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Sommario del 13/04/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI a Malta nel segno di San Paolo e delle tradizioni cristiane: briefing di padre Lombardi
  • La solidarietà dei vescovi brasiliani al Papa. Intervista con mons. Giovenale, minacciato per la lotta alla pedofilia
  • L'arcivescovo di Atlanta: il cardinale Ratzinger incoraggiò i presuli Usa a un'azione forte nella lotta agli abusi e a sostegno delle vittime
  • Presentato al Papa un volume fotografico curato da mons. Gänswein per i 5 anni di Pontificato
  • Le parole del Papa su Barnaba e Nicodemo, al centro della liturgia odierna
  • Mons. Migliore: si lotti contro l'ignobile piaga della mortalità infantile e materna nei Paesi poveri
  • Il cardinale Bertone in Cile. Mons. Goic: vescovi cileni col Papa nella lotta agli abusi
  • Messa nella chiesa di Santo Spirito in Sassia per le vittime di Smolensk: la riflessione di mons. Zimowski
  • Prima riunione della Commissione Internazionale d'inchiesta su Medjugorje
  • Pio XI alla luce delle nuove fonti archivistiche: intervista con mons. Sergio Pagano e don Cosimo Semeraro
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Kirghizistan: Bakiyev privato dell'immunità
  • Allarme della Comunità di Sant'Egidio: sovraffollamento e aumento dei suicidi in carcere
  • Convegno su don Primo Mazzolari organizzato dall'Azione Cattolica ambrosiana
  • Chiesa e Società

  • Haiti: gli interventi Caritas a tre mesi dal terremoto. Drammatica la situazione dei bambini
  • Brasile: condannato a 30 anni di carcere il mandante dell'assassinio di suor Dorothy Stang
  • Usa: un francescano nella Commissione presidenziale di bioetica
  • Africa: da oggi a Kinshasa leader politici e religiosi discutono di diritti umani
  • Congo: festa a Goma per l’ingresso in diocesi del nuovo vescovo
  • In visita ad Alessandria d’Egitto il Patriarca di Mosca Kirill
  • Lettera della Cei sul rinnovamento della catechesi nell'attuale clima d'indifferenza e soggettivismo
  • I vescovi italiani invitano a un giorno di preghiera per il Papa nel 5° anniversario della sua elezione
  • Meeting dei giovani a Pompei: sarà dedicato al Papa il concerto di Angelo Branduardi
  • Torino: omelia del cardinale Schönborn per l’ostensione della Sindone sulla Passione di Cristo
  • Bruxelles: plenaria degli episcopati europei sull'Anno europeo di lotta alla povertà
  • La crescente ostilità nei confronti della Chiesa al centro della plenaria dei vescovi messicani
  • I vescovi maroniti invitano i libanesi a stringersi intorno al loro Paese
  • Laos: più di 4mila fedeli all’ordinazione del nuovo vicario apostolico di Savannakhet
  • Vietnam: la Caritas di Ho Chi Minh City punta sulla formazione degli operatori
  • Omaggio del Consiglio Mondiale delle Chiese al leader ecumenico indiano Kunchala Rajaratnam
  • Filippine: l’impegno dei missionari a Mindanao per promuovere la pace e il dialogo interreligioso
  • Iraq: Prime Comunioni in abiti tradizionali per ribadire l'identità cristiana ed irachena
  • Perù: il convento dei francescani di Santa Rosa de Ocopa festeggia i suoi 285 anni
  • All’Istituto Massimo di Roma convegno internazionale sui gesuiti e l’astronomia
  • Cordoglio per la scomparsa di Gianfranco Fineschi, già ortopedico di Giovanni Paolo II
  • 24 Ore nel Mondo

  • Vertice di Washington sulla sicurezza nucleare: più vicine le sanzioni all'Iran
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI a Malta nel segno di San Paolo e delle tradizioni cristiane: briefing di padre Lombardi

    ◊   Una visita all’insegna di San Paolo: il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha tenuto stamani un briefing per illustrare il programma del viaggio apostolico del Papa a Malta il 17 e 18 aprile prossimi. Si tratta del 14.mo viaggio internazionale di Benedetto XVI, l’ottavo nel Continente europeo. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    Il tema dell’immigrazione, le salde radici cristiane del popolo maltese, le sfide della secolarizzazione: sono questi alcuni dei temi forti che Benedetto XVI affronterà nel suo viaggio apostolico a Malta. E’ quanto sottolinea padre Federico Lombardi che ha messo l’accento sulla dimensione paolina del viaggio, nel 1950.mo anniversario del naufragio dell’Apostolo delle Genti sull’isola del Mediterraneo. Dopo aver passato in rassegna i momenti principali della visita: la preghiera alla Grotta di Rabat, la Messa nella cittadina di Floriana e l’incontro con i giovani a La Valletta, padre Lombardi ha risposto alle domande dei giornalisti. Innanzitutto, ha sottolineato che, al momento, non può né annunciare né escludere la possibilità di un incontro del Papa con un gruppo di vittime di abusi da parte di sacerdoti maltesi. Ha quindi rammentato i caratteri principali di questi incontri avvenuti nel passato, aggiungendo che il programma del viaggio a Malta è particolarmente serrato:

     
    “Il Papa, come sapete anche dall’esperienza passata, di incontri ne ha fatti e, in questo senso, continua ad essere disponibile, sempre in un clima, però, intenzionalmente, di raccoglimento, di discrezione, non sotto una pressione di carattere mediatico, in modo da avere una possibilità di ascolto e comunicazione personale. Il tempo è molto breve e il programma è molto intenso”.

    Quindi, padre Lombardi, ha risposto ad una domanda sul clima che si respira in Vaticano, alla luce della campagna mediatica incentrata sulla pedofilia nella Chiesa:

     
    “Se tu mi dici: ‘Il Vaticano si sente sotto assedio’, io dico ‘Non mi sento sotto assedio e non ho espresso questo tipo di atteggiamento’”.

    In tale contesto, il direttore della Sala Stampa vaticana è ritornato sul significato della pubblicazione della Guida alla comprensione delle procedure della Congregazione per la Dottrina della Fede sugli abusi ai minori da parte di membri del clero:

     
    “E’ un normale procedere in una linea anche di dialogo e di risposte. Vengono domandati dei chiarimenti, si vede che può essere utile darli, anche per capire meglio, effettivamente, una situazione che spesso diventa di confusione, quando c’è un grande accumularsi di domande e di interventi di vario genere”.

    Padre Lombardi ha quindi ribadito che si sta preparando il viaggio a Malta con serenità ed ha invitato i giornalisti a valutare correttamente le eventuali manifestazioni di dissenso che, nel caso maltese, ha sottolineato essere del tutto minoritarie. Nota di cronaca offerta da padre Lombardi: durante il viaggio, il Papa parlerà in inglese, ma rivolgerà anche qualche parola in maltese in questo aiutato dal suo segretario particolare in seconda, mons. Alfred Xuereb, originario di Malta.

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    La solidarietà dei vescovi brasiliani al Papa. Intervista con mons. Giovenale, minacciato per la lotta alla pedofilia

    ◊   E’ in corso, in questi giorni, la visita ad Limina dei vescovi brasiliani della Regione Norte II. Ieri, un primo gruppo di presuli è stato ricevuto in udienza dal Papa al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. Tra loro anche mons. Flavio Giovenale, vescovo di Abaetetuba, che al microfono di Cristiane Murray si sofferma sulle sfide per la Chiesa della sua regione:

    R. – La Regione Nord II è l’Amazzonia orientale. Siamo 14 vescovi, due Stati del Brasile, un'area geografica grande cinque volte l’Italia. Questa è la prima sfida: le distanze. Perché in tutta questa area ci sono soltanto sette milioni di abitanti, e questo vuol dire che le distanze tra una città e l’altra, tra una comunità e l’altra, sono molto grandi. Oltre ad avere, in media, un prete ogni 20 mila abitanti, abbiamo un prete ogni 25 mila chilometri quadrati: ecco la prima sfida. La seconda sfida è la dimensione eucaristica, nel senso che l’Eucaristia, lo sappiamo, fa la Chiesa e là, la maggior parte delle comunità hanno la Messa solo due-tre volte l’anno. Perciò dobbiamo fare leva sulla Parola di Dio, sulla formazione dei laici, dei catechisti, degli animatori di comunità, che sono la nostra grande sfida e la nostra grande forza.

     
    D. – Da poco è stata creata la Commissione per l’Amazzonia, dopo la Campagna di fraternità. Come sta lavorando?

     
    R. – Sono vescovi di varie parti del Brasile che cercano di fare in modo che il tema dell’Amazzonia - di questa regione enorme e con poca popolazione, ma che ha una responsabilità sociale ed ecologica a livello mondiale, ed allo stesso tempo una responsabilità di Chiesa e di evangelizzazione - cercano di fare in modo, dicevo, che questo tema non cada nel dimenticatoio. Perciò, si sta lavorando sia con l’invio di missionari, sacerdoti, religiosi, laici, sia con progetti di appoggio alle attività sia pastorali sia sociali che le Chiese dell’Amazzonia già hanno, in modo da poter sviluppare questa visione di missione nella Chiesa e che in Amazzonia possa diventare realtà.

     
    D. – Che cosa vi aspettate da questa visita?

     
    R. – La visita al Papa è sempre un’emozione molto grande; il fatto che noi veniamo da molto lontano – sono 10-15 mila chilometri! – è proprio la dimostrazione del fatto che noi amiamo il Papa, gli vogliamo bene, amiamo la Chiesa, la Chiesa universale e ci sentiamo parte di questa Chiesa e vogliamo dare il nostro contributo. Dal Papa noi aspettiamo un abbraccio fraterno, uno stimolo a continuare anche su alcuni orientamenti … Abbiamo anche portato la nostra solidarietà al Papa in questo momento così difficile per dirgli: noi siamo con lei, anche perché questo problema della pedofilia da noi è vissuto in prima linea, nel senso che noi combattiamo la pedofilia e per questo a volte si paga anche di persona: nella vicenda dei tre vescovi minacciati, uno degli aspetti è la pedofilia.

     
    D. – Lei è uno dei vescovi minacciati … gliel’ha detto, al Papa?

     
    R. – Gliel’ho detto, gliel’ho ricordato – lui lo sapeva già. Quando siamo stati ricevuti, è stata la prima cosa che abbiamo fatto: dargli il nostro appoggio e dirgli “avanti con tutta forza!”.

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    L'arcivescovo di Atlanta: il cardinale Ratzinger incoraggiò i presuli Usa a un'azione forte nella lotta agli abusi e a sostegno delle vittime

    ◊   Si moltiplicano le iniziative di preghiera e di solidarietà per Benedetto XVI di fronte agli attacchi mediatici subìti in queste settimane. Accuse totalmente infondate, ha ribadito l’arcivescovo di Atlanta, Wilton Gregory, presidente della Conferenza dei vescovi degli Stati Uniti dal 2001 al 2004, che - al microfono di Christopher Altieri – ha ricordato l’azione incisiva dell’allora cardinale Ratzinger a sostegno delle vittime degli abusi e contro i sacerdoti responsabili di questi crimini:

    R. – We were convinced that the only way …
    Noi sapevamo con certezza che l’unico modo con cui avremmo potuto ristabilire fiducia nel ministero sacerdotale era quello di rassicurare i fedeli che nessun sacerdote sul quale pendesse un’accusa credibile avrebbe mai più avuto il permesso di operare come sacerdote in un contesto pastorale, a prescindere da quando queste accuse fossero state raccolte: eravamo veramente spinti dal desiderio di tutelare i bambini.

     
    D. – Com’erano i vostri contatti con il Vaticano?

     
    R. – First of all, I was very grateful for the reception I received as president …
    Prima di tutto, devo dire che sono sempre stato bene accolto, in occasione di ogni visita che ho fatto alla Santa Sede, come presidente della Conferenza dei vescovi degli Stati Uniti. I membri della Curia ponevano domande difficili e da tutte le prospettive della vita ecclesiale, come era giusto che fosse, proprio per adempiere alle loro responsabilità; però, se devo citare qualcuno che aveva colto appieno la gravità della situazione e che dava il maggiore sostegno alla direzione che avevamo preso, che ci incoraggiava a portare a termine il compito che avevamo iniziato, quella persona era il cardinale Ratzinger. Sono venuto a Roma 13 volte, e quasi sempre ho avuto incontri privati con il cardinale Ratzinger. Senza dubbio era più di tutti consapevole dell’importanza di reagire e rispondere con un’azione forte.

     
    D. – Avete avuto indicazioni precise dall’allora cardinale Ratzinger e da altri capi dicastero riguardo alla stesura della Carta per la tutela dei bambini?

     
    R. – The American bishops drafted that document, but the cardinal …
    Sono stati i vescovi americani a stilare il documento, ma sicuramente il cardinale Ratzinger ha dato grande sostegno all’avanzamento del lavoro. Ovviamente, i dettagli dovettero essere rivisti non solamente dal cardinale, ma anche dai capi degli altri dicasteri, e lì ci sono stati dibattiti, e indubbiamente lui ha svolto un ruolo particolarmente importante con i membri della Curia. E’ stato lui che ci ha dato quel sostegno e quell’incoraggiamento che ci hanno aiutato a continuare su questa strada.

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    Presentato al Papa un volume fotografico curato da mons. Gänswein per i 5 anni di Pontificato

    ◊   In occasione del quinto anniversario di Pontificato di Benedetto XVI la Libreria Editrice Vaticana pubblica in italiano il volume “Benedetto XVI Urbi et Orbi. Con il Papa a Roma e per le vie del mondo” curato dal segretario particolare del Papa, mons. Georg Gänswein, e stampato in Germania dalla casa editrice Herder. La diffusione del volume in Germania è sostenuta anche dal quotidiano Bild. Nella mattinata di ieri il libro è stato presentato al Papa alla presenza dei responsabili della Herder, del quotidiano Bild e della Libreria Editrice Vaticana. Il volume fotografico accompagna passo dopo passo l’intensa attività quinquennale del Pontefice con foto originali ed inedite. Le annotazioni rapide e puntuali di mons. Gänswein ne fanno un prezioso diario di bordo fruibile da chiunque voglia seguire le vicende di questo Pontificato.

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    Le parole del Papa su Barnaba e Nicodemo, al centro della liturgia odierna

    ◊   La liturgia odierna ci propone due figure: Barnaba e Nicodemo. Il primo, grande evangelizzatore dell’epoca apostolica, il secondo, un fariseo, membro del Sinedrio, attratto da Gesù ma bloccato da paure e condizionamenti. Riascoltiamo le parole del Papa su questi due personaggi nel servizio di Sergio Centofanti.

    Barnaba dà tutto per Gesù. Vende quello che ha e consegna il ricavato agli apostoli: è la prima comunità cristiana che aveva un cuore solo e un’anima sola, aveva tutto in comune e nessuno era povero. Ma non mancavano le controversie. Barnaba entra in contrasto con Paolo, l’apostolo delle Genti:

     
    “Quindi ci sono anche tra Santi contrasti, discordie, controversie e questo a me appare molto consolante, perché vediamo che i Santi non sono caduti dal cielo, ma erano uomini come noi, con problemi ed anche con peccati. Ma la santità consiste non nell’aver mai sbagliato o peccato, la santità cresce nella capacità di conversione, di pentimento, di disponibilità nel ricominciare e soprattutto nella capacità di riconciliazione e di perdono. Questo ci fa Santi e tutti possiamo imparare questo cammino di santità”. (Udienza generale del 31 gennaio 2007)

     
    Nicodemo si reca da Gesù di notte. Non capisce come fa a nascere di nuovo, lui che è vecchio. Si tratta di un uomo per bene, attirato dalle parole e dall’esempio del Signore, ma che ha paura degli altri ed esita a compiere il salto della fede:

     
    “Avverte il fascino di questo Rabbì così diverso dagli altri, Gesù, ma non riesce a sottrarsi ai condizionamenti dell’ambiente, dove si è contrari a Gesù, e resta titubante sulla soglia della fede. Quanti, anche nel nostro tempo, sono in ricerca di Dio, in ricerca di Gesù e della sua Chiesa, in ricerca della misericordia divina e attendono un segno che tocchi la loro mente e il loro cuore e apra la porta! ... il solo segno è Gesù innalzato sulla croce: Gesù morto e risorto … in Lui possiamo comprendere la verità della vita e ottenere la salvezza”. (Omelia del 26 marzo 2006)

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    Mons. Migliore: si lotti contro l'ignobile piaga della mortalità infantile e materna nei Paesi poveri

    ◊   Si devono moltiplicare gli sforzi per salvaguardare la salute delle donne e dei bambini nei Paesi in via di sviluppo arginando i drammi della malnutrizione e della mortalità materna. E’ quanto ha affermato l’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, intervenendo ieri a New York alla 43.ma Commissione sulla popolazione e lo sviluppo. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Nell’attuale crisi economica e finanziaria le tendenze demografiche, in costante decremento in molti Paesi, sono parte del problema. In pochi decenni – ricorda mons. Celestino Migliore - il tasso di crescita annuale è sceso dal 7% all’1% in diverse aree del mondo. La crisi demografica, aggiunta all’invecchiamento della popolazione, è sfociata “in effetti devastanti per l’economia e la governance”. La ‘correzione’ di questo deficit di popolazione con l’immigrazione non sembra però essere sufficiente per risolvere tali problemi, anche a breve termine. Le politiche sociali e demografiche – aggiunge l’arcivescovo – devono dunque essere riviste per favorire le nascite. Ridurre la mortalità materna è un’altra priorità. Ogni anno – ricorda infatti mons. Celestino Migliore - oltre 500.000 donne muoiono, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, a causa di complicanze nella gravidanza e nel parto. Con la morte della madre, le probabilità di sopravvivenza di questi bambini diminuiscono in modo drammatico provocando la “disintegrazione di molte famiglie e ostacoli allo sviluppo locale”. Malattie dell’apparato digerente e derivanti dalla malnutrizione continuano inoltre ad essere le principali cause di morte per i bambini di diverse zone del mondo. Queste morti – fa notare il presule - sono ignobili perche facilmente “evitabili”. Ma nei Paesi in via di sviluppo i programmi che prevedano cure specialistiche per garantire le madri e i loro bambini non sono adeguatamente finanziati. Investimenti a lungo termine nella formazione – sottolinea l’arcivescovo - possono portare importanti miglioramenti in ambito sanitario per gli Stati in via di sviluppo. Ma l’emigrazione, anche di persone con competenze mediche, ostacola il miglioramento del sistema sanitario in questi Paesi. Mons. Celestino Migliore ricorda infine che ospedali e cliniche cattoliche continuano ad essere in prima linea in molti Paesi in via di sviluppo "per l'assistenza sanitaria di base, in particolare per i più emarginati della società".

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    Il cardinale Bertone in Cile. Mons. Goic: vescovi cileni col Papa nella lotta agli abusi

    ◊   A Punta di Tralca si sono aperti ieri, alla presenza del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, i lavori della 99.ma assemblea plenaria dell’episcopato cileno. Aprendo i lavori, il presidente della Conferenza episcopale, mons. Alesando Goic, vescovo di Rancagua, ha salutato con particolare affetto e gratitudine il porporato e per suo tramite il Santo Padre e si è quindi soffermato in particolare sulla comunione episcopale e sulle sfide alla Chiesa cilena nel momento attuale, con particolare riferimento alla Missione continentale in corso. “Lei ha potuto costatare di persona – ha rilevato mons. Goic rivolto al cardinale Bertone – che il nostro popolo è in piedi, che la sua speranza non crolla e che noi siamo capaci, in questi momenti di dolore e di angoscia, di lavorare tutti insieme: in questo percorso del Paese, la Chiesa è protagonista e la sua presenza è permanente”. Con riferimento agli scandali per abuso sessuale da parte di membri del clero, mons. Goic ha ribadito la comunione dei vescovi cileni con il Magistero del Papa, nella “chiarezza e fermezza del suo messaggio”, e ha così concluso: “Noi ci uniamo al volere del Papa che non ammette pretesti né giustificazioni di fronte ad un peccato abominevole che va condannato, di cui dobbiamo affrontare le conseguenze dolorose, sorretti dal Signore, perché mai più nel seno della Chiesa sia provocato un danno ai più piccoli, che sono i prediletti di Gesù”. Da parte sua, il cardinale Bertone ha trasmesso ai vescovi il saluto e l’affetto del Papa che, ha ricordato, fin dalle prime notizie sul terremoto ha voluto essere costantemente informato. “Vi trasmetto la sua vicinanza spirituale – ha aggiunto il porporato – insieme al ricordo dell’incontro nella vostra recente visita ad Limina”. Il segretario di Stato ha ribadito la sua ammirazione per la tempestività con la quale il popolo cileno ha saputo reagire ad una tragedia così grande come il terremoto del 27 febbraio, confermando quanto aveva affermato Giovanni Paolo II nell’incontro con giovani il 2 aprile 1987, durante la sua visita pastorale in Cile: “Guardate il Signore con occhi attenti e scoprirete in Lui il volto stesso di Dio”. Con riferimento alla Missione continentale e al compito dell’evangelizzazione, il segretario di Stato ha detto ancora: “L’incontro con Cristo vivo e risorto è all’origine del nostro essere discepoli del Signore ed è anche la fonte da cui nasce lo slancio missionario e apostolico”. Una tale verità, ha spiegato il porporato, è di grande importanza “in momenti cruciali di cambiamenti sociali e culturali” poiché ciò ci interpella per la ricerca “di un annuncio del Vangelo più efficace e incisivo”. Un tale compito supremo e improrogabile, esige una comunione effettiva e affettiva tra vescovi e sacerdoti e di tutti insieme con il Successore di Pietro. Ricordando quindi l’Anno sacerdotale in corso, il porporato ha accostato alla figura del Santo Curato d’Ars quella del Santo cileno, padre Hurtado, “due guide valide per ribadire il concetto di fedeltà nell’esercizio del ministero sacerdotale”. “In un ambiente permeato dal relativismo e dal materialismo asfissiante – ha concluso quindi il cardinale Bertone – i cattolici cileni mantengano sempre al centro di ogni cosa Cristo e il suo Vangelo, offrendo la testimonianza feconda di una Chiesa convinta della sua vocazione evangelizzatrice; di una Chiesa samaritana e semplice, attenta ai bisogni più profondi di ogni fratello, in particolare dei più emarginati”. (A cura di Luis Badilla)


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    Messa nella chiesa di Santo Spirito in Sassia per le vittime di Smolensk: la riflessione di mons. Zimowski

    ◊   Ieri sera è stata celebrata a Roma, nella chiesa di Santo Spirito in Sassia una Messa in suffragio delle vittime della sciagura aerea di Smolensk. La celebrazione è stata presieduta dal cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, e concelebrata anche dal cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, da mons. Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, dal segretario del medesimo dicastero mons. José Luis Marchite Redrado, mons. Piero Marini, presidente del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali, e più di cento sacerdoti. Presenti anche i rappresentanti del Corpo diplomatico presso la Santa Sede con l’ambasciatrice della Repubblica di Polonia Hanna Suchocka. Tanta commozione durante il rito:ascoltiamo mons. Zygmunt Zimowski al microfono di Tadeusz Cieslak:

    R. – Ho visto le lacrime negli occhi di tante persone. Da una parte, c’è un grande dolore nei nostri cuori, un dolore non solo dei polacchi, ma di tutto il mondo. Dall’altra parte, come ho detto durante l’omelia, ringraziamo Dio Onnipotente, che ci ha dato queste persone, i sacerdoti, il vescovo foraneo Tadeusz Ploski, l’arcivescovo ortodosso foraneo Miron Chodakowski e il pastore militare evangelico Adam Pilsch. E, soprattutto, abbiamo commemorato il nostro presidente Lech Kazcynski e sua moglie Maria, pregando sempre per il rinnovamento del nostro Paese.

     
    D. – Eccellenza, siamo di fronte ad un dolore spirituale di tutta la nazione, come curare questa ferita?

     
    R. – In questo momento deve aiutarci Gesù Cristo, che è morto per la nostra salvezza. Lui è il nostro conforto, lui ha detto a Marta e Maria: “Io sono la Resurrezione e la Vita”. Guardiamo il cielo, dove troviamo con loro anche Giovanni Paolo II. Come ha detto Benedetto XVI alcuni anni fa: “E’ vero che Giovanni Paolo II è andato alla casa del Padre, ma non ci ha lasciato, è con noi”. Anche queste persone, spiritualmente, noi crediamo che siano con noi, perché crediamo alla comunione dei santi.

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    Prima riunione della Commissione Internazionale d'inchiesta su Medjugorje

    ◊   La Commissione Internazionale d'inchiesta su Medjugorje si è radunata per la sua prima sessione il 26 marzo scorso. Lo rende noto un comunicato della Sala Stampa vaticana. La Commissione, presieduta dal cardinale Camillo Ruini, vicario generale emerito del Papa per la Diocesi di Roma, è composta dai seguenti membri: cardinale Jozef Tomko, prefetto emerito della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, cardinale Vinko Puljić, arcivescovo di Sarajevo, presidente della Conferenza episcopale di Bosnia ed Erzegovina, cardinale Josip Bοzanić, arcivescovo di Zagabria, vicepresidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, cardinale Julián Herranz, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, mons. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, mons. Tony Anatrella, psicoanalista e specialista in Psichiatria sociale, mons. Pierangelo Sequeri, docente di Teologia Fondamentale presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, il padre gesuita A. Maria David Jaeger, consultore del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, il padre francescano conventuale Zdzisław Józef Kijas, relatore della Congregazione delle Cause dei Santi, il padre servita Salvatore M. Perrella, docente di Mariologia presso la Pontificia Facoltà Teologica “Marianum”, e il rev. Achim Schütz, docente di Antropologia Teologica presso la Pontificia Università Lateranense, in qualità di segretario. Mons. Krzysztof Nykiel, officiale della Congregazione per la Dottrina della Fede, funge da segretario aggiunto. Ai lavori della Commissione hanno partecipato anche alcuni esperti: il rev. Franjo Topić, docente di Teologia Fondamentale a Sarajevo; il padre gesuita Mijo Nikić, docente di Psicologia e Psicologia delle Religioni presso l'Istituto Filosofico e Teologico della Compagnia di Gesù a Zagabria, il padre gesuita Mihály Szentmártοni, docente di Spiritualità presso la Pontificia Università Gregoriana, e suor Veronica Nela Gašpar, docente di Teologia a Rijeka. Come annunciato in precedenza, il lavoro della Commissione si svolgerà in rigoroso riserbo. Le conclusioni saranno sottoposte alle istanze della Congregazione per la Dottrina della Fede.

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    Pio XI alla luce delle nuove fonti archivistiche: intervista con mons. Sergio Pagano e don Cosimo Semeraro

    ◊   Fino a qualche anno fa gli studi storiografici su Papa Pio XI si erano in preferenza occupati di temi politico-amministrativi. Oggi, grazie all'apertura dei fondi archivistici riguardanti il Pontificato di Papa Ratti, concessa nel 2006 da Benedetto XVI, possiamo conoscere anche lo stile pastorale e l’attenzione alle necessità della Chiesa cattolica del Papa che la guidò tra le due guerre. Lo dimostra il volume ‘La sollecitudine ecclesiale di Pio XI, alla luce delle nuove fonti archivistiche’, pubblicato recentemente dalla Libreria Editrice Vaticana e presentato questo pomeriggio presso la nostra emittente. Il volume raccoglie gli Atti del Convegno Internazionale su Pio XI organizzato dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche nel febbraio 2009. Sugli scopi di quell’incontro di studi Fabio Colagrande ha sentito il segretario del Comitato e curatore del volume don Cosimo Semeraro:

    R. – Era preoccupazione del nostro Comitato qualificare meglio gli studi fatti su questo Pontefice. Ci siamo accorti che, nella storiografia esistente, relativa agli aspetti riguardanti l’amministrazione, la nascita dello Stato del Vaticano, a problemi riguardanti i rapporti politici tra la Santa Sede e gli Stati contemporanei, mancava a nostro parere, un approfondimento sugli aspetti del Ministero Petrino del Papa. Quindi, abbiamo chiesto agli studiosi, invitati al Congresso, di verificare soprattutto, sotto questo aspetto, cosa si poteva imparare di più dai documenti messi a disposizione, dal punto di vista dell’esercizio pastorale di questo Papa.

     
    D. – Vuole, seppur brevemente, ricordarci alcuni degli aspetti particolari, che vengono sottolineati da questi studi, circa il modo in cui Papa Ratti esercitò il suo Ministero Petrino?

     
    R. – La preoccupazione di essere fedele, coerente con ciò che comportava il suo impegno di Successore di Pietro. Questa è una caratteristica che appare chiarissima in tutte le varie decisioni del Pontefice, sia a livello interno della vita della Chiesa, come a livello anche di rapporti della Chiesa con le realtà esterne. Ci furono delle decisioni veramente notevoli, innovative. Pensiamo, per esempio, a tutto il campo dei Concordati. Leggendo queste formulazioni dei Concordati, si vede sempre, la preoccupazione primaria del Papa di non demordere, di non derogare assolutamente a quelli che sono i compiti fondamentali del suo mandato. Seconda cosa, l’apertura pastorale di questo Papa: la sua capacità di aggiornamento, adattamento, secondo le nuove esigenze dei tempi. Ricordo solo una cosa: la sua preoccupazione circa l’Azione Cattolica, un tipo nuovo di intervento pastorale, proporzionato ed adeguato ai nuovi tempi.

     
    Il volume contiene anche una relazione del prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, il vescovo Sergio Pagano, profondo conoscitore dei fondi relativi al Pontificato di Pio XI. Eccolo commentare l’importanza di queste ricerche al microfono di Fabio Colagrande:

    R. – Praticamente la figura del Papa era già abbastanza stagliata come un Papa molto energico, molto autonomo, di pensiero, di governo. Questi nuovi documenti apportano nuovi tasselli ai diversi aspetti ed inaugurano – sì, in qualche caso – una visione più completa, più approfondita del suo Pontificato e servono, soprattutto, anche a studiare proprio la sua figura di uomo di Chiesa, di uomo di pensiero, di pastore. Perciò penso che questo volume, insieme ad altri che usciranno, certamente porterà alla conoscenza sempre maggiore di questo Papa, che senza dubbio è uno dei Papi fra le due guerre di maggior interesse, e soprattutto della figura del suo segretario di Stato a partire dal ’30, che fu il cardinale Pacelli, come sappiamo.

     
    D. – A questo proposito, tra i documenti accessibili dall’apertura del 2006, ci sono anche i ‘Fogli di udienza’, appunto vergati dal cardinal Pacelli, come segretario di Stato, tra il ’30 e il ’39. Lei, insieme ad altri studiosi, si è dedicato proprio allo studio di questi documenti e tra breve dovrebbe uscire un primo volume di questi studi storiografici. Vuole anticiparci qualcosa?

     
    R. – Dovrebbe uscire – si spera, prima dell’estate o altrimenti dopo – il primo volume di questi Fogli di udienza, annotati criticamente del cardinal Pacelli, segretario di Stato, relativo all’anno 1930. Sono previsti poi diversi volumi: si seguirà con il ’31 fino ad arrivare al ’39. Sono Fogli di udienza tipici, particolari. Si tratta di resoconti minuziosi, fedelissimi, ordinati, meticolosi e intelligenti del cardinal Pacelli, nelle sue udienze sia con il Pontefice – Pio XI – sia con gli ambasciatori, con il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede ed alcuni cardinali o personalità. Da questi Fogli si viene a conoscere maggiormente la fedeltà anzitutto di Pacelli, scrupolosissima ad eseguire la volontà del Papa; un certo pensiero autonomo del cardinale Pacelli, che poi avrà un suo risvolto continuativo nel Pontificato, quando diventerà Papa Pio XII; e si vede anche il pensiero di Pio XI espresso in udienza con il suo segretario di Stato per le cosiddette cause maiores, che riguardavano tutta la disciplina della Chiesa, il governo della Santa Sede, della Curia. Si vede perciò quante cose passavano ogni giorno per le mani del Papa e come il Papa avesse una chiarissima visione, fino alla fine, di tutti i problemi che affrontava. Sono, perciò, dei Fogli interessantissimi che riflettono molto bene la vivezza, la quotidianità, l’approfondimento del Pontificato di Pio XI. (Montaggi a cura di Maria Brigini)

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il Dna non svela i segreti della vita: in prima pagina, un fondo di Carlo Bellieri dal titolo "Un fantasma nei geni".

    Nell'informazione internazionale, Simona Verrazzo sull'Africa e la sfida del clima.

    Alessameno e Zvanì: in cultura, Carlo Carletti sul graffito blasfemo del Palatino e un carme di Giovanni Pascoli.

    La conferenza del cardinale Tarcisio Bertone, durante la visita in Cile, su "La Chiesa e lo Stato a duecento anni dall'indipendenza nazionale. Storia e prospettive".

    Un articolo di Fiorenzo Facchini dal titolo "La leggenda dell'anello mancante": aspettative deluse dallo scheletro di Sterkfontein. Consonanze: i Beatles e "L'Osservatore Romano".

    Nell'informazione religiosa, la meditazione del cardinale Christoph Schoenborn in occasione dell'ostensione della Sindone a Torino.

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    Oggi in Primo Piano



    Kirghizistan: Bakiyev privato dell'immunità

    ◊   In Kirghizistan si allontana la possibilità di soluzioni concordate della crisi. Il governo provvisorio di Bischkek ha deciso di privare dell'immunità Bakiyev. Il provvedimento rende ora possibile l'arresto dell'ex capo dello Stato. Quello del Kirghizistan è solo uno degli stravolgimenti politici che avvengono periodicamente nelle ex repubbliche sovietiche. In questo contesto come si può sintetizzare quanto sta accadendo a Bishkek? Stefano Leszczynski lo ha chiesto a Fulvio Scaglione, vice-direttore di “Famiglia Cristiana” ed esperto dell’area:

    R. – Questo è un Paese con caratteristiche particolari. Da un punto di vista economico, è uno Stato dove la maggioranza della popolazione ancora vive di agricoltura ma dove, in realtà, i soldi in grande quantità arrivano dall'esportazione delle risorse energetiche, tra cui il gas. Dal punto di vista della politica internazionale, è un Paese assolutamente bloccato perché è praticamente circondato dagli interessi convergenti di Russia, Stati Uniti e Cina. Quindi è un Paese che in realtà ha pochissima autonomia geopolitica e bolle all’interno, proprio perché ci sono le élite che si succedono e che vogliono mettere le mani sui rubinetti del gas che sono quelli che arricchiscono.

     
    D. – Quanto è pericolosa questa situazione?

     
    R. – Io credo che, da questo punto di vista, saranno poi appunto le grandi potenze - in primo luogo gli Stati Uniti che sono presenti con una base militare nel Paese e la Russia che anch’essa ha delle basi - a depotenziare la situazione. Ma Kiev non ha raccolto, presso Mosca e Washington una particolare solidarietà. E' un po’ come se questi due Paesi fossero assolutamente disposti a lasciarlo andare. Io credo che sarà anche nel loro interesse cercare di evitare un’escalation troppo clamorosa. Probabilmente, Kiev verrà convinta ad andarsene.

     
    D. – Perché non si investe, da un punto di vista di politica internazionale, su queste piccole Repubbliche?

     
    R. – Perché la politica internazionale su questi Paesi investe solo in controllo: è la storia che abbiamo visto ripetersi da tante parti, anche in Africa, in Asia … I governi di Stati Uniti, della Russia, della Cina investono su chi comanda a prescindere dalle sue capacità, o investono su chi garantisce loro il rispetto di determinati interessi. E poi sono in realtà intercambiabili, perché la storia del Kirghizistan è una storia di almeno due-tre rivoluzioni che nascono come democratiche e finiscono poi in questa maniera!

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    Allarme della Comunità di Sant'Egidio: sovraffollamento e aumento dei suicidi in carcere

    ◊   Le carceri sono un banco di prova per la democrazia e la civiltà, ma in molti Paesi presentano aspetti inquietanti. Anche in Italia il sovraffollamento e gravi problemi di bilancio rendono i penitenziari luoghi dove non sempre viene rispettata la dignità umana. Sulla situazione del “sistema carcere” in Italia si è tenuta stamani la conferenza stampa della Comunità di Sant’Egidio, che da molti anni è presente in diversi penitenziari italiani con i suoi volontari. Sul mondo delle carceri in Italia occorre un’accurata riflessione, come sottolinea Francesca Zuccari, della Comunità di Sant’Egidio, intervistata da Fabio Colagrande:

    R. – Vogliamo richiamare l’attenzione su questo mondo, che è un mondo di grande sofferenza, come dimostrano i dati sui suicidi, che tra l’altro aumentano al crescere del problema del sovraffollamento.

     
    D. – A questo proposito ci è capitato già di ricordare, parlando di questo argomento, l’art. 27 della Costituzione che dice: “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Questo è un altro punto dolente per quanto riguarda il rispetto dei principi costituzionali?

     
    R. – Il problema del sovraffollamento incide anche su questo importante aspetto della funzione della pena detentiva, che è la funzione riabilitativa. E’ chiaro che aumentando il numero dei detenuti e mantenendo uguale sia il numero del personale che gli stanziamenti economici, questa funzione rieducativa del carcere ne soffre moltissimo. La possibilità, ad esempio, di lavorare all’interno del carcere o anche all’esterno è molto ridotto, mentre il lavoro ha chiaramente una funzione riabilitativa molto importante. I detenuti che possono lavorare sono un numero molto ridotto rispetto ai detenuti che passano intere giornate spesso senza fare nulla.

     
    Dal monitoraggio condotto dalla Comunità di Sant’Egidio sulle condizioni dei detenuti, emerge soprattutto l'allarmante dato dei numerosi casi di suicidio. Dal primo gennaio 2010 ad oggi, sono 19 i detenuti in Italia che si sono tolti la vita in carcere. Per arginare questo drammatico fenomeno, il Centro prevenzione suicidio dell’Ospedale Sant'Andrea della II Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università “La Sapienza” di Roma, ha promosso uno specifico progetto in collaborazione con il Dipartimento Amministrazione Penitenziario. Ne illustra le finalità, al microfono di Fabio Colagrande, il dott. Maurizio Pompili, medico psichiatra e referente per l’Italia dell’Associazione internazionale per la prevenzione del suicidio:

    R. – Questo progetto si propone di sviluppare due punti essenziali. Uno è l’informazione per portare nelle carceri la prevenzione del suicidio a tutti i livelli, coinvolgendo la popolazione dei detenuti con programmi di informazione. Informare su che cos’è il suicidio, su come si previene, è l’arma principale per la prevenzione e riconoscere i segnali d’allarme. L’altro punto cruciale è la formazione: tutti gli operatori degli istituti penitenziari saranno coinvolti e non solo gli psicologi, ma anche gli agenti di polizia penitenziaria. Qualsiasi altra figura operi all’interno dovrà sensibilizzarsi verso quelli che sono gli elementi cardini per la prevenzione del suicidio.

     
    D. – Quali sono i segnali di malessere, i possibili campanelli d’allarme?

     
    R. – Molto spesso l’individuo dice di volersi suicidare, comunica la volontà di morire. Spesso si isola dagli affetti, cambia le sue abitudini nel sonno, nell’appetito … dorme male, fa sogni angoscianti, si ritira – appunto – anche dalle relazioni quotidiane con le altre figure del carcere. E poi possono esserci anche in alcuni casi cambiamenti di umore inaspettati. C’è una situazione angosciante, di tristezza … Ad un certo momento il soggetto sta bene, risollevato: in quel momento ha preso la decisione di volersi suicidare e quindi anche cambiamenti di umore inspiegabili dovrebbero allertare il personale.

     
    D. – Voi psichiatri specialisti in questo campo analizzate da tempo proprio la fattispecie dei suicidi nelle prigioni, che sono di circa nove volte superiori a quelli della popolazione generale. Ci sono anche fattori di rischio che voi avete individuato?

     
    R. – Senza dubbio, il rischio è più alto nelle prime fasi della detenzione, quando il soggetto riceve una sorta di insulto alla sua autostima, c’è la perdita del controllo della propria vita, la perdita degli amici, degli affetti … questi sono elementi da tenere in seria considerazione. Poi, il sistema dei nuovi giunti, gli ultimi arrivati, che è appunto un’entità messa a disposizione e nelle carceri italiane dovrebbe monitorare i soggetti in attesa di giudizio, che sono quelli più a rischio; quelli che dimostrano particolare angoscia nell’aver perso la propria vita, la propria privacy. Oppure, soggetti che hanno storie di violenza, storie di abusi in famiglia, storie di trattamenti psichiatrici e abusi di sostanze nella propria anamnesi: questi dovrebbero essere presi in seria considerazione per il rischio di suicidio, fermo restando che la valutazione di rischio dev’essere fatta per tutti i soggetti. (Montaggi a cura di Maria Brigini)

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    Convegno su don Primo Mazzolari organizzato dall'Azione Cattolica ambrosiana

    ◊   Il pensiero e l’opera di don Primo Mazzolari sono state ampiamente ripercorsi e approfonditi nel cinquantenario della sua scomparsa. Molto si è detto sul contributo dato dal sacerdote e sul suo essere “tromba dello Spirito Santo in terra mantovana”, come fu definito da Papa Giovanni XXIII ricevendolo poco prima della sua scomparsa avvenuta nel 1959. Di don Primo Mazzolari si è parlato ieri sera a Milano, nel convegno promosso dall’Azione Cattolica ambrosiana e intitolato: “Quale laico e quale immagine di Chiesa per l’oggi alla luce dell’insegnamento di don Mazzolari”. C’era per noi Fabio Brenna:

     
    Il convegno milanese si è soffermato sul contributo dato dal sacerdote don Mazzolari alla Chiesa e al laicato italiani. Figlio di un cattolicesimo preconciliare, Mazzolari ebbe anche in questi settori delle intuizioni in anticipo rispetto ai tempi. Nel corso dei lavori è stato ricordato come Mazzolari auspicasse per il laico la possibilità di avere proprie responsabilità ed autonomia; che avesse cioè la possibilità di sperimentare senza incontrare preventive censure. Lo storico Giorgio Vecchio della Fondazione don Mazzolari, ha ricordato due scritti del sacerdote mantovano, “La parrocchia” del 1937 e “Lettera sulla parrocchia” di venti anni più tardi, in cui proponeva di razionalizzare l’impiego del clero, pur non in tempi di crisi delle vocazioni, mediante la creazione di comunità di 3-4 preti, che potessero seguire comunitariamente la vita anche di 4-5 parrocchie. Un progetto questo in anticipo sui tempi, che assomiglia a quello applicato in questi ultimi anni dalla diocesi di Milano con le unità pastorali. Un don Primo Mazzolari innovatore anche in questo caso, come ci ricorda il prof. Vecchio:
     
    “E’ stato uomo del suo tempo e quindi con la cultura e con la ecclesiologia del suo tempo. Aveva, però, questa grande passione per il Vangelo, questa capacità di rileggere, di rimasticare, di riproporre in continuazione il Vangelo e di farlo proprio che gli dava una carica in più; gli dava una possibilità in più di capire i problemi delle persone che stavano attorno a lui. Ecco perché, sia dal punto di vista strettamente ecclesiale e pastorale sia dal punto di vista dei rapporti del cristiano con i grandi problemi della pace e con i grandi problemi dei poveri, riconosciamo in Mazzolari un anticipatore”.

     
    Il convegno nazionale di due giorni, intitolato “Le inquietitudini della fede. Don Primo Mazzolari e il cattolicesimo italiano prima del Concilio”, che si tiene oggi e domani sempre a Milano, passa invece in rassegna la società e la Chiesa italiana negli ’40 e ’50, cercando di cogliere i fermenti che si sarebbero rivelati appieno nel Concilio Vaticano II.

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    Chiesa e Società



    Haiti: gli interventi Caritas a tre mesi dal terremoto. Drammatica la situazione dei bambini

    ◊   A tre mesi dal terremoto che il 12 gennaio ha devastato Haiti, il Paese vive dei progressi grazie anche agli sforzi della Caritas, che ha raggiunto più di 1,5 milioni di sopravvissuti al sisma. Il terremoto ha provocato 230.000 morti, distrutto infrastrutture, interessato tre milioni di persone e spinto ancora più in basso un Paese già povero e sottosviluppato. I membri Caritas di più di 60 Paesi hanno sostenuto gli sforzi d'emergenza fornendo cibo, alloggi, strumenti da lavoro, acqua potabile, luoghi sicuri in cui i bambini possano giocare e studiare, assistenza sanitaria e psicologica. La rete Caritas - riferisce l'agenzia Zenit - ha speso finora più di 10 milioni di euro e progetta di rispondere all'emergenza di Haiti nei prossimi cinque anni per aiutare gli abitanti a costruire un Paese autosufficiente. L'organizzazione lavora anche con la comunità internazionale per trovare luoghi sicuri in cui alloggiare le persone ora sfollate in campi improvvisati. Fino a questo momento, ha fornito tende e teloni a 100.000 persone. I suoi programmi hanno impiegato dal momento del terremoto 2.000 haitiani. I progetti di assistenza sanitaria hanno beneficiato più di 350.000 abitanti, sono state costruite 25 scuole provvisorie e 53 istituti hanno ricevuto materiale per poter riprendere l'attività scolastica. La Caritas lavora anche a progetti di ricongiungimento familiare per i bambini che nel terremoto sono stati separati dalle proprie famiglie. L'organizzazione ha inoltre tenuto due incontri per gli agricoltori, ai quali sono stati forniti coupon per comprare semi, fertilizzanti e le provviste di cui hanno bisogno. La Caritas lavora anche con i contadini per evitare l'erosione dei suoli, esortando a piantare alberi da frutto. A tre mesi dal sisma appare ancora drammatica la situazione dei bambini di Haiti. Secondo Save the Children i bambini “debbono ancora fronteggiare il rischio di malattie e infortuni, di subire abusi o sfruttamento”. E anche il loro futuro è incerto perché il sistema scolastico locale è collassato. Si stimano in un milione e mezzo i minori colpiti dal sisma, dei quali oltre 300 mila rimasti senza casa, mentre “sono molto aumentati i minori privi di uno o entrambi i genitori, 380 mila prima del terremoto”. “I bambini sono estremamente vulnerabili e a rischio perché costretti a vivere ancora in campi affollati e di fortuna e in una città ridotta in macerie, e con ben poche famiglie in grado di fornire loro il necessario” dichiara Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia. (R.P.)

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    Brasile: condannato a 30 anni di carcere il mandante dell'assassinio di suor Dorothy Stang

    ◊   Un tribunale di Belém, capitale dello stato amazzonico settentrionale del Pará, ha condannato a 30 anni di carcere il latifondista Vitalmiro Bastos de Moura, colpevole di aver ordinato cinque anni fa l’assassinio a sangue freddo di suor Dorothy Stang, 73 anni, la religiosa statunitense naturalizzata brasiliana nota per il suo impegno al fianco dei contadini ‘senza terra’. Si è trattato del terzo processo per Vitalmiro, detto ‘Bida’: condannato in prima istanza a 30 anni nel 2007 per avere assoldato i due sicari che uccisero suor Dorothy, Rayfran das Neves Sales (reo confesso, condannato a 27 anni) e Clodoaldo Batista (condannato a 17 anni), in base alla legge brasiliana il latifondista aveva avuto diritto a un nuovo processo nel maggio 2008. In quell’occasione era stato invece assolto grazie alla ritrattazione del suo principale accusatore, Rayfran, ma la sentenza era stata in seguito annullata una volta comprovato che i suoi difensori avevano utilizzato una prova illegale per scagionarlo. Il terzo processo - riferisce l'agenzia Misna - doveva cominciare il 31 marzo ma, data l’assenza dell’avvocato difensore di ‘Bida’ è stato infine rinviato a ieri; il suo nuovo legale anche ieri ha chiesto un nuovo rinvio sostenendo di non essere preparato a sufficienza per assistere il cliente, ma la Corte si è opposta e ha ordinato alla giuria di ascoltare i testimoni a carico del latifondista, infine condannato. Per l’assassinio di 'Irmã' (sorella) Dorothy, come era conosciuta, è stato finora condannato, a 18 anni, anche un altro mandante, il latifondista Amair Feijoli da Cunha. La religiosa fu uccisa con sei colpi di pistola mentre si stava recando insieme a un collaboratore all’insediamento ‘Esperança’, dove dal 1999 lavorava a un ‘Progetto di sviluppo sostenibile’: “un’utopia” estranea agli interessi di latifondisti e commercianti di legname per consentire a 400 famiglie di contadini indios, meticci e immigrati di vivere in un’area di 1400 chilometri quadrati nel rispetto della natura grazie ad un’agricoltura a bassa intensità e ai prodotti della foresta. (R.P.)

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    Usa: un francescano nella Commissione presidenziale di bioetica

    ◊   Il Governo degli Stati Uniti – riferisce L’Osservatore Romano - ha annunciato la nomina del medico francescano, fratel Daniel Sulmasy, in qualità di membro della Presidential Commission for the Study of Bioethical Issues, il nuovo organismo per gli studi sulla bioetica voluto da Barack Obama, che ha sostituito il precedente President's Council on Bioethics creato dall'ex presidente George Bush nel 2001. Assieme al religioso sono stati nominati altri nove membri. A questi, inoltre, si aggiungono il presidente e il vice presidente del nuovo organismo, che sono rispettivamente, Amy Gutman, rettore della University of Pennsylvania e James Wagner, rettore dell'Emory University in Atlanta, entrambi nominati lo scorso novembre. Fratel Sulmasy, 54 anni, è professore di medicina ed etica all'University of Chicago ed è anche direttore associato presso il MacLean Center for Clinical Medical Ethics. Precedentemente aveva ricoperto gli incarichi di direttore presso il Bioethics Institute del New York Medical College e il Center for Clinical Bioethics della Georgetown University a Washington. Il religioso ha accolto la nomina sottolineando che essa "è un onore e una piacevole sorpresa". Ed ha aggiunto:  "Nel 2006 ho prestato consulenza nell'ambito del Council on Bioethics, ma mai mi sarei aspettato di diventare membro  del  gruppo nel nuovo organismo". Dalla Casa Bianca si sottolinea che la Commissione "avrà il compito di riferire al presidente degli Stati Uniti sulle questioni di bioetica che possono emergere dai progressi nel campo della biomedicina e dei settori correlati della scienza e della tecnologia, con l'obiettivo di individuare e di promuovere politiche e prassi che assicurino che la ricerca scientifica, l'erogazione delle cure mediche e l'innovazione tecnologica siano condotte in maniera eticamente responsabile". Il presidente Barack Obama, in una nota, ha espresso parole di gratitudine ai membri della Commissione "per aver deciso di dedicare i loro talenti e le loro esperienze a questo importante organismo". I vescovi del Paese hanno fissato i principi della bioetica, in una dichiarazione approvata nel 2008, nella quale si ribadiva la necessità della massima protezione della vita in ogni sua fase. (R.G.)

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    Africa: da oggi a Kinshasa leader politici e religiosi discutono di diritti umani

    ◊   Discutono di diritti della persona da oggi a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, rappresentanti del governo, esponenti delle Chiese ed organizzazioni internazionali. L’incontro, che si svilupperà in cinque giornate, è organizzato dal Consiglio Ecumenico delle Chiese (Coe) con la collaborazione della Federazione luterana mondiale e del comitato di concertazione delle Chiese e comunità membri del Coe nella Repubblica Democratica del Congo, si inserisce nel quadro di un progetto triennale per la difesa dei diritti della persona in Africa ed è finanziato dalla Commissione europea. “La situazione dei diritti della persona nella Repubblica Democratica del Congo è migliorata poco in questi ultimi anni – ha detto Christina Papazoglou, responsabile del programma del Coe sui diritti della persona –. È in questo contesto che si svolge l’incontro, che vuole essere uno spazio di discussione fra attori nazionali ed internazionali sulle principali difficoltà che conosce il Paese e sul ruolo che le Chiese possono giocare per incoraggiare la promozione e la protezione dei diritti della persona”. (T.C.)

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    Congo: festa a Goma per l’ingresso in diocesi del nuovo vescovo

    ◊   “Che il Nord Kivu cessi di essere la provincia della guerra, delle violenze sessuali, del disonore, e diventi il granaio del Congo e dei Grandi Laghi, il granaio dell’Africa Centrale”. È quanto auspicato da mons. Théophile Kaboy Ruboneka, nuovo vescovo di Goma (capoluogo del Nord Kivu nell’est della Repubblica Democratica del Congo), durante la celebrazione per la sua presa di possesso, che si è tenuta domenica scorsa, nella piazza Papa Giovanni Paolo II. Il rito - riferisce l'agenzia Fides - ha segnato il passaggio della guida pastorale della diocesi tra il vescovo emerito, mons. Faustin Ngabu, e il suo successore. Alla Messa era presente, in rappresentanza del Presidente Joseph Kabila, una folta delegazione governativa, guidata dal prof. Lumanu Bwana Sefu, vice-Primo Ministro con delega dell’Interno. Erano presenti inoltre deputati e senatori eletti originari della Provincia, oltre alla autorità locali. Nel suo messaggio, letto dal prof. Lumanu, il Capo dello Stato ha chiesto alla Chiesa di continuare ad offrire il suo contributo per la ricostruzione e la pacificazione del Paese. Il Presidente Kabila ha ringraziato il vescovo emerito, mons. Ngabu, e la Chiesa cattolica, per il ruolo positivo che continua ad avere, nonostante le gravi difficoltà. Mons. Kaboy Ruboneka, che ha scelto come motto episcopale “Che abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” è nato nel 1941. È stato ordinato sacerdote nel 1972. Nel 1995 è stato nominato vescovo di Kasongo. Nell’aprile 2009 Papa Benedetto XVI lo ha nominato coadiutore di Goma. È presidente della Commissione episcopale per la pastorale liturgica. Il nuovo vescovo di Goma ha partecipato lo scorso ottobre alla II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, nel corso della quale ha sottolineato la condizione della donna in Africa. “I conflitti e le guerre hanno condotto a trasformare la donna in vittima e in oggetto. Diversi gruppi armati hanno commesso delle violenze sessuali di massa contro le donne, come arma di guerra, in violazione flagrante delle disposizione giuridiche internazionali” ha detto mons. Kaboy Ruboneka nel suo intervento al Sinodo. Proprio in Kivu la Chiesa cattolica ha più volte denunciato l’uso dello stupro di massa come arma per terrorizzare la popolazione e spingerla alla fuga. (R.P.)

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    In visita ad Alessandria d’Egitto il Patriarca di Mosca Kirill

    ◊   Il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill, si è recato in Egitto per una visita alla Chiesa ortodossa di Alessandria. Dalla sua intronizzazione, avvenuta nel 2004, è il secondo incontro che Kirill ha compiuto con i rappresentanti di una Chiesa ortodossa autocefala, dopo il viaggio dello scorso anno, dal 4 al 6 luglio, ad Istanbul in Turchia presso il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo. Sabato scorso Kirill ha celebrato con Teodoro II, Patriarca di Alessandria e dell’intera Africa, una funzione di ringraziamento nella cattedrale dell’Annunciazione, alla presenza di numerosi rappresentanti di entrambe le comunità ecclesiali. Nella stessa giornata - si legge su L’osservatore Romano - i due patriarchi hanno firmato un messaggio di cordoglio per la morte del presidente della Repubblica polacca, Lech Kaczyński, della moglie Maria e delle altre vittime del disastro aereo in Russia, nei pressi di Smolensk. Domenica, invece, i due patriarchi, di Mosca e di Alessandria, hanno concelebrato in tre lingue la Divina liturgia, alla presenza di rappresentanti della Chiesa ortodossa di Alessandria, dei membri della delegazione del Patriarcato di Mosca e dei responsabili della Chiesa copta e della Chiesa apostolica armena. Teodoro II, a chiusura della liturgia, ha reso omaggio a Kirill con una croce e due icone pettorali, mentre il Patriarca di Mosca ha offerto alla cattedrale dell’Annunciazione una copia dell’icona di Nostra Signora di Kazan, ricordando che quest’icona è legata alla liberazione della Russia dagli invasori stranieri in un difficile periodo storico chiamato “Smutnoye Vremya” (1598-1613). (C.F.)

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    Lettera della Cei sul rinnovamento della catechesi nell'attuale clima d'indifferenza e soggettivismo

    ◊   “Il rinnovamento della catechesi”: questo il titolo documento di base (Db), che la Conferenza episcopale italiana, a 40 anni dalla sua pubblicazione, nel 1970, ripropone all’attenzione di tutte le componenti della comunità ecclesiali, ad evidenziare “gli effetti positivi” che ne sono conseguiti nell’azione pastorale. Da qui la lettera della Commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, rivolta “alle comunità, ai presbiteri e ai catechisti”, intitolata “Annuncio e catechesi per la vita cristiana”. Nel testo – diffuso stamane dall’agenzia Sir - la Cei segnala “le sfide con cui devono fare i conti oggi l’evangelizzazione e la catechesi, e le nuove esigenze a cui devono rispondere nel contesto del nostro Paese, profondamente mutato rispetto a quarant’anni fa”. “Non rassegniamoci a lasciare che l’uomo viva solo in superficie, o che diventi schiavo del conformismo”, l’invito della lettera, in cui si afferma che “nel cammino della Chiesa italiana il Db ha soprattutto messo in evidenza il primato dell’evangelizzazione”. Il Db, è stato “la prima strada attraverso la quale i documenti conciliari sono arrivati alla base”: in Italia, “ha favorito il nascere e l’impiantarsi di una nuova sensibilità missionaria, ha introdotto nuove tematiche, un nuovo linguaggio, un nuovo metodo di lavoro”, elaborato “con la collaborazione di tutte le Chiese in Italia”. Sul piano dei contenuti della fede, il Db “ci ha insegnato che il centro vivo della catechesi è la persona di Gesù” ed “ha aiutato a veicolare una visione rinnovata della fede”, per cui “la catechesi ha la finalità non solo di trasmettere i contenuti della fede, ma di educare la ‘mentalità di fede’, di iniziare alla vita ecclesiale, di integrare fede e vita, insegnandoci a leggere il nostro tempo alla luce della parola di Dio”. In questa nuova prospettiva, i catechisti “sono maestri, educatori e testimoni della fede”, ma “nella Chiesa ogni cristiano, in forza del battesimo e della cresima, è responsabile dell’evangelizzazione: una responsabilità differenziata, ma comune”. Questo “impegno di evangelizzazione”, che “deve raggiungere le persone nella loro concreta situazione di vita”, che “non sono semplici destinatari della catechesi, ma protagonisti del proprio cammino di fede”. Anche il contesto sociale “va guardato con gli occhi della fede”: di qui la necessità di “essere fedeli alla parola di Dio e alle esigenze della persona”. Quella di oggi – si legge ancora nella lettera della Cei - è un’Italia con “larghe tracce di tradizione cristiana”, ma in cui “si diffonde una concezione della vita, da cui è escluso ogni riferimento al Trascendente”. Razionalismo, scientismo, relativismo, materialismo consumista: sono questi, per la Chiesa italiana, gli “influssi culturali” che hanno caratterizzato, in questi 40 anni, il “processo di secolarizzazione” che ha investito l’Italia, dove “sorti scenari culturali e religiosi nuovi che, se da una parte richiedono costante fedeltà agli orientamenti del Db, dall’altra esigono scelte pastorali e catechistiche nuove”, poiché “la Chiesa si trova in Italia di fronte a una situazione profondamente mutata rispetto a quella del 1970”. L’indifferenza religiosa, l’irrilevanza attribuita alla fede, in base alla quale giovani e adulti “non negano Dio, semplicemente non sono interessati”, il soggettivismo, che “induce molti cristiani a selezionare in maniera arbitraria i contenuti della fede e della morale cristiana”. Tutti fenomeni, questi, grazie ai quali la religione “viene relegata nella sfera del privato, con la conseguente relativizzazione dei contenuti storici e dottrinali del messaggio cristiano e dei modelli di comportamento che ne derivano”. Senza contare il “crescente pluralismo culturale e la pervasività della comunicazione multimediale”. (R.G.)

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    I vescovi italiani invitano a un giorno di preghiera per il Papa nel 5° anniversario della sua elezione

    ◊   Lunedì 19 aprile ricorre il quinto anniversario dell’elezione di Benedetto XVI al Pontificato. La presidenza della Conferenza episcopale italiana – riferisce un comunicato della Cei - “invita tutte le comunità ecclesiali a stringersi in quel giorno nella preghiera intorno a lui, centro di unità e segno visibile di comunione. In tale occasione, si individueranno a livello locale le forme più adatte (quali, per esempio, l’Eucaristia, la liturgia della Parola, veglie di preghiera, l’adorazione eucaristica e la recita del rosario) per rendere grazie a Dio per il magistero illuminato e la cristallina testimonianza del Papa. Nello stesso tempo, in quest’ora di prova – prosegue il comunicato - la Chiesa in Italia non viene meno al dovere della purificazione, pregando in particolare per le vittime di abusi sessuali e per quanti, in ogni parte del mondo, si sono macchiati di tali odiosi crimini. Confidando nella Sua parola, implora dal Signore energie nuove, perché ne rafforzi la passione educativa, sorretta dalla dedizione e dal generoso impegno di tanti sacerdoti che, insieme ai religiosi, alle religiose e ai laici, ogni giorno si spendono soprattutto nelle situazioni più difficili”.

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    Meeting dei giovani a Pompei: sarà dedicato al Papa il concerto di Angelo Branduardi

    ◊   Mancano ormai pochi giorni alla 24ª edizione del Meeting dei giovani e Pompei si prepara ad accogliere i pensieri, le testimonianze e le preghiere delle migliaia di ragazzi che ‘inonderanno’ l’Area Meeting dove, come ogni anno, si svolgerà la manifestazione. L’evento in programma il 1° maggio sarà caratterizzato dall’impegno straordinario di rappresentanti del mondo cattolico e delle istituzioni, di sportivi e di artisti che offriranno spunti di riflessione e regaleranno emozioni al popolo del Meeting. Tra questi, il cantautore Angelo Branduardi. A lui il compito di regalare le emozioni finali dell’intenso 1° maggio pompeiano. Con la vivacità interpretativa che lo contraddistingue e la sua musica intrisa di amore per la vita e per Dio, l’autore de “L’Infinitamente piccolo”, il celebre album dedicato alla figura di San Francesco d’Assisi, tradurrà in musica le emozioni di questa manifestazione sempre più attesa e amata da tutti. Il concerto del musicista lombardo sarà dedicato a Benedetto XVI, bersaglio di recenti attacchi mediatici. Attraverso le note del concerto di Branduardi e un momento di preghiera, il Meeting esprimerà tutta la sua solidarietà al Pontefice, al quale, ognuno, potrà manifestare il suo affetto inviando un SMS allo 366.4659294. Tutti gli sms inviati saranno raccolti in un ‘diario’ che verrà donato al Papa durante un’udienza speciale. Quest’anno le riflessioni dei protagonisti del Meeting si raccoglieranno intorno alla grande attenzione di Gesù verso i giovani, le loro attese e le loro speranze e verso il Suo desiderio di dialogare con ognuno di loro. Il tema scelto per l’appuntamento del prossimo 1° maggio, “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”, è, infatti, tratto dal passo del Vangelo di Marco che narra dell’incontro del giovane ricco con Gesù che, interrompendo il suo cammino, dialoga con questo giovane desideroso di imparare da Lui “a percorrere la strada della vita”. Il tema, già scelto per il 25° anniversario di istituzione della Giornata Mondiale della gioventù, sarà il filo conduttore di un incontro-dibattito tra i giovani e alcuni ospiti d’eccezione dell’evento. Il Meeting dei Giovani è un’iniziativa del Pontificio Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei. Durante la manifestazione saranno presentati i numerosi progetti di solidarietà che il Meeting, nel corso degli anni, ha concretizzato, in Italia e all’estero, grazie al sostegno di tutti quelli che, partecipando, hanno contribuito alla loro realizzazione. (I.P.)

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    Torino: omelia del cardinale Schönborn per l’ostensione della Sindone sulla Passione di Cristo

    ◊   “Passio Christi, passio hominis: il mistero del sabato Santo” è il tema della meditazione - ripresa dall’agenzia Zenit - che il cardinale Christoph Schönborn ha tenuto ieri sera nella cattedrale di Torino per l’Ostensione della Sindone 2010. “Oggi sulla terra c’è grande silenzio e solitudine”, ha affermato il porporato, la cui meditazione, ha ruotato attorno allo stato di morte, cioè alla separazione dell’anima dal corpo, che interessa tutti e che Gesù stesso ha sperimentato “come l’espressione di più profonda solidarietà con gli uomini”. “La morte di Cristo – ha spiegato Schönborn - lascia in un primo momento i suoi discepoli e la Chiesa tutta nello sgomento, nell’afflizione e nel timore. Il credente è invitato al silenzio, al raccoglimento e all’adorazione”. Con queste parole il porporato si è ricollegato al tema del mistero del Sabato santo, di cui la Sindone ci parla in maniera imponente. Questo giorno rappresenta infatti l’atteggiamento di attesa di tutta la terra e “ricorda il silenzio che precede la creazione del mondo (Gen 1,2), quando tutto attende che Dio agisca con potenza”. Secondo l’arcivescovo di Vienna, la Sindone invita a riflettere su temi di primaria importanza per l’uomo di tutti i tempi e seppure il contenuto di fede risulta ostico, perché immerso in un immaginario del tutto avulso dalla realtà quotidiana, la moderna coscienza razionale non deve spaventarsi ma impegnarsi a cogliere il senso e il valore della morte. “Dio si reca nell’abbassamento per condurre gli uomini in alto”, allo stato di gloria di Gesù che muore ma al tempo stesso “è il Beato che chiama alla beata comunione tutti i giusti che sono morti con lui”. Il Figlio di Dio - concluso il porporato - “si è inserito nella genealogia del genere umano peccatore, per redimere tutti, fino ad Adamo, il progenitore di tutti gli uomini”. (C.F.)

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    Bruxelles: plenaria degli episcopati europei sull'Anno europeo di lotta alla povertà

    ◊   La Commissione degli episcopati della Comunità Europea tiene domani a Bruxelles la propria plenaria di primavera dedicata principalmente al tema “Il 2010, Anno europeo di lotta contro la povertà e l’esclusione”. Sull’argomento di fondo interverranno Anne Degrand Guillaud, della Commissione europea, coordinatrice dell’ “Anno”, il padre Erny Gillen, presidente di Caritas Europa e Jean-Baptiste de Foucault, presidente dell’Associazione francese “Nuove solidarietà davanti alla disoccupazione”. Verranno successivamente illustrati da funzionari della Commissione di Bruxelles il “Programma di lavoro 2010” della Commissione medesima e la “Strategia UE 2020”. I vescovi della Comece dovrebbero anche adottare i rapporti su “La libertà religiosa come pilastro della politica dei Diritti Umani nelle relazioni esterne dell’UE” e “Proposte per una politica europea in vista della Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare nel 2010”. L’agenda dei lavori include inoltre l’adozione di una posizione comune delle Chiese cristiane europee (Comece-Kek) sull’applicazione dell’articolo 17 (3) del Trattato di Lisbona relativo al dialogo tra l’Unione Europea e le Chiese. Il pubblico è invitato a partecipare all’incontro-dibattito dal titolo “I bambini, una speranza per tutti” ; sarà presente il padre Georg Sporschill, gesuita austriaco inviato in Romania dopo la caduta del Muro per soccorrere i bambini abbandonati di Bucarest. Con gli anni è riuscito a creare il progetto sociale “Concordia”, una comunità diffusa in Romania e Moldavia con un migliaio di membri; la struttura offre frequenza scolastica e laboratori di formazione agli adolescenti e assicura sicurezza e istruzione ai bambini di strada. Una conferenza stampa sugli esiti della plenaria è prevista venerdì 16 alle ore 14 presso la sede della Comece. (A cura di Marina Vitalini)

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    La crescente ostilità nei confronti della Chiesa al centro della plenaria dei vescovi messicani

    ◊   Riunita da ieri in Assemblea plenaria la Conferenza episcopale messicana (Cem), i cui lavori proseguiranno fino al 16 aprile a Cuautitlan Izcalli. Al centro del dibattito, alla luce degli statuti e del messaggio del Sinodo del 2008, è il tema "La parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa". Per cinque giorni i presuli esamineranno e approveranno i programmi delle diverse commissioni episcopali della Cem per un servizio efficiente di comunione e di collegialità. Anche se non rientra nell'ordine del giorno, si attende - riferisce L’Osservatore Romano - che l'Assemblea prenda in considerazione la campagna "ostile" di questi giorni contro il Papa e la Chiesa cattolica, e i vescovi del Messico sottoscrivano una dichiarazione di sostegno e solidarietà a Benedetto XVI. Analogamente si prevede che le Commissioni della pastorale sociale e della comunicazione propongano all'Assemblea l'urgenza a tutti i livelli ecclesiali e della società di partecipare alla campagna per la pace in Messico. La situazione sociale e politica del Paese è segnata da tensioni di varia natura. Dinanzi al dibattito che si è acceso sulla parificazione delle unioni omosessuali al matrimonio, i presuli, di recente, hanno fatto sentire la loro voce in difesa del vero matrimonio, tra un uomo e una donna. L'arcidiocesi di México ha denunciato le violente critiche ricevute da diversi settori anti-cattolici per avere difeso la famiglia: "Gli insulti e le accuse contro la Chiesa cattolica e i suoi ministri si sono moltiplicati non solo nelle espressioni di alcuni politici del Distretto federale, ma anche fra molti commentatori dei media, che hanno espresso il grado di intolleranza a cui siamo arrivati in Messico". Città del Messico è diventata la prima città dell'America latina a legalizzare i matrimoni omosessuali. La legislazione approvata la vigilia di Natale 2009 va ben oltre quella del 2006. Le coppie omosessuali avranno anche la possibilità di adottare dei bambini. (R.G.)

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    I vescovi maroniti invitano i libanesi a stringersi intorno al loro Paese

    ◊   “Rendiamo grazie a Dio per la situazione in Libano, un poco migliorata nonostante gli eventi dolorosi che lo circondano. La violenza che l’aveva colpito è regredita grazie ai responsabili della sicurezza nel Paese”. Nelle parole dei vescovi maroniti libanesi - riferisce l'agenzia Sir - si nota la soddisfazione per una situazione nazionale in via di miglioramento grazie anche alla Pasqua che, “ha sparso un clima di ottimismo” malgrado le difficoltà della vita di tutti i giorni e della “popolazione che soffre la miseria”. Nel comunicato finale della loro riunione mensile, svoltasi il 7 aprile a Bkerké, sotto la presidenza del cardinale Nasrallah-Pierre Sfeir, e diffuso oggi dal patriarcato maronita, i vescovi auspicano che “gli eventi che si svolgono intorno a noi possano spingere i libanesi a stringersi intorno al loro Paese, a rigettare il rancore che li divide e di operare insieme per realizzare il bene del Libano, anche in vista delle prossime elezioni dei consigli municipali. Ringraziamo Dio – conclude il documento – per le grazie e le benedizioni che ci concede. Preghiamo affinché ci unisca ancora di più e che allontani da noi la divisione”. (R.P.)

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    Laos: più di 4mila fedeli all’ordinazione del nuovo vicario apostolico di Savannakhet

    ◊   Più di 4mila fedeli laotiani hanno partecipato alla cerimonia di consacrazione del nuovo vicario apostolico di Savannakhet, mons. Jean Marie Prida Inthirath. L’ordinazione – riferisce l’agenzia Ucan - ha avuto luogo sabato scorso nella cattedrale di San Luigi a Thakhek, per le mani di mons. Louis-Marie Ling Manghanekhoun, vicario apostolico di Paksé, nonché presidente della Conferenza episcopale del Laos. Accanto a lui, mons. Jean Khamse Vithavong , vicario apostolico di Vientiane e mons. Salvatore Pennacchio, delegato apostolico presso il Laos. Allo speciale evento hanno inoltre partecipato una dozzina di vescovi dalla Cambogia, Laos, Malaysia e Thailandia insieme a un’ottantina di sacerdoti. Nel suo intervento, mons. Pennacchio ha esortato i sacerdoti di Savannakhet a stare vicini a mons. Prida, ricordando che essi sono “i primi collaboratori del vescovo”. “ Per svolgere più efficacemente il vostro apostolato – ha detto – questo rapporto dovrebbe essere basato innanzitutto sulla carità”. L’arcivescovo ha inoltre sottolineato il ruolo centrale dei fedeli laici: ”Anche voi – ha evidenziato - avete il compito di collaborare con il vostro primo pastore, di testimoniare il Vangelo dell’amore e il messaggio della Salvezza”. 53 anni, quinto di 7 figli, mons. Prida è stato ordinato sacerdote nel 1985, svolgendo per molti anni il suo ministero a Savannakhet. Nel 2003 è diventato rettore del Seminario Maggiore di San Giovanni Vianney a Thakhek, l’unico seminario del Paese. È stato nominato vicario apostolico di Savannakhet lo scorso 19 febbraio. Il Vicariato conta 12.500 cattolici, assistiti da sei sacerdoti, su una popolazione di più di un milione di abitanti in maggioranza buddisti. (L.Z.)

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    Vietnam: la Caritas di Ho Chi Minh City punta sulla formazione degli operatori

    ◊   Lavorare insieme e discutere insieme delle difficoltà che si presentano nello svolgimento del lavoro sociale e dell’attività caritativa, che testimoni l’amore di Gesù. Anche nella cooperazione con altri gruppi che svolgono lavori sociali. Sono le finalità della Caritas emerse nei due giorni di incontri conclusisi ieri a Ho Chi Minh City e che hanno visto la partecipazione di 185 responsabili di 150 parrocchie dell’arcidiocesi di Saigon. Attraverso la formazione, si spera che possano continuare a svilupparsi in modo sempre migliore le attività sociali e caritative. L’obiettivo del corso era fornire conoscenze e esperienze di lavoro sociale per migliorare i compiti dei partecipanti all’interno e all’esterno delle parrocchie, secondo il modello dei Fondamenti del lavoro sociale, preparati dal dr. Vu Nhi Cong. Thanh, della Caritas della parrocchia di Binh An Ha, spiega ad AsiaNews che “attraverso il metodo partecipativo nella metodologia dell’insegnamento, abbiamo unità, mostrando le esperienze d lavoro ed esponendo numerose opinioni utili per l’attività della Caritas”. Anche un’altra partecipante, Thuy, pensa che “in occasione dell’incontro, tutti I responsabili nelle 150 parrocchie hanno avuto l’opportunità di scambiarsi esperienze preziose. Noi, infatti, lavoriamo da parecchi anni nelle attività sociali e caritatice”. Ogni parrocchia, in effetti, ha esposto attivià sociali e caritative ricche e diverse, che aiutano le persone, che facciano parte o meno della parrocchia, senza discriminazioni tra cattolici e non. (R.P.)

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    Omaggio del Consiglio Mondiale delle Chiese al leader ecumenico indiano Kunchala Rajaratnam

    ◊   Un protagonista del dialogo tra le religioni e un difensore autorevole dei diritti delle minoranze, in particolare i dalit. Così, il segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc), Olav Fykse Tveit, ricorda in una lettera - di cui riferisce l’Osservatore Romano - il leader ecumenico Kunchala Rajaratnam, morto il 7 aprile scorso all'età di 89 anni. Rajaratnam, fra l'altro, fu direttore del Gurukul Lutheran Theological College and Research Institute, segretario esecutivo dell'United Evangelical Lutheran Churches in India, segretario per l'Asia della Lutheran World Federation in Geneva e presidente del National Council of Churches in India. "È con profonda tristezza - è sottolineato nella missiva indirizzata al segretario esecutivo della United Evangelical Lutheran Churches in India, Augustine Jayakumar - che abbiamo ricevuto la notizia della morte del leader ecumenico. Il Wcc si unisce a voi nel ringraziare Dio per la vita e la testimonianza di Kunchala Rajaratnam, per la sua leadership all'interno delle comunità religiose e per il dialogo ecumenico". Dopo aver ricordato la sua giovanile esperienza in un movimento studentesco cristiano e i vari incarichi di responsabilità ricevuti in varie organizzazioni religiose e Ong, il segretario del Wcc sottolinea anche il forte impegno del leader a favore dei dalit in India. "Egli ha dato nuovo vigore all'Indian Christian dalit Movement - è scritto - e fu determinante nel promuovere l'impegno ecumenico nelle comunità religiose a favore della liberazione dei dalit". Fra l'altro, è aggiunto, "gli studi di economia consentirono al leader di articolare alcune riflessioni e proposte in merito ad alcune disparità e ingiustizie riscontrate nelle politiche dei Governi e delle istituzioni finanziarie". Il segretario del Wcc conclude, a tale proposito, evidenziando la premura "nella tutela dei diritti delle popolazioni rurali e l'impegno nel contrastare le disumane politiche di sviluppo economico", che portarono Rajaratnam a fondare nei primi anni Ottanta del secolo scorso il Centre for Research on a New International Economic Order. (R.G.)

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    Filippine: l’impegno dei missionari a Mindanao per promuovere la pace e il dialogo interreligioso

    ◊   Nella provincia filippina di Lanao del Sur a Mindanao, oppressa da oltre 40 anni di guerra tra esercito governativo e ribelli islamici, due missionari - il francescano padre Randy Glore Rendora e la carmelitana di Santa Teresa di Gesù Bambino, suor Claire Marie - stanno compiendo un operoso lavoro per promuovere il dialogo interreligioso tra cristiani e musulmani, attraverso la condivisione dei valori del Vangelo, e per trasmettere, attraverso l’insegnamento nelle scuole, la cultura della pace. L’opera di suor Claire Marie – informa l’agenzia AsiaNews – si svolge prevalentemente nelle scuole, essendo insegnante nella diocesi di Malaybalay, a Lanao del Sur. Con l’aiuto di due consorelle, la missionaria carmelitana svolge seminari e corsi di formazione religiosa e spirituale in oltre 50 scuole pubbliche della zona. Le lezioni sono rivolte a insegnanti, studenti e genitori di entrambe le fedi. Padre Randy Glore Rendora, invece, è stato per un mese ospite di una famiglia musulmana di Sogod, piccolo villaggio nei pressi della città di Marawi, a Lanao del Sur, dove ha condiviso con loro l’esperienza del Vangelo. “Mi hanno trattato come un membro della famiglia – commenta padre Randy – e mi hanno cambiato il nome in Achmad, che in arabo significa costante ringraziamento a Dio”. “Senza questo approccio – prosegue il francescano – la fede non è genuina e non ci potrà mai essere un vero dialogo tra cristiani e musulmani a Mindanao”. (C.F.)

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    Iraq: Prime Comunioni in abiti tradizionali per ribadire l'identità cristiana ed irachena

    ◊   Prime Comunioni in abiti tradizionali per ribadire la propria identità cristiana ed irachena. E’ l’iniziativa di padre Douglas Al Bazi, parroco della chiesa caldea di Mar Eliya a Baghdad che nei giorni scorsi ha conferito il sacramento della Comunione a 35 bambini, tutti avvolti nei vestiti tradizionali dei loro villaggi di provenienza, appositamente cuciti dalle donne di casa. “Mi è sembrato il modo giusto per affermare la nostra identità che è fatta di liturgia, lingua, cibo, tradizione ma anche di abbigliamento – ha dichiarato a Baghdadhope il parroco ripreso dall'agenzia Sir - non si tratta di un ritorno al passato, quanto piuttosto del desiderio di vivere il presente e pensare al futuro senza perdere ciò che ci ha reso ciò che siamo. Siamo iracheni e cristiani, queste sono le nostre tradizioni. Ricordarle potrà solo arricchire il nostro bagaglio culturale. I colori ed i decori non hanno tolto nulla alla sacralità del momento ben preparato dal catechismo, ma sono certo che rimarranno per sempre nei ricordi dei bambini e dei loro genitori”. La maggior parte delle famiglie veniva da villaggi del Nord come Tel kaif, Batnaya, Tellesqof ed anche da Mosul. Si tratta della Prima cerimonia del genere degli ultimi decenni anche se, in passato, si usava vestire i bambini e le bambine con gli abiti 'monacali' da Prima Comunione che si indossano nelle chiese di tutto il mondo. (R.P.)

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    Perù: il convento dei francescani di Santa Rosa de Ocopa festeggia i suoi 285 anni

    ◊   Il famoso convento di Santa Rosa de Ocopa, fondato dai francescani, celebra questo mese 285 anni della sua fondazione e 100 anni della morte del venerabile padre Pio Sarobe. Dal 12 al 18 aprile - riporta l'agenzia Fides - si celebra la Settimana "Ocopina", con delle conferenze che illustreranno la storia, l'influenza nella regione del convento ed il lavoro missionario svolto da parte di alcuni importanti Padri francescani. Inoltre si tengono durante la Settimana giornate di festa per bambini e giovani, un festival folkloristico e musicale. Ci sarà inoltre un Concerto corale offerta dall'Università Cattolica Sedes Sapientiae, sabato 17, presso la chiesa. Il giorno della festa, domenica prossima 18 aprile, la Messa delle ore 16 sarà presieduta da mons. Pedro Barreto, arcivescovo di Huancayo, alla quale parteciperanno le autorità e tutta la comunità parrocchiale. Il convento di Santa Rosa de Ocopa, al centro del Perù, proprio nelle Ande centrali, è considerato un gioiello della Valle del Mantaro, da dove iniziò l'evangelizzazione del popolo della regione. Fu anche il centro operativo da cui si organizzò l'evangelizzazione della foresta, fino ai confini settentrionali e orientali del Paese. (R.P.)

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    All’Istituto Massimo di Roma convegno internazionale sui gesuiti e l’astronomia

    ◊   “I gesuiti e l’astronomia”: è il titolo della 27.ma edizione de “I gesuiti e la storia” che quest’anno si terrà a Roma da domani al 17 aprile presso l’Istituto Massimo, la scuola dei gesuiti all’Eur. E’ un convegno internazionale a cui partecipano i collegi dei gesuiti di Roma, Milano, Napoli, Messina, Palermo, Torino, Malaga, Siviglia, Barcellona, Danzica, Scutari (Albania), Malta. I relatori - informa una nota dell’Istituto Massimo - sono i ragazzi stessi, preparati dai loro professori. Quest’anno il numero complessivo dei partecipanti è più di cinquanta. Il convegno è nato per iniziativa di padre Patti nel 1983, inizialmente per le scuole italiane. Da alcuni anni si è esteso ad altre scuole europee, ed ora la lingua del convegno è l'inglese. I gesuiti sono da sempre impegnati nel dialogo tra cultura e religione. Fulcro essenziale di questo dialogo è la storia. La relazione introduttiva del convegno sarà tenuta dal gesuita astronomo americano Guy Consolmagno, membro della Specola Vaticana, curatore della collezione dei meteoriti del Vaticano e docente all’Università dell’Arizona a Tucson. Tra i temi che verranno trattati ci sono “Astronomia, scienza e fede”, “Civette e telescopi: i grandi occhi che guardano nella notte”, ”Brera: il genio nascosto dietro Boscovich”, “Gli apparecchi misuratori astronomici”. Proprio per questa occasione, presso l’Istituto Massimo sono esposti per la prima volta due globi (uno celeste e uno terrestre) del ‘600, disegnati e costruiti nel 1671 per Papa Clemente X Altieri dal monaco silvestrino Carlo Benci e poi venduti al Principe Camillo Massimo e conservati nella villa di sua proprietà. Sono stati appena restaurati e nel prossimo autunno saranno ufficialmente presentati al pubblico, alla città di Roma e agli studiosi in occasione del 50.mo anniversario della nuova sede dell’Istituto. (A.G.)

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    Cordoglio per la scomparsa di Gianfranco Fineschi, già ortopedico di Giovanni Paolo II

    ◊   Un medico “amico di Papa Wojtyla”: così era conosciuto Gianfranco Fineschi, ortopedico e docente universitario, spentosi nella notte tra domenica e lunedì all’età di 87 anni, a Cavriglia, in Toscana. Autore del libro “Giovanni Paolo II nel ricordo di uno dei suoi chirurghi” (Edizione Piccin), pubblicato nel 2007 due anni dopo la scomparsa del Papa, Fineschi fu uno dei medici che curò Giovanni Paolo II e con il quale instaurò un rapporto di amicizia, stima e affetto. Nato a Firenze il 17 marzo 1923, è stato il più prestigioso allievo della Scuola ortopedica fiorentina fondata dal prof. Oscar Scaglietti. Nel 1967, poco più che quarantenne, venne chiamato a ricoprire la cattedra di Ortopedia dell’Università Cattolica di Roma, dove fondò e diresse l’Istituto di Clinica ortopedica. In quella sede per 27 anni svolse la sua attività didattica nel Corso di laurea e nella Scuola di specializzazione in ortopedia e traumatologia. In una nota, l’Università Cattolica di Roma sottolinea che Fineschi ha saputo coniugare la scienza con l’umanesimo e la cultura. Era infatti noto anche come “rosaista e rodologo”, cioè studioso appassionato e collezionista di tutte le specie botaniche del Genus Rosa. Per questo hobby creò un grande roseto nel comune di Cavriglia con oltre settemila specie e varietà, chiamato “Roseto Botanico Carla Fineschi”, in memoria di sua moglie. (R.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Vertice di Washington sulla sicurezza nucleare: più vicine le sanzioni all'Iran

    ◊   Al via a Washington la seconda e ultima giornata del vertice sulla sicurezza nucleare voluto dall’amministrazione americana. Intanto, dopo l’incontro di ieri tra il presidente Usa Obama e quello cinese Hu Jintao, Washington ha detto di aver ricevuto il consenso di Pechino per lavorare ad un rafforzamento delle sanzioni all’Iran. Immediata la risposta di Teheran che ha detto di non considerare le dichiarazioni della Cina sul nucleare come un segnale di appoggio agli Stati Uniti. Il servizio di Elena Molinari:

    Barack Obama ha chiuso la prima giornata del Summit sulla sicurezza nucleare, ottenendo un impegno importante dalla Cina a lavorare insieme sulle sanzioni per l’Iran oltre a quello dell’Ucraina a eliminare entro il 2012 le sue scorte di uranio arricchito. Obama ha espresso la speranza così di far scattare le sanzioni verso l’Iran nel giro di poche settimane e ha manifestato ottimismo sulla capacità del Summit di decidere azioni concrete, per combattere la minaccia del terrorismo nucleare. Al vertice di Washington partecipano le delegazioni di 47 Paesi, quasi tutti guidati da capi di Stato e di governo. E’ il più imponente raduno di leader mai organizzato da un presidente Usa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Obama, che ha definito il rischio di terrorismo nucleare “la più grave minaccia alla sicurezza degli Stati Uniti”, ha proposto un piano di azione per mettere sottochiave nel giro di quattro anni tutto il materiale fissile, attualmente a rischio di finire nelle mani di Stati pericolosi, come Iran e Corea del Nord, o di organizzazioni terroristiche, come Al Qaeda.

     
    Afghanistan
    Si cerca di fare chiarezza sulla vicenda che ha portato all’arresto dei tre operatori italiani di Emergency. La polizia afgana e il personale locale hanno preso il controllo dell’ospedale della Ong italiana a Lashkar-gah. Tutti gli operatori stranieri hanno infatti lasciato la struttura sanitaria. A darne notizia è la stessa organizzazione di Gino Strada, che denuncia inoltre di non avere ancora notizie dei tre collaboratori arrestati e di non sapere dove si trovino. Dal canto suo, il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, che riferirà sulla vicenda domani in Parlamento, ha assicurato che i tre volontari non saranno abbandonati e ha incaricato l’ambasciatore italiano a Kabul di nominare un avvocato per la loro assistenza legale. Sul terreno intanto resta alta la tensione: tre donne sono morte nella provincia di Kapisa dopo essere state colpite da alcuni razzi lanciati dai talebani.

    Pakistan
    Almeno 13 miliziani sono morti nell’ennesimo attacco di un aereo senza pilota Usa nel nord del Waziristan, in Pakistan. Il drone ha colpito con due missili un complesso appartenente a un sospetto comandante islamico estremista identificato come Tarik Khan.

    Filippine
    Almeno 15 persone sono rimaste uccise a causa all'esplosione di due bombe e del conflitto a fuoco che ne è seguito ad Isabela, capitale dell'isola meridionale filippina di Basilan. L'esercito ha attribuito l’attacco al gruppo islamico di Abu Sayyaf, legato ad Al Qaeda. I due ordigni sono esplosi davanti ad un edificio dell'amministrazione pubblica e alla cattedrale della città, danneggiando entrambi. Dopo le esplosioni, miliziani islamici e soldati hanno ingaggiato un duro scontro che si è protratto per alcune ore. Sulle isole di Basilan e Jolo opererebbero circa 400 ribelli del gruppo terroristico Abu Sayyaf.

    Australia: disincagliato cargo su barriera corallina
    Sciagura ambientale scongiurata a largo delle coste dell’Australia. Il cargo cinese che si era arenato sulla grande barriera corallina il 3 aprile scorso è stato riportato in galleggiamento col favore dell'alta marea. Secondo le autorità australiane non ci sono state perdite delle circa 65.000 tonnellate di carbone a bordo. Tuttavia il presidente della riserva marina che protegge la barriera ha denunciato “danni considerevoli” arrecati dallo scafo della nave.

    Sudan
    Le autorità sudanesi hanno deciso di prolungare di altri due giorni – fino a giovedì – le prime elezioni multipartitiche nel Paese negli ultimi 24 anni per il rinnovo della presidenza, del Parlamento e dei governi locali. La decisione arriva in seguito a ritardi nelle operazioni di voto, provocati dalle numerose denunce di brogli.

    Grecia
    La Grecia ha concluso con successo le aste di oggi sui titoli di Stato per 1,2 miliardi euro. Il mercato ha risposto positivamente comprando titoli per un ammontare maggiore di quello inizialmente offerto, raggiungendo così 1,56 miliardi di euro di titoli complessivi. Tutta la comunità internazionale e in particolare l’Europa avevano gli occhi puntati sulla reazione dei mercati finanziari dopo la decisione dell'Eurogruppo di mettere a disposizione 30 miliardi di euro per un eventuale intervento d'emergenza in favore di Atene.

    Polonia, camera ardente Kaczynski
    A tre giorni dal disastro aereo di Smolensk, in Russia - in cui hanno perso la vita i leader dello Stato polacco mentre si recavano a Katyn per commemorare il massacro sovietico - si apre oggi a Varsavia la camera ardente del presidente Lech Kaczynski, le cui spoglie saranno esposte accanto a quelle delle moglie Maria. I funerali di Stato si svolgeranno probabilmente sabato. Jacek Sasin, ministro di Stato alla presidenza, ha tuttavia precisato che le esequie si terranno solo quando saranno arrivati i resti di tutte le 96 vittime dell’incidente. Intanto, il vice premier russo Ivanov ha annunciato che gli inquirenti di Mosca hanno escluso che l’incidente sia stato causato da un'esplosione o un incendio a bordo del velivolo.

    Italia
    Giornata di lutto oggi in tutto l’Alto Adige per ricordare le nove vittime dell’incidente ferroviario avvenuto ieri sulla linea Malles-Merano. Cordoglio e vicinanza sono state espresse dal governo, dal Quirinale, dalle autorità religiose, ma anche dai rappresentanti dell’Unione Europea. Per la frana che ha causato il deragliamento del terno otto persone sono state iscritte nel registro degli indagati.

    Karadzic
    Radovan Karadzic affronterà oggi il primo testimone dell'accusa davanti al Tribunale penale internazionale per i crimini commessi nell’ex Jugoslavia. Ha annunciato che sarà presente in aula l’ex capo dei serbi di Bosnia, accusato di crimini contro l'umanità e genocidio commessi durante la guerra tra il 92 e il 95. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 103

     
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