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Sommario del 05/04/2010
Il Papa al Regina Caeli: i cristiani siano messaggeri coraggiosi della carità di Cristo e della sua vittoria sul male anche tra le difficoltà
◊ I cristiani siano messaggeri della carità di Cristo e della sua vittoria sul male e sulla morte: è quanto ha detto il Papa oggi a Castel Gandolfo, durante il Regina Caeli del Lunedì dell’Angelo. Benedetto XVI ha invitato i fedeli a testimoniare senza paure l’amore di Dio nel mondo. Il servizio di Sergio Centofanti.
Il Papa spiega il significato del Lunedì dell’Angelo con le apparizioni angeliche, come raccontano i Vangeli, accanto al sepolcro vuoto per annunciare la Risurrezione di Gesù. Ma l’Angelo della risurrezione – sottolinea - richiama anche un altro significato:
“Bisogna ricordare, infatti, che il termine ‘angelo’ oltre a definire gli Angeli, creature spirituali dotate di intelligenza e volontà, servitori e messaggeri di Dio, è anche uno dei titoli più antichi attribuiti a Gesù stesso. Leggiamo ad esempio in Tertulliano: ‘Egli - cioè Cristo - è stato anche chiamato «angelo del consiglio», cioè annunziatore, che è un termine che denota un ufficio, non la natura. In effetti, egli doveva annunziare al mondo il grande disegno del Padre per la restaurazione dell’uomo’ (De carne Christi, 14)”.
Gesù, dunque, viene chiamato anche l’Angelo di Dio Padre: è il Messaggero per eccellenza del suo amore:
“Ciò significa che, come Gesù è stato annunciatore dell’amore di Dio Padre, anche noi lo dobbiamo essere della carità di Cristo: siamo messaggeri della sua risurrezione, della sua vittoria sul male e sulla morte, portatori del suo amore divino. Certo, rimaniamo per natura uomini e donne, ma riceviamo la missione di ‘angeli’, messaggeri di Cristo: viene data a tutti nel Battesimo e nella Cresima. In modo speciale, attraverso il Sacramento dell’Ordine, la ricevono i sacerdoti, ministri di Cristo; mi piace sottolinearlo in quest’Anno Sacerdotale”.
Benedetto XVI invita i fedeli a non avere paura di testimoniare Gesù Risorto nel mondo anche in mezzo alle difficoltà. “Grazie alla fede e alla fiducia in Lui, la luce della Pasqua colma i nostri cuori e dissipa le ombre di ogni tristezza”. Quindi, il Papa eleva la sua preghiera alla Regina del Cielo:
“Ci aiuti Lei ad accogliere pienamente la grazia del mistero pasquale e a diventare messaggeri coraggiosi e gioiosi della Risurrezione di Cristo”.
Infine, a braccio, un saluto ai tanti fedeli che lo hanno accolto con grande affetto e che lo hanno seguito anche da Piazza San Pietro:
"A tutti e ciascuno auguro di trascorrere serenamente questo Lunedì dell'Angelo ... forse viene un po' di sole dopo ... (applausi) ... ma in ogni caso risuona con forza l'annuncio gioioso della Pasqua: Cristo è risorto! Alleluia! Buona Pasqua!"
(Applausi)
E sul significato teologico del Lunedì dell'Angelo Isabella Piro ha intervistato don Mauro Gagliardi, docente di Teologia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma. Ascoltiamo:
R. – Questo giorno del Lunedì dell’Angelo rappresenta la grandezza del Mistero Pasquale, un mistero tanto grande che non si può esaurire in un giorno solo, così come il mistero del Natale, che ha nella Festa di Santo Stefano una prosecuzione naturale. Ricordiamo poi che in entrambi i casi si tratta del primo giorno delle relative Ottave e quindi il Lunedì dell’Angelo è il primo giorno dell’Ottava di Pasqua: per otto giorni è come se fosse sempre lo stesso giorno, come se fosse sempre Pasqua, proprio perché queste solennità sono di tale importanza che non si riesce ad esaurirne la ricchezza della preghiera e nella riflessione in un giorno solo.
D. – Come vivere questa festa nel modo migliore, dal punto di vista spirituale?
R. – Sebbene non sia oggi una festa di precetto, sarebbe molto bello ed opportuno partecipare alla Santa Messa. Ci sono anche altre possibilità: la meditazione sui brani evangelici che narrano le manifestazioni di Cristo Risorto, e, sul versante della carità, portiamo in questo giorno la luce di Cristo Risorto a qualcuno che vive nell’ora oscura della sofferenza: possiamo visitare un ammalato o una persona sola per santificare e vivere bene questo giorno nella luce di Cristo.
D. – Ricordiamo che fino alla Pentecoste l’Angelus sarà sostituito dal Regina Caeli. Può spiegarci questa differenza?
R. – L’Angelus è una preghiera che rievoca soprattutto il Mistero dell’Incarnazione di Cristo. È chiaro che con la grande solennità della Pasqua si inaugura il tempo di Pasqua ed è ovvio che la Chiesa si concentra soprattutto sul Mistero della Resurrezione. Proprio per questa ragione la Chiesa, già da alcuni secoli, ha deciso di recitare in questo tempo questa antifona mariana del Regina Caeli, più adatta al Mistero della Resurrezione. Il contenuto del testo è, infatti, un contenuto di gioia: “Regina del Cielo rallegrati, gioisci, perché Cristo è Risorto come aveva detto".
D. – Inizia ora il tempo che ci porterà alla Pentecoste. Come prepararci all’incontro con lo Spirito Santo?
R. – Lo Spirito Santo – dice Gesù nel Vangelo – è come il vento: soffia certamente, ma non sappiamo da dove viene e dove va. La sua azione non consiste nel mostrare se stesso, ma nel portarci a Cristo e, attraverso Cristo, al Padre. Per prepararci degnamente alla grande solennità della Pentecoste non dobbiamo far altro che pregare, per mantenerci nella grazia di Cristo Risorto ed orientare sempre più anche la nostra vita etica e il nostro comportamento secondo i dettami del Vangelo. Questo è il capolavoro dello Spirito Santo nella vita del cristiano.
Affetto e solidarietà al Papa da tutto il mondo. Rapporto governativo Usa sugli abusi
◊ Da tutto il mondo continuano a giungere al Papa testimonianze di affetto e solidarietà per gli attacchi subiti in questi giorni a causa degli abusi su minori perpetrati da alcuni esponenti del clero. Ce ne parla Sergio Centofanti.
Semplici fedeli, uomini di cultura, credenti e non credenti: tanto affetto sta arrivando in questi giorni al Papa, affetto silenzioso che non ha l’onore di apparire sui media, in contrasto con una eclatante campagna diffamatoria che, secondo alcuni commentatori, non vuole colpire i preti pedofili ma Benedetto XVI nonostante la sua decisa azione contro "la sporcizia nella Chiesa". Campagna ancora più strana e paradossale se si legge un rapporto governativo statunitense del 2008 sugli abusi: per oltre il 64% sono commessi da genitori, parenti o conviventi, dunque all’interno delle relazioni familiari; nelle scuole del Paese quasi il 10% dei ragazzi subisce molestie. Per quanto riguarda i sacerdoti cattolici coinvolti si stima che siano meno dello 0,03%.
Per l’intellettuale statunitense George Weigel, intervistato dal quotidiano La Stampa, il Papa è sotto attacco perché afferma l’esistenza della verità, mentre “forze potenti in Occidente” la negano. La Chiesa difende la giustizia, e la prima giustizia è il diritto alla vita, difende la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Così c’è chi vede “nelle mancanze di alcuni figli della Chiesa l’opportunità di distruggere gli insegnamenti della Chiesa”, escludendola dal dibattito pubblico su temi cruciali; per non parlare poi di “avvocati senza scrupoli che tentano di mettere le risorse del Vaticano alla portata dei tribunali”. In questo attacco, Weigel vede anche il coinvolgimento di settori cattolici che perseguono una “rivoluzione mai realizzata: fine del celibato, ordinazione delle donne e diminuzione dell’autorità dei vescovi”.
“La cristianofobia sta crescendo” – afferma l’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte. E’ ormai noto infatti, ma non fatto sapere, che i cristiani sono il gruppo religioso più perseguitato al mondo: sono 200 milioni i fedeli vittime di attacchi e discriminazioni. In Occidente ci si indigna per tante cose, piccole o grandi, o fatte apparire tali, ma c’è stata ben poca indignazione per il cristiano bruciato vivo in Pakistan o i sette cristiani crocifissi in Sudan o le decine di uccisioni mirate in Iraq e India. L’arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi sottolinea che avrebbe desiderato che a questi fatti i media avessero dedicato un centesimo dell’attenzione data ai casi di pedofilia nel clero.
L’arcivescovo Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, afferma che “non c’è mai stata in passato una sequela di attacchi così violenti e di queste proporzioni”, dovuti – dice – all’opposizione della Chiesa a “ideologie dominanti che vorrebbero imporre una cultura di morte” e parla di “lobby potentissime, multinazionali farmaceutiche a favore dell’aborto” e di “ricerche che vanno contro l’essere umano”.
Per il cardinale francese Roger Etchegaray “essere attaccata è nella natura stessa della Chiesa” che da “questa bufera può e deve uscirne purificata e persino rafforzata nella verità”.
Sulla stessa linea il patriarca di Venezia Angelo Scola: “che il Papa debba subire accuse inique e menzognere - ha sottolineato - fa parte del suo essere alla sequela di Gesù". Come dice l’ultima Beatitudine: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia”.
Infine, solidarietà al Papa è stata espressa anche da un gruppo di detenuti del carcere di Augusta- Brucoli. "Santità - scrivono in un messaggio indirizzato a Benedetto XVI - Gesù è crocifisso. Con l'esecuzione di una condanna ingiusta, frutto di una sentenza iniqua, viene definitivamente giudicata la storia. Dalla parte di Cristo crocifisso sta la verità silenziosa dell'Amore. Dall'altra parte il sopruso e la menzogna. Santità, i suoi figli e detenuti sono nel suo cuore e nella preghiera".
Lunedì dell'Angelo in Terra Santa: intervista con un missionario francescano
◊ Numerose le celebrazioni del Lunedì dell’Angelo, oggi in Terra Santa. Pellegrini e fedeli hanno elevato preghiere e canti. In quale situazione la comunità cristiana della Terra Santa ha accolto quest’anno la Luce della Pasqua? Risponde al microfono di Amedeo Lomonaco il missionario francescano e direttore della “Casa Nova” di Betlemme per i pellegrini, padre Severino Lubecki:
R. – Ogni anno si rinnova la speranza. La comunità cristiana certamente spera di poter vivere tempi migliori. Quello che purtroppo succede in questi giorni non trasmette grande ottimismo, però guardiamo al futuro con la speranza di vedere giorni migliori.
D. - Nonostante le tensioni, la gente partecipa alle liturgie per la Santa Pasqua?
R. - Sono i cristiani del posto, i nostri cristiani locali, i palestinesi e le piccole comunità ebraiche, che riempiono le chiese e non soltanto la Basilica del Santo Sepolcro. Riempiono tutte le chiese parrocchiali presenti in Palestina e in Israele. Sono loro che conducono qui la vera vita cristiana.
D. – La Terra Santa è il luogo dell’incontro tra l’uomo e Dio: con quale spirito in particolare i pellegrini incontrano quest’anno il Signore Risorto?
R. – Le parole principali di questa solennità della Risurrezione, che quest’anno hanno celebrato tutti insieme, ortodossi e cattolici, rimangono sempre le parole di Gesù Risorto agli apostoli: “Pace a voi”.
D. – La Pasqua è il passaggio compiuto da Gesù dalla morte alla vita. Quale passaggio devono compiere la Terra Santa e il Medio Oriente?
R. – Il passaggio, senz’altro, della riconciliazione, cercando di andare al di là delle differenze. Non bisogna, infatti, dimenticare che qui vivono culture diverse, si parlano lingue diverse, si professano religioni diverse, anche all’interno dello stesso cristianesimo. E’ dunque importante questo passaggio di riconciliazione. Un altro importante passaggio, che conduce verso una nuova vita, è quello della giustizia.
Il nunzio ad Haiti: nuovi aiuti e la forza della fede per superare la tragedia del terremoto
◊ All’indomani della Santa Pasqua e delle celebrazioni per la Risurrezione del Signore, la popolazione di Haiti cerca di sanare le ferite ancora aperte del terremoto affidandosi alla speranza nel futuro. Per la comunità cristiana, in particolare, questa speranza si chiama Gesù Cristo. Quale luce ha portato quest’anno la Pasqua ad Haiti dopo l’oscurità del sisma dello scorso 12 gennaio? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto al nunzio apostolico nel Paese caraibico, mons. Bernardito Auza, raggiunto telefonicamente a Port-au-Prince:
R. - Nell’immediato viviamo con la speranza, perché ci sono ancora un milione di persone che vivono per la strada. Speriamo, quindi, che questa Pasqua porti anche la speranza di poter trovare anche delle sistemazioni migliori, che finora non ci sono ancora. Certo, la grande speranza è quella di potersi riprendere, anche dal punto di vista psicologico. La gente è molto speranzosa e guarda sempre al futuro, ma ancora non riesce a trovare la forza per superare questo shock, questa tragedia.
D. – A proposito di questo shock e di questa tragedia, oltre alle rovine degli edifici il terremoto ha lasciato anche nella popolazione profonde ferite. Quali sono oggi le “macerie” più difficili da rimuovere?
R. – Si vede ancora tanta gente per la strada, che vive nelle tende, che guarda lontano, senza veramente guardare niente. Queste persone sono rimaste in quella situazione di grande paura; sembra che la paura e il crollo delle loro case siano scene ancora molto forti davanti ai loro occhi. La prima emergenza è questa! E lo è anche per noi, perché ci sono tanti sacerdoti, tanti religiosi e religiose che sono ancora in questo stato di non riuscire a reagire dopo la tragedia del terremoto. Ci sono, comunque, tante iniziative in questo senso. Ci sono anche gruppi di psicologi e sacerdoti che girano nelle nostre comunità per cercare di aiutare la gente, per cercare di farli parlare della loro esperienza, per cercare di farli aprire. Questa è una ferita veramente molto profonda nella psiche della gente. Nessuno – ad esempio – vorrebbe in questo momento vivere in case di cemento: tanta gente preferisce vivere in strada e nelle tende.
D. – La Conferenza dei Paesi donatori ha promesso lo stanziamento di oltre 5 miliardi di dollari per la ricostruzione. Come valutare questo impegno da parte della Comunità internazionale?
R. – Si tratta di una somma allocata per i prossimi due anni. E’ certamente una somma importante, ma considerando la gravità della distruzione materiale e dell’assenza delle infrastrutture, questa somma sarà riversata in un mare di necessità. Ci vorrà tempo, ma ci vorranno anche tante risorse.
D. – Per affrontare queste necessità, la popolazione di Haiti attinge anche al grande patrimonio della fede...
R. – La fede degli haitiani è stata sempre esternata. Gli haitiani hanno una religiosità – per così dire – molto visibile, molto vivace. Questo si vede sempre: anche dopo il terremoto, la gente si riuniva in ogni angolo della strada per cantare insieme “Alleluia”. Hanno una grande forza ed io ho veramente fiducia che questa forza della fede sia un elemento fondamentale per superare lo shock psicologico in cui la gente ancora si trova.
L'Abruzzo ricorda il primo anniversario del terremoto
◊ L’Aquila commemora l’anniversario del sisma di un anno fa, era il 6 aprile 2009, che provocò la morte di oltre 300 persone, mentre decine di migliaia di cittadini rimasero senza casa. Le celebrazioni partono in serata in Piazza Duomo con un Consiglio Comunale Straordinario. Alle 22.00 da quattro località del primo cordone periferico – Pettino, Roio, Torrione e Sant’Elia – partono le fiaccolate in direzione della Fontana Luminosa, per formare un unico corteo e dirigersi verso la Cattedrale. In Piazza Duomo, alle 3.32, orario della terza, disastrosa scossa sismica, una breve e semplice cerimonia con la lettura dei nomi di 308 vittime, accompagnata da rintocchi di campane. Alle ore 4.00, nella Basilica di Collemaggio, la Santa Messa in suffragio di quanti hanno perso la vita nel terremoto, officiata dall’arcivescovo diocesano, mons. Giuseppe Molinari e dal vescovo ausiliare, mons. Giovanni D’Ercole. Nel pomeriggio di martedì 6, un concerto presso la stessa Basilica mariana scandirà la lettura di brani tratti dal libro di Italo Calvino “Le città invisibili” e da “Scene da un terremoto” di Maurizio Cerini; interverranno tutte le istituzioni culturali aquilane insieme al Coro di Santa Cecilia di Roma. Le manifestazioni commemorative si concluderanno la sera del 7 aprile con un Concerto nella Basilica di Collemaggio dal titolo “Et terra mota est”, offerto dalla Diocesi di Avezzano e dalla Marsica. Anche la Radio Vaticana si unirà alla commemorazione del sisma, con alcune trasmissioni speciali del canale in diretta “105 live”. Nel primo anniversario del terremoto in Abruzzo, in particolare il borgo di Onna, gravemente colpito dal sisma, vivrà una significativa tappa della sua ricostruzione, con il simbolico avvio dei lavori di “Casa Onna”, un centro di aggregazione per la cittadinanza. A porre la prima pietra, sarà l’ambasciatore di Germania in Italia, Michael Steiner. Firmato dall’architetto Giovanna Mar di Mestre, il progetto sarà realizzato dall’impresa veneta Carron e consegnato entro settembre prossimo. Il millenario borgo aquilano ha perso nel sisma 41 dei suoi 280 abitanti e il 90% delle sue case; nel 1944, nel pieno della seconda guerra mondiale, aveva subito un’altra drammatica prova, con l’uccisione da parte della Wehrmacht di 17 civili innocenti nel corso di una rappresaglia. Memore di quel tragico evento la Germania si è impegnata a fondo nella ricostruzione di Onna, costituendo attraverso l’Ambasciata in Italia un’apposita Fondazione per l’aiuto alla cittadina e ai suoi abitanti. Tra le iniziative avviate per la raccolta dei fondi è il concerto in programma il 7 aprile nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, alle ore 20.00; in programma l’esecuzione della Messa in do minore di Wolfgang Amadeus Mozart, eseguita dal Münchener Bach-Chor e dal Bach Collegium München sotto la direzione di Hansjörg Albrecht.
In occasione dell'anniversario Save The Children rende noto un rapporto dal titolo “Abruzzo: un anno dopo: l’esperienza sul campo e le voci dei bambini”. Ce ne parla Filippo Ungaro, responsabile comunicazione della Ong, al microfono di Gabriella Ceraso:
R. – Comprese le attività pre e post emergenza, abbiamo seguito circa 1.700 bambini. Oggi, all’interno di 30 scuole dell’Aquila, attraverso dei laboratori per gli studenti e dei percorsi formativi per gli insegnanti, offriamo degli strumenti e delle occasioni per rielaborare e narrare quanto vissuto durante e dopo il terremoto. I ragazzi hanno, per esempio, creato una radio online; hanno fatto un cortometraggio; hanno creato un modello di cartone dell’Aquila ricostruita ed abbiamo attivato anche dei gemellaggi con altre scuole italiane. Abbiamo creato poi due centri aggregativi nella città di Paganica e di Pizzoli. L’attività è, quindi, continuativa e rimarrà tale.
D. – In questo rapporto “Abruzzo: un anno dopo” non c’è soltanto l’esperienza sul campo degli operatori, ma c’è anche la voce dei bambini e degli adolescenti. Che cosa vi raccontano oggi di loro?
R. – Mettono in evidenza anzitutto che hanno ancora, purtroppo, paura. E questo perché sentono ancora le scosse e non sono riusciti a tornare completamente alla normalità. Alcuni continuano a vivere negli alberghi. Noi abbiamo intervistato dei ragazzi che vivono nel garage di casa. In secondo luogo, sentono che, ancora oggi, non ci sono dei momenti per poter scambiare le loro emozioni e per poterle condividere. In terzo luogo, sentono fortissimamente il bisogno di ricreare dei centri di aggregazione specificatamente per loro.
D. – Per quanto riguarda l’apparato scuola, è stato tutto ristabilito?
R. – La totalità dei bambini è tornata in classe: ci sono 72 scuole di nuovo operative. Quello che mancava, e che in parte manca anche adesso, è una specifica formazione per gli insegnanti, che permetta loro di rielaborare il trauma che i ragazzi hanno vissuto e questo con attività specifiche.
D. – C’è qualcosa di questa esperienza che avete fatto e continuate a fare che vi è rimasta nel cuore?
R. – L’unione di questi ragazzi, la loro forza e la loro capacità di voler ricostruire dalle macerie.
Nasce l'Associazione Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi: intervista con la figlia dei due Beati
◊ Nasce in questi giorni l’Associazione Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi: a promuoverla è Enrichetta, la figlia 96enne della coppia beatificata da Giovanni Paolo II nel 2001. Sergio Centofanti l’ha intervistata chiedendole di parlarci dei genitori e della nascente Associazione:
R. – E' veramente un modello di famiglia cristiana, nel senso che la coppia come tale è stata particolarmente investita dallo Spirito Santo, in maniera da diventare una carne sola, per cui nessuno dei due voleva tenersi qualcosa per sé, ma reciprocamente si donavano l’uno all’altro. Da questo è nata l’armonia più piena e adesso l’Associazione sarà un piccolo granello che vuol portare il messaggio che può esistere la famiglia felice, felice tra virgolette, se imita il loro modo di credere, perché la vita viene determinata proprio da quello che si crede. E credere in Dio, in quello che la mamma diceva “guardare dal tetto in su”, il credere nella bontà infinita di Dio e aderire alla sua volontà, che sono stati i caposaldi della loro vita, conduce a una vita "felice".
D. – Che consiglio darebbe alle famiglie di oggi, alle coppie di oggi?
R. – Anzitutto, di sapere che cos’è il matrimonio, nella sua essenza e nella sua bellezza.
D. – Se dovesse dire il segreto del matrimonio, guardando anche ai suoi genitori, qual è questo segreto?
R. – E’ attingere alla grazia del Sacramento. Il loro mezzo di santificazione è stata la grazia santificatrice del matrimonio.
D. – Lei incontra molti giovani, come vede i giovani di oggi?
R. – Che sarebbero pronti, per poco che fossero affascinati come potrebbero essere se incontrassero veramente persone affascinanti. Si lascerebbero affascinare dalla bellezza del cristianesimo. C’è sete di un’evangelizzazione che si avvicini ai giovani in un modo sacrale, ma giovanile.
D. – Lei è nata, nonostante un ginecologo abbia consigliato a sua madre di abortire, perché in pericolo di vita...
R. – La mamma ha rischiato la vita. C’era la percentuale del 90 per cento che potesse morire, come disse in modo abbastanza crudo il ginecologo a mio padre: “Avvocato, sappia che se lei insiste nella sua idea, potrà rimanere mille volte, come percentuale, vedovo, con tre bambini piccoli”. Questa era la prospettiva. Eppure, guardando al Crocifisso, hanno detto: “No, non interrompiamo la gravidanza”. Perché? Perché hanno vissuto il Vangelo fino in fondo. E adesso il Vangelo è calpestato e basta.
D. – Un ricordo che le è particolarmente caro dei suoi genitori...
R. – Sono tanti i ricordi e mi è troppo difficile sceglierne uno ... non le so rispondere! Ma basta un abbraccio della mamma, perché già sia quello un ricordo meraviglioso!
Sul grande schermo in Italia “Il piccolo Nicolas e i suoi genitori”
◊ È arrivato anche in Italia “Il piccolo Nicolas e i suoi genitori”, adattamento per il grande schermo di uno dei più importanti classici per l’infanzia francese, nato dalla fantasia di René Goscinny e illustrato da Jean-Jacques Sempé. Attraverso gli occhi innocenti e schietti del piccolo e divertente protagonista si vivono tante semplici avventure create per allietare i più piccoli e divertire i più grandi. Il servizio di Luca Pellegrini.
“Stamattina – ricorda ancora Nicolas – siamo arrivati a scuola un sacco contenti, perché oggi ci fanno la foto di classe e per noi questo sarà un ricordo speciale che ci rimarrà per tutta la vita, così ci ha detto la maestra”. Il piccolo Nicolas avrà tempo e modo per ricordare quei giorni di avventure, timori, illusioni, amicizie. Il suo mondo è diviso tra la classe dove elabora giochi e conoscenze, e la famiglia con mamma e papa che si preoccupano di lui, del lavoro, del cibo, dei soldi, dell’avvenire. Il piccolo Nicolas è un piccolo Gian Burrasca d’Oltralpe che si tuffa in tante “guerre dei bottoni” e in una serie infinita di esperienze, burle e fantasticherie. La più terribile è quando crede, dopo avere erroneamente interpretato alcuni presagi, che un fratellino stia arrivando per sottrargli il posto nel cuore di mamma e papà: da lì scaturisce il piano per disfarsene e sarà una serie di divertenti peripezie innestate sul tessuto di un quotidiano tanto semplice da essere vissuto come memoria, un tempo lontano del quale sembra se ne siano perse le tracce. Il film di Laurent Tirard, da lui adattato dal libro – in Italia edito da Donzelli - che racchiude le storie create negli anni Cinquanta da Goscinny e Sempé, è un gioiello che brilla di una luce antica e sempre nuova, una fiaba che coinvolge i piccoli e emoziona i grandi. Il mondo dell’infanzia è sempre stato attentamente scandagliato dal cinema francese, vuoi nei suoi aspetti più tragici, come accadeva nell’esperienza del male in Adieu les Enfants, o nella pratica del bene come in Les choristes. Questa volta Nicolas dipinge a colori vivaci e divertenti e per brevi capitoli il mondo della sua innocenza priva di turbamenti, quell’età dell’oro di cui abbiamo recondita memoria. Tutto il cast, ovviamente, è formato da piccoli attori di straordinaria professionalità e naturalezza, che sanno perfettamente ricreare il mondo di Sempé, il suo spirito, la sua ironia, la sua bontà. Ogni cosa è verosimile, al suo posto, ogni dettaglio si incastra nella coralità di storie che raccontano il meglio di noi e offrono, utilizzando le parole dello stesso regista “un ritorno all’infanzia, una boccata d’infanzia, ritrovando l’innocenza, l’ingenuità e l’entusiasmo”. Se non trovassimo più, nella scatola delle nostre vecchie fotografie, quella che ci ritrae insieme ai vecchi compagni delle elementari, “Il piccolo Nicolas” la può sostituire con altrettanta, piacevole emozione.
I vescovi del Senegal: senza verità non c'è né giustizia né pace
◊ “Un impegno individuale e collettivo a diventare artigiani di pace, ad aprire nuove vie di solidarietà, a mobilitare tutte le energie per favorire lo sviluppo integrale dell’uomo e a proseguire un dialogo interreligioso sincero”: è l’appello dei vescovi del Senegal in un messaggio per il 50.mo anniversario dell’indipendenza. I presuli auspicano che l’anniversario dell’indipendenza, che ricorre in “coincidenza provvidenziale” con la Pasqua, possa “dare una speranza rinnovata alla popolazione, confermare un clima di pace e segnare l’alba di una nuova era”. Delineando un bilancio dei primi 50 anni di indipendenza, i vescovi segnalano risultati positivi nel settore dell’istruzione, della sanità, dei servizi essenziali come l’elettricità. La ricerca e il mantenimento della pace sono però al centro del messaggio: “Senza verità non ci può essere pace né giustizia: solo con la verità si possono conoscere situazioni di ingiustizia e quindi correggerle” insistono i vescovi. Fondamentale in questa prospettiva è “l’educazione alla pace, alla tolleranza, all’unità e al dialogo”; miglior antidoto alla “crescente intolleranza religiosa al livello mondiale – si legge ancora nel testo - è un dialogo permanente e sincero tra le diverse religioni, in particolare con l’Islam”. Altro impegno richiesto dai presuli è “il rispetto dei diritti umani, la promozione dell’individuo” per riuscire a costruire “uno sviluppo armonioso, una pace sostenibile, un’armonia sociale”. Tra le zone di ombra del percorso del Senegal come nazione sovrana, i vescovi lamentano “le ingiustizie economiche, la corruzione, l’impunità, la violenza ricorrente, il perdurare di gravi problemi negli ambienti urbani come rurali”, il tutto aggravato dalle regole imposte dalle istituzioni finanziarie internazionali, dal disimpegno dello Stato e dalle privatizzazioni rischiose. Infine deplorano il perdurare della guerra nella regione meridionale della Casamance e citando un testo di Giovanni Paolo II ammoniscono: “il conflitto è emblema del fallimento quando si ricorre alla violenza come strumento per risolvere problemi politici e sociali”.(C.S.)
Il vescovo di Ippona: siamo Chiesa di accoglienza e dialogo nonostante le difficoltà
◊ “Per me l’avvenire è la fede. Io continuo a rendere grazie per la pace e la fede che mi sono donate di vivere e per l’accoglienza che ricevo nella diocesi, in tutte le parrocchie e in tutte le comunità”: con queste parole mons. Paul Desfarges, vescovo di Costantina-Ippona, commenta ad un anno dall’insediamento, l’accoglienza ricevuta nella diocesi algerina. Nell’intervista pubblicata sul sito della Chiesa cattolica d’Algeria (www.ada.asso.dz) il presule parla della vitalità della sua diocesi, degli studenti sub sahariani che stanno sviluppando un buon cammino di fede, degli incontri che coinvolgono i cattolici e delle comunità religiose presenti nel suo territorio pastorale. Mons. Desfarges sottolinea quanto importante sia la presenza di religiosi e di movimenti, ed esorta ad intensificare tale presenza, perché la Chiesa viva! “La sfida che ci è stata donata – spiega il presule – è quella di una Chiesa che aiuti per vocazione. La grazia che ci è stata fatta è di essere una Chiesa della gratuità dell’amore, della convivialità. Non bisogna lasciare questo luogo che è nel cuore di Dio”. “Siamo una Chiesa dell’accoglienza – prosegue il vescovo di Costantina-Ippona – c’è un lavoro di Dio in questo popolo ben al di là dei limiti della nostra Chiesa. C’è un lavoro di Dio nelle coscienze, nei cuori e noi siamo i servitori di Dio”. Il presule ribadisce poi l’importanza di lavorare ed insistere sulla formazione e sull’accoglienza, assicurando un’attenzione particolare ai giovani studenti e a quanti, giunti dall’estero, lavorano nei cantieri internazionali. Nonostante le difficoltà che la Chiesa algerina vive, mons. Desfarges, si dice infine convinto di riuscire a vedere ogni giorno piccoli ma significativi cambiamenti, movimenti di slancio che confermano la forte vitalità che anima la sua diocesi. (C.S.)
Brasile: pubblicato il primo Manuale missionario
◊ La Regione Nord-Est 2 della Conferenza Episcopale Brasiliana (Alagoas, Paraiba, Pernambuco e Rio Grande do Norte) dopo mesi di lavoro ha pubblicato il primo Manuale missionario. Si tratta di un libro in formato tascabile di 117 pagine, elaborato come un aiuto per chi intende operare come missionario. Presentando il volume, l’Arcivescovo di Natal (RN) e responsabile dell'area missionaria della Regione Nord-Est 2, Mons. Matias Patricio de Macedo, ha sottolineato che il materiale in esso contenuto vuole essere "un insieme di strumenti in grado di sostenere, con la preghiera, il lavoro faticoso ma straordinario di evangelizzazione". Il piccolo sussidio è diviso in 11 capitoli, tra i temi affrontati: la missione di Gesù e le missioni popolari, spiritualità missionaria, la missione nella Bibbia, la lettura orante della Bibbia, le visite missionarie, l'esempio di Maria, i missionari del Nord-Est, l'ABC del missionario ed infine i canti. Il Vice Segretario della Pastorale della Conferenza Episcopale Brasiliana (CNBB) e consulente del progetto della Missione Continentale in Brasile, padre Ademar Agostino Sauthier, ha detto che il materiale elaborato dalla Regione Nord-Est 2 è essenziale “per dare entusiasmo ai missionari e a tutti coloro che intendono diventarlo". Egli ha sottolineato inoltre la necessità di un libro di consigli pratici per aiutare l’opera di evangelizzazione nei suoi molteplici aspetti. "Molti hanno bisogno di materiale per lavorare come missionari e non ce l'hanno – ha detto padre Agostino- questo libro colmerà le lacune e faciliterà la vita quotidiana dei missionari, in esso- ha concluso- c’è tutto ciò di cui il missionario ha bisogno per evangelizzare: preghiere, canti, amore e ispirazione in Gesù Missionario del Padre". (C.S.)
Bolivia: la realtà delle Missioni dei Gesuiti nella privincia del Chiquitos
◊ Dopo 300 anni le Missioni dei Gesuiti nella privincia del Chiquitos, in Bolivia, sono le uniche ancora conservate ed aperte al culto in Sud America, luoghi di preghiera ma non solo, fondamentali oggi più che mai alla diffusione e alla difesa della religione in questo Paese. La struttura delle missioni è quasi sempre uguale: una grande piazza quadrata con una croce al centro, su un lato la chiesa con la casa dei Padri, il cimitero e gli edifici pubblici, sugli altri lati i magazzini e le abitazioni degli indigeni. In origine le Missioni Chiquitos erano gli insediamenti missionari principali della Compagnia di Gesù nel Nuovo Mondo. La loro funzione principale era di dare vita ad insediamenti di indiani convertiti, una volta principalmente nomadi, in cui gli indios, oltre agli elementi della fede cattolica, apprendessero anche i principi della vita sociale e civile, imparassero la musica, l’arte, la pittura, l’intaglio. Costruite tra il 1691 e il 1760, nel 1991 le Missioni dei Gesuiti della Bolivia sono state dichiarate "Patrimonio Culturale dell'Umanità" dall'Unesco. L'architettura delle chiese è barocca, con espressioni della creatività indigena, ed ha come punti importanti i dipinti murali, le sculture in legno, colonne imponenti, bellissimi dipinti e altari dorati. Queste chiese, restaurate negli anni '60 sotto la guida dell'architetto Hans Roth e poi da Juan Carlos Ruiz, sono state in grado di riconquistare la sua bellezza. Oltre a recuperare le strutture murarie, sono stati recuperati anche oltre 5.000 brani musicali, che sono diventati la più grande collezione di musica barocca indigena del Sud America. In queste chiese, tra l’altro si svolge il Festival di Musica Barocca del Rinascimento in America, considerato il più importante del continente. (C.S.)
Al via il convegno dell’Usmi per umanizzare la vita in Cristo
◊ “Affidate ad una promessa: per umanizzare la vita in Cristo”. E’ questo il tema scelto per la la 57a Assemblea Nazionale dell’Unione Superiore Maggiori d’Italia (USMI) che si svolgerà dal 7 al 9 aprile, presso la Pontificia Università Urbaniana: un tempo e uno spazio per riflettere insieme, condividere ed entrare sempre di più nel progetto di Dio per la vita religiosa. In continuità con il cammino di riflessione dell’Assemblea 2009 che ha approfondito il senso e il significato della profezia della vita religiosa, obiettivo di questo incontro è quello di approfondire le radici battesimali della vita religiosa per acquisire una maggiore consapevolezza nell’essere in Cristo e con Cristo narrazione del Vangelo a partire proprio da un cammino di umanizzazione. Ma, che cosa significa e che cosa comporta questo? Perché il cammino della vita spirituale coincide con un processo di umanizzazione? Che cosa disumanizza la nostra vita? Quali sono i percorsi per entrare in questa avventura umana? Questi alcuni degli interrogativi su cui le partecipanti saranno chiamate a riflettere con l’aiuto di padre Francesco Rossi De Gasperis, del Biblicum di Gerusalemme, Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, e don Guido Benzi direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale della CEI. Nel corso dell’Assemblea ci saranno momenti di ascolto, alternati a tempi di dialogo e condivisione attraverso laboratori guidati per mettere in comune le esperienze e individuare insieme linee di percorso che, certamente, potranno essere utili per il servizio di governo e di animazione nelle Congregazioni. (C.S.)
Due convegni a Milano su don Primo Mazzolari nel 50.mo della morte
◊ Due convegni a Milano su don Primo Mazzolari per concludere le celebrazioni dell’anno dedicato al sacerdote nel 50.mo anniversario della morte. A promuoverli sono l’Azione Cattolica ambrosiana e la Fondazione don Primo Mazzolari. Il primo, “Quale laico e quale immagine di Chiesa per l’oggi alla luce dell’insegnamento di don Mazzolari”, si terrà il 12 aprile (Salone Pio XII - via S. Antonio 5, ore 20.45) con l’intento di offrire, spiegano gli organizzatori, “una preziosa occasione di approfondimento, dialogo e ricerca sul volto della Chiesa e su quello del cristiano, attingendo alla ricca eredità spirituale di don Mazzolari”. Coordina e introduce i lavori Giorgio Vecchio, docente di storia contemporanea dell’Università di Parma. Intervengono Giorgio Campanini, docente di storia delle dottrine politiche dello stesso ateneo e Paolo Trionfini, vicepresidente nazionale adulti Azione cattolica. I relatori sono tutti membri del Comitato scientifico della Fondazione don Primo Mazzolari. I due giorni successivi, 13 e 14 aprile, presso l’Università di Milano si terrà il secondo convegno intitolato “Le inquietudini della fede. Don Primo Mazzolari e il cattolicesimo italiano prima del Concilio”. (C.S.)
Attentati in Pakistan: decine di morti. Colpito anche il consolato Usa
◊ Una nuova serie di attentati ha scosso oggi la provincia pachistana della Frontiera del nordovest, a ridosso del confine con l'Afghanistan: a Peshawar i talebani hanno rivendicato l'attacco al consolato Usa, costato la vita a sei persone, compresi quattro assalitori, e preannunciato l'arrivo di nuovi attentati. Alcune ore prima, a Timergarah, nel distretto di Lower Sir, era stata presa di mira una assemblea del partito al governo nella provincia, l'Awami National Party. Il bilancio è di almeno 38 vittime. I particolari nel servizio di Roberta Rizzo:
"Ancora incerta la dinamica dell'attacco al consolato Usa, nel quartiere Saddar di Peshawar: secondo alcune fonti, gli assalitori, sospetti militanti islamici, erano a bordo di due veicoli. Dalla prima auto è partito il fuoco contro il personale della sicurezza al check point pachistano nei pressi del consolato. Poi si sono udite almeno cinque esplosioni. Due deflagrazioni sarebbero avvenute vicino l'ingresso dell'edificio. L'ambasciata americana ha confermato che il consolato era l'obiettivo dell'attacco. Nella stessa strada, Khyber Road, ha sede anche l'Isi, (Inter Services Intelligence), il servizio segreto di Islamabad, già preso di mira a novembre scorso con un attentato che provocò oltre 20 vittime. Fonti locali riferiscono che subito dopo la prima esplosione è iniziato uno scontro a fuoco durato oltre mezz’ora. I canali televisivi pachistani hanno mostrato una colonna densa di fumo nero che si leva alta sul quartiere, proprio nella parte blindata, dove sorgono la rappresentanza diplomatica americana e la sede dei servizi segreti pachistani. Poche ore prima, nel distretto di Lower Dir, i ribelli talebani avevano assaltato una riunione dell’Awami National Party, partito locale laico che contende agli integralisti l'egemonia politica e culturale sulle tribù di etnia pashtun, le stesse dalle quali provengono i fondatori dei talebani. Secondo quanto riferito dalla polizia, un uomo ha cercato di entrare nel luogo dove si svolgeva l’incontro dei nazionalisti e quando è stato bloccato si sarebbe fatto esplodere. Il distretto del Lower Dir si trova lungo la frontiera nordoccidentale del Pakistan. Comprende la valle dello Swat, da mesi teatro di scontro tra le forze di sicurezza di Islamabad e i ribelli talebani".
Iraq. Triplice attacco a Baghdad: 41 morti
È salito a 41 morti e oltre 200 feriti il bilancio provvisorio del triplice attacco che ha insanguinato ieri la zona verde di Baghdad. Tre esplosioni simultanee hanno colpito le ambasciate di Egitto, Iran e Germania. Secondo le prime ricostruzioni le esplosioni sono state causate da kamikaze alla guida di autobomba. Dietro gli attacchi ci sarebbe la mano di Al Qaeda. Il capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, ha condannato gli attentati suicidi e ha chiesto a tutti i partiti iracheni di fare appello alla “coesione”.
Afghanistan. La Nato ammette responsabilità nella strage di Paktya
La Nato ha ammesso le responsabilità di propri soldati nella strage in cui il 12 febbraio scorso trovarono la morte tre ragazze afghane in un villaggio vicino a Gardez, nella provincia afghana di Paktya. Le donne si trovavano insieme a due uomini in un edificio attaccato dell’alleanza Atlantica, e tutti erano sembrati avere, al momento del blitz, un “atteggiamento ostile”. In realtà, ha dovuto ammettere l'Isaf, “stavano solo cercando di difendere le proprie famiglie”.
Russia. Attentato a una caserma di polizia in Inguscezia
Nuovo attentato in Russia. Un kamikaze si è fatto esplodere nella Repubblica caucasica dell'Inguscezia, causando due morti e alcuni feriti. Le vittime sono agenti di polizia che hanno bloccato il kamikaze mentre tentava di entrare nella caserma di Karabulak, circa 20 km dalla capitale Magas. Poco meno di un’ora dopo, un altro attentato con un’autobomba che è stata fatta saltare in aria senza, però, provocare vittime. Quello in Inguscezia è solo l'ultimo di una catena di attacchi cominciata con le bombe alla metropolitana di Mosca che hanno provocato 40 morti, seguito dal doppio blitz nella città daghestana di Kizlya, che ha causato 12 vittime.
Messico. Terremoto di magnitudo 7.2 al confine con gli Stati Uniti
Una forte scossa di terremoto, di magnitudo 7.2 della scala Richter, ha colpito nel pomeriggio di Pasqua la penisola messicana di Baja California, al confine tra Stati Uniti e Messico, provocando due vittime e almeno 100 feriti. La città più colpita è Mexicali, la maggiore metropoli dello Stato di Baja California, dove abitano circa 900 mila persone: numerosi gli edifici con crepe, molte strade sono franate e sono inagibili, la città è senza energia elettrica. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza. La terra ha tremato per 30-40 secondi, seguita da altre due scosse più lievi. Il sisma è stato percepito chiaramente a Los Angeles e San Diego, dove i grattacieli hanno ondeggiato. Si tratta della scossa più forte registrata nella California meridionale dal 1969 ad oggi, di poco superiore a quella di magnitudo 7.0 che lo scorso 12 gennaio ha devastato Haiti.
Cina. Salvate 115 persone dalla miniera di carbone di Wangjialing
Sono stati portati in salvo dai soccorritori 115 dei 153 minatori intrappolati da otto giorni in una miniera di carbone di Wangjialing, nella provincia settentrionale cinese dello Shanxi, a causa di un'inondazione. Le squadre di soccorso sono impegnate nella ricerca e nel recupero degli altri minatori intrappolati a 250 metri di profondità. La maggior parte dei sopravvissuti estratti vivi si trovava su una piattaforma che non è stata sommersa dall'acqua, sulla quale i soccorritori avevano calato un tubo nel quale veniva pompato ossigeno e sacche di glucosio. Le condizioni dei sopravvissuti recuperati fino ad ora vengono considerate stabili. Il responsabile delle operazioni di soccorso e i vertici governativi locali hanno parlato di “evento miracoloso nella storia degli incidenti minerari”.
Cina. Esplode una nave cisterna a largo di Shanghai. Due i dispersi
Una nave cisterna panamense che trasportava gas è esplosa ieri nell'estuario dello Yangtze nei sobborghi di Shanghai. Lo riferisce la televisione cinese. Dodici dei quattordici membri dell’equipaggio sono stati portati in salvo. Altri due, di nazionalità filippina, risultano dispersi. Il cargo è ancora in fiamme: le squadre di soccorso sono al lavoro per spegnere l'incendio. Al momento dello scoppio, la “Golden Crux” si trovava sulla rotta verso la Repubblica di Corea, proveniente da Nantong, nella provincia cinese di Jiangsu. La cisterna era quasi del tutto vuota, il gas doveva essere caricato in Corea.
Cuba. Castro: "Su dissidenti non cederemo di un millimetro"
Il governo di Cuba “non cederà” un millimetro di fronte alle pressioni di Stati Uniti e Unione Europea sui dissidenti che stanno portando avanti uno sciopero della fame per chiedere la libertà d’espressione. Lo ha assicurato il presidente Raul Castro, chiudendo il IX congresso dell'Unione della gioventù comunista (Ujc). Castro ha respinto le accuse internazionali contro l'Avana dopo la morte, più di un mese fa, del dissidente Orlando Zapata, deceduto al termine di un digiuno di 85 giorni.
Corea del Nord. Seul: "Alta vigilanza per viaggio Kim in Cina"
La Corea del Sud continua a tenere alta la vigilanza sull'ipotesi della missione in Cina del leader nordcoreano Kim Jong-il. Lo ha il portavoce del ministero degli Esteri di Seul. La scorsa settimana, l'ufficio di presidenza sudcoreana aveva definito “a breve, se non addirittura imminente”, la trasferta del “supremo leader” a Pechino, per la prima volta dal 2006. Un'iniziativa che, secondo gli osservatori, sarebbe destinata a riportare Pyongyang al tavolo negoziale a Sei (Cina, Giappone, Russia, Usa e le due Coree) per l'abbandono dei suoi programmi nucleari, in fase di stallo dal dicembre 2008.
Australia. Cargo arenato sulla corriera corallina
Alcune squadre di soccorso australiane sono impegnate anche oggi contro il rischio disastro ambientale per il cargo cinese Sheng Neng I incagliatosi nella Grande barriera con 65 mila tonnellate di carbone e 950 di petrolio a bordo. Lo riferisce il Sidney Morning Herald online. La nave, che nella notte ha subito altri danni, potrebbe spezzarsi in due. Le condizioni del mare e dei venti non facilitano le operazioni. Le squadre sono al lavoro per tentare di stabilizzarla. Venti forti battono l'area, a 70 chilometri a est della Great Keppel Island, paradiso ecologico sulla costa nord-orientale dello stato del Queensland. (Panoramica internazionale a cura di Roberta Rizzo)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 95
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