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Sommario del 23/03/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • La Risurrezione di Gesù è un evento d'amore. Il Mistero pasquale si manifesti in ogni parte del mondo, soprattutto nelle terre martoriate. Così il Papa nel messaggio Urbi et Orbi
  • Alla Veglia pasquale, presieduta ieri, il Papa sottolinea che la morte di Gesù è “una novità unica che cambia il mondo”
  • Oggi in Primo Piano

  • Pasqua nel mondo: la Risurrezione di Cristo fonte di speranza per i fronti caldi della Terra
  • Dall’inferno della tossicodipendenza alla pienezza della vita nell’incontro con Cristo: l’esperienza di Mirco Buldrini della comunità “Nuovi Orizzonti”
  • Nel pomeriggio, in ondia su Rai 3, il documentario "Primo giorno di Dio" girato in tre classi interconfessionali

  • Chiesa e Società

  • Dalla Terra Santa, i capi religiosi cristiani invitano i dirigenti politici palestinesi e israeliani a ricercare “la giusta via verso la sicurezza e la pace”
  • Nello Stato africano del Burkina Faso cresce il numero delle vittime per un’epidemia di meningite
  • Film, convegni, celebrazioni ecumeniche e feste latino-americane per ricordare a Roma, il 28 mo anniversario del martirio di monsignor Oscar Romero
  • Si avvia alla conclusione il pellegrinaggio dell’Arca dell’Alleanza fra le diocesi del Canada. Al via oggi l’ultima tappa
  • Al via a Durham, in Inghilterra, il primo centro di studi cattolici in un’università pubblica
  • Aperte le iscrizioni ai campi di lavoro estivi dell’associazione IBO Italia a Roma e Rieti, che impegnano giovani in lavori manuali presso le strutture di accoglienza
  • 24 Ore nel Mondo

  • Taiwan: affermazione per i conservatori nelle elezioni presidenziali di ieri
  • Il Papa e la Santa Sede



    La Risurrezione di Gesù è un evento d'amore. Il Mistero pasquale si manifesti in ogni parte del mondo, soprattutto nelle terre martoriate. Così il Papa nel messaggio Urbi et Orbi

    ◊   “Gesù Cristo è morto e risorto per tutti”: Egli è la nostra speranza che ha cambiato il corso della storia, infondendo “un rinnovato senso e valore alla vita dell’uomo”. In piazza San Pietro il Papa, di fronte ad una distesa di ombrelli colorati di migliaia di fedeli accorsi a dispetto della pioggia sferzante, ha annunciato con queste parole l’evento sorprendente della Risurrezione di Gesù. Durante il messaggio Urbi et Orbi, pronunciato dopo la Santa Messa presieduta sul sagrato della Basilica, Benedetto XVI ha anche auspicato che il Mistero pasquale si manifesti in ciascuno di noi e, specialmente, in regioni martoriate come il Darfur, la Somalia, l’Iraq, il Libano, la Terra Santa ed il Tibet. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    (canto)

    Χριστός ανέστη
     
    Cristo è risorto ed è Gesù crocifisso e risorto – afferma Benedetto XVI – che ci ripete oggi questo annuncio di gioia:

    “Resurrexi, et adhuc tecum sum”

     
    “Sono risorto e sono ancora e sempre con te”. In queste parole - spiega il Papa - la Chiesa riconosce la voce stessa di Gesù che, risorgendo, si rivolge al Padre:

    “Nella solenne veglia di Pasqua le tenebre diventano luce, la notte cede il passo al giorno che non conosce tramonto. La morte e Risurrezione del Verbo di Dio incarnato è un evento di amore insuperabile, è la vittoria dell'Amore che ci ha liberati dalla schiavitù del peccato e della morte. Ha cambiato il corso della storia, infondendo un indelebile e rinnovato senso e valore alla vita dell'uomo”.

    Le parole “Sono ancora e sempre con te” – aggiunge il Papa - sono un invito a “contemplare Cristo risorto, facendone risuonare nel nostro cuore la voce” e riguardano anche noi “figli di Dio e coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare alla sua gloria”:

    “Grazie alla morte e Risurrezione, il Signore dice anche a noi: Sono risorto e sono sempre con te”.

    L’odierna solennità – sottolinea Benedetto XVI – è un invito “a seguire docilmente le orme dell’Agnello immolato per la nostra salvezza” e ad imitare il Redentore “mite e umile di cuore”. Il mistero pasquale – aggiunge – è un appello “a convertirci all’Amore”, rifiutando l’odio e l’egoismo. “L'evento sorprendente della Risurrezione di Gesù - si legge nel messaggio pasquale - è essenzialmente un evento d'amore: amore del Padre che consegna il Figlio per la salvezza del mondo; amore del Figlio che si abbandona al volere del Padre per tutti noi; amore dello Spirito che risuscita Gesù dai morti nel suo corpo trasfigurato”. Gesù risorto - prosegue il Papa - “invia anche noi dappertutto come testimoni della sua speranza”:

    “Fratelli e sorelle cristiani di ogni parte del mondo, uomini e donne di animo sinceramente aperto alla verità! Che nessuno chiuda il cuore all'onnipotenza di questo amore che redime! Cristo è morto e risorto per tutti: Egli è la nostra speranza!”.

    Benedetto XVI esorta ad aprirsi con sincera fiducia a Cristo risorto, perché la forza rinnovatrice del Mistero pasquale si manifesti in ogni parte del mondo, in particolare nelle regioni africane del Darfur e della Somalia, in Medio Oriente e in Tibet. Fissando lo sguardo dell’animo nelle piaghe gloriose del suo corpo trasfigurato – osserva il Santo Padre - possiamo capire il senso e il valore della sofferenza”; possiamo lenire tante ferite che continuano “ad insanguinare l’umanità anche ai nostri giorni”:

    "Quante volte le relazioni tra persona e persona, tra gruppo e gruppo, tra popolo e popolo, invece che dall'amore, sono segnate dall'egoismo, dall'ingiustizia, dall'odio, dalla violenza! Sono le piaghe dell'umanità, aperte e doloranti in ogni angolo del pianeta, anche se spesso ignorate e talvolta volutamente nascoste, piaghe che straziano anime e corpi di innumerevoli nostri fratelli e sorelle".

    Le piaghe dell’umanità – conclude il Papa – attendono di essere lenite dalle piaghe del Signore risorto e dalla solidarietà di quanti spargono “segni luminosi di speranza nei luoghi insanguinati dai conflitti e dovunque la dignità della persona umana continua ad essere vilipesa”.

    (Suono di campane)

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    Alla Veglia pasquale, presieduta ieri, il Papa sottolinea che la morte di Gesù è “una novità unica che cambia il mondo”

    ◊   Nella morte di Gesù, c’è “una novità unica che cambia il mondo”: così Benedetto XVI, nell’omelia della Veglia Pasquale, presieduta ieri sera nella Basilica Vaticana. Al centro delle sue parole, anche l’invito alla pace e alla riconciliazione nel mondo: “ i credenti – ha detto il Santo Padre – non sono mai totalmente estranei l’uno all’altro”. Nel corso della Veglia, il Papa ha battezzato 7 persone, 5 donne e 2 uomini, provenienti dall’Italia, dal Camerun, dalla Cina, dagli Stati Uniti e dal Perù. Tra loro, anche Magdi Allam, il giornalista di origine egiziana, vicedirettore “ad personam” del “Corriere della Sera”. Il servizio di Isabella Piro:


    (canto: Lumen Christi)

     
    “Cristo, Luce del mondo”: l’invocazione è risuonata per tre volte nella Basilica Vaticana, completamente al buio. Poi, si sono accese le luci e, come recita l’Annunzio pasquale, “un inno di gloria ha salutato il Signore risorto”, la cui luce “ha vinto le tenebre del mondo”. Così, con il passaggio simbolico dalle tenebre alla luce, ha avuto inizio la Veglia pasquale, la “madre di tutte le veglie”, secondo la definizione di Sant’Agostino. Dominata dai colori del bianco e dell’oro, la Basilica di San Pietro era affollata di fedeli. A tutti, uno per uno, sono giunte le parole del Papa, che ha sottolineato come nella morte di Gesù ci sia “una novità unica che cambia il mondo”:

     
    "Col suo morire Egli entra nell’amore del Padre. Il suo morire è un atto d’amore. L’amore, però, è immortale. Per questo, il suo andare via si trasforma in un nuovo venire, in una forma di presenza che giunge più nel profondo e non finisce più".

     
    Mediante l’atto d’amore, ha continuato Benedetto XVI, Gesù può passare attraverso l’io e il tu, ieri ed oggi, il passato ed il domani. E attraverso il Battesimo, arriva dentro di noi:

     
    "Nel Battesimo il Signore entra nella vostra vita per la porta del vostro cuore. Noi non stiamo più uno accanto all’altro o uno contro l’altro. Egli attraversa tutte queste porte. È questa la realtà del Battesimo: Egli, il Risorto, viene, viene a voi e congiunge la vita sua con quella vostra, tenendovi dentro al fuoco aperto del suo amore. Voi diventate un’unità, una cosa sola con Lui, e così una cosa sola tra di voi".

     
    Per questo, ha sottolineato il Santo Padre, “le persone battezzate e credenti non sono mai veramente estranee l’una per l’altra”: pur separate da “continenti, culture, strutture sociali o anche distanze storiche”, quando si incontrano, si conoscono “in base allo stesso Signore, alla stessa fede, alla stessa speranza, allo stesso amore”, che li formano:

     
    "I credenti non sono mai totalmente estranei l’uno all’altro. Siamo in comunione a causa della nostra identità più profonda: Cristo in noi. Così la fede è una forza di pace e di riconciliazione nel mondo: è superata la lontananza, nel Signore siamo diventati vicini (cfr Ef 2, 13)".

     
    (canto: Alleluia)

     
    Quindi il Papa si è soffermato sui due elementi fondamentali del Battesimo, l’acqua e il fuoco. Come Mosè è stato salvato dalle acque, Gesù ci conduce fuori dal mare della morte, dal mare “così spesso oscuro della storia” e ci attira “dentro la vera vita”. Ma Gesù, ha aggiunto Benedetto XVI, non ha fatto solo questo: con la “radicalità del suo amore”, Cristo “ha veramente preso la luce dal cielo e l’ha portata sulla terra, la luce della verità” che giunge a noi tramite il Battesimo e che dobbiamo proteggere:

     
    "Questa luce della verità che ci indica la via, non vogliamo lasciare che si spenga. Vogliamo proteggerla contro tutte le potenze che intendono estinguerla per rigettarci nel buio su Dio e su noi stessi. Il buio, di tanto in tanto, può sembrare comodo. Posso nascondermi e passare la mia vita dormendo. Noi però non siamo chiamati alle tenebre, ma alla luce".

     
    Questa luce, ha continuato il Papa, è insieme anche “fuoco, forza da parte di Dio, una forza che non distrugge, ma vuole trasformare i nostri cuori, affinché noi diventiamo veramente uomini di Dio e affinché la sua pace diventi operante in questo mondo”. Di qui, l’invito finale a volgersi sempre verso il Signore, “che è la Via, la Verità e la Vita”, e a sollevare interiormente il nostro cuore verso l’alto, “nella verità e nell’amore”. Perché solo così, ha concluso Benedetto XVI, possiamo diventare “persone pasquali, uomini e donne della luce”, ricolmi del fuoco di Dio.
     
    (canto: Regina Coeli)

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    Oggi in Primo Piano



    Pasqua nel mondo: la Risurrezione di Cristo fonte di speranza per i fronti caldi della Terra

    ◊   La speranza della Santa Pasqua si traduce in Medio Oriente nel tentativo di far ripartire il processo di pace. Un compito nel quale è impegnato il vicepresidente degli Stati Uniti, Dick Cheney, che a Gerusalemme avrà incontri con i dirigenti israeliani e palestinesi. Molto importante è l’accordo di riconciliazione tra Hamas e Fatah sul futuro della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, raggiunto sempre oggi, nel corso dei colloqui che si sono tenuti in Yemen. Un segnale positivo che giunge in un momento particolare, soprattutto per la comunità cristiana di Gerusalemme. Le celebrazioni pasquali di quest’anno, infatti, sono state caratterizzate dalla fine del mandato del Patriarca Latino Michel Sabbah. Il servizio di Sara Fornari:
     
    Stamattina, nella basilica della Risurrezione ha risuonato nuovamente l'Alleluia. Nel Santo Sepolcro di Gerusalemme infatti, la veglia di Pasqua si era svolta ieri mattina alle 6.30, per motivi di status quo. E così la basilica è stata la prima delle chiese di Gerusalemme, probabilmente anche del mondo, in cui si è celebrata la madre di tutte le veglie e si è elevato il Preconio, l'inno che canta la vittoria del Signore sulla morte e sul peccato. Ma il culmine della gioia pasquale nella basilica del Santo Sepolcro è avvenuta oggi, con la Santa Messa pontificale che richiama ogni anno molti fedeli locali e numerosi pellegrini. Iniziata stamattina alle 8.45 locali, è stata presieduta da mons. Michel Sabbah, che – essendo al termine del suo mandato – ha celebrato quest'anno l'ultima Pasqua come patriarca Latino. Hanno concelebrato anche il coadiutore patriarcale mons. Fouad Twal e molti sacerdoti da tutto il mondo. L'esultanza è esplosa dopo la proclamazione del Vangelo e con la liturgia eucaristica sull'altare posto proprio davanti alla tomba vuota. "Qui, il sepolcro vuoto, davanti al quale celebriamo questa mattina la nostra Pasqua, resta il testimone della nostra fede. E resta testimone dell'amore di Dio per tutta l'umanità"… ha detto mons. Sabbah, che ha proseguito l'omelia riflettendo sul significato della Pasqua, celebrata proprio nel luogo della Risurrezione. “Ecco cosa significa la Pasqua per noi: la morte che conduce alla vita, alla Risurrezione;  la morte che diviene per la potenza dell'amore e del perdono una forza redentrice che fa nascere un uomo nuovo. Passare dalla morte alla vita, ecco il senso di Pasqua, ecco il senso della speranza cristiana: ogni morte, ogni difficoltà condurrà a una vita rinnovata”. La celebrazione della Domenica di Pasqua ha una conclusione gloriosa, cioè la tradizionale processione che con l'Evangeliario compie tre volte il giro intorno all'Edicola, proclamando in diversi luoghi dell'Anastasis i quattro Vangeli della Risurrezione. Ancora una volta, stamattina, nella basilica, cuore della cristianità, ha riecheggiato il canto della chiesa esultante per questo rinnovato annuncio pasquale. (Per la Radio Vaticana, da Gerusalemme Sara Fornari)

     
    E’ nel segno della violenza la Pasqua in Iraq. Dieci soldati iracheni hanno perso la vita a Mossul in un attentato kamikaze contro una base dell’esercito. Sette le vittime in una sparatoria a Baghdad, bersagliata da numerosi colpi di mortaio. Nel Paese del Golfo, il popolo iracheno vive dunque la Santa Pasqua tra sofferenze ma anche nel segno della speranza. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, il nunzio apostolico nel Paese arabo, mons. Francis Chullikat:

    R. - Il popolo iracheno ed i cristiani iracheni, in particolare, vivono questa Pasqua con sentimenti di speranza in un futuro migliore. Le sofferenze e le difficoltà sembrano aver rafforzato ancora di più quello spirito di coraggio per affrontare anche questo periodo di prova che stanno vivendo nella loro storia. I cristiani iracheni non sembrano rassegnarsi alla situazione attuale e alle proprie sofferenze, ma si sentono sorretti dalla loro fede profonda, alla quale non vogliono rinunciare per nessun motivo e per la quale sono disposti a dare perfino la loro vita.

     
    D. – Oggi, fissando lo sguardo sull’Iraq, si possono scorgere luci di Risurrezione dopo i tempi del Calvario e della Croce?

    R. – Per noi cristiani il Calvario e la Croce non rappresentano una sconfitta, perchè per noi la sofferenza è uno strumento di salvezza. I cristiani iracheni accettano, quindi, l’attuale situazione nello spirito cristiano e, specialmente, nel momento della Settimana Santa. Cercano di testimoniare tale fede, radicata nella speranza di una vita nuova, perchè solo Gesù può rinnovare il mondo e portare la pace nei cuori degli uomini. E questo lo si vede partecipando alle cerimonie qui a Baghdad e in altre zone del Paese.

     
    La Pasqua di Risurrezione è la festa della speranza in Asia dove la minoranza cattolica vive questa festa in condivisione con le altre religioni e nel segno dell’aiuto a chi soffre. Particolarmente sentita questa Pasqua in Tibet, teatro nei giorni scorsi di violenze. La Cina è tornata ad attaccare il Dalai Lama che, con il suo atteggiamento, intenderebbe “boicottare le Olimpiadi”. Difficoltà anche in Afghanistan dove non si fermano le azioni militari contro i ribelli. Almeno 40 le vittime tra i talebani in un raid congiunto delle forze NATO e afghane. Una violenza che però si scioglie nell’annuncio di Cristo Risorto. Il servizio di Bernardo Cervellera:


    Pasqua in Asia segnata dal terrorismo e dalle tensioni sociali, ma anche dalla speranza che solo la pace di Cristo può donare. Le celebrazioni in Pakistan e in Indonesia avvengono sotto la vigilanza della polizia per paura di attacchi terroristi, ma i cristiani non si lasciano intimidire e partecipano numerosi alle liturgie. Per tutta la Quaresima hanno praticato la carità e l’aiuto verso i vicini di casa e i poveri dei loro quartieri, sia musulmani che cristiani. L’aiuto ai poveri è caratteristico anche di molte comunità ad Hong Kong, Seul, Bangkok, strappando tempo alla vita vorticosa di tutti i giorni, per mostrare amore soprattutto verso anziani e disabili. In Vietnam, la Chiesa è stimata persino dagli atei, che preferiscono fare donazioni ai cristiani per raggiungere poveri e lebbrosi nella società. Nell’Asia segnata dalla violenza, tutti pregano per la pace, fra questi anche l’unica comunità cattolica in Tibet. I cristiani tibetani, in tutto 500, hanno buoni rapporti con i monaci buddisti della regione. Ma la Pasqua è soprattutto la festa per i nuovi battezzati. In tutte le Chiese, alla veglia di notte, vi sono stati battesimi di catecumeni in India, in Cina e persino in Mongolia. La Chiesa in Mongolia è giovanissima, è nata nel ’92, e conta solo 400 membri. Quest’anno fra giovani e adulti vi sono stati 20 nuovi battezzati. (Per la Radio Vaticana, Bernardo Cervellera)

     
    Africa: continente simbolo delle piaghe del mondo. Tra le sofferenze non mancano esempi di speranza come l’Uganda dove venerdì prossimo verrà siglata un’intesa di pace definitiva tra il governo di Kampala e i ribelli. Il servizio di Giulio Albanese:


    “La Pasqua, per me che sono in Africa da una vita, segna nella fede il passaggio dalla vita alla morte, dalla condizione di schiavitù alla libertà e alla pace, quella della mia gente”. Scriveva così nel 2000 padre Raffaele Di Bari, missionario comboniano, ucciso proprio quell’anno in Uganda dai famigerati ribelli del sedicente Esercito di resistenza del signore. Un esodo, dunque, verso una nuova esistenza quello dettato dal mistero pasquale, di cui le Chiese africane sanno farsi interpreti, non fosse altro, perché ancora oggi nel linguaggio giornalistico contemporaneo, l’Africa rappresenta la metafora delle disgrazie che assillano il nostro povero mondo. In effetti, è davvero inquietante quanto sta accadendo nella tormentata regione sudanese del Darfur, come anche in terra somala, soprattutto a Mogadiscio e dintorni. Eppure, per quanto grandi possano essere le disgrazie che assillano le Afriche – è meglio usare il plurale, parlando di un continente grande tre volte l’Europa – occorre sforzarsi di andare al di là delle solite percezioni superficiali di certa comunicazione. A pensarci bene si tratta di veri e propri pregiudizi, retaggio dell’epoca coloniale, che condizionano spaventosamente l’immaginario nostrano. E sì, perché l’Africa, al singolare o al plurale, che dir si voglia, è un continente poliforme, contenitore di sapienza multisecolare, luogo di passioni, 'mare magnum' di etnie fatte di volti con le loro storie, distanti dal nostro mondo. Un continente, dunque, che non mendica la nostra beneficenza infarcita di stucchevoli pietismi, ma che invoca il riconoscimento, soprattutto a Pasqua, della propria dignità. (Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese)

     
    In un anno ricco di cambiamenti per l’America Latina, la Pasqua porta ancora di più la speranza di un rinnovamento possibile sulla scia dell’entusiasmo respirato ad Aparecida, in Brasile, in occasione della visita del Papa. Il servizio di Luis Badilla:


    Poche volte in tutta l’America Latina era risuonato così tante volte, nei messaggi episcopali e negli auguri di Buona Pasqua, la parola “speranza”. E non solo perché l’ultima enciclica di Benedetto XVI, “Spe Salvi”, ha richiamato tutti, in particolari i cristiani, a cercare il fondamento di ogni speranza ove essa vive e si fonda eternamente: Dio. I popoli latinoamericani e caraibici arrivano alla Pasqua 2008 con la percezione largamente condivisa che tale speranza, oltre ad essere necessaria, è anche possibile. Un tale sentimento ha guadagnato terreno a Cuba, ma anche in Bolivia, Argentina, Colombia, Venezuela e Brasile, per citare solo alcuni Paesi. Cresce nel cuore dei latinoamericani la convinzione che, come insegna la “speranza cristiana”, l'amicizia col Figlio di Dio incarnato, annida nel profondo della coscienza e che “le strutture giuste sono, come ha detto Benedetto XVI ad Aparecida il 13 maggio 2007, una condizione indispensabile per una società giusta" ma non nascono né funzionano "senza un consenso morale della società sui valori fondamentali e sulla necessità di vivere questi valori con le necessarie rinunce, perfino contro l'interesse personale”. E così, nell’ultimo anno, ovunque, senza falsi ottimismi considerati i molti ostacoli esistenti, è andata crescendo la presa di coscienza sulle questioni morali non più relegate al privato, bensì collocate al centro della vita sociale, economica, politica e culturale. Insomma, una Pasqua che i credenti sentono attraversata dall’urgenza del “consenso morale”.

     
    Anche in Europa il tempo di Pasqua è l’occasione per riflettere su come promuovere un’autentica rinascita spirituale. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, il presidente del Rinnovamento nello Spirito, Salvatore Martinez:


    R. – E’ necessario che l’Europa torni a pensare “cristiano”, senza permettere che umanesimo e cristianesimo appaiano separati, addirittura contrapposti. Si sta facendo in Europa dell’umanesimo ateo la nuova religione civile, violando la memoria culturale, sociale e spirituale che ha fatto grande l’Europa. La vera crisi europea è spirituale, prima che economica e politica. Per questo, c’è bisogno di una nuova rinascita spirituale, quasi per saldare le tre aree di Europa, che ancora non riescono ad incontrarsi: l’Europa del Nord, sempre più appagata, opulenta, preoccupata del benessere materiale, l’Europa dell’Est post comunista che desidera una vita nuova, e l’Europa del Sud in cui le tre religioni monoteiste, le grandi tradizioni culturali mediterranee fanno fatica a dialogare e a procedere in pace.

     
    D. – Alla luce anche degli insegnamenti e delle indicazioni dell’enciclica ‘Spe Salvi’, si possono scorgere segnali di speranza anche in questo tempo, in questa Europa?

     
    R. – Si, questi segnali vanno riaffermati, annunciati. C’è speranza perché c’è Cristo e chi ha Cristo non è mai solo. Questa meravigliosa compagnia la testimoniano ogni giorno migliaia di uomini e di donne, che riscoprono la fede come migliore alleata del vivere quotidiano, rendendo questa nostra Europa più solidale. Si schierano dalla parte degli ultimi, di chi soffre, di chi ha smesso di sperare.(Pasqua nel mondo a cura di Benedetta Capelli)

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    Dall’inferno della tossicodipendenza alla pienezza della vita nell’incontro con Cristo: l’esperienza di Mirco Buldrini della comunità “Nuovi Orizzonti”

    ◊   Risorgere in Cristo, riappropriarsi della propria vita amando il prossimo: è l’esperienza provata da Mirco Buldrini, 32 anni, responsabile a Trento della Comunità “Nuovi Orizzonti” di Chiara Amirante. La sua adolescenza è segnata dalla violenza, dalla droga, dall’odio verso gli altri e se stesso. Poi, l’incontro con Gesù che cambia la sua vita per sempre e gli ridona la speranza. Mirco ha raccontato la sua storia in questa intervista di Alessandro Gisotti:

     
    (musica)

     
    R. – Sono nato in una famiglia veramente problematica; una delle cose che più ha caratterizzato la mia infanzia e la mia adolescenza è stata proprio la situazione della solitudine e l’incapacità di relazionarmi con gli altri. A 15 anni ho fatto la mia prima esperienza di eroina, ho sentito come di essere entrato nella strada giusta per me, perché facilmente recuperavo tutte le sostanze, iniziavo ad avere soldi facili ... Così è andata avanti un po’ di anni, finché a 19 ho iniziato a fare la prima esperienza di carcere; dal carcere sono passato alla prima comunità, ho fatto quasi due anni, sono ricaduto ... Così, con il desiderio veramente profondo della morte, sono partito, mi sono trasferito a Verona, dentro la cartiera. La cartiera di Verona è un piccolo bronx, una fabbrica in disuso dove ci sono all’interno tutte le realtà di disagio. E così, mi sono lasciato andare fino a diventare quasi 50 kg (io sono alto quasi un metro e 90). Ho iniziato a fare una serie di overdose finché una sera, ero appunto lì, in questa cartiera, desideroso che la morte mi riprendesse proprio a livello corporeo, e ho incontrato Tommaso, uno dei responsabili di “Nuovi Orizzonti” e questo Tommaso mi è venuto incontro e mi ha detto delle parole semplicissime. Mi ha detto: “Ma tu lo sai che c’è la strada di Gesù anche per te?”.

     
    D. – Come questo incontro con Tommaso, che è un incontro con Cristo, ha cambiato la tua vita, radicalmente?

     
    R. – Era da vent’anni che non conoscevo più le mie lacrime. Sono scoppiato a piangere. Ho raccontato a Tommaso tutta la mia storia. Qualche giorno dopo sono entrato, finalmente, a “Nuovi Orizzonti”. Veramente, ogni volta che devo cercare di spiegare che cosa è cambiato concretamente nella mia persona e cosa ho fatto perché questo cambiasse e cosa ho fatto perché questo cambiasse, io non ho mai risposta, nel senso che mi ritrovo oggi ad avere tre figli, partecipare in maniera attiva a quest’opera che è “Nuovi Orizzonti” come responsabile di un centro, mi impegno ogni giorno nell’evangelizzazione della strada, nel fare quello che Tommaso ha fatto con me a suo tempo; mi impegno nell’accoglienza attiva, ho accolto, qui, 18 ragazzi dei quali mi occupo e per i quali sono diventato fondamentalmente un punto di riferimento, un papà ... Io non so dire, perché io non ho fatto un lavoro personale, dentro di me, di chissà quale livello psicologico; mi sono solamente lasciato catturare da questo amore, dalle persone che intorno a me, a titolo gratuito, volevano darmi una mano e volevano vedermi esprimere la parte migliore della mia vita. Ho incontrato nuove persone, ho incontrato Alessandra, che è diventata la mia sposa ... E dentro di me, ogni giorno, scopro che c’erano milioni di talenti che erano rimasti sotterrati dal dolore, dalla sofferenza, dal senso di inadeguatezza ... Ecco, se devo pensare ad una cosa che concretamente mi ha cambiato nell’incontro con Gesù, è stato proprio leggere il Vangelo ogni giorno; nel fare questo mi sono scoperto una persona capace di stare con gli altri, parlare, capace di amare, di avere qualche momento di silenzio che parla di pace, dell’amore che Dio ha per me e per ogni uomo.
     
    (musica)

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    Nel pomeriggio, in ondia su Rai 3, il documentario "Primo giorno di Dio" girato in tre classi interconfessionali
     

    ◊   Questo pomeriggio, alle ore 17.30, sarà trasmesso da RAI 3 il documentario Primo giorno di Dio di Gualtiero Pierce: in tre diverse classi confessionali di altrettante scuole romane – la cattolica “Antonio Rosmini”, l’ebraica “Vittorio Polacco” e quella integrativa della moschea “ El Fath” – i bambini raccontano insieme agli insegnanti il loro avvicinarsi alla fede e a Dio, lanciando così, con la loro serenità e innocenza, un formidabile invito al dialogo e alla convivenza pacifica. Il servizio di Luca Pellegrini:

     
    (musica)

     
    Ogni scolaresca entra nella sua classe. Sembrano tutte uguali. Invece, la prima si trova nel 2008, la seconda nel 5768 e la terza nel 1428. Eppure siamo a Roma. Com’è possibile? Il fatto avviene perché una classe è formata da bambini cattolici, una da bambini ebrei e l’ultima da bambini dell’islam. Le telecamere sono entrate con discrezione a filmare la loro giornata di studi e giochi, soprattutto la loro ora di religione. Con simpatia ed autenticità i piccoli alunni hanno raccontato il loro avvicinarsi alla fede e a Dio, con tutto ciò che alla fede, come prime idee, è connesso: il bene e il male, il Paradiso e la felicità, il rispetto per il prossimo e la creazione del mondo. Ne è nato un documentario appassionato e sereno, nel quale Gualtiero Pierce, è riuscito a scoprire molte cose sul rapporto tra questi bambini e Dio. Gli abbiamo chiesto se i bambini delle tre diverse classi dimostrano di avere più tratti in comune o più differenze nel loro rivolgersi a Dio?

     
    R. - Io direi che l’aspetto più interessante ed emozionante sono proprio i tratti comuni, cioè quanto i bambini nel momento in cui incontrano il Dio della propria fede, della propria famiglia, della propria comunità, siano comunque tutti assolutamente accomunati dallo stesso spirito dell’infanzia, dagli stessi sorrisi, dagli stessi pianti, dalle stesse emozioni, dalla stessa ingenuità. Questo è straordinario. E l’osservazione che noi abbiamo avuto la fortuna di fare, questa cosa ce l’ha restituita moltissimo.

     
    D. – Gualtiero, quali sono stati i momenti più commoventi?

     
    R. – C’è stato un momento molto, molto commovente proprio nella classe cattolica, quando l’insegnante Francesca ha dedicato una lezione alle parole del cuore duro, tutte le volte che diciamo “non voglio più giocare con te, non ti voglio più vedere” da sostituire con le parole di Dio. E ha chiesto ai bambini di scrivere una letterina dedicata a qualcuno; quindi un amico, un fratello, una sorella, in cui loro sostituivano il pensiero di una volta in cui avevano detto “non voglio più vederti, non voglio più giocare con te” con una parola che la maestra ha chiamato “del cuore di Dio”. Ha messo su una musica molto bella e i bambini si sono concentrati tutti quanti con le loro matite colorate a scrivere questi pensieri dedicati a qualcuno che in quel momento era assolutamente in cima ai loro pensieri e dentro il loro cuore. E’ stato un momento straordinario.

     
    D. – Primo giorno di Dio può essere anche un giorno non soltanto per i bambini, per gli adolescenti, ma può essere il primo giorno di Dio anche per gli adulti. Questo Gualtiero è un film per l’infanzia che però parla anche alle persone di maggiore età...

     
    R. – Io penso proprio di sì. E’ un film assolutamente, come si diceva un tempo, per grandi e piccini, proprio perché stavolta sono i piccoli che ci aiutano a capire quanto la pace, la convivenza, lo stare insieme agli altri può diventare davvero un gioco da ragazzi.

     
    (musica)

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    Chiesa e Società



    Dalla Terra Santa, i capi religiosi cristiani invitano i dirigenti politici palestinesi e israeliani a ricercare “la giusta via verso la sicurezza e la pace”

    ◊   E’ rivolto ai dirigenti politici palestinesi e israeliani il messaggio congiunto inviato dai capi religiosi cristiani di Terra Santa in occasione della Pasqua. I 13 esponenti cattolici, ortodossi, maroniti, copti, anglicani, luterani, siriaci e armeni – riferisce l’agenzia MISNA - invitano a ricercare un via alternativa e “giusta” alla soluzione del conflitto israelo-palestinese. “Non stiamo sottovalutando il fardello di quanti subiscono oggi continue violenze in Cisgiordania, nella Striscia di Gaza e nella società israeliana – si legge nel messaggio - tuttavia il Cristo Risorto ci ricorda e ci dice che abbiamo un ruolo da giocare e che dobbiamo cambiare la situazione attuale attraverso il potere e la forza che Egli ci dà. I modi usati fino ad ora per ottenere la sicurezza vanno cambiati. Se non lo saranno, rimarremo in un ciclo permanente di violenza”. E nell’auspicio che la pace e la gioia prendano il posto della paura e della confusione, i capi religiosi aggiungono: “Per voi, dirigenti di questa Terra, chiediamo che Dio vi dia la luce e la forza necessarie per sradicare la morte e la paura e ripristinare la pace nella sicurezza”. Un traguardo che è possibile raggiungere solo avendo chiaro il messaggio del Cristo Risorto. A tutti coloro che aspirano alla pace in Terra Santa, i capi religiosi cristiani chiedono infine di pregare affinché “le persone possano accettarsi a vicenda e questa Terra diventare terra di Resurrezione”. (C.D.L.)

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    Nello Stato africano del Burkina Faso cresce il numero delle vittime per un’epidemia di meningite

    ◊   Sale a 500 il bilancio delle vittime causate nel Burkina Faso da un’epidemia di meningite. Dall’inizio dell’anno - stando a quanto si apprende dall’ultimo bollettino del ministero della Sanità di Ouagadougou - nella regione nord-occidentale del continente africano sarebbero oltre 5 mila i casi di contagio. Il governo – riferisce l’agenzia MISNA - precisa che otto distretti, su 16 in cui si sono manifestati casi di contagio, hanno raggiunto livelli di epidemia. Le regioni lungo il confine con la vicina Costa d’Avorio sarebbero le aree più colpite, epicentro della diffusione. Dal 20 febbraio scorso nelle province di confine fra i due Paesi, l’infezione ha causato 44 decessi. A breve, i governi avvieranno programmi congiunti di vaccinazione e prevenzione. “Siamo in allerta e pronti ad affrontare l’emergenza, poiché abbiamo 168.000 dosi di vaccino e siamo in attesa di altri 900.000 campioni nelle prossime settimane” ha detto Ousmane Badolo, responsabile del ministero della Sanità del Burkina Faso. Nel 2007, la malattia infettiva aveva causato oltre 2000 morti in nove Paesi dell’Africa occidentale, appartenenti alla cosiddetta “cintura della meningite”; il 75% delle vittime proveniva dal Burkina Faso. (C.D.L.)

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    Film, convegni, celebrazioni ecumeniche e feste latino-americane per ricordare a Roma, il 28 mo anniversario del martirio di monsignor Oscar Romero

    ◊   Diverse le iniziative organizzate, come ogni anno, per le celebrazioni romane del 28.mo Anniversario del martirio di mons. Oscar Romero, l’arcivescovo di San Salvador considerato “martire della giustizia e della pace”. Nell’occasione – avverte l’agenzia Sir – si ricorda anche il 25 mo anniversario del martirio di Marianella Garcia Villas, avvocato dei poveri e difensore dei diritti umani. Ad organizzare le manifestazioni, un gruppo di associazioni riunite nel Comitato romano Oscar Romero. Ricco il calendario degli appuntamenti. Giovedì 27 marzo, alle ore 16, presso l’auditorium dell’UNICEF Italia (via Palestro, 68) si terrà la proiezione del film “Romero”, con testimonianze dal Salvador. Il giorno successivo, alle 15, alla Fondazione Basso (via Dogana Vecchia, 5) è in programma il convegno internazionale su “Marianella Garcia e i diritti umani nel Salvador ieri e oggi”. A seguire, alle 19, ci sarà una celebrazione ecumenica nella chiesa di San Marcello al Corso. Sabato 29 marzo all’auditorium della parrocchia di San Lino alla Pineta Sacchetti (via Cardinal Garampi, 60) vi sarà un incontro con mons. Demetrio Valentini, presidente di Caritas brasiliana. Domenica 30 marzo alle ore 11 si svolgerà una festa latino-americana presso Santa Maria della Luce a Trastevere, mentre sabato 5 aprile alle ore 22, è in programma un convegno su Marianella Garcia Villas presso l’Università Roma 3 (via Ostiense 159). (E. B.)

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    Si avvia alla conclusione il pellegrinaggio dell’Arca dell’Alleanza fra le diocesi del Canada. Al via oggi l’ultima tappa

    ◊   Sta per concludersi il pellegrinaggio dell’Arca della Nuova Alleanza fra le diocesi del Canada. Ha inizio oggi il tratto finale del viaggio che condurrà il simbolo del Congresso Eucaristico del Quebéc nell’omonima città, il 25 maggio prossimo, in occasione della solennità del Corpus Domini. In viaggio dal maggio 2006, l’Arca sosterà nei prossimi due mesi nei maggiori santuari nazionali, iniziando da quello dei Santi Martiri canadesi a Midland, per raggiungere l’Oratorio Saint- Joseph di Montréal, Notre-Dame-du-Cap a Trois Rivières e Saint_Antonie de Lac-Bouchette. L’Arca arriverà infine nella città di Québec dopo un’ultima visita alla Basilica di Saint-Anne-de-Beaupré. Costruita con legni provenienti da diversi Paesi del mondo, l’Arca ha iniziato il suo viaggio dopo la benedizione del Santo Padre in Vaticano, in occasione di una visita ad limina dei vescovi canadesi. La navicella è ornata da una grande quantità di icone che simboleggiano i tre grandi obiettivi del Congresso Eucaristico: catechetico, liturgico e di impegno personale in nome della fede. L’urna che sormonta la navicella è invece adornata da dipinti realizzati da monaci ortodossi romeni. Le offerte raccolte per la loro realizzazione sono state in parte devolute ad un orfanotrofio in Romania diretto dalle suore oblate dell’Assunzione. (C.D.L.)

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    Al via a Durham, in Inghilterra, il primo centro di studi cattolici in un’università pubblica

    ◊   Il primo centro di studi cattolici, con annessa cattedra di teologia, di un ateneo laico sarà inaugurato il prossimo mese di maggio dall’università di Durham e dalla Chiesa cattolica inglese. Secondo quanto riporta l’agenzia Sir, il centro si chiamerà “Bede chair”, ovvero “cattedra di Beda” in omaggio a uno dei Santi inglesi più noti e i finanziamenti arrivano da donazioni fatte da due ordini religiosi e dalla fondazione “Ballinger Trust” alla diocesi di Hexham e Newcastle e raccolte dal vescovo, mons. Kevin Dunn, scomparso recentemente. Anche l’università sosterrà l’iniziativa con diecimila sterline, circa quattordicimila e duecento euro, che, per un periodo di tre anni serviranno per avviare il progetto. L’ateneo di Durham spera così di diventare un centro di importanza mondiale per la teologia cattolica ed è alla ricerca di un accademico cattolico di fama che possa diventare il primo titolare della cattedra di Beda. L’università spera di nominare il titolare della cattedra entro il mese di settembre. Il direttore Paul Murray ha annunciato che nel centro si studierà in modo rigoroso il cattolicesimo. “E’ bene - ha detto - che le diverse tradizioni religiose siano studiate insieme e in dialogo con tutte le risorse accademiche che una università pubblica può mettere a disposizione”. (E.B.)

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    Aperte le iscrizioni ai campi di lavoro estivi dell’associazione IBO Italia a Roma e Rieti, che impegnano giovani in lavori manuali presso le strutture di accoglienza

    ◊   Al via in questi giorni le iscrizioni ai campi di lavoro estivi organizzati da IBO Italia (Associazione italiana soci costruttori), organizzazione non governativa di volontariato internazionale, con sede a Ferrara, attiva da 50 anni nei campi di lavoro e solidarietà. IBO Italia si occupa anche di progetti di cooperazione internazionale, in Romania, Kenya, India e Perù, adozioni a distanza, in India, servizio civile e formazione aziendale. I campi di lavoro e solidarietà – riferisce l’agenzia Sir - sono esperienze di volontariato a breve termine (da 2 a 4 settimane) aperte a tutti, dai 16 anni in su, che impegnano in lavori manuali di risistemazione di edifici o in attività di animazione presso comunità d’accoglienza e associazioni. Le attività riuniscono persone provenienti da Paesi e culture diverse, accomunati dalla voglia di aiutare concretamente le comunità che li accolgono. Quest’anno se ne svolgerà uno dal 6 al 19 luglio 2008 presso l’associazione Casa Sant’Anna di Roma servirà ad accogliere donne che hanno subito violenza o madri con bambini in situazione di disagio. Un altro, dal 13 al 26 luglio, è presso la Cooperativa “Consortium” di Rieti dove i volontari saranno impegnati in una cooperativa che si occupa di produzioni biologiche. L’obiettivo è di creare un parco agro economico dove sperimentare un’agricoltura sostenibile e servizi culturali e didattici. (E. B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Taiwan: affermazione per i conservatori nelle elezioni presidenziali di ieri

    ◊   Il candidato nazionalista del Kuomintang Ma Ying-jeou è il nuovo presidente di Taiwan. Col 58% dei voti, l’ex sindaco di Taipei ha vinto le elezioni presidenziali decretando la sconfitta del candidato del Partito Democratico Progressista (DPP), Frank Hsie. Sale dunque al governo il partito favorevole ad una riunificazione dello Stato di Taiwan con la Cina anche se, nelle sue prime dichiarazioni da presidente, Ma Ying-jeou ha chiarito che firmerà un trattato di pace con Pechino solo se questo ritirerà i missili schierati contro l'isola. Ha anche detto che darà l’assenso alla riunificazione solo quando la Cina sarà diventata un Paese democratico. Possibile il boicottaggio dei giochi olimpici di Pechino se la situazione in Tibet dovesse peggiorare.

    Sri-Lanka- violenza
    Fiammata di violenza in Sri Lanka. Sono almeno 85 i ribelli delle Tigri Tamil e cinque i soldati di Colombo uccisi nei nuovi scontri avvenuti nel nord del Paese. Dal 1983, gli insorti si battono per creare uno Stato indipendente; il conflitto è costato la vita ad oltre 70 mila persone.

    Belgio-politica
    Il Parlamento belga ha votato ieri la fiducia al nuovo governo del premier Yves Le terme. Dopo nove mesi di tentativi, negoziati e consultazioni, il Belgio ritrova stabilità. Composto da una coalizione di cinque partiti, il nuovo governo ha collezionato 97 voti a favore e 48 contrari. Astenuto dal voto, il leader del Partito nazionalista fiammingo, Bart De Wever, che comunque fa parte dell’esecutivo.

    Turchia-curdi
    Si è conclusa con il bilancio di una vittima la manifestazione di ieri a Van, in Turchia, indetta per festeggiare il capodanno curdo ma poi trasformatasi in un’iniziativa a sostegno dei separatisti del PKK, Partito dei lavoratori del Kurdistan. Nelle manifestazioni, svoltesi in tutto il Paese della Mezzaluna, diverse persone sono rimaste ferite negli scontri con agenti delle forze dell’ordine impegnati a disperdere, anche con l’uso di gas lacrimogeni, i raduni organizzati.

    Austria – terrorismo
    Forse imminente la liberazione dei due austriaci rapiti lo scorso 22 febbraio in Tunisia da una cellula di Al-Qaeda, e tenuti in ostaggio a nord di Bamako, capitale del Mali. Lo ha detto il portavoce del governatore della Carinzia, Joerg Haider. Un momento di svolta nelle trattative avviate da settimane grazie alla mediazione di Saif al-Islam, figlio di Muammar Gheddafi. In cambio della liberazione di Wolfgang Ebner e Andrea Kloiber, Al-Qaeda avrebbe chiesto il rilascio di estremisti detenuti in Tunisia e Algeria ma anche il pagamento di un riscatto.

    Colombia
    Liberare gli ostaggi delle FARC in territorio francese. Questo prevede l’accordo, in via di definizione, tra le Forze armate rivoluzionarie della Colombia e il governo di Parigi. Secondo un’intervista rilasciata dall'ex ostaggio Luis Eladio Perez al quotidiano argentino Clarin, il progetto prevede anche il rilascio di alti responsabili della guerriglia attualmente nelle carceri colombiane. Se il piano dovesse essere approvato sia Ingrid Betancourt, ex candidata alle presidenziali colombiane rapita sei anni fa, che numerosi altri ostaggi saranno rilasciati in Martinica o nella Guyana francese. La nuova strategia, approvata dal presidente francese Nicolas Sarkozy, sarà a breve sottoposta al parere dei presidenti di Venezuela e Colombia, Hugo Chavez e Alvaro Uribe.

    India-missile
    Test missilistico in India. New Delhi ha sperimentato il lancio, al largo di Orissa, di un missile balistico in grado di montare una testata nucleare. Il razzo è in grado di trasportare una carica fino ad una tonnellata.

    Giappone
    Grave omicidio in Giappone. Un uomo, in preda ad un raptus, ha ucciso una persona e ne ha ferite altre sette a Tsuchiura, circa 50 km a nord est di Tokyo. Era già ricercato per un altro assassinio, la polizia è riuscita ad arrestarlo.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli e Claudia di Lorenzi)

     
     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 82

     
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