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Sommario del 30/01/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • II magistero del Papa sui consacrati: con la loro radicale sequela di Cristo indicano la strada di Dio al mondo disorientato
  • Il Papa chiede di pregare affinché gli uomini di cultura e di scienza giungano alla conoscenza di Dio. La riflessione di Erri De Luca
  • Udienze e nomine
  • Comunicazione come missione: l'editoriale di padre Lombardi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Convegno sul disarmo a Roma: intervista col presidente di Pax Christi
  • Arriva sul piccolo schermo il film su Sant'Agostino
  • Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Haiti: dissenteria e tetano tra i terremotati. Sospesi i voli Usa per i feriti
  • Venezuela. I vescovi al governo: la Chiesa ha il dovere di parlare
  • Cina: la solidarietà della Chiesa verso i poveri in vista del Capodanno locale
  • Cina: corsi di evangelizzazione via internet
  • Thailandia: si rafforza il dialogo tra cristiani e buddisti
  • Ambiente: incontro interreligioso a Firenze sul "dopo Copenaghen"
  • Filippine: gravi danni all’agricoltura a causa della siccità
  • Edimburgo: celebrazioni a giugno per il centenario della Conferenza Missionaria Mondiale
  • Ecuador: a febbraio l’Assemblea nazionale delle Pontificie Opere Missionarie
  • L’Azione Cattolica torna in Piazza San Pietro con la Carovana della Pace
  • 24 Ore nel Mondo

  • Afghanistan. No dei talebani al dialogo: la guerra continua
  • Il Papa e la Santa Sede



    II magistero del Papa sui consacrati: con la loro radicale sequela di Cristo indicano la strada di Dio al mondo disorientato

    ◊   “Una imitazione radicale di Gesù”. E’ una delle tante definizioni dedicate da Benedetto XVI alla vita consacrata, che il 2 febbraio prossimo – come da tradizione in questa data – sarà al centro della Festa della Presentazione del Signore. A differenza degli altri anni, informa l’Ufficio delle Celebrazioni Pontificie, martedì prossimo nella Basilica di San Pietro non vi sarà la Messa presieduta dal cardinale Franc Rodé, ma la sola celebrazione dei Vespri presieduta dal Papa. Una liturgia che, nelle analoghe occasioni degli anni scorsi, ha visto Benedetto XVI soffermarsi sulla vita consacrata con riflessioni di profonda spiritualità. Alessandro De Carolis ne ricorda alcune delle più significative:

    (musica)

     
    Sono chiamati consacrati e come tanti hanno scelto di seguire Cristo, ma forse in nessuno come in loro se ne coglie appieno, in trasparenza, la figura. Donne e uomini che un giorno della loro vita – per una frase, un incontro, un moto dell’anima – sono stati rapiti dalla forza di un carisma e hanno lasciato l’affetto di una famiglia, anni di progetti personali, sicurezze materiali, la ricerca di un posto nella società per permettere a quella irresistibile ispirazione interiore di diventare famiglia, progetto, bene e identità. La loro singola storia diventa storia della Chiesa universale nel tempo della loro chiamata e un tassello del grande mosaico costruito dal Vangelo in duemila anni di carismi. Nelle celebrazioni dei Vespri del 2 febbraio presiedute nel corso del Pontificato – e che alle 17.30 di martedì prossimo lo vedranno ancora una volta nella Basilica di San Pietro – Benedetto XVI ha illustrato con grande rispetto e ammirazione le caratteristiche delle vita consacrata definendola “una totale sequela” di Gesù:

     
    “Come, infatti, la vita di Gesù, nella sua obbedienza e dedizione al Padre, è parabola vivente del ‘Dio con noi’, così la concreta dedizione delle persone consacrate a Dio e ai fratelli diventa segno eloquente della presenza del Regno di Dio per il mondo di oggi (…) La loro completa consegna nelle mani di Cristo e della Chiesa è un annuncio forte e chiaro della presenza di Dio in un linguaggio comprensibile anche ai nostri contemporanei”. (2006)
     
    “Dono di luce”, “via privilegiata”. Tante definizioni per una scelta di vita che, al di là delle differenti forme in cui essa può manifestarsi, richiede – afferma il Papa – una medesima reazione: una “risposta senza riserve” alla chiamata di Dio. Così accade, ha osservato ancora il Pontefice, che il “segno di contraddizione” di vite spese integralmente per il Regno dei Cieli, così “in contrasto con la logica del mondo”, rivelino al mondo “verità spesso ignorate”:
     
    “Con il loro esempio proclamano a un mondo spesso disorientato, ma in realtà sempre più alla ricerca d'un senso, che Dio è il Signore dell'esistenza. Scegliendo l’obbedienza, la povertà e la castità per il Regno dei cieli, mostrano che ogni attaccamento ed amore alle cose e alle persone è incapace di saziare definitivamente il cuore; che l’esistenza terrena è un’attesa più o meno lunga dell’incontro ‘faccia a faccia’ con lo Sposo divino”. (2007)
     
    Per la Chiesa, dunque, la Festa della Presentazione è un’opportunità di ringraziare Cristo per l’incessante fuoco che da venti secoli incendia il cuore di tanti appassionati del Vangelo. Fuoco dello Spirito Santo che, afferma Benedetto XVI, nel cuore generoso di queste persone fa brillare di “luce nuova” quello specifico accento della Parola di Dio che illuminò a suo tempo i fondatori e le fondatrici dei vari Istituti religiosi:
     
    "Lo Spirito Santo attira alcune persone a vivere il Vangelo in modo radicale e a tradurlo in uno stile di sequela più generosa. Ne nasce così un’opera, una famiglia religiosa che, con la sua stessa presenza, diventa a sua volta “esegesi” vivente della Parola di Dio. Il succedersi dei carismi della Vita consacrata, dice il Concilio Vaticano II, può dunque essere letto come un dispiegarsi di Cristo nei secoli, come un Vangelo vivo che si attualizza in sempre nuove forme". (2008)
     
    E quando le “difficoltà della vita” e le “molteplici sfide dell’epoca moderna” rendono opaco il cristallo di una vocazione religiosa con la patina della fatica, dello scoraggiamento, cari consacrati - ha detto il Papa nel 2007 - siate certi che, poiché la vita consacrata è un “dono divino”, “è in primo luogo il Signore a condurla a buon fine secondo i suoi progetti”. E fra tanti modelli cui è possibile ispirarsi, Benedetto XVI ne ha indicato uno, San Paolo:

     
    “Possiamo dire che egli appartiene a quella schiera di 'mistici costruttori', la cui esistenza è insieme contemplativa ed attiva, aperta su Dio e sui fratelli per svolgere un efficace servizio al Vangelo". (2009)
     (musica)

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    Il Papa chiede di pregare affinché gli uomini di cultura e di scienza giungano alla conoscenza di Dio. La riflessione di Erri De Luca

    ◊   “Per tutti gli scienziati e gli uomini di cultura, perché attraverso la sincera ricerca della verità possano giungere alla conoscenza dell'unico vero Dio”: è questa l’intenzione generale di preghiera di Benedetto XVI per il mese di febbraio. Su queste parole del Papa rivolte al mondo della cultura e della scienza, Alessandro Gisotti ha raccolto il commento dello scrittore Erri De Luca:

    R. – Intanto, mi sembrano rispettose del percorso individuale, della ricerca individuale delle persone. Non sta chiedendo di rivolgersi all’intermediazione della Chiesa, chiede che il percorso delle persone, delle singole persone, sia illuminato, favorito dall’intenzione di preghiera. Quindi, mi sembra rispettoso della difficoltà dei percorsi di ciascuno.

     
    D. – L’uomo è ricerca per definizione, si potrebbe dire, eppure oggi molti uomini sembrano smarriti, proprio perché incapaci di cercare un senso della propria vita...

     
    R. – Mi sembra che il credente sia qualcuno in ricerca, sia qualcuno che continuamente non è arrivato al traguardo, ma continuamente ricerca la presenza della divinità nella sua giornata. Il credente è qualcuno che obbedisce proprio al participio presente del verbo credere: continuamente crede, continuamente rinnova il suo atto di fede. Io sono uno che frequenta le Scritture Sacre tutti i giorni, le leggo, resto non credente, ma sono uno che continuamente, tutti i giorni, ha questa possibilità, questa occasione, questa frequentazione e resto non credente, uno che non si può rivolgere alla divinità. Credo che però le persone, credenti e non credenti, si assomiglino in questo, in questa continua domanda. Diverso è il caso sia dell’ateo che del talebano. Credo che il nostro compito, insomma, di credenti e non credenti, sia di far vacillare le certezze granitiche dell’ateo e del talebano.

     
    D. – “Chi cerca la verità, cerca Dio, che lo sappia o no”, affermava Edith Stein. Cosa le suggerisce questa riflessione? Come la interroga in fondo?

     
    R. – La fede, a me sembra, che non sia il risultato di un traguardo, ma sia una premessa. Quando l’Angelo dice a Maria “Piena di grazia”, in quel momento la sta riempiendo di grazia, le sta dando quella forza di combattimento che le permetterà di affrontare le prove gigantesche che ha davanti. La fede in quell'attimo è lo spunto di partenza, quello che fa partire la risposta pronta di Maria. Ecco, la fede, secondo me, non è alla fine un traguardo di ricerca né culturale, né scientifica. Perché altrimenti ne sarebbero tagliati fuori gli uomini senza conoscenza, senza scuola, senza istruzione. Invece quelli spesso contengono uno spunto, una forza di combattimento della fede, che quelli della cultura o della scienza non riescono nemmeno ad immaginare. Penso che quel genere di Verità, con la “V” maiuscola così grande, sta all’inizio del percorso e non alla fine.

     
    D. – Benedetto XVI ha più volte, negli ultimi tempi, richiamato l’immagine del “cortile dei gentili”, del Tempio di Gerusalemme, per sottolineare la necessità, oggi più che mai, di un dialogo con i non credenti. Su quale terreno, su quali basi si può costruire questo cammino comune?

     
    R. – Sul participio presente dei credenti e non credenti, che tutti i giorni, continuamente, affrontano questo tema grandioso! Il nostro compito è proprio quello di allargare il campo del participio presente e far vacillare quelli che si sono arroccati in una loro certezza difensiva.

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    Udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina il cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney; alcuni presuli della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles, in visita "ad Limina"; mons. Petar Rajič, arcivescovo tit. di Sarsenterum, nunzio apostolico in Kuwait, Bahrein e Qatar, e delegato apostolico nella Penisola Arabica, con i familiari. Il Santo Padre riceverà questo pomeriggio il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi.

    Il Papa ha eretto la diocesi di Maliana (Timor Orientale), con territorio dismembrato dalla diocesi di Dili, e ha nominato primo vescovo di Maliana il rev. Norberto Do Amaral, cancelliere della diocesi di Dili. Il rev. Norberto Do Amaral è nato il 17 febbraio 1956 ad Ainaro,diocesi di Dili. È stato ordinato sacerdote il 18 ottobre 1988 per la diocesi di Dili. La nuova diocesi di Maliana conta 206 mila cattolici, 10 parrocchie, 31 sacerdoti, tra diocesani e religiosi, oltre cento religiosi e religiose, 14 seminaristi e 157 catechisti. La chiesa parrocchiale di Maliana, dedicata al Sagrado Coraçao de Jesus, diviene la Chiesa Cattedrale della neo-eretta diocesi.

    Il Santo Padre ha nominato vescovo di Caltagirone (Italia) il padre cappuccino Calogero Peri, finora ministro provinciale dei Frati Cappuccini di Palermo e vice preside della Pontificia Facoltà Teologica "San Giovanni Evangelista" a Palermo. Padre Calogero Peri è nato a Salemi, provincia di Trapani e diocesi di Mazara del Vallo, il 16 giugno 1953. È entrato nel noviziato di Calascibetta nel 1969. Il 7 ottobre 1970 ha emesso la professione temporanea e il 4 ottobre 1976 quella perpetua. È stato ordinato sacerdote il 9 dicembre 1978 a Palermo.

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    Comunicazione come missione: l'editoriale di padre Lombardi

    ◊   I sacerdoti sono chiamati ad annunciare il Vangelo nel continente digitale: è l'esortazione che il Papa rivolge a tutti sacerdoti, ma anche ai laici, nel Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 2010. Su questo documento, pubblicato nei giorni scorsi, ascoltiamo il commento del nostro direttore padre Federico Lombardi per il settimanale informativo 'Octava Dies' del Centro Televisivo Vaticano:

    E’ possibile incontrare Dio, la sua Parola, ai crocevia del fitto intreccio delle autostrade che solcano il cyberspazio? Certamente sì, ma dipende anche da noi. “Anche nel mondo digitale deve emergere che l’attenzione amorevole di Dio in Cristo per noi non è una cosa del passato, ma una realtà del tutto concreta e attuale”. Il Messaggio del Papa per la Giornata delle comunicazioni sociali è netto e incoraggiante. Il credente che si avventura con entusiasmo e con coraggio nel mondo delle comunicazioni sociali, ribollente ogni giorno di novità tecnologiche strabilianti, dall’i-pod all’i-phone all’i-pad, deve sapere bene qual è il fine che lo guida, per non rimanere catturato dal fascino dei mezzi e perdere così la sua strada. E il fine è l’incontro con Dio, il senso ultimo dei rapporti di dialogo, amicizia e scambio che la rete rende oggi possibili. Perché le trappole che costellano le strade del cyberspazio sono innumerevoli, dalla superficialità alla falsità alla perversione, ma vi sono anche moltissimi viandanti alla ricerca dell’amicizia, del vero e del bene. Il Papa ritorna alla bella immagine già da lui usata del “cortile dei gentili” del tempio di Gerusalemme, aperto anche a coloro per i quali Dio è ancora sconosciuto, ma che coltivano il desiderio di assoluto e di verità non caduche. Addentriamoci dunque con entusiasmo e creatività, coraggio e prudenza, nel continente digitale, per scoprire e saper indicare anche qui i segni della presenza di Dio, del suo amore per tutti.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Un piano Marshall per lo sviluppo globale: in prima pagina, un fondo di Ettore Gotti Tedeschi su crisi economica e migrazioni.

    Nell'informazione internazionale, un articolo di Gabriele Nicolò sulla deposizione dell'ex primo ministro britannico Tony Blair in merito all'intervento armato in Iraq.

    In cultura, un articolo di Santiago de Apellaniz dal titolo "Dio e Cesare secondo sant'Ambrogio": politica e questione morale nella seconda metà del IV secolo.

    Una questione di dignità (umana): Ernst -Wolfgang Bockenforde sui doveri del potere nella difesa della vita dal suo concepimento.

    I due Agostino: Franco Monteverde illustra un sito dedicato a padre Trapè e ai suoi studi.

    A gloria sua e non per capriccio mio: Sandro Barbagallo sulla faticosa ricerca di nuovi linguaggi per l'architettura sacra.

    Nell'informazione religiosa, un articolo dal titolo "Ribadita dall'Al-Azhar de Il Cairo la non obbligatorietà del niqab: una precedente decisione dell'università sunnita è stata annullata da un tribunale.

    Una comunità che cresce nel segno dell'ecumenismo: nell'informazione vaticana, Nicola Gori intervista monsignor Vincent Nichols, presidente della Conferenza episcopale d'Inghilterra e Galles.

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    Oggi in Primo Piano



    Convegno sul disarmo a Roma: intervista col presidente di Pax Christi

    ◊   Si svolge oggi presso la Pontificia Università Lateranense, a Roma, un Convegno sul disarmo promosso dalla Conferenza episcopale italiana, dalla Caritas e da Pax Christi, sul tema “Per un mondo di pace: il sogno di Isaia e l’annuncio di Cristo”. Oggi, il commercio mondiale delle armi prospera nonostante la crisi, superando i 55 miliardi di dollari annui: nell’ultimo anno è sceso appena del 7% per la diminuzione degli ordinativi dei Paesi poveri. Fabio Colagrande ne ha parlato con mons. Giovanni Giudici, vescovo di Pavia e presidente di Pax Christi Italia:

    R. – Il problema delle armi è diventato una questione di grande significato soprattutto per i Paesi emergenti, economicamente poveri, perché c’è questa continua fuga di capitali da questi Paesi verso i Paesi produttori delle armi e - con l'arrivo delle armi - si assiste ad una sempre maggiore fragilità di queste società. L’altro aspetto che dimostra un poco l’attenzione che dobbiamo dare a questo tema è il fatto che il Magistero pontificio, invece, è sempre stato attento a questo problema delle armi, e in particolare dobbiamo dire che il discorso agli ambasciatori di Benedetto XVI e il Messaggio per la Giornata della Pace hanno posto in evidenza questo problema degli armamenti collegandoli con le questioni appunto più ampie dello sviluppo dei popoli e di una economia tonificata e non più così fragile e ballerina.

     
    D. – Diminuire le spese militari e destinare i fondi alle popolazioni povere, ma anche un progressivo disarmo che porti a liberare il pianeta dalle armi nucleari. Questi sono auspici di Papa Benedetto XVI: quanto sono realizzabili?

     
    R. – Questa è la grande sfida della nostra presenza di cristiani nella società. Intuire queste verità, sapere che sono parte del sogno di Isaia e quindi, operare perché l’opinione pubblica, sia nella Chiesa che fuori dalla Chiesa, possa accogliere questi inviti. Certamente tutto questo chiede che ci sia uno stile di riconciliazione, un impegno a far sì che la produzione stessa di queste armi micidiali non sia permessa indiscriminatamente, ma - come del resto chiedono le leggi, certamente italiane, ma anche internazionali - venga attentamente monitorata. Io penso, dunque, che l’opinione pubblica debba muoversi in questa via, e in una società democratica questo è lo strumento primo e principale. E’ bello che il Santo Padre ci guidi in questa presa di coscienza della necessità di controllare la fabbricazione e il commercio delle armi.

     
    Proprio in questi giorni ha compiuto 10 anni la Campagna avviata dalla rivista comboniana Nigrizia contro le cosiddette banche armate, ovvero quegli istituti di credito coinvolti nella vendita a Paesi terzi di materiale bellico da parte di aziende nazionali. Ascoltiamo in proposito don Fabio Corazzina, di Pax Christi, sempre al microfono di Fabio Colagrande:
     
    R. – E' una campagna semplicissima che chiede la responsabilità alle persone, chiunque esse siano: dal singolo alla famiglia, alla parrocchia, al gruppo missionario. Questa campagna ha come semplice obiettivo il dire: vai nella tua banca, c’è un elenco che è dato dalla legge 185 che ti dice quali sono le banche che sostengono la produzione e la vendita di armi e digli: io non vorrei con il mio risparmio sudato e quello della mia famiglia, della mia parrocchia, sostenere questo commercio; voi condividete e continuerete a sostenere il commercio e la produzione di armi, io metterò i miei soldi da un’altra parte. E’ una cosa molto semplice. Ha messo in crisi il sistema bancario perché ha costretto le banche a dichiarare che alcuni fondi erano etici, cioè che non coinvolgevano la produzione e la vendita di armi. Il che significa che ci si rende conto perfettamente di come questa produzione-vendita abbia dentro un elemento di assoluta non eticità. Quindi: primo, questa campagna è disponibile a tutti; secondo, ha avuto la capacità e il coraggio di interlacciarsi con i grandi sistemi bancari; terzo, ci siamo resi conto che sta dando molto fastidio ai grandi sistemi industriali militari che dicono di creare lavoro sostenendo quella famosa teoria che in fondo il problema non è il prodotto ma chi lo usa e perché lo usa. Allora far passare un’arma di qualsiasi tipo sia, come un prodotto qualsiasi, come una padella e una bicicletta, credo che sia troppo. (Montaggi a cura di Maria Brigini)

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    Arriva sul piccolo schermo il film su Sant'Agostino

    ◊   La storia di Sant’Agostino arriva sul piccolo schermo. La propone in prima serata, domani e lunedì, Rai Uno. Una sintesi della pellicola è stata proiettata a Castel Gandolfo il 2 settembre scorso; la produzione ha voluto offrire a Benedetto XVI l’anteprima perché il Dottore della Chiesa vissuto tra il IV e V secolo è l’autore da lui più citato. Nel 2006, tra l’altro, proprio il Pontefice, durante un’intervista alla Radio Vaticana, aveva suggerito una trasposizione cinematografica sulla vita del vescovo di Ippona perché molto attuale per il grande pubblico. Interpretato da Alessandro Preziosi e da Franco Nero, ora Agostino si farà conoscere in tv, e non mancherà la madre Monica interpretata da Monica Guerritore. Il servizio di Tiziana Campisi:

     
    Chissà quanti si riconosceranno nella tormentata ricerca della verità di Sant’Agostino, nei suoi interrogativi su Dio, nella sua vita così immersa nel mondo, tra studi, piaceri, ambizioni. Non si aspetti il pubblico una fiction che ricalca fedelmente le Confessioni - l’autobiografia di Agostino – ma si sa, a volte le esigenze del set richiedono licenze, che forse volentieri si possono concedere se l’intera produzione riesce a far conoscere un vescovo vissuto secoli fa ma così incredibilmente vicino all’uomo di oggi. Ma quali le impressioni di un agostiniano? Padre Gianfranco Casagrande, priore provinciale degli Agostiniani d’Italia:

    “La mia sensazione, come agostiniano, è che il film centra soprattutto il grande valore di Agostino come ricercatore della verità, quindi innamorato di questa verità che ricerca poi in tutte le esperienze di vita che farà. Il film sviluppa molto bene questa tematica. Non emerge il valore dell’amicizia e, soprattutto, manca nel film l’aspetto delle comunità, degli amici, la comunità monastica che Agostino volle continuamente presso di sé, perché per lui l’amicizia è il valore grande che è capace di legare le persone tra di loro, è il grande valore che riesce a far superare anche i conflitti”.

     
    Avrà tre volti Agostino in tv: sarà adolescente con Matteo Urzia, l’inquietudine e la conversione saranno interpretate da Alessandro Preziosi, mentre l’intensità dello sguardo di Franco Nero mostrerà il vescovo di Ippona in età avanzata. E proprio a Franco Nero abbiamo chiesto un parere sul grande Padre della Chiesa:

     
    “Io penso che sia il santo più completo che abbiamo avuto. A me, ma direi anche a tutti noi, oggi lascia un grande segnale, a parte le Confessioni che dovremmo leggere tutti quanti. In più, penso che sia un santo che può insegnare l’onestà, il comportarsi bene, cioè, dà degli insegnamenti incredibili”.

    Uno speciale ricordo merita quella donna di cui non conosciamo il nome, che ha reso Agostino padre e che per 14 anni è rimasta al suo fianco, serbandone travagli interiori e donandogli amore smisurato. Quella ragazza che Agostino incontra a Cartagine sarà la bella Serena Rossi, nel film Khalidà:

    R. - Una donna forte, sempre presente in tutti i momenti difficili di Agostino. È lei che decide di lasciarlo quando capisce di poter essere un ostacolo per la sua carriera politica. Vede le sue ambizioni, la sua inquietudine, la sua ricerca costante del senso della vita, della verità. Per me questa è una grandissima dimostrazione d’amore.

     
    D. - Una donna comunque che ha saputo essere alla pari con Agostino se ha avuto questa forza e capacità…

     
    R. - Assolutamente sì. Stare accanto a un uomo come lui non deve essere stato semplice e gli è stata accanto con amore e con forza.

     
    D. – Quanto è stato difficile interpretare il momento del distacco?

     
    R. – Quanto ho pianto! Mi ricordo il regista che ha dato lo “stop” perché mi è venuta una crisi di pianto. Lui mi ha abbracciato forte e mi ha tenuta lì: non riuscivo a calmarmi, forse anche perché sono molto legata alla mia famiglia e quindi questo mi ha aiutata a capire come si può sentire una madre nel momento in cui abbandona il figlio.

     
    D. - Che cosa le ha lasciato questa donna?

     
    R. – Questa grande forza. Io sono fidanzata e mi rapporto in maniera diversa adesso nella vita di coppia.

    Noi auguriamo ai telespettatori buona visione, suggerendo di schiudere il cuore alle parole di Sant’Agostino disseminate nelle due puntate della miniserie, ma rimandando ai suoi scritti per lasciarsi arricchire da un’esperienza di vita straordinariamente avvincente.

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    Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa quarta Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù spiega le Scritture nella Sinagoga di Nazareth, suscitando in tutti meraviglia per le parole da lui pronunciate. Ma nello stesso tempo si domandano increduli: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Gesù risponde:

    “Nessun profeta è bene accetto nella sua patria”.

    Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Dogmatica alla Pontificia Università Lateranense:

    C'è una meraviglia e un'ammirazione corrispondente, che nasce dall'essere stupiti e superati dall'altro rispetto alle proprie precomprensioni e quindi alle proprie attese. In esse, la piccolezza del proprio "io", che svolge la funzione di misura prima ed ultima, resta il punto determinante. C'è un'altra meraviglia che scocca non per il fatto che la propria misura venga trascesa o contraddetta, ma in una apertura tendenzialmente illimitata al Mistero che si rende presente. La prima ammirazione chiude alla relazione: più si ammira e meno si entra in relazione con l'altro reale. La seconda introduce all'incontro col mistero dell'altro e di Dio.

     
    Gesù leggendo nei cuori, dopo aver rivelato il mistero della Sua Persona, smaschera la falsità di una meraviglia che non vuole andare al di là di se stessa, rimanendo la propria, la meraviglia di loro proprietà. Gesù dopo aver detto la verità su di sé, dice la verità su di loro e mentre prima «tutti erano meravigliati» (22), dopo la Sua scopertura «tutti - scrive Luca - si riempirono di sdegno» (28). Più che dinanzi ad un mutamento repentino, siamo di fronte ad una manifestazione, ad una esplicitazione. Come già il Salmo recitava: «Allora credettero alle Sue parole e cantarono la Sua lode./ Presto dimenticarono le Sue opere, non ebbero fiducia nel Suo progetto, arsero di desiderio e tentarono Dio» (Sal 106, 12-14).

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    Chiesa e Società



    Haiti: dissenteria e tetano tra i terremotati. Sospesi i voli Usa per i feriti

    ◊   Non volano più, da mercoledì scorso, i C-130 americani che portavano i feriti più gravi via da Haiti verso gli Stati Uniti, almeno finché non sarà chiarita la questione di chi dovrà sostenere le spese per le cure. Lo riferisce il New York Times citando fonti militare americane. Secondo il quotidiano, il governatore della Florida, Stato dirimpettaio di Haiti, sarebbe disposto ad accogliere i casi più gravi a patto che il governo federale partecipi finanziariamente. “Questo non significa, però, che gli haitiani non stiano ricevendo cure – fa sapere la Marina militare degli Stati Uniti – l’assistenza ai malati prosegue nelle strutture mediche sul posto”. E intanto sull’isola è emergenza sanitaria per il diffondersi di casi di dissenteria e tetano. La rete della Caritas prosegue a distribuire aiuti che hanno già raggiunto 50mila persone e conta di raggiungerne 200mila nei prossimi due mesi. E un incendio oggi ha distrutto il Mercato di Ferro di Port-au-Prince, già danneggiato dal sisma, uno dei simboli della vita nella Capitale prima del terremoto. Fonti delle Nazioni Unite riferiscono, poi, l’intenzione dei deputati di Haiti di chiedere al presidente Preval di posticipare di due anni le elezioni, previste tra il 28 febbraio e il 6 marzo prossimi. (A cura di Roberta Barbi)

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    Venezuela. I vescovi al governo: la Chiesa ha il dovere di parlare

    ◊   La Chiesa del Venezuela ha espresso la sua “profonda preoccupazione” per la decisione governativa di chiudere, il 25 gennaio scorso, il canale televisivo RCTVI: fatto che, secondo i vescovi, “viola lo spirito democratico”. La Chiesa ha il dovere di “parlare al Paese”, ricorda mons. Roberto Luckert, arcivescovo di Coro e secondo vicepresidente della Conferenza episcopale venezuelana, in un’intervista a Radio Union riportata dall’agenzia Fides. Il presule ha criticato il governo nazionale che - ha affermato - non rispetta la Costituzione, ma che cerca, invece, di imporre un progetto socialista non considerato dalla stessa Magna Carta. Mons. Luckert ha infine invitato i connazionali a recarsi in massa alle urne per esercitare il diritto di voto alle prossime elezioni, in programma nel mese di settembre. La tensione di questi giorni è tangibile all’interno della società e molti scontri si sono verificati tra manifestanti e polizia, tanto che il presidente della Conferenza episcopale, mons. Ubaldo Santana, ha lanciato un appello per fermare la violenza e ha chiesto pubblicamente al governo che la Chiesa cattolica sia rispettata. (R.B.)

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    Cina: la solidarietà della Chiesa verso i poveri in vista del Capodanno locale

    ◊   Lebbrosi, disabili, anziani soli: sono queste le categorie più povere e disagiate che diventano la priorità per la Chiesa cattolica in Cina, soprattutto nel periodo che precede il Capodanno cinese, che quest’anno cade il 14 febbraio. I fedeli delle varie parrocchie, come quella di Lin He, nella diocesi di Ba Meng, stanno visitando ospedali, case di cura, orfanotrofi, per portare a chi non ha nessuno al mondo aiuti, generi di conforto o anche soltanto un sorriso. In particolare, riporta l’agenzia Fides, i parrocchiani di Lin He hanno raccolto per le famiglie povere 300 piumini per ripararsi dal freddo delle forti nevicate avvenute nei giorni scorsi, oltre a olio, farina, latte, riso e aiuti finanziari perché tutti possano vivere la festa con un po’ di serenità. I contadini della parrocchia di Wei Yuan, nella diocesi di Gui Zhou, hanno ringraziato i sacerdoti e i fedeli che si sono occupati di loro e alcuni parrocchiani di Lin He hanno fatto visita anche alle famiglie dei loro religiosi e religiose per ringraziarle di aver donato i propri figli alla comunità. (R.B.)

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    Cina: corsi di evangelizzazione via internet

    ◊   Un corso di evangelizzazione via internet. È l’esperienza che ha coinvolto numerosi cristiani cinesi di tutto il mondo. L’agenzia AsiaNews riferisce che internet ha reso “possibile l’impossibile”, permettendo un corso online di due anni finalizzato all’insegnamento del catechismo cattolico e ad un’attività concreta di evangelizzazione. La consegna dei diplomi ai partecipanti si è svolta il 17 gennaio scorso in un istituto scolastico cattolico di Hong Kong, dove ha sede la Scuola di Evangelizzazione online. Durante la cerimonia, mons. Dominic Chan Chi-ming, vicario generale della diocesi, ha ricordato come i cristiani, nel nuovo ambiente tecnologico, devono fare uso dei mezzi moderni per annunciare a tutti Gesù Cristo. Padre Giovanni Giampietro, del Pontificio Istituto Missioni Estere e supervisore della scuola, ha espresso la sua gioia per gli studenti che vogliono impegnarsi nella missione evangelizzatrice. Durante il periodo del corso, assolutamente gratuito, sono risultati molto utili i gruppi organizzati di chat, nei quali gli studenti hanno potuto parlare con regolarità della propria esperienza di fede e ricevere aiuto. I corsi sono stati tenuti sia in inglese sia in cinese, per permettere ad un numero maggiore di persone di prendervi parte. (F.C.)

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    Thailandia: si rafforza il dialogo tra cristiani e buddisti

    ◊   Compie passi avanti il cammino di dialogo interreligioso tra cristiani e buddisti in Thailandia. Come riferisce l’agenzia Fides, si terrà nel Paese - da lunedì prossimo al 5 febbraio - il quarto Simposio Cristiano-Buddista. Si tratta di un’occasione per vivere nello spirito di unità e di fratellanza universale momenti di condivisione e di scambio reciproco. Il tema principale degli incontri sarà “Dharma, compassione ed agape nel mondo contemporaneo” e si rifletterà sulle risposte che le religioni possono dare alle sfide del mondo globalizzato, puntando su problemi reali come la mancanza di valori, la sofferenza di molti uomini e donne, la crisi finanziaria e la povertà. Saranno presenti numerosi esponenti della Chiesa cattolica, come il nunzio in Thailandia, mons. Salvatore Pennacchio, ed i massimi rappresentanti del mondo buddista. Terrà una relazione anche Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari. Gli organizzatori hanno dichiarato che i lavori saranno caratterizzati dal “mutuo rispetto, da comprensione e amicizia”. (F.C.)

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    Ambiente: incontro interreligioso a Firenze sul "dopo Copenaghen"

    ◊   Le religioni si interrogano sul “dopo Copenaghen”. È infatti previsto per domani mattina un incontro a Firenze tra i rappresentanti delle varie fedi per parlare di emergenze ambientali. Il colloquio pubblico, che avverrà a Palazzo Vecchio, vuole essere, come riferisce l’agenzia Sir, un momento particolare di confronto interculturale ed interreligioso, per riflettere sulle insoddisfacenti conclusioni della Conferenza di Copenaghen. Le realtà promotrici dell’evento vogliono porre all’attenzione locale e globale le principali questioni irrisolte in sede Onu, come l’equilibrio dell’ecosistema, la condivisione delle risorse disponibili, l’accesso universale ad acqua, alimenti, medicinali, educazione e lavoro. Alla conferenza interverranno il professor Riccardo Petrella, docente all’Università di Lovanio, in Belgio, il rabbino capo di Firenze e Siena Joseph Levi, l’imam della comunità islamica fiorentina Izzedin Elzir, mons. Timothy Verdon, presidente della Commissione per il dialogo della diocesi ed esponenti delle comunità battista, valdese, ortodossa, episcopaliana, anglicana e buddista. (F.C.)

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    Filippine: gravi danni all’agricoltura a causa della siccità

    ◊   Nelle Filippine è tornato “El Niño”, il fenomeno meteorologico che si manifesta con un aumento della temperatura delle acque dell’Oceano Pacifico orientale. Questo cambiamento porta siccità nell’area asiatica ed africana. Dopo le alluvioni dei mesi scorsi, la scarsità di piogge di queste ultime settimane ha colpito le Filippine, causando numerosi black-out a Manila, dove vi sono stati tagli drastici all’energia elettrica. Gli esperti del Dipartimento nazionale di agricoltura, come riferisce l'agenzia AsiaNews, hanno previsto che nei prossimi sei mesi vi potrebbero essere danni alle piantagioni per oltre 150 milioni di euro. Il governo ha chiesto alla popolazione di razionare l’acqua in case, uffici ed esercizi commerciali ed ha stanziato oltre 26 milioni di euro a sostegno del settore agricolo. Secondo Bernie Fondevilla, sottosegretario all’Agricoltura, gli effetti di “El Niño” “graveranno soprattutto sulle piantagioni quali riso, cereali e canna da zucchero ed anche sugli allevamenti di pesci”. Intanto, la "National Food Autorithy" distribuirà, nei prossimi giorni, oltre 150 chili di zucchero da destinare alle fasce più povere della popolazione di Manila, evitando così un ulteriore innalzamento del prezzo del prodotto. (F.C.)

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    Edimburgo: celebrazioni a giugno per il centenario della Conferenza Missionaria Mondiale

    ◊   Ricorrerà a giugno il centenario della Conferenza Missionaria Mondiale, che nel 1910 riunì a Edimburgo oltre mille delegati, rappresentanti del protestantesimo e dell’anglicanesimo e un rappresentante ortodosso, per riflettere insieme sulla necessità di giungere all’unità per una predicazione credibile del Vangelo di Gesù. L’importante anniversario, già ricordato nella Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani, evidenzia l’agenzia Sir, sarà celebrato dal 2 al 6 giugno nella città scozzese, dove sono attesi 250 leader di tutto il mondo e i delegati delle chiese protestanti, cattolica, ortodosse, evangeliche e delle chiese pentecostali. Insieme, si lavorerà per individuare nuove prospettive per la missione del XXI secolo. Domenica 6 giugno, si aggiungeranno inoltre 800 ospiti locali e internazionali per la celebrazione conclusiva che avrà luogo nella sede storica della Conferenza, la Sala delle Assemblee "The Mound" di Edimburgo, e sarà officiata dall’arcivescovo anglicano di York, John Sentamu. (R.B.)

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    Ecuador: a febbraio l’Assemblea nazionale delle Pontificie Opere Missionarie

    ◊   Condividere le proprie esperienze missionarie, rinforzare l’animazione e cercare, insieme, le vie migliori di comunicazione per continuare a costruire ogni giorno una Chiesa sempre più discepola e missionaria di Gesù. Sono questi gli obiettivi della prossima Assemblea nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (Pom) che si svolgerà, riferisce l’agenzia Fides, l’8 e il 9 febbraio prossimi nel Centro di spiritualità di Betania. Sono invitati a partecipare tutti i direttori diocesani delle Pom, le comunità missionarie, e gli istituti religiosi presenti nel Paese, nonché i membri del centro missionario nazionale (Cemina), appartenente all’area delle Missioni della Conferenza episcopale dell’Ecuador. (R.B.)

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    L’Azione Cattolica torna in Piazza San Pietro con la Carovana della Pace

    ◊   È tutto pronto per la Carovana della Pace che, domani mattina, prenderà vita tra le vie del centro di Roma alla volta di Piazza San Pietro, dove i giovani dell’Azione Cattolica saranno accolti dal cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini. Come da tradizione, la manifestazione conclude il mese dedicato alla Pace, che quest’anno ha avuto per tema la comunicazione, sulla quale i più piccoli hanno riflettuto all’insegna dello slogan "Siamo in onda, la pace ci circonda!". Come riferisce l’agenzia Sir, l’appuntamento è per domani mattina alle 8.30 in piazza Navona: durante un momento di animazione i ragazzi si scambieranno scatoline a forma di radio contenenti un messaggio di pace che hanno preparato con gli animatori nelle parrocchie; poi la carovana raggiungerà San Pietro dove assisterà alle 12 all’Angelus di Benedetto XVI. Nel corso della mattinata, inoltre, saranno consegnate le offerte raccolte tra i ragazzi, che andranno a contribuire alla ricostruzione della sala cinema del "Catholic Action Centre" di Betlemme e ai movimenti di solidarietà verso la popolazione di Haiti colpita dal terremoto. (R.B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Afghanistan. No dei talebani al dialogo: la guerra continua

    ◊   I talebani hanno smentito di aver incontrato l'inviato dell'Onu, Kai Eide, per discutere di un processo di riconciliazione per l'Afghanistan e hanno ribadito che continueranno a combattere, respingendo l'appello al dialogo arrivato dalla Conferenza di Londra. Intanto, sul terreno si registra l’uccisione di quattro soldati afghani in scontri con le forze speciali americane nella zona centrale del Paese, mentre due militari statunitensi e un civile sono morti in un agguato nell’est. Giornata di violenze anche nel vicino Pakistan, con decine di vittime. Il servizio di Marco Guerra:

    “Una macchinazione della propaganda delle forze d’occupazione, per danneggiare la Jihad decretata contro gli invasori”. I talebani afghani smentiscono senza mezzi termini il funzionario dell'Onu, Kai Eide, che ieri aveva riferito di un incontro con "membri attivi della guerriglia" avvenuto questo mese a Dubai. In un comunicato diffuso dal sedicente Consiglio alla guida dell'emirato islamico dell'Afghanistan, si ribadisce anche “che la guerra santa contro il nemico va avanti”. I ribelli affermano inoltre che il loro "no" al dialogo segna il fallimento della Conferenza di Londra. I talebani non sembrano dunque lasciare spiragli al dialogo con quella comunità internazionale che dalla capitale britannica aveva teso loro una mano, garantendo il reinserimento nella società civile afghana. Le dure parole delle milizie integraliste hanno trovato anche oggi conferma nei nuovi attacchi alle truppe della coalizione. Due militari e un civile americano sono morti in un agguato nell'est, non lontano dal confine con il Pakistan. Quattro soldati afghani sono invece stati uccisi dal "fuoco amico" statunitense. Situazione sempre più incandescente anche oltre confine, in territorio pakistano. Un kamikaze si è fatto esplodere oggi vicino ad un posto di controllo in un mercato nella regione tribale nordoccidentale di Bajaur, causando almeno 14 morti e 20 feriti. Sempre nelle aree tribali, al confine con l’Afghanistan, nove presunti talebani sono stati uccisi in un raid missilistico statunitense.

     
    Somalia
    È di almeno 15 morti e 30 feriti il bilancio dei violenti scontri che nelle ultime 24 ore hanno scosso il centro di Mogadiscio, capitale della Somalia. Ad un anno dall'insediamento di Ahmad Sherif come presidente del debole governo transitorio del Paese africano, un gruppo di ribelli dei Giovani mujahidin e del Partito islamico hanno sferrato un duro attacco al palazzo presidenziale, protetto dalle truppe del contingente africano dell'Amisom. La situazione in Somalia si fa dunque sempre più pesante, con l’intero sud del Paese nelle mani delle milizie islamiche degli Shabaab.

    Nigeria-Mend
    Fine del cessate-il-fuoco in Nigeria tra il Movimento per l’emancipazione del delta del Niger (Mend), il principale gruppo di guerriglia locale, e le compagnie petrolifere presenti nella regione. Alla base della decisione dei ribelli, l’accusa contro il governo di Lagos di essere incapace di favorire la giustizia per la popolazione locale.

    Tensioni Cina-Taiwan-Stati Uniti
    Dopo la vicenda Google, nuove frizioni tra Cina e Stati Uniti. Ieri, Washington ha annunciato la vendita per sei miliardi di dollari di armamenti a Taiwan, l’isola considerata da Pechino una provincia ribelle. Le autorità cinese hanno commentato l’iniziativa, affermando che essa rischia di “danneggiare seriamente” i rapporti tra le due potenze, perché rappresenta “una grave minaccia” alla sicurezza del Paese orientale. Secondo l’agenzia Nuova Cina, Pechino sospenderà gli scambi e le relazioni sul piano militare con gli Stati Uniti. Che significato assume questa situazione per i rapporti tra i due Paesi? Giancarlo La Vella ne ha parlato con Francesco Sisci, corrispondente da Pechino per il quotidiano La Stampa:

    R. – Naturalmente, è solo un motivo nuovo di scontro tra quelle che sono ormai le due maggiori potenze politiche ed economiche del pianeta. Non è un motivo di enorme frizione, perché la prevista visita in Cina del segretario per la Difesa americano, Bob Gates, alla fine di febbraio o a marzo non è stata rinviata, né cancellata. Segno che i rapporti più delicati, quelli più sensibili, continuano a essere buoni. Certo è che la vendita di armi e la reazione cinese si inseriscono in un momento particolare tra le due potenze: l’anno scorso sembrava ci fosse piena sintonia tra Cina e Stati Uniti, suggellata con quello che pareva quasi un patto di partenariato, cioè la visita a Pechino a novembre del presidente americano Obama. Oggi, soprattutto con l’inattesa polemica intorno alla questione di Google, i rapporti se non sono proprio deragliati sono finiti su un binario che non è quello della sintonia.

     
    D. - Con questa vicenda, non sarebbe il caso di cercare finalmente una soluzione alla situazione di Taiwan?

     
    R. – Sì. In realtà, specialmente negli ultimi due anni, Cina e Taiwan hanno registrato molti passi avanti nelle relazioni bilaterali: bisogna capire come Taiwan e Cina possono conciliare una riunificazione. Soprattutto, considerato il fatto che ci sono due sistemi politici molto diversi.

     
    Corea del Nord: arrestati due americani
    Il Dipartimento di Stato Usa ha confermato che due cittadini americani sono stati arrestati in Corea del Nord per ingresso illegale nel Paese. Un primo statunitense era stato fermato dalle autorità coreane lo scorso dicembre. Oggi, il Ministero degli esteri americano ha confermato che anche un secondo cittadino Usa è stato arrestato nei giorni scorsi, precisando che sono state le stesse autorità coreane a comunicarlo a quelle americane.

    Economia Usa
    Dopo le ultime previsioni economiche mondiali caratterizzate da prudente ottimismo, sulla questione economica americana, il presidente Usa, Barack Obama, ha esortato da Baltimora tutte le forze politiche, democratici e repubblicani, a lavorare con lui per migliorare la situazione degli impieghi e in particolare la sicurezza del lavoro.

    Italia - giustizia
    La protesta dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) ha caratterizzato l’inaugurazione dell’anno giudiziario nelle 26 Corti di appello italiane. Alle toghe che contestano le riforme proposte dal governo, ferma la replica del guardasigilli Alfano, mentre il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura (Csm), Nicola Mancino, ha invocato lo stop allo scontro tra poteri. Il servizio di Giampiero Guadagni:

     Mancanza di risorse, di personale, di mezzi e addirittura di sedi adeguate. Oltre ai problemi specifici di ogni territorio, sono questi i mali comuni a tutte le Corti d’appello, che rendono lenta la giustizia italiana e complicato il lavoro dei magistrati. Le denunce arrivano da Nord a Sud nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Una giornata che segna l’ennesima tappa del difficile rapporto tra giustizia e politica. I magistrati hanno infatti espresso il loro disagio di fronte alle iniziative del governo, che il presidente dell’Anm, Palamara, giudica “distruttive della giustizia, mentre mancano interventi per assicurarne l’efficienza”. Nelle sedi delle Corti d’appello, i giudici hanno dunque indossato la toga con in mano la Costituzione e sono usciti dall’aula nel momento in cui ha preso la parola il rappresentante del governo. Unica eccezione: L’Aquila, dove il dissenso si è manifestato in forma più sobria in segno di rispetto per una regione devastata dal terremoto. All’Aquila, è intervenuto il Guardasigilli Alfano, per il quale non sono credibili le obiezioni cieche che non si sposano ai riconoscimenti. Alcuni magistrati, afferma il ministro della Giustizia, si mostrano poco rispettosi del parlamento. Da Firenze, il vicepresidente del Csm, Mancino, sottolinea la necessità di normalizzare il rapporto sempre conflittuale tra politica e giustizia. Intanto, i presidenti delle Corti d’appello aprono all'approvazione di provvedimenti legislativi che introducano tempi certi nel processo, ma a condizione di potenziare le risorse umane e finanziarie. Parole che ricalcano quelle espresse ieri dal presidente e dal procuratore generale della Cassazione, che oggi precisano: la nostra non è una presa di posizione sul processo breve. Gli interventi dei vertici della Cassazione hanno ricevuto un consenso politico bipartisan, mentre è diametralmente opposto il giudizio sulla protesta di oggi dei magistrati: sostenuta dall’opposizione, duramente criticata dalla maggioranza. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 30

     
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