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Sommario del 14/08/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Vigilia dell'Assunta e memoria di San Massimiliano Kolbe. Il Papa: affidarsi a Maria è sorgente di coraggio e serenità
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Solennità dell'Assunzione in Terra Santa implorando la pace per il Medio Oriente
  • Sudan. Il vescovo di Wau: la Chiesa, promotrice di riconciliazione nella giustizia
  • Pellegrinaggio notturno a piedi al Santuario romano della Madonna del Divino Amore
  • Il vescovo di Noto: vivere le vacanze come un tempo per curare le cose che valgono di più
  • Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Solennità dell'Assunzione
  • Chiesa e Società

  • Il patriarca di Antiochia Gregorios III Laham: grandi speranze dal Sinodo per il Medio Oriente
  • La Chiesa del Gabon ricorda i 50 anni dell'indipendenza del Paese
  • Bartolomeo I celebra la Festa della Dormizione nel monastero di Panagìa Sümela
  • Human Rights Watch: centinaia di persone uccise e rapite dalla guerriglia ugandese
  • A Loreto l’incontro nazionale dell’Ordo Virginum
  • Cristiani e musulmani in pellegrinaggio in Italia sulle orme di Sant'Agostino
  • Il Parlamento della gioventù all’Onu presenta una Magna Charta di valori
  • Namibia: verso il 30.mo vertice della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe
  • 24 Ore nel Mondo

  • Pakistan: attacco terrorista nonostante le inondazioni. 20 milioni gli sfollati
  • Il Papa e la Santa Sede



    Vigilia dell'Assunta e memoria di San Massimiliano Kolbe. Il Papa: affidarsi a Maria è sorgente di coraggio e serenità

    ◊   La Chiesa si appresta a celebrare domani la Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria: domani mattina, alle 8.00, il Papa presiederà la Santa Messa nella parrocchia di San Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo. A mezzogiorno, il tradizionale appuntamento dell’Angelus, nel cortile del Palazzo Apostolico della cittadina laziale. Oggi, Vigilia dell’Assunta, la Chiesa celebra la memoria di San Massimiliano Kolbe, sacerdote francescano polacco morto nel lager di Auschwitz consegnando la sua vita nelle braccia di Maria. Ce ne parla Sergio Centofanti.

    Non ha mai perso la speranza, anche se ha attraversato il tempo buio dei lager: così il Papa ha ricordato, domenica scorsa, padre Massimiliano Kolbe, sacerdote innamorato di Maria, totalmente affidato a Lei, anche nell’ora della morte:

    “'Ave Maria!': fu l’ultima invocazione sulle labbra di san Massimiliano Maria Kolbe mentre porgeva il braccio a colui che lo uccideva con un’iniezione di acido fenico. È commovente costatare come il ricorso umile e fiducioso alla Madonna sia sempre sorgente di coraggio e di serenità”. (Udienza generale, 13 agosto 2008)

    La vita di Massimiliano Kolbe, come quella di tanti martiri, sembra la vittoria del potere del male:

    “Apparentemente le loro esistenze potrebbero essere ritenute una sconfitta, ma proprio nel loro martirio risplende il fulgore dell’Amore che vince le tenebre dell’egoismo e dell’odio. A san Massimiliano Kolbe vengono attribuite le seguenti parole che egli avrebbe pronunciato nel pieno furore della persecuzione nazista: ‘L’odio non è una forza creativa: lo è solo l’amore’”. (Udienza generale, 13 agosto 2008)

    Padre Kolbe ha dato la sua vita per amore, come ci ricorda il Vangelo odierno dedicato al “comandamento nuovo” di Gesù: amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati. Lui è la fonte e il modello di ogni vero amore, che è amore senza misura:

    “Quelle parole di Gesù, ‘come io vi ho amati’, ci invitano e insieme ci inquietano; sono una meta cristologica che può apparire irraggiungibile, ma al tempo stesso sono uno stimolo che non ci permette di adagiarci su quanto abbiamo potuto realizzare”. (Udienza generale, 9 agosto 2006)

    Nella storica visita nel campo di concentramento di Auschwitz, Benedetto XVI parla dei tanti testimoni della verità e del bene morti in questo lager:

    “Essi scuotono la nostra memoria, scuotono il nostro cuore. Non vogliono provocare in noi l'odio: ci dimostrano anzi quanto sia terribile l'opera dell'odio. Vogliono portare la ragione a riconoscere il male come male e a rifiutarlo; vogliono suscitare in noi il coraggio del bene, della resistenza contro il male. Vogliono portarci a quei sentimenti che si esprimono nelle parole che Sofocle mette sulle labbra di Antigone di fronte all'orrore che la circonda: 'Sono qui non per odiare insieme, ma per insieme amare'". (Discorso ad Auschwitz, 28 maggio 2006)

    Ma chi era Massimiliano Kolbe? Riviviamo alcuni momenti della vita di questo Santo nel servizio di Isabella Piro:

    (musica)

    “Solo l’amore crea”: è questo il motto di Massimiliano Kolbe, che della carità fa il suo stendardo. Nato in Polonia nel 1894, presto sceglie di farsi seguace di San Francesco, entrando nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali. Fortissima la sua devozione mariana, tanto che nel 1917 fonda la “Milizia di Maria Immacolata”, seguita, dieci anni dopo, dalla “Città dell’Immacolata”, un centro vocazionale vicino Varsavia. Ascoltiamo padre Luigi Carillo, assistente spirituale per la Campania della “Milizia dell’Immacolata”:

    “Lui aveva questa idea: che solo attraverso Maria, Mediatrice di tutte le grazie, l’uomo può arrivare a Dio. Quindi, Maria diventa strumento, ‘scala’ che porta, che conduce direttamente a Dio”.

    Polonia, India, Giappone: la missione evangelizzatrice di padre Kolbe supera ogni confine, nonostante gli venga diagnosticata la tubercolosi. E ovunque vada, San Massimiliano porta avanti il suo amore per l’uomo, creatura di Dio. Padre Carillo:

    “Lui amava l’uomo. È stato in Giappone, ha fondato diversi conventi, si è spinto quasi fino agli estremi confini del mondo, appunto per annunciare la salvezza attraverso la Madonna, e ovviamente la Madonna è stata il fulcro della sua vita spirituale”.

    Ma l’Europa sta cambiando e la Seconda Guerra Mondiale lascia sul campo vittime, feriti, profughi. Ad essi si dedica padre Kolbe, senza paura, fino al 1941, quando viene deportato nel campo di sterminio di Auschwitz. 16670: questo il numero che gli viene tatuato sul braccio. E quello stesso braccio lui lo porge ai carnefici che lo uccidono con un’iniezione di acido fenico, dopo 14 giorni di stenti nel “Bunker della fame”. Non era destinato a quel bunker, padre Kolbe, ma si era offerto volontario al posto di un altro prigioniero, un padre di famiglia. Le sue ultime parole sono “Ave Maria”. Era il 14 agosto 1941:

    “Il male si combatte solo attraverso l’amore: proprio la testimonianza ardente della carità. Quindi, San Massimiliano è stato quel chicco di frumento che è morto a se stesso donando la sua vita per portare i frutti – appunto – della carità. Quel padre di famiglia potrebbe essere il simbolo dell’umanità, ancora oscurata dalle tenebre del peccato. Solo attraverso l’amore e la carità l’uomo può essere salvato”.

    Testimone dell’amore in Cristo, San Massimiliano ci lascia una grande eredità. Ancora padre Carillo:

    “Dove oggi c’è il relativismo, dove tutto è un vivere liquido, San Massimiliano è un forte esempio dell’amore vero, concreto che si trasforma in azione. Non un amore aleatorio, superficiale: San Massimiliano diventa veramente un punto di riferimento per i giovani!”.

    (musica)

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Oggi è il giorno benedetto in cui la Madre raggiunge il Figlio: in prima pagina, Manuel Nin sul Transito della Madre di Dio nella tradizione siro-occidentale.

    Nell’informazione religiosa, i cinque anni dalla morte di frère Roger e i settanta dalla fondazione della comunità di Taizé.

    In rilievo, nell’informazione internazionale, i progressi dell’economia tedesca ed europea.

    In cultura, un articolo di Giovanni Carrù dal titolo “La signora che prega”: un prototipo dell’iconografia mariana del quarto secolo.

    Che bell’andirivieni nel Mediterraneo di 2700 anni fa: Maurizio Sannibale sulla scoperta dei resti delle più antiche pitture etrusche di Tarquinia nell’anticamera della “Tomba della Regina”.

    Un articolo di Fabrizio Bisconti dal titolo “Tarcisio che non temeva i cani rabbiosi”: alla ricerca del sepolcro nel comprensorio callistiano.

    Sandro Barbagallo recensisce una mostra su John Singer Sargent alla Royal Academy of Arts di Londra.

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    Oggi in Primo Piano



    Solennità dell'Assunzione in Terra Santa implorando la pace per il Medio Oriente

    ◊   La Solennità dell’Assunzione di Maria viene attesa con particolare trepidazione in Terra Santa, dove la dimensione di fede si unisce alla speranza di pace per la martoriata regione del Medio Oriente. E’ quanto sottolinea padre Daniel, monaco della comunità benedettina della Basilica della Dormizione a Gerusalemme, raggiunto telefonicamente da Antonella Palermo:

    R. – Essendo una piccola comunità, possiamo sperimentare continuamente la grazia e la benedizione di questo luogo sacro e noi proviamo a trasmettere questo ai numerosi visitatori della nostra Basilica e del nostro monastero, luogo santo che innanzitutto vuole essere luogo d’incontro con Dio. Secondo un’antica tradizione, qui, sul Monte di Sion ha avuto luogo l’Ultima Cena di Gesù e nello stesso luogo gli Apostoli si erano raccolti il giorno di Pentecoste. Per questo, si è ritenuto che qui fosse anche la casa di Maria, che cade nel sonno eterno circondata dagli Apostoli. Qui è stata assunta in Cielo.

    D. – Domani è la festa dell’Assunzione di Maria al Cielo. Come celebrerà questa giornata la vostra comunità?

    R. – Con la preghiera, con una Messa molto solenne; normalmente vengono anche gli arabi cristiani e noi siamo felici di poter condividere questa festa con la Chiesa locale.

    D. – Che significato può avere questo evento dell’Assunzione di Maria al Cielo per spiegare e dare un senso, anche, alle vicende così difficili che vive la Terra Santa?

    R. – Questo evento è molto importante per tutti noi, perché è indicativo per la fine della vita di noi tutti: tutti noi dobbiamo presentarci a Dio, tutti abbiamo la possibilità di vivere poi per sempre con Dio. Per noi, qui, è molto importante pregare per la pace, ricordare che Gesù è venuto per riunire tutti gli uomini: tutti noi vogliamo questa pace. Gridiamo, ma la pace non viene così, all’improvviso …

    D. – Perché?

    R. – Perché siamo peccatori: tutti siamo peccatori. E dobbiamo ricordarcelo …

    D. – Quali sono le responsabilità di ciascuno di noi?

    R. – Io penso che si possano costruire ponti piccoli: le grandi discussioni non servono. Se io vado in città, incontro i musulmani, incontro gli ebrei. Questo è molto importante, perché dopo questi incontri a loro rimane un’immagine precisa, se io ero pieno di amore o no …

    D. – Un messaggio per la pace …

    R. – Per la pace … posso soltanto citare i salmi: “Il Signore vi benedica da Sion, Egli ha fatto il cielo e la terra …”. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Sudan. Il vescovo di Wau: la Chiesa, promotrice di riconciliazione nella giustizia

    ◊   “Centouno giorni di preghiera per la riconciliazione in Sudan”: è l’iniziativa promossa dalla Conferenza episcopale sudanese per accompagnare il Paese nel cruciale processo di democratizzazione. Dal prossimo 21 settembre al primo gennaio in tutte le diocesi del Sudan si terranno incontri di preghiera per esortare governanti e cittadini a promuovere il bene comune e a rendere il referendum per l’indipendenza del Sud Sudan, previsto a gennaio, un momento di maturità democratica. Ma a pochi mesi dalla consultazione per l’autodeterminazione delle regioni meridionali, abitate in prevalenza da cristiani, la situazione resta molto complessa. Ascoltiamo al microfono di Michele Luppi il vescovo di Wau e presidente della Conferenza episcopale sudanese, mons. Rudolf Deng Majac:

    R. - Bisogna sperare … Noi siamo gente che vive di speranza. Nelle cose temporali, però, nella politica, nelle cose sociali, bisogna anche agire, mettere in piedi strutture per realizzare accordi, obiettivi che portino alla pace.

    D. - Quale ruolo ha giocato e può giocare la Chiesa in questa fase delicata della storia del Sudan?

    R. - Bisogna lavorare per ridurre le tendenze negative presenti nelle persone e incoraggiare, promuovere l’amicizia, la giustizia, la fratellanza. In questo senso, noi siamo uno stimolo per la popolazione.

    D. - Come vede il futuro del Sud Sudan?

    R. - Purtroppo bisogna essere realisti. Ci sono zone pericolose lungo la frontiera dovute al fatto che nel sottosuolo ci sono giacimenti di petrolio che hanno provocato questa lunga storia di ingiustizia e di disuguaglianza tra i popoli del Sud e quelli del Nord. Inoltre, il governo del Sudan non si è dimostrato all’altezza della responsabilità di istituire misure di sicurezza adeguate che garantissero l’eguaglianza, la pace e la giustizia per tutti. Purtroppo, ci sono alcuni che si considerano “più sudanesi” degli altri …

    D. - Crede che si stia arrivando preparati al referendum?

    R. - Io penso che qualcosa inizia a muoversi: almeno nelle città, vedo e sento persone che si radunano, discutono … Ma, come dico sempre nelle omelie, bisogna iniziare con la preghiera: preghiamo affinché i nostri cuori siano puliti, liberi da sentimenti di vendetta, di ingiustizia, di corruzione, di tribalismo … Ecco: cominciamo dalla preghiera prima di iniziare a fare qualcosa! Perché bisogna fare di più!

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    Pellegrinaggio notturno a piedi al Santuario romano della Madonna del Divino Amore

    ◊   Questa sera, in occasione della vigilia dell'Assunzione di Maria si tiene il consueto pellegrinaggio notturno a piedi al Santuario della Madonna del Divino Amore. Si tratta di un evento che si tiene ogni sabato, dal primo dopo Pasqua all’ultimo di ottobre, con partenza a mezzanotte da Piazza di Porta Capena e arrivo alle 5.00 della domenica mattina al Santuario. Oltre ai pellegrinaggi del sabato ne sono previsti due straordinari: il 14 agosto, appunto, ed il 7 dicembre, vigilia dell'Immacolata Concezione. Ce ne parla Davide Dionisi.

    Tutto è pronto per questa sera. I pellegrini percorreranno la Via Appia Antica fino al Quo Vadis, quindi la Via Ardeatina, passando sopra le Catacombe di San Callisto e davanti al Mausoleo delle Fosse Ardeatine. Porteranno ai piedi della Vergine, insieme alle proprie intenzioni, anche le necessità, le speranze della città eterna e la missione della Chiesa di Roma. Ma venire in pellegrinaggio al Divino Amore non vuol dire solo chiedere le grazie. Ci spiega perché il rettore, mons. Pasquale Silla:

    R. – Il perché è dato dallo stesso simbolismo che presenta il pellegrinaggio notturno a piedi. Immergersi nel pellegrinaggio della notte vuol dire avere una speranza nel cuore e viverla intensamente per uscire dalla notte, per sfondare la notte, per arrivare verso la luce dell’alba. Ecco perché ai pellegrini, in un modo anche molto semplice, viene indicata questa dimensione di superamento di tutte quelle realtà che attanagliano la vita delle persone, delle famiglie, dell’intera società e anche della Chiesa: uscire dalla notte per andare verso il giorno.

    D. - Il Santuario, punto di riferimento per la città di Roma, che ricorda ancora la salvezza ottenuta dalla Madonna del Divino Amore nel giugno del 1944, oggi è di tutti: la partecipazione è vasta, varia ed ecumenica; cattolici e non, italiani e stranieri. Perché secondo lei?

    R. – Nella vita che è buio, che è fatica, ci si ritrova tutti insieme. Non c’è distinzione. Poi si nota come al Santuario venga l’uomo: l’uomo credente, l’uomo non credente, anche l’uomo che non sa se crede o non crede. Vediamo poi tanti altri volti, che ci fanno capire come la Chiesa sia universale – quindi di altre religioni - il che esprime una devozione veramente straordinaria verso la Vergine Maria.

    D. - Perché il pellegrinaggio notturno al Santuario della Madonna del Divino Amore in Roma conserva ancora questa forte carica simbolica?

    R. – Dice un grande scrittore, Messori, che a Roma ci sono Basiliche meravigliose, ci sono opere d’arte straordinariamente significative, però, dice lui, la gente va a quel piccolo Santuario, nella campagna romana, a guardare quell’immagine un po’ screpolata, che non ha una mano di artista e la devozione si effonde davanti a quel segno molto semplice. La Madonna è stata una donna comune, che ha vissuto però le virtù in un modo straordinariamente forte, per cui lei ci provoca sulla fede, sulla speranza e sulla carità. Lo fa, però, in modo umano, in modo materno, in modo anche efficace, perché non ci obbliga con dei miracoli, ci obbliga con l’evidenza dei fatti e con la tenerezza che lei sa manifestare. Per cui il Santuario appartiene a tutti. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Il vescovo di Noto: vivere le vacanze come un tempo per curare le cose che valgono di più

    ◊   In questo tempo di vacanze, “i nostri cuori non perdano mai di vista la Parola di Dio e i fratelli in difficoltà”: è l’esortazione che Benedetto XVI ha rivolto l’11 luglio scorso a Castel Gandolfo, all’inizio del suo periodo di riposo estivo. Estate, dunque, come periodo in cui valorizzare la relazione con Dio e con il prossimo. Un aspetto delle vacanze su cui si sofferma mons. Antonio Staglianò, vescovo di Noto in Sicilia, intervistato da Federico Piana:

    R. - Io credo che per vivere bene il tempo della vacanza occorre mettersi in atteggiamento di vivere bene il tempo, poiché il tempo ordinariamente scorre nelle frenesie dei lavori quotidiani, ma anche nei bombardamenti dei ritmi di una società sostanzialmente consumistica. Recuperare il tempo nel suo significato e quindi il tempo come distensione dell’anima, come cura per le cose che più valgono e interessano nella vita, questo significa fare vacanza. Fare vacanza vuol dire entrare nella dimensione per cui occorre riposare nel tempo, liberandosi da preoccupazioni particolari e da certi legami che sono come la nostra ordinaria schiavitù ed entrando invece in atteggiamento di cura: della cura per noi stessi, anche del nostro corpo, della nostra anima, della nostra intelligenza, del nostro cuore. Nella cura, quindi, delle cose che più valgono nella vita: le relazioni umane, i legami carichi di affetto e da far crescere quelli che sono in atto, ma anche da incrementare nuove amicizie. Ritengo che per vivere bene il tempo di vacanza occorra orientare le vacanze ad un certo gusto del tempo che abbiamo a disposizione.

    D. - La vacanza deve essere anche un’occasione per vivere meglio la famiglia ...

    R. - Molto spesso noi pensiamo alla vacanza come allo svago raggiungibile, perché viviamo un’esperienza senza legami. Se ci pensiamo bene, però, tutto il tempo durante l’anno è centrato - ahimè - proprio su questo: nello sfilacciare i legami essenziali che costituiscono propriamente la nostra esistenza, il nostro cuore. Io direi che la vacanza è un po’, per un cattolico, come se fosse la domenica prolungata e come la domenica bisognerebbe recuperare la propria presenza in famiglia; il rapporto educativo con i figli; una relazione d’affetto e d’amore anche più grande con il coniuge: sentirsi famiglia, avere il tempo per la famiglia e come famiglia realizzare anche qualche cosa. Questa è un’esperienza umanizzante che noi dovremmo recuperare, proprio perché alla fine in gioco - e questo anche nel tempo di vacanza, come la domenica - non c’è tanto la mia pietas, il mio rivolgermi a Dio o il mio non rivolgermi a Dio, ma c’è la bellezza della mia umanità, come vivo la mia esistenza umana, cosa rende la mia esistenza umana pienamente gioiosa, felice e bella. Io credo che l’amore familiare, che dalla famiglia si distende poi fino ad arrivare alla comunità degli uomini ed anche in tempo di vacanza dovremmo avere più tempo per amare, amarci e diffondere amore. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Solennità dell'Assunzione

    ◊   Nella Solennità dell’Assunzione, la liturgia ci propone il Vangelo della visita di Maria alla cugina Elisabetta. Dalle due donne, entrambe incinte, sgorgano canti di esultanza. Quello di Maria è il Magnificat:

    “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”.

    Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

    Due donne incinte, due maternità misteriose: un incontro che genera subito una intesa. L’anziana Elisabetta canta la sua meraviglia per la visita della giovane, e la paragona alla visita dell’arca santa. La giovane Maria riconosce la benevolenza di Dio perché ha scelto anche questa volta i piccoli e i fragili per fare cose grandi. I canti si intrecciano, i corpi esultano, nella fede gli occhi di entrambe collocano le sensazioni intime in orizzonti più ampi: quelli della fedeltà generosa di Dio, fonte di speranza. In un periodo come questo estivo, in cui i pensieri sul corpo e la vita sembrano inseguire valori strani e fatui, le due donne incinte ci parlano del mistero della vita, della gioia misteriosa della fecondità, di una danza felice e di una presenza amica. Maria ed Elisabetta ci aiutano a ripensare la bellezza della vita, ma anche la finalità del nostro vivere: è un continuo dono di Dio. Ci è affidato con generosità, ma è orientato ad una pienezza che solo la fede intravede. Eppure sono troppi coloro che non vedono niente, che rotolano corpo e anima verso il vuoto. Maria ci aiuti a mettere rimedio, a testimoniare e amare la vita piena.

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    Chiesa e Società



    Il patriarca di Antiochia Gregorios III Laham: grandi speranze dal Sinodo per il Medio Oriente

    ◊   “I vescovi del Medio Oriente siano testimoni di coraggio e di ottimismo”. È l’esortazione del patriarca di Antiochia, Sua Beatitudine Gregorios III Laham, in vista del prossimo Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente, in programma per ottobre. "Non bisogna perdere di vista il fatto che noi siamo la Chiesa dei martiri e della Risurrezione – ha detto il patriarca di Antiochia in un’intervista rilasciata all’Osservatore Romano - tutti gli apostoli sono stati martiri. Gesù lo ripete con insistenza: Non abbiate paura. Dobbiamo dare al nostro popolo coraggio e ottimismo”. Non ha dubbi il patriarca di Antiochia dei greco-melkiti, nel fotografare la situazione delle Chiese particolari del Medio Oriente: sono comunità che devono confrontarsi con gli stessi ostacoli posti ai primi evangelizzatori, martirio compreso. "La testimonianza più recente – ha detto - è il tragico assassinio di mons. Padovese", il vicario apostolico di Anatolia ucciso il 3 giugno scorso. Per questo chiama a raccolta tutti i fedeli cattolici e tutti i vescovi e ripete che solo l'unità potrà dare a queste comunità la forza per continuare a dare la loro necessaria testimonianza. E confida nella prossima riunione sinodale come "vera occasione di rilancio per il nostro cammino comune". Già da tempo ha iniziato a preparare la Chiesa, affidata alla sua cura pastorale, a cogliere questa che ritiene una grande opportunità. Tra le sfide urgenti, che saranno affrontate nell’ambito del Sinodo, quelle opportunamente indicate nell'Istrumentum laboris: l'emigrazione, la continuità della presenza cristiana, la pacifica convivenza con l'islam. “Dobbiamo cercare di affrontare tutto ciò insieme, cristiani e musulmani, per difendere i valori comuni a tutti i credenti – ha sottolineato il patriarca - ma la cosa più urgente è la soluzione del conflitto israelo-palestinese, che è la causa principale dei problemi, delle crisi e dei pericoli che minacciano la presenza cristiana in Medio Oriente”. E sull’importanza del Sinodo aggiunge: “questa assemblea può essere l'occasione per un nuovo esame di coscienza, per un nuovo approfondimento di temi a noi molto familiari, e anche uno strumento per far sì che i nostri fedeli prendano coscienza della loro missione e del loro ruolo nel mondo arabo a maggioranza musulmana e per esortarli anche a non emigrare”. Secondo il patriarca, è necessario rafforzare considerevolmente la collaborazione fra i cattolici, e poi con tutti i cristiani, soprattutto sul piano della pastorale dei giovani, della famiglia e delle vocazioni. Ha inoltre menzionato l’entusiasmo dei fedeli greco-melkiti cattolici per la visita di Benedetto XVI a Cipro. “Ora però – ha aggiunto - si aspettano che si rechi anche in Libano”. A proposito dell’esperienza vissuta con il Pontefice, il patriarca ha detto: “Mi ha fatto soprattutto piacere vedere che il Papa era felice, vicino ai fedeli, impressionato dalla pietà popolare maronita. È stata per me una bella esperienza anche se macchiata dalla tragedia dell'omicidio del vescovo Luigi Padovese”. Il presule sarebbe dovuto essere a Cipro, poiché era membro del Consiglio pre-sinodale incaricato della preparazione dell'assemblea speciale, in quanto rappresentante della Conferenza episcopale di Turchia, di cui era il presidente. “Siamo stati tutti colpiti e sconvolti da questa tragedia, ha concluso il patriarca; l'assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente dovrà operare molto per far sì che certe cose non si ripetano più. Per questo io dico che i pastori devono essere apostoli di ottimismo”. (A.D.G.)

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    La Chiesa del Gabon ricorda i 50 anni dell'indipendenza del Paese

    ◊   La Chiesa del Gabon, oltre alla Solennità dell'Assunzione, celebra in questi giorni i 50 anni di indipendenza del Paese. Giovedì scorso l’Apostolato dei laici dell’arcidiocesi di Libreville ha organizzato per l’occasione una conferenza che si è svolta al Collège Bessieux sul tema “Il contributo della Chiesa cattolica nel cinquantesimo”. Lo rende noto il portale d'informazione web dell'Africa, www.fr.allafrica.com. Il responsabile dei Cavalieri dell’Immacolata, Hervé Essono, e suor Naria Sidonie Oyembo, superiora provinciale delle religiose dell’Immacolata Concezione hanno animato l’incontro. E' stato proposto un excursus storico degli ultimi cinque decenni della Repubblica Gabonese, con particolare attenzione all’apporto della Chiesa sul piano religioso e socio educativo. Ieri, inoltre, è stata celebrata una Via Crucis per le vie di Libreville seguita da una Messa consacrata a “l’Amore della Nazione” e da una processione verso la cattedrale Nostra Signora dell’Assunzione, comunemente chiamata Santa Maria. La missione cattolica nel Gabon ha avuto inizio nel 1844 a Libreville e si è estesa poi in altre città, in particolare attraverso l’istituzione di scuole primarie, collegi e strutture di accoglienza. Il giubileo che celebra i 50 anni dell’indipendenza del Gabon, Paese sovrano dal 17 agosto del 1960, ha avuto inizio il 23 luglio scorso. Ogni settimana è stata dedicata ad un decennio e la Chiesa celebrerà l’anniversario dell’indipendenza proprio il giorno della ricorrenza, martedì prossimo. Particolari addobbi sono stati predisposti nella cattedrale per simboleggiare la protezione di Dio al Paese e la riconciliazione del popolo intero con Gesù Cristo. (T.C.)

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    Bartolomeo I celebra la Festa della Dormizione nel monastero di Panagìa Sümela

    ◊   Sarà il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, a presiedere, domani 15 agosto, la Solennità ortodossa della Dormizione di Maria, nel monastero di Panagìa Sümela, nella regione di Trabzon, in Turchia. Lo rende noto L’Osservatore Romano. Si tratta di un evento storico, in quanto, per la prima volta dopo ottantotto anni, le autorità turche hanno concesso il permesso di celebrare in uno dei più importanti centri spirituali dei cristiani ortodossi nel Paese. «Un gesto di buona volontà nei riguardi dei fedeli della Chiesa ortodossa», ha dichiarato il prefetto di Trabzon, Recep Kizilcik, dopo la decisione presa nel giugno scorso dal ministero della Cultura su indicazione del primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, aperto al dialogo con le minoranze religiose. La liturgia sarà trasmessa in diretta in Grecia su diverse reti televisive e radiofoniche. Il monastero di Panagìa Sümela, oggi trasformato in museo, fu fondato nel 386, sotto il regno di Teodosio il Grande, da due monaci che, secondo la tradizione, trovarono in una grotta un'icona della Vergine Maria, la Theotókos («Madre di Dio» secondo la definizione del concilio di Calcedonia nel 451). L'edificio attuale è del XIII secolo ed è rimasto praticamente intatto dopo l'invasione ottomana a metà del XV secolo. Fino all'inizio del Novecento, il monastero è stato meta di pellegrinaggi da parte dei cristiani dell'Asia minore e della costa orientale del mar Nero. La comunità monastica, come l'attigua popolazione cristiana, ha dovuto lasciare questo luogo nel 1923, dopo la guerra greco-turca e il successivo assetto deciso dal Trattato di Losanna. L'icona della Panagìa Sümela fu trasportata in Grecia nel 1930 e si trova oggi in un nuovo monastero costruito apposta per accoglierla, vicino a Veria, città situata nella Macedonia centrale. (I. P.)

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    Human Rights Watch: centinaia di persone uccise e rapite dalla guerriglia ugandese

    ◊   Più di 700 persone sono state rapite dai ribelli ugandesi del Lord's Resistance Army (Lra) nella Repubblica Centrafricana e nel distretto di Bas Uele, nel nord della Repubblica Democratica del Congo (Rdc). Lo denuncia un rapporto dell’organizzazione per la difesa dei diritti umani Human Rights Watch (Hrw). Quasi un terzo delle persone rapite sono bambini, molti dei quali sono impiegati come soldati o vengono utilizzati come schiavi sessuali dai combattenti del gruppo, afferma il rapporto. Hrw ha raccolto alcune testimonianze, che accusano l’Lra di aver ucciso brutalmente adulti e bambini che cercavano di fuggire, o camminavano troppo lentamente, o non erano in grado di sopportare i carichi pesanti che sono costretti a trasportare. Secondo il rapporto, l'Lra ha ucciso almeno 255 tra adulti e bambini, spesso a colpi di mazza. In decine di casi, i bambini rapiti sono stati costretti ad uccidere altri bambini e adulti. "L'Lra continua la sua orribile campagna per rimpinguare le proprie fila strappando brutalmente i bambini dai loro villaggi, costringendoli poi a combattere" afferma Anneke Van Woudenberg, ricercatrice per l'Africa di Hrw. Il rapporto è frutto di una missione di ricerca di Hrw in Africa centrale e nel distretto del Congo settentrionale di Bas Uele. Le indagini hanno riscontrato che la campagna di rapimenti è stata condotta dall’Lra con modalità simili nei due Paesi e sta avendo un impatto devastante sulle comunità colpite. Nel sud-est del Centrafrica, riferisce l’agenzia Fides, l'Lra ha avviato i sequestri su larga scala il 21 luglio 2009, e fino ad oggi ha rapito 304 persone, tra cui molti bambini. I ribelli hanno attaccato i villaggi circostanti Obo, prima di spostarsi verso ovest a Rafai, Guérékindo, Gouyanga, Kitessa e Mboki, lungo il confine congolese, e verso nord a Djema, Baroua e Derbissaka. Nel frattempo, altri gruppi del Lord's Resistance Army conducevano una campagna di rapimenti simile nel distretto di Bas Uele del Congo. Il 15 marzo 2009, il Lra ha attaccato la città di Banda, sequestrando circa 80 persone. Decine di migliaia di persone sono fuggite dalla zona. Nel sud-est del Centrafrica si stima che da 15.000 a 20.000 persone abbiano cercato rifugio nelle principalicittà, lasciando interi villaggi abbandonati, mentre circa 54.000 civili sono sfollati nel distretto di Bas Uele o hanno cercato rifugio oltre confine nell’Africa centrale. La missione dell'Onu in Congo (Monusco), che dispiega 19.000 caschi blu in tutto il Paese, dispone solo di mille soldati nelle zone colpite dall’Lra nel nord est del Congo. Un numero esiguo per le dimensioni e l’orografia del territorio e per l’ampiezza del problema. In particolare non vi sono caschi blu nel distretto di Bas Uele. "La protezione dei civili sotto attacco dell'Lra in tutta l'Africa centrale è del tutto inadeguata, con alcune comunità completamente prive di protezione o di aiuti umanitari” ha concluso la ricercatrice di Hrw. (A.D.G.)

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    A Loreto l’incontro nazionale dell’Ordo Virginum

    ◊   Da oggi a Loreto – fino a mercoledì 18 agosto – l’incontro nazionale dell’Ordo Virginum, che continua a diffondersi nelle diocesi italiane. Circa 200 donne consacrate si danno appuntamento per l’annuale incontro nazionale, a quarant’anni dalla promulgazione del rito, risalente ai primi secoli del cristianesimo e rinnovato dal Concilio Vaticano II. "La profezia della fedeltà” sarà il tema del convegno: fedeltà alla propria storia e vocazione personale di donne consacrate, fedeltà alla Chiesa con la quale condividono, in particolare con i vescovi, la missione pastorale. Saranno poi analizzati i percorsi di preparazione e aggiornamento, svolti nelle diverse diocesi italiane, dalle stesse consacrate, attraverso convegni annuali, nei quali è maturata l’esigenza di stabilire un collegamento tra le varie esperienze. A coordinarle vi sarà un gruppo di quattro consacrate, eletto ogni due anni dall’assemblea di quanti partecipano al convegno nazionale. Emanuela Buccioni, consacrata nella diocesi di Terni-Narni-Amelia, in un’intervista al quotidiano Avvenire, spiega che dal confronto tra le diverse realtà del nord, del centro e del sud Italia, emerge un quadro molto variegato. “In quasi tutte le diocesi l’approccio all’Ordo Virginum avviene per contatti personali, e solo in alcune, come quelle di Milano e Como, esistono i Lineamenta diocesani. I percorsi di formazione hanno una durata media di tre-cinque anni alternando incontri biblici, di approfondimento del Rito e della spiritualità dell’Ordo sulla base degli atti dei convegni nazionali, di incontri sui temi della formazione umana. Spesso gli stessi incontri sono destinati sia alle consacrate sia a chi si sta preparando alla consacrazione. La relazione di padre Amedeo Cencini, docente alla Pontificia Università Salesiana di Roma, e i lavori di gruppo – conclude la Buccioni – permetteranno di approfondire e riflettere sui cammini formativi diocesani”. (C.F.)

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    Cristiani e musulmani in pellegrinaggio in Italia sulle orme di Sant'Agostino

    ◊   Ripercorrere le orme lasciate da Sant’Agostino attraverso un pellegrinaggio e pregare perché la Chiesa accolga i musulmani che vogliono ricevere il Battesimo. È l'obiettivo di un gruppo di cristiani e musulmani provenienti da Algeria, Marocco e Francia, che nel loro programma itinerante seguiranno le tappe principali della presenza di Sant'Agostino in Italia: Milano e Pavia, dove riposano le spoglie del Santo di Ippona, nel nord Africa. Nel gruppo vi sono diversi musulmani convertiti al cristianesimo, alcuni da 40 anni, altri da poco più di un anno. È la prima volta, riferisce AsiaNews, che dei cristiani dell’Africa del Nord organizzano un simile evento. Esso li porterà dal 26 al 28 agosto, a Milano, dove Agostino è stato battezzato da Ambrogio nel 387, fino a Pavia, nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, dove si conservano i suoi resti, in tempo per prendere parte alle celebrazioni locali, in occasione della festa del santo il 28 agosto. Fra i pellegrini, 17 sono di origine nordafricana, 14 sono dei convertiti dall’islam e due sono catecumeni. Vi è anche un futuro seminarista; altri 10 sono di origine francese, tutti accompagnati dal gesuita padre Alexis Doucet. Per l’occasione, è stata coniata una medaglia che riproduce una Croce berbera, che verrà consegnata ai partecipanti alla fine del pellegrinaggio. Fra le espresse intenzioni della peregrinazione, vi è quella che “i musulmani che hanno udito la chiamata del Signore Gesù non siano impediti ad entrare nella Chiesa”. Il pellegrinaggio è organizzato dall’associazione Notre-Dame de Kabylie, la Saint-Augustin di Nantes, il gruppo Myriam Baouardi et Charles de Foucauld di Albi/Toulouse. Sarà preceduto da una novena di preghiera a Dio, con le parole di Sant’Agostino. Il testo viene riportato sul sito www.notredamedekabylie.net (A.D.G.)/a>

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    Il Parlamento della gioventù all’Onu presenta una Magna Charta di valori

    ◊   Migliaia di giovani, provenienti da venti nazioni e quattro continenti, si sono impegnati nella costituzione di una “Magna Charta di valori per una nuova civiltà”, redatta dal forum internazionale di “Gioventù Idente” nell'arco di due anni. Duecento rappresentanti del Parlamento universale della gioventù (Pug) hanno presentato il documento all’assemblea delle Nazioni Unite di New York. Il lavoro, iniziato nel 2008 con incontri locali e nazionali, è passato anche attraverso una sessione internazionale del Parlamento che nel giugno 2009 ha riunito a Roma cinquecento giovani di diciassette Paesi. I risultati di questa sessione sono stati raccolti nel documento “Open Word”, cui hanno partecipato circa ventimila giovani di tutto il mondo. Nell’ultimo anno si è poi giunti alla stesura della bozza di “Magna Charta”, in cui sono presenti i principi e gli impegni che i giovani intendono diffondere in relazione a dieci temi-chiave, tra cui famiglia, lavoro, politica, economia, relazioni educative, ambiente. Da entrambi i testi è emersa preminente la necessità di dare un fondamento profondo ai diritti dell’uomo, che consideri la dimensione relazionale della persona, aperta all’unione con l’altro e con la trascendenza. “Vorremmo far conoscere alle autorità internazionali la voce dei giovani, perché la Carta dei valori ispiri trasformazioni positive anche a livello politico. Ma crediamo che il Pug produrrà i suoi frutti più significativi nella vita dei giovani che realmente ne assumeranno i contenuti e gli impegni”. È in questi termini che illustra le finalità del progetto, la stessa responsabile, Eleanna Guglielmi, in un’intervista al quotidiano Avvenire. Il Parlamento universale della gioventù è nato nel 1991 da un’idea di Fernando Rielo Pardal, fondatore degli Identes e dell’associazione Gioventù Idente. Lo spirito del Pug, che ha carattere ecumenico e interreligioso, è di promuovere quei valori illuminati dalla figura di Gesù Cristo, modello di umanità. Tra le personalità presenti, vi erano, tra gli altri, l’arcivescovo emerito di New York, cardinale Edward Egan, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite; l’arcivescovo Francis Assisi Chullikatt e il presidente dei Missionari Identes e della Gioventù Idente internazionale, Jesùs Fernàndez Hernàndez. (C.F.)

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    Namibia: verso il 30.mo vertice della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe

    ◊   Temi di interesse politico, equilibri interni di alcuni Paesi, argomenti di carattere economico saranno al centro del XXX vertice dei capi di Stato e di governo della comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc), che si aprirà lunedì a Windhoek, capitale della Namibia. Al summit sono attese quasi tutte le massime autorità dei Paesi membri, ad eccezione del Madagascar, ancora sospeso per l’irrisolta crisi interna seguita all’esautoramento del presidente Marc Ravalomanana, a cui è subentrato Andry Rajoelina con un golpe nel marzo 2009. Il Madagascar sarà comunque uno dei temi caldi in questione, insieme alla crisi politica in Lesotho e allo Zimbabwe. Su quest’ultimo, il governo sudafricano – cui è stato affidato l’incarico di mediare e vigilare sugli accordi che hanno portato alla costituzione di un governo di unità nazionale – ha comunque espresso opinioni positive, pur sottolineando che il percorso intrapreso non è ancora concluso. In una conferenza stampa, tenutasi a Pretoria, Ayanda Ntsaluba, direttore generale del ministero degli esteri sudafricano, ha parlato di “una sembianza di stabilità” e di “uno Zimbabwe sulla giusta strada”. Il “The herald”, giornale dello Zimbabwe vicino a Mugabe, ha dato particolare enfasi alle parole di Ntsaluba, ricordando i risultati raggiunti negli ultimi due anni per la ricostruzione economica del Paese. Il quotidiano “The herald” ha inoltre respinto le critiche sul mancato rispetto da parte di Harare di alcune decisioni di istituzioni giuridiche della Sadc – in particolare sulla riforma agraria, che ha sottratto enormi latifondi agli eredi degli antichi coloni bianchi – e ha parlato di una “campagna mediatica orchestrata contro il presidente Robert Mugabe”. Al di là di Madagascar, Lesotho e Zimbabwe, a Windhoek sarà inoltre valutata l’opportunità di unire la Sadc, a cui aderiscono già 15 Paesi del continente, ad altri due organismi regionali, il Mercato comune dell’Africa orientale e la Comunità dei Paesi dell’Africa orientale. L’obiettivo, riferisce l'agenzia Misna, è creare un’area di libero scambio comprendente 26 Stati e di superare le difficoltà determinate dall’adesione di alcune nazioni a più di un blocco. Nel corso del vertice, la presidenza di turno della Sadc passerà dalla repubblica democratica del Congo alla Namibia. (A.D.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Pakistan: attacco terrorista nonostante le inondazioni. 20 milioni gli sfollati

    ◊   Attentato in Pakistan, Paese in ginocchio per i danni del maltempo. Il primo ministro pachistano, Gilani, fa sapere che sono almeno 20 milioni i senza tetto a causa delle devastanti inondazioni delle ultime settimane. E cresce il rischio epidemie. Unica notizia positiva: l’annuncio di aiuti da parte dell’India. Il servizio di Fausta Speranza:

    Un commando armato apre il fuoco contro un'auto che trasporta passeggeri da Quetta, capoluogo del Baluchistan, a Lahore, nel Punjab, uccidendone dieci e ferendone altri in modo grave. È il terzo attacco terroristico che avviene in Baluchistan in pochi giorni ed è il più cruento da quando il maltempo ha colpito il Pakistan alla fine di luglio, paralizzando il Paese. Oggi i timori di possibili epidemie sono diventati più concreti dopo che i responsabili dell'ospedale di Mingora, la principale città della Valle dello Swat, hanno segnalato l'esistenza di un caso di colera. Ci sono poi altri sei casi sospetti. L'allarme è confermato anche dal portavoce dell'Onu per gli aiuti umanitari, Maurizio Giuliano, che segnala anche 36.000 casi di dissenteria acuta. Le piogge battenti e le inondazioni dei giorni scorsi hanno causato in tutte le province pachistane almeno 1.600 morti. I danni alle infrastrutture, all'agricoltura e all'economia in generale sono incalcolabili. Di fronte a tutto ciò, mettendo da parte le tensioni in tema di terrorismo, (che peraltro continua a colpire), l'India offre cinque milioni di dollari a Islamabad.

    Obama apre alla costruzione del centro musulmano vicino a Ground Zero
    Il presidente degli Stati Uniti, Obama, apre alla costruzione del Cordoba Center, un centro culturale e una moschea che una associazione musulmana intende costruire a due passi da Ground Zero. Per Obama, in base al principio della libertà religiosa, i musulmani hanno “il diritto” di costruire il Cordoba, che dovrebbe sorgere vicinissimo a dove sorgevano le Torri Gemelle abbattute l'11 Settembre dai terroristi islamici di al Qaeda. Il presidente lo ha detto in serata alla Casa Bianca, in occasione di un discorso di fronte alla comunità musulmana americana, poco prima della cena (Iftar) che segna l'inizio del Ramadan, il mese sacro islamico. L'ipotesi della costruzione di una moschea a Ground Zero divide gli americani, e in particolare la comunità ebraica. Il sindaco di New York, Michael Bloomberg, appoggia il progetto, mentre Abraham Foxman, il direttore nazionale della Anti Defamation League (Adl), una delle principali organizzazioni ebraiche e anti-razzista, ha chiesto alla comunità musulmana di costruire il centro Cordoba un po' più lontano da Ground Zero per non urtare la sensibilità delle vittime. Ad Obama si attribuiva l'intenzione di rimanere fuori dalla controversa vicenda a pochi mesi dalle elezioni di metà mandato del 2 novembre.

    Situazione in miglioramento in Russia: fuochi in via di spegnimento
    In Russia al momento i fuochi nei boschi e alle periferie di città e villaggi sono in via di spegnimento, anche per un leggero ribasso delle temperature e per alcuni temporali notturni. Secondo il ministro per le situazioni di emergenza, Serghei Shoigu, oltre 120.000 ettari di terreni e boschi sono stati divorati dagli incendi a tutt'oggi. Ieri sera due aerei C-130 degli Stati Uniti sono arrivati a Mosca con un carico di attrezzatura per la lotta agli incendi che devastano da settimane la Russia, conseguenza dell'ondata di calura senza precedenti che ha investito il Paese.

    Cina, sale il numero dei morti per le inondazioni. A Shangai si registrano i 40 gradi
    Resta preoccupante la situazione in Cina a causa di alluvioni e inondazioni. Nella provincia del Sichuan decine di persone rimangono disperse. Il bilancio ancora provvisorio delle vittime è di 1.239. Altre 2000 persone, nella zona di Zheijang, sono state costrette ad abbandonare le loro case per una fuga di gas in un impianto chimico. A Shanghai intanto è caldo record la temperatura ha raggiunto i 40 gradi. Il servizio di Elisa Castellucci:

    E' salito a 1.239 il bilancio ufficiale delle vittime delle inondazioni e delle frane che la settimana scorsa ha colpito il nord-ovest della Cina, in particolare la provincia del Guansu bilancio fissato ieri a quota 1.156 fissate morti. Per domani il governo cinese ha deciso una giornata di lutto nazionale. E oggi per la prima volta nella storia di Shanghai la temperatura ha raggiunto ufficialmente i 40 gradi. Mai finora l'ufficio preposto aveva ufficializzato una temperatura così alta, anche perchè a 40 gradi scatta una maggiorazione degli stipendi e la possibilità di non andare a lavorare per gli impiegati. Nella provincia sud-occidentale del Sichuan, in Cina almeno 32 persone sono disperse per le inondazioni provocate dalle forti piogge. L'area è la stessa che il 12 maggio del 2008 fu distrutta da un devastante terremoto di magnitudo 8, che fece 70.000 vittime. Le piogge hanno provocato anche degli smottamenti che hanno creato un lago artificiale con detriti e rocce in una sezione del fiume Minjuang. Oltre 200 metri dell'unica strada veloce che collega l'area a Chengdu, il capoluogo della provincia, è stata bloccata perchè inondata. Evacuati dalla zona oltre 500 persone. Intanto nella Cina orientale, nella provincia dello Zheijiang, una fuga di gas tossico da un impianto chimico ha intossicato gravemente cinque vigili del fuoco e ha costretto all'evacuazione 2000 persone. Nella tarda mattinata di oggi la situazione è tornata sotto controllo. Sono ora in corso gli accertamenti per capire il grado di inquinamento dell'aria della zona. Sempre in Cina si segnalano scontri tra polizia e residenti di una baraccopoli di Guangzhou che dovrà essere distrutta per fare posto a nuove costruzioni in vista dei giochi asiatici che la città del sud della Cina ospiterà a novembre.

    Deragliamento di un treno nel nord della Cina
    Almeno undici persone sono morte e tre ferite nel deragliamento di un treno lungo una ferrovia in costruzione nel nord della Cina. L'incidente è avvenuto nella regione autonoma della Mongolia interna, dove un convoglio che trasportava pietre per la massicciata ferroviaria è deragliato nei pressi di uno dei cantieri. Nella zona le autorità cinesi stanno costruendo la nuova linea di 85 chilometri da Baotou a Mandalt, città ai confini con la Mongolia. Il capo del dipartimento di Hohhot, capoluogo della Mongolia Interna, ha aperto un’inchiesta.

    Ucciso soldato australiano in Afghanistan
    Un soldato australiano, Jason Brown, 29 anni, membro delle forze speciali, è stato ucciso da insorti afghani vicino a Kandahar, nel sud dell'Afghanistan, durante uno scontro a fuoco. Lo ha annunciato il comandante in capo delle forze armate australiane, generale David Hurley. Con questo decesso sale a 18 il numero dei soldati austrlaiani uccisi in Afghanistan. La forza internazionale della Nato in Afghanistan (Isaf) comprende quasi 1.550 soldati australiani.

    Attentati contro le forze dell’ordine a Baghad
    Uomini armati hanno ucciso quattro poliziotti in due diversi attacchi ad altrettanti posti di blocco a Baghdad, e di due degli agenti uccisi hanno poi bruciato in pubblico i cadaveri. Lo riferisce una fonte del Ministero dell'Interno iracheno. Nella parte orientale di Baghdad gli uomini armati hanno ucciso i due agenti usando armi da fuoco con silenziatore. I due corpi sono quindi stati caricati su un'automobile della polizia alla quale gli assalitori hanno dato fuoco. Nel quartiere sud-orientale di Amil altri due poliziotti a un posto di blocco sono caduti sotto il fuoco di uomini armati in un episodio simile. In un terzo attacco, infine, nella zona nord di Baghdad, insorti hanno ucciso un miliziano sunnita filo-governativo.

    In Sri Lanka una Corte marziale condanna Fonseca
    Una Corte marziale dello Sri Lanka ha stabilito che l'ex comandante dell'esercito Sarath Fonseka è colpevole di aver perseguito obiettivi politici quando era ancora in servizio attivo disponendone la degradazione “per disonore” e la revoca di tutti i riconoscimenti e medaglie ottenute nella sua carriera. Lo riferisce oggi la stampa a Colombo. Sfortunato sfidante del presidente Mahinda Rajapaksa nelle ultime elezioni, Fonseka ha partecipato come candidato dell'opposizione anche alle elezioni legislative, conquistando un seggio in Parlamento. Oltre a questa Corte marziale l'ex generale, considerato il protagonista della vittoria militare sull'Esercito di liberazione delle Tigri Tamil (Ltte), è giudicato anche da una seconda che esamina suoi presunti traffici illeciti nell'acquisto di materiale militare.

    Per la prima volta dal 1990, il Myanmar torna al voto
    Per la prima volta dal 1990, il Myanmar, ex Birmania, tornerà al voto. Ieri la giunta militare al potere ha fissato per domenica 7 novembre le elezioni legislative, proprio una settimana prima del previsto termine degli arresti domiciliari per la leader dell’opposizione e premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi. Molti osservatori internazionali parlano di pericolo per la legalità. Sono esclusi dalle candidature i detenuti per reati politici, per i quali l’Onu ha chiesto la liberazione prima del voto. Massimiliano Menichetti ne ha parlato con l’onorevole Piero Fassino, inviato dell’Unione Europea per l’ex Birmania:

    R. – Pur con i limiti, credo che sia però un’opportunità. Si sono registrati fino ad oggi 33 partiti, alcuni dei quali formati da esponenti dell’opposizione che hanno passato anche molti anni in carcere. Le minoranze etniche che costituiscono la Birmania in alcuni territori sono nettamente in maggioranza, si orientano anch’esse a partecipare per aumentare il peso della loro rappresentanza. Si eleggerà un parlamento, che oggi non c’è e, in ogni caso, dopo ci sarà. Dopo si darà vita ad un governo civile, che sostituisce il governo militare. È vero che molti degli esponenti che si presentano alle elezioni con abiti civili sono, oggi, esponenti del regime militare, ma un uomo incomincia a ragionare diversamente se ha una divisa o se ha una cravatta. Penso che ci sia una possibilità. Poi, ripeto, se questa possibilità ci sarà o no, lo vedremo il 7 novembre; se ci sarà, avremo fatto un passo avanti; se non ci sarà, avremo tutto il tempo di prendere tutte le decisioni, anche le più drastiche, nei confronti di chi non ha onorato un impegno che noi chiediamo.

    D. – Escluso dalle consultazioni chi ha avuto una condanna politica: non ci sarà il Premio Nobel per la pace e leader dell’opposizione, Aung San Suu Kyi …

    R. – Non c’è nessuno che non veda i rischi di questo passaggio elettorale e del percorso che vi porterà. Diciamo che queste elezioni sono una sfida: non è garantito in partenza che siano effettivamente trasparenti e democratiche, ma non è neanche escluso che il processo stesso vada al di là della volontà di chi le ha indette …

    D. – Perplessità da parte di molti osservatori: secondo lei, qual è il compito della comunità internazionale in questa fase?

    R. – Credo che il compito della comunità internazionale non sia tanto quello di mettersi a giudicare oggi se le elezioni saranno o non saranno regolari, quanto di battersi oggi perché lo siano. La comunità internazionale ha il dovere non solo di attendere ma di lavorare per sollecitare le autorità birmane a garantire che le elezioni siano trasparenti e mettere in campo anche un’azione di monitoraggio perché sia così. Un oppositore che ho incontrato mi ha detto: “Io non so se le elezioni del 2010 saranno trasparenti, però bisogna farle perché siano trasparenti quelle del 2015”, cioè le elezioni come la prima tappa di un processo di transizione che – si spera – possa finalmente incominciare dalle elezioni …

    Italia: cresce l’indebitamento delle famiglie
    In Italia l'indebitamento medio delle famiglie nel 2009 ha sfiorato i 16 mila euro, con un aumento di circa 900 euro rispetto all’anno precedente. È quanto emerso dall’ultima indagine della CGIA, l’Associazione Artigiani Piccole imprese di Mestre, che ha preso in esame l’andamento dei mutui accesi dai consumatori in questo periodo. Eugenio Bonanata ne ha parlato con il segretario dell’organizzazione, Giuseppe Bortolussi:

    R. - Un debito minimo rispetto agli altri Paesi europei: siamo due o tre volte meno di Francia, Germania, Inghilterra e soprattutto degli Stati Uniti, ma questo non vuol dire che le cose vadano bene. Sì, stiamo uscendo dalla crisi, per quanto riguarda la produzione, e si prevede un Pil al +1 per cento circa, ma la disoccupazione purtroppo è in crescita e il nostro sistema di ammortizzatori sociali non è proprio così efficiente come dovrebbe essere.

    D. - Chi si è indebitato maggiormente?

    R. - Quelli che possono di più, quelli che trovano credito, quelli che hanno credibilità presso chi presta i soldi. In classifica, i più indebitati - aree tipo Roma, Lodi, Milano, Trento, Como, Bolzano, Varese - sono aree ricche del Paese.

    D. - Qual è la voce più consistente del debito?

    R. - Certamente, l’acquisto di abitazioni, la ristrutturazione di abitazioni. Anche qui, facendo sempre un paragone con gli Stati Uniti: mentre lì davano prestiti al 100, al 120 per cento, qui mediamente lo si dava all’80 per cento. Poi in Italia c’è una regola, per cui se uno ha uno stipendio di mille euro non si va oltre una rata di 300. Quindi, uno sì s’indebita, ma non ha un indebitamento tale da soffocarlo.

    D. - Se si analizza la situazione, a partire dal 2002, quindi dall’entrata in vigore dell’euro, qual è il quadro?

    R. - Vediamo che l’indebitamento è cresciuto, soprattutto al Sud. C’è stata gente che si è indebitata per mantenere il livello di vita, di consumo, a volte per far studiare il figlio, per far sposare la figlia, per cambiare la macchina vecchia, ma è un tipo d’indebitamento diverso ed è cresciuto proprio perché lì si è sentita di più la crisi economica.

    Confisca di 800 milioni di euro a imprenditore legato alla mafia
    I carabinieri del comando provinciale di Palermo, nel sud d’Italia, hanno notificato all'ex manager della sanità privata Michele Aiello un provvedimento di confisca dei beni del valore di 800 milioni di euro. L'imprenditore sconta una condanna a 15 anni e sei mesi per associazione mafiosa, corruzione continuata e truffa aggravata. La misura patrimoniale, già resa nota la scorsa settimana e oggi comunicata ad Aiello, è stata disposta dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo. Aiello, coinvolto nella stessa inchiesta che ha portato alla condanna per favoreggiamento aggravato dell'ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro, è ritenuto strettamente legato al boss Bernardo Provenzano. Secondo gli inquirenti, avrebbe potuto contare in tutto l'arco della sua attività imprenditoriale, nata nel settore edile e poi ampliatasi in quello della sanità, su una sostanziale situazione di monopolio assicurata dall'appoggio dei vertici di Cosa nostra, che avrebbe anche investito ingenti somme di denaro nelle sue aziende. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 226

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