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Sommario del 04/02/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI conclude il ciclo di catechesi su San Paolo. Appello per lo Sri Lanka: si rispetti il diritto umanitario per i civili coinvolti nel conflitto
  • Altre udienze e nomine
  • Nota della Segreteria di Stato sulla revoca della scomunica ai vescovi della Fraternità San Pio X e sulle dichiarazioni negazioniste di mons. Williamson
  • Presentazione della Conferenza internazionale su: Evoluzione biologica: fatti e teorie. Una valutazione critica 150 anni dopo 'L'origine delle specie'
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Sri Lanka: uccisi oltre 50 civili. Intervista col nunzio
  • Parlamento Europeo contro pedopornografia, turismo sessuale e adescamento minori on-line
  • Nelle librerie la Bibbia, Edizioni San Paolo, con la nuova versione ufficiale della Cei. Intervista con mons. Ravasi
  • Chiesa e Società

  • Allarme della Cerao sulla diffusione dell'estremismo islamico in Africa
  • Eluana. Il cardinale Tettamanzi: ora si apra lo spazio della preghiera
  • Panasonic taglia 15 mila posti. Spagna: record di disoccupati
  • Appello dell’Unicef per aiutare i bambini e le famiglie di Gaza
  • Giornalismo a rischio: 14 reporter uccisi a gennaio nel mondo
  • Preoccupazione in Cina per la scomparsa di un noto avvocato dei diritti umani
  • Bolivia: si riunisce il Consiglio episcopale permanente
  • Agricoltura: a New Delhi il Congresso mondiale di conservazione
  • Terni: da domani le manifestazioni per gli “Eventi valentiniani”
  • On-line il sito del Meeting giovani organizzato dalla Comunità Villaregia
  • Carlo Cirotto nuovo presidente nazionale del Movimento ecclesiale di impegno culturale
  • 24 Ore nel Mondo

  • Annunciati aiuti a Gaza. Il patriarca Twal nella città palestinese
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI conclude il ciclo di catechesi su San Paolo. Appello per lo Sri Lanka: si rispetti il diritto umanitario per i civili coinvolti nel conflitto

    ◊   San Paolo è un “esempio apostolico” al quale attingere per il “ringiovanimento” della Chiesa e i suoi insegnamenti sono particolarmente preziosi anche in chiave ecumenica. Benedetto XVI ha concluso con queste considerazioni l’ultima udienza generale dedicata all’Apostolo delle Genti. Ma davanti alle migliaia di fedeli in Aula Paolo VI, il Papa ha anche levato un forte appello in favore dello Sri Lanka, invocando la pace e il rispetto del diritto umanitario per i civili coinvolti nel violento conflitto in corso nel Paese asiatico. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Venti catechesi - la prima il 2 luglio 2008 - per raccontare San Paolo, la sua umanità e la sua anima. E l’ultima pagina che Benedetto XVI presenta ai fedeli è il martirio dell’Apostolo, dove la fine è davvero un inizio e la figura di San Paolo, constata il Papa, “grandeggia ben al di là della sua vita e della sua morte”, arrivando a ispirare altri giganti della Chiesa, da Sant’Agostino a San Tommaso:

     
    “Egli infatti ha lasciato una straordinaria eredità spirituale (...) E’ ovvio che i Padri della Chiesa e poi tutti i teologi si sono nutriti delle Lettere di san Paolo e della sua spiritualità. Egli è così rimasto nei secoli, fino ad oggi, il vero maestro e Apostolo delle genti”.

     
    La prima testimonianza sulla fine di San Paolo, ha spiegato Benedetto XVI, risale alla fine del primo secolo, all’incirca 30 anni dopo la morte dell’Apostolo ad opera del vescovo di Roma, Clemente, che accenna al sacrificio di Paolo e a quello, successivo, di Pietro. Analogamente Eusebio di Cesarea, nel IV secolo, cita i “trofei” dei due apostoli, cioè i monumenti sepolcrali che ancora oggi, ha detto il Pontefice, “veneriamo dopo due millenni negli stessi luoghi”: in Vaticano per San Pietro e nella Basilica sulla Via Ostiense per San Paolo:

     
    “È interessante rilevare che i due grandi Apostoli sono menzionati insieme. Anche se nessuna fonte antica parla di un loro contemporaneo ministero a Roma, la successiva coscienza cristiana, sulla base del loro comune seppellimento nella capitale dell'impero, li assocerà anche come fondatori della Chiesa di Roma”.

     
    La descrizione del martirio paolino, ha proseguito Benedetto XVI, si trova negli “Atti di Paolo”. Il documento è del II secolo e attribuisce all’imperatore Nerone la sentenza di morte per decapitazione, avvenuta secondo la tradizione alle Acquae Salviae sulla Via Laurentina, oggi conosciuta con il nome di “Tre Fontane”. Scomparso l’Apostolo, resta immortale il suo insegnamento, come dimostra - ha osservato il Papa - l’immediata influenza che le sue Lettere ebbero nella prima comunità cristiana:

     
    “Importante è constatare soprattutto che ben presto le Lettere di san Paolo entrano nella liturgia, dove la struttura profeta-apostolo-Vangelo è determinante per la forma della liturgia della Parola. Così, grazie a questa 'presenza' nella liturgia della Chiesa, il pensiero dell’Apostolo diventa da subito nutrimento spirituale dei fedeli di tutti i tempi”.

     
    Un grande studioso di Paolo fu Lutero. La sua interpretazione degli scritti paolini, poi corretta dal Concilio di Trento, è alla base della spiritualità protestante. In proposito, Benedetto XVI ha riscontrato un aspetto importante per la vita della Chiesa:

     
    “Nel progresso dell'esegesi, soprattutto negli ultimi duecento anni, crescono anche le convergenze tra esegesi cattolica ed esegesi protestante realizzando così un notevole consenso proprio nel punto che fu all’origine del massimo dissenso storico. Quindi una grande speranza per la causa dell'ecumenismo, così centrale per il Concilio Vaticano II”.
     
    “In buona sostanza”, ha terminato il Papa, ricordando i numerosi movimenti religiosi sorti negli ultimi secoli che si rifanno al nome di Paolo:

     
    “In buona sostanza, resta luminosa davanti a noi la figura di un apostolo e di un pensatore cristiano estremamente fecondo e profondo, dal cui accostamento ciascuno può trarre giovamento (...) Attingere a lui, tanto al suo esempio apostolico quanto alla sua dottrina, sarà quindi uno stimolo, se non una garanzia, per il consolidamento dell’identità cristiana di ciascuno di noi e per il ringiovanimento dell’intera Chiesa”.
     
    L’udienza generale è stata conclusa con una pubblica manifestazione di preoccupazione di Benedetto XVI per il conflitto in Sri Lanka, entrato da giorni in quella che appare la sanguinosa stretta finale. Il Papa ha chiesto il silenzio delle armi e una nuova riconciliazione, insieme con il rispetto del diritto umanitario:

     
    “Le notizie dell’incrudelirsi del conflitto e del crescente numero di vittime innocenti mi inducono a rivolgere un pressante appello ai combattenti affinché rispettino il diritto umanitario e la libertà di movimento della popolazione, facciano il possibile per garantire l’assistenza ai feriti e la sicurezza dei civili e consentano il soddisfacimento delle loro urgenti necessità alimentari e mediche. La Vergine Santa di Matuu, molto venerata dai cattolici ed anche dagli appartenenti ad altre religioni, affretti il giorno della pace e della riconciliazione in quel caro Paese”.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI riceverà oggi pomeriggio il cardinale Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum".

    Il Santo Padre ha nominato vescovo di Sosnowiec (Polonia) mons. Grzegorz Kaszak, del clero dell’arcidiocesi di Szczecin-Kamień, finora segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Mons. Grzegorz Kaszak è nato il 24 febbraio 1964 a Choszczno (arcidiocesi di Szczecin-Kamień). Terminati gli studi presso il Seminario Maggiore di Szczecin, è stato ordinato sacerdote il 18 giugno 1989. Per sei mesi ha esercitato il ministero di cappellano nella parrocchia di Sant’Adalberto a Świnoujście-Warszów, quindi a Roma ha iniziato gli studi di Teologia morale presso la Pontificia Università della Santa Croce. Per 10 anni (1992-2002) ha lavorato presso il Pontificio Consiglio per la Famiglia. In quel periodo, nel 1998, ha conseguito il Dottorato in Teologia morale con una tesi dal titolo: "Amore responsabile e contraccezione nelle Catechesi di Giovanni Paolo II". Negli anni 2002-2007 è stato rettore del Pontificio Istituto Ecclesiastico Polacco a Roma. Nel 2007 Mons. Kaszak è stato nominato segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia.

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    Nota della Segreteria di Stato sulla revoca della scomunica ai vescovi della Fraternità San Pio X e sulle dichiarazioni negazioniste di mons. Williamson

    ◊   A seguito delle reazioni suscitate dal recente Decreto della Congregazione per i Vescovi, con cui si rimette la scomunica ai quattro presuli della Fraternità San Pio X, e in relazione alle dichiarazioni negazioniste o riduzioniste della Shoah da parte del vescovo Williamson della medesima Fraternità, la Segreteria di Stato ha diffuso una nota in merito. Ce ne parla Sergio Centofanti:
     
    “Il Decreto della Congregazione per i Vescovi, datato 21 gennaio 2009 – sottolinea la nota - è stato un atto con cui il Santo Padre veniva benignamente incontro a reiterate richieste da parte del Superiore Generale della Fraternità San Pio X”. Il Papa “ha voluto togliere un impedimento che pregiudicava l’apertura di una porta al dialogo. Egli ora si attende che uguale disponibilità venga espressa dai quattro vescovi in totale adesione alla dottrina e alla disciplina della Chiesa. La gravissima pena della scomunica latae sententiae, in cui detti vescovi erano incorsi il 30 giugno 1988, dichiarata poi formalmente il 1° luglio dello stesso anno, era una conseguenza della loro ordinazione illegittima da parte di mons. Marcel Lefebvre. Lo scioglimento dalla scomunica – prosegue la Segreteria di Stato - ha liberato i quattro vescovi da una pena canonica gravissima, ma non ha cambiato la situazione giuridica della Fraternità San Pio X, che, al momento attuale, non gode di alcun riconoscimento canonico nella Chiesa Cattolica. Anche i quattro vescovi, benché sciolti dalla scomunica, non hanno una funzione canonica nella Chiesa e non esercitano lecitamente un ministero in essa”.

     
    “Per un futuro riconoscimento della Fraternità San Pio X – aggiunge la nota - è condizione indispensabile il pieno riconoscimento del Concilio Vaticano II e del Magistero dei Papi Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II e dello stesso Benedetto XVI. Come è già stato affermato nel Decreto del 21 gennaio 2009, la Santa Sede non mancherà, nei modi giudicati opportuni, di approfondire con gli interessati le questioni ancora aperte, così da poter giungere ad una piena e soddisfacente soluzione dei problemi che hanno dato origine a questa dolorosa frattura”.

     
    Per quanto riguarda “le posizioni di mons. Williamson sulla Shoah” la nota afferma che “sono assolutamente inaccettabili e fermamente rifiutate dal Santo Padre, come Egli stesso ha rimarcato il 28 gennaio scorso quando, riferendosi a quell’efferato genocidio, ha ribadito la Sua piena e indiscutibile solidarietà con i nostri Fratelli destinatari della Prima Alleanza, e ha affermato che la memoria di quel terribile genocidio deve indurre ‘l’umanità a riflettere sulla imprevedibile potenza del male quando conquista il cuore dell’uomo’, aggiungendo che la Shoah resta ‘per tutti monito contro l’oblio, contro la negazione o il riduzionismo, perché la violenza fatta contro un solo essere umano è violenza contro tutti’. Il Vescovo Williamson, per una ammissione a funzioni episcopali nella Chiesa dovrà anche prendere in modo assolutamente inequivocabile e pubblico le distanze dalle sue posizioni riguardanti la Shoah, non conosciute dal Santo Padre nel momento della remissione della scomunica”.

     
    “Il Santo Padre – conclude la nota della Segreteria di Stato - chiede l’accompagnamento della preghiera di tutti i fedeli, affinché il Signore illumini il cammino della Chiesa. Cresca l’impegno dei Pastori e di tutti i fedeli a sostegno della delicata e gravosa missione del Successore dell’Apostolo Pietro quale ‘custode dell’unità’ nella Chiesa”.

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    Presentazione della Conferenza internazionale su: Evoluzione biologica: fatti e teorie. Una valutazione critica 150 anni dopo 'L'origine delle specie'

    ◊   Martedì prossimo 10 febbraio, alle ore 11.30, nella Sala Stampa della Santa Sede, si svolgerà la presentazione della Conferenza Internazionale sul tema “Evoluzione biologica: fatti e teorie. Una valutazione critica 150 anni dopo 'L'origine delle specie'”. La Conferenza, che si terrà dal 3 al 7 marzo, è organizzata dalla Pontificia Università Gregoriana in collaborazione con l’Università Notre Dame (Indiana, USA), sotto il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, nell’ambito del Progetto STOQ (Science, Theology, the Ontological Quest). Interverranno mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, il prof. Marc Leclerc, gesuita, ordinario di Filosofia della Natura presso la Gregoriana, il prof. don Giuseppe Tanzella-Nitti, ordinario di Teologia Fondamentale presso la Pontificia Università della Santa Croce, e il prof. Saverio Forestiero, docente di Zoologia presso l’Università romana Tor Vergata.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Nota della Segreteria di Stato sulle reazioni suscitate dal decreto con cui si rimette la scomunica ai quattro vescovi della Fraternità San Pio X e in relazione alle dichiarazioni negazioniste o riduzioniste della Shoah da parte del vescovo Williamson

    Al termine dell’udienza generale, l’appello del Papa per la pace nello Sri Lanka

    Nell’informazione internazionale, un articolo di Giuseppe M. Petrone dal titolo “L’India rilancia i programma nucleari”

    Sempre alla ricerca dei dettagli che fanno la storia: in cultura, Luigi F. Pizzolato ricorda la papirologa Orsolina Montevecchi, tra gli ultimi testimoni delle origini dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

    L’introduzione e due estratti - Mario Tobino e Gandhi - da “Le parole e i giorni. Nuovo breviario laico” dell’arcivescovo Gianfranco Ravasi

    Un articolo di Ernesto D’Avanzo dal titolo “Bacone e Popper messi d’accordo da un robot”: sistemi automatici di apprendimento e metodo scientifico

    Equilibri europei e patto atlantico nell’Italia di Fanfani: la relazione di Evelina Martelli al convegno “Amintore Fanfani e la politica estera italiana”.

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    Oggi in Primo Piano



    Sri Lanka: uccisi oltre 50 civili. Intervista col nunzio

    ◊   Almeno 52 civili sono stati uccisi ieri sera nel nord dello Sri Lanka durante i combattimenti tra l'esercito ed i ribelli tamil. Nella città di Vanni è stato bombardato e distrutto l’ufficio della Caritas: un operatore è rimasto ferito. Anche nei giorni scorsi si è parlato di morti e di persone prese in ostaggio. Il rischio è di ulteriore spargimento di sangue in quelle che sembrano le battute finali di un lungo conflitto. Il servizio di Fausta Speranza:

     
    Giorni fa, con la presa della residenza del capo storico delle Tigri Tamil sembrava volgere alla conclusione la guerra civile che dura da oltre 25 anni, con un bilancio stimato di 70 mila morti. Il presidente cingalese assicura che l'esercito dello Sri Lanka è sul punto di riprendere il controllo di tutta l'isola, sconfiggendo definitivamente la guerriglia separatista delle Tigri Tamil. Ma il punto è che l’offensiva finale può significare la morte di migliaia di civili. In queste ore oltre al Papa, anche Stati Uniti, Unione europea, Giappone e Norvegia hanno fatto appello ai ribelli separatisti Tigri Tamil, che sono assediati dall'esercito regolare - in una piccola porzione di territorio nel nord-est dello Sri Lanka - perché considerino la resa, scongiurando così nuovi spargimenti di sangue, soprattutto fra i civili intrappolati nella zona. L’appello è anche al governo perché eviti la perdita di ulteriori vite umane, siano esse di civili o di combattenti.

    Sull’accoglienza dell’appello del Papa in Sri Lanka ascoltiamo il nunzio apostolico a Colombo, mons. Mario Zenari, che, già nominato nunzio a Damasco, ha chiesto di rimanere ancora per qualche tempo accanto alla popolazione in questo momento di grande sofferenza per il Paese asiatico. L’intervista è di Giada Aquilino:

    R. – Credo che sarà molto gradito questo appello del Santo Padre ai nostri fedeli, molto gradito ai vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, che sono impegnati proprio in queste zone di conflitto e a sostegno di quanti lavorano per la pace, per la riconciliazione di questo Paese. Vedo che anche le organizzazioni internazionali guardano alla Chiesa cattolica, guardano alle nostre istituzioni con molta ammirazione in questi momenti. Devo dire che vescovi, sacerdoti, religiose e religiosi, che abbiamo in queste zone di conflitto stanno dando un ottimo esempio di vicinanza ai loro fedeli.

     
    D. – In queste ore in cui lo Sri Lanka festeggia l’anniversario dell’Indipendenza, il presidente Rajapakse si è rivolto proprio a lei...

     
    R. – Mi ha ricevuto un paio di giorni fa, quando gli ho fatto una visita di cortesia, prima della mia partenza come nunzio apostolico dallo Sri Lanka, e ancora una volta ho cercato questa occasione per far presente al presidente quelle cose che stanno a cuore ai nostri vescovi, al nostro clero e ai nostri fedeli: l’accesso delle istituzioni, delle organizzazioni internazionali a questi posti di conflitto. C’è molta sofferenza e il conflitto, purtroppo, in questa fase che sembra essere finale si è intensificato, si è anche incrudelito. La popolazione civile non sa dove trovare rifugio. Abbiamo in quella zona diverse chiese, diverse parrocchie e la gente cerca di rifugiarsi come è naturale vicino a queste chiese. Purtroppo, alle volte, queste aree sacre sono in mezzo ai fuochi incrociati. So che i due vescovi, soprattutto il vescovo di Jaffna e il vescovo di Mannar, che hanno dei sacerdoti sul posto, sono molto preoccupati anche della incolumità fisica dei loro sacerdoti, e mi hanno sempre assicurato che parlando con loro hanno lasciato loro la libertà di decidere: se rimanere con i fedeli oppure spostarsi nelle zone più sicure. Ma hanno ricevuto dai sacerdoti, religiosi e religiose, la bella risposta che intendono rimanere con la propria gente a servizio della gente, e questo colpisce.

     
    D. – Qual è la situazione umanitaria della popolazione?

     
    R. – Per quello che finora si sa, i ribelii del Ltte hanno proibito alla popolazione di uscire da queste zone di conflitto e questa è una preoccupazione di tutti quanti noi della comunità internazionale. Nell’appello del Papa di quest’oggi c’è anche una sottolineatura: il rispetto del diritto umanitario, compresa la libertà della popolazione di movimento, di poter spostarsi e non essere tenuta lì a rischio di diventare scudo umano. In questo momento, è urgente questo appello al rispetto del diritto internazionale e l’assistenza alle vittime tra la popolazione civile, perché si calcola che circa 200, 250 mila persone civili siano intrappolate tra i due fuochi.

     
    D. – A conclusione del suo mandato in Sri Lanka, qual è l’auspicio per questo Paese?

     
    R. – Se volessi - alle volte dico - al termine della mia missione in questo Paese, dipingere coi colori questa mia esperienza di quasi cinque anni come nunzio apostolico in Sri Lanka, la dipingerei con due colori. La dipingerei con il verde di quest’isola, che una volta era chiamata isola del Paradiso, anche se girando, mi sono accorto, che ci sono delle macchie di rosso, di rosso vivo: il rosso della sofferenza, il rosso della violenza. E spero che torni ad essere ancora quella che una volta era chiamata l’isola del Paradiso, lavorando per la giustizia, per la convivenza tra tutte le etnie, per la pace.

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    Parlamento Europeo contro pedopornografia, turismo sessuale e adescamento minori on-line

    ◊   Solo nell’ultimo anno si è registrato un aumento del 16% degli abusi contro i minori su Internet. In crescita anche il vergognoso mercato del turismo sessuale che coinvolge più di 2 milioni di piccole vittime. Alla luce di queste nuove emergenze il Parlamento Europeo è corso ai ripari, apportando significative integrazioni alla Decisione quadro dell’Unione Europea del 2003, relative alla lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia infantile. Da Strasburgo, ce ne parla Marco Guerra:

    Lotta al turismo sessuale; considerare l’adescamento on-line dei minori, il grooming, come reato; migliorare la cooperazione extra territoriale degli Stati membri con lo scambio delle informazioni contenute nei casellari giudiziari relative ai reati di abuso sessuale; escludere la possibilità per i pedofili di esercitare attività professionali che prevedano contatti con i minori e istituire un sistema di allerta rapida per la scomparsa dei minori. Sono questi i punti salienti della raccomandazione del Parlamento Europeo al Consiglio, approvata dall’aula di Strasburgo nella sessione plenaria di ieri pomeriggio. Un testo ambizioso, che si pone l’obiettivo di potenziare la lotta allo sfruttamento sessuale dei bambini coordinando la legislazione dei "27" e rafforzando la collaborazione con i Paesi extra Ue. Stamane la raccomandazione è stata presentata alla stampa dalla relatrice, l’on. Roberta Angelilli, e dal direttore di “Save the Children Italia”, Valerio Neri. Durante la conferenza stampa è stato inoltre diffuso un dossier che tratteggia le proporzioni del mercato del turismo sessuale e dei rischi legati alla maggiore alfabetizzazione informatica dei minori, elaborato sulla base delle più recenti ricerche di Eurostat, Unicef ed Interpol. Da questa documentazione emerge un quadro del fenomeno agghiacciante: l’età media dei bambini sfruttati è passata dai 10 anni del 2003 ai 7 del 2007, ed ogni anno vengono offerte almeno 500 mila nuove immagini pedopornografiche sul web. Una vera miniera d’oro per questa gente senza scrupoli è poi rappresentata dal settore del turismo sessuale minorile, che muove un volume d’affari complessivo di circa 90 miliardi di dollari l’anno.

    Da parte del Parlamento Europeo arriva dunque una direttiva precisa che però deve trovare attuazione da parte dei Paesi membri dell’Ue. Delle priorità della lotta alla pedopornografia e delle concrete possibilità di intervento, Fausta Speranza ha parlato con l’eurodeputata Roberta Angelilli, relatrice del provvedimento:

    R. - Il Parlamento Europeo ha approvato praticamente all’unanimità, con soli due voti contrari, una raccomandazione importante che obbliga gli Stati membri a prendere tempestivamente delle misure molto forti contro lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia.

     
    D. – Quindi, adesso si tratta di adottare norme comuni, a cominciare da quelle sul turismo sessuale...

     
    R. – Tra le priorità c’è il turismo sessuale che sta diventando un fenomeno davvero abnorme, in preoccupante crescita. Una seconda priorità è quella di penalizzare il “grooming”, che è una manipolazione psicologica che avviene su Internet, che avviene on-line, al fine dell’adescamento e poi dell’abuso del minore. Un’altra cosa importante, che noi abbiamo chiesto come Parlamento, è la creazione di un sistema di allerta rapido per i minori scomparsi, dal momento che in Europa, ogni anno, scompaiono, tra bambini comunitari ed extracomunitari, circa 5 mila minori. E poi, un altro punto qualificante è quello di obbligare gli Stati membri a vietare alle persone che hanno subito delle condanne definitive per reati di pedopornografia e, o comunque, per reati di violenza e di abuso sessuale, a svolgere professioni o attività lavorative che prevedono il contatto con i minori.

     
    D. – La rete per la sua natura capillare, ma anche transfrontaliera, sembra inarrivabile, sembra ingestibile. A questo punto si propone con questa risoluzione di disattivare i siti web pedopornografici, di ostacolare i loro sistemi di pagamento online, di promuovere l’uso di filtri per i siti pornografici. Dunque, tutto questo è possibile, ma è davvero praticabile nella realtà in tempi brevi da parte di ogni Paese?

     
    R. – Sì, è praticabile se c’è la volontà che deve essere ovviamente politica, legislativa, ma deve essere anche culturale. In questo progetto noi dobbiamo coinvolgere tutti, quindi sia i legislatori, ma anche i providers, ma anche gli educatori, gli insegnanti, soprattutto le famiglie ed i minori. Un grande problema è quello del cosiddetto divario tecnologico generazionale, nel senso che noi abbiamo minori che a partire dai quattro, cinque anni diventano abili navigatori su Internet, ed adulti che magari a 40 anni non hanno nessuna familiarità con il computer e talvolta non riescono neanche a mandare un sms. Quindi, questo patto generazionale è indispensabile però per combattere tutti i pericoli della rete.

     
    D. – Dunque, in definitiva, onorevole Angelilli, questa risoluzione del Parlamento Europeo è un significativo passo avanti...

     
    R. – Sì, certamente, è un segnale forte, intransigente, che penso gli Stati membri accoglieranno positivamente, anche perché il Parlamento Europeo ha voluto dare un segnale molto chiaro e giuridicamente molto forte.

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    Nelle librerie la Bibbia, Edizioni San Paolo, con la nuova versione ufficiale della Cei. Intervista con mons. Ravasi

    ◊   E’ nelle librerie “La Bibbia Via, Verità e Vita”, Edizioni San Paolo, che presenta il testo delle Sacre Scritture nella nuova versione ufficiale della Conferenza episcopale italiana. L’opera, oltre alle correzioni del testo precedente del 1974, contiene anche un accuratissimo apparato di note e spiegazioni. A firmare l’introduzione generale e a supervisionare il lavoro sull’Antico Testamento è stato l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. La parte dell’introduzione e delle note al Nuovo Testamento è stata invece curata da mons. Bruno Maggioni, docente alla Facoltà teologica di Milano e all’Università Cattolica. Su questa nuova opera Fabio Colagrande ha intervistato lo stesso mons. Ravasi:
     
    R. - La Bibbia è sempre quella. Nella sua matrice, però ha bisogno di almeno due sussidi fondamentali che l’accompagnano: da un lato ha bisogno, innanzitutto, della traduzione. Sembra una banalità, ma la traduzione è una cosa fondamentale, dato che non tutti riescono a leggere l’originale nelle tre lingue fondamentali – che sono l’ebraico, il greco, soprattutto per il Nuovo Testamento, e poi la piccola parte in aramaico -; quindi, la traduzione dev’essere ininterrottamente rifatta, perché la lingua muta, ed anche perché non si può soltanto trasferire materialmente un testo da una lingua all’altra, bisogna anche riuscire a renderne – come si suol dire – “l’equivalenza formale”, cioè anche il contenuto in maniera corretta. Dall’altra parte, però, dobbiamo anche ricordare che esiste un altro sussidio fondamentale, che è quello della tradizione; io intendo tradizione nel senso più lato del termine, non solo la traduzione ma anche la tradizione, cioè l’interpretazione del testo. E l’interpretazione vuol dire, prima di tutto, risalire alle origini per riuscire a capirne i contenuti fondamentali, e dall’altra parte dall’origine venire alla periferia – cioè ai nostri giorni – per trasmettere quel messaggio, in modo comprensibile, all’uomo di oggi, ma anche, per il credente, perché esso sia lampada per i suoi passi nel cammino della vita. E’ per questo che la tradizione ha anche una dimensione ecclesiale.

     
    D. – Ci sono alcune nuove traduzioni di passi celebri della Bibbia che meritano di essere citate…

     
    R. – Se prendiamo come punto di riferimento il testo attuale, la traduzione ufficiale della Conferenza episcopale italiana - che viene adottato un po’ da tutte le nuove Bibbie che vengono presentate, coi nuovi commenti - possiamo far notare che sono state considerate soprattutto due dimensioni, due aspetti. Innanzitutto, da un lato si è cercato di rendere stilisticamente più fluido il testo, si è cercato in qualche caso di adottare una traduzione che fosse letterale quando e se necessaria, in altri casi un po’ più libera per rendere meglio il valore; si è anche però operato in modo tale da correggere alcune imperfezioni che avevano le edizioni precedenti, anche ritoccare – coi contributi dell’esegesi – alcuni punti significativi. Faccio solo un esempio, ribadito spessissimo: noi lasciamo ancora il Padre Nostro, nella liturgia, nella sua formula tradizionale, e quindi abbiamo ancora quell’espressione che tante volte suscita qualche difficoltà, “non ci indurre in tentazione”. Ora, la nuova versione della Cei ha, per esempio, “non abbandonarci nella tentazione”, che alla fine è il significato più profondo dell’espressione, anche se letteralmente la traduzione “non ci indurre in tentazione” è corretta.

     
    D. – Questa nuova edizione della Bibbia ha anche un apparato di note, di spiegazioni e di commenti al testo…

     
    R. – La Bibbia che è stata proposta adesso dalle Edizioni San Paolo ha avuto un titolo sulla base di una celebre frase del Vangelo di Giovanni, pronunciata da Cristo, “Io sono la Via, la Verità e la Vita”, e le dimensioni sono appunto queste tre: la via, innanzitutto, sarebbero le note di tipo teologico-pastorale, che indicano il significato profondo – magari di un brano -, il suo incidere anche nell’interno dell’esistenza quotidiana del credente, o comunque anche nell’interno della cultura. Il secondo termine, verità, sono le note più specificamente esegetiche, cioè che cercano di spiegare il senso originario del testo, soprattutto in alcuni nodi piuttosto ardui per l’espressione semitica usata per la concezione che è presente nel testo biblico, dato appunto che la rivelazione biblica è una rivelazione storica – quindi legata ad una cultura, a un tempo, ad un linguaggio, a uno spazio, ad espressioni che sono datate anche. Terzo elemento è vita: si indica come vita la liturgia. E difatti ci sono delle note che ricordano che alcuni testi – molti testi biblici – vengono letti anche nella liturgia, dove acquistano un colore ed un sapore differente; per esempio, pensiamo la grande sapienza divina che è celebrata nella Bibbia – e che è la sapienza di Dio – diventa, nella teologia, anche la rappresentazione del Cristo stesso, Verbo di Dio, la sapienza di Dio incarnata. Però diventa, nella liturgia, ad esempio, la celebrazione di Maria. E’ un assedio, tra virgolette, al testo, da più punti di vista.

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    Chiesa e Società



    Allarme della Cerao sulla diffusione dell'estremismo islamico in Africa

    ◊   Proseguono in Costa d’Avorio i lavori della 17.ma assemblea plenaria della Conferenza episcopale regionale dell’Africa dell’ovest, Cerao, dove questa mattina c’è stato l’intervento del prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, cardinale Ivan Dias, accompagnato dal segretario del dicastero mons. Robert Sarah. Nel suo discorso, il cardinale Dias ha, tra l’altro, sottolineato, come durante questi 45 anni, la Conferenza episcopale regionale dell’Africa dell’ovest, si è impegnata per rinforzare le solidarietà promovendo una crescita continua delle Chiese locali. Parlando dei progressi dell’interculturazione liturgica, il porporato ha sottolineato la necessità di evangelizzare le culture, i costumi ed alcune tendenze che rinchiudono le persone nella loro etnia, il sistema di casta, di clan e di famiglia che rifiuta di accogliere il Vangelo. Inoltre il cardinale Dias ha attirato l’attenzione dei vescovi su alcuni pericoli della mondializzazione, soprattutto su alcuni temi diffusi dal Fondo per la popolazione delle Nazioni Unite, che tendono a diventare mondialmente normativi. Nello scambio delle esperienze pastorali tra i vescovi presenti, è stato messo un accento particolare su alcune sfide prioritarie. Tra l’altro, pur dicendosi soddisfatti per i progressi, che bisogna salvaguardare, fatti nel dialogo islamo-cristiano, le Conferenze episcopali del Senegal e della Mauritania, hanno attirato l’attenzione sulla moltiplicazione delle scuole coraniche, sulle nuove correnti islamiche che si vedono qua e là, sulla notevole influenza dell’Islam nella politica nei diversi Paesi e sulla presenza di movimenti terroristici di al Qaeda nel deserto della Mauritania. Questi fenomeni esigono dalla Chiesa una nuova visione, una nuova dinamica ed una nuova strategia del dialogo e nel dialogo. Anche i problemi della famiglia, la difesa della pace, che va promossa e consolidata, sono stati evocati come sfide prioritarie della Chiesa in Africa, alla vigilia del suo secondo Sinodo speciale. (Da Abidjan, in Costa D’Avorio, Joseph Ballong)

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    Eluana. Il cardinale Tettamanzi: ora si apra lo spazio della preghiera

    ◊   Sono ore di dolore quelle che accompagnano la vicenda di Eluana Englaro, la donna in stato vegetativo persistente da 17 anni, arrivata ieri nella clinica "La Quiete" di Udine. Il protocollo messo a punto da medici e legali prevede che Eluana sia alimentata e idratata per tre giorni. Poi un’equipe sanitaria di volontari dovrebbe iniziare le procedure di sospensione di idratazione e alimentazione. Il ministro italiano del Welfare Maurizio Sacconi ha reso noto che attualmente è in corso la valutazione dell’idoneità della clinica. Sono state chieste “alla Regione Friuli Venezia Giulia informazioni sul grado di abilitazione della casa di riposo”. Sul contesto normativo il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, ha detto che non è in discussione l’introduzione dell’eutanasia. Occorre – ha spiegato Napolitano - una legge sul testamento biologico che regoli i momenti finali della vita. L’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, ha inviato una lettera alle suore che hanno avuto Eluana in cura per 15 anni. In queste ore di “sofferenza, smarrimento, angoscia, speranza e preghiera” il porporato ribadisce il diritto alla vita, dal concepimento alla fine naturale: “Occorre stare dalla parte della vita in ogni stadio di sviluppo e in ogni condizione di esistenza”. Occorre salvaguardare i diritti degli ultimi – aggiunge - affinché non diventino “diritti deboli”. Vorrei – conclude il porporato - che “il clamore attorno ad Eluana cessasse e si aprisse lo spazio della preghiera, della riflessione”. (A cura di Amedeo Lomonaco)

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    Panasonic taglia 15 mila posti. Spagna: record di disoccupati

    ◊   In Giappone: la nota casa Mitsubishi Motors prevede perdite per 500 milioni di euro a fine 2008 e cosi pure la Madza chiuderà in rosso il bilancio dello scorso anno. In caduta libera anche il settore elettronico. Panasonic è l’ultimo colosso a cedere dopo Sony, Hitachi Toshiba e Nec. Avviandosi al primo rosso in sei anni, annuncia il taglio di 15 mila posti di lavoro e la chiusura di 27 impianti, di cui 13 in Giappone. Mercato automobilistico ai minimi storici anche negli Stati Uniti, con un calo delle vendite intorno al 40 per cento. La crisi non risparmia negli USA la telefonia mobile. A picco del 51 per cento le vendite di Motorola, nell’ultimo trimestre 2008. Preoccupazione anche in Italia per le sorti della Fiat, che metterà in marzo 5 mila impiegati in cassa integrazione. Non solo motori ma l’intero settore degli acquisti di beni e servizi è sceso in Italia nel 2008 del 2,3 per cento, mentre si stima che il PIL calerà nel 2009 del 2,5 per cento. Tempeste anche nei cieli. L’australiana Qantas si aggiunge alla lista delle grandi compagnie aree in grave difficoltà, i suoi profitti sono scesi di due terzi nel secondo semestre 2008. Record di disoccupati in Spagna, oltre 3 milioni e 300 mila i senza lavoro, vale a dire il 14 per cento della popolazione. Mentre la Gran Bretagna aggrava le sue stime per il 2009: con un calo del PIL 2,9 per cento. Governi di tutto il mondo stanno cercando di concertare misure per sostenere i settori più in crisi. Ma il rischio è di sconfinare nel protezionismo e di aprire imprevedibili scenari. (A cura di Roberta Gisotti)

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    Appello dell’Unicef per aiutare i bambini e le famiglie di Gaza

    ◊   L’Unicef lancia un appello per raccogliere 34,5 milioni di dollari e rispondere alle esigenze urgenti dei bambini e delle famiglie di Gaza. L’Unicef sta già fornendo aiuti urgenti, assistenza tecnica e finanziaria. Ulteriori finanziamenti sono necessari per consentire all’organizzazione umanitaria di portare avanti, insieme con i suoi partner, 20 progetti. La maggior parte dei fondi richiesti, 12 milioni di dollari, saranno destinati ai programmi di protezione dei bambini. I bambini sono stati danneggiati anche psicologicamente dal conflitto. Per questo, i programmi di protezione comprendono attività di sensibilizzazione sul rischio delle mine, iniziative per il sostegno psicosociale e la creazione di spazi sicuri per l’apprendimento e il gioco. L’obiettivo è di ricostruire un senso di normalità per i bambini a Gaza. I bambini costituiscono oltre la metà degli 1,4 milioni di abitanti di Gaza. Nei 23 giorni di conflitto sono rimasti uccisi almeno 430 bambini. Altri 1.855 sono rimasti feriti. (A.L.)

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    Giornalismo a rischio: 14 reporter uccisi a gennaio nel mondo

    ◊   Durante il mese di gennaio sono stati ben 14 i giornalisti uccisi in tutto il mondo. Lo ha documentato a Ginevra il gruppo Press Emblem Campaign (Pec). Il primo reporter ucciso nel 2009 è stato Hassan Mayow Hassan di Radio Shabelle, morto in Somalia il primo gennaio. Il maggior numero di giornalisti uccisi si registra nella Striscia di Gaza, dove ne sono morti quattro: Omar Silawi, Basil Ibrahim Faraj, Eyhab Al Whidi e Ala Hammad Murtaja. In Pakistan un giornalista, Aamir Wakil, è stato assassinato a Rawalpindi, e altri due sono morti in un attentato suicida, Muhammed Imran e Tahir Awan. Altri due assassinii sono avvenuti in Russia: Shafig Amrakhov, a Murmansk, e Anastasia Baburova a Mosca. Due i giornalisti uccisi in Venezuela: Jacinto Lopez e Orel Zambrano. Nello Sri Lanka è stato ucciso Lasantha Wrickrematunge e in Nepal, Uma Singh. L'anno scorso l'organizzazione aveva registrato l'uccisione di 91 giornalisti nel mondo. (R.G.)

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    Preoccupazione in Cina per la scomparsa di un noto avvocato dei diritti umani

    ◊   Un noto avvocato cinese per i diritti umani, Gao Zhishen, è scomparso da due settimane nel suo Paese: lo denunciano tre organizzazioni per i diritti umani, Amnesty International, Human Rights Watch e Human Rights in China, che chiedono a governi e organismi internazionali di premere su Pechino per il suo rilascio. ''Gao - scrive in un comunicato la sezione italiana di Amnesty International - era sotto costante sorveglianza di Polizia insieme ai suoi familiari da quando, nel 2006, era stato condannato per 'incitamento alla sovversione' con sospensione della pena. Le sue ultime notizie risalgono al 19 gennaio. Secondo fonti attendibili - scrive ancora Amnesty - sarebbe stato arrestato dalle Forze di sicurezza e si troverebbe in stato di detenzione in un luogo imprecisato''. L'organizzzione umanitaria ricorda che Gao è stato giudicato nel 2001 uno dei dieci migliori avvocati di tutta la Cina dal Ministero della Giustizia di Pechino e che da autodidatta ''ha difeso le vittime di alcuni dei più gravi e controversi casi di violazione dei diritti umani da parte della Polizia e di altri funzionari pubblici''. (R.G.)

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    Bolivia: si riunisce il Consiglio episcopale permanente

    ◊   Il Consiglio episcopale permanente della Bolivia si riunisce a partire da oggi, nella città di Cochabamba, per trattare alcune questioni interne della Chiesa. Sarà preso in esame, in particolare, il tema della Missione permanente, che la Chiesa boliviana ha previsto di lanciare il prossimo 26 aprile nel dipartimento di Cochabamba. Il segretario generale aggiunto della Conferenza episcopale boliviana e direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie della Bolivia, padre Eugenio Scarpellini, ha reso noto che parteciperanno la maggioranza dei vescovi titolari ed alcuni sostituti per trattare questioni di grande importanza in questi momenti per la Chiesa del Paese. L’obiettivo è di dare ‘una marcia più fluida, serena e positiva’ al percorso ecclesiale. Padre Scarpellini ha anche rivolto un appello a tutti a pregare per i presuli, affinché questa riflessione sul tema della Missione permanente possa diventare “un importante momento di rinnovamento e conversione”. Alla celebrazione per il lancio della Missione Continentale è prevista anche la partecipazione di rappresentanti missionari delle 18 giurisdizioni ecclesiali della Bolivia. Nei prossimi giorni, infine, si terrà l’inaugurazione della Casa per ritiri “Clemente Maurer” dopo alcuni mesi di lavori di ristrutturazione. (A cura di Luis Badilla)

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    Agricoltura: a New Delhi il Congresso mondiale di conservazione

    ◊   Gli agricoltori di tutto il mondo dovranno passare a sistemi agricoli più sostenibili e produttivi per riuscire a produrre il cibo necessario per una popolazione mondiale in aumento e rispondere alle sfide del cambiamento climatico. Ne è convinto Shivaji Pandey, Direttore FAO della Divisione produzione vegetale e protezione della piante. Pandey, agronomo di fama internazionale è intervenuto oggi al IV Congresso Mondiale di agricoltura di conservazione, che si svolge in questi giorni a New Delhi e che vede la partecipazione di oltre 1.000 esperti provenienti da tutto il mondo. "Il mondo non ha alternative – ha detto Pandey - se non perseguire l'intensificazione sostenibile della produzione agricola per soddisfare la domanda crescente di cibo e di foraggio, per alleviare la povertà e proteggere le risorse naturali. L'agricoltura di conservazione, o agricoltura senza lavorazione, consiste in una serie di pratiche agronomiche che permettono una migliore gestione del suolo, limitando gli effetti negativi sulla sua composizione, sulla struttura, sul contenuto di sostanza organica.  Promuove un intervento minimo sul terreno, una maggiore copertura del suolo e la rotazione delle colture. Introdotta circa 30 anni fa, è oggi praticata a livello mondiale su circa 100 milioni di ettari di terra. (R.G.)

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    Terni: da domani le manifestazioni per gli “Eventi valentiniani”

    ◊   Con l’incontro promosso dagli “Insegnanti in laboratorio” sul tema “ Educare: è ancora possibile?” si aprono le manifestazioni della diocesi di Terni-Narni-Amelia in occasione degli “Eventi valentiniani”, appuntamenti promossi annualmente dal Comune e dalla diocesi in collaborazione con la Regione e la Provincia di Terni per rendere omaggio a San Valentino, patrono della città. L’incontro – rende noto il Sir - si terrà domani a Palazzo Gazzoli con l’intervento di Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia dello sviluppo all’Università “La Sapienza” di Roma. L’interrogativo, posto al centro dell’incontro, è nato dalle tante situazioni che ogni giorno si presentano a tutti coloro che hanno una responsabilità educativa. Consapevoli che quella educativa è un’emergenza dei nostri giorni che richiede un’attenzione diversa verso le nuove generazioni, ma che è anche “una sfida da vincere insieme”, il gruppo “Insegnanti in laboratorio” invita genitori, insegnanti e tutti coloro che si occupano della formazione e crescita dei bambini, dei ragazzi, dei giovani a questo appuntamento, in vista di un impegno condiviso fra famiglia, scuola e città nei confronti delle nuove generazioni. (A.L.)

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    On-line il sito del Meeting giovani organizzato dalla Comunità Villaregia

    ◊   È on-line (www.meetingcmv.org) il sito del Meeting giovani organizzato dalla Comunità Missionaria di Villaregia, giovane realtà ecclesiale nata 28 anni fa in Veneto, che il prossimo agosto riunirà oltre 1.500 giovani. L’appuntamento, giunto alla sua terza edizione e rivolto a ragazzi dai 18 ai 30 anni, si svolgerà dal 6 al 9 agosto nella sede della Comunità a Villaregia di Porto Viro, in provincia di Rovigo. Sono previsti momenti di spiritualità e di riflessione guidati dai fondatori della Comunità, padre Luigi Prandin e Maria Luigia Corona. Il raduno avrà per tema “Scatena la vita” e l’intero programma è consultabile sul sito. Sono attesi giovani da varie città italiane ma anche dalla Germania, dal Brasile, dal Perù e dal Messico, Paesi in cui lavorano i missionari di Villaregia. Il raduno internazionale prevede il coinvolgimento di oltre 1.500 giovani. Sarà un’occasione di scambio, di approfondimento e di integrazione tra culture, lingue, tradizioni diverse. “Il Meeting - spiega padre Prandin - vuole dare ai giovani la possibilità di costruire nuove amicizie, di conoscere le ricchezze di altri popoli, di aderire ai valori della solidarietà universale”. “Nello stesso tempo, pensando alle paure e alle attese dei giovani di oggi - continua Maria Luigia Corona - vogliamo dare un annuncio forte dell'amore di Dio, perchè i giovani rinnovino la loro esperienza di fede e trovino la forza di farsene testimoni convinti tra i loro coetanei”. (A.L.)

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    Carlo Cirotto nuovo presidente nazionale del Movimento ecclesiale di impegno culturale

    ◊   Carlo Cirotto è il nuovo presidente nazionale del Meic, il Movimento ecclesiale di impegno culturale. La Cei ha confermato la sua elezione, votata all'unanimità dal consiglio nazionale dell'associazione nel novembre scorso. La notizia è stata resa nota ieri nel corso della conferenza stampa di conclusione del Consiglio permanente dei vescovi italiani. Cirotto, 64 anni, marchigiano, biologo, è professore ordinario di Citologia e Istologia all'Università di Perugia. Esperto di processi di differenziamento embrionale, è autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche. Dal 2002 fino ad oggi ha ricoperto l'incarico di vicepresidente nazionale del Meic. Il neo-presidente ha ringraziato i vescovi italiani e il Meic per averlo designato alla guida di "un movimento che ha portato il suo significativo contributo al recepimento del Concilio da parte del laicato cattolico e, ancor prima, alla stessa costruzione dell'Italia democratica". L'impegno degli intellettuali cattolici, ha continuato Cirotto, proseguirà nella ricerca "di nuovi canali di dialogo arricchenti per il movimento e per la Chiesa. (A.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    Annunciati aiuti a Gaza. Il patriarca Twal nella città palestinese

    ◊   Un carico di aiuti umanitari dell'agenzia dell'Onu che assiste i profughi palestinesi (Unrwa) è stato sequestrato ieri dalla polizia di Hamas nella Striscia di Gaza. Si tratta del primo episodio di sottrazione così esplicita di beni dell'Onu da parte del movimento islamico radicale al potere nella Striscia da oltre un anno e mezzo. I responsabili di Hamas non hanno finora giustificato in alcun modo il gesto. Intanto, un progetto di aiuti per la ricostruzione di Gaza in seguito ai danni provocati dalla operazione "Piombo fuso" è stato annunciato dal premier dell'Anp, Salam Fayad, che ha valutato in 600 milioni di dollari il costo complessivo. La maggior parte verranno da donatori stranieri. Una conferenza internazionale per la ricostruzione di Gaza è stata convocata al Cairo per il 2 marzo. A Gaza, si sta svolgendo la visita della delegazione delle Chiese di Gerusalemme guidata dal Patriarca latino, mons. Twal. Il servizio di Sara Fornari al seguito della delegazione:

    Il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, sta facendo visita alla popolazione di Gaza, insieme con una delegazione di capi delle Chiese di Gerusalemme. Tra essi, l’arcivescovo armeno ortodosso e quello etiope ortodosso, un rappresentante anglicano e luterano, mentre i vescovi anglicani e luterani di Gerusalemme sono stati fermati al valico di Erez. Dopo aver attraversato le macerie del quartiere di Sudania, la zona di Zabalie(?), la delegazione si è recata, con padre, Musallam, nell’ospedale di Shifa. Qui, il ministro della Salute, li ha accompagnati nei reparti dove hanno incontrato alcuni pazienti. Tra i giornalisti, c’è chi ha chiesto se il Papa verrà a Gaza. La risposta del patriarca: “Rivolgiamo a Sua Santità questo invito, questa domanda. Se il Santo Padre non potrà venire a Gaza, sarà almeno la popolazione di Gaza, speriamo, ad andare dal Papa. Una brevissima sosta dalle Suore del Rosario e poi la delegazione si è diretta all’ospedale anglicano. Anche qui i saluti e si riparte per la parrocchia latina. Da Gaza, per la Radio Vaticana, Sara Fornari.

     
    Ma ascoltiamo le impressioni del Patriarca Fouad Twal, al microfono di Sara Fornari:

    R. - A Gaza, la volontà forte, di ferro, di vivere e sopravvivere è quella che attira l’ammirazione e l’attenzione: più che la distruzione, è questa volontà forte di vivere. Siamo stati in ospedale e abbiamo visto tanti feriti, tanti casi drammatici. Chiediamo la solidarietà di tutti, chiediamo la misericordia di Dio, che ci dia la sua pace, che in questo mondo arrivi a dare coraggio.

     
    D. - Ci sono speranze per questa tregua?

     
    R. - Sì, speriamo sempre nella tregua, ma ci vuole la buona volontà di tutte le parti. Tutto è possibile: la pace è possibile, la giustizia è possibile, la resurrezione è possibile. Tutto è possibile: manca solo la buona volontà e speriamo di averla.

     
    Allerta al confine tra Israele e Libano nel timore di attentati degli Hezbollah
    Le forze armate israeliane hanno elevato lo stato di allerta in Galilea, a ridosso del confine con il Libano, nel timore di attentati degli Hezbollah in occasione del primo anniversario dell’uccisione del loro capo militare, Imad Mughniyeh. Fu ucciso a Damasco da un'autobomba che secondo gli Hezbollah era stata confezionata dal Mossad, il servizio di spionaggio israeliano. Ieri, il ministro della Difesa, Ehud Barak, si è recato in ispezione sul confine con il Libano per rendersi conto di persona della situazione. I portavoce israeliani ribadiscono in questi giorni che, in caso di attacchi di Hezbollah, il governo libanese per intero sarebbe trienuto responsabile.

    Onu - Afghanistan
    Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, è giunto a sorpresa a Kabul per una visita-lampo. Secondo quanto riferito dall'ufficio dell'Onu a Kabul, Ban ha in programma incontri con il presidente afghano, Hamid Karzai, con i leader del parlamento, con l'inviato delle Nazioni Unite, Kai Eide, e con i comandanti della Nato. Il segretario dell’Onu giunge in Afghanistan all'indomani della nuova richiesta ai Paesi donatori, affinché assicurino aiuti per ricostruire l'Afghanistan. Ieri, il sottosegretario dell'Onu per gli affari umanitari, John Holmes, aveva chiesto aiuti per l’Afghanistan per 630 milioni di dollari.

    Pakistan
    Nove talebani sono stati uccisi in scontri con l'esercito pakistano nei pressi di Peshawar. I militanti stavano tentando di rapire una persona nel nord ovest, ai confini con l'Afghanistan. Sempre nello stesso distretto, i talebani hanno incendiato e distrutto otto container della NATO destinati alle truppe di stanza in Afghanistan. Ieri, i miliziani avevano fatto saltare in aria un ponte, interrompendo il traffico tra Peshawar e Torkham. Anche nella valle di Swat, sempre nel nordovest del Pakistan al confine con l'Afghanistan, proseguono gli scontri tra i talebani e la polizia. Ieri, sono state almeno 50 le vittime tra i miliziani e 5 tra i poliziotti. Questa mattina, trenta agenti sono stati catturati ma rilasciati dopo poco dai talebani.

    Prima riunione dell’era Obama del Gruppo 5+1 sul nucleare
    Si è riunito per la prima volta dall'elezione di Barak Obama alla casa Bianca il Gruppo 5+1 - composto da USA, Germania, Russia, Gran Bretagna, Cina e Francia - per discutere del dossier sul programma nucleare iraniano. Una disputa che ha già portato a ben cinque risoluzioni del Consiglio di sicurezza per imporre a Teheran la sospensione del programma di arricchimento dell’uranio e puntualmente ignorate dal presidente Ahmadinejad. A rafforzare ulteriormente le preoccupazioni occidentali sulle capacità offensive dell’Iran, anche la messa in orbita ieri del primo satellite per telecomunicazioni. A Bijan Zarmandili, esperto di Iran della rivista di geopolitica Limes, Stefano Leszczynski ha chiesto quale sia l’importanza della riunione in corso in Germania:

    R. - La riunione 5+1, oggi, ha importanza probabilmente perché è la prima riunione dei Paesi che si occupano del dossier nucleare iraniano dopo l’arrivo di Barack Obama alla Casa Bianca. Oltre a questo fatto, credo non ci siano margini di un vero negoziato o altro. Questo significa che siamo in una fase preliminare, una fase in cui le parti stanno, ciascuna, esaminando le proprie posizioni per poter arrivare - più in là - ad un eventuale negoziato da posizioni di forza.

     
    D. - Si può dire che, per avere un’idea della possibilità di uno sviluppo futuro di questo negoziato, sarà necessario aspettare le elezioni presidenziali iraniane?

     
    R. - Senz’altro. Le presidenziali iraniane comunque hanno un peso nelle decisioni dei vertici di Teheran circa un aspetto importante della politica iraniana, e cioè il nucleare.

     
    D. - Ha suscitato una certa impressione, nel mondo occidentale e nella comunità internazionale, il lancio del primo satellite iraniano. Questo ha fatto riflettere anche sulle potenzialità tecnologiche e militari dell’Iran?

     
    R. - Per dare un’impostazione più realistica, bisognerebbe dire che l’Iran comunque, virtualmente, è una potenza nucleare. Il negoziato con gli altri Paesi e con l’America in primo luogo significa che gli altri interlocutori - l’America, ma anche gli occidentali, l’Europa - devono, in qualche modo, gestire insieme all’Iran le conseguenze che avrà il nucleare: a cosa servirà, quale sarà il suo futuro, se sarà un nucleare bellico o di difesa, o un nucleare esclusivamente civile.

     
    Iraq
    Le esportazioni di greggio dall'Iraq sono salite nel gennaio scorso di oltre due milioni di barili, rispetto al dicembre 2008, secondo quanto ha reso noto oggi il portavoce del Mnistero del petrolio iracheno. “In gennaio abbiamo esportato 58,621 milioni di barili, ovvero in media 891 mila al giorno”, ha detto il portavoce, Assim Jihad, citato dall'agenzia Aswat al Iraq. Lo stessa fonte ha poi precisato che, a dicembre 2008, l'Iraq ha esportato 56,2 milioni di barili di petrolio.

    USA
    Il presidente americano, Barack Obama, ha confermato in un’intervista di non avere molta simpatia per l'espressione "guerra al terrorismo", usata spesso dal suo predecessore alla Casa Bianca. “Siamo impegnati in una battaglia o in una guerra contro alcune organizzazioni terroriste", ha detto Obama alla CNN sottolineando che queste organizzazioni "non rappresentano la comunità araba, la comunità musulmana”. Intanto, il presidente USA è alle prese con cambiamenti nella sua amministrazione. Ha perso due ministri, perché coinvolti in episodi di evasione fiscale. Ce ne parla Elena Molinari:

    Il numero dei membri potenziali della squadra di Barack Obama che non hanno pagato le tasse sale a tre, ai quali se ne somma uno indagato per corruzione. E il numero dei dimissionari sale pure a tre. Il presidente - che si era presentato agli americani come il campione dell’etica nel governo - ha insomma un problema di immagine e ieri ha cercato di risolverlo. Dopo il ritiro di Tom Dash, l’ex ministro alla Sanità designato, e di Nancy Killefer, a capo del bilancio, Obama ha infatti ammesso che la loro nomina era stata un errore. “Mi prendo tutte le responsabilità per coloro che ho designato - ha affermato - e dunque si può dire che ho fatto una sciocchezza, perché in definitiva è importante che questa amministrazione mandi un messaggio chiaro che le regole valgono per tutti”. Il presidente ha detto inoltre di essere seriamente preoccupato per la crisi economica, tanto da non dormire la notte, e che nel pacchetto di salvataggio dell’economia in discussione al Congresso non intende insistere troppo sul sostegno alle società americane, per non mandare un messaggio protezionista al resto del mondo. Obama, infine, ha assicurato che stabilirà condizioni precise per i compensi dei dirigenti delle società in difficoltà che ottengono fondi pubblici. La scoperta che alcune compagnie aiutate dal governo hanno concesso bonus miliardari ai loro dirigenti era stata definita una vergogna dal presidente.

     
    Italia - omicidio a Napoli di un consigliere comunale
    E' stato brutalmente ucciso a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, il consigliere comunale, Luigi Tommasino, appartenente al Partito democratico. Era in macchina con il figlio di 13 anni che è rimasto illeso ma sotto choc. La vittima gestiva un negozio di abbigliamento. Suo fratello Giovanni è un noto medico dell'ospedale di Castellammare di Stabia. L’indagine è solo avviata, ma appare un delitto a sfondo politico mafioso che fa pensare al delitto Fortugno del quale si è concluso il processo di primo grado solo due giorni fa. Anche Francesco Fortugno aveva un ruolo politico locale in una regione del meridione italiano e anche lui era legato al Pd. Per il suo omicidio, avvenuto a Locri nel 2005, il processo di primo grado ha emesso quattro condanne all'ergastolo, così come aveva chiesto l'accusa. La massima pena è stata inflitta ad Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, ritenuti i mandanti del delitto, a Salvatore Ritorto, accusato di essere stato l'autore materiale, e a Domenico Audino. I due Marcianò, però, sono stati assolti dall'accusa di associazione mafiosa, anche se nell'accusa di omicidio rivolta loro c'è l'aggravante delle modalità mafiose.

    Trattato di Lisbona e Repubblica ceca
    Il parlamento ceco ha deciso di rinviare di nuovo il voto sul Trattato di Lisbona: se ne parlerà il 17 febbario. Per il rinvio hanno votato 115 dei 196 deputati presenti. I Civici democratici (Ods), il principale partito del governo, condizionano il benestare alla ratifica all'approvazione di un cosiddetto "mandato vincolato", che impedisca il trasferimento di ulteriori competenze da Praga a Bruxelles senza previo consenso del parlamento. La Repubblica ceca, che riveste al momento la presidenza di turno dell'Ue, è l'unico Paese a non aver ancora votato al parlamento sul Trattato. La prima seduta ha avuto luogo il 9 dicembre scorso. Oltre all'Ods, contrari alla ratifica del Trattato sono anche i comunisti (Kscm) all'opposizione, che chiedono un referendum, mentre i socialdemocratici (Cssd), pure all'opposizione, sono per una rapida ratifica. In favore anche i popolari (Kdu-Csl) e i Verdi, entrambi al governo.

    Somalia
    È stato assassinato il direttore di ‘Horn Afrik’, una delle più importanti radio della Somalia. Said Tahlil è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco poco lontano dalla sede della radio a Mogadiscio. L’emittente ha annunciato una interruzione delle trasmissioni.

    Algeria
    I gruppi islamici armati continuano a colpire nella regione berbera dell'Algeria, la Cabilia, dove nelle ultime 24 ore hanno compiuto almeno tre attacchi in diverse zone. Un militare, scrive la stampa algerina, è morto e 9 sono rimasti gravemente feriti. In queste ore, è in corso nella regione un'imponente operazione di rastrellamento avviata dopo le informazioni fornite da Ali Ben Touati, alias Abu Tamim, "emiro" di una delle principali branche di Al Qaeda per il Maghreb Islamico (ex- Gruppo Salafita per la predicazione e il combattimento), che pochi giorni fa si è consegnato alle autorità.

    Marocco
    Otto persone sono morte in seguito alle forti piogge che in questi ultimi giorni si sono abbattute sul Marocco. Tutte le vittime sono rimaste schiacciate dalle macerie delle loro case crollate per le precipitazioni.

    Sudafrica
    Un giudice sudafricano ha rinviato al 25 agosto la data del processo contro il leader dell'Anc, Jacob Zuma, candidato favorito per le elezioni presidenziali dell'aprile prossimo, accusato di corruzione. Il processo si celebrerà così ben dopo le elezioni e Zuma verrà giudicato molto probabilmente quando sarà già presidente in carica. “Il processo è aggiornato ad una data provvisoria fissata al 25 agosto 2009”, ha detto oggi il giudice Leona Theron.

    Kirghizistan
    Il governo kirghizo annuncerà nei prossimi giorni, forse già domani, la decisione di chiudere la base militare Usa di Manas, in Kirghizistan, snodo vitale per le operazioni delle truppe statunitensi in Afghanistan. “Il governo ha deciso di mettere fine alla presenza delle forze statunitensi nel nostro Paese”, ha detto il presidente, Kurmanbek Bakiyev, al termine di un colloquio con il suo omologo russo, Dimitri Medvedev. “Quando, nel 2001, gli Stati Uniti hanno stipulato il contratto d'affitto per Manas come base d'appoggio per le operazioni in Afghanistan, si supponeva fosse per uno o due anni”, ha proseguito il presidente Bakiyev, ma “sono passati otto anni. Dietro lo sfratto degli americani, secondo alcuni osservatori non ci sarebbe solo il mancato raggiungimento di un accordo economico con la Casa Bianca. Il governo kirghizo avrebbe accettato, infatti, di chiudere la base americana, in cambio di consistenti aiuti finanziari da parte di Mosca, 150 milioni a fondo perduto.

    Messico
    Tre militari sono stati uccisi ieri alla periferia di Cancun. I cadaveri sono stati ritrovati nel Paese di Cristobal Colon, sulla strada che porta alla città di Merida, capitale dello Yucatan. Secondo fonti attendibili, si è trattato di un'esecuzione ad opera della criminalità organizzata. I responsabili hanno pedinato le loro vittime, li hanno bloccati e poi giustiziati con una raffica di mitra. Una delle vittime era un uomo della scorta di Gregorio Sanchez, sindaco della città di Cancun. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e di Francesca Ciacci)

     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 35

    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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