. Lavorava tanto con le autorità locali perché fossero riconosciute le minoranze cristiane. Padre Padovese va ricordato come una persona perbene che ha aperto continuamente le braccia per accogliere chiunque. Forse non è stato così prudente … ma consigliare la prudenza a un vescovo è difficile! Quando uno è preso dallo zelo apostolico va sempre avanti e va con chiunque e va con uno spirito molto aperto, col desiderio di fare sempre del bene … poi è il Signore a fare il resto.


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     Altre udienze

    ◊    Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina alcuni presuli della Conferenza Episcopale Brasiliana (Regione LESTE II), in visita "ad Limina". Questo pomeriggio riceverà il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi.


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     Il cardinale Hummes sull'Anno Sacerdotale: un bilancio molto positivo

    ◊    Ieri, con una Messa Solenne in Piazza San Pietro, nella Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, Benedetto XVI ha chiuso l’Anno Sacerdotale da lui aperto il 19 giugno di un anno fa, in coincidenza con il 150.mo anniversario della morte del Curato d’Ars. Al cardinale Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero, Sergio Centofanti ha chiesto cosa l’abbia più colpito di questo evento:

     

    R. – Due cose. Prima di tutto, la grande affluenza di sacerdoti: 15 mila presbiteri da tutto il mondo è veramente qualcosa di straordinario. Questa è stata una bellissima e significativa risposta positiva da parte dei sacerdoti a quello che voleva essere l’Anno Sacerdotale ed anche la sua conclusione, qui a Roma. Poi, mi ha colpito molto lo spirito con cui i sacerdoti hanno partecipato: credo che sia stata la più numerosa concelebrazione della storia: 15 mila sacerdoti con il Papa!

     

    D. – Un bilancio di quest’Anno Sacerdotale …

     

    R. – Il bilancio è positivo, molto positivo. Soprattutto, siamo anche molto felici che sia stato celebrato nelle comunità locali. Fin dall’inizio, è stato un impegno a fare in modo che l’Anno scendesse fino in mezzo alla gente, nelle comunità locali. Questo è stato fatto, in tutto il mondo. Credo che sia stato un anno bellissimo!

     

    D. – Che cosa vorrebbe dire ai sacerdoti di tutto il mondo, e che cosa vuole dire a quei giovani che pensano di diventare sacerdoti?

     

    R. – Vorrei incoraggiare i sacerdoti a continuare ad essere questo corpo presbiterale così importante, prezioso e insostituibile di ministri in tutto il mondo, soprattutto dove sono inseriti nelle comunità locali; che continuino con coraggio e con fiducia, con gioia nel donarsi ai compiti del ministero sacerdotale, riflettendo e sempre di nuovo prendendo una coscienza via via più profonda della loro identità sacerdotale: cosa vuol dire essere sacerdote e a cosa sia veramente necessario essere attenti affinché possiamo vivere questa vocazione e la missione, che è la spiritualità. La spiritualità dev’essere costantemente approfondita, la vita di preghiera non può mancare al sacerdote affinché possa veramente con gioia e con sicurezza e con serenità vivere la sua vocazione, la sua missione. La seconda cosa che avrei molto a cuore di dire ai sacerdoti è che risveglino in loro lo slancio missionario: di non limitarsi ad essere “al servizio” della comunità nella quale vivono, che già c'è. Ma che abbiano anche un grande impegno missionario per andare alla gente, là dove la gente è, soprattutto a quei battezzati che si sono allontanati per tanti motivi ma anche a quei molti che non conoscono Gesù Cristo. Questa “missione” oggi è urgentissima! Questo farà ritrovare anche ai sacerdoti stessi più profondamente la loro identità sacerdotale, perché la missione rinnova costantemente in noi la nostra identità. Poi, ai giovani vorrei dire che se si sentono chiamati, abbiano il coraggio di rispondere di “sì”, perché vale la pena essere sacerdoti, anche se ci sono tante cose nel mondo, oggi, che farebbero dire il contrario e che dicono il contrario! Ma noi tutti che siamo sacerdoti sappiamo quanto questo sia importante, quanto questo sia anche un segno della predilezione e di elezione da parte di Dio, quando Lui chiama un giovane: accettare questa vocazione. Vorrei dire loro che abbiano il coraggio di farlo: si sentiranno poi grati nei riguardi di Dio per la predilezione con cui Dio li chiama.


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     Tesoro in “vasi di creta”: editoriale di padre Lombardi

    ◊    Sulla conclusione dell’Anno Sacerdotale ascoltiamo il nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

     

    La conclusione dell’Anno Sacerdotale è stata una vera grande festa dei sacerdoti del mondo con il Papa. I diecimila che sono venuti a Roma ne rappresentano moltissimi altri che ne condividono gli stessi sentimenti. Una festa nella fede e nella preghiera. Il Papa è stato chiarissimo nell’invitarci con forza a riconoscere il sacerdozio non come un ufficio, un mestiere umano, ma come un dono di Dio, di un Dio che si affida “con audacia” a degli esseri umani perché dicano le sue parole di perdono e lo rendano presente nel mondo con il suo Corpo e il suo Sangue. Uomini che – ha detto il Papa nella Veglia – vengono “tirati” in lui, nella persona di Cristo, verso “il mondo della risurrezione”. Testimoni di un mondo che non è solo quello di un oggi in cui Dio non c’entra, ma piuttosto quello futuro, che viene appunto reso presente fin d’ora nelle parole e negli atti sacramentali del sacerdote. Il Papa ha osservato che gli scandali degli abusi sessuali compiuti da sacerdoti hanno messo ancor più in rilievo che il dono di Dio si nasconde in “vasi di creta” – come dice San Paolo -, che va quindi riconosciuto appunto come un dono e non come una gloria umana, e va accolto con umiltà e coraggio, custodito con impegno domandando la protezione del Signore affinché non venga stravolto dal peccato e simili abusi non avvengano mai più. Gratitudine, umiltà, fiducia, in una prospettiva di fede. La Chiesa non può vivere senza il dono del sacerdozio. Bisogna chiederlo a Dio con intensità ed insistenza. L’immagine dell’adorazione notturna sulla Piazza di San Pietro deve continuare ad accompagnarci.

      


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     Mons. Migliore all’Onu: la comunità internazionale si impegni di più per combattere l’Aids

    ◊    Nonostante le promesse, la comunità internazionale non si sta impegnando a sufficienza per sconfiggere la pandemia dell’Aids: è la denuncia di mons. Celestino Migliore alla 64.ma sessione dell’Assemblea generale dell’Onu. L’Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite ha messo l’accento sulla mancanza di fondi adeguati per fornire i trattamenti antiretrovirali alle popolazioni povere. Una realtà che colpisce in particolare i bambini affetti da Hiv, un terzo dei quali muore prima del compimento del primo compleanno. Ogni giorno, ha ricordato il presule, 7.400 persone contraggono il virus dell’Aids e 9.7 milioni di contagiati sono ancora in attesa di trattamenti sanitari salva-vita. Di fronte a questa drammatica realtà, ha detto mons. Migliore, la Santa Sede chiede maggiori sforzi da parte degli Stati che si sono impegnati nel 2001 a far fronte all’emergenza Aids. In particolare, il diplomatico vaticano ha auspicato che vengano dedicate più risorse ad un approccio fondato sulla dimensione umana della sessualità, che sappia puntare sul rinnovamento spirituale e umano delle relazioni interpersonali.


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     Beatificazione in Spagna di Manuel Lozano Garrido, primo laico giornalista a salire agli onori degli altari

    ◊    In Spagna sono ore di vigilia per la Chiesa locale. Alle 19.30 di questa sera, al Quartiere fieristico di Linares, si celebra la liturgia di Beatificazione di Manuel Lozano Garrido, primo laico giornalista a salire agli onori degli altari. Il rito sarà presieduto dall’arcivescovo Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Domani sarà invece il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, a proclamare Beato lo sloveno Alojzij Grodze, morto martire nel 1943 per mano di partigiani comunisti. Diversa la storia del prossimo Beato spagnolo, detto familiarmente “Lolo”, scomparso nel 1971 a 51 anni dopo una grave malattia che non gli impedì di lasciare pagine ispirate sul mestiere di giornalista e scrittore, come racconta mons. Angelo Amato al microfono di Roberto Piermarini:

     

    R. - È un laico spagnolo, nato a Linares, in Spagna nel 1920 e morto nel 1971, a 51 anni. Brillante giovane di Azione cattolica, durante la persecuzione religiosa spagnola del 1936-39, con grave rischio della vita fu incaricato di portare l’Eucaristia ai fedeli nascosti nelle case. Non sfuggì, però, al carcere per la sua aperta fede cattolica. Vi rimase tre mesi. Edificava tutti con il suo spirito di preghiera. Con i fili della scopa fece un rosario e lo recitava quotidianamente con gli altri detenuti. Anni dopo riconobbe il delatore, che era un barbiere, ma lo perdonò.

     

    D. - Qual è la sua identità spirituale? Per quale motivo è stato elevato agli onore degli altari?

     

    R. – Ancora giovane, a poco più di vent’anni, si manifestò in lui un male incurabile, che a poco a poco lo paralizzò in tutto il corpo. Mani, gambe, piedi non rispondevano. Rimase così inchiodato per decenni a una sedia a rotelle. Si sentiva come un albero nudo e rinsecchito. A ciò si aggiunse la cecità. Con gli occhi spenti del corpo egli affinò gli occhi della fede per poter scorgere in lui e nel prossimo la luce dello Spirito. Per questo soleva dire che le stelle si vedono di notte. I suoi malanni fisici lo resero più sensibile alle armonie dello spirito, diversamente da noi, che, storditi dalla marea di futili immagini quotidiane e intontiti dal frastuono dei loro suoni, non riusciamo più a percepire il canto del creato e finiamo per diventare noi stessi ciechi e sordi.

     

    D. – Quale fu il suo apostolato specifico?

     

    R. – Il suo apostolato principale era la sopportazione serena e addirittura gioiosa della sua sofferenza. L’offriva quotidianamente per i giornalisti, per i quali scrisse una specie di decalogo. Rileggiamo qualcuno di questi comandamenti, di indiscussa attualità per gli odierni operatori della comunicazione sociale: “Ringrazia l’Angelo che ha inciso sulla tua fronte la stella della Verità e la abbellisce in ogni momento”; “Quando scrivi, lo devi fare in ginocchio, per amare”; “Lavora il pane dell’informazione 'pulita' con il sale dello stile e il lievito dell’eternità”; “Tu sei albero di Dio. Chiedigli che ti faccia quercia, duro e impenetrabile all’ascia dell’adulazione e della corruzione”. Per lui, il giornalista è come la fontana del paese, che zampilla e disseta giorno e notte, donando frescura, ottimismo, amore, speranza e sempre un sorriso. Scrisse nove libri e più di trecento articoli, sparsi in riviste nazionali e locali. Diventò famoso in tutta la nazione e ricevette numerosi premi letterari.

     

    D. – Per noi giornalisti Lolo è una vera ispirazione...

     

    R. – Certo, ma la sorgente della sua ispirazione e del suo entusiasmo di vivere, era Cristo. Nel suo programma di vita, egli scrisse: “Di buon mattino farai colazione con il buon pane di Dio e, dopo, ricco del suo miracolo, distribuirai tu i pani e i pesci del tuo cuore”. E ancora: “Stropiccia e lava i tuoi occhi nella fede, per vedere sempre Cristo che vive nella persona buona, in quella mediocre e nel peccatore”.


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     Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊    L'uomo è l'unico vero capitale da salvare: Benedetto XVI alla Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa.



    Il dialogo di Benedetto XVI con i sacerdoti durante la veglia per la conclusione dell'Anno Sacerdotale.



    Quando i vizi tornano di moda: in prima pagina, Lucetta Scaraffia sulla crisi dell'educazione.



    Per un'effettiva uguaglianza tra donne e uomini: nell'informazione internazionale, intervento della Santa Sede a Baku.



    Simone Beretta sulla "Caritas in veritate" e l'abc dello sviluppo sostenibile.



    I mondiali di calcio: in cultura, gli articoli di Sandro Mazzola "Il modulo di Mourinho non è da nazionale", di Damiano Tommasi "Tra assenze e sorprese", di Gaetano Vallini "Robben Island, il calcio e il nuovo Sud Africa", con un contributo di Giampaolo Mattei sulla stagione calcistica in Vaticano appena conclusasi.



    Nell'informazione religiosa, l'omelia che il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, pronuncerà questa sera allo stadio "Helvia Recina" di Macerata durante la celebrazione eucaristica, prima della partenza del XXXII pellegrinaggio Macerata-Loreto.


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    Oggi in Primo Piano



     Cuba: presto la prima liberazione di un detenuto politico per motivi di salute

    ◊    A Cuba, un detenuto politico, in prigione da anni, sarà presto liberato per motivi di salute. Lo ha reso noto, attraverso un comunicato diffuso in queste ore, il cardinale arcivescovo dell’Avana, Jaime Ortega, dopo essere stato informato dalle autorità dell’isola. Altri sei prigionieri per reati d’opinione saranno invece trasferiti nelle loro province d’origine, vicino ai familiari. Ma qual è il valore di questa notizia? Eugenio Bonanata lo ha chiesto a Luis Badilla, nostro collega ed esperto di questioni latino americane:

     

    R. - La novità è fondamentale. E’ vero che continua il processo tramite il quale molti di questi prigionieri politici saranno trasferiti in luoghi più opportuni per essere assistiti, ma la cosa importante è che, per la prima volta, un detenuto politico, un dissidente, viene liberato definitivamente e va ad aggiungersi agli altri 20 detenuti politici e al primo gruppo di 75 - tutti arrestati nel 2003 - che godono di una condizione giuridica che a Cuba si chiama “licentia extrapenal”. In Italia si chiamerebbe "arresti domiciliari". In questo caso, però, si tratta di una liberazione e ciò è fondamentale.

     

    D. - Il dialogo fra Chiesa e governo cubano si rileva non solo necessario ma anche efficace…

     

    R. - Penso di sì. Ci sono state alcune critiche nei confronti della Chiesa, perché si temeva che potesse essere “utilizzata” da parte delle autorità governative e invece non è così. Le conversazioni fra la Chiesa ed il governo sono state oneste e sincere, hanno coinvolto diversi argomenti di carattere nazionale e internazionale, nello specifico quello dei prigionieri. I fatti di queste ultime tre settimane dimostrano che questo dialogo non era solo necessario ma si sta rivelando molto efficace per l’interesse generale del popolo cubano. Non per l’interesse della Chiesa, ma per il futuro della nazione cubana.

     

    D. - Tra qualche giorno l’arrivo a Cuba di mons. Mamberti. Che significato assume questa visita?

     

    R. - Va precisato subito, per evitare confusioni, che la visita di mons. Mamberti - che è molto importante - non c’entra nulla con quello che sta accadendo a Cuba in questo momento, nel senso che lui non va a Cuba per questa situazione. Si tratta di una visita, la sua, programmata da tantissimo tempo: mons. Mamberti va lì come ospite della Chiesa cubana per inaugurare la Settimana sociale, che è un evento ecclesiale di grande trascendenza e questo coincide, tra l’altro, con il fatto che in questi giorni si ricordano i 75 anni dei rapporti diplomatici ininterrotti fra Cuba e la Santa Sede.


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     Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile

    ◊    Incentivare la protezione sociale, l’occupazione giovanile e il diritto all’istruzione nei Paesi economicamente meno sviluppati. È l’appello del Cesvi-Cooperazione e Sviluppo e dell’Unicef in occasione della Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Secondo i dati relativi al 2010 dell’Organizzazione internazionale per il lavoro (Ilo), nel mondo sono 215 milioni i minori, tra i 5 e i 17 anni, sfruttati in vario modo. Il servizio di Alessandra De Gaetano:

     

    Venduti, sfruttati sessualmente, obbligati a spacciare droga, costretti a combattere in conflitti spesso dimenticati e - quando va bene - impiegati senza regole nel lavoro nero. Una vera e propria piaga, contro la quale urgono azioni concrete per eliminare le peggiori forme di lavoro minorile entro il 2016: obiettivo stabilito nel piano di azione globale alla conferenza de l’Aja. Ma quali sono le misure da mettere in atto per raggiungere questo traguardo? Il commento di Roberto Salvan, direttore di Unicef Italia:

      

    “E’ ovvio che per rispondere in modo serio ed efficace, è necessario investire di più sull’istruzione, perché questo è l’unico valore aggiunto che ogni Paese può dare alla crescita delle nuove generazioni e per dar valore al futuro. Senza investire nell’istruzione, il Paese inevitabilmente si impoverisce”.

      

    Il dramma dello sfruttamento del lavoro minorile coinvolge soprattutto i Paesi in via di sviluppo e nell’Africa sub-sahariana è in aumento. Pur se dalle stime dell’Ilo, si registra un calo del 3% del fenomeno a livello mondiale tra il 2004 e il 2008, desta invece preoccupazione il dato di 115 milioni di bambini, esposti alle peggiori forme di sfruttamento. Ancora Roberto Salvan:

      

    “Il traguardo per eliminare le forme peggiori di lavoro minorile è quello del 2016. La Comunità internazionale deve superare quelli che sono gli Obiettivi di sviluppo del millennio del 2015 e lavorare su alcune politiche, come quella dell’istruzione e questo soprattutto in Africa, dove c’è almeno il 70 per cento dei bambini che a livello globale non vanno a scuola. Vanno poi protetti i bambini che sono rimasti soli e che sono sieropositivi, non hanno più i genitori e vivono in famiglie numerose e sono quindi costretti a vivere per strada”.

      

    Secondo le stime pubblicate in questi giorni da "Save the Children", in Italia sono circa mezzo milione i bambini lavoratori, con meno di 15 anni. Intanto, il dato che emerge dal coro unanime delle Ong è la necessità di stanziare risorse per garantire ai minori di tutto il mondo il diritto all’istruzione. Stefano Piziali, portavoce del Cesvi:

      

    “Sappiamo tutti che la soluzione è l’istruzione, che la soluzione è fare in modo che i bambini che sono a scuola, non la abbandonino. Trovare risorse per l'istruzione è possibile e noi chiediamo all’Unione Europea, che è il principale donatore a livello globale - quasi il 60 per cento degli aiuti in tutto il mondo vengono dall’Ue - di rispettare il suo impegno e di fare in modo che almeno il 20 per cento delle sue risorse di aiuti allo sviluppo vadano alla salute di base e all’educazione di base”.


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     Consegna delle onorificenze per il ritorno in Russia dell'icona della Madonna di Kazan

    ◊    Consegnate ieri pomeriggio, nella sede della nostra emittente, le onorificenze a coloro che hanno contribuito al ritorno in Russia dell’icona della Madonna di Kazan. L’icona scomparve da Kazan agli inizi del ventesimo secolo, e dopo esser stata regalata a Giovanni Paolo II, il Pontefice il 25 agosto del 2004 decise di donarla al Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II. Il servizio di Alessandro Guarasci.

     

    L’icona era particolarmente venerata nel Tatarstan e nella Russia intera. Il dono di Giovanni Paolo II al Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II fu considerato un auspicio per un rinnovato dialogo tra la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa. Durante la Celebrazione della Parola che suggellò l’invio del dono, emblematiche furono le parole di Giovanni Paolo II: “Dica, questa antica immagine della Madre del Signore, a Sua Santità Alessio II e al venerando Sinodo della Chiesa ortodossa russa l’affetto del Successore di Pietro per loro e per tutti i fedeli loro affidati. Dica il desiderio e il fermo proposito del Papa di Roma di progredire insieme con loro nel cammino di reciproca conoscenza e riconciliazione, per affrettare il giorno di quella unità piena dei credenti per la quale il Signore Gesù ha ardentemente pregato”. Tra coloro che hanno ricevuto il riconoscimento don Sergio Mercanzin, direttore del Centro Russia Ecumenica: 

     

    "Le circostanze mi sembra siano ancora più favorevoli di una volta per il grande incontro tra il Papa e il Patriarca di Mosca. Sono due persone 'nuove', grazie alla nuova nazionalità del Papa, grazie al fatto che è un grande teologo stimatissimo in Russia, grazie anche al fatto che il Patriarca di Mosca è una persona giovane, con una mentalità aperta. E’ stato ministro degli Esteri del Patriarcato di Mosca, quindi ha aperto non solo all’Occidente ma alla Chiesa cattolica in modo speciale e poi ha conosciuto personalmente Benedetto XVI, perché si sono incontrati più volte con il Santo Padre quando era appunto responsabile delle Relazioni estere del Patriarcato di Mosca. Tutte queste circostanze, secondo me, sono estremamente favorevoli per un incontro e la conferma l’ha data il nuovo rappresentante delle Relazioni estere del Patriarcato di Mosca, il metropolita Hilarion, quando ha detto: ‘Noi stiamo aspettando un incontro non tra un Papa e un Patriarca di Mosca ma tra questo Papa e questo Patriarca di Mosca’". 

     

    Riconosciuto anche il ruolo del direttore della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi, nel far arrivare l’icona a Kazan: 

     

    “L’icona era nell’appartamento del Papa solo di passaggio. Giovanni Paolo II aveva anche pensato o sperato di poter portare lui stesso l’icona in Russia. Questo non era ancora possibile ma si è ugualmente ritenuto necessario, da parte del Papa, di restituirla perché tornasse alla sua patria. L’icona della Madonna di Kazan è proprio il simbolo più forte del nostro desiderio di incontrarci”.


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     Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica

    ◊    In questa undicesima Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui una peccatrice bagna con le lacrime e profuma i piedi di Gesù, invitato a mangiare nella casa di un fariseo, Simone. Questi giudica il Maestro dentro di sé. Ma il Signore dice riguardo alla donna:

     

    “Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco”. 



    Su questo brano evangelico, ascoltiamo il padre carmelitano Bruno Secondin, professore di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

     

    Simone pensava che Gesù non avesse capito chi fosse quella donna che stava facendo quei gesti così audaci sui piedi del Maestro; ma proprio Simone era quello che non vedeva correttamente. “Vedi questa donna?” gli domanda Gesù. Quasi a dirgli: “Vedi solo la peccatrice nota a te e a tutti, oppure sai vedere anche un’altra fisionomia, una scintilla di nuova vita, la realizzazione di una supplica e di un riscatto?”. Quelle lacrime erano sincere e gridavano il bisogno di redenzione e perdono. Quel profumo era dono di venerazione e dedizione ad un maestro che insegnava accoglienza e non pregiudizi ed esclusioni. Lacrime e profumo sono il linguaggio di fede e di pentimento di questa innominata. Gesù glielo dice: “La tua fede ti ha salvata”. Per quanto gravi e grandi siano gli errori di una vita, per quanto pesino i pregiudizi e le emarginazioni, c’è sempre possibilità di riscatto e di perdono, di rinascita e nuova dignità. E Luca aggiunge in coda al testo evangelico, che di donne che seguivano Gesù ce n’erano altre, spesso “guarite da spiriti cattivi”: ma tutte generose e servizievoli. Che sarebbe la Chiesa se non ci fossero le donne con la loro fede audace e il loro cuore generoso?


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    Chiesa e Società



     Indonesia: la sfida di mostrare il volto di Dio-amore in un Paese musulmano

    ◊    “La sfida principale dei sacerdoti in un Paese a maggioranza islamica come l’Indonesia è quella di mostrare a tutti che Dio è amore e testimoniare che Dio è misericordia. In un mondo sempre più globalizzato, esposto alle sfide del secolarismo o del fondamentalismo, il sacerdote ha il compito di aiutare le persone a fare esperienza autentica di Dio nella propria vita, nella verità e nella libertà”: è quanto ha detto all’Agenzia Fides mons. Ignatius Suharyo, arcivescovo coadiutore di Giacarta, a conclusione dell’Anno Sacerdotale. L’arcivescovo ha appena terminato di condurre e predicare un ritiro di quattro giorni con oltre 213 preti provenienti da 23 diocesi indonesiane, fra i quali sacerdoti di 19 differenti Congregazioni religiose presenti nel Paese. Il ritiro è stato organizzato a Giacarta per chiudere l’Anno Sacerdotale, “in comunione con il Santo Padre e con tutta la Chiesa universale, in concomitanza con la Santa Messa celebrata in San Pietro”, sottolinea l’arcivescovo. “Abbiamo riflettuto sul senso del sacerdozio e sulla testimonianza da rendere nella nostra nazione, così plurale e variegata; abbiamo parlato della nostra spiritualità e della necessità di offrire una testimonianza di vita credibile. Il tutto partendo dalla figura del Curato d’Ars e dalla consapevolezza che il primo esempio per noi è Cristo, il primo sacerdote”. L’arcivescovo rimarca che in Indonesia la figura del sacerdote “è generalmente apprezzata e rispettata dalla gente, in quanto egli è visto come uomo di Dio, che mette in contatto con il sacro. Questo nel background culturale indonesiano è molto importante, così i sacerdoti sono persone ascoltate e stimate”. Sui frutti dell’Anno Sacerdotale nel Paese musulmano più popoloso al mondo, mons. Suharyo nota “la crescita e l’approfondimento della comunione fra i sacerdoti in Indonesia e la sensibilizzazione del laicato: i laici hanno pregato e digiunato per la santità dei loro sacerdoti, e questo è stato per noi molto significativo”. Inoltre “molti giovani si sono avvicinati alla figura del sacerdote, hanno chiesto di saperne di più e di sperimentare il cammino di vita sacerdotale: per la Chiesa vi è l’opportunità e il compito di aiutarli a discernere la chiamata e la volontà di Dio nella loro vita”. Si spera, dunque, che l’Anno Sacerdotale possa portare un incremento delle vocazioni per il futuro.


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     Consiglio Costituzionale in Francia: il diritto a non nascere non esiste

    ◊    “Nessuno può rivendicare un danno per il solo fatto dell’essere nato”: in pratica, il diritto a non nascere non esiste. È questo l’ultimo pronunciamento del Consiglio Costituzionale francese - l’equivalente della Corte Costituzionale italiana - che ha ribadito la conformità della legge del 2002, che nega la possibilità di indennizzare le persone che nascono con disabilità a causa di errori o mancate diagnosi mediche, con la Carta fondamentale della Repubblica di Francia. Grande soddisfazione è stata espressa dall’Alleanza per il diritto alla vita, al quotidiano "Avvenire" : “Soffriamo ogni volta che un giudice afferma che una persona ha subito un danno per il fatto di non essere stata eliminata prima della nascita”, dice il presidente del movimento, Xavier Mirabel. L’impegno delle associazioni francesi per la tutela del diritto alla vita si sono sempre schierate al fianco delle famiglie delle persone disabili, che si sentono offese ogni volta che si riapre la discussione sulla legge del 2002: l’impegno, piuttosto, dev’essere di sostegno alle famiglie stesse e di aiuto a chi soffre. Prima che fosse approvata la legge del 2002, circa 200 famiglie si erano riunite nel Collettivo contro l’handifobia. (R.B.)


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     Un convegno in Inghilterra su inizio e fine della vita

    ◊    Dal 24 al 26 giugno prossimi si svolgerà a Liverpool, in Inghilterra, il convegno “Beginnings and endings: caring for the whole person – Inizio e fine: prendersi cura dell’intera persona”, organizzato dopo il grande successo del 2008, quando a Twickenham (Londra) si svolse l’appuntamento “Fede nella salute”. Promosso dalla Conferenza episcopale d’Inghilterra e Galles e dalla Conferenza degli ordini religiosi della Catholic medical association, l’evento, - ricorda in una nota il Sir Europa - è aperto a tutti coloro che operano nel campo della sanità e del sociale. Tra i numerosi interventi, anche quello di mons. Vincent Gerard Nichols, arcivescovo metropolita di Westminter e primate cattolico di Inghilterra e Galles; di Ilora Finlay, esperta di medicina palliativa; di Kath Mc Court, responsabile della scuola di salute della Northumbria University; e, del teologo James Hanvey. I partecipanti potranno scegliere tra 15 gruppi di studio su argomenti riguardanti salute e servizi sociali, tra cui il rapporto tra operatore sanitario, operatore sociale e assistito, la qualità della cura e come rispondere ai bisogni spirituali dei pazienti. (R.B.)


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     Camerun: una Chiesa fiorente e in crescita

    ◊    Una Chiesa fiorente e in crescita quella del Camerun, dove è ancora molto vivo il ricordo della visita di Benedetto XVI- lo scorso anno, dal 17 al 20 marzo - e della quale da poco si è festeggiato il primo anniversario con la celebrazione di una Messa solenne a Yaoundé. Il direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie del Camerun, Gaspard Mengata Nka, traccia un bilancio della chiesa con l’agenzia Fides: “La visita ha riaffermato e consolidato i buoni rapporti tra Chiesa e Stato – ha detto – e ha mostrato il volto di una comunità cattolica in espansione”. Oggi il Camerun ha 24 diocesi, 21 delle quali guidate da vescovi camerunensi; gli altri tre sono un belga e due polacchi. Nel Paese “tutti sono impegnati in prima persona per diffondere la Buona Novella – prosegue – e le diocesi hanno intrapreso un programma di scambio con altri Paesi dell’area dell’Africa Centrale, come Ciad e Gabon, anche per sopperire alla mancanza di vocazioni negli altri Paesi”. Il direttore delle Pom sottolinea anche il grande valore della scuola cattolica camerunense, con elevati standard qualitativi della didattica offerta ed apprezzata anche dai musulmani che vivono nel nord del Paese. Il Camerun ha da poco festeggiato il 50.mo anniversario della propria indipendenza; nel 2011 sono previste le prossime elezioni presidenziali. (R.B.)


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     I Gesuiti: ripristinare in Italia il diritto d’asilo per chi arriva dal mare

    ◊    Ripristinare in Italia il diritto d’asilo per chi arriva via mare: è questo l’obiettivo dell’iniziativa di sensibilizzazione che il Centro Astalli-Servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia promuove per il pomeriggio di lunedì 14 giugno nella chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, a Roma. In questa occasione si svolgerà anche un colloquio sul tema delle migrazioni tra il segretario del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itinerari, mons. Agostino Marchetto, e Giuseppe De Rita, presidente del Censis. La possibilità di chiedere protezione in Italia - fa sapere il Centro all’agenzia Sir - è in accordo con la Convenzione di Ginevra e con la Costituzione Italiana e riguarda anche chi arriva via mare dalla Libia, Paese in cui non vengono rispettati i principali diritti umani. La pratica dei respingimenti da parte della Libia impedisce di arrivare nel nostro Paese a migliaia di rifugiati africani, spesso vittime di tortura: l’ultimo episodio è avvenuto l’8 giugno scorso, ai danni di 20 cittadini eritrei. In particolare il Centro Astalli denuncia l’imperdonabile silenzio che i media hanno calato sulla questione. (R.B.)


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     Sant’Antonio: il messaggio del vescovo di Padova per la Festa del Patrono

    ◊    Questa domenica, 13 giugno, Padova festeggia il suo patrono: Sant’Antonio, che ha offerto alla città “una splendida testimonianza di vita evangelica, che dalla fonte del Vangelo ha attinto e profuso sulla città la grazia di un rinnovamento profondo dei cuori, delle coscienze, delle relazioni sociali, fondate sulla giustizia e la solidarietà, aperte su orizzonti di universalità e speranza”, come ha ricordato mons. Antonio Mattiazzo, vescovo della città. L’invito del presule ai cittadini - riportato dal Si - è proprio quello di rinnovare le radici della propria fede in funzione di una vita sociale rivolta al bene comune, sulle orme di Sant’Antonio. Il vescovo, commenta poi così lo straordinario afflusso di fedeli all’Ostensione del corpo del Santo, lo scorso febbraio: “Le persone percepiscono Sant’Antonio come un ‘amico’ vicino a Dio – ha detto – e sono quante intuiscono che le risorse puramente umane della società, anche le più progredite, non sono in grado di rispondere ai bisogni e alle aspettative più profonde della vita”. Nel messaggio, poi, mons. Mattiazzo si sofferma sulla crisi economica e sulla necessità di “vincere l’idolatria del profitto materiale, mali sociali quali la disoccupazione, la diffusione tragica della droga, la disgregazione della famiglia” e lancia un appello “affinché sia affrontato seriamente il declino demografico della città e la vicinanza alla sofferenza di tante persone depresse”. Infine il presule invita tutti, e specialmente le 68 comunità parrocchiali che compongono la città, a pregare “il nostro patrono affinché interceda presso Dio un vero rinnovamento per la nostra città e i suoi abitanti e conceda a tutti misericordia, conforto, pace e speranza”. (R.B.)


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     L’Opera Don Guanella inaugura nuovo centro diurno in Congo

    ◊    È stato inaugurato oggi a Kinshasa, in Congo, il nuovo centro diurno guanelliano per i bambini di strada: il Centre Sainte Familie – Point d’eau, la cui costruzione è stata resa possibile dai contributi finanziari di due organizzazioni spagnole, la Fundación Promoción Social de la cultura e l’Agencia española de cooperación internacional. Il prossimo 19 giugno i bambini faranno il loro ingresso ufficiale nel nuovo centro, una casa che li accoglierà e dove potranno vivere insieme l’importante appuntamento del 30 giugno, in cui la Repubblica democratica del Congo festeggerà il 50.mo anniversario dell’indipendenza. Nella struttura saranno ospitati bambini cacciati dalle proprie famiglie perché accusati di essere “sorciers” (piccoli stregoni), orfani a causa della guerra, della povertà e delle malattie e vittime di divorzi. La notte, inoltre, il centro si trasformerà in un grande dormitorio per altri 80 minori. L’opera Don Guanella opera in Congo fin dal 1980: attualmente gestisce una comunità formativa; tre comunità educative residenziali; un centro d’accoglienza diurno; una comunità agricola residenziale che offre un apprendistato nei campi agricolo e zootecnico; una scuola primaria che nel pomeriggio svolge corsi di alfabetizzazione per adulti. Inoltre di notte un’equipe mobile mette a disposizione servizi sanitari di base per le strade di Kinshasa e un dispensario per attività medico-infermieristiche dirette ai ragazzi di strada o ai poveri del quartiere. (R.B.)


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     Cambogia: festa alla scuola salesiana di alfabetizzazione

    ◊    Una giornata di festa per la scuola di alfabetizzazione Don Bosco ad Andaung Cheng, in Cambogia. Il prefetto di Battambang, mons. Enrique Figaredo Alvargonzález, ha benedetto le aule della struttura, dove vivono circa 700 famiglie. La scuola salesiana - ricorda in una nota l’agenzia Fides - è stata costruita nel 1999 per assicurare l’accesso all’istruzione dei figli dei contadini che lavorano nelle risaie e degli operai delle fabbriche di mattoni della zona. Sebbene in Cambogia l’accesso alle scuole pubbliche sia gratuito, i bambini delle aree rurali non riescono a frequentarle a causa del loro sovraffollamento. La scuola di alfabetizzazione persegue specificatamente tre obiettivi: ridurre la povertà, sradicare l’analfabetismo e promuovere l’educazione per tutti i bambini. Il centro cambogiano dei salesiani è stato edificato con l’aiuto finanziario di alcuni benefattori olandesi: è un palazzo a due piani con 12 aule, chiamato Fish, l’acronimo dei termini inglesi che significano amicizia, integrità, solidarietà e armonia. (R.B.)


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     Pellegrinaggio dei migranti di Sicilia alla Madonna nera di Tindari

    ◊    Si svolgerà domani, 13 giugno, all’insegna dei “Colori della pace”, il primo pellegrinaggio dei migranti di Sicilia al Santuario della Madonna nera di Tindari, una vera e propria icona per coloro che hanno dovuto lasciare il proprio Paese: anche Maria, infatti, per salvare Gesù non esitò a fuggire in Egitto. L’iniziativa - precisa il Sir - è promossa dalla Migrantes regionale e si pone come obiettivo una riflessione più ampia su come si può essere operatori di pace. La giornata si articolerà in due momenti fondamentali: al mattino, la festa con le comunità etniche alla presenza del vescovo di Patti, mons. Ignazio Zambito; nel pomeriggio, la processione verso il Santuario e la solenne concelebrazione interculturale presieduta dal vescovo delegato della Conferenza episcopale siciliana, mons. Calogero La Pina. Al termine della Messa sarà consegnata una corona del Santo Rosario missionario, che ha ogni decina di colore diverso, i colori della pace appunto, per prendere un impegno comune di pregare tutti per la pace in ogni angolo della Terra. (R.B.)


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     Grande successo della Giornata Mondiale della gioventù su internet

    ◊    Cresce la partecipazione alla preparazione alla prossima Giornata mondiale della Gioventù, che si terrà a Madrid nel 2011, sulle reti sociali in internet. La pagina di Facebook dedicata all’evento - annuncia la Zenit - ha raggiunto questa settimana i 100mila visitatori, i quali seguono con attenzione i progressi dell’organizzazione e le informazioni diffuse in 16 lingue. “Mi ha raccomandato la pagina un amico”, scrive in bacheca Hadz Tok, indonesiano di Surabaya City; mentre Ihab Kamal Jabbouri, da Baghdad, Iraq, non vede l’ora di andare alla Gmg “per incontrare altri giovani cristiani di tutto il mondo”. Da nove mesi è on line la pagina dell’evento, che si è rivelata utile strumento di feedback con i partecipanti: molte, ad esempio, le proposte avanzate dagli utenti sugli oggetti ricordo. Sul web la Gmg è presente grazie al lavoro di 70 amministratori in vari Paesi, che rispondono alle domande del pubblico ed esortano i giovani ad andare l’anno prossimo a Madrid. Il servizio è attivo 24 ore su 24. (R.B.)


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     Cile: uno speciale on line per vivere cristianamente i Mondiali 2010

    ◊    Uno speciale per vivere cristianamente i Mondiali di calcio 2010: è quello preparato dalla Conferenza episcopale del Cile e messo on line qualche giorno fa, con una cerimonia inaugurale in cui il presidente della Conferenza e vescovo di Rancagua, mons. Alejandro Goić Karmelić, ha indossato il berretto rosso dei tifosi della nazionale cilena, cliccando per primo sul sito. Nelle varie pagine - organizzate come a scandire i ritmi di una partita di calcio - anche interviste e testimonianze; la preghiera ufficiale dei Mondiali; il materiale sul rapporto tra fede e sport, sui valori del calcio, sull’esperienza cristiana dei tifosi e sulle parole dei Papi in tema di calcio. Tutti contributi, questi, per aiutare le famiglie e le comunità a vivere cristianamente la Coppa del Mondo. Previsto anche uno spazio dedicato alle parrocchie e alle scuole - riferisce la Fides - dove potranno raccontare la propria esperienza dei giorni in cui si articola il torneo. (R.B.)


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    24 Ore nel Mondo



     Kirghizistan: il governo provvisorio chiede l'intervento russo per sedare le rivolte

    ◊    Il presidente ad interim del Kirghizistan, Roza Otunbayeva, ha chiesto alla Russia l’invio di truppe per arginare le rivolte scoppiate nel sud del Paese, che finora hanno causato almeno 50 morti e circa 700 feriti. Nel paese vige sempre lo stato d’emergenza e il coprifuoco. Il servizio di Eugenio Bonanata:

     

    La situazione è fuori controllo. Per questo, la presidenza provvisoria del Paese ha inviato una richiesta formale di aiuto al Cremlino. Servono truppe straniere per riportare l’ordine. Non c’è alcuna soluzione alternativa, dopo due giorni di vera e propria guerriglia nella città meridionale di Osh. E non si tratterebbe solo di scontri interetnici tra uzbeki e kirghizi. Le autorità locali hanno sollevato la matrice politica. Sotto accusa i sostenitori dell’ex presidente, Bakiev, deposto lo scorso mese di aprile e costretto alla fuga in Bielorussia, che avrebbero provocato la rivolta con il solo obiettivo di far saltare il referendum sulla nuova Costituzione in programma il prossimo 27 giugno. Intanto, un portavoce degli uzbeki ha chiesto l’apertura di un corridoio umanitario per consentire il passaggio di migliaia di persone, che intendono rifugiarsi in Uzbekistan. In attesa di nuovi sviluppi, nella seconda città del Paese la tensione resta alta, nonostante lo stato d’emergenza e il coprifuoco imposto nelle ore notturne. Testimoni stamattina hanno riferito di case e strade ancora in fiamme, mentre in nottata sono stati uditi colpi d’arma da fuoco. Volontari, poliziotti e militari in pensione richiamati in tutta fretta e dispiegati nell’area sono ormai allo stremo. Un responsabile governativo ha agitato lo spettro della guerra civile, chiedendo rinforzi immediati. 

     

    Elezioni in Slovacchia

    Urne aperte oggi in Slovacchia per le elezioni legislative. Circa 4,5 milioni di elettori sono chiamati al voto per il rinnovo dei 150 seggi del parlamento unicamerale. Secondo i sondaggi, favorito è il Partito socialdemocratico Smer del premier, Robert Fico, nonostante un sostanziale calo di consensi negli ultimi giorni.

     

    Elezioni in Belgio

    Otto milioni di belgi saranno chiamati domani alle urne per le elezioni politiche. Il test elettorale risulta quanto mai decisivo per il futuro del Paese: arriva infatti dopo tre anni di paralisi istituzionale causata dall’incapacità dei diversi governi di coalizione che si sono succeduti di trovare una soluzione circa la controversa questione dell’autonomia delle regioni fiamminghe. Per saperne di più ascoltiamo il servizio di Marco Guerra:

     

    I fantasmi di un Paese sempre più spaccato tra francofoni e fiamminghi prendono forma con i sondaggi della vigilia elettorale che danno in forte crescita, con il 25% dei suffragi, il Partito nazionalista fiammingha di Bart De Wever, che mira allo smantellamento dello Stato federale e la creazione di una regione delle Fiandre, il più possibile autonoma. I Liberali fiamminghi che hanno provocato la caduta del governo rimangano al palo con appena il 13%. Previsto un crollo per i cristiano democratici del premier uscente, Yves Leterme, dati al 19%. A fare blocco contro i propositi separatisti, restano quindi i socialisti francofoni, guidati Elio Di Rupo, che in Vallonia i sondaggi danno in testa con oltre 30%. Quel che è certo, è che i tempi per la formazione di un nuovo governo saranno lunghi e con difficili negoziati non solo tra partiti ma tra comunità linguistiche diverse. Il complesso sistema politico belga prevede che il governo sia una coalizione formata dai vincitori rispettivamente nelle Fiandre, in Vallonia e a Bruxelles, e che il premier sia una personalità che raccolga su di sé il massimo consenso possibile tra francofoni e fiamminghi. La missione sembra impossibile alla luce del fallimento dei governi che si sono susseguiti dopo le elezioni del 2007. E in queste ultime ore si moltiplicano gli appelli di personalità del mondo dell’economia della cultura ad evitare che si arrivi davvero a minacciare la coesione dello Stato belga. 

     

    Messico

    Messico di nuovo colpito dall’orrore della guerra tra i cartelli della droga. Almeno 40 persone sono state barbaramente uccise ieri, in due stragi diverse. Nel primo caso, una trentina di uomini incappucciati e armati ha fatto irruzione in un centro di recupero per tossicodipendenti, al confine con gli Stati Uniti, e ha aperto il fuoco. Qualche ora dopo, durante la prima partita dei Mondiali di calcio, Messico-Sudafrica, nello Stato di Taumalipas sono state uccise almeno altre 20 persone.

     

    Usa: inondazioni

    È di almeno 16 morti e 30 dispersi il bilancio delle piogge torrenziali che hanno flagellato lo Stato americano dell’Arkansas. Le inondazioni hanno fatto straripare il fiume Little Missouri, che ha travolto un campeggio.

     

    Marea nera

    La fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico e la gestione della crisi da parte della Bp saranno al centro della conversazione telefonica, oggi pomeriggio, tra il premier britannico, David Cameron, e il presidente americano, Barack Obama. Il capo della Casa Bianca sarà lunedì e martedì prossimo negli Stati di Mississippi, Alabama e Florida. Mercoledì incontrerà invece i vertici dell’azienda petrolifera britannica, responsabile della peggior catastrofe ecologica degli Stati Uniti.

     

    Afghanistan

    Non si ferma la violenza in Afghanistan. Oggi, un militare della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza è morto nell’esplosione di un rudimentale ordigno. Ieri, tre soldati della Nato e 11 civili, fra cui donne e bambini, hanno perso la vita in due differenti attentati condotti nel sud del Paese. La Nato, intanto, ha ammesso che i progressi sono lenti, ma il segretario di Stato americano alla Difesa, Robert Gates, ha lanciato agli alleati un appello alla pazienza.

     

    Iran

    Cresce il pericolo di nuove violenze in Iran in occasione del primo anniversario della rielezione del presidente, Mahmud Ahmadinejad. I principali leader dell’opposizione, Hossein Moussavi e Mehdi Karoubi, hanno dichiarato che non prenderanno parte alle proteste per la mancanza di sicurezza nel Paese, dove imponenti sono le misure di sicurezza. Un anno fa, milioni di persone scesero nelle strade per chiedere democrazia e rispetto dei diritti umani. La repressione delle forze di sicurezza fu durissima: i morti furono oltre cento, migliaia di persone furono arrestate. Intanto, il presidente iraniano Ahmadinejad è tornato a sfidare la comunità internazionale affermando che l'Iran continuerà a produrre uranio arricchito al 20%, mentre il capo dell'Organizzazione per l'energia atomica nazionale ha detto che presto saranno annunciati “nuovi progressi in campo nucleare”.

     

    Mondiali di calcio

    Con un trionfo di colori e suoni, alle 14.10 di ieri pomeriggio ha preso il via al “Soccer City” di Johannesburg la cerimonia inaugurale dei Mondiali di calcio 2010 in Sudafrica, che vedrà 32 nazioni in gara. Assente alla manifestazione Nelson Mandela per un lutto familiare. Il calcio d’inizio tra Sudafrica e Messico, poco dopo le 16 davanti ad oltre 85 mila spettatori. Massimiliano Menichetti:

     

    Il giallo e il verde dei padroni di casa e il rosso incessante della terra, fusi nei colori di 32 nazioni insieme al ritmo dei tamburi. E’ stato il respiro della grande Africa a salutare l’apertura dei Mondiali di calcio 2010 ieri pomeriggio, al Soccer City Stadium di Johannesburg, davanti a 85 mila persone testimoni di un vero e proprio evento storico: il primo campionato del mondo di calcio nel Continente nero. In tribuna, il presidente sudafricano, Zuma, e quello della Fifa, Blatter. Sui maxischermi il volto e la voce registrata di Nelson Mandela, assente per la morte della nipote tredicenne, avvenuto in un incidente stradale la notte prima. Un saluto, quello dell’ex presidente, che si è come mescolato al dolore di questa terra spesso martoriata da guerre e sfruttamento. Poi di nuovo le ovazioni e tra l’assordante suono delle “vuvuzela” e delle note di Miriam Makeba il prato dello stadio ha preso vita nelle sgargianti coreografie. Si è animato un baobab capace di abbracciare le bandiere di tutti i Paesi partecipanti al torneo e poi ancora figure, balli e danze. 40 minuti, tanto è durato lo spettacolo di apertura chiuso dalle evoluzioni di cinque caccia militari. Poco dopo le 16 il calcio di inizio tra Sudafrica e Messico. Uno a uno il primo risultato ma l’Africa grida la speranza e la festa scolpita anche nel pallone ufficiale del torneo, lo “jabulani”, che in dialetto isiZulu significa, appunto, “festeggiare”. 

     

    Birmania

    La giunta militare birmana ha negato l’esistenza di qualsiasi cooperazione nucleare con la Corea del Nord. L’accusa è stata lanciata da un servizio della tv “Voce democratica della Birmania”, con base in Norvegia, che ha riferito presunte rivelazioni di un ufficiale di Pyongyang fuggito in Thailandia.

     

    Giappone

    Il Giappone deve scuotersi “dai lunghi anni di paure” legati “alla crescita economica anemica, all’esplosione del debito pubblico e al calo della fiducia sulla sostenibilità del sistema di sicurezza sociale del Paese”. Così ieri il neo premier, Naoto Kan, illustrando le linee programmatiche del governo. Kan vuole anzitutto far leva sulle sfide economiche, fiscali e del welfare, da usare come catalizzatori per creare nuova occupazione. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

     

     

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 163 

     

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