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Sommario del 26/02/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI al clero romano: parola e testimonianza per raggiungere il cuore dell’uomo. E sulla crisi economica: le radici sono nell’egoismo
  • Mercoledì delle Ceneri. Il Papa: Quaresima, un tempo per cambiare vita sull'esempio di San Paolo
  • Il vescovo di Arezzo: riscoprire il valore del digiuno per aprirsi all'amore di Dio e del prossimo
  • Nomine
  • La risposta del cardinale Sodano alle critiche del teologo Hans Küng apparse su "Le Monde" e "La Stampa"
  • Il cardinale Bertone al Convegno su Pio XI: fu un grande Papa che va studiato e riscoperto
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Il cardinale Tauran sull'incontro con al-Azhar: il dialogo con i musulmani continua
  • Il Circolo San Pietro festeggia 140 anni di vita al servizio dei poveri e dei malati
  • Chiesa e Società

  • La Chiesa colombiana insieme con la società civile per raggiungere la pace
  • Allarme povertà in Nigeria, appello della Caritas
  • Sri Lanka: campagna del governo contro lo sfruttamento dei bambini soldato
  • Messaggio di Quaresima della Conferenza episcopale dello Sri Lanka
  • Ecumenical Water Network: distribuire equamente le risorse idriche
  • Ecuador: avviata la Campagna di Solidarietà a sostegno delle scuole povere
  • Angola: secondo la Chiesa la visita del Papa galvanizzerà l’intero Paese
  • Il cardinale Lajolo a Tucson visita la Specola Vaticana
  • Intervento di mons. Marchetto su "emigrazione e speranza"
  • Italia: associazioni cattoliche chiedono “modifiche al Ddl sulla sicurezza” in tema di immigrazione
  • Cina: diverse comunità cattoliche hanno iniziato la Quaresima in una nuova chiesa
  • Quaresima: i vescovi portoghesi chiedono più solidarietà con i poveri
  • Spagna: lettera quaresimale collettiva di quattro diocesi sulla Parola di Dio
  • La Chiesa francese stanzia 490 mila euro per l'ospedale di Gerusalemme Est
  • Indonesia: messaggio quaresimale dei vescovi del Borneo
  • Kenya: l’Università Cattolica dell’Africa Orientale celebra il 25.mo di fondazione
  • Raduno dei medici cattolici in Vietnam
  • Cresce in Italia la domanda di pedofilia on line: la denuncia di “Telefono Arcobaleno”
  • Nuove opportunità per il giornalismo che cambia nel libro “Penne digitali 2.0”
  • 24 Ore nel Mondo

  • Pechino respinge i dati del Dipartimento di Stato Usa sui diritti umani in Cina
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI al clero romano: parola e testimonianza per raggiungere il cuore dell’uomo. E sulla crisi economica: le radici sono nell’egoismo

    ◊   Le ragioni profonde della crisi economica, l’importanza del primo annuncio e, ancora l’emergenza educativa, il ruolo del parroco nella società di oggi e la centralità della liturgia nella vita del cristiano: sono alcuni dei temi forti affrontati stamani in Vaticano da Benedetto XVI nel suo tradizionale incontro con il clero romano, all’inizio della Quaresima, il primo con il nuovo cardinale vicario, Agostino Vallini. Introducendo l’evento, il porporato ha messo l’accento sulla dimensione famigliare dell’incontro nel quale i parroci romani hanno potuto raccontare al proprio vescovo successi e fatiche della propria attività pastorale. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    Un incontro caratterizzato dall’affetto e dalla franchezza. Uno scambio famigliare, ha detto il Papa, sottolineando quanto sia importante per lui poter ascoltare le esperienze dei sacerdoti della sua diocesi. Benedetto XVI ha risposto ad otto domande di parroci, espressione della Chiesa di Roma, che hanno spaziato su diversi temi. Rispondendo ad un sacerdote della zona periferica di Tor Bella Monaca, dove si fa particolarmente sentire la crisi economica, il Papa ha ribadito che la Chiesa è chiamata a denunciare i fallimenti del sistema economico-finanziario senza moralismi:

     
    "Denunciare questi errori fondamentali che si sono adesso dimostrati nel crollo delle grandi banche americane: l’avarizia umana è idolatria che va contro il vero Dio e la falsificazione dell’immagine di Dio con un altro dio – Mammona; dobbiamo denunciare con coraggio ma anche con concretezza, perché i grandi moralismi non aiutano se non sono sostenuti dalla conoscenza della realtà, che aiuta anche a capire che cosa si può in concreto fare!".

     
    Da sempre, ha rilevato, la Chiesa non solo denuncia i mali, ma mostra le strade che portano alla giustizia, alla carità, alla conversione dei cuori. Non sempre è facile, ha riconosciuto, perché spesso si oppongono interessi di gruppo. Anche nell’economia, ha proseguito, la giustizia si costruisce dunque solo se ci sono i giusti e costoro si formano con la conversione dei cuori. Ha quindi ricordato che su questo tema sta preparando un'Enciclica. Due domande, in particolare si sono soffermate sulla sfida della missione evangelizzatrice. Il Papa ha esortato il clero romano a unire gli studi di teologia con l’esperienza concreta per tradurre la Parola di Dio all’uomo di oggi. Non dobbiamo perdere la semplicità della Verità, ha detto ancora, che non può essere assimilata ad una filosofia. Benedetto XVI ha poi messo l’accento sul ruolo del parroco che, ha affermato, come nessun altro conosce l’uomo nella sua profondità, al di là dei ruoli che ricopre nella società:

     
    "Per l’annuncio abbiamo bisogno dei due elementi: testimonianza e parola. E’ necessaria la parola, che fa apparire la verità di Dio, la presenza di Dio in Cristo e quindi l’annuncio è una cosa assolutamente indispensabile, fondamentale, ma è necessaria anche la testimonianza che dà credibilità a questa parola, perché non appaia solo come una bella filosofia, una utopia. E in questo senso mi sembra che la testimonianza della comunità credente sia di grandissima importanza. Dobbiamo aprire, in quanto possiamo, luoghi di esperienza della fede".

     
    Il Pontefice ha quindi offerto la sua riflessione su un tema a lui particolarmente caro quale è quello dell’emergenza educativa. Compito dei sacerdoti, ha rilevato, fin dall’oratorio è offrire ai giovani una formazione umana integrale. Ed ha ribadito che oggi viviamo in un mondo dove molte persone hanno tante conoscenze ma senza orientamento interiore etico. Per questo, la Chiesa ha il dovere di proporre una formazione umana illuminata dalla fede. Aprirsi dunque alla cultura del nostro tempo, ma indicando criteri di discernimento. Nell’incontro non sono mancati momenti simpatici come quando un parroco del quartiere della Casilina ha declinato un sonetto in romanesco per celebrare la prossima visita di Benedetto XVI in Campidoglio. Una poesia che il Santo Padre ha particolarmente gradito:

     
    "Grazie! Abbiamo sentito parlare il cuore romano, che è un cuore di poesia. E’ molto bello sentire un po’ di romanesco e sentire che la poesia è profondamente radicata nel cuore romano. Questo forse è un privilegio naturale che il Signore ha dato ai romani, è un carisma naturale che precede i privilegi ecclesiali …" (risa - applausi)

     
    Nel colloquio con il clero romano, durato quasi due ore, il Papa ha anche parlato della liturgia ribadendo che imparare a celebrare significa conoscere Gesù Cristo, entrare in contatto con Lui. La Liturgia, è stata la sua riflessione, deve sempre più essere il cuore del nostro essere cristiani. Ancora, il Pontefice ha indicato la peculiarità della Chiesa di Roma, chiamata a presiedere nella Carità. Un dono, ha affermato, che riguarda tutti i fedeli di Roma. Il ministero petrino, ha poi aggiunto, deve garantire l’unità e la ricchezza della Chiesa, prevenendo ogni assolutizzazione ed escludendo ogni particolarismo.

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    Mercoledì delle Ceneri. Il Papa: Quaresima, un tempo per cambiare vita sull'esempio di San Paolo

    ◊   Quaresima, un tempo per ritornare a Dio con tutto il cuore, un tempo per ricominciare: ne ha parlato ieri pomeriggio il Papa durante la Messa nella Basilica romana di Santa Sabina sull’Aventino per il Mercoledì delle Ceneri. La celebrazione, come ogni anno, è stata preceduta da un momento di preghiera nella chiesa di Sant’Anselmo e da una processione penitenziale. Benedetto XVI ha indicato San Paolo come modello di conversione: era un bestemmiatore, un persecutore, un violento, ma ha fatto l’esperienza della misericordia di Dio cambiando radicalmente vita. Il servizio è di Paolo Ondarza.
     
    (canto)

     
    Paolo, “ambasciatore del Signore”, “atleta della fede” vissuta, testimoniata e predicata durante tutta la sua “corsa missionaria”. Il Papa indica nell’Apostolo delle genti, che "ha sperimentato in maniera straordinaria la potenza della grazia di Dio", il modello a cui guardare per un autentica conversione del cuore. Una vita, la sua, trasformata dall’amore misericordioso di Dio:

     
    "L’intera sua predicazione, e prima ancora, tutta la sua esistenza missionaria furono sostenute da una spinta interiore riconducibile all’esperienza fondamentale della grazia”.

     
    “Per grazia di Dio sono quel che sono” scriveva san Paolo con una consapevolezza che – ha detto il Papa – fu “un’autentica leva interiore su cui Dio ha potuto agire per spingerlo avanti, verso sempre ulteriori confini non solo geografici, ma anche spirituali”.

     
    Ma se l’autore della Lettera ai Romani riconosce l’azione della grazia divina, non dimentica che occorre anche aderire liberamente al dono della vita nuova ricevuta nel Battesimo:

     
    "Da una parte, si afferma la vittoria di Cristo sul peccato; dall’altra, siamo esortati a non offrire al peccato le nostre membra, cioè a non concedere, per così dire, spazio di rivincita al peccato. La vittoria di Cristo attende che il discepolo la faccia sua".

     
    E perché Cristo possa regnare pienamente, ogni battezzato deve seguirne fedelmente gli insegnamenti, senza abbassare la guardia – ha avvertito Benedetto XVI. Fondamentali quegli strumenti suggeriti dalla liturgia del Mercoledì delle Ceneri: la preghiera, l’elemosina e il digiuno. Paolo invitava a “pregare ininterrottamente” e a praticare la carità, “vertice della vita del credente”, “vincolo di perfezione”. E sebbene l’Apostolo non parli espressamente del digiuno, più volte esorta – come ricordato il Papa – alla disciplina nell’”agonismo spirituale”, alla sobrietà, come caratteristica di chi attende il Signore. Per vivere questa nuova esistenza in Dio, - ha proseguito Benedetto XVI - centrale è l’ascolto della Parola di Dio. San Paolo – ha aggiunto il Papa – viveva di Essa:

     
    "E’ indispensabile nutrirsi della Parola di Dio, solo così possiamo realmente vivere in presenza di Dio. In Paolo la Parola si è fatta vita, ed unico suo vanto è Cristo crocifisso e risorto".

     
    (canto)

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    Il vescovo di Arezzo: riscoprire il valore del digiuno per aprirsi all'amore di Dio e del prossimo

    ◊   Il Papa, durante l’omelia nella Basilica di Santa Sabina, ha invitato a guardarsi “dal tarlo della vanità che porta all’ostentazione e all’ipocrisia, alla superficialità e all’autocompiacimento” per crescere in purezza nell’intimità con Dio. Una strada possibile a chi comprende e sperimenta il vero valore del digiuno. Ascoltiamo in proposito il vescovo di Arezzo Gualtiero Bassetti, al microfono di Federico Piana:

    R. - Il vero digiuno è finalizzato a mangiare il vero cibo che è la Parola di Dio. Ecco la risposta di Gesù a Satana: “Non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Dice il Santo Padre: “Il vero digiuno è fare la volontà di Dio”. Ecco perché Gesù non si è messo a cambiare le pietre in pane, non gli interessava un tipo di messianismo come magari gli uomini avrebbero desiderato ma voleva insegnare a tutti gli uomini a fare la volontà del Padre, che è la cosa più importante. Infine, il digiuno mortifica il nostro egoismo, dice il Santo Padre, ed apre il cuore all’amore di Dio e del prossimo.

     
    D. – In questi anni si è forse perso il senso della Quaresima?

     
    R. – Secondo me il senso della Quaresima va profondamente recuperato, proprio come insiste ancora il Santo Padre, perché la Quaresima è un pellegrinaggio interiore e se noi non abbiamo più questa capacità di rientrare in noi stessi, è chiaro poi che potremmo ridurre la Quaresima a qualche opera esteriore, ma non è questo lo spirito della Quaresima. La Quaresima è ritornare proprio a questo ascolto profondo della Parola di Dio, è ritornare a pregare perché si prega poco, si prega male. E vorrei dire a tutte le famiglie cristiane: ritrovatevi per almeno dieci minuti, con i vostri figli, una posta del rosario e la meditazione di un mistero di Cristo e della Madonna perché altrimenti, non solo si smarrisce il senso della persona ma si smarrisce il senso della famiglia e se si distrugge la famiglia, è chiaro che si distrugge anche la società. Ci stiamo autodistruggendo perché non si mette più la persona e la famiglia al primo posto. E la preghiera, l’ascolto di qualche brano del Vangelo insieme in famiglia è il viatico, la medicina indispensabile, se vogliamo veramente salvare le nostre persone ma anche la nostra società. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Nomine

    ◊   Il Santo Padre ha nominato consultori della Congregazione delle Cause dei Santi padre Priamo Etzi, dei Frati Minori, decano della Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università "Antonianum" in Roma, e padre Stéphane Oppes, anch’egli dei Frati Minori, docente presso la Facoltà di Filosofia della medesima Università.

    Il Papa ha nominato consultore del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali padre Thomas Rosica, dei Preti di San Basilio.

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    La risposta del cardinale Sodano alle critiche del teologo Hans Küng apparse su "Le Monde" e "La Stampa"

    ◊   Il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, ha espresso il suo sconcerto, ai microfoni della nostra emittente, per i contenuti dell'intervista rilasciata dal prof. Hans Küng al giornale francese "Le Monde" e pubblicata ieri mattina dal quotidiano italiano "La Stampa", in cui il teologo lancia forti critiche al Papa e alla Chiesa. Ecco la risposta del porporato, intervistato da Roberto Piermarini.

    R. - Sono stato interiormente ferito, nel leggere l’intervista che sarebbe stata rilasciata dal rev. prof. Hans Küng al quotidiano francese “Le Monde” e che poi è stata diffusa in Italia dal giornale “La Stampa”. Se il testo è esatto, sento il dovere di dire che si tratta di affermazioni generiche e non provate. Personalmente, sono testimone dell’impegno del Santo Padre per fare della Chiesa una famiglia, la famiglia dei figli di Dio.

     
    D. - Eminenza, non è stato sorpreso del modo in cui il quotidiano "La Stampa" ha ripreso questa intervista rilasciata a “Le Monde”?

     
    R. - Non comprendo, come un noto quotidiano italiano, ben al corrente dell’opera del Papa, abbia voluto offrire tanta pubblicità a tale intervista, dandole inoltre un titolo, fra virgolette, che è diverso da quello originale francese e cadendo poi nell’errore di parlare del Concilio Ecumenico di Nicea, nell’odierna Turchia, tenutosi nel lontano 325, come del Concilio di Nizza!

     
    D. - Cardinale Sodano, cosa pensa di queste critiche alla Chiesa?

     
    R. - Una critica fraterna è sempre possibile nella Chiesa, fin dai tempi di San Pietro e di San Paolo. Una critica amara, invece, tanto più se generica, non contribuisce all’unità della Chiesa, per la quale tanto sta lavorando il Papa Benedetto XVI, che lo Spirito Santo ha collocato a reggere la Santa Chiesa di Dio, in quest’ora importante della sua storia.

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    Il cardinale Bertone al Convegno su Pio XI: fu un grande Papa che va studiato e riscoperto

    ◊   Una figura da scoprire meglio, attraverso lo studio di documenti inediti messi oggi a disposizione degli storici dall’Archivio Segreto Vaticano. Si tratta di Papa Achille Ratti, divenuto Pontefice nel dicembre del 1922 con il nome di Pio XI. Di questo protagonista del XX secolo ha parlato il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, intervenuto stamattina in apertura del Convegno internazionale promosso dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    “Papa della dignità ecclesiale”. “Un Pontefice di statura imperiale”. Il Papa dei cinque dittatori - Hitler, Mussolini, Stalin, Franco e Salazar - con i quali dovette destreggiarsi tra le due guerre mondiali del secolo scorso, senza contare gli stravolgimenti causati dalla crisi del 1929. Il cardinale Bertone ha definito “stupefacente” la vicenda umana ed ecclesiale di Pio XI. Ma ha anche riconosciuto che, dei Pontificati del XX secolo, quello di Papa Ratti ha bisogno di essere scandagliato con attenzione, non solo per far meglio emergere quella che fu la sua sollecitudine pastorale, ma anche per chiarire gli atti che compì durante la sua lunga permanenza al timone della barca di Pietro - 17 anni - in relazione agli eventi e all’“ambiente religioso e sociale dei primi 40 anni del secolo passato”.

     
    Grazie alla decisione di Benedetto XVI di consentire la consultazione delle fonti d’archivio vaticane relative a Papa Ratti, “la storiografia del suo lungo Pontificato ha ricevuto - ha detto il cardinale Bertone - nuovi impulsi e prodotto nuovi risultati”. Il porporato ha fatto tra l’altro cenno alla vicenda - spesso citata in modo controverso dagli studiosi - dell’Enciclica contro le leggi razziali, che Pio XI non poté promulgare per il sopraggiungere della morte, avvenuta il 10 marzo 1939: proprio il giorno prima del suo atteso discorso per il decennale dei Patti Lateranensi. Patti che, come ricordato di recente nelle cerimonie per l’80.mo della firma, furono il simbolo di quella che il cardinale Bertone ha definito “politica dei concordati” di Pio XI, il quale ne siglò una decina con altri Paesi: dalla Lettonia alla Germania, dall’Austria alla Polonia.

     
    Il suo “realismo” e la sua “lungimiranza”, ha notato il porporato, permisero grazie al Concordato con il regime mussoliniano la nascita e la costruzione della Città del Vaticano. E se anche, ha ricordato il segretario di Stato, esponenti cattolici del tempo, come De Gasperi e don Sturzo, vissero i Patti Lateranensi “dal loro punto di vista come uno "schizzo di fango", che andava ad imbrattare il miglior cattolicesimo antifascista”, ciò non turbò Pio XI, la cui tempra bene emerge in questa affermazione del 24 maggio 1929: “Quando si trattasse di salvare qualche anima, di impedire maggiori danni di anime, ci sentiremmo il coraggio di trattare col diavolo in persona”. Ma anche l’accordo col Reich hitleriano deve essere contestualizzato e compreso a partire dai documenti. “Chi lo giudica un cedimento - ha affermato il cardinale Bertone - dimentica che esso fornì alla Santa Sede la giustificazione giuridica e morale che rese possibile nel 1937 l'enciclica Mit Brennender Sorge, la requisitoria più ferma e precisa mai scritta contro il nazismo, accusato quasi di essere l'anticristo e di ‘pervertire’ e ‘falsificare’ l'ordine ‘creato e voluto da Dio’”.

     
    Il segretario di Stato si è poi soffermato sulla “sorprendente” attività pastorale di Pio XI, con l’attenzione alla Russia e all’oriente cristiano e l’ancora “inesplorata” grande opera caritativa svolta dalla “Pro Russia”, ma anche la celebrazione di grandi Santi, o le quattro encicliche che segnarono il magistero di Papa Ratti e che Giovanni XXIII definì poi “magnifiche colonne”. “Questo Pontefice - lo riconoscono concordi gli storici - seppe governare la Chiesa con vigore”, ha osservato il cardinale Bertone. Guardò “con occhi nuovi alle missioni e al radicamento cattolico al di fuori dell'Europa; fu sensibile alle questioni emergenti nella cultura e spinse i cattolici ad un impegno nel sociale. La cronaca dei 17 anni del suo pontificato è ricca di celebrazioni memorabili in occasione dei giubilei e di altre significative circostanze. Fu inoltre il primo Pontefice ad usare il mezzo radiofonico, grazie all’invenzione di Guglielmo Marconi, facendo così udire la sua voce in tutto il mondo”. Tutti aspetti di quella “sollecitudine ecclesiale” che il segretario di Stato si è augurato possa essere studiata - ha detto citando il cardinale Biffi - per “riscattare energicamente questo Papa da una trascuratezza e da un oblio che non gli rendono giustizia”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, una sintesi del discorso del Papa ai parroci di Roma.

    Nell’informazione internazionale, un articolo di Pierluigi Natalia dal titolo “Sfide difficili per le nuove istituzioni della Somalia”: presidenza e governo si insediano a Mogadiscio.

    In cultura, stralci dalle relazioni del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e del vescovo Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, al convegno internazionale “La sollecitudine di Pio XI alla luce delle nuove fonti archivistiche”.

    L’intervento di Flavia Marcacci, curatrice della nuova edizione dl “Sidereus nuncius” di Galileo Galilei, edita dalla Lateran University Press.

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    Oggi in Primo Piano



    Il cardinale Tauran sull'incontro con al-Azhar: il dialogo con i musulmani continua

    ◊   Si è conclusa ieri a Roma l’annuale riunione del Comitato Congiunto per il Dialogo, composto dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e dal Comitato Permanente di al-Azhar per il Dialogo tra le Religioni Monoteistiche, guidato dal prof. Cheikh Ali Abd al-Baqi Shahata, segretario generale dell'Academy for Islamic Research of al-Azhar; al centro dei lavori, il tema della promozione di una pedagogia e di una cultura di pace con particolare riferimento al ruolo delle religioni. Oggi è stata pubblicata la Dichiarazione finale della riunione, che tra l'altro ribadisce la necessità di proteggere la gioventù dal fanatismo e dalla violenza. Nel documento congiunto si sottolinea anche l'importanza di rivedere i testi scolastici in modo che non siano offensivi dei sentimenti religiosi di altri credenti, talvolta attraverso una presentazione erronea dei dogmi, della morale e della storia di altre religioni. Sul clima in cui si è svolto l’incontro ascoltiamo il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, al microfono di Hélène Destombes:
     
    R. – L’atmosphère était particulièrement cordiale, due au fait que nous étions …
    L’atmosfera è stata particolarmente cordiale, sostanzialmente per il fatto che eravamo un numero ristretto di partecipanti e questo ha fatto sì che nascessero conversazioni spontanee in un clima di grande fiducia vicendevole. In particolare, noi abbiamo insistito sul fatto che, in quando capi religiosi, è nostro compito educare i giovani all’incontro tra le culture e le persone; abbiamo sottolineato il fatto che i mezzi di comunicazione sociale dovrebbero rendere una visione positiva e rispettosa delle relazioni tra i fedeli delle diverse religioni; abbiamo anche insistito sul legame che esiste tra la pace e i diritti umani, nello specifico la difesa della dignità della persona umana e dei suoi diritti, soprattutto per quanto riguarda la libertà di coscienza e di religione e in particolare ci siamo riferiti alla questione del cambiamento di religione; e tutto questo lo abbiamo situato nel quadro della situazione internazionale, in particolare nel Medio Oriente, situazione che è sempre tesa a causa dell’irrisolto conflitto israelo-palestinese. Abbiamo chiesto ai responsabili politici di fare il possibile affinché attraverso il dialogo siano esplorate tutte le risorse del diritto internazionale al fine di risolvere questo problema, nella verità, nella giustizia e in maniera pacifica.

     
    D. – Qual è il punto centrale della vostra dichiarazione finale?

     
    R. – Je dirais que les bonnes relations entre chrétiens et musulmans sont un élément …
    Direi che i buoni rapporti tra cristiani e musulmani sono un elemento particolarmente importante per la pace nel mondo.

     
    D. – Dal vostro incontro precedente, l’anno scorso al Cairo, quali sono i segni incoraggianti per quanto riguarda i rapporti tra cristiani e musulmani?

     
    R. – Il y a eu la réunion de novembre que nous avons eu ici. Ensuite, il y a là …
    C’è stato l’incontro di novembre, che si è svolto qui; poi c’è stato l’incontro di Madrid, nello scorso luglio, e poi sono andato alle Nazioni Unite, sempre a novembre … vorrei dire che il dialogo continua …

     
    D. – Quali sono invece i segnali meno positivi…

     
    R. – Moi, ce qui m’a le plus frappé c’est le fait que, par example, la réunion de …
    Quello che mi ha più colpito, personalmente, è il fatto che, per esempio, la riunione di novembre non ha avuto, da parte della stampa araba, uno spazio soddisfacente nell’informazione: questo fatto mi ha un po’ rattristato. Se ne è parlato più in Europa che nel mondo arabo. Per esempio, l’Indonesia, che è un Paese a grande maggioranza musulmana, non ne ha parlato affatto.

     
    D. – Lei ha la sensazione che questa ricerca di dialogo sia percepita in maniera diversa a seconda che si tratti di cristiani o di musulmani?

     
    R. – Ce qui est, à mon avis, le problème fondamental, c’est que l’amélioration …
    Il problema fondamentale, secondo me, è che il miglioramento delle relazioni, l’atmosfera in cui si svolgono queste conversazioni ad alto livello, non riesce ancora ad avere un impatto sulle masse musulmane: questo, secondo me, è il grande problema. Come fare per raggiungere, dall’alto, la base.(Traduzione a cura di Gloria Fontana)

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    Il Circolo San Pietro festeggia 140 anni di vita al servizio dei poveri e dei malati

    ◊   La testimonianza dei valori della fede cristiana, la carità verso i poveri e il servizio per i malati. Sono i pilastri dell’opera del Circolo San Pietro che martedì scorso ha festeggiato 140 anni dalla fondazione. Il sodalizio, fin dal 1869, si è distinto per l’impegno in favore dei poveri. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Il Circolo San Pietro offre una silenziosa ed eloquente testimonianza evangelica ed il motto del sodalizio “Preghiera, Azione, Sacrificio” ricorda le direttrici delle molteplici iniziative caritatevoli che anche oggi si articolano in diverse e preziose attività: le cucine economiche distribuiscono oltre 70 mila pasti all’anno, gli asili notturni ospitano persone senza fissa dimora. Vengono anche distribuiti ai bisognosi indumenti, coperte e biancheria. Il Circolo raccoglie poi l’Obolo di San Pietro, un concreto aiuto offerto al Papa perché possa rispondere alle tantissime richieste che gli pervengono specialmente dai Paesi poveri, come ci ricorda il duca Leopoldo Torlonia, presidente del Circolo San Pietro:

    "Raccogliamo l'obolo tutto l’anno e poi in udienza lo consegniamo al Santo Padre. Poi, oltre a questo, abbiamo una commissione aiuti internazionali: per il 140.mo di fondazione abbiamo focalizzato i nostri sforzi sulla ricostruzione di una scuola nel Laos. Penso, per la fine dell’anno, che riusciremo a terminare quest'opera".

    Grande impulso viene dato anche ad opere di assistenza: i volontari del Circolo San Pietro offrono il loro contributo nell’Hospice Sacro Cuore, che fornisce cure palliative ai malati terminali. A questo servizio si aggiungono le attività del centro polifunzionale diurno che offre ogni anno consulenze gratuite di carattere psicologico, giuridico e amministrativo. Si tratta di opere preziose, soprattutto in un tempo, come quello attuale, segnato da nuove povertà. Ancora il duca Leopoldo Torlonia:

    "Ci troviamo, molte volte, di fronte a delle realtà, con anziani che non riescono ad arrivare al 15 del mese. Quindi vengono alle nostre mense e lì c’è una parola di conforto da parte dei nostri soci che operano nelle mense cercando di dare qualche aiuto".

    Il Circolo, sin dalla fondazione, si contraddistingue infine per la sua fedeltà alla Chiesa e al Pontefice. La sezione servizi d’onore, in particolare, ha il privilegio di servire il Santo Padre durante le celebrazioni liturgiche pontificie.

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    Chiesa e Società



    La Chiesa colombiana insieme con la società civile per raggiungere la pace

    ◊   Sono numerose le iniziative della società civile in Colombia per mettere a punto, nell’arco di un anno, un documento finalizzato al raggiungimento di un “Accordo nazionale per la pace e riconciliazione”. All’elaborazione delle proposte concorrono, secondo quanto illustrato nella presentazione da parte dei promotori, numerose e importanti istanze della nazione: imprenditori, sindacati, università, mass-media, volontariato e la stessa Chiesa cattolica tramite la Commissione di conciliazione nazionale. Si tratta di un’istituzione guidata, per decisione dell’episcopato, da padre Darío Echeverri che ha illustrato le prossime tappe: saranno i sindacati i primi ad essere chiamati per ascoltare un’analisi sulle cause delle molte violenze che dilaniano la Colombia e avanzare possibili proposte. Fino al mese di febbraio 2010 saranno convocati rappresentanti dei più importanti settori del Paese: la pace - ha spiegato il sacerdote - non è infatti “una questione che riguarda solo il governo, bensì la nazione intera e, dunque, tutti i membri della società”. Nel mese di agosto dovrebbe poi essere redatto e presentato all’opinione pubblica nazionale e internazionale, ai gruppi armati e alle autorità e istituzioni colombiane il rapporto conclusivo. Al documento dovrebbe quindi seguire l’Accordo nazionale che, espressione della società civile, avrà l’obiettivo di diventare una sorta di autentico programma nazionale per raggiungere la pace e la riconciliazione. “Si tratta - ha aggiunto padre Echeverri - di superare congiunture e interessi politici e ideologici per aprire la strada al desiderio e al pensiero della società” senza la mediazione partitica che spesso “ha paralizzato le iniziative di pace”. Per questo – osservano i promotori - “tutti, senza nessuna esclusione, sono benvenuti e la loro partecipazione sarà un dono per la nazione”. Padre Echeverri ha anche ricordato che la Colombia non solo ha “bisogno della pace”, ma soprattutto “ha il diritto a vivere come una comunità di fratelli riconciliati”. E’ stata anche sottolineata l’importanza della presenza e del contributo sia degli imprenditori sia dei sindacati poiché “la giustizia sociale è fondamentale per costruire la pace”. Augusto Ramírez Ocampo, ex ministro degli Affari esteri e membro del comitato promotore ha rilevato che questo “nuovo tentativo è molto diverso da quelli che si sono succeduti in passato senza successo. Mai come oggi - ha aggiunto - tante persone di ogni estrazione e convinzione, hanno preso parte ad una simile iniziativa. La gente, il colombiano semplice, che nulla sa di geopolitica, è stanca della guerra e perciò desidera un cambiamento radicale: la pace duratura”. Luis Carlos Villegas, presidente dell’Associazione nazionale degli industriali ha garantito una entusiasta e convinta partecipazione degli imprenditori: “Siamo convinti – ha detto - che la pace si può raggiungere solo con il dialogo e la negoziazione”. È stato annunciato infine che saranno chiamati e ascoltati i candidati alle elezioni presidenziali e tutti coloro che aspirano a cariche elettive. (A cura di Luis Badilla)

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    Allarme povertà in Nigeria, appello della Caritas

    ◊   “Siamo profondamente preoccupati per la recessione economica globale e le conseguenze che sta avendo sulla già povera popolazione nigeriana, soprattutto in relazione alla recente crisi alimentare globale". Questo, in sintesi, il messaggio conclusivo diffuso dall'ufficio nazionale per lo sviluppo, la giustizia e la pace della Caritas Nigeria al termine di una riunione alla quale hanno preso parte i coordinatori provinciali e i segretari di nove province ecclesiastiche. "Le carenze del sistema finanziario globale - si legge nel documento di Caritas Nigeria ripreso dall’Osservatore Romano - sono ormai manifeste e i pericoli del nostro esclusivo affidamento solo sulle capacità umane, senza ricorrere alla guida e alle indicazioni divine per la condotta dei nostri affari, sono evidenti. Invitiamo le agenzie governative a identificare e attuare politiche e programmi che servano effettivamente ad ammortizzare l'impatto della crisi finanziaria sulla popolazione nigeriana". Tra le prime vittime della crisi vi sono i bambini, le cui condizioni di vita sono in fase di rapido degrado. Proprio nei giorni scorsi a Enugu, nell'est del Paese, la polizia ha fatto irruzione in una clinica per la maternità per stroncare quella che è stata definita "una fabbrica di bambini". La clinica non era altro che una struttura dove venivano rinchiuse giovani donne in gravidanza e venivano dati alla luce bambini da mettere in vendita. "Le strutture simili alla clinica di Enugu scoperte finora in Nigeria - ha dichiarato Ijeoma Okoronkwo, direttore generale dell'Agenzia nazionale per il bando del traffico di essere umani - sono almeno una decina. Tra gli altri problemi che affliggono la Nigeria vi è quello degli episodi di violenza che riguardano sia alcune regioni del nord sia il Delta del Niger, nel sud del Paese. In particolare nella cittadina di Jos, vi sono stati di recente scontri causati secondo il quotidiano della Santa sede “da un uso strumentale dei fattori religiosi e di quelli etnici da parte di politici locali”. Per quel che riguarda il delta del Niger, la Caritas ha spiegato di essere “profondamente preoccupata per la deplorevole situazione della sicurezza nella regione del delta del Niger, caratterizzata dai rapimenti di persone e dalle successive richieste di pagamento di riscatto. (A.L.)

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    Sri Lanka: campagna del governo contro lo sfruttamento dei bambini soldato

    ◊   Il governo di Colombo ha promosso una campagna nazionale contro lo sfruttamento dei bambini soldato. Il presidente Mahinda Rajapaksa, illustrandone ieri i contenuti, ha affermato che essa è “necessaria per prevenire il reclutamento dei bambini e nel contempo liberare quelli già assoldati e brutalizzati”. L’impiego dei adolescenti nel conflitto tra le forze governative e le Tigri Tamil (Ltte) - riferisce l'agenzia AsiaNews - è un argomento su cui le due fazioni si sono scambiate reciproche accuse più volte. Anche la comunità internazionale ha messo in guardia in diverse occasioni l’esercito di Colombo e i ribelli tamil dall’utilizzare bambini soldato. Di recente l’Unicef ha affermato che l’Ltte ha intensificato l’opera di reclutamento negli ultimi mesi e diramato alcuni dati secondo cui, dal 2003 al 2008, i ribelli hanno arruolato con la forza almeno 6mila adolescenti. Le cifre fornite dall’agenzia dell’Onu confermano quanto denunciato più volte da diverse organizzazioni della società civile dell’isola e dalle varie Chiese cristiane dello Sri Lanka. Facendo riferimento ai dati Unicef, il governo di Rajapaksa accusa i ribelli di aver istituito una vera e propria “Baby brigade” e parla di 6288 ragazzi sotto i 18 anni arruolati dal Ltte sino al dicembre 2008. Le Tigri tamil rispondono a Colombo dichiarando di aver fatto tornare a casa oltre 2mila adolescenti presenti tra le proprie fila e accusa l’esercito di avere reclutato a sua volta minorenni costituendo anche brigate paramilitari. La Chiesa cattolica e le organizzazioni della società civile del Paese affermano che il 60% dei combattenti di entrambe le fazioni coinvolte nel conflitto è costituito da ragazzi dall’età media di 16 anni. (R.P.)

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    Messaggio di Quaresima della Conferenza episcopale dello Sri Lanka

    ◊   “Anche noi siamo chiamati a caricarci ogni giorno delle croci della nostra vita e ad andare avanti, perdonare, abbandonare il passato e riconciliarci con noi stessi perché l’amore di Cristo ci chiama ad imitarlo”. E’ quanto si legge nel messaggio per la Quaresima della Conferenza episcopale dello Sri Lanka. I 40 giorni che precedono la Pasqua sono un’occasione privilegiata per il Paese tormentato dalla guerra, la divisione e la violenza: mons. Harold Anthony Perera, presidente della Commissione cattolica nazionale per la giustizia, la pace e lo sviluppo umano sottolinea nel documento, ripreso dall'agenzia AsiaNews, che l’immedesimazione con la morte, passione e risurrezione del Signore, è il cammino necessario per superare l’esperienza traumatica del conflitto. Mons. Perera afferma che i cattolici srilankesi formano un “popolo pasquale”: la conversione a cui sono chiamati dall’esempio di Cristo e del suo amore al Padre è il primo contributo che possono portare alla riconciliazione della società “divisa e alienata dall’affermarsi di valori non cristiani di razza, lingua, potere e supremazia”. (A.L.)

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    Ecumenical Water Network: distribuire equamente le risorse idriche

    ◊   La Quaresima come tempo propizio per la riflessione, la preghiera e l'impegno per una più equa distribuzione nel mondo di una risorsa preziosa e fondamentale come l'acqua. Per il secondo anno consecutivo l’organismo Ecumenical Water Network (Ewn), legato al Consiglio ecumenico delle Chiese, coinvolge rappresentanti e teologici di diverse Chiese cristiane presenti in Africa, in Europa e in America. Sul sito web di Ewn vengono proposti spunti di meditazione biblica e indicati link attraverso i quali sarà possibile partecipare a iniziative e campagne per favorire un'equa distribuzione delle risorse idriche. Sarà anche possibile ricevere informazioni su attività di alcune agenzie impegnate nella lotta alla disparità dell'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari. L'iniziativa ecumenica si inserisce nell'ambito delle manifestazioni organizzate in vista della Giornata mondiale dell'acqua che, per decisione delle Nazioni Unite, si tiene il 22 marzo di ogni anno. "Condividere l'acqua - Condividere le opportunità" sarà il tema dell'edizione 2009. Un terzo della popolazione mondiale, infatti, non ha ancora accesso all'acqua potabile e a servizi igienico-sanitari adeguati, che sono poi i presupposti indispensabili per poter accedere a tutte le altre opportunità di sviluppo umano, sociale ed economico. Alcuni osservatori calcolano che per il 2025, se non verranno adottate adeguate contromisure, circa 1,8 miliardi di persone vivranno in Paesi o in regioni con assoluta mancanza d'acqua. Oltre due terzi dell'intera popolazione del pianeta potrebbe dover fronteggiare una situazione di scarsità delle risorse idriche. Il riconoscimento del diritto universale all'acqua è dunque una delle sfide centrali di questo secolo e sarà sempre più uno dei principali strumenti di lotta alla povertà. “Tradizionalmente - spiega il coordinatore di Ewn, Maike Gorsboth - la Quaresima, attraverso il digiuno e la carità verso i più bisognosi, è il tempo opportuno per concentrarsi su ciò che nella vita è essenziale e per aprire il cuore alle necessità del nostro prossimo. La nostra iniziativa intende incoraggiare le persone e i gruppi cristiani ad approfondire questa esperienza, riflettendo sul problema concreto dell'acqua e della giustizia". Il sito dell'Ewn, quest'anno per la prima volta consultabile in quattro lingue - inglese, spagnolo, tedesco e francese - offrirà anche uno spazio attraverso il quale gruppi e associazioni potranno dare visibilità alla loro partecipazione alla campagna. (L.B.)

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    Ecuador: avviata la Campagna di Solidarietà a sostegno delle scuole povere

    ◊   Con l'inizio della Quaresima ha preso il via in Ecuador la Campagna Quaresimale di Solidarietà Munera, che la Chiesa del Paese realizza sin dal 1976. Quest’anno la Campagna Munera sarà destinata alle scuole povere situate alla frontiera Nord, al fine di migliorare le loro infrastrutture, promuovere la qualità dei mezzi e degli input educativi, sostenere la specificità ed il lavoro giornaliero dei maestri. Questo costituirà un sostegno al lavoro pastorale ed educativo che da tempo la Chiesa realizza in quella zona. “Nel Vangelo del Mercoledì delle Ceneri - si legge nel comunicato inviato all’Agenzia Fides - Gesù ci invita alla solidarietà, a sviluppare in noi e nelle nostre comunità un autentico impegno di vita con i più bisognosi: i poveri, i malati, gli anziani, i bambini che bussano alla nostra porta e interrogano la nostra coscienza. In questa Quaresima ciascun cristiano, ogni comunità, ha l’opportunità di avvicinarsi, toccare e farsi carico del dolore del fratello tante volte abbandonato e Munera ci dà allo stesso tempo la possibilità di fare qualcosa che vada oltre le parole. In questa Campagna 2009 ci invita ad essere solidali con le piccole scuole della frontiera Nord”. Nonostante tanti sforzi realizzati, la situazione educativa nelle zone rurali del Paese continua a risultare piena di deficienze e di necessità. A ciò bisogna aggiungere la problematica specifica delle giurisdizioni ecclesiastiche nella frontiera Nord, luoghi dove ogni giorno arrivano migliaia di sfollati che fuggono dalla violenza ed affrontano tante difficoltà di integrazione sociale e si scontrano con i problemi del narcotraffico. A ciò si somma inoltre la mancanza di risorse che colpisce in maniera evidente la qualità del settore educativo rivolto ai bambini più poveri. “Benché la Campagna Munera sia soltanto una goccia d’acqua in mezzo ad un oceano di necessità, - si legge nel comunicato - rappresenta uno sforzo della Chiesa nell’Ecuador per motivare tutti i fedeli alla solidarietà, ad imitazione di Cristo che diede la propria vita affinché noi avessimo vita in abbondanza”. (A.L.)

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    Angola: secondo la Chiesa la visita del Papa galvanizzerà l’intero Paese

    ◊   Gli angolani considerano la prossima visita di Benedetto XVI nel loro Paese “come un grande momento di conferma della fede e vedono in questo gesto del Papa un modo per onorare questa nazione, che ha ricevuto il Vangelo e il primo battesimo 500 anni or sono”: è quanto ha spiegato il nunzio apostolico in Angola mons. Angelo Beccio. Alle sue parole hanno fatto eco le dichiarazioni del vescovo della diocesi di Sumbe, mons. Benedito Roberto: “La Chiesa si prepara a ricevere il Papa con calore e amore, ricordando i primi missionari che hanno portato il Vangelo ai re del Congo” ha affermato il presule. Secondo il cardinale Alexandre do Nascimento la visita del Papa sarà un momento galvanizzante e dello stesso parere sono diversi deputati dell’Assemblea Nazionale. “Credo che la sua visita in Angola – ha detto Castro Maria di Benedetto XVI – darà motivazioni e coraggio al popolo angolano”. Per il deputato l’arrivo del Papa prova l’interesse dello stesso ai problemi degli angolani, per questo Maria suggerisce ai propri connazionali di accogliere il Pontefice a cuore aperto, indipendentemente dalla propria confessione religiosa. Per Adélia de Carvalho la presenza del Papa avrà un effetto consolidante per il popolo angolano che ha vissuto tre decenni di guerra. Deputata e docente di Relazioni Internazionali alla Facoltà di Lettere dell’Università Agostinho Neto, Adélia de Carvalho ritiene che la presenza del Papa avrà importanti ripercussioni sulla necessità del consolidamento dei valori morali. “Se fissiamo lo sguardo sulle ultime dichiarazioni del Papa, ci accorgeremo che richiamano il mondo alla pace, alla stabilità e al rispetto fra le Nazioni” ha osservato Alda Sachiambo che attribuisce un’enorme importanza alla visita del Papa, non soltanto perché si tratta del rappresentante supremo della Chiesa cattolica, ma anche per il fatto che egli è un messaggero di pace. (T.C.)

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    Il cardinale Lajolo a Tucson visita la Specola Vaticana

    ◊   Il cardinale Giovanni Lajolo, presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e del Governatorato dello Stato della  Città  del Vaticano, sarà fino a sabato a Tucson, ospite dell'Università  di  Arizona,  per  una  visita  al  Vatican observatory research group (Vorg), sede distaccata  della  Specola Vaticana. L'iniziativa, in coincidenza dell'Anno internazionale dell'astronomia  - inaugurato ufficialmente il 15 gennaio scorso presso  la sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per  l'educazione,  la  scienza  e la cultura (Unesco) - è  il  segno  dello "speciale interesse che la Santa Sede ha  verso questo suo unico istituto di ricerca scientifica", come  sottolinea  il gesuita José Funes, direttore della Specola Vaticana. Il porporato, dopo aver visitato gli uffici del Vorg - fondato nel 1981 come secondo centro di ricerca della Specola dopo quello di Castel Gandolfo - parteciperà all'annuale seminario della Vatican observatory foundation, alla presenza degli astronomi gesuiti della Specola, alla riunione del consiglio di amministrazione e al successivo incontro con i benefattori della fondazione. Il cardinale Lajolo – ricorda l’Osservatore Romano - incontrerà anche il personale tecnico dello Steward observatory dell'Università di Arizona, responsabile del progetto e della costruzione del telescopio vaticano a tecnologia avanzata (Vatt), inaugurato nel 1993 sul Monte Graham. Si tratta del primo telescopio per osservazioni nelle gamme ottiche e infrarossa facente parte del programma Mount Graham international observatory (Mgio), che prevede la costruzione di alcuni dei più grandi e sofisticati telescopi del mondo. È anche il primo telescopio dotato di uno specchio realizzato con la nuova tecnologia del forno rotante, ideata per la costruzione di grandi specchi, rigidi e relativamente leggeri. Questo strumento consente agli astronomi della Specola di sviluppare programmi di ricerca a lungo termine che non era stato possibile realizzare nella sede di Castel Gandolfo prima del 1981. (A.L.)

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    Intervento di mons. Marchetto su "emigrazione e speranza"

    ◊   "Ogni storia di migrazione è legata alla speranza: a quella di trovare altrove migliori condizioni di vita per sé e per la propria famiglia, ma anche quella di poter un giorno tornare nella propria patria". Lo ha affermato l'arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, intervenendo questa mattina sul tema “Emigrazione e speranza” all’incontro di studio promosso dall’Associazione internazionale “Carità e Politica”, presso Caritas Internationalis, in Vaticano. Durante l'incontro, organizzato a conclusione di un ciclo di conferenze sull’enciclica di Benedetto XVI "Spe Salvi", il presule ha infatti osservato che emigrazione e speranza formano “un binomio inscindibile”. Se “non può esserci emigrazione senza la speranza e il desiderio di una vita migliore, di lasciarsi dietro la 'disperazione' di un lavoro che non c’è e di un futuro impossibile da costruire”, al tempo stesso “i viaggi sono animati dalla speranza del ritorno, dal momento che le fatiche e la difficile vita del migrante sembrano più facili da sopportare se, un giorno, si potrà tornare a casa”, ha osservato. L'arcivescovo ricorda che l'enciclica papale prende l’avvio dalle parole che San Paolo indirizza alla comunità cristiana di Roma, “Spe salvi facti sumus” (Rm 8,24) – “nella speranza siamo stati salvati” –, “per spiegare che in tale espressione è racchiuso il senso della fede in Cristo e, quindi, anche della redenzione, proprio perché essa – la salvezza – è offerta nella speranza”. La speranza cristiana, osserva, “riguarda certo in modo personale ciascuno di noi, la salvezza eterna del nostro io e la sua vita in questo mondo”, ma è anche “speranza comunitaria, speranza per la Chiesa e per l’intera famiglia umana, è cioè sempre essenzialmente anche speranza per gli altri; solo così essa è veramente speranza anche per me”. La sollecitudine pastorale della Chiesa verso i migranti, ha sottolineato il presule, ha proprio questo compito e questa forza, cioè generare speranza. “E' la speranza umana che illumina le vie dell’emigrazione e che rende possibile sopportare anni di fatica, lavori umilianti e condizioni di vita proibitive. Alcuni falliscono, ma altri riescono e ricostituiscono possibilità di vita per sé e per i propri figli, senza dimenticare che lo sviluppo e il benessere di molti Paesi, nel mondo, sono stati costruiti proprio da migranti capaci di avere speranze, di nutrirsi di sogni e di credere alle promesse. Così, essi hanno dato un notevole contributo sia ai Paesi d’origine che a quelli d’accoglienza: si compiono in tal modo anche le speranze delle Nazioni e non solo quelle individuali e familiari”. “Le nostre comunità cristiane devono diventare grandi nell’amore che dà speranza e che va oltre le pur legittime speranze terrene, poiché queste ultime sono tali che, una volta raggiunte, vengono già superate e non riescono a permeare di quella gioia che può venire solo dall’Alto, dall’Eterno”. (R.P.)

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    Italia: associazioni cattoliche chiedono “modifiche al Ddl sulla sicurezza” in tema di immigrazione

    ◊   “Garantire il rispetto e la dignità delle persone divenga il primo obiettivo di leggi giuste che diano sicurezza e serenità a tutti i cittadini”. E’ quanto affermato ieri da alcune associazioni cattoliche italiane (Acli, Centro Astalli, Comunità Papa Giovanni XXIII, Caritas Italiana, Migrantes, Comunità di Sant’Egidio) in vista del ritorno alla Camera del Ddl sulla sicurezza approvato dal Senato ad inizio febbraio. In un incontro a Palazzo Marini - di cui riferisce l’agenzia Sir - con i membri della Commissione Affari Costituzionali e i capigruppo alla Camera dei deputati, le organizzazioni cattoliche hanno chiesto modifiche al Ddl su aspetti “fondamentali” della vita degli immigrati, tra cui il matrimonio, le cure mediche, la residenza, la ‘tassa’ sui permessi di soggiorno, il reato di clandestinità, il prolungamento della permanenza nei Centri di identificazione ed espulsione. Solo una “legge giusta” potrà davvero rendere più sicuri i cittadini, hanno spiegato i rappresentanti delle associazioni ribadendo - come avevano fatto prima della discussione al Senato - che “alcune tra le norme proposte, se approvate, influiranno negativamente sulla vita e la dignità delle persone e persino sul bene della sicurezza” che si intende tutelare. Tra queste, il reato d'ingresso e permanenza illegale sul territorio italiano. Se approvato, lo Stato “sarebbe costretto a celebrare” “decine di migliaia di processi che si concluderanno, in caso di condanna, con la comminazione di una sostanziosa pena pecuniaria di fatto inesigibile a carico di persone non abbienti”. Inoltre, il Ddl prevede - sia per i residenti italiani sia per gli stranieri - il divieto di iscrizione anagrafica in mancanza della disponibilità di un alloggio idoneo dal punto di vista igienico-sanitario. Un progetto irrealizzabile in quanto molte abitazioni italiane ne sono sprovviste, che lascerebbe “senza residenza un’ampia porzione della popolazione”. Altro punto non condiviso, la possibilità della segnalazione da parte dei medici dell'irregolarità di uno straniero che si presenta per essere curato, che “indurrà molti cittadini stranieri a non farsi curare” mortificando il “diritto fondamentale alla salute e alle cure mediche” ed esponendo “la pubblica salute ai maggiori rischi sanitari causati dal diffondersi di patologie non curate”. Tra i punti evidenziati anche la difficoltà del trasferimento legale del denaro che richiede all’utente straniero l’esibizione del permesso di soggiorno, e la limitazione dei diritti della famiglia, prevedendo per lo straniero privo del permesso di soggiorno l’incapacità al matrimonio con effetti civili. (R.G.)

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    Cina: diverse comunità cattoliche hanno iniziato la Quaresima in una nuova chiesa

    ◊   In vista della Quaresima, durante il mese di febbraio, diverse comunità cattoliche cinesi hanno consacrato la loro nuova chiesa o completato i lavori di restauro di quelle più vecchie, trasferendosi così per le celebrazioni quaresimali nel luogo di culto rinnovato. Secondo alcuni sacerdoti del continente “questo ha permesso di prepararsi, materialmente e spiritualmente, a vivere bene la Quaresima". Tra le informazioni raccolte dall’agenzia Fides sulla consacrazione o riapertura di chiese, si ricorda la nuova chiesa della parrocchia di Lin Cun Kou della diocesi di Han Dan, della provincia di He Bei, svoltasi il 20 febbraio; dopo la solenne processione Eucaristica con il Santissimo Sacramento verso la nuova chiesa e il rito di Consacrazione, oltre 300 fedeli hanno ricevuto la Confermazione dal Vescovo diocesano Mons. Yang Xiang Tai. Sono stati invece oltre 1.500 i fedeli che il 4 febbraio hanno preso parte della consacrazione della nuova chiesa della parrocchia di Xin Li Cun, della diocesi di Hong Dong della provincia di Shan Xi, presieduta da mons. Huo Cheng, vescovo della vicina diocesi di Fen Yang, insieme ad una quarantina di sacerdoti concelebranti. Inoltre circa 400 fedeli, tra cui anche non cattolici, della parrocchia di Dong Xu Cun di Xing Tai, della provincia di He Bei, hanno partecipato alla consacrazione della loro chiesa il 5 febbraio. E infine oltre mille fedeli hanno partecipato alla consacrazione della parrocchia di Nan Zhao Cun del distretto di Luan Cheng, della diocesi di Shi Jia Zhuang della provincia di He Bei, dedicato al Sacro Cuore della Misericordia. (R.P.)

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    Quaresima: i vescovi portoghesi chiedono più solidarietà con i poveri

    ◊   La crisi economica e la solidarietà con i più poveri è il tema dominante nei messaggi di Quaresima dei vescovi del Portogallo. Come riferisce l'agenzia portoghese , la maggior parte delle Lettere episcopali esortano i fedeli ad approfittare di questo periodo di preghiera ed elemosina per aiutare le famiglie più bisognose e aumentare gli aiuti al Terzo Mondo. Per questo le diocesi hanno individuato iniziative concrete, cui destinare le offerte dei fedeli. L'arcidiocesi di Lisbona ha costituito un fondo di aiuti per aiutare le Chiese povere del mondo, e i bambini a rischio sociale attraverso la Casa do Gaiato di San Antonio de Tojal. In proposito il cardinale José Policarpo, patriarca di Lisbona, ricorda ai fedeli che “si digiuna per amare” e che il digiuno “aiuta a prendere coscienza” della situazione di tanti fratelli. Da parte sua, il vescovo di Santarém, Manuel Pelino, richiama l'attenzione dei fedeli sull' “aumento del numero dei bisognosi” nel Paese e chiede che le elemosine per le Caritas parrocchiali per dare risposta ai soprattutto all'indebitamento delle famiglie. Anche mons. Jorge Ortiga, arcivescovo di Braga, ha disposto un aumento di fondi per la Caritas, sollecitando una risposta da parte dei cristiani, che “non possono – sottolinea mons. Manuel Quintas, vescovo dell'Algarve - rendersi sordi davanti al clamore dei poveri o chiudere il cuore di fronte alla sofferenza altrui”. I vescovi chiedono pure di non dimenticare i Paesi lusofoni del Terzo Mondo, soprattutto Angola, Mozambico e São Tomé e Príncipe, con cui da anni le diocesi portoghesi mantengono vincoli di cooperazione. Oltre agli appelli alla solidarietà, i presuli portoghesi sollecitano nell’attuale periodo di crisi una revisione interiore. Per mons. Pelino, in questo mondo “chiuso nell'individualismo, legato ai preconcetti, basato sull'ostentazione e sulla vanità esteriore ma privo di valori spirituali” è necessario un cambiamento, e per questo invita a “mettere in pratica uno stile di vita più semplice e austero, meno consumistico e meno egoista”. “E' davvero un mondo vecchio, senza fiducia nel futuro, in cui ciascuno vive per sé, aumenta il numero degli anziani e diminuisce quello dei bambini”, ha aggiunto. “Un mondo così non ha né fascino né futuro”. Mons. Januário Torgal Ferreira, vescovo delle Forze armate, richiama “alla coerenza e alla moderazione”, mentre mons. António de Sousa Braga, vescovo di Angra, crede che sia giunto il momento di compiere “un salto di qualità nella civiltà umana”. Per il presule, digiunare “non significa solo astenersi dagli alimenti. Il digiuno costituisce un appello ad una sobrietà di vita, a contenere i consumi, in vista di una maggiore generosità e di un maggiore aiuto reciproco, tanto necessario nel mondo” odierno. (R.G.)

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    Spagna: lettera quaresimale collettiva di quattro diocesi sulla Parola di Dio

    ◊   “Accogliere e trasmettere la parola di Dio”: é il titolo di una lettera quaresimale firmata dall’arcivescovo di Pamplona-Tudela e dai vescovi di Bilbao, Pamplona e San Sebastián. Lo scopo generale della lettera, come si deduce dal titolo, é doppio: stimolare i credenti a mettere la Bibbia al centro della loro vita di fede, e di incoraggiarli alla diffusione più ampia possibile dei testi sacri nella vita sociale. Il documento é lungo 35 pagine e va diviso in sette capitoli: nell’introduzione si fa riferimento all’ultimo Sinodo dei vescovi che ha avuto come tema centrale proprio la parola divina e alla celebrazione in corso dell’Anno Paolino. Si afferma con preoccupazione che, nonostante alcuni evidenti progressi durante gli ultimi anni riguardo alla lettura della Bibbia, solo nel 2% di esse si legge il testo con una certa assiduità. Nella parte dottrinale, la lettera spiega come Dio stesso si manifesta attraverso la Parola, per aggiungere che questa parola è efficace e attuale per se stessa. La Parola si comunica ai singoli fedeli, si fa presente alla comunità nell’eucaristia, e diventa l’anima di tutta la chiesa universale. I fedeli sono chiamati ad essere testimoni della Parola. La lettera offre poi un’analisi dei diversi atteggiamenti nei confronti dell’interpretazione ed applicazione dei testi sacri, ed infine si rivolge ai diversi componenti della comunità ecclesiale, cominciando dai vescovi, con suggerimenti molto specifici sul modo in cui, ciascuno secondo il suo ruolo nella comunità, é chiamato a vivere e a diffondere il messaggio della Parola divina. In questo ultimo capitolo vengono formulate considerazioni specifiche che riguardano la famiglia, la scuola, i mezzi di comunicazione, le omelie o gli insegnanti. E’ un documento che partendo da un’analisi sulla posizione oggi della Bibbia nella comunità dei credenti e nella società, offre un piano di azione pastorale in favore di una maggiore presenza e diffusione della Parola nella Chiesa e nella società. Il documento é stato pubblicato ieri, Mercoledì delle ceneri. (Dalla Spagna, Ignacio Arregui)

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    La Chiesa francese stanzia 490 mila euro per l'ospedale di Gerusalemme Est

    ◊   Un segno per “testimoniare che la pace, il rispetto e la comprensione tra i popoli sono sempre possibili”. Così mons. Bernard Housset, vescovo di La Rochelle et Saintes e presidente del Consiglio per la solidarietà della Conferenza dei vescovi di Francia, presenta la decisione di devolvere 490 mila Euro per l’ampliamento dello ospedale San Giuseppe di Gerusalemme Est. La struttura accoglie malati senza fare alcuna distinzione di provenienza etnica e religiosa, e quindi cristiani e musulmani, ebrei e arabi, diventando per la regione un “segno molto forte – si legge nella nota di mons. mons. Bernard Housset ripresa dal Sir – se si conosce il contesto di tensione che si vive in Medio Oriente”. L’ospedale ha in progetto un'estensione della struttura per i “bisogni vitali e crescenti” a cui deve rispondere. Il Consiglio episcopale per la solidarietà è composto da 15 organismi cattolici (tra cui Aiuto alla Chiesa che soffre, Secours Catholique, Terre Solidaire, Opera di Malta) i quali hanno deciso di contribuire finanziariamente alla estensione della struttura sanitaria, con donazioni che saranno distribuite nell’arco di tre anni. (R.P.)

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    Indonesia: messaggio quaresimale dei vescovi del Borneo

    ◊   “Ricostruiamo il Kalimantan come creazione di Dio nella varietà della vita”: è il titolo del messaggio per il periodo di Quaresima diffuso dai responsabili della Chiesa cattolica di questa vasta regione del Borneo indonesiano. Nell’appello rivolto ai fedeli dell’arcidiocesi di Pontianak i presuli del Kalimantan hanno sottolineato i temi della preservazione dell’equilibrio ambientale e della difesa delle coltivazioni tradizionali contro i progetti di sfruttamento intensivo dei terreni. Kristianus Jumpat, segretario esecutivo della commissione per lo sviluppo socio economico dell’arcidiocesi di Pontianak, ha affermato che fino a oggi molti contadini ancora non sono coscienti pienamente degli effetti ambientali negativi che causano le coltivazioni intensive. Ancora credono – ha aggiunto Kristianus Jumpat – alle promesse di vantaggi economici che vengono fatte loro dai rappresentanti locali delle grandi società multinazionali. Per indurre i contadini a continuare le coltivazioni tradizionali compatibili con l’ambiente della foresta equatoriale, i volontari cattolici dell’arcidiocesi di Pontianak hanno organizzato fin dal 2004 corsi di formazione agraria cui ha partecipato oltre un migliaio di contadini. Nei corsi – ha ricordato l’Osservatore Romano – si sono anche insegnati metodi per produrre fertilizzanti organici, per allevare il bestiame e per reinvestire proficuamente i guadagni. (A.L.)

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    Kenya: l’Università Cattolica dell’Africa Orientale celebra il 25.mo di fondazione

    ◊   Ha cominciato con 21 studenti; oggi, l’Università Cattolica dell’Africa Orientale (CUEA) conta più di 6mila iscritti. Un risultato non da poco, raggiunto in 25 anni dalla fondazione. Per celebrare questo importante avvenimento, si sono aperte nei giorni scorsi le manifestazioni giubilari che dureranno per l’intero 2009. Il primo atto delle celebrazioni - riferisce l'agenzia Cisanews - è stata l’inaugurazione di un nuovo campus a Nairobi, pronto ad accogliere 700 studenti. “Dobbiamo ringraziare il Signore per aver sostenuto la nostra Università in questi 25 anni”, ha detto, nel corso della cerimonia, mons. Tarcisio Ziyaye, rettore della CUEA e presidente dell’AMECEA, ovvero l’Associazione dei membri delle Conferenze episcopali dell’Africa Orientale. Ribadendo che l’Università è aperta a tutto “il popolo di Dio proveniente dalla regione dell’AMECEA ed oltre”, il presule ha poi espresso l’auspicio di poter dare il benvenuto a studenti e docenti di tutte le religioni. “Tuttativa – ha aggiunto mons. Ziyaye – essendo il nostro un ateneo cattolico, è importante e necessario mantenerne l’identità. L’Università deve essere ispirata ai principi cristiani, difendere i valori evangelici e promuovere l’unità”. Quindi, il rettore della CUEA ha ricordato l’obiettivo primario della struttura, ovvero “la formazione integrale degli studenti per favorire lo sviluppo loro e di tutte quelle attività basate su Cristo ed il Vangelo”. infine, il vice-rettore, prof. John Mavirii, ha elencato le linee-guida delle celebrazioni giubilari: durante l’anno, ogni facoltà terrà numerose conferenze che porteranno esponenti di altre istituzioni a riflettere “sull’educazione universitaria, le sue aspettative e il suo sviluppo cruciale”. (I.P.)

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    Raduno dei medici cattolici in Vietnam

    ◊   Domenica prossima, in Vietnam ricorre la Giornata dei medici. In vista di questa celebrazione, domenica scorsa, presso il Centro di cultura religiosa di Città di Ho Chi Minh, si è tenuto il raduno annuale dei medici cattolici. Nell’occasione il dottore Đào Y Tách, rappresentante dei medici, ha informato sulle attività dei vari gruppi nel corso del 2008, particolarmente di quelli che curano i pazienti di lebbra e sieropositivi, e di quelli che fanno le visite mediche gratuite ai poveri nelle zone più isolate. Dopo questo resoconto, il vescovo ausiliare Pietro Nguyễn Văn Khảm ha approfondito il concetto di "persona umana" secondo il pensiero della Chiesa. "Accettando il paziente come persona umana il medico coscienzioso - ha detto - lo aiuterà non solo a scegliere le cure più adeguate , ma anche ad essere ben inserito nelle strutture sociali". Il rettore del seminario di san Giuseppe, mons. Ernest Nguyễn Văn Hưởng ha presieduto l’Eucaristia. All’omelia, il padre redentorista Lê Quang Uy ha voluto ricordare i protocolli tipici di un “ospedale di Dio” e la necessità di proteggere la vita umana. L’associazione dei medici cattolici dell’arcidiocesi di Ho Chi Minh, è stata fondata dal cardinale Phạm Minh Mẫn nel 2002. Vi aderiscono 600 medici. (K.D.)

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    Cresce in Italia la domanda di pedofilia on line: la denuncia di “Telefono Arcobaleno”

    ◊   Una classifica della vergogna che vede Stati Uniti, Germania, Russia, Regno Unito ed Italia ai primi cinque posti per il maggior numero di utenti Internet coinvolti nel mercato della pedofilia on line. Un turpe traffico di domanda ed offerta di bambini orrendamente abusati. Nell’ultimo report internazionale l’associazione “Telefono arcobaleno” (www.telefonoarcobaleno.org), lancia particolare allarme sull’Italia, dove cresce la domanda di bambini-oggetto di merce sessuale. “Questo vuol dire che tante più persone in Italia acquistano o scambiano immagini e filmati di bambini già vittime di violenze”, denuncia Giovanni Arena, presidente di Telefono Arcobaleno - ammonendo dal considerare questa realtà estranea al proprio mondo domestico e dal pensare che i propri figli siano certamente al sicuro, invitando a considerare alcuni recenti “tristi fatti di cronaca” riflesso di quanto si manifesta in Rete. Nel suo Report Telefono Arcobaleno indica che quasi l’80% delle vittime di pedofilia ha meno di 9 anni ed oltre il 40% ha meno di 7 anni. A quando - ci si chiede - un’adeguata presa d’atto di questo crimine orrendo, che trova nella Rete risonanza e complicità troppo spesso impunite? A quando efficaci risposte di contrasto da parte delle autorità di Governo dei Paesi coinvolti? (A cura di Roberta Gisotti)

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    Nuove opportunità per il giornalismo che cambia nel libro “Penne digitali 2.0”

    ◊   Come cambia il giornalismo tra media tradizionali, blog e social network. Un tema di grande attualità. Se ne è parlato ieri alla Federazione della stampa a Roma, in occasione della presentazione del libro: “Penne digitali 2.0”. Autori, Carlo Baldi e Roberto Zarriello. Edito a cura del Centro di documentazione giornalistica. Un vademecum di teorie e tecniche per il giornalista, con preziosi suggerimenti su come fare informazione online nel tempo del giornalismo diffuso e dei danni da mala informazione. Non vedete che la Rete vi sta ammazzando? Non c’è più bisogno della vostra mediazione giornalistica. Un'opinione diffusa confutata, sin dalle prime battute del dibattito, da Roberto Natale, presidente della Federazione della stampa. Certo, sarebbe impensabile porre un freno alla libertà di espressione dei siti web. E’ un diritto sancito dalla Costituzione. Ma – e qui cita il libro “Penne digitali 2.0”, “fare informazione e dare informazioni” non sono la stessa cosa. Fare informazione è un’attività professionale. Oggi più che mai c’è bisogno della mediazione giornalistica per orientare nel mare-magnum delle informazioni sul web. E’ un compito specifico. Certo è un mestiere, quello del giornalista, che sta evolvendo con grande rapidità. Con l’informazione 2.0, l’utente acquista sempre maggiore peso - ha rilevato Roberto Zarriello, uno degli autori del libro - si sono moltiplicate le possibilità di far sentire la propria voce. Rinasce un pubblico attivo. Ciò richiede al giornalista una conversione mentale, più motivazione, capacità di ascolto”, ha osservato Giuseppe Smorto, di "Repubblica on line". Il giornalista non viene usurpato dal contenuto generato dagli utenti: lo accoglie, lo valuta, lo utilizza”. Per i giovani i cosiddetti “nati digitali”, è tutto più facile. Ma ha stupito tutti l’intervento di Sergio Lepri, direttore per anni dell’agenzia Ansa. Quasi novantenne sta scrivendo un libro digitale, multimediale e interattivo. Lo pubblica man mano che lo scrive. Dal dialogo con gli utenti orienta ciò che scrive. “Ora – come ha evidenziato ancora Smorto - abbiamo la possibilità in tempo reale di capire quale è lo spirito del tempo”. (A cura di Carla Cotignoli)

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    24 Ore nel Mondo



    Pechino respinge i dati del Dipartimento di Stato Usa sui diritti umani in Cina

    ◊   La Cina ha respinto il Rapporto annuale del Dipartimento di Stato americano sui diritti umani, definendolo “irresponsabile” e “senza alcun fondamento”. L'agenzia governativa Nuova Cina scrive che il rapporto, diffuso pochi giorni dopo la visita in Cina del segretario di Stato Hillary Clinton, “ignora deliberatamente i fatti e li distorce”, oltre a “non tenere conto degli sforzi fatti dalla Cina, che sono largamente riconosciuti dalla comunità internazionale”. Il Rapporto afferma che la situazione dei diritti umani in Cina “rimane negativa e si è aggravata in alcune aree”, citando “la repressione delle minoranze etniche nelle regioni del Xinjiang e del Tibet”. Il Dipartimento di Stato critica anche le “persecuzioni” subite dai dissidenti e dai loro avvocati, in particolare nel periodo che ha preceduto i Giochi Olimpici di Pechino.

    Oggi la prima proposta di legge di bilancio del presidente Usa Obama
    Nella sua prima proposta di legge di bilancio, che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si appresta a presentare oggi, sono incluse misure per portare nell'arco di 10 anni ad un ammontare complessivo di 634 miliardi di dollari le spese governative per la copertura sanitaria. Lo ha anticipato il New York Times, che cita fonti della amministrazione Obama. La cifra, secondo gli esperti, equivale a circa la metà di quella necessaria a garantire l'assistenza sanitaria a tutti gli americani. La proposta di Obama, secondo quanto riportato sul sito del New York Times, si fonda su un mix tra riduzioni fiscale per il ceto medio e aumento della pressione fiscale per le categorie a reddito più elevato. Obama nei giorni scorsi aveva sostenuto che la sua manovra è in grado di ridurre il deficit americano di quasi due terzi nell'arco di quattro anni, portandolo dagli attuali 1.500 miliardi di dollari a 533 miliardi di dollari nel 2013. Secondo la CNN, il presidente statunitense chiederà oggi, nella sua prima proposta di bilancio, che vengano stanziati 200 miliardi di dollari nei prossimi 18 mesi per finanziare gli interventi militari in corso all'estero.

    La Francia per un dialogo tra Usa e Cuba
    La Francia vuole essere il “motore” di un dialogo fra L'Avana e Washington. Lo ha detto ieri sera a Cuba l'emissario speciale del presidente francese, Jack Lang, dopo essere stato ricevuto dal presidente cubano, Raul Castro. Lang ha detto di essere stato a colloquio con Raul Castro per “più di due ore e un quarto”, in un clima “diretto e amichevole”, nel quadro di una missione di sei giorni che mira a stabilire relazioni “più chiare, più forti, più calorose” tra la Francia e l'isola caraibica. “La Francia e il suo presidente - ha detto l'inviato - auspicano di essere uno dei motori del dialogo fra l'Europa e l'America latina. La Francia auspica di facilitare il dialogo in particolare fra Cuba e gli Stati Uniti, essere un motore di questo dialogo”. “L'elezione di Barack Obama - ha aggiunto Lang - costituisce un cambiamento politico importante”.

    Il segretario di Stato Usa a Bruxelles il 6 marzo
    Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, avrà un incontro il 6 marzo a Bruxelles con la troika Ue, composta dai rappresentanti della presidenza di turno, della Commissione Ue e dall'alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Javier Solana. Lo hanno riferito fonti europee, ricordando che il segretario di Stato Usa sarà a Bruxelles per la riunione dei ministri degli Esteri della Nato, che si terrà il 5 marzo.

    In Italia
    È legge la norma che punta a introdurre efficienza e trasparenza nella pubblica amministrazione italiana e che è passato sulla stampa come provvedimento contro i "fannulloni". Il Senato ha approvato, in via definitiva, con 154 voti a favore, un solo voto contrario - mentre le opposizioni non hanno votato - il provvedimento che era alla sua terza lettura dopo esser stato modificato dalla Camera. Si conclude così l'iter di un disegno di legge che fin dall'inizio, in ottobre, è stato sotto i riflettori della cronaca per le annunciate sanzioni contro chi si dà con troppa facilità per malato e che avevano portato spontaneamente ad una drastica riduzione delle assenze sui luoghi di lavoro. “Con questa legge i dipendenti pubblici saranno chiamati a fare bene il loro lavoro. Quelli bravi non avranno nessun problema, i fannulloni, invece, dovranno fare qualche riflessione”, ha avvertito il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, promotore della legge.

    Kosovo
    Un'esplosione, che ha provocato solo danni materiali senza fare vittime, è avvenuta nella tarda serata di ieri a Pristina. Come ha riferito nella notte una fonte della polizia, un ordigno è esploso poco dopo le 22.30 in una zona commerciale della capitale kosovara. “Vi sono stati solo danni materiali, nessuno è rimasto coinvolto”, ha detto il portavoce della polizia, Arber Beka. Sull'incidente indagano la polizia e la Forza Kfor della Nato.

    Pakistan
    Cresce la tensione politica in Pakistan dove la Corte suprema ha deposto un governo provinciale controllato da Nawaz Sharif, che è al momento il principale rivale del premier, Asif Ali Zardari (vedovo dell'ex premier assassinato Benazir Bhutto). La polizia ha infatti impedito nella città di Lahore una manifestazione di sostenitori di Sharif, dopo l’invalidamento delle elezioni nel Punjab, che avevano visto vincitore il fratello più giovane di Sharif, Shahbaz. Sulla gravità di questa lotta di potere in Pakistan, Stefano Leszczynski ha intervistato Francesca Marino, esperta di Asia per la rivista di geopolitica Limes:

    R. - E’ un brutto segnale perché mostra le crepe che il cosiddetto governo democratico ha fin dall’inizio. Dopo un anno, la situazione è peggiorata.

     
    D. - Una delle principali dispute politiche tra il presidente Zardari e Sharif è su un territorio già di per sé piuttosto caldo come il Punjab…

     
    R. - Certo che in Punjub sono state sospese, per un periodo, una serie di attività da politiche gravi, sempre per evitare che Sharif nuocesse, in qualche modo, al governo. Sharif, però, ha al momento in Punjab sostenitori, quindi la situazione potrebbe peggiorare notevolmente.

     
    D. - In che modo l’interesse degli Stati Uniti è ancora forte, oggi, sul Pakistan?

     
    R. - Hanno ribadito che il pericolo più grosso, in questo momento, per gli Stati Uniti, è il Pakistan. I bombardamenti non sono altro che la continuazione della linea politica, tra l’altro concordata, pare, con Zardari. Si attende, appunto, di vedere effettivamente che cosa farà il presidente Obama, rispetto alle precedenti politiche.

     
    Medio Oriente
    Tre razzi Qassam, sparati da Gaza, sono caduti stamane in territorio israeliano senza causare vittime. Intanto, in una lettera aperta pubblicata oggi sul quotidiano britannico The Times, un gruppo di ex mediatori internazionali scrive che per arrivare alla pace in Medio Oriente è necessario abbandonare la politica “fallimentare” di isolare Hamas e coinvolgere invece direttamente nel processo di pace il movimento radicale islamico palestinese, che controlla la Striscia di Gaza. Un accordo di pace israelo-palestinese senza Hamas non sarà possibile”, scrivono gli undici mediatori firmatari della lettera, tra cui l'ex inviato in Medio Oriente per il Quartetto, Alvaro de Soto, l'ex ministro degli Esteri israeliano, Shlomo Ben-Ami, l'ex inviato dell'Ue in Bosnia, Paddy Ashdown, e l'ex ministro degli Esteri australiano, che mediò la pace in Cambogia, Gareth Evans. "Dalla sua vittoria in elezioni democratiche nel 2006, Hamas - si legge - ha conservato il suo sostegno nella società palestinese malgrado i tentativi di distruggerla attraverso embarghi economici, boicottaggi politici e incursioni militari. Questo approccio non funziona, bisogna trovare una nuova strategia”, dicono ancora i firmatari della lettera, concludendo di essere fiduciosi che con la nomina di George Mitchell a mediatore in Medio Oriente l'amministrazione Usa abbia adottato una “nuova strategia fondata sul realismo e non sull'ideologia”.

    Consultazioni per il governo in Israele
    Proseguendo i contatti per la formazione di un governo guidato dal Likud. Una delegazione di questo partito ha avviato oggi a Tel Aviv colloqui formali con due formazioni di estrema destra: Habayt Hayehudi (Casa Ebraica) e Ihud Leumi (Unione Nazionale). Ieri, i delegati del Likud avevano aperto i negoziati anche con i due partiti confessionali - Yahaduth HaTorà e Shas - e anche con Israel Beitenu (destra radicale) di Avigdor Lieberman. I negoziati con tutte queste formazioni sono nella fase iniziale, caratterizzata da un confronto di posizioni sulle questioni al centro del futuro programma di governo. Una coalizione di governo con questi partiti assicurerebbe al leader del Likud e premier designato, Benyamin Netanyahu, una maggioranza parlamentare di 65 deputati, quattro oltre il quorum minimo. Ma Netanyahu spera sempre di convincere il partito di maggioranza relativa Kadima, di Tzipi Livni, e quello laburista di Ehud Barak ad entrare in un governo di unità nazionale. Un'alleanza con la sola destra radicale legherebbe infatti fortemente le mani a Netanyahu, limitando la sua libertà d'azione politica soprattutto per quanto concerne i negoziati di pace con i palestinesi, e probabilmente condannerebbe il suo governo a una vita breve.

    Iraq
    Il ministro degli Esteri del Kuwait, Mohammad Al-Salem Al-Sabah, è a Baghdad per la prima visita istituzionale in Iraq dal 1990, anno in cui Saddam Hussein invase l'emirato petrolifero. In discussione con il governo iracheno, relazioni bilaterali e questioni di sicurezza e di economia. Il Kuwait ha finora ricevuto dall'Iraq 13,3 miliardi di dollari di risarcimento per l'invasione e l'occupazione del 1990-‘91. Intanto, continua a destare scalpore la fuga rocambolesca, attraverso le strettissime misure di sicurezza dell'aeroporto internazionale di Baghdad, del deputato iracheno, Muhammad al-Daini, ricercato dalle autorità locali perchè accusato di “atti di terrorismo”. E la violenza in Iraq non si placa: almeno due persone sono morte e dieci ferite per l'esplosione di un ordigno nei pressi dell'Università di Baghdad.

    Questione nucleare e Iran
    Nucleare iraniano ancora al centro delle polemiche internazionali, dopo l’annuncio dei primi test, questa mattina, del reattore nucleare di Bushehr. Il progetto già negli anni Novanta era stato contestato dagli Stati Uniti, che ha più volte attaccato la Russia, fornitrice del reattore agli iraniani. Molti osservatori parlano di un’ulteriore sfida lanciata dalla Repubblica islamica all’Occidente. Salvatore Sabatino ne ha parlato con il giornalista iraniano, Ahmad Rafat:

    R. - Io credo che proprio il nucleare di Bushehr, che è l’unico con il 100% di finalità civili in Iran, non debba essere vissuto come un fattore preoccupante, con l’inaugurazione di oggi - la pre-inaugurazione, senza carburante nucleare. Più preoccupanti sono le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da alcune autorità iraniane, tra cui il presidente dell’Ente nucleare - il quale ha parlato di 6 mila centrifughe già in funzione - come pure l’ultima relazione di Mohammed al Baradei, il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia nucleare, che ha affermato - lui che è sempre molto cauto - che l’Iran ormai ha l’uranio arricchito, e ne ha una quantità che gli permetterebbe entro un anno, dodici mesi, di costruire la sua prima bomba atomica.

     
    D. - A questo punto, il problema fondamentale è che dal nucleare civile a quello militare il passaggio è breve. L’Iran, oggi, può essere davvero considerato un pericolo?

     
    R. - Io credo che qualsiasi Paese che abbia un’energia nucleare non pacifica sia un pericolo per tutti. L’Iran ancora di più perché è un Paese politicamente instabile, e credo che molte mosse fatte in questi giorni, gli annunci e anche questa stessa pre-inaugurazione siano un fattore che dimostra quello che sta succedendo all’interno dell’Iran. L’Iran si sta avviando alla campagna elettorale per eleggere il presidente nel mese di giugno, e queste cose sono anche mosse elettorali da parte dell’attuale presidente, Mahmud Ahmadinejad, per dimostrare che lui è stato un presidente capace di dare uno "schiaffo" all’Occidente senza che questo abbia reagito.

    Bangladesh
    Si è conclusa la rivolta del corpo dei Bangladesh Rifles (Bdr) con la resa dei paramilitari all'esercito e il rilascio di tutti gli ostaggi. L'ammutinamento era scoppiato ieri nella caserma dell'unità paramilitare preposta alla sicurezza delle frontiere. Secondo il viceministro della Giustizia, nella sparatoria avvenuta all’inizio della rivolta sono rimasti uccisi 50 ufficiali. La rivolta era legata a richieste salariali. Il premier, Sheikh Hasina, ha promesso diverse concessioni e l'amnistia per gli insorti.

    Lettonia
    Il presidente lettone, Valids Zatlers, ha annunciato che l’incarico di formare il nuovo governo è stato affidato a Valdis Dombrovskis. Ex ministro delle finanze, 37 anni, giovane eurodeputato e membro del partito conservatore Nuova Era, Dombrovskis, finora all’opposizione, cercherà di sfruttare le dimissioni rassegnate la scorsa settimana dal premier, Ivars Godmanis. La Lettonia, 2,3 milioni di abitanti, si trova a fronteggiare una crisi economica senza eguali, dopo aver ottenuto nel 2008 un prestito d'emergenza dal Fondo monetario internazionale e dall'Unione europea per 7,5 miliardi di euro.

    Grecia
    Dopo i problemi con il carovita, adesso è la corruzione politica a preoccupare i cittadini greci. È quanto rilevato da un sondaggio effettuato dall’Università economica di Atene. Emerge che il 73% dei quasi cinquemila intervistati ritiene che le autorità non siano pronte a combattere il fenomeno. Ma le colpe sono distribuite. Sempre secondo i cittadini per il 50% il principale responsabile della corruzione è il governo, con a capo i deputati. Questi scandali economici hanno provocato l’esclusione dall’attuale governo di tre ministri del centrodestra di Costas Karamanlis.

    Immigrazione
    I ministri dell'Interno Ue discutono la proposta congiunta di Italia, Malta Grecia e Cipro per un maggiore coordinamento nella gestione dei flussi di immigrazione nel Mediterraneo. I ministri sono a confronto anche dell'accoglimento dei detenuti di Guantanamo.

    Sahara Occidentale
    Dopo la bufera scatenata dal suo predecessore, Peter van Walsum, accusato di parzialità, Christoper Ross, nuovo inviato Onu per il Sahara occidentale, sembra aver riaperto le speranze tra la popolazione saharaoui ma anche in Algeria, da sempre al fianco degli indipendentisti del Fronte Polisario. Tutta la stampa algerina dà oggi un grande rilievo alla prima visita nella regione di Ross che, dopo Rabat e i campi profughi saharaoui nel sud dell'Algeria, ha fatto tappa ad Algeri. “L'ottimismo di Christopher Ross”, titola in prima pagina El Watan, che sottolinea l'importanza della missione “per rilanciare negoziati tra Fronte Polisario e Marocco per una soluzione che garantisca il diritto del popolo saharaoui all'autodeterminazione”. “Ross conclude una missione promettente in Maghreb” - fa eco, sempre in prima pagina, Liberte” - e “appoggia il referendum per l'autodeterminazione del Sahara occidentale”. “Durante la mia tournee”, ha dichiarato Ross al termine della sua visita nella capitale algerina, “ho trovato elementi di sincerità, rispetto, maturità e ottimismo”. “È con questi fondamenti della diplomazia che lascio l'Algeria”, ha aggiunto, annunciando “una visita anche in Mauritania il più presto possibile”. Oggi Ross sarà a Madrid e poi a Parigi.

    Australia
    Dopo le scuse agli aborigeni australiani dello scorso anno, arriva anche il Rapporto del premier sui progressi compiuti in ambito di integrazione e dialogo. Il servizio di Antonio D’Agata:
     Secoli di ingiustizie, poi le storiche scuse e adesso la "pagella" del premier laburista, Kewin Rudd, su quanto fatto di buono. Si ricompone così il puzzle degli aborigeni dopo aver lottato per anni contro l’enorme divario dalla popolazione bianca. Rudd ha presentato oggi in parlamento il primo Rapporto sulla crescita compiuta durante l’anno, dopo le scuse rivolte al popolo indigeno. Lo stesso primo ministro, eletto un anno fa dopo 12 anni di governi conservatori, aveva promesso di colmare in una generazione il gap nell’aspettativa di vita tra aborigeni ed il resto della popolazione, di affrontare i problemi sociali e raddoppiare la frequenza dei bambini a scuola. Inoltre, quanto prima possibile - in virtù del fatto che in un anno non è possibile compiere tutte le opere promesse - saranno costruite 4.200 case per la popolazione indigena e saranno stanziati circa 29 milioni di euro per far operare squadre mediche e trattare infezioni a orecchie e occhi, in particolare il tracoma. Ma dal punto di vista sociale, la novità più rilevante è quella di riconoscere gli australiani indigeni nella Costituzione e di stabilire un loro ente rappresentativo. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 57

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