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Sommario del 31/01/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI alla Cisl: dalla crisi economica si esce cambiando i rapporti tra mercato e lavoro, con la concertazione e la solidarietà. Il ruolo del sindacato è fondamentale
  • Altre udienze e nomine
  • Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio: nuova riunione in vista dell'Esortazione post-sinodale del Papa
  • Nel giorno di Don Bosco i salesiani aprono le celebrazioni per i 150 anni di fondazione
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Infranta la tregua a Gaza nella Giornata di preghiera per la pace in Terra Santa
  • Alta affluenza alle elezioni in Iraq: attentati ai seggi
  • Giornata per la vita in Italia. I vescovi: aborto ed eutanasia, false risposte al dolore
  • Mons. Di Tora: non c'è solo la crisi dietro l'aumento dell'usura in Italia
  • Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Nuove violenze anticristiane in India
  • Sri Lanka: presentata legge anti-conversione
  • Le proposte dei cattolici al Forum sociale mondiale
  • Venezuela. La Pastorale universitaria denuncia gli attacchi contro gli studenti
  • Incontro del Dipartimento del Celam per la giustizia e la solidarietà
  • Giornata della vita consacrata in Corea del Sud
  • Celebrazioni in Cina per i 100 anni dalla morte di Arnold Janssen e Giuseppe Freinademetz
  • Convegno alla Cattolica di Roma su gravidanza ed embrioni
  • Da domani in libreria “La Bibbia Via, Verità e Vita”
  • L’Amico del Popolo, settimanale diocesano di Belluno-Feltre, compie 100 anni
  • 24 Ore nel Mondo

  • Crollo del Pil negli USA. Obama: task force per la classe media
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI alla Cisl: dalla crisi economica si esce cambiando i rapporti tra mercato e lavoro, con la concertazione e la solidarietà. Il ruolo del sindacato è fondamentale

    ◊   Una “nuova sintesi” tra mercato, capitale e lavoro, che non dimentichi la solidarietà e la dignità di chi lavora e ricorra in maniera “serrata” alla concertazione tra le parti sociali, superando i particolarismi. E’ questa, secondo Benedetto XVI, l’opportunità che la crisi economica mondiale schiude all’umanità di oggi. Il Papa ne ha parlato ricevendo questa mattina in Vaticano i dirigenti della Cisl, una delle massime organizzazioni sindacali italiane, che celebra i 60 anni di fondazione, oggi guidata dal segretario generale, Raffaele Bonanni. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Oltre un secolo di studi e di magistero sociale da parte della Chiesa offrono gli strumenti per “leggere” cause e vie d’uscita da una crisi economica mondiale che, se genera certamente allarme, può essere sfruttata come trampolino di lancio per ripensare gli attuali meccanismi finanziari. E’ il primo pensiero che Benedetto XVI affida agli esponenti della Cisl, riuniti nella Sala Clementina:

     
    “La grande sfida ed opportunità che la preoccupante crisi economica del momento invita a saper cogliere, è di trovare una nuova sintesi tra bene comune e mercato, tra capitale e lavoro”.

     
    Il Papa ha poggiato la sua riflessione sugli insegnamenti della Dottrina sociale della Chiesa i quali, ha ricordato, fin dall’alba del XX secolo - con la celebre Enciclica di Leone XIII Rerum novarum - difesero l’“inalienabile dignità dei lavoratori”, e contribuirono a promuovere la visione cristiana del lavoro. In epoca recente, ha proseguito il Pontefice, tanto la Centesimus annus quanto la precedente Laborem exercens di Giovanni Paolo II hanno sviluppato questo specifico magistero. E la sostanza, ha affermato Benedetto XVI citando la seconda delle due Encicliche di Papa Wojtyla, è che “la Chiesa non ha mai smesso di considerare i problemi del lavoro all’interno di una questione sociale” che “condiziona” singoli e famiglie e che chiede sia affrontata con l’arma della solidarietà:

     
    “Per superare la crisi economica e sociale che stiamo vivendo, sappiamo che occorre uno sforzo libero e responsabile da parte di tutti; è necessario, cioè, superare gli interessi particolaristici e di settore, così da affrontare insieme ed uniti le difficoltà che investono ogni ambito della società, in modo speciale il mondo del lavoro. Mai come oggi si avverte una tale urgenza; le difficoltà che travagliano il mondo del lavoro spingono ad una effettiva e più serrata concertazione tra le molteplici e diverse componenti della società”.

     
    Del resto, ha osservato il Papa, il “richiamo alla collaborazione” - antico quanto la Bibbia - acquista un senso particolare nei momenti difficili:

     
    “L’auspicio è quindi che dall’attuale crisi mondiale scaturisca la volontà comune chi dai vita a una nuova cultura della solidarietà e della partecipazione responsabile, condizioni indispensabili per costruire insieme l’avvenire del nostro pianeta”.

     
    Ricordando come le più recenti Encicliche sociali avevano riconosciuto “il ruolo e l’importanza strategica dei sindacati”, Benedetto XVI ha concluso rivolgendo alla Cisl questa esortazione:

     
    “Il mondo ha bisogno di persone che si dedichino con disinteresse alla causa del lavoro nel pieno rispetto della dignità umana e del bene comune. La Chiesa, che apprezza il ruolo fondamentale dei sindacati, vi è vicina oggi come ieri, ed è pronta ad aiutarvi, perché possiate adempiere al meglio il vostro compito nella società”.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina anche il cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede; il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi; mons. Javier Echevarría Rodríguez, vescovo tit. di Cilibia, prelato della Prelatura Personale dell’Opus Dei.

    Il Santo Padre ha nominato arcivescovo coadiutore di Maribor (Slovenia) mons. Anton Stres, finora vescovo di Celje. Mons. Anton Stres è nato il 15 dicembre 1942 a Donačka Gora, diocesi di Celje. Entrato nella Congregazione della Missione il 22 agosto 1960, ha emesso i voti il 28 marzo 1967. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 20 aprile 1968. Il 13 maggio 2000 è stato eletto vescovo titolare di Ptuj e nominato vescovo ausiliare di Maribor. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 24 giugno dello stesso anno. Il 7 aprile 2006 è stato nominato Vescovo di Celje.

    Il Papa ha nominato vescovo ausiliare di Linz (Austria) il rev.do Gerhard Wagner, del clero della medesima diocesi, parroco a Windischgarsten, assegnandogli la sede titolare vescovile di Zuri.
    Il rev.do Gerhard Wagner è nato a Wartberg ob der Aist (diocesi di Linz) il 17 luglio 1954. È stato ordinato sacerdote il 10 ottobre 1978 a Roma per la diocesi di Linz.

    Il Santo Padre ha nominato membro della Congregazione delle Cause dei Santi mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano.

    Il Papa ha nominato consultore del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani mons. Luis Francisco Ladaria Ferrer, arcivescovo titolare di Tibica, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.

    Il Santo Padre ha nominato membri della Pontificia Commissione Biblica i reverendi: padre Pietro Bovati, S.I., docente presso il Pontificio Istituto Biblico, Roma; Juan Miguel Díaz Rodelas, docente presso la Facoltà di Teologia di Valencia, presidente dell’Associazione Biblica Spagnola (Spagna); padre Francolino Gonçalves, O.P. (Portogallo), docente presso l’École Biblique et Archéologique Française di Gerusalemme; John Chijioke Iwe, rettore e docente di Antico Testamento presso il Seat of Wisdom Major Seminary di Owerri (Nigeria); Thomas Manjaly, docente presso l’Oriens Theological College di Shillong e il Sacred Heart’s College di Mawlai (India); Fearghus O’Fearghail, docente di Esegesi del Nuovo Testamento presso il Mater Dei Institute of Education di Dublin (Irlanda); Yeong-sik Johan Pahk, dell’arcidiocesi di Seoul (Corea); Henryk Witczyk, docente presso l’Università Cattolica di Lublin (Polonia).

    Il Papa ha nominato capo ufficio nella Congregazione per la Dottrina della Fede padre Pedro Miguel Funes Díaz, dei Crociati di Cristo Re, finora aiutante di studio nel medesimo dicastero.

    Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ha nominato direttore generale della Tipografia Vaticana - Editrice "L’Osservatore Romano" don Pietro Migliasso, salesiano.

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    Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio: nuova riunione in vista dell'Esortazione post-sinodale del Papa

    ◊   Il 20 e 21 gennaio scorsi si è tenuta la seconda riunione del XII Consiglio ordinario della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi. Il segretario generale, mons. Nikola Eterovic, ha introdotto l’incontro. Al centro dei lavori, l’analisi delle Proposizioni del Sinodo sulla Parola di Dio (celebrato dal 5 al 26 ottobre 2008) in attesa del documento pontificio post-sinodale. Alla redazione di tale testo il Consiglio partecipa attivamente attraverso una riflessione organica ed approfondita dei vari contributi provenienti dall’Assemblea stessa. “Il senso di intensa comunione collegiale del Consiglio – riferisce un comunicato della Segreteria generale - è stato rafforzato dalla presenza della quasi totalità dei membri, dalla preghiera e da una singolare convergenza di proposte e osservazioni, che ha contrassegnato i lavori incentrati principalmente sulla Parola di Dio, che, letta sotto la guida dello Spirito Santo, nella tradizione viva della Chiesa, non mancherà di favorire un rinnovamento ecclesiale come pure di dare un ulteriore slancio alla missione della Chiesa nel mondo contemporaneo”. La data della prossima riunione è stata fissata per i giorni 3-4 giugno 2009.

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    Nel giorno di Don Bosco i salesiani aprono le celebrazioni per i 150 anni di fondazione

    ◊   La Chiesa ricorda oggi San Giovanni Bosco proclamato nel 1988 da Giovanni Paolo II "Padre e Maestro della gioventù". A rilanciarne ieri l’attualità del messaggio, nell’attuale tessuto sociale privo di valori autentici e di saldi riferimenti morali, l’arcivescovo Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, che ha celebrato una Messa nella cappella del Governatorato in occasione dell’annuale celebrazione dedicata a Don Bosco promossa dalla comunità salesiana in Vaticano. Questo pomeriggio, invece, alle 18, a Torino, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, il rettore maggiore don Pascual Chávez Villanueva, aprirà il 150.mo anniversario di fondazione della famiglia salesiana, mentre il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone presiederà, nella cattedrale di Bologna, una celebrazione eucaristica per la famiglia Salesiana. Il servizio di Tiziana Campisi:

    Una vita spesa al fianco dei giovani quella di San Giovanni Bosco, sacerdote vissuto nel XIX secolo che non risparmiò energie per assicurare agli adolescenti l’istruzione ed educarli ai valori evangelici. Prendendo coscienza del disagio sociale e spirituale insito nei giovani nel passaggio dal mondo agricolo a quello preindustriale, per avvicinarli volle imparare anche i giochi di prestigio e le acrobazie dei saltimbanchi. Incontrava i ragazzi nelle piazze, nei luoghi in cui si radunavano, nei quartieri in cui vivevano, offriva loro la sua amicizia. Insieme ad altri giovani sacerdoti capì che gli oratori potevano essere un’adeguata risposta alle esigenze delle nuove generazioni e li concepì come luoghi di aggregazione, ricreazione, evangelizzazione, catechesi e promozione sociale ed ebbe l’idea di istituire anche scuole professionali.

     
    Analfabetismo, disoccupazione, degrado morale e mancata assistenza religiosa erano i problemi che lo preoccupavano e volle ispirarsi a San Francesco di Sales e al suo metodo educativo e apostolico per aiutare gli adolescenti in difficoltà. Per questo nel 1854 diede per la prima volta il nome di salesiani ad un gruppo di giovani desiderosi di seguire le sue orme. Il 18 dicembre del 1859 costituisce il primo Capitolo Superiore salesiano poi dà vita alla Pia Unione dei cooperatori salesiani e, insieme a Santa Maria Mazzarello, alle Figlie di Maria Ausiliatrice. Nel 1875 parte per l’Argentina la prima spedizione missionaria dei salesiani e quando il 31 gennaio del 1881 Don Bosco muore lascia 773 Salesiani e 393 Figlie di Maria Ausiliatrice. Oggi la Congregazione salesiana, nei due rami maschile e femminile, conta oltre 21 mila membri.

     
    La famiglia salesiana apre dunque oggi le celebrazioni del 150.mo anniversario di fondazione. Il rettore maggiore dei salesiani, don Pascual Chávez Villanueva, ci spiega il significato di questo evento:

     
    R. – L’ho proposto come un cammino spirituale e pastorale che culminerà il 18 dicembre 2009. Un cammino che ho voluto tradurre in quattro atteggiamenti molto concreti. Prima di tutto prendere coscienza della nostra identità di persone consacrate, ossia persone votate al primato di Dio - alla sequela di Cristo obbediente, povero, casto - pienamente dedicati ai giovani. Secondo atteggiamento sarà l’approfondimento-meditazione-preghiera delle Costituzioni, che rappresentano la via di fedeltà sia al carisma di don Bosco che ai giovani e alla nostra vocazione. Il terzo atteggiamento è di essere coscienti che i giovani hanno svolto un ruolo importante nella fondazione della Congregazione.

     
    D. – Ma un salesiano cosa vuole dire ai giovani?

     
    R. – Io voglio dire ai giovani quello che direbbe Don Bosco, cioè che Dio li ama con un amore di predilezione, prima di tutto per l’età evolutiva in cui vivono, caratterizzata da un desiderio di autonomia che porta con sé anche una certa insicurezza su se stessi. E’ importante in questa fase far sentire ai giovani che noi siamo loro vicini, che Dio li ama con un amore di predilezione e che questo si traduce nel nostro essergli accanto, nella nostra amicizia. Nostra missione è aprire i giovani soprattutto all’amicizia con Gesù, l’unico che potrà garantire per sempre la gioia di servire il Signore, di servire gli altri …

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, una riflessione di Lucetta Scarraffia sull’anno di Darwin dal titolo “Ma la biologia non spiega tutto l’uomo”.

    Nell’informazione internazionale, Gabriele Nicolò sulle elezioni amministrative in Iraq.

    Un vescovo in tipografia: in cultura, Marco Roncalli ricorda, a cent’anni dalla morte, monsignor Giacinto Arcangeli, fondatore de “L’Eco di Bergamo” e della “Gazzetta d’Asti”.

    La Scrittura tra eternità e tempo: l’arcivescovo Gianfranco Ravasi su fede e storia che devono illuminare la lettura della Bibbia.

    Giuseppe Fiorentino e Gaetano Vallini ricordano cinquant’anni di saudade: nel 1959 Joao Gilberto lanciava il disco che rese celebre la bossa nova nel mondo.

    Un articolo di Raffaele Alessandrini dal titolo “Un uomo libero chiamato Signor G”: settant’anni fa nasceva il cantautore Giorgio Gaber.

    Enrico dal Covolo recensisce “Colligite fragmenta” di don Salvatore Arcifa, diario di un curato dei nostri giorni.

    La Chiesa irachena tra sofferenze e speranza: nell’informazione religiosa, Mario Ponzi intervista Sua Beatitudine Emmanuel III Delly, patriarca di Babilonia dei Caldei.

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    Oggi in Primo Piano



    Infranta la tregua a Gaza nella Giornata di preghiera per la pace in Terra Santa

    ◊   E' stato nuovamente infranto il cessate il fuoco a Gaza: estremisti palestinesi hanno lanciato un razzo verso il territorio israeliano senza fortunatamente provocare vittime. Il governo di Israele ha già annunciato che risponderà ad ogni attacco proveniente dalla Striscia di Gaza. In questo clima di tensione, si celebra oggi la Giornata internazionale di intercessione per la pace in Terra Santa. L’iniziativa prende spunto dalle parole di Benedetto XVI pronunciate durante l’Angelus dello scorso 28 dicembre: “La patria terrena di Gesù – aveva detto il Papa - non può continuare ad essere testimone di tanto spargimento di sangue, che si ripete senza fine”. Celebrazioni eucaristiche ed adorazioni ininterrotte scandiscono la Giornata in più di 400 città del pianeta, tra cui Roma, New York e Cracovia. Sulla Giornata e le diverse celebrazioni nei Luoghi Santi, ascoltiamo al microfono di Amedeo Lomonaco, padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa:

    R. – La Giornata di preghiera è iniziata questa mattina alle 5.30 al Calvario con una Messa, celebrata da un padre salesiano. C’è poi l’adorazione che si fa in tutta la Terra Santa, a Nazareth, a Betlemme, alla Grotta del Latte. C’è una partecipazione, a turno, di tante istituzioni religiose. Credo che la cosa principale che possiamo fare sia quella di pregare, facendo convergere tutto in una prospettiva di fede; si deve saper leggere la storia, il dramma di questa terra e dei suoi abitanti, secondo Dio e non solo secondo le nostre passioni, le nostre visioni politiche.

     
    D. – Il mondo in preghiera per la Terra Santa è anche un inno alla speranza, al desiderio di far tacere le armi...

     
    R. – La preghiera è anch’essa è 'un’arma', ma è completamente diversa e, soprattutto, ha una prospettiva perché è rivolta a Dio, Autore della vita. E’ rivolta a Cristo risorto, fondamento della nostra speranza.

     
    D. – La pace, si legge nel suo messaggio diffuso proprio per questa giornata, ha un prezzo ed esige la conversione che porta poi a perdonare per essere perdonati. Questo spirito di conversione si sta realmente diffondendo in Terra Santa?

     
    R. – Con molto realismo bisogna dire che sicuramente non è molto diffuso. Ma più che sui numeri dobbiamo contare almeno sui segni. Ci sono persone disposte a portare questi segni. Questo può, con il tempo, cominciare a far interrogare anche gli altri. Non vogliamo avere la presunzione di cambiare il mondo con la nostra preghiera immediatamente, ma vogliamo iniziare un processo. Vogliamo far progredire uno stile diverso rispetto a quello che abbiamo visto in questi ultimi giorni.

     
    D. – L’esperienza della guerra indurisce molti cuori, ma porta anche a desiderare con più forza il dono della pace...

     
    R. – Certamente, diventa ancora più forte il desiderio di cambiare, di superare questa impasse, questa durezza, questo circolo vizioso nel quale sembriamo essere entrati e da cui non sappiamo uscire.

     
    D. – Ci sono immagini, storie concrete di speranza che possono oggi confortare le sofferenze della popolazione della Terra Santa, di Israele e dei Territori Palestinesi?

     
    R. – Sicuramente, io ne sento parlare continuamente. Sono piccole cose: gli israeliani che vogliono ospitare palestinesi che sono stati colpiti dalla violenza, scuole palestinesi che vogliono gemellaggi con scuole israeliane. Sono piccole cose, tante piccole cose che però, sicuramente, segneranno un punto di partenza per chi vuole cambiare strada.

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    Alta affluenza alle elezioni in Iraq: attentati ai seggi

    ◊   Un civile iracheno è stato ucciso e sette poliziotti sono stati feriti dall'esplosione di un ordigno seguita da una sparatoria in cui sono stati coinvolti agenti della polizia in una località ad est di Tikrit. E’ accaduto in prossimità di seggi elettorali. Oggi, infatti, in Iraq si vota per le elezioni dei consigli provinciali. Sono quindici milioni gli iracheni chiamati alle urne e 6.500 i seggi sparsi sul territorio nazionale, che chiudono alle 18 (le 16 in Italia) dopo che le autorità hanno deciso il prolungamento di un'ora delle operazioni di voto. Si parla di un’alta affluenza. Il servizio di Fausta Speranza:

    Si vota in 14 delle 16 province irachene. Restano fuori Kurdistan e Kirkuk che ancora non hanno fissato una data. Per tutti i governatorati possono invece esprimersi oggi le persone sfollate: il loro voto è assicurato in absentia. La legge elettorale è quella votata nel 2008, approvata dal Consiglio dei Rappresentanti dell’Iraq. Si tratta di un nuovo sistema elettorale per l’Iraq, caratterizzato dall’uso di un sistema basato sulla lista aperta, attraverso la quale ogni elettore sceglie il partito e il candidato specifico. La legge ha fatto discutere per le proteste da parte delle minoranze che non si sentono sufficientemente rappresentate. Dall’inizio del conflitto nel 2003, alla storia come seconda Guerra del Golfo, e dunque dalla caduta di Saddam Hussein, è il secondo momento elettorale. Dopo le elezioni per l’assemblea costituente (e parlamento provvisorio iracheno) del 31 gennaio 2005 e il referendum di ratifica della Costituzione del 15 ottobre 2005, l’importante tappa per passare dalle istituzioni provvisorie irachene a quelle definitive è stata segnata dalle elezioni parlamentari del 15 dicembre 2005 per eleggere i membri dell’Assemblea Nazionale permanente. Oggi un voto locale a inizio 2009, un anno che si è aperto con il cambio di guardia alla Casa Bianca e in cui Obama ha fissato l’inizio del ritiro delle truppe statunitensi. Il voto di oggi sarà innanzitutto un test sulla stabilità del Paese e sull’attuale leadership, come conferma Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica Limes:

    R. – Certamente sono un test di stabilità e sono una prova per il primo ministro al-Maliki, che secondo i sondaggi dovrebbe superarla. Certamente ci sono ancora moltissime incognite, ma negli ultimi mesi ci sono stati dei notevoli progressi per la stabilizzazione dell’Iraq.

     
    R. – Questa mattina l’emittente di Stato al Iraqiya ha mandato in onda le immagini del premier che votava in un seggio allestito nella zona superprotetta, la zona verde di Baghdad, che è stata un po’ il simbolo della presenza delle forze della coalizione in Iraq. Viene in mente che il premier vota ancora sotto protezione della coalizione e ci si chiede se questo sarà davvero l’anno del ritiro o come cambierà la presenza statunitense…

     
    R. – La presenza statunitense verrà sicuramente ridotta, ma di qui a parlare di ritiro, ce ne vuole ancora... Secondo l’accordo, ci sarà tempo ancora fino alla fine del 2011. Ci saranno passaggi graduali e si comincia quest’anno...

     
    D. – E’ un anno che si apre con le elezioni provinciali, ma anche un anno che si apre con Obama alla Casa Bianca e la crisi di Gaza in primo piano. Che dire?

     
    R. – Che tutte queste sfide messe insieme fanno tremare i polsi anche ad Obama. La sfida probabilmente decisiva, però, è quella in Afghanistan. L’urgenza è quella israelo-palestinese e le due cose sono ovviamente legate fra loro. Bisognerà vedere cosa farà subito Obama, in entrambi i campi, a cominciare dall’Afghanistan.

     
    D. – In relazione a quanto sta accadendo in Iraq, che dire del fattore-Iran?

     
    R. – Che forse qualche cosa si muove: c’è l’apertura di Obama, che pare disponibile ad un negoziato a 360 gradi, ed anche la mano tesa, sia pure con molte riserve, venuta dal ministro degli Esteri Mottaki. Quindi, forse questo è l’anno in cui, in qualche modo, si può sbloccare la vicenda iraniana.

    Resta da dire delle ultime dichiarazioni di Tony Blair al Times: l'ex primo ministro britannico fa sapere di chiedersi spesso se la sua decisione di coinvolgere il Regno Unito nella guerra all'Iraq sia stata giusta o no e di pensare tutti i giorni ai soldati e ai civili morti. Blair, ora inviato in Medio Oriente per il Quartetto, ammette che non è affatto piacevole sapere che molta gente lo abbia bollato come un bugiardo per aver assicurato che Saddam era in possesso di armi di distruzione di massa.

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    Giornata per la vita in Italia. I vescovi: aborto ed eutanasia, false risposte al dolore

    ◊   Domani viene celebrata in Italia la 31.ma Giornata per la Vita, indetta nel 1979 dalla Conferenza episcopale italiana in seguito all’introduzione della legge sull’aborto. Tema di questa edizione, tratto dal messaggio dei vescovi, è “La forza della vita nella sofferenza”. Aborto ed eutanasia - afferma il messaggio - sono false risposte a situazioni di sofferenza: "al dolore non si risponde con altro dolore", non si risponde generando "ulteriore sofferenza". I vescovi invitano alla speranza e a non lasciare mai solo chi soffre. In questo modo il dolore, per quanto inspiegabile, genera la vita. Gabriella Ceraso ha raccolto la testimonianza di Paola Bonzi, responsabile del Centro di aiuto alla vita della clinica Mangiagalli di Milano, la prima ad effettuare aborti in Italia:

    R. – Anche nella sofferenza in solitudine credo che ci sia vita. Io parto dalla mia esperienza personale: ho perso la vista quando avevo 23 anni e una bimba di quattro mesi, e dopo qualche mese aspettavo il mio secondo figlio, con pareri molto contrari da tutti i medici. Però, per me, questa sofferenza ha generato un figlio di 4 kg e 250 grammi, e che oggi è veramente l’espressione della vitalità; quindi, direi che la sofferenza è fertile, se naturalmente riusciamo a non disperare.

     
    D. – Ha mai pensato all’aborto, come soluzione possibile per le difficoltà e per la sofferenza che stava vivendo?

     
    R. – Quando mi mettevano davanti tutti i guai a cui sarei andata incontro, certamente soffrivo; però, ho sempre creduto nel valore della vita.

     
    D. – Quando la riposta ad uno stato, ad un’esistenza infelice, è l’aborto – scrivono i vescovi – si genera ulteriore sofferenza, cioè si risponde ad una sofferenza con un altro dolore; è questo quello che accade, e voi come rispondete?

     
    R. – Se lei vede le persone in attesa dell’interruzione di gravidanza, ce ne sono tantissime che piangono; stanno soffrendo per il fatto che rinunciano alla vita del loro figlio. Si risponde mettendosi a disposizione di queste persone, cercando di dire “va bene, non avrà più la casa, bene, io la ospito; non ci sarà più il lavoro e stabiliremo un minimo che le consentirà di vivere”. A sofferenza concreta si risponde con altrettanta concretezza.

     
    D. – La gente è disposta a rischiare, pur di dare spazio alla vita?

     
    R. – Molto spesso sì. Sono la prima a meravigliarmi, perché sinceramente non è che con 300 euro al mese – seppure per 18 mesi – noi cambiamo la vita delle persone, però è come un gesto per dire “io ci sono”, e devo dire che quando arrivano, nove su dieci cambiano idea.

     
    Sarà il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, a presiedere la veglia per la Giornata della Vita organizzata dagli studenti dell’Università Cattolica di Roma, che si terrà questa sera presso la Chiesa Centrale dell’Ateneo del Sacro Cuore. L’incontro, che vede anche la partecipazione della segreteria nazionale del Movimento per la Vita, sarà introdotto da mons. Sergio Lanza, assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo del Sacro Cuore. Il servizio di Marina Tomarro:

    Difendere la vita sempre: con questo pensiero comune, stasera, gli studenti dell’Università Cattolica di Roma, si riuniranno per una veglia di preghiera insieme ad associazioni di volontariato collegati alla sede universitaria ed al Policlinico Gemelli. Ma perché i ragazzi hanno voluto realizzare questo incontro? Ascoltiamo Simona D’Ippolito studentessa di odontoiatria presso l’Università Cattolica:

     
    "Abbiamo deciso di fare questa veglia perché è un modo per trasmettere, a tutto il mondo e a tutti i malati, che noi studenti siamo presenti, che noi condividiamo con loro il dolore e le varie forme in cui si manifesta, quindi, a partire dai più piccoli fino ai più grandi e agli anziani. Vogliamo mandare un messaggio anche di speranza, perché è proprio la speranza che spesso dà la forza, alle persone malate ed afflitte, di andare avanti. Sono molto contenta che con me ci siano anche altri studenti che possono condividere la stessa esperienza".

     
    Ascoltiamo ora la testimonianza di Daniele Coraci studente di medicina alla Cattolica:

     
    "Difendere la vita, sicuramente, dal concepimento fino al suo termine naturale, credo che sia l’obiettivo che tutti gli esseri umani si debbano porre. Naturalmente, come studente di medicina, tento di far capire, per quanto mi è possibile, ad amici, alle persone che conosco, che questa vita è veramente un grande dono, un dono bellissimo e, di conseguenza, sarebbe stupido ed egoistico non preservarla”.

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    Mons. Di Tora: non c'è solo la crisi dietro l'aumento dell'usura in Italia

    ◊   Aumenta in Italia l'usura. Si tratta di un fenomeno diffuso in tutto il Paese, anche se risulta più marcato nel Mezzogiorno. Secondo l’Eurispes, la maggior parte dei casi continua a rimanere sommersa e negli ultimi anni il numero delle denunce risulta addirittura in calo. Tra le città più colpite: Napoli, Bari, Torino, Milano e Roma. L’usura è un fenomeno che non dipende solo dall'attuale crisi economica, come spiega, al microfono di Emanuela Campanile, mons. Guerino di Tora, direttore della Caritas di Roma:

    R. – E' un fenomeno che era presente anche prima della crisi economica: ormai sono più di dieci anni che lo monitoriamo. Si cade nell’ usura per le ragioni più varie. Primo, perché si è abituati a spendere e a spandere – come si dice –; gente che è avvezza al gioco; gente che viene a trovarsi in situazioni di emergenza. Ma addirittura anche per la Prima Comunione dei figli! Quindi, situazioni nelle quali l'immagine prevale su tutto. Ora, il problema è che si pensa che, in un modo o in un altro, uno riesca poi ad uscirne fuori, che – superata la situazione – uno poi si rimette in carreggiata, non tenendo presente, non riuscendo a valutare il peso drammatico di una situazione nella quale ci si viene a trovare. E allora, lentamente diventa un disastro che va a toccare la realtà, l’unità, il bene dell’intera famiglia e quindi ne fa le spese non soltanto “il papà” o “la mamma”, ma i figli soprattutto; in un contesto nel quale anche gli usurai si fanno più furbi, addirittura fanno firmare qualche volta ai figli cambiali in bianco … Quindi situazioni le più varie, che portano ad una realtà devastante.

     
    D. – Ma quali sono i mezzi o le strategie per combattere l’usura?

     
    R. – Oggi il discorso importante dev’essere quello della prevenzione dell’usura, e questo richiede, soprattutto oggi, un momento di formazione, vale a dire dare uno stile diverso alla propria vita, uno stile di sobrietà, di ricerca di quello che è l’essenziale, di quello che è l’utile, non spendere per l’immagine, questo schema che ci porta a considerare più l'immagine che la sostanza. Ora, dobbiamo veramente ritornare ad una cultura della sobrietà, ad uno stile di vita che sia confacente a quelle che sono le reali opportunità che ogni famiglia può avere. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa quarta Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù, entrato di sabato nella sinagoga di Cafàrnao, libera un uomo posseduto da uno spirito impuro.
    Gli astanti, presi da timore, si chiedono a vicenda:

    «Che è mai questo? Un insegnaménto nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».

    Ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università Lateranense:

    Perché alla presenza di Gesù gli spiriti immondi, i demòni che avevano preso dimora nell'uomo erano costretti a manifestarsi? Mai nella storia della salvezza il fenomeno si era presentato in quella forma e in quelle proporzioni. Gesù è il Santo, come proclama Maria nel suo Magnificat (Lc 1, 49): la santità di Dio e l'impurità demoniaca non possono stare insieme. Per questo alla presenza di Cristo quegli esseri immondi e ribelli non potevano resistere, non potevano né accoglierla né cacciarla. Non potevano accoglierla perché per far ciò avrebbero dovuto rinunciare alla loro menzogna, non potevano cacciarla perché Egli è l'Onnipotente in persona e su di Lui non avevano alcun potere.

     
    Così la rivelazione della santità porta con sé una rivelazione della realtà maligna e quindi il suo definitivo smascheramento. Così è anche nella vita personale. Non si può portare in sé lo Spirito di Dio che è Spirito di «verità», di «comunione», di «santità» e lo spirito di menzogna, di divisione, di impurità. Dice la Scrittura che la sapienza non abita in un corpo impuro, «schiavo del peccato» (cf. Sap 1, 4).

     
    E' importante per noi che la santità di Gesù si dimostri come un unico potere (exousia) che ha due facce: la purezza della dottrina, cioè, dell'insegnamento, e l'autorità sui demòni. La purezza dell'intelletto e del giudizio non va senza la purezza di spirito ed entrambe, insieme, snidano i demòni, li palesano e, in questo modo, iniziano ad esorcizzarli.

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    Chiesa e Società



    Nuove violenze anticristiane in India

    ◊   Doveva essere una giornata di festa e invece si è trasformata in un ennesimo esempio di violenze dei radicali indù contro i cristiani e le conversioni dei tribali. Centinaia di fedeli cattolici sono stati picchiati, umiliati, derisi e cacciati via. Lo rende noto l'agenzia AsiaNews. Il 24 gennaio diverse centinaia di cattolici hanno attraversato il Brahmaputra per raggiungere Majuli. Situata nel mezzo del fiume lungo il suo tratto indiano, nello distretto di Jorhat dello stato di Assam, l’isola è molto nota. La piccola comunità dell’isola, per lo più composta da tribali Mishing, festeggiava l’ordinazione sacerdotale del primo prete cattolico nato a Majuli, Hemonto Pegu. Per l’occasione, il parroco, padre Bartholomew Bhengra, aveva invitato sacerdoti e fedeli delle comunità più vicine a partecipare alla celebrazione presieduta da mons. Joseph Aind, vescovo salesiano di Dibrugarh. Dopo l’ordinazione le diverse comitive hanno preso la strada del ritorno verso il fiume; poi alcune jeep su cui viaggiavano religiosi sono state fermate da una folla di locali appartenenti alle comunità tribali. La comunità di Mariani, la più numerosa presente all’ordinazione composta da circa 400 persone, sulla strada verso l’imbarco del battello è stata fermata da una folla di 600 persone. I sacerdoti e i fedeli presenti sui pullman sono stati tirati fuori dal veicolo e malmenati. Dopo le violenze li hanno costretti anche a camminare a piedi nudi per 5 chilometri, per raggiungere l’imbarco del battello, continuando ad insultarli lungo il tragitto. Le autorità sono intervenute e i pullman occupati dagli studenti della Holy Cross School di Naojan sono stati scortati dalla polizia, ma comunque bersagliati dal lancio di sassi. Le autorità hanno poi allestito dei battelli per le comitive di fedeli e alle 6 ella sera i gruppi hanno potuto attraversare di nuovo il fiume. (V.V.)

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    Sri Lanka: presentata legge anti-conversione

    ◊   Un progetto di legge anti-conversione è stato presentato al Parlamento dello Sri Lanka a gennaio dal partito dei monaci buddisti, e a febbraio potrebbe diventare legge. Lo scopo - secondo i proponenti - è prevenire il passaggio da una religione all’altra per pressioni o in cambio di vantaggi economici. Il progetto era già stato proposto nel 2004, ma la Corte suprema ne aveva dichiarato l’incostituzionalità. Il capo dell’opposizione, Joseph Michael Perera, ha chiesto due dibattiti in aula sul tema poiché la legge tocca tutte le religioni, diverse organizzazioni, i partiti politici e soprattutto rischia di ledere l’armonia tra le diverse confessioni nell’isola. Degli oltre 20 milioni di abitanti dello Sri Lanka il 68% sono buddisti, l’11% indù, il 9% musulmani e il 6,8% cristiani. La proposta trova l’approvazione della stragrande maggioranza dei buddisti. Il progetto di legge presenta aspetti controversi poiché non sono chiari i termini entro cui una conversione può essere considerata forzata. Le attività caritative e di aiuto ai poveri potrebbero infatti essere incluse tra le azioni punibili con condanne sino a sette anni di reclusione o multe sino a 500 mila rupie (poco meno di 3.500 euro). La conferenza dei vescovi cattolici – rende noto AsiaNews - aveva inviato ai parlamentari una lettera per allertare sui “terribili pericoli” che l’approvazione del testo avrebbe comportato. Lavorando insieme al consiglio nazionale della Chiese cristiane e ad alcuni leader indù e musulmani aveva manifestato la sua opposizione al progetto e nel contempo messo in guardia alcune frange cristiane fondamentaliste dallo sfruttare il dibattito per nuocere alla convivenza delle diverse confessioni nel Paese. Anche per questo nuovo capitolo della legge anti-conversione le comunità protestanti hanno già cominciato a manifestare il loro dissenso. Il 26 gennaio le Chiese evangeliche hanno organizzato un momento di preghiera collettivo al Vihara Maha Devi Park della capitale Colombo. (V.V.)

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    Le proposte dei cattolici al Forum sociale mondiale

    ◊   Diverse proposte per uno sviluppo sostenibile e per una maggiore responsabilità ambientale sono state protagoniste, ieri, della quarta giornata del Forum sociale mondiale a Belém, in Brasile. La sola rete Caritas è presente con 150 delegati da 14 Paesi. La Caritas italiana ha annunciato il lancio della Campagna mondiale sulla Giustizia Ambientale, promossa da Caritas Internationalis, che si intitola “Grow climate justice”. Saranno raccolte firme tramite cartoline elettroniche, con ulteriori iniziative di pressione presso i governi, anche durante il G8 in Italia nel prossimo luglio. Le firme verranno poi consegnate ai leader nel vertice di Copenaghen sui cambiamenti climatici, in programma a dicembre. Insieme con le Acli, la Caritas ha poi partecipato al lancio di un nuovo portale italiano per mettere in rete tutte le realtà di economia solidale: si chiama “Zoes” – Zona Eco Sostenibile – e vuole mettere in comunicazione i gruppi di acquisto solidali, i produttori del biologico, i mercati contadini, gli operatori del turismo responsabile e del commercio equo. L’idea è quella di facilitare gli acquisti, soprattutto delle famiglie italiane in difficoltà per la crisi. 'Libera' – la rete antimafia fondata da don Ciotti – ha presentato ieri una rete della società civile e della Chiesa latino-americana contro i narcos, per promuovere, nel continente sudamericano, l’educazione ad una mentalità antimafia. Tra i temi affrontati al Forum, grande rilievo è stato dato, infine, al turpe fenomeno della tratta degli esseri umani. Il vescovo di Marajó, mons. Josè Luiz Azcona Hermoso, ha ricordato che alcune famiglie vendono le proprie figlie ad organizzazioni criminali. In diversi casi, sono state vendute per un litro d'olio o un chilogrammo di farina. (A cura di Paolo Lambruschi)

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    Venezuela. La Pastorale universitaria denuncia gli attacchi contro gli studenti

    ◊   Il Dipartimento “Gioventù e Pastorale universitaria” del Venezuela ha diffuso un comunicato indirizzato a tutta la comunità universitaria del Paese nel quale i giovani manifestano la loro posizione davanti alle violenze verificatesi recentemente nelle università e nel corso di manifestazioni studentesche. I membri della Pastorale universitaria ricordano a tutte le parti coinvolte quanto espresso dai vescovi del Venezuela nell’Esortazione sulla “Situazione del Paese e rinnovamento etico” all’inizio di questo anno, dove affermano che “tutti i cristiani devono impegnarsi a fondo nella creazione di un clima nazionale di convivenza e di solidarietà”. Per questo, i firmatari esigono dalle autorità nazionali “il rispetto dei diritti umani e la protezione per tutti i cittadini, in special modo per gli studenti universitari, nella certezza che la protesta civile espressa mediante manifestazioni pacifiche rappresenta un diritto costituzionale riconosciuto universalmente”. Come spiegano alla Pastorale universitaria, per esperienza si vede che “quando il governo e la polizia rispettano e proteggono il diritto alla libera manifestazione, come è successo il 23 gennaio scorso, non si registrano violenze”. Invitano anche tutti i settori della società, in special modo coloro che sono impegnati nell’istruzione superiore, “a lavorare insieme nella costruzione della cultura della vita. Il nostro Paese desidera la pace, la quale può essere raggiunta solo con il rispetto della diversità, la difesa assoluta della vita, la libertà intesa come valore primordiale e l’esercizio della giustizia vera”, affermano. Infine manifestano la loro disapprovazione in merito ad altri fatti recentemente accaduti nel Paese, come “gli attentati violenti contro diverse istituzioni, tra cui la nunziatura apostolica, e gli attacchi al cardinale Jorge Urosa”. Sono fatti, affermano, che “indignano e rattristano il Paese venezuelano che desidera vivere in pace e in democrazia”. (A cura di Luis Badilla)

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    Incontro del Dipartimento del Celam per la giustizia e la solidarietà

    ◊   Il Dipartimento di Giustizia e Solidarietà del Celam (Consiglio Episcopale Latinoamericano) terrà il suo incontro annuale da domani al 5 febbraio, a Bogotà, nella sede della Conferenza episcopale colombiana. L’obiettivo del convegno è quello di riflettere su alcuni temi d’attualità, come la politica, l’economia e la cultura, che stanno incidendo fortemente su questo periodo storico. “Alla luce di queste riflessioni – si legge in una nota – vogliamo tracciare un bilancio dei progressi raggiunti finora e pianificare le strategie di risposta alle sfide che ci pone davanti la Missione Continentale in queste specifiche aree del servizio ecclesiale”. All’incontro sarà presente, tra gli altri, il cardinale Julio Terrazas, presidente del Dipartimento di Giustizia e Solidarietà del Celam. Tra gli interventi più rilevanti in programma, quello su “La giustizia sociale in San Paolo”, in concomitanza con l’Anno Paolino in corso, quello riguardante “La crisi economica e lo sviluppo sociale” e la riflessione sulle migrazioni, di cui verranno analizzate sfide ed eventuali risposte. (I.P.)

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    Giornata della vita consacrata in Corea del Sud

    ◊   La vita consacrata è una chiamata a “vivere più radicalmente seguendo Gesù Cristo, che si manifesta nella preghiera, nell’azione, nel servizio del prossimo e nell’evangelizzazione”. E’ quanto afferma il messaggio per la Giornata della Vita Consacrata, promossa dalla Conferenza dei Superiori Maggiori degli istituti religiosi maschili presenti in Corea, che si celebrerà il 2 febbraio a Seul. L’Abate Benedettino Simon Peter Ri Hyeong-u, presidente della conferenza, mette in risalto, attraverso l'agenzia Fides, l’importanza della presenza dei consacrati in Corea, che ogni giorno testimoniano la fede cristiana e danno alla società un riferimento a Dio, essenziale in un’epoca di materialismo e secolarismo. I consacrati sono inseriti pienamente nella società e sono chiamati a “servire i poveri e gli emarginati con ogni sforzo e con grande fedeltà. Soprattutto oggi dobbiamo impegnarci ad aiutare le famiglie multiculturali, i nostri fratelli immigrati e i rifugiati fuggiti dalla Nord Corea”, nota l’abate. Una speciale attenzione, aggiunge "andrebbe rivolta ai giovani che vanno coinvolti nei servizi di carità e solidarietà, cosicchè possano entrare in contatto con i loro fratelli più poveri”, superare le diffidenze e le barriere e, nel contempo, entrare in stretto contatto con persone consacrate, conoscendone il carisma e lo stile di vita. Inoltre è importante, conclude il messaggio, dare un contributo alla crescita della Chiesa in Corea, “promuovendo la crescita spirituale dei fedeli, contribuendo all’istruzione, impegnandosi nelle attività pastorali e nello sforzo di evangelizzazione, in cooperazione con le diocesi”. (F.C.)

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    Celebrazioni in Cina per i 100 anni dalla morte di Arnold Janssen e Giuseppe Freinademetz

    ◊   “Perché la luce della Parola di Dio e la Grazia dello Spirito siano nel cuore della gente”: è l’impegno che i Verbiti, Società del Verbo Divino, della provincia cinese hanno confermato alla solenne conclusione del Giubileo che ha commemorato i 100 anni dalla morte del fondatore, Sant’Arnold Janssen, e di San Giuseppe Freinademetz. La celebrazione si è svolta il 17 gennaio nella cappella dell’Università Cattolica di Fu Ren, dove i Verbiti prestano servizio come insegnanti. Le celebrazioni si sono aperte un anno fa, il 25 gennaio 2008, nella Cattedrale dell’Immacolata Concezione di Pechino in cui è stato presente anche l’ambasciatore Italiano. Sant’Arnold Janssen, come riportato dall’Agenzia Fides, nacque il 5 novembre del 1837 a Goch, una piccola città della Bassa Renania in Germania. Fu ordinato sacerdote nel 1861. Con l'appoggio di vari Vescovi, Arnold qualche anno dopo innaugurò in Olanda la casa missionaria e diede inizio alla Società del Verbo Divino. Il 2 marzo 1879 partirono i primi due missionari per la Cina. Uno di loro era Giuseppe Freinademetz. Nel 1889 fondò la congregazione delle suore “Serve dello Spirito Santo” e nel 1896 una congregazione di clausura, le “Serve dello Spirito Santo dell'Adorazione Perpetua”. Padre Arnold morì il 15 gennaio 1909. San Giuseppe Freinademetz chiamato “padre della fortuna” nacque il 15 aprile 1852 a Oies, un piccolo villaggio nelle Alpi dolomitiche del nord Italia, nell’Alto Adige. Nel 1875 venne ordinato sacerdote per la Diocesi di Bressanone. Entrò poi a far parte della Società del Verbo Divino. Nel marzo 1879 partì alla volta della Cina. Padre Freinademetz restò per ben 30 anni in quella missione. La Cina divenne la sua nuova patria, tanto che affermò di sentirsi più "cinese che tirolese" aggiungendo: "e voglio rimanere cinese anche in cielo". Morì il 28 gennaio 1908. Il 19 ottobre 1975, Giornata Missionaria mondiale, i due missionari furono proclamati Beati, ed il 5 ottobre 2003 Canonizzati. Oggi i Verbiti contano più di 6mila religiosi presenti in 63 Paesi del mondo. (F.C.)

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    Convegno alla Cattolica di Roma su gravidanza ed embrioni

    ◊   Fino a dove può eticamente arrivare la medicalizzazione verso la donna in stato di gravidanza? Quanto possono essere dannose le tecniche invasive verso il bambino? Questi sono alcuni importanti interrogativi su cui si sono soffermati, questa mattina, presso l’Università Cattolica di Roma, i ginecologi delle cinque cliniche universitarie della capitale, riuniti in un convegno, sul tema “L’insegnamento della bioetica nella medicina sperimentale”. Il convegno si è svolto in occasione della XXXI Giornata per la vita che sarà celebrata domani in tutta Italia. Purtroppo, ha spiegato il professor Alessandro Caruso, ginecologo presso il policlinico Gemelli, oggi sono moltissime le donne che, a causa dei consulti sbagliati o solo per paure personali, decidono di porre fine alla loro gravidanza. Proprio per evitare queste situazioni, dal 2000, è stato creato un telefono rosso dove queste donne possono telefonare e parlare con ginecologi esperti, dei loro dubbi e delle loro paure. Fino ad oggi abbiamo ricevuto oltre 50 mila telefonate e l’85% delle future mamme ha portato a termine la gravidanza. E un altro tema molto spinoso, affrontato durante il convegno, è stato quello degli embrioni congelati; attualmente, ha spiegato il professor Antonio Lanzone, dell’Università Cattolica, solo in Italia sono oltre 30 mila gli embrioni congelati e di questi, quasi quattro mila orfani cioè non riconosciuti dai genitori. Il loro destino è ancora incerto ed è per questo motivo che bisogna far conoscere a tutti questo grande problema etico e morale. (A cura di Marina Tomarro)

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    Da domani in libreria “La Bibbia Via, Verità e Vita”

    ◊   “La Bibbia Via, Verità e Vita”, questo il titolo dell’opera che nasce dal felice incontro del carisma della famiglia Paolina di don Giacomo Alberione con la competenza di esegeti, biblisti e teologi che hanno fatto della loro vita un “ministero della parola”. Un volume che offre un’opportunità per conoscere la Nuova Bibbia Cei e fornisce strumenti per farla diventare una compagna di vita per fedeli e comunità. A firmare l’introduzione generale e a supervisionare il lavoro sull’Antico Testamento è stato l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. La parte dell’introduzione e delle note al Nuovo Testamento è stata invece curata da mons. Bruno Maggioni, docente alla facoltà teologica di Milano e all’Università Cattolica. Sullo sfondo il pensiero di don Alberione, particolarmente attento al “carattere pastorale delle edizioni della Bibbia”. (V.V.)

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    L’Amico del Popolo, settimanale diocesano di Belluno-Feltre, compie 100 anni

    ◊   Belluno-Feltre festeggia i cento anni del suo settimanale diocesano. In una cerimonia svoltasi nei giorni scorsi - riferisce Avvenire - è stata ricordata la fondazione, nel gennaio 1909, de L’Amico del Popolo. Sul palco del centro diocesano Giovanni XXIII di Belluno, tra gli applausi di oltre 350 persone, c’erano il direttore del giornale, Carlo Arrigoni, ma non solo: anche tipografi, sacerdoti, collaboratori, inserzionisti e persino un rappresentante dei postini che ogni settimana portano le ventimila copie del settimanale in molte case dalla provincia. Presente anche don Lorenzo Dell’Andrea, direttore del giornale per trenta anni fino al 1992, recentemente insignito di un’onorificenza pontificia per i meriti nella comunicazione sociale: “Nella visione antropologica de L’Amico del Popolo – ha detto – la religione, l’economia, la morale hanno sì peculiarità e ambiti propri, ma tutti vengono armonizzati nell’uomo”. Ha concluso gli interventi il vescovo di Belluno-Feltre, mons. Guiseppe Andrich: “Il giornale – ha spiegato – sarà sempre aperto al trascendente e agli aspetti misteriosi della vita”. “La società – ha continuato - non può perdere la dimensione interiore o escludere dal suo orizzonte il religioso e lo spirituale, relegandoli nel provato, quasi un optional riservato ad alcuni fortunati e non sorgente di autentica umanità della quale tutti hanno diritto”. (V.V.)

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    24 Ore nel Mondo



    Crollo del Pil negli USA. Obama: task force per la classe media

    ◊   Si è chiusa un'altra settimana nera per l’economia americana, con Wall Street ancora in netto calo e con i pessimi dati che certificano il crollo del Pil nell’ultimo trimestre del 2008. Intanto, a Davos, in Svizzera, si discute sulla proposta di un consiglio di sicurezza economico mondiale e sui rischi di una possibile nuova ondata di protezionismo. Il servizio di Marco Guerra:

    “Un disastro permanente per le famiglie americane”. Così il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha commentato gli ultimi dati sulla contrazione del Pil americano nel quarto e ultimo trimestre del 2008. Il calo del 3,8% è infatti il peggiore dal 1982, quando l'economia scese del 6,4%. Tuttavia, il risultato va oltre le attese degli esperti, che prevedevano una flessione superiore al 5%. Ma, secondo molti analisti, il dato dimostra che il peggio deve ancora venire. Il risultato migliore del previsto nel quarto trimestre è infatti imputabile all'aumento delle scorte, legato a sua volta al calo dei consumi. La situazione rende sempre più urgente ''un'azione immediata'' con l'approvazione del piano stimolo, ha quindi affermato Obama. E in attesa del via libera della Camera al progetto di rilancio da 819 miliardi di dollari, il presidente americano ieri ha presentato una task force, guidata dal vicepresidente, Joe Biden, che aiuterà la classe media con iniziative di vario tipo, tra le quali la formazione professionale e la protezione del risparmio. Idee per un nuovo ordine dell’economia mondiale giungono invece dal Forum economico di Davos. Ieri, nella località svizzera si è distinto l’intervento del cancelliere tedesco, Angela Merkel, che ha proposto l’istituzione presso l’Onu di un consiglio di sicurezza economico, come punto di rifermento mondiale per uscire dalla crisi. A Davos anche oggi si è poi tornati sullo spettro del protezionismo alimentato dal blocco delle importazioni e sulla necessità che i governi prendano decisioni forti da portare al summit del G20 di Londra ad aprile.

     
    Somalia
    La Somalia ha il suo nuovo presidente. Si tratta di Sheikh Sharif Ahmed, leader dell’opposizione islamica moderata. Il parlamento di transizione somalo - riunito ieri a Gibuti - ha votato per Ahmed con 213 voti, la maggioranza necessaria per l’elezione. Il nuovo capo dello Stato, che ha giurato stamani in un albergo a Giubuti, potrebbe porre fine all’impasse politica e alla guerra civile che insanguina il Paese da 18 anni. Gli esperti ritengono, infatti, che Ahmed sia l'uomo più adatto a riunire i sentimenti di tutti i somali per il suo riferimento all'islam moderato e per l'appoggio di cui gode in parlamento.

    Zimbabwe
    Nuova intesa in Zimbabwe per un governo di unità nazionale. Il Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), partito di opposizione, ha accettato ieri di accordarsi con il presidente, Robert Mugabe. I rapporti tra l’Mdc e l'Unione nazionale africana dello Zimbabwe guidata da Mugabe, erano paralizzati dallo scorso settembre per via della spartizione dei poteri e degli incarichi ministeriali. A fare da tramite tra i due schieramenti, la Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe, che ora con questa soluzione si augura che il Paese possa porre fine alla catastrofica crisi economica e all’epidemia di colera. Il leader dissidente, Morgan Tsvangirai, ha confermato che il nuovo governo nascerà entro il mese prossimo. Intanto, il ministro degli Esteri angolano ha chiesto la revoca delle sanzioni contro lo Zimbabwe dopo la formazione del governo di unità nazionale. Questa revoca permetterà al governo di lavorare per risollevare il Paese dalla grave crisi sociale, umanitaria e finanziaria. Anche l’Onu ha esortato i due schieramenti a lavorare per la ricostruzione dello Zimbabwe. Secondo molti analisti, però, finché ci sarà Mugabe al potere il Paese non riuscirà a superare lo stallo politico.

    Pakistan
    Malik Imtiaz, vicepresidente del Partito del popolo pakistano, è stato ucciso oggi a Lahore nella parte orientale del Pakistan. Imtiaz è stato raggiunto dai colpi di pistola esplosi da due motociclisti. L'uomo è morto sul colpo. Il Partito del popolo pakistano, di cui Imtiaz faceva parte, è guidato da Asif Ali Zardari, presidente del Pakistan, e da suo figlio Bilawal Bhutto, figlio dell'ex premier Benazir Bhutto, assassinata nel dicembre del 2007 a Rawalpindi.

    India
    Sconcerto e dolore in India per la morte di cinque neonati, e il grave ferimento di altri due, causata dall’incendio dell'incubatrice che li ospitava. La disgrazia è accaduta questa mattina in un ospedale nello Stato nord occidentale del Punjab. Secondo le prime informazioni, l'incubatrice ha preso fuoco a causa di un corto circuito. Al momento dell'incidente nella sala c’erano dieci bambini, tutti sotto trattamento per l'ittero.

    Afghanistan
    Ancora violenze in Afghanistan. Un soldato britannico ha perso la vita in uno scontro a fuoco nella turbolenta provincia meridionale afghana di Helmand. Lo ha reso noto il Ministero della difesa a Londra. Salgono così a sei i soldati britannici uccisi in nel Paese asiatico nel mese di gennaio, e a 143 i caduti dall'inizio della guerra alla fine del 2001.

    Cina
    Quattro persone sono morte ed altre due sono rimaste ferite per l’esplosione di una bomba vicino ad un ospedale della Cina centrale. L'attentato, che non è stato rivendicato, è avvenuto lunedì scorso nella città di Zhumadian, nella provincia dello Henan, ma è stato reso noto solo oggi. L’esplosione, avvenuta all’ingresso del nosocomio, potrebbe essere stata causata da un ordigno piazzato da un paziente insoddisfatto.

    Ue-Cina
    Torna il dialogo tra Cina ed Unione Europea, dopo che lo scorso dicembre Pechino aveva annullato un vertice bilaterale in seguito all'incontro tra l’allora presidente di turno dell’Ue, Nicolas Sarkozy, ed il Dalai Lama sulla questione dei diritti umani e del Tibet. Ieri, a Bruxelles, si è svolto l’incontro tra il presidente della Commissione europea, Barroso, e il premier cinese, Wen Jiabao. Nella conferenza stampa al termine del colloquio, Barroso ha confermato il clima di riconciliazione, sottolineando che "nelle discussioni con la Cina non c'è più nessun tabù, compresa la questione dei diritti umani”. Nel corso di una cerimonia ufficiale alla sede della Commissione europea, la delazione cinese e diversi commissari europei hanno poi firmato nove accordi di cooperazione Ue-Cina su temi come salute, governance, diritti d'autore, scambi interculturali (attraverso il programma Erasmus mundus) e aviazione civile. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e di Francesca Ciacci)  

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 31

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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