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Sommario del 29/03/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • La sede di Lille elevata dal Papa a Chiesa metropolitana. Nomina vescovile in Ucraina
  • Il cardinale Dannels, Inviato del Papa alle celebrazioni del 75.mo delle apparizioni della "Vierge des Pauvres" in Belgio
  • Il culto della Divina Misericordia, "nuova luce" per la Chiesa che parla della tenerezza di Dio verso l'uomo. Intervista con don Giuseppe Bart
  • Il Papa invita i fedeli a pregare affinché i sacerdoti siano formati culturalmente e spiritualmente: sulle intenzioni di preghiera per il mese di aprile, il pensiero di mons. Aldo Martini
  • La riflessione di padre Federico Lombardi sul significato del dolore compreso nell'ottica della Risurrezione
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Il bilancio della Conferenza su "Educazione interculturale e pluralismo religioso", promossa dal dicastero vaticano dell'Educazione cattolica. Il commento del prof. Michele De Beni
  • Sei milioni di abitanti dello Zimbabwe al voto per le presidenziali. Mugabe punta al sesto mandato consecutivo. Intervista con Enrico Casale
  • Il commento del teologo don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Il cardinale arcivescovo di Colonia, Joachim Meisner, richiama i deputati tedeschi al rispetto della dignità della persona umana
  • Tentata aggressione omicida ad una monaca in Pakistan
  • Suor Viviana Ballarin è la nuova presidente dell’Unione delle superiore maggiori d’Italia (USMI)
  • Sul Monte delle Beatitudini, in Galilea, inaugurata una cappella per l'adorazione perpetua, ospitata dal centro "Domus Galilei" del Cammino neocatecumenale
  • Per i cento anni a della nascita di padre Riccardo Lombardi, una conferenza a Roma ha ricordato il senso del suo messaggio spirituale
  • Presentate ieri a Macerata le iniziative per il IV centenario della morte di Padre Matteo Ricci
  • Italia, un 2007 record per le esportazioni di armi. L'incremento pari al 9 per cento rispetto al 2006
  • In Gran Bretagna, un sondaggio rivela che molti adolescenti sono a serio rischio alcolismo
  • Grande successo per il forum dell’Alleanza mondiale delle città contro la povertà, conclusosi ieri ad Atene
  • Accordo tra cattolici e ortodossi in Russia per l'assistenza spirituale a bambini ortodossi ospitati in centri cattolici
  • In vista del G8 di luglio, in Giappone, l’UNICEF lancia un concorso per i giovani sulle emergenze del mondo
  • Un rapporto di Human Rights Watch denuncia la giustizia saudita: bambini trattati come gli adulti
  • Conventi aperti in Svizzera, il 13 aprile, Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni
  • Questa notte torna l’ora legale, lancette dell'orologio un'ora avanti
  • 24 Ore nel Mondo

  • Almeno 281 morti in Iraq al quinto giorno di combattimenti
  • Il Papa e la Santa Sede



    La sede di Lille elevata dal Papa a Chiesa metropolitana. Nomina vescovile in Ucraina

    ◊   In Francia, Benedetto XVI ha elevato a Chiesa metropolitana la sede di Lille, assegnandole come suffraganee l’arcidiocesi di Cambrai, finora sede metropolitana, e la diocesi di Arras, e nominando arcivescovo metropolita di Lille mons. Laurent Ulrich.

    In Ucraina, il Papa ha nominato ausiliare della diocesi di Odessa-Simferopol dei Latini padre Petro Herkulan Malchuk, dei Francescani Minori, finora economo della Provincia del suo Ordine in Ucraina. Il neopresule, 42 anni, è nato in Moldova e ha frequentato il Seminario maggiore di Riga ed è stato ordinato sacerdote il 7 giugno 1992. Ha ottenuto un dottorato in Teologia spirituale presso l’Ateneo Antonianum di Roma. Ha ricoperto diversi incarichi, tra i quali quello di vice parroco a Polonné, custode e in seguito provinciale dei Frati Minori in Ucraina.

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    Il cardinale Dannels, Inviato del Papa alle celebrazioni del 75.mo delle apparizioni della "Vierge des Pauvres" in Belgio

    ◊   Benedetto XVI ha nominato il cardinale Godfried Danneels, arcivescovo di Malines-Bruxelles, come suo inviato speciale alle celebrazioni del 75.mo anniversario delle apparizioni della "Vierge des Pauvres", che avranno luogo nel Santuario belga di Banneux il 31 maggio 2008.

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    Il culto della Divina Misericordia, "nuova luce" per la Chiesa che parla della tenerezza di Dio verso l'uomo. Intervista con don Giuseppe Bart

    ◊   Domenica 30 marzo, nella Festa della Divina Misericordia, alle 9.30 il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone celebrerà la Santa Messa a Roma, nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, dove opera il Centro di spiritualità della Divina Misericordia che ne diffonde il culto ispirandosi al carisma di colei che è considerata l'apostola del cuore misericordioso di gESù, Santa Faustina Kowalska, canonizzata il 30 aprile del 2000 da Giovanni Paolo II. Al termine della liturgia i fedeli si avvieranno in processione verso Piazza San Pietro per prendere parte alla recita del Regina Coeli assieme a Benedetto XVI. Alla Divina Misericordia è anche dedicato il primo Congresso mondiale che si aprirà il prossimo 2 aprile, dopo la Messa celebrata da Benedetto XVI in memoria di Papa Wojtyla. Giovanni Peduto ha chiesto al rettore della chiesa del Santo Spirito in Sassia, don Giuseppe Bart, in che modo la realtà spirituale della misericordia divina abbia toccato finora il cuore della Chiesa e dei cristiani:


    R. - Vorrei sottolineare che Giovanni Paolo II, oggi Servo di Dio, lungo tutto il suo Pontificato ha voluto mostrare la Chiesa come luogo di annuncio della misericordia di Dio verso gli uomini, ha voluto mostrare la Chiesa come luogo della celebrazione della Divina Misericordia e, infine, ha voluto mostrare la Chiesa come bisognosa - essa stessa - di questa misericordia. Questa verità è stata particolarmente sottolineata ed annunciata con maggior vigore proprio attraverso l’istituzione della Festa della Divina Misericordia durante la canonizzazione di Suor Faustina Kowalska, otto anni fa. L’istituzione da parte del Santo Padre della Festa della Divina Misericordia si è rivelata straordinariamente efficace e feconda di bene, sia per la Chiesa, sia per l’umanità intera. Quella della Divina Misericordia è davvero una nuova luce che si è accesa nella Chiesa. Il profondo bisogno della Misericordia ha risvegliato in molti fedeli e uomini di buona volontà il desiderio di accostarsi a Dio e, quindi, il culto della Divina Misericordia indubbiamente in questi ultimi anni ha riempito le Chiese di anime. Un esempio esplicito è la nostra stessa chiesa di Santo Spirito in Sassia, dove vengono distribuite migliaia di Comunioni e vengono amministrate altrettante Confessioni. Il culto della Divina Misericordia commuove il cuore del peccatore, anche quello più indurito, lo riscalda, indica il cammino ed infonde speranza in un mondo segnato dalla violenza, dall’odio e dal terrorismo, tutti intuiamo quanto questa Misericordia è necessaria per costruire un mondo più vivibile.

     
    D. - La Divina Misericordia esprime, in modo particolare, la tenerezza di Dio verso l’uomo: quanto ancora bisogna scoprire di questo aspetto, dal punto di vista teologico e missionario?

     
    R. - Per rispondere a questa domanda, vorrei prendere spunto dalle parole del Santo Padre Benedetto XVI, il quale disse che la vera religione consiste nell’entrare in sintonia con questo cuore, ricco di misericordia, che ci chiede di amare tutti, anche coloro che sono lontani ed i nemici, imitando Cristo che ci dice “Siate misericordiosi, come misericordioso è il Padre vostro”. Ebbene suor Faustina ha saputo in modo semplice e convincente, attraverso la sua esperienza mistica, trasmetterci la misericordia come secondo nome dell’amore di Dio, colto nel suo aspetto più profondo e tenero. Questo messaggio trova ancora tanti ostacoli nell’essere compreso ed accolto: perciò, per rispondere ai bisogni spirituali dell’uomo contemporaneo, la teologia deve oggi dare sempre più spazio alla riflessione sul mistero della Divina Misericordia. In questo contesto, la mistica della Divina Misericordia richiede la teologia della Divina Misericordia. Santa Faustina attende - possiamo dire - il suo von Balthasar, e siccome il contenuto del messaggio della misericordia di Dio merita di essere conosciuto da tutti, credenti e non credenti, Benedetto XVI disse: “L’umanità ha bisogno che sia proclamata e testimoniata con vigore la misericordia di Dio.

     
    D. - Il 2 aprile prossimo, giorno del terzo anniversario della morte di Papa Wojtyla, sarà anche il giorno d’inizio del primo Congresso mondiale della Misericordia: che aspettative nutre per questo avvenimento?

     
    R. - Questo primo Congresso mondiale della Misericordia si terrà a Roma dal 2 al 6 aprile, a tre anni esatti della morte del Papa Giovanni Paolo II avvenuta proprio alla vigilia della Festa della Divina Misericordia del 2005. Il Pontificato di Giovanni Paolo II è segnato dal mistero della Divina Misericordia e le due Encicliche del Papa Benedetto XVI - Deus caritas est e Spe salvi - hanno portato a questo grande evento del Congresso mondiale della Misericordia, che conta già più di 4 mila iscritti provenienti da tutti i continenti e vede la presenza di più di 200 vescovi. L’obiettivo del Congresso è quello di far prendere alla Chiesa universale una più profonda conoscenza della Divina Misericordia e ad essere ancora più motivata dal Mistero della Divina Misericordia. Oltre agli approfondimenti teologici, il Congresso offrirà ampi spazi alle testimonianze e alla preghiera. Aspettiamo da questo Congresso una maggiore accoglienza e comprensione del Mistero della Divina Misericordia e della sua introduzione nella pastorale ordinaria.

     
    D. - Cosa vuol dire oggi - nel mondo globalizzato, dei conflitti interetnici e dei tentativi di dialogo interreligioso - essere un apostolo della Divina Misericordia?

     
    R. - Essere apostolo della Divina Misericordia vuol dire prendersi cura di chi soffre nel corpo e specialmente nello spirito. Nella sua prima Enciclica Deus caritas est, Benedetto XVI scrisse: “Ogni giorno siamo resi coscienti di quanto si soffra nel mondo a causa di una multiforme miseria sia materiale che spirituale. Questo nostro tempo richiede una nuova disponibilità a soccorrere il prossimo bisognoso". In questo contesto essere apostoli della Divina Misericordia vuol dire avere questa nuova disponibilità per soccorrere i malati, aiutare persone sole, persone disperate, povere, carcerati e persone lontane dalla fede. Il mondo che soffre sembra invocare questa misericordia. Perciò, possiamo concludere, citando il Servo di Dio Giovanni Paolo II che, intuendo questo grido della Misericordia di Dio, disse: “Di nulla l’uomo ha bisogno, quanto della Divina Misericordia. Fate sperimentare l’amore misericordioso a chi soffre e quindi siate apostoli della Divina Misericordia”.

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    Il Papa invita i fedeli a pregare affinché i sacerdoti siano formati culturalmente e spiritualmente: sulle intenzioni di preghiera per il mese di aprile, il pensiero di mons. Aldo Martini

    ◊   “Perché i futuri presbiteri delle giovani Chiese siano sempre più formati culturalmente e spiritualmente per evangelizzare le loro nazioni e tutto il mondo”: è l’intenzione missionaria di preghiera di Benedetto XVI per il prossimo mese d’aprile. Il Papa invita dunque i fedeli a dedicare le migliori risorse per dare alla Chiesa sacerdoti con un’adeguata formazione umana, intellettuale e pastorale. Per una riflessione su questo tema, richiamato dal Pontefice, Alessandro Gisotti ha intervistato mons. Aldo Martini, presidente dell’OPAM, l’Opera di promozione per l’Alfabetizzazione nel mondo:


    R. - Nei giovani che incontro e che sono inviati qui per studiare a Roma vedo una grande ansia di prepararsi bene, di approfittare cioè di tutte le opportunità che Roma offre. Avverto però, in alcuni, la tentazione forte di non rientrare poi nelle rispettive diocesi, perché restano un po’ abbagliati da tanti mezzi che la nostra società offre. Quindi, questo è un problema reale che spesso viene discusso con i vescovi che manifestano le loro preoccupazioni e pensano: “Noi mandiamo dei sacerdoti a Roma, facciamo tanti sforzi e poi non rientrano e allora le nostre diocesi si impoveriscono”.

     
    D. - Quali sono le maggiori difficoltà nella formazione intellettuale e spirituale nelle terre di missione, nelle terre di nuova evangelizzazione?

     
    R. - Dobbiamo sempre collocare, situare la realtà nella quale questi giovani sono chiamati a vivere, ad operare - situazioni tanto diverse da Chiesa a Chiesa. Alcune di queste diocesi sono estremamente povere, prive di strutture minime per garantire una formazione culturale e spirituale sufficiente. Ad esempio, non ci sono seminari minori: mi diceva un vescovo che se manda i suoi ragazzi che hanno frequentato delle scuole della zona ad un seminario di una città importante, nove su dieci vengono scartati proprio per l’assenza di basi culturali minime. Quindi, c'è assenza di seminari, di scuole, scarsità di clero, con conseguente isolamento e solitudine nella vita pastorale. Parliamo di diocesi grandi quanto il Piemonte, la Lombardia, con 18, 20 sacerdoti locali: quindi, mancanza anche di confronto, di sostegno fraterno, e conosciamo bene la difficoltà di chi vive solo, di chi è sottoposto ogni giorno a tentazioni di tutti i generi.

     
    D. - Quali iniziative sta portando avanti l’OPAM proprio a sostegno della formazione intellettuale e spirituale dei seminaristi, dei giovani sacerdoti?

     
    R. - Noi operiamo in stretto collegamento sempre con le diocesi, con i vescovi. Sosteniamo da qualche tempo a questa parte la costruzione di seminari. La seconda iniziativa è che abbiamo lanciato l’adozione di seminaristi: proprio in una diocesi nella Repubblica Democratica del Congo, ci siamo accorti che le famiglie di questi ragazzi non potevano assolutamente affrontare le spese di mantenimento, le spese per gli strumenti minimi didattici come penne, libri, quaderni ecc. Allora, con 120 euro l’anno, contribuiamo all’adozione e agli studi di un seminarista. La terza iniziativa è una fraternità sacerdotale dell’OPAM, una piccola iniziativa, una fraternità di preti di vari continenti che si incontrano una volta al mese: preghiamo, riflettiamo insieme sulla Parola di Dio cercando di condividere le nostre esperienze, le nostre storie personali, il come siamo giunti al sacerdozio. Cerchiamo strade per una evangelizzazione che sia adatti ai tempi e alle culture nei quali il Signore ci chiama a vivere.

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    La riflessione di padre Federico Lombardi sul significato del dolore compreso nell'ottica della Risurrezione

    ◊   Nelle sofferenze umane e spirituali patite da Cristo nella sua Passione si condensano tutti i dolori della sua Chiesa, ma anche dell'umanità di tutti i tempi: le piaghe dei martiri, le lotte dei testimoni della fede, insieme con i drammi che insanguinano il pianeta e inducono spesso alla disperazione interi popoli. Benedetto XVI ne ha parlato in questi giorni di Pasqua, e il prossimo 7 aprile la sua attenzione andrà in particolare ai nuovi testimoni della fede del Novecento, con l'annunciata sosta in preghiera al mausoleo romano che ne ospita le reliquie, la Chiesa di San Bartolomeo all'Isola Tiberina. Su questa tematica, ascoltiamo la nota del direttore della Sala Stampa vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico Lombardi:


    Nel suo Messaggio pasquale, Benedetto XVI ci invita a “fissare lo sguardo nelle piaghe gloriose” che il Risorto porta nel suo corpo glorificato, perché così “possiamo capire il senso e il valore della sofferenza, possiamo lenire le tante ferite che continuano ad insanguinare l’umanità anche ai nostri giorni”. Dopo i giorni della Passione, la Pasqua non significa dimenticarli, ma portarli con se trasformati in una vita tutta guidata dall’amore e dalla speranza.

     
    Il Papa si sofferma a guardare alle “piaghe dell’umanità, aperte e doloranti in ogni angolo del pianeta, anche se spesso ignorate e talvolta volutamente nascoste, che straziano anime e corpi di innumerevoli nostri fratelli e sorelle”. Ricorda che le relazioni fra persone, gruppi e popoli sono rovinate dall’egoismo, dall’odio e dalla violenza, che la dignità della persona umana è spesso “vilipesa e conculcata”.

     
    Sapere che il Risorto è con noi e guardare alle sue piaghe gloriose significa perciò - ricorda il Papa - impegnarsi fattivamente per la giustizia, spargere segni luminosi di speranza, moltiplicare le testimonianze di mitezza e di perdono, camminare sulla via della solidarietà e della pace.

     
    Gesù risorto invia dappertutto i suoi discepoli come testimoni della speranza e li assicura: “Io sono sempre con voi”. Nel lunedì di Pasqua, il Papa ha ricordato i missionari martiri caduti nell’anno passato, nei prossimi giorni visiterà all’Isola Tiberina il memoriale dei martiri cristiani del secolo scorso. Persone che hanno fissato lo sguardo, con fede, nelle piaghe gloriose di Cristo, e ci accompagnano anch’essi attraverso una storia difficile, ma illuminata - appunto - dalla speranza.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, un articolo di padre Raniero Cantalamessa sul valore politico della misericordia.

    Mario Ponzi intervista mons. Vittorio Formenti, responsabile della redazione dell'Annuario Pontificio, in vista di una possibile diffusione telematica del testo.

    Nell'informazione internazionale, in primo piano la situazione in Iraq: da Bassora a Nassiriya si estende la rivolta sciita. In rilievo anche il Tibet: il Dalai Lama chiede aiuto alla comunità internazionale per risolvere la crisi.

    "La colonna, il legno, la roccia": nelle pagine culturali un articolo di Michele Piccirillo sui simboli e la memoria storica della Terra Santa attraverso la riflessione dei Padri della Chiesa e le testimonianze dei primi pellegrini cristiani.

    Simonetta Prosperi Valenti Rodinò interviene sull'opera del padre oratoriano Sebastiano Resta con un articolo dal titolo: "Ma che bravo quel ciarlatano di un collezionista: l'intuizione seicentesca del padre oratoriano Sebastiano Resta, ricostruire la storia dell'arte attraverso la grafica".

    Massimo Marchetti commenta la mostra delle "sperimentazioni visive" Joan Milò allestita presso il palazzo dei Diamanti a Venezia.

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    Oggi in Primo Piano



    Il bilancio della Conferenza su "Educazione interculturale e pluralismo religioso", promossa dal dicastero vaticano dell'Educazione cattolica. Il commento del prof. Michele De Beni

    ◊   Oltre 70 partecipanti, più di 10 Paesi rappresentati, 4 sessioni di lavoro: con questi numeri, si è conclusa ieri a Roma la Conferenza internazionale sul tema “Educazione interculturale e pluralismo religioso”. L’evento è stato organizzato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, insieme all’Associazione cattolica internazionale degli Istituti di Scienze dell’Educazione. Ma cosa è emerso dal convegno? Isabella Piro lo ha chiesto ad uno dei relatori, il prof. Michele De Beni, pedagogista e docente presso l’Università di Trento:

    R. - Mi sembra sia nata la convinzione che occorre creare una rete molto più profonda e molto più estesa oggi, in quanto le singole iniziative se non avvalorate dalla comunicazione, dalla relazione con altre iniziative... Rischiavamo di pensare di essere noi al centro dei cambiamenti, mentre oggi nella globalizzazione i cambiamenti devono essere globali e quindi avere più raggio di influenza possibile anche nei media, nell’opinione pubblica. Oggi, c’è bisogno anche di questa mondializzazione del positivo.

     
    D. - Se noi dovessimo preparare un progetto per una scuola, un progetto interculturale, su quali punti si dovrebbe basare?

     
    R. - Un primo punto è un’opzione di valore. Noi sappiamo che non c’è nulla di più grande, più degno di valore che imparare e vivere l’amore reciproco, la reciprocità. E questa è un’opzione di valore che non può essere barattata con altri pseudo valori, tipo convivenza, tipo rispetto semplicemente come distacco dall’altro. E’ un qualcosa che ci coinvolge, che ci interpella nella reciprocità. Una seconda grande area riguarda la capacità di pensare, la capacità di conoscere, ma con le categorie classiche del pensiero, che sa secernere, sa capire, sa distinguere, sa unire anche ciò che conosce, ciò di cui viene informato. Un’altra area che mi sembra decisamente importante è la costituzione e la creazione di comunità educative, dove gli adulti per primi diano la testimonianza di persone in dialogo tra loro, in comunione tra loro.

     
    D. - La Conferenza ha raccolto anche testimonianze di esponenti religiosi musulmani ed ebrei. Da questo punto di vista, in particolare, cosa si può fare secondo lei per il dialogo?

     
    R. - Il dialogo ha tante vie. Anzitutto, l’incontro materiale, fisico, tra le persone, spinto fino a che non si conosce realmente l’altro, non in senso virtuale, ma in senso sociale, in senso affettivo, in senso intellettuale: probabilmente, noi dell’altro ci faremmo solo un’immagine o stereotipata o negativa, che spesso è la fonte dei primi pregiudizi, dei razzismi e delle varie violenze. La seconda via riguarda il fatto che non mi sembra sia sufficiente incontrare l’altro, ma è importante che questo incontro abbia un senso profondo. E ciò viene dal mettere in comune quella che viene chiamata la "regola d’oro" che dice di “fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te” con la reciprocità. La reciprocità non è un’andata e un ritorno automatico: è essenzialmente un amare per primi.

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    Sei milioni di abitanti dello Zimbabwe al voto per le presidenziali. Mugabe punta al sesto mandato consecutivo. Intervista con Enrico Casale

    ◊   Si sono aperti questa mattina nello Zimbabwe i seggi per le elezioni generali che dovranno decidere se mantenere al potere Robert Mugabe, presidente nel suo Paese da oltre un quarto di secolo, o scegliere un nuovo capo alla guida dello Stato. Quasi 6 milioni di cittadini dello Zimbabwe chiamati alle urne hanno 12 ore di tempo per votare. Lo stesso Mugabe, recandosi al seggio, ha nuovamente rigettato le accuse di brogli lanciategli dai suoi avversari politici. TRa gli osservatori che seguono la tornata elettorale, figurano anche rappresentanti ecclesiali di vari Stati africani. Per un quadro della situazione economica e sociale che si vive oggi in Zimbabwe, Giada Aquilino ha intervistato Enrico Casale, esperto di Africa e redattore di Popoli, la rivista internazionale della Compagnia di Gesù:


    R. - La situazione è drammatica. Dopo la disastrosa riforma agraria degli inizi degli anni 2000, l’economia del Paese è al tracollo. La popolazione sopravvive tra mille stenti. Testimonianze dallo Zimbabwe riferiscono che addirittura le persone in alcune regioni iniziano a morire di inedia, perché non hanno più nulla da mangiare. L’economia - con la riforma agraria - è crollata, perché è la produzione agraria ad essere crollata e su di essa si basava tutto il sistema economico nazionale. Non è stato approntato alcun piano per sostenere l’economia e l’inflazione è schizzata a cifre con tre zeri. Credo che sia l’inflazione più alta del mondo. Ciò determina un sistema di povertà assoluta, l’impossibilità di acquistare a buon mercato le merci dall’estero, il proliferare del mercato nero.

     
    D. - Lo Zimbabwe sta attraversando la peggiore crisi umanitaria dalla sua indipendenza dalla Gran Bretagna. Quindi: declino economico, elevati tassi di disoccupazione e diffusione dell’AIDS. Cosa è mancato in questi anni?

     
    R. - Tutte le politiche sono state rivolte a perpetrare il potere del presidente. Le etnie nello Zimbabwe sono due: gli Shona, maggioritaria, e la minoranza degli Ndebele. Questi ultimi patiscono di più la crisi politica ed economica, non essendo l’etnia al potere.

     
    D. - Quali sono le emergenze da affrontare nel dopo elezioni?

     
    R. - Andrebbe rilanciata l’economia. Potrebbe tornare ad essere un’economia florida: teniamo presente che negli anni ’80 e ’90 lo Zimbabwe esportava derrate alimentari, cosa che oggi invece importa. Si potrebbero inoltre rilanciare le infrastrutture che esistevano. E poi, pian piano, impegnarsi per l’affermazione di un sistema democratico.

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    Il commento del teologo don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   Nel Vangelo della seconda Domenica di Pasqua, Festa della Divina Misericordia, il brano proposto dalla liturgia mostra Gesù Risorto che appare nel Cenacolo ai discepoli a porte chiuse in due circostanze. Nella seconda, invitando Tommaso a toccare le sue piaghe, Cristo dice:

    "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno".

    Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:


    (musica)

    Gesù è risorto e nella potenza della Risurrezione attraversa tutte le porte, quelle di legno e quelle di paura che rinchiudono l'uomo nella gabbia del suo cuore, della sua percezione, come anche del suo sentimento, della sua reattività e del suo istinto. Il Risorto “passa attraverso” ed entra! Pasqua! Attraversamento. Passaggio. E “passando attraverso” (diabasis), consente a noi di “andare oltre” (yperbasis).
     
    E’ una folata che introduce la sua presenza nel suo vero corpo. Non è un pensiero, non è un concetto, non un sentimento, non una opinione: è Lui! E’ proprio Lui, Lui in persona, Lui in carne ed ossa. I suoi devono riconoscerlo. Egli non sempre è riconoscibile nel Suo corpo risorto. La Maddalena al sepolcro non lo riconosce e così i discepoli di Emmaus. Solo quando Egli stesso si mostra, gli occhi si aprono.
     
    Quella sera fu lo stesso: “Egli mostrò loro le mani e il costato”. Le ferite della passione e morte costituiscono la Sua identificabilità. Anche nella Risurrezione Egli è sempre Colui che ha patito ed è morto per noi.

     
    Poi Gesù apre lo scrigno dei doni pasquali: è una pioggia celeste. Anche qui è Pasqua, Pasqua tra Cielo e terra. E inizia una storia nuova di partecipazione vertiginosa, divina.

     
    (musica)

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    Chiesa e Società



    Il cardinale arcivescovo di Colonia, Joachim Meisner, richiama i deputati tedeschi al rispetto della dignità della persona umana

    ◊   La proibizione dell'uso di cellule staminali embrionali è "l'unica strada per far cessare l'ingiustizia contro la dignità e la vita degli embrioni umani". Lo ha affermato il cardinale Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia: il prossimo 11 di aprile, il parlamento tedesco è chiamato a decidere sulla liberalizzazione della legge sull'uso delle cellule staminali. Il cardinale Meisner ha invitato i deputati del Bundestag a far proibire qualunque sviluppo o ricerca con cellule staminali di embrioni umani, ricordando a loro altresì di prendere ogni decisione in coscienza. Come segnala il sito web della radio diocesana, l'arcivescovo ha ribadito che la vita comincia con l'unione dello spermatozoo con l'ovulo e da quel momento nasce una persona che non può essere usata come semplice materiale cellulare. Nessuna intenzione medica o scientifica possono avanzare eccezioni a questa norma, anche perché la dignità sacra dell'essere umano è la norma più importante della costituzione tedesca. (A.M.)

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    Tentata aggressione omicida ad una monaca in Pakistan

    ◊   L'8 marzo scorso, due giovani uomini sono penetrati all'interno del convento situato ad Youhanabad (La più nota località di raccolta cristiana in Pakistan), e hanno poi aggredito sorella Nuzrat Shafi. Alla monaca, di 34 anni, sono stati messi 9 punti, ed inoltre le sono state danneggiate le corde vocali. Questo il resoconto: "Mi trovavo da sola nel convento, per via della febbre e di un mal di stomaco. Vivo lì insieme ad un gruppo di 5 monache, ma due di loro si trovano a Mariamabad per la tradizionale visita annuale al santuario, mentre le altre due si trovavano ad un seminario ad assistere ad un servizio di preghiera”. Sorella Shafi continua raccontando di aver sentito bussare alla sua porta alle ore 15.00, quando all'improvviso due giovani uomini, di circa 25 anni, hanno fatto irruzione nella stanza. “Inizialmente i due hanno chiesto dei soldi ed inseguito le chiavi delle credenze delle altre suore - ha aggiunto suor Shafi - quando risposi loro che, essendo la più giovane del gruppo, non sapevo dove fossero le chiavi, sono diventati furiosi, hanno distrutto la mia credenza e mi hanno schiaffeggiata. Li ho pregati di non farmi del male, ma mi hanno buttata sul letto; dopo non so cosa sia successo". L'unica cosa la religiosa ha detto di ricordare delle loro parole è: "Finiamola". “Il solo aspetto positivo di questo brutto episodio è l'aver allargato la possibilità di comprensione della situazione delle donne nel Paese, ha detto in conclusione la giovane monaca. "Il bisogno impellente - ha soggiunto - è quello di giustizia e protezione, soprattutto per i luoghi di raccolta cristiani”. (V.V.)

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    Suor Viviana Ballarin è la nuova presidente dell’Unione delle superiore maggiori d’Italia (USMI)

    ◊   A larga maggioranza, le 600 delegate che rappresentano altrettante Congregazioni religiose femminili presenti in Italia hanno votato la Domenicana, suor Viviana Ballarin, nuova presidente dell’Unione delle superiore maggiori italiane (USMI). L’elezione è avvenuta a Roma nella Pontificia Università Urbaniana, nel corso della 55.ma Assemblea generale che ha avuto per tema “La vita religiosa, risorsa ecclesiale per il bene comune”. Suor Viviana, 60 anni, originaria di Adria in provincia di Rovigo, è la priora generale delle Suore Domenicane di Santa Caterina da Siena. Proprio all’esempio della Patrona d’Italia la religiosa si è richiamata per ricordare come la spiritualità sia fonte di forza e di incoraggiamento. Suor Viviana Ballarin, come riporta il quotidiano “Avvenire”, ha anche confidato di avere nel cuore la figura di Maria che “si è docilmente consegnata al Signore”. Il mandato della religiosa Domenicana, che sostituisce madre Teresa Simionato, superiora generale delle Dorotee, sarà in piena continuità con il passato in uno spirito di essenzialità. Più nella testimonianza di fede, ha detto, che nelle parole. “La vita religiosa - ha aggiunto Suor Viviana - è chiamata ad essere con spontaneità e gioia, segno dell’amore di Dio in un mondo di conflitti”. Un mondo ha ricordato la neopresidente dell’USMI che “grida e chiede speranza e amore”. Al termine dell’Assemblea generale, le suore hanno espresso, in una mozione, “viva simpatia per il monachesimo della tradizione buddista tibetana”, apprezzando “la scelta non violenta, il rispetto delle altre fedi e la grande disponibilità al dialogo”. L’Unione superiore maggiori d’Italia si unisce poi alla preghiera del Papa per una soluzione positiva e pacifica per il Tibet.(B.C.)

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    Sul Monte delle Beatitudini, in Galilea, inaugurata una cappella per l'adorazione perpetua, ospitata dal centro "Domus Galilei" del Cammino neocatecumenale

    ◊   E’ stata inaugurata stamattina una cappella per l’adorazione perpetua del Santissimo Sacramento sul Monte delle Beatitudini. Alla cerimonia, presieduta da Michel Sabbah, patriarca latino di Gerusalemme, erano presenti, oltre alle autorità civili della regione, anche sacerdoti e catechisti itineranti e circa 170 vescovi da diversi Paesi d’Europa. I presuli hanno partecipato al Convegno sulla nuova evangelizzazione promossa dal responsabile del Cammino neocatecumenale, Kiko Argüello, da Carmen Hernandez e padre Mario Pezzi, convegno svoltosi questa settimana presso la "Domus Galilei", il centro gestito dal Cammino neocatecumenale in località Korazym, proprio sul Monte delle Beatitudini. La cappella per l’adorazione del Santissimo è inserita all’interno di un moderno complesso architettonico ideato da Kiko Arguello, comprendente 20 cellette e un colonnato formato di sette colonne con archi che rappresentano i Sacramenti. Questo piccolo monastero con vista sul lago di Tiberiade sarà luogo di preghiera a sostegno dell’evangelizzazione, del dialogo ecumenico e, secondo l’auspicio espresso per questo centro da Papa Giovanni Paolo II, a sostegno del dialogo con il mondo ebraico. La cappella per l’adorazione poi, è sovrastata da un complesso scultoreo in bronzo realizzato da Kiko Argüello che rappresenta il sermone della montagna, Cristo con i 12 apostoli proprio sul monte dove il Signore pronunciò il discorso che è cuore del cristianesimo. (A cura di Sara Fornari)

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    Per i cento anni a della nascita di padre Riccardo Lombardi, una conferenza a Roma ha ricordato il senso del suo messaggio spirituale

    ◊   Una Messa e una conferenza, svoltesi ieri pomeriggio presso la parrocchia di Santa Maria in Trastevere, hanno ricordato a cento anni dalla nascita padre Riccardo Lombardi, gesuita fondatore del “Movimento per un Mondo Migliore”. Per l’occasione diverse testimonianze hanno raccontato le tappe salienti della vita di padre Lombardi e, soprattutto, il significato del messaggio del sacerdote, noto anche come “il microfono di Dio” per via della sua attività radiofonica. Dopo la proiezione di una serie di fotografie che ritraggono il gesuita insieme ad alcune importanti personalità della Chiesa del secolo scorso - fra cui Madre Teresa e Giovanni Paolo II - è stata infatti la volta dei ricordi con Don Giorgio Marchetti, il medico che ha assistito padre Lombardi durante gli ultimi anni di vita, che si è soffermato sul rapporto di amicizia che legava il gesuita a Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento dei Focolari: “Due strumenti nelle mani di Dio”. “Più volte - ha detto Marchetti citato da Avvenire - i due hanno pensato di fondere i movimenti, ma parlando con varie autorità la fusione non risultò opportuna”. “Allora Lombardi e Lubich incominciarono a collaborare anche con altri movimenti - ha aggiunto Marchetti - nella consapevolezza che i carismi che dona Dio alla Chiesa hanno ciascuno una sua fisionomia e devono andare avanti con la propria originalità”. Tra le testimonianze, si è registrato anche il contributo del fondatore della Comunità di Sant’Egidio, nonché docente di Storia contemporanea all’Università Roma Tre, Andrea Riccardi, che ha evidenziato l’aspetto di “uomo di governo” di Lombardi, che come “grande riformatore, ha sentito il cristianesimo sfidato dal comunismo”. Del "microfono di Dio", lo storico ha poi ricordato “la passione e l’inquietudine suscitata sulle folle”, e il rapporto con Papa Pio XII, dal cui Proclama del 1952 è nato il Movimento per un mondo migliore. Al termine della conferenza, il nunzio apostolico in Italia, l’arcivescovo Giuseppe Bertello, ha presieduto la Messa celebrata per il centenario della nascita di padre Lombardi. Nell’omelia, il presule ha parlato della passione del “microfono di Dio" che "esortava le folle in nome di Gesù alla conversione personale e collettiva, alla riconciliazione e alla giustizia sociale”. “Con fede e passione - ha infine ricordato padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana e direttore generale della Radio Vaticana, nonché nipote del gesuita - si è fino all’ultimo identificato nel segno della croce”. (M.G.)

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    Presentate ieri a Macerata le iniziative per il IV centenario della morte di Padre Matteo Ricci

    ◊   Ponte di dialogo tra la Cina e l’Occidente. Così mons. Claudio Giuliodori, vescovo della diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, ha definito padre Matteo Ricci nel corso della presentazione, avvenuta ieri a Macerata, delle celebrazioni per ricordare nel 2010 i quattrocento anni dalla morte del gesuita. Fondatore della prima missione cattolica a Sciaochin, oggi Zhaoqin, il religioso - maceratese di nascita - ha dato un apporto fondamentale al dialogo e alla reciproca comprensione tra Cina e Europa, introducendo le grandi conoscenze dell’Occidente come la matematica e la geometria e consegnando al mondo, con i suoi scritti, il pensiero della civiltà cinese. Grande il rispetto conseguito tra la popolazione locale tanto che, in occasione della sua morte, l’imperatore consentì la sepoltura in Cina di Padre Ricci, cosa non permessa dagli usi e costumi locali. Per onorare la sua figura, è gia al lavoro il Comitato nazionale per le celebrazioni ricciane costituito dalla diocesi, dal comune, dalla regione e dalla provincia insieme all’Università di Macerata. “Padre Matteo Ricci - ha detto mons. Giuliodori - resta un gigante dell'umanità, dal grande spessore umano: un maceratese con cui i maceratesi non possono non misurarsi”. Le celebrazioni rappresentano così “un’opportunità di confronto religioso e culturale - ha aggiunto il presule- in un contesto attuale progredito sotto il profilo tecnologico ma bisognoso di ulteriore conoscenza”. Il vescovo non ha mancato di ricordare l’impegno del Papa nel favorire il dialogo con la Cina e proprio il gesuita può rappresentare la “cerniera” ideale tra Oriente e Occidente. La stessa città di Macerata potrebbe inoltre costituire “un ponte di interazione”, grazie anche al Seminario diocesano nel quale sono presenti tre sacerdoti di origine asiatica. “Stiamo lavorando - ha aggiunto ancora mons. Giuliodori - nella prospettiva di ripercorrere lo straordinario servizio che il gesuita ha compiuto, in un'ottica di inculturazione della fede e servizio missionario”. (B.C.)

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    Italia, un 2007 record per le esportazioni di armi. L'incremento pari al 9 per cento rispetto al 2006

    ◊   Il Rapporto annuale presentato ieri dalla Presidenza del Consiglio dei ministri consegna all’Italia un record di esportazione di armi, che nel 2007 ha sfiorato i 2,4 miliardi di euro, con un incremento del 9,4 per cento rispetto al 2006. Roma è il primo fornitore di armamenti al Pakistan, che porta nelle casse italiane 471,6 milioni di euro. A seguire, la Turchia, la Malaysia e l’Iraq, mentre in Europa spicca come compratore di armi “made in Italy” la Finlandia, seguita dal Regno Unito. Primato anche per le operazioni d’appoggio al commercio di armi da parte delle banche che salgono ad oltre 1,2 miliardi di euro. Sempre nel 2007, l’Italia ha importato armi con 93 operazioni definitive per un totale di 52 milioni di euro. (B.C.)

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    In Gran Bretagna, un sondaggio rivela che molti adolescenti sono a serio rischio alcolismo

    ◊   In Gran Bretagna, un allarmante sondaggio riapre il dibattito intorno all’annosa piaga dell’alcolismo giovanile. Il rilevamento in questione ha preso in esame un campione di 10 mila adolescenti tra i 15 e 16 anni nel nord dell’Inghilterra, una delle aree più colpite dal fenomeno. In media, ognuno di loro consuma 177 pinte di birra l’anno, che equivalgono a circa 44 bottiglie di vino. La ricerca, condotta dalla Liverpool John Moores University e ripresa da Avvenire, sottolinea come quasi il 50% dei ragazzi ammette di bere almeno una volta a settimana. Di questa parte, circa il 42% dei maschi e il 40% delle ragazze è stato coinvolto in un episodio di violenza post-sbronza. Si sta poi diffondendo un'altra pericolosa abitudine che riguarda il 30% degli intervistati: il cosiddetto binge drinking, ovvero l'abbuffarsi di alcol fino a stordirsi.(M.G.)

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    Grande successo per il forum dell’Alleanza mondiale delle città contro la povertà, conclusosi ieri ad Atene

    ◊   E' terminato ieri ad Atene il sesto Forum internazionale dell’Alleanza mondiale delle città contro la povertà. La tre giorni di lavori, apertasi lo scorso mercoledì, ha visto la partecipazione di più di mille delegati, in rappresentanza di città di oltre 100 paesi di tutto il mondo. I rappresentanti delle varie municipalità hanno lavorato in uno sforzo congiunto per la programmazione di progetti di sviluppo locali, nell’ottica del raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio attraverso la promozione della democrazia. Al forum, tali municipalità hanno inoltre condiviso le loro esperienze in tema di fame, accesso all’istruzione primaria, acqua e servizi igienico-sanitari, mortalità infantile, mortalità materna, HIV/AIDS e divari di genere. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), le città più ricche si sono poi impegnate a cooperare con quelle dei Paesi in via di sviluppo. Uno dei risultati innovativi scaturiti da questo incontro è rappresentato dall’adozione di strategie locali legate a tempi e quantità prestabiliti, che determineranno gli obiettivi da raggiungere su vari aspetti della povertà in ogni città. L’UNDP ha sottolineato che la riunione è una risposta ad un appello del segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, ad intensificare gli sforzi volti a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio previsti per il 2015, essendo ormai giunti a metà dei tempi fissati. La Grecia, che sta celebrando l’anniversario della nascita della sua democrazia, avvenuta ad Atene 2500 anni fa, è stata scelta per questo evento perchè l’incontro è stato incentrato sul ruolo dei processi locali di partecipazione, come leva per stimolare lo sradicamento della povertà. (M.G.)

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    Accordo tra cattolici e ortodossi in Russia per l'assistenza spirituale a bambini ortodossi ospitati in centri cattolici

    ◊   In Russia la Chiesa ortodossa eserciterà un costante e attento monitoraggio sulle attività delle organizzazioni cattoliche, in particolare sugli orfanotrofi. La decisione è stata resa nota ieri a Vladimir, al termine dell’incontro del Gruppo di lavoro misto per i problemi tra cattolici ed ortodossi. “Il gruppo di lavoro - ha detto l’arciprete, Vsevolod Chaplin - è pronto a svolgere questi controlli e a provare a studiare una visione comune del modo con cui rendere più sistematiche le interrelazioni tra cattolici ed ortodossi”. L’arciprete ortodosso ha ricordato la necessità per i bambini ortodossi, ospitati in orfanotrofi e in altri istituti cattolici, di ricevere assistenza e servizio spirituale da sacerdoti ortodossi. Non si conosce il numero dei bambini ortodossi ospitati in centri cattolici, ma essi non dovrebbero essere più di 200. La decisione presa ieri, al di là del ristretto numero di bambini interessati, ha destato qualche sorpresa dato che i bambini ortodossi sono da sempre tutelati nell’esercizio della propria fede. (A.M.)

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    In vista del G8 di luglio, in Giappone, l’UNICEF lancia un concorso per i giovani sulle emergenze del mondo

    ◊   E’ il volto di David Beckham, stella del calcio inglese e neo-ambasciatore UNICEF, ad annunciare in un video l’iniziativa "Junior 8 Summit", la versione "giovane" del G8 che si terrà in Giappone dal 2 al 9 luglio. Si tratta di un invito ai giovani di età compresa fra i 13 e i 17 anni delle nazioni del G8 per realizzare video, presentazioni multimediali o elaborazioni scritte su diversi temi come povertà e sviluppo, malattie infettive, sopravvivenza dell’infanzia, cambiamenti climatici e riscaldamento globale. In palio, la possibilità di rappresentare i loro Paesi al summit giapponese. “I ragazzi hanno molto da dire e ottime ragioni da far valere. Penso che dovremmo ascoltarli", dice Beckam nel filmato. "I problemi di cui si discute ad incontri come il G8 - aggiunge - riguardano i bambini e i ragazzi non meno che gli adulti”. Come riporta l’agenzia SIR, il calciatore britannico invita i giovani a “far sentire la propria voce agli otto leader più importanti del mondo”. I vincitori potranno presentare un documento di proposte al J8 Summit, al quale parteciperanno insieme ai giovani rappresentanti del mondo in via di sviluppo. (B.C.)

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    Un rapporto di Human Rights Watch denuncia la giustizia saudita: bambini trattati come gli adulti

    ◊   Arresti e processi sommari per il semplice fatto di essere mendicanti, per essere scappati di casa o per essersi trovati in compagnia di ragazzi dell’altro sesso. Il trattamento riservato dal sistema giudiziario saudita ai minori è il medesimo di un adulto. L'ingiustizia viene denunciata nel rapporto “Grandi prima del tempo: i bambini nel sistema giudiziario saudita”, dall’organizzazione internazionale per i diritti umani "Human Rights Watch" (HRW). Il documento, citato da AsiaNews, rivela che la polizia saudita non fa distinzioni tra maggiorenni e minorenni e i bambini subiscono punizioni “da grandi”. Un giovane sotto accusa può essere detenuto per un periodo fino a sei mesi in attesa del processo, mentre le ragazze, per il semplice fatto di essere ‘femmine’, rischiano addirittura detenzioni per tempi illimitati giustificate dalla necessità delle autorità di “far loro da guida”. E ancora, i bambini in attesa di giudizio vengono tenuti nelle carceri insieme a criminali adulti, e normalmente i processi avvengono in assenza di avvocati o guardiani, anche nei casi estremi in cui c’è il rischio di una condanna a morte, di amputazione o di flagellazione. Il problema sta nel fatto che il sistema saudita non specifica l’età minima per poter trattare un minorenne come un adulto e la valutazione del grado di responsabilità criminale in realtà dipende dai segni dell’età dello sviluppo, come i peli o le mestruazioni, che le autorità si riservano di rilevare. Clarisa Bencomo, ricercatrice dei diritti dei bambini per HRW in Medio Oriente, commentando il rapporto ha lanciato l’allarme: “Questo sistema invece di aiutare i bambini a reintegrarsi nella società li espone a ulteriori abusi e pericoli”. (M.G.)

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    Conventi aperti in Svizzera, il 13 aprile, Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

    ◊   In occasione della prossima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni del 13 aprile, la Commissione per la pastorale vocazionale della Conferenza episcopale svizzera promuove la seconda edizione dell’iniziativa “La notte dei conventi”. Dall’11 al 12 aprile monasteri, conventi e comunità religiose apostoliche e contemplative, maschili e femminili di tutta la Confederazione elvetica apriranno le loro porte al pubblico per accogliere, pregare e parlare della vita consacrata. Scopo dell’iniziativa, la cui prima edizione si è svolta nel 2006, è di offrire spazi di incontro e di scambio e fare entrare i visitatori in contatto con le numerose comunità religiose presenti nei cantoni elvetici. Le due giornate saranno quindi un’occasione per promuovere e pregare per le vocazioni religiose di cui - ricordano gli organizzatori - la Chiesa in Svizzera ha urgente bisogno. Ogni comunità ha predisposto un proprio programma di attività che comprendono incontri di adorazione e preghiera, incontri di meditazione silenziosa, momnti di agape fraterna e visite alla scoperta dei vari aspetti della vita religiosa. (L.Z.)

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    Questa notte torna l’ora legale, lancette dell'orologio un'ora avanti

    ◊   Avvisiamo i nostri ascoltatori che alle ore 2.00 di domani, entrerà in vigore l'ora estiva europea, con conseguente spostamento delle lancette degli orologi in avanti di un'ora. L'ora legale resterà in vigore fino alla notte tra il 25 e il 26 ottobre. Non vi saranno cambiamenti di rilievo per il nostro Radiogiornale, che andrà in onda alle stesse ore.

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    24 Ore nel Mondo



    Almeno 281 morti in Iraq al quinto giorno di combattimenti

    ◊   Sono almeno 281 le persone che sono morte nell'offensiva lanciata dal governo di Baghdad contro le milizie sciite in varie città dell’Iraq, giunta al quinto giorno di combattimenti. Questa notte sono scoppiati violenti combattimenti tra forze di sicurezza irachene e milizie sciite a Kerbala. 12 persone morte, tutte nelle file dei miliziani. Il nostro servizio:


    E’ scoppiata nella notte la battaglia a Kerbala, città santa sciita, mentre a Baghdad si contano i morti al quinto giorno di violenti scontri armati tra forze di sicurezza irachene e truppe USA contro milizie sciite, nel grande sobborgo sciita di Sadr City. Almeno 133 morti e 647 feriti. Ma, sempre nella notte, c’è anche il bilancio di un raid aereo americano, denunciato da fonti giornalistiche: 8 morti e diversi feriti nel quartiere di Hanyaniya. Poche ore prima il presidente statunitense Bush aveva elogiato la decisione del premier iracheno Nuri al Maliki di lanciare l’offensiva contro gli 'elementi criminali' di Bassora, in una provincia dove la sicurezza è già in mano agli iracheni. Ha parlato di “momento decisivo nella storia di un libero Iraq”. Riconoscendo, poi, l’esplosione di nuova violenza in altre parti del Paese, come nella stessa capitale Baghdad, Bush ha ribadito che la situazione in Iraq continua a restare “pericolosa e fragile”. Intanto, cinque attiviste irachene per i diritti umani, membri del Movimento della Concordia Nazionale, sono venute in Italia per denunciare quelle che definiscono le “interferenze terroristiche iraniane” in tutti i campi della vita irachena - sociale, economico e politico - e per chiedere alla comunità europea un “intervento deciso” a difesa dei diritti umani in Iraq, in particolare dei diritti delle donne. Il loro movimento è guidato da Ayad Allawi, l'ex premier ad interim che vorrebbe instaurare un governo di unità nazionale composto dai partiti democratici e nazionalisti iracheni. Le donne che denunciano “il terrore, le violenze e l'oscurantismo” cui i miliziani iraniani sottoporrebbero le donne irachene provengono da diverse città del Paese: Ashraf City, Baghdad, Tikrit e Bakuba - e sono di confessione sia sciita che sunnita. Fàezèh Abidi, responsabile del settore “donne” del Movimento della Concordia Nazionale, spiega che “gli iraniani si infiltrano in Iraq per ottenere il controllo sulle risorse petrolifere e sui luoghi sacri dell'Iraq. Infine c’è da dire che c’è la prova della morte del vigilante austriaco Bert Nussbaumer rapito in Iraq nel novembre del 2006: l'FBI ha identificato con certezza, sulla base del DNA, i suoi resti, trovati con quelli di altri quattro contractor americani.

     
    Afghanistan
    Si è trattato di un attentato: l'esplosione verificatasi stamani in un edificio pubblico del Dipartimento per l'energia elettrica nel distretto di Gereshk, nella provincia afghana meridionale di Helmand, è stata rivendicata dai talebani e ha provocato almeno due morti e otto feriti. “L'esplosione ha provocato la morte di due impiegati e il ferimento di altri sei, oltre che di due civili” nell'edificio amministrativo, ha dichiarato il capo regionale della polizia, Mohammad Hussein Andiwal. L'edificio, spiega Abdiwal, è protetto da guardiani, ma ciò nonostante dell'esplosivo è stato piazzato al suo interno. “Come sia potuto accadere non lo so”, ha detto il dirigente di polizia. L'attentato è stato rivendicato dai talebani con una telefonata all'agenzia France Presse, spiegando che l'obiettivo era il capo distrettuale della polizia, Rezak Khan, che vi si reca spesso per incontrare altri funzionari.

    Pakistan
    Il governo del neopremier pachistano, Gilani, avrà l'appoggio unanime di tutto il parlamento: è quanto ha assicurato l’opposizione. Un passo, questo, che nella costituzione pachistana, rende non necessario il voto di fiducia. Gilani è dirigente del Partito popolare pachistano (PPP) dell'ex premier Benazir Bhutto, assassinata in un attentato il 27 dicembre scorso. Il PPP ha ottenuto la maggioranza relativa nelle elezioni dello scorso 18 febbraio, dalle quali il partito che appoggia il presidente, Pervez Musharraf, è uscito sonoramente sconfitto.

    L’ambasciatore olandese si scusa per il film anti islam diffuso in Pakistan
    Il Pakistan ha convocato ieri l'ambasciatore olandese per “protestare vivamente” contro la diffusione su Internet di un film anti islam realizzato da un deputato olandese. Le autorità hanno comunicato all'ambasciatore “la loro viva protesta contro il film di Geert Wilders che insulta l'Islam”, si legge in un comunicato del ministero. L'ambasciatore, secondo il ministero, ha definito “estremamente deplorevole e deprecabile” la diffusione del film aggiungendo che il governo olandese “respinge con forza il messaggio del film che mette sullo stesso piano Islam e violenza” e promette di perseguire Wilders. Quattromila persone hanno sfilato per le strade di Peshawar, nel nordovest del Paese, per denunciare la diffusione del film e le caricature di Maometto. I manifestanti, sotto la guida di un influente capo religioso, Amir Shah Qadri, hanno chiesto il boicottaggio dei prodotti danesi, olandesi e norvegesi da parte di 57 Paesi membri dell'Organizzazione della conferenza islamica.

    Vertice Paesi arabi
    “La sicurezza in Medio Oriente si può raggiungere attraverso la pace e il ritiro israeliano dai territori occupati”, ha affermato il presidente siriano Bashar al Assad nel discorso di apertura del 20.mo vertice della Lega Araba, il primo dell'alleanza panaraba a tenersi a Damasco. “La richiesta israeliana di sicurezza prima della pace è un'illusione”, ha detto ancora il presidente siriano alle delegazioni dei 22 Paesi della Lega Araba, la metà dei quali sono di basso livello. Alla riunione, che si concluderà domani, è assente il Libano, che ha accusato la Siria di ostacolare la soluzione della crisi che da oltre un anno di fatto paralizza la vita istituzionale libanese. All’incontro mancano metà dei leader dei 22 Paesi della Lega Araba. Dieci capi di Stato sono arrivati da Algeria, Comore, Kuwait, Libia, Mauritania, Qatar, Sudan, Tunisia, Emirati Arabi Uniti, e Autorità Palestinese. Arabia Saudita, Giordania, Bahrein, Oman, Marocco, Egitto, Yemen e Iraq saranno invece rappresentati da delegazioni di livello più basso, mentre il Libano non invierà alcun rappresentante e la partecipazione di Gibuti e Somalia non è ancora chiara.

    A Damasco si parla di crisi israelo-palestinese, di quella politico-istituzionale libanese, dell’Iraq e di molti altri temi. Su questi aspetti, Giancarlo La Vella ha intervistato Maria Grazia Enardu, docente di Relazioni Internazionali all’Università di Firenze:


    R. - Questo è un vertice già nato male, non solo per le assenze totali – per esempio i Libanesi non andranno – ma anche per le assenze parziali perché sia l’Arabia Saudita che l’Egitto manderanno rappresentanze di basso livello ed anche il re di Giordania e il re del Marocco non andranno, si faranno rappresentare dai ministri. Ma l’evento notevole di questo summit è che c’è un’altra presenza, non della Lega araba, cioè il ministro degli Esteri iraniano invitato fieramente dai padroni di casa siriani e questo è un elemento nuovo ed anche dirompente. Secondo gli egiziani, il summit non potrà che mettere in luce tutte le divisioni della Lega araba ed anche aggravarle e tutto sommato questo summit serve anche a confermare l’importanza della Siria perché la Siria sarà anche isolata, in una posizione minoritaria, ma ha un forte potere di interdizione e questo ne rilancia il ruolo.

    D. – Prof.ssa Enardu, come lei ha detto, tra le assenze illustri, quella del Libano; quale significato dare a questa decisione in un Paese già alle prese con una grave crisi politico istituzionale, tanti mesi senza presidente?

     
    R. – Sì, anche perché il Libano, forse letteralmente, non sa neanche chi mandare perché ha un governo estremamente diviso, una crisi politica, e inoltre in Libano c’è una forte richiesta di una componente che è quella di Hezbollah, cioè dei religiosi sciiti che si ritiene - giustamente - manovrati dalla Siria e a loro volta manovrati dall’Iran, anche se la complessità della situazione libanese è tale che non è soltanto causata da Hezbollah, è veramente una situazione in ogni caso estremamente complessa.

    Serbia e Unione Europea
    Nessun incontro a Brdo, in Slovenia, tra il ministro degli Esteri serbo, Jeremic, e il premier del Kosovo, Thaci, entrambi invitati alla riunione dei ministri degli Esteri della UE per discutere delle prospettive europee dei Balcani. Jeremic ha detto di dover rientrare in Serbia e di non poter aspettare l’arrivo dell’altro. Jeremic ha fatto un commento sulla presenza a Brdo di una delegazione autonoma di Pristina, rimarcando che la risoluzione dell'ONU 1244 fissa regole ben precise per quanto riguarda la presenza degli Stati negli eventi internazionali in materia, ad esempio, di bandiera e simboli. Ma il carattere informale di questa riunione dei ministri degli Esteri ha evitato controversie sull'uso di stendardi e simboli nazionali. In ogni caso, la Serbia si è detta “pienamente impegnata” a proseguire il proprio cammino di integrazione nell'Unione Europea, pronta a firmare anche domani l'ASA, l'accordo di pre-adesione. La firma è stata bloccata dalle autorità serbe per protesta contro la posizione favorevole dell'Unione Europea alla proclamazione di indipendenza del Kosovo. L'Olanda e il Belgio, però, hanno ribadito di essere contrarie ad accelerare l'integrazione della Serbia nella UE e a concedere subito la firma dell'accordo di preadesione ASA, se le autorità serbe non cattureranno l'ex comandante militare Ratko Mladic e il leader politico dei serbi di Bosnia, Radovan Karadzic. Entrambi sono ricercati dal Tribunale internazionale dell'Aja per genocidio e altri crimini, inclusa la strage di otto mila musulmani di Srebrenica, durante la guerra di Bosnia del 1992-95.

    Tibet
    Nuovo appello del Dalai Lama per il Tibet, sconvolto nelle scorse settimane dalla repressione delle manifestazioni anti cinesi. Il leader tibetano in esilio, da New Delhi, ha invocato l'aiuto della comunità internazionale per risolvere la crisi. Dalla capitale indiana, il servizio di Maria Grazia Coggiola:


    Da New Delhi, dove si trova per un ritiro spirituale, il Dalai Lama ha rivolto un nuovo accorato appello alla comunità internazionale per risolvere la grave crisi in Tibet: “Per favore aiutateci -ha detto- noi non abbiamo nessun potere se non quello della giustizia, della verità e della sincerità”. “Io posso solo pregare ma per il resto sono impotente”, ha aggiunto il 72enne leader spirituale tibetano che stamattina ha partecipato a una riunione di preghiera interconfessionale al mausoleo del Mahatma Ghandi. Il Dalai Lama aveva già fatto appello ieri alle autorità di Pechino perché riaprissero il dialogo. Davanti ai giornalisti ha poi denunciato l’aggressione demografica, come l’ha chiamata, che sta avvenendo in Tibet. A Lhasa i tibetani rimasti sarebbero appena centomila, la metà degli immigrati cinesi. Secondo fonti tibetane 140 persone sarebbero state uccise nelle settimane di repressione delle proteste antigovernative e un migliaio sarebbero gli arresti indiscriminati. Dopo la missione dei giornalisti, che si è già conclusa, oggi rientra dal Tibet anche la delegazione dei diplomatici di 15 Paesi invitati dal governo di Pechino che aveva accusato il Dalai Lama e i suoi sostenitori di aver sobillato e organizzato le proteste per screditare l’immagine della Cina a cinque mesi dall’inizio dei Giochi olimpici. (Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola)

     
    Birmania
    Il Consiglio delle Nazioni Unite sui diritti umani ha approvato ieri una risoluzione di condanna per la Birmania. Il testo critica le violazioni “sistematiche dei diritti umani e delle libertà fondamentali, e l’alto numero di prigionieri politici”. La risoluzione ricorda poi la repressione delle manifestazioni pacifiche del settembre 2007, esortando le autorità dell’ex Mynamar ad avviare un dialogo nazionale con le parti in causa.

    Timor Est
    Prorogato fino al prossimo 22 aprile lo stato d’emergenza a Timor Est. A riferirlo la missione ONU a Dili, parlando una situazione “stabile, ma delicata”. Le autorità locali avevano proclamato lo stato d’emergenza lo scorso 11 febbraio, dopo un attentato compiuto contro il presidente Ramos Horta.

    Tanzania
    Almeno sei persone sono morte e altre decine risultano oggi disperse nell'inondazione di una miniera nel nord della Tanzania. Lo rende noto una fonte della polizia. La compagnia proprietaria della miniera ha dichiarato che al momento dell'incidente all'interno risultavano esserci 87 minatori. “Abbiamo recuperato finora sei corpi e stiamo cercandone altri”, ha detto la fonte della polizia. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 89

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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