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Sommario del 04/03/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù. Il Papa invita a ridare la vera speranza ai giovani: Cristo
  • "Portare i pesi gli uni degli altri": l'invito di San Paolo al centro delle meditazioni del cardinale Arinze per gli esercizi spirituali in Vaticano
  • Nomine
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Usa: a febbraio persi 700 mila posti di lavoro. La riflessione dell’economista Flavio Felice
  • Rinvenuto un nuovo documento sull'opera di Pio XII a favore degli ebrei perseguitati dal Nazismo
  • Conferenza internazionale alla Gregoriana su “L’evoluzione biologica: fatti e teorie”
  • Inaugurazione dell'anno accademico alla Lumsa
  • Chiesa e Società

  • Eutanasia legalizzata nello Stato di Washington. I vescovi: assalto alla cultura della vita
  • Presentati a Gerusalemme i manoscritti ebraici della Biblioteca Vaticana
  • Haiti:preoccupazione dei vescovi per le migliaia di persone colpite dagli uragani
  • Inghilterra: colletta per i bimbi cambogiani resi orfani dall'Aids
  • Il cardinale Vithayathil: il futuro governo indiano promuova la libertà religiosa
  • Sri Lanka: una festa indù occasione di preghiera comune per induisti e cattolici
  • Bangladesh: primo colloquio interreligioso tra cristiani e sikh
  • Appello dell’Unicef per il rilascio di tutti i bambini-soldato in Congo
  • I vescovi portoghesi pregano per la pace in Guinea Bissau
  • La crisi economica avanza anche in Africa
  • In Kenya messaggio di Quaresima del cardinale John Njue
  • I vescovi cubani sperano in una svolta nei rapporti tra Usa e l'Avana
  • Iraq: il corpo di mons. Raho verrà traslato a Mosul
  • In Ungheria preoccupazione dei vescovi per i crescenti episodi di violenza
  • Irlanda: il cardinale Brady esorta l’opinione pubblica a non dimenticare i più poveri
  • Germania: campagna di Misereor per la salvaguardare il creato
  • A Roma nuove iniziative di preghiera dell’Azione Cattolica per la Quaresima
  • Riaperta a Napoli dal cardinale Sepe la Chiesa della Sacra Famiglia
  • Microsoft testa un nuovo motore di ricerca, Kumo, per rispondere a Google
  • All’iniziativa “La Bibbia Giorno e Notte” l’oscar speciale TV2009
  • Dal 13 marzo a Venezia mostra sull'arte dell'Etiopia cristiana
  • 24 Ore nel Mondo

  • Cpi: autorizzato il mandato di arresto per il presidente del Sudan Bashir
  • Il Papa e la Santa Sede



    Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù. Il Papa invita a ridare la vera speranza ai giovani: Cristo

    ◊   Ridare fiducia ai giovani e a tutta l’umanità, in questo tempo di crisi, facendo conoscere a tutti che la vera grande speranza è Cristo: è quanto in sintesi afferma Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù che quest’anno si celebrerà a livello diocesano il 5 aprile prossimo, Domenica delle Palme. Tema del Messaggio: “Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente” (1 Tm 4,10). Ce ne parla Sergio Centofanti.

    “La speranza – afferma il Papa - non è solo un ideale o un sentimento, ma una persona viva: Gesù Cristo, il Figlio di Dio”. Solo in Lui “l’essere umano trova la sua vera realizzazione”. Benedetto XVI sottolinea il fatto che “la crisi di speranza” che oggi investe l’umanità è “una delle conseguenze principali dell’oblio di Dio” che segna le nostre società e “colpisce più facilmente le nuove generazioni che, in contesti socio-culturali privi di certezze, di valori e di solidi punti di riferimento, si trovano ad affrontare difficoltà che appaiono superiori alle loro forze”. Giovani “feriti dalla vita, condizionati da una immaturità personale che è spesso conseguenza di un vuoto familiare, di scelte educative permissive e libertarie e di esperienze negative e traumatiche”. Giovani che hanno intrapreso “una fuga alienante verso comportamenti a rischio e violenti, verso la dipendenza da droghe e alcool”. Giovani che si trovano “in condizioni penose per aver seguito i consigli di ‘cattivi maestri’” ma che continuano a sentire “il desiderio di amore vero e di autentica felicità”. “Come annunciare la speranza a questi giovani?” – si chiede il Papa: “L’impegno primario che tutti ci coinvolge – scrive - è quello di una nuova evangelizzazione, che aiuti le nuove generazioni a riscoprire il volto autentico di Dio, che è Amore”. Il Papa invita ad essere “testimoni credibili della speranza cristiana” sulle orme di San Paolo che è stato “interiormente trasformato dall’Amore divino incontrato nella persona di Gesù Cristo”: è Lui che dà senso alla vita. La speranza nasce dunque dall’incontro con Gesù: ed è Lui stesso che “si offre a noi” anche “nell’oscurità” della nostra ricerca. Le vie per trovarlo sono “la preghiera perseverante” - ed è più proficua la preghiera fatta insieme agli altri – e, ancora, l’inserimento in gruppi, movimenti e itinerari di fede, l’ascolto della Parola di Dio e l’Eucaristia attorno a cui “nasce e cresce la Chiesa, la grande famiglia dei cristiani”.

     
    Benedetto XVI esorta gli stessi giovani a diffondere questa grande speranza senza scoraggiarsi di fronte a prove e difficoltà: “siate pazienti e perseveranti – scrive – vincendo la naturale tendenza dei giovani alla fretta, a volere tutto e subito”. “Fate scelte che manifestino la vostra fede – aggiunge - mostrate di aver compreso le insidie dell’idolatria del denaro, dei beni materiali, della carriera e del successo, e non lasciatevi attrarre da queste false chimere. Non cedete alla logica dell’interesse egoistico, ma coltivate l’amore per il prossimo … sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”. La vera fede illumina la vita. Infatti - sottolinea il Papa - “il cristiano autentico non è mai triste, anche se si trova a dover affrontare prove di vario genere, perché la presenza di Gesù è il segreto della sua gioia e della sua pace”.

     
    Il Papa indica a tutti l’esempio di Maria, che “è rimasta, salda nella speranza, ai piedi della Croce”. E alla fine del Messaggio cita San Bernardo: “Nei pericoli, nelle angustie, nelle perplessità, pensa a Maria … invocandola non perderai la speranza ... Appoggiato a lei non scivolerai; sotto la sua protezione non avrai paura di niente; con la sua guida non ti stancherai; con la sua protezione giungerai a destinazione”.

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    "Portare i pesi gli uni degli altri": l'invito di San Paolo al centro delle meditazioni del cardinale Arinze per gli esercizi spirituali in Vaticano

    ◊   Proseguono nella Cappella Redemptoris Mater, in Vaticano, gli esercizi spirituali per il tempo della Quaresima, alla presenza del Papa e della Curia Romana. Tra i temi odierni delle meditazioni del cardinale Francis Arinze, l’invito di San Paolo ai Galati: “Portate i pesi gli uni degli altri: così adempirete la legge di Cristo”. Un argomento che riecheggia l’appello di Benedetto XVI a vivere la Quaresima, in particolare in questo momento di crisi economica, rispondendo ai bisogni di tanti fratelli in difficoltà. Ascoltiamo in proposito la riflessione di mons. Guerino Di Tora, direttore della Caritas romana, al microfono di Emanuela Campanile:

    R. – La contingenza economica che si sta sviluppando in tutto il mondo è forse il richiamo migliore per poter entrare in questo stile diverso che ci porta a riscoprire maggiormente i valori umani. Il Papa sottolinea che la vera conversione non può essere soltanto quella verso un cambio di se stessi, ma verso il prossimo, quindi ne diventa quasi la garanzia di questo, l’unione profonda di quello che deve essere l’incontro con se stessi e con Dio e quella che veniva chiamata nella tradizione l’esperienza dell’elemosina, cioè dell’attenzione e della benevolenza verso il fratello che è nella difficoltà e nel disagio.

     
    D. – Cosa è allora l'elemosina?

     
    R. – E’ un modo concreto di incontrare l’altro. I poveri, Gesù ci dice, li avete sempre con voi, e quindi hanno una valenza quasi teologica di un richiamo profondo al senso della presenza di Dio. Gesù si è identificato con colui che è nel disagio e, quindi, ci richiama a una concretezza che non può essere semplicemente un dare dimenticando, quasi fare un’offerta senza cogliere l’aspetto di relazionalità con l’altro: ci richiama a un senso profondo di fratellanza e di unione universale. In questa esperienza troviamo veramente il senso nuovo della solidarietà. In un mondo come quello di oggi in cui c’è la globalizzazione delle monete, delle merci, occorre anche questa globalizzazione dell’attenzione a chi è maggiormente nel disagio a chi si trova in situazioni di maggiore povertà e non semplicemente un’attenzione al lontano, ma al povero che è vicino a noi, coloro con i quali mi trovo a incontrarmi giorno per giorno sulla strada, sulla metropolitana, nel lavoro, la famiglia del mio palazzo che si viene a trovare in una conflittualità, tutto questo diventa una profonda concretezza e esperienza di questo incontro con Dio nel prossimo.

     
    D. – Lei ci sta dicendo: aprite gli occhi perché di gente che ha bisogno, di poveri, nel senso più ampio del termine, ce ne sono moltissimi?

     
    R. – Non dobbiamo dimenticare tante forme di queste nuove povertà. Oggi ci troviamo con mamme e bambini che sono in strada, persone che hanno perso il lavoro, famiglie che non arrivano economicamente alla fine del mese, ma anche altri tipi di povertà “spirituali”. Famiglie che si sono disgregate, coppie che non riescono più da sole ad andare avanti: allora diventa anche questa una vera carità, cioè quella prossimità, quel mettersi vicino, quel camminare insieme. Questi secondo me sono i nuovi carismi, questa teologia, diremmo, della prossimità che ci porta ad essere noi che andiamo verso gli altri e non unicamente ad attendere l’altro che viene a chiedere.(Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Nomine

    ◊   Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di São Gabriel da Cachoeira (Brasile), presentata da mons. José Song Sui Wan, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede il rev. Edson Taschetto Damian, del clero della diocesi di Santa Maria, sacerdote fidei donum nella diocesi di Roraima. Il rev. Edson Taschetto Damian è nato il 4 marzo 1948 a Jaguari, diocesi di Santa Maria, nello Stato di Rio Grande do Sul. È stato ordinato sacerdote il 20 dicembre 1975 per la diocesi di Santa Maria.
     Il Santo Padre ha nominato vescovo di Tocantinópolis (Brasile) il rev. Giovane Pereira de Melo, del clero della diocesi di Rondonópolis, parroco della parrocchia di Nossa Senhora Aparecida. Il rev. Giovane Pereira de Melo è nato il 16 gennaio 1959 a Salinas, diocesi di Rondonópolis. È stato ordinato sacerdote il 24 marzo 1990 per la diocesi di Rondonópolis.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, il vice direttore sul messaggio del Papa per la XXIV Giornata mondiale della gioventù

    Nell’informazione internazionale, un articolo di Luca M. Possati dal titolo “Il fattore Hamas”: a che cosa punta l’apertura statunitense alla Siria

    In cultura, un’inchiesta sul finanziamento della cultura in difficile equilibrio tra pubblico e privato; la situazione nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Austria, in Francia, in Svizzera e in Spagna; con un’intervista a Ettore Gotti Tedeschi

    Un articolo di Antonio Paolucci dal titolo “La regina di Saba sbarca a Venezia”: sacro e bellezza dell’Etiopia cristiana nella mostra “Nigra sum sed formosa”

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    Oggi in Primo Piano



    Usa: a febbraio persi 700 mila posti di lavoro. La riflessione dell’economista Flavio Felice

    ◊   Nel solo mese di febbraio negli Usa si sono persi 700 mila posti di lavoro. Intanto, per la prima volta in otto anni, il Pil dell’Australia fa registrare una crescita in negativo e il governo giapponese ha messo a disposizione delle imprese in difficoltà 5 miliardi di dollari delle riserve valutarie. Sono gli ultimi dati di una crisi economica sempre più globale. Intanto, mentre anche ieri la Borsa di Wall Street ha chiuso al ribasso, il presidente americano ha espresso “assoluta fiducia” nella ripresa del sistema economico. Le dichiarazioni di Obama hanno fatto seguito all’incontro a Washington con il premier britannico Brown, nel quale è stato ribadito l’impegno a collaborare per rivedere le regole del sistema finanziario. Per un’analisi di questa crisi, alla luce della dottrina sociale della Chiesa, Alessandro Gisotti ha intervistato il prof. Flavio Felice, docente di Dottrine Economiche e Politiche alla Lateranense di cui, proprio oggi, viene presentato il suo ultimo volume “L’economia sociale di mercato”:

    R. – Questa è una prima volta nella storia che una crisi finanziaria, una crisi economica dal nazionale o minimamente internazionale si mostra realmente globale. Il motivo per cui le risposte, dunque, che stanno tentando gli Stati, non portano ancora risultati è perché i mercati, probabilmente – che poi, i mercati sono in realtà persone che operano sul mercato – non si sentono garantiti da queste decisioni.

     
    D. – La crisi economica porta anche sfiducia nel futuro, paura, la tendenza a chiudersi in se stessi: basti pensare alle spinte verso il protezionismo. Forse c’è anche bisogno di un’iniezione di speranza?

     
    R. – Da un punto di vista cristiano, della riflessione cristiana, la speranza è una virtù e in quanto tale, il vivere del cristiano non può prescindere dall’esercizio delle virtù, non dell’ottimismo di cui spesso si riempiono la bocca i governanti che, parlando a persone che non hanno più uno stipendio, dicono di essere ottimisti e di continuare a spendere! Ecco, non si tratta ovviamente di questo. Si tratta invece di riconsiderare una gerarchia dei valori e porre al vertice della scala dei valori qualcosa che non sia semplicemente legato alla domanda di beni e servizi, ma che sia qualcosa che vada oltre. Gli economisti dovrebbero incominciare a considerare che esiste qualcosa che va al di là dell’offerta e della domanda. Questo “qualcosa” che va al di là in realtà è un “qualcuno”, è la persona umana.

     
    D. – Per l’appunto, la Chiesa con la sua dottrina sociale ha sempre sottolineato un punto: l’economia è al servizio dell’uomo, e non il contrario. E’ possibile ri-orientare il sistema economico-mondiale così interconnesso, complesso, globale a questo principio?

     R. – La dottrina sociale della Chiesa offre, da quando è formalmente presente con la “Rerum Novarum” del 1891 fino alla “Centesimus annus” del 1991, offre quell’insieme di principi, di criteri di giudizio, di direttive d’azione che orientano e possono dunque orientare anche scelte politiche che abbiano al centro l’uomo. La dottrina sociale della Chiesa, in modo particolare la “Centesimus Annus”, nel paragrafo 42, indica i criteri in forza dei quali giudicare un sistema economico per l’uomo, ovvero un sistema economico che non è al servizio dell’uomo e quindi va necessariamente condannato e rigettato. Caratteristiche di questo sistema sono la libertà, la creatività, la proprietà privata ma soprattutto, l’ultima delle condizioni che fa da corollario e che equilibra tutte le prime condizioni, è la cornice giuridica. Un sistema di regole, perché la libertà può essere utilizzata per fare del bene ma anche per fare del male.

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    Rinvenuto un nuovo documento sull'opera di Pio XII a favore degli ebrei perseguitati dal Nazismo

    ◊   Un nuovo documento, questa volta scritto, testimonia dell’opera di Pio XII in favore degli ebrei, durante la persecuzione nazista. Si tratta di una nota estratta del “Memoriale delle Religiose Agostiniane del Monastero dei Santi Quattro Coronati di Roma”. “Il Santo Padre – si legge – vuol salvare i suoi Figli, anche gli Ebrei, e ordina che nei Monasteri si dia ospitalità a questi perseguitati”. L’appunto, datato novembre 1943, riporta l’elenco di 24 persone accolte nel Monastero per aderire – si sottolinea – al desiderio del Sommo Pontefice. “Una rara testimonianza”, ha commentato padre Peter Gumpel, gesuita e autorevole storico, relatore per la causa di beatificazione di Pio XII. Roberta Gisotti lo ha intervistato:

    D. – Padre Gumpel, quale importanza riveste questo documento?

     
    R. – Si tratta di un documento che io stesso ho ottenuto dalle Suore Agostiniane, un documento scritto, per questo importante. Non è l’unica testimonianza che abbiamo in tal senso. Ci sono numerose testimonianze orali, non solo di suore, sacerdoti ma pure di altri, ma mancano spesso dichiarazioni contemporanee scritte e questo ha dato occasioni ad alcuni - che continuano ad attaccare Pio XII - di contestare e di dire: “Non ci sono documenti che lui abbia mai fatto qualche cosa durante la retata degli ebrei romani il 16 ottobre 1943. Questa è una totale falsità. L’unica cosa da rilevare è che in tempi di persecuzioni e in situazioni come allora si vivevano a Roma, una persona prudente non metteva molte cose 'nero su bianco', perché c’era il pericolo che queste cadessero nelle mani dei nemici e poi si prendessero misure ancora più ostili verso la Chiesa cattolica. L’opera di salvataggio di Pio XII - attestata d’altronde anche da molte fonti ebraiche stesse - fu fatta attraverso messaggeri personali – sacerdoti – che venivano inviati a varie istituzioni e case cattoliche qui, a Roma, università, seminari, parrocchie, conventi di suore, case di religiosi, sempre con il messaggio: “Aprite le vostre porte a tutti i perseguitati dai nazisti”, ciò che valeva in primo luogo, naturalmente, per gli ebrei.

     
    D. – Perché, allora, padre Gumpel, questa resistenza ad accettare una verità storica già comprovata?

     
    R. – Abbiamo a che fare con gente che, per cavillare, dice: “Noi crediamo all’opera di Pio XII in favore degli ebrei soltanto se abbiamo un documento scritto”. Ora, due documenti scritti esistono; uno fu inviato al vescovo di Assisi, mons. Nicolini, che lo fece vedere al suo collaboratore, il reverendo Brugnazzi; tutti e due furono poi decorati da Yad Vashem come “giusti tra i gentili”. Qui a Roma abbiamo invece ormai questo documento della cronaca delle Suore Agostiniane di Clausura. Ripeto: è un’ulteriore conferma che può essere utile nei confronti di coloro che persistentemente vogliono denigrare Pio XII e con ciò attaccare la Chiesa cattolica.

     
    D. – Padre Gumpel, questa ulteriore prova potrà portare avanzamenti nella causa di canonizzazione?

     
    R. – Spero di sì! Vede, la causa di canonizzazione di Pio XII ha avuto l’ultimo verdetto in data 9 maggio 2007, in cui 13 tra cardinali e vescovi che costituiscono il Tribunale più alto della Congregazione delle Cause dei Santi, all’unanimità si sono pronunciati positivamente a favore delle virtù di Papa Pio XII. Attendiamo tutt'ora la firma del decreto da parte di Sua Santità.

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    Conferenza internazionale alla Gregoriana su “L’evoluzione biologica: fatti e teorie”

    ◊   I 150 anni trascorsi dalla pubblicazione dell’“Origine delle Specie” di Charles Darwin sono l’occasione propizia per fare in modo che scienziati, filosofi e teologi si ascoltino reciprocamente in modo sistematico''. Lo ha ricordato ieri mattina l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, nella giornata di apertura della conferenza internazionale “L’evoluzione biologica: fatti e teorie”, che proseguirà fino a sabato prossimo. Scopo principale del convegno, organizzato dalla Pontificia Università Gregoriana nell'ambito del Progetto Stoq, in collaborazione con l’Università statunitense di Notre Dame, è considerare il problema dell’evoluzione in una prospettiva più ampia rispetto al neodarwinismo tradizionale, alla luce delle recenti acquisizioni della ricerca, confrontando scienza, filosofia e teologia. Sull’importanza del convegno Fabio Colagrande ha intervistato don Giuseppe Tanzella-Nitti, ordinario di Teologia fondamentale alla Pontificia Università della Santa Croce:

    R. – Intanto, si tratta di un confronto a tutto campo sull’evoluzione, quindi ci si occupa non solo dei classici meccanismi darwiniani ma anche di altri meccanismi evolutivi; è un confronto estremamente importante perché al teologo interessa conoscere il dato scientifico perché aiuta meglio ad interpretare rettamente la Sacra Scrittura e anche a intravedere quelle possibilità di sviluppo della comprensione dogmatica stessa della Rivelazione. E interessa anche al filosofo perché ritengo che nella presentazione dei dati scientifici ci sia sempre molta visione filosofica inevitabile perché sempre si tende a dare una visione globale di insieme. E quando questa visione unitaria compare anche nell’interpretazione dei dati, di fatto già si sta trasmettendo in qualche modo una visione filosofica per cui direi che tanto la teologia come la filosofia si sentono interpellate da questo dato scientifico e riflettono su di esso per vedere come utilizzarlo, come impiegarlo.

     
    D. – L’idea cristiana della creazione, che si desumeva dalla esegesi biblica, viene messa in crisi in qualche modo dalla teoria dell’evoluzione di Darwin?

     
    R. – Direi di no nella misura in cui per teoria dell’evoluzione intendiamo il fatto che le specie biologiche si sono avvicendate sul nostro pianeta e la vita è stata il soggetto di uno sviluppo graduale che ha portato da forme di vita semplici, poco diversificate a forme di vita sempre più complesse, sempre più organizzate. Se evoluzione vuol dire questo, è pienamente compatibile con l’idea di creazione; anzi, prendendo in prestito le parole da uno dei grandi biologi evoluzionisti – Theodosius Dobzanski – diceva che, secondo lui, la stessa evoluzione era il modo con cui Dio creava: mi sembra un’affermazione che si possa ben condividere se per evoluzione si intende questo. Se invece per evoluzione, come a volte si può leggere in alcuni articoli poco profondi, si intende l’idea che nell’universo o anche nello sviluppo della vita sulla terra non ci sia alcuna progettualità, alcun finalismo, alcuna direzione verso cui la vita si manifesta per tendere poi all’uomo, se per evoluzione si intende questo a me pare che sia più una conclusione filosofica starei per dire: ideologica che non scientifica. Darwin non ha mai parlato di questo. Darwin, tutte le volte in cui gli si chiedeva un’opinione sulle cause ultime e sull’origine ultima dell’uomo e della comparsa dell’uomo, era sempre molto rispettoso e diceva che secondo lui erano problemi molto più grandi di quelli che uno scienziato si poteva porre e lasciava il discorso abbastanza aperto, su questo aspetto.

     
    D. – Oggi un teologo, confrontandosi con le teorie scientifiche più moderne che discendono da quella di Darwin, può trovare un finalismo nell’evoluzione?

     
    R. – Lo può trovare, ma non deve farlo dire a Darwin. Mi spiego. I dati scientifici in quanto tali non sono a favore né di una visione totalmente accidentale, casuale, né a favore di una visione finalistica o progettuale. Il dato scientifico indica semplicemente che c’è una progressiva complessificazione, una complessiva diversificazione e mi pare di poter dire che la specie umana sembra essere un po’ quasi un coronamento di questo sviluppo. Vedere in questo un finalismo direi che sia una conclusione più tipica di una filosofia della natura che non di una teoria scientifica. Quindi, il teologo dovrebbe interagire con il filosofo per verificare in quale misura questi dati scientifici siano compatibili con una visione filosofica che tenda ad un finalismo. E secondo me c’è una piena compatibilità in questo, ma non credo che bisogna chiederlo agli scienziati, o meglio: non bisogna chiederlo alla scienza, ai dati. Lo scienziato è anche lui, in fondo, un filosofo, è una persona che riflette sulle cose e da essere umano, riflettendo sui dati, come uomo, può anche ravvedere un finalismo nella natura. Se lo chiede soltanto ai numeri, alle molecole o ai geni del Dna, sicuramente questo finalismo non gli viene rivelato.

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    Inaugurazione dell'anno accademico alla Lumsa

    ◊   Ripensare la didattica per garantire agli studenti una formazione professionale e umana d’eccellenza, sostenere ed incentivare la ricerca, ma anche preparare ed orientare i giovani al lavoro. Sono alcuni degli obiettivi della Libera Università Maria Santissima Assunta (Lumsa), presentati ieri nel corso dell’inaugurazione del nuovo anno accademico, sul tema “Valori e diritti al confine della vita umana”. C’era per noi Cecilia Seppia:

    In costante crescita, per numero di iscritti, offerta formativa e attività di ricerca, l’Università cattolica Lumsa continua a distinguersi tra gli atenei d’Italia come eccellente polo del sapere. Con oltre 10 mila studenti, provenienti da ogni parte d’Italia, e non solo, questo istituto di formazione fa dell’attenzione ai valori etici della persona ma anche dell’apertura all'innovazione, i suoi punti nevralgici, cercando di coniugare in ogni insegnamento l’amore per il sapere con i valori cristiani della fede, come spiega il Cardinale Attilio Nicora, presidente del Consiglio di amministrazione della Lumsa:

     
    “L’idea della coniugazione tra una ragione aperta e una fede incarnata credo sia ciò che sta alla radice dell’idea di un’università cattolica”.
     
    Dopo un bilancio positivo dell’anno appena trascorso la Lumsa continua a porsi costanti obiettivi per il futuro per restare una realtà competitiva e qualificata, come spiega il prof. Giuseppe Dalla Torre, rettore dell’Università:

     
    “Occorre soprattutto implementare la parte attinente alla ricerca che in momenti di crisi economica è quella che ne risente immediatamente di più e anche i processi di internazionalizzazione dell’università.

     
    Quest’anno si apre con un dato positivo, ovvero l’aumento delle immatricolazioni rispetto a una situazione che invece negli altri atenei vede una diminuzione. Secondo lei perché?
     
    "Credo che chi si è trovato bene fa una buona pubblicità all’ateneo e si è trovato bene essenzialmente per un rapporto ottimale con i docenti, per il fatto che lo studente viene seguito, ma anche per le possibilità molto ampie di poter fare stage e tirocini, il che significa una conoscenza di una realtà lavorativa in cui poi si finisce per arrivare”.
     
    Non a caso quest’anno l’anno accademico della Lumsa è stato salutato con una riflessione della professoressa Laura Palazzani, ordinaria di filosofia del diritto, sul valore intrinseco della vita di ogni essere umano, che non può e non deve essere in alcun modo violato e sull’urgenza di una reale conciliazione tra il diritto e la scienza, mediante un’etica della giustizia che salvaguardi la dignità e i diritti fondamentali dell’uomo, senza più ritardi. Ancora il prof. Giuseppe Dalla Torre:

     
    “Direi che oggi i confini della scienza sono proprio lì, tutto converge sulle discipline attinenti alla vita. Noi crediamo che il problema oggi sia etico, ma innanzitutto giuridico, perchè poi bisogna scendere dai grandi valori alla disciplina concreta delle situazioni”.
     
    Agli studenti infine l’invito a favorire e promuovere il dialogo e la sintesi tra fede e ragione come via privilegiata per la crescita umana e culturale, senza stancarsi di cercare anche attraverso lo studio l’unica grande verità.

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    Chiesa e Società



    Eutanasia legalizzata nello Stato di Washington. I vescovi: assalto alla cultura della vita

    ◊   Il suicidio assistito diventa legale da domani nello Stato di Washington, il secondo dopo l’Oregon a legalizzare l’eutanasia negli Stati Uniti. Approvato con referendum popolare in novembre il provvedimento consente di prescrivere una dose mortale a pazienti che hanno meno di sei mesi di vita. Prima del voto, la Conferenza episcopale dello Stato di Washington (Wscc) aveva esortato i fedeli a “rispettare la vita fino al suo termine naturale”. I presuli denunciavano l’iniziativa come “un nuovo pericoloso assalto alla cultura della vita” ed esprimevano particolare preoccupazione per la grave minaccia che il suicidio assistito rappresenta per le persone vulnerabili come anziani e disabili. Trasformando il suicidio in “un’opzione medica”, sottolineava una dichiarazione dell’episcopato, “si altera radicalmente la relazione tra medici e pazienti privandoli del supporto vitale della famiglia, degli amici e della fede”. I vescovi dello Stato di Washington ribadivano inoltre che le persone morenti hanno “un profondo desiderio di abbracciare i valori che amano di più: vogliono un’ultima opportunità per cercare perdono, offrire gratitudine e dimostrare amore” ai propri cari. La legalizzazione dell’eutanasia in questo Stato della Costa Ovest americana, riferisce il sito Internet Lifenews.com, è stata accolta con rammarico dalle associazioni pro-vita statunitensi. I movimenti pro-Life chiedono ai medici di rifiutarsi di essere coinvolti in pratiche eutanasiche. Dal canto suo, il presidente della Christian Medical Association, David Stevens, intervistato dalla rivista “Christianity Today”, ha espresso il timore che questa legalizzazione del suicidio assistito possa incoraggiare anche altri Stati a muoversi in tale direzione. Dal 1997 ad oggi, iniziative referendarie per legalizzare l’eutanasia sono state bocciate in California, Hawaii, Michigan e Vermont. (A cura di Alessandro Gisotti)

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    Presentati a Gerusalemme i manoscritti ebraici della Biblioteca Vaticana

    ◊   Il volume Hebrew manuscripts in the Vatican Library Catalogue (a cura di Benjamin Richler, Malachi Beit-Arié e Nurit Pasternak, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 2008) è stato presentato lunedì a Gerusalemme presso la National Library of Israel. Nel discorso di presentazione, il cardinale Raffaele Farina, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, ha sottolineato che il catalogo dei manoscritti ebraici "riveste una particolare importanza per il contenuto scientifico, ma anche per le circostanze in cui esso è stato realizzato". Il catalogo - osserva il porporato - "consente di conoscere e far apprezzare un patrimonio di circa 800 segnature distribuite in 11 fondi manoscritti della Biblioteca, alcuni dei quali costituiscono i soli o i più antichi testimoni conservati del loro genere". "Rispondendo alla richiesta della direttrice della Biblioteca Nazionale e Universitaria di Gerusalemme, la professoressa Sarah Japhet, con una lettera d'intenti da me firmata il 31 gennaio dell'anno 2000, abbiamo formalizzato l'accordo; è iniziato così il lavoro di ricerca e compilazione che si è concluso con la pubblicazione del volume". La collaborazione tra la Santa Sede e Israele nel campo culturale - spiega il porporato le cui parole sono state riprese dall’Osservatore Romano - "rappresenta un contributo concreto alla costruzione di un mondo migliore, andando incontro al desiderio di sapere e di bellezza insito in ogni uomo, alla sua profonda aspirazione al vero e al bene". (A.L.)

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    Haiti:preoccupazione dei vescovi per le migliaia di persone colpite dagli uragani

    ◊   “A oltre sei mesi di distanza dagli uragani che hanno devasto intere regioni del Paese migliaia di persona non hanno ancora una casa e sembrerebbe che le autorità non siano disposte ad assumersi le loro responsabilità”. Sono queste le parole del Presidente della Conferenza episcopale di Haiti, mons Louis Kebreau, arcivescovo di Cap-Haitïen, che intervenendo giorni fa presso l’associazione “Aiuto alla chiesa che soffre”, ha ricordato “il dolore e la sofferenza di tanti haitiani” che lui ha potuto incontrare personalmente. “C’è molta sofferenza: bambini che hanno perso la loro madre, o il padre, oppure l’intera famiglia. C’è povertà e mancanza di cibo. Non ci sono né medicine né assistenza sanitaria”. D’altra parte il presule, nel ricordare che si avvicina il periodo degli uragani, ha osservato che per queste persone potrebbe essere il colpo finale, affrontare nuove devastazioni, quando ormai non hanno più nulla. “Mi sembra che il governo non abbia preso sul serio la situazione”, ha commentato mons. Louis Kebreau, rivolgendo un accorato appello alle autorità affinché reagiscano tempestivamente. Gli uragani dell’anno scorso hanno causato la morte di quasi 800 persone e oltre 300 risultano tuttora scomparse. Le piogge torrenziali hanno distrutto almeno 10mila alloggi e dunque più di 165mila famiglie da mesi vivono sotto tende di plastiche e copertoni, bidonville improvvisate oppure, a carico di parenti, in condizioni di grave precarietà. Il presule ha voluto insistere sulle responsabilità che spettano al governo non solo per quanto riguarda la vita concreta delle singole persone colpite, ma anche nella prospettiva di una “intelligente prevenzione, in particolare nel campo del rimboschimento poiché, ha rilevato, la distruzione dei boschi aggrava le conseguenze delle piogge torrenziali. Il Paese dal 1980 ad oggi ha perso almeno il 25% della sua superficie forestale”. In questo contesto, tra l’altro, l’episcopato haitiano ha lanciato recentemente una campagna in favore della riforestazione in alcune zone dell’isola. Infine, mons. Louis Kebreau ha ringraziato l’aiuto ricevuto da parte di numerose associazioni umanitarie e di altre chiese sorelle. “Ogni giorno, ha concluso, migliaia di haitiani vanno nelle chiese a chiedere pane, vestiti e medicine. Il nostro dovere è dare tutto ciò che abbiamo senza usare mai la povertà come spesso fanno alcune sette per manipolare le persone”. (A.D.)

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    Inghilterra: colletta per i bimbi cambogiani resi orfani dall'Aids

    ◊   Avrà luogo il 6 marzo la tradizionale Giornata di digiuno (Fast Day) promossa dalla charity cattolica per gli aiuti al Terzo Mondo, Cafod. Lo scorso fine settimana sono state distribuite, presso tutte le chiese, le buste nelle quali è stato donato il corrispettivo in denaro del pranzo o della cena del giorno. Le offerte della giornata verranno destinate ai bimbi cambogiani rimasti orfani per l'Aids. Il sito di Cafod e i poster del Fast day 2009 raccontano la storia di Phalla che ha perso la famiglia per le atrocità dei Khmer Rossi e che è stata imprigionata e torturata. Oggi ha cinque figli suoi e altri otto in affido che sono stati resi orfani dall'Aids. Curarli dà senso alla sua vita e l'aiuto che riceve da charities come Cafod le serve per comprare cibo, vestito e libri scolastici per loro. Le proposte quaresimali di Cafod non si fermano qui: tra le più curiose quella di fare una pausa quotidiana di venti minuti di silenzio e immobilità a sottolineare come si può trovare pace soltanto in Dio. Durante i 40 giorni che separano dalla Pasqua Cafod invierà, a chi ne farà richiesta, un passo delle Scritture. A servirsi dei siti di "social networking" su Internet per promuovere il silenzio della Quaresima è anche la Chiesa di Inghilterra. Sul sito "Twitter" la Chiesa manderà piccoli messaggi per invitare le persone a compiere gesti di generosità. Nel 2007 oltre 130.000 persone hanno partecipato all'iniziativa. (R.P.)

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    Il cardinale Vithayathil: il futuro governo indiano promuova la libertà religiosa

    ◊   Il futuro governo “scoraggi il fondamentalismo religioso” e promuova “la libertà di professare e praticare la fede come garantito dalla Costituzione indiana”. E’ quanto auspica il cardinale Varkey Vithayathil, presidente della Conferenza Episcopale dell’India in vista delle elezioni generali del prossimo aprile. “Sono momenti critici per il Paese - afferma il porporato ad AsiaNews - e la Chiesa pur non sostenendo partiti politici, ha l’obbligo morale di assicurarsi che il nostro popolo voti per chi garantirà la sovranità democratica e le credenziali laiche della nostra amata patria”. Secondo il cardinale le condizioni di discriminazione in cui sono costretti a vivere i dalit cristiani, rispetto ai pari casta delle altre religioni, è uno dei punti a cui il prossimo governo “dovrebbe immediatamente porre rimedio”. Circa 714 milioni di persone saranno chiamate alle urne per rinnovare la Camera del popolo. Si tratta di un appuntamento cruciale: nel Paese infatti si registra una situazione critica sui versanti economico, politico e sociale. L’80% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno e la crisi globale sta avendo forti ripercussioni sul Paese: le tensioni sociali si manifestano in diffusi episodi di intolleranza che colpiscono soprattutto le minoranze e le fasce più deboli della popolazione. A questi episodi si aggiungono le tensioni legate agli attacchi terroristici di Mumbai. E’ un insieme di elementi che rendono la consultazione di aprile un banco di prova decisivo per il futuro democratico del Paese. (A.L.)

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    Sri Lanka: una festa indù occasione di preghiera comune per induisti e cattolici

    ◊   In Sri Lanka i cattolici della diocesi di Jaffna hanno colto l’occasione di una tradizionale festa indù, Maha Silvarathri, per promuovere una veglia di preghiera per la pace. Templi e chiese cattoliche - rende noto l’Osservatore Romano - sono rimasti aperti per tutta la notte. Cattolici e fedeli indù hanno pregato per invocare la salvezza dei civili, oltre 200 mila, che si trovano nella zona teatro del conflitto tra esercito e ribelli tamil. “Noi come gli indù – ha detto padre Amirthanathar Francis Xavier Jayasegaram della Commissione diocesana Giustizia e Pace – abbiamo trascorso tutta la notte ai piedi di Dio”. “La guerra ha aggiunto – non fa distinzioni tra cattolici e indù”. Si è pregato soprattutto per un cambiamento di mentalità nel governo e tra i ribelli in modo da “cercare sinceramente la pace”. Secondo gli ultimi bilanci forniti dai mezzi di informazione, nei recenti scontri avvenuti nel nord del Paese sono rimaste uccise almeno 2 mila persone. In questa drammatica situazione non mancano iniziative di solidarietà: in questi giorni è in corso di svolgimento, in particolare, la campagna lanciata a febbraio da Caritas – Seth Sarana per la raccolta di cibo e medicinali da destinare ai profughi. (A.L.)

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    Bangladesh: primo colloquio interreligioso tra cristiani e sikh

    ◊   Dio vuole l’unità del genere umano e il dialogo interreligioso serve ad abbattere il muro delle incomprensioni reciproche tra le religioni. È questa, in sintesi, la convinzione comune emersa dal primo colloquio interreligioso tra cristiani e sikh in Bangladesh. L’incontro – riferisce l’agenzia Ucan - si è svolto nei giorni scorsi nella capitale Dacca ed è stato promosso dalla Commissione per il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale bengalese. Dieci i relatori invitati a parlare sul tema “L’unità di Dio e dell’umanità”. Tra questi il nunzio apostolico in Bangladesh, mons. Joseph Marino, che nel suo intervento ha ricordato che lo scopo principale del dialogo interreligioso è quello di abbattere i muri tra le religioni. “Attraverso il dialogo – ha detto – possiamo imparare gli uni dagli altri”. E proprio alla conoscenza reciproca è stata dedicata una sessione speciale del convegno in cui i partecipanti si sono rivolti domande e risposte sulle rispettive religioni. Tra gli argomenti affrontati nelle varie relazioni vi è stato anche quello dello specifico contributo della comunità cristiana al dialogo e alla pace nel Paese. I cristiani in Bangladesh sono una piccolissima minoranza: meno dello 0,3% della popolazione in netta maggioranza musulmana. Ancora meno numerosi i sikh che costituiscono appena lo 0,07%. Nonostante i cristiani siano numericamente irrilevanti, la loro presenza è resa visibile dalle numerose opere educative, sanitarie e caritative gestite dalle varie Chiese, ma anche dal loro contributo nel campo culturale. Il cristianesimo continua tuttavia ad essere considerato "religione straniera" e la sua presenza negli ultimi decenni è resa più difficile dall’emergere di un certo radicalismo religioso in una parte della popolazione musulmana. Da notare che dal 1988 l’Islam è religione di Stato. (L.Z.)

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    Appello dell’Unicef per il rilascio di tutti i bambini-soldato in Congo

    ◊   Un appello a rilasciare tutti i bambini ancora arruolati nelle Forze armate e nelle unità di Polizia nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc). A lanciarlo è Hilde Johnson, vicedirettore dell’Unicef, al ritorno da una missione nell'est del Paese africano, teatro di annosi conflitti che hanno causato enormi sofferenze e gravi violazioni dei diritti dei bambini. L’unicef chiede “un’agenda chiara per la smobilitazione volontaria di tutti i bambini”. Si calcola infatti che nel Paese africano ci siano ancora 3.500 bambini soldato, dopo che oltre 30 mila sono stati già ‘liberati’ dal 2004 e reintegrati con l'assistenza dell’Unicef. La Johnson, co-presidente del Comitato ONU contro la violenza sessuale e lo stupro nei conflitti, si è incontrata nel Paese africano con alti funzionari governativi, membri della comunità dei donatori e partner per discutere i recenti sviluppi. "Le testimonianze dei sopravvissuti alla violenza sessuale mostrano l'urgenza” di intervenire, ha dichiarato la Johnson, sollecitando “un'azione concertata” “per porre fine a queste atrocità”. “Il governo – ha aggiunto - deve porre fine alla cultura dell’impunità ed accelerare i procedimenti legali contro tutti i responsabili. Il vicedirettore Unicef ha espresso preoccupazione anche per la situazione generale dell’infanzia in tutto il Paese. Hilde Johnson ha sottolineato anche la sfida dall'impatto negativo del calo dei prezzi in Congo causato dalla crisi economica mondiale. Il programma dell’Unicef nella Repubblica democratica del Congo è uno dei più ampi del mondo. (R.G.)

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    I vescovi portoghesi pregano per la pace in Guinea Bissau

    ◊   “La Guinea Bissau ha già sofferto troppo” e “merita di avere la pace per poter trovare condizioni di dignità per tutti”: sono le parole del presidente della Conferenza episcopale del Portogallo (CEP), mons. Jorge Ortiga. A margine della riunione del Consiglio Permanente della CEP che si è svolto a Fatima, l’arcivescovo di Braga ha commentato così le ultime violenze nel Paese africano, che hanno portato alla morte prima del Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate, il generale Tagmé Na Waié, e poi, solo lunedì, all’uccisione del Presidente, Joao Bernardo Vieira. “Sono e siamo preoccupati per quanto è accaduto – ha continuato, da parte sua, mons. Ortiga - poiché la Guinea Bissau è un territorio che ancora oggi non ha incontrato un contesto di vera e autentica pace. “Gli ultimi avvenimenti – ha aggiunto il presule – sono il frutto e la conseguenza di numerosi antagonismi”, i quali, moltiplicandosi, hanno reso la popolazione locale “sofferente, e la Chiesa portoghese soffre con quel popolo”. Quindi, il presidente della CEP ha espresso “comunione e solidarietà con la Chiesa della Guinea Bissau”, manifestando l’auspicio che nel Paese si giunga presto alla pace. Ieri pomeriggio, intanto, davanti ai deputati dell’Assemblea nazionale a Bissau ha prestato giuramento il successore di Vieira, il presidente ad interim Raimundo Pereira. (I.P.)

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    La crisi economica avanza anche in Africa

    ◊   In Africa l’ambito minerario e quello manifatturiero sono i settori dell’economia maggiormente colpiti dalla crisi finanziaria internazionale generata dai mutui ad alto rischio statunitensi. E’ quanto emerge da uno studio dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) sulle ripercussioni della crisi nel continente. La riduzione delle attività delle miniere del Katanga, nella Repubblica Democratica del Congo, ha causato in particolare la perdita di più di 300.000 posti di lavoro. In Sudafrica sono poi circa 36.000 gli addetti dell’industria automobilistica rimasti senza lavoro. “Per contrastare questo fenomeno – sottolinea Charles Dan, responsabile dell’Ilo per l’Africa – l’Ilo sta cercando di promuovere la creazione di impieghi nelle piccole e medie imprese, nell’agricoltura, nell’economia sociale con cooperative, associazioni e organizzazioni di mutua assistenza”. Secondo alcune recenti stime – ricorda l’agenzia Misna - il prodotto interno lordo africano continuerà a crescere anche nel 2009 ma con un tasso di gran lunga inferiore rispetto al 5,2% del 2008 e al 6,2% del 2007. (A.L.)

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    In Kenya messaggio di Quaresima del cardinale John Njue

    ◊   “Di fronte al preoccupante scenario di fame, criminalità, incidenti, violenza e corruzione i cattolici del Kenya non dovrebbero restare indifferenti”. E’ quanto scrive nel messaggio di Quaresima il cardinale John Njue, arcivescovo di Nairobi. “Invito tutti i cattolici - afferma il porporato - a costruire una cultura del perdono”. “E’ passato un anno – si legge nel documento ripreso dall’Osservatore Romano – da quando si è abbattuta in Kenya la devastazione provocata dalla violenza post elettorale”. Nei mesi di gennaio e febbraio del 2008 le violenze legate alle contestate elezioni presidenziali avevano provocato centinaia di morti e la fuga di centinaia di morti e la fuga di centinaia di migliaia di persone dalle loro case, una parte della quali vive ancora nei campi di accoglienza. Le ferite lasciate nella società keniana sono ancora profonde. Per questo – afferma il porporato – “ci deve essere un impegno per la pace, l’istruzione e la catechesi che miri a disarmare le menti delle persone, a sostituire il linguaggio e le azioni della violenza con quello del perdono”. “Come responsabile della comunità – conclude l’arcivescovo di Nairobi – vi esorto a sviluppare una sincera volontà di lottare contro la corruzione”. (A.L.)

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    I vescovi cubani sperano in una svolta nei rapporti tra Usa e l'Avana

    ◊   Con i nuovi presidenti di Cuba e Stati Uniti è arrivato “il momento del cambiamento” nelle relazioni tra i due Paesi. E’ quanto suggerisce il portavoce della Conferenza dei Vescovi Cattolici di Cuba. Orlando Márquez, in un editoriale su “Palabra Nueva” (www.palabranueva.net), rivista della diocesi dell'Avana della quale è anche direttore, esorta sia Raúl Castro sia Barack Obama a portare avanti una politica di intesa, che permetta di superare l'isolamento degli ultimi decenni. Gli Stati Uniti mantengono un embargo commerciale, economico e finanziario dal 1962 con l'obiettivo di esercitare pressioni sul governo. La misura è stata condannata 15 volte dalle Nazioni Unite. Nell’articolo, ripreso dall'agenzia Zenit, si esorta a dimenticare “la sfiducia del passato sia parte statunitense sia cubana”. “Le remore spettrali della guerra fredda – avverte - si scorgono di nuovo, pretendendo di ignorare le proteste di milioni di persone”. Ma concessioni reciproche – conclude - sono state un primo messaggio positivo da parte del presidente cubano a quello nordamericano all'inizio dell'anno”. (A.L.)

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    Iraq: il corpo di mons. Raho verrà traslato a Mosul

    ◊   Sabato scorso nella chiesa caldea della Vergine Maria, a Baghdad, è stata celebrata una messa in ricordo di mons. Faraj Raho che, rapito quello stesso giorno nel 2008 fu ritrovato cadavere il 13 marzo a Mosul. La cerimonia – rende noto il Sir - è stata concelebrata dal vicario patriarcale caldeo mons. Shlemon Warduni, dallo Patriarca caldeo cardinale Mar Emmanuel III Delly e da padre Mushtaq Zanbaqa. Sempre a proposito di mons. Raho, padre Amer Youkhanna, sacerdote caldeo della diocesi di Mosul, ha riferito a Baghdadhope che il corpo del vescovo, ora seppellito a Karamles verrà traslato a Mosul in questo mese. Nel suo testamento, infatti, mons. Raho aveva espresso chiaramente il desiderio di essere seppellito nella chiesa di San Paolo, da lui fondata quando era ancora sacerdote a Mosul. I preparativi per la traslazione e la cerimonia, che comprenderà anche la sistemazione di alcuni oggetti e paramenti appartenuti al vescovo, sono attualmente in corso. (A.L.)

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    In Ungheria preoccupazione dei vescovi per i crescenti episodi di violenza

    ◊   I vescovi ungheresi chiedono alle autorità civili di garantire “la sicurezza pubblica, la sicurezza sociale, il servizio sanitario, la tutela delle famiglie, l’insegnamento e l’educazione delle generazioni future”. In una dichiarazione pubblicata ieri, in seguito ai recenti fatti di cronaca che hanno scosso l’Ungheria, i presuli invitano “tutti coloro che sono in grado di prendere le decisioni necessarie di occuparsi delle questioni reali anziché di problemi artificialmente creati e di soluzioni attraverso i mass media”. In queste ultime settimane, due zingari, un giovane padre e il figlio di 5 anni, sono stati uccisi da ignoti che hanno dato fuoco alla loro casa, mentre sono stati degli zingari ad uccidere un giocatore di pallamano, di origine romena, e a ferire gravemente anche altri due giocatori. Di fronte a questa serie di atti di violenza la Conferenza episcopale ungherese ha voluto esprimere la propria vicinanza ai familiari delle vittime mostrando preoccupazione per “la serie di provocazioni che cerca di far apparire gli ungheresi come razzisti. Per questo scopo – si legge nella dichiarazione – alcuni arrivano ad organizzare finte sfilate senza un vero appoggio da parte della società, sotto insegne che rimandano ad estremismi. Siamo convinti che queste azioni non fanno che deviare l’attenzione dai problemi veri”. Attraverso la loro dichiarazione, i vescovi ungheresi hanno però voluto ricordare che anche in tale clima la Chiesa, “in vista della sua missione ricevuta da Gesù Cristo continua ad annunciare la Buona Novella, a servire la pace, la riconciliazione e il bene pubblico”. Nei tristi eventi di questi giorni vi è chi scorge lo sfondo della sempre più critica situazione economica, della scarsa sicurezza pubblica e del dramma della disoccupazione che molti cercano di risolvere nella criminalità. Anche la Chiesa Luterana Ungherese ha rilasciato una dichiarazione che fa appello alla responsabilità dei dirigenti del Paese e alla coscienza e responsabilità di ogni singola persona. Per Gusztáv Bölcskei, presidente del Consiglio della Chiesa Calvinista Ungherese “la situazione attuale è la conseguenza di una serie di omissioni, il risultato di un processo pluridecennale di disgregazione delle comunità, in cui la politica e lo Stato, le persone che esercitano il potere, hanno la responsabilità più grave. Oggi – afferma Bölcskei – sono necessarie una politica ed un’azione governativa che abbiano al loro centro la persona umana e la società e non servano solamente a scopi egoistici di breve durata”. (T.C.)

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    Irlanda: il cardinale Brady esorta l’opinione pubblica a non dimenticare i più poveri

    ◊   Non dimenticare la realtà dei più poveri, soprattutto nel tempo di Quaresima: questo, in sintesi, l’appello lanciato ai cittadini irlandesi dal card. Sean Brady, arcivescovo di Armagh e Primate di tutta l’Irlanda. Sottolineando che, anche in tempi di recessione, le popolazioni dei Paesi poveri necessitano di aiuti, il porporato ha aggiunto: “Dobbiamo avere il coraggio e la generosità di guardare alla povertà estrema dei Paesi in via di sviluppo, così come di guardare allo scandalo della continua miseria nella nostra nazione”. Il Primate irlandese ha poi ricordato il tema della campagna nazionale per la Quaresima 2009, ovvero gli sfollati ed i rifugiati, provenienti soprattutto dalla Somalia. “In quel Paese – ha detto il card. Brady – è scoppiata una grande tragedia umanitaria, probabilmente la peggior crisi umanitaria al mondo d’oggi”. Ma la situazione altrove non è migliore: “Nel mondo – ha aggiunto il porporato – milioni di persone sono costrette a fuggire dalle loro case senza cibo, acqua potabile e cure mediche”. “Un tragico squilibrio”, ha continuato il porporato, in cui “i ricchi diventano sempre più ricchi ed i poveri restano poveri”. Il Primate d’Irlanda si è quindi soffermato sulle “scelte azzardate e le cattive valutazioni che hanno portato l’economia mondiale ad uno stato pericoloso ed incerto”. “È necessario uno sforzo condiviso per rimettersi in carreggiata verso un approccio più responsabile e uno sviluppo più sostenibile nel benessere – ha detto – Occorre una leadership coraggiosa e buona volontà da parte di tutti, il che implica avere la consapevolezza sia della nostra responsabilità globale, sia delle nostre opportunità globali”. Poi, tornando al tema della campagna per la Quaresima, l’arcivescovo di Armagh ha esortato tutti gli irlandesi “che possono fare qualcosa per i sofferenti” a supportare l’iniziativa di solidarietà. “Non lasciate che si dica – ha concluso – che gli irlandesi sono diventati così preoccupati per i propri problemi da perdere la generosità nei confronti dei bisognosi. Il vostro supporto è vitale. La campagna per la Quaresima servirà a fornire cibo e medicinali a coloro che ne hanno più bisogno. E in Paesi come la Somalia, permetterà a coloro che sono stati costretti a fuggire dalle loro case a ritornare in patria e ricominciare a vivere”. (I.P.)

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    Germania: campagna di Misereor per la salvaguardare il creato

    ◊   Una campagna per avvertire dei rischi provocati dai cambiamenti climatici e per sensibilizzare l'opinione pubblica su quanto lo stile di vita dei Paesi ricchi influisca sulla povertà del Sud del mondo. A proporla con lo slogan "Salvaguardare la creazione di Dio, affinché tutti possano vivere" è l'opera assistenziale Misereor. "Dio ci ha affidato il creato e noi dobbiamo gestirlo in modo responsabile", ha dichiarato mons. Werner Thissen, arcivescovo di Amburgo e incaricato di Misereor per la Conferenza episcopale tedesca, in un'intervista all'agenzia cattolica Kna. "Se vogliamo salvaguardare il creato, dobbiamo modificare la nostra vita, anche per quanto riguarda la tutela del clima". "Il Nord e gli strati sociali abbienti nel Sud del mondo possono proteggersi molto meglio dai mutamenti climatici, rispetto ai poveri", ha osservato Thissen. "Le conseguenze dei cambiamenti climatici causano nel Sud l'abbandono dei campi e la migrazione verso le città. Allo stesso tempo, la fame di energia del Nord origina un aumento del prezzo del petrolio e la scarsità di carburante. Ecco perché sempre più superfici agricole e prodotti agrari, come la barbabietola da zucchero, la soia, l'olio di palma o il mais vengono utilizzati per produrre biocarburanti. Ciò a sua volta fa aumentare i prezzi degli alimentari, con conseguenze fatali per i poveri", ha spiegato. L'arcivescovo ha sottolineato che ciascuno è chiamato a rivedere il proprio stile di vita e "la Quaresima è un periodo particolarmente adatto a farlo". Ciò vale anche per la Chiesa: "Misereor ha fatto molto: carta riciclata nelle stampanti, meno consumi energetici e ora un impianto solare sul tetto. Sono passi piccoli ma importanti". La politica, ha affermato Thissen, deve "fissare le condizioni generali" per realizzare il contenimento dei consumi energetici. Altro tema delicato è l'energia atomica. "L'ottenimento dell'uranio chiede consumi energetici elevati. E sebbene la generazione di energia nelle centrali nucleari non comporti l'emissione di biossido di carbonio, l'energia atomica comporta altri rischi elevati". Pertanto, "non ci sono alternative alla necessità di diminuire il consumo di energia". (R.P.)

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    A Roma nuove iniziative di preghiera dell’Azione Cattolica per la Quaresima

    ◊   L’Azione Cattolica di Roma accoglie il forte appello del Papa nel suo messaggio per la Quaresima 2009 che invita alla preghiera, all’elemosina, al digiuno. “Pratiche - afferma l’associazione - che spesso rischiano di rimanere non attuate a causa del ritmo incalzante della vita quotidiana e delle molteplici responsabilità familiari, lavorative, di studio e di impegno”. Per aiutare tutti - giovani, adulti, famiglie, anziani - a vivere appieno l’invito del Papa, l’Azione cattolica di Roma offre alcune occasioni privilegiate di preghiera: due ritiri per le diverse fasce di età del settore adulti e gli esercizi spirituali nella città. Questi ultimi, dal titolo “Pregare con San Paolo. Fede, speranza e carità nell’epistolario paolino”, costituiscono la vera novità. “I partecipanti - spiega l’associazione - potranno sperimentare, per tre giorni, da giovedì 12 a sabato 14 marzo, come sia possibile vivere la preghiera nel quotidiano di una grande città come Roma, pur affrontando le mille responsabilità e i diversi impegni”. Questi ultimi, dal titolo “Pregare con San Paolo. Fede, speranza e carità nell’epistolario paolino”, costituiscono la vera novità. L’esperienza andrà vissuta attraverso due dimensioni: personale e comunitaria. Un libretto guiderà la preghiera personale al mattino e a metà giornata. La sera, poi, è previsto l’incontro comunitario nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme, dalle 19.30 fino alle ore 21. Per maggiori informazioni si può consultare il sito www.acroma.it (A.L.)

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    Riaperta a Napoli dal cardinale Sepe la Chiesa della Sacra Famiglia

    ◊   È stato il cardinale Crescenzio Sepe, a riaprire lunedì a Napoli, la Chiesa della Sacra Famiglia, soprannominata “dei Cinesi”, chiusa da 25 anni, realizzando – come riferisce l’Avvenire - un desiderio cullato fin dall’inizio del suo mandato di arcivescovo nel capoluogo partenopeo. “Recuperiamo 250 anni di storia” – ha commentato il porporato – ricordando che in questa chiesa” nel 1700 si formò la prima comunità cinese all’estero”. Qui sulla Salita dei Cinesi, la strada del quartiere Sanità, nacque il Collegio dei Cinesi, e della Congregazione della Sacra Familgia, entrambi fondati dal padre napoletano Matteo Ripa, missionario in Oriente, vissuto a cavallo tra ‘600 e ‘700. Dopo la soppressione della Congregazione, il Collegio ha avuto una prestigiosa evoluzione divenendo l’attuale Istituto Universitario Orientale, in altre sedi, mentre il complesso edilizio è stato trasformato in ospedale. Purtroppo restano ancora in stato di abbandono la chiesa, di cui è stato avviato il restauro, e la tomba di padre Ripa, sulla quale il cardinale Sepe si è raccolto in preghiera insieme a don Paolo, sacerdote cinese, guida spirituale della comunità cristiana dei suoi connazionali a Napoli. Il cardinale Sepe ha annunciato una serie d’iniziative volte a “rilanciare la conoscenza della geniale personalità e dell’opera del servo di Dio padre Matteo Ripa” e per rimarcare il ruolo di Napoli nei secoli “culla di civiltà lontane”. Per questo nel prossimo mese di ottobre la diocesi ospiterà due giornate storico-culturali, cui parteciperanno oltre ad esperti ed accademici, tutti i cinesi di religione cattolica in Italia. Evento che si ripeterà poi a Shanghai. (R.G.)

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    Microsoft testa un nuovo motore di ricerca, Kumo, per rispondere a Google

    ◊   Si prospettano importanti novità nel mondo di Internet: la Microsoft sta mettendo a punto un nuovo motore di ricerca. Si chiama Kumo, che in giapponese significa ragno, e potrebbe sostituire definitivamente Live Search. L’obiettivo è di offrire una piattaforma in grado di competere con il principale motore di ricerca Google. Le novità riguardano soprattutto le modalità di ricerca: Kumo si basa infatti su tecniche di ricerca semantica che si basano sulle domande e le parole utilizzate. Al contrario, i motori di ricerca tradizionali si limitano a sommare le parole inserite nella ricerca stessa. E’ anche previsto un riquadro di esplorazione sulla parte sinistra della pagina dei risultati che permetterà di accedere ad una serie di strumenti in grado di affinare la ricerca. La Microsoft ha già pubblicato una prima immagine di Kumo, svelando un logo blu, alcune funzioni che permettono di visualizzare i risultati per genere (immagini, video) e uno spazio riservato ai link pubblicitari. (A.L.)

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    All’iniziativa “La Bibbia Giorno e Notte” l’oscar speciale TV2009

    ◊    “La Bibbia giorno e notte”, la più lunga diretta nella storia della televisione mondiale, promossa dalla Rai dal 5 all’11 ottobre 2008 ha vinto l’Oscar Speciale TV 2009. Il riconoscimento – rende noto il Sir - verrà consegnato l’8 marzo, al Teatro Ariston di Sanremo, ai due ideatori e creatori del programma, Giuseppe De Carli ed Elena Balestri di Rai Vaticano, nella serata (trasmessa su Raiuno in diretta) del 49° Premio Regia Televisiva, condotta da Carlo Conti e Daniele Piombi. In occasione della “Bibbia Giorno e Notte”, sono state 139 le ore di trasmissione (su Raiuno e Rai Educational) dedicate alla lettura integrale della Bibbia, con la partecipazione di 1452 lettori di 64 Paesi. Il primo è stato Benedetto XVI. A designare l’iniziativa “trasmissione meritevole di un Oscar”, le cento testate specializzate che assieme all’Accademia di Garanzia valutano ogni anno l’intera stagione TV per conferire i Premi Regia Televisiva. Imminente la pubblicazione del volume fotografico ”La Bibbia giorno e notte. I mille volti di un’esperienza indimenticabile” (Rai-Eri-Velar). Ulteriore passo, l’editing dell’opera omnia (audio e video) della lettura dei 73 libri biblici, nella nuovissima versione Cei. Il primo marzo la struttura Rai Vaticano ha aperto inoltre un proprio blog, raivaticano.blog.rai.it , con l’obiettivo di aprire un dibattito sulla qualità dell’informazione religiosa. Sono già 2.813 i visitatori. (A.L.)

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    Dal 13 marzo a Venezia mostra sull'arte dell'Etiopia cristiana

    ◊   E’ la prima mostra d’arte etiopica in Italia e raccoglie inediti capolavori appartenenti a prestigiose collezioni private. Dal 13 marzo, presso l’università Cà Foscari di Venezia, un’esposizione racconta del sacro e della bellezza dell’Etiopia cristiana, attraverso 40 icone sacre e oggetti di culto, come pure incisioni, capolavori cartografici e manufatti, espressione della mirabile sintesi delle tradizioni etiope ed europea, della cultura e della sensibilità artistica dei due popoli. Una forma d’arte del tutto originale che narra di una storia millenaria, in cui genti lontane si incontrano e stringono legami economici, religiosi e culturali. Una storia che testimonia in terra etiope il profondo radicamento dell’esperienza religiosa biblica e cristiana, la quale nei secoli diede corpo all’affermazione di un’identità etnica, linguistica e culturale del tutto originale e che oggi si offre a noi attraverso i manufatti e le opere d’arte del tempo. Oggetti risalenti per lo più al ‘400 e ‘500, quando le relazioni tra l’Etiopia e l’Europa, ed in particolare l’Italia, erano più vive e feconde e nell’arte diedero vita ad un genere nuovo. Fu proprio Venezia, tra le città italiane, a distinguersi quale crocevia dei flussi migratori fra l’Etiopia e l’Occidente, dando i natali a pittori ed artisti che il loro talento portarono alla corte dei re d’Etiopia. Presentata oggi presso i Musei vaticani la mostra si intitola “Nigra sum sed Formosa”, e rinvia alla figura della leggendaria regina di Saba, che il mito vuole fondatrice, insieme a Salomone, Re d’Israele, della stirpe etiopica. L’esposizione, aperta fino al 10 maggio, sfrutta le tecnologie ed i linguaggi multimediali, offrendo tra l’altro ricostruzioni fotografiche di affreschi e locali. (C.D.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    Cpi: autorizzato il mandato di arresto per il presidente del Sudan Bashir

    ◊   La Corte penale internazionale (Cpi) dell'Aja ha accolto la richiesta di mandato d'arresto nei confronti del presidente del Sudan, Omar El Bashir, per crimini di guerra e crimini contro l’umanità per il conflitto nel Darfur. Non ha accolto invece l'accusa di genocidio. E’ quanto ha affermato il portavoce del Cpi, Laurence Blairon, in una conferenza stampa all'Aja. Il governo sudanese nell’imminenza del pronunciamento della Corte aveva ordinato a "Medici senza frontiere" di far partire il personale internazionale che si trova nel Darfur.

    Colloqui a Ramallah del segretario di Stato Usa Clinton
    Il segretario di Stato statunitense Hillary Clinton, dopo la tappa a Gerusalemme, ha avuto stamane incontri di lavoro a Ramallah (Cisgiordania) con il primo ministro dell'Autorità nazionale palestinese, Salam Fayyad, e il presidente dell'Anp, Abu Mazen (Mahmud Abbas). Il servizio di Fausta Speranza:

    Il colloquio con il primo ministro palestinese e poi l’incontro con il presidente palestinese. Si sa che Abu Mazen ha preparato un discorso in cui chiede agli Stati Uniti un attivo aiuto per costringere Israele a congelare l'attività di insediamento ebraico nei Territori. Solo più tardi alla conferenza stampa congiunta sapremo la risposta della Clinton. Al momento ci sono le dichiarazioni del segretario di Stato dopo l’incontro ieri a Gerusalemme con il premier israeliano: ha ribadito l'impegno degli Stati Uniti a lavorare per la realizzazione di “due Stati per i due popoli”, nell'intento di mettere così fine al lungo conflitto israelo-palestinese. E ha ammesso che Israele e Stati Uniti si trovano davanti a “prove impegnative” in Medio Oriente. Da parte sua, ieri, il premier israeliano Olmert ha detto che una soluzione del conflitto con i palestinesi basata sulla costituzione di uno Stato palestinese al fianco di Israele “è nell'interesse strategico supremo” dello Stato ebraico. Intanto, sullo sfondo c’è l’annuncio di una prossima missione statunitense in Siria: la Clinton ha parlato di due inviati, rappresentanti della segreteria di Stato e della Casa Bianca per la discussione di un certo numero di questioni.

     
    Striscia di Gaza
    L'aviazione israeliana ha lanciato nella notte fra martedì e mercoledì nuovi raid contro i tunnel per il contrabbando nel sud della Striscia di Gaza, senza fare feriti. Lo hanno riferito testimoni alla "France Presse". Un portavoce delle forze armate israeliane ha confermato i bombardamenti, dicendo che “tre tunnel sono stati attaccati e che esplosioni secondarie si sono prodotte all'interno di uno di questi, il che indica la presenza di esplosivi”. I raid sono stati lanciati nella zona di Rafah, alla frontiera con l'Egitto, dopo che nella sera i palestinesi avevano lanciato due razzi contro il sud di Israele, senza fare vittime nè danni.

    Pakistan
    Dopo l’attentato di Lahore contro la nazionale di cricket dello Sri Lanka si sono celebrati i funerali dei poliziotti uccisi nell’agguato. Intanto, la nazionale srilankese ha fatto il suo rientro in patria. Il servizio di Antonio D’Agata:

    Sgomento e rabbia durante i funerali dei poliziotti uccisi ieri a Lahore nell’attacco di un commando terrorista alla nazionale di criket dello Sri Lanka. La ricerca degli attentatori è partita già ieri a poche ore dal dramma e dieci persone sono già state arrestate dalla polizia pachistana. Secondo indiscrezioni, almeno quattro degli arrestati sarebbero di nazionalità afghana. I rimanenti sei non avrebbero partecipato al commando di terroristi che ha assaltato l'autobus dei giocatori srilankesi, ma sarebbero dei fiancheggiatori. Nello stesso tempo, il governo pachistano, ha messo a disposizione una ricompensa di circa 125 mila dollari per coloro che possano fornire informazioni sugli esecutori dell'attentato. Quest’oggi la nazionale dello Sri Lanka ha fatto rientro in patria ed è stata accolta all’aereoporto di Colombo con calore dai familiari, ormai sollevati dal dramma. Inoltre, non tardano ad arrivare i primi provvedimenti nei confronti dello sport pachistano. La nazionale di cricket della Nuova Zelanda pensa di annullare una tournè in Pakistan e giocare gli incontri in campo neutro. Intanto, il presidente pachistano Zardari annuncia che il Pakistan non negozierà con i talebani, soprattutto dopo l’attentato di ieri.

     
    Iraq
    Tre diversi attentati in Iraq. Nella provincia di Salaheddin, nell'Iraq centro-settentrionale, un capo tribale, sua moglie e altri suoi due parenti sono stati uccisi in un attacco armato sferrato da un gruppo legato ad al Qaeda. A Baghdad, uccisi due agenti di polizia e ferite altre 12 persone tra poliziotti e civili. A Mossul, due poliziotti iracheni sono stati uccisi e altre dieci persone, tra cui altri otto agenti di polizia, sono state ferite dall'esplosione di un'autobomba guidata da un attentatore suicida.

    Usa
    Il presidente americano Barack Obama ha concesso ieri al premier britannico Gordon Brown l'onore di essere il primo leader europeo ad essere ricevuto alla Casa Bianca, dopo la sua elezione, per un colloquio ad ampio raggio dominato dalla crisi economica mondiale. I due leader hanno espresso la loro determinazione nel voler cercare “una soluzione globale” alla crisi economica in corso. Ci sono poi altre dichiarazioni delle ultime ore da parte del presidente USA: Obama fa sapere di essere pronto a rinunciare allo scudo antimissile progettato dal suo predecessore George W. Bush in Europa orientale, ma solo se la minaccia iraniana contro la quale è programmato diminuirà, grazie anche all'aiuto della Russia.

    Kirghizistan
    Un giornalista è stato gravemente ferito a coltellate in un agguato tesogli da sconosciuti ieri sera nel centro di Bishkek, capitale della repubblica centroasiatica del Kirghizistan. Al giornale ritengono che la causa dell'aggressione vada cercata nell'attività professionale del giornalista. Come riferisce l'agenzia Interfax, Syrgak Abdyldaev (47 anni), analista politico del giornale 'Reporter-Bishkek', è stato aggredito a un centinaio d metri dalla sua redazione, situata non lontano dalle sedi del parlamento e del governo del Kirghizistan. Il giornalista è stato operato e le sue condizioni sono serie, anche se non è in pericolo di vita.

    Lettonia
    Il giovane ex ministro delle Finanze, Valdis Dombrovskis, ha formato quest’oggi il nuovo governo, dopo le dimissioni rassegnate lo scorso mese dal premier Godmains. Ma non mancano già le prime polemiche all’interno della maggioranza tra il partito conservatore "Nuova Era", di cui Dombrovskis ne è membro, e il secondo partito della coalizione il Partito del Popolo. Adesso al giovane premier spetta l’arduo compito di fronteggiare la gravissima crisi economica che ha colpito il Paese, e dunque, dovrà adottare dei provvedimenti che consentano alla Lettonia di usufruire del prestito di emergenza erogato dal fondo monetario internazionale e dall’Unione Europea per 7,5 miliardi di euro.

    Il ruolo della Svizzera tra Russia e Georgia
    Russia e Svizzera hanno proceduto oggi allo scambio di note in base al quale Berna rappresenterà gli interessi russi in Georgia e quelli georgiani in Russia. Alla cerimonia svoltasi a Mosca hanno preso parte il viceministro degli esteri russo, Grigor Karasin, e l'ambasciatore svizzero a Mosca, Walter Gieger. Una cerimonia analoga è in programma anche a Tbilisi. Il 2 settembre scorso la Georgia annunciò la rottura dei rapporti diplomatici con la Russia a causa del conflitto armato fra i due Paesi, legato alla secessione delle due repubbliche filorusse dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud.

    Giappone
    Ichiro Ozawa, leader del partito Democratico del Giiappone (DpJ), esclude l'ipotesi dimissioni, confermando il proposito di voler continuare a guidare la principale forza d'opposizione del Sol Levante. È quanto riferiscono esponenti del DpJ al termine di un vertice tenutosi in mattinata all'indomani dell'arresto del segretario di Ozawa, Takanori Okubo, su disposizione della procura di Tokyo nell'ambito di indagini avviate per fare luce sulle donazioni annotate dal gruppo politico del leader democratico: 14 milioni di yen (120 mila euro), ricevuti nel 2004-2006 dalla società di costruzioni, Nishimatsu.

    Immigrazione irregolare
    Sono sbarcati nel porto di Lampedusa 171 immigrati che sono riusciti ad eludere tutti i controlli nel canale di Sicilia. Gli extracomunitari, in maggioranza di nazionalità nigeriana, stanno cercando di raggiungere il molo aiutati dal personale della guardia costiera. Dopo l’arrivo in nottata di altri 84 nord africani, anche questi immigrati dovrebbero essere trasferiti nel centro di identificazione ed espulsione dell’isola, che registra già il pieno e dove nelle settimane scorse rivoltosi hanno appiccato un incendio.

    Papua Nuova Guinea
    Almeno 14 persone uccise, fra cui 7 bambini, dopo la caduta di una gigantesca frana di fango, che si è abbattuta su una fermata d’autobus, in un’area sperduta di Papua Nuova Guinea, nel Pacifico meridionale. Le piogge torrenziali nel distretto degli altipiani orientali sono la principale causa della tragedia abbattutasi presso il villaggio di Watabung. Ma secondo i servizi di emergenza il numero delle vittime resta incerto, a causa dell’impedimento dei soccorsi da parte dei proprietari tradizionali che richiedono dei risarcimenti prima di permettere le ricerche.

    Corea del Nord
    Dopo l’allarme dei giorni scorsi il ministro per l’Unificazione sudcoreano, Hyun In-taek, ha dichiarato che il lancio del missile intercontinentale Taepodong-2 “non è imminente”, nonostante proseguano senza sosta i lavori per quello che Pyongyang definisce il test di un satellite. Nel 1998 il regime comunista aveva adottato la stessa tattica, cioè quella di annunciare il lancio di un satellite, ma in realtà fu lanciato un missile Tepodong-1 che attraversò il Giappone finendo nell’Oceano Pacifico. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza).

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 63


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