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Sommario del 07/12/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa: nell'Immacolata contempliamo il riflesso della Bellezza che salva il mondo
  • Udienze e nomine
  • Il Papa incontrerà il cardinale Brady e l'arcivescovo di Dublino: al centro dei colloqui la dolorosa situazione della Chiesa in Irlanda
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Aperto il vertice di Copenaghen sul clima: ottimismo dell'Onu
  • Morales riconfermato presidente della Bolivia
  • Iraq. Mons. Sako: la nuova legge elettorale, segno di democrazia
  • L'arcivescovo di Perugia: ogni cristiano sia profeta dell'Avvento
  • Pellegrinaggio notturno al Divino Amore per la solennità dell'Immacolata
  • Chiesa e Società

  • Il 75% delle persecuzioni nel mondo riguardano fedeli cristiani
  • Adottato il piano di azione di Cartagena per liberare il mondo dalle mine
  • Congo: ucciso un sacerdote a Kabare
  • Africa: le Chiese dei Grandi laghi chiedono più sforzi per la pace
  • Kenya: rapporto della Commissione per i Diritti umani sulla lotta all’Aids
  • Sri Lanka: l’arcivescovo di Colombo promuove una raccolta per i bambini vittime della guerra
  • Iraq: mons. Sleiman fa il punto sulla difficile situazione nel Paese
  • Il presidente di Caritas Internationalis lancia un appello per i bambini malati di Aids
  • Filippine: contro l’Aids non rapporti "sicuri" ma "responsabili"
  • Colombia: al via oggi la campagna nazionale “No alle armi, sì alla vita”
  • Argentina: preghiera nazionale per i politici e per un Paese equo
  • Arcivescovo di Canterbury preoccupato per la nomina a vescovo di una donna omosessuale
  • Per il cardinale Scherer gli anglicani nella Chiesa cattolica non intaccano l’ecumenismo
  • La Custodia di Terra Santa: mai chiesti lavori israeliani al Santo Sepolcro
  • Cina: oltre 3.000 fedeli per l'ordinazione di tre nuovi sacerdoti
  • Una nuova chiesa nel Guang Dong dedicata all’Immacolata
  • Il cardinale Tettamanzi: sereno di fronte agli attacchi di esponenti della Lega
  • Stefano De Martis direttore di Tv2000 e Radio Inblu
  • Spagna: a Valencia mostra di oltre mille presepi realizzati con i rifiuti
  • Editoria religiosa in Italia: dal 2000 a oggi il settore è cresciuto di oltre il 13%
  • 24 Ore nel Mondo

  • Iran. Nuove proteste dell'opposizione: scontri a Teheran
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa: nell'Immacolata contempliamo il riflesso della Bellezza che salva il mondo

    ◊   Domani, 8 dicembre, Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, il Papa presiederà l’Angelus alle 12.00 in Piazza San Pietro. Nel pomeriggio, alle 16.00, si recherà in Piazza di Spagna per il tradizionale Atto di venerazione all’Immacolata. “In Maria Immacolata – ha sottolineato Benedetto XVI – noi contempliamo il riflesso della Bellezza che salva il mondo: la bellezza di Dio che risplende sul volto di Cristo”. Il servizio di Sergio Centofanti.

    (Canto all’Immacolata)

     
    Maria – ricorda il Papa - è una “Madre che ha condiviso le quotidiane fatiche di ogni donna e mamma di famiglia”, ma è una madre del tutto singolare, prescelta da Dio per generare il suo Figlio unigenito: per questo è stata “preservata da ogni macchia di peccato”:

     
    “Possiamo domandarci: perché, tra tutte le donne, Dio ha scelto proprio Maria di Nazaret? La risposta è nascosta nel mistero insondabile della divina volontà. Tuttavia c’è una ragione che il Vangelo pone in evidenza: la sua umiltà. Lo sottolinea bene Dante Alighieri nell’ultimo Canto del Paradiso: ‘Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, / umile ed alta più che creatura, / termine fisso d’eterno consiglio’ … Sì, Dio è stato attratto dall’umiltà di Maria, che ha trovato grazia ai suoi occhi (cfr Lc 1,30). (Angelus, 8 dicembre 2006)

     
    Il mistero dell’Immacolata Concezione di Maria – spiega il Papa - ci ricorda due verità fondamentali della nostra fede: il peccato originale e la vittoria su di esso della grazia di Cristo. “L’esistenza di quello che la Chiesa chiama ‘peccato originale’ – rileva - è purtroppo di un’evidenza schiacciante, se solo guardiamo intorno a noi e prima di tutto dentro di noi. L’esperienza del male è infatti così consistente, da imporsi da sé e da suscitare in noi la domanda: …se Dio, che è Bontà assoluta, ha creato tutto, da dove viene il male?”:

     
    “Dio ha creato tutto per l’esistenza, in particolare ha creato l’essere umano a propria immagine; non ha creato la morte, ma questa è entrata nel mondo per invidia del diavolo (cfr Sap 1,13-14; 2,23-24) il quale, ribellatosi a Dio, ha attirato nell’inganno anche gli uomini, inducendoli alla ribellione. E’ il dramma della libertà, che Dio accetta fino in fondo per amore, promettendo però che ci sarà un figlio di donna che schiaccerà la testa all’antico serpente (Gn 3,15)”. (Angelus, 8 dicembre 2008)

     
    Maria è la donna che ha detto “sì” al bene e “no” al male. Di qui la preghiera del Papa all’Immacolata:

     
    “Dacci il coraggio di dire ‘no’ agli inganni del potere, del denaro, del piacere; ai guadagni disonesti, alla corruzione e all’ipocrisia, all’egoismo e alla violenza. ‘No’ al Maligno, principe ingannatore di questo mondo. ‘Sì’ a Cristo, che distrugge la potenza del male con l’onnipotenza dell’amore. Noi sappiamo che solo cuori convertiti all’Amore, che è Dio, possono costruire un futuro migliore per tutti”. (Piazza di Spagna, 8 dicembre 2006)

     
    Eppure il peccato, la trasgressione, il male, sembrano attirare di più del bene. Anzi – nota il Papa – una persona che non pecca può apparire addirittura noiosa. Così, dopo la preghiera all’Immacolata, Benedetto XVI lancia un accorato appello all’uomo perché, come ha fatto Maria di Nazareth, si abbandoni al Dio dell’amore:
     
    "Abbi il coraggio di osare con Dio! Provaci! Non aver paura di Lui! Abbi il coraggio di rischiare con la fede! Abbi il coraggio di rischiare con la bontà! Abbi il coraggio di rischiare con il cuore puro! Compromettiti con Dio, allora vedrai che proprio con ciò la tua vita diventa ampia ed illuminata, non noiosa, ma piena di infinite sorprese, perché la bontà infinita di Dio non si esaurisce mai!". (Omelia, 8 dicembre 2005)

     
    (Tota Pulchra)

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    Udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto oggi il cardinale Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia.

    Il Santo Padre ha nominato vescovo coadiutore di San Luis (Argentina) il rev. Pedro Daniel Martínez, rettore del Seminario Maggiore di San Rafael. Il rev. Pedro Daniel Martínez è nato il 5 marzo 1956 in Mendoza. E’ stato ordinato sacerdote per l’arcidiocesi di Mendoza il 17 dicembre 1981.
     
    Il Santo Padre ha nominato vescovo ausiliare di Chur (Svizzera) Dom Marian Eleganti, benedettino, abate del Monastero di Sankt Otmarsberg a Uznach (diocesi di Sankt Gallen), assegnandogli la sede titolare vescovile di Lamdia. Dom Marian Eleganti è nato a Uznach (diocesi di Sankt Gallen) il 7 aprile 1955. Nel 1990 è entrato nell’Abbazia Benedettina di Sankt Otmarsberg a Uznach. Il 2 ottobre 1994 ha emesso la professione perpetua. Il 23 giugno 1995 è stato ordinato sacerdote. Il 15 luglio 1999 è stato eletto abate di Sankt Otmarsberg e il 29 agosto successivo ha ricevuto la Benedizione abbaziale.
     
    Il Santo Padre ha nominato ausiliari dell’arcidiocesi di Utrecht (Paesi Bassi): mons. Theodorus Cornelis Maria Hoogenboom, del clero della medesima arcidiocesi, vicario generale, vicario giudiziale e prevosto del Capitolo Metropolitano di Utrecht, assegnandogli la sede titolare vescovile di Bistue; e il rev. Herman Willebrordus Woorts, del clero della medesima arcidiocesi, vicario episcopale per la regione di Utrecht e per la liturgia, nonché canonico del Capitolo Metropolitano di Utrecht, assegnandogli la sede titolare vescovile di Giufi Salaria. Mons. Theodorus Cornelis Maria Hoogenboom è nato a Oudewater (diocesi di Rotterdam) il 27 agosto 1960. È stato ordinato sacerdote il 25 settembre 1999 per l’arcidiocesi di Utrecht. Il rev. Herman Willebrordus Woorts è nato il 12 novembre 1963 a Abcoude (arcidiocesi di Utrecht). È stato ordinato sacerdote il 22 febbraio 1992 per l’arcidiocesi di Utrecht.

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    Il Papa incontrerà il cardinale Brady e l'arcivescovo di Dublino: al centro dei colloqui la dolorosa situazione della Chiesa in Irlanda

    ◊   Rispondendo alle domande di alcuni giornalisti il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi ha confermato che il Papa ha invitato il cardinale Sean Brady, presidente della Conferenza episcopale irlandese, e l’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin, per un incontro a Roma, il prossimo venerdì 11 dicembre, a scopo di informazione e valutazione sulla dolorosa situazione della Chiesa in Irlanda a seguito della recente pubblicazione del “Murphy Commission Report” riguardo la questione degli abusi sessuali da parte del clero dell’arcidiocesi di Dublino. All’incontro parteciperanno anche i responsabili dei dicasteri della Curia Romana competenti per l’argomento e il nunzio in Irlanda.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il racconto di una storia vera: all'Angelus Benedetto XVI sottolinea che il Vangelo non è una leggenda.

    Aggiustamento mercantile o accordo mondiale? In prima pagina, Franco Prodi sulla Conferenza di Copenaghen dedicata all'ambiente.

    Miniature, vetrate e avori per parlare agli occhi degli uomini: in cultura, Timothy Verdon sulla centralità dell'arte nella vita della Chiesa.

    Un articolo di Inos Biffi dal titolo "Quando la riflessione diventa preghiera": nell'orazione Sant'Ambrogio sintetizza diversi aspetti di una personalità particolarmente ricca.

    La "Caritas in veritate" il più bel libro dell'anno: il direttore in merito alla tradizionale classifica stilata, in questa stagione, da "Il Sole 24 Ore" e alla lista delle "persone più potenti del mondo" - Benedetto XVI è undicesimo - redatta tre settimane fa dalla rivista statunitense di economia e finanza "Forbes".

    Alberto Carpi, cronista del dolore: Arturo Colombo ricorda l'autore del "Diario di Gusen".

    Lo scrittore che mal sopportava il Novecento: Cesare De Michelis su Goffredo Parise nell'ottantesimo della nascita.

    Vita quotidiana al tempo di Luigi Gonzaga: Giulio Busi ripercorre la storia dell'archivio del Palazzo Bondoni Pastorio, una finestra sul dibattito culturale nel Cinquecento.

    Anna Foa recensisce "Memorie di una lettrice notturna" di Elisabetta Rasy.

    Nell'informazione vaticana, appello della Santa Sede contro le mine antipersona, in un messaggio del Papa a firma del cardinale segretario di Stato.

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    Oggi in Primo Piano



    Aperto il vertice di Copenaghen sul clima: ottimismo dell'Onu

    ◊   Al via a Copenaghen il vertice Onu sul clima. Migliaia le personalità presenti in rappresentanza di 192 Paesi, alla ricerca di un accordo per contrastare l’emissione di gas serra in sostituzione dei parametri fissati dal Protocollo di Kyoto che scade l’anno prossimo. La città è blindata per le numerose manifestazioni delle organizzazioni ambientaliste. Ottimismo sull’esito del vertice è stato espresso dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, anche se non è scontato un accordo vincolante per tutti. Il servizio è di Salvatore Sabatino:

    Un filmato sulle popolazioni del mondo che pagano le conseguenze dei cambiamenti climatici. Così ha avuto inizio il vertice Onu sul clima, che preferisce lasciare spazio alle immagini, più emblematiche di qualsiasi discorso ufficiale. In una Copenaghen blindatissima le delegazioni di 192 Paesi hanno dato il via al summit dei record. 15.000 rappresentanti, 5.000 giornalisti, oltre 100 capi di Stato e di governo che da oggi al 18 dicembre cercheranno di disegnare il profilo di un mondo che necessita di un cambiamento. Da una parte ridurre le emissioni di Co2, dall’altra la corsa contro il tempo per frenare l’innalzamento delle temperature, limitando i danni dei grandi sconvolgimenti climatici: scioglimento di ghiacciai, innalzamento dei mari, desertificazione di zone fertili, alluvioni e uragani. E le istanze sono molteplici: da una parte i Paesi industrializzati, che si impongono dei limiti di emissione, dall’altra quelli in via di sviluppo, che chiedono aiuti per poter convertire la propria industria e rispettare così la natura. Di qui la necessità di implementare la politica globale degli aiuti: secondo Yvo de Boer, segretario esecutivo della convenzione dell'Onu sui cambiamenti climatici, serviranno una decina di miliardi di dollari ogni anno per i prossimi tre anni, per rispondere ai bisogni più urgenti dei Paesi più vulnerabili. E chiede di fare in fretta, almeno sul raggiungimento degli accordi, lo stesso segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, secondo il quale occorre “non perdere tempo, perché - ha detto - tutti i governi del mondo sono d'accordo sul fatto che la temperatura media del pianeta non deve aumentare di oltre due gradi”. E a Copenaghen grande eco hanno avuto le parole di Benedetto XVI, che ieri, durante l’Angelus, in Piazza San Pietro, si è rivolto alla comunità internazionale, affinché affronti concretamente il fenomeno del riscaldamento globale. Ecco le parole del Papa:

     
    “La salvaguardia del Creato postula l’adozione di stili di vita sobri e responsabili, soprattutto verso i poveri e le generazioni future. In questa prospettiva, per garantire pieno successo alla conferenza, invito tutte le persone di buona volontà a rispettare le leggi poste da Dio nella natura e a riscoprire la dimensione morale della vita umana”.

     
    Ma diamo la parola, ora, ad uno dei più importanti climatologi italiani, il prof. Giampiero Maracchi, del Consiglio Nazionale delle Ricerche. A lui abbiamo chiesto qual è lo stato di salute del nostro pianeta:

     
    R. - Se guardiamo ai dati è abbastanza cattivo, ma questo non è soltanto oggi, nel 2009, ma a cominciare dalla fine degli anni Ottanta. Il clima è forse uno degli effetti più evidenti ma sono tanti gli elementi che non tornano più e c’è un dato specifico che si riferisce alla sostenibilità del pianeta, anche in termini di risorse naturali, e questa sostenibilità l’abbiamo già oltrepassata negli anni Novanta.

     
    D. – A Copenaghen si cercherà di produrre un documento che possa sostituire il Protocollo di Kyoto, che porti ad una riduzione sostanziale di emissioni di anidride carbonica. Qual è il limite giusto da fissare?

     
    R. – Il limite continua ad essere quello che era stato identificato inizialmente dal Protocollo di Kyoto: non si tratta di identificare soltanto i limiti ma si tratta di capire come si fa ad arrivare a mantenere questi limiti.

     
    D. – Molti suoi colleghi parlano di strada senza ritorno, di catastrofe annunciata, di impossibilità di agire. Ma è ancora possibile, secondo lei, salvare il mondo con un comportamento responsabile?

     
    R. – A mio avviso assolutamente sì. Io ho abbastanza fiducia anche nella ragione umana. Anche i grandi Paesi che sono da poco alla ribalta dello sviluppo – come la Cina e l’India – iniziano a rendersi conto dei difetti di un certo modello e quindi – come ha detto anche il Papa ieri – si tratta semplicemente di attuare con buona volontà una modifica di questo modello.

     
    D. – Qual è il risultato concreto che ci possiamo aspettare da questo summit?

     
    R. – Degli impegni possibilmente temporalmente ben definiti e non un rinvio al 2030 o al 2050 perché sono tempi troppo lontani.

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    Morales riconfermato presidente della Bolivia

    ◊   Con oltre il 60 % dei consensi, la Bolivia ha riconfermato Evo Morales alla presidenza del Paese. Alle elezioni generali di ieri netta affermazione anche del Movimento per il socialismo, di cui Morales è leader. Queste consultazioni rappresentano, dunque, un importante lasciapassare per il capo dello Stato e per il suo programma di radicali riforme. Su questo risultato Giancarlo La Vella ha intervistato Luis Badilla, esperto di America Latina:

    R. – Si tratta naturalmente di una vittoria rilevante, significativa: Morales ha ricevuto più voti di quanti ne avesse avuti nella sua prima elezione. La rilevanza del successo di Morales in questa circostanza è che ha avuto anche il sostegno di un settore importante della classe media. La sua votazione in questa tornata elettorale non è più una votazione sostanzialmente etnica, perché ha fatto un buon governo. Il presidente nell’ultimo anno è riuscito a fare due cose: innanzitutto, a far crescere il pil procapite e, in secondo luogo, a ridistribuire ricchezza in favore dei settori più poveri, toccando anche quei ceti medi che erano al confine fra la povertà ed il ceto medio.

     
    D. – Un tuo giudizio su Evo Morales, invece, per quanto riguarda i rapporti internazionali...

     
    R. – Anche qui c’è stato un cambiamento negli ultimi sei mesi da parte di Morales: c’è stato un allontanamento rispetto al presidente Chavez. Non credo che corrisponda ad un allontanamento ideologico o politico; però, strategicamente, nel periodo finale della campagna, si è un po’ distaccato da una sorta di figura protettrice del presidente Chavez. Adesso vedremo se era solo una tattica o se lui ha capito che in qualche modo gli provocava un danno politico. Con gli Stati Uniti i rapporti sono freddi, ma con una tendenza al miglioramento, soprattutto per l’atteggiamento che ha Obama nei confronti della Bolivia. La Casa Bianca è più disponibile a capire e a negoziare in un clima sereno con La Paz.

     
    D. – La posizione della Chiesa locale nei confronti di questo presidente?

     
    R. – La Chiesa ha continuato a ribadire, a ripetere quello che ha detto da sempre, da quando è stato eletto la prima volta alla presidenza. Anche in queste circostanze ha fatto una dichiarazione prima delle elezioni, richiamando alla serenità, alla trasparenza, invitando a votare, ritenendo che votare era importante, e appellandosi al senso comune sia dei governanti sia del popolo boliviano. La Chiesa boliviana non si è mai opposta alle riforme volute dal presidente, se sono giuste e legittime. Ha sempre tentato, ogni qual volta è stato possibile, di evitare che il Paese potesse diventare politicamente unipartitico, monolitico e soprattutto che venissero messe a repentaglio le caratteristiche proprie dell’identità nazionale boliviana. I boliviani sono un popolo cattolico, che si fida della Chiesa, e per il quale la Chiesa boliviana fa moltissimo.

     
    D. – C’è qualche fascia della popolazione boliviana scontenta della politica di Morales?

     
    R. – Certo, almeno un terzo dell’elettorato della popolazione boliviana è rappresentata da due candidati che hanno perso in queste elezioni, radicalmente contrarie al presidente e alla sua politica. Ma è un’opposizione debole, perché divisa, perché non è riuscita a costruire un’alternativa politica e programmatica. Il rischio per Evo Morales in questo momento non viene tanto da questa opposizione politica, ma dall’interno del suo partito, dal Movimento verso il socialismo, il Mas, perché quel movimento è diviso in due gruppi: da una parte quello più radicale, a cui si appoggia abitualmente il presidente Morales e, dall’altra, uno meno radicale, più per il dialogo, più moderato, che in questa elezione ha avuto un’importante affermazione elettorale all’interno del partito del presidente.

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    Iraq. Mons. Sako: la nuova legge elettorale, segno di democrazia

    ◊   In Iraq l’esplosione di una bomba nei pressi di una scuola nel quartiere sciita di Sadr City, a Baghdad, ha provocato la morte di almeno 7 persone. Sul versante politico, intanto, la televisione di Stato ha reso noto che le elezioni generali si potranno tenere il prossimo 27 febbraio. A spianare la strada verso la consultazione è la nuova legge elettorale approvata ieri sera. Sulla legge, che prevede una maggiore rappresentanza delle minoranze, si sofferma al microfono di Amedeo Lomonaco, l’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako:

    R. – Io penso che sia un segno positivo, un segno anche della democrazia. Riguardo ai cristiani, il numero di cinque parlamentari previsti è assai buono ma dipenderà dalle persone che saranno presentate come candidati, dalla loro competenza e dalla loro indipendenza. Dovranno cercare di tutelare gli interessi dei cristiani e non essere legati ai partiti maggiori.

     
    D. – E’ possibile che questa rappresentanza possa finalmente portare a risultati concreti per tutelare i cristiani che vivono in Iraq tra mille sofferenze?

     
    R. – Possono fare tanto! L’impatto non dipende dal numero delle persone: se sono ben preparate ed hanno una buona competenza, possono fare molto!

     
    D. – Ci sono in Iraq politici in grado di rispondere alle esigenze di tutti gli iracheni e anche dei cristiani? Ci sono bravi politici cristiani?

     
    R. – Purtroppo – e questo vale non solo per i cristiani – c’è un vuoto perché una parte dell’intellighenzia irachena ha lasciato il Paese. Tra coloro che sono rimasti, c’è una lotta per vincere le elezioni. Lo scopo non è sempre il bene degli iracheni, ma il posto da raggiungere e questa è una cosa negativa. Parlo ad esempio di Kirkuk: quando ci segnalano una persona che potrebbe essere competente, da presentare alle elezioni, questa persona ha paura per quanto riguarda la sicurezza. Altri, meno competenti, meno capaci, però, si presentano … E non è questo ciò di cui abbiamo bisogno!

     
    D. – Come si sta preparando il Paese in vista di queste elezioni, previste nel 2010?

     
    R. – Penso che noi tutti, in quanto iracheni, siamo coscienti della situazione precaria nella quale viviamo. Abbiamo una grande speranza che questo periodo sia soltanto di transizione: il futuro dipenderà dal governo iracheno, da quanto sia consapevole della propria missione e da quanto sarà indipendente dagli altri.

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    L'arcivescovo di Perugia: ogni cristiano sia profeta dell'Avvento

    ◊   C’è un tempo propizio per far spazio a Cristo, l’unico che può veramente guarire le nostre debolezze e consolarci con la Sua presenza. E’ l’Avvento, il tempo che ci prepara al Natale, alla venuta del Signore. Ogni cristiano è chiamato a cercare e a trovare Dio, ad essere profeta dell’Avvento. E’ quanto sottolinea, al microfono di Federico Piana, l'arcivescovo di Perugia , mons. Gualtiero Bassetti:

    R. – E’ importante proprio saper attendere il Signore perché oggi siamo a corto di speranza. E’ da poco iniziato un nuovo millennio e tutto sommato la gente si sente più figlia del crepuscolo che non profeta dell’Avvento. Oggi il cristiano non può essere un figlio del crepuscolo, deve essere davvero un profeta dell’Avvento. E quindi per vivere con intensità questo periodo, bisogna rientrare in noi stessi per ritrovare nella profondità il Signore. La nostra vita è continuamente circondata dal rumore, perciò è particolarmente necessario il silenzio. Soltanto con il silenzio è possibile arrivare al cuore e all’anima.

     
    D. – Come si può ottenere questo silenzio dell’anima per prepararsi alla venuta del Signore?

     
    R. – C’è anche un’ascesi da fare. Bisogna anche staccare, in certi momenti, i mezzi della comunicazione per rientrare in noi stessi. Ma c’è anche un aspetto fecondo e positivo del silenzio. Sant’Agostino diceva: “Si cerca Dio per trovarlo più dolcemente e si trova per cercarlo ancora di più avidamente”. Proprio in questi giorni io dicevo ai miei giovani: “Pensate a Dio: è di questo che abbiamo bisogno, pensare a Dio”. Pensare a Lui anche nel traffico caotico, durante il lavoro, in casa. Se ci proviamo a farlo, se provate a farlo, vedrete quanta serenità vi dà.

     
    D. – Può essere utile, in questo particolare momento, la preghiera ma anche la penitenza?

     
    R. – Sì. Anche se direi che il tempo penitenziale più proprio della purificazione è la Quaresima. Ma certamente se il Signore viene noi dobbiamo andargli incontro, anche purificando il nostro cuore, altrimenti è impossibile che possa avvenire l’incontro. Andategli incontro con fede, come la Vergine Maria, andategli incontro con gioia, con onestà, con rettitudine. Quindi bisogna anche recuperare questa rettitudine dei nostri pensieri, del nostro modo di agire, nel rapporto con gli altri. Ecco, soprattutto andare incontro al Signore con gioia, ma la purificazione del cuore, anche l’ascesi, non costa quando c’è la ricerca e il desiderio appassionato di Lui. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Pellegrinaggio notturno al Divino Amore per la solennità dell'Immacolata

    ◊   “Per uscire dal tunnel della violenza”: è il tema e la preghiera che questa sera sarà affidata all’intercessione della Madonna del Divino Amore in occasione del tradizionale pellegrinaggio romano che partirà, alle 24, da piazza di Porta Capena. La preghiera apre le solenni celebrazioni per l’Immacolata. Massimiliano Menichetti ha parlato del tema di questa giornata con don Pasquale Silla, rettore del Santuario.

    R. – Perché in questo periodo la violenza, anziché spegnersi, sembra che minacci sempre di più un po’ tutta la società. La violenza intesa in tutti i sensi, non soltanto a livello eclatante delle devastazioni, ma anche a livello personale, familiare. Sentiamo che c’è tanta violenza. Allora vorremmo indicare con il segno del pellegrinaggio una via d’uscita, che è quel camminare insieme, volersi bene, anche in mezzo al buio, con la certezza però di andare verso il giorno, verso la soluzione del problema, con l’aiuto, la protezione della Madonna.

     
    D. – E quale è il significato profondo del pellegrinaggio?

     
    R. – Il pellegrinaggio è molto difficile, perché non è quello geografico da Roma al santuario - ovviamente anche questo ha un grande valore – ma è quello di pellegrinare dall’io a Dio, dall’egoismo all’altruismo.

     
    D. – Un cammino che durerà circa 5 ore, dalla notte al giorno. Questo forte simbolismo...

     
    R. – E’ fortissimo. I simboli sono meravigliosi. Innanzitutto il luogo dove partiamo rappresenta la Roma storica e quella moderna: la Fao è la Roma moderna e il Circo Massimo, l’Aventino e così via quella storica. Da lì si parte per portare anche la missione della nostra città; poi imbocchiamo via Appia Antica, dove sono passati i primi martiri cristiani - San Pietro, San Paolo - e sono quindi ricordi esaltanti per la nostra fede; e quindi le Fosse Ardeatine, simbolo della grande violenza dell’ultima guerra. Il silenzio della campagna romana è un segno fortissimo che ci fa capire come dobbiamo imparare ad affrontare le cose. Oggi non si ascolta più. E lì nella notte si può ascoltare la voce di Dio, la voce dei nostri morti, la voce della coscienza, la voce dei nostri cari. Insomma, ci sono tante voci che non trovano mai la porta per entrare nel nostro cuore. Poi c’è un ospedale lungo la strada, che ci invita a pensare a chi sta male. E’ bellissimo quando si arriva in vista del santuario, perché quando si arriva è ancora notte. In certi periodi durante i pellegrinaggi la notte viene dissolta dalla luce del giorno, durante la Messa, ed è proprio l’Eucaristia che trasforma la notte in giorno, perché è la forza di Cristo presente, ovviamente, che cambia la realtà della nostra vita. La sua forza redentrice può cambiare tutto. Quindi, anche la notte può diventare giorno per chi crede.

     
    D. – Questo pellegrinaggio si tiene sin dal 1740. Che cosa dice oggi questo cammino orante?

     
    R. – E’ un segno di grande speranza: è uscire da questo nostro cuore aggrovigliato da tante contraddizioni per andare verso quelle linee evangeliche che sono liberanti e danno veramente il senso dell’esistenza, secondo il progetto di Dio.

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    Chiesa e Società



    Il 75% delle persecuzioni nel mondo riguardano fedeli cristiani

    ◊   Come sempre alla fine dell’anno, l’Opera di diritto pontificio “Aiuto alla Chiesa che soffre” (Acs), ricorda le situazioni difficili in cui vivono i cristiani in molti paesi del mondo. Anche oggi un gran numero di cristiani sono limitati nel praticare liberamente la loro religione. Berthold Pelster, membro dell’equipe dei curatori del Rapporto sulla libertà religiosa che Acs pubblica ogni anno, in un'intervista inviata all’agenzia Fides dall’ufficio tedesco di “Aiuto alla Chiesa che soffre” traccia un bilancio della situazione. “Circa due miliardi di fedeli in tutto il mondo sono cristiani e il loro numero cresce soprattutto nei paesi del Terzo Mondo. Questo crea spesso una situazione di concorrenza in cui altri gruppi religiosi o anche politici cercano di limitare questa crescita”, dice Pelster in riferimento al fatto che il 75-85% delle persecuzioni religiose in tutto il mondo riguardano cristiani. L’esperto di Acs ricorda che oggi “diminuiscono le misure oppressive contro i cristiani basate su ideologie ateiste” come il comunismo che si opponeva a tutte le religioni, mentre ci sono “nuove ideologie che dicono ‘si’ alla religione, ma soltanto ad un’unica religione” e ricorda in questo contesto, fra l’altro, i paesi musulmani e l’India, dove in alcuni stati gruppi radicali induisti sono riusciti a far promulgare delle leggi “anticonversione”. Nel panorama sulla situazione mondiale Berthold Pelster ricorda la situazione in Iraq, la cui chiesa a suo parere è definita una “Chiesa di martiri” e dove “il futuro del cristianesimo è minacciato in maniere massiccia”. Inoltre sottolinea che molti episodi di violenza contro i cristiani nell’anno che si chiude sono stati registrati in Pakistan, Egitto e Nigeria. “In maniera meno violenta desta preoccupazione anche la situazione in America Latina, dove governi neosocialisti agiscono soprattutto contro la Chiesa cattolica”, sottolinea Pelster, ricordando che “questi comunque sono soltanto alcuni punti cruciali fra i tanti”. A conclusione dell’intervista, Pelster avverte: “in ogni caso bisogna tenere d’occhio tutti questi sviluppi sociali poiché le limitazioni della libertà religiosa spesso sono solo il primo segno di grandi problemi sociali”. (R.P.)

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    Adottato il piano di azione di Cartagena per liberare il mondo dalle mine

    ◊   Rwanda, Zambia, Albania e Grecia sono stati dichiarati Paesi liberi da mine. Con questo annuncio si è chiusa a Cartagena, in Colombia, la II Conferenza di revisione del Trattato di Ottawa per ma messa al bando di mine anti-uomo. Durante l’incontro, conclusosi venerdì scorso, è stata anche approvata, da parte di 120 governi, l’adozione del piano di azione di Cartagena. Tale piano – ricorda l’agenzia missionaria Misna – fissa gli obiettivi da conseguire nei prossimi 5 anni per un mondo finalmente libero da mine e da altri ordigni. E’ stata inoltre assicurata maggiore attenzione al recupero delle vittime delle mine. Il loro destino è infatti spesso legato alla reale capacità del Paese in cui vivono di far fronte a bisogni ed esigenze particolari. “L’assistenza a chi è sopravvissuto all’esplosione di una mina - ha spiegato Sylvie Brigot, direttrice della Campagna internazionale contro le mine (Icbl) – è l’ambito nel quale si sono registrati i progressi meno evidenti”. In futuro – ha aggiunto la direttrice di Icbl - sarà “l’alleanza tra governi e società civile a determinare il successo del Trattato”. Hanno finora aderito al Trattato di Ottawa 156 Paesi. Non hanno ancora firmato, tra gli altri, Stati Uniti, Cina, India, Russia e Pakistan. (A.L.)

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    Congo: ucciso un sacerdote a Kabare

    ◊   Padre Daniel Cizimya, sacerdote congolese, è stato ucciso nella notte tra sabato e domenica da uomini armati introdottisi nel presbiterio della sua parrocchia a Kabare, quindici chilometri da Bukavu, nel distretto nordorientale del Sud-Kivu. Lo ha riferito all’agenzia Misna padre Justin Nkinzi, della locale Commissione diocesana Giustizia e Pace. Padre Cizimya, nato a Kabare 51 anni fa, è stato ucciso da una o due pallottole sparate a distanza riavvicinata; pochi oggetti, senza particolare valore, sono stati portati via dagli assassini, che sono fuggiti. Il clero locale è sotto shock dinanzi all’ennesimo atto di violenza contro esponenti religiosi nella regione, in preda a un ritorno dell’insicurezza denunciato da più parti. “Nonostante le intimidazioni, sappiamo che i nostri villaggi ci appartengono, li dobbiamo proteggere e imparare a viverci. Nonostante tutto, dobbiamo avere coraggio” ha scritto in un messaggio mons. Pierre Bulambo Lunanga, vicario generale di Bukavu, denunciando il dilagare di una “cultura di banalizzazione della vita e d’impunità”. L’uccisione di padre Daniel ha suscitato tensioni a Kabare: in un eccesso di rabbia, ieri una folla di abitanti ha intercettato un veicolo con a bordo tre individui sospettati di essere collegati con la morte del prete; nell’intervento armato delle forze dell’ordine, giunte sul posto per placare i tafferugli, una persona è stata uccisa e diverse altre sono state ferite. (V.V.)

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    Africa: le Chiese dei Grandi laghi chiedono più sforzi per la pace

    ◊   “Chiediamo la fine delle violenze, delle guerre e del saccheggio delle risorse naturali nella regione e dai politici ci aspettiamo una maggiore unità d’azione per rendere effettive pace, riconciliazione e integrazione tra ruandesi, burundesi e congolesi” ha detto l’arcivescovo di Bujumbura, monsignor Cyprien Ntamwana, attuale presidente dell’Associazione delle conferenze episcopali dell’Africa centrale (Aceac), durante la messa conclusiva del giubileo delle chiese dell’Africa centrale celebrata ieri allo Stadio dei Martiri di Kinshasa. Davanti a più di 70.000 fedeli congolesi e altri provenienti dal Burundi e Rwanda, monsignor Ntamwana ha invitato popolazioni e Chiese ad “interiorizzare la ricchezza del messaggio della II Assemblea speciale dei vescovi per l’Africa” che si è svolta ad ottobre in Vaticano, riferisce all'agenzia Misna il giornalista congolese Aimé Dionzo. Durante la celebrazione per il 25° anniversario della nascita dell’Aceac (3 Dicembre 1984) e il cinquantenario delle Conferenze episcopali di Congo, Rwanda e Burundi, l’arcivescovo di Kinshasa, monsignor Laurent Monsengwo Pasinya, ha sottolineato con forza : “Basta con violenze, guerre e stupri nei nostri tre Paesi” dei Grandi Laghi. Il rappresentante di Benedetto XVI, il cardinale Godfief Danneels, arcivescovo di Manilles-Bruxelles, ha presieduto la messa conclusiva e letto il messaggio del Papa; “le Chiese della regione devono rileggere la loro storia comune, dimenticare le pagine più buie e guardare insieme al futuro” ha detto nella sua omelia. (R.P.)

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    Kenya: rapporto della Commissione per i Diritti umani sulla lotta all’Aids

    ◊   Secondo i dati raccolti in un nuovo rapporto dal titolo “Growing Old In Kenya: Making it a positive experience”, promosso dalla Commissione Nazionale per i Diritti Umani del Kenya, per combattere efficacemente l’Aids è fondamentale concentrare l’attenzione e le cure su tre tipi di soggetti: le donne adulte, che sono la causa principale degli orfani per Hiv, le persone contagiate e quelle a rischio di infezione che vivono in casa. Il rapporto, composto da 45 pagine, invita il National Aids Council a sviluppare programmi di conoscenza del virus rivolti alle persone adulte. Nel documento, rende noto l'agenzia Fides, si esorta inoltre il Ministro delle Finanze del Kenya, in collaborazione con il Ministro per le Pari opportunità e per lo Sviluppo sociale, a intervenire con urgenza. Il rapporto raccomanda inoltre di ridurre la povertà tra gli anziani con programmi specifici. Le persone anziane dovrebbero rimanere nella comunità assistite dai loro stessi figli, come previsto dall’African Charter for Human and People Rights. (V.V.)

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    Sri Lanka: l’arcivescovo di Colombo promuove una raccolta per i bambini vittime della guerra

    ◊   La Chiesa di Colombo lancia una speciale colletta di Natale per aiutare i bambini profughi del distretto di Mannar, gli orfani della guerra e i figli dei soldati uccisi durante il conflitto o rimasti disabili. Mons. Malcolm Ranjith, arcivescovo della capitale dello Sri Lanka, ha infatti indirizzato a tutti i fedeli una lettera intitolata “La nostra chiamata ad amare i poveri”. La raccolta di fondi, rende noto l’agenzia AsiaNews, è fissata per domenica 13 dicembre, ma il vescovo invita le parrocchie della diocesi a estendere l’iniziativa a tutta la durata dell’Avvento. A coordinare l’iniziativa è l’ufficio per lo sviluppo umano della Chiesa di Colombo, che invierà le donazioni alla Caritas nazionale, cui è affidata la realizzazione dei progetti che la colletta intende sostenere. Come la costruzione di un centro di accoglienza ad Adampan, nella divisione Manthai West. Con i fondi raccolti il vescovo di Colombo intende inoltre supportare gli studi dei figli dei soldati morti durante il conflitto o rimasti disabili. E parte delle donazioni saranno utilizzate per interventi a favore dei profughi poveri rimasti senza casa. “Il Natale di quest’anno deve essere un momento di forte solidarietà da parte nostra verso tutte le persone che stanno soffrendo”, afferma il vescovo nella lettera. E aggiunge: “Mi rivolgo a tutti i fedeli chiedendo loro di fare un sacrificio per la felicità di questi bambini a Natale”. Da anni la Chiesa dello Sri Lanka è impegnata nell’assistenza alle cosiddette Internally displaced persons (Idp); la stessa raccolta del 13 dicembre rientra nella campagna lanciata per l’Avvento dalla Conferenza episcopale dell’isola. Ma la colletta di Natale vuole essere l’inizio di un rinnovato e costante sostegno ai bisogni dei profughi e delle vittime della guerra. Mons. Ranjith invita i fedeli a contribuire al Fondo diocesano per la carità anche durante tutto l’anno a venire così da realizzare “un sempre più vigoroso programma di assistenza”. (V.V.)

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    Iraq: mons. Sleiman fa il punto sulla difficile situazione nel Paese

    ◊   “La popolazione riesce a vivere grazie agli aiuti alimentari, altrimenti morirebbe di fame. C’è una grave emergenza lavoro, mancanza di infrastrutture, molti lavori di ricostruzione sono stati avviati e poi lasciati, le strade piene di buche. L’elettricità erogata a singhiozzo”. A fare il punto al Sir sulla situazione irachena, a poche ore dall’approvazione della nuova legge elettorale, è l’arcivescovo latino di Baghdad, mons. Jean B. Sleiman. Nel nuovo parlamento ci saranno 325 seggi, di cui 15 per le minoranze. L’accordo sulla maggiore rappresentanza delle componenti curde, cristiane e sunnite ha evitato l’apertura di una crisi politica e dato il via libera alle seconde elezioni dalla caduta di Saddam Hussein anche se la data non è stata ancora fissata. “La grande speranza dell’Iraq sono i giovani, la grande natalità e la sete di imparare, di conoscere, di rinascere, di uscire fuori da questa situazione. Sono esausti e delusi da quanto è successo. Le ultime elezioni hanno fatto emergere una voglia di cittadinanza, di razionalità non di integralismo e fondamentalismo. Questo potrebbe avere un peso sul prossimo voto, che a detta di molti analisti, dovrebbe favorire i moderati. Sarà un voto a scarso peso religioso, forse più laico con una scelta scevra da pressioni religiose”. (V.V.)

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    Il presidente di Caritas Internationalis lancia un appello per i bambini malati di Aids

    ◊   È assolutamente necessario assistere i 2.1 milioni di bambini malati di Aids nei Paesi poveri. È l’appello rivolto alla comunità internazionale dal cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, in Honduras, e presidente della Caritas Internationalis, che raggruppa 162 agenzie cattoliche caritative del mondo. In occasione della Giornata Mondiale per l’Aids appena celebrata, il cardinale ha sottolineato che nessun genitore dovrebbe assistere impotente alla morte dei propri bambini e nessun bambino dovrebbe soffrire perché nato in un Paese con un alto tasso di Aids ed un sistema sanitario precario. La Caritas ha lanciato la campagna “Haart for Children” (Highly Active Anti-Retroviral Therapy), per rispondere in maniera aggressiva al virus. Il progetto, iniziato nel 2009, sta spingendo i governi, le industrie farmaceutiche e la comunità intera a garantire ai bambini l’accesso immediato ai test e al trattamento dell’Hiv e della tubercolosi. Oggi, si legge in una nota dell’agenzia Fides, in tutto il mondo ci sono due milioni di bambini sieropositivi con meno di 15 anni. Circa 15 milioni di bambini sotto i 18 anni hanno perso almeno uno o entrambi i genitori a causa di una malattia correlata con l’ Aids. La Caritas è impegnata in tutto il mondo a favore delle famiglie devastate dall’Hiv, e gestisce programmi per sieropositivi in oltre un centinaio di Paesi. (V.V.)

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    Filippine: contro l’Aids non rapporti "sicuri" ma "responsabili"

    ◊   “Potresti essere affetto da Aids… proteggi te stesso”. È questo lo slogan dello Youth Council (Yc),  gruppo di 200 studenti universitari filippini, da tre anni impegnato in una campagna di prevenzione dall’Aids tra i giovani della provincia del Western Samar (Filippine centrali). Attraverso incontri nelle scuole, feste a tema e programmi radio, i ragazzi informano i coetanei sui rischi del sesso libero e dell’utilizzo di contraccettivi, sponsorizzando invece una vita sessuale responsabile e cosciente basata sui valori del cristianesimo.  Guidati nel loro percorso da sociologi e antropologi della Divine World Catholic University of San Carlos, i 200 studenti seguono per mesi lezioni di sviluppo della persona, sessualità giovanile, pedagogia. “La campagna promossa dall’YC offre ai giovani un’alternativa all’utilizzo del preservativo e all’aborto – afferma sr. Maercy Arellano insegnante presso il St. Luke Hospital di Manila – il loro sforzo li aiuta ad essere coscienti dei rischi derivanti dal sesso sicuro, che induce invece ad un comportamento irresponsabile”. “I giovani – continua – devono essere educati a considerare la sessualità come un dono di Dio, finalizzata alla procreazione e allo sviluppo dello spirito all’interno del sacramento del matrimonio”. Nel 2003 il Philippines Population institute ha pubblicato uno studio sul comportamento sessuale dei giovani realizzato su un campione di 20 mila giovani tra i 15 e i 27 anni. Circa il 49% dei maschi intervistati e l’11% delle femmine ha dichiarato di avere avuto rapporti con più partner. Inoltre il 79% ha affermato di non prendere alcun tipo di precauzione.  Nel 2009 sono stati registrati nelle Filippine 629 nuovi casi di Aids. Nonostante la tendenza sia in aumento rispetto al 2008,  il Paese conta uno dei più bassi tassi di contagio dell’Asia. In Thailandia, dove Stato e associazioni internazionali hanno compiuto massicce campagne sull’utilizzo del preservativo, nel 2008 si sono contati 610 mila malati  (1% della popolazione) e 31 mila decessi. Nello stesso anno le Filippine hanno registrato circa 9 mila infettati (0,1% della popolazione) e 308 decessi. (G.C.)

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    Colombia: al via oggi la campagna nazionale “No alle armi, sì alla vita”

    ◊   La Chiesa colombiana ha aderito alla campagna “No alle armi, sì alla vita” che prende il via oggi nel Paese sudamericano e che ha come scopo, secondo gli organizzatori, quello di sensibilizzare la popolazione “sul bisogno e la convenienza di vivere senza strumenti di morte, in armonia e collaborazione”. Oggi, presso il parco Terzo millennio di Bogotà, alla cerimonia di apertura parteciperà in rappresentanza della Conferenza episcopale colombiana mons. Juan Vicente Córdoba Villota, vescovo ausiliare di Bucaramanga e segretario generale dell’episcopato. Il presule, giorni fa, annunciando l’adesione della Chiesa alla campagna e la sua presenza alla cerimonia, ha lanciato un invito a tutte le parrocchie e comunità ecclesiali affinché partecipino alle iniziative in programma. Per i cattolici colombiani, questa campagna - che si concluderà il 31 gennaio 2010 - è un’importante occasione per rinnovare il magistero riguardo alla grande questione della difesa della vita umana, della sua dignità e della sua integrità, dal concepimento fino al suo termine naturale. Ai diversi momenti del programma hanno aderito anche altre istituzioni e organizzazioni come la Polizia nazionale colombiana, il Ministero della Difesa, le Forze armate, tutte le Chiese cristiane presenti nel Paese e numerosi università ma anche migliaia di associazioni della società civile. Una prima espressione di quanto sia sentita questa campagna è la decisione delle autorità della capitale che hanno vietato, per il mese di gennaio, il porto di qualsiasi arma anche per chi possiede un permesso. La Colombia, dal 1990, è considerata fra le nazioni più violente al mondo e tuttora si trova fra i primi posti dei Paesi dove si registrano la maggior quantità di omicidi, anche se va detto che ci sono stati importanti progressi negli ultimi anni. La diminuzione degli omicidi è stata possibile grazie a nuovi strumenti legali che favoriscono una maggiore sicurezza dei cittadini, in particolare nelle metropoli, e soprattutto per le continue campagne contro la violenza. E’ stato riscontrato, nell’ambito di tali iniziative, che il 74% degli omicidi si registravano nelle ore serali e durante la notte e nella quasi totalità erano provocati dall'uso di armi leggere. Una misura in contrasto con questa politica e con questi risultati, che oggi viene molto criticata e che sarà tema di discussioni durante la Campagna, è quella di facilitare la concessione dei permessi per portare un arma. Un punto particolarmente polemico e criticato riguarda alcune disposizioni legali che in sostanza consentono di ereditare sia il permesso per portare l’arma sia l’arma stessa. (A cura di Luis Badilla)

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    Argentina: preghiera nazionale per i politici e per un Paese equo

    ◊   Ieri, in tutte le parrocchie dell’Argentina, accogliendo l’invito dei vescovi e in particolare della Commissione Giustizia e Pace, si è pregato per i politici e per una Nazione “senza poveri né esclusi, senza inimicizie e violenze”. In particolare, nel corso delle preghiere dei fedeli delle celebrazioni eucaristiche dominicali, si sono ricordate “le persone che hanno responsabilità pubbliche” e fra loro “i nuovi legislatori che in questi giorni prendono possesso delle loro alte funzioni”. Si è trattato di dare continuità all’invito dei vescovi argentini che alcuni mesi fa nel loro documento a proposito delle celebrazioni del bicentenario dell’Indipendenza nazionale hanno rilevato l’importanza di lavorare in favore di un vero “progetto di Nazione che consenta uno sviluppo integrale e un’autentica promozione umana”. “Come cittadini, compartecipi della vita sociale, politica ed economica del nostro Paese - si legge in una nota della Commissione Giustizia e Pace - ci uniamo spiritualmente, al di là delle appartenenze di fedi religiose e posizioni politiche, per chiedere a Dio che illumini tutte le persone che hanno una responsabilità pubblica, in particolare quelli che sono stati eletti per legiferare”. In diverse diocesi, in particolare dove sono state elette nuove autorità, l’ordinario diocesano ha celebrato la Santa Messa come nel caso di Corrientes, dove l’arcivescovo mons. Andrés Stanovnik, ex segretario generale del Celam, insieme con i vescovi di Goya, mons. Ricardo Faifer e di Santo Tomé, mons. Hugo Santiago, hanno lanciato un invito congiunto affinché i fedeli prendessero parte alle preghiere per il futuro del Paese, chiedendo per i responsabili della cosa pubblica saggezza, lungimiranza e responsabilità. (L.B.) 

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    Arcivescovo di Canterbury preoccupato per la nomina a vescovo di una donna omosessuale

    ◊   Il primate della Comunione anglicana, l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, ha accolto con “preoccupazione” la notizia della nomina di una donna omosessuale, Mary Glasspool, a vescovo ausiliario della diocesi di Los Angeles. Ad eleggerla è stata la Chiesa episcopale, il ramo statunitense della Chiesa anglicana. “L’elezione – si legge nel comunicato di Rowan Williams - apre questioni molto serie, non solo per la Chiesa episcopale ed il suo posto nella comunità anglicana, ma per tutta la comunità”. La sua nomina – ha aggiunto l’arcivescovo di Canterbury – “deve essere ancora ratificata”. La sua elezione dovrà infatti essere convalidata dai vescovi delle 108 diocesi episcopali degli Stati Uniti. La Chiesa episcopale nel luglio dello scorso anno ha tolto il bando alla consacrazione di vescovi omosessuali. Nel 2003 è stato eletto nel New Hampshire il primo vescovo dichiaratamente omosessuale, Gene Robinson. (A.L.)

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    Per il cardinale Scherer gli anglicani nella Chiesa cattolica non intaccano l’ecumenismo

    ◊   L'arcivescovo di San Paolo del Brasile, il cardinale Odilo Scherer, sostiene che le relazioni ecumeniche con la Comunione anglicana “non sono state rovinate o diminuite” dall'accoglienza nella Chiesa cattolica di anglicani che desideravano la piena comunione con essa. In un articolo pubblicato sulla rivista arcidiocesana “O São Paulo” e ripreso dall'agenzia Zenit, il porporato scrive che “la Chiesa cattolica non fa altro che accogliere la richiesta libera e personale proveniente dai fedeli della Chiesa anglicana”. Il cardinale ricorda anche che il 21 novembre, poco più di due settimane dopo la pubblicazione della Costituzione Apostolica “Anglicanorum coetibus", che scandisce le regole per l'ingresso degli anglicani nella Chiesa cattolica, l'arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa anglicana Rowan Williams ha visitato Roma ed è stato ricevuto da Benedetto XVI. Questo, secondo il porporato, “è un chiaro segnale” del fatto che le relazioni ecumeniche con la Comunione anglicana non sono state compromesse. L'ecumenismo va avanti e produce frutti, mediante l'azione dello Spirito Santo”. (A.M.)

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    La Custodia di Terra Santa: mai chiesti lavori israeliani al Santo Sepolcro

    ◊   A seguito di alcune polemiche sui lavori condotti sull’antica Porta di Maria a Gerusalemme, la Custodia della Terra Santa ha ribadito in una nota che si tratta “esclusivamente e totalmente di un’iniziativa della Autorità Israeliana per le Antichità”. Nei giorni scorsi, infatti, alcuni tecnici della Israel Antiquities Authority (Iaa) erano intervenuti sulla porta murata, provocando accuse ai francescani sospettati di aver richiesto l'intervento. Nel comunicato la Custodia afferma di “non aver mai chiesto alla Iaa di effettuare tali lavori”. Al contrario “i rappresentanti della Custodia hanno informato la Iaa sulla delicata natura dell’antico manufatto chiedendo che nessun cambiamento fosse fatto e che le sbarre metalliche poste a protezione della porta fossero mantenute immutate, esattamente perché dietro questa porta murata c'è il convento francescano del Santo Sepolcro”. La Custodia dichiara, perché sia messo agli atti, che questa antica porta deve essere lasciata come si trova. “La presente dichiarazione – conclude la nota dei francescani, ripresa dal Sir - viene rilasciata per contrastare le accuse totalmente false che i lavori abbiano in qualche modo avuto origine dalla Custodia di Terra Santa”. (V.V.)

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    Cina: oltre 3.000 fedeli per l'ordinazione di tre nuovi sacerdoti

    ◊   Nella grande festa dedicata al Patrono delle Missioni, San Francesco Saverio, oltre 3.000 fedeli della diocesi di Han Dan, nella provincia dell’He Bei della Cina continentale, hanno accolto con gioia tre nuovi sacerdoti, secondo le informazioni pervenute all’agenzia Fides. La festa di San Francesco Saverio è sempre molto vissuta e sentita nella comunità cattolica cinese, ma quest’anno, in pieno svolgimento dell’Anno Sacerdotale, ha assunto un ulteriore significato per i fedeli, ed è stata anche il motivo per cui è stata scelta questa data per ordinare tre nuovi sacerdoti. Più di 60 sacerdoti hanno concelebrato la Santa Messa dell’ordinazione, presieduta da mons. Yang Xiang Tai, con la partecipazione di numerosi seminaristi e religiosi. Il sacerdote che ha pronunziato l’omelia ha evidenziato che “il sacerdozio è la testimonianza della presenza del Signore. E i sacerdoti sono messaggeri ed apostoli della cultura cristiana”. Due dei tre nuovi sacerdoti sono figli unici. Come dice il loro formatore, questo “dimostra quanto sia affascinante la chiamata del Signore, e quanto sia importante l’appoggio e il sostegno della famiglia per formare la vocazione”. Ha anche invitato tutte le famiglie cristiane a dare testimonianza ai giovani, incoraggiandoli a rispondere alla chiamata del Signore. Con queste ultime ordinazioni, la diocesi di Han Dan conta 96 sacerdoti che curano pastoralmente 130.000 cattolici. (R.P.)

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    Una nuova chiesa nel Guang Dong dedicata all’Immacolata

    ◊   Con una “Azione della Carità”, la comunità dei fedeli della cattedrale di Hong Kong, dedicata all’Immacolata, ha festeggiato i 120 anni di fondazione della chiesa offrendo una cospicua somma alla diocesi di Jiang Men, nella provincia del Guang Dong. L’iniziativa, riporta Fides, è volta a finanziare la nuova chiesa sempre dedicata all’Immacolata. Complessivamente costata circa 110 mila euro, di cui 70 mila offerti dalla cattedrale di Hong Kong e gli altri raccolti dai fedeli locali, può accogliere oltre 200 fedeli con una cappella per la Messa dei bambini. (B.C.)

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    Il cardinale Tettamanzi: sereno di fronte agli attacchi di esponenti della Lega

    ◊   “Contempliamo il volto di Cristo vedendolo riflesso in quello del vescovo Ambrogio”. E’ uno dei passaggi dell’omelia del cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, in occasione della Santa Messa celebrata stamani nella Basilica di Sant’Ambrogio. Prendendo spunto dall’odierna festività, il porporato ha incentrato la sua meditazione sull’immagine del “buon pastore” riflessa proprio nella figura del santo. Ambrogio fu pastore della Chiesa di Milano e seppe farsi “specchio limpido e fedele di Gesù”. Il cardinale Tettamanzi ha poi ricordato quanto scriveva Sant’Ambrogio a proposito del “singolarissimo rapporto di conoscenza e di amore che esiste tra il pastore e le pecore”, “nella premura del buon pastore nei riguardi della centesima pecora”, l’unica del gregge andata smarrita. Un interesse che evidenzia l’importanza della salvezza di chi va errando. Un rapporto che, secondo l’arcivescovo di Milano, trova “la radice profonda, il segreto che ne spiega tutta la preziosità e la bellezza, e insieme tutta la gioia che ne deriva, nel dono totale di Cristo sulla croce, nella sua redenzione”. “Questo rapporto personale della singola pecora con Gesù – ha proseguito il cardinale Tettamanzi - conduce il cristiano ad una preghiera confidenziale, da cuore a cuore, con la gioia intima di poter dare del ‘tu’– nella forma più intensa e vibrante – al proprio Signore”. Preghiera ma anche slancio nell’accogliere da Gesù stesso “i doni di grazia e gli impegni che ci sono dati per vivere da autentici discepoli del Signore”. Ricordando l’Anno Sacerdotale in corso, il porporato ha parlato della capacità di Sant’Ambrogio di tratteggiare “la fisionomia pastorale propria dei vescovi”, la loro cura e la custodia del gregge, proteggendolo “dagli assalti delle bestie spirituali”. Un vigilare – ha aggiunto – che è “un aspetto della sua missione evangelizzatrice, del suo compito di far risplendere la luce di Cristo, di pascere le pecore con la dottrina, la verità del Signore”. In definitiva è proprio il Signore Gesù, il buon pastore, il loro modello di vita. Al termine dell’omelia, il cardinale Tettamanzi ha rivolto un invito a pregare per la serenità e la responsabilità dei vescovi e dei presbiteri della Chiesa ambrosiana. “Serenità – ha aggiunto - perché Gesù non è solo un modello quanto mai affascinante di vita, ma anche la sorgente inesauribile di grazia e di forza per ogni suo ministro; e insieme responsabilità, perché di fronte alla propria coscienza e all’intero popolo di Dio il ministro è chiamato a mostrare sul proprio volto i lineamenti di amore e di santità che – ha concluso - splendono sul volto di Cristo Signore, il buon pastore che offre la vita per noi”. Alla fine della messa, l’arcivescovo di Milano, avvicinato dai giornalisti, ha detto di essere sereno in merito agli attacchi venuti da alcuni esponenti della Lega. “In questo momento – ha aggiunto il cardinale Tettamanzi - riscopro il dono della libertà che trova radice e forza nella responsabilità”. (A cura di Benedetta Capelli)

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    Stefano De Martis direttore di Tv2000 e Radio Inblu

    ◊   E’ Stefano De Martis il nuovo direttore responsabile delle testate giornalistiche Tv2000 e Radio Inblu. Lo ha reso noto il consiglio di amministrazione della Fondazione Comunicazione e cultura della Cei. In un comunicato, il Comitato di redazione di Tg2000 ha espresso le “più cordiali felicitazioni” per la nomina. “Una scelta che onora la redazione perché valorizza al massimo livello una risorsa interna – si legge - premiando le doti professionali e umane di cui Stefano De Martis ha dato prova finora in questi primi undici anni di vita della testata giornalistica dell'emittente ‘Tv2000' (già 'Sat2000')”. “Siamo sicuri – prosegue il testo - che, con la sua guida, sapremo affrontare con rinnovata responsabilità  professionale le sfide che ci riservano gli scenari attuali dell'informazione e la grande novità del digitale terrestre”. Una nomina che “si pone nel segno della continuità” è quanto scrive la redazione di Radio Inblu che ha espresso apprezzamento per la scelta. Stefano De Martis, negli ultimi tre mesi, aveva diretto ad interim le testate in qualità di condirettore responsabile. Giornalista professionista dal 1989, De Martis ha 48 anni, è sposato e ha due figlie. Dopo una lunga gavetta nei periodici dell’associazionismo cattolico - scrive Avvenire - ha svolto il praticantato a “Il Popolo” e successivamente è stato cronista parlamentare dell’agenzia Asca, de “Il Tempo” e de “L’informazione”. Caporedattore e poi direttore della testata giornalistica di “Videomusic”, in seguito ha ricoperto l’incarico di caporedattore centrale delle news dell’allora “Telemontecarlo”, l’attuale “La7”. Incarico che ha lasciato per partecipare fin dagli inizi al progetto di Sat2000, dapprima come caporedattore, quindi come vicedirettore e infine come condirettore giornalistico e coordinatore dei palinsesti di TV2000 e RadioInBlu. (B.C.)

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    Spagna: a Valencia mostra di oltre mille presepi realizzati con i rifiuti

    ◊   Materiali di scarto trasformati in presepi, per raccogliere fondi per sopperire a varie necessità. In Spagna nel convento cappuccino di San José, a Valencia, è in corso fino al 25 dicembre una mostra di beneficenza di 1.100 presepi, realizzati con materiali di scarto dal frate cappuccino Conrado Estruch, di 83 anni. Fra Estruch realizza presepi da quando era bambino e dal 1994 ha cominciato a organizzare mostre di presepi in collaborazione con l'Associazione Amici di Sant'Antonio. Il frate utilizza materiali che raccoglie in bidoni e in discariche “seguendo – spiega al Sir – lo spirito di povertà di Gesù, del quale molte volte ci dimentichiamo che è nato in una grotta, e di S. Francesco di Assisi, che per primo rappresentò il presepe”. I visitatori della mostra potranno acquistare le natività in cambio di un'offerta, che sarà destinata alle necessità di un centinaio di famiglie di Valencia senza risorse, alla Casa per l'infanzia Santa Isabel, al Cottolengo di padre Alegre, all'associazione per la difesa della vita “Provida”, ai conventi di clausura di Valencia e ai missionari dell'ordine cappuccino in Guinea equatoriale, Bolivia, Colombia e Honduras. Il frate ha anche donato alla sua parrocchia di origine una cinquantina di presepi per una mostra a favore di persone bisognose della parrocchia. (V.V.)

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    Editoria religiosa in Italia: dal 2000 a oggi il settore è cresciuto di oltre il 13%

    ◊   L'editoria religiosa sta conoscendo un boom di produzione e di lettori, tanto da costituire oggi uno dei segmenti di mercato che hanno fatto registrare i tassi di incremento più elevati. Basti pensare che dal 2000 ad oggi, il settore è cresciuto del 13,8%. Lo rivela un'indagine dell'Ufficio studi Associazione editori italiani (Aie) per l'Uelci (Unione editori e librai cattolici) che domani sarà al centro del convegno “Editoria e religione. I perché di un successo” in programma nella giornata conclusiva della Fiera nazionale della Piccola e media editoria “Più libri, più liberi” a Roma. Il convegno - curato da “Giornale della libreria” e Uelci - partirà dal dato che indica il passaggio dei lettori di temi religiosi da 2.650.000, all'inizio del decennio, ai 3.015.000 di oggi. L'incremento - rileva l'indagine - è molto superiore alla crescita media fatta registrare dalla lettura nel Paese nello stesso arco di anni. Il settore rappresenta inoltre uno dei segmenti di domanda più dinamici in Italia, inferiore solo ad attualità (+23,6%), arte e architettura (+14,7%). Le cifre mettono in luce “un radicale processo di cambiamento” nel pubblico dei lettori: di qui l'ingresso nel settore di editori “laici” e di autori “religiosi” nei cataloghi di case editrici di saggistica. Cambia anche il pubblico di riferimento: crescono maggiormente le fasce più giovani della popolazione, mentre rallentano quelle anziane. Questo - spiega la ricerca - porterà al cambiamento dei progetti editoriali, della politica degli autori, dei generi, dei linguaggi, della grafica di copertina, fino alla stessa distribuzione. (V.V.)

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    24 Ore nel Mondo



    Iran. Nuove proteste dell'opposizione: scontri a Teheran

    ◊   A Teheran sono in corso scontri dentro e fuori l’Università. Secondo testimoni, le forze di sicurezza iraniane hanno usato lacrimogeni e sparato in aria per disperdere alcuni dimostranti. Almeno una donna sarebbe stata ferita alla testa. Il servizio di Fausta Speranza:

    Scontri dentro l'Università di Teheran e fuori, su varie piazze intorno all'ateneo. Gli incidenti più gravi sembra siano in corso sulla Piazza Vali Asr, ma anche dalla Piazza Enghelab giungono notizie di scontri tra forze di sicurezza e manifestanti. All'interno dell'Università ad affrontarsi – sembra duramente – sono gli studenti dell'opposizione e quelli membri dei Basiji, le milizie dei volontari islamici. Stesse scene sono segnalate all'ateneo scientifico più prestigioso dell'Iran, Ateneo Sharif. Era un appuntamento annunciato: oggi è la 'giornata dello studente', celebrata ogni anno ufficialmente dal regime. La polizia già da ieri ha minacciato di rispondere duramente in particolare se gli studenti uscissero dall’Università per manifestare per le strade. Da parte sua, il dipartimento per la stampa estera del Ministero della Cultura ha vietato ai corrispondenti stranieri residenti a Teheran di seguire da vicino quanto accade: possono raccontare solo dai loro uffici. Forze di sicurezza sono state dislocate in maniera massiccia anche in altri punti dell'area centrale di Teheran, specialmente sulla Piazza Haft Tir, da dove nei mesi scorsi sono partiti cortei dell'opposizione. Moltissimi gli agenti in borghese. Ieri, il leader dell'opposizione Mussavi ha affermato che il movimento riformista iraniano che si oppone al presidente Ahmadinejad è ancora vivo nonostante la repressione in atto da mesi.

     
    Pakistan
    È di cinque morti e 49 feriti il bilancio provvisorio di un attentato compiuto da un kamikaze davanti all'edificio che ospita vari tribunali a Peshawar, città del Pakistan nord-occidentale. Gli addetti alla sicurezza hanno provato a fermare il kamikaze che stava cercando di introdursi nel palazzo, ma non sono riusciti ad evitare l’esplosione. Un’altra esplosione è avvenuta a Quetta, località della Provincia della Frontiera del nord-ovest (Nwfp) al confine con l'Afghanistan, a causa di una motocicletta-bomba, causando il ferimento di almeno cinque persone.

    Grecia
    Decine di feriti e contusi, soprattutto tra gli agenti, e 350 fermi ad Atene e dintorni per gli scontri di ieri tra la polizia ed alcuni manifestanti, durante la commemorazione dell'uccisione dello studente Alexandros Grigoropoulos. Oggi saranno processati per direttissima i cinque anarchici italiani, quattro uomini e una donna, fermati sabato ad Atene e accusati di violenza contro pubblico ufficiale e di aver partecipato alla distruzione di auto della polizia. Il partito di estrema sinistra “Syriza” ha accusato il ministro dell'Ordine pubblico, Michalis Chrisochoidis, di “militarizzare il conflitto” per l'uso eccessivo della forza da parte della polizia. Si sono verificate inoltre altre manifestazioni per chiedere “la liberazione immediata di tutti coloro che sono stati arrestati a Keratsini”, sobborgo della capitale dove sabato si è verificata l’irruzione della polizia in un centro sociale: arrestate alcune decine di persone.

    Romania
    Dopo lo spoglio del 99% dei voti, il sindaco di Sibiu Klaus Johannis, sostenuto per l'incarico di premier dai socialdemocratici e liberali, lascia la gara e riconosce la vittoria del presidente in carica Traian Basescu, sostenuto dal Partito democratico-liberale. Ieri sera, due sondaggi commissionati da tv private in contrasto con Basescu, indicavano un vantaggio di circa il 2% per Geoana, che subito aveva celebrato la vittoria assieme ai liberali che lo avevano sostenuto. Basescu è indicato ora al 50,37% e Geoana al 49,6%. Membri dell’opposizione socialdemocratica denunciano brogli e annunciano contestazioni.

    Fallito il tentativo di eleggere il presidente in Moldova: si va a nuove elezioni
    È fallito il secondo ed ultimo tentativo del parlamento moldavo di eleggere il nuovo presidente, per il quale c'era l'unica candidatura di Marian Lupu. I comunisti sono infatti usciti dall'aula impedendo alla maggioranza liberale di incassare gli altri otto voti necessari all'elezione del Capo dello Stato. Il Parlamento sarà sciolto e saranno convocate nuove elezioni, prorogando il clima di incertezza e di crisi che accompagna ormai dalla scorsa primavera la Moldova, la più piccola delle ex repubbliche sovietiche e la più povera dell'Europa.

    Arrestate decine di persone dell’opposizione a Khartoum
    Arrestati alcuni membri del principale partito di opposizione sudanese, il Sudan People's Liberation movement (SPLM). E’ avvenuto a Khartoum. Il servizio di Chiara Pileri:

    La dimostrazione, indetta per la riforma delle elezioni nazionali e per il referendum pro-indipendenza sarebbe stata considerata illegale dalle autorità di governo dopo un incontro del comitato di sicurezza, sulla base del fatto che non aveva ottenuto l’autorizzazione. Fra gli arrestati vi sono il segretario generale del partito per la Liberazione del Popolo del Sudan, Pagan Amun, ed il suo vice Yassir Arman. Anche altri esponenti dell'opposizione sono stati fermati: sembra siano una settantina ma non ci sono conferme. Secondo i promotori non serviva alcun permesso per esercitare il diritto costituzionale di manifestare in piazza, in quanto la legge prevede solo una notifica alle autorità. Intanto nel sud, a Juba, manifestanti hanno appiccato il fuoco alla sede del partito del presidente, riferiscono responsabili del governo del sud-Sudan. L'Splm non trova un'intesa con il Partito del Congresso Nazionale del presidente Omar el-Bechir sulle riforme democratiche in vista delle elezioni dell'aprile 2010 - il primo scrutinio multipartito da 24 anni - e sulla legge relativa al referendum del 2011 sulla secessione del sud del Sudan. Le due questioni sono aspetti cruciali dell'accordo che nel 2005 ha messo fine alla guerra civile tra il nord ed il sud del Paese. Oggi è l'ultimo giorno utile per l’iscrizione dei votanti per le elezioni (regionali, legislative e presidenziali), e le autorità di Khartoum hanno deciso la chiusura delle scuole e degli uffici per facilitare tale operazione agli elettori.

     
    Filippine
    Uomini armati sostenitori del clan del governatore provinciale Andal Ampatuan, coinvolto nel massacro del 23 novembre nella provincia di Maguindanao (sud), da allora sotto legge marziale, hanno avuto scontri a fuoco con le forze di sicurezza. Lo ha annunciato un responsabile governativo. Il clan del governatore Andal Ampatuan Sr, alla guida della provincia di Maguindanao dal 2001, è accusato di essere responsabile del massacro di 57 civili, parenti di un rivale politico e un gruppo di giornalisti.

    Russia: bandiere a mezz’asta per le vittime dell’incendio a Perm
    Proclamato in Russia lutto nazionale per le 112 vittime - tutte tra i 20 e i 45 anni - dell'incendio che sabato notte è divampato in un night club di Perm, sugli Urali, a causa dell'uso di fuochi d'artificio. Sono in programma oggi i funerali delle vittime. La polizia ha arrestato per responsabilità colpose quattro persone, tutte collegate al locale, da tempo fuori norma. Le polemiche non mancano, la stampa russa denuncia infatti l'irresponsabilità delle autorità, che non aveva provveduto a chiudere il locale dopo il riscontro di evidenti violazioni della normativa anti incendio. Il bilancio delle vittime è circa quattro volte più grande di quello del recente attentato al treno Nievski Express. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Chiara Pileri)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 341

     
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