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Sommario del 23/12/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI all'udienza generale: chi non accoglie Gesù con cuore di bambino non comprende il mistero del Natale
  • Domani alle 22 in San Pietro, la Messa della Notte di Natale presieduta dal Papa
  • Nota di padre Lombardi in merito al Decreto sulle "virtù eroiche” di Pio XII
  • Nomina
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Marcia della Pace per i terremotati e il lavoro: la riflessione di mons. Miglio
  • La comunità cristiana della Terra Santa si prepara a vivere un altro Natale di dolore e speranza
  • Sempre più diffuso in Cina il clima delle feste natalizie
  • Chiesa e Società

  • Nuovi attacchi contro le chiese in Iraq
  • Vietnam: importante visita delle autorità locali all'arcivescovo di Hanoi
  • Natale nelle Filippine: l'impegno della Chiesa tra i profughi del vulcano Mayon
  • Riforma sanitaria Usa: i vescovi chiedono cambiamenti essenziali al progetto del Senato
  • Cattolici spagnoli: no all’imposizione ideologica dell’aborto come diritto
  • Congo: nell'Ituri famiglie in fuga dai combattimenti
  • Malawi: stato di emergenza dopo il terremoto
  • “Un aiuto per i più piccoli”: il progetto per la comunità cristiana di Betlemme
  • Irlanda: la “luce della speranza” al centro del messaggio natalizio del cardinale Brady
  • Thailandia: fedeli di tutte le religioni coinvolti nel Natale all’insegna della solidarietà
  • I vescovi peruviani: il Natale è un invito a rompere il silenzio su Dio
  • Messico. Il cardinale Norberto Rivera: un'aberrazione la legge sulle unioni gay
  • Messaggio dei vescovi della Patagonia sulla questione umana ed ambientale
  • Documento dell'arcivescovo Rowan Williams per rilanciare l’unità degli anglicani
  • Bulgaria: incontro ecumenico alla Facoltà di Teologia di Sofia
  • Il viaggio in Sudafrica, Kenya e Zimbabwe del superiore generale dei Gesuiti
  • Presentato al Papa all'udienza generale il libro d'arte "Paulus" di mons. Frezza
  • Il cardinale Poletto: sobrietà per vivere un vero Natale
  • Italia: ad Eto'o e Pillon il premio "L'Altro Pallone" per uno sport di pace
  • Essen, Pécs e Istanbul “Capitali europee della Cultura” 2010
  • 24 Ore nel Mondo

  • Scade l'ultimatum Usa all’Iran sul nucleare
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI all'udienza generale: chi non accoglie Gesù con cuore di bambino non comprende il mistero del Natale

    ◊   Gesù Bambino è il Dio-Amore “inerme”, che non viene per conquistare il mondo “dall’esterno”, ma “per essere accolto dall’uomo nella libertà”. Sta in questo il significato spirituale del Natale: Benedetto XVI ha dedicato alla prossima festa della Natività l’udienza generale di questa mattina in Aula Paolo VI. Il Papa ha incentrato in particolare la catechesi sull’antica tradizione natalizia del presepe di Greccio, che San Francesco d’Assisi ideò quasi 800 anni fa. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    La scena cui assistettero gli abitanti di un piccolo paesino dell’alto Lazio, la notte di Natale del 1223, cambiò per sempre la percezione della Natività nella sensibilità dei cristiani a venire. Il presepe vivente allestito da San Francesco nella semplicità di una stalla di Greccio diede per la prima volta un’immagine “viva e toccante” della nascita di Gesù. Benedetto XVI lo ha affermato con chiarezza, con San Francesco il Natale si apre a “una nuova dimensione”:

     
    “La notte di Greccio, infatti, ha ridonato alla cristianità l’intensità e la bellezza della festa del Natale, e ha educato il Popolo di Dio a coglierne il messaggio più autentico, il particolare calore, e ad amare ed adorare l’umanità di Cristo (…) Con san Francesco e il suo presepe venivano messi in evidenza l’amore inerme di Dio, la sua umiltà e la sua benignità, che nell’Incarnazione del Verbo si manifesta agli uomini per insegnare un nuovo modo di vivere e di amare”.

     
    Il Santo di Assisi, ha raccontato il Papa, nutrì sempre il desiderio di “sperimentare in maniera concreta, viva e attuale l’umile della grandezza dell’evento della nascita”. E questa percezione è tanto più importante se si pensa che - ha ricordato il Pontefice - non è il Natale ma la Pasqua “la festa più antica della cristianità”. Il 25 dicembre come data della Natività, ha spiegato, risale al 204 circa e si deve a Ippolito di Roma, mentre la celebrazione del Natale si afferma in una “forma definita” più tardi, nel IV secolo, quando prende il posto della festa pagana del “Sol invictus”, il sole invincibile. Se la Pasqua, ha osservato il Papa, “aveva concentrato l’attenzione sulla potenza di Dio che vince la morte”, col Natale...

     
    “… si mise così in evidenza che la nascita di Cristo è la vittoria della vera luce sulle tenebre del male e del peccato. Tuttavia, la particolare e intensa atmosfera spirituale che circonda il Natale si è sviluppata nel Medioevo, grazie a san Francesco d’Assisi, che era profondamente innamorato dell’uomo Gesù, del Dio-con-noi”.

     
    Grazie a San Francesco, ha proseguito Benedetto XVI...

     
    “... il popolo cristiano ha potuto percepire che a Natale Dio è davvero diventato l’’Emmanuele’, il Dio-con-noi, dal quale non ci separa alcuna barriera e alcuna lontananza. In quel Bambino, Dio è diventato così prossimo a ciascuno di noi, così vicino, che possiamo dargli del tu e intrattenere con lui un rapporto confidenziale di profondo affetto, così come facciamo con un neonato”.

     
    Ed è in quel Bambino che si manifesta la condizione “povera e disarmante” di Dio-Amore:

     
    “Dio viene senza armi, senza la forza, perché non intende conquistare, per così dire, dall’esterno, ma intende piuttosto essere accolto dall’uomo nella libertà; Dio si fa Bambino inerme per vincere la superbia, la violenza, la brama di possesso dell’uomo”.

     
    Gesù stesso, ha concluso il Papa, che insegna nel Vangelo il modo in cui “possiamo incontrare Dio e godere della Sua presenza”, ovvero il convertirsi e diventare come bambini:

     
    “Chi non accoglie Gesù con cuore di bambino, non può entrare nel regno dei cieli: questo è quanto Francesco ha voluto ricordare alla cristianità del suo tempo e di tutti tempi, fino ad oggi. Preghiamo il Padre perché conceda al nostro cuore quella semplicità che riconosce nel Bambino il Signore, proprio come fece Francesco a Greccio. (…) E' questo l'augurio che formulo con affetto a tutti voi, alle vostre famiglie e a quanti vi sono cari. Buon Natale a voi tutti!”. (applausi)

     
    (musica zampogne)

     
    Come di consueto in questo periodo, sono risuonate in Aula Paolo Vi le melodie natalizie eseguite da un gruppo di zampognari. E il pensiero del Natale imminente ha ispirato anche i tradizionali saluti di fine udienza di Benedetto XVI: “Possa l'amore, che Dio manifesta all'umanità nella nascita di Cristo, accrescere in voi, cari giovani, il desiderio di servire generosamente i fratelli. Sia per voi, cari malati, fonte di conforto e di serenità. Ispiri voi, cari sposi novelli, a consolidare la vostra promessa di amore e di reciproca fedeltà”.

     
    (musica zampogne - applausi)

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    Domani alle 22 in San Pietro, la Messa della Notte di Natale presieduta dal Papa

    ◊   Benedetto XVI presiederà domani alle ore 22, nella Basilica Vaticana, la Santa Messa della Notte per la Solennità del Natale del Signore. Una notte di veglia. Come ha sottolineato il Papa, la notte di Natale dell’anno scorso, “solo il cuore vigilante può infondere il coraggio di incamminarsi per trovare Dio nelle condizioni di un bambino nella stalla”. Per una riflessione sullo straordinario significato del Natale, Federico Piana ha intervistato don Marco Porta, direttore dell’Istituto di Scienze religiose dell’Apollinare:

    R. – Il Natale interpella la nostra fede, invitandoci a riconoscere nel Bambino di Betlemme il Figlio di Dio che si è fatto uomo per la nostra salvezza. Il Natale mette in evidenza la verità dell’umanità di Cristo, vera nel senso che non è semplice apparenza: come ogni uomo, Gesù viene al mondo dopo nove mesi di gestazione, piange perché ha fame o ha freddo; Gesù viene nel senso che condivide tutta la condizione umana, con la sua finitezza, con i suoi problemi; un Dio che si fa uomo – per così dire – senza privilegi. E quindi Betlemme attesta senza alcun dubbio questa verità dell’umanità di Cristo.

     
    D. – Dobbiamo dire anche una cosa molto importante che ha ricordato il Papa qualche giorno fa: che il Natale non è una fiaba …

     
    R. – Il racconto della nascita di Gesù non è la favola di Babbo Natale. Come spiegare che lungo la storia centinaia di migliaia di persone siano state disposte a morire per testimoniare la fede in Cristo? Nessuno sarebbe disposto – evidentemente – al martirio per difendere la verità di Babbo Natale. Ma direi anche e non solo che si è disposti a morire per Gesù, ma milioni di uomini vogliono vivere per Gesù, con Gesù … Certo, la nascita di Gesù interpella la fede, è un mistero; però appartiene anche alla storia.

     
    D. – Ma perché, secondo lei, c’è questa voglia di abbandonare la bellezza del Bambino nella culla per andare a rifugiarsi poi in questi miti? Si erode il senso religioso: perché?

     
    R. – Davanti al Natale dobbiamo ritrovare il senso religioso della festa e anche, quindi, di tutte queste cose belle, anche, che la celebrazione della festa ha portato con sé. E’ bello e significativo che a Natale possiamo scambiarci i regali, che possiamo addobbare la casa come le vie, le piazze della città, con i richiami festosi dell’albero, dei colori … Però, appunto, tutto questo dobbiamo collegarlo al senso religioso. Il Natale è, direi, la festa del dono di Dio agli uomini; il vero regalo è quello che ci ha fatto Dio dandoci Cristo.

     
    D. – E il Natale può cambiare intimamente le persone, la venuta di Nostro Signore può darci questo cambiamento che magari abbiamo cercato per tanto tempo invano. E’ un’occasione anche di mutazione...

     
    R. – Certamente lo è: un appello alla conversione. Ma è appunto un appello che ci viene rivolto in modo molto attraente, molto dolce: quel Bambino che ci tende le braccia dalla mangiatoia di Betlemme è portatore di un messaggio di pace e di gioia. A questo proposito, mi piace anche ricordare i bellissimi sermoni natalizi di un grande Papa romano, San Leone Magno, del V secolo. In particolare, mi viene in mente un sermone che inizia con un’espressione molto bella: “Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la Vita": una vita che distrugge la paura della morte, dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero dalla colpa, è venuto per la liberazione di tutti. Quindi, cogliere questo richiamo del Natale è proprio il modo migliore per disporsi ad una conversione personale. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Nota di padre Lombardi in merito al Decreto sulle "virtù eroiche” di Pio XII

    ◊   Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, è intervenuto oggi con una nota in seguito alle reazioni suscitate dal Decreto sulle “virtù eroiche” di Pio XII. Ecco la sua dichiarazione:

    La firma da parte del Papa del Decreto “sulle virtù eroiche” di Pio XII ha suscitato un certo numero di reazioni nel mondo ebraico, probabilmente perché si tratta di una firma il cui significato è chiaro nell’ambito della Chiesa cattolica e degli “addetti ai lavori”, e può meritare alcune spiegazioni per un pubblico più vasto, in particolare quello ebraico, comprensibilmente molto sensibile a tutto ciò che riguarda il periodo storico della Seconda Guerra Mondiale e dell’Olocausto.

     
    Quando il Papa firma un Decreto “sulle virtù eroiche “ di un Servo di Dio, cioè di una persona di cui è stata introdotta la Causa di beatificazione, conferma la valutazione positiva che la Congregazione delle Cause dei Santi ha già votato - dopo attento esame degli scritti e delle testimonianze – sul fatto che il candidato ha vissuto in modo eminente le virtù cristiane e ha manifestato la sua fede, la sua speranza, la sua carità, in grado superiore a ciò che si attende normalmente dai fedeli. Perciò può essere proposto come modello di vita cristiana al popolo di Dio. Naturalmente si tiene conto in questa valutazione delle circostanze in cui la persona ha vissuto, occorre quindi un esame dal punto di vista storico, ma la valutazione riguarda essenzialmente la testimonianza di vita cristiana data dalla persona (il suo intenso rapporto con Dio e la continua ricerca della perfezione evangelica – come diceva il Papa sabato scorso nel suo discorso alla Congregazione delle Cause dei Santi), e non la valutazione della portata storica di tutte le sue scelte operative.

     
    Anche una eventuale successiva Beatificazione si colloca nella stessa linea, di proporre al popolo di Dio – con l’ulteriore conforto del segno di grazie straordinarie date da Dio per intercessione del Servo di Dio – un modello di vita cristiana eminente. In occasione della Beatificazione di Giovanni XXIII e di Pio IX, Giovanni Paolo II affermava: “La santità vive nella storia e ogni santo non è sottratto ai limiti e condizionamenti propri della nostra umanità. Beatificando un suo figlio, la Chiesa non celebra particolari opzioni storiche da lui compiute, ma piuttosto lo addita all’imitazione e alla venerazione per le sue virtù a lode della grazia divina che in esse risplende” (3.9.2000).

     
    Ciò non intende dunque minimamente limitare la discussione circa le scelte concrete compiute da Pio XII nella situazione in cui si trovava. Per parte sua, la Chiesa afferma che sono state compiute con la pura intenzione di svolgere al meglio il servizio di altissima e drammatica responsabilità del Pontefice. In ogni caso, l’attenzione e la preoccupazione di Pio XII per la sorte degli ebrei – cosa che certamente è rilevante per la valutazione delle sue virtù – sono largamente testimoniate e riconosciute anche da molti ebrei.

     
    Rimane quindi aperta anche in futuro la ricerca e la valutazione degli storici nel loro campo specifico. E nel caso concreto si comprende la richiesta di avere aperte tutte le possibilità di ricerca sui documenti. Già Paolo VI aveva voluto favorire rapidamente tale ricerca con la pubblicazione dei volumi degli Actes et Documents. Per l’apertura completa degli archivi – come si è detto più volte – occorre provvedere all’ordinamento e alla catalogazione di una massa enorme di documenti, che richiede un tempo tecnico ancora di alcuni anni.

     
    Quanto al fatto che i Decreti sulle virtù eroiche di Papa Giovanni Paolo II e Pio XII siano stati promulgati nello stesso giorno, ciò non significa un “abbinamento” delle due Cause da ora in poi. Le due Cause sono del tutto indipendenti e seguiranno ciascuna il proprio iter. Non vi è quindi nessun motivo di ipotizzare un’eventuale Beatificazione contemporanea.

     
    Infine, le disposizioni di grande amicizia e rispetto del Papa Benedetto XVI verso il popolo ebraico sono state già testimoniate moltissime volte e trovano nel suo stesso lavoro teologico una testimonianza inconfutabile. E’ chiaro quindi che la recente firma del Decreto non va in alcun modo letta come un atto ostile contro il popolo ebraico e ci si augura che non sia considerata un ostacolo sul cammino del dialogo fra l’ebraismo e la Chiesa cattolica. Ci si augura anzi che la prossima visita del Papa alla Sinagoga di Roma sia occasione per riaffermare e rinsaldare con grande cordialità questi vincoli di amicizia e di stima.

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    Nomina

    ◊   Il Papa ha nominato membro del Consiglio direttivo dell’Agenzia della Santa Sede per la Valutazione e la Promozione della Qualità delle Università e Facoltà Ecclesiastiche (AVEPRO) il rev. Christian Bock, del clero della diocesi di Erfurt (Germania).

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Dio viene senza armi né forza per essere accolto dall'uomo nella libertà: all'udienza generale il Papa ricorda che il Natale è la vittoria dell'amore sulla superbia e la violenza. Al termine dell'udienza al Papa è stata presentata l'iniziativa che da domenica 27 dicembre permetterà a "L'Osservatore Romano" di triplicare la tiratura (grazie alla distribuzione dell'edizione settimanale in lingua spagnola insieme al quotidiano “La Razon”).

    Nell'informazione vaticana, nota di padre Federico Lombardi in merito al Decreto sulle “virtù eroiche” di Pio XII.

    La sfida del cambiamento climatico nella lotta alla povertà: intervento della Santa Sede alla Conferenza generale dell'Organizzazione dell'Onu per lo sviluppo industriale.

    In cultura, un articolo di Gianpaolo Romanato dal titolo “Sangue sul confine polacco”: dalla battaglia di Varsavia alla strage di Katyn la storia di una delle nazioni più contese.

    Psicofarmaci per bambini, una moda pericolosa: José Maria Simon Castellvi su un abuso che cela l'interesse delle case farmaceutiche.

    Un articolo di Timothy Verdon dal titolo “Uno Stabat Mater a misura di presepe”: Natività e Passione nell'arte.

    Gianfranco Proietti sulla mostra “San Nilo di Rossano e l'Abbazia greca di Grottaferrata” e Nicoletta Pietravalle su quella, a New York, dedicata al poeta, pittore e miniaturista a stampa William Blake.

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    Oggi in Primo Piano



    Marcia della Pace per i terremotati e il lavoro: la riflessione di mons. Miglio

    ◊   Si svolgerà all’Aquila, il prossimo 31 dicembre, nelle zone colpite dal sisma dello scorso aprile, la 42.ma Marcia per la Pace. L’iniziativa, presentata oggi presso la nostra emittente, è promossa dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, da Caritas Italiana, Pax Christi e dall’arcidiocesi dell’Aquila. La marcia sarà anche a Terni il 31 dicembre, nel pomeriggio, con un convegno e in Piazza San Pietro il primo gennaio con la Comunità di Sant’Egidio. Centrale, come ogni anno, il tema del Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace del primo gennaio 2010: “Custodi del creato costruttori di pace”. Su questo evento, Massimiliano Menichetti ha intervistato mons. Arrigo Miglio vescovo di Ivrea e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace:

    R. – In origine, la Marcia era stata pensata a Terni e poi a Roma, proprio per una sinergia con Sant’Egidio e anche per essere vicini a Papa Benedetto XVI in questa Giornata mondiale della pace. Dirgli ad esempio un grazie per la "Caritas in veritate". Nel frattempo, si è creata la situazione dell’Aquila - il terremoto - e allora l’itinerario si è precisato ulteriormente. A Terni vorremmo ricordare i troppi ancora incidenti sul lavoro, i morti. E vogliamo anche ricordare le emergenze di questi ultimi mesi. I posti di lavoro che continuano a "saltare" e a diventare sempre più precari, incerti, a sparire. All’Aquila esprimiamo la solidarietà con le popolazioni terremotate.

     
    D. – Qual è il messaggio che porterete proprio all’Aquila?

     
    R. – Vorremmo dire che la solidarietà deve scavalcare l’anno, deve andare oltre e quindi in qualche modo è un ponte. Vogliamo che la solidarietà non si addormenti, perché il cammino sarà ancora lungo. Ma vorremmo dare anche un altro messaggio: L’Aquila, e il terremoto, ci interroga su come noi rispettiamo i limiti del Creato, su quanto noi stiamo attenti alle regole che saggiamente a volte le leggi prevedono per le costruzioni e per il rapporto con il Creato. E allora con il messaggio di Benedetto XVI vorremmo che potesse nascere o rinascere una nuova cultura ecologica, una nuova cultura di salvaguardia del Creato, che sia più attenta ai limiti e alla precarietà del Creato, ma sia più attenta anche all’uomo, al servizio per il quale il Creato è stato pensato ed è stato donato.

     
    D. – La marcia della pace una volta era una marcia contro la guerra, adesso non è più soltanto questo...

     
    R. – Per essere contro la guerra, bisogna essere “per” qualcos’altro, bisogna costruire. In questo senso il messaggio del Papa, quest’anno, ci dà un po’ la grammatica, il libro, per tenere conto delle condizioni della pace. Il Creato ci racconta i guai che abbiamo combinato, le guerre... Il Papa parla delle armi e anche delle armi nucleari, ma ci dice soprattutto, ed è la parte principale del messaggio, cosa si può e si deve fare in positivo. Credo che non sia sufficiente essere contro, ma dobbiamo creare le condizioni, dobbiamo mettere le basi. Il Papa ci richiama ad esempio a degli aspetti - alle fonti energetiche, all’acqua, alle condizioni di vita – che permettono alle popolazioni più povere di svilupparsi e dunque di contribuire ad un equilibrio di giustizia sociale.

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    La comunità cristiana della Terra Santa si prepara a vivere un altro Natale di dolore e speranza

    ◊   Domani il patriarca Latino di Gerusalemme Fouad Twal presiederà la Santa Messa della Notte di Natale nella Basilica della Natività a Betlemme: al rito, che inizierà alle 24.00 locali, parteciperà anche il presidente dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas. Ieri il patriarca, nel suo tradizionale Messaggio natalizio, ha lanciato un invito alla speranza nonostante le grandi difficoltà che affliggono la comunità cristiana. Ascoltiamo in proposito, al microfono di Manuela Campanile, la testimonianza di un sacerdote italiano, don Mario Cornioli, che opera nella parrocchia di Beit Jala, in Palestina:

    R. – Faccio un mese in Italia ed un mese in Palestina per lavorare con le nostre comunità cristiane; quando sono in Palestina vivo nella parrocchia di Beit Jala, una parrocchia attaccata a Betlemme: Beit Jala e Beit Shaur sono chiuse dal muro, quindi sono dentro una grande prigione. Il mio compito principale è quello di aiutare i nostri sacerdoti e le nostre comunità a resistere. I nostri cristiani spesso lasciano la Terra Santa proprio perché le condizioni di vita non sono facili, proprio a causa del muro e dell’occupazione che da più di 60 anni sta rendendo la vita difficile.

     
    D. – Don Mario, questo muro che cosa impedisce?

     
    R. – Il problema più grosso è che impedisce qualunque tipo di libertà: prima di tutto, la libertà di movimento, perché i nostri cristiani non possono muoversi, per esempio nemmeno per andare a Gerusalemme. Questo non è giusto, perché la libertà religiosa è un diritto fondamentale: è un diritto poter andare a pregare nei Luoghi Santi. Un esempio, il mio parroco che è un prete palestinese, non può andare a Gerusalemme da solo, non può andare a trovare il patriarca, non può andare ai ritiri con gli altri sacerdoti, non può frequentare le riunioni. Se per i nostri sacerdoti la situazione è questa, immaginatevi per i nostri cristiani. Pensi che molti nostri ragazzi non hanno mai visto Gerusalemme che dista soltanto sette chilometri!

     
    D. – La falsità più grande?

     
    R. – La falsità più grande è l’equazione “palestinese=terrorista”: non è vero! I nostri cristiani vogliono avere soltanto la possibilità di vivere una vita dignitosa, non chiedono null’altro. Poi abbiamo anche tantissimi musulmani che chiedono null’altro di più che vivere una vita normale e dignitosa! (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Sempre più diffuso in Cina il clima delle feste natalizie

    ◊   Da qualche anno anche la Cina presenta in questo periodo, soprattutto nelle grandi città, un clima natalizio. Si tratta indubbiamente di una novità caratterizzata da aspetti consumistici ed esteriori, ma dai quali trapela timidamente il significato del Natale. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Francesco Sisci, corrispondente da Pechino per il quotidiano La Stampa:

    R. – E’ un po’ l’opposto di quello che succede da noi. Da noi, l’impegno consumistico nasconde l’aspetto religioso; viceversa, qui è come se attraverso il fenomeno di mercato in realtà entrasse anche il fenomeno religioso, perché non è un mistero per nessuno anche qui in Cina che il Natale ha una valenza cristiana molto forte.

     
    D. – Come si manifestano, se ci sono, i simboli religiosi legati al Natale?

     
    R. – Il simbolo del Natale, qui, è l’albero. C’è poi Babbo Natale … e altri aspetti laici del Natale. Però, certo, cominciano a vedersi alcune Croci: in qualche modo, i simboli laici diventano il punto di leva per poi, invece, parlare anche di religione. Ed è interessante perché le autorità sanno che il Natale ha un valore religioso, e non è un mistero per nessuno, questo.

     
    D. – Questa esperienza di clima natalizio in Cina che cosa rappresenta?

     
    R. – Secondo me, significa l’eliminazione di un bando, di una proibizione, di una censura. Fino ad un paio di anni fa, c’era una censura per tutte le celebrazioni e le manifestazioni di carattere religioso. Oggi, questo bando è stato eliminato il che non significa, naturalmente, che la Cina diventi un Paese religioso dall’oggi al domani, ma di certo c’è un valore specifico molto importante e cioè che le feste religiose non sono più proibite e che, anzi, possono entrare a far parte di un grande apparato di feste, di celebrazioni per lo più laiche, ma in cui la religione ha un suo posto. Quindi, è una promozione culturale secondo me molto, molto importante proprio perché prima non c’era.

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    Chiesa e Società



    Nuovi attacchi contro le chiese in Iraq

    ◊   Non c’è pace per la comunità cristiana di Mosul. Neanche il Natale regala uno scampolo di tregua in una città in cui, in meno di un mese, si sono registrati cinque attentati contro edifici religiosi cristiani. Gli ultimi due in rapida successione questa mattina. Colpite le chiese di San Giorgio dei caldei e la chiesa siriaco-ortodossa di san Tommaso. Tre le vittime, un cristiano caldeo e due musulmani. Almeno cinque feriti. Le esplosioni hanno prodotto gravi danni anche agli edifici e alle case adiacenti. Distrutte numerose abitazioni di cristiani e musulmani. Nelle ultime settimane si contano inoltre cinque cristiani assassinati e altri vittime di sequestri a scopo di estorsione. Un escalation di violenza, che secondo la minoranza cristiana, testimonia un vero e proprio progetto di “pulizia etnica” portato avanti, in particolar modo, dai ribelli sunniti molto attivi nel nord del Paese. Fonti di AsiaNews a Mosul confermano, infatti, che “la situazione dei cristiani continua a peggiorare” mentre l’arcivescovo di Kirkuk, mons. Sako, parla di “messaggio inquietante” in vista del Natale, dove resta alto il timore di ulteriori violenze.  Le minacce, ha poi sottolineato il presule, “continuano a influenzare la comunità cristiana” che spera “nella pace” ma resta vittima di violenze. “Il messaggio di pace e di speranza – ribadisce l’arcivescovo di Kirkuk – annunciato dagli angeli, resta il nostro augurio di Natale per tutto il Paese: vogliamo lavorare insieme per costruire la pace e la speranza nel cuore di tutti gli uomini e le donne dell’Iraq”. (A cura di Marco Guerra)

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    Vietnam: importante visita delle autorità locali all'arcivescovo di Hanoi

    ◊   Importante visita all'arcivescovo di Hanoi ieri pomeriggio, da parte del governo della città. Ngo Thi Thanh Hang, la vice-presidente del Comitato del popolo di Hanoi, insieme a una delegazione del governo cittadino, ha infatti fatto visita all’arcivescovo mons. Joseph Ngo Quang Kiet e al suo ausiliare per scambiare gli auguri di Natale. Il gesto - riferisce l'agenzia AsiaNews - è visto dai cattolici come un tentativo simbolico di riconciliazione dopo le tensioni degli ultimi due anni con minacce e invettive delle autorità allo stesso arcivescovo, causate dalle dimostrazioni legate all'ex nunziatura di Hanoi. In contrasto col passato, durante la visita di ieri, il comitato ha elogiato il vescovo e i suoi fedeli per il sostegno alle richieste del governo. Mons. Ngo Quang Kiet ha espresso il desiderio che la visita fosse non solo un gesto diplomatico, ma un segno della “crescita di civiltà e giustizia così necessari a una grande città come Hanoi”. Lo spirito cristiano, ha spiegato il vescovo, “ci rende uniti gli uni agli altri non in modo superficiale, ma fin nel profondo del cuore. E facciamo così perché crediamo che un giorno ognuno di noi sarà davanti a Dio e sarà giudicato per ciò che ha fatto nella vita. È meglio vivere in modo franco e diretto, stando lontani dalla dissimulazione. Se voi osservate un cattolico e le sue espressioni aperte, quella è anche l’espressione di ciò che ha nel cuore - ha detto l'arcivescovo -. Ciò che vedete è ciò che ricevete. Non abbiamo nulla da nascondere”. Sempre ieri la Chiesa vietnamita ha vissuto un altro momento importante ad Hanoi con l'ordinazione di quattordici nuovi sacerdoti da parte dall’arcivescovo mons. Joseph Ngo Quang Kiet. Alla cerimonia svoltasi nel seminario maggiore della città, hanno partecipato anche il vescovo ausiliare di Hanoi, mons. Chu Van Minh; il vescovo emerito di Phat Diem, mons. Joseph Nguyen Van Yen; 140 sacerdoti e 5 mila fedeli. Con queste ordinazioni, il numero di preti della diocesi sale a 106, ancora poco per i 350 mila fedeli e le 141 parrocchie. Di esse circa 40 non hanno alcun parroco. Quest’oggi, i neo-ordinati hanno celebrato la loro prima messa nella parrocchia di origine, insieme alle loro famiglie e amici. (R.P.)

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    Natale nelle Filippine: l'impegno della Chiesa tra i profughi del vulcano Mayon

    ◊   Nelle Filippine associazioni cattoliche ed enti governativi hanno predisposto una serie di interventi per sollevare gli animi e permettere di festeggiare il Natale agli oltre 47 mila rifugiati che hanno abbandonato i loro villaggi per l’annunciata eruzione del vulcano Mayon. Padre Rex Arjona, sentito da AsiaNews, ha sottolineato che la Chiesa “fa del suo meglio” per fornire aiuti e materiale di prima necessità, ma le scorte sono insufficienti. Importante anche il sostegno spirituale con i sacerdoti che celebrano messe quotidiane per tranquillizzare e offrire conforto. Ieri mons. Joel Baylon, vescovo di Legazpi, ha visitato alcuni campi profughi. Il prelato ha voluto “consolare” di persona gli sfollati e avere un quadro preciso della situazione. “Come si può vedere – ha commentato – le persone hanno bisogno di stuoie, coperte, cibo”. Mons. Baylon condivide le preoccupazioni delle autorità su un possibile peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie nei campi profughi. Le acque stagnanti, infatti, potrebbero favorire il moltiplicarsi di zanzare portatrici di epidemie. “Spero che il Dipartimento della sanità – continua – si adoperi per assicurare la pulizia”.  Intanto si continua a guardare al vulcano con grande preoccupazione. Alex Baloloy, vulcanologo, riferisce che l’attività di Mayon – brontolii, scosse, emissione di diossido di zolfo – è in continua crescita. I fenomeni, aggiunge, confermano i rischi e l’eruzione “potrebbe avvenire in qualsiasi momento”.  Il vulcano Mayon è situato nella regione centrale del Paese, circa 360 km a sud-est di Manila, ha un’altezza massima di 2.460 metri. Da qualche giorno dal cratere fuoriesce una cenere molto fine, che ha ricoperto alcuni villaggi vicini. E i sanitari avvertono che il pulviscolo potrebbe causare “gravi problemi respiratori o alla pelle”. Per precauzione Manila ha evacuato sinora 9.200 famiglie, per un totale di oltre 47 mila persone, dalle zone considerate a rischio. (M.G.)

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    Riforma sanitaria Usa: i vescovi chiedono cambiamenti essenziali al progetto del Senato

    ◊   L’attuale progetto di riforma sanitaria è “inadeguato” e non dovrebbe essere approvato senza “cambiamenti essenziali”: è quanto scrivono i vescovi americani in una lettera ai senatori alla vigilia del voto finale sulla riforma voluta dal presidente Barack Obama. Nel documento firmato dal cardinale Daniel DiNardo, presidente della Commissione episcopale per le attività Pro-Vita, dal vescovo John Wester di Salt Lake City, presidente della Commissione sulle Migrazioni, e dal vescovo William Murphy di Rockville Center, presidente della Commissione sulle politiche interne, viene sottolineato che il progetto in discussione viola la politica federale che impedisce l’uso di fondi federali per praticare gli aborti. E ciò in contrasto con il disegno di legge approvato dalla Camera lo scorso 7 novembre. Secondo la versione al Senato, si legge nella lettera, “fondi federali sovvenzioneranno, e in alcuni casi un’agenzia federale faciliterà e promuoverà, piani sanitari” che coprono le spese per l’aborto. Si critica, inoltre, il fatto che non esistano disposizioni per il contribuente, affinché possa evitare di finanziare con le sue tasse le pratiche abortive. Del resto, rilevano i presuli statunitensi, un recente sondaggio della Quinnipiac University, pubblicato ieri, mostra che il 72% degli americani è contrario ad un finanziamento pubblico dell’aborto nella nuova legislazione sulla riforma sanitaria. Al contempo si rileva che il progetto in via di approvazione al Senato non contiene una protezione della libertà di coscienza degli operatori sanitari. Ma i vescovi esprimono forti riserve anche per l’assenza di copertura sanitaria degli immigrati. Nel momento in cui si compiono dei progressi per garantire cure sanitarie agli americani, avvertono i vescovi, “oltre 23 milioni di persone nella nostra nazione rimarranno senza assicurazione sanitaria”. Senza tale accesso, sottolineano, molti immigrati e le loro famiglie non potranno ricevere le cure di prima necessità. In particolare, l’episcopato Usa si è espresso per il sostegno all’emendamento presentato dal senatore democratico Robert Menendez, che darebbe ai singoli Stati la possibilità di derogare alle norme federali che stabiliscono un periodo di 5 anni prima che gli immigrati possano usufruire del programma di assistenza sanitaria. A prescindere dal risultato ottenuto in Senato, scrivono ancora i vescovi, “lavoreremo con vigore affinché nella legislazione finale siano inserite le nostre priorità tese a mantenere la libertà di coscienza e le attuali proibizioni sul finanziamento dell’aborto” come anche la garanzia di accesso alle cure per tutti, immigrati compresi (A.G.)

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    Cattolici spagnoli: no all’imposizione ideologica dell’aborto come diritto

    ◊   Dopo l’approvazione della nuova legge sull’interruzione di gravidanza, la Confederazione cattolica dei genitori degli alunni (Concapa) proporrà ai genitori e ai docenti l'obiezione di coscienza e la denuncia davanti ai tribunali se verranno costretti a insegnare nelle scuole l’aborto come diritto, secondo quanto previsto del disegno di Legge organica sulla salute sessuale e riproduttiva, approvato giovedì dalla maggioranza socialistà alla Camera dei deputati. In un comunicato ripreso dall'agenzia Zenit, le associazioni di genitori della Confederazione hanno avvertito che prenderanno questa misura “se si costringerà a insegnare ai nostri figli che l'aborto è un diritto e non un crimine, o si imporrà un'educazione affettivo-sessuale contraria alle nostre convinzioni filosofiche religiose o morali”, puntualizza il comunicato. “La maggior parte delle famiglie spagnole non ammetterà che si imponga per legge o per decreto quali devono essere i nostri valori o le nostre credenze, perché difendiamo il rispetto della pluralità e della libertà ideologica”, aggiunge il testo. Per la Concapa, “questa nuova legge sull'aborto presuppone un totale passo indietro, visto che riconosce l'obiezione di coscienza solo a una parte del personale sanitario, mantiene l'aborto libero fino alla 14ma settimana, a partire dai 16 anni di età senza il consenso dei genitori se la ragazza sostiene in modo fondato che questo le provocherà un conflitto grave”, e “richiede un unico medico per realizzare l'aborto”. Secondo le associazioni di genitori confederate, “questa legge si basa sulla promessa di diminuire il numero di aborti, cosa falsa visto che è dimostrato che l'aborto non si risolve con più aborti”. La soluzione, secondo i genitori cattolici, risiede in misure volte al sostegno della donna incinta – con diritto alle conseguenti prestazioni – e la formazione dei genitori per l'educazione dei figli in questo ambito perché le relazioni sessuali non vengano banalizzate. Anche la Federazione spagnola delle Associazioni pro-vita ha espresso il rifiuto di “una legge che nega il diritto alla vita dei più indifesi e trasforma in falso diritto l'omicidio, l'abbandono delle donne e il calpestare la dignità professionale”. Critiche, infine, dal Forum spagnolo per la Famiglia, secondo il quale la legge “è una delle più radicali del mondo perché non si limita a non difendere il bambino non nato fino a limiti insopportabili, ma configura ideologicamente il diritto all'aborto come parte del diritto della donna alla salute e stabilisce meccanismi per imporre questa visione in tutto il sistema educativo e sanitario spagnolo”. (M.G.)

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    Congo: nell'Ituri famiglie in fuga dai combattimenti

    ◊   Sta aumentando il numero di civili in fuga, in condizioni molto precarie, dai combattimenti nel distretto nordorientale dell’Ituri. Secondo l’emittente Radio Okapi, circa 1400 persone sono arrivate negli ultimi giorni ad Aveba, 70 chilometri dal capoluogo Bunia, aggiungendosi ad altri 23.000 profughi presenti nella zona da alcuni mesi. Alcuni si sono radunati in campi speciali, altri sono stati accolti da famiglie, ma per tutti mancano cibo e altri beni di prima necessità. Sfollati si sarebbero diretti - riferisce l'agenzia Misna - anche verso le località di Bukiringi e Idfowu. A spingere uomini, donne e bambini alla fuga sono scontri nelle aree di Poto Poto e Tcheyi, tra l’esercito regolare, appoggiato dai "caschi blu" della missione dell'Onu (Monuc), e presunti ribelli del Fronte popolare per la giustizia in Congo (Fpjc) e del Fronte di resistenza patriottica dell’Ituri (Frpi). Un mese fa monsignor monsignor Dieudonné Uringi, vescovo di Bunia, aveva lanciato un appello per la fine dell’insicurezza e la promozione di azioni concrete di sviluppo sostenibile nella regione. (R.P.)

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    Malawi: stato di emergenza dopo il terremoto

    ◊   È stato dichiarato lo stato d’emergenza nazionale in seguito al terremoto di forte intensità che nel fine-settimana scorso ha colpito il distretto settentrionale di Karonga: ne dà notizia l’emittente radiofonica di Stato, ripresa dall'agenzia Misna, che ha diffuso un comunicato firmato dal presidente Bingu wa Mutharika. Nelle ore precedenti la dichiarazione dello stato d’emergenza, la protezione civile locale aveva lanciato un appello internazionale richiedendo aiuti per far fronte alle conseguenze della scossa e assistenza per gli sfollati. Immediata la risposta del Belgio, il cui ministero per la Cooperazione internazionale ha annunciato di aver fatto partire da Bruxelles un aereo con a bordo una squadra della Protezione civile e aiuti umanitari. Il sisma, che ha colpito una regione confinante con la Tanzania il cui sottosuolo è ricco di uranio, ha causato tre vittime e più di 250 feriti, mentre almeno 1500 case sono state gravemente danneggiate e oltre 270.000 persone hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni. Da due settimane la zona tra Tanzania e Malawi è interessata da forti scosse di terremoto; la più potente è stata quella del fine settimana. (R.P.)

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    “Un aiuto per i più piccoli”: il progetto per la comunità cristiana di Betlemme

    ◊   In occasione del Natale, i frati francescani della Custodia di Terra Santa rinnovano il loro progetto “Un aiuto per i più piccoli”, rivolgendo un pensiero speciale alla comunità cristiana di Betlemme. L’obiettivo è “sostenere le ‘pietre vive’ più fragili, cioè i bambini poveri, in quel luogo così speciale della Terra Santa, proprio lì dove Dio si è fatto bambino”. Gli organizzatori, secondo quanto riportato da Zenit, ricordano che il progetto “vuole favorire la maturazione personale e sociale di bambini e ragazzi in difficoltà”. Molti “non ricevono un’educazione adeguata” e si riscontrano spesso “problemi di apprendimento causati da un ambiente familiare violento e particolarmente duro”. Allo stesso modo, la Custodia di Terra Santa si adopera per migliorare la situazione delle persone di età più avanzata, ricordando che “Betlemme è anche anziana”. La Custodia, attraverso il parroco e i frati del Paese, “desiderano sostenere le famiglie a prendersi cura degli anziani e supportare il lavoro della Società Antoniana di Betlemme, che dal 1913 opera nel tentativo di servire i più poveri ed i meno abbienti”. Nel 1942 è stata fondata una casa per anziani dove oggi 5 suore di varia nazionalità, chiamate “Gianelline”, “dedicano tutte le proprie energie ad accogliere gli anziani, ovvero quella parte di società troppo spesso dimenticata”. Ad oggi la struttura è quasi del tutto ultimata. Per ricevere i primi ospiti occorre però procedere all’acquisto di “piccoli arredi, materassi, letti, apparati medicali e corredi di prima necessità”. “Con i fondi raccolti si desidera far fronte alle emergenze più immediate legate principalmente all’acquisizione di apparati medicali e medicine, oltre che supportare le spese per interventi in ospedale e successive cure mediche”. (C.P.)

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    Irlanda: la “luce della speranza” al centro del messaggio natalizio del cardinale Brady

    ◊   “Buon Natale dall’Irlanda e Buon Natale Irlanda. Ancora una volta una fiamma brilla dietro le finestre irlandesi per illuminare la via non solo della Sacra Famiglia in cerca di rifugio, ma anche di quanti sono itineranti e pellegrini per le vie del mondo in cerca del Salvatore, l’unico che a braccia aperte offre accoglienza, calore umano e risposte esistenziali". Così il cardinale Sean Brady, Primate di tutta l’Irlanda, nel suo messaggio di Natale. "Il simbolismo irlandese di questi giorni - scrive - è quanto mai attuale: il fuoco ha segnato la storia del suo popolo dai celti ai nostri giorni; la fiammella oggi indica speranza. Speranza per un’Irlanda turbata da scandali, soprattutto quando le vittime di tali scandali sono i piccoli e gli indifesi e i committenti i pastori ignavi e senza scrupoli. Speranza - sottolinea il cardinale Brady - per la situazione economica in cui gravita tutta l’isola; speranza per il messaggio che la sua cultura propugna attraverso i secoli con personalità come San Colombano, San Cataldo, San Freudiano e tanti altri che hanno praticato e propugnato valori eterni, che sono i valori della persona con la sua libertà e dignità suprema, con l’inviolabilità della sua coscienza e della sua autonomia morale e civica; i valori della comunità, l’uguaglianza fra tutti gli esseri umani, tutti fratelli e sorelle, tutti liberi in un mondo di giustizia, solidarietà e pace. Tutti abbiamo bisogno a volte di una grande luce, la luce della speranza, soprattutto - conclude il porporato - quando ci si trova nell’oscurità della propria paura, del pessimismo e della disperazione”. (Da Dublino, Enzo Farinella)

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    Thailandia: fedeli di tutte le religioni coinvolti nel Natale all’insegna della solidarietà

    ◊   I cattolici thailandesi si apprestano a vivere il Natale insieme ai fedeli delle altre religioni. Tutta la comunità locale è infatti chiamata a prendere parte ad una serie di iniziative organizzate dalla minoranza cristiana, fra cui un concerto e una recita di Natale, cui si unisce un’iniziativa benefica a favore dei bambini delle aree più remote del Paese. Feste che saranno quindi vissute all’insegna di un “dare e condividere” al quale tutti i cittadini sono invitati a partecipare. Secondo quanto riferisce AsiaNews, il concerto e la recita saranno eseguiti la vigilia di Natale dal coro e dalla banda del College dell’Assunzione, istituto cattolico di Bangkok. Intitolato “Il regalo 2009: Melodie d’amore”, l’evento è aperto a tutti, senza distinzione di sesso, età e, soprattutto, credo religioso. Perché, spiegano i promotori, la festa è “occasione di gioia per tutti”. I partecipanti non pagheranno un biglietto di ingresso per assistere allo spettacolo. Essi dovranno solo portare un pacchetto, che contenga un regalo da destinare ai bambini delle aree più povere e sperdute della Thailandia. Chalernchai Tungcharoenkitkarn, curatore del progetto, spiega: "Vogliamo introdurre l’idea del ‘dare e condividere’ senza aspettarsi nulla in cambio”. Egli aggiunge che è un’occasione per i cattolici invitare amici e conoscenti di religioni diverse, per godere dello spettacolo e far conoscere i valori del cristianesimo. L’iniziativa intanto ha già suscitato grande interesse nella popolazione come testimonia il commento di Anna Raita, 67 anni: “Sono un’appassionata di concerti, ma questo ha un valore particolare, è un invito alla riflessione, per capire se abbiamo condiviso ciò che abbiamo, con quanti hanno meno di noi”. (M.G.)

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    I vescovi peruviani: il Natale è un invito a rompere il silenzio su Dio

    ◊   “Il Natale è anche un invito a rompere il silenzio su Dio” proprio perché a Betlemme si manifesta “l’annuncio della Parola incarnata nel Bimbo”. Sono parole del presidente della Conferenza episcopale peruviana, mons. Mons. Miguel Cabrejos Vidarte, arcivescovo di Trujillo, che in un suo messaggio in nome di tutti i vescovi saluta i cittadini del Perù invitando tutti, con le parole di Benedetto XVI, a non escludere Dio dalle loro vite “poiché chi esclude Dio dal suo orizzonte falsifica la realtà”. “Dio è la realtà fondante”, prosegue il presule, che rileva: “E’ Cristo il dio del volto umano, il Dio con noi, il Dio dell’amore fino alla Croce e alla risurrezione”. “Il Natale, ricorda l’arcivescovo Cabrejos Vidarte, è anche un annuncio di allegria che non conosce confini sociali, culturali, né politici, poiché è la vittoria dei sentimenti più nobili”, di pace e felicità per tutti. In particolare questa festa così attesa lungo tutto l’anno è un momento centrale per la “solidarietà che ci invita, come ci ricordano i Vangeli, a essere vicini a coloro che la vivono senza festa e senza gioia a causa del dolore, della malattia, delle migrazioni, separati dai i loro cari; il Natale – scrive ancora l’arcivescovo peruviano – ci ricorda di stare sempre accanto a colui che soffre, accanto a tutti gli innocenti che non sono registrati in nessun luogo, ma solo nel libro della vita di Dio”. Il Presidente dell’Episcopato peruviano si congeda ricordando che “la speranza che sostiene la Chiesa quando celebra la nascita di Gesù, e quando comincia il nuovo anno, è che il mondo si trasformi realmente, con la grazia di Dio, in un qualcosa in cui sia possibile realizzare tutti gli aneliti più nobili del cuore umano; un mondo in cui prevalga la pace vera, sostenuta dalle fondamenta della giustizia e dell’amore, nonché dal perdono che guarisce le ferite e ristabilisce i rapporti umani troncati”. (A cura Luis Badilla)

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    Messico. Il cardinale Norberto Rivera: un'aberrazione la legge sulle unioni gay

    ◊   Il cardinale arcivescovo di Città del Messico, Norberto Rivera, ha definito “un’aberrazione e un’immoralità” la legge approvata nel parlamento del distretto della capitale che, se entrerà in vigore perché il sindaco non porrà il veto, consentirà fra due o tre mesi le unioni “matrimoniali” fra persone dello stesso sesso, le quali potranno anche adottare dei figli. La modifica del codice civile cittadino “è assolutamente inammissibile e condannabile”, ha dichiarato il porporato secondo quanto riferisce la stampa locale, che ha anche precisato: la decisione “ha aperto le porte ad una possibilità perversa, quella di adottare bambini innocenti, ai quali sarà violato il diritto ad avere una propria famiglia, costituita da una madre e da un padre, con i conseguenti danni psicologici e morali che provocherà una simile ingiustizia e arbitrarietà”. I quotidiani della capitale messicana affermano che la dichiarazione del porporato era pronta per essere letta nella Messa di domenica, ma il precipitarsi della decisione ha consigliato di anticipare la diffusione del testo di fronte “all’approvazione di una legge immorale” che ha causato “dolore, impotenza e costernazione”. Il cardinale Norberto Rivera scrive: “La Chiesa considera un’aberrazione equiparare le unioni fra persone del medesimo sesso con il matrimonio poiché si tratta di legami incapaci di raggiungere i fini che hanno dato origine a quest’istituzione insostituibile”. Inoltre, il matrimonio “per i cristiani non è solo una forma di organizzazione sociale poiché è un ordine istituito da Dio dalla creazione del mondo e sopra questa volontà divina che governa la morale coniugale, non può esistere nessuna legge umana”. Voler interferire con leggi umane sul progetto divino assicura il cardinale di Città del Messico “è alterigia” e ciò potrebbe portare “alla rovina della società”. Infine, il porporato rileva che la decisione del parlamento distrettuale non corrisponde al sentire della maggioranza della popolazione e si augura che “possa fungere da antidoto” affinché altri parlamenti dello Stato federale messicano non seguano lo stesso sentiero, imitando “un esempio perverso”. “Occorre fare di tutto per difendere costituzionalmente la famiglia”, sottolinea l’arcivescovo proprio nel momento in cui, da più parti, nella capitale messicana sono cominciate diverse mobilitazioni sia perché il sindaco vieti la legge e non la promulghi, sia per far intervenire la Corte federale che potrebbe dichiarare incostituzionale il corpo legale. (L.B)

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    Messaggio dei vescovi della Patagonia sulla questione umana ed ambientale

    ◊   I vescovi della Patagonia argentina esprimono la loro preoccupazione sulla questione umana ed ambientale, dicendo che “se non si prenderà sul serio la cura della terra, dell’aria, e dell’acqua molti altri resteranno senza un posto per vivere”. Secondo quanto riporta la Misna, “oggi - affermano i presuli - è sempre più difficile che tutti abbiano il loro posto; non solo non ci sono case per le nuove famiglie, in particolare per i più poveri, costretti ad ammassarsi in insediamenti disumani, ma anche perché si moltiplicano i luoghi dove la vita umana già non è più possibile per la contaminazione e la desertificazione”. Osservando la loro terra, i vescovi stabiliscono “che con frequenza, le aziende che vi operano sono multinazionali, che fanno qui quello che non si consente nei Paesi sviluppati o del cosiddetto "primo mondo". Generalmente, cessando le loro attività e ritirandosi, lasciano grandi passivi umani e ambientali. Qualsiasi attività produttiva, sottolineano i vescovi, “deve rispettare un determinato ordine scritto nelle leggi e nella finalità della natura affinché non si rivolti contro l’uomo”. Nel suo messaggio per la prossima Giornata mondiale della pace, Benedetto XVI ricorda la responsabilità che spetta a ogni essere umano di utilizzare il dono del Creato “facendolo fruttificare in modo responsabile e rispettoso”. Solo così, aggiungono i vescovi della Patagonia argentina, “questa natura che ci ospita sarà la nostra casa e quella dei nostri discendenti”, un dovere tanto maggiore “per noi che viviamo in questo angolo meraviglioso del pianeta: la Patagonia”. (C.P.)

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    Documento dell'arcivescovo Rowan Williams per rilanciare l’unità degli anglicani

    ◊   Risolvere i problemi che recentemente hanno causato forti controversie all’interno della comunità anglicana tra quanti si richiamano alla lunga tradizione religiosa e quanti, invece, hanno voluto introdurre innovazioni che hanno avuto effetti non positivi sulla Comunione. È questo lo scopo dell’“Anglican Communion Covenant”, il documento presentato dall'arcivescovo di Canterbury e primate della Comunione anglicana, Rowan Williams. In un messaggio video diffuso in rete, di cui riferisce l’Osservatore Romano, l’arcivescovo ha sottolineato che l'elaborazione del documento ha richiesto diversi anni e che solo ora si è proceduto al suo invio a tutte le province della Comunione affinché gli organismi dirigenti possano avviare i processi decisionali per stabilire se adottarlo o meno. Il primate ha quindi spiegato che per aderire alla "Anglican Communion Covenant" è necessario che i rappresentanti delle province si impegnino a non intraprendere iniziative che possano dividere i fedeli. Tra queste, sono citate le iniziative proselitiste di religiosi di alcune province in altri Paesi senza un accordo preventivo, l'ordinazione di sacerdoti dichiaratamente omosessuali, l'approntamento di una liturgia e la benedizione di matrimoni tra persone dello stesso sesso. Nella "Anglican Communion Covenant" viene inoltre previsto un organismo, lo Standing Committee, incaricato di risolvere le dispute e di sospendere l'adesione delle province che dovessero violare regole già stabilite. Tuttavia l’arcivescovo Williams ha esortato i vescovi anglicani a dire apertamente ai loro fedeli che la "Anglican Communion Covenant" non si propone come uno strumento per condannare chi non è d'accordo. Nel messaggio video, Williams ha poi ammesso che “nella famiglia anglicana le relazioni tra diverse comunità sono state tese negli anni recenti”. “Non abbiamo imparato a credere l'uno nell'altro come, forse, avremmo dovuto” ha aggiunto il religioso. E per evitare ulteriori tensioni il primate ha sottolineato che “l'ultima parte del documento è suscettibile di causare controversie perché riguarda quello che potrebbe accadere se le relazioni con qualcuna delle province dovessero essere sospese”. Williams ha comunque assicurato che non sono previste condanne ma modi per discernere la natura del disaccordo e del suo potere di generare divisioni. Tra i primi commenti al messaggio del primate e al testo del documento, vi è stato quello del reverendo John Howe, vescovo evangelico della Florida centrale. Il religioso ha sottolineato che l'ultima parte del documento prevede la possibilità che ogni membro di ciascuna provincia sia libero di scegliere se aderirvi o meno secondo il modello del “doppio binario”. Questo porterebbe a distinguere le province della Comunione anglicana tra quelle la cui maggioranza dei membri sceglieranno la piena adesione all'intero testo e quelle in cui, invece, la maggioranza respingerà la parte conclusiva. Per il vescovo Howe, l'opzione consentirà di conservare una formale unità anche con gli episcopaliani che hanno ormai scelto di procedere all'ordinazione di pastori omosessuali e alla benedizione di matrimoni tra persone dello stesso sesso. (M.G.)

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    Bulgaria: incontro ecumenico alla Facoltà di Teologia di Sofia

    ◊   La nuova generazione di teologi sarà quella dei futuri costruttori non solo della vita ecclesiale, ma anche della teologia, specialmente per la difesa delle radici cristiane della Bulgaria come membro dell’Unione Europea e per la riscoperta dei valori cristiani in tutta l’Europa. E' quanto è emerso dall’incontro tra teologi, giornalisti e studenti, cattolici e ortodossi, svoltosi nei giorni scorsi presso la Facoltà di Teologia dell’Università statale “San Clemente di Ocrida” a Sofia, in Bulgaria. All’origine dell’incontro, la presentazione della traduzione bulgara del libro “Natale: la bella notizia” del sacerdote cattolico Mauro Orsatti, professore di esegesi neotestamentaria presso la Facoltà di Teologia di Lugano e l’università greco-cattolica romena di Kluj. L’autore è stato presentato dal decano della facoltà Emil Traichev, mentre il libro dalla traduttrice Svetla Tchalakova, teologa e redattrice del Programma bulgaro della Radio Vaticana. Durante la presentazione, mons. Orsatti ha spiegato ai professori, agli studenti e agli ospiti presenti, la scelta del tema e lo scopo del suo lavoro, concludendo con le parole dei Padri della Chiesa: “Dio si fa uomo, perché l'uomo possa diventare Dio. “La Bibbia non e solo per i biblisti – ha rilevato l’autore – ma per il Popolo di Dio, perciò la scienza, vera o presunta, non può e non deve "scippare" i credenti della loro fede, ma deve piuttosto aiutarli a crescere intellettualmente e spiritualmente”. All’evento erano presenti il collegio dei professori della Facoltà; l’Archimandrita Blagovest Vanghelov, vicario dell’Esarcato apostolico in Bulgaria e direttore del mensile della Conferenza episcopale bulgara “Veritas”; il segretario dell’ambasciata di Malta a Sofia, Bogdan Patashev; alcuni rappresentanti della Chiesa cattolica e la Chiesa greco-cattolica in Bulgaria; il responsabile del Programma bulgaro della Radio Vaticana, Dimitar Ganchev, e numerosi studenti ed amici della facoltà. Da segnalare che la Televisione nazionale bulgara ha trasmesso un servizio dedicato al libro, inserendolo nel contesto del 60mo anniversario del Programma bulgaro della Radio Vaticana. (P.B.)

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    Il viaggio in Sudafrica, Kenya e Zimbabwe del superiore generale dei Gesuiti

    ◊   Sudafrica, Kenya e Zimbabwe: queste le tre tappe del viaggio in Africa di padre Adolfo Nicolás, superiore generale della Compagnia di Gesù. Dal 10 al 21 dicembre, il religioso ha, infatti, visitato il continente per la terza volta. In Sudafrica, oltre agli incontri ufficiali con il nunzio apostolico ed i vescovi, padre Nicolás ha vissuto momenti particolarmente significativi, come l'incontro e la celebrazione eucaristica con i gesuiti della Regione e la visita a Soweto, un'area urbana della città di Johannesburg, che costituisce la più grande città satellite del Sudafrica, con oltre tre milioni di abitanti. La zona ha avuto un ruolo fondamentale nella storia della lotta all'apartheid. Quindi, il 13 dicembre il preposito generale si è trasferito a Nairobi, dove è concentrata la maggior parte delle opere della Compagnia. Accurata la visita all'Hekima College, l'Istituto di Teologia in lingua inglese, dove sono in formazione più di 60 giovani gesuiti di tutta l'Africa. Oltre all'incontro con gli studenti, il Padre generale ha visitato i vari dipartimenti, in particolare l'Institute of Peace Studies and International Relations e l'estensione dell'Hekima in Riara Road, attualmente ancora in costruzione. Padre Nicolás si è recato anche presso la sede del Jesam (la Conferenza dei Superiori Maggiori dell'Africa e del Madagascar); dell'Ajan (la rete africana dei gesuiti per la lotta contro l'Aids); a Kangemi, con la grande parrocchia di Saint Joseph the Worker, in una baraccopoli che conta circa 8.000 cattolici, e la vicina Hakimani House, con il Centro per la Giustizia e la Pace; al Centro Spirituale di Mwangaza e alla scuola secondaria St. Aloysius di Kibera. Prima della partenza, il Padre generale ha visitato il campo profughi di Kakuma, diretto dal JRS, il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, dove sono ospitati oltre 50.000 persone, in massima parte sudanesi. “Il 18 dicembre – si legge in una nota – padre Nicolás si è trasferito ad Harare, nello Zimbabwe, dove ha effettuato una visita all'Arrupe College, nella capitale Harare, in cui circa cento giovani gesuiti di tutta l'Africa studiano filosofia. Quindi, è stata la volta della riunione con i gesuiti dello Zimbabwe, dove sono emerse le difficoltà del lavoro apostolico in un paese che sta attraversando un momento molto difficile dal punto di vista economico e politico”. Infine, la Compagnia di Gesù sottolinea che “la caratteristica di tutto il viaggio è stata l'accoglienza calorosa da parte di tutti e l'atmosfera fraterna e costruttiva che ha permesso al Padre generale di conoscere meglio anche questa parte dell'Africa e il lavoro della Compagnia svolto spesso in mezzo a grandi difficoltà”. (I.P.)

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    Presentato al Papa all'udienza generale il libro d'arte "Paulus" di mons. Frezza

    ◊   Fra le iniziative culturali più significative dell’Anno Paolino, il libro d’arte “Paulus” è stato presentato oggi al Santo Padre al termine dell’udienza generale da Luca Bartoli, presidente della casa editrice Vydia, accompagnato dal biblista mons. Fortunato Frezza, sottosegretario al Sinodo dei vescovi. Egli è stato uno degli autori dell’opera (ha scritto i commenti tematici alle lettere di San Paolo e agli Atti degli Apostoli) insieme con lo storico delle idee prof. Vincenzo Cappelletti, che ha tracciato un profilo teoretico del pensiero paolino e con lo scultore Alessandro Romano (tra le sue ultime opere quattro statue di santi posti nel porticato della basilica di San Pietro) che, “conquistato e sconvolto” dall’apostolo delle genti ha realizzato una scultura in copertina e 25 disegni illustrativi su momenti importanti della vita di San Paolo e del suo ardore evangelico. Il volume, con prefazione del cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete emerito della Basilica di San Paolo fuori le mura, raccoglie pure alcune omelie di Benedetto XVI, fra cui quella di indizione dell’Anno Paolino. (A cura di Graziano Motta)

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    Il cardinale Poletto: sobrietà per vivere un vero Natale

    ◊   Un Natale all’insegna della sobrietà. È l’augurio espresso dall’arcivescovo di Torino, cardinale Severino Poletto, nel corso dell’incontro tenutosi ieri con la stampa nel capoluogo piemontese. Il porporato, riferisce l'agenzia Sir, ha quindi spiegato che “la vera gioia del Natale è credere con convinzione che Dio è dalla nostra parte, è nostro alleato, è vicino a tutti, soprattutto a quanti sono provati da croci e difficoltà”. L’invito a riscoprire il vero significato del Natale appare ancora più importate alla luce di quella crisi economica che ha colpito molte famiglie. Per questo motivo l’arcivescovo di Torino ha posto l’accento sulla sobrietà “raccomandata come virtù, che ci richiama a non vivere al di sopra delle nostre possibilità e a non buttarci su spese superflue”, notando che “l’esempio deve arrivare anche da chi ha responsabilità politiche – amministrative”. Una sobrietà che tuttavia non è frutto di una scelta, “bensì subìta perché imposta da scelte finanziarie ed economiche che non mirano in primis a garantire una sicurezza economica per tutti”. Il cardinale Poletto ha infine rimarcato che “il Natale è per tutti occasione propizia per prendere atto che va affrontato con più equilibrio anche il problema degli immigrati”. “Sono cosciente - ha detto - che c’è chi li vorrebbe allontanare perché li vede come un pericolo e chi invece, con una autentica visione cristiana sulla dignità di ogni persona e sul dovere dell’accoglienza e dell’inserimento fatto nella legalità, vede in loro una vera risorsa che col tempo diventerà un valore aggiunto per la nostra società”. (M.G.)

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    Italia: ad Eto'o e Pillon il premio "L'Altro Pallone" per uno sport di pace

    ◊   Sono il calciatore camerunense Samuel Eto’o e l’allenatore Giuseppe Pillon i vincitori della XIII edizione del premio 2009 “L’Altro Pallone”, il riconoscimento che viene consegnato ogni anno per premiare chi si è impegnato per uno sport equo, solidale e multiculturale. La giuria, composta da giornalisti sportivi e atleti di diversi sport, ha deciso di premiare l’attaccante della squadra nazionale del Camerun e dell’Inter per “il suo essere insieme testimone del calcio africano e promotore concreto e continuativo di azioni di solidarietà per l’infanzia e l’adolescenza africana”. Considerato tra i più forti calciatori al mondo, Eto’o ha fondato nel 2007 un’associazione che si prende cura dei bambini poveri del Camerun introducendoli al gioco del calcio e garantendo loro la possibilità di frequentare le scuole; a questa associazione l’attaccante dell’Inter destina tutti i proventi dei suoi sponsor. La giuria ha inoltre deciso di affiancare a Eto’o l'allenatore della squadra di calcio dell’Ascoli Giuseppe Pillon, protagonista tre settimane fa di un gesto nobile e raro: dopo un gol segnato dalla sua squadra grazie a un pallone che avrebbe dovuto finire fuori per consentire aiuto a un giocatore avversario infortunato, ha chiesto ai suoi giocatori di rimanere fermi e consentire alla squadra avversaria di riportare in parità il risultato. Creato nel 1997, “in alternativa al Pallone d’Oro e contro il pallone duro” si sottolinea in un comunicato stampa, il premio “L’Altro Pallone” sarà consegnato ai vincitori a metà febbraio. (R.P.)

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    Essen, Pécs e Istanbul “Capitali europee della Cultura” 2010

    ◊   Essen (Germania), Pécs (Ungheria) e Istanbul (Turchia). Queste tre città si sono aggiudicate il titolo di “Capitali europee della cultura” per l’anno 2010 assegnato dall’Unione Europea. Ricchissimo il calendario di iniziative, di cui riferisce l'agenzia Sir. Eventi musicali, teatrali, letterari e cinematografici, mostre e “musei aperti”, convegni e feste di piazza animeranno le molteplici proposte che si trovano nei programmi già resi noti dalle amministrazioni cittadine. Le cerimonie di apertura iniziano il 9 gennaio a Essen “con un festival culturale che – spiegano gli organizzatori - aprirà le porte ai cittadini della metropoli, a quelli della regione Rhur e ai visitatori di altri paesi”. Il festival ruoterà “attorno al sito di Zollverein, inscritto al patrimonio culturale mondiale”. Il giorno seguente, il 10 gennaio, sarà la volta di Pécs che inaugurerà il suo status di Capitale della cultura con 24 ore di attrazioni: teatro, sfilate, proiezioni in diversi angoli del territorio urbano e attività per i ragazzi. Infine, il 16 gennaio, partirà anche il cartellone di Istanbul. Qui le manifestazioni di avvio prevedono numerosi avvenimenti che si svilupperanno lungo tutto il mese di gennaio, fra cui occasioni dedicate alle arti visive, attività educative, convegni, momenti musicali. Le tre città hanno realizzato altrettanti siti dedicati all’anno culturale. (M.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Scade l'ultimatum Usa all’Iran sul nucleare

    ◊   Ancora pochi giorni, poi il dialogo internazionale con Teheran, sul suo programma nucleare, lascerà il posto alle sanzioni. Questo è il senso del messaggio lanciato dalla Casa Bianca, che ha ricordato come dicembre sia “una scadenza per la comunità internazionale, termine ultimo per una risposta positiva dall'Iran”. Gli Stati Uniti hanno già cominciato a preparare “passi alternativi” circa le soluzioni proposte dall'Aiea (l'agenzia dell'Onu per il nucleare), nel caso che l'Iran si dimostrasse “non disponibile ad assumersi le sue responsabilità”. Da parte sua, il presidente iraniano, Ahmadinejad, ha subito sottolineato di non attribuire a nessuno il potere di fissare scadenze all’Iran.

    Iran: scontri a Ispahan tra polizia e sostenitori di Montazeri
    Numerose persone sono rimaste ferite e almeno 50 sono state arrestate in seguito a scontri avvenuti oggi in una moschea della città iraniana di Ispahan. L’occasione è stata, come nei giorni scorsi, una cerimonia in memoria dell’ayatollah dissidente, Hossein Ali Montazeri, morto tre giorni fa nella città santa di Qom. Gli scontri si sarebbero verificati quando la polizia ha tentato di disperdere i dimostranti, circondando la moschea dove l'imam riformista Jalaledin Taheri avrebbe dovuto tenere un sermone. Sempre oggi, sono stati uccisi per impiccagione nel sud dell’Iran due uomini accusati di rapina a mano armata. Erano riusciti a sfuggire ad una prima esecuzione, ma sono stati arrestati qualche ora dopo insieme a cinque complici nella città di Bandar Abbas, nel sud del Paese.

    Afghanistan: polizia uccide per errore senatore afghano
    Il presidente afghano, Hamid Karzai, si è detto convinto che il dialogo con i talebani sia essenziale per riportare la pace nel Paese. L'ipotesi per l'apertura del dialogo è stata respinta ripetutamente dagli interessati e dal loro leader, il mullah Omar, che pongono come condizione prioritaria il ritiro delle truppe straniere dal territorio afghano. Inoltre, a Baghlan, provincia dell'Afghanistan, il senatore afghano, Muhammad Yunus, ed il suo autista sono stati uccisi - sembra per errore - la notte scorsa in uno scontro a fuoco con la polizia. A quanto si è appreso, la polizia aveva organizzato un posto di blocco nella zona di Jaded per cercare di catturare quattro ''terroristi''. Alla vista di un veicolo che non pareva volersi fermare, la polizia ha aperto il fuoco. Al termine della sparatoria, gli agenti hanno constatato che l'auto apparteneva ad un membro del senato. Lo scorso anno cinque membri del parlamento sono morti nella stessa provincia in un attacco suicida dei talebani.

    Pakistan: gli attacchi dei droni statunitensi ''sono controproducenti''
    Il ministro degli Esteri del Pakistan, Makhdoom Shah Mahmood Qureshi, ha dichiarato che nell'attuale situazione gli attacchi dei droni statunitensi ''sono controproducenti'', ma ha sottolineato l'importanza della cooperazione americano-pakistana per promuovere la pace e la stabilità nella regione. Il capo della diplomazia pakistana ha quindi tracciato quelle che ha definito le ''linee rosse'' della politica nazionale.

    I palestinesi di Gaza contro la barriera di acciaio annunciata da Israele
    Rappresenta una ''punizione di massa'' per la popolazione palestinese di Gaza l'edificazione di una barriera sotterranea di acciaio - concepita per impedire la trafugazione di armi dal Sinai verso Gaza - lungo il confine fra Egitto e la Striscia. Secondo il vicepresidente del parlamento palestinese, Ahmed Bahar, a Gaza c'è la sensazione che la costruzione della barriera rappresenti la fase preliminare di un nuovo conflitto. Bahar ha aggiunto che è comunque dovere della comunità internazionale impedire “l'assedio di Gaza”. La barriera egiziana dovrebbe essere lunga circa nove chilometri.

    Colombia: trovato morto governatore di Caquetà
    E' stato ritrovato morto, con la gola tagliata, il governatore colombiano del Dipartimento di Caquetà, Luis Francisco Cuellar, rapito ieri dai guerriglieri di estrema sinistra delle Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia. Secondo il presidente, Alvaro Uribe, i responsabili del sequestro e dell'omicidio del governatore sono i comandanti della colonna "Teofilo Forero", un gruppo "narcoterrorista". Sempre per il presidente, i terroristi hanno deciso di uccidere l'ostaggio perché braccati dalle forze di sicurezza.

    Cina: al via il processo del dissidente Liu Xiaobo, a Natale il verdetto
    Sarà resa nota questo venerdì, il giorno di Natale, la sentenza per la condanna del dissidente cinese, Liu Xiaobo, arrestato l'8 dicembre 2008 e processato a Pechino per il reato di istigazione alla sovversione. Lo ha riferito uno dei suoi avvocati, Mo Shaoping, al termine della prima udienza di tre ore, precisando che Liu ha riconosciuto davanti al giudice di essere uno dei promotori della "Carta 08". Decine di giornalisti, diplomatici di Paesi occidentali, sostenitori del dissidente si sono radunati davanti alla sede del Tribunale. A nessuno di loro è stato consentito di entrare nell'aula.

    Yemen: scontri con ribelli causano perdite tra i sauditi
    Circa 73 sauditi sono stati uccisi e 26 sono ancora dispersi. Si tratta del primo bilancio da quando le autorità saudite hanno deciso di intervenire nel conflitto tra le truppe yemenite e i ribelli, iniziato in agosto e che ha già provocato la morte di migliaia di persone e centinaia di migliaia di profughi. I ribelli si sono detti pronti al ritiro dal territorio saudita, se Riad cesserà gli attacchi nei loro confronti. Intanto, alcuni caccia Usa hanno iniziato a bombardare le regioni nordoccidentali del Paese dove si concentra la guerriglia sciita, colpendo - secondo fonti locali - anche obiettivi civili. Un funzionario del Dipartimento di Stato americano ha respinto le accuse, ribadendo invece la preoccupazione di Washington per i civili e invocando un'immediata interruzione delle ostilità.

    Grecia: borsa ancora in rialzo, si avvicina il voto per la Finanziaria
    Oggi, in apertura, la Borsa di Atene è di nuovo in rialzo. L'indice generale fa segnare dopo le prime contrattazioni una crescita significativa intorno all'1,20%, dopo che ieri aveva registrato guadagni pari al 4,40%. Intanto, il parlamento si appresta a votare la Finanziaria 2010, vista come un “primo passo” importante per il risanamento del Paese. La legge finanziaria prevede una riduzione del deficit di almeno il 3,7% nel 2010, al fine di portarlo sotto il 3% del Pil nel 2013, cercando di salvaguardare i salari medio-bassi. Il documento illustrato in parlamento è stato duramente criticato dall'opposizione di centrodestra, che lo ritiene insufficiente a far fronte alla crisi.

    Nigeria: leader religiosi contro la malaria
    I principali leader religiosi della Nigeria sono impegnati in uno sforzo senza precedenti per combattere la malaria. I capi religiosi stanno lavorando al fianco dei funzionari della sanità per distribuire, anche nelle aree più remote del Paese, 63 milioni di zanzariere a 30 milioni di famiglie entro la fine del 2010. In quest'ottica, 300 mila capi religiosi seguiranno corsi di formazione ad hoc per divulgare il messaggio "anti-malaria".

    Giamaica: aereo esce fuori pista, 91 i feriti
    E' di circa 91 passeggeri feriti il bilancio dell'incidente aereo avvenuto ieri notte all'aeroporto internazionale di Kingston, Giamaica, a causa delle cattive condizioni meteorologiche. Un Boeing 737 dell'American Airlines è uscito fuori pista in fase di atterraggio spezzandosi in due. Il volo in questione, da Miami a Kingston, era il Flight 331 e trasportava 148 passeggeri e sei membri dell'equipaggio. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Chiara Pileri)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 357

     
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