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Sommario del 19/04/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Il grazie del Papa ai cardinali durante il pranzo per il quinto anniversario dell’elezione. Il saluto del cardinale Sodano
  • La Chiesa si stringe attorno a Benedetto XVI per festeggiare i 5 anni di Pontificato
  • L'incontro con i giovani. Il Papa: non abbiate paura di andare controcorrente
  • Il congedo da Malta: siate fieri della vostra vocazione cristiana, solidali con gli immigrati
  • Il viaggio del Papa a Malta: il commento di padre Lombardi
  • Il Papa all’Università Cattolica: sono le minoranze creative che determinano il futuro
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Conforto e speranza nel messaggio del cardinale Sodano per i funerali del presidente Kaczynski e della moglie
  • Elezioni a Cipro Nord: vittoria del nazionalista Eroglu
  • Donne cattoliche: no alla deriva individualista dei diritti umani
  • Convegno del Movimento parrocchiale legato alla spiritualità dei Focolari
  • Chiesa e Società

  • Violenze anticristiane in India: morto un giovane in Madhya Pradesh
  • In alto mare in India la legge per abolire le discriminazioni contro i dalit cristiani e musulmani
  • Israele: Giornata dei caduti della guerra e del terrorismo
  • Ostensione della Sindone: ottimo il bilancio della prima settimana
  • Oggi a San Giovanni Rotondo la traslazione del corpo di San Pio da Pietrelcina
  • Povertà, crisi, libertà religiosa e disarmo nucleare al centro dei lavori della Comece
  • A Malaga il Congresso sulle migrazioni delle Conferenze episcopali europee
  • Spagna: si è aperta oggi a Madrid l’Assemblea plenaria dei vescovi
  • La visita del Papa in Gran Bretagna a settembre al centro della plenaria dei vescovi inglesi
  • Brasile: crescono i conflitti per il possesso della terra
  • Cardinale Van Thuân: al Pime di Milano ne parlerà la sorella Elisabeth
  • India: convertito al cristianesimo l'assassino di suor Rani Maria
  • Alfabetizzazione e solidarietà: l’Opam adotta un seminario nel Congo
  • A Rimini la 33.ma Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo
  • Il Centro San Lorenzo di Roma celebra l'anniversario della Croce della Gmg
  • 24 Ore nel Mondo

  • Europa: la nube vulcanica blocca ancora i voli
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il grazie del Papa ai cardinali durante il pranzo per il quinto anniversario dell’elezione. Il saluto del cardinale Sodano

    ◊   Un’occasione per ringraziare Benedetto XVI, con affetto fraterno, nel quinto anniversario del suo Pontificato: con tale spirito, si è tenuto nella Sala Ducale del Palazzo apostolico un pranzo offerto al Papa dal cardinale decano del Collegio cardinalizio, Angelo Sodano. Il Papa ha ringraziato il Collegio cardinalizio per la sua vicinanza e il sostegno che egli sente nell'esercizio del suo Ministero. Al momento conviviale hanno partecipato i 60 cardinali residenti nell’Urbe e spiritualmente anche i 121 porporati sparsi nel resto del mondo. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    Nel suo indirizzo d’omaggio, il cardinale Sodano ha innanzitutto ringraziato Benedetto XVI per il suo servizio alla Chiesa e al mondo. Ed è tornato con la memoria al 19 aprile di 5 anni fa:

     
    “Animato da un grande amore a Cristo ed alla sua Chiesa, Ella manifestò il suo “Sì” al Buon Pastore ed iniziò così con grande generosità la Sua missione. Oggi noi desideriamo ringraziarLa per tutto ciò che ha fatto in questo quinquennio, al servizio della Chiesa e del mondo intero”.
     
    Il Collegio cardinalizio, ha affermato il cardinale Sodano, “è una grande famiglia, sempre unita al Successore di Pietro ed impegnata a vivere in un vicendevole spirito di comunione fraterna”. Certo, ha osservato il porporato, non si possono dimenticare “le sfide che il mondo moderno pone ad ogni discepolo di Cristo”. Ma, ha osservato, “ci sostiene la luce della speranza cristiana, con la certezza che la grazia del Signore continua ad operare in mezzo a noi”. Quella speranza nella Provvidenza, ha poi ricordato, che ha sempre guidato il cardinale Tomáš Špidlík, scomparso venerdì scorso. Il cardinale Sodano ha infine rinnovato la gratitudine al Papa per il suo messaggio di speranza, ed ha concluso il suo discorso con il beneaugurante “Ad multos Annos”.

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    La Chiesa si stringe attorno a Benedetto XVI per festeggiare i 5 anni di Pontificato

    ◊   Tra le tante iniziative per celebrare questo anniversario, anche una Giornata di preghiera per il Papa promossa dalla Conferenza episcopale italiana. La presidenza della Cei ha invitato tutti i cattolici a stringersi oggi intorno a Benedetto XVI, “centro di unità e segno visibile di comunione”. Su questi primi 5 anni di Pontificato di Benedetto XVI, contraddistinti dalla testimonianza mite e ferma della “Carità nella Verità”, Fabio Colagrande ha intervistato l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Mons. Ravasi muove la sua riflessione dalla definizione di “Papa-teologo” che viene usualmente attribuita a Benedetto XVI:

    R. – Di solito, è una cosa che notiamo tutti, è questa definizione di “Papa-teologo” che alla fine diventa, però, una sorta di etichetta che viene imposta per dire che non è quindi un Papa che può conoscere la complessità delle situazioni pastorali, ma le vede nell’interno di un disegno solo generale. Questo termine, riprendiamolo in mano nel senso vero del termine e scaviamo perciò nelle sue dichiarazioni, per scoprire quanto il rigore del pensiero comporti, in verità, una vera nuova interpretazione, anche, del reale, della storia, delle situazioni ecclesiali. Il Papa ci ha ricordato che è necessario sempre ritornare alle fondazioni. E su questo, credo che sia un grande appello-invito che viene rivolto ai pastori e viene rivolto ai credenti; appello che si riconnette ad un lontanissimo, remoto appello che abbiamo nel Nuovo Testamento stesso quando Pietro scriveva, nella sua Prima Lettera, che i cristiani devono essere capaci di rendere ragione della speranza che è in loro. E questo lo facciano con dolcezza, con attenzione, anche contro le provocazioni che ricevono; ma rendere ragione della speranza vuol dire riconoscere la funzione pastorale, sociale, culturale della fede.

     
    D. – Questo è proprio quello che fa Benedetto XVI come Successore di Pietro…

     
    R. – E’ quello che io vorrei che venisse ancora riscoperto, proprio ritornando qualche volta di più, meditando, approfondendo proprio la “Spe salvi”, la “Deus caritas est” e la “Caritas in veritate”, perché lì si vede, nell’interno di tutti questi testi, che da un lato c’è una riflessione teologica – indubbiamente. Questa riflessione teologica ha dimensioni molteplici: pensiamo, per esempio, che la “Spe salvi” ha la dimensione escatologica che è una dimensione fondamentale della teologia stessa, andare oltre la frontiera del tempo e dello spazio, della storia e del cosmo. Ma dall’altra parte, soprattutto nella terza Enciclica, “Caritas in veritate”, scoprire come alla fine la riflessione teologica sia la lampada che illumina i passi nel cammino concreto della pastorale. Abbiamo bisogno perciò di rifondare in maniera seria, autentica, ricca l’impegno quotidiano che il credente ha nel mondo e nella storia.

     
    Sui 5 anni di Pontificato di Benedetto XVI, Sergio Centofanti ha chiesto un commento a Sergio Marelli, segretario generale della Focsiv, organismo che riunisce numerose associazioni del volontariato cristiano:

    R. – Sono sicuramente cinque anni ricchi, caratterizzati da Encicliche che per noi che lavoriamo nel sociale, in particolare nel sociale con un’attenzione ai fenomeni della mondializzazione, sono insegnamenti molti importanti. Quindi, forse quando si dice che questo Papa è un Papa teologo, accademico, si dimentica che è un Papa molto attento ad arricchire, nella continuità il Magistero della Chiesa, la Dottrina sociale cattolica. E il messaggio fondamentale che viene da Benedetto XVI credo sia proprio il farsi carico di chi è più sfortunato, di chi è nella miseria, nella povertà, e questo farsi carico degli altri, che è il fondamento del nostro agire da cristiani, è la carità.

    Ascoltiamo infine il prof. Francesco D’Agostino, presidente dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani, al microfono di Sergio Centofanti:

    R. – La grandezza del Pontificato di Benedetto XVI non dipende tanto dal fatto che lui abbia utilizzato il Seggio di Pietro per diffondere la “propria” teologia, ma perché lui ci ha insegnato a fare teologia e a riflettere sul cristianesimo facendo convergere la nostra attenzione sul principio del Verbo, il folgorante inizio del Vangelo di San Giovanni: “In principio era il Verbo” o, per usare l’espressione greca, “In principio era il Logos”. Il Papa, da quando è salito al Pontificato, ha insistito su questo tema come il messaggio centrale del suo insegnamento pastorale. Dio non si rivela a noi come assoluto mistero, come volontà imperscrutabile, esoterica, degna di essere adorata ma incomprensibile: non è così. Attraverso Gesù Cristo – questo ci ha insegnato il Papa – Dio si è rivelato come uomo accanto agli uomini, e tutto quello che concerne il mistero di Dio attraverso Gesù Cristo, anche se non può essere ridotto a formule razionali calibrate sull’intelligenza umana, non fa violenza a questa stessa intelligenza umana ma le apre un nuovo orizzonte. Sicuramente, l’infinità dell’amore di Dio è un mistero, ma altrettanto sicuramente attraverso Gesù Cristo la ragione umana riesce a comprendere che può esserci su questa terra, nell’esperienza storica, nell’Incarnazione di Gesù di Nazareth un amore che diventa carne, cioè che assume la nostra veste umana. Io credo che questo insegnamento sia formidabile perché è costitutivo della fede cristiana, ma nello stesso tempo lancia un messaggio a tutti gli uomini che è l’unico messaggio che possa garantire quella fraternità di tutti i popoli che dall’epoca della Rivoluzione francese, è diventato uno dei principi costitutivi del genere umano, insieme alla libertà ed insieme all’eguaglianza. Non possiamo separare la fraternità dalla libertà e dall’eguaglianza, ma se vogliamo dare un fondamento autentico alla fraternità, abbiamo una sola strada da percorrere: i fratelli sono quelli che si amano come tali perché si riconoscono figli di un Padre comune. Credo che il Papa continui, giorno per giorno, a mandarci questo insegnamento che non è il suo insegnamento privato di teologo ma il grande insegnamento pastorale e, oserei dire, che è la ragione fondamentale per cui esiste il Papato.

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    L'incontro con i giovani. Il Papa: non abbiate paura di andare controcorrente

    ◊   Si è conclusa con il caloroso abbraccio dei giovani la visita apostolica del Papa a Malta. L’evento si è svolto nel Porto Grande della Valletta. Benedetto XVI ha lanciato il suo messaggio ai giovani: non abbiate paura di testimoniare la fede, andate controcorrente. Il servizio del nostro inviato a Malta, Alessandro De Carolis:

     
    I valori del Vangelo stanno diventando una “contro-cultura” come ai tempi di San Paolo. Ma voi, giovani, non fatevi condizionare: testimoniare Cristo oggi richiede coraggio e sensibilità verso chi, poveri o immigrati, sono in cerca di aiuto e asilo. Pellegrino sulla scia di San Paolo, come si era definito all’inizio del viaggio, Benedetto XVI arriva tra i giovani maltesi in una moderna rivisitazione dell’approdo paolino di quasi duemila anni fa su questi lidi. Scelta simbolica del Papa, e non priva di emozione per come si è svolta, quella di presentarsi dal mare, a bordo di un catamarano col nome di “San Paolo”, che a metà pomeriggio, sotto un cielo coperto, taglia il braccio d’acqua tra il porto di Kalkara e quello di La Valletta: tre lente miglia attorniato sulla motonave da un gruppo di ragazzi e, all’esterno, da uno scenografico corteo di imbarcazioni, sullo sfondo delle fortificazioni da cui partono a ritmo otto salve di cannone.

     
    (canzoni - effetti)

     
    Lungo la banchina le acclamazioni sono assordanti: migliaia di giovani e un grande palco, una sorta di parallelepipedo orizzontale cavo, con a fianco una grande croce di legno. Dopo il saluto al Papa del vescovo di Gozo, Mario Grech, si accende lo spettacolo: canzoni, percussioni e violini, ma anche parole e silenzi rotti da applausi quando davanti a Benedetto XVI e sui maxischermi compaiono uno dopo l’altro i visi di un seminarista, di un giovane impegnato, di un ex detenuto e di una coppia di fidanzati e con loro il racconto di cosa significhi essere cristiani nella Malta del 21.mo secolo. Il Papa ascolta e poi risponde a loro e a tutti con un forte: “Non abbiate paura!”:

     
    “Today’s culture, like every culture, promotes ideas and values…”
    “La cultura odierna, come ogni cultura, promuove idee e valori che sono talvolta in contrasto con quelle vissute e predicate da nostro Signore Gesù Cristo. Spesso sono presentate con un grande potere persuasivo, rinforzato dai media e dalla pressione sociale da gruppi ostili alla fede cristiana. E’ facile, quando si è giovani e impressionabili, essere influenzati dai coetanei ad accettare idee e valori che sappiamo non sono ciò che il Signore davvero vuole da noi”.
     
    Dopo aver ricordato ai giovani l’esperienza del giovane Saulo, che da nemico di Cristo ne diventa “ardente” annunciatore, il Papa ha definito inimmaginabile la “profondità” e “l’intensità” che Dio nutre per ogni persona. Paolo, ha ricordato, ne rimase letteralmente travolto prima di Damasco, e così i primi maltesi che da Paolo appresero del Vangelo. Oggi, ha affermato Benedetto XVI, “dovreste essere orgogliosi” del fatto di vivere in un Paese segnato “dalla fede e dai valori cristiani”, che difende “il bambino non ancora nato” e la vita della famiglia, che dice “no all'aborto e al divorzio”:

     
    “I urge you to maintain this courageous fitness to the sanctity of life…”.
    “Vi esorto a mantenere questa coraggiosa testimonianza alla santità della vita e alla centralità del matrimonio e della vita famigliare per una società sana. A Malta e a Gozo le famiglie sanno come valorizzare e prendersi cura dei loro membri anziani ed infermi, ed accolgono i bambini come doni di Dio. Altre nazioni possono imparare dal vostro esempio cristiano. Nel contesto della società europea, i valori evangelici ancora una volta stanno diventando una contro-cultura, proprio come lo erano al tempo di San Paolo”.
     
    Siate aperti alla chiamata di Dio, anche al sacerdozio e alla vita consacrata, ha proseguito Benedetto XVI. Siate soprattutto capaci di essere solidali. E l’elenco del Papa non lascia fuori nessuna miseria antica o moderna. Chiede “di soccorrere il povero, il debole, l’emarginato”, ma anche “chi patisce la depressione o l'ansia”:

     
    “We should care for the disabled, and do all we can to promote their… “.
    “Dobbiamo aver cura del disabile e fare tutto quello che possiamo per promuovere la loro dignità e qualità di vita; dovremmo prestare attenzione ai bisogni degli immigrati e di coloro che cercano asilo nelle nostre terre; dovremmo tendere la mano con amicizia ai credenti e non. Questa è la nobile vocazione di amore e di servizio che tutti noi abbiamo ricevuto. Lasciate che ciò vi spinga a dedicare le vostre vite a seguire Cristo”.

     
    L’ultima frase del Papa è una ripetizione, ma sono parole pronunciate in lingua maltese, che arrivano dirette al cuore dei giovani:

     
    “La tibżgħux tkunu ħbieb intimi ta’ Kristu
    Non abbiate paura di essere amici intimi di Cristo!”.
     
    (musica)

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    Il congedo da Malta: siate fieri della vostra vocazione cristiana, solidali con gli immigrati

    ◊   Unità, solidarietà e rispetto reciproco: sono queste le caratteristiche alla base della vita sociale e politica del popolo maltese, che il Papa ha voluto rimarcare nel suo discorso di congedo, ieri sera all’aeroporto di Luka, alla presenza del capo di Stato George Abela. Il servizio di Roberta Gisotti.

    “Non lasciate mai che la vostra vera identità venga compromessa dall’indifferentismo o dal relativismo”: l’appello di Benedetto XVI, prima di lasciare Malta e dopo avere ancora una volta incoraggiato il popolo maltese a coltivare la profonda coscienza della propria identità cristiana, accogliendo le responsabilità che ne conseguono:

     
    “Be proud of your Christian vocation. Cherish your religious and cultural heritage..."
    “Siate fieri della vostra vocazione cristiana – ha invitato il Papa - e conservate con cura la vostra eredità religiosa e culturale. Guardate al futuro con speranza, con profondo rispetto per la creazione di Dio, ossequio per la vita umana, alta stima per il matrimonio e l’integrità della famiglia.”

     
    Non ha dimenticato Benedetto XVI di raccomandare la sorte dei migranti “che arrivano ai lidi di Malta, “per fuggire da situazioni di violenza e di persecuzione”, o “alla ricerca di migliori condizioni di vita”.

     
    Pure nelle difficoltà di accogliere un gran numero di persone, “che non possono essere risolte da alcun Paese di primo approdo, da solo”, il Papa si è detto “fiducioso” che “Malta cercherà, con il sostegno di altri Stati e delle Organizzazioni internazionali, di venire in soccorso dei migranti, assicurandosi “che i loro diritti siano rispettati”.

     
    “Questi nobili scopi – ha aggiunto - dipendono da un’instancabile dedizione al compito pieno di sfide del dialogo e della cooperazione all’interno della comunità internazionale ed europea, luoghi privilegiati presso i quali Malta rende testimonianza dei valori cristiani che hanno aiutato a forgiarne l’identità”.

     
    “Unity, solidarity and mutual respect stand at the basis of your social…”
    “Unità, solidarietà e rispetto reciproco” sono infatti i principi alla base della vita sociale e politica di Malta, “la bussola - ha concluso il Papa accomiatandosi dai maltesi - che vi guiderà alla ricerca di un autentico ed integrale sviluppo umano”.

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    Il viaggio del Papa a Malta: il commento di padre Lombardi

    ◊   Per un bilancio del viaggio del Papa a Malta, Sergio Centofanti ha sentito il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi:

     
    R. – Certamente è un bilancio estremamente positivo, direi anche superiore all’attesa per gli stessi organizzatori maltesi. E questo perché il calore della rispondenza, la quantità spontanea di persone per le strade, tutte molto gioiose e molto ordinate, corrette nella manifestazione del loro entusiasmo, è qualcosa che ha colpito molto profondamente. Io credo che si possa dire tranquillamente che circa 200 mila persone, nei due giorni, hanno potuto vedere il Papa. Quindi, una partecipazione corale. L’atmosfera era estremamente positiva, estremamente serena. Direi che sono un po’ le radici cristiane di questo popolo, la sua grande tradizione anche cattolica che si è spontaneamente manifestata. Anche se ci potevano essere state - prima della visita - alcune discussioni, non sembrava così chiaro anche sulla stampa quale sarebbe stata l’accoglienza. Di fatto l’accoglienza si è manifestata corale, totale, assolutamente positiva e disponibile a ricevere il messaggio del Papa.

     
    D. – E qual è stato il messaggio del Papa?

     
    R. – Il Papa ha invitato a riconoscere la grandezza del dono ricevuto attraverso San Paolo e a continuare a farlo fruttificare e a mantenerlo vivo. Quindi, la fedeltà gioiosa ai valori cristiani per il bene della società maltese e anche del contributo che Malta può dare alla comunità europea e alla società del mondo di oggi nel testimoniare i valori della famiglia, della vita, dell’impegno sociale secondo i principi di solidarietà e di carità che la Chiesa ci propone. Malta - collocata al centro del Mediterraneo, crocevia di incontro fra culture e fra popoli - ha una sua missione di incontro, di dialogo, di fecondazione di elementi che vengono da diverse culture e tradizioni ed anche una grande tradizione di accoglienza. Quindi il tema dell’immigrazione e dell’accoglienza degli immigrati che attraversano il Mediterraneo e del dialogo con i popoli che sono sulle coste di questo grande mare, vissuto con una prospettiva positiva di futuro e con una fedeltà al passato.

     
    D. – Il Papa ha incontrato alcune vittime di abusi. Come si è svolto questo incontro?

     
    R. – L’incontro è stato molto semplice e direi che è un messaggio nel modo stesso in cui avviene: un incontro discreto, lontano – diciamo così – dal clamore dei media e dalla pubblicità; impostato a cominciare da un momento di preghiera e poi continuando con un ascolto profondo da parte del Papa delle parole che queste persone desiderano dirgli, tutto quello che possono avere nel cuore e che vogliono dire al Papa come pastore e come padre. Le risposte – diciamo – sono molto semplici, molto spontanee di partecipazione, di dolore, di preghiera, di incoraggiamento, di speranza, che il Papa può dire a ciascuno di loro. Importante è che fosse un incontro in cui ognuno dei presenti avesse la sua possibilità di esprimersi e la parola del Papa per lui, perché si tratta di incontrare e – diciamo - di curare delle ferite personali profonde e, quindi, la via non è tanto quella dei messaggi gridati, ma è proprio quella dell’ascolto e del dialogo in profondità. Il Papa ha potuto farlo ed ha concluso di nuovo con una preghiera comune e con una benedizione questo incontro. Mi pare di capire che le testimonianze date dagli stessi partecipanti, che hanno voluto liberamente parlarne, sono state estremamente positive. Io, che ero presente, vedevo un clima molto, molto commosso, molto profondo, ma anche molto sereno e pieno di speranza, di risanamento e di riconciliazione.

     
    D. – Oggi è il quinto anniversario dell’elezione di Benedetto XVI: una sua riflessione…

     
    R. – Io torno sempre, evidentemente, al momento iniziale di questo Pontificato, quando bisogna farne un poco un bilancio, dare uno sguardo riassuntivo. Il momento iniziale non tanto l’affaccio alla Loggia, quanto poi il discorso tenuto da Benedetto XVI nella Cappella Sistina, la mattina dopo l’elezione, e che era chiaramente un discorso – possiamo dire – programmatico, in cui venivano messi in rilievo dei punti, delle priorità che egli riteneva fossero quelle del servizio che il Signore gli stava affidando: la priorità del rapporto tra l’uomo e Dio, la dimensione trascendente e spirituale dell’uomo e un Dio che ci viene, però, rivelato da Gesù Cristo e, quindi, è nel volto di Cristo che noi conosciamo questo Dio; la priorità del dialogo e, quindi con tutti i credenti in Cristo, perché questa testimonianza sia viva, sia coerente, sia credibile nel mondo di oggi, l’ecumenismo; ed anche la disponibilità al dialogo con tutte le persone che cercano sinceramente il volto di Dio nel nostro tempo e quindi i seguaci di altre religioni e il dialogo interreligioso; ma anche con tutte quelle persone che cercano, pur non conoscendo Dio o pensando di non conoscerlo. Quindi, un messaggio capace di incontrare le attese più profonde che ci sono nella cultura e nel mondo di oggi e che spesso sono molto preoccupanti per l’umanità di oggi. Ricordo, per esempio, l’ultima Enciclica come una risposta, un documento molto espressivo di questa capacità di attenzione e di impegno di risposta profonda alle domande di oggi, che riguardano certamente il rapporto dell’uomo con Dio anzitutto e con Cristo, ma anche le grandi problematiche di carattere economico, di carattere ambientale, di carattere sociale o antropologico, che si pongono all’umanità di oggi. Tutte le persone oneste capiscono che c’è preoccupazione sui punti di riferimento e sugli orientamenti da prendere nel cammino dell’umanità verso il futuro. Il Papa dà veramente un contributo serio, un contributo che non cerca facili successi, è coerente, è profondo, è ancorato nelle radici della nostra fede, anche in una riflessione teologica e filosofica profonda. Veramente, quindi, è un contributo sostanziale. Le persone attente, oneste, che veramente sono alla ricerca, trovano in lui un interlocutore ed una guida importante.

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    Il Papa all’Università Cattolica: sono le minoranze creative che determinano il futuro

    ◊   L’università sia “un ambiente spirituale e culturale” impegnato a investigare e sviluppare i doni del mondo creato: è quanto si legge in un messaggio del Papa a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, per l’86.ma Giornata nazionale per l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nel testo indirizzato al cardinale Dionigi Tettamanzi, presidente dell’Istituto Toniolo di Studi Superiori, si sottolinea il significativo ruolo dell’Università Cattolica nella formazione rivolta alle nuove generazioni e viene ribadito il ruolo dei cattolici come “minoranza creativa”: “sono le minoranze creative che determinano il futuro – afferma il Pontefice - e in questo senso la Chiesa cattolica deve comprendersi come minoranza creativa che ha un’eredità di valori che non sono cose del passato, ma sono una realtà molto viva ed attuale. La Chiesa deve attualizzare, essere presente nel dibattito pubblico, nella nostra lotta per un concetto vero di libertà e di pace”. Benedetto XVI sottolinea la necessità di un’educazione “posta a servizio della persona nella costruzione di una qualificata competenza scientifica”. Il vero progresso, si legge ancora nel messaggio, richiede una “disponibilità al confronto e al dialogo che apre l’intelligenza e che testimonia la ricca fecondità del patrimonio della fede”. Richiede dunque “carità nella verità” per far sì che “l’identità cristiana” penetri “nel vissuto quotidiano”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina un editoriale del direttore dal titolo “La festa di Malta”.

    Nell’informazione internazionale, l’omelia del cardinale Angelo Sodano, Rappresentante del Papa alle esequie del presidente della Repubblica di Polonia e delle altre vittime dell’incidente aereo di Smolensk, svoltesi domenica 18 aprile.

    La restaurazione dell’intelligenza: in cultura, Alain Besançon sui cinque anni di Pontificato di Benedetto XVI.

    Menzogne shakespeariane: Enrico Reggiani sul caso di un presunto ritrovamento del “Cardenio”.

    Nell’informazione religiosa, il messaggio del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, per la Giornata dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

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    Oggi in Primo Piano



    Conforto e speranza nel messaggio del cardinale Sodano per i funerali del presidente Kaczynski e della moglie

    ◊   Si sono svolte ieri a Cracovia, nella Cattedrale di Nostra Signora, le esequie del presidente polacco Lech Kaczynski e della moglie, morti sabato 10 aprile nella tragedia aerea di Smolensk. La messa funebre è stata officiata dall'arcivescovo della città, cardinale Stanislaw Dziwisz, dopo che rappresentante del Papa, cardinale Angelo Sodano, non ha potuto raggiungere la Polonia a causa della chiusura degli aeroporti per la nube del vulcano islandese. L’omelia che aveva preparato per la celebrazione è stata letta dal nunzio apostolicoin Polonia, mons. Józef Kowalczyk. Il servizio di Roberta Barbi.

    Un saluto affettuoso alla comunità polacca, da oltre un millennio unita saldamente alla Chiesa di Roma, alla quale ha fatto anche un immenso dono: il grande Pontefice che fu Giovanni Paolo II. Così il cardinale Angelo Sodano si è rivolto alle oltre centomila persone intervenute a Cracovia alle esequie della coppia presidenziale, che è stata poi tumulata nel Castello reale di Wawel. La chiusura degli spazi aerei a causa della nube proveniente dall’Islanda ha bloccato in Italia il decano del Collegio cardinalizio, ma non gli ha impedito di esprimere al popolo della Polonia la vicinanza e la solidarietà di Benedetto XVI in un messaggio che è stato letto dal nunzio apostolico. “Il tempo pasquale è tempo di speranza – scrive il porporato – la Risurrezione di Cristo è garanzia di vittoria anche per gli uomini di oggi. La luce della Risurrezione illumini anche oggi il mistero del dolore degli uomini e dei popoli”. Insieme alla coppia presidenziale, il porporato ha ricordato anche gli altri 94 morti nell’incidente di Smolensk e le vittime di Katyń, che il presidente stava andando a onorare. “È un’ora triste della storia della nazione – scrive ancora il cardinale Angelo Sodano – l’esperienza ci dice però che sempre questo popolo generoso ha saputo ritrovare il cammino di una migliore convivenza sociale e di una grande unità nazionale”. L’augurio del Papa è dunque di “continuare unito nel suo cammino di concordia e di attiva collaborazione con gli altri popoli per assicurare al mondo un’era di vera civiltà”.

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    Elezioni a Cipro Nord: vittoria del nazionalista Eroglu

    ◊   Le elezioni presidenziali, svoltesi ieri a Cipro Nord, hanno visto la vittoria con il 50,3% dei consensi del leader del partito di destra, “Unità nazionale”, Dervish Eroglu, già più volte premier. Sconfitta, dunque, di misura per il capo di Stato uscente. Mehmet Ali Talat. Un risultato elettorale che potrebbe influire negativamente sui negoziati per la riunificazione dell’isola, in corso da 18 mesi. Su questi aspetti Giancarlo La Vella ha intervistato Paolo Quercia, esperto di politica internazionale:

    R. – Sicuramente queste elezioni rendono più difficili i negoziati che, nella cornice delle Nazioni Unite, le due parti - la greco-cipriota e la turco-cipriota - stanno compiendo. Anche se, naturalmente, Dervish Eroglu si è affrettato a sostenere che, pur mantenendo una posizione di stretto collegamento con la Turchia, vuole continuare a lavorare sul tavolo della riunificazione. E’ chiaro, però, il messaggio politico che l’elettorato di Cipro del Nord ha dato: di una delusione per una mancata riunificazione in questi anni di trattative, e di un rafforzamento invece dell’elemento nazionalista che guarda più ad Ankara.

     
    D. – Andranno rivisti necessariamente anche i rapporti con la comunità internazionale, in primis l’Unione Europea?

     
    R. – Sicuramente, perché in qualche modo l’Unione Europea continua ad avere un’aspettativa per la riunificazione dell’isola, anche perché la parte greca è già Unione Europea e la parte nord, ovviamente, è intrappolata, di fatto, è uno Stato non riconosciuto. Questa divisione dell’isola, però, si va ad incrociare con la candidatura turca all’Unione Europea, che è invece anche il vero, forse, obiettivo di questi negoziati. Quindi, l’Unione Europea a Bruxelles ha un estremo interesse a chiudere la partita cipriota, per proseguire con la partita più ampia dell’ingresso di Ankara nell’Unione Europea.

     
    D. – Per Cipro, vede più probabile un futuro da Stato federale o un futuro, invece, da Stato unico?

     
    R. – Il problema delle due comunità non è soltanto sulla formula costituzionale con cui unirsi, quanto piuttosto sul prezzo politico che le due comunità devono pagare. Quindi, sicuramente entrambe le formule sono percorribili. C’è il rischio che a volte, però, la componente antiunificatrice prevalga nella parte turca e successivamente possa magari prevalere nella parte greca - come è accaduto in passato - quando i colloqui per la riunificazione furono bocciati e da una parte e dall’altra. Quindi, la difficoltà è di avere nello stesso tempo, contemporaneamente, il momento giusto per la riunificazione. La formula tecnica, amministrativa, costituzionale con cui può avvenire, rappresenta invece una costruzione che le Nazioni Unite e l’Unione Europea hanno già pronta e che possono in qualsiasi momento riuscire a riempire di questa volontà politica.

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    Donne cattoliche: no alla deriva individualista dei diritti umani

    ◊   Si è concluso sabato scorso nella cittadina ungherese di Vác, nei pressi di Budapest, il seminario di studio organizzato dalla sezione europea dell’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche sui diritti umani in Europa. Cinque sessioni di lavoro e un messaggio conclusivo nel quale vengono sollecitate le istituzioni a consentire un più facile accesso alle donne nel processo decisionale per una democrazia compiuta. Davide Dionisi ha chiesto a Maria Giovanna Ruggieri, vice presidente dell’Umofc/Wucwo per l’Europa, di spiegare i punti centrali delle conclusioni del forum di Vac.

    R. – Il punto principale è l’impegno per la formazione e, nel caso specifico, della formazione riguardo alla Dottrina sociale della Chiesa. Noi, infatti, abbiamo trattato il tema dei diritti umani alla luce della Dottrina sociale della Chiesa e ci siamo accorte che è fondamentale conoscere i principi che sono alla base di questa Dottrina, perché spesso si parla di diritti umani ma in maniera un po’ individualista, invece dobbiamo sempre coniugare i diritti umani con il bene comune. Abbiamo anche ben focalizzato i quattro fondamenti dei diritti umani che sono quelli indicati già da Giovanni XXIII nella “Pacem in terris”, cioè verità, libertà, giustizia e amore.

     
    D. – Un approccio con la difesa dei diritti umani dal punto di vista femminile, dunque. Ma cos’è che contraddistingue tale approccio da altri, secondo lei?

     
    R. – Prima di tutto questa attenzione alla vita, quindi il discorso della famiglia. Poi anche il diritto all’educazione, ad avere un riconoscimento sociale della propria professionalità, tutti aspetti che ci siamo accorti che non sempre vengono rispettati nella società. Quindi, a partire dal tema dell’attenzione alla vita nella sua totalità, poi nell’esplicitazione di tutti i segmenti legati alla vita.

     
    D. – Quest’anno, l’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche compie 100 anni. Quali sono le prospettive e i progetti futuri di questo organismo?

     
    R. – Una delle prospettive è quella di mettersi in ascolto delle giovani generazioni, perché spesso rischiamo di avere una specie di monopolio – noi che siamo un po’ più adulte – e non dare voce alle giovani, perché loro hanno sicuramente qualcosa da dirci. Infatti, ci siamo dette proprio questo: cento anni fa, queste donne hanno deciso di mettersi insieme per essere meglio seme e testimonianza della propria fede nella società, in tutte le realtà in cui vivevano. Oggi credo che abbiamo bisogno di ascoltare anche le aspettative, le speranze delle generazioni giovani per poter costruire insieme questa civiltà dell’amore. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Convegno del Movimento parrocchiale legato alla spiritualità dei Focolari

    ◊   Secondo quali iniziative e in quali modalità la parrocchia oggi può essere testimone dell’amore di Dio. Su questo tema si sono confrontati nei giorni scorsi a Castel Gandolfo 1544 partecipanti al Convegno del Movimento parrocchiale e diocesano che si ispira alla spiritualità dei Focolari.”Benedetto XVI”- hanno detto gli organizzatori- “invita ad annunciare a tutti che Dio ci ama, se questa diventa la scintilla ispiratrice anche delle nostre comunità, avremo una chance in più nella vita della gente”. Ma come nel concreto può avvenire la testimonianza di Dio-amore? Sentiamo al microfono di Gabriella Ceraso l’esperienza di don Carlo Malavasi:

    R. – Io provengo da una realtà – Carpi, Modena, Bologna – dove la frequenza in chiesa è molto bassa e c’è una tradizione di ostilità in tempi passati, in questo momento molte persone si sentono lontane non da Dio, ma piuttosto dalla Chiesa … Forse anche la Chiesa le ha pensate un po’ lontane … Dobbiamo cambiare uno stato d’animo, un modo di pensare. Non c’è una persona che sia lontana da Dio: alle persone che fanno questa affermazione io dico: ma Dio ti ama immensamente, al di là di quello che fai e quello che sei. Poi tento di darne una prova, per esempio: loro si sentono fuori e io mostro loro che sono dentro, dico: ma tu, ami la tua famiglia, sei onesto nel lavoro, tu fai del volontariato … Tutti mi rispondono di sì! E io dico: guarda, che tu vivi il Vangelo! Rimangono stupiti e si sentono amati! Quante persone ho visto riallacciare il rapporto proprio per questo mutamento di mentalità.

     
    D. – La parrocchia nel 2010, in che cosa è cambiata secondo lei?

     
    R. – Alcuni atteggiamenti sono da lasciare, alcuni atteggiamenti da assumere. Ad esempio, lasciare la concezione interiore che le persone sono lontane, che le persone sono indifferenti, e invece mettere la vicinanza, la prossimità, non voler convertire, che anche questa è una cosa che crea riserve. Soltanto Dio entra nell’animo delle persone. Noi dobbiamo amare e dobbiamo far vedere l’amore di Dio che c’è nella vita della gente, e dopo li invitiamo a vivere il Vangelo nell’amore del prossimo, anche semplicemente; il ritorno ai sacramenti, alla pratica religiosa dopo viene da sé!

     
    D. – Ci sono ripercussioni, in ambiente parrocchiale, di questo momento delicato che sta vivendo la Chiesa, e come lei li affronta?

     
    R. – Certamente, questa è un’ombra nella Chiesa che coinvolge però una minoranza di sacerdoti, è un dolore che tutti portano dentro; ma io sento che questo dolore può diventare un motivo per uno scatto, un’importante purificazione. Questo dolore è un invito ad una vita più evangelica: noi queste cose ce le diciamo, tra noi sacerdoti, ce le diciamo in parrocchia …

     
    D. – Quali sono, secondo lei, le iniziative concrete che una parrocchia può portare avanti per far arrivare l’amore di Dio nei contesti più difficili, più particolari?

     
    R. – E’ una parrocchia che non chiama, ma va; inoltre, è una parrocchia che non chiede ma piuttosto è una parrocchia che da attenzione e la gente dice che la nostra parrocchia è una famiglia e che quel clima di amore, di attenzione l’uno all’altro non lo vivono in fabbrica, a volte nemmeno nella stessa casa. E dicono: la parrocchia per noi adesso è un punto di riferimento.

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    Chiesa e Società



    Violenze anticristiane in India: morto un giovane in Madhya Pradesh

    ◊   “Il clima di terrore e gli attacchi alla minoranza cristiana crescono di giorno in giorno. Sono attacchi ben pianificati e portati avanti in maniera sistematica”: questa la denuncia all'agenzia Asianews dell’arcivescovo metropolita di Bhopal, Leo Cornelio, dopo l’ennesima uccisione di un cristiano ad opera di estremisti indù. La vittima è Amit Gilbert, 25enne studente di religione che sabato scorso, mentre cercava di scappare da un gruppo di radicali che hanno attaccato un incontro di preghiera nel villaggio di Salyia, nei pressi di Betul, Stato del Madhya Pradesh, è caduto in un pozzo ed è morto. “Il ministero dell’Interno e quello della Giustizia hanno fallito il loro compito di proteggere la minoranza cristiana – ha continuato il presule – è il loro compito mantenere lo Stato di diritto e dare fiducia alla popolazione”. La fiducia invece scarseggia tra i cristiani: già giovedì scorso, infatti, gli estremisti avevano attaccato un raduno protestante di cinquemila persone. Per protestare contro la situazione, nella giornata di ieri l’arcidiocesi ha organizzato una grande manifestazione cui hanno partecipato 2500 persone, tra i quali anche musulmani ed esponenti del Partito comunista che hanno parlato in difesa del diritto costituzionale dei cristiani di praticare la propria fede liberamente e di propagarla. Infatti, pur essendo incostituzionali, in molto Stati dell’India sono in vigore leggi anticonversione, che prevedono pene severe per chi converte qualcuno originariamente induista. “Gli estremisti hanno iniziato a usare un nuovo metodo di molestie – conclude l’arcivescovo – denunciano i leader cristiani locali per crimini generici, senza prove. Quando questi si recano dai poliziotti per denunciare gli attacchi contro la minoranza, vengono arrestati. Eppure questa comunità beneficia della presenza dei cattolici che forniscono istruzione e sanità a tutti. Perfino i figli degli estremisti studiano da noi”. (R.B.)

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    In alto mare in India la legge per abolire le discriminazioni contro i dalit cristiani e musulmani

    ◊   Contro i dalit cristiani il governo indiano “sta conducendo una guerra psicologica”. È quanto ha dichiarato padre Cosmo Ariokaraj, segretario della commissione della Conferenza episcopale indiana (Cbci) che si occupa dei diritti delle caste basse, delle popolazioni tribali e delle categorie sociali svantaggiate. Il sacerdote ha commentato così all’agenzia Ucan l’esito di un incontro che ha avuto luogo nei giorni scorsi tra una delegazione del Comitato nazionale di coordinamento per i dalit cristiani e il ministro per gli affari legislativi Veerappa Moily. Al centro dei colloqui l’annosa questione della parità dei diritti civili per le minoranze cristiane e musulmane, specialmente per i dalit. Da anni infatti la Chiesa si batte per l’abolizione di un decreto presidenziale del 1950 che esclude i “fuori casta” convertiti al cristianesimo dal sistema delle quote riservate nei posti di lavoro pubblici e nelle scuole. La stessa norma – che colpisce anche quanti sono diventati musulmani – non vale per i dalit indù, buddisti o sikh. I vescovi chiedono di rendere la categoria delle cosiddette “Scheduled Castes” completamente indipendente dall’appartenenza religiosa, come già avviene per le popolazioni tribali. Lo scorso dicembre la Commissione nazionale sulle minoranze religiose e linguistiche ha aperto una storica discussione sulla proposta di modifica della norma, ritenuta “iniqua e discriminatoria”. Un dibattito che tuttavia in questi mesi non ha fatto sostanziali progressi. Il motivo - denuncia padre Ariokaraj - è “l’indifferenza” dell’esecutivo che continua a “temporeggiare”, rimandando la calendarizzazione della discussione in parlamento. Durante l’incontro con la delegazione dei vescovi il ministro Moily si è detto impotente, ma ha promesso che il Governo deciderà presto. Intanto padre Ariokaraj ha annunciato per le prossime settimane una nuova mobilitazione dei dalit cristiani. (L.Z.)

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    Israele: Giornata dei caduti della guerra e del terrorismo

    ◊   Si prega per la pace, per i capi di Stato come per i residenti, soprattutto le categorie più povere e deboli, oggi, in Israele, in occasione della Giornata dei caduti che precede di poco i festeggiamenti per quella dell’Indipendenza. Il Sir riferisce di sirene che hanno suonato per due minuti e di bandiere a mezz’asta in ricordo delle 22.684 vittime militari e civili del conflitto con i Paesi arabi vicini e del terrorismo. I fedeli cattolici di espressione ebraica hanno composto una preghiera d’invocazione a Dio “roccia e salvatore d’Israele” affinché “allarghi la tenda della sua pace sullo Stato d’Israele e su quello dei suoi vicini, in modo che la pace cresca sempre tra i popoli e non ci sia più odio, gelosia, vittoria di uno sugli altri, di un vicino sull’altro”. In particolare si raccomandano al Signore i capi di Stato, che “guidino i loro popoli sulle strade della giustizia e della pace” e i residenti nello Stato “perché vivano in unità, fraternità e devozione reciproca”. Infine, un pensiero va alle fasce più deboli e povere della società “perché anch’esse trovino un posto e un modo per guadagnarsi da vivere rettamente e dignitosamente”. (R.B.)

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    Ostensione della Sindone: ottimo il bilancio della prima settimana

    ◊   È grandissima la risposta dei fedeli all’ostensione della sindone a Torino. Nella prima settimana, dal 10 al 16 aprile, si calcola che abbiano pregato in contemplazione del sacro lino ben 208.069 pellegrini prenotati, ma altri 68mila circa, per lo più torinesi, sono passati attraverso la porta centrale del Duomo della città per un momento di preghiera, mentre le prenotazioni salgono a un milione e 634.668. Nella giornata di oggi si sono succeduti in chiesa il metropolita ortodosso della Georgia, Nicholas, il centrocampista del Milan, Mathieu Flamini e alcuni giocatori del Torino accompagnati dal cappellano, don Aldo Rabino. Alle 21, inoltre, in Duomo è stata celebrata la Messa dei cattolici romeni di Torino, officiata da padre Giorgio Miclaus, con l’accompagnamento del Coro dei romeni cattolici della città. Nel weekend, grande successo ha riscosso la notte bianca di meditazione guidata dal cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino, e organizzata dalla Pastorale giovanile diocesana della città: vi hanno partecipato oltre duemila giovani, tra i quali, 400 ragazzi della diocesi di Ancona, accompagnati dall’arcivescovo Edoardo Menichelli. Domenica, invece, è stata la volta della Chiesa ordinariato militare che ha compiuto un pellegrinaggio in occasione dell’ostensione, cui hanno partecipato, insieme con le loro famiglie, numerosi comandanti delle Forze di polizia, delle Forze Armate e dei Vigili del fuoco, nonché rappresentanti di istituzioni e raggruppamenti militari. Sempre ieri, alla Messa del mattino, si sono presentati in Duomo 230 pellegrini provenienti dalla diocesi di Susa e arrivati a piedi a Torino dopo aver percorso di notte 35 km tra letture del Vangelo, rosari e una via Crucis con tappa a S.Antonio di Ranverso, Pianezza e Collegno. A guidarli, i parroci di Sant’Antonio di Susa, don Sergio Blandino, di Sestriere, don Giorgio Nervo, e di Almese e Villardora, don Antonello Taccori. (R.B.)

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    Oggi a San Giovanni Rotondo la traslazione del corpo di San Pio da Pietrelcina

    ◊   Si tiene nel pomeriggio di oggi, a San Giovanni Rotondo (Foggia), la traslazione del corpo di San Pio da Pietrelcina dalla cripta del santuario di Santa Maria delle Grazie alla chiesa inferiore di San Pio. La data della traslazione risponde ad una duplice finalità: quella di testimoniare al Santo Padre sentimenti di filiale devozione e particolare vicinanza da parte dell’Ordine cappuccino, nel V anniversario dell’elezione al Pontificato, e la possibilità di riunire intorno al Santo confratello i membri della sua Provincia religiosa, all’inizio del 126.mo Capitolo provinciale. La celebrazione inizia con la preghiera dell’Ora nona nel santuario di Santa Maria delle Grazie, presieduta da mons. Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. Successivamente, alle ore 16.30, inizierà la processione per la traslazione dell’urna verso la chiesa “San Pio da Pietrelcina”. Qui si terrà un momento di preghiera, con un discorso dell’arcivescovo, il quale presiederà alle 17.30 la Celebrazione Eucaristica, con il rito di consacrazione dell’altare e la collocazione dell’urna nel pilastro centrale. (M.V.)

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    Povertà, crisi, libertà religiosa e disarmo nucleare al centro dei lavori della Comece

    ◊   In accordo con l’Unione europea, che ha dichiarato il 2010 “Anno europeo contro la povertà e l’esclusione sociale”, i vescovi presenti all’Assemblea plenaria della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece) hanno discusso di povertà e crisi economica, definendo quest’ultima un “cambiamento salutare” a patto che se ne affrontino le cause più profonde, a cominciare, appunto, dal dilagare della povertà. La Chiesa d’altronde, attraverso le sue numerose organizzazioni, è uno dei più importanti attori nella lotta alla povertà in Europa. La crisi, secondo i vescovi, è soprattutto una crisi di origine morale, caratterizzata “da eccessi e da confusione di valori”. “La chiave, quindi – scrivono nel documento finale ripreso dall'agenzia Zenit – è ripristinare un equilibrio tra gli interessi individuali e quelli di tutti”. I presuli hanno, inoltre, ricevuto un rapporto del segretario della Comece, dal titolo “Libertà religiosa, pilastro della politica dei diritti umani nelle relazioni esterne dell’Unione europea” in cui si parla delle origini del diritto alla libertà religiosa, menzionandone le violazioni presenti nel mondo e proponendo modalità attraverso le quali promuovere questo diritto essenziale per l’uomo. Sul tema del nucleare i vescovi hanno esaminato il rapporto stilato dal gruppo di esperti istituito in vista della Conferenza sulla revisione del Trattato di non proliferazione, in programma a maggio. Vi sono contenute varie proposte ai negoziatori dell’Ue per promuovere il disarmo “sui principi della trasparenza, della verifica e dell’irreversibilità” e per includere il dibattito sul tema nell’agenda della società civile, in quanto fondamentale per il futuro dell’umanità. Venerdì scorso, al termine dell’assemblea i vescovi hanno preso parte a una celebrazione in cui sono state ricordate le vittime della tragedia aerea di Smolensk e l’ex presidente della Comece, mons. Josef Homeyer, vescovo emerito di Hildesheim, morto il 30 marzo scorso. (R.B.)

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    A Malaga il Congresso sulle migrazioni delle Conferenze episcopali europee

    ◊   “L’Europa delle persone in movimento. Superare le paure - disegnare prospettive”. E’ il titolo del VIII Congresso europeo sulle Migrazioni che il Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) promuove a Málaga, in Spagna, dal 27 aprile al 1° maggio. Saranno presenti un centinaio di delegati delle Conferenze episcopali d’Europa rappresentanti vescovi, direttori nazionali per la pastorale dei migranti, operatori pastorali, rappresentanti della società civile e del mondo politico. All’incontro – informa un comunicato del Ccee ripreso dall'agenzia Sir - prenderà parte anche il Presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti della Santa Sede, l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò. “Obiettivo dell’incontro – scrive il Ccee - è quello di analizzare le molteplici cause e le conseguenze per il lavoro della chiesa dei flussi migratori in Europa”. Saranno analizzate in particolare le “sfide poste a istituzioni” che “maggiormente sono interpellate dal fenomeno migratorio”: la famiglia, le parrocchie, la Società, per “verificare cosa la Chiesa fa e deve fare” e “cosa gli Stati stanno facendo o devono fare”. “Questo percorso sarà un’opportunità per verificare le paure da superare e disegnare prospettive anche per la nuova evangelizzazione del continente”. (R.P.)

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    Spagna: si è aperta oggi a Madrid l’Assemblea plenaria dei vescovi

    ◊   Si è aperta questa mattina a Madrid l’assemblea plenaria della Conferenza episcopale spagnola. Dopo la preghiera iniziale e la recita dei salmi, hanno preso la parola il cardinale Antonio M. Rouco Varela, presidente della Conferenza episcopale spagnola, ed il nunzio apostolico in Spagna mons. Renzo Fratini, che ha portato ai presenti il saluto del Santo Padre. Il cardinale Rouco ha ricordato la personalità del sacerdote don Bernardo Herraez, morto ieri a Madrid dopo molti anni di attività pastorale, negli affari economico-amministrativi della Conferenza episcopale e alla rete radiofonica Cope. Il discorso del porporato ha toccato diversi argomenti: l’ attesa per le prossime visite di Benedetto XVI a Santiago di Compostela e Barcellona nell’attuale contesto socio-religioso di Spagna; il particolare significato delle ultime visite di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI in Spagna; il quinto anniversario, che ricorre proprio oggi, dell’elezione di Benedetto XVI al soglio pontificio; i nuovi Santi e Beati spagnoli proclamati in questi anni o di prossima proclamazione. Sul tema della famiglia oggi in Spagna, a proposito della prossima consacrazione del Tempio della Sacra Famiglia durante la visita di Benedetto XVI a Barcellona, il cardinale ha parlato della grave crisi in cui oggi versano il matrimonio e l’istituzione familiare, in parte a causa delle recenti leggi approvate sulla convivenza sociale. In merito alla nuova legge sull’ aborto, l’ha definita un passo indietro molto grave che conferma la cultura della morte. Sul quinto anniversario della elezione di Benedetto XVI, il cardinale Rouco Varela ha messo in risalto lo straordinario contributo del Santo Padre in campo dottrinale, nel dialogo pastorale in campo ecumenico e interreligioso e ha ribadito l’importanza della santità di vita per tutti i cristiani e in particolare per i sacerdoti, che si raggiunge con un’identificazione profonda con la persona di Gesù. Dopo aver condannato con la massima severità i delitti commessi da alcuni uomini di chiesa nei confronti dei minorenni, ha aggiunto: “D’altra parte non possiamo tollerare che certe accuse abbiano come obiettivo lo screditare i sacerdoti, i religiosi in generale e, per estensione, perfino la stessa persona del Papa”. Per la coincidenza dell’Assemblea plenaria con il quinto anniversario della elezione di Benedetto XVI, i vescovi spagnoli riuniti in assemblea parteciperanno a una celebrazione eucaristica nella Cattedrale della Almudena di Madrid in programma mercoledì alle 20. Nei prossimi giorni sono previsti l’intervento del cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici sulla prossima Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid nel 2011, e la celebrazione del Congresso eucaristico nazionale a Toledo il prossimo mese di maggio. (A cura di padre Ignacio Arregui)

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    La visita del Papa in Gran Bretagna a settembre al centro della plenaria dei vescovi inglesi

    ◊   La Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles si riunisce a Leeds, per la sua plenaria di primavera. In primo piano nell’agenda dell’incontro che si concluderà il 22 aprile, si colloca la visita di Benedetto XVI in Gran Bretagna prevista dal 16 al 19 settembre prossimi. Tra gli studi e i documenti che verranno sottoposti all’attenzione dei presuli figurano uno studio statistico sulle vocazioni e una ricerca intorno agli stili di vita e alla pratica religiosa della gioventù cattolica, presentata al Congresso degli operatori pastorali giovanili di fine febbraio a Londra. I vescovi saranno anche aggiornati in merito all’Equality Bill, il disegno di legge per la promozione dell’uguaglianza per tutti, senza distinzione di etnia, genere ed orientamento sessuale. Il testo, che ha completato l’iter parlamentare, è stato accolto con preoccupazione dai vescovi cattolici, per i quali il dettato legislativo - che unifica tutte le disposizioni già esistenti in materia di antidiscriminazione – potrebbe restringere la libertà dei cattolici di tener fede alle proprie credenze in ambiti come i requisiti per gli impiegati nelle strutture ecclesiastiche o per le coppie in attesa di adozione. Ricevendo i presuli di Inghilterra e Galles, il 1° febbraio scorso, il Santo Padre ha accennato alla nuova legislazione e al suo obiettivo di raggiungere le pari opportunità, che ha avuto per effetto “l'imposizione a comunità religiose di limitazioni ingiuste alla libertà di agire secondo il proprio credo. Per alcuni aspetti essa viola veramente la legge naturale su cui si fonda l'uguaglianza di tutti gli esseri umani e per mezzo della quale essa è garantita. Vi esorto, in quanto Pastori – ha aggiunto il Papa - ad assicurare che l'insegnamento morale della Chiesa sia sempre presentato nella sua interezza e difeso in modo convincente”. Infine i vescovi presenteranno in conferenza stampa venerdì 23 aprile il loro documento sul dialogo interreligioso dal titolo “Incontrare Dio nell’amico e nello straniero: promuovere il rispetto reciproco e la mutua comprensione tra le religioni”. (M.V.)

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    Brasile: crescono i conflitti per il possesso della terra

    ◊   Dopo una diminuzione avvenuta negli ultimi anni, tornano ad aumentare in Brasile i conflitti per il possesso della terra: da 751 nel 2008 a 854 nel 2009. Sono questi i dati riportati dalla Commissione pastorale della terra (Cpt), organismo della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) nel rapporto annuale: “Conflitos no Campo Brasil 2009”. Dal rapporto, riportato dall’agenzia Misna, emerge una situazione pesante per il crescente numero di famiglie di “sem terra” espulse dalle aree, fonte per loro di sopravvivenza, e di quelle sgomberate per mandato giudiziario. Si aggiunge, poi, l’azione devastante dei sicari ingaggiati dai latifondisti per distruggere le case dei contadini e le loro coltivazioni. A loro volta, i contadini si ribellano occupando i latifondi. In Brasile sono stati creati 36 accampamenti, che attualmente ospitano 4176 famiglie “senza terra” in attesa della riforma agraria. La Cpt mostra grande preoccupazione per la graduale criminalizzazione dei movimenti sociali e nel rapporto si legge che “nell’ambito della giustizia, spicca la figura dello stesso presidente del Supremo tribunale federale, Gilmar Mendes, che all’inizio del 2009 ha accusato pubblicamente i movimenti di praticare azioni illegali criticando il governo per aver dato risorse a questi gruppi”. Mentre, da parte dell’esecutivo, “la priorità, chiaramente è favorire il capitale affinché continui a espandersi e ad avanzare in nuove aree rurali senza rispettare i diritti dei popoli indigeni e delle altre comunità tradizionali”. (C.F.)

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    Cardinale Van Thuân: al Pime di Milano ne parlerà la sorella Elisabeth

    ◊   “Il cardinale Van Thuân visto da vicino”: la sua figura sarà raccontata dalla sorella Elizabeth Nguyen Thi Thu Hong durante un incontro al Centro Missionario Pime di Milano, che si svolgerà mercoledì prossimo. Il cardinale François Xavier Nguyên Van Thuân - riferisce l'agenzia Sir - è morto il 16 settembre 2002. Era presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Elizabeth Nguyen Thi Thu Hong vive in Canada. Ha tradotto in inglese e francese gli scritti del fratello e le lettere inviate alla famiglia durante i 13 anni di carcere in Vietnam. “Attraverso i suoi scritti, e soprattutto la sua corrispondenza dalla prigione, - spiega Elizabeth - emerge un fatto chiaro: la vita di Francis Xavier era fermamente radicata in una straordinaria unione con il Dio vivente attraverso l'Eucaristia, la sua unica forza. L’incrollabile fede nell'Eucaristia è sempre stata la forza che ha guidato la sua vita, la forza e il cibo per il suo lungo viaggio nella prigionia”. Il card. Van Thuân, nato nel 1928 a Huê, in Vietnam, era stato nominato da Paolo VI arcivescovo coadiutore di Saigon (Thành-Phô Chi Minh, Hôchiminh Ville) il 24 aprile 1975. Dopo pochi mesi, con l'avvento del regime comunista, venne messo in carcere. Ha vissuto in prigione fino al 21 novembre 1988, senza giudizio né sentenza, trascorrendo nove anni in isolamento. Fu nominato presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace nel 1998 e cardinale nel 2001. (R.P.)

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    India: convertito al cristianesimo l'assassino di suor Rani Maria

    ◊   Padre Cherian, portavoce della diocesi di Indore e direttore della società locale per i Servizi sociali, ricorda all’agenzia AsiaNews suor Rani Maria, la religiosa instancabile testimone del Vangelo, assassinata 15 anni fa in India. Il sacerdote ha accompagnato la religiosa nella sua opera umanitaria e ha curato la raccolta dei documenti per la beatificazione. “Il suo esempio di vita e la sua morte sono uno stimolo per noi che siamo rimasti e che, oggi, abbiamo un potente intercessore presso il Signore”, ha detto. “La vita e la morte di suor Rani Maria – prosegue - sono divenute un’ispirazione e una speranza per noi: ci spingono a continuare a fare del bene, lavorare e servire anche a costo della vita”. Suor Rani ha aiutato molti poveri, in gran parte in villaggi tribali, a ottenere sostegni economici per migliorare le proprie possibilità di guadagno. Ha lavorato senza tregua per aiutare questa parte della società, spesso oppressa. “Nel contempo – sottolinea il portavoce della diocesi di Indore - si è sempre assicurata che questi movimenti fossero di natura popolare, senza influenze esterne, ha preferito agire da umile catalizzatrice della gente. In quest’ottica ha rafforzato i panchayats, i consigli di villaggio, spingendoli a considerare e a essere consapevoli dei loro diritti e delle loro responsabilità, offrendo assistenza tramite programmi di sviluppo pianificati e sistematici. Nel dicembre del 1994, preparando le elezioni di questi consigli, si scatenò un litigio tra una famiglia cattolica della sotto-casta dei barela e un candidato della destra nazionalista. La polizia arrestò alcuni dei cattolici, e suor Rani Maria fece di tutto per ottenerne il rilascio. Per questo la destra indù ha iniziato a guardarla con ostilità: avevano la falsa idea che la religiosa istigasse la popolazione contro di loro. Lasciati da soli, infatti, i tribali non sarebbero mai stati in grado di fare una battaglia politica o persino legale”. È stato così ingaggiato un contadino indù per uccidere la religiosa il 25 febbraio del 1995. Dopo un tale grande dolore, padre Cherian esprime la consolazione che nei successivi 10 anni di prigione, una volta rilasciato, il contadino si è convertito, esprimendo profondo rimorso e parlando in pubblico di Cristo e del suo perdono. (C.F.)

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    Alfabetizzazione e solidarietà: l’Opam adotta un seminario nel Congo

    ◊   Adottare un seminario nella Repubblica Democratica del Congo: è l’iniziativa lanciata dall’Opam, Opera di Promozione dell’Alfabetizzazione nel mondo, presieduta da mons. Aldo Martini. Il progetto prevede l’adozione di un seminario nella diocesi di Kole, nella provincia del Kasaï orientale. Si tratta del seminario minore St. Kizito, sorto nel 1962 nella Parrocchia di san Giuseppe Vangu. Dopo ripetuti trasferimenti, nel 1985 ha trovato una sede definitiva nel villaggio di Loto. La struttura del seminario è ormai vecchia e avrebbe bisogno di tanti interventi. Per questo, l’Opam (www.opam.it) chiede di sostenere le spese necessarie a mantenere in vita il seminario. “Con almeno 55 persone disponibili a versare 10 euro al mese – sottolinea l’associazione – si potrebbe garantire il mantenimento agli studi di 55 seminaristi di Kole per il corrente anno scolastico”. (A.G.)

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    A Rimini la 33.ma Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo

    ◊   “Oggi è in calo l’amore per la verità, così che menzogne e inganni su Dio e sull’uomo sembrano proliferare con esiti che la storia passata non aveva ancora conosciuto”: con questo atteggiamento il presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), Salvatore Martinez, presenta la 33.ma Convocazione nazionale dei Gruppi e delle Comunità del RnS, in programma a Rimini dal 29 aprile al 2 maggio prossimi. Come annuncia l'agenzia Zenit, all’evento prenderanno parte numerosi esperti del mondo religioso, di quello politico e sociale e sarà un’occasione di confronto e analisi su temi quali il disagio giovanile, la soggettività sociale delle famiglie svantaggiate e l’emergenza educativa. Le sessioni di battito saranno accompagnate da celebrazioni di forte impatto spirituale, mentre la colonna sonora degli incontri è affidata a un’orchestra sinfonico-ritmica con coro polifonico di circa 100 elementi. Alcuni dettagli del programma: nel pomeriggio del 30 aprile sono previste le testimonianze di don Mario Marafioti, fondatore della Comunità di Emmanuel per il disagio giovanile e di don Fortunato di Noto, dell’associazione “Meter”, attiva contro la pedofilia e lo sfruttamento sessuale dei più piccoli. L’attenzione, quindi, si concentrerà sulla guerra civile in Uganda che ha causato milioni di profughi, grazie al racconto del missionario padre Felice Sciannameo, mentre il vescovo di Moldova, mons. Anton Cosa, illustrerà il lavoro svolto dal RnS con i bambini di strada. Il primo maggio si svolgerà un dibattito sul tema dell’emergenza educativa e si darà risalto ai sofferenti con l’evangelizzatore londinese Damian Stayne che guiderà un momento di preghiera in cui saranno invocati segni miracolosi per la guarigione dei malati. Nel corso della Convocazione, inoltre, saranno presentati tre progetti speciali: quello a cura dell’Agenzia nazionale per il reinserimento al lavoro dei detenuti in Sicilia, Campania, Lazio, Veneto e Lombardia; il progetto Sicomoro dedicato all’evangelizzazione e all’umanizzazione del mondo carcerario ad opera della Prison Fellowship Italia, e la costruzione di un Centro mondiale per la Famiglia a Nazareth, iniziativa molto cara a Giovanni Paolo II, che ne parlò già nel 1997, in collaborazione con la Santa Sede e le autorità religiose della Terra Santa. “L’uomo è anche spirito, non solo carne – conclude Martinez – può sentire rinascere in sé la voglia di vivere e di far vivere il bene solo se disposto a recuperare il senso del trascendente, del divino, il gusto per le cose spirituali, aprendosi a una nuova, intima esperienza con Gesù. È allora che lo spirito di morte lascia il posto alla fantasia dell’amore e l’umanità recupera la voglia di futuro ed è questo che accade alla Convocazione del RnS da oltre 30 anni”. (R.B.)

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    Il Centro San Lorenzo di Roma celebra l'anniversario della Croce della Gmg

    ◊   Il prossimo 24 aprile il Centro internazionale giovanile San Lorenzo di Roma si appresta a festeggiare il 26.mo anniversario della Croce della GMG, la Giornata Mondiale della Gioventù. Il direttore del Centro e responsabile della cura dei giovani nel Pontificio Consiglio per i laici, padre Eric Jacquinet, informa l’agenzia Zenit che per l’occasione è stato realizzato un video, “Potenza della Croce”, da mostrare ai giovani per aiutarli a “entrare nel mistero della croce su cui Gesù Cristo è morto”. “Quando mostriamo il legame tra la Croce della GMG e la vita dei giovani – spiega padre Eric - questi vengono a venerarla con grande fede e rimangono toccati. Alcuni dicono che la venerazione della Croce della Giornata mondiale è il momento più importante del loro pellegrinaggio a Roma”. Il 13 marzo 1983, Giovanni Paolo II inaugurò il Centro internazionale San Lorenzo, luogo di preghiera, accoglienza e formazione per tutti i giovani del mondo che vengono nella Città eterna. Nel 1984, poi, lo stesso Centro divenne sede della Croce che i giovani portano nel mondo in un incessante pellegrinaggio, in occasione delle Giornate Mondiali della Gioventù. (C.F.)

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    24 Ore nel Mondo



    Europa: la nube vulcanica blocca ancora i voli

    ◊   Ancora disagi nel trasposto aereo in Europa per la nube di cenere sprigionata dal vulcano nel sud dell’Islanda. Dopo una breve riapertura di alcuni scali, in buona parte del centro-nord del continente, è stato di nuovo chiuso lo spazio aereo. Intanto la Commissione europea, date le "circostanze eccezionali", sta pensando di utilizzare gli stessi strumenti di aiuto alle compagnie aeree che vennero usati all'indomani dell'11 settembre 2001. E sui danni economici causati dal blocco dei voli è stata convocata per oggi pomeriggio una riunione in videoconferenza dei ministri dei Trasporti europei. Il servizio di Marco Guerra:

    La mattinata era iniziata con la riapertura degli scali del nord Italia e del sud della Francia. Ma in poche ore ha preso forma l’ennesima giornata nera per il trasporto aereo europeo. Germania, Olanda, Francia, Belgio e Gran Bretagna hanno prorogato la chiusura del loro spazio aereo almeno fino alle 20 di oggi. Doccia fredda poi per i molti viaggiatori che avevano raggiunto le aerostazioni del nord Italia. Dopo la partenza di alcune decine di voli, l’Enac ha disposto il nuovo stop per tutto il territorio a nord di Roma dalle 9.00 di questa mattina alle 8.00 di domani. L’Eurocontrol non prevede miglioramenti per il traffico aereo nella giornata odierna. Secondo l’ultimo aggiornamento almeno 70% dei voli previsti è stato soppresso. La paralisi subita da 313 scali ha finora coinvolto oltre 6,8 milioni di passeggeri. In tutto il continente sono presi d’assalto treni e pullman e mezzi privati. In Gran Bretagna si sta mobilitando anche la marina militare per riportare a casa 15 mila britannici che saranno raggruppati in Spagna. Enormi i danni economici per il settore aereo, stimati dalla Iata, l'associazione che raggruppa 270 vettori nel mondo, in 250 milioni di dollari al giorno. E per far fronte alla più grave crisi del volo dall’11 settembre, il commissario europeo alla concorrenza, Joequin Almunia, ha detto che, date le circostanze, l’Ue renderà possibili aiuti di Stato alle compagnie aeree. E mentre montano le polemiche sulle misure precauzionali finora adottate, considerate eccessive da molte compagnie, un ufficiale statunitense ha reso noto che un caccia della Nato ha subito gli effetti della nube di cenere durante un volo in Europa. Il vulcano islandese nel frattempo non smette di eruttare e la nube, secondo i meteorologi britannici, potrebbe arrivare in giornata sulle coste orientali del Canada.

     
    Cina
    Continua a salire il bilancio del tremendo terremoto che ha colpito il nordovest della Cina la scorsa settimana. Poco fa i soccorritori dello Qinghai (CIN HAI) hanno aggiornato il bilancio a 1944 vittime. Non si fermano però le operazioni di soccorso, alla ricerca ancora di superstiti. Ieri, il presidente Hu Jintao, che ha visitato le aree colpite, ha promesso la ricostruzione rapida di case e scuole.

    Afghanistan-Emergency
    I tre volontari di Emergency tornati in libertà a Kabul rifiutano di tornare in Italia a bordo di un volo di Stato. La Farnesina ha fatto sapere che entro domani i tre cooperanti rientreranno in Italia con un volo commerciale accompagnati da Massimo Iannucci, inviato per l'Afghanistan del ministro degli Esteri italiano Frattini. Solo ieri il rilascio che aveva fatto esprimere al ministro Frattini il suo “compiacimento per la positiva conclusione” della vicenda. “La liberazione dei tre operatori è motivo di sollievo per noi tutti”, aveva dichiarato anche il capo dello Stato Napolitano. Da Kabul, ci riferisce Maurizio Salvi:

    Sembrava destinata a durare a lunga, ma la vicenda dei tre operatori di Emergency, arrestati il 10 aprile a Lashkar-Gah una delle zone più esplosive dell’Afghanistan, si è risolta in tempi accettabilmente breve e ciò è avvenuto con la formula più ampia che ci si potesse attendere: con un rilascio ossia di Marco Garatti, Matteo dell'Aira e Matteo Pagani con formula piena e senza rilievi particolare per la Ong di Gino Strada. L’inviato della Farnesina, Massimo Iannucci, ha al riguardo rilevato che all’ultimo incontro avuto nei giorni scorsi con il presidente Karzai, questi gli aveva detto di considerare eccellente il lavoro di Emergency in Afghanistan. Nella conferenza stampa tenuta nella residenza dell’ambasciatore d’Italia a Kabul, Garatti ha parlato di giorni terribili e di una grande gioia per l’esito dell’indagine, condotta – fra l’altro – da un organo di Polizia come la Direzione nazionale della Sicurezza, considerato particolarmente severo. In serata i tre sono rientrati nella casa che la Ong ha vicino al suo ospedale di Kabul, per festeggiare con gli operatori italiani e afghani la fine dell’incubo. Le indagini sul caso delle armi ritrovate quel giorno nell’ospedale di Lashkar-Gah, comunque, continuano anche se ora riguardano solo uno dei sei afghani che sarebbe accusato di aver favorito il gruppo che le ha introdotte all’interno dell’edificio.

     
    Afghanistan
    Ancora violenze in Afghanistan. Tre bambini sono morti nell'esplosione di una bomba trasportata da un asino in una strada di Kandahar. Un’altra esplosione ha provocato la morte di almeno un soldato e il ferimento di altri due in una base dell'esercito afghano vicino a Kabul. Fonti anonime parlano di un attacco suicida. Nessuna conferma dal ministero della Difesa afghano.

     
    Pakistan
    Fine settimana di sangue in Pakistan. Nella città di Kohat, ieri, un’autobomba con all’interno un attentatore suicida è esplosa davanti un distretto di polizia. 7 i morti, tutti civili, tra cui un bambino e 25 i feriti. Un altro bambino è morto oggi per un esplosione mentre usciva da una scuola a Peshawar.

    Thailandia
    Per risolvere la crisi politica in Thailandia, l'ex premier Thaksin Shinawatra chiede lo scioglimento del Parlamento ed elezioni anticipate. Il deposto Thaksin vive da mesi nel sultanato del Brunei. Intanto a Bagkok centinaia di soldati e di agenti anti-sommossa sono stati schierati all'alba nel quartiere finanziario per impedire manifestazioni contro il governo. Anche le cosiddette ‘camicie gialle’, sostenitori del partito filogovernativo dell’Alleanza popolare democratica, hanno minacciato di tornare in strada per protestare contro il blocco dell’economia del Paese, che ha subito fortissimi danni per la crisi politica in atto.

    Iran
    Il presidente iraniano Ahmadinejad ha dato il via libera alla costruzione di 10 nuovi siti per l'arricchimento dell'uranio. La loro costruzione era stata annunciata una prima volta a novembre e poi confermata a febbraio dal direttore dell'agenzia atomica iraniana, Akbar Salehi. Attualmente l'attività di arricchimento dell'uranio è svolta nel sito di Natanz, nella parte centrale del Paese.

    Iraq
    La commissione elettorale irachena ha ordinato oggi il riconteggio dei voti delle elezioni legislative del 7 marzo espressi in alcuni distretti di Baghdad. Lo riferisce la tv panaraba al Jazira, secondo cui le operazioni di riconteggio sarebbero già iniziate. Dopo la vittoria alle recenti legislative per un solo seggio (69 a 68) da parte della coalizione di Iyad Allawi contro quella del premier uscente Nuri al Maliki, quest'ultimo aveva più volte denunciato irregolarità e chiesto un riconteggio dei voti. E nonostante l’incertezza politica, ieri, il comandante delle forze Usa in Iraq, generale Ray Odierno, ha confermato che il piano per ridurre da 95 mila a 50 mila il numero dei militari americani sarà portato a compimento entro il prossimo agosto.(Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 109

     
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