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Sommario del 03/02/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Messaggio per la Quaresima. Il Papa invita a riscoprire il vero digiuno cristiano che apre a Dio e al prossimo: quanto si toglie a sé stessi si dia ai poveri
  • Il cardinale Cordes: il digiuno quaresimale rifiuta l’idolatria del corpo. Il direttore del Pam, Sheeran: in questa Quaresima scegliamo un mondo libero dalla fame
  • Il Papa nella Giornata della vita consacrata: il religioso sia tutto di Gesù per essere di tutti
  • Mons. Padovese: la comunità cattolica turca testimoni il Vangelo senza paura
  • Domani il cardinale Bertone in Spagna: incontrerà Re Juan Carlos e il premier Zapatero
  • Conclusa l'assemblea della Roaco: maggiori aiuti alle Chiese in India, Ucraina e Iraq
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Eluana. Vescovi: stop ad alimentazione e idratazione è eutanasia, ma vicini a famiglia Englaro
  • Indiano bruciato a Nettuno. Mons. Semeraro: rischio di deriva razzista
  • Associazioni cattoliche preoccupate per le proposte di legge sull'immigrazione
  • Sri Lanka: l'arcivescovo di Colombo lancia una Giornata di preghiera per la pace
  • Chiesa e Società

  • Religiosi pronti a restare nel nord dello Sri Lanka nonostante l’invito ad andarsene
  • Eluana: trasferita nella clinica di Udine per la sospensione di alimentazione e idratazione
  • All’Onu i diritti dei “rishi” i fuori-casta del Bangladesh
  • Irlanda del Nord: aumentano le donne che acquistano pillole abortive via Internet
  • Il Patriarca latino di Gerusalemme presiede il rito della Presentazione di Gesù al Tempio
  • Aperto in Costa d’Avorio l'ultimo incontro della Cerao
  • Intervento dell’arcivescovo Celli sul nuovo portale intermirifica.net
  • Mons. Marchetto a Washington: le università come luoghi di “apostolato di speranza”
  • Forum sulla Dottrina sociale della Chiesa per i candidati cattolici alle elezioni in Indonesia
  • Messaggio di Bartolomeo I sul pensiero greco e le radici cristiane in Europa
  • Bolivia: ricoverato in ospedale il cardinale Julio Terrazas
  • Attesa per l’Incontro nazionale del rinnovamento giovanile cattolico a Panamá
  • Il cardinale Vanhoye ricorda l'importanza della Lectio Divina
  • Al via in Scozia la Settimana cattolica per i giovani
  • Le Pontificie Opere Missionarie di Czestochowa promuovono i gruppi del Rosario Missionario
  • Azione Cattolica: il ruolo dell’assistente spirituale in Romania
  • Missionario di Maryknoll agli affari interreligiosi della Federazione dei vescovi dell’Asia
  • Basilica di San Paolo fuori le Mura: coppie romane rinnovano le promesse matrimoniali
  • Presentato a Venezia un progetto per rendere fruibile a tutti il breviario Grimani
  • Pubblicato un libro sul primo Sinodo d’Africa alla luce dello "Spirito d’Assisi"
  • 24 Ore nel Mondo

  • Razzo sparato da Gaza colpisce Ashkelon
  • Il Papa e la Santa Sede



    Messaggio per la Quaresima. Il Papa invita a riscoprire il vero digiuno cristiano che apre a Dio e al prossimo: quanto si toglie a sé stessi si dia ai poveri

    ◊   Il vero digiuno è finalizzato a non vivere più per se stessi ma ad aprire il cuore a Dio e al prossimo: è quanto afferma Benedetto XVI nel Messaggio per la Quaresima di quest’anno in cui invita a riscoprire questa antica pratica penitenziale. Il servizio di Sergio Centofanti:

    Il Papa esorta a riscoprire il valore e le ragioni profonde del digiuno cristiano. Non si tratta di una pratica moralistica, l’osservanza scrupolosa di una legge religiosa, con il cuore lontano da Dio, come facevano i farisei. Né si tratta di “una misura terapeutica per la cura del proprio corpo”, come impone una certa cultura “segnata dalla ricerca del benessere materiale”. “Digiunare – afferma il Papa - giova certamente al benessere fisico, ma per i credenti è in primo luogo una ‘terapia’ per curare tutto ciò che impedisce loro di conformare se stessi alla volontà di Dio”. Infatti, come dice Gesù “rispondendo a satana, al termine dei 40 giorni passati nel deserto … ‘non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio’ (Mt 4,4). Il vero digiuno è dunque finalizzato a mangiare il ‘vero cibo’, che è fare la volontà del Padre”. Il digiuno del corpo si trasforma in “fame e sete di Dio”. E’ una forma di ascesi che aiuta “ad evitare il peccato e a crescere nell’intimità con il Signore” come indicava Sant’Agostino, “che ben conosceva le proprie inclinazioni negative” che definiva “nodo tortuoso e aggrovigliato”. Questa pratica ascetica diventa “un’arma spirituale per lottare contro ogni eventuale attaccamento disordinato a noi stessi. Privarsi volontariamente del piacere del cibo e di altri beni materiali – sottolinea Benedetto XVI - aiuta il discepolo di Cristo a controllare gli appetiti della natura indebolita dalla colpa d'origine, i cui effetti negativi investono l'intera personalità umana”. E’ quindi un invito alla sobrietà, come esorta un antico inno liturgico quaresimale: “Usiamo in modo più sobrio parole, cibi, bevande, sonno e giochi, e rimaniamo con maggior attenzione vigilanti". Una forma di mortificazione del proprio egoismo che, nutrita di preghiera e seguita dall’elemosina, apre il cuore all’amore di Dio e del prossimo. Infatti, il digiuno non è fine sé stesso: è scegliere “liberamente di privarci di qualcosa per aiutare gli altri”. Così – rileva il Papa - “mostriamo concretamente che il prossimo in difficoltà non ci è estraneo”. Di qui l’appello alle parrocchie e alle comunità ecclesiali a “mantenere vivo” l’atteggiamento di “accoglienza e di attenzione verso i fratelli” promuovendo “speciali collette” in Quaresima, per dare ai poveri quanto è stato messo da parte grazie al digiuno.

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    Il cardinale Cordes: il digiuno quaresimale rifiuta l’idolatria del corpo. Il direttore del Pam, Sheeran: in questa Quaresima scegliamo un mondo libero dalla fame

    ◊   Il messaggio del Papa per la Quaresima è stato presentato stamani alla Sala Stampa della Santa Sede. Alla conferenza di presentazione, moderata da padre Federico Lombardi, sono intervenuti, tra gli altri, il cardinale Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, e la signora Josette Sheeran, direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite. Il servizio di Alessandro Gisotti:
     
    “La Quaresima offre al cristiano un percorso spirituale e pratico per esercitare senza tagli e riserve l’offerta di noi stessi a Dio”. E’ quanto sottolineato dal cardinale Cordes che ha aggiunto: nel suo Messaggio, Benedetto XVI ci ricorda “il nostro impegno ad aprire il cuore e la mano a chi è nel bisogno”. Esortazione, ha aggiunto, ancor più urgente oggi in un periodo di crisi economica globale:

    “Non possiamo semplicemente arrenderci alla miseria degli uomini; per quanto possiamo dobbiamo apporvi rimedio”.

     
    Il porporato si è così soffermato sul tema del digiuno, centrale in questo messaggio del Papa. Ai nostri giorni, ha rilevato, si è diffusa una cura del corpo che rischia di diventare idolatria. Alcune statistiche sul mercato del “wellness”, del benessere, stanno lì a dimostrarlo:

    “Il corpo insiste sempre più sui suoi diritti. Ma il suo desiderio di benessere e piacere forse riduce la libertà e non potrà poi più essere gestito dalla volontà dell’uomo. Il corpo diventa un tiranno”.
     
    Il Messaggio quaresimale, ha spiegato, “si trova senza dubbio in una certa contraddizione” con questo trend sociale. Le parole del Papa sulla rinuncia, ha rilevato il cardinale Cordes, “ad un primo sguardo non favoriscono le inclinazioni profonde dell’uomo. Tuttavia mirano al suo bene”. Il capo dicastero ha così rammentato che anche in altre religioni, come il buddismo e l’Islam, il digiuno ha un ruolo fondamentale. Ma, ha spiegato, “la motivazione che induce le due religioni al digiuno è la lotta contro il potere della materia sull’uomo”:

    "Il digiuno ha dunque una colorazione negativa; si tratta di liberarci dal peso che le cose create caricano su di noi. Ciò rischia però di isolare l’uomo, e dunque di chiuderlo e di ripiegarlo su se stesso. Per il cristiano invece il desiderio mistico non è mai la discesa nel proprio sé, ma la discesa nella profondità della fede, dove incontra Dio".

    La parola del Papa, ha detto ancora, non vuole semplicemente aggiungere un’altra iniziativa umanitaria a quelle dei nostri giorni. Il digiuno deve avere per i fedeli un significato cristiano, “deve fare spazio per l’offerta di sé a Dio, poiché solo Lui è, in fin dei conti, la felicità a cui aneliamo”. Dal canto suo la signora Sheeran ha ringraziato il Papa per il sostegno che la Chiesa dà alle attività del Programma Alimentare Mondiale:
     
    "I met Pope Benedikt XVI and was deeply moved…"
    “Ho incontrato Papa Benedetto XVI – ha detto il direttore del Pam – e sono stata profondamente commossa dal suo impegno e compassione per gli affamati del mondo”. L’incoraggiamento del Papa al digiuno, ha aggiunto, “ci aiuta anche a ricordare che la fame è in crescita ovunque”. Ed ha riferito un dato drammatico: oggi, un bambino muore di fame ogni sei secondi. Ha così passato in rassegna una serie di progetti in diversi Paesi, dall’Afghanistan al Senegal, a Gaza dove il Pam sta combattendo contro la piaga della fame. Ed ha ricordato che l’agenzia dell’Onu lavora con le Caritas locali nelle diocesi di 40 Paesi. Quindi ha spronato i governi nazionali ad impegnarsi di più:

    At this time of trillion dollar financial rescue…
    “In questa fase di misure di salvataggio finanziario da trilioni di dollari – è stato il suo richiamo – abbiamo bisogno di un salvataggio umano per combattere la fame”. In questa Quaresima, ha concluso, “scegliamo un mondo libero dalla fame”.

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    Il Papa nella Giornata della vita consacrata: il religioso sia tutto di Gesù per essere di tutti

    ◊   La ricchezza della missione apostolica di San Paolo e la vita consacrata ispirata ai consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza. Sono i cardini del discorso di Benedetto XVI al termine della Messa, in San Pietro, per la Festa della Presentazione di Gesù al Tempio, XIII Giornata della vita consacrata. A presiedere la Liturgia eucaristica, incastonata nella ricorrenza dell’Anno Paolino, il cardinale Franc Rodè, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, il quale nell’indirizzo di omaggio al Papa, ha sottolineato che la testimonianza di Paolo di Tarso è guida di speranza. Massimiliano Menichetti:
     
    La Basilica di San Pietro avvolta dal buio spezzato dalle candele che gradatamente si sono accese dando inizio alla Liturgia della Luce, poi la processione e l’avvio della Celebrazione per la Festa della Presentazione di Gesù al Tempio. Benedetto XVI, nel saluto per la XIII Giornata della vita consacrata, ha chiesto ai religiosi e alle religiose di portare nella Chiesa e nel mondo la luce di Dio ed ha indicato come prezioso testimone della sequela di Cristo, Paolo di Tarso, l’Apostolo delle Genti:
     
    "Che cos’è infatti la vita consacrata se non un’imitazione radicale di Gesù, una totale 'sequela' di Lui? Ebbene, in tutto ciò Paolo rappresenta una mediazione pedagogica sicura: imitarlo nel seguire Gesù, carissimi, è via privilegiata per corrispondere fino in fondo alla vostra vocazione di speciale consacrazione nella Chiesa".
     
    Articolando la sostanza della vita consacrata ispirata ai consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza, il Papa ha rimarcato come in San Paolo, che “ha donato il cuore al Signore in maniera indivisa”, sia presente la totale gratuità e concreta solidarietà verso i fratelli nel bisogno e che “accogliendo la chiamata di Dio alla castità”, “per poter servire con ancor più grande libertà e dedizione”, “egli offre un sicuro riferimento di condotta”, così come l’obbedienza ne ha animato, plasmato e consumato l’intera esistenza. Centrale, ha detto il Papa, anche un “altro aspetto della vita consacrata di Paolo” la missione, perché” Egli è tutto di Gesù per essere, come Gesù, di tutti”:

     
    "A lui, così strettamente unito alla persona di Cristo, riconosciamo una profonda capacità di coniugare vita spirituale e azione missionaria; in lui le due dimensioni si richiamano reciprocamente. E così, possiamo dire che egli appartiene a quella schiera di 'mistici costruttori', la cui esistenza è insieme contemplativa ed attiva, aperta su Dio e sui fratelli per svolgere un efficace servizio al Vangelo".
     
    Il Papa ha poi evidenziato “il coraggio dell’Apostolo” “nell’affrontare prove terribili, fino al martirio” e la “fiducia incrollabile in Cristo”:
     
    "La sua esperienza spirituale ci appare così come la traduzione vissuta del mistero pasquale, che egli ha intensamente investigato ed annunciato come forma di vita del cristiano. Paolo vive per, con e in Cristo. 'Sono stato crocifisso con Cristo – egli scrive -, e non vivo più io, ma Cristo vive in me'; e ancora: 'per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno'".
     
    Quindi l’invito ad alimentare quotidianamente la Parola di Cristo, meditandola e “facendone la radice d’ogni azione e il criterio primo d’ogni scelta” ed ha augurato che l’Anno Paolino alimenti il proposito di accogliere la testimonianza di san Paolo:

     
    "Egli vi aiuti inoltre a realizzare il vostro servizio apostolico nella e con la Chiesa con uno spirito di comunione senza riserve, facendo dono agli altri dei propri carismi, e testimoniando in primo luogo il carisma più grande che è la carità".
     
    E prima di impartire la Benedizione apostolica il Papa ha ricordato che il fulcro della Liturgia esorta a guardare alla Vergine Maria, la “Consacrata” per eccellenza.

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    Mons. Padovese: la comunità cattolica turca testimoni il Vangelo senza paura

    ◊   Si chiude giovedì la visita ad Limina dei vescovi della Turchia. I presuli sono stati ricevuti ieri in Vaticano da Benedetto XVI, che ha esortato i fedeli cristiani e musulmani a lavorare assieme per la pace e la giustizia. Il Papa ha inoltre chiesto alle autorità di Ankara di riconoscere giuridicamente la Chiesa Cattolica e ciò ha vantaggio di tutta la società turca. Sulla realtà della comunità cattolica in Turchia, Lisa Zengarini ha intervistato il presidente della Conferenza episcopale turca, mons. Luigi Padovese:

    R. - È una comunità espressa dai diversi riti e da diverse confessioni che la compongono. È un po’ l’erede delle antiche Chiese che hanno abitato in questa regione. Numericamente molto ridotte, però significative sia per il passato storico che ciascuna di loro possiede, che per la teologia, la liturgia che le differenzia e le qualifica. Un tesoro che non deve essere perso.

    D. - Lo Stato turco è formalmente uno Stato laico. Di fatto però in questi anni i cristiani vivono in un clima non privo di tensioni: in particolare, dopo l’uccisione di don Santoro nel 2005, attacchi a religiosi cristiani stranieri sono aumentati. Ci può dire cosa c’è dietro a queste aggressioni e se il viaggio apostolico del Santo Padre nel 2006 ha cambiato qualcosa?

    R. - Certamente il viaggio del Santo Padre ha concorso ad un clima più sereno. Noto comunque che le tensioni dei mesi passati sono più legate a fermenti di tipo nazionalistico che non strettamente religioso. I nostri rapporti con i fratelli e le autorità musulmane sono molto buoni. Il clima è decisamente più sereno, anche se permangono atti vandalici sporadici che si esprimono nel gettare rifiuti davanti alle chiese. Ciò testimonia che c’è ancora un po’ di sentimento anticristiano. Si tratta tuttavia di gruppi marginali.

    D. - Per quanto riguarda invece la Chiesa cattolica, quali sono oggi le principali sfide che deve affrontare?

    R. - La comunità cattolica deve innanzitutto prendere coraggio e coscienza di essere una presenza minoritaria, ma pur sempre una presenza in Turchia. Questo perché le situazioni storiche passate hanno portato i cristiani a vivere in una sorta di anonimato. È giunto il momento di esprimersi apertamente, senza paure, senza reticenze. Anche perché la Chiesa cattolica in Turchia venga giuridicamente riconosciuta. Abbiamo bisogno di un seminario, perché il Paese necessita di un clero “Doc” e non di persone che vengano dall’estero come il sottoscritto e come tanti altri. Vogliamo che il Cristianesimo in Turchia parli turco, cioè che sia veramente inculturato, altrimenti rimarremo sempre un corpo estraneo. L’auspicio è anche quello di avere una maggiore visibilità attraverso i mezzi di informazione. La nostra comunità, infatti, è talmente ridotta che non abbiamo accesso ai media che peraltro riteniamo fondamentali anche per dare un’immagine esatta di quello che è la Chiesa e il Cristianesimo.

    D. - L’Anno Paolino ha favorito l'ecumenismo in Turchia?

     
    R. - Certamente lo ha favorito e lo notiamo dal fatto di condividere gli stessi interessi per l’Apostolo e di esprimerli anche come è stato fatto in più occasioni, sia con simposi o celebrazioni comunitarie promosse da noi e dalla Chiesa ortodossa. Mi limito a ricordare l’ultima del 25 gennaio a Tarso, dove c’è stata una presenza significativa di cristiani delle diverse confessioni. Sono momenti significativi che comunque ci aiutano ad avere coscienza di non essere soli. Quello che abbiamo scritto nella Lettera Pastorale è eloquente: prima di essere cattolici, ortodossi, protestanti, siamo cristiani. Questo è l’elemento di base che deve unirci. Altre iniziative intraprese quest’anno riguardano la stampa. Abbiamo fatto conoscere di più la persona, le Lettere di Paolo anche attraverso progetti promossi dalle singole parrocchie. Piccole cose, ma in Turchia tutto sommato non siamo in grado di fare di più, tenuto conto dei fondi limitati.

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    Domani il cardinale Bertone in Spagna: incontrerà Re Juan Carlos e il premier Zapatero

    ◊   Il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone inizia domani una visita di due giorni in Spagna, su invito della Conferenza episcopale spagnola. La prima giornata prevede al mattino incontri separati con il ministro degli Esteri Miguel Angel Moratinos, con il primo vicepresidente del governo, María Teresa de la Vega e con il premier José Luis Rodríguez Zapatero. A fine mattinata, è previsto l’ incontro con il Re Juan Carlos I, seguito da una colazione cui prenderanno parte anche il principe ereditario Felipe, il premier e il ministro degli Esteri. Nel pomeriggio il cardinale si intratterrà a colloquio con il presidente del Partido Popular e leader dell’opposizione, Mariano Rajoy. Giovedì 5 febbraio alle 12.00 il segretario di Stato vaticano terrà una conferenza su “I diritti umani nel magistero di Benedetto XVI”, nel 60.mo della “Dichiarazione Universale”, presso la sede della Conferenza episcopale spagnola, e raggiungerà quindi la nunziatura per il pranzo con i presuli del Paese offerto dal nunzio apostolico, mons. Manuel Monteiro de Castro.

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    Conclusa l'assemblea della Roaco: maggiori aiuti alle Chiese in India, Ucraina e Iraq

    ◊   Le urgenze pastorali delle Chiese in India e Ucraina e le necessità dei fedeli cristiani in Iraq: se ne è parlato in modo approfondito nell’Assemblea a Roma della Roaco, la Riunione delle opere d’aiuto alla Chiese Orientali. Il servizio di Roberta Gisotti.

    È stato il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, a tirare le fila dell’incontro durato due giorni per mettere a fuoco cosa fare e come per sostenere le comunità ecclesiali dell’India e dell’Ucraina, alla luce delle mutate condizioni di questi due Paesi, che il porporato ha avuto occasione di visitare di recente.

     
    Le Chiese malabarese e malankarese in India sono infatti in crescita costante e questo richiede la creazione di nuove diocesi, e maggiori risorse finanziarie e così anche c’è la necessità di opere di carità per i fedeli più bisognosi, sparsi su un territorio vastissimo. Il cardinale Sandri ha raccontato del suo “pellegrinaggio di pace in India”, percorsa da episodi di violenza contro i cristiani, dove ha incontrato “una comunità ecclesiale comunque viva e proiettata verso il futuro”, dove la Chiesa - “pur tra problemi nuovi e antichi” - svolge opere di assistenza molto apprezzate dalla popolazione.

     
    Spostando l’attenzione sulla Chiesa greco-cattolica in Ucraina, riemersa dopo un ventennio di repressione, il porporato ha ricordato che già 20 anni fa le mancavano sacerdoti, religiosi e strutture pastorali e che oggi si riscontrano segnali certi di vitalità specie nei settori giovanile, vocazionale, dell’apostolato culturale e della comunicazione sociale. Il cardinale Sandri ha raccomandato di valorizzare la Chiesa di questo Paese, che “rappresenta una comunità chiave per il futuro ecclesiale di tutto l’Est europeo”.

     
    Non si è mancato in sede di Roaco di raccogliere “il grido disperato di aiuto dei cristiani iracheni”, lanciato dai loro vescovi in questi giorni a Roma in visita ad Limina Apostolorum. L’'influenza dell'Islam, la mancanza di lavoro, l’assenza di una piena libertà piena spingono infatti le famiglie cristiane a lasciare il Paese. E questo - aveva riferito in apertura dell’Assemblea l’arcivescovo Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato – è una grande fonte di preoccupazione per tutti, principalmente per il Papa.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima 2009

    Il discorso del Papa ai consacrati e alle consacrate al termine della celebrazione eucaristica, lunedì 2 febbraio, nella Basilica di San Pietro in occasione della festa della Presentazione del Signore, XIII Giornata mondiale della vita consacrata

    Nell’informazione internazionale, in primo piano l’economia: la Wto annuncia una contrazione del commercio globale a causa della crisi. Record della disoccupazione in Spagna

    Un articolo di Pierluigi Natalia dal titolo: “La Somalia cerca strumenti politici per uscire dalla crisi”

    In cultura, Pietro Petraroia sul centenario del Manifesto di Filippo Tommaso Marinetti

    “Una memoria sequestrata”: l’intervento di Adriano Dell’Asta al Congresso internazionale sul tema “Stato, società e persona” organizzato dalla Fondazione Russia Cristiana e dalla Fondazione per la Sussidiarietà.

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    Oggi in Primo Piano



    Eluana. Vescovi: stop ad alimentazione e idratazione è eutanasia, ma vicini a famiglia Englaro

    ◊   La Parola di Dio è “la vera realtà sulla quale basare la propria vita”. Così oggi mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, la Conferenza episcopale italiana, alla presentazione, presso la nostra emittente, del Comunicato finale dei lavori del Consiglio episcopale permanente che si è tenuto dal 26 al 28 gennaio scorsi. Affrontati anche i temi del sostegno alle famiglie in un momento di difficile congiuntura economica, immigrazione e la drammatica vicenda di Eluana Englaro. Massimiliano Menichetti:

    E’ partendo dall’immagine dell’impegno silenzioso, amorevole delle suore della clinica Beato Luigi Talamoni di Lecco, che hanno accudito – fino alla notte scorsa – Eluana Englaro, che mons. Crociata, segretario generale della Cei, sollecitato dai giornalisti, a margine della presentazione del comunicato finale dei lavori del Consiglio episcopale permanente, ha affrontato il caso, ribadendo che "è a tutti evidente che qualsiasi azione volta ad interrompere l'alimentazione e l'idratazione si configurerebbe, al di là delle intenzioni, come un atto di eutanasia''. Ha quindi definito la vicenda una "contraddizione inconcepibile”:

     
    “Da un lato, si toglie cibo e acqua, dall’altro lato si ricorre a sedativi e medicine per far sopportare l’effetto immediato – oltre quello ultimo della morte – di essere privata del sostegno vitale. E’ una cosa che ritengo, a rigor di logica, inconcepibile. Detto questo, voglio ribadire una cosa: l’assoluta vicinanza alla famiglia e alla ragazza stessa; io sono convinto che quando ci avviciniamo al mistero del dolore e della morte, bisogna tacere e, per chi crede, pregare”.

     
    Spostandosi sul fronte del fenomeno migratorio, ha rimarcato la necessità del rispetto della diversità di culto e dei diritti umani:

     
    “Il nostro compito è richiamare all’esigenza di una accoglienza nel rispetto delle leggi. Coniugare accoglienza e legalità e apprezzare gli sforzi di cercare accordi con i Paesi da cui provengono gli immigrati, ma una volta sul nostro territorio nazionale, gli immigrati sono persone da accogliere, persone di cui riconoscere e difendere i diritti fondamentali”.

     
    Ma è ribadendo che la riscoperta della Parola di Dio, “capace di vincere il pessimismo e l'individualismo che tendono a chiudere la società contemporanea”, che mons. Crociata ha aperto la presentazione del comunicato finale dei lavori. Ha messo in evidenza che l’indebolimento del senso di Dio produce un affievolimento del senso dell’uomo e di riflesso, dell’etica, che non tarda a manifestare i suoi effetti negativi anche sul piano sociale ed economico. Da qui, il ruolo educativo della Chiesa quale autentico punto di riferimento sul territorio:

     
    “Attraverso questo compito educativo che abbraccia tutte le attività della Chiesa: quelle esplicitamente evangelizzatrici, quelle esplicitamente educative nei confronti delle nuove generazioni, all’attività di solidarietà e di carità, alla celebrazione stessa. Tutte le attività della Chiesa concorrono a trasmettere, una presenza di Dio stesso in Cristo, che si rende continuamente attivo e presente”.

     
    Centrale, per i vescovi, la solidarietà, rivolta in particolare a sostegno delle famiglie in difficoltà, che sarà rilanciata attraverso un’iniziativa nazionale. Infine, sollecitato dai giornalisti, sulla revoca della scomunica nei confronti della Fraternità San Pio X, il segretario generale della Cei ha ribadito la necessità della piena accettazione del Concilio Vaticano II.

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    Indiano bruciato a Nettuno. Mons. Semeraro: rischio di deriva razzista

    ◊   Sono stabili le condizioni di Navtej Singh, l’indiano aggredito, picchiato e poi bruciato nella notte di sabato a Nettuno, non lontano da Roma. I medici del Sant'Eugenio di Roma, dove è ricoverato, hanno affermato che sta rispondendo alle terapie. Forse venerdì prossimo il previsto trapianto di cute. L'insensata aggressione compiuta da tre giovani, che hanno detto di aver agito per noia, ha sconcertato l’opinione pubblica. Ieri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha parlato di “sintomi allarmanti di tendenze diffuse che sono purtroppo venute crescendo”. Un parere condiviso dal vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro, intervistato da Paolo Ondarza:

    R. – Le parole del nostro presidente della Repubblica mi trovano consenziente. Credo che non si possa più liquidare il tutto come se fossero singoli episodi di intolleranza, ma allargare lo sguardo all’insediarsi, nella mente, nel cuore dei nostri giovani e della nostra gente, di una non-cultura. Se le parole “xenofobia” e “razzismo” possono sembrare forti, tuttavia la discesa verso cui sembriamo avviarci, porta indubbiamente verso quella direzione. Da qui deriva il bisogno di una forte ripresa morale.

     
    D. – A compiere questo gesto inaudito sono stati dei giovani, tra cui un minorenne…

     
    R. – Certamente, la questione va inserita anche nell’ambito dell’attenzione delle famiglie: c’è bisogno di una riflessione più ampia.

     
    D. – Hanno detto di averlo fatto per noia: hanno dato fuoco ad una persona per divertimento, come se fosse un oggetto...

     
    R. – Un oggetto di divertimento, che si accende e si spegne a piacimento, così come le connessioni su Internet si aprono e si chiudono. Questo è, appunto, il sintomo della necessità urgente di ricostruire il senso delle relazioni, il senso del rispetto della persona e della vita. Il paradosso è che questo è accaduto in una domenica in cui noi, come Chiesa in Italia, lanciavamo segnali forti sul tema della vita.

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    Associazioni cattoliche preoccupate per le proposte di legge sull'immigrazione

    ◊   Senza integrazione non si garantisce la sicurezza ma si accresce l'emarginazione costringendo alla illegalità molti immigrati e le continue discriminazioni portano a violenze più o meno eclatanti. E’ il messaggio lanciato ieri dalla Comunità di Sant'Egidio, dalle Acli, dall’Associazione Papa Giovanni XXIII e dal Centro Astalli in vista della discussione al Senato sul pacchetto sicurezza. Insieme hanno voluto avanzare alcune proposte di modifica al testo in favore dei diritti degli immigrati. Ce ne parla Gabriella Ceraso:

    Il reato di clandestinità non aumenterà la sicurezza, ma solo le spese processuali. Le variazioni in materia di matrimonio e cittadinanza nuoceranno gravemente al diritto alla famiglia, che serve per la stabilità e la sicurezza sociale. Il divieto di iscrizioni anagrafiche in mancanza di alloggio lascerà senza residenza, sostegno e visibilità migliaia di immigrati, anche legalmente in Italia. Ribattono punto per punto le associazioni cattoliche laddove temono che il pacchetto sicurezza modificherà in peggio la vita degli immigrati e promuovono una politica seria e semplificata, un vero e proprio governo del fenomeno, senza gridare all’emergenza. Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio:

    “Il clima adesso per gli immigrati è troppo peggiorato: non c’è più la considerazione di queste persone, con i loro diritti, ma al massimo li accettiamo come lavoratori”.
     
    A preoccupare le condizioni delle famiglie di immigrati, con nuove tasse cui far fronte e nuovi vincoli:

    “La cittadinanza verrebbe concessa dopo due anni dal matrimonio e non si può sposare il cittadino o la cittadina immigrata senza permesso di soggiorno. Sono gravi limitazioni all’esercizio del matrimonio che, peraltro, è dimostrato essere uno dei migliori elementi di integrazione. L’altro punto è l’introduzione di una tassa ulteriore per il rinnovo del permesso di soggiorno a famiglie che già fanno fatica a vivere dignitosamente e che già incidono sul nostro Pil. Sono sistemi che aggravano la loro posizione, invece che facilitarla”.

    “No” dicono le associazioni anche alla detenzione degli irregolari nei centri di identificazione fino a 18 mesi: lede la dignità umana e soprattutto non serve a scoraggiare i flussi. Padre Giovanni La Manna del Centro Astalli:

    “O troviamo la volontà di risolvere i problemi nei Paesi di provenienza oppure i soldi per gli accordi, le motovedette, non servono. E quei soldi andrebbero rimessi sui progetti di integrazione”.

    La sicurezza, dunque, o è di tutti o non è per nessuno. Non bisogna trovare dei capri espiatori, bensì cambiare il giudizio della società nei confronti degli immigrati.

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    Sri Lanka: l'arcivescovo di Colombo lancia una Giornata di preghiera per la pace

    ◊   Nello Sri Lanka si vivono momenti di grave tensione, in concomitanza con la stretta finale dell’esercito alle basi dei separatisti Tamil nella regione di Mullaitivu, ultima roccaforte dei ribelli. Il governo di Colombo, intanto, ha chiesto ai 250 mila civili, abitanti delle zone ancora controllate dalle Tigri Tamil, di abbandonarle, non essendo in grado di assicurare loro l'incolumità. Tutto questo avviene alla vigilia del 61.mo anniversario dell’indipendenza dell’isola. Nell’occasione l’arcivescovo di Colombo, mons. Oswald Gomis, ha invitato la comunità cattolica a vivere la ricorrenza con una “Giornata di preghiera per la pace e la prosperità della Nazione”. Ascoltiamo il presule al microfono di Lydia O’Kane della nostra redazione in lingua inglese:

    R. – The Anniversary of our national indipendence…
    L’anniversario della nostra indipendenza nazionale viene celebrato in un momento decisivo della nostra storia e del conflitto tra esercito governativo e i militanti separatisti Tamil. La popolazione civile chiede che la guerra lasci il posto a soluzioni politiche, accettate da entrambe le parti. Tutti i cittadini di questo Paese sono uguali, e tutti sono liberi di vivere e inseguire la loro piena felicità, nel rispetto di ogni etnia, religione o affiliazione politica. Sia al nord che al sud, la gente dovrebbe sentirsi libera e capace di esercitare la propria libertà.

     
    D. - Quali conseguenze ha provocato questa lunga guerra?

     
    R. - We have to be mindful...
    Dobbiamo essere consci del gran numero di persone in varie parti del Paese colpite dagli effetti della guerra: sono ancora migliaia gli sfollati, che vivono in pessime condizioni. E’ imperativo che le loro condizioni di vita siano ristabilite al più presto. Se vogliamo che lo Sri Lanka resti una terra unita, dobbiamo essere sicuri che ogni uomo, cittadino di questo Paese, goda in maniera equa dei diritti umani al di là di tutte le differenze. Noi ci siamo imposti di incoraggiare e proteggere l’interesse dei cittadini. Certamente ci sono state molte vittime da entrambe le parti in conflitto: sono migliaia i menomati e i disabili. Allo stesso modo, ci sono migliaia di civili innocenti che hanno sofferto le stesse cose. Naturalmente le ferite di questa tragedia e le cicatrici rimarranno a lungo. Tutto questo deve essere sanato nel minor tempo possibile ed è un serio compito per tutti noi negli anni a venire.

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    Chiesa e Società



    Religiosi pronti a restare nel nord dello Sri Lanka nonostante l’invito ad andarsene

    ◊   Si fa sempre più complicata la situazione nel nord dello Sri Lanka dove ormai da settimane infuriano i combattimenti tra l’esercito regolare e i ribelli delle Tigri Tamil. Ieri è giunto l’invito da parte del presidente Rajapakse ai religiosi presenti nell’area ad andarsene “per liberare la popolazione dalla morsa del terrorismo”. “Sentono che il loro posto è con la gente, condividere questi momenti terribili e dare aiuto e conforto” così alla Misna il vescovo di Jaffna, mons. Thomas Savundaranayagam, precisando che “non intendiamo ordinare loro di lasciare la zona, ma naturalmente sono liberi di farlo in qualunque momento”. Per il presule la presenza dei religiosi rende più sensibile il governo sulla pericolosità della situazione per tutti i civili. Nelle aree dei combattimenti sono 20 sacerdoti e 25 suore, originari delle diocesi di Mannar, Mullaitivu, Kilinochchi e Vavuniya, che hanno voluto seguire gli sfollati. (B.C.)

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    Eluana: trasferita nella clinica di Udine per la sospensione di alimentazione e idratazione

    ◊   Eluana verrà nutrita per tre giorni. Poi, secondo quanto rivelato da fonti mediche, dovrebbero essere sospese l’alimentazione, l’idratazione artificiale e, progressivamente, i farmaci. In queste condizioni potrebbe sopravvivere per circa due settimane. Il percorso giudiziario che ha portato a questo possibile, drammatico epilogo ha avuto come ultimo tassello l’annullamento, da parte del Tribunale amministrativo della Lombardia, del provvedimento con cui la Regione negava alle strutture sanitarie sul suo territorio la possibilità di interrompere l’alimentazione forzata. Sconcerto e dolore sono stati espressi da molti rappresentanti della società civile e della Chiesa. Il cardinale Javier Lozano Barragán, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, sottolinea che “togliere ad una persona cibo e acqua – aggiunge – significa una cosa sola, ucciderla deliberatamente”. L’arcivescovo Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, parla di “macigno sulla coscienza di chi ha voluto la sua morte”. L’arcivescovo di Udine, mons. Pietro Brollo, afferma che l’unico dovere della società nei confronti di Eluana “è quello di aiutarla a vivere”. Il presule esorta tutti a pregare: “la preghiera - spiega - può mutare il corso degli eventi, illuminare gli animi, sostenere nel dolore”. (A cura di Amedeo Lomonaco)

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    All’Onu i diritti dei “rishi” i fuori-casta del Bangladesh

    ◊   E’ una giornata importante quella di oggi per Milon Das, direttore e fondatore dell’organizzazione non governativa "Parittran" (il termine significa salvezza), atteso a Ginevra dove si riunisce il Consiglio per i diritti umani dell’Onu. Al centro della sua audizione la situazione dei “rishi” cioè i dalit del Bangladesh che ancora oggi sono discriminati in base al sistema delle caste. Nonostante molti di loro si siano convertiti al cristianesimo, l’isolamento e la mancanza di diritti persistono; ci sono però storie come quella di Milon Das che lasciano ben sperare. Milon è stato prima studente e poi insegnante presso i Saveriani che da oltre tre decenni sono in Bangladesh. “Possiamo dire che la partenza di Milon per Ginevra rappresenta un po’ il coronamento di oltre tre decenni di presenza dei missionari saveriani tra i fuoricasta di Chuknagar e dintorni” così alla Misna padre Antonio Germano Das, missionario saveriano, per il quale ciò dimostra quanto “la dimensione culturale e sociale dell’emarginazione sia più persistente e dominante delle presunte motivazioni religiose”. Per anni i saveriani sono stati accusati di “aver inventato un problema” mentre ad oggi sono riconosciuti come gli iniziatori di un movimento di liberazione dei rishi attraverso l’istruzione e la presa di coscienza. La questione dei dalit è stata affrontata a novembre scorso in un seminario organizzato a Dacca. Dalla riunione è emersa la necessità di dare piena cittadinanza a tutti i membri della comunità dalit e la proposta di sensibilizzare i partiti politici per una legge contro la discriminazione. (B.C.)

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    Irlanda del Nord: aumentano le donne che acquistano pillole abortive via Internet

    ◊   La drammatica decisione di ricorrere all’aborto segue anche le vie di Internet: in Irlanda del Nord, in particolare, è in continuo aumento il numero di donne che decidono di interrompere la gravidanza acquistando, al costo di circa 60 sterline, pillole abortive attraverso siti web. E’ quanto denuncia Audrey Simpson, direttore del ‘Family Planning Association’ di Belfast: la situazione – afferma - è preoccupante e c’è da sottolineare che “molte donne mentono quando compilano il questionario online”. Sono tante, ad esempio, le donne che acquistano le pillole oltre la nona settimana di gravidanza. Non si rivolgono, inoltre, al medico neanche di fronte ad eventuali complicazioni perché temono l’arresto per non aver rispettato i termini di legge previsti nel Paese. Oltre ad essere violato il diritto alla vita di ogni essere umano, dal suo concepimento alla fine naturale, viene anche messa a rischio la salute: “Ci sono casi di donne – denuncia Dawn Purvis, leader del Progressive Unionist Party - decedute dopo l’assunzione di dosi eccessive”. In Irlanda del Nord - ricorda il quotidiano La Stampa - l’aborto è illegale. L’unica eccezione è quella per cui si possa dimostrare che la continuazione di una gravidanza potrebbe portare a gravi danni per la salute fisica o mentale della donna. Un’indagine dell’European Alliance for Access to Safe Medicines ha messo in luce, infine, un altro inquietante fenomeno: 6 volte su 10 la pillola acquistata su internet è contraffatta e può provocare gravi conseguenze per la salute della donna. (A.L.)

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    Il Patriarca latino di Gerusalemme presiede il rito della Presentazione di Gesù al Tempio

    ◊   Preghiera, Eucaristia, riconciliazione, fraternità e collaborazione. Sono queste per mons. Fouad Twal, Patriarca latino di Gerusalemme, le direzioni verso cui sacerdoti, religiosi e religiose e laici consacrati devono camminare per rispondere alle sfide che giungono dalla Terra Santa. In occasione ieri della Festa della presentazione di Gesù al Tempio, Twal ha esortato i consacrati ad avere il coraggio di affrontare le prove e le sfide “che attraversano la vita consacrata specialmente in Terra Santa”. Tra queste, la mancanza di vocazioni sacerdotali e religiose, quest’ultime specialmente in campo femminile. Il Patriarca ha esortato a rimettere al centro “la vita spirituale e la preghiera, a ricercare la collaborazione, anche con i laici, a livello diocesano”. “Essere testimoni d’amore – ha aggiunto – significa annunciare Cristo nel rispetto dei valori specifici di ogni popolo, aspetto importante per la Terra Santa”. “Attraverso l’Eucaristia quotidiana, nasce questa spiritualità di comunione e la riconciliazione”. Il Patriarca – rende noto l’agenzia Sir – si è soffermato anche sulla situazione di Gaza: “Bisogna ripartire da Cristo – ha detto - per convertirci e sarà allora che la fecondità della nostra preghiera diventerà, tra queste persone ferite, rivelazione del perdono e della misericordia di Dio”. (A.L.)

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    Aperto in Costa d’Avorio l'ultimo incontro della Cerao

    ◊   “La Chiesa, famiglia di Dio, in solidarietà pastorale organica nell’Africa dell’Ovest” è il tema intorno al quale i vescovi delle 68 diocesi dei 9 Paesi francofoni e 2 lusofoni dell’Africa dell’ovest hanno iniziato oggi ad Abidjan la loro 17.ma assemblea plenaria. Si tratta dell'ultima Plenaria dell'organismo dei soli presuli francofoni e lusitani dell'area in quanto si fonderà con gli episcopati anglofoni, sotto la denominazione di Aceao/Aecwa (Associazione delle Conferenze episcopali dell'Africa occidentale). Alla seduta di apertura, sono stati diffusi numerosi messaggi tra cui quello di Benedetto XVI, letto dal nunzio apostolico in Costa d’Avorio, l’arcivescovo mons. Ambrose Madtha. Nel discorso di apertura, il presidente della Cerao, la conferenza episcopale regionale dell’Africa dell’ovest, cardinale Théodore-Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar in Senegal, ha tracciato un bilancio dei 45 anni di esistenza della Cerao. “Senza risparmiare le nostre energie, i nostri talenti e la nostra forza di convinzione - ha dichiarato - ci siamo dedicati affinché la Cerao fosse un segno della Chiesa famiglia di Dio e un segno di speranza e di unità”. “Oggi ciascuno di noi – ha continuato l’arcivescovo - può sentire fino a quale punto, al di là delle distanze e delle lingue, noi formiamo una sola e unica Chiesa, il cui destino non è diverso da quello della Chiesa universale”. “Durante questi anni – ha proseguito il porporato- ci siamo impegnati per rinforzare le nostre solidarietà, promuovere una crescita costante delle nostre Chiese locali ed arricchire dei valori delle nostre culture”. Parlando della nuova associazione delle conferenze episcopali dell’Africa dell’ovest che nascerà da quella francofona e quella anglofona, il cardinale Théodore-Adrien Sarr ha sottolineato che il progetto sarà quello di una Chiesa impegnata in prima fila e con tutto il suo peso, in favore della pace, della libertà, per lo sviluppo di una solidarietà pastorale organica, in tutta l’Africa dell’ovest, per rimettere l’africano in piedi, perché possa affrontare le numerose sfide del momento nel Continente. (Da Abidjan, padre Joseph Ballong)

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    Intervento dell’arcivescovo Celli sul nuovo portale intermirifica.net

    ◊   La sfida odierna per la Chiesa è di comprendere che le nuove tecnologie non sono soltanto strumenti di comunicazione, ma influenzano profondamente la cultura stessa del comunicare. E’ quanto ha detto l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali presentando venerdì scorso a Dallas, negli Stati Uniti, il nuovo portale di radio e televisioni cattoliche di tutto il mondo. Si chiama intermirifica.net ed offre una sorta di censimento dei principali operatori del settore audio e video. E' in lingua spagnola e includerà, prossimamente, anche liste di giornali e agenzie di stampa. Si tratta di una nuova realtà in rete che si aggiunge alle recenti iniziative mediatiche della Santa come il canale youtube. I media cattolici – ha affermato l’arcivescovo Celli – sono chiamati “a sviluppare una presenza strategica e integrata”, a valorizzare “la comunione tra le migliaia di iniziative che stanno emergendo”. Per il presidente del dicastero vaticano, la nuova cultura digitale ha rafforzato le possibilità di lavorare insieme attraverso varie forme di collaborazione. Nel suo intervento, l’arcivescovo ha anche ricordato il pensiero del cardinale Avery Dulles, noto teologo statunitense morto di recente, per evidenziare come la comunicazione non sia solo una delle attività della Chiesa, ma ne costituisca l’essenza stessa: ciò che unifica e dà senso a tutti gli aspetti della vita ecclesiale. “Questo – ha spiegato – è particolarmente vero nell’evangelizzazione. I nuovi media – ha concluso – offrono indubbiamente alla Chiesa una grande opportunità per seminare ovunque la parola di Dio”. (A.L.)

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    Mons. Marchetto a Washington: le università come luoghi di “apostolato di speranza”

    ◊   Il contributo delle università ad una cultura della speranza è stato sottolineato dall’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, intervenuto sabato scorso all’Incontro Nazionale dell’Associazione degli Istituti Superiori e delle Università Cattoliche (ACCU) degli Stati Uniti, svoltosi a Washington. Secondo il presule, riporta Zenit, la società attuale sta attraversando una “crisi di speranza” che ha la sua fonte in una “versione secolare della speranza” stessa. Alla base di questo fenomeno c’è “l'esaltazione della ragione contro la fede” che porta a far sì che “il divino sia sostituito dal sé”. Per mons. Marchetto esiste il rischio che di fronte ad una mancanza di speranza ci possa essere solo disperazione, pertanto è necessario riscoprire il “vero significato e il vero valore della speranza religiosa”. Per quanti sono impegnati nell'istruzione e nella formazione dei giovani, ha affermato mons. Marchetto, “è un'autentica chiamata a promuovere un rapporto vero e intimo con Colui che è non solo la fonte di ogni speranza, ma la speranza stessa e visto che è amore è anche verità”. Inoltre, riferendosi alla pastorale per gli studenti stranieri, il presule ha sottolineato come nel mondo contemporaneo si confonda spesso la nozione di assistenza e di ospitalità con quella di accoglienza. Quest'ultima, ha osservato, non si limita a fornire “qualcosa che è meramente funzionale”, ma “mostra una mente aperta e una prontezza pratica” ed è “un dono, una carisma che viene dallo Spirito Santo”. Un aspetto importante dell'accoglienza, ha sottolineato monsignor Marchetto, è il dialogo. Così è necessaria “una convinta volontà di un vero dialogo interreligioso”, che si manifesta in tre modi: “apprendimento reciproco, condivisione degli elementi distintivi della religione, crescita nel credo personale”. (B.C.)

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    Forum sulla Dottrina sociale della Chiesa per i candidati cattolici alle elezioni in Indonesia

    ◊   I candidati cattolici alle prossime elezioni parlamentari in Indonesia, previste il 9 aprile, hanno partecipato nei giorni scorsi a uno speciale forum di formazione sull’etica politica organizzato dalla Commissione per i Laici della Conferenza episcopale. L’obiettivo dell’iniziativa, ha spiegato all’agenzia Ucan il segretario esecutivo della Commissione padre Yohannes Rasul Eddy Purwanto, era di sensibilizzare gli aspiranti parlamentari cattolici sui valori che dovrebbero guidare il loro operato alla luce degli insegnamenti sociali della Chiesa. Due i relatori dell’incontro: il padre gesuita Franz Magnis-Suseno, docente di filosofia presso Filosofato gesuita “Driyarkara” di Giakarta, e un osservatore politico laico. Nella sua relazione padre Magnis-Suseno ha elencato sette principi etici imprescindibili per i cattolici in politica: la difesa della vita, la mitezza, il bene comune, il principio della sussidiarietà, la solidarietà, la difesa dei diritti umani e il rifiuto della violenza. Questi principi - ha spiegato - sono stati elaborati dal magistero della Chiesa negli ultimi 150 anni (a partire dalla “Rerum Novarum”) sulla base degli insegnamenti e le azioni di Gesù, ma “sono universali e validi per le persone di tutte religioni”. Uno dei pilastri di tale magistero è il perseguimento del bene comune: “Mai trasformare la politica in business, usandola come un’occasione per arricchirsi”, ha detto padre Magnis-Suseno. Dall’opzione per la vita – ha poi sottolineato - discende l’opposizione all’aborto, all’eutanasia e all’uccisione di embrioni a scopo di ricerca. Il professor Magnis-Suseno è quindi passato a spiegare il principio di sussidiarietà, per cui le più alte istanze statuali devono fare solo quanto è indispensabile, lasciando la massima autonomia alle istituzioni di livello inferiore e ai corpi intermedi. In conclusione ha parlato della solidarietà che implica il dovere di farsi carico delle esigenze dei più deboli e dei più poveri, della difesa dei diritti umani fondamentali, da quelli civili a quelli socio-economici, e del rifiuto della violenza come arma di lotta politica. In vista della tornata elettorale di aprile, i leader cristiani indonesiani hanno pubblicato lo scorso novembre una dichiarazione congiunta per invitare i fedeli a partecipare al voto con coscienza e senso di responsabilità per il bene comune e nell’interesse della convivenza pacifica tra le religioni nel Paese. (L.Z.)

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    Messaggio di Bartolomeo I sul pensiero greco e le radici cristiane in Europa

    ◊   In occasione della festivita dedicata ai tre padri-dottori della Chiesa universale, San Basilio, San Gregorio il teologo e Giovanni Crisostomo, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I ha voluto ricordare l’importanza delle radici cristiane in Europa e il legame con il pensiero greco. Secondo Bartolomeo I, bisogna sottolineare il contributo delle lettere e del pensiero filosofico greco-ellenistico all’operato della Chiesa e sfatare la credenza che gli apostoli fossero persone non colte. Il Patriarca – riferisce Asianews – ricorda ad esempio l’evangelista Giovanni “conoscitore della filosofia pitagorica e di tutto il pensiero filosofico, col quale era venuto a contatto grazie al filosofo Filone” oppure la somiglianza morfologica allo stile di Senofonte nei primi testi del cristianesimo. Da non dimenticare anche le scuole dove si formavano i pensatori della Chiesa come ad esempio quella di Atene. “La Chiesa - conclude il Patriarca Ecumenico - con le sue attività educative ha istruito attraverso i secoli il popolo di Dio con la verità rivelata e deve anche molto a quelle scuole del pensiero umano, le quali hanno contribuito allo sviluppo intellettuale e spirituale dell’uomo, allontanandolo così da infruttuosi conservatorismi”. (B.C.)

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    Bolivia: ricoverato in ospedale il cardinale Julio Terrazas

    ◊   È stato ricoverato ieri, presso l’ospedale ICOR di Santa Cruz, il cardinale Julio Terrazas, presidente della Conferenza episcopale boliviana. A rendere necessario il ricovero è stato un problema cardiaco: il porporato, infatti, soffre di cuore da diversi anni ed ha subito un intervento chirurgico già nel 1992. “Le condizioni di salute del cardinale Terrazas sono buone – ha spiegato il dott. Lieders Mercado, medico curante del porporato, nel corso di una conferenza stampa convocata dall’arcidiocesi di Santa Cruz – ma il quadro clinico resta comunque critico, data anche l’età e la patologia diabetica di cui soffre il paziente. Per questo, è necessario mantenerlo in terapia intensiva”. Nel frattempo, non appena si è diffusa la notizia del ricovero del porporato, i fedeli della Bolivia si sono radunati spontaneamente in preghiera nella cappella dell’ospedale ICOR, nella cattedrale di Santa Cruz, ma anche in altre città del Paese. E molte preghiere e manifestazioni di solidarietà sono arrivate anche per e-mail, indirizzate dai fedeli alla sede dell’arcidiocesi di Santa Cruz. A detta dei medici, si profilano due possibilità di cura per il cardinale Terrazas: la prima è quella del trattamento farmacologico, mentre la seconda prevedrebbe un nuovo intervento chirurgico a livello delle coronarie. Ulteriori analisi cliniche sono state effettuate per verificare se il paziente fosse affetto dalla febbre del dengue, dato che il porporato ha visitato alcune zone a rischio di contagio e sembra presentare qualche sintomo della malattia. I risultati degli esami non sono però, ancora stati resi noti. Nato a Vallegrande il 7 marzo 1936, il card. Terrazas è stato ordinato sacerdote il 29 luglio 1962 ed ha ricevuto l’ordinazione episcopale l’8 giugno del 1978. Nel 1985 è stato eletto Presidente della Conferenza Episcopale Boliviana, mentre il 6 febbraio 1991 è stato nominato Arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra. Il 21 febbraio 2001 Giovanni Paolo II lo ha creato cardinale. (I.P.)

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    Attesa per l’Incontro nazionale del rinnovamento giovanile cattolico a Panamá

    ◊   “I giovani, testimoni della speranza” è il tema centrale del 30.mo Incontro nazionale del Rinnovamento giovanile cattolico di Panamá che si terrà dal 5 all’8 febbraio. Le riflessioni si svolgeranno nella diocesi di Chitré, il cui vescovo, mons. Fernando Torres Durán, insieme con altri collaboratori dell’episcopato ha preparato le diverse fasi del raduno con l’obiettivo di studiare da diverse ottiche pastorali il magistero dell’enciclica Spe salvi di Benedetto XVI. Padre Pablo Hernández ha spiegato alla stampa che, come sempre, l’incontro si propone di “offrire uno spazio adeguato per sperimentare l’incontro personale con Cristo” per questo sarà data molta importanza all’Eucaristia e alla Riconciliazione. I partecipanti rifletteranno anche sulla situazione del Paese e in particolare sull’ultimo documento dell’episcopato prodotto al termine della sua plenaria nei primi giorni di gennaio. In esso i presuli parlano di “un momento di particolare importanza per la nazione, per via delle grandi opportunità di crescita e progresso, ma anche perché all’orizzonte appaiono minacce e ombre” rischiose soprattutto per i più poveri. Il Panamá, che il 3 maggio eleggerà il nuovo presidente, sta vivendo “momenti delicati” per via della “mancanza di politiche in favore della sicurezza cittadina” messa a repentaglio dall’incremento “del flagello della violenza negli ultimi mesi”. Temendo che simili fenomeni possano riversarsi anche in campagna elettorale i presuli, citando un loro documento del 2001, ribadiscono che “la democrazia non si conquista in un istante ma in verità, è frutto di un lavoro continuo di ogni generazione ed esige la partecipazione responsabile di ciascuno”. “Richiede – aggiungono - educazione e allenamento, al fine di creare consenso morale, istituzioni efficaci, regole condivise e, soprattutto senso del bene comune”. Oltre alla violenza, per i presuli la democrazia è a rischio anche quando si lascia contaminare, come accade a Panamá, dal “flagello della corruzione”. I vescovi, rivolgendosi a tutti i cittadini e in particolare ai cristiani, ricordano che al momento di votare occorre tenere presente i “valori supremi e superiori” sui quali si regge una comunità vera e rispettosa dell’integrità della vita, delle norme etiche, della dignità e dei diritti dell’uomo, della centralità e autentica natura della famiglia e del matrimonio. Prima di concludere, i presuli ricordano le parole di Benedetto XVI durante la recente visita ad limina: “Riveste un'urgenza particolare che la chiesa a Panamá – aveva detto il Papa - non smetta di offrire luci che contribuiscano alla soluzione dei pressanti problemi umani esistenti, promuovendo un consenso morale della società sui valori fondamentali”.(A cura di Luis Badilla)

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    Il cardinale Vanhoye ricorda l'importanza della Lectio Divina

    ◊   Occorre leggere la Bibbia con un autentico spirito di fede e di preghiera: è l’invito lanciato dal cardinale Albert Vanhoye, segretario emerito della Pontificia Commissione Biblica, attraverso le pagine della rivista cattolica spagnola “Ecclesia”. In una lunga intervista ripresa dall'agenzia Aciprensa, il porporato ribadisce che “la Bibbia è un testo che esprime la fede. Per accoglierlo in modo serio e profondo, è essenziale accostarsi ad esso con un atteggiamento di fede. Dall’altra parte, esiste la convinzione che la Bibbia sia al tempo stesso un libro storico, non una parola puramente teorica, poiché si tratta di una rivelazione attraverso i fatti e gli avvenimenti”. Poi, il cardinale Vanhoye ribadisce il principio secondo il quale “la Sacra Scrittura è essenziale per conoscere Cristo, per seguirlo, per cercare tutte le dimensioni del suo mistero, per comprendere la stretta relazione tra ricerca esegetica e approfondimento della fede e della vita spirituale”. Quanto all’influenza della Parola di Dio nella vita spirituale dei cattolici, il Segretario emerito della Pontificia Commissione Biblica sottolinea come manchino ancora due cose: ”da una parte, i mezzi, gli strumenti materiali che aiutino i fedeli ad accogliere la Bibbia nel modo migliore. Dall’altra, la meditazione dei credenti sul testo biblico”; perché “come ha affermato più volte Benedetto XVI, la Lectio Divina può essere un rimedio molto adatto a questo scopo”. Si tratta, infatti, continua il porporato, di una metodologia che “ha il grande merito di porre l’attenzione innanzitutto sul testo biblico, considerato di per sé, nel suo preciso significato. La Lectio Divina parte proprio dalla lettura attenta della Scrittura”. Infine, rispondendo ad una domanda su come evitare che la Bibbia si trasformi in mero oggetto di studio da parte dei biblisti contemporanei, separato dalla vita spirituale, il porporato ricorda che “gli esegeti non si possono accontentare di studiare i testi. Devono meditarli in un contesto di ricerca del Signore e di comunione con Lui, restando sempre coscienti del fatto che solo Cristo dona tutta la ricchezza della vita ispirata, solo Lui apre pienamente le nostre menti alla comprensione della Scrittura”. Il rimedio più efficace, allora, conclude il cardinale Vanhoye, sarà “la preghiera, intesa come meditazione che cerca l’unione con il Signore, l’accoglienza della sua luce e del suo amore. Solo questo può preservare dal pericolo di un atteggiamento razionalista e sterile, che può diventare un ostacolo per la vita dei fedeli”. (I.P.)

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    Al via in Scozia la Settimana cattolica per i giovani

    ◊   “Dare vita ai valori”: è il motto della Settimana dell’educazione cattolica per i giovani, apertasi domenica in Scozia per concludersi sabato prossimo, 7 febbraio. L’iniziativa, promossa dalla Conferenza episcopale locale, vede coinvolte tutte le 393 scuole cattoliche e le 500 parrocchie del Paese. “I giovani scozzesi – afferma mons. Joseph Devine, presidente della Commissione cattolica per l’educazione – stanno crescendo in un mondo segnato da valori in conflitto tra loro. Le scuole cattoliche, quindi, giocano un ruolo significativo nell’aiutare i ragazzi a comprendere come comportarsi nel modo giusto, amare con tenerezza e camminare umilmente con Dio, così da raggiungere la vera felicità eterna”. Sulla stessa linea, il direttore del Servizio per l’educazione cattolica scozzese, Michael McGrath: “Attualmente – spiega – è davvero opportuno che gli insegnati e gli studenti delle scuole cattoliche, insieme ai loro genitori, siano spinti a riflettere sui valori di cui i giovani hanno bisogno come fondamento di vita, considerata anche l’attuale crisi finanziaria globale che mette in luce la follia di costruire sogni sulla promessa di successi materiali”. “i valori fondanti che saranno sottolineati durante la Settimana – continua Michael McGrath – comprendono la saggezza, la giustizia, la compassione e l’integrità”. Tutte le scuole e le parrocchie scozzesi hanno già ricevuto molto materiale informativo e didattico, incluso un depliant preparato dal Servizio per l’educazione cattolica. Intitolato “Insegnare i valori della vita in famiglia”, il breve documento invita a riflettere sulle Beatitudini, illustrate da Gesù nel Discorso della Montagna (Mt, 5 :48). In esso, infatti, Cristo invita tutti coloro che lo desiderano “a seguire uno schema di valori grazie ai quali potremo portarci accanto a Dio per l’eternità”. Naturalmente, scrivono i presuli, “non si tratta di una strada facile da seguire, poiché significa andare contro corrente rispetto a molti altri, cercando la felicità nei luoghi più inaspettati”. “Nelle Beatitudini – si legge infine nel depliant – Gesù ci chiama a cambiare la nostra visione della vita, a guardare la vita dal punto di vista di Dio, a comprendere cosa sia realmente importante e a vivere secondo nuovi parametri”. (I.P.)

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    Le Pontificie Opere Missionarie di Czestochowa promuovono i gruppi del Rosario Missionario

    ◊   Le Pontificie Opere Missionarie (POM) dell’arcidiocesi di Czestochowa hanno costituito nuovi gruppi del “Rosario Vivente” formati da bambini e da giovani, e anche nuovi gruppi del “Rosario Missionario” presso le parrocchie e le scuole nell’arcidiocesi. Nello stesso tempo hanno iniziato il progetto del “Libro di preghiera del rosario per le missioni”. Nel “Libro” saranno raccolte le preghiere dei bambini e dei giovani per le intenzioni della Chiesa e per le missioni, ma anche per la beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio Giovanni Paolo II. “Vogliamo offrire il nostro ‘Libro’ al Santo Padre come dono della preghiera delle POM e dell’arcidiocesi di Czestochowa, nel giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II. Il nostro ‘Libro’ sarà anche il dono spirituale, della preghiera dei bambini e dei giovani per le missioni della Chiesa” ha spiegato all’agenzia Fides don Jacek Gancarek, direttore delle Pontificie Opere Missionarie di Czestochowa. Attualmente nell’arcidiocesi esistono gruppi del Rosario Missionario dei bambini e dei giovani presso circa 70 parrocchie e 50 scuole. (R.P.)

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    Azione Cattolica: il ruolo dell’assistente spirituale in Romania

    ◊   Offrire un’opportunità di approfondimento sulla missione dell’assistente spirituale dell’Azione Cattolica e del rapporto di collaborazione con i laici. E’ l’obiettivo del seminario organizzato dalla Federazione dell’Azione Cattolica della Romania apertosi ieri sera a Cluj-Napoca. L’incontro, incentrato sul tema “Il ruolo dell’assistente spirituale nell’Azione Cattolica”, prevede la partecipazione di oltre 50 sacerdoti e laici. Tra i partecipanti – rende noto l’agenzia Sir - c’è mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestina e assistente generale dell’Azione cattolica italiana. Oggi pomeriggio verrà illustrato il progetto formativo “Voi siete i miei amici”. Seguirà una tavola rotonda sulla missione dell’Azione cattolica nella Chiesa di Romania. Domani, infine, si terrà la sessione finale sulle prospettive dell’Azione cattolica nel Paese. (A.L.)

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    Missionario di Maryknoll agli affari interreligiosi della Federazione dei vescovi dell’Asia

    ◊   Il missionario di Maryknoll padre William LaRousse è il nuovo segretario dell’Ufficio per gli affari ecumenici e interreligiosi della (OIEA-FABC). Il Segretario generale della FABC, l’arcivescovo filippino Orlando Quevedo, lo ha designato a succedere al padre gesuita Thomas Michael, assegnato ad altre funzioni. Nel rendere nota la nomina, il presidente dell’OIEA, mons. Fernando Capalla, ha spiegato che la scelta è caduta su padre LaRousse per la sua “grande esperienza pastorale”. Il missionario statunitense ha compiuto una parte dei suoi studi nelle Filippine e nel 2001 ha conseguito il Dottorato in missiologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Da otto anni insegna missiologia e dialogo ecumenico e interreligioso presso il Seminario maggiore regionale di San Francesco Saverio a Davao. Intervistato dall’agenzia Ucan ha dichiarato che dal nuovo incarico si aspetta di arricchire le proprie conoscenze sulla missione in Asia. L’OIEA è uno dei primi uffici creati dalla Federazione dei vescovi dell’Asia dopo la sua istituzione nel 1972. Dal 1979 organizza speciali programmi di formazione per vescovi sul dialogo interreligioso denominati Istituti dei vescovi per gli affari religiosi (BIRA, in sigla), cui si sono aggiunti successivamente programmi analoghi per sacerdoti e laici. Dal 1993 collabora con la Conferenza cristiana dell’Asia (CCA), un’associazione che riunisce le Chiese protestanti, anglicana e ortodossa, con cui, nel 1994, ha fondato il Movimento Asiatico per l’Unità dei Cristiani (AMCU) allo scopo di incoraggiare il dialogo ecumenico nel continente. Insieme alla CCA, l’Ufficio per gli affari ecumenici e interreligiosi della FABC organizza dall’8 al 14 febbraio prossimo il Sesto Congresso dei Teologi asiatici. Il tema questa edizione, ospitata a Iloilo City nelle Filippine, sarà “Fare missione dal basso: una sfida a come viene intesa la missione a partire dal 1910”. (L.Z.)

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    Basilica di San Paolo fuori le Mura: coppie romane rinnovano le promesse matrimoniali

    ◊   Una decina di coppie romane, alcune delle quali accompagnate dai figli, hanno scelto la festa della Presentazione del Signore al Tempio, coincidente con la Giornata mondiale della vita consacrata, per rinnovare nell’Anno Paolino la consacrazione della loro vita da sposi a Gesù. Membri dell’associazione “Comunità degli sposi devoti a Maria ” si sono ritrovati nel transetto della Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura e hanno pregato e cantato nella cappella del Santissimo Sacramento dinanzi all’icona della Theotokos Hodighitria, il celebre mosaico del XIII secolo venerato come Madonna delle Grazie, alla quale hanno ripetuto l’atto di affidamento. Nel corso della celebrazione eucaristica hanno poi rinnovato i voti battesimali e la loro offerta a “Cristo Sapienza Incarnata”. Nella Giornata della vita consacrata diverse comunità di religiose hanno compiuto il pellegrinaggio dell’Anno Paolino nella Basilica mentre un monaco dell’Abbazia benedettina di San Paolo, seguendo un’antica tradizione, ha offerto al Santo Padre nella Basilica Vaticana una candela a nome di tutta la comunità. Fra le iniziative culturali dell’abbazia, per il ciclo “Pellegrini in concerto”, sabato scorso, il soprano Paola Polito e l’organista Graziano Fonzuto hanno presentato un programma di grande interesse con opere di rara esecuzione, fra le quali la cantata In festo Sancti Cyri Martyris (nella ricorrenza liturgica), del compositore Franco Maria Napolitano, e il Salve Regina del grande Vincenzo Bellini. (A cura di Graziano Motta)

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    Presentato a Venezia un progetto per rendere fruibile a tutti il breviario Grimani

    ◊   Massimo capolavoro della miniatura fiamminga del Rinascimento, il breviario Grimani è un’opera datata tra la fine del ‘400 e i primi del ‘500 e appartenente al cardinale Domenico Grimani che lo comprò al prezzo di 500 ducati d'oro intorno al 1520 e poi lo lasciò per testamento a Venezia. Il manoscritto, custodito nella Biblioteca Nazionale Marciana della città lagunare, è composto da 835 carte, corrispondenti a 1670 pagine, e da raffinate miniature, decorazioni, fregi dorati, rilegato a mano in velluto rosso. Il progetto presentato ieri è stato riprodotto, grazie a tecniche sofisticatissime, dalla società editrice Salerno con il sostegno della regione Veneto in 750 copie numerate - in vendita al prezzo di 22 mila euro ciascuna – più altre 80 fuori commercio destinate agli enti promotori. La prima copia del fac-simile, realizzato dopo 10 anni di lavoro minuzioso, sarà destinata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Davanti ad un’opera come il breviario Grimani – ha scritto in una nota il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi - non posso che pensare ai tempi in cui la bellezza è stata il motore della nostra civiltà e se c’e’ stato un tempo così, esso potrà sempre tornare”. (B.C.)

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    Pubblicato un libro sul primo Sinodo d’Africa alla luce dello "Spirito d’Assisi"

    ◊   “Ecclesia in Africa” alla luce dello “Spirito d’Assisi”. Saggio di lettura del primo Sinodo per l’Africa in cammino verso il secondo. E’ il titolo del libro, pubblicato in questi giorni, del nostro collega della redazione francese per l’Africa, Jean-Baptiste Sourou. Un volume che rientra nella preparazione alla celebrazione del prossimo Sinodo dei vescovi per l’Africa. Composta da 133 pagine, l’opera è divisa in 3 capitoli. Il primo risponde alla domanda: cos’è lo “Spirito di Assisi”?; il secondo presenta i sette capitoli dell’Esortazione post-sinodale: “Ecclesia in Africa”, e l’ultimo è propriamente il saggio. L’autore vi presenta dei punti d’incontro tra l’esperienza della grande Giornata di preghiera per la pace, convocata da Giovanni Paolo II nel 1986 ad Assisi, e le raccomandazioni e linee pastorali del primo Sinodo per l’Africa. Dalle sue analisi, l’esperienza assisana si presenta come uno strumento d’interpretazione e di lavoro, uno stimolo per la costruzione della chiesa-famiglia di Dio in Africa nella prospettiva di una “chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace”. Va ricordato che l’autore prende spunto dalle testimonianze raccolte presso i padri del Sinodo per l’Africa, durante la loro sosta di preghiera, riflessione e celebrazione per l’Africa ad Assisi nel 1994. Pubblicata dall’editrice L’Harmattan, l’opera è disponibile per ora, solo in francese.(J.B.S.)

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    24 Ore nel Mondo



    Razzo sparato da Gaza colpisce Ashkelon

    ◊   Un razzo di tipo Grad, sparato da Gaza, è caduto stamani sulla città israeliana di Ashkelon, causando solo danni materiali. È la prima volta che un razzo colpisce questa città dalla fine dell'offensiva militare israeliana contro Hamas a Gaza, due settimane fa. Il premier israeliano Olmert ha raccolto vari ministri per decidere la reazione di Israele. Secondo la radio pubblica il premier avrebbe ordinato di reagire. Intanto, nel primo pomeriggio sono cominciati al Cairo i colloqui tra le due delegazioni congiunte del movimento integralista palestinese Hamas arrivate da Gaza e da Damasco ed il capo dei servizi segreti egiziani Omar Suleiman. Da quanto si è appreso, gli esponenti di Hamas dovrebbero comunicare la propria disponibilità ad accettare una tregua di un anno (si parla anche di un anno e mezzo) con Israele, che l'Egitto sta mediando da alcune settimane. Da parte sua, il presidente palestinese Abu Mazen, dopo l’incontro ieri a Parigi con il presidente Nicolas Sarkozy all’Eliseo, prosegue il tour di consultazioni in Europa. E c’è da dire che l'unità dei gruppi politici palestinesi è il tema di un incontro convocato d'urgenza tra i ministri degli Affari Esteri arabi, oggi ad Abu Dhabi.

    Pakistan
    I miliziani islamici hanno fatto saltare in aria un ponte, nel nord-ovest del Pakistan, al passo di Khyber, principale via di collegamento con l'Afghanistan. La struttura, fatta esplodere poco dopo la mezzanotte, era utilizzata per il trasporto di merci, destinate sia ai soldati della forza internazionale Nato nel Paese sia al mercato afghano. Intanto nella valle di Swat, sempre in Pakistan, le forze di sicurezza hanno sferrato un attacco contro i talebani, uccidendone almeno 35.

    Somalia
    Almeno 16 persone sono state uccise, ieri, a Mogadiscio dalle forze di pace dell'Unione Africana. I militari hanno aperto il fuoco dopo che una mina anticarro era esplosa al passaggio di un loro veicolo. Altre fonti parlano di molte più vittime. Alcuni civili denunciano la presenza dell’esercito etiope che sarebbe rientrato in Somalia, lasciata solo due mesi fa, e che avrebbe creato un posto di blocco vicino Baladwayne. Il governo etiope però smentisce. Intanto nelle acque a largo della Somalia i pirati hanno rilasciato un cargo turco e i suoi undici membri di equipaggio che erano stati catturati a metà dicembre.

    Gheddafi eletto presidente dell’Unione Africana
    Si è concluso ieri con l’elezione del libico Muhammar Gheddaffi alla presidenza dell’Unione africana il 12mo summit degli Stati membri dell’organizzazione continentale panafricana. Del tutto disatteso il tema principale del vertice dedicato essenzialmente allo sviluppo economico ed infrastrutturale del continente. Stefano Leszczynski ha intervistato Angelo Turco, docente, presso l’Università de L’Aquila, di geografia dello sviluppo in Africa:

    R. – E’ vero che l’Unione Africana è un organismo troppo debole, ma è altrettanto vero che manca – a questi organismi internazionali panafricani – una cultura dello sviluppo economico. C’è, piuttosto, un’attenzione ai temi della politica. In realtà, la politica non può risolvere tutto, l’economia ha le sue regole, i suoi tempi, ma tutto questo fa fatica a penetrare nelle stanze dei poteri che interpretano e gestiscono l’Unione Africana. E questo, naturalmente, è tanto più rilevante in un momento di crisi profonda, come questo, che investe l’Africa in un modo che può diventare anche molto drammatico.

     
    D. – L’elezione del presidente libico Gheddafi cosa significa per il prossimo anno di gestione dell’Unione Africana?

     
    R. – Sicuramente cambia lo spirito nella conduzione dell’Unione Africana e cambia anche lo stile: tanto quello del presidente tanzaniano, Jakaya Kikwete, era discreto e il più possibile lontano dai riflettori della scena internazionale, tanto quello di Gheddafi ci possiamo aspettare sarà molto mediatizzato.

     
    D. – Un aspetto salutato con particolare favore è stato quello relativo al rafforzamento dell’organismo panafricano e all’intenzione di andare verso una strada che potrebbe portare alla creazione degli Stati Uniti d’Africa…

     
    R. – E’ un obiettivo necessario per il futuro dell’Africa ed occorre renderlo realistico. Ci vuole tempo ed occorre lavorare molto adeguatamente per arrivare a delle soluzioni condivise di tutta una serie di problemi e all’istituzione di organismi che poi siano in grado di funzionare.

     
    Spagna
    Almeno dieci persone sono state arrestate a Barcellona perchè sospettate di avere legami con il terrorismo islamico. Tutti gli arrestati sarebbero di nazionalità pachistana. Secondo alcune fonti sarebbero accusati anche di falsificazione di documenti per conto di al Qaeda.

    Immigrazione irregolare nelle Canarie
    Un barcone con a bordo 77 immigrati, tre dei quali morti, è giunto questa notte al porto di Arguineguin, nell'arcipelago spagnolo delle Canarie. L'imbarcazione proveniva probabilmente dalla Gambia ed è giunta nella Gran Canaria dopo circa 10 giorni di viaggio. Sembra che molti dei clandestini siano in difficili condizioni di salute e sembra ci fossero almeno dieci bambini. Domenica altri 68 immigrati, anche loro subsahariani, sono giunti al porto di La Luz, sempre nelle Canarie.

    Via libera Ue a misure francesi su prodotti che rispettano l’ambiente
    La Commissione europea ha dato luce verde allo schema francese di prestiti a tasso ridotto per le imprese che investono in prodotti ‘verdi’. È quanto annunciato oggi a Bruxelles. “Il piano francese riguarda le imprese che fanno investimenti sostenibili per l'ambiente, incluso il settore dell'auto”, ha detto Jonathan Todd, portavoce della commissaria Ue alla concorrenza Neelie Kroes, precisando che il piano fa parte della risposta della Francia alla crisi economica. Lo schema di credito “sosterrà in particolare le imprese che si trovano davanti al problema del finanziamento per la stretta del credito, facilitando al tempo stesso gli investimenti in prodotti che aiutano l'ambiente”.

    Grecia
    Nuovi scontri stamani tra polizia e agricoltori dell'isola di Creta giunti ieri nel porto ateniese del Pireo per rivendicare una quota maggiore del pacchetto da 500 milioni di euro offerto dal governo. Gli incidenti seguono quelli di ieri e il fallimento dei negoziati con esponenti dei Ministeri dell'agricoltura e dell'economia e rischiano di riaccendere la tensione dopo la fine della rivolta della categoria che per due settimane aveva paralizzato le comunicazioni interurbane greche a causa dei blocchi con i trattori. Al momento rimane solo un blocco importante al confine bulgaro. Al Pireo si è recato oggi il leader dell'opposizione socialista Papandreu, che critica la posizione del governo di Costas Karamanlis nella vertenza per parlare con i contadini che impediscono ai traghetti per Creta di partire e attraccare, mentre sull'isola resta occupata in segno di solidarietà la sede della regione.

    Serbia
    La Serbia ha incassato da Gazprom i 400 milioni di euro pagati dal colosso energetico russo per l'acquisto del 51% di Nis (Naftna Industrja Srbije), l'Industria Petrolifera Serba. L'intesa era stata sottoscritta a Mosca il 24 dicembre scorso alla presenza dei presidenti dei due Paesi, il russo Dmitri Medvedev e il serbo Boris Tadic. Il governo serbo mantiene il possesso del restante 49% di Nis, e ha propri rappresentanti nel consiglio di amministrazione e nel comitato di sorveglianza. L'accordo energetico con Belgrado prevede anche la costruzione da parte dei russi di un gasdotto, denominato "South Stream", destinato a far arrivare il gas russo nei Balcani passando per Mar Nero, Bulgaria, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Slovenia, fino all'Italia. La stampa di Belgrado riporta oggi con grande evidenza la notizia dell'arrivo dei 400 milioni di euro da Gazprom. Tra gli altri, il quotidiano Blic (Lampo) nota in prima pagina come tale somma rappresenti una boccata d'ossigeno per il dinaro, la valuta serba molto indebolita negli ultimi mesi a causa della crisi globale che sta colpendo duramente anche l'economia della Serbia.

    Russia-Usa
    L'interazione fra Russia e Usa è importante, occorre mantenere contatti intensi: è quanto emerge in una telefonata fra il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il segretario di Stato americano Hillary Clinton. Lo riferisce l'agenzia Interfax citando dei portavoce e precisando che il colloquio è avvenuto ieri sera su iniziativa di Washington. I due hanno sottolineato che è importante cooperare in tutta la sfera bilaterale, comprese le questioni relative al dialogo strategico e alla cooperazione economica. I due si sono accordati per mantenere contatti stretti su tutti i problemi bilaterali e internazionali.

    Hillary Clinton in Asia
    Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, si prepara alla sua prima missione all'estero di metà febbraio non incontrando, come i suoi predecessori Condoleezza Rice e Colin Powell, gli alleati del Vecchio Continente, ma partendo dal Giappone, per toccare poi Cina e Corea del Sud. Lo riferisce la stampa in Asia e lo confermano fonti diplomatiche negli Stati Uniti. Salvo cambi di programma e malgrado il dipartimento di Stato americano non abbia fornito conferme, la scelta del Sol Levante come prima tappa internazionale del tour asiatico è stata valutata come un messaggio di Washington a favore dell'alleanza bilaterale. Dalla Clinton, che appena la scorsa settimana ha spiegato di vedere i colloqui a Sei (che coinvolgono le due Coree, Usa, Cina, Russia e Giappone) sul processo di denuclearizzazione della Corea del Nord come essenziale, ci si attende la conferma sul cambio di rotta dell'amministrazione Usa, come detto più volte dal presidente Barack Obama, attraverso un atteggiamento che dia spinta al dialogo su base multilaterale. Appena a metà gennaio, l'ex First Lady, nel corso di una audizione al Senato sulla sua candidatura per guidare la diplomazia americana, aveva definito l'alleanza con il Giappone “un fondamento della politica Usa in Asia”, mentre, non più di un anno fa, aveva sostenuto, in un intervento sull'autorevole "Foreign Affairs", che quella tra Usa e Cina sarebbe stata "la relazione bilaterale più importante nel mondo" in questo secolo.

    Giappone: prestito di 100 miliardi di dollari al Fmi
    Il Fondo monetario internazionale (Fmi) sta completando le negoziazioni per il prestito da 100 miliardi di dollari messi a disposizione dal Giappone. Lo ha spiegato il direttore generale, Dominique Strauss-Kahn, parlando nel corso di una conferenza online da Washington, dedicata all'Asia. Strauss-Kahn ha espresso l'auspicio che altri Paesi “seguano” l'esempio di Tokyo, che vanta il secondo più cospicuo pacchetto di riserve valutarie alle spalle della Cina. Il premier giapponese, Taro Aso, aveva espresso a novembre la volontà di aiutare l'Fmi nell'opera di assistenza finanziaria a quei Paesi che sono stati duramente colpiti dalla crisi in atto a livello mondiale. Il Fondo, da parte sua, ha tentato negli ultimi mesi di raddoppiare la sua capacità di concedere prestiti, fino al totale di 500 miliardi di dollari, allo scopo di rafforzare la fiducia sul fatto che l'istituzione possa far fronte ad altre emergenze, in aggiunta alle difficoltà già avute, ad esempio, da Ucraina, Pakistan e Islanda.

    Questione nucleare: contatti di Obama con Seul
    Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha telefonato al suo omologo sudcoreano Lee Myung-Bak sottolineando l'impegno a lavorare insieme per mettere fine al programma nucleare avanzato da Pyongyang. Lo ha reso noto la Casa Bianca. I due leader “hanno discusso della Corea del Nord e si sono trovati d'accordo per lavorare insieme, e di concerto con l'intermediario per i negoziati a sei sul nucleare, al fine di ottenere l'eliminazione delle armi e dei programmi nucleari nordcoreani”, ha riferito il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, in un comunicato. Il portavoce della presidenza sudcoreana, Lee Dong-Kwan, ha fatto sapere che la telefonata tra i due leader è durata circa 15 minuti. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e di Francesca Ciacci)

     


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 34

    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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