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Sommario del 22/01/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa riconferma, nella carica di segretario di Stato, il cardinale Bertone "prezioso collaboratore da lunghi anni"
  • Benedetto XVI presiede una riunione dei capi dicastero della Curia Romana
  • Bilanci economici della Santa Sede in lieve miglioramento nonostante le perduranti difficoltà
  • Il primate anglicano Rowan Williams: l'unità dei cristiani nasce da una visione pienamente universale della Chiesa
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Haiti: si ferma la ricerca dei superstiti. Priorità per feriti e sfollati
  • La Chiesa europea contro la povertà: intervista con mons. Merisi
  • Presentato a Roma un libro sui viaggi apostolici di Benedetto XVI in Italia
  • Progetto francescano per i terremotati d'Abruzzo
  • Aereo ultraleggero in dono a un vescovo per la sua missione in Congo
  • Chiesa e Società

  • Il vescovo Irinej di Nis è il nuovo Patriarca ortodosso serbo
  • Il superiore dei Clarettiani nelle Antille: tutto distrutto ma rimane il nostro popolo!
  • I vescovi indiani: "no” alla discriminazione sociale dei dalit cristiani
  • Sudan: le speranze di pace del nunzio apostolico
  • Africa orientale: il maltempo causa un’emergenza umanitaria
  • Previsioni errate sullo scioglimento dei ghiacciai dell'Himalaya
  • Nuovo primate del Belgio: le priorità di mons. Léonard
  • Germania: comunicato delle Chiese cristiane per le elezioni dei consigli sindacali
  • Venezia: la Chiesa difende la famiglia fondata sul matrimonio
  • L’Aquila: inaugurata a Coppito la nuova residenza vescovile
  • Firenze: sarà dedicata all'Anno Sacerdotale la lettera pasquale di mons. Betori
  • Meeting dei giovani a Bari: 12 impegni per la vita e il futuro del pianeta
  • Circhi e Luna Park: padre van Welzenes riconfermato segretario del Forum cristiano europeo
  • 24 Ore nel Mondo

  • Obama annuncia limitazioni alle banche: le borse mondiali reagiscono con un calo
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa riconferma, nella carica di segretario di Stato, il cardinale Bertone "prezioso collaboratore da lunghi anni"

    ◊   Con una lettera datata il 15 gennaio scorso, Benedetto XVI ha riconfermato nel suo incarico di segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, che lo scorso 2 dicembre aveva compiuto 75 anni e dunque rimesso nelle mani del Papa il proprio mandato. Il Pontefice ha rinnovato la fiducia a colui che ha definito un “prezioso collaboratore” e al quale è legato da un lungo rapporto di amicizia e collaborazione. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Ammirazione per la sua “preparazione dottrinale e canonistica”, ma anche per quel sentimento di “humanitas”, capace di creare un clima di familiarità pur all’interno di una “decisa e determinata disciplina di lavoro”. Sono le doti riconosciute da Benedetto XVI al cardinale Tarcisio Bertone, fin da quando il primo in veste di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e il secondo in quelle di consultore e poi segretario dello stesso dicastero intrapresero un “lungo cammino”, scrive il Papa, che vide la condivisione quotidiana di grandi responsabilità sfociare in amicizia. “Sono stati anni intensi ed impegnativi, durante i quali sono nati documenti di grande importanza dottrinale e disciplinare”, ricorda Benedetto XVI, che annota: “Penso pure al delicato lavoro da Lei svolto per costruire il dialogo con Monsignor Marcel Lefebvre e non dimenticherò mai la visita a Vercelli che fu per me motivo di un rinnovato incontro con un grande testimone della fede, San Eusebio di Vercelli”.

     
    Momenti recenti e meno di storia personale intrecciata con le vicende della Santa Sede che dimostrano, riconosce il Pontefice al suo primo collaboratore, “il bene compiuto nei tanti anni del suo ministero sacerdotale ed episcopale”. “Tutte queste qualità - conclude Benedetto XVI - sono state il motivo che mi ha portato alla decisione, nell'estate del 2006, di nominarLa mio Segretario di Stato e sono oggi la ragione per la quale, anche in futuro, non vorrei rinunciare a questa sua preziosa collaborazione”.

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    Benedetto XVI presiede una riunione dei capi dicastero della Curia Romana

    ◊   Questa mattina, nella Sala Bologna del Palazzo Apostolico Vaticano, Benedetto XVI ha presieduto una riunione dei capi dicastero della Curia Romana.

    Questo pomeriggio il Papa riceverà in udienza il cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

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    Bilanci economici della Santa Sede in lieve miglioramento nonostante le perduranti difficoltà

    ◊   Bilanci economici della Santa Sede in lieve miglioramento nonostante le perduranti difficoltà: è quanto riferisce un comunicato a conclusione, ieri, di una riunione di due giorni in Vaticano del Consiglio dei cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede, presieduta dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. All’ordine del giorno la discussione del bilancio preventivo consolidato della Santa Sede e del bilancio preventivo del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano per l’anno 2010.

    L’arcivescovo De Paolis, presidente della Prefettura degli Affari Economici, ha illustrato il bilancio preventivo consolidato della Santa Sede per l’anno 2010. L’area di consolidamento riguarda gli organismi facenti parte della Curia Romana, ad eccezione della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, la quale ha una propria amministrazione, e le Istituzioni “mediatiche” collegate con la Santa Sede, vale a dire la Radio Vaticana, la Tipografia Vaticana – Editrice “L’Osservatore Romano”, il Centro Televisivo Vaticano e la Libreria Editrice Vaticana.

    “Il risultato di esercizio preventivato – rileva il comunicato - riflette la speranza di possibili andamenti economici e finanziari che, nonostante il quadro generale di perdurante difficoltà, indicano qualche leggero miglioramento. Tra i costi, la voce più consistente è quella inerente alla retribuzione del personale dipendente, che si attesta a 2.668 unità. Benché se ne preveda il contenimento, il relativo onere finanziario è ugualmente in crescita a motivo dell’adeguamento degli stipendi al costo della vita. Vi sono poi le spese relative alla Radio Vaticana e alle altre istituzioni mediatiche, le quali, peraltro – afferma il comunicato - devono essere considerate nel quadro dell’attività missionaria della Santa Sede. Pur tenendo conto dell’attuale situazione economica mondiale, è stata rilevata la necessità pastorale di suscitare una maggior attenzione dei fedeli, più sensibili a contribuire a progetti specifici e a loro più prossimi, per le strutture della Chiesa che prestano servizi di ordine generale”.

    Mons. De Paolis ha poi illustrato il bilancio preventivo per l’anno 2010 del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Questo Ente, com’è noto, cura la gestione territoriale e fornisce la necessaria struttura di supporto alla Santa Sede. “Dai dati sottoposti all’attenzione dei membri del Consiglio – si legge nel comunicato - emerge che l’Amministrazione in parola, la quale, peraltro, provvede in modo autonomo al proprio finanziamento, ha sostanzialmente superato le difficoltà degli esercizi precedenti, riacquistando un assetto che permette di guardare con maggior fiducia al futuro. A carico del Governatorato, oltre ai costi connessi alle attività istituzionali dello Stato, vi sono gli oneri derivanti dalla manutenzione degli immobili e degli impianti. Per il periodo in esame, è prevista l’attività di 1.884 dipendenti. I Bilanci sono stati sottoposti a verifica e controllo da parte della Prefettura degli Affari Economici”.

    Durante i lavori del Consiglio, il Papa ha fatto “graditissima visita ai partecipanti, ascoltando con vivo interesse le loro osservazioni e ringraziando tutti gli intervenuti per la preziosa collaborazione offerta alla Sede Apostolica”.

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    Il primate anglicano Rowan Williams: l'unità dei cristiani nasce da una visione pienamente universale della Chiesa

    ◊   La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2010 è giunta al suo quinto giorno di celebrazioni, sul tema tratto dal Vangelo di Luca “Di questo voi siete testimoni”. Quello dell’unità - afferma il primate della Chiesa anglicana, l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams - è un obiettivo da perseguire con una "visione universale" di fede ma anche “senza ansia”, così come testimoniarono nell’ultimo secolo molte personalità di varie confessioni cristiane. Le considerazioni del primate anglicano sono state raccolte dalla collega della nostra redazione inglese, Philippa Hitchen:

    R. – Celebrations, I think, are rather muted because there is …
    Il clima delle celebrazioni è un po’ sottotono perché ci si è resi conto che le speranze di 100 anni fa erano poco realistiche: alcuni avevano mirato molto in alto, con grandi aspettative, sottovalutando – a mio avviso – il livello della complessità teologica da affrontare per raggiungere una più profonda unità. Allo stesso tempo, è importante sapere che ci sono persone che hanno questa visione coraggiosa: “sì, si può fare - affermavano - e non dobbiamo lasciarci intimorire dalle difficoltà”. Ci sono state persone che pensavano in questo modo, che avevano una visione autenticamente universale della Chiesa: credo che questo "modello" sia quello più interessante. La tentazione oggi è pensare che l’unità sia troppo difficile da raggiungere e che dobbiamo accontentarci di espressioni locali di cristianità che facciano del loro meglio nel loro piccolo contesto: è paradossale arrivare a questa conclusione proprio nell’epoca della società globale e senza frontiere. Noi non vogliamo rassegnarci ad un’espressione locale di cristianità, ma vogliamo ricordare che esiste una visione universale, sì, "cattolica", a cui mirare.

     
    D. – In questa Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, lei parlerà nella cattedrale di Westminster, a Londra, in onore di Mary Ward, una religiosa cattolica britannica, vissuta tra il 1500 e il 1600, fondatrice di una Congregazione legata alla spiritualità di Sant'Ignazio di Loyola…

     
    R. – It's mainly a matter of personal friendships with…
    E’ soprattutto dovuto all’amicizia personale con alcune persone di questa Congregazione, ma anche per rimarcare il fatto che in un’epoca in cui tanta gente si limitava ad una semplice difesa della Chiesa, c’era chi voleva una vita cristiana radicalmente nuova, seria e disciplinata, caratterizzata dalla visione gesuita, e al tempo stesso, estremamente flessibile, come appunto i gesuiti volevano essere, in particolare nel campo educativo. Così, in un’epoca di pressione e di crisi, con mille ragioni per avere paura, ecco una visuale di chi non è condizionato dall’ansia: credo che sia un messaggio positivo sul quale riflettere. E devo dire che l’opera svolta dalla Compagnia di Gesù per incoraggiare il dialogo, in particolare negli ultimi 30 anni, è stata straordinaria. Penso alle riflessioni di padre Arrupe ad Hiroshima, quando fu sganciata la bomba atomica. Queste riflessioni creano in te un punto di riferimento, vedi che si tratta di riflessioni "cristiane", non specificamente della Compagnia di Gesù o della Chiesa cattolica, ma di riflessioni che chiunque può fare proprie ed imparare da esse.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Nell’informazione internazionale, in primo piano la situazione ad Haiti: la comunità internazionale pronta a cancellare i debiti

    Ebreo e cardinale: la parte finale del discorso pronunciato da Jean-Luc Marion durante la cerimonia d’ingresso all’Académie française e dedicato sul suo predecessore Jean-Marie Lustiger

    Lo speleologo del dolore: Marco Ribaldi sulla mostra alla Galleria Lercaro di Bologna dedicata al pittore Georges Rouault

    Il successo? È solo un participio passato: Andrea Monda sull’incontro alla Cappella universitaria dell’università “La Sapienza” dedicato al tema “Creatività e successo”

    La presentazione del libro “I viaggi di Benedetto XVI in Italia”: gli interventi del cardinale Angelo Bagnasco, dell’arcivescovo Fernando Filoni, e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri italiano, Gianni Letta, all’incontro tenutosi all’Ambasciata italiana presso la Santa Sede

    Il sacerdote nell’età del cyberspazio: Mario Ponzi intervista l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali.

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    Oggi in Primo Piano



    Haiti: si ferma la ricerca dei superstiti. Priorità per feriti e sfollati

    ◊   Ad Haiti, l’azione umanitaria si concentra sugli sfollati e non più sulla ricerca di eventuali sopravvissuti. Secondo l’Onu, i senzatetto sono circa 3 milioni. Per accelerare l’arrivo degli aiuti, sono stati messi in grado di funzionare tre aeroporti oltre a quello della capitale. Dal Paese caraibico prosegue inoltre l'esodo di massa e le Nazioni Unite hanno aperto un corridoio umanitario dalla Repubblica Dominicana. Prosegue intanto lo sciame sismico: nelle ultime 24 ore sono state avvertite altre tre scosse. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Dieci giorni dopo la prima drammatica scossa che ha colpito Haiti, i soccorritori dell’Onu hanno deciso di interrompere le ricerche di eventuali superstiti per concentrarsi sulla distribuzione di aiuti e sull’assistenza a feriti e sfollati. Spetta comunque al governo di Haiti dichiarare ufficialmente finita la fase di ricerca. Fino ad oggi sono state estratte vive dalle macerie 121 persone, tra cui diversi bambini. Proprio la situazione di migliaia di piccoli di Haiti, tra cui molti orfani, desta particolare preoccupazione. L’Unicef ha lanciato oggi l’allarme per 15 bambini scomparsi dagli ospedali dopo il sisma. Si teme che possano essere vittime di turpi traffici. Il presidente di Haiti, Renè Preval, ha dichiarato intanto che le operazioni di aiuto soffrono ancora “di una generale mancanza di coordinamento”. Dalla Banca mondiale arriva poi un importante annuncio: è stato sospeso per cinque anni il pagamento del debito dovuto da Haiti che ammonta a circa 38 milioni di dollari. La Banca mondiale ha anche annunciato che sta lavorando per l’annullamento totale del debito.

    Su questi annunci, ecco il commento di Claudette Werly, segretaria generale di Pax Christi internazionale ed ex ministro degli esteri di Haiti, intervistata da Hélène Destombes:

    R. – Ce sont des mésures qui sont indispensables, parce-que il faut être tout simplement …
    Sono misure indispensabili. Bisogna semplicemente essere realisti! Poi bisognerà rendersi conto che non può essere soltanto per oggi: ci vorranno anni, decenni perché Haiti possa rimettersi in piedi! Già prima del terremoto ci si sarebbe potuti interrogare in merito alla possibilità reale della gente di pagare questo debito. Perché poi, alla fine, chi è che paga? Sono sempre i poveri, i più deboli quelli che pagano e anche nella maniera più pesante. Sono stata ministro degli Esteri e so quanto si è pagato. Quando sai quello che paghi, sai anche che questo denaro è tolto alle scuole, alle medicine, all’acqua che avremmo potuto fornire, al cibo che avremmo potuto dare alla gente… Bisogna quindi stabilire delle priorità: la priorità per il momento, e ancora per molti anni, è far fronte alle necessità della popolazione ed aiutare il Paese a ricostruirsi.

    La Chiesa - assicura il cardinale Paul Josef Cordes, presidente del pontificio Consiglio "Cor Unum" - resterà accanto al popolo di Haiti anche quando il terremoto non farà più notizia e “nessuno correrà più per prestare aiuto”. Sull’incessante mobilitazione della Chiesa in soccorso alla popolazione di Haiti, Amedeo Lomonaco ha intervistato Carluccio Giannini della Caritas spagnola:

    R. – Gli aiuti stanno incominciando ad arrivare e la distribuzione è già iniziata. La Caritas spagnola, nel contesto della rete complessiva, si dedica agli aiuti d’emergenza che consistono in cibo, servizi sanitari, medicine, tende da campo. Gli accampamenti sono enormi: il nostro comprende 200 mila persone!

     
    D. – In questi giorni si associa Haiti a cumuli di macerie, al drammatico ritrovamento di corpi senza vita, a scene di violenza, all’estrema povertà. In tanta disperazione e devastazione, sembra difficile trovare segni di speranza. Ci sono invece, anche oggi, alcuni segnali confortanti per poter sperare in un Paese che possa rinascere, risorgere dalle macerie?

     
    R. – Senz’altro, anche se è difficile trovare tra le macerie segni di speranza. L’altro giorno, tra le macerie della cattedrale, sono state ritrovate vive due persone: una signora anziana di 65 anni dopo sette giorni tra le macerie, appena è stata salvata, ha detto ai suoi soccorritori: vi amo molto! Questa è stata la sua espressione. E questo dimostra che questa gente, pur nella più assoluta tragedia, sa esprimere sentimenti di grande sensibilità. La speranza non deve però consistere nel fatto che ricevono 100 mila, 200 mila, un milione di euro; la speranza deve provenire dal fatto che gli haitiani sono consapevoli di essere i protagonisti della loro stessa ricostruzione. Possiamo sperare che dentro di loro abbiano la forza di lottare per ricostruire la loro vita.

     
    D. – Un’altra forza è anche quella della fede …

     
    R. – E’ la forza della fede che si scorge soprattutto alla sera, quando calano le tenebre, quando già non c’è più luce e la gente si arrangia per prepararsi per la notte. Si sentono canti, preghiere, invocazioni; la gente si rivolge al Creatore perché la aiuti in questi momenti così difficili.

     
    D. – Quale insegnamento, quale aiuto possono trarre i soccorritori dal popolo di Haiti?

     
    R. – Noi operatori della Cooperazione internazionale, di Caritas, quando ci rechiamo presso questi popoli impariamo molte cose. Io direi che in queste occasioni impariamo la loro dignità che sanno manifestare nei momenti più tragici. Noi altri, se fossimo nelle loro condizioni, non so come ci comporteremmo. Non lo so. Vediamo che loro sanno sopravvivere con tanta dignità, con solidarietà; anche se magari vediamo scene di violenza, rubano per mangiare, per portarsi a casa un pezzo di stoffa … Impariamo che questa gente ha una dignità che forse noi non dimostriamo sempre …

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    La Chiesa europea contro la povertà: intervista con mons. Merisi

    ◊   Informare, sensibilizzare, mobilitare “perché di fronte alle povertà diffuse in Europa non ci si rassegni, non si deleghi”, ma “si operi” per il loro “progressivo sradicamento”. E’ l’obiettivo della campagna “Zero poverty” che Caritas Europa - il coordinamento delle 48 Caritas nazionali del Vecchio Continente - lancerà il 27 gennaio al Parlamento europeo a Bruxelles, in occasione dell’Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale. Alessandro Gisotti ha chiesto al vescovo di Lodi, Giuseppe Merisi, presidente di Caritas italiana, di illustrare il significato di questa iniziativa:

    R. – Il primo lavoro sarà quello di riflettere, di pensare, avere chiarezza sulle situazioni interne in Europa di povertà e, naturalmente, si parlerà anche di quello che l’Europa può fare fuori dai confini del nostro continente, come in Africa e ad Haiti. Sono iniziative per pensare, per riflettere, per conoscere, per entrare in contatto, attraverso gli strumenti della comunicazione sociale, con le realtà e con le sacche di povertà e di emarginazione che ci sono in Europa, le antiche povertà e le nuove povertà.

     
    D. – In Europa, secondo gli ultimi dati, 23 milioni di persone vivono con soli 10 euro al giorno. Una povertà che ovviamente ha spesso per conseguenza l’esclusione sociale. Come intervenire su questo aspetto della povertà?

     
    R. – Io credo che gli spazi siano diversi. C’è l’esigenza anzitutto di insistere sullo sviluppo ordinato e sostenibile e sullo sviluppo economico. Nella strategia di Lisbona, qualche anno fa, c’era l’invito a fare in modo che la diffusione del lavoro, i livelli occupazionali fossero sostenibili rispetto a tutto ciò che la protezione sociale richiede, così come quella ambientale e avessero un rilancio attraverso iniziative adeguate, iniziative produttive, con attenzione alla solidarietà. Ripeto, ci sono antiche e nuove povertà: tutte povertà a cui occorre guardare con iniziative che possono essere adeguatamente studiate in ogni diocesi in modo che l’impegno di solidarietà tenga conto dell’esigenza della sussidiarietà, coinvolgendo tutte le realtà anche nella società civile. C’è l’esigenza che il dono, la gratuità e la fraternità abbiano un posto significativo nel contesto di iniziative pubbliche e con la logica del mercato.

     
    D. – L’economia timidamente sta uscendo dalla crisi, ma – avverte la Banca Centrale Europea – cresce ancora la disoccupazione nel Vecchio Continente. E’ tempo di reinvestire sulle risorse umane?

     
    R. – Sì, in questo contesto di crisi economica e finanziaria, la prospettiva positiva che si intravede di uscita dalla crisi, lascerà – e questo a detta di tutti gli osservatori – anche conseguenze negative sui livelli occupazionali. Quindi anche quando saremo fuori dalla crisi, avremo problemi con i posti di lavoro. Credo che questo richieda una maggiore attenzione, a partire dal senso di rispetto per la dignità della persona. L’attenzione alla società civile e la logica del dono nella società civile consentiranno anche a queste possibilità e a queste risorse delle persone e delle loro iniziative di poter contribuire alla soluzione dei problemi sociali generali della nostra società.

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    Presentato a Roma un libro sui viaggi apostolici di Benedetto XVI in Italia

    ◊   Soddisfazione della Cei per l’annuncio da parte del sottosegretario Letta che il governo italiano ha pronto il ricorso contro la sentenza della Corte di Strasburgo sul Crocifisso nelle aule scolastiche. “Un’iniziativa da sostenere”, così si è espresso il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, intervenendo ieri sera alla presentazione all’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede di un libro sui viaggi italiani Benedetto XVI. Alessandro Guarasci:

    Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta, si è detto fiducioso per il ricorso, anche perché - ha affermato - “molti altri paesi d'Europa stanno venendo sempre più numerosi a sostegno dell'azione italiana''. Il cardinale Angelo Bagnasco:

     
    “Da lodare, da apprezzare, da sostenere, come risulta anche da parte di altri Paesi europei, che si stanno aggiungendo a questa iniziativa, perché va veramente contro quella che è non soltanto l’oggettività storica della storia europea - che nasce dal Vangelo, pur raccogliendo altri contributi - ma anche il sentire popolare, il sentire della gente. Chiedere di riequilibrare rispettosamente questa sentenza rispetto alla realtà della gente”.

     
    Il cardinale Bagnasco ha parlato a margine della presentazione del libro “I viaggi di Benedetto XVI in Italia”, curato da Pierluca Azzaro ed edito dalla Libreria Editrice Vaticana assieme all’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Per il porporato, il Papa “ama il nostro Paese con affetto di padre e l'Italia lo ricambia con affetto filiale". Un sentimento che si rispecchia anche nei rapporti tra Stato e Chiesa:

     
    “Questo dialogo costante tra la Chiesa e la società civile nel mutuo riconoscimento, nel rispetto reciproco, ma anche – come dice il Concilio – nella collaborazione fattiva e positiva per il bene comune… La presenza del Santo Padre, i viaggi del Santo Padre, le visite apostoliche nelle diverse diocesi e città, con questo corteo di calore, di entusiasmo, di affetto con cui viene ricevuto sono proprio la testimonianza di questa collaborazione, di questa compresenza”.

     
    Il concetto di laicità positiva trova piena applicazione in Italia, come dice lo stesso Gianni Letta:

     
    “La Santa Sede riconosce la radicata laicità della Repubblica Italiana, ma non si sottrae – e ciò ci conforta – ad un importantissimo ruolo di formazione delle coscienze. Nel pieno rispetto della reciproca autonomia, la collaborazione tra Stato e Chiesa, specie in un Paese come l’Italia, può condurre a traguardi importanti nell’opera di costruzione di una società giusta, libera ed improntata al rispetto tra gli uomini”.

     
    Ma il Papa è amato anche dagli italiani, dal popolo. L’arcivescovo Fernando Filoni, sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato:

     
    “Hanno imparato a conoscerne lo stile, rivelatosi semplice, immediato, venato di una connaturale riservatezza, ma al tempo stesso carico di grande affetto”.

     
    Dunque, 17 viaggi apostolici dedicati da Benedetto XVI all’Italia. Un chiaro segnale dell’amore del Pontefice per quella che molti - ieri sera - hanno definito la sua seconda Patria.

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    Progetto francescano per i terremotati d'Abruzzo

    ◊   Nello spirito di fratellanza dei Francescani è stato presentato stamane, presso la Sala Marconi della nostra emittente, il Progetto Abruzzo. Nato all’indomani del sisma dello scorso 6 aprile per volontà dell’Ordine Francescano Secolare d’Italia (Ofs), prevede la realizzazione di un centro aggregativo giovanile a Poggio Picenze, paese a cinque chilometri da Onna. Alla presentazione, oltre al sindaco del comune, Nicola Menna, erano presenti i rappresentanti dell’Ordine Secolare. Claudio Cavallaro intervistato Franco Frazzarin, Consigliere internazionale dell'Ofs.

    R. – Il progetto di Poggio Picenze riguarderà la costruzione di un edificio destinato ad essere punto di aggregazione, in particolare per i giovani di Poggio Picenze, paese di mille abitanti. Nel frattempo, fintanto che non saranno ristrutturate le chiese, fungerà anche da luogo di culto, da chiesa. Si installerà dentro un parco di circa 2500 mq, dove noi ispireremo l’arredo urbano a quello che è il sentimento, il senso del Cantico delle Creature, quindi alla fraternità in senso universale.

     
    D. – Come siete arrivati a Poggio Picenze?

     
    R. – Ci siamo arrivati in virtù dell’attività di presenza, di solidarietà dell’Ordine Francescano Secolare e della Gioventù Francescana, subito dopo il terremoto di Abruzzo. E lì si sono stretti questi rapporti con le autorità e con la popolazione del Paese, spontaneamente. Noi abbiamo pensato di convogliare lì quelle che sono le risorse messe insieme dai Francescani secolari italiani.

     
    D. – Poggio Picenze è anche un esempio di come si possa realizzare una perfetta integrazione degli extra comunitari e la popolazione in maniera francescana, potremmo dire...

     
    R. – Sì, perché una delle traduzioni, dal nostro punto di vista, della fraternità è quella di produrre coesione e inclusione sociale. Quindi, là c’è un’amministrazione locale che ha a cuore questi temi. Noi ben volentieri ci siamo messi al loro fianco, sperando di dare bene il nostro contributo.

     
    D. – Per quando è previsto il completamento dell’opera?

     
    R. – L’inizio è previsto credo per i prossimi mesi. Quindi, a cavallo dell’estate dovrebbe forse essere finito tutto. Abbiamo scelto anche una modalità costruttiva, basata sui prefabbricati, proprio per essere abbastanza celeri. Quindi, noi portiamo il nostro piccolo tassello a questo mosaico da realizzare.

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    Aereo ultraleggero in dono a un vescovo per la sua missione in Congo

    ◊   “Una rondine non fa primavera, un aereo per il Congo sì”: si chiama così l’originale iniziativa di solidarietà che vivrà il suo momento clou domenica prossima all’aeroporto dell’Urbe a Roma. Nell’ambito della manifestazione “Gate XXI”, verrà infatti consegnato a mons. Fridolin Ambongo, vescovo della diocesi congolese di Bokungu-Ikelamons, un velivolo ultraleggero. L’iniziativa è nata grazie all’associazione “Amici del Buon Pastore” dell’Opam e soprattutto ad Unica, l’Unione Nazionale Italiana Comparto dell’Aviazione privata. Al presidente onorario di Unica, il prof. Leonardo Di Paola, Alessandro Gisotti ha chiesto come sia nata questa iniziativa e quali siano le sue finalità:

    R. – Tempo fa, mi è capitato di incontrare mons. Ambongo, un vescovo africano, il quale nel raccontarmi le sue attività e la sua missione pastorale, lamentava il fatto che per raggiungere la sua diocesi, impegnava circa un paio di settimane ad un costo di circa 5 mila dollari per trasferimento. Il che vuol dire che la metà del suo tempo la passa in battello, piroga, pullman … Riflettendo, ho detto: con un aeroplano ultraleggero, puoi fare lo stesso percorso in una giornata al costo di 300 euro. Ci è venuta così l’idea di regalargli un aeroplano per risolvere i suoi problemi.

     
    D. – La domanda che nasce spontanea è: chi guiderà questo aereo?

     
    R. – Mons. Ambongo, sposata l’idea, ha mandato un frate cappuccino il quale è ospite da noi da due mesi e già vola da solo, e fra un mese – quando rientrerà giù – sarà in grado di portarsi l’aeroplano direttamente in Congo, accompagnato da noi e da una nostra logistica. Chi lo riparerà? Questo frate cappuccino è stato scelto perché, oltre ad essere una persona duttile ha pure capacità da meccanico. Riparare un aeroplano di questo genere è come mantenere o riparare una motocicletta.

     
    D. – Ovviamente, si tratta di velivoli che possono atterrare anche in condizioni non paragonabili ai nostri aeroporti …

     
    R. – Hanno una duttilità che ha del sorprendente: sono aeroplani che atterrano a 50 all’ora, su un prato normale, il che vuol dire in estrema sicurezza con minime sollecitazioni. Questo aeroplano mi auguro che possa stimolare altre opportunità di solidarietà da parte di aziende che producono aeroplani e quindi iniziare quel percorso che può far primavera anche in Congo.

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    Chiesa e Società



    Il vescovo Irinej di Nis è il nuovo Patriarca ortodosso serbo

    ◊   La Chiesa ortodossa serba ha un nuovo Patriarca, il 45.mo successore di San Sava: si tratta dell’80enne vescovo Irinej di Nis, designato oggi alla massima responsabilità ecclesiale dallo speciale Consiglio elettivo. Il nuovo Patriarca sarà intronizzato domenica prossima nella Cattedrale di Belgrado.Il suo titolo ufficiale e completo è quello di arcivescovo di Pec, metropolita di Belgrado-Karlovac e Patriarca serbo. Irinej, al secolo Miroslav Gavrilovic, è nato nel 1930 nel villaggio di Vodova, presso Cacak, nella Serbia Occidentale. Dopo la maturità ha frequentato il seminario di Prizren in Kosovo, per frequentare successivamente la Facoltà di Teologia a Belgrado. Nell’anno 1959 ricevette l’ordinazione monastica nel Monastero di Rakovica, nei pressi di Belgrado. Nello stesso anno ha iniziato ad insegnare nel seminario di Belgrado ed è divenuto sacerdote. Successivamente ha compiuto studi di specializzazione presso l’Università di Atene e nel 1969 viene nominato direttore della scuola monastica del monastero di Ostrog in Montenegro. Di lì è chiamato a svolgere la carica di rettore del seminario di Prizren. Nel 1975 è stato eletto vescovo diocesano di Nis, nella Serbia sudorientale, luogo di nascita dell’imperatore Costantino il Grande. Al Consiglio della Chiesa ortodossa Serba, riunito oggi a Belgrado, appartengono tutti i vescovi della Chiesa ortodossa serba, un terzo dei quali provenienti dalla Serbia stessa, un terzo da altri stati dell’ex Jugoslavia e un terzo dall’estero in senso lato. Hanno diritto ad essere eletti i vescovi diocesani in carica da un minimo di cinque anni. Il precedente capo dell’Ortodossia serba, il Patriarca Pavle I, si è spento il 15 novembre 2009 a Belgrado, all’età di 95 anni. (M.V.)

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    Il superiore dei Clarettiani nelle Antille: tutto distrutto ma rimane il nostro popolo!

    ◊   Padre Hector Cuadrado, superiore dei Clarettiani nelle Antille, si è recato ad Haiti per prendere direttamente visione della situazione. Insieme a padre Alexis è partito da Santo Domingo, costatando che già alla frontiera vengono assistiti molti feriti. Secondo il suo racconto, inviato all’Agenzia Fides, per arrivare a Port-au-Prince hanno viaggiato 3 ore in macchina (il doppio di quanto sarebbe normale). Nel centro della capitale haitiana, hanno visto che la maggior parte degli edifici sono stati distrutti. A Delmas hanno trovato i loro confratelli (i padri Anistus y Beauplan), che hanno espresso sentimenti contrastanti: il dolore, la frustrazione, la confusione, la gioia di vederli, la gratitudine. Padre Cuadrado ha raccontato: “i nostri dormono all'aperto, nel cortile, dove hanno ospitato anche alcuni conoscenti e vicini di casa che hanno perso tutto.” Nella parrocchia di Sant'Antonio Maria Claret, i religiosi si sono trovati dinanzi una scena di distruzione: 10 anni di lavoro buttati a terra dalla forza della natura. Ma ciò che è essenziale rimane: "sono il nostro popolo, il nostro popolo!" La gente cammina senza meta per le strade, improvvisando dei rifugi nei parchi, nei terreni, nei parcheggi, nelle stazioni di servizio. Molti seminaristi haitiani non sanno nulla circa la sorte delle loro famiglie, è una situazione molto difficile per loro. I Clarettiani sono una comunità molto importante soprattutto in questo momento, perché si trovano a Jimanì, una città di confine, probabilmente il più importante punto di passaggio di frontiera tra la Repubblica Dominicana e Haiti. E proprio qui che i Missionari Clarettiani, quasi tre anni fa, hanno stabilito un nuovo centro missionario, accettando la cura pastorale di due grandi parrocchie rurali (Jimaní e La Descubierta), in quello che viene spesso chiamato "Sur Profundo", caratterizzato sopratutto da estrema povertà, mancanza di sviluppo e benessere sociale. Alcuni locali che i Clarettiani della Repubblica Dominicana avevano di recente inaugurato, sono diventati ora un centro di accoglienza per i feriti che hanno bisogno di cure mediche. Due medici e due infermieri provenienti da Porto Rico aiutano i professionisti dominicani in questa missione di solidarietà. Nei prossimi giorni arriveranno più di dieci medici. (S.C.)

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    I vescovi indiani: "no” alla discriminazione sociale dei dalit cristiani

    ◊   Lavoro e istruzione devono essere un diritto e un’opportunità per tutti i cittadini indiani, senza discriminazioni e differenze di alcun genere: è quanto chiedono al governo i vescovi indiani, lamentando un sistema che invece penalizza soprattutto i dalit cristiani. In un comunicato inviato all’Agenzia Fides, la Conferenza Episcopale dell’India ha sollevato per l’ennesima volta una questione di giustizia sociale, deplorando la prassi di riservare privilegi nel campo del lavoro e dell’istruzione, sulla base dell’appartenenza a una comunità religiosa. Al contrario, dicono i vescovi, urge offrire ai dalit, cristiani e musulmani, pari opportunità d’istruzione e di accesso ai servizi sociali essenziali, per una fondamentale questione di diritti sociali ed economici, da garantire a tutti i cittadini indiani. La questione della parità dei diritti civili per le minoranze cristiane e musulmane, specialmente per i dalit, da anni costituisce un “cavallo di battaglia della Chiesa”: si chiede infatti l’abolizione di un Decreto presidenziale del 1950 che esclude i “fuori casta” convertiti al cristianesimo dalle quote riservate di posti di lavoro pubblici. La stessa norma – che colpisce anche quanti sono diventati musulmani – non vale per i dalit indù, buddisti o sikh. Nel dicembre 2009 la Commissione nazionale sulle minoranze religiose e linguistiche ha aperto una storica discussione sulla proposta di modifica di quella legge, ritenuta “iniqua e discriminatoria”: per la prima volta il tema è entrato nell’agenda di discussione dal Parlamento indiano. Secondo gli esperti, bisognerebbe svincolare del tutto lo status di fuori casta dalla religione e rendere la fascia sociale degli “Scheduled Castes” completamente indipendente dal fattore religioso, come già avviene per le “Scheduled Tribes”. (S.C.)

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    Sudan: le speranze di pace del nunzio apostolico

    ◊   “Il 2010 ed il 2011 sono anni decisivi per la storia del Sudan. Sono convinto che vi siano concrete speranze di pace, perché negli ultimi mesi si sono prodotti sviluppi positivi sia nel Sud Sudan sia nel Darfur”. Sono le parole pronunciate da mons. Leo Boccardi, nunzio apostolico in Sudan ed Eritrea, all’agenzia Fides. “Non nascondo che vi siano ancora delle difficoltà da superare, le condizioni di insicurezza in diverse aree del Paese, la corruzione, i conflitti tribali – ha aggiunto il presule – ma penso che se il Comprehensive Peace Agreement (CPA) verrà applicato nella sua interezza, il Sudan ritroverà la pace”. Il CPA, firmato a Nairobi nel 2005, prevede lo svolgimento, nel prossimo mese di aprile, di votazioni per l’elezione del presidente, del parlamento e dei governatori del Paese. Lo stesso avverrà per il Sud Sudan che, in base al CPA, dispone di un’ampia autonomia e nel 2011 potrà decidere, con un referendum, sulla sua indipendenza. Secondo mons. Boccardo, anche la situazione in Darfur è in via di miglioramento. La fase del conflitto armato sembra ormai superata ed il confronto si è spostato sul piano politico. “Certo – ha precisato il nunzio – permane ancora un certo grado di insicurezza, ma questo deriva non tanto dalle azioni militari, ma soprattutto dalla presenza di banditi”. Nonostante le numerose difficoltà, inoltre, pure la Chiesa in Sud Sudan continua a progredire. Il presule ha dichiarato che nella città di Juba, capoluogo della regione, “è stata creata un’università cattolica, è stato riaperto il seminario maggiore” e sta per ritornare il Segretariato cattolico. La comunità cattolica è in fermento “ed in particolare i giovani, che sono desiderosi di partecipare alla vita della Chiesa”. La comunità cattolica del Sudan, ha concluso mons. Boccardi, “intende continuare la propria opera di evangelizzazione e di promozione umana, con le proprie forze e con l’aiuto della Chiesa universale”. (F.C.)

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    Africa orientale: il maltempo causa un’emergenza umanitaria

    ◊   Catastrofe umanitaria causata dal maltempo in Africa orientale. Lo si apprende dagli ultimi resoconti degli uffici locali delle Nazioni Unite, nei quali si precisa che le situazioni più difficili si registrano in Kenya e Tanzania. Sono quasi 70.000 le persone che necessitano di assistenza dopo essere state costrette ad abbandonare le proprie case a causa delle forti piogge che, dall’ultima settimana di dicembre, cadono sulla regione. Il Kenya, con oltre 40.000 sfollati e 40 vittime (secondo l’ultimo bilancio della Croce Rossa), è il Paese che ha subito i danni maggiori. In Tanzania sono quasi 30.000 le persone costrette a vivere in situazione d’emergenza. Il 20 gennaio, dopo aver visitato le aree interessate dal maltempo e dalle alluvioni, il vice-presidente tanzaniano Ali Shein ha lanciato un appello ai suoi connazionali ed alla comunità internazionale, invitando tutti a fornire aiuti alle popolazioni colpite dalle piogge. Lunedì scorso, il presidente della Tanzania, Jakaya Kikwete, ha sottolineato che la ricostruzione e la risposta all’emergenza “sottrarrà fondi e stanziamenti a molti dei piani di sviluppo in corso”. (F.C.)

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    Previsioni errate sullo scioglimento dei ghiacciai dell'Himalaya

    ◊   Ha fatto marcia indietro l’Ipcc, l’organismo intergovernativo dell’Onu incaricato di studiare i cambiamenti climatici. In un comunicato diffuso il 20 gennaio, il panel internazionale di scienziati vincitore del premio Nobel per la pace nel 2007, si è scusato per un errore di valutazione sulla progressione dello scioglimento dei ghiacciai in Himalaya e sulla data indicata per la scomparsa totale dei ghiacci sul “tetto del mondo”. La previsione, contenuta in un paragrafo del rapporto pubblicato nel 2007, dava per certo lo scioglimento delle masse glaciali nel 2035. Ora l’Ipcc corre ai ripari e a breve pubblicherà un nuovo studio che indicherà date diverse. In effetti, diversi studi confermano che i ghiacciai himalayani stanno perdendo massa, ma non al ritmo sostenuto nel rapporto dell’Ipcc, che alcuni mesi fa era già finito sui giornali di tutto il mondo per lo scandalo dei dati “gonfiati” sul global warming. È sicuramente fuori dubbio che il pianeta stia attraversando una fase di riscaldamento globale, ma le stime sul suo andamento sono contrastanti. In base ai modelli attuali, dall’inizio dell’era industriale ad oggi l’immissione nell’atmosfera di anidride carbonica avrebbe dovuto provocare un aumento della temperatura ben più elevato di quello effettivamente registrato. Questo almeno sostiene uno studio che sarà prossimamente pubblicato dal Journal of Climate, rivista dell’American Meteorological Society. Secondo gli autori della ricerca, la Terra sarebbe meno sensibile all’aumento dei gas serra di quanto ipotizzato. Inoltre, la riflessione dei raggi solari dovuta al pulviscolo atmosferico starebbe facendo diminuire il riscaldamento. Allo stato attuale degli studi, quindi, il fenomeno del global warming è ancora poco conosciuto. Gli scienziati sono consapevoli che occorre intervenire, ma non sanno ancora in che misura. Intanto l’Ipcc invita gli scettici sui cambiamenti climatici a non strumentalizzare la vicenda dei suoi errori sui ghiacciai dell’Himalaya. (F.C.)

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    Nuovo primate del Belgio: le priorità di mons. Léonard

    ◊   Una liturgia profonda, un’autentica preoccupazione sociale e la promozione delle vocazioni. Sono le tre priorità annunciate dal nuovo arcivescovo di Malines-Bruxelles, mons. André Joseph Léonard, nella conferenza stampa tenuta il 17 gennaio, giorno in cui è stata resa nota la sua nomina. L’arcivescovo, diventato automaticamente anche presidente della Conferenza episcopale del Belgio e ordinario militare, ha dichiarato che compirà una visita sistematica di tutta la diocesi per conoscere la realtà sul campo. Come riferisce l’agenzia Zenit, il primate ha affermato di voler promuovere “una liturgia accurata, fedele alla grande tradizione della Chiesa, degna di Dio e degli uomini e delle donne che vi partecipano”. Con le parole usate dal suo predecessore, il cardinale Danneels, il presule ha poi esortato la Chiesa ad essere “orante” ed “adorante” ed ha aggiunto che è sua intenzione promuovere sempre più la pratica dell’adorazione eucaristica. Altra priorità pastorale di mons. Léonard riguarda la preoccupazione nell’ambito sociale, soprattutto in materia di alloggi. C’è poi l’impegno per le vocazioni. “Abbiamo bisogno – ha sostenuto il presule – anche di uomini e donne consacrati, così come di sacerdoti e diaconi”. Mons. Léonard è peraltro noto per la crescita del seminario di Namur (in cui studiano 35 dei 71 seminaristi del Belgio), dove esercitava il suo ministero episcopale prima del nuovo incarico affidatogli dal Papa. L’arcivescovo ha infine annunciato, sulla sua pagina web, che ha modificato il suo secondo nome, Mutien, in Joseph, santo patrono del Belgio. La sua presa di possesso della diocesi di Malines-Bruxelles avverrà il prossimo 28 febbraio. (F.C.)

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    Germania: comunicato delle Chiese cristiane per le elezioni dei consigli sindacali

    ◊   In Germania, i responsabili della Chiesa cattolica e di quella evangelica hanno diffuso ieri un comunicato congiunto in vista delle elezioni dei consigli sindacali presso le aziende tedesche, che si svolgeranno tra il primo marzo e il 31 maggio. Lo rende noto il Sir. “Proprio in questi tempi critici occorre sfruttare la possibilità di codecisione e conseguentemente rafforzare i diritti dei lavoratori occupati”, si legge nel documento sottoscritto da mons. Robert Zollitsch, presidente della Conferenza episcopale tedesca e da Margot Käßmann, presidente del Consiglio della Chiesa evangelica tedesca. “Occorre trarre conseguenze dalla crisi economica e dei mercati finanziari, al fine di prevenire il più possibile situazioni di questo genere in futuro. Per far ciò occorre introdurre provvedimenti atti a realizzare un mondo del lavoro equo ed umano nel lungo periodo. Bisogna tornare ai principi dell'economia sociale di mercato: l'etica sociale può offrire orientamento in tal senso", scrivono i responsabili delle Chiese. “Una collaborazione fiduciosa tra consigli aziendali e direzione aziendale”, conclude il documento, “contribuisce in vario modo a risolvere conflitti, a trovare soluzioni nelle crisi e a lavorare insieme per il successo sostenibile delle aziende”. (S.C.)

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    Venezia: la Chiesa difende la famiglia fondata sul matrimonio

    ◊   La “famiglia anagrafica” non equivale alla “famiglia fondata sul matrimonio”. Lo dice in una nota il Patriarcato di Venezia, commentando una recente delibera del Consiglio comunale della città lagunare. Come riporta l’agenzia Sir, nel nuovo regolamento per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, il Comune ha inserito tra i beneficiari del punteggio necessario ad ottenere la casa le “famiglie anagrafiche”, ovvero i nuclei formati da “persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune”. La Chiesa veneziana ha espresso “il proprio disagio e la propria contrarietà” ed ha denunciato il provvedimento, poiché “pone sullo stesso piano la famiglia fondata sul matrimonio”, che è “una realtà oggettiva sussistente in una unione pubblica tra un uomo e una donna, il cui significato intrinseco è dato dalla sua capacità di generare, promuovere e proteggere la vita, e la cosiddetta ‘famiglia anagrafica’, una realtà cioè affatto diversa”. La delibera comunale, secondo il Patriarcato di Venezia, introduce “nelle politiche abitative una previsione normativa che oggettivamente discrimina le famiglie fondate sul matrimonio”. La nota della diocesi ricorda come, in base alla Costituzione, non si possono “trattare in modo eguale situazioni oggettivamente diverse”. “Il Consiglio comunale di Venezia – si conclude – non tiene in considerazione la responsabilità che un uomo e una donna, con il matrimonio, si assumono pubblicamente e sottovaluta il senso della famiglia come fattore di progresso, risorsa e capitale umano e sociale”. (F.C.)

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    L’Aquila: inaugurata a Coppito la nuova residenza vescovile

    ◊   Sempre più vicino il ritorno alla normalità per la Chiesa abruzzese. É stata infatti inaugurata ieri mattina a Coppito, all’Aquila, la nuova residenza vescovile, finanziata dall’Università cattolica del Sacro Cuore. Come ha dichiarato all’agenzia Sir il rettore Lorenzo Ornaghi, subito dopo il terremoto dell’aprile scorso “docenti e studenti si sono chiesti come aiutare la città” abruzzese ed hanno voluto donare una struttura che permettesse all’arcivescovo Giuseppe Molinari di tornare tra la sua gente. Nel ringraziare l’Università, mons. Molinari ha precisato che per realizzare la residenza “non si è sottratto nulla agli altri fondi” destinati alla ricostruzione della città. “La pastorale deve andare avanti”, ha affermato il presule, che ha concluso sostenendo che “compito del vescovo è soffrire il tormento dei fratelli e delle sorelle ed essere vicino alle membra più deboli”. (F.C.)

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    Firenze: sarà dedicata all'Anno Sacerdotale la lettera pasquale di mons. Betori

    ◊   Il prete nella vita della gente. È il tema scelto da mons. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, per la lettera pastorale che verrà consegnata alle famiglie in occasione della visita pasquale dei sacerdoti. Come riferisce l’agenzia Sir, il presule ha affermato di aver scelto questo tema in occasione dell’Anno Sacerdotale, “guardando non solo alla dottrina”, ma anche alla sua esperienza personale. Nella lettera mons. Betori fa anche riferimento all’importanza che le famiglie “siano grembo accogliente delle vocazioni sacerdotali” ed invita gli stessi preti all’ “urgenza di ricentrarsi sulla propria dimensione interiore, sul loro rapporto con Gesù Cristo, sulla loro vita di fede”. Tra i compiti del sacerdote, l’arcivescovo richiama l’annuncio della Parola di Dio e l’amministrazione dei Sacramenti, senza perdere di vista i “problemi concreti della gente e della comunità”, in modo da diventare “promotori non solo di vita religiosa ma anche culturale e sociale”. (F.C.)

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    Meeting dei giovani a Bari: 12 impegni per la vita e il futuro del pianeta

    ◊   “Il futuro non è finito se tutti i giovani del mondo assumeranno in prima persona 12 impegni prioritari per la vita del pianeta” nell’ambito dell’educazione, ambiente, lavoro, cittadinanza, diritti umani: si è concluso così, ieri a Bari – come riferisce il Sir - il Meeting mondiale dei giovani promosso dall’Onu per un futuro sostenibile, con un documento che indica le 12 priorità e il lancio, per il 12 agosto, di una Giornata mondiale di azione del movimento dei cittadini globali-locali Nmc (dall’esperanto Ni, mondlokaj civitanoj - Noi, cittadini globali-locali). Ogni attivista di Nmc, il social network globale per giovani leaders (http://nimociv.org) che ha facilitato la costruzione dell’evento, consegnerà il 12 agosto l’Accordo di Bari e i contenuti del Meeting al proprio governo cittadino, locale e nazionale, personalmente o con ogni mezzo di pressione online. Inoltre cinque delegati del Meeting di Bari, uno per ciascun macrotema discusso nella tre giorni – Cittadinanza, Economia e occupazione, Educazione, Ambiente, Sicurezza umana e promozione sociale - parteciperanno alle celebrazioni dell’apertura dell’Anno internazionale dei Giovani Onu e alle principali iniziative promosse dall’Onu per presentare la “Visione di Bari”, il documento di impegno per i prossimi due anni. (S.C.)


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    Circhi e Luna Park: padre van Welzenes riconfermato segretario del Forum cristiano europeo

    ◊   È stato riconfermato segretario generale del Forum dei Direttori delle Organizzazioni cristiane europee che si occupano della Pastorale nel Circo e nel Luna Park il salesiano olandese padre Bernard van Welzenes. L’elezione, come riporta l’agenzia Sir, è avvenuta il 20 gennaio, durante la riunione del Consiglio generale del Forum, che si è tenuta in concomitanza con il Festival Internazionale del Circo di Montecarlo. I delegati del Forum hanno partecipato alla tradizionale celebrazione ecumenica sotto il tendone del Festival. L’incontro di preghiera è stato presieduto da mons. Bernard César Augustin Barsi, arcivescovo di Monaco, insieme al vescovo di Nizza, mons. Louis Sankalé, e a mons. Vittorio Lupi, vescovo di Savona-Noli e delegato ligure per la Fondazione Migrantes. L’evento ha permesso di “individuare i temi su cui lavorare per il futuro triennio, in vista del prossimo congresso che si terrà in Germania nel 2012”, come ha spiegato don Luciano Cantini, direttore della Pastorale dei Circhi e lunaparkisti della Fondazione Migrantes. (F.C.)

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    24 Ore nel Mondo



    Obama annuncia limitazioni alle banche: le borse mondiali reagiscono con un calo

    ◊   Borse europee in calo in avvio di seduta sulla scia di Tokyo, che ha chiuso a meno 2,56%, e di Wall Street che ieri aveva terminato le contrattazioni in ribasso del 2%. Un tonfo dovuto alle dichiarazioni del presidente statunitense Obama che, sempre ieri annunciando un piano per ridurre i rischi del settore, ha parlato di necessari limiti alle dimensioni delle banche. Critiche sono state avanzate sugli “eccessi sconsiderati” di Wall Street chiamata a “restituire gli aiuti” e soprattutto a chiudere con pratiche rischiose che hanno portato l’economia “sull'orlo del collasso”.

    Stati Uniti -Italia
    Un focus sui rapporti Italia-Stati Uniti alla vigilia del viaggio del ministro degli Esteri, Franco Frattini, a Washington. Di questo si è parlato nella conferenza stampa che si è svolta stamani alla Farnesina. C’era per noi Salvatore Sabatino:

    “Non c’è miglior alleato dell’Italia”, parola dell’ambasciatore statunitense a Roma, David Thorne, che alla vigilia del viaggio a Washington del ministro degli Esteri italiano, Frattini, ha voluto sottolineare il forte legame che da sempre lega i due Paesi: un legame fatto di amicizia pluridecennale, di cultura, ma anche di unità di vedute sulle principali crisi internazionali. L’ambasciatore ha passato in rassegna tutti gli scenari sui quali Washington e Roma lavorano in sintonia: dall’impegno per gli aiuti ad Haiti e all’Afghanistan, dal pattugliamento delle coste africane, messe in pericolo dai pirati, alla lotta internazionale al terrorismo, che coinvolge più Paesi, ultimo in ordine di tempo quello yemenita. Proprio sulla questione Sana'a, Thorne ha ribadito la volontà di rispettare l’amministrazione yemenita, la sovranità popolare e la politica del Paese. Stesso concetto è stato ribadito da Giampiero Massolo, segretario generale della Farnesina, che rispondendo alle domande dei giornalisti ha voluto evidenziare l’impegno del presidente Obama sui principali scenari di crisi internazionale, “mettendoci – ha detto – la faccia” e investendo le proprie energie per ribadire il ruolo di leadership che da sempre ha contraddistinto la politica degli Stati Uniti. Accanto a lui – ha aggiunto – c’è l’Italia, con cui il legame è più solido che mai. Ad un anno dal suo insediamento – hanno ribadito inoltre i due ambasciatori – il presidente Obama ha lavorato per avere un mondo migliore, per portare avanti la politica della mano tesa nei confronti del mondo musulmano, con il quale si era creata una frattura, che si temeva potesse essere insanabile e che invece oggi vede notevoli progressi. Ribadito, infine, dal diplomatico statunitense l’impegno per superare la difficile e pericolosa fase di stallo che vive il dialogo in Medio Oriente: un impegno forte e concreto – ha detto - che però percorre oggi una strada ricca di ostacoli, ancora troppo difficili da superare.
     
    Medio Oriente-inviato Usa
    Dopo giorni di calma, torna la tensione nella Striscia di Gaza. Stamani, si sono udite cinque esplosioni, probabilmente colpi di mortaio, seguite a breve distanza da alcuni tiri di risposta dell'artiglieria israeliana. Intanto, nell’area prosegue la visita dell’inviato americano in Medio Oriente, George Mitchell. Ieri, l’incontro con il ministro degli Esteri israeliano, Barak, mentre per oggi è in programma un colloquio con il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Abu Mazen. Scopo della missione è di rilanciare i negoziati di pace israelo-palestinesi.

    Iraq-Gran Bretagna
    Il premier britannico, Gordon Brown, deporrà dinanzi alla Commissione di inchiesta sulla guerra in Iraq. L’annuncio è giunto oggi, mentre l’audizione è stata fissata prima delle elezioni politiche previste tra maggio e giugno prossimi. Ieri, il ministro della Giustizia, Jack Straw, responsabile degli Esteri all'epoca della guerra in Iraq, ha preso le distanze dall’ex premier, Tony Blair, e dalla decisione di entrare in guerra a fianco degli Usa contro Saddam Hussein.

    Iran-Russia
    Rammarico della Russia per la decisione dell’Iran di rifiutare le proposte dell’Aiea, l'Agenzia internazionale per l’energia atomica, di produrre uranio arricchito al di fuori dei confini nazionali. Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, ha affermato che, per risolvere le difficoltà con Teheran, occorrono ulteriori sforzi diplomatici da parte della comunità internazionale.

    Nigeria-Jos
    Almeno 10 corpi senza vita sono stati ritrovati in fondo a numerosi pozzi in un villaggio a Jos, teatro delle violenze scoppiate lo scorso fine settimana tra cristiani e musulmani. Ieri, il governo di Abuja ha assicurato massimo impegno per trovare i responsabili degli scontri ed ha inoltre inviato l’esercito nell’area. Sempre ieri, nella capitale dello stato di Plateau era tornata la calma. Restano divergenti le cifre sulle vittime: quasi 500 per alcune fonti, 160 per la Croce Rossa Internazionale. Migliaia di sfollati hanno lasciato la zona. Intanto, oggi l’Alta corte federale del Paese ha dato al governo nigeriano 14 giorni di tempo per decidere se l’attuale presidente, Umaru Yar'Adua - in ospedale da circa due mesi in Arabia Saudita - sia in grado di mantenere le proprie funzioni.

    Turchia-terrorismo
    Vasta operazione delle autorità turche contro Al Qaeda. In 16 città diverse, le forze dell’ordine hanno arrestato 120 persone considerate vicine alla rete del terrore. Sequestrate anche armi, munizioni e numerosi documenti.

    India- terrorismo
    Allerta negli aeroporti indiani per il timore di attacchi da parte di militanti di Al Qaeda. In seguito ad una segnalazione dei Servizi segreti, le misure di sicurezza negli scali sono state aumentate e anche i controlli sui passeggeri sono stati rafforzati. Si temono dirottamenti dei voli.

    Sri Lanka-elezioni
    A pochi giorni dalle elezioni presidenziali in Sri Lanka, il clima resta teso per il nuovo agguato avvenuto poco prima dell’alba a Colombo contro un uomo d’affari schieratosi a sostegno dell'ex generale, Sarath Fonseka, contro l’attuale capo dello Stato Rajapaksa, che cerca la riconferma del suo mandato. Quello di oggi è l’ultimo attentato di una lunga serie che ha già provocato quattro vittime. Unione Europea e Onu hanno fatto appello alla calma, una richiesta condivisa anche da mons. Malcom Ranjith, arcivescovo di Colombo, intervistato da Irene Lagan del programma inglese della Radio Vaticana:

    R. – Abbiamo chiesto ai candidati dei diversi partiti di assicurare che le elezioni si svolgano in un’atmosfera di apertura, in piena democrazia e senza il ricorso alla violenza. Abbiamo anche chiesto ai candidati di rassicurare la popolazione sulle soluzioni riguardanti la pace, la questione dei diritti umani e la giustizia e soprattutto nel favorire la libertà economica, non tralasciando i poveri.

     
    Italia-Crocifisso
    Il giudice Luigi Tosti, che aveva fatto togliere il crocifisso dall'aula di giustizia del tribunale di Camerino in cui operava, è stato rimosso dal suo incarico. E' questo l'esito della sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura che questa mattina ha esaminato il caso.

    Italia-Reggio Calabria
    All’indomani della visita del presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, in Calabria, i Carabinieri hanno arrestato per favoreggiamento il carrozziere che ieri aveva denunciato il furto dell'auto a bordo della quale è stato trovato dell'esplosivo e delle armi. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 22

     
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