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Sommario del 19/12/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI proclama le virtù eroiche di Giovanni Paolo II e Pio XII. Firmati i decreti per 5 nuovi Santi e 6 nuovi Beati
  • I Santi non sono il passato ma il presente e il futuro di Chiesa e società: così il Papa per i 40 anni del dicastero per le Cause dei Santi
  • Il Papa ai ragazzi dell'Azione Cattolica: Gesù, vostro amico, anche se gli adulti non vi considerano
  • Altre udienze e nomine
  • Senza autorizzazione della Santa Sede è vietato attribuire la qualifica di "pontificia" a qualsiasi istituzione
  • Accensione dell'albero di Natale in Piazza San Pietro
  • Verso Natale, abbattendo i muri: editoriale di padre Lombardi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Vertice sul clima. Mons. Migliore: la montagna ha partorito il topolino
  • Natale a Gaza per rilanciare solidarietà e speranza
  • Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Le Filippine, Paese asiatico con il più alto tasso di emigrazione. L'impegno della Chiesa
  • Campagna Missionaria in Brasile: mobilitati i media
  • Usa: nel 2009 calano le condanne a morte, ma aumentano le esecuzioni
  • Consacrazione delle famiglie “discepole missionarie” in Perù
  • L’arcivescovo di Monaco: uscire dalla crisi con la Dottrina sociale della Chiesa
  • Arrivato a Roma Muath, il bimbo palestinese affetto da tumore che ha commosso il mondo
  • Angola: prossima apertura del primo Istituto di Scienze teologiche
  • All'Arena di Verona, esposti oltre 400 presepi artigianali
  • 24 Ore nel Mondo

  • Pakistan: sempre più grave la crisi politica
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI proclama le virtù eroiche di Giovanni Paolo II e Pio XII. Firmati i decreti per 5 nuovi Santi e 6 nuovi Beati

    ◊   Benedetto XVI ha autorizzato oggi la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i Decreti relativi a 5 prossimi nuovi Santi, 6 nuovi Beati e sul riconoscimento delle virtù eroiche di altri 10 testimoni del Vangelo. Tra questi ultimi, due Papi: Giovanni Paolo II e Pio XII. La firma dei Decreti è avvenuta durante un’udienza a mons. Angelo Amato, prefetto del dicastero per le Cause dei Santi. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    Una notizia a lungo attesa, accolta con gioia da milioni di fedeli in tutto il mondo: l’approvazione da parte di Benedetto XVI delle virtù eroiche di Giovanni Paolo II suggella la fama di santità di Karol Wojtyla. La memoria del Papa polacco è quanto mai viva a cinque anni dalla morte e la sua figura viene ricordata con emozione non solo dai cattolici. La riflessione dell’arcivescovo Angelo Amato, intervistato da Roberto Piermarini:

     
    “I suoi funerali sono stati uno degli eventi più incisivi e coinvolgenti degli ultimi anni, mostrando una profonda adesione alla sua persona e al suo messaggio, a livello mondiale. La sua fama di santità, comprovata da una partecipazione mai vista agli ultimi momenti della sua esistenza terrena, che ha avviato il processo di beatificazione e canonizzazione. Questa fama di santità, così rilevante ed estesa, ha convinto Benedetto XVI ad iniziare dopo due mesi l’iter, dispensando dal periodo di cinque anni di attesa, richiesto dopo la morte. A scanso di ogni equivoco, colgo l’occasione per precisare che la procedura è stata pienamente osservata con il consueto rigore, senza alcuna deroga o eccezione: si è trattato semplicemente di un percorso preferenziale”.
     
    Il Papa ha anche riconosciuto le virtù eroiche di Papa Eugenio Pacelli. Precursore del Concilio Vaticano II, Pio XII difese la causa della pace nei terribili anni della Seconda Guerra Mondiale. “Papa Pacelli – ha affermato Benedetto XVI nel 50.mo della sua morte - ebbe a consolare sfollati e perseguitati, dovette asciugare lacrime di dolore e piangere le innumerevoli vittime della guerra”. “Agì spesso in modo segreto e silenzioso – ha sottolineato il Papa - proprio perché, alla luce delle concrete situazioni di quel complesso momento storico”, intuiva che “solo in questo modo si poteva evitare il peggio e salvare il più gran numero possibile di ebrei”.

     
    Benedetto XVI ha inoltre autorizzato il riconoscimento del martirio del sacerdote polacco Jerzy Popiełuszko, ucciso nel 1984 durante gli anni bui del regime comunista. Il messaggio di padre Popiełuszko, prossimo Beato, sottolinea mons. Amato, è quanto mai attuale specie per i giovani:

     
    “E’ soprattutto ai giovani che una figura come don Popiełuszko ha molto da dire. La sua testimonianza è un invito a non appiattirsi nella mediocrità, a non adeguarsi alle mode correnti, a non affidarsi ai paradisi artificiali, ma a cercare valori autentici intorno a cui strutturare l’esistenza. La fede in Cristo è capace di generare una forza tale da resistere anche di fronte alle insidie, alle sofferenze e addirittura alle persecuzioni e di proiettarci verso un orizzonte di vita pienamente realizzata”.
     
    Nella lista dei decreti approvati oggi dal Papa spiccano alcune luminose figure femminili. Tutta protesa verso i bisogni dei più deboli, specie degli immigrati, è la Beata australiana Mary MacKillop, vissuta nel XIX secolo e che verrà ora canonizzata. La sua figura è un simbolo di riscatto sociale e promozione umana. Altra figura straordinaria è quella di Mary Ward, di cui sono state riconosciute le virtù eroiche. La Ward visse nell’età elisabettiana e si prodigò, tra mille difficoltà a promuovere i diritti delle donne:
     
    “La Ward intuì che la salvezza della società passa attraverso la promozione della figura femminile e si impegnò, in quei tempi poco propizi, a favorire l’istruzione delle donne e il loro inserimento nel mondo della cultura e del lavoro. Anche in questo vediamo come i santi, non di rado, sono dei pionieri: questi valori che oggi sono universalmente accettati, Mary Ward li ha sognati e realizzati in anticipo, di ben quattro secoli, essendo morta nel 1645”.
     
    Ci sono poi due giovani donne italiane, Chiara Badano - impegnata nel movimento Gen dei Focolari - e Teresa Manganiello, due laiche che verranno prossimamente beatificate e che hanno testimoniato con gioia la propria fede:
     
    “Vissute in secoli diversi e in ambienti culturali diversi, ambedue hanno partecipato in modo straordinario al mistero della Passione di Cristo, accettando la sofferenza nella loro giovane vita, trasfigurandola nella preghiera e nell’amore e offrendola al Signore per la salvezza del mondo. Esse ci dicono che vale la pena essere cristiani e che la santità è l’avventura più bella che un essere umano possa vivere”.
     
    Figura molto amata e popolare è anche quella di suor Enrica Alfieri, delle suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, definita “la mamma e l’angelo di San Vittore”, di cui sono state riconosciute le virtù eroiche. Nel carcere milanese, la religiosa vercellese operò instancabilmente anche a rischio della propria vita. In particolare, si ricorda il suo coraggio durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la direzione del carcere di San Vittore fu presa dai tedeschi che vi imprigionarono ebrei e dissidenti politici. I nazisti volevano fucilare “suor Enrichetta” che fu salvata solo grazie all’intervento del cardinale arcivescovo di Milano Ildefonso Schuster.
     
    Tra i prossimi nuovi Santi anche il Beato polacco Stanislao Sołtys, chiamato Kazimierczyk, sacerdote professo dell'Ordine dei Canonici Regolari Lateranensi, vissuto nel 1400; il Beato canadese Andrea Bessette (al secolo Alfredo), religioso professo della Congregazione di Santa Croce, vissuto a cavallo tra il 1800 e il 1900; la Beata italiana Giulia Salzano, fondatrice della Congregazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuore di Gesù, anch’ella vissuta tra il 1800 e il 1900; e Santa sarà proclamata anche la Beata italiana Battista da Varano (al secolo Camilla), monaca professa dell'Ordine di Santa Chiara e fondatrice del Monastero di Santa Chiara nella città di Camerino, nata nel 1458 e morta nel 1524.

    Tra i prossimi Beati anche il Venerabile Servo di Dio Giuseppe Tous y Soler, sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini e fondatore della Congregazione delle Suore Cappuccine della Madre del Divin Pastore, nato il 31 marzo 1811 a Igualada (Spagna) e morto il 27 febbraio 1871 a Barcellona; il Venerabile Servo di Dio Leopoldo da Alpandeire Sánchez Márquez (al secolo Francesco), laico professo dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, nato e vissuto in Spagna tra il 1800 e il 1900; e sarà proclamato Beato infine anche il Venerabile Servo di Dio Emanuele Lozano Garrido, altro laico spagnolo vissuto nel secolo scorso.

    Inoltre sono state riconosciute le virtù eroiche del Beato Giacomo Illirico da Bitetto, laico professo dell'Ordine dei Frati Minori, nato nel 1400 a Zara in Dalmazia e morto intorno all'anno 1496 a Bitetto (Italia); del Servo di Dio Luigi Brisson, sacerdote e fondatore degli Oblati e delle Oblate di San Francesco di Sales, nato il 23 giugno 1817 a Plancy (Francia) ed ivi morto il 2 febbraio 1908; del Servo di Dio Giuseppe Quadrio, sacerdote professo della Società Salesiana di San Giovanni Bosco, vissuto in Italia nel 1900; della Serva di Dio Antonia Maria Verna, fondatrice dell'Istituto delle Suore della Carità dell'Immacolata Concezione dette d'Ivrea, vissuta in Italia tra 1700 e il 1800; della Serva di Dio Maria Chiara Serafina di Gesù Farolfi (al secolo Francesca), fondatrice delle Suore Clarisse Francescane Missionarie del Ss.mo Sacramento, vissuta in Italia tra il 1700 e il 1800; e infine sono state riconosciute le virtù eroiche del Servo di Dio Giunio Tinarelli, laico, socio della Pia Unione Primaria Silenziosi Operai della Croce, nato a Terni, in Italia, il 27 maggio 1912 ed ivi morto il 14 gennaio 1956.

    Con la firma del decreto sulle virtù eroiche, Giovanni Paolo II è dunque più vicino ad essere elevato all’onore degli altari. Per comprendere quali passaggi debba ancora percorrere la Causa, Beata Zajakowska, del nostro programma polacco, ha intervistato mons. Mons. Slawomir Oder, postulatore della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Karol Wojtyla:

    R. – Con la firma del decreto che riconosce l’eroicità delle virtù, si completa il procedimento canonico cominciato dopo l’autorizzazione di Papa Benedetto XVI che ha dispensato dai cinque anni di attesa per l’apertura del processo. Non è finito, questo procedimento: abbiamo ancora davanti a noi tutto il cammino che riguarda il procedimento per il riconoscimento del presunto miracolo attribuito all’intercessione di Giovanni Paolo II; e lo studio in merito a questo processo non è stato possibile fino a questo momento in cui la Chiesa ha chiuso la tappa delle virtù eroiche.

     
    D. – Il miracolo riguarda una suora francese …

     
    R. – Il caso ormai conosciuto che riguarda l’attribuzione all’intercessione di Giovanni Paolo II della guarigione dal Morbo di Parkinson di una suora francese.

     
    D. – Quali tempi sono previsti per la canonizzazione di Giovanni Paolo II?

     
    R. – Assolutamente mi devo astenere da qualsiasi tipo di previsione. Il procedimento canonico ha la sua dinamica, ha la sua vita. Sicuramente, come nel processo sulle virtù, pur osservando tutte le norme previste dal Codice di diritto canonico e dal Regolamento della Congregazione per le Cause dei Santi, si è cercato di non perdere tempo. Sono convinto che anche in questo caso, rimanendo fedeli alle norme della Chiesa che riguardano questi casi, sicuramente non si perderà tempo.

     
    D. – Grazie al suo lavoro, quale santo lei ha riscoperto nel volto di Giovanni Paolo II?

     
    R. – Sicuramente, il modo in cui lui ha vissuto il suo sacerdozio. Penso che non casualmente la Provvidenza di Dio, con questo Anno Sacerdotale, ci offre uno splendido esempio di un sacerdote completo, realizzato, felice secondo il cuore di Cristo. Giovanni Paolo II, in tutti i momenti della sua vita sacerdotale, episcopale, da Papa, ha sempre fatto riferimento alla sua identità di poter agire “in persona Christi”; un sacerdote santo. Ma poi, sicuramente un mistico, intendendo la mistica non come un insieme di eventi straordinari – anche se pure questi non sono mancati nella vita di Giovanni Paolo II – ma la consapevolezza che la vita qui, adesso, è una vita che è un dialogo con Dio, una vita vissuta alla presenza di Dio. Per questo io penso che il messaggio che noi possiamo cogliere è quello di un sacerdote santo, un mistico ma anche un uomo completo che ha vissuto la gioia della vita trovando la gioia nel suo incontro con Cristo.

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    I Santi non sono il passato ma il presente e il futuro di Chiesa e società: così il Papa per i 40 anni del dicastero per le Cause dei Santi

    ◊   I Santi fanno risplendere nelle pieghe della storia la luce della grande “dignità” che Dio ha conferito all’uomo. Con questo pensiero, Benedetto XVI ha concluso il discorso rivolto questa mattina alle circa 150 persone ricevute in udienza per i 40 anni dall’istituzione della Congregazione delle Cause dei Santi. Un’occasione che ha permesso al Papa di riflettere sulle tappe che la Chiesa ha fissato, nel corso della sua bimillenaria esperienza, per presentare alla cristianità i modelli di testimonianza evangelica. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Proclamare un Santo o un Beato non vuol dire celebrare un personaggio del passato, ma proporne il carisma per costruire il “presente e il futuro della Chiesa e della società”. E documentarne i fatti dell’esistenza non è un atto di burocrazia, ma il riconoscimento al più alto livello del valore umano e spirituale di uomini e di donne che in vita rifiutarono la “mediocrità” per amare Cristo amando il prossimo. C’è tutto questo, ha spiegato Benedetto XVI, dietro quel “complesso di esperienze, di contributi scientifici, di norme procedurali” che in particolare negli ultimi 500 anni - da Sisto V a Paolo VI - hanno portato alla creazione del dicastero pontificio delle Cause dei Santi. Il vostro lavoro, ha detto il Papa agli officiali del Pontificio Consiglio, costituisce “un significativo contributo all’opera di evangelizzazione”:

     
    “Quando la Chiesa venera un Santo, annunzia l’efficacia del Vangelo e scopre con gioia che la presenza di Cristo nel mondo, creduta e adorata nella fede, è capace di trasfigurare la vita dell’uomo e produrre frutti di salvezza per tutta l’umanità. Inoltre, ogni beatificazione e canonizzazione è, per i cristiani, un forte incoraggiamento a vivere con intensità ed entusiasmo la sequela di Cristo, camminando verso la pienezza dell’esistenza cristiana e la perfezione della carità”.
     
    I Santi, ha affermato il Pontefice, sono “straordinarie figure di credenti” perché “hanno realizzato in pienezza quella caritas in veritate che è il sommo valore della vita cristiana”, dimostrata - ha rilevato - attraverso “due significative costanti”:

     
    “Innanzitutto, il loro rapporto con il Signore, anche quando percorre strade tradizionali, non è mai stanco e ripetitivo, ma si esprime sempre in modalità autentiche, vive e originali e scaturisce da un dialogo con il Signore intenso e coinvolgente, che valorizza e arricchisce anche le forme esteriori. Inoltre, nella vita di questi nostri fratelli risalta la continua ricerca della perfezione evangelica, il rifiuto della mediocrità e la tensione verso la totale appartenenza a Cristo”.
     
    Dalla riflessione sul valore della santità, Benedetto XVI è passato a una valutazione delle tappe canoniche che la Chiesa rispetta per riconoscerla pubblicamente. La Beatificazione, prima, e la Canonizzazione, poi, sono unite - ha osservato -“da un vincolo di grande coerenza” e sono precedute dal riconoscimento delle “virtù eroiche” o del martirio o di un “qualche dono straordinario”:
     
    “In questo cammino la Chiesa accoglie con gioia e stupore i miracoli che Dio, nella sua infinita bontà, gratuitamente le dona, per confermare la predicazione evangelica. Accoglie, altresì, la testimonianza dei martiri come la forma più limpida e intensa di configurazione a Cristo”.
     
    Grazie alla “sapienza pedagogica” di questo progressivo discernimento, ha spiegato il Papa, il popolo di Dio arriva a venerare, prima in ambito locale, e poi nell’universalità della Chiesa quei fratelli e quelle sorelle che hanno “raggiunto la gloria di Dio” e sono invitati a imitarne l’eccellenza nella fede. Soprattutto nel passaggio dalla beatificazione alla canonizzazione, ha osservato il Pontefice, “si compiono eventi di grande vitalità religiosa e culturale, nei quali invocazione liturgica, devozione popolare, imitazione delle virtù, studio storico e teologico, attenzione ai ‘segni dall'alto’ si intrecciano e si arricchiscono reciprocamente”:
     
    “La solennità del Natale, alla quale ci stiamo preparando, fa risplendere in piena luce la dignità di ogni uomo, chiamato a diventare figlio di Dio. Nell'esperienza dei Santi questa dignità si realizza nella concretezza delle circostanze storiche, dei temperamenti personali, delle scelte libere e responsabili, dei carismi soprannaturali (...) La santità, cioè la trasfigurazione delle persone e delle realtà umane a immagine del Cristo risorto, rappresenta lo scopo ultimo del piano di salvezza divina, come ricorda l'apostolo Paolo: ‘Questa è la volontà di Dio: la vostra santificazione’”.

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    Il Papa ai ragazzi dell'Azione Cattolica: Gesù, vostro amico, anche se gli adulti non vi considerano

    ◊   Gesù è sempre al fianco dei più piccoli, anche se i grandi non li considerano: è quanto ha detto il Papa stamani durante l’incontro con l’Acr, l’Azione Cattolica dei Ragazzi che sta dedicando quest’anno al tema “Siamo in onda” per mettersi in comunicazione con Gesù e con gli altri, avendo come riferimento l’immagine biblica di Zaccheo. Il servizio di Sergio Centofanti.

    Zaccheo è colui che incontra il Signore e lo accoglie con gioia. Capo degli odiati esattori delle tasse a Gerico, considerati ladri e pubblici peccatori, e uomo molto ricco, per vedere Gesù in mezzo alla folla sale su un albero perché era piccolo di statura. Il Signore si accorge subito di lui, come fa con tutti i piccoli del mondo:

     
    “Gesù vi vede e vi sente anche se siete piccoli, anche se a volte gli adulti non vi considerano come vorreste. Gesù non solo vi vede, ma si sintonizza sulla vostra onda, vuole fermarsi da voi, stare con voi, stabilire con ciascuno di voi una forte amicizia. Questo lo ha fatto nascendo a Betlemme e facendosi vicino ai ragazzi e agli uomini di ogni tempo, anche a ciascuno di noi”.

     
    Il Papa invita i giovani a imitare l’esempio di Zaccheo che, sceso dall'albero, ha accolto Gesù “pieno di gioia nella sua casa e non ha più smesso dì fargli festa!”:

     
    “Accoglietelo nella vostra vita tutti i giorni, tra i giochi e tra gli impegni, nelle preghiere, quando chiede la vostra amicizia e la vostra generosità, quando siete felici e quando avete paura. A Natale, ancora una volta, l’amico Gesù vi viene incontro e vi chiama! E’ il Figlio di Dio, è il Signore che vedete ogni giorno nelle immagini presenti nelle chiese, nelle strade, nelle case. Egli vi parla sempre dell’amore ‘più grande’, capace di donarsi senza limiti, di portare pace e perdono”.

     
    Benedetto XVI esorta quindi i giovani dell’Acr “a prendere la linea con Gesù” nella capacità “di stare accanto a tanti ragazzi e ragazze che soffrono, specialmente a coloro che vengono da Paesi lontani e spesso sono abbandonati, senza genitori e senza amici”. Qui sta la vera felicità:

     
    “Solo la presenza di Gesù nelle vostre vite dà la gioia piena, perché lui è capace di rendere sempre nuova e bella ogni cosa. Lui non vi dimentica mai”.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina anche mons. Salvatore Fisichella, arcivescovo tit. di Voghenza, presidente della Pontificia Accademia per la Vita e rettore magnifico della Pontificia Università Lateranense; l’on. Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, con la famiglia. Il Papa riceverà questo pomeriggio il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi.

    Il Santo Padre ha nominato vescovo di Nakuru (Kenya) il rev. Maurice Muhatia Makumba, del clero della diocesi di Kakamega, rettore e professore al Seminario Maggiore Nazionale di St. Thomas Aquinas di Nairobi. Il rev. Maurice Muhatia Makumba è nato il 19 maggio 1968 nel villaggio Lirhanda, diocesi di Kakamega. Ha ottenuto la Licenza e il Dottorato in Filosofia presso l’Università della Santa Croce, a Roma. È stato ordinato sacerdote il 15 ottobre 1994 ed incardinato nella diocesi di Kakamega.

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    Senza autorizzazione della Santa Sede è vietato attribuire la qualifica di "pontificia" a qualsiasi istituzione

    ◊   Nessuna istituzione di qualsivoglia categoria può definirsi “pontificia”, né fregiarsi dei relativi loghi o simboli, se non ha ricevuto la preventiva autorizzazione dalla Santa Sede. E’ questa la sostanza di una dichiarazione diffusa oggi dalla Sala Stampa vaticana “a tutela della figura del Papa”. Il “crescente affetto” e la “cordiale stima” suscitata specie negli ultimi anni dai Pontefici - si rileva nella nota ufficiale - hanno portato alcuni a volergli intitolare “istituzioni universitarie, scolastiche o culturali, come pure associazioni, fondazioni o altri enti”. “Prendendo atto di ciò - prosegue la nota - si dichiara che spetta esclusivamente alla Santa Sede la legittimazione a tutelare in ogni modo il rispetto dovuto ai Successori di Pietro e, quindi, a salvaguardarne la figura e l'identità personale da iniziative che - si specifica - prive di autorizzazione, adottano il nome e/o lo stemma dei Papi per scopi ed attività che nulla o ben poco hanno a che vedere con la Chiesa Cattolica”. Questo perché, avverte la dichiarazione, “talora, di fatto, mediante l'uso di simboli nonché di loghi ecclesiali o pontifici si cerca di attribuire credibilità e autorevolezza a quanto viene promosso o organizzato”.

    Pertanto, conclude la nota, “l'impiego sia di tutto ciò che si riferisce direttamente alla persona e all'ufficio del Sommo Pontefice (nome, immagine e stemma), sia della denominazione ‘Pontificio/a’ deve essere espressamente e preventivamente autorizzato dalla Santa Sede”.

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    Accensione dell'albero di Natale in Piazza San Pietro

    ◊   E’ stato acceso ieri sera in Piazza San Pietro, l’albero di Natale che quest’anno arriva dalla Foresta delle Ardenne, nella Vallonia. A presiedere la cerimonia il cardinale Giovanni Laiolo presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, che ringraziando i pellegrini giunti dal Belgio ha detto: “tornando a casa dite ai vostri amici quanto è stata grande la gioia di avervi qui tra noi”. Presenti anche il ministro dell’Economia della Regione Vallonia, Jean-Claude Marcourt, e il vescovo di Liegi, Aloys Jousten. Il servizio di Cecilia Seppia:

     
    E’ un abete rosso di circa 100 anni, l’albero di Natale che ora campeggia in Piazza San Pietro. Adornato di oltre due mila sfere luminose, alto 30 metri, con un diametro di 7, questo esemplare, che pesa circa 14 tonnellate, ha detto il cardinale Laiolo, è simbolo di vita e forza della natura e ci ricorda insieme al presepe un evento che ha cambiato la storia dell’umanità intera:

    “L’arbre de Noël, comme a dit le Pape l’an dernier …”  
    "L’albero di Natale, come ha detto il Papa già lo scorso anno con le sue foglie sempre verdi è segno tangibile della nuova vita che non muore mai e con le sue luci è espressione della vera luce che viene da Dio. Non a caso è posto qui accanto al presepe che non è solo il simbolo di idee grandi e belle ma di un evento che ha cambiato radicalmente il cammino dell’umanità. Questo bambino, nato nella povertà della grotta di Betlemme è Dio stesso fatto carne, il Verbo eterno del Padre che ci accompagna con umiltà e amore ogni giorno. Dio, oggi più che mai fa sua la nostra vita e ci dona la speranza e la gioia, questa è la vera luce".

     
    Questo albero - ha detto ancora - il cardinale Laiolo, salutando e ringraziando i pellegrini giunti dal Belgio - con la sua imponenza rappresenta anche la bellezza di una terra, che ha vissuto eventi ricchi di passione civile e di amore per la libertà della patria, ma ancor più è simbolo di quella prossimità spirituale che ci rende tutti fratelli, in occasione della nascita del Salvatore.

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    Verso Natale, abbattendo i muri: editoriale di padre Lombardi

    ◊   L'imminente celebrazione del Natale non può non riportare alla memoria il pellegrinaggio ai luoghi della Natività che Benedetto XVI ha compiuto nel maggio scorso, durante la sua visita in Terra Santa. Un pellegrinaggio dove l'amore di Dio si è rivelato al mondo e insieme dove - per paradosso - questo amore vive spesso di sofferenze, drammi, muri. Ascoltiamo in proposito l'editoriale di padre Federico Lombardi per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

    Mentre andiamo verso Betlemme per il Natale, viene spontaneo ritornare al giorno in cui - sette mesi fa - andavamo a Betlemme con il Papa Benedetto, pellegrino nella Terra del Signore. Quali i ricordi più intensi? Naturalmente la festosa celebrazione della Messa nell’affollatissima Piazza della Mangiatoia. Anche se in un contesto tanto diverso da quello del presepio di duemila anni fa, è poi sempre l’Eucarestia il momento in cui si rivive il mistero della presenza reale di Gesù con noi. Ma è difficile non ricordare il passaggio e l’incombere del muro. Giustamente a sera congedandosi il Papa diceva: “Tutti sappiamo che i muri non durano per sempre. Possono essere abbattuti. Innanzitutto però è necessario rimuovere i muri che noi costruiamo attorno ai nostri cuori, le barriere che innalziamo contro il nostro prossimo”.

     
    Il Papa è stato a pregare nella grotta, ma anche lì - come negli altri luoghi santi - si avverte che i cristiani non sono uniti fra loro: devono dividersi luoghi e tempi di competenza per evitare le liti! Quando riusciremo a superare le nostre divisioni? Ma il ricordo più tenero è quello dei piccoli bimbi malati del Caritas Baby Hospital nelle mani del Papa. Fragilità infinita dell’umanità! Forza misteriosa ed invincibile dell’amore! Quanto è fragile Gesù che nasce a Betlemme, ma quanto è forte il messaggio di amore! Amore che ci viene offerto, ma ci viene anche chiesto con urgenza da questa fragilità! Quale intelligenza umana avrebbe potuto immaginare questo incredibile messaggio? Andiamo a vedere il bambino: Dio è ancora con noi.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   “L’efficacia del Vangelo”: in prima pagina, un editoriale del direttore sul fenomeno della santità.

    Un’attività intelligente ed equilibrata nella ricerca dei testimoni della santità: nell’informazione vaticana, Benedetto XVI alla Congregazione delle Cause dei Santi nel quarantesimo anniversario dell’istituzione.

    In prima pagina, un fondo di Franco Prodi dal titolo “Dal Papa un messaggio a Copenaghen”: una chiave di lettura per il summit sul clima. 

    In rilievo, nell’informazione internazionale, l’economia: le donne pagano il prezzo più alto della crisi; disoccupazione femminile a livelli record in tutti i Paesi europei.

    Per chiedere ai morti notizie dei vivi: in cultura, Fabrizio Bisconti sui cimiteri paleocristiani in Sabina.

    Romana sull’altalena dei sentimenti: la relazione dell’arcivescovo Agostino Marchetto al seminario “Romana Guarnieri. Un’eccellenza femminile nell’Europa del Novecento”.

    Un articolo di Eleuterio F. Fortino dal titolo “Il volto splendente della Calabria bizantina”: nella comunità italo-albanese sorta presso il monastero italo-greco di San Basile il segno di una tradizione viva dal VI secolo.

    Storie di sensata follia: Marta Lago su un premio di poesia dedicato alla mistica.

    Silvia Guidi recensisce l’ultimo libro di mons. Piero Principe “La fede per immagini”.

    Una notizia sui novant’anni dell’eparchia di Lungro.

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    Oggi in Primo Piano



    Vertice sul clima. Mons. Migliore: la montagna ha partorito il topolino

    ◊   Dopo ore di trattative e consultazioni i delegati alla Conferenza dell'Onu sul clima a Copenaghen hanno approvato una mozione, non vincolante, con la quale accettano l'accordo mediato dagli Stati Uniti con Cina, India, Brasile e Sudafrica. L’intesa prevede un impegno a limitare entro un massimo di due gradi l'aumento delle temperature ma non fissa cifre sui tagli alle emissioni di gas serra. L’accordo prevede inoltre aiuti per 100 miliardi di dollari fino al 2020 per i Paesi in via di sviluppo. Ma per molti osservatori si tratta di un risultato non soddisfacente. Da Copenaghen, il servizio del nostro inviato Salvatore Sabatino:

    L’intesa siglata da Stati Uniti, Cina, Sudafrica e India non soddisfa praticamente nessuno. E’ lo stesso governo di Washington a rimarcare la limitatezza del testo ribadendo comunque che si tratta di un primo passo importante. Sul piede di guerra i Paesi del G77 e gli ambientalisti che denunciano la catastrofe totale e contestano le modalità delle trattative definite da più parti un golpe. Non nasconde la propria delusione neppure il presidente della Commissione Europea Barroso, anche se parla di un primo traguardo. Ed ora scatta la protesta formale in seno all’assemblea con le dichiarazioni di voto contrario, mentre fuori dal Bella Center, sede del Vertice, i manifestanti contestano duramente il presidente degli Stati Uniti. Il risultato giunge dopo una giornata frenetica, con decine di incontri a porte chiuse e trattative serratissime. Il clima di tensione già si respirava in mattinata, già prima del discorso del capo della Casa Bianca Obama davanti alla Plenaria, accolto con un debole applauso dalla platea; poi sono arrivate le stoccate cinesi in disaccordo sulla bozza del documento, tanto da spingere il presidente americano ad incontrare il premier Wen Jabao per ben tre volte; e poi è arrivato anche l’incontro informale dei leader europei, decisamente trascurati dall’amministrazione americana; la presa di distanza dell’India, che ha auspicato un rinvio dell’accordo al 2010, tutto vissuto sull’orlo del fallimento. Copenaghen insomma sarà ricordato come uno dei Summit mondiali più complessi e un grande sforzo con un risultato decisamente modesto. Tutto è rimandato insomma al prossimo anno, quando toccherà a Città del Messico ospitare il prossimo vertice Onu sui cambiamenti climatici. In giugno, però, una tappa intermedia a Bonn, in Germania, in un Summit straordinario organizzato dal cancelliere tedesco, Angela Merkel. “Siamo qui per decidere e non per parlare” aveva detto ieri mattina il presidente Obama, riaccendendo le speranze anche dei più pessimisti. Oggi si può dire che forse le parole hanno ancora una volta tolto troppo spazio alle decisioni.

    Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha assicurato che da questo momento si dovranno moltiplicare gli sforzi per rendere l’accordo di Copenaghen “legalmente vincolante nel 2010”. “Non è quello che noi tutti speravamo ma la decisione – ha aggiunto Ban Ki-moon - è un inizio fondamentale. Secondo mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu di New York, gli interessi nazionali contrastanti e il predominio di politiche energetiche sono tra i tanti fattori che hanno ostacolato un accordo globale sul clima. Per un commento sul vertice di Copenaghen ascoltiamo proprio l’arcivescovo Celestino Migliore intervistato da Salvatore Sabatino:

    R. – La montagna ha partorito il topolino: abbiamo sentito dei discorsi rasserenanti, per altri invece più incalzanti. La sostanza però è questa, che Copenaghen termina senza un preciso accordo.

     
    D. – Potevamo attenderci di più, secondo lei?

     
    R. – Forse per la presenza dei rappresentanti dei grandi Paesi, che sono parte del problema e che sono indispensabili per la soluzione, come gli Stati Uniti, come la Cina, al di là delle loro dichiarazioni, quello che vale è l’impulso che hanno dato ad arrivare ad un accordo politico di base: per esempio, l’impegno degli Stati Uniti di mettere insieme cento miliardi di dollari insieme ad altri Paesi entro una scadenza fissa, per aiutare i Paesi in via di sviluppo a procedere alla mitigazione e all’attenuazione dei cambiamenti climatici. Questo sembra positivo. Poi ovviamente le dichiarazioni sappiamo che possono creare speranze, ma non cambiano la sostanza da un giorno all’altro.

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    Natale a Gaza per rilanciare solidarietà e speranza

    ◊   Sono momenti di attesa nella parrocchia di Gaza per una celebrazione speciale del Natale, in programma domani col Patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, ed una rappresentanza di Pax Christi. Il movimento cattolico internazionale ha organizzato l’appuntamento in concomitanza con l’iniziativa di solidarietà e preghiera "Christmas in Gaza", che domani coinvolgerà 100 città italiane, ad un anno dalla guerra nella Striscia, con un bilancio di oltre 1400 morti e 5000 feriti. Ma che Natale sarà quello di quest’anno a Gaza? Dal seminario patriarcale di Beit Jala – Betlemme, risponde don Nandino Capovilla, coordinatore nazionale di Pax Christi Italia, che domani parteciperà all’evento. L’intervista è di Giada Aquilino:

    R. – Il Natale a Gaza è una festa di tutti ed è veramente un segno di profonda speranza e fiducia in un futuro che non sia segnato dalla sofferenza attuale.

     
    D. – Quest’anno il Natale a Gaza assume un significato particolare: con il Patriarca Fouad Twal, Pax Christi e la gente della Striscia …

     
    R. – Il Natale di quest’anno ha soprattutto l’amarezza di un primo anniversario di una guerra che purtroppo ha lasciato stremata la popolazione; dall’altro versante è segno di un grande ponte di comunione: in tantissime città italiane, domattina si pregherà e si getterà un ponte con il Patriarca di Gerusalemme e con i cristiani e tutti gli abitanti della Striscia di Gaza.

     
    D. – Un anno fa, appunto, la guerra a Gaza: il Papa allora chiese alla comunità internazionale di “non lasciare nulla di intentato per aiutare israeliani e palestinesi ad uscire” da quello che era un “vicolo cieco e a non rassegnarsi alla logica perversa dello scontro e della violenza”. E – disse il Papa – bisognava “privilegiare la via del dialogo e del negoziato”. Che ricordo c’è oggi di quel conflitto?

     
    R. – Giornate interminabili, pesanti. Lo stesso Patriarca di Gerusalemme, oggi come allora, ripete lo stesso concetto: siamo stanchi, siamo sfiniti di dover sopportare un attacco così violento, soprattutto ai civili. Ora la situazione – dobbiamo essere sinceri – è peggiore di prima: per la chiusura della Striscia, che fa sì che la popolazione non abbia diritto al cibo e ai generi alimentari. I dati delle ultime settimane degli organismi internazionali riferiscono che l’acqua a disposizione della popolazione è inquinata al 90 per cento. Già questo ci fa capire che la situazione è veramente sull’orlo della catastrofe umanitaria.

     
    D. – Voi avete fatto un appello anche per i bambini?

     
    R. – I bambini a Gaza sono la grande risorsa e la grande sofferenza di queste zone, già solo per il loro numero! A Gaza, il 50 per cento della popolazione è rappresentata dai minori e quindi diventa fondamentale, soprattutto nelle scuole delle Nazioni Unite, l’accoglienza e il gestire quotidianamente i piccoli di Gaza. Ma questi bambini hanno nei loro occhi un trauma psicologico, come ci ha fatto notare anche uno psicologo di una scuola. Ci ha detto: il 60 per cento dei bambini è profondamente traumatizzato.

     
    D. – Il Patriarca Twal, presentando l’iniziativa di Gaza, ha ricordato che durante la guerra, le armi per resistere alla rassegnazione e allo sconforto sono state la preghiera e la comunione tra le Chiese ed i cristiani di tutto il mondo. Quanto è importante il ruolo delle Chiese tutte per il futuro della Terra Santa?

     
    R. – Certo, il ruolo delle Chiese qui è sentitissimo, soprattutto vedendo che questa situazione e il processo di pace non fanno assolutamente passi in avanti. Il ruolo delle Chiese - in particolare del Patriarca di Gerusalemme che presiede poi il Consiglio delle Chiese cristiane, con 13 confessioni cristiane – diventa una voce assolutamente fondamentale, proprio per ridare speranza.

     
    D. – In questo Natale a Gaza, il vostro messaggio qual è?

     
    R. – La fiducia a non rassegnarci. Per la fede e per la forza con cui i cristiani faranno Natale: con il suono delle campane e la festa, diranno al mondo che a Betlemme e a Gaza il Redentore ha già lasciato un segno di novità. Per questo non possiamo più tirarci indietro.

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    Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa quarta Domenica di Avvento la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Maria si reca a visitare Elisabetta, che esclama a gran voce:

    «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!”

    Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Dogmatica alla Pontificia Università Lateranense:

    Maria cammina e porta Gesù. E' lei che va a visitare la cugina, ma Colui che porta in sé è più grande di lei stessa: è il Figlio dell'Altissimo.
    Giovanni, ancora nel grembo della madre, ma già di sei mesi, riconosce Gesù al presentarsi di Maria e "sussulta di gioia". La prima testimonianza all'Agnello di Dio, come lo chiamerà trent'anni dopo, è un sussulto, un'esultanza gioiosa.
    E' questo un modello del primo incontro e dell'incontro in quanto tale. Il primo incontro infatti resta decisivo per tutti gli altri successivi.
    E' sulla base della gioia che fa trasalire che il cristiano affronta tutte le prove e le sfide di cui è costellato il cammino. La esultanza gioiosa è il movente e l'anima del martirio.
    La Chiesa è sia Maria che Elisabetta.
    La Madre Chiesa porta in sé Cristo, e, incontrando lei, tutti gli uomini possono incontrare Lui. La Chiesa Sposa è tutta scossa dal fremito di fronte allo Sposo che viene.
    Ogni cristiano, nella Chiesa, è sia Maria che Elisabetta, e non l'una senza l'altra.

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    Chiesa e Società



    Le Filippine, Paese asiatico con il più alto tasso di emigrazione. L'impegno della Chiesa

    ◊   La Giornata mondiale dei migranti nelle Filippine è stata un’occasione di riflessione su un tema molto sentito nel Paese: le Filippine, infatti, sono lo Stato asiatico con la più alta percentuale di emigrazione, circa 10 milioni di lavoratori in 190 Paesi. Un fenomeno preoccupante che, insieme con la mancanza di valori, è alla base della rottura di molti matrimoni e ha effetti devastanti sulle nuove generazioni: “Le rimesse dei nostri lavoratori tengono a galla la nostra economia – ha detto padre Joaquin F. Valdes, rettore della Catholic University di Santo Thomas di Manila ad Asianews – ma la continua crescita dell’emigrazione distrugge la società”. Il 70 per cento dei filippini che emigrano all’estero sono donne; la causa principale è la disoccupazione, accresciuta ora dalla crisi globale: si calcola che nel 2009 sono stati persi 2,72 milioni di posti di lavoro. A lasciare il Paese alla volta di Stati Uniti (dove la comunità filippina raggiunge i 3 milioni di persone), Europa, Giappone, Hong Kong e Paesi del Medio Oriente sono circa duemila filippini al giorno, soprattutto giovani con scarsa istruzione ed esperienze lavorative. Nessuno, però, dimentica i familiari rimasti a casa: nel solo mese di ottobre di quest’anno ben 1,2 miliardi di dollari americani sono stati inviati dagli Usa nelle Filippine: il 6,7 per cento in più rispetto ai mesi precedenti. Un ruolo di particolare importanza nel Paese riveste la Chiesa, impegnata in prima linea nella lotta all’emigrazione fin dal 1955, attraverso la Commissione per la cura dei Migranti e degli Itineranti (Ecmi) che gestisce il Centro missionario dei padri Scalabriniani di Manila, che offre formazione sia ai giovani sia ai sacerdoti missionari, e il Child and migrant parents in South East Asia, che sostiene le famiglie degli emigrati. (R.B.)

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    Campagna Missionaria in Brasile: mobilitati i media

    ◊   “Missione e condivisione” (“Missão e Partila”): è questo il tema della Campagna Missionaria avviata in Brasile e prevista per l'ottobre 2010. Al fine di intensificare la sua conoscenza e divulgazione, i rappresentanti dei principali mezzi di comunicazione missionari, gli organismi collegati al Consiglio Missionario Nazionale (Comina) e l’ufficio stampa della Conferenza Episcopale (Cnbb), si sono riuniti il 15 dicembre presso la sede della Direzione nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (Pom), a Brasilia, riferisce l’Agenzia Fides. Per il direttore nazionale delle Pom, padre Daniel Lagni, che promuove e coordina il lavoro, l'incontro è stato "molto positivo ed è servito ad approfondire il processo di diffusione della Campagna Missionaria in Brasile, come strumento di formazione, di animazione e di cooperazione". A suo parere, "il fatto di radunare un gruppo che rappresenta le risorse della stampa cattolica è già l'inizio di un processo di articolazione e diffusione della Campagna". Ogni anno le Pom, per animare il mese delle missioni, preparano ed inviano a tutte le diocesi del Brasile, i sussidi e il Messaggio del Papa, una scheda con la preghiera missionaria, stampati informativi, testi e riflessioni per le celebrazioni. Per il prossimo anno, per la diffusione della Campagna sui principali media, una delle proposte approvate prevede la realizzazione di un dvd contenente una novena e testimonianze dei missionari che lavorano in varie parti del mondo. Il direttore della “Verbo Films”, padre Cireneu Kuhn, ha sottolineato che l'obiettivo della novena è quello di divulgare il tema della campagna e incoraggiare i cristiani ad un effettivo impegno per le missioni. "Il dvd offre diverse esperienze missionarie che possono servire come riferimento per un progetto di vita al servizio del Regno", ha detto padre Cireneu, che ne coordinerà la produzione. Secondo padre Paulo de Coppi, direttore della rivista "Missione Giovani", "i Consigli Missionari, in tutti i casi, hanno un ruolo importante nell’animazione missionaria della comunità". (C.P.)

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    Usa: nel 2009 calano le condanne a morte, ma aumentano le esecuzioni

    ◊   Cala il numero delle condanne a morte emesse negli Stati Uniti, che nel 2009 ha toccato la cifra minima degli ultimi 33 anni. Il dato positivo è contenuto nel rapporto del Death penalty information Center (D-pic), presentato negli Usa e ripreso oggi dal quotidiano "Avvenire". Secondo il rapporto, quest’anno negli Stati Uniti sono state inflitte 106 condanne capitali: il 2009 si pone così come il settimo anno consecutivo in cui si registra una riduzione delle condanne a morte comminate, che è pari al 60 per cento rispetto ai picchi degli anni Novanta. L’anno più negativo è stato il 1994 con 328 condanne. “Lo studio – sottolinea il direttore del D-pic, Richard Dieter – copre tutto l’arco di tempo dal 1976, anno in cui la pena capitale fu reintrodotta nell’ordinamento giuridico americano, fino a oggi”. Tuttavia, al pari con la diminuzione delle condanne, aumenta il numero delle esecuzioni: 52 nel 2009 rispetto alle 37 dell’anno scorso; un dato comunque in calo del 47 per cento rispetto a una decina di anni fa. L’87 per cento delle condanne eseguite, inoltre, ha avuto luogo in Texas e Virginia: due Stati tradizionalmente molto attivi in tal senso, ma anche qui si è rilevato un sensibile calo. In Texas, infatti, le esecuzioni sono passate da 34 in media ogni anno nel decennio dei Novanta, alle 9 nel 2009; in Virginia il calo è stato da 6 a 1. Molti passi in avanti sono stati fatti anche in direzione dell’abolizione della pena capitale: il New Mexico quest’anno è diventato il 15.mo Stato americano a escluderla dal proprio ordinamento e dubbi in merito alla sua applicazione sono stati sollevati da più parti nell’opinione pubblica. Ben 9 persone, infatti, detenute nel braccio della morte, sono state scarcerate nel solo 2009 perché riconosciute innocenti; in particolare ha avuto vasta eco il caso di James Bain, il detenuto della Florida che, pur non essendo stato condannato a morte, dopo 35 anni di reclusione è stato scagionato dalle infamanti accuse di rapimento e stupro ai danni di un bambino di nove anni. (R.B.)

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    Consacrazione delle famiglie “discepole missionarie” in Perù

    ◊   Oggi, nella parrocchia El Sagrario della Cattedrale di Huancayo, città del Perù, si terranno le celebrazioni del Sacramento del matrimonio di molte coppie, che si sono unite per dar vita alle famiglie “Discepole Missionarie”. Padre Belealdo Vilchez Zarate ha sottolineato che la Missione Continentale, promossa ad Aparecida durante la V Assemblea Generale dell'Episcopato Latinoamericano e del Caribe (maggio 2007), chiede la formazione di famiglie “Discepole Missionarie”, come risposta all'incarico di proclamare la Buona Novella della Salvezza dell'umanità. La celebrazione del Sacramento del matrimonio è un’occasione per riunire tutta la comunità, in quanto è la base per istituire la famiglia, come cellula fondamentale della Chiesa e della società. Tutto il capitolo 9 del documento, come riporta l’agenzia Fides, presenta la famiglia come nucleo importante di questo compito ecclesiale: “Con il titolo Famiglia, persone e vita, a partire dall’annuncio della Buona Novella della dignità infinita di ogni essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio e ricreato come figlio di Dio, si promuove una cultura dell’amore nel matrimonio e nella famiglia, e una cultura del rispetto per la vita nella società; allo stesso tempo, si desidera accompagnare pastoralmente le persone nelle loro varie condizioni di bambini, giovani e anziani, donne e uomini, e si promuove la cura dell’ambiente come casa comune”. (C.P.)

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    L’arcivescovo di Monaco: uscire dalla crisi con la Dottrina sociale della Chiesa

    ◊   Anche gli impulsi dell’attuale crisi economica e finanziaria possono essere sfruttati positivamente: è questo il pensiero dell’arcivescovo di Monaco e Frisinga, Reinhard Marx, presidente della Commissione per le questioni sociali della Conferenza episcopale tedesca. Alla presentazione di un documento in materia elaborato dalla commissione, il presule ha dichiarato: “La crisi richiede un cambiamento di mentalità. La crisi aggrava i nostri sforzi per superare le grandi sfide del XXI secolo e obbliga a trarre conclusioni dagli errori. La Dottrina sociale della Chiesa, però, "può essere una bussola per uscirne". Il presule, riferisce l'agenzia Sir, ha ricordato, quindi, l’impegno della Chiesa nel fronteggiare la crisi, in vista del raggiungimento di un ordine sociale e mondiale più equo. “La commissione ricorda il concetto sperimentato dell’economia sociale di mercato – ha concluso l’arcivescovo – che risponde ai principi della dottrina sociale cattolica ed esorta a sfruttare in modo più intensivo il potenziale etico in essa contenuto”. (R.B.)

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    Arrivato a Roma Muath, il bimbo palestinese affetto da tumore che ha commosso il mondo

    ◊   È arrivato a Roma, ieri sera, Muath, il bimbo palestinese di 16 mesi affetto da un tumore al fegato, la cui storia ha commosso il mondo. Il piccolo è stato ricoverato nel reparto di Oncoematologia del Policlinico Umberto I, diretto da Anna Clerico, dove nella giornata di oggi sarà sottoposto ai primi esami medici volti a verificare se si renderà necessario un trapianto o basterà asportare parte dell’organo per eliminare le cellule maligne. Il bambino, che all’arrivo in aeroporto ha pianto per la stanchezza, è accompagnato dal padre Hamed, 32 anni, che si è detto felice per essere riuscito a portare il figlio a Roma, ma anche triste per aver lasciato la propria casa e la moglie. Muath e la sua famiglia erano in attesa del permesso di Israele per espatriare già da alcune settimane e finalmente ieri, grazie all’intervento del ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, hanno potuto lasciare Gaza City, attraversare il valico di Erez, raggiungere l’aeroporto di Tel Aviv "Ben Gurion", sempre assistiti dalle autorità diplomatiche italiane, e imbarcarsi per l’Italia. A Roma sono stati accolti, tra gli altri, da Benedetta Paravia, portavoce dell’associazione "Angels", che da settembre ha preso a cuore il caso, la quale ha rivolto un grazie speciale al ministro Frattini e al ministro consigliere dell’ambasciata di Israele Lironne Bar-Sadeh, “senza i quali una soluzione positiva e rapida non sarebbe stata possibile”. Prima di procedere al trasferimento in ospedale, infine, l’associazione ha fornito il piccolo Muath di cappottino, sciarpa, guanti, indumenti pesanti e un pigiama. (R.B.)

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    Angola: prossima apertura del primo Istituto di Scienze teologiche

    ◊   Presto anche l’Angola avrà la sua facoltà di Teologia che sarà istituita presso l’università cattolica angolana, considerata il miglior ateneo privato del Paese. A riferirlo all’agenzia Fides è l’arcivescovo di Luanda, Damião Franklin, che ha sottolineato quanto sia elevato lo standard dei requisiti richiesti dalla Santa Sede per la creazione di questo tipo di istituto. La prima tappa del processo di creazione sarà l’Istituto di Scienze teologiche che inizierà le lezioni nel marzo 2010 e potrebbe evolversi in una vera e propria facoltà all’interno dell’università inaugurata nel 1999 e suddivisa attualmente nelle facoltà di Scienze umane, Diritto, Economia e Ingegneria. L’ateneo, inoltre, comprende anche alcuni centri studi: il Centro studi di investigazione scientifica, il Centro di documentazione europea, il Centro di studi demoscopici, il Centro di riflessione cristiana "Fede e cultura", il Centro di informatica. I corsi di laurea offerti, infine, sono i seguenti: diritto, traduzione e amministrazione, lingua bantu, lingua inglese e portoghese, economia, gestione aziendale, contabilità, ingegneria informatica, psicologia del lavoro e delle organizzazioni, ingegneria delle telecomunicazioni. (R.B.)

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    All'Arena di Verona, esposti oltre 400 presepi artigianali

    ◊   Sarà l’Arena di Verona ad ospitare fino al 4 gennaio prossimo la 26.ma Rassegna internazionale del presepio nell'arte e nella tradizione, che metterà in mostra oltre 400 presepi artigianali provenienti da tutto il mondo. Diversi musei europei, collezionisti, appassionati e maestri artigiani - spiega la Fondazione Verona per l'Arena che promuove l’iniziativa - “hanno messo a disposizione i loro presepi, che per caratteristiche artistiche e culturali propongono scenari geografici diversi, ma tutti accumunati dallo stesso spirito natalizio”. Di qui il ruolo di Betlemme, “dove duemila anni fa è nato il Messia”, come “città fortificata e ricca di forza morale”, e del presepio “strumento di intesa e di pace”. Come riportato dall'agenzia Sir, ogni anno - a testimoniare l'arrivo del Natale a Verona - è la Stella Cometa, una fusione tra architettura e scultura realizzata in acciaio e alta 70 metri che congiunge l'Arena a piazza Bra, con un gesto architettonico di straordinaria eleganza e grande stile. Inoltre grazie ad un gemellaggio con Betlemme, Alfredo Troisi, direttore della rassegna scaligera, ha avuto la possibilità di realizzare un importante Museo internazionale della Natività. (C.P.)

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    24 Ore nel Mondo



    Pakistan: sempre più grave la crisi politica

    ◊   Una forte esplosione è avvenuta oggi a Peshawar, in Pakistan, vicino al confine con l'Afghanistan. Tre agenti di polizia sono morti in un attacco da parte di un commando a Quetta, nella provincia del Balochistan. È di almeno 11 morti invece il bilancio dell’attentato kamikaze di ieri nei pressi di una moschea di Lower Dir, nel nord-ovest del Pakistan. Le violenze proseguono, mentre il Paese è al centro di un terremoto politico senza precedenti. Tutto questo nella più grande preoccupazione da parte degli Usa e dei Paesi europei, che vedono nell'eventuale aggravamento del clima politico in Pakistan forti pregiudizi per la già difficile situazione nel vicino Afghanistan. Il servizio di Roberta Rizzo:

    "Il presidente del Pakistan, Asif Ali Zardari, ha convocato questa mattina una riunione d’urgenza del suo partito (il Ppe, Partito del popolo pakistano) per studiare la strategia da adottare per scongiurare la crisi del suo governo, accusato di corruzione. Tre giorni fa, la Corte suprema di Islamabad aveva annullato il decreto del 2007 che concedeva l’immunità al presidente e ad alcuni ministri, aprendo la strada ai processi per corruzione. Per ora nulla è stato avviato contro Zardari, che deve rispondere di accuse di riciclaggio di denaro in tre Paesi europei, ma che gode di una discussa immunità costituzionale. L’annullamento del decreto - del quale hanno beneficiato oltre ottomila personalità politiche e del mondo degli affari - ha permesso, però, di riaprire procedure giudiziarie contro i collaboratori del presidente citati nelle inchieste. Cinquantadue i mandati d’arresto già emessi nei giorni scorsi dall'Agenzia anticorruzione pachistana (Nab), tra i quali spicca quello contro il ministro degli Interni, Rehman Malik. La tensione ha raggiunto l’apice dopo il divieto di lasciare il Paese imposto ieri al ministro della Difesa, Mukhtar, bloccato all’aeroporto mentre era in partenza per una visita ufficiale in Cina. Era circolata perfino l’ipotesi di gestazione di un colpo di Stato, poi smentita dal portavoce del presidente. L’opposizione, intanto, reclama le dimissioni di Zardari e dei ministri interessati dal provvedimento della Corte suprema. Il terremoto politico si consuma in un clima di continue violenze. Le milizie talebane hanno mostrato la forza su tutto il territorio pakistano con attentati nelle principali città che, quest’anno, hanno provocato oltre 500 morti".

     
    Afghanistan - Karzai presenta il nuovo esecutivo
    Il presidente, Hamid Karzai ha presentato oggi in parlamento la lista dei ministri che faranno parte della nuova formazione di governo. Karzai ha mantenuto oltre la metà dei ministri dell'esecutivo uscente, inclusa l'unica donna, Husn Banu Ghazanfar, riconfermata alla guida del dicastero per la condizione femminile. A capo dei ministeri chiave - dell’Interno e della Difesa - nominati Mohammad Hanif Atnar e Abdul Rahim Wardak. I ministri designati dovranno ora parlare davanti alle due camere del parlamento. Senatori e deputati voteranno poi sulla loro investitura. La procedura richiederà diversi giorni.

    Afghanistan, soldato Usa muore in attentato kamikaze
    Una bomba piazzata sul ciglio di una strada ha ucciso un soldato americano nel nord dell'Afghanistan. Ne hanno dato notizia fonti dell'Isaf, la forza internazionale dislocata nel Paese, senza fornire ulteriori dettagli sull'attacco. Si tratta della 305.ma vittima tra i militari americani soltanto nel 2009. Intanto, sette talebani sono stati uccisi in scontri con l'esercito e le forze di polizia afghana nei villlaggi di Kaltrash e Qerleq, nella provincia settentrionale di Kunduz. Secondo fonti Isaf, un attacco aereo delle forze americane avrebbe causato la morte di "numerosi militanti islamici in una postazione di montagna", nella provincia di Paktika, al confine con il Pakistan.

    Iran - Iraq
    Sale la tensione al confine Iraq-Iran, dopo un'incursione militare iraniana lanciata in territorio iracheno. “I militari di Teheran hanno occupato la zona del pozzo petrolifero di Al Fakka, e non si sono ritirati”. A precisarlo è il vice ministro dell'Interno iracheno, Al Khafaji, alla tv araba “Al Jazira”. Secondo il vice ministro, i soldati di Teheran penetrati nell'area di confine contesa dall'Iran sono in tutto undici. Il governo di Bagdad ritiene l'incursione una “violazione della sovranità nazionale” e chiede l'immediato ritiro degli iraniani, auspicando una soluzione della questione per vie diplomatiche.

    Iraq, al-Maliki conferma ritiro truppe Usa entro il 2010
    Il ritiro delle truppe americane dall'Iraq avverrà, come previsto, entro il 2011. Lo ha assicurato il premier iracheno, Nouri al-Maliki, in un intervista rilasciata al quotidiano egiziano Al-Ahram alla vigilia della sua visita al Cairo. Secondo al-Maliki, Baghdad “è pronta a riempire qualsiasi vuoto di sicurezza”. Nell'intervista, il leader iracheno ha poi ribadito che i devastanti attentati dei giorni scorsi “sono stati condotti da elementi che non credono nel processo politico” e che vogliono condizionare le elezioni parlamentari che si terranno il prossimo 7 marzo.

    Il gelo blocca cinque Eurostar nel tunnel della Manica
    Circa 2.400 passeggeri di cinque treni Eurostar sono rimasti bloccati per alcune ore della notte scorsa nel tunnel sotto la Manica a causa di interruzioni di linea dovute al maltempo. Una portavoce di Eurostar ha precisato dalla Gran Bretagna che tutti sono sani e salvi e che non c'è alcun ferito. I passeggeri sono stati trasferiti a bordo di navette per evacuare i treni, alcuni rimasti senza luce, né riscaldamento. Il guasto sarebbe stato causato dalla grande escursione termica fra l'aria gelida dell'esterno e il calore del tunnel. Il traffico ferroviario è sospeso e sono migliaia i passeggeri in attesa di partire. Chiuso per maltempo anche il porto di Dover.

    Nigeria
    I ribelli del Mend (il movimento per l’emancipazione del delta del Niger) tornano a colpire in Nigeria le compagnie petrolifere, mettendo fuori uso un oleodotto utilizzato dalla Shell e dalla Chevron. Per i ribelli del delta del Niger, si è trattato di un “attacco di avvertimento” compiuto da 35 uomini a bordo di cinque imbarcazioni “armati di mitragliatrici e lanciarazzi”. Due mesi fa, i miliziani del Mend avevano annunciato una tregua unilaterale negli attacchi contro le installazioni petrolifere.

    Libano - naufragio
    Undici corpi sono stati recuperati, ieri, a largo delle coste libanesi dopo il naufragio del "Danny F II", la nave mercantile affondata a causa di una forte tempesta. A bordo del cargo panamense c’erano 82 persone: finora, ne sono state soccorse 39, mentre 32 risultano ancora disperse. Alle ricerche partecipano unità della flotta Onu dell'Unifil, due navi britanniche, tre navi da trasporto libanesi e diversi elicotteri. Le condizioni di lavoro per i soccorritori restano durissime a causa del maltempo. La Danny F II era partita dal porto di Montevideo, in Uruguay, con un carico di 10.224 ovini e 17.932 bovini ed era diretta al porto siriano di Tortosa, 40 km a nord di Tripoli.

    Libano - Siria
    Il primo ministro libanese, Saad Hariri, si reca oggi in visita ufficiale in Siria. La prima del premier dall’inizio del suo mandato. In agenda, l’incontro con il presidente siriano, Bashar al-Assad. Fonti libanesi descrivono l’appuntamento come una “visita di riconciliazione” utile a migliorare le relazioni tra i due Paesi mediorientali che, solo nei mesi scorsi, hanno stabilito relazioni diplomatiche. Hariri si sarebbe dovuto recare in Siria già la scorsa settimana, ma la visita era stata posticipata dopo che una Corte siriana aveva convocato 25 cittadini libanesi, inclusi il capo della polizia e membri dello staff dello stesso Hariri, per rispondere dell'inchiesta sulla morte dell'ex primo ministro, Rafik Hariri.

    Russia - Usa, trattato Start
    Rimangono da chiarire solo alcuni "dettagli tecnici" per arrivare al nuovo trattato Start tra Stati Uniti e Russia per la riduzione degli arsenali nucleari. E' quanto ha dichiarato il presidente russo, Dimitri Medvedev, al termine di un incontro con il presidente Usa, Barack Obama, a margine del summit di Copenaghen sul clima. Il capo della Casa Bianca ha confermato che Mosca e Washington sono "molto vicini" a un accordo. Tuttavia, fonti russe e americane concordano sul fatto che l'intesa non arriverà entro l'anno. Il trattato Start 1, firmato nel 1991, è scaduto lo scorso 5 dicembre.

    Cambogia
    La Cambogia ha deciso di rimandare in Cina venti uighuri fuggiti dopo le violenze interetniche del luglio scorso, che avevano chiesto asilo all'Onu e il riconoscimento dello status come rifugiati politici. I componenti del gruppo originario di 22 profughi uighuri sono detenuti e verranno esplusi nelle prossime ore. L'espulsione è motivata dalla circostanza, ha detto un portavoce del Ministero degli esteri di Phonm Penh, del loro ingresso illegale nel Paese. Gli Stati Uniti e l'Onu hanno chiesto al governo cambogiano di sospendere la deportazione degli uighuri. Kitty McKinsey, portavoce dell' Alto Commissariato per i Rifugiati dell'Onu (Unhcr) di Bangkok, ha affermato che la “valutazione” della richiesta dei fuggitivi è ancora in corso.

    Influenza A - oltre 10.500 decessi nel mondo
    Dallo scoppio dei primi casi in Messico e negli Stati Uniti, tra il marzo e l'aprile 2009, fino allo scorso 13 dicembre, la pandemia di influenza A H1N1 ha causato oltre 10.500 decessi nel mondo. A renderlo noto, ieri a Ginevra, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Rispetto ai casi segnalati la settimana scorsa, l'aumento è di quasi 1.000 decessi. Il continente con il più alto numero di morti resta quello americano (almeno 6.335, secondo l’Oms). In Europa, i decessi segnalati sono invece 1.654. Segue la regione del Pacifico occidentale con 1.020. In totale, sono oltre 208 i Paesi nel mondo che hanno segnalato casi di virus H1N1. (Panoramica internazionale a cura di Roberta Rizzo)
     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 353

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