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Sommario del 10/04/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Precipita in Russia l'aereo presidenziale polacco: tra le vittime anche il presidente Kaczynski. Il cordoglio di Benedetto XVI
  • Benedetto XVI all'anteprima del film su Pio XII: grande maestro di carità, salvò Roma e molti perseguitati
  • Pubblicato il programma della visita apostolica del Papa a Cipro
  • La preghiera di Benedetto XVI per le vittime delle alluvioni in Brasile
  • Caso Kiesle. Smentite le nuove accuse
  • Gli attacchi al Papa moltiplicano la solidarietà: L'arcivescovo di Washington: Benedetto XVI ha messo le vittime al centro dell'attenzione
  • Rinunce e nomine
  • Il cardinale Bertone in visita nelle città cilene di Concepciòn e Talcahuano
  • A Loreto il Seminario mondiale dei cappellani dell'aviazione civile
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Apertura dell'Ostensione della Sindone: intervista con padre Lombardi
  • Scienza e Vita sulla fecondazione eterologa: grave decisione della Corte di Strasburgo
  • Il cardinale Comastri: uno degli apostoli è Giuda, ma gli altri 11 sono martiri
  • Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Banca Mondiale: migliaia di bambini africani uccisi dalla crisi economica
  • Cresce il flusso di migranti provenienti da Asia e Africa
  • Sudan: appello di Caritas Internationalis per elezioni corrette e pacifiche
  • Soddisfazione dei vescovi Usa per la firma dello Start 2
  • Haiti: raccolti circa 60 milioni di dollari nelle parrocchie degli Usa
  • A Washington due gesuiti per sensibilizzare sulla ricostruzione di Haiti
  • L’India ratifica la Convenzione Onu contro la tortura
  • Cresce la violenza anticristiana nello Stato indiano del Karnataka
  • Kenya: ancora nessun accordo tra Chiesa e Stato sulla revisione della Costituzione
  • Venezuela: un missionario laico e un volontario italiani scomparsi a Merida dal 6 aprile
  • Solidarietà al Papa dei Cavalieri di Colombo che organizzano una novena
  • Argentina: migliaia di fedeli in tutto il Paese celebrano la festa della Divina Misericordia
  • Guinea Bissau: nasce la parrocchia di Bigene, alla sua guida un sacerdote fidei donum
  • Germania: mons. Pilz lascia l’Opera dell’Infanzia Missionaria
  • Taiwan: lettera dei vescovi per la Giornata Mondiale della Gioventù
  • Gmg-Madrid 2011: primi gemellaggi tra diocesi spagnole ed italiane
  • Italia: a Roma Forum dei giovani in vista della 46.ma Settimana sociale dei cattolici
  • "Verità e amore": giornata di studio a Roma promossa dalla Pontificia Università Salesiana
  • 24 Ore nel Mondo

  • Proseguono le manifestazioni antigovernative in Thailandia: almeno 93 feriti nei nuovi scontri tra polizia e "camicie rosse"
  • Il Papa e la Santa Sede



    Precipita in Russia l'aereo presidenziale polacco: tra le vittime anche il presidente Kaczynski. Il cordoglio di Benedetto XVI

    ◊   L’aereo con a bordo il presidente polacco, Lech Kaczynski, è precipitato prima di atterrare all’aeroporto di Smolensk, nella Russia occidentale. Non ci sono superstiti: il bilancio è di 96 morti. Benedetto XVI ha inviato un messaggio di cordoglio indirizzato al presidente del Parlamento della Repubblica di Polonia, Bronislaw Komorowski. “E’ con profondo dolore – scrive il Papa - che ho appreso la notizia della tragica morte del presidente Kaczynski, della sua moglie e delle persone che lo accompagnavano in viaggio a Katyn”. Tra loro – aggiunge il Santo Padre – anche “Ryszard Kaczorowski, l’ex-presidente della Repubblica in esilio, il vescovo foraneo Tadeusz Ploski, l’arcivescovo ortodosso foraneo Miron Chodakowski e il pastore militare evangelico Adam Pilsch”. “Affido tutte le vittime di questo drammatico incidente - si legge nel messaggio - alla bontà di Dio misericordioso”. Nella sciagura, oltre al presidente Kaczynski, hanno perso la vita anche importanti esponenti della leadership polacca. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Tra le vittime anche il governatore della Banca centrale, il capo di Stato maggiore dell’esercito e il vice ministro degli Esteri. Kaczynski sarebbe dovuto atterrare all’aeroporto di Smolensk per recarsi poi a Katyń, dove esiste una delle più imponenti fosse comuni dell’intera Europa e teatro di un eccidio costato la vita a quasi 22 mila tra ufficiali e cittadini polacchi, uccisi dai soldati dell’Armata Rossa nel 1940. “I sovietici - ha detto l’ex presidente polacco e fondatore di Solidarnosc Lech Walesa - hanno eliminato 70 anni fa la classe politica polacca a Katyń. Oggi sempre a Katyń – ha aggiunto - è morta l’elite polacca”. Secondo le prime indagini, la sciagura è stata causata dal maltempo e dalla fitta nebbia. L’aereo ha toccato le cime degli alberi prima di schiantarsi al suolo. Fonti russe hanno reso noto che la torre di controllo aveva sconsigliato l’atterraggio per le proibitive condizioni del tempo. Ma il pilota avrebbe ignorato l’avvertimento. Con quello odierno, sale a 1175 il numero delle vittime provocate, negli ultimi 15 anni, da sciagure aeree con un Tupolev. Dopo questa disgrazia la Polonia sarà chiamata a scrivere un nuovo corso politico: il portavoce del governo ha annunciato che elezioni presidenziali anticipate si terranno in Polonia già prima dell'estate.

     
    La Giornata del ricordo si è dunque trasformata in quella della tragedia. E’ quanto sottolinea il cardinale polacco Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica, che ha accolto in Vaticano una delegazione di Solidarnosc: ascoltiamolo al microfono di Krzysztof Bronk:

    “Oggi per i polacchi sarebbe dovuta essere una giornata di gioia in Vaticano. E’ arrivato un pellegrinaggio di Solidarnosc in occasione del 30.mo anniversario della Fondazione, cinque anni dopo la morte di Giovanni Paolo II. Solidarnosc voleva anche esprimere un riconoscimento ad un grande Papa polacco che ha aiutato la Polonia a risorgere dall’oppressione comunista. Oggi avremmo voluto gioire e ricordare. Ma questa giornata è perturbata da una grande tragedia: la caduta dell’aereo polacco con le autorità in viaggio per partecipare alle celebrazioni di Katyń. Il presidente, il governatore della banca ed altri rappresentanti di importanti istituzioni sono morti. Oggi pregheremo per loro, pregheremo nello spirito della speranza cristiana. Pregheremo soprattutto per la Polonia, perché Dio la aiuti a trovare la strada verso un futuro sempre migliore”.

     
    La notizia giunta stamani dalla Russia ha suscitato sgomento nell’intera opinione pubblica polacca. Per un commento sentiamo il giornalista e parlamentare europeo Jas Gawronski, raggiunto telefonicamente da Stefano Leszczynski:

    R. – Diciamo che una buona fetta della leadership polacca scompare, viene annullata. In Polonia, in una classe politica di questo livello, non ce n’è tantissima, essendo un Paese che è appena emerso da lunghi anni di dittatura. E’ vero che si sono già formati dei governanti molto capaci, però è un avvenimento che colpisce un Paese giovane, un Paese nuovo.

     
    D. – Kaczynski è stato uno dei protagonisti della storia politica di questi ultimi anni…

     
    R. – Certo. Non era amato da tutti, però era un grande personaggio. Se lo si può riassumere in un aggettivo, direi “patriota”. Era un patriota polacco intenso, fortissimo, tanto intenso che per alcuni lo era anche eccessivamente. Il suo era un patriottismo che tendeva a sfociare nel nazionalismo, però era un personaggio nato e formatosi politicamente all’ombra di Wałęsa. Kaczynski era anche abbastanza popolare da essere considerato un possibile candidato alla sua propria rielezione a presidente della Repubblica, nelle elezioni che ci sarebbero state in autunno.

     
    D. – Da un punto di vista economico, la Polonia è in una fase delicata. Il fatto che ci fossero anche dei vertici della direzione economica e monetaria polacca può avere delle ripercussioni sull’andamento del Paese?

     
    R. – Sì, soprattutto perché questo governatore era di grandissima qualità, rispettato e stimato da tutti gli altri alti funzionari delle Banche centrali degli altri Paesi. Quindi, credo che questo sarà un colpo abbastanza grave per l’organizzazione della finanza polacca.

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    Benedetto XVI all'anteprima del film su Pio XII: grande maestro di carità, salvò Roma e molti perseguitati

    ◊   Benedetto XVI ha assistito ieri a Castel Gandolfo alla proiezione in anteprima della miniserie televisiva intitolata “Sotto il cielo di Roma”, che racconta il ruolo che svolse Pio XII nella salvezza di Roma e di molti perseguitati ebrei tra il 1943 e il 1944. Dell’opera, prodotta dalla Lux Vide e che verrà trasmessa su Raiuno, il Papa ha apprezzato particolarmente l’aspetto della carità di Pio XII, definito anche un “grande maestro” di fede e di speranza. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    (musica – effetti)

     
    Sotto il cielo di Roma del 1943, gli stivali dei soldati tedeschi marciano verso il Ghetto. E’ l’alba del 16 ottobre e per l’antico quartiere capitolino sta per consumarsi una delle pagine più nere. Oltre 1000 ebrei, 200 dei quali bambini, vengono rastrellati, rinchiusi su 18 carri bestiame e portati a nord, destinazione Auschwitz. E’ questa una delle storie di fondo che si intrecciano alla più grande storia narrata dall’ultima produzione della Lux Vide. Protagonista è la figura di Papa Pacelli, che in particolare negli anni di guerra che vanno dall’armistizio italiano dell’8 settembre ’43 alla liberazione di Roma del 4 giugno del ’44, emerge nella sua statura di Pastore che prende spiritualmente e materialmente a cuore la sorte del suo gregge e non solo. Commentando il film, visto in anteprima, Benedetto XVI ha messo in risalto queste doti mostrate dal Papa della “sua giovinezza”:
     
    “Con il suo ricco insegnamento ha saputo parlare agli uomini del suo tempo indicando la strada della Verità e con la sua grande saggezza ha saputo orientare la Chiesa verso l’orizzonte del Terzo Millennio. Mi preme, però, sottolineare particolarmente come Pio XII sia stato il Papa, che, come padre di tutti, ha presieduto alla carità a Roma e nel mondo, soprattutto nel difficile tempo del Secondo Conflitto Mondiale”.

     
    Nella fiction, spiccano le vicende di Davide e Miriam, due ragazzi ebrei scampati alla razzia del Ghetto. Nel suo discorso, il Papa ha sottolineato il “ruolo fondamentale” giocato in quel periodo storico dal “Venerabile Pio XII nella salvezza di Roma e di tanti perseguitati”. E soffermandosi sul valore della miniserie tv, ha osservato che, “pur nel genere divulgativo, si tratta di un lavoro che, anche alla luce degli studi più recenti” riesce a ricostruire “quelle drammatiche vicende e la figura del Pastor Angelicus”:
     
    “Queste opere – pensate per il grande pubblico, con i mezzi più moderni, e al tempo stesso mirate ad illustrare personaggi o vicende del secolo scorso – rivestono particolare valore soprattutto per le nuove generazioni. Per chi, a scuola, ha studiato certi avvenimenti, e forse ne ha anche sentito parlare, film come questo possono essere utili e stimolanti e possono aiutare a conoscere un periodo che non è affatto lontano, ma che le vicende incalzanti della storia recente ed una cultura frammentata possono far obliare”.
     
    Papa Pacelli, uomo della carità. La fiction scolpisce con attenzione questo aspetto che caratterizzò Pio XII, come dimostra uno dei suoi tanti discorsi, citato da Benedetto XVI, nel quale – era il luglio del ’44 – ringraziando per la loro collaborazione i membri del Circolo di San Pietro, disse: “(Voi) Ci aiutate a soddisfare più largamente il Nostro desiderio di asciugare tante lagrime, di lenire tanti dolori”. “Il primato della carità, dell’amore, che è il comandamento del Signore Gesù: questo – ha concluso il Pontefice – è il principio e la chiave di lettura di tutta l’opera della Chiesa, in primis del suo Pastore universale”:

     
    “La carità è la ragione di ogni azione, di ogni intervento. E’ la ragione globale che muove il pensiero e i gesti concreti, e sono lieto che anche da questo film emerga tale principio unificante. Mi permetto di suggerire questa chiave di lettura, alla luce dell’autentica testimonianza di quel grande maestro di fede, di speranza e di carità che è stato il Papa Pio XII”.

     
    Intensa l’interpretazione che dà di Pio XII il 70.enne attore americano, James Cromwell, che ricorda da vicino anche fisicamente la fisionomia di Papa Pacelli. Commuove, fra le tante, la scena in cui Pio XII leva la sua preghiera a braccia aperte tra la folla del quartiere di San Lorenzo appena bombardato. O quando, davanti a un ufficiale nazista che si chiede cosa renda Roma una “città eterna”, gli ricorda la superiore presenza di Dio, lo stesso per tutti:

     
    (parole del film: “The presence of God seems to be more strongly…
    Sembra che la presenza di Dio sia più fortemente sentita: il mio Dio, il suo e il Dio di ciascun uomo”.)

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    Pubblicato il programma della visita apostolica del Papa a Cipro

    ◊   Un viaggio ecumenico nel cuore del Mediterraneo orientale, per incontrare la piccola Chiesa di Cipro e, attraverso di essa, tutte le Chiese orientali che saranno protagoniste al prossimo Sinodo di ottobre. Sarà questa la linea della visita apostolica che Benedetto XVI compirà a Cipro tra due mesi. Il Papa atterrerà il 4 giugno all’aeroporto internazionale di Paphos e poco dopo sarà impegnato nella celebrazione ecumenica nell’aerea archeologica della Chiesa di Agia Kiriaki Chrysopolitissa, sempre a Paphos. La mattina del giorno successivo, a Nicosia, vedrà in agenda una serie di incontri: con il presidente della Repubblica cipriota, le autorità civili e il corpo diplomatico, la comunità cattolica locale. Poco dopo mezzogiorno, Benedetto XVI incontrerà Sua Beatitudine Chrysostomos II, arcivescovo ortodosso di Cipro, con il quale si tratterrà a pranzo. Nel pomeriggio, il Papa presiederà la Messa con il clero diocesano e religioso, le suore e tutte le forze della piccola Chiesa locale.

    Domenica 6 giugno, il Palazzo dello Sport Elefteria di Nicosia sarà teatro della Messa solenne che Benedetto XVI presiederà in occasione della pubblicazione dell’Instrumentum Laboris del Sinodo per il Medio Oriente. Nel pomeriggio il Pontefice visiterà la cattedrale maronita di Cipro. Quindi, alle 17.45 è in programma la cerimonia di congedo all’aeroporto Internazionale di Larnaca e la partenza verso lo scalo romano di Ciampino dove l’aereo papale verso le 20.45. (A cura di Alessandro De Carolis)

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    La preghiera di Benedetto XVI per le vittime delle alluvioni in Brasile

    ◊   Benedetto XVI ha inviato un messaggio, indirizzato all'arcivescovo di Rio de Janeiro, mons. Orani João Tempesta, ricordando nella preghiera le vittime delle piogge torrenziali che lo scorso 6 aprile hanno colpito il Brasile. Secondo l’ultimo bilancio, i morti accertati sono almeno 256 e i dispersi oltre 200. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    “Informato sulle tragiche conseguenze delle inondazioni che hanno seminato lutto e devastazione” il Santo Padre – si legge nel messaggio a firma del segretario di Stato vaticano cardinale Tarcisio Bertone - desidera assicurare a tutta la comunità la propria sollecitudine "raccomandando le vittime alla misericordia di Dio e invocando consolazione e appoggio per le loro famiglie, per i feriti e per quanti hanno perso i propri beni”. “A tutti coloro che sono provati da questo dramma e senza dimenticare coloro che partecipano all'assistenza delle vittime”, Benedetto XVI concede “una paterna benedizione apostolica”. In Brasile, intanto, si affievoliscono sempre di più le speranze di trovare dei sopravvissuti fra le oltre 200 persone che si teme siano rimaste sepolte in una favela di Rio. Mons. Orani João Tempesta ha annunciato, infine, una campagna di solidarietà dopo le forti piogge. Il presule si è rivolto agli uomini di buona volontà, alle comunità parrocchiali e ai sacerdoti invitandoli ad un corale impegno di fraternità “in questo momento drammatico e difficile”. “La luce del Risorto e l’intercessione di San Sebastiano, Patrono della nostra città – ha detto l’arcivescovo di Rio de Janeiro – ci diano la forza per superare le molte difficoltà”.

     
    E ascoltiamo l'arcivescovo di Rio de Janeiro, mons. Orani João Tempesta, al microfono di Cristiane Murray:

    R. – Ringrazio il Santo Padre per questa solidarietà. Chiedo a tutti di essere uniti al Santo Padre e benedico Dio Onnipotente per questo momento di solidarietà. Tutta la nostra Chiesa deve restare unita e allo stesso tempo, con la fraternità, trovare mezzi e anche nuove vie per lavorare insieme per queste popolazioni che adesso soffrono.

     
    D. – C’è una grande solidarietà popolare, come se i poveri volessero aiutare quelli ancora più poveri...

     
    R. – Sì, davvero. La solidarietà è fra tutti: fra tanti poveri che aiutano altri poveri con il cibo, i vestiti, i soldi. Tutti stendono le loro mani, aiutandosi l’un altro. Questo dimostra veramente come ci sia solidarietà cristiana nella nostra Chiesa e nella nostra città.

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    Caso Kiesle. Smentite le nuove accuse

    ◊   Prosegue lo stillicidio di notizie e accuse contro la Chiesa e il Papa sulla questione degli abusi. L’ultima è la diffusione, da parte dell’Associated Press, di una lettera in latino firmata dal cardinale Ratzinger nel 1985, relativa a Stephen Kiesle, un sacerdote della diocesi americana di Oakland, colpevole di aver molestato minori. Ce ne parla Sergio Centofanti.

    Il legale della Santa Sede negli Stati Uniti, Jeffrey Lena, ha smentito decisamente le nuove accuse lanciate da alcuni mass media: innanzitutto ha dichiarato di non poter confermare l’autenticità del documento, relativo a un caso di riduzione allo stato laicale in cui la Congregazione per la Dottrina della Fede aveva iniziato a verificare se ve ne erano le condizioni. Ma la questione – aggiunge – “non fu affatto trasmessa al Vaticano”. D’altra parte, Lena ha ribadito che nel 1985 la competenza di questi casi era del vescovo locale e non della Congregazione per la Dottrina della Fede che li ha acquisiti ben 16 anni dopo, ovvero nel 2001. Lena ha comunque negato che la lettera esprimesse un rifiuto, da parte del cardinale Ratzinger, della richiesta del vescovo di Oakland, mons. John Cummins, di ridurre allo stato laicale il sacerdote. Nella lettera citata dall’Associated Press, il cardinale Ratzinger avrebbe esortato il vescovo ad “avere la massima cura paterna” per Kiesle. Lena ha precisato che questa frase era “un modo per dire che il sacerdote in questione era sotto l'autorità e la tutela del vescovo, il quale doveva assicurare che non facesse altro male”. Il legale ha poi affermato che la riduzione allo stato laicale del sacerdote è stata portata avanti “in tempi brevi per gli standard dell’epoca”. Inoltre – ha aggiunto – “mentre era in corso il procedimento, non risulta che il sacerdote abbia commesso altri reati”.

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    Gli attacchi al Papa moltiplicano la solidarietà: L'arcivescovo di Washington: Benedetto XVI ha messo le vittime al centro dell'attenzione

    ◊   Di fronte ai continui attacchi sulla questione degli abusi, si moltiplicano le testimonianze di affetto e solidarietà che giungono al Papa come ci riferisce in questo servizio Sergio Centofanti.

    “La Chiesa ha sempre perseguito e dato delle indicazioni di massima trasparenza e fermezza nell’affrontare” il “crimine” degli abusi sui minori: è quanto ha affermato alla Cnn il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco. “Non c’è stata una cultura del silenzio imposta o predicata dalla Chiesa, a nessun livello” ha aggiunto il porporato. Alla domanda sull’esistenza di una campagna orchestrata contro il Papa, ha risposto: “Certamente, guardo i fatti e sembra che ogni parola, ogni atto del Santo Padre non vada bene a certe persone o in certi ambienti. Sembra che li irritino. Uno si deve chiedere perché”.

    Sull’Osservatore Romano è intervenuto anche il vicepresidente della Cei, l’arcivescovo di Perugia, Gualtiero Bassetti: il Papa – ha detto – è un “coraggioso testimone della verità” e questo il mondo non lo tollera perché vuole assimilare la Chiesa “per renderla insignificante. Essa invece resta coscienza critica e fonte di sicurezza e speranza per quanti davvero aspirano al bene”. D’altra parte – ha aggiunto – “il coraggio di Benedetto XVI va oltre, non temendo di indicare alla Chiesa anche la realtà scomoda delle mancanze, delle povertà e degli scandali dei suoi figli”. E questo, affrontando l’oltraggio e la derisione di un mondo dominato dall’apparenza. Il Papa – conclude mons. Bassetti – “ non chiede ad altri di portare la croce: l’assume di persona sull’esempio di nostro Signore”.

    Il prelato dell’Opus Dei, mons. Javier Echevarría, parla di una “persecuzione silenziosa” che ci invita a ricambiare “il male con il bene” per essere “più lietamente fedeli e più apostolici”.

    Il cardinale José Saraiva Martins, prefetto emerito delle Cause dei Santi, definisce gli attacchi “una grave ingiustizia e senza dubbio un’offesa all’onestà intellettuale e alla verità storica”. “I preti che hanno commesso questi abominevoli crimini – ha detto – sono una parte infinitesimale ed è giusto che paghino, ma ora vogliono far apparire la Chiesa cattolica per quello che non è”.

    Mons. Antonio Riboldi, vescovo emerito di Acerra, protagonista della lotta alla camorra, ha spiegato che "più che contro la pedofilia ci si vuole scagliare contro la Chiesa e colpire il Papa per demoralizzare i fedeli”. "La Chiesa – ha detto - è sempre stata combattuta. Ma si tratta di un attacco che non riuscirà; anzi la gente reagisce positivamente perché è intelligente e capisce che siamo di fronte ad una persecuzione”.

    Sulla questione degli abusi negli Stati Uniti ascoltiamo l'arcivescovo di Washington, Donald Wuerl, al microfono di Christopher Altieri:

    R. – My first reaction was...
    La mia prima reazione è stata: “Come è stato possibile che tutto questo accadesse? Come è potuto accadere che preti che hanno abusato di minori siano stati assegnati a nuovi incarichi?". Questo ha portato ad un profondissimo esame di coscienza; abbiamo immediatamente applicato misure severissime, molto, molto pesanti. I vescovi hanno posto in essere immediatamente una politica che garantisse la tutela di bambini e adolescenti. Questo ha messo le vittime al primo posto, e questo è stato reso possibile grazie all’intervento della Santa Sede e di Giovanni Paolo II, Pontefice all’epoca; sotto la guida dell’allora cardinale Ratzinger siamo stati in grado di ottenere delle norme essenziali, che cambiassero la legge della Chiesa riformando le procedure legali al fine di facilitare la rimozione dei preti nel caso di abusi sessuali su minori, in maniera decisa e spedita. Ora, di tutto questo in realtà non si è parlato un granché, anzi è stato praticamente ignorato dalla stampa statunitense: a cominciare dal ruolo svolto da Benedetto XVI nel porre al centro di tutto l’attenzione alle vittime. Io credo che il Santo Padre abbia dato l’esempio di come dobbiamo raggiungere coloro che soffrono.

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    Rinunce e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’eparchia di Santa Maria del Patrocinio in Buenos Aires degli Ucraini (Argentina), presentata da mons. Miguel Mykycej, per ragiunti limiti di età.

    Il Papa ha nominato vescovo di Carúpano (Venezuela) il mons. Jaime Villarroel Rodríguez, del clero della diocesi di Margarita, finora vicario generale di Margarita. Mons. Jaime Villarroel Rodríguez è nato a Porlamar, nella diocesi di Margarita, il 17 maggio 1962. È stato ordinato sacerdote il 30 luglio 1993, per il clero della diocesi di Margarita.

    Il Santo Padre ha nominato amministratore apostolico sede vacante di Santa Maria del Patrocinio in Buenos Aires degli Ucraini (Argentina) mons. Sviatoslav Shevchuk, al presente vescovo titolare di Castra di Galba e ausiliare della medesima eparchia. Mons. Sviatoslav Shevchuk è nato il 5 maggio 1970 a Stryj, provincia di Lviv (Ucraina). Il 26 giugno 1994 ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale dal cardinale Myroslav Lubachivsky ed è stato incardinato nell’arcieparchia di Lviv. Il 14 gennaio 2009 è stato nominato vescovo ausiliare dell’eparchia di Santa Maria del Patrocinio in Buenos Aires degli Ucraini (Argentina). Ha ricevuto la consacrazione episcopale il 7 aprile successivo.

    Il Santo Padre ha nominato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, Legato Pontificio per la celebrazione del Congresso Eucaristico di Slovenia, che avrà luogo a Celje il 13 giugno 2010.

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    Il cardinale Bertone in visita nelle città cilene di Concepciòn e Talcahuano

    ◊   “Vi porto un messaggio di speranza di Benedetto XVI” e al tempo stesso vi trasmetto il saluto del Santo Padre che vi è “vicino in questi momenti di difficoltà”: così ieri, a 500 chilometri a sud di Santiago del Cile, nella città di Concepciòn, il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone nell'omelia della Messa per le popolazioni colpite dal terremoto dello scorso 27 febbraio. Il porporato ha trascorso l'intera giornata con gli abitanti e le autorità di questa città, la più danneggiata dal terremoto. Il duomo è ancora inagibile ed il cardinale Bertone ha presieduto la Santa Messa sulla scalinata dell'edificio, sotto una grande tenda. Il segretario di Stato, arrivato direttamente da Punta Arenas, è stato accolto nell'aeroporto locale dalle autorità della regione e dall'arcivescovo della città, mons. Ricardo Ezzati Andrello. Subito dopo il porporato si è raccolto in preghiera con diversi vescovi delle città più colpite dal terremoto nella cappella dell'Università cattolica. Anche a queste città, diocesi e popolazioni, che in un'area di circa 250 chilometri attorno a Concepciòn hanno subito la devastazione del terremoto, il cardinale Bertone ha rinnovato l'affetto e la solidarietà del Papa invitando tutti "ad rialzarsi con coraggio per mettere mano alla ricostruzione" che "il Santo Padre ha affidato nelle sue preghiere alla Santissima Vergine". Nell’omelia, il porporato ha rinnovato ad ogni sacerdote l'appello "ad intraprendere un’azione missionaria decisa che apra le porte e le finestre" (…) per "costruire così una Chiesa sulla roccia che è Gesù Cristo". Solo Cristo, ha aggiunto, ci "offre una speranza vera e certa, ancorata nell'amore, punto di partenza per costruire un mondo più giusto, fraterno e solidale". Durante la colletta si sono avvicendati esponenti di settori più duramente colpiti dal terremoto: un esponente "mapuche", una famiglia rimasta senza casa, un volontario delle Caritas e un pompiere; "tutte espressioni di quella fratellanza che si rinforza nel dolore e nella sofferenza condivisa". Prima dell'inizio della Messa il cardinale segretario di Stato è stato salutato con affetto e gratitudine dall'arcivescovo di Concepciòn che gli ha donato una croce scolpita in una preziosa pietra locale "perché la porti non come un peso sulle sue spalle, come altre croci che ogni sacerdote è chiamato portare per amore all'umanità, bensì come una luce e di speranza nel suo ministero legato a quello del Santo Padre". Il cardinale Tarcisio Bertone ha donato all'arcidiocesi un ostensorio, in segno di affetto e sollecitudine, nella speranza che possa essere usato presto nel duomo restaurato. Parlando con la stampa il porporato ha poi nuovamente sottolineato l'importanza della speranza per "puntare con sicurezza alla ricostruzione materiale ma anche spirituale di questa nazione" (…) "sulla scia di quei valori predicati dal defunto cardinale Raúl Silva Henríquez", sintetizzati nella bella espressione: 'l'anima del Cile'. Il cardinale Bertone ha infine visitato la città di Talcahuano colpita dal maremoto, dove si è registrato il maggior numero di vittime. Il porporato ha saluto la popolazione, benedetto una statua della Madonna e una sede comunitaria intitolata a San Damiano di Molokai. Congedandosi dalla popolazione, il cardinale Bertone, elogiando "la grande fede di questo popolo", ha ancora una volta invitato tutti a "darsi forza, proprio dalla fede in Cristo, per riprendere il cammino con entusiasmo e fiducia". (A cura di Luis Badilla)

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    A Loreto il Seminario mondiale dei cappellani dell'aviazione civile

    ◊   Si aprirà domani a Loreto il XIV Seminario mondiale dei cappellani cattolici dell’Aviazione Civile e membri delle cappellanie. Ad inaugurare il convegno sarà il presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò. Nel discorso, anticipato alla stampa, il presule si sofferma sul particolare significato di quest’anno, nella ricorrenza del 90.mo anniversario della proclamazione della Madonna di Loreto come Patrona dell’aviazione civile e dell’aeronautica militare. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Questo anniversario - spiega mons. Antonio Maria Vegliò - ha un profondo legame con due eventi. Secondo la tradizione la Casa di Nazareth, dove è cresciuto Gesù, fu trasportata in volo dagli Angeli a Loreto. Un evento di grande importanza è legato all’annuncio della Divina Maternità portato a Maria dall’arcangelo Gabriele. Si suppone che il sì di Maria abbia avuto luogo proprio in questa casa: “La Divina Maternità di Maria, in effetti, incontrò la sua limpidissima sorgente nel mistero del Verbo di Dio fatto uomo”. “È dimostrazione straordinaria – aggiunge l’arcivescovo - che ci proietta negli abissi dell’Amore infinito di Dio”. Per questo Amore, il Signore invia, quali “alter Christus”, i sacerdoti e “scende dal cielo e si rinchiude in una piccola ostia”. E l'Eucaristia – sottolinea mons. Antonio Maria Vegliò – è il fondamento del secondo legame con un altro evento che la Chiesa universale sta celebrando: l’Anno Sacerdotale. Voluto da Benedetto XVI a 150 anni dalla morte del Santo Curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney, vuole contribuire a “promuovere l’impegno d’interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti per una loro più forte ed incisiva testimonianza evangelica”. Il Santo Padre – ricorda l’arcivescovo – sottolinea “l’importanza della santità di vita del sacerdote”. Questo richiamo alla santità rivolto dal Papa ai presbiteri – conclude il presule – è indirizzato anche ai cappellani dell’Aviazione Civile che formano “un unico popolo sacerdotale” con gli altri membri delle cappellanie aeroportuali per condurre tutti – lavoratori e dirigenti, equipaggi, passeggeri, visitatori e altri utenti – “all’unità nella carità con l’amore scambievole”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Pio XII il Papa della carità: Benedetto XVI assiste alla presentazione del film "Sotto il cielo di Roma".

    Il telegramma di cordoglio di Benedetto XVI per le vittime della sciagura aerea, in Russia, in cui sono morti il presidente polacco e altre novantacinque persone.

    Chi crede nella resurrezione dei morti: in prima pagina, un fondo di Lucetta Scaraffia dal titolo "Seppellitemi sopra Marilyn", ripreso dall'ultimo numero della rivista "Communio".

    Ritratto di un'Italia (politica) che non c'è più: in cultura, Andrea Possieri recensisce il libro di Giampaolo Pansa "I cari estinti", ritratto dei vizi e delle virtù della prima Repubblica.

    Le straordinarie accelerazioni del genio: Antonio Paolucci sulla mostra "I colori di Giotto. La basilica di Assisi tra restauro e restituzione virtuale", allestita in occasione dell'ottavo centenario dell'approvazione della Regola di san Francesco.

    La lectio magistralis del vescovo Mario Toso sulla giustizia e la pace alla luce della "Caritas in veritate".

    Viaggio nel tempo con la passione di un antiquario: Arabella Cifani e Franco Monetti sul museo di arti decorative della Fondazione Accorsi, a Torino, in cui si rivivono le magiche atmosfere del Settecento.

    L'ultimo regalo dello sciamano: Claudio Toscani sul romanzo postumo di Carlo Sgorlon "Circolo Swedenborg".

    Nell'informazione vaticana, la visita del cardinale Tarcisio Bertone in Cile.

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    Oggi in Primo Piano



    Apertura dell'Ostensione della Sindone: intervista con padre Lombardi

    ◊   Inizia oggi, nel Duomo di Torino, l’evento tanto atteso dell’Ostensione della Sindone. Sono attesi fino al 23 maggio prossimo, giorno della chiusura, circa 2 milioni di pellegrini. Nel pomeriggio, l’apertura ufficiale dopo la Messa presieduta dal cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino e custode pontificio della Sindone. Il Papa compirà per questa occasione una visita nel capoluogo piemontese il 2 maggio. A Torino è presente il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi. Sergio Centofanti gli ha chiesto di descriverci il clima di queste ore:

    R. – Oggi è una bellissima giornata e direi che tutta la vita della città gira attorno all’apertura di questa Ostensione. Io mi trovo in questo momento qui vicino al Duomo e c’è un grande fermento, ma anche un grande raccoglimento. Sono presenti tantissime persone. E’ stata fatta già una prima visita per le autorità e per coloro che hanno collaborato all’organizzazione dell’Ostensione, guidata dal cardinale Poletto. Poi c’è stata la visita dei giornalisti: ce ne sono 1500 accreditati per la Sindone. Passano davanti alla Sindone, potendo fare le loro fotografie e i loro servizi televisivi. Dopo di loro, migliaia di volontari, che sono veramente una delle chiavi della buona riuscita di questa ostensione, perché sono migliaia le persone che si sono messe a disposizione: ci sono gli alpini, ci sono i membri delle associazioni cattoliche e anche tante singole persone. Sono loro che accolgono i visitatori, li accompagnano lungo l’itinerario e garantiscono quindi un clima di grande serenità e di ordine a questo grande evento. Le persone che seguono il percorso – ed io l’ho già potuto fare assieme ai giornalisti – hanno prima un tratto nei giardini reali, attraverso cui entrano gradualmente nella contemplazione della figura di Cristo, perché ci sono tante riproduzioni artistiche della grande mostra, che è stata allestita a Venaria, su Gesù Cristo, il suo corpo e la sua vita, per entrare in familiarità con la figura di Gesù Cristo. Poi si passa attraverso un lungo corridoio nei sotterranei del Palazzo Reale, che è accompagnato da canti in gregoriano e, quindi, si aiuta la concentrazione spirituale. E poi si passa alle due sale della prelettura, in cui vengono presentati dei brevi documentari di cinque minuti in alta definizione, che aiutano a leggere tutti i particolari della Sindone, in modo tale che quando poi si passa davanti al telo originale si sa bene quali sono tutti gli elementi essenziali da andare a riconoscere e a vedere. E poi si entra nel Duomo e ci si avvicina sempre in grande silenzio, in grande raccoglimento. Il Duomo è nella penombra e si può passare davanti alla Sindone ostensa, che è in posizione orizzontale. E’ un grande telo e si possono avere alcuni minuti di contemplazione. Naturalmente, tutta la preparazione aiuta molto a vivere in profondità l’esperienza della contemplazione di questa immagine straordinaria della Passione del Signore.

     
    D. – Qual è la particolarità di questa Ostensione?

     
    R. – Il titolo che è stato dato dal cardinale Poletto è “Passio hominis, Passio Christi”. Questa è una bella definizione per la meditazione che dobbiamo svolgere, perché c’è appunto Gesù Cristo che prende in sé tutta la sofferenza dell’umanità. E questa è la potenza straordinaria di questa immagine, che fa entrare in profondità in tutti gli elementi, in tutti gli aspetti della Passione di Gesù Cristo e aiuta a vedere tutti gli aspetti della passione, delle sofferenze dell’uomo, in questa luce cristiana.

     
    D. – Qual è il messaggio della Sindone per noi oggi?

     
    R. – E’ proprio ricordare, tenere presente, la sofferenza di Cristo per noi. Quindi, è una reliquia che ci rende presente le pagine più impressionanti del Vangelo e ci aiuta a rifare questa esperienza spirituale di Cristo, che soffre e muore per noi e ne comprendiamo intimamente il significato.

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    Scienza e Vita sulla fecondazione eterologa: grave decisione della Corte di Strasburgo

    ◊   Una sentenza grave sotto il profilo etico e giuridico. Così Lucio Romano presidente dell’associazione, pro-life, Scienza e Vita, dopo il parere favorevole della Corte di Strasburgo alla donazione di ovuli e seme per la fecondazione artificiale. In pratica i giudici hanno accolto il ricorso presentato da due coppie austriache alle quali, per la normativa nazionale, era impedita la fecondazione artificiale eterologa. Massimiliano Menichetti ne ha parlato con lo stesso Lucio Romano.

    R. – L’introduzione della fecondazione artificiale eterologa significa sovvertire il concetto naturale di genitorialità, ma soprattutto viene a legittimare quel concetto di plurigenitorialità o cooperativa dei genitori, venendo ad alterare quel diritto fondamentale da parte di un figlio di riconoscere non solo la propria identità genetica, ma che questa identità genetica sia in sintonia con l’identità biologica e l’identità sociale.

     
    D. – Con la donazione del seme e degli ovuli si può arrivare ad avere fino a cinque persone coinvolte in un parto: l’utero in affitto, madre e padre biologici e naturali. Questo cosa provoca nel bambino?

     
    R. – Si altera completamente non solo l’aspetto educativo e formativo, ma anche – ripeto – l’identità genetica, sociale, psicologica, educativa da parte del figlio stesso. Vale a dire quindi un figlio che non sa più chi è il padre, chi sia la madre. E la maternità e la paternità di ordine genetico è quella di tipo gestazionale oppure quella di tipo sociale che ne potrebbe conseguire?

     
    D. – Si è parlato anche di riduzionismo antropologico: che cosa si intende dire usando quest’espressione?

     
    R. – Sta a significare che il figlio si trasforma in un oggetto. Qualsiasi sia il donatore, purché si possa avere un figlio, che poi non potrà mai essere declinato come frutto della propria maternità o della propria paternità: è sufficiente la semplice volontà, l’autodeterminazione, perché tutto ciò che potrebbe sembrare un abuso si trasformi in termini di diritto. E quindi, il diritto si trasforma in ingiustizia.

     
    D. – La Corte di Strasburgo, di fatto, dice: in questo modo non c’è discriminazione per le coppie. “Scienza e Vita” non solo evidenzia il contrario, ma ribadite: siamo in presenza dell’ennesima deriva eugenetica …

     
    R. – Si ratifica il diritto alla discriminazione, perché bisogna poi scegliere il donatore! Si sceglierà l’ovocita secondo le caratteristiche antropomorfiche che si potranno selezionare – colore dei capelli, occhi e non solo: presenza o assenza di determinate malattie e poi, paradosso vuole, che la scelta venga fatta su donatori e donatrici che siano abbastanza somiglianti alla madre o al padre che dovranno poi riconoscere quel figlio come proprio.

     
    D. – L’Unione Europea è molto frammentata per quanto riguarda il tema della vita: qual è dunque l’auspicio?

     
    R. – L’auspicio è che ci sia una sintonia su valori che sono riconosciuti naturalmente all’essere umano, alla famiglia, alla dignità di ogni essere umano. Qualsiasi manipolazione per quanto riguarda questi, che sono dati fondamentali, porterà alla manipolazione non solo della vita, ma degli affetti sociali e familiari che sovvertirebbero tutte le relazioni.

     
    D. – Alcuni dicono: la sentenza di Strasburgo apre ora una strada anche in Italia per la fecondazione eterologa. E’ così?

     
    R. – Credo che abbia quasi nulla possibilità di poter essere recepita, in quanto la legge 40 in Italia è molto chiara e molto netta: la fecondazione artificiale eterologa è proibita in assoluto.

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    Il cardinale Comastri: uno degli apostoli è Giuda, ma gli altri 11 sono martiri

    ◊   L'intima gioia di essere sacerdote, l'immutata convinzione che il prete sia un elemento fondamentale in ogni società, la denuncia della menzogna di chi vorrebbe fare dell'aberrazione della pedofilia la cifra distintiva di una vocazione sacra. Si trova tutto questo nel libro del cardinale Angelo Comastri intitolato "Donarsi è l'unico guadagno". Edito dalle Edizioni San Paolo, il volume riflette sulla generosità e l'impegno che sono alla base di una vita consacrata a Dio, in coincidenza con l'Anno Sacerdotale in corso e il 150.mo della nascita di San Giovanni Maria Vianney. Il porporato ne parla al microfono di padre Vito Magno:

    R. – E’ nato – potrei dire – come un bisogno di raccontare agli altri la gioia che io provo nell’essere prete. Io non riuscirei ad immaginare un’altra vocazione per me, e mi sento talmente felice di essere sacerdote, talmente grato al Signore per il fatto di avermi chiamato, che ho voluto in qualche modo “cantare”. Il libro è un canto: un canto della bellezza del sacerdozio. Ora, evidentemente, questo libro si trova a fare il suo percorso in un momento di bufera attorno ai sacerdoti. Però, anche su questo vorrei dire: attenti. Anche all’inizio del cammino sacerdotale c’è stato un traditore, ma gli altri 11 sono tutti martiri! Oggi noi vediamo una debolezza nella vita di alcuni sacerdoti, ma i sacerdoti non sono angeli: i sacerdoti sono impastati di Cielo e di Terra, e talvolta prevale la Terra, anche nei sacerdoti. Ma c’è una folla enorme di sacerdoti che vive il proprio sacerdozio con eroismo!

     
    D. – Il suo libro si apre con una frase di Giovanni Paolo II: “Questo è un tempo meraviglioso per essere preti!” …

     
    R. – E’ verissimo! E Giovanni Paolo II l’ha dimostrato. Giovanni Paolo II era un prete contento, un prete felice di essere sacerdote. Del resto, lui ha detto: “Il centro della mia giornata è la Messa”. Lui viveva per l’Eucaristia.

     
    D. – Ma in che senso si può ancora chiamare “tempo meraviglioso”, quello in cui viviamo?

     
    R. – Ho letto un’intervista con Vittorino Andreoli che dice: “No, no, non è sorpassato il sacerdote, anzi: è quanto mai attuale, perché la gente sempre più si rende conto che non si può vivere di discoteche, non si può vivere di denaro, non si può vivere di successo! Non è questo che riempie! C’è bisogno di qualcos’altro, e questo qualcos’altro lo può dare soltanto il prete, cioè l’uomo di Dio”, perché alla fine è Dio che manca all’uomo …

     
    D. – Che cosa però dire della triste vicenda degli abusi sessuali sui minori da parte di alcuni sacerdoti? Che cosa la colpisce della Lettera scritta dal Papa agli Irlandesi?

     
    R. – Il Papa ha affrontato con molto coraggio questo fenomeno, e ha fatto bene a prendere decisioni drastiche, a non nascondere nulla … Però, io vorrei che ad un certo punto non si facesse di tutt’erba un fascio; che non si dicesse: pedofilo uguale prete. Perché questa sarebbe la più grande ingiustizia e sarebbe una cattiveria veramente atroce che approfitta di questo momento, di qualche debolezza, per gettare fango su tutti, anche sulla santità di un esercito di sacerdoti.

     
    D. – La Chiesa non teme la verità, ma non si lascia neppure denigrare, ha detto il cardinale Bagnasco. Pensa anche lei che degli scandali si stia facendo un uso strumentale?

     
    R. – Ha ragione il cardinale Bagnasco. Perché, se c’è un prete cattivo, dicono: sono tutti così. Se c’è un prete santo, non dicono: sono tutti così!

     
    D. – Ma perché sul prete tutti hanno sempre qualcosa da dire, sia naturalmente nel bene che nel male?

     
    R. – Perché il prete rappresenta scelte controcorrente. Il prete è un uomo di Dio. Il prete è l’uomo del Vangelo e il Vangelo non sarà mai di moda: il Vangelo sarà sempre controcorrente. Il prete è l’uomo delle beatitudini e beatitudini vuol dire: beati i poveri, beati i miti, beati i misericordiosi, beati i pacifici, beati i puri di cuore, beati i perseguitati … Ecco, noi ci identifichiamo con un Vangelo che non sarà mai di moda, ma nello stesso tempo sarà sempre il Vangelo di cui ha bisogno il mondo se vuole trovare il sale che da sapore alla vita. Il prete è al centro di mille contraddizioni.

     
    D. – Intanto, sotto accusa è entrato anche il celibato. C’è chi lo mette in rapporto con gli abusi sessuali …

     
    R. – Non è assolutamente vero! Non c’è nessun rapporto di causa ed effetto tra celibato e pedofilia. La pedofilia è una perversione, una malattia, una fragilità che si ritrova anche tra le persone sposate. Quindi, è assolutamente una menzogna fare un’equazione di questo genere.

     
    D. – Esiste però una crisi di vocazioni sacerdotali: da che cosa può dipendere?

     
    R. – La crisi delle vocazioni evidentemente c’è, ma c’è anche prima della crisi delle vocazioni, la crisi della vita: oggi non si genera più, oggi non si fanno più figli! L’Occidente, è vero che è la terra del tramonto, perché non si ama più la vita, e questo è paradossale. Quando un popolo diventa ricco, diventa egoista e quando diventa egoista non genera più. Madre Teresa diceva: sono i poveri che fanno i figli, non i ricchi, perché i poveri hanno la capacità di sognare, la capacità di investire anche nella vita. L’Occidente essendo ricco, non fa figli e non essendoci più figli sono pochissimi i giovani per cui - direi - è prodigioso che nascano vocazioni in questo contesto. Eppure, nascono ancora … (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa seconda Domenica di Pasqua, detta “della Divina Misericordia”, la liturgia ci presenta l’incredulità di Tommaso davanti agli altri apostoli che gli portano la testimonianza di aver visto il Cristo Risorto. Ma il Signore appare anche a lui dicendogli:

    «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!».

     
    Su questo brano evangelico ascoltiamo il padre carmelitano Bruno Secondin, professore di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

    È simpatico questo Tommaso che vuole vedere con i suoi occhi e toccare con le sue stesse mani: una posizione cocciuta che dura una settimana. Ma poi di fronte a Gesù risorto, che lo invita a verificare, non ha più dubbi e fa una bellissima professione di fede. È la prima vera professione davanti al Risorto. Ma la vera fede non è quella di chi verifica e non si fida degli altri: ma proprio di chi crede ai testimoni, si affida al Libro che riporta i segni. Crede, e allora capisce e vede; crede, e allora accetta la testimonianza, e riconosce che Gesù è il Cristo, il figlio di Dio. La fede non è frutto di una prova scientifica, ma un atto a rischio: oltre le paure e le pretese, è dono di un incontro di fiducia e che genera gioia e stupore, adorazione e silenzio. Per questo viene effuso lo Spirito: perché insegni il coraggio dello slancio, della fiducia, della libertà. Grazie a lui i segni, le tracce, il Libro, parlano, rivelano, donano certezza interiore. E la verità diventa fonte di vita nuova, vita da risorti.

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    Chiesa e Società



    Banca Mondiale: migliaia di bambini africani uccisi dalla crisi economica

    ◊   In Africa la crisi economica continua a mietere vittime, tra le decine di migliaia di persone morte sotto la falce della povertà, soprattutto bambini. Almeno 50 mila, per lo più ragazzine che spesso non arrivano al compimento del primo anno di età, secondo una ricerca condotta dalla Banca Mondiale, hanno perso la vita nel 2009 nell'Africa subsahariana in conseguenza della crisi economica e finanziaria globale. L'istituto finanziario internazionale conferma cioè come la crisi, che nei Paesi del nord del mondo che l'hanno provocata ha significato un relativo impoverimento generale e forti difficoltà per i ceti più deboli, in Africa abbia già riscosso un pesante tributo di vite umane. Gli autori della ricerca, hanno stimato il numero di morti infantili nell’Africa subsahariana dovute alla crisi raccogliendo dati sulla natalità in tutte le nazioni dell’area e in particolare su 639 mila nati da 264 mila donne in trenta Paesi. Utilizzando complessi modelli statistici, i ricercatori sono riusciti a stimare la probabilità di morti infantili in funzione delle oscillazioni del reddito nazionale, delineando una situazione che viene ad aggravare la già spaventosa dimensione del fenomeno. Secondo le statistiche, infatti, ogni anno in Africa muoiono tre milioni di minori: in particolare si tratta di bambini poveri, nati da donne poco istruite che vivono in aree rurali. Ad aggravare la loro situazione le continue carestie, il declino delle esportazioni e altri problemi di natura economica causa principale dell’abbandono scolastico, o della perdita di accesso ai servizi sanitari, come emerge da una serie di ricerche sull’impatto delle crisi economiche. Se la crisi peggiorerà, avverte la Banca Mondiale, «il numero di morti potrebbe crescere di molto, specie quello delle bambine». Tutti questi fattori, secondo gli esperti, porranno quei bambini in una condizione di svantaggio, anche per molto tempo dopo la fine della crisi, poiché i piccoli che soffrono di malnutrizione, specie dal concepimento all’età di due anni, saranno probabilmente più bassi di statura da adulti, saranno meno istruiti e guadagneranno meno nel corso della loro vita. «Il prodotto interno lordo va giù un anno e poi alla fine recupera, ma un bambino malnutrito non si riprende. E un bambino che lascia la scuola probabilmente non ci ritornerà più», ha spiegato Harold Alderman, un economista che ha studiato l’impatto di precedenti crisi in Paesi come la Tanzania e lo Zimbabwe. (C.S.)

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    Cresce il flusso di migranti provenienti da Asia e Africa

    ◊   Ogni anno sono sempre di più i migranti che raggiungono l’America Latina dall’Africa e dall’Asia, un fenomeno “nuovo e crescente”: è quanto si apprende nei dati preliminari di uno studio diffuso a Washington dall’Organizzazione degli Stati Americani (Osa). Pur non offrendo numeri, il documento segnala che in base alle informazioni ricevute dai governi dei singoli paesi i ‘nuovi’ immigrati provengono per lo più da Eritrea, Etiopia, Nigeria, Somalia, Cina, Bangladesh e Nepal. La commissione speciale per le questioni migratorie dell'Osa ammette le difficoltà di reperire cifre reali su questi nuovi flussi, considerati comunque in continuo aumento. A loro spese si rafforzano tuttavia anche le organizzazioni dedite al traffico internazionale di persone. “Dobbiamo analizzare questi flussi da una prospettiva integrale, tenendo conto del diritto internazionale e con l’obiettivo di promuovere la cooperazione al livello mondiale” ha detto Araceli Azuaera, coordinatrice del Programma di migrazione e sviluppo (Mide) del dipartimento per lo sviluppo sociale e il lavoro dell’organismo panamericano. Risulta, tra l’altro, che raramente i pochi immigrati africani a cui è stato concesso lo status di rifugiato restano nel Paese d’accoglienza: il permesso, secondo lo studio, viene perso o ceduto ai trafficanti di esseri umani; per la grande maggioranza di questi immigrati l’obiettivo finale è raggiungere gli Stati Uniti o il Canada. Nonostante la scarsa preparazione nell’affrontare il nuovo fenomeno, i Paesi d’accoglienza latinoamericani hanno cominciato a rispondere con rapidità a quella che sembra sempre di più assumere i connotati di un’emergenza, con programmi di cooperazione internazionale e riforme delle politiche migratorie. (C.S.)

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    Sudan: appello di Caritas Internationalis per elezioni corrette e pacifiche

    ◊   Il Sudan si prepara ad un importante momento storico: tra domani e martedì prossimi, infatti, nel Paese si svolgeranno le elezioni, le prime a regime multipartitico in 24 anni. I cittadini saranno chiamati a scegliere il presidente e il parlamento della Federazione sudanese, il presidente del Sud Sudan, i governatori degli Stati, il parlamento del Sud e le assemblee statali. In vista di questo evento, Caritas Internationalis lancia un appello, affinché le consultazioni si svolgano in un clima corretto e pacifico. “Le elezioni in Sudan – si legge in una nota – sono necessarie per stabilire la pace e incoraggiare lo sviluppo. Ulteriori violenze significherebbero un passo indietro nel processo di pace, minaccerebbero gli aiuti e metterebbero a rischio di povertà, morte e disperazione milioni di persone”. “È imperativo – afferma padre Pierre Cibambo, membro di Caritas Africa – assicurare consultazioni libere, giuste ed inclusive. Tutti i partiti devono astenersi dalla violenza”. Nonostante gli accordi di pace del 2005 abbiano messo fine a decenni di guerra tra nord e sud del Paese, Caritas Internationalis ricorda che “ancora molto deve essere fatto per assicurare a tutti i sudanesi una vita dignitosa e pacifica”. Attualmente, infatti, si contano almeno 2,7 milioni di sfollati, mentre la carestia che ha colpito il sud del Sudan nel 2009 ha lasciato malnutrito un bambino su due. Di fronte a questa situazione drammatica, Caritas Internationalis non resta certo a guardare: l’organizzazione caritativa è infatti presente in tutto il Paese. Solo in Darfur, ad esempio, la Caritas sostiene circa 350mila persone, inclusi 240mila senza tetto, fornendo loro acqua potabile, cure mediche e mezzi di sostentamento. Aiuti simili vengono offerti agli sfollati sudanesi in Ciad ed alla popolazione delle zone meridionali di Ezo, Tombura e Nagero, spesso non raggiunte da altre agenzie umanitarie perché troppo lontane. (I.P.)

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    Soddisfazione dei vescovi Usa per la firma dello Start 2

    ◊   A meno di 48 ore dalla storica firma tra il presidente americano Barak Obama e il russo Dimitri Medvedev dello Start 2, la Conferenza episcopale degli Stati Uniti (USCCB) ha espresso favore e soddisfazione per l’accordo che prevede la riduzione progressiva degli arsenali nucleari. Lo ha dichiarato il cardinale Francis George di Chicago, Presidente della USCCB, in una lettera indirizzata al Capo della Casa Bianca. "La capacità terribilmente distruttiva delle armi nucleari – ha detto il porporato- rende sproporzionato e indiscriminato il loro utilizzo a tal punto da mettere in pericolo la vita e la dignità umana come nessun’altra tipologia di armamento. Il loro uso come armi di guerra è nettamente respinto dagli insegnamenti della Chiesa, basati invece sulle norme della Guerra Giusta – ha ribadito il presidente della Conferenza episcopale americana - ricordando come su questa linea sia incentrato anche l'insegnamento di entrambi i vescovi degli Stati Uniti e del Papa Benedetto XVI che non si stanca di chiedere un mondo senza queste armi di distruzione. Tenendo fede all’imperativo morale di liberare la società civile dagli armamenti nucleari, il cardinale George ha assicurato che i vescovi americani saranno fermi sostenitori e fautori di un'azione forte e bipartisan che assicuri il rispetto e l’applicazione del nuovo trattato Start come un passo importante ed essenziale verso un futuro senza le armi nucleari". Il cardinale George ha riconosciuto che "il percorso verso un mondo libero dalla minaccia del nucleare sarà lungo e difficile", ma ha citato una serie di passaggi fondamentali che potrebbero assicurare il raggiungimento del traguardo: tra questi la ratifica del “Comprehensive Test Ban Treaty”, la garanzia che materiali nucleari non finiscano in mano ai terroristi, e il rafforzamento della Agenzia internazionale dell'energia atomica (AIEA) per seguire gli sforzi di non proliferazione e assicurare l'accesso agli impieghi pacifici dell'energia nucleare. (C.S.)

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    Haiti: raccolti circa 60 milioni di dollari nelle parrocchie degli Usa

    ◊   Continuano ad arrivare aiuti da tutto il mondo ad Haiti, il paese messo in ginocchio dal sisma dello scorso 12 gennaio, costato la vita ad almeno 250 mila persone. Ingenti somme di denaro sono state inviate in particolare dagli Usa, grazie all’azione congiunta del presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb), dell’arcivescovo di Chicago, cardinale Francis Eugene George, del presidente del Catholic Relief Services (Crs), e dell’arcivescovo di New York, mons. Timothy Michael Dolan. In particolare il Crs, data la sua esperienza per la lunga presenza nel territorio di Haiti, sta coordinando gli interventi: finora sono stati raccolti nelle varie parrocchie circa 60 milioni di dollari. Si tratta di donazioni che mirano a fornire alla popolazione i beni di prima necessità come acqua, cibo, ricoveri e medicinali, in modo da permettere al popolo haitiano un graduale ritorno alla vita normale. Nei mesi scorsi altri consistenti soccorsi di vario genere sono stati inviati nelle zone terremotate. La stessa ricostruzione delle chiese rientra tra i prossimi obiettivi poiché la vita ad Haiti ruota attorno alle comunità parrocchiali, evidenzia il presidente del sub comitato della Chiesa in America Latina della Usccb, l’arcivescovo di San Antonio, monsignor José Horacio Gómez. “I problemi che gravano sulla Chiesa di Haiti saranno al centro della nostra attività per i prossimi mesi e anni”, si legge su L’Osservatore Romano che riporta le parole dell’arcivescovo di San Antonio. Sarebbero 5 milioni, su una popolazione di circa 10 milioni di abitanti, i bambini che hanno subito amputazioni e sono rimasti feriti e traumatizzati a seguito dei crolli, secondo le stime del governo di Haiti. Di questi solo due milioni frequentano le scuole, mentre 380 mila sono in stato di abbandono e altri ancora sono oggetto di schiavitù domestica. Secondo la testimonianza di una volontaria, infine, nelle strutture del Crs sono stati accolti 1200 bambini, cui viene offerto quotidianamente cibo e servizi sanitari. “Lavoriamo direttamente con le comunità locali. Nel frattempo - spiega Suzanna Tkalek, volontaria del Crs - stiamo portando avanti un censimento in collaborazione con l’Unicef. Vorremmo servire più bambini, ma il campo di soccorso è congestionato e non abbiamo più spazio”. (C.F.)

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    A Washington due gesuiti per sensibilizzare sulla ricostruzione di Haiti

    ◊   Due gesuiti impegnati in ruoli di responsabilità nell’opera di ricostruzione ad Haiti dopo il terremoto, padre Francois Kawas e padre Lazard Wismith, saranno a Washington dal 13 al 16 aprile, ospitati dai loro confratelli. Secondo le informazioni inviate all’agenzia Fides dal Jesuit Refugee Services (Jrs) degli Stati Uniti d’America, padre Kawas è presidente del Comitato interprovinciale dei gesuiti per la ricostruzione di Haiti e membro fondatore del Comitato nazionale per la riflessione e l’azione, mentre padre Wismith è il responsabile del Jesuit Refugee Service (Jrs) ad Haiti. La loro presenza a Washington sarà l’occasione per aggiornare sulla situazione di Haiti e sottolineare le maggiori necessità. Pur continuando a mantenere la sua presenza lungo il confine nord-orientale, il Jrs Haiti sta concentrando attualmente la sua opera di soccorso corrente nella zona di Port-au-Prince, lavorando in sette campi che cercano di rispondere alle esigenze di oltre 21.000 sfollati all'interno e intorno alla capitale. La comunità dei gesuiti ad Haiti ha anche organizzato il Comitato nazionale per la riflessione e l’azione, composto da gesuiti e membri della società civile haitiana che lavorano insieme su una base permanente per accompagnare il popolo haitiana, i loro leader e la comunità internazionale, nei loro sforzi per ricostruire Haiti. "Per molti anni il Jesuit Refugee Service ha avuto una presenza base ad Haiti e ha fornito assistenza umanitaria ai profughi haitiani sia nella Repubblica Dominicana che lungo il confine con Haiti – sottolinea nella sua nota a Fides, il direttore della comunicazione del Jrs/USA, Christian Fuchs -. Inoltre il Jrs ha risposto alle esigenze degli haitiani in seguito a calamità naturali, crisi alimentari, e il ripetuto passaggio di uragani”. Il Jrs accompagna le vittime del terremoto attraverso l'assistenza pastorale e psico-sociale per gli individui e i gruppi. Fornisce inoltre assistenza ai comitati di coordinamento dei campi degli sfollati attraverso corsi di formazione e incontri periodici, in modo tale che gli sfollati siano in grado di organizzare il loro recupero e sviluppare iniziative di ricostruzione. (R.P.)

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    L’India ratifica la Convenzione Onu contro la tortura

    ◊   “Con questa legge i cristiani dell’ Orissa potranno finalmente avere giustizia”. E’ la dichiarazione ad Asianews, di Lenin Raghuvanshi, direttore esecutivo del Comitato popolare per la vigilanza sui diritti umani (Pvchr), in seguito all’approvazione da parte del governo della proposta di legge per la prevenzione della tortura, introdotta ieri nel parlamento. Essa permetterà la ratifica della convenzione Onu contro la tortura firmata dall’India nel 1997, ma mai applicata proprio per l’inesistenza di una legge in materia nella costituzione indiana. Ancora oggi i governi locali consentono alla polizia l’utilizzo della tortura. Grazie a questa prassi la polizia è riuscita anche a coprire il proprio coinvolgimento nei pogrom contro i cristiani avvenuti in Orissa nel 2008. Raghuvanshi, ha voluto ribadire che l’articolo 1 della Convenzione Onu contro la tortura stabilisce che qualsiasi attacco organizzato su base religiosa, razza, casta o genere, sarà considerato alla stregua di tortura. Secondo l’attivista la legge chiarisce i meccanismi di indagine sui fatti di tortura e tutela i testimoni. “Data la natura del crimine – afferma Raghuvanshi - è fondamentale nei casi di tortura dare la responsabilità delle indagini a un’agenzia investigativa indipendente dalla polizia, spesso coinvolta a causa della complicità dello Stato e non soggetta ad altri organismi”. “Nei governi locali – continua - la conduzione delle indagini è fatta da poliziotti direttamente o indirettamente coinvolti nei crimini o dai loro superiori e quanto avvenuto nel Kandhamal è uno dei più grandi esempi”. Infatti a causa della cultura basata sulle caste, chi testimonia contro esponenti di grado superiore riceve spesso minacce e intimidazioni. Nel caso del Kandhamal i testimoni hanno avuto paura di deporre in aula la loro versione e hanno permesso l’assoluzione degli imputati. “Quando la proposta diventerà legge – dice l’attivista – il Pvchr la utilizzerà per portare le prove di violenza contro i cristiani davanti alla Corte suprema e mostrare le responsabilità del governo dell’Orissa”. Raghuvanshi evidenzia però anche i limiti della nuova legge, che esige la denuncia dei casi di tortura entro sei mesi dall’avvenuta violenza. Poi cita anche i casi di stupro, che spesso vengono denunciati dopo mesi o anni. Per Raghuvanshi la legge non tiene conto neanche della parità dei sessi e non considera tortura le violenze sessuali subite dalle donne in carcere. (C.S.)

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    Cresce la violenza anticristiana nello Stato indiano del Karnataka

    ◊   C’è profonda apprensione per il continuo aumento di violenze anticristiane nello stato indiano del Karnataka che rischia l'autodistruzione a causa del fanatismo religioso”: è la denuncia del presidente del Global Council of India, Sajan George, dopo le recenti violenze commesse contro i cristiani in questo paese. Il Karnataka, dopo l'Orissa, è uno degli Stati in India dove maggiormente si concentrano gli attacchi. Padre Faustine Lobo, portavoce della Chiesa locale e coordinatore del Karnataka Region Catholic Bishop's Council, sottolinea come nonostante l’alto numero di denunce, circa un migliaio, da parte dei cristiani alle autorità giudiziarie, ancora stenta ad emergere la verità dei fatti. Per questo dal 2008 è stata istituita un’apposita commissione per indagare sulle violenze contro la comunità cristiana, che nell’arco di 6 mesi avrebbe dovuto concludere le sue operazioni. Una scadenza questa che finora non è stata ancora rispettata e stando agli ultimi aggiornamenti, la prossima data fissata per fornire i risultati dovrebbe essere il 30 aprile. L’Osservatore Romano riporta la testimonianza di padre Faustine Lobo, secondo cui “dall’inizio dell'anno sono già state una decina le chiese prese di mira dagli estremisti indù”. Le autorità civili - secondo il portavoce della Chiesa locale - appaiono più interessate ad altre questioni, in particolare economiche, che ad appurare la verità giungendo finalmente a chiudere l'indagine. (C.S.)

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    Kenya: ancora nessun accordo tra Chiesa e Stato sulla revisione della Costituzione

    ◊   Ancora nulla di fatto, in Kenya, per la bozza di revisione della Costituzione. Giovedì a Nairobi si è tenuto un incontro a porte chiuse, tra le autorità politiche e numerosi esponenti cristiani. Al dibattito hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Conferenza episcopale del Kenya, cardinale John Njue, il vescovo di Kakamega, mons. Philip Sulumeti, il presidente e il segretario generale del Consiglio nazionale delle Chiese del Kenya, rispettivamente il rev. Charles Kibicho e il rev. Canon Peter Kanaja. Le autorità civili, invece, erano rappresentate dal Capo di Stato, Mwai Kibaki, dal suo vice Kalonzo Musyoka e dal premier Raila Odinga. Al centro dell’incontro: la bozza di revisione della Costituzione, attualmente al vaglio dell’Assemblea nazionale. Un documento sul quale gli esponenti cristiani hanno più volte espresso forti riserve, ribadendo la necessità di affermare esplicitamente il diritto alla vita di ogni persona, dal concepimento fino alla morte naturale, escludendo quindi anche la pena di morte e l’eutanasia. Ferma contrarietà è stato espresso anche al riconoscimento costituzionale dei tribunali musulmani, i cosiddetti Kadhi. Secondo gli esponenti cristiani, infatti, il loro riconoscimento rischierebbe di alimentare i conflitti religiosi nel Paese. Fino ad ora, le parti in causa si sono accordate sul progetto di costituire un Comitato di lavoro composto da otto membri – quattro religiosi e quattro laici – per trovare una soluzione condivisa. “Abbiamo esaminato numerose possibilità per superare la situazione di stallo che si è venuta a creare – ha detto il rev. Kanaja – ma non siamo giunti ad alcuna soluzione concreta”. D’altro canto, i leader religiosi chiedono di procrastinare di almeno tre mesi il referendum previsto sulla nuova Costituzione e fissato, al momento, per il mese di luglio. La dilazione temporale servirebbe ad informare nel modo migliore i kenioti, dato che “si tratta di una Costituzione che riguarda tutti”, ha aggiunto il rev. Kibicho. Da parte loro, gli esponenti politici hanno sottolineato l’importanza di mantenere la nazione unita, favorendo il rispetto e la tolleranza. In futuro, le autorità politiche si incontreranno anche con gli esponenti musulmani. (I.P.)

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    Venezuela: un missionario laico e un volontario italiani scomparsi a Merida dal 6 aprile

    ◊   Simone Montesso, 23 anni di Bolzano, volontario della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, e Massimo Barbiero, 37 anni di Padova, missionario laico associato alla stessa Comunità, da martedì 6 aprile sono scomparsi. I due giovani, da sempre impegnati generosamente al servizio dei più poveri, si erano recati nei pressi della località di Merida per una passeggiata in montagna. Nonostante l’intervento della Polizia locale e della Protezione Civile a tutt’oggi le ricerche non hanno dato alcun esito. Il Responsabile generale Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Giovanni Paolo Ramonda, in un comunicato inviato all’agenzia Fides, scrive: “La nostra Comunità Papa Giovanni XXIII, unitamente alle famiglie di questi giovani, rivolge un appello accorato affinché le autorità venezuelane e quelle italiane possano impegnarsi nei tempi più rapidi possibili, nella speranza che essendosi persi o rimasti feriti, siano salvati in tempo, senza escludere nessuna ipotesi come quella di un rapimento, in un territorio confinante con la Colombia dove purtroppo questi fatti si verificano spesso. Per questo sollecitiamo anche tutti gli organi di comunicazione venezuelani ed italiani ad interessarsi di questa vicenda, collaborando così perché le ricerche vengano effettuate con la massima sollecitudine.” Per ulteriori informazioni: don Aldo Buonaiuto, 335.6596512 - Segreteria Generale: Stefano Paradisi, 348.2488148, 0541.909600, info@apg23.org. (R.P.)

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    Solidarietà al Papa dei Cavalieri di Colombo che organizzano una novena

    ◊   Non si arrestano nel mondo gli attestati e le iniziative di solidarietà al Santo Padre Benedetto XVI per gli attacchi personali mossi da una parte della stampa con riferimento al dramma degli abusi commessi su minori da esponenti della Chiesa. Ai numerosi messaggi di solidarietà si è aggiunto, negli Stati Uniti, anche quello dei Cavalieri di Colombo che hanno organizzato una speciale novena di preghiera. La novena – riferisce il St. Louis Review - si terrà da domani 11 aprile, Domenica della Misericordia al 19 aprile, anniversario dell’elezione al soglio pontificio del cardinale Ratzinger. “Preghiamo per il Santo Padre e per la sua missione pastorale chiedendo a Dio di dare forza e sostegno al nostro amato Papa in questo difficile momento”, si legge in una nota pubblicata sul sito dei Cavalieri di Colombo www.kofc.org nel quale è possibile trovare anche il testo della preghiera composta per l’occasione. Un responsabile dell’organizzazione ha dichiarato che l’appoggio dei Cavalieri di Colombo al Papa è incondizionato e che, soprattutto in questo Anno Sacerdotale, essi sono vicini ai loro sacerdoti. Il sito dei Cavalieri di Colombo ha intanto pubblicato diversi articoli per contestare puntualmente le affermazioni del “New York Times”. “La verità è che la piaga degli abusi sessuali sui bambini nella Chiesa non si è allargata , almeno nel nostro Paese”, scrive tra l’altro il Cappellano Supremo dei Cavalieri di Colombo, mons. William Lori, che ricorda l’ultimo rapporto del “John Jay College of Criminal Justice” di New York. Lo studio commissionato dalla Conferenza episcopale e pubblicato lo scorso autunno, confermava appunto che casi di abusi sessuali nella Chiesa negli Stati Uniti hanno registrato un netto calo in questi ultimi anni. (L.Z.)

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    Argentina: migliaia di fedeli in tutto il Paese celebrano la festa della Divina Misericordia

    ◊   Organizzata dagli Apostoli della Divina Misericordia, domani, seconda domenica di Pasqua, si terrà in Argentina la 15.ma Carovana nazionale della Divina Misericordia. Migliaia di fedeli prenderanno parte alle celebrazioni liturgiche e ad altre iniziative che si svolgeranno in varie città del Paese, a partire dalla capitale Buenos Aires, dove, presso il santuario di Gesù Misericordioso i pellegrini saranno accolti dal parroco, padre Gustavo Gallino, che alle ore 15 celebrerà la Santa Messa seguita dalla tradizionale processione per le vie del quartiere con l'immagine di Gesù Misericordioso, la reliquia di Santa Faustina e la Fiamma della Misericordia. In serata, il cardinale arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, presiederà la Santa Messa. Il santuario è meta di numerosi pellegrini fin dal 1964, quando venne concessa l'autorizzazione al culto della Divina Misericordia. Per tutta la giornata i fedeli si alterneranno per venerare il quadro di Gesù, si accosteranno al sacramento della penitenza e lucreranno l'indulgenza plenaria. Nella città di Córdoba sarà la cappella di Santa Ana il luogo di culto di riferimento per questa festa. Anche qui, dopo la Messa della mattina, avrà luogo la processione. Particolarmente ricco è poi il programma della celebrazione nella città di San Luis. Nella parrocchia di Jesús de la Divina Misericordia, l'avvio della festa sarà scandito dal rintocco delle campane, cui seguirà la Messa con il canto del Te Deum. La celebrazione della festa della Divina Misericordia ha molti devoti anche nelle città di San Justo, Ingeniero Budge, El Palomar. (R.P.)

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    Guinea Bissau: nasce la parrocchia di Bigene, alla sua guida un sacerdote fidei donum

    ◊   Domani, la missione cattolica del Sacro Cuore di Gesù a Bigene, nella diocesi di Bissau, verrà eretta a parrocchia. L’atto solenne sarà presieduto dal vescovo di Bissau, mons. José Camnate na Bissign, e sarà presente anche l’arcivescovo di Foggia-Bovino (Italia), mons. Francesco Pio Tamburrino, dal momento che il primo parroco della nuova parrocchia sarà un missionario fidei donum italiano, don Ivo Cavraro, inviato a Bigene dallo stesso mons. Tamburrino. Al termine della celebrazione, l’arcivescovo di Foggia-Bovino benedirà i locali della nuova casa per i missionari. Secondo le informazioni inviate all’agenzia Fides dalla curia di Bissau, don Ivo è missionario nel Paese africano dal 2008 e in occasione della sua nomina a primo parroco della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù ha espresso, unitamente a tutta la comunità cristiana locale, il suo ringraziamento al Signore per i tanti benefici ricevuti negli anni passati, per la presenza dei missionari del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere) e degli Omi (Oblati Missionari di Maria Immacolata) e per l’arcidiocesi di Foggia-Bovino che assicura attualmente la sua presenza nel paese africano. La comunità cristiana della missione di Bigene, ora parrocchia, vede anche la presenza delle Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù, che sono sul posto dal 1990 e gestiscono una scuola. L’assistenza spirituale nella zona dell’attuale parrocchia è iniziata nel 1948, grazie alla generosità dei sacerdoti di Farim, la comunità più vicina a Bigene. Pochi giorni prima di Pasqua, quattro religiose delle Missionarie della Carità di Madre Teresa sono arrivate a Bissau per lavorare nella parrocchia di S. José – Bôr. Suor Edith, suor Noel, suor Mary e suor Carmelina sono state accompagnate da suor Bernadette, superiora regionale della congregazione per l’Africa occidentale, e da suor Joylin, responsabile della congregazione ad Abidjan. Le Missione della Carità sono già presenti in diversi Paesi africani di lingua inglese e francese; questa di Bissau è la loro prima casa in una nazione di lingua portoghese. (C.S.)

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    Germania: mons. Pilz lascia l’Opera dell’Infanzia Missionaria

    ◊   Con la consegna di una corona e di una grande stella, simboli della tradizionale campagna di solidarietà dei “Cantori della Stella” (Die Sternsinger) e tanta musica, il consiglio d’amministrazione e i collaboratori della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria tedesca hanno salutato nei giorni scorsi il loro Presidente uscente, mons. Winfried Pilz che lascia l’Opera dopo dieci anni di attività. “Sono molto grato per l’ottima collaborazione, per l’impegno e per la grande solidarietà di tutti i collaboratori” - ha detto mons. Pilz nel suo congedo, ricordando i grandi sviluppi registrati negli anni passati, soprattutto grazie alla campagna dei Cantori della Stella e augurando nuovi e numerosi traguardi futuri. Nella cornice della festa di congedo mons. Pilz ha presieduto una celebrazione eucaristica che è stata concelebrata dal direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (Missio) ad Aachen, mons. Klaus Krämer, e dall’amministratore delegato dell’opera caritativa dei vescovi tedeschi Misereor, padre Josef Sayer. Al termine della celebrazione mons. Pilz ha consegnato la stella al suo successore, mons. Krämer, il quale ha commentato così l’insolita staffetta: “accetto volentieri questa stella perché è un simbolo bellissimo. Il tuo periodo di lavoro è stato un buon periodo, che mi darà la forza per portare avanti la stella costruendo sulle basi da te gettate”. Mons. Krämer sarà salutato ufficialmente per l’inizio del nuovo incarico dai bambini dell’Infanzia Missionaria, durante una Santa Messa che sarà celebrata nel duomo di Aachen il 26 maggio. Con la loro campagna dei “Cantori della Stella” i bambini dell’Infanzia Missionaria tedesca sostengono circa 3.200 progetti per bambini che si trovano in situazioni di disagio in tutto il mondo. Nel 2009 l’Opera ha sostenuto con 66,6 milioni di Euro progetti in 113 Paesi. Accanto alla promozione di progetti di aiuto ai bambini, l’Infanzia Missionaria si impegna soprattutto per la difesa dei diritti dei bambini e per il lavoro di animazione e formazione missionaria. (C.S.)

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    Taiwan: lettera dei vescovi per la Giornata Mondiale della Gioventù

    ◊   Con una lettera aperta pubblicata in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), celebrata abitualmente la domenica delle Palme, quest’anno a livello diocesano, il Gruppo della pastorale giovanile della Commissione per l’evangelizzazione della Conferenza episcopale regionale di Taiwan ha invitato tutti i cristiani e le persone di buona volontà a sostenere e a pregare in modo particolare per l’impegno della Chiesa verso il mondo dei giovani. Citando il messaggio di Benedetto XVI per la GMG 2010 dal titolo “Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?”, la lettera - riferisce l'agenzia Fides - firmata da mons. Thomas Chung, responsabile del Gruppo, sottolinea che “il messaggio del Papa non è soltanto rivolto ai giovani, perché ‘essere generosi con Dio’ è una cosa che tutti noi dobbiamo imparare incessantemente”, infatti “Dio ama chi dona con gioia”. E “un gesto di generosità è anche un segno di fiducia, significa che abbiamo piena fiducia nella Chiesa, che crediamo che la misericordia e la giustizia di Dio sono infinite”. Questo sostegno concreto “ci permetterebbe di organizzare gli incontri e i corsi per giovani a livello nazionale, inoltre aiuterebbe i nostri giovani a partecipare all’incontro internazionale della GMG”. Mons. Thomas Chung ribadisce nella sua lettera aperta che “questi giovani sono la vitalità della Chiesa di oggi, e sono i pilastri del domani”, auspicando che “partecipando attivamente alla vita della parrocchia, della diocesi e della comunità, i giovani siano accompagnati dagli anziani, saggi e ricchi di esperienza, che li conducano verso il Signore”. (R.P.)

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    Gmg-Madrid 2011: primi gemellaggi tra diocesi spagnole ed italiane

    ◊   Mancano meno di 500 giorni alla Gmg di Madrid (16-21 agosto 2011) e le diocesi italiane si preparano già ai gemellaggi con quelle spagnole, nell’ambito dei “Giorni nelle diocesi” previsti dall’11 al 15 agosto 2011. Dal sito ufficiale italiano della Gmg (gmg2011.it), in un grafico dei gemellaggi, emerge che tutte le diocesi toscane, ben 18, vivranno i giorni nelle diocesi a Valencia e lo stesso faranno i giovani di Roma. Le 8 diocesi umbre saranno a Santiago de Compostela. Tra le diocesi spagnole più richieste dalle italiane - riferisce l'agenzia Sir - c’è Barcellona, comunità autonoma della Catalogna, città dove troneggia la Sagrada Familia di Gaudì e dove Benedetto XVI si recherà in visita il 7 novembre. A scegliere, fino ad oggi, la Catalogna, sono le diocesi di Fidenza, Milano, Aosta, Biella, Ivrea, Novara, Susa e Vercelli. Particolare interesse sembrano anche sollevare le diocesi di Salamanca, meta finora dei giovani di Como, Lodi, Pavia, Vigevano e di Toledo dove si recheranno quelli di Faenza, Fano, Pesaro e Urbino. Con Calahorra si gemelleranno le diocesi di Mantova, Alessandria, Asti e Casale Monferrato, mentre Palermo ha scelto Getafe e Cosenza, Verona e Treviso Saragozza. Per il momento chiude Modena con Granada. Per informazioni sui gemellaggi le diocesi possono contattare il loro referente per la pastorale giovanile. (R.P.)

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    Italia: a Roma Forum dei giovani in vista della 46.ma Settimana sociale dei cattolici

    ◊   Si apre oggi a Roma un Forum nazionale di giovani di due giorni, in preparazione alla 46.ma Settimana Sociale dei cattolici italiani di ottobre prossimo, su iniziativa del Servizio Nazionale Cei per la pastorale giovanile. Prendono parte all’iniziativa alcuni dei 200 giovani che saranno in autunno al grande appuntamento di Reggio Calabria per testimoniare la presenza attiva nella Chiesa e nella società delle nuove generazioni. In particolare, il Forum di Roma analizzerà quanto è emerso dagli incontri preparatori, svoltisi nei mesi scorsi in dieci regioni ecclesiastiche italiane, e raccoglierà le riflessioni in un documento da consegnare al Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali. Questa mattina, gli interventi di apertura, per la presentazione dei lavori, del vescovo Arrigo Miglio, presidente della Commissione episcopale Cei per i problemi sociali e a capo del Comitato scientifico delle “Settimane Sociali”, e di don Nicolò Anselmi, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile; è seguita quindi la sintesi delle riflessioni dei Forum regionali, a cura di don Domenico Beneventi, dello stesso Servizio Cei. Nel pomeriggio sono in programma due sessioni di lavori di gruppo. La giornata di domani inizierà con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Mariano Crociata, segretario generale Cei. Alla ripresa del dibattito, dopo l’illustrazione delle sintesi degli approfondimenti nei gruppi ristretti, don Nicolò Anselmi proporrà una traccia operativa per la concreta applicazione di osservazioni e proposte scaturite nelle consultazioni regionali. (M.V.)

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    "Verità e amore": giornata di studio a Roma promossa dalla Pontificia Università Salesiana

    ◊   “Verità e amore” è il tema dell’incontro promosso dalla Facoltà di filosofia della Pontificia Università Salesiana (Ups) di Roma. Appuntamento il 18 aprile, nell’aula “Egidio Viganò” della Biblioteca Don Bosco. L’iniziativa, aperta a tutti, s’inserisce nel seminario interdisciplinare di studio sul tema del “Logos”. La giornata si aprirà al mattino con l’introduzione di Joshtrom Kureethadam, docente di Filosofia della scienza. A seguire Paolo Parlotti, professore ordinario di Teologia morale, parlerà di “Aspetti teologici e morali dell’Enciclica Caritas in veritate”. Sarà quindi la volta di mons. Mario Toso, segretario del Pontificio consiglio della Giustizia e della Pace, che analizzerà “Gli aspetti antropologici e sociali dell’Enciclica Caritas in veritate”. Nel corso dell’incontro verranno anche assegnati i Premi “Dialoghi di filosofia 2009-2010” riservati agli studenti delle classi III, IV e V dei Licei italiani. Per informazioni è possibile visitare il sito:www.unisal.it. (R.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Proseguono le manifestazioni antigovernative in Thailandia: almeno 93 feriti nei nuovi scontri tra polizia e "camicie rosse"

    ◊   In Thailandia, prosegue la protesta antigovernativa delle “camice rosse”, che dal 12 marzo manifestano per chiedere le dimissioni del governo e il ritorno dell’ex premier in esilio, Shinawatra. Anche oggi di si segnalano nuovi violenti scontri di piazza con le forze di sicurezza, dopo che nella notte è stata di nuovo oscurata l’emittente di rifermento dell’opposizione. Il servizio di Marco Guerra:

    Ennesima giornata campale nelle strade di Bangkok. Il bilancio delle violenze odierne parla di almeno 93 feriti, 22 dei quali tra le forze dell’ordine. Gli scontri tra i manifestanti e la polizia si sono verificati nei pressi del ponte di Phan Fah e della Rajdumoen Road, dove si trovano vari edifici governativi e la sede regionale dell'Onu. Le forze antisommossa hanno usato gas lacrimogeni, idranti e pallottole di gomma, ma non sono ancora riuscite a riprendere il controllo dei principali luoghi di raccolta delle camicie rosse. Secondo un portavoce dell'esercito, vi sarà un nuovo tentativo più tardi da parte dei militari. Prima degli scontri, i leader delle camicie rosse hanno chiesto ai propri sostenitori di parcheggiare le loro auto e moto agli ingressi del ponte per impedire alle forze di sicurezza di accedervi. E in precedenza, circa 200 dimostranti avevano cercato di irrompere nel quartier generale della Prima regione militare a Bangkok. Ancora tensioni anche nel nord del Paese, dove centinaia di persone hanno fatto irruzione nel governatorato di Chiangmai. Si confermano dunque le previsioni di un fine settimana di forti tensioni, alimentate dallo stallo nei negoziati e dal nuovo stop alle trasmissioni del "Canale del popolo”, l'emittente di riferimento delle camicie rosse.

     
    Nucleare, Iran-Usa
    Il presidente iraniano, Ahmadinejad, ha presentato ieri un nuovo modello di centrifuga per l'arricchimento dell'uranio, molto più potente dei precedenti, con l’intenzione di procedere speditamente sul programma nucleare. “Nessuno può impedire all’Iran di progredire in campo nucleare”, ha detto Ahmadinejad lanciando una nuova sfida alle crescenti pressioni Usa sulla comunità internazionale per imporre dure sanzioni contro la Repubblica islamica. Immediata la risposta del Dipartimento di Stato americano, che ha parlato di “intensioni malefiche”. Cresce intanto l’attesa per il vertice sul nucleare della settimana prossima a Washington. Secondo la Casa Bianca, nel corso del summit il presidente Obama avrà almeno nove incontri bilaterali.

    Nucleare Corea del Nord
    La Corea del Nord ha promesso di rinforzare il proprio arsenale atomico, in conseguenza della nuova politica nucleare degli Stati Uniti. Per Pyongyang, l’ostilità Washington non è cambiata dai tempi dell’amministrazione Bush.

    Kirghizistan
    Il governo ad interim del Kirghizistan ha assicurato l’immunità al presidente Bakiev e ai membri della sua famiglia se il capo dello Statio lascerà il paese. Intanto, circa settemila persone hanno partecipato ieri alle prime esequie di alcune delle 76 vittime delle violenze di piazza di mercoledì scorso, che hanno provocato la fuga del presidente Bakiev e le dimissioni del governo. Il servizio di Giuseppe D’Amato:

    Il capo dello Stato, invitato a lasciare il Paese, è nel sud e propone un negoziato che, secondo varie fonti, è però già iniziato. Le parti comunicano attraverso mediatori e mass media. Di abbandonare l’incarico presidenziale Bakiev non ne vuole sapere. Il governo a Bishkek accusa: il leader kirghiso sta radunando le forze per far scoppiare la guerra civile: Bakiev finanzierebbe la formazione di unità militari irregolari. La situazione nel Paese asiatico resta fuori controllo. I pochi poliziotti in servizio hanno difficoltà a fermare le razzie e gli sciacalli. La comunità internazionale tenta di evitare l’irreparabile. Vari mediatori stanno entrando in gioco: in prima fila il Kazakhstan, che ha la presidenza dell’Osce, il gruppo di Shangai e l’Unione Europea. I voli dalla base Usa di Manas verso l’Afghanistan sono stati per il momento interrotti.

     
    Pakistan
    Non si fermano i raid aerei dell’aviazione pakistana sulle roccaforti talebane nelle aree tribali nel nordovest al confine con Afghanistan. Fonti ribelli affermano che almeno 45 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore. I militari di Islamabad confermano gli attacchi ma non il bilancio fornito dai talebani. E l’intensificarsi della lotta al terrorismo è stato confermato anche nell’incontro a Rawalpindi, in Pakistan, tra il generale statunitense, Stanley McChrystal, comandante della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) in Afghanistan, e il capo di Stato maggiore dell'esercito pakistano, il generale Ashfaq Pervaiz Kayani.

    Afghanistan
    La Casa Bianca ha confermato la visita del 12 maggio negli Stati Uniti del presidente afghano, Hamid Karzai, nonostante le sue recenti accuse a Washington e alla Nato di aver creato “un governo parallelo” in Afghanistan. Il presidente Usa, Barack Obama, ha inoltre ribadito che il leader di Kabul resta un partner cruciale nella lotta ad Al Qaeda.

    Pirateria Somalia, liberazione cargo turco
    Dopo un sequestro durato appena due giorni, pirati somali hanno liberato il cargo turco “Yasin C" e tutti i 25 membri dell’equipaggio. Lo ha annunciato la Forza navale europea di contrasto alla pirateria, che opera nelle acque del Golfo di Aden, senza fornire ulteriori dettagli.

    Sudan elezioni
    A due giorni dalle elezioni presidenziali in Sudan, il presidente Omar el-Bashir ha invocato l'unità del Paese. Tra domenica e martedì prossimi, i sudanesi sono chiamati alle urne per le prime elezioni multipartitiche, necessarie a rinnovare il parlamento ed eleggere il presidente. Bashir conta su queste elezioni per riguadagnare legittimità politica, dopo il mandato d'arresto spiccato nei suoi confronti dalla Corte penale internazionale che lo accusa di crimini di guerra e crimini contro l'umanità, per la guerra civile nel Darfur.

    Stati Uniti: cresce il bilancio delle vittime nella miniera in Virginia
    Sale a 29 il numero dei minatori morti per l’esplosione di lunedì scorso nella miniera di carbone Upper Big Branch della Massey Energy, 50 km a sud di Charleston, nel West Virginia. Sono stati trovati nella notte i corpi dei quattro uomini che erano ancora considerati dispersi. Il presidente americano, Obama, aveva espresso nei giorni scorsi parole di cordoglio per le famiglie delle vittime e promesso che avrebbe assicurato maggiore sicurezza nelle miniere. Un primo rapporto sulle cause dell’esplosione sarà inviato la prossima settimana al presidente americano per fare chiarezza sull’incidente. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 100

     
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