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Sommario del 07/02/2010
Benedetto XVI richiama, nell’odierna Giornata per la Vita, il dramma della crisi economica che colpisce i più deboli e indifesi
◊ “Nessuno è padrone della propria vita” e “tutti siamo chiamati a custodirla e rispettarla”. Benedetto XVI all’Angelus, nell’odierna Giornata per la Vita, ha richiamato ancora una volta il dramma della crisi economica che colpisce i più deboli e indifesi, auspicando maggiore impegno per uno “sviluppo umano integrale”. Il servizio di Roberta Gisotti.
“La forza della vita, una sfida per la povertà”: “mi associo volentieri” - ha detto il Papa - al messaggio scelto dai vescovi italiani per la Giornata nazionale della Vita. “Nell’attuale periodo di difficoltà economica – ha infatti spiegato - diventano ancora più drammatici quei meccanismi che, producendo povertà e creando forti disuguaglianze sociali, feriscono e offendono la vita, colpendo soprattutto i più deboli e indifesi.
“Tale situazione, pertanto, impegna a promuovere uno sviluppo umano integrale per superare l’indigenza e il bisogno, e soprattutto ricorda che il fine dell’uomo non è il benessere, ma Dio stesso e che l’esistenza umana va difesa e favorita in ogni suo stadio. Nessuno, infatti, è padrone della propria vita, ma tutti siamo chiamati a custodirla e rispettarla, dal momento del concepimento fino al suo spegnersi naturale”.
Giornata – ha ricordato Benedetto XVI - che nella Diocesi di Roma si prolunga nella “settimana della vita e della famiglia”.
Auguro la buona riuscita di questa iniziativa ed incoraggio l’attività dei consultòri, delle associazioni e dei movimenti, come pure dei docenti universitari, impegnati a sostegno della vita e della famiglia”.
Ispirata dalla liturgia odierna la catechesi del Santo Padre, che prima di recitare l’Angelus si è soffermato sulla chiamata divina di Isaia, sulla pesca miracolosa cui assiste Simon Pietro e sulla coscienza di Paolo di essere indegno al cospetto di Dio, sottolineando la loro testimonianza di umiltà.
“In queste tre esperienze vediamo come l’incontro autentico con Dio porti l’uomo a riconoscere la propria povertà e inadeguatezza, il proprio limite e il proprio peccato. Ma, nonostante questa fragilità, il Signore, ricco di misericordia e di perdono, trasforma la vita dell’uomo e lo chiama a seguirlo.”
Quindi l’esortazione del Papa a “non concentrarsi sui propri limiti, ma a tenere lo sguardo fisso sul Signore e sulla sua sorprendente misericordia, per convertire i cuore, e continuare, con gioia, a lasciare tutto per Lui”.
“‘L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore’ (1 Sam 16,7), e rende degli uomini poveri e deboli, ma che hanno fede in Lui, intrepidi apostoli e annunciatori della salvezza”.
Da qui l’indirizzo speciale rivolto ai presbiteri in questo Anno sacerdotale:
“Invito tutti i sacerdoti a ravvivare la loro generosa disponibilità a rispondere ogni giorno alla chiamata del Signore con la stessa umiltà e fede di Isaia, di Pietro e di Paolo”.
Poi l’invocazione alla Madonna:
“Maria susciti in ciascuno il desiderio di pronunciare il proprio “sì” al Signore con gioia e dedizione piena”.
Nei saluti finali Benedetto XVI ha ricordato ai fedeli che l’11 febbraio, memoria della beata Vergine di Lourdes, nella Giornata mondiale del malato, celebrerà al mattino la Santa Messa con gli ammalati nella Basilica di San Pietro.
Domani a Roma Plenaria del Pontificio Consiglio per la famiglia: al centro dei lavori un vademecum per la prepararazione al matrimonio
◊ Priorità pastorali per la famiglia, un vademecum per la preparazione al matrimonio, il servizio all’infanzia e per la difesa dei diritti dei bambini. Ruoterà intorno a questi tre temi la prossima plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che si apre a Roma domani, a cui prenderanno parte i 150 membri del Dicastero vaticano. E’ un Consiglio ampiamente rinnovato dopo le nomine del nuovo presidente, il cardinale Ennio Antonelli, e del nuovo segretario, il vescovo Jean Laffitte, ma anche di diversi membri, anche laici. Andranno ad affiancare i membri ancora in carica, nove nuove coppie di coniugi in rappresentanza dei diversi continenti e associazioni familiari, e diciassette nuovi consultori. Ascoltiamo alcune anticipazioni sull’Assemblea plenaria, nell’intervista di Pietro Cocco con il cardinale Antonelli, a cominciare dalla bozza del vademecum per la preparazione al matrimonio:
R. – Si avverte sempre più l’urgenza di una preparazione seria al matrimonio per assicurare non solo la fruttuosità del matrimonio stesso, ma perfino la validità, perché oggi non si può dare per scontata. E’ necessaria quindi preparazione seria, attraverso possibilmente un itinerario prolungato e non solo dottrinale, ma anche pratico, di fede e di vita cristiana. Ci sono poi altre forme più facili come quelle dei corsi, dei percorsi brevi, ma sempre devono essere impostati con grande serietà e progressivamente. E’ necessario puntare su itinerari di preparazione a modo di catecumenato. E’ già detto questo nell’Esortazione apostolica “Familiaris consortio” di Giovanni Paolo II. Viceversa, nel secondo e nel terzo giorno, si parlerà soprattutto dei diritti dei bambini.
D. – E’ ricorso proprio alla fine del 2009 il 20.mo della Convenzione sui diritti del bambino. Un altro soggetto della famiglia a cui voi guardate con grande attenzione?
R. – A me preme sottolineare soprattutto una cosa e cioè che bisogna far emergere sempre più e in primo piano i diritti dei bambini, la prospettiva-bambini. La prospettiva-famiglia potrebbe essere rafforzata, sottolineando proprio nella famiglia i diritti dei bambini, la prospettiva-bambini. Faccio qualche esempio: i bambini hanno diritto ad avere un padre e una madre e questo per la loro identità personale, per la loro crescita equilibrata. Ci sono tanti dati statistici che confermano come la presenza di ambedue i genitori sia fondamentale per l’equilibrio e per la felicità stessa dei bambini. Secondo me la prospettiva-bambini dovrebbe essere posta al centro delle politiche familiari per rafforzare la stessa prospettiva-famiglia.
“La forza della vita una sfida nella povertà” : intervista a don Paolo Gentili
◊ E’ necessario far crescere una cultura della solidarietà che sappia difendere la vita dalla sua origine fino al suo termine naturale. Sono i cardini dell’odierna 32.ma Giornata Nazionale per la Vita. I vescovi italiani nel loro messaggio dal titolo “La forza della vita una sfida nella povertà” hanno ribadito che la crisi economica, motivo di disuguaglianze e inquietudine in tante famiglie, può costituire un’occasione di crescita. Massimiliano Menichetti ne ha parlato con don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Famiglia, della Cei:
R. – E’ davanti a tutti la situazione della crisi economica in cui versano tante famiglie. La vera sfida è di cogliere la ricchezza della povertà, coglierla come occasione per poter entrare in una nuova solidarietà anche tra famiglie. Tutti siamo chiamati ad uno stile di vita sobrio, che non confonda la ricchezza economica con la ricchezza di vita. Questo è il messaggio che i vescovi ci vogliono dare in questa Giornata per la vita.
D. – In questo messaggio è centrale il richiamo alla solidarietà …
R. – Certamente, si può cogliere l’occasione anche per guardare di più ai bisogni degli altri che ai propri. Si può scoprire in qualche modo che soltanto in una società più giusta, in cui viene anche difesa la parte fragile della comunità e della società - ossia le persone che sono più in difficoltà - si può crescere in un vero benessere. Il profitto non è soltanto economico, ma è di valori alti che la società può avere.
D. – Questa giornata guarda anche alle donne che, in un momento di crisi economica, potrebbero essere tentate di rinunciare o interrompere la gravidanza …
R. – Un’occasione innanzitutto per difendere la vita fin dai primi attimi del concepimento ed anche negli ultimi, fragili istanti, nei frammenti di vita. C’è un grande fermento, anche nelle parrocchie e nelle associazioni, per difendere la vita nascente. Sostengono anche quelle donne che di per sé non riuscirebbero a portare avanti una gravidanza ma che invece, proprio da una solidarietà fraterna, possono mettere al mondo dei figli di Dio.
D. – Per concludere, qual è il messaggio forte di questa 32.ma Giornata Nazionale per la Vita?
R. – Il messaggio forte è un messaggio di speranza. E’ un invito, nonostante le difficoltà: credo che ciascuno di noi sia chiamato a trasmettere una cultura di vita, a scoprire che l’altro conta più di ciò che possiede e di ciò che può produrre; l’altro conta perché è una vita umana. Se entriamo in questo orizzonte credo che la società che ci attende sarà particolarmente bella e ci sarà un futuro possibile.
Costa Rica al voto per le presidenziali. Favorita una donna, Laura Chinchilla
◊ Oltre due milioni e 800 mila persone chiamate oggi al voto in Costa Rica per eleggere il presidente, due vicepresidenti e 57 deputati che integrano l’Assemblea Nazionale. Il Costarica, abitato da circa quattro milioni e mezzo di persone, è un piccolo Paese nel cuore del Centro America, tra i più sviluppati della regione. Non dispone di esercito e l’ordine pubblico è affidato alle forze di polizia, composte da oltre 12 mila agenti. Sono 6 i candidati alla più alta carica dello Stato ma solo due aspiranti presidenti sembrano avere, secondo i sondaggi, concrete possibilità di vittoria. Sulla tornata elettorale ascoltiamo al microfono di Amedeo Lomonaco il nostro collega Luis Badilla, esperto di questioni latinoamericane:
R. – Vince il candidato che ottiene più del 40 per cento dei voti e quindi non è costretto al ballottaggio. La situazione dovrebbe definirsi fra i due candidati più favoriti: la signora Laura Chinchilla, delfino del presidente uscente Oscar Arias, che tutti i sondaggi danno come favorita anche al primo turno e in seconda battuta Otton Solis, del partito di Azione Cittadina di centro sinistra.
D. – Quali sono le sfide e come intendono affrontarle?
R. – Non è che ci siano particolari differenze nei programmi di questi due candidati. Appare molto più decisa la candidata che tutti danno per favorita perché ha impostato la sua campagna soprattutto affrontando la questione economica, la crisi internazionale e le conseguenze che ha avuto in Costa Rica, Paese che vive sostanzialmente del turismo. L’altro candidato invece, Otton Solis, ha dato un’impronta più sociale alle sue proposte, si è preoccupato innanzitutto della terribile iniquità sociale.
D. – Quanto può incidere sull’esito del voto il fatto che per la prima volta una donna può diventare presidente del Paese centro-americano?
R. – Se vincesse la Chinchilla potrebbe essere veramente una svolta non solo per il Costa Rica ma per tutto il Centro America. Tutto dipenderà, come sempre succede, da quale sarà il suo governo nel caso vincesse.
D. – Come si è pronunciata la Chiesa prima di questo importante appuntamento?
R. – La Chiesa è molto preoccupata – e lo ha detto subito – per il fatto che possa esserci una grande astensione, perché è stata una campagna affidata sostanzialmente alle agenzie pubblicitarie ed in questo senso milionaria. E’ subentrata una certa indifferenza o apatia nell’elettorato. I vescovi in primo luogo esortano a votare. Non ci si deve lamentare di quello che potrebbe succedere nel Paese se non si è andati a votare. I vescovi mettono successivamente in rilievo i problemi eticamente sensibili che esistono nel Paese come nel resto dell’America Latina: le grandi questioni dell’aborto, del divorzio, le unioni omosessuali, la protezione integrale della vita, dal concepimento al suo termine naturale. In terzo luogo, mettono al centro il problema economico e l’iniquità sociale. Infine ricordano giustamente che il Costa Rica ha avuto sempre un grande ruolo internazionale. I vescovi credono che il Paese deve continuare ad avere questo ruolo perché questa nazione così piccola può dare un contributo al bene comune di tutto l’emisfero americano.
Anno Sacerdotale: la testimonianza di un ingegnere diventato prete
◊ Dalla scienza alla fede, lungo il cammino della ricerca della verità: la vita di don Luca Fantini si può sintetizzare così. Nato a Genova nel 1972, don Luca si è laureato in ingegneria elettrica e ha studiato appassionatamente l’astronomia e la fisica. Poi, la sensazione che gli mancasse qualcosa nella vita e la necessità mai sentita prima di dover fare qualcosa per gli altri. Da lì è iniziato il cammino di fede che ha portato don Luca a diventare sacerdote. Al microfono di Isabella Piro, ascoltiamolo raccontare come è nata la sua vocazione:
R. – La mia vocazione al sacerdozio è nata in vari momenti. Negli anni degli studi universitari c’è stato un primo momento in cui mi sono riavvicinato alla fede. Per me è stato un cammino che è passato molto per la ricerca della verità, basato anche sui miei interessi, soprattutto in ambito scientifico. Poi in questo ambito è maturata la mia vocazione al sacerdozio.
D. – Se tornasse indietro farebbe la stessa scelta?
R. – Ah, certamente sì, sì! Magari la farei anche prima! Mi ha dato tantissimo: mi ha dato tutto!
D. – Lei lo ha accennato prima: è laureato in ingegneria ed è appassionato di astronomia e fisica. Come si concilia l’amore per la scienza con quello per la fede?
R. – Più che di conciliazione, a me sembra meglio parlare di un mutuo arricchimento. Ritengo che sia quello che sta dicendo spesso anche Benedetto XVI, che sta facendo un grande apostolato della ragione e anche della scienza. Io penso che la ragione sia necessaria alla fede, la salva dall’apparire, dalla superficialità o anche dall’essere una mera propaganda. L’apostolato non è propaganda, è aiutare ad incontrare una Persona che è Verità e Vita.
D. – Dopo essere stato cappellano della Residenza universitaria dal Levante, a Bari, lei ora opera a Roma, sempre a contatto con gli studenti universitari. Cosa le insegna questa esperienza?
R. – La cosa che colpisce, soprattutto, è la loro sfiducia nei rapporti personali: hanno perso la fiducia nell’amore, già pensano che sia impossibile avere rapporti personali affettivi che durino nel tempo; questa cosa appunto è il segno, è la fonte di una fragilità molto profonda che poi li porta a vedere tutto in termini di competizione. Sono molto soli con le loro debolezze e le loro fragilità, con le cose in cui non riescono, e allo stesso tempo, probabilmente, in questo c’è più spazio per la ricerca di Dio, per l’incontro – invece – con Colui che salva. Tante volte i giovani non conoscono Cristo e non conoscono la Chiesa: non è che la rifiutano, o anche quando magari sembra che lo facciano, in realtà non la conoscono. Ed è importantissimo ascoltarli sul serio e far loro conoscere veramente la Persona di Cristo.
D. – Se dovesse rispondere alla domanda sul motivo per cui oggi un giovane dovrebbe diventare sacerdote, cosa direbbe?
R. – Perché è la cosa più grande che esiste!
D. – Per lei personalmente, il Santo Curato d’Ars quale modello rappresenta?
R. – La prima cosa che mi colpisce, quando penso al Santo Curato d’Ars, è l’efficacia del suo ministero basato sulla preghiera, basato sul suo amore per Gesù, sul suo amore per l’Eucaristia… Spesso si sottolinea il suo grande ministero di confessore, di direttore di anime, che ovviamente è una cosa stupenda. Penso anche all’efficacia della sua predicazione della Parola di Dio e sicuramente mi colpisce che l’efficacia e la sua capacità di portare i cuori, le anime a Gesù, fosse basata soprattutto su questo: innanzitutto, sulla sua personale intimità con Cristo, sulla sua personale vita interiore, sulla sua personale preghiera. Penso che in questo sia certamente un modello, e un modello particolare ovviamente per i sacerdoti!
“Il corpo delle donne”, documentario sull’immagine femminile in Tv, abusata, manipolata e mortificata
◊ “Il corpo delle donne”, un documentario diffuso via Internet, che sta facendo il giro del mondo se ne è parlato anche alla Tv pubblica britannica e alla Radio australiana, disponibile oltre che in lingua italiana, in inglese, francese, spagnolo, portoghese, greco e russo. Il filmato di 25 minuti è dedicato ad un tema urgente, oggetto da molti anni di dibattito anche in sede europea: ovvero l’immagine delle donne sullo schermo televisivo. Un’immagine stereotipata secondo modelli preconfezionati, di cui la Tv italiana si è fatta veicolo privilegiato. Roberta Gisotti ha intervistato Lorella Zanardo, formatrice e docente di marketing per la Comunità europea, esperta di problematiche femminili, autrice del documentario.
D. – Da dove è partita la sua inchiesta sul corpo delle donne e a quali risultati è giunta?
R. – L’inchiesta è partita dall’aver guardato la televisione, nel senso che io per molto tempo ho vissuto all’estero e poi, per altrettanto tempo, non guardavo la televisione. Quando, per vari motivi, mi è capitato di guardarla avevo gli occhi neutri, vergini, che non si erano ancora assuefatti. E quando ho visto ho sentito l’urgenza di fare qualcosa. Ne ho parlato con due amici uomini, sensibili al problema, e insieme abbiamo deciso di fare velocemente qualcosa e abbiamo pensato quindi di usare l’audiovisivo, perché è il mezzo più veloce per arrivare ai giovani, che era il nostro obiettivo. La scelta della durata è stata affinché fosse non troppo lunga, perché i giovani si stancano e quindi abbiamo messo in rete questi 25 minuti (all’indirizzo www.ilcorpodelledonne.com) e dal 6 maggio 2009 ad oggi il sito è stato visto da un milione di persone.
D. – Che cosa emerge da questa inchiesta? Lei dimostra con il filmato, con le immagini, che le donne vere sono scomparse. Sono scomparsi anche i volti adulti, invecchiati delle donne …
R. – Sì, diciamo che abbiamo visto 400 ore d’intrattenimento televisivo. Per ora ci siamo limitati a questa indagine ed alcune cose ce le aspettavamo, come l’uso dei giovani corpi come oggetti. Meno invece sapevamo dell’uso delle donne come decorazioni, quello che io ho definito ‘grechine’, cioè donne a cui non è concesso parlare ma che vengono usate così come useremmo un vaso di fiori, appunto come decorazione. Non ci aspettavamo l’umiliazione: questa, per me, è stata inaspettata. Abbiamo trovato ed inserito nel documentario diverse immagini di violenza, di umiliazione: il presentatore che dà il microfono sulla testa della ragazza, il presentatore che dice a bruciapelo ad una ragazza del pubblico “le tette le hai lasciate a casa”, una ragazza appesa come un prosciutto in mezzo a dei prosciutti che viene marchiata sul sedere unto di olio. Queste immagini noi non ce le aspettavamo! Da ultimo, quello che emerge fortemente dalla nostra televisione è la scomparsa dei volti dai 38 ai 40 anni in su. Nella nostra televisione – ma questo è anche un problema mondiale, non solo italiano – non ci sono quasi più, sono in estinzione, i volti delle donne mature. Quindi, se io mostro solo donne di età adulta con il volto chirurgicamente modificato sto passando un messaggio molto forte a chi mi guarda da casa e creo anche fragilità in chi ha la stessa età delle donne che vede in televisione ma non vede e non sente di avere lo stesso tipo di aspetto.
D. – La negazione delle donne quali persone da rispettare avviene sotto lo sguardo di tutti e pochi reagiscono …
R. – Sì, pochi reagiscono perché è come se ci fosse sfuggita la situazione di mano. Questo noi lo riscontriamo anche oggi nel nostro blog e molti ci dicono, dopo aver visto il documentario: “io guardo la televisione da anni ma non mi ero mai accorto”. Questo è interessante: 25 anni di questa televisione - e dobbiamo ricordare non solo nelle reti private, ma anche nelle pubbliche - hanno creato un’assuefazione. L’altra ragione, che trovo altrettanto grave, è che chi se ne poteva occupare, chi poteva intervenire per far sì che la televisione non avesse questo strapotere che invece ha avuto negli ultimi 25 anni, non ha più visto la televisione. Questo punto mi sembra importante: nei dibattiti intervengono spesso molte persone di cultura ed anche colte che mi dicono “guardi, il problema non esiste perché basta spegnere la Tv”. Io voglio dire con molta fermezza che spegnere la Tv è un atto elitario, non credo che oggi noi - chi ha un occhio critico - ci possiamo permettere di spegnere la Tv. Dobbiamo invece guardare la Tv ed offrire il nostro sguardo a chi invece la Tv la guarda, perché non ha imparato ad avere alternative alla Tv.
Concerto per i 90 anni del compositore romeno Roman Vlad
◊ Con un coro di voci bianche e un film documentario sono stati festeggiati ieri, nella sede dell’Accademia della Filarmonica Romana, i 90 anni di Roman Vlad, compositore pianista e musicologo. Il concerto in suo onore si è aperto con l’esecuzione della sua ultima composizione. E’ seguita poi la proiezione del film “Roman Vlad e il suono della memoria”, realizzato da Giovanni Sinopoli, figlio del grande direttore d’orchestra Giuseppe Sinopoli. Roman Vlad è nato in Romania nel 1919, è emigrato in Italia nel 1938 ed ha partecipato a congressi e seminari in tutto il mondo. Nella sua musica confluiscono dunque patrimoni e sonorità molto diverse come sottolinea proprio Roman Vlad, intervistato da Amedeo Lomonaco:
(Musica di Roman Vlad)
R. – Inizialmente la mia formazione musicale era centro-europea. Ho avuto un’educazione che mi ha messo a contatto molto presto con la musica dodecafonica della scuola di Vienna, ma c’è stato anche un influsso del folklore romeno. Quando sono venuto in Italia queste componenti folkloristiche sono scomparse. Io scrivo della musica dodecafonica molto libera, non sono un compositore seriale ed uso la massima libertà, seguendo soprattutto il mio sentire, come detta dentro.
D. – Seguendo proprio questa massima libertà, come racconta oggi in musica i suoi 90 anni?
R. – Questa manifestazione che si è svolta ieri prevedeva due parti. La prima comprendeva la mia ultima composizione pubblicata. Si tratta di una cinquantina di canzoni su testi di Toti Scialoja. Il vecchio novantenne celebra dunque i suoi 90 anni con cori infantili. Mi sono divertito tanto con questi cori. Dopo questa composizione, proprio poche settimane fa ho avuto un’ispirazione: ho sognato una Messa a cappella e mi sono subito messo a comporla; sono quasi arrivato alle ultime battute dell’Agnus Dei.
D. – La musica è fantasia ma è anche cronaca degli stati d’animo. Quanto influiscono anche le vicende personali e la quotidianità nell’impalpabile patrimonio della creatività?
R. – Tutto influisce. Tutto è come se fosse nulla nello stesso tempo. Posso comporre una musica tragica, direttamente legata alle esperienze emotive attuali ed anche il suo contrario, come momento di evasione, di consolazione.
D. – Oggi quali sono gli spazi del suono, le nuove frontiere della musica?
R. – La musica si avvale ormai di quasi tutti i mezzi immaginabili, anche di quelli elettronici. I mezzi elettronici, però, non sostituiranno mai, secondo me, la musica dal vivo, la musica cantata e suonata direttamente. Permettono di usufruire di tutte le potenzialità dello spazio sonoro.
Al via l’Assemblea dell'Unione delle Conferenze europee dei Superiori e delle Superiore maggiori
◊ Si apre domani - rIferisce l'agenzia Sir - la 14.ma Assemblea generale dell'Unione delle Conferenze europee dei Superiori e delle Superiore maggiori (Ucesm), organizzata fino al 14 febbraio a Czestochowa, in Polonia. Il tema sarà “Vita religiosa in Europa: storie di speranza, speranza per la storia”. I partecipanti sono i delegati delle 37 Conferenze di vita religiosa, membri dell'Ucesm, di 25 Paesi d'Europa che rappresentano circa 400 mila religiosi e religiose. Il relatore principale, padre José Cristo Rey García Paredes, clarettiano spagnolo, inviterà i partecipanti a riflettere, con un apporto biblico e teologico, sul tema della speranza come missione della vita religiosa nel contesto europeo. Saranno presenti i rappresentanti di varie istituzioni ecclesiali europee e internazionali, tra le quali la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica(Civcsva), il Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee), e la Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece ). (V.V.)
Haiti: nuovi sforzi per superare le difficoltà nella distribuzione degli aiuti internazionali
◊ Continuano gli sforzi ad Haiti per risolvere i problemi nella distribuzione dei generi di conforto, riconosciuti anche dall’ex presidente americano Bill Clinton, giunto nell'isola con l’incarico dell’Onu di coordinare gli aiuti internazionali. Il presidente di Haiti René Préval ha chiamato la popolazione a dare prova di solidarietà, di pazienza e disciplina di fronte alle lentezze della distribuzione di tende e di prodotti alimentari. Inoltre è stato annunciato che l'esercito americano resterà ad Haiti “fino a quando sarà utile”, secondo le parole del colonnello Gregory Kane, responsabile del Contingente Usa nell'isola. “La componente militare, in virtù dell'esperienza, dovrebbe essere presente per 45-50 giorni. Si tratta di una decisione politica che sarà presa dal governo americano”, ha aggiunto il colonnello Kane. Gli Stati Uniti hanno inviato ad Haiti circa 20 mila militari. Anche gli ambasciatori dell'Unione europea ad Haiti hanno manifestato il loro sostegno alla popolazione dell’isola: hanno annunciato che contribuiranno con più di 400 milioni di euro al programma di ricostruzione. I Paesi del G7 hanno dichiarato che annulleranno il debito bilaterale di Haiti. E dall'Irlanda arriva la tesimonianza di Colette Cunningham, una volontaria del Catholic Relief Services (Crs) appena tornata a casa da Haiti: “Non ci sono parole per descrivere la devastazione causata dal terremoto. In tutta la città ne sono evidenti i segni. C'è bisogno di tutto – acqua, cibo, medicine, tende -. Ricchi e poveri hanno perso ogni cosa. La gente canta inni di preghiera a Dio perché li salvi”. La sua testimonianza è stata inviata all’agenzia Fides da suor Janet Fearns, responsabile delle comunicazioni di Inghilterra e Galles delle Pontificie Opere Missionarie. (V.V.)
India: mons. Cheenath chiede un “Libro Bianco” sulle violenze contro i cristiani in Orissa
◊ È necessario un “Libro Bianco” sulla situazione dello Stato indiano dell’Orissa, per affrontare e risolvere “con neutralità e trasparenza” le questioni degli sfollati, della restituzione delle terre, del diritto ad una vita pacifica. È l’appello, affidato all’agenzia Fides, da mons. Raphael Cheenath, arcivescovo di Bhubaneswar, diocesi dove si sono verificate le violenze anticristiane dell’agosto 2008. Il presule ha diffuso l’appello all’indomani della visita di una delegazione di rappresentanti dell’Unione Europea che si sono recati nel distretto di Kandhamal, teatro delle violenze. “Nonostante le promesse degli amministratori, la dignità e i diritti umani dei cristiani vittime delle violenze del 2008 restano molto lontani da un minimo standard di normalità. A quindici mesi dalle violenze, migliaia di profughi vivono ancora per strada, in rifugi di fortuna, senza speranza di riavere una vita dignitosa, sottoposti a continue minacce”, sottolinea l’arcivescovo. Denuncia poi il presule l’inadeguatezza del governo locale a compiere un’indagine neutrale e trasparente e a garantire alla gente cacciata di casa i propri diritti. Nel contempo assicura il forte impegno della Chiesa cattolica nel processo di assistenza e riabilitazione degli sfollati: “Ci avviciniamo alla stagione dei monsoni e le loro condizioni di vita potrebbero ulteriormente peggiorare: sarebbe un disastro umanitario”, afferma. Inizialmente, dopo le violenze del 2008, le famiglie di sfollati erano circa 11 mila, in totale circa 54 mila persone. Di queste, 1.200 famiglie hanno lasciato l’area per trasferirsi in altri Stati dell’India. Oggi circa 6 mila famiglie vivono accampate in baracche nei sobborghi di Bhubaneswar, mentre 300 famiglie continuano a risiedere nei campi profughi predisposti dal governo nel distretto di Kandhamal, ed oltre 4.440 famiglie vivono in tende o rifugi di fortuna in diverse città e villaggi dello Stato. Molti dei profughi hanno cercato di rientrare nelle proprie case, ma hanno ricevuto minacce ed intimidazioni dagli estremisti indù che se ne sono appropriati con la violenza, nell’assoluta indifferenza delle autorità civili locali. I punti fondamentali, da includere nel “Libro Bianco” sull’Orissa sono, secondo il presule: la compensazione dovuta ai profughi per le proprietà distrutte; l’occupazione e il diritto al lavoro; la questione della terra, che resta il primo elemento di sopravvivenza per le famiglie della zona. “Calpestando il diritto alla terra – ha concluso mons. Raphael Cheenath - si nega a queste famiglie il sostentamento di base, nonché l’istruzione e le cure sanitarie”. (V.V.)
Messa a Roma del cardinale Vallini: noi cristiani voce dei bambini cui è negato nascere
◊ “Un popolo che non riesce a salvare e a proteggere la vita nascente è un popolo che ha ancora bisogno di costruire la sua civiltà. E tutto ciò è molto grave”. Così il cardinal vicario della diocesi di Roma, Agostino Vallini, ha espresso il suo dolore per tutte le vite che non sono riuscite a nascere, durante la Messa che si è celebrata questa mattina in Santa Maria in Traspontina, in occasione della 32.ma Giornata per la vita. “Noi cristiani - ha spiegato il porporato durante la celebrazione animata dai Cori delle Facoltà di Medicina e Chirurgia degli Atenei romani - abbiamo una grande responsabilità perché siamo chiamati da Cristo a cooperare con lui. Siamo la voce di quei bambini a cui viene negato il diritto di nascere per questo non possiamo tacere! L’uomo è la sintesi meravigliosa della creazione e la vita deve essere amata, protetta e rispettata sempre.” E il cardinale Vallini ha ricordato anche come molte donne nonostante le molte difficoltà economiche e sociali decidono coraggiosamente di portare avanti la gravidanza, ribadendo il loro 'no' all’aborto. Infine ha ringraziato gli ordinari di ginecologia ed ostetricia delle Università capitoline per aver sottoscritto un documento in cui viene ribadito la loro volontà di difesa della vita. E ieri sera proprio in favore della vita, nella Chiesa centrale dell’Università Cattolica si è svolta una Veglia di preghiera presieduta dal vescovo Jean Laffitte, segretario del Pontificio Consiglio per la famiglia. (A cura di Marina Tomarro)
Camerun: aprirà in ottobre, a Bamenda, una nuova Università cattolica
◊ La Chiesa in Camerun avrà presto una nuova Università cattolica. L’Ateneo sorgerà nel territorio della Provincia ecclesiastica di Bamenda, situata nella parte nord-occidentale del Paese. Dopo la concessione delle relative autorizzazioni delle autorità, lo scorso luglio, il progetto è ora giunto alla fase operativa e il prossimo mese di ottobre dovrebbero iniziare i primi corsi. Per finanziarne la realizzazione la Chiesa locale ha lanciato il 6 febbraio una campagna di raccolta fondi nazionale. La nuova Università – spiega il coordinatore del progetto il prof. Paul Nkwi - sarà una realtà unica nel suo genere che promuoverà la collaborazione tra scienza e fede per stimolare la crescita intellettuale, la fede e l’azione. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del grande impegno delle autorità educative cattoliche locali che gestiscono oggi una settantina di scuole materne con circa 50 mila bambini, 280 scuole primarie con più di 67mila studenti, 35 scuole superiori con circa 15 mila studenti e tre scuole tecniche e professionali a cui sono iscritti 250 studenti. Il campus principale della nuova Università sorgerà a Bamenda ed ospiterà diverse Facoltà e Istituti. Oltre ad attività strettamente accademiche e di ricerca - ha precisato il prof. Nkwi - l’Ateneo si propone di diventare il fulcro di varie iniziative e studi e della promozione dello sviluppo socio-economico, della giustizia e della pace nell’area. Il Camerun - lo ricordiamo - ospita un altro importante polo universitario, l'Università cattolica dell'Africa Centrale, fondato nei primi anni ’90 per volontà delle Conferenze episcopali della regione. (L.Z.)
Intervento all'Unesco di Jean Vanier, il 10 febbraio, sulla fragilità della natura umana
◊ Alla vigilia della Giornata Mondiale del Malato, il fondatore dell'Arca e coofondatore di Fede e Luce, Jean Vanier, pronuncerà il 10 febbraio un intervento nella sede dell'Unesco di Parigi sul tema “Dall'infanzia all'età avanzata, come accogliere la vulnerabilità?”. Durante questa conferenza-incontro, rende noto l’agenzia Zenit, verranno affrontate questioni come la fragilità del bambino e il mito della perfezione della gioventù. Si parlerà anche di come accompagnare le persone care quando invecchiano e soprattutto di come educatori e assistenti possano aiutare meglio gli anziani vulnerabili. Alla domanda “Lei compirà 80 anni. Cosa sperimenta in questa tappa della sua vita?”, Jean Vanier ha risposto sulla pagina web dell'Ufficio cristiano dei portatori di handicap. “La mia speranza e la mia preghiera è che quando arriverà per me il momento della debolezza possa sempre accettare e rallegrarmi di ciò che mi viene dato”, ha confessato. “La vita umana inizia e termina nella fragilità – ha aggiunto –. Durante tutta la nostra vita siamo avidi di sicurezza e dipendenti dalla tenerezza”. “E' la nostra vulnerabilità fondamentale... Si unisce a noi nel nostro presente e nel nostro futuro prossimo o lontano”, ha continuato. Come camminare verso un amore più grande senza diventare preda delle nostre paure? “Amare è essere vulnerabili”. Jean Vanier è il fondatore dell'Arca, una Federazione internazionale che riunisce più di 130 comunità che accolgono persone con handicap mentali, e coofondatore dell'associazione Fede e Luce, che riunisce oltre 1.500 comunità in 78 Paesi. (V.V.)
Filippine: dal 2005 un camion parrocchiale porta cibo e aiuti ai poveri delle bidonville di Manila
◊ Mostrare l’amore di Dio distribuendo cibo ai poveri con un camion dispensa. E’ questo lo scopo dei volontari del Parish Mobile Food and Pantry Programme (Pmfpp), che dal 2005 offrono assistenza agli abitanti delle bidonville di Manila, nelle Filippine. “Il nostro desiderio è quello di far vedere ai poveri l’amore incondizionato di Dio – dichiara all'agenzia AsiaNews Susan Dela Cruz membro del Pmfpp – esso non sarebbe visibile senza i nostri atti di amore verso il prossimo”. L’attività del Pmfpp parte nel 2005 quando la gente di due parrocchie della città di Santa Rita (diocesi di Malolos) inizia a raccogliere di casa in casa con un camion donazioni di cibo e beni di prima necessità da consegnare alle famiglie dei quartieri più poveri. La prima organizzazione ad essere coinvolta è la Caritas, ma il programma coinvolge in breve tempo anche altre associazioni e si diffonde nelle varie parrocchie della diocesi. Oggi sono circa 600 le famiglie delle bidonville che ricevono ogni mese il pacco di aiuti e sono state 5 mila dal 2005. “Questa piccola iniziativa ha portato molti benefici alle famiglie delle aree lontane dalla città”, afferma p. Ian Ventura, parroco di Santa Rita e attuale direttore del progetto. Per il sacerdote il Pmfpp è anche un aiuto per i parrocchiani a rendersi conto delle condizioni di vita dei bisognosi. (V.V)
Iran: al via la produzione di uranio arricchito. Timori nella comunità internazionale
◊ Apprensione in seno alla comunità internazionale dopo l’annuncio del presidente iraniano Ahmadinejad che oggi ha ordinato all’Organizzazione nazionale per l’energia atomica di avviare la produzione di uranio arricchito al 20% nel Paese. Londra ha espresso grande preoccupazione ed il segretario alla Difesa americano, Robert Gates, incontrando a Roma il collega italiano La Russa, ha lanciato un appello all'unità degli alleati. Le sanzioni – ha detto – funzionano solo se lavoriamo assieme. Tuttavia, dopo la Cina, anche la Russia ha nuovamente rifiutato questa possibilità, chiedendo misure che colpiscano solo il programma nucleare e non l’economia della Repubblica Islamica.
Ucraina
Urne aperte in Ucraina per il ballottaggio delle elezioni presidenziali, le prime dopo la rivoluzione arancione del 2004 che portò poi al potere l'attuale capo dello Stato Viktor Iushenko. A sfidarlo è la premier filo-occidentale Iulia Timoshenko. Circa 4 mila gli osservatori stranieri giunti nel Paese per vigilare sulla regolarità del voto. L’Ocse ha escluso il pericolo di brogli. Sentiamo Giuseppe D’Amato:
La grande attesa è per stasera quando i seggi verranno chiusi. Sei saranno gli exit poll di vari istituti. Al primo turno diedero dati risultati non corretti, quasi tutti con margini d’errore troppo ampi. Questo elemento è destinato ad infervorare ulteriormente gli animi già abbondantemente accesi. Gli scambi di accuse tra i due candidati durante la campagna elettorale sono stati durissimi. Il fango versato non ha spesso permesso di discutere dei veri problemi di un Paese, con due anime – una russofona, l’altra mitteleuropea. Il presidente uscente Jushenko ha promesso di garantire votazioni regolari e democratiche. Si teme che il candidato sconfitto porti in piazza, con la scusa dei brogli, i suoi sostenitori, come avvenne nell’autunno 2004. Le previsioni della vigilia danno Viktor Janukovich in testa, ma Julija Timoshenko, grazie alla straordinaria abilità mediatica, sarebbe in recupero. Al primo turno la differenza è stata di ben 10 punti. Schiere di superpagati consiglieri stranieri hanno curato l’immagine dei due candidati. Russia, Stati Uniti ed Unione europea osservano la situazione con preoccupata attenzione. L’Ucraina è un Paese strategico per il transito di gas e petrolio tra Est ed Ovest ed è la “porta” dello spazio ex sovietico. La speranza è che il voto porti in futuro stabilità negli approvvigionamenti. Janukovich spinge per sancire un patto in modo che russi ed europei rinuncino alla costruzione di oleodotti che bypassino l’Ucraina. La Timoshenko è per rivedere tutti i contratti firmati. L’ex repubblica sovietica vive una gravissima crisi economica ed ha evitato il default grazie a prestiti internazionali. Il prossimo presidente sarà costretto a decisioni impopolari.
Terremoto Giappone
Forte scossa di terremoto di magnitudo 6.6 stamani nel tratto di mare tra il Giappone e Taiwan. L’epicentro del sisma è stato registrato dall’agenzia meteorologica giapponese a largo dell’isola di Ishigakijima, estremo sud della prefettura di Okinawa. Le autorità hanno lanciato l’allerta Tsunami.
G7-Canada
L’economia mondiale è in miglioramento ma bisogna continuare con gli stimoli. Sono parole del ministro delle Finanze canadese, Flaherty, che, illustrando le conclusioni del G7 di ieri in Canada, ha chiesto alle banche di “condividere i costi della crisi”. Il presidente dell’Eurogruppo, Juncker, si è detto fiducioso della risoluzione dei problemi in Grecia, mentre il numero uno della Banca centrale europea, Trichet, ha garantito che Francoforte continuerà a monitorare l’attuazione del programma di stabilità da parte del governo di Atene che si è impegnato a portare il debito pubblico sotto il 3% del prodotto interno lordo nel 2012.
Maltempo Usa
Due morti in Virginia per le eccezionali nevicate che in queste ore hanno investito diversi Stati americani. Colpite anche e Baltimora e Washington, dove le basse temperature stanno ghiacciando la neve di ieri creando ulteriori difficoltà al trasporto pubblico. Oltre a numerosi voli cancellati il maltempo ha lasciato senza corrente elettrica circa 350 mila presone a cavallo con il Maryland. Decretato lo stato d’emergenza per tutto il fine settimana in Virginia e Delaware.
Nasa
La Nasa ha rinviato di 24 ore il lancio dello shuttle Endeavour a causa delle nubi che coprono il cielo sopra il Kennedy Space Center, in Florida. La missione, la cui partenza era prevista per stamani – ora italiana -, porterà nello spazio gli ultimi due moduli necessari per il completamento della costruzione della Stazione Spaziale Internazionale (Iss).
Italia Permesso a punti
Ha acceso il dibattito l’annuncio del governo italiano di un imminente decreto sul permesso di soggiorno a punti. Il provvedimento prevede la sottoscrizione da parte degli immigrati di un accordo per l’integrazione con una serie di doveri da adempiere in due anni, tra i quali la conoscenza dell’italiano e della Costituzione e l’iscrizione al servizio sanitario nazionale. Eventuali reati commessi contribuiranno alla decurtazione dei punti. “E’ uno strumento che funziona se dentro una politica di integrazione”, commenta la fondazione Migrantes. Di “percorso a ostacoli” parlano le Acli. Mentre la Cisl accoglie positivamente l’idea “purchè non appesantisca ulteriormente la burocrazia”, spiega il segretario confederale Liliana Ocmin. Paolo Ondarza l’ha intervistata:
R. – Se il governo si sta impegnando per mettere le basi per garantire un processo di integrazione meritocratico, giusto, nel riconoscere anche l’apporto non solo economico, ma anche culturale che portano con sé gli immigrati, noi siamo assolutamente disponibili a confrontarci: perché è ideologismo pensare che tutti gli immigrati siano bravi o che tutti gli immigrati siano cattivi. Penso che ci sia una buona immigrazione e che vada combattuta la cattiva immigrazione. Dobbiamo cercare di conoscere meglio il fenomeno e non farci prendere dalle semplificazioni populistiche che dicono “basta volersi bene, per stare bene insieme”: questo assolutamente no! Il fenomeno va affrontato e non si possono lasciare le cose così come sono, perché così non si può continuare.
D. – Questo provvedimento prevede lo stanziamento anche di più fondi da parte del governo per le politiche di integrazione, da voi più volte auspicato…
R. – Sicuramente. Spesso e volentieri questi immigrati hanno dovuto pagare in prima persona tutte le spese che sono inerenti alla preparazione linguistica e tutto il resto, così come gli studi per il riconoscimento professionale. Se questo decreto prevede che le istituzioni si prendano carico degli oneri e che possano garantire la formazione linguistica nei primi due anni, è certamente un passo in avanti.
D. – Conferiscono punteggio la conoscenza della lingua, la formazione civica, l’iscrizione al servizio sanitario nazionale…
R. – L’iscrizione al servizio sanitario nazionale non lo sottovaluterei: soprattutto pensando al fenomeno dell’infibulazione e alle mutilazioni genitali femminili. L’obbligo dell’iscrizione sanitaria potrebbe consentire di intervenire ancora prima che le donne a rischio vengano infibulate.
D. – Ma perché fare dei test di lingua o di conoscenza della Costituzione ai fini del conseguimento del permesso di soggiorno? Ci sono molti immigrati presenti soltanto temporaneamente sul territorio…Non sarebbe più corretto fare un discorso di questo tipo per chi desidera stabilizzarsi in Italia e, quindi, per chi desidera la cittadinanza italiana?
R. – 17-18 anni fa si parlava della temporaneità della presenza degli immigrati. Io credo che oggi nelle intenzioni dovremmo tenere conto di un fenomeno che dà delle indicazioni di tendenza e di stabilità.
Nato-Afghanistan
Circa 40 mila nuovi soldati in più in Afghanistan quest’anno. Lo ha annunciato il segretario generale della Nato, Rasmussen, a Monaco di Baviera, alla giornata conclusiva della Conferenza internazionale sulla sicurezza internazionale. Rasmussen ha paventato anche l’ipotesi di un maggiore coinvolgimento della Russia nelle operazioni dell’Isaf nel Paese. E mentre le Forze internazionali stanno preparando una massiccia operazione nella provincia meridionale di Helmand per i prossimi giorni, i talebani hanno bocciato nuovamente la proposta di conciliazione avanzata da Kabul. I ribelli non hanno rifiutato la possibilità di negoziare, ma hanno ribadito l’intenzione di creare un “Emirato Islamico”.
Iraq
In Iraq un gruppo radicale sciita ha rivendicato il rapimento di due cittadini americani legati alla vicenda della società di sicurezza privata Usa, Blackwater, i cui membri sono stati accusati di aver aperto il fuoco contro la folla, nel 2007, uccidendo 17 persone. Uno è stato sequestrato due anni fa a Baghdad. L’altro, prelevato in questi giorni sempre nella capitale, è apparso in un video diffuso ieri in cui condanna l’impiego dei contractor americani al fianco delle truppe internazionali e chiede la liberazione di alcuni membri del gruppo detenuti degli americani.
Israele
L’organizzazione per i diritti umani statunitense Human Rights Watch ha accusato Israele di non aver condotto un’inchiesta “seria e approfondita” sui presunti crimini di guerra commessi durante l’operazione ‘Piombo Fuso’ dell’anno scorso a Gaza. In un comunicato l’Ong afferma che è necessario condurre un’indagine indipendente per capire perchè “tanti civili sono stati uccisi e per perseguire i responsabili di questi attacchi illegali”.
Libano
Recuperata al largo delle coste Libanesi una delle due scatole nere dell’aereo dell’Ethiopian Airlines precipitato in mare lo scorso 25 gennaio, con 90 persone a bordo, subito dopo il decollo da Beirut. A darne notizia un comunicato dell’esercito libanese, dopo le ricerche delle unità subacquee scattate ieri in seguito all’avvistamento di alcune parti del velivolo.
Italia Morte Ballerini
Il mondo dello sport italiano in lutto per la morte del commissario tecnico della nazionale di ciclismo, Franco Ballerini, deceduto stamattina in un incidente automobilistico durante il rally di Larciano, in provincia di Pistoia. Ballerini, 45 anni, alla guida del team azzurro dal 2001, stava partecipando alla gara in qualità di ‘navigatore, quando la sua auto è finita contro un muro.
New Orleans
Eletto il primo sindaco bianco dopo 32 anni a New Orleans, in Louisiana. Si tratta di Mitch Landrieu, democratico, che prende il posto di Ray Nagin in carica durante la tragedia del ciclone Katrina il quale poco alla volta ha perso la fiducia degli elettori proprio per la lentezza della ricostruzione. In città si respira aria di festa. Numerose le parate musicali e le orchestre che suonano jazz, in vista del martedì Grasso del prossimo 16 febbraio.
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 38
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