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Sommario del 14/03/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Si è spenta Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari. Il Papa: una vita spesa per la fratellanza tra i popoli e segnata dall'amore per Gesù abbandonato. I funerali, il 18 marzo, presieduti dal cardinale Bertone, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura
  • Superare le tensioni e promuovere una vera pace fondata sulla giustizia e la libertà: l’esortazione del Papa al nuovo ambasciatore della Bolivia
  • Altre udienze
  • La gioia contagiosa della misericordia di Dio: l’ha indicata Benedetto XVI ai giovani romani riuniti in preghiera in San Pietro per la Liturgia penitenziale
  • Lunedì prossimo il Papa presiederà una Messa in suffragio di mons. Rahho
  • Padre Cantalamessa alla predica di Quaresima: va recuperata la "lettura spirituale" della Bibbia come ai primi tempi della Chiesa, senza limitarla alle sole esegesi filologiche
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Dolore e commozione alle esequie di mons. Rahho, il cui corpo è stato trovato ieri a Mossul
  • Aperta in Vaticano la la rassegna fotografica “Roma – Santiago/Santiago – Roma. Itinerari, segni e memoria dell’Europa del pellegrinaggio”
  • Chiesa e Società

  • Il cardinale Bertone inaugura a Roma il nuovo Campus Bio-medico dell'Opus Dei
  • In Burkina Faso si aggrava il bilancio dell’epidemia di meningite
  • Inizia oggi a Bogotá l’incontro dei bambini lavoratori sudamericani riuniti nelle reti NATS
  • Brasile: entrata in vigore la legge per promuovere una maggiore conoscenza sui popoli nativi
  • Sri Lanka: le violenze della guerra civile denunciate dalle donne di ogni etnia del Paese
  • Filippine: a Mindanao 14 associazioni cristiane e musulmane firmano un accordo di pace
  • In Algeria la Commissione per i riti non musulmani sospende dieci associazioni protestanti
  • Lettera dei vescovi canadesi sull'ambiente
  • Passa per internet il rinnovato impegno della Chiesa coreana per la riconciliazione e l’evangelizzazione delle due Coree
  • Appello dei vescovi irlandesi per aiutare i giovani ad andare a Messa
  • Resi noti i temi della catechesi per la GMG. A Sydney è prevista la partecipazione di oltre 125 mila giovani
  • Il tribunale di Foggia respinge il ricorso di un'associazione contro la riesumazione del corpo di Padre Pio
  • 24 Ore nel Mondo

  • Iran al voto per rinnovare il parlamento. Riserve dell'opposizione
  • Il Papa e la Santa Sede



    Si è spenta Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari. Il Papa: una vita spesa per la fratellanza tra i popoli e segnata dall'amore per Gesù abbandonato. I funerali, il 18 marzo, presieduti dal cardinale Bertone, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura

    ◊   Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, si è spenta nella notte, intorno alle 2.00, nella sua abitazione a Rocca di Papa, "in un clima sereno, di preghiera e di intensa commozione" riferisce una nota. Aveva 88 anni. Malata da tempo, aveva chiesto negli ultimi giorni di lasciare il Policlinico Gemelli per tornare a casa. Il Papa in un telegramma inviato questa mattina ha espresso il suo profondo cordoglio. Il servizio di Sergio Centofanti.


    “Ho appreso con profonda emozione” la notizia della morte di Chiara Lubich “sopraggiunta al termine di una lunga e feconda vita segnata instancabilmente dal suo amore per Gesù abbandonato”. Inizia così il telegramma del Papa. “In quest’ora di doloroso distacco – prosegue Benedetto XVI – sono spiritualmente vicino con affetto ai familiari e all’intera Opera di Maria-Movimento dei Focolari che da lei ha avuto origine, come pure a quanti hanno apprezzato il suo impegno costante per la comunione nella Chiesa, per il dialogo ecumenico e la fratellanza tra tutti i popoli”. Il Pontefice ringrazia il Signore “per la testimonianza della sua esistenza spesa nell’ascolto dei bisogni dell’uomo contemporaneo in piena fedeltà alla Chiesa e al Papa” ed esprime l’auspicio “che quanti l’hanno conosciuta e incontrata, ammirando le meraviglie che Dio ha compiuto attraverso il suo ardore missionario, ne seguano le orme mantenendone vivo il carisma”. Numerosissimi i messaggi di cordoglio che continuano a giungere dal mondo intero, da parte di leader religiosi, politici, civili e da tanta gente comune. I funerali si svolgeranno martedì prossimo 18 marzo alle 15.00 nella Basilica di San Paolo fuori le Mura e saranno presieduti dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. Dalle 16.00 di oggi sarà aperta la camera ardente nel Centro internazionale del Movimento a Rocca di Papa: resterà aperta fino a domani sera. Nella cappella del Centro la sepoltura. Tra i tanti focolarini che si sono stretti attorno a Chiara nelle ultime ore, il teologo belga Michel Vandeleene, biografo della Lubich. Ascoltiamolo:

     
    R. - Chiara ci ha lasciato stanotte. L’ultimo mese era stata ricoverata all’ospedale Gemelli di Roma e lì aveva potuto fare ancora tanta corrispondenza e prendere decisioni importanti per il Movimento. Aveva anche ricevuto una lettera del Santo Padre che rileggeva spesso e che le dava conforto. Il Patriarca Bartolomeo era venuto a salutarla e a benedirla in ospedale. Alcuni giorni fa aveva espresso ripetutamente il desiderio di tornare a casa e l’altro ieri notte era stata portata a casa sua perchè la sua fine sembrava ormai imminente. Ieri mattina, dopo aver sentito la Santa Messa e ricevuto l’Eucaristia, ha voluto vedere una ad una le sue prime compagne e i suoi primi compagni, gli altri focolarini, i suoi stretti collaboratori: era cosciente e ha potuto sentirli, incontrarli. Ieri sera poi si è aggravata ancora, centinaia di persone sono giunte a casa sua e lì è successa una cosa veramente meravigliosa e commovente perchè, al seguito delle prime compagne, anche tutte queste persone sono potute entrare una ad una nella sua stanza per ore per vederla, darle un bacio sulla mano, dirle magari ancora una sola parola: grazie. La commozione è grande ma più grande è la fede nell’amore, in Dio amore che guida ogni cosa, in Dio amore che lei ha fatto conoscere a tanti e ci viene da cantare un “Magnificat” per le grandi cose che il Signore ha operato in lei, e di rinnovare il nostro impegno a vivere il Vangelo come lei ci ha insegnato.

    Ma chi era Chiara Lubich? Ricostruiamo il percorso esistenziale di questa grande testimone della fede nel servizio di Adriana Masotti:


    Una grande donna con un cuore immenso; una mistica a servizio della pace e del dialogo; una grande testimone di fede: così alcuni titoli con cui le agenzie italiane stamattina hanno comunicato la scomparsa di Chiara Lubich. Tutta la sua vita si intreccia in modo inscindibile alla storia del Movimento dei Focolari da lei fondato. Ma non era certo intenzione di Chiara, nel lontano 1943 a Trento, quando aveva 23 anni, fondare un Movimento o qualunque altra cosa: piuttosto in lei c’era forte il desiderio di rispondere con la propria vita a quel Dio-Amore scoperto tra le macerie della II Guerra Mondiale.

    Niente programmi pensati a tavolino, dunque, solo la lettura del Vangelo portato con sé nei rifugi antiaerei, una lettura illuminata da una luce particolare: quella dell’unità. “Che tutti siano uno, come io e te, Padre, siamo una cosa sola” . Per questa preghiera, Chiara e alcune sue coetanee si sentono chiamate un giorno in modo del tutto particolare. Da qui, poi, la sottolineatura di tutte le frasi che parlano dell’amore che porta all’unità. Ad una ad una, le parole evangeliche messe in pratica si rivelano rivoluzionarie. Portano ad esempio a mettere in comune beni materiali e spirituali. Nasce la certezza che nel Vangelo è la soluzione di ogni problema individuale e sociale. Sentiamo la stessa Chiara Lubich:

    “E’ proprio la dottrina dell’unità, la dottrina del testamento di Gesù, è la dottrina del sogno di Gesù, di far di tutto il mondo una cosa sola, di fare una fraternità universale. Partendo, naturalmente, dai cristiani, ma poi Gesù è morto per tutti, e noi dobbiamo arrivare a tutti se vogliamo veramente amare Gesù!”.

    Ben presto, al primo gruppo di ragazze si uniscono tanti altri che piano piano formano un piccolo popolo che raggiunge una dimensione mondiale. Attualmente si contano oltre 2 milioni di aderenti. L’approvazione della Chiesa cattolica alla nuova realtà ecclesiale arriva nel 1962 con il nome ufficiale di “Opera di Maria”. Nel ’64, la Lubich è ricevuta per la prima volta da Paolo VI. Da quel momento, si moltiplicano, con Paolo VI e poi con Giovanni Paolo II, udienze private e pubbliche. All’Opera di Maria aderiscono anche non cattolici, cristiani di diverse confessioni, appartenenti alle altre religioni e persone non credenti. Chiara Lubich partecipa, in Vaticano, a vari Sinodi dei Vescovi. Stabilisce intensi rapporti personali con diverse personalità religiose: in particolare nel mondo ortodosso, con il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Atenagora I, e poi con i suoi successori; nella Comunione anglicana e nel mondo evangelico-luterano. Via via, nascono iniziative di dialogo per promuovere l’unità tra le realtà ecclesiali cattoliche, tra i cristiani, tra le religioni e nei diversi mondi del sociale: politica, economia, sanità, cultura, arte, comunicazione sociale. Ancora Chiara:

    “Perché la presenza di Gesù in mezzo a chi è unito nel suo nome illumina dando sapienza. Questa sapienza, poi, naturalmente va in tutti gli ambiti della vita umana. Cambia tutto: è il Corpo mistico di Cristo che diventa corpo sociale, corpo politico ...”.

    Dal 1996 a Chiara Lubich vengono assegnati 15 dottorati “honoris causa” e si moltiplicano i riconoscimenti, come il premio “Educazione alla pace” dell’UNESCO, il Premio Templeton per il progresso della religione, il premio “Diritti umani” del Consiglio d’Europa, nel ’98. 17 città, tra cui Roma, le assegnano la cittadinanza onoraria. Nel 1997 Chiara è al Palazzo di Vetro dell’ONU, l’anno successivo al Parlamento europeo. Chiara Lubich e Madre Teresa di Calcutta, due fondatrici e grandi figure femminili della Chiesa del Concilio: così Chiara ricordava la loro amicizia:

    “Sempre, sempre ripeteva, quando ci incontravamo, una frase. Eravamo veramente due che avevano avuto una funzione nella Chiesa – naturalmente, lei è santa, è tutta un’altra cosa in questo senso. Però, come missione, come compito, eravamo tutte e due incaricate di qualcosa da parte di Dio. Perciò, ci capivamo molto bene. Lei mi scriveva spesso e il suo concetto era sempre questo: ‘Chiara, fatti santa, perché Dio è santo; fatti santa perché Lui ti ha scelto, ti vuole sua, perché Lui è santo”.
     
    Una vita intensa, quella di Chiara, che si è conclusa questa notte con l’incontro più importante, quello con lo Sposo a cui Chiara ha saputo donare tutta la sua esistenza.

    Chiara Lubich partecipò nel maggio del 1998 allo storico incontro dei movimenti e delle nuove comunità ecclesiali che rilanciò la collaborazione dei carismi per l’evangelizzazione. Era presente anche Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito. Al microfono di Sergio Centofanti, Martinez parla dell’eredità di Chiara Lubich:


    R. – Un’eredità di amore che si rinnova in ogni angolo del mondo all’insegna di una maternità spirituale, di cui in qualche modo tutti noi laici siamo grati. Ha intuito in tempi non sospetti, ancor prima che si intravedesse la luce grande del Concilio ecumenico Vaticano II, una stagione di nuova evangelizzazione carismatica, improntata al testamento grande dell’amore e dell’unità. In fondo, il Vangelo si riconduce tutto a questo sguardo d’amore sulla storia e non si può che rimanere ammirati e grati al Signore per la testimonianza di questa donna, che non si è arresa dinanzi a nessuna delle sfide che la secolarizzazione, le contrapposizioni culturali, ideologiche e religiose talvolta ponevano. Un atto di onore allo Spirito Santo quello che oggi, da ogni parte del mondo, si eleva al ricordo di questa sorella nella fede.

    Ascoltiamo infine, al microfono di Roberto Piermarini, la testimonianza di Kiko Argüello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale, che ha condiviso con Chiara Lubich le tante iniziative delle nuove realtà ecclesiali:


    R. – C’è dentro il cuore davvero una grande tenerezza, perchè penso che sia stata accolta con tanta gioia in cielo. Che il suo carisma di unità, di amore, di comunione sia una grande luce per la Chiesa, per tanti vescovi, per tanti sacerdoti. Abbiamo sempre trovato in lei un grande amore di comunione. Dio ci ha unito molto fortemente. Adesso preghiamo la Santa Vergine Maria, perché l’accolga, interceda e la mandi a suo Figlio, perché tutti i suoi peccati siano perdonati e possa entrare nel cielo piena di gioia. Penso anche che adesso i focolarini riceveranno un appoggio più grande dal cielo.

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    Superare le tensioni e promuovere una vera pace fondata sulla giustizia e la libertà: l’esortazione del Papa al nuovo ambasciatore della Bolivia

    ◊   Promuovere una pace fondata sulla giustizia, la verità e la libertà: è l’invito rivolto da Benedetto XVI all’ambasciatore della Bolivia presso la Santa Sede, Carlos Federico de la Riva Guerra, ricevuto stamani in udienza per le Lettere credenziali. Il Papa ha assicurato l’impegno della Chiesa per la promozione dello sviluppo umano e spirituale dei boliviani come anche per la riconciliazione nella società civile. Il servizio di Alessandro Gisotti:


    La Bolivia, ha rilevato il Papa, sta affrontando un periodo di profondo cambiamento che produce situazioni a volte preoccupanti. In effetti, ha detto, “non si può rimanere indifferenti quando aumenta la tensione sociale e si diffonde un clima che non aiuta la comprensione” reciproca. Tutti, ha aggiunto, sono consapevoli che le posizioni contrastanti ostacolano un dialogo costruttivo che guardi alle soluzioni di equità economica e di giustizia per il bene comune. Il Papa ha perciò esortato le autorità politiche a promuovere le condizioni necessarie al dialogo e alla concordia. La collaborazione tra le persone e le istituzioni, ha avvertito, deve contribuire “a sradicare i mali che affliggono il nobile popolo boliviano tante volte colpito” anche da catastrofi naturali che richiedono l’impegno da parte di tutti in spirito di fraternità. “Il raggiungimento della pace – è stata la sua esortazione – deve fondarsi sulla giustizia, sulla verità e sulla libertà così come sulla cooperazione reciproca e sull’amore e la riconciliazione”.

     
    La Chiesa, ha detto ancora, fedele alla sua missione, “è sempre pronta a collaborare alla pacificazione e allo sviluppo umano e spirituale del Paese, proclamando la sua dottrina ed esprimendo pubblicamente le sue opinioni sulle questioni di ordine sociale”. Per questo, sente come suo dovere orientare i fedeli e tutta la società al rifiuto dell’odio razziale, della vendetta, del revanscismo, che in definitiva mirano alla divisione piuttosto che al rispetto nella diversità. La difesa e la salvaguardia dei diritti umani, è stato il suo richiamo, trova sostegno nei “valori etici come la giustizia, il desiderio della pace, l’onestà, la trasparenza e la solidarietà effettiva”. Per questo, ha messo l’accento sull’importanza dell’insegnamento morale, della distinzione tra ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, poiché nessuna società può sostenersi senza questa consapevolezza. In tale contesto, ha aggiunto, la famiglia ha un ruolo decisivo anche nel suo essere la principale agenzia di pace. Benedetto XVI ha infine ricordato quanto le profonde radici cristiane della Bolivia abbiano aiutato il suo popolo ad affrontare i momenti difficili.

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    Altre udienze

    ◊   Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina anche il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e un altro gruppo di presuli della Conferenza episcopale di Haiti, in visita "ad Limina Apostolorum". Il Papa riceverà questo pomeriggio il cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

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    La gioia contagiosa della misericordia di Dio: l’ha indicata Benedetto XVI ai giovani romani riuniti in preghiera in San Pietro per la Liturgia penitenziale

    ◊   “Siate portatori della gioia che viene dall’accogliere i doni dello Spirito Santo”. Così il Papa, ieri pomeriggio, alle migliaia di ragazzi e ragazze riuniti in preghiera nella Basilica Vaticana per una Liturgia penitenziale organizzata in vista della prossima “Giornata Mondiale della Gioventù” che sarà celebrata a livello diocesano domenica prossima, Domenica delle Palme, e che culminerà in luglio con la GMG di Sydney. Benedetto XVI rivolgendosi ai giovani ha parlato “della gioia contagiosa che deriva dalla misericordia di Dio”. Al termine della celebrazione penitenziale, un gruppo di giovani ha portato in processione la Croce dell’Anno Santo fino al Centro internazionale San Lorenzo, attiguo a Via della Conciliazione, dove la Croce è custodita. Quindi, la Santa Messa presieduta dal presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, il cardinale Stanisław Ryłko, e la Veglia di preghiera con l'adorazione del Santissimo Sacramento fino alla mezzanotte. Ma ripercorriamo la liturgia penitenziale con il Papa nel servizio di Massimiliano Menichetti:


    (canto)
     
    L’abbraccio del Papa, i volti commossi, la gioia dei ragazzi in preghiera con il successore di Pietro, in vista della prossima Domenica delle Palme, la Giornata Mondiale della Gioventù a livello diocesano e la GMG di Sydney, a luglio. E’ il fermo-immagine della Basilica di San Pietro dove si sono raccolti migliaia di giovani per la Liturgia penitenziale presieduta dal Santo Padre. “Guardate alla Croce - ha detto - accogliete l’amore di Dio, che vi viene donato dallo Spirito Santo”, “l’odierno ritrovarci insieme - ha sottolineato Benedetto XVI - assume, non a caso, la forma di una Liturgia penitenziale, con la celebrazione delle confessioni individuali”:
     
    “Vi apprestate ad aprire i vostri cuori a Dio, confessando i vostri peccati e ricevendo, attraverso l’azione dello Spirito Santo e mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace. È così che si fa spazio alla presenza in noi dello Spirito Santo, la terza Persona della Santissima Trinità che è l’'anima' e il 'respiro vitale' della vita cristiana”.

     
    Poi, introducendo una meditazione sulla Pentecoste di quando era arcivescovo di Monaco-Frisinga, ispirata al film "Metempsicosi", dove un uomo vende la propria anima per raggiungere fama e successo, il Papa ha ribadito che “spesso dietro la facciata del successo si nasconde un’esistenza vuota”:

     
    “L’essere umano non può gettare via letteralmente la propria anima, dal momento che è essa a renderlo persona. Egli infatti rimane comunque persona umana. Eppure, ha la spaventosa possibilità di essere disumano, di rimanere persona vendendo e perdendo al tempo stesso la propria umanità...”

     
    Parlando dello Spirito Santo, “che sta all’inizio della creazione e che grazie al Mistero della Pasqua è sceso abbondante su Maria e gli Apostoli nel giorno di Pentecoste”, il Papa ha posto l’accento sulla testimonianza, missione di ogni cristiano:

     
    “Anche questa sera lo Spirito scenderà nei nostri cuori, per perdonare i peccati e rinnovarci interiormente rivestendoci di una forza che renderà anche noi, come gli Apostoli, audaci nell’annunciare che “Cristo è morto e risuscitato!”.

     
    Quindi, parlando del mistero della Riconciliazione, ha ricordato la gioia contagiosa che deriva dalla misericordia di Dio:

     
    "Questa gioia è contagiosa! “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi - recita il versetto biblico scelto come tema della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù - e mi sarete testimoni”. Di questa gioia che viene dall’accogliere i doni dello Spirito Santo fatevi portatori, dando nella vostra vita testimonianza dei frutti dello Spirito: 'amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé'".

     
    Dunque, l’invito del Papa a discernere la propria vocazione, in risposta alla chiamata del Signore, nella costruzione della Chiesa:

     
    "Anche oggi il mondo ha necessità di sacerdoti, di uomini e donne consacrati, di coppie di sposi cristiani. Per rispondere alla vocazione attraverso una di queste vie, siate generosi, fatevi aiutare col ricorso al Sacramento della confessione e alla pratica della direzione spirituale nel vostro cammino di cristiani coerenti. Cercate in particolare di aprire sinceramente il vostro cuore a Gesù, il Signore, per offrirgli il vostro 'sì' incondizionato".

     
    Rivolgendosi ai giovani presenti, Benedetto XVI ha esortato “La città di Roma è nelle vostre mani”:

     
    “A voi il compito di renderla bella anche spiritualmente con la vostra testimonianza di vita vissuta nella grazia di Dio e nella lontananza dal peccato, aderendo a tutto ciò che lo Spirito Santo vi chiama ad essere, nella Chiesa e nel mondo”.

     
    “Cari giovani - ha concluso il Papa - guardate alla Croce, accogliete l’amore di Dio che vi viene donato dallo Spirito Santo”. E citando le parole di Giovanni Paolo II, ha aggiunto: “Divenite, voi stessi, redentori dei giovani del mondo”.

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    Lunedì prossimo il Papa presiederà una Messa in suffragio di mons. Rahho

    ◊   Lunedì 17 marzo Benedetto XVI presiederà nella Cappella Redemptoris Mater, in Vaticano, una Santa Messa in suffragio di mons. Paulos Faraj Rahho, arcivescovo di Mossul dei Caldei, ritrovato morto in Iraq dopo essere stato rapito il 29 febbraio. La Radio Vaticana seguirà il rito a partire dalle 8.00 sulla modulazione di frequenza di 103.8 MHz.

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    Padre Cantalamessa alla predica di Quaresima: va recuperata la "lettura spirituale" della Bibbia come ai primi tempi della Chiesa, senza limitarla alle sole esegesi filologiche

    ◊   La lettura della Bibbia, col passare dei secoli, ha perso la freschezza spirituale dei primi secoli, inaridendosi in esegesi storico-scientifiche che l’hanno, in certo senso, “secolarizzata”. Tuttavia, una riscoperta di quello spirito originario è stata avviata grazie al Concilio Vaticano II e alla ricomparsa dei carismi. Sono le constatazioni attorno alle quali padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontifcia, ha sviluppato questa mattina la sua quarta e ultima predica di Quaresima, alla presenza del Papa e della Curia Romana. Il servizio di Alessandro De Carolis:


    “Potrà l’esegesi, inaridita dal lungo eccesso di filologismo, ritrovare lo slancio e la vita che ebbe in altri momenti della storia della Chiesa?”. Questa domanda padre Cantalamessa se la pone al termine di una lunga riflessione precedente, ma in realtà è il perno di tutta la sua predica quaresimale, dedicata alle alterne fortune delle quali ha goduto nel tempo la lettura spirituale della Bibbia. Il religioso cappuccino tempera il pessimismo di alcuni pensatori moderni, secondo i quali manca oggi quella “fede piena di slancio” e quel “senso di unità” che hanno avuto i primi Padri della Chiesa quando, nell’interpretare le Sacre Scritture, ci hanno regalato pagine di straordinaria incisività e bellezza. Secondo padre Cantalamessa, nel quarantennio successivo al Vaticano II, un “movimento spirituale” e un nuovo “slancio hanno cominciato a riprodursi” e “contemporaneamente alla ricomparsa dei carismi - sostiene - si assiste al ricomparire anche della lettura spirituale della Bibbia”, sostanzialmente abbandonata nei secoli precedenti. Ma perché e in che modo si è arrivati a smarrirla? Il predicatore pontificio lo spiega in questo modo: in tutte le cose che sono, allo stesso tempo, divine e umane - come Cristo, come la Chiesa - non si può scoprire il divino se non passando per l’umano. Ciò vale per la Bibbia: non si può comprenderne lo spirito se non passando per la lettera, e dunque la sua interpretazione. Purtroppo, ha rilevato padre Cantalamessa, da lungo tempo nel campo dell’esegesi “esiste una tendenza a fermarsi alla lettera”:

     
    “La secolarizzazione del sacro in nessun caso si è rivelata tanto acuta, come nella secolarizzazione del Libro sacro. Ora, pretendere di comprendere esaurientemente la Scrittura, studiandola con il solo strumento dell'analisi storico-filologica è come pretendere di scoprire il mistero della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, basandosi su un'analisi chimica dell'ostia consacrata! (…) L'inconveniente più serio di una certa esegesi esclusivamente scientifica è che essa cambia completamente il rapporto tra l'esegeta e la parola di Dio. La Bibbia diventa un oggetto di studio che il professore deve ‘padroneggiare’ e davanti al quale, come si addice a ogni uomo di scienza, deve rimanere ‘neutrale’. Ma in questo caso unico non è permesso rimanere ‘neutrali’ e non è dato di ‘dominare’ la materia; bisogna piuttosto lasciarsi dominare da essa”.

     
    Non si spiegano altrimenti - osserva padre Cantalamessa - le tante crisi di fede di studiosi della Bibbia. Quando ci si chiede il perché della povertà e aridità spirituale che regnano in alcuni seminari e luoghi di formazione, non si tarda a scoprire - afferma con chiarezza - che una delle cause principali è il modo con cui è insegnata in essi la Scrittura”. Molti esegeti, ha proseguito il predicatore francescano, tendono oggi a rivalutare la lettura spirituale della Bibbia, la quale - ha soggiunto - è tutt’altro che “soggettiva, o peggio ancora, fantasiosa”, ma si basa sull’evento storico e spirituale insieme della Rivelazione fatta da Cristo:

     
    “Quello che occorre non è dunque una lettura spirituale che prenda il posto dell'attuale esegesi scientifica, con un ritorno meccanico all'esegesi dei Padri; è piuttosto una nuova lettura spirituale corrispondente all'enorme progresso registrato dallo studio della 'lettera'. Una lettura, insomma, che abbia l'afflato e la fede dei Padri e, nello stesso tempo, la consistenza e la serietà dell'attuale scienza biblica”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Intervista al vescovo ausiliare di Babilonia dei Caldei sui funerali dell’arcivescovo Paulos Faraj Rahho.

    In cultura un articolo di Raffaele Alessandrini dal titolo “Parola e ragione. Le direttrici di Volpini”: intitolata all’antico direttore de “L’Osservatore Romano” la sala riunioni della Provincia di Pesaro.

    Un saggio di Timothy Verdon sul periodo compreso dalla sconfitta di Napoleone a quella di Hitler e Mussolini: forse - scrive l’autore - il più problematico di tutta la storia dell’arte sacra cristiana.

    Dal volume “Patrimonio culturale d’interesse religioso in Italia. La tutela dopo l’Intesa del 26 gennaio 2005” il contributo del vescovo Giuseppe Betori.

    L’introduzione di Giorgio Feliciani al libro “Enti di culto e finanziamento delle confessioni religiose” a cura di Isabella Bolgiani.

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    Oggi in Primo Piano



    Dolore e commozione alle esequie di mons. Rahho, il cui corpo è stato trovato ieri a Mossul

    ◊   Migliaia di persone, tra cui vescovi, fedeli cristiani e musulmani, hanno partecipato stamani ai funerali di mons. Rahho, arcivescovo caldeo di Mossul, il cui corpo è stato trovato ieri nei pressi della città irachena, dove il presule era stato rapito lo scorso 29 febbraio. Il segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, ha sottolineato stamani che la morte di mons. Rahho testimonia che in Iraq ''la sofferenza di cristiani è molto grave''; è ''un atto disumano - ha aggiunto - con il quale si è giunti alla soglia della disperazione, sostenuta però dalla speranza che l'aiuto di Dio e il valore dei sangue dei martiri sono sempre seme di nuove risorse ed energie''. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


    Se il dolore e le sofferenze della comunità cristiana irachena possono essere circoscritti in una sola area, quel luogo è il villaggio cristiano di Karamles, nel nord Iraq, dove oggi si sono svolte i funerali dell’arcivescovo caldeo di Mossul, Paulos Faraj Rahho. In questo villaggio sono stati già sepolti i tre cristiani, l’autista e due guardie del corpo, assassinati durante le concitate fasi del sequestro del presule. Sempre a Karamles, si è tenuta la cerimonia funebre di padre Ragheed Ganni, ucciso lo scorso 3 giugno a Mossul insieme con suoi tre subdiaconi.

    In questo villaggio, dunque, si sono svolti stamani i funerali di mons. Rahho: il corteo funebre è stato guidato da mons. Shleimun Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad, e da mons. Georges Casmoussa, arcivescovo siro-cattolico di Mossul, rapito nel 2005 e liberato dopo un giorno. Alla cerimonia, presieduta dal patriarca di Babilonia dei caldei, il cardinale Emmanuel III Delly, hanno partecipato molti vescovi iracheni migliaia di persone. Suor Iva delle Figlie di Maria Immacolata:

    "C’era tantissima gente: cristiani, musulmani, il patriarca, il nunzio, tanti preti. Noi cristiani non perdiamo la fede, ma al contrario, questo ci dà la forza. Perchè facciamo parte della storia, delle origini di questo Paese. Non abbiamo paura, abbiamo la fede, abbiamo il coraggio. La gente, nonostante tutto, prega".

    Durante il corteo, lo struggente silenzio della gente è stato interrotto dai canti funebri. Ai lati della strada, molte donne con in mano mazzi di fiori hanno lanciato grida di dolore al passaggio della bara, portata da fedeli e benedetta con ramoscelli d’ulivo. All’interno della chiesa, emblematica fra tante l'immagine di un giovane soldato, con la testa tra le mani, il corpo immobile, in attesa dell’inizio della cerimonia funebre. In tutti è vivo e forte il ricordo di mons. Rahho. Ancora suor Iva:

    "[Mons. Rahho] Voleva il bene dell’Iraq. Diceva: 'L'Iraq è di tutti'. Vogliamo costruire l’Iraq. Questa sua frase mi ricordo, in particolare. Lui era amico di tutti, non solo dei cristiani. Aveva bei rapporti anche con molti musulmani e faceva del bene a tutti. Era una persona che tutti amavano, anche i musulmani. Era simpatico, non faceva distinzioni".

    L’amministratore patriarcale di Erbil, mons. Rabban al Qas, ricorda proprio questo grande impegno di mons. Rahho per tutti gli iracheni:

    "Il vescovo non è solo il vescovo dei cristiani, è il figlio di questa città di Mossul. Le porte del vescovado erano aperte a tutti, non solo ai cristiani, ma anche agli arabi. Il terrorismo, però, non sarà la fine della nostra amicizia. Siamo uniti nel difendere i cristiani dai terroristi".

     
    Sulle cause della morte di mons. Rahho mancano elementi certi. Sul suo corpo, ritrovato vicino ad un’area usata come discarica, sembra non ci siano segni di violenze. Stando alle ultime notizie, l’autopsia avrebbe anche accertato che il decesso risale ad almeno cinque giorni fa. È dunque possibile che l’arcivescovo sia morto per la mancanza di medicinali che doveva assumere regolarmente per gravi problemi di salute.

    Per quanto riguarda il sequestro, sembra inoltre che i rapitori abbiano richiesto, oltre ad un riscatto di almeno 1 milione di dollari, anche forniture di armi e la liberazione di prigionieri arabi nelle carceri curde. Il premier iracheno, Nouri Al Maliki, ha dichiarato poi che i responsabili del rapimento, avvenuto lo scorso 29 febbraio, sono membri all’organizzazione terroristica Al Qaeda.

     
    I cristiani in Iraq sono circa un milione, di cui 600 mila caldei, ma al momento attuale è difficile riportare cifre, a causa della diaspora in Siria e in Giordania, in seguito alla guerra, ma anche degli spostamenti all’interno dello stesso Iraq. Mossul si conferma la città più pericolosa per la comunità cristiana. Solo nel 2007 sarebbero almeno 13 i cristiani uccisi più due sacerdoti e un vescovo rapiti, mentre in tutto l’Iraq, per l’anno passato, il bilancio delle vittime, tra i cristiani, di azioni violente sarebbe di 47 morti.

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    Aperta in Vaticano la la rassegna fotografica “Roma – Santiago/Santiago – Roma. Itinerari, segni e memoria dell’Europa del pellegrinaggio”

    ◊   Inaugurata ieri sera presso il Braccio di Carlo Magno in Vaticano la rassegna fotografica “Roma – Santiago/Santiago – Roma. Itinerari, segni e memoria dell’Europa del pellegrinaggio”. Nel turismo attuale i pellegrinaggi stanno diventando un fenomeno di grande rilievo con influssi non più soltanto nel settore religioso, ma anche nel panorama economico e culturale. Al microfono di Chiara Calace, il prof. Paolo Caucci, presidente del Centro Italiano di Studi Compostellani:


    R. – I pellegrinaggi stanno coinvolgendo un numero sempre maggiore di persone. Tante persone che si muovono influenzano il costume, l’economia, la spiritualità, la vita interiore e secondo me è un fenomeno molto, molto importante in questa epoca.

     
    D. – Chi sono questi pellegrini?

     
    R. – Ci sono dei religiosi, ci sono dei laici, ci sono persone che lo fanno per fede, ci sono persone che lo fanno senza fede. Il pellegrinaggio, però, qualcosa lascia sempre. E’ un’esperienza profonda e molte persone lo fanno per un tipo di turismo particolare, alternativo, e alla fine qualcosa rimane sempre.

     
    D. – Si può parlare quindi di un nuovo turismo di tendenza?

     
    R. – E’ di tendenza, è di moda. Ci sono moltissime persone che lo fanno per questo. Però, il senso profondo di questo che sta avvenendo è un’esperienza spirituale, un’esperienza religiosa. Noi stiamo andando verso una meta religiosa, ad un santuario, ci stiamo muovendo in uno spazio sacro.

     
    D. – Il cammino di Santiago e la via francigena sono i due principali cammini di pellegrinaggio medievale. Nella prospettiva di un ulteriore prolungamento del cammino fino a Gerusalemme: c’è l’obiettivo di ricomporre gli itinerari delle tre “peregrinationes maiores”?

     
    R. – Questo è uno degli obiettivi di questa mostra. Noi in questa mostra abbiamo voluto dimostrare che Roma e Santiago sono uniti già da un itinerario unico. Dico uniti perché per noi un itinerario è quello che viene percorso, non è un discorso teorico astratto, è un itinerario vero, reale, in quanto in questo momento ci sono dei pellegrini che lo stanno percorrendo tutto nelle due direzioni. Quindi, è qualcosa di reale e di concreto. Nelle prospettive, nelle speranze, negli auspici di questa mostra, c’è anche il fatto che possa essere continuato fino a Gerusalemme, in maniera tale che nei prossimi anni si possa fare una mostra che si chiami “Roma-Santiago-Gerusalemme” o meglio “Santiago-Roma-Gerusalemme” per metterli in fila.

     
    D. – Le fotografie cos’hanno ritratto?

     
    R. – Dei luoghi intanto esemplari, perchè in fondo sono 2500 chilometri, quindi non potevamo entrare troppo nei dettagli. Abbiamo preso, però, quei ponti, quegli ospedali, quelle chiese, quelle immagini, quei bassorilievi che hanno carattere esemplare, che danno unità a questi itinerari.

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    Chiesa e Società



    Il cardinale Bertone inaugura a Roma il nuovo Campus Bio-medico dell'Opus Dei

    ◊   E’ stata inaugurata questa mattina nel quartiere di Trigoria, a Roma, la nuova sede dell’università Campus Bio-medico, un’opera apostolica della Prelatura dell’Opus Dei. Alla cerimonia sono intervenuti il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo ed il prelato dell’Opus Dei, mons. Javier Echevarría. Il cardinale Bertone si è fatto interprete dei sentimenti di stima e di paterna benevolenza del Papa che ha inviato una sua benedizione. Nel suo discorso il porporato ha affermato che la missione degli operatori del nuovo centro medico è di dialogare con il mondo scientifico, salvaguardando e difendendo quei valori irrinunciabili e non negoziabili propri del patrimonio della vita umana. “La ricerca scientifica nel campo della bioetica – ha proseguito il cardinale Bertone - ha conseguito traguardi inimmaginabili non senza però prospettive drammatiche quando viene a svanire ogni riferimento etico e religioso”. “Quando l’uomo sceglie la propria libertà, concepita come autonomia assoluta da Dio, si costituisce creatore del mondo e addirittura di se stesso. Non è però questo il disegno originario del Creatore” ha sottolineato il porporato il quale ha concluso dicendo che “l’attività scientifica e la cura della salute, raggiungono traguardi ancora più positivi quando si opera secondo il piano divino. Iddio infatti non è nemico e concorrente dell’uomo, ma suo alleato fedele e rispettoso”. La nuova struttura universitaria, dedicata ad attività didattica, di ricerca e assistenza sanitaria, si estende su 75 ettari di terreno. Al centro del Campus sorge il Policlinico Universitario. L’ospedale comprende 18 sale operatorie e può ospitare fino a 400 posti letto. Accanto al Policlinico si estende, inoltre, il nuovo Polo di ricerca avanzata in biomedicina e bioingegneria. (A cura di Roberto Piermarini)

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    In Burkina Faso si aggrava il bilancio dell’epidemia di meningite

    ◊   E’ allarme meningite in Burkina Faso, dove l’ultimo bollettino del ministero della Sanità riferisce di oltre 440 vittime a fronte di 4mila casi sospetti di contagio e precisa inoltre che il tasso di mortalità dell’epidemia ha superato ormai il 10%. Secondo la Misna, l’aggravarsi dell’epidemia è dimostrato anche dalla crescita del numero di casi. Nelle ultime due settimane, infatti, le vittime per meningite sono salite di quasi un centinaio di unità rispetto al precedente bilancio diffuso il 2 marzo. A preoccupare è anche la diffusione sul territorio: il numero di province colpite dalla malattia è passato da cinque a sette, mentre altri dieci distretti sanitari del paese sono in stato d’allerta. Nel 2007, la meningite aveva fatto oltre 2000 morti in nove paesi dell’Africa occidentale; il Burkina faso era stato il paese più colpito, con il 75% delle vittime. (M.G.)

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    Inizia oggi a Bogotá l’incontro dei bambini lavoratori sudamericani riuniti nelle reti NATS

    ◊   Al via a Bogotá VII incontro latino-americano dei bambini lavoratori, “Molacnats”, che vede riuniti fino al 21 marzo i responsabili dei movimenti sociali dell’America del sud ed adolescenti e adulti provenienti da Colombia, Venezuela, Perù, Ecuador, Paraguay, Argentina, Cile e Guatemala. Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale del Lavoro, riportati dal Sir, oggi nel mondo ci sono circa 218 milioni di bambini e bambine che lavorano. Si tratta di piccoli artigiani, contadini, pastori, tessitori, facchini, strilloni, venditori ambulanti, domestiche e babysitter, rappresentati nel mondo dalle reti Nats (acronimo spagnolo: Ninos y adolescentes trabajadores) che conducono da anni una battaglia per il diritto dei bambini ad un “lavoro in condizioni dignitose”, per continuare a sostenere le loro famiglie senza rinunciare agli studi. “Il protagonismo dei movimenti sociali NATS in America Latina sta avanzando – spiega da Lima Cristiano Morsolin, educatore con esperienze in diversi Paesi latino-americani – e in molti Paesi, soprattutto Bolivia e Venezuela, si stanno facendo dei passi in avanti verso la piena cittadinanza dei bambini e adolescenti lavoratori”. All’incontro di questi giorni parteciperanno anche esperti europei e rappresentanti di ONG internazionali, tra cui Save the children. (M.G.)

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    Brasile: entrata in vigore la legge per promuovere una maggiore conoscenza sui popoli nativi

    ◊   In Braille è entrata in vigore una nuova legge per “valorizzare il contributo dei popoli indigeni alla formazione della società”. Per conseguire questo obiettivo, la normativa rende obbligatorio lo studio della storia e della cultura dei popoli nativi. Secondo Lucia Fernanda Jófei, direttrice dell’istituto indigeno brasiliano della proprietà intellettuale, si tratta di una iniziativa che “può aiutare a correggere errori storici di omissione o fraintendimenti sulle culture native”. In base a stime attuali – sottolinea Lucia Fernanda Jófei – il Brasile all’epoca della sua cosiddetta ‘scoperta’, “era abitato da 5 milioni di indigeni”. “Finalmente - aggiunge Paulo Maldos, consigliere politico del Consiglio indigenista missionario - conosceremo una storia mai raccontata”. In Brasile – ricorda l’agenzia Misna - gli indigeni sono oltre 735 mila. (A.L.)

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    Sri Lanka: le violenze della guerra civile denunciate dalle donne di ogni etnia del Paese

    ◊   Le donne di ogni etnia dello Sri Lanka chiedono insieme la fine del conflitto civile che in oltre 20 anni ha fatto più di 70mila morti. Sono loro infatti le principali vittime di violenze e discriminazioni. Vedove di guerra e madri di bambini spariti, forse arruolati nelle fila dei guerriglieri separatisti. Per questo motivo buddiste, musulmane e cristiane, tamil e cingalesi, riunite da 26 organizzazioni locali per i diritti della donna, hanno condannato gli effetti delle violenze tra ribelli delle Tigri ed esercito governativo, invitando le parti a trovare una soluzione. “La politica del nostro Paese dipende dalla guerra – ha spiegato ad AsiaNews Nimalka Fernando, coordinatrice del gruppo “Madri e figlie”– il bilancio annuale dello Stato prevede fondi ingenti per gli armamenti, mentre abbiamo bisogno di sviluppo e la gente muore di fame”. La guerra ha prodotto 48mila vedove tamil ed almeno 10mila vedove di militari singalesi. Le attiviste denunciano che queste donne ora sono sole, affrontano molestie sessuali, non hanno protezione, sono sfollate e devono sostenere un continuo aumento del costo della vita. Molte hanno perso i figli, ufficialmente “scomparsi”, ma con probabilità trasformati in bambini soldato al servizio delle Tigri tamil. I danni non sono solo psicologici o sociali, ma anche economici, come si evince dalle parole di Nanda Marasingha, buddista e membro del Fronte delle Donne Rurali: “Abbiamo perso la nostra economia agricola a causa della globalizzazione e la guerra ci ha private di tutto il resto. Viviamo nella paura, vogliamo un Paese in pace”. (M.G.)

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    Filippine: a Mindanao 14 associazioni cristiane e musulmane firmano un accordo di pace

    ◊   Dopo gli appelli alla pace lanciati dai vescovi e dagli imam della provincia meridionale di Zamboanga, gruppi cattolici e musulmani hanno firmato un accordo per “fare in modo che le prossime elezioni, previste per agosto, siano pacifiche ed oneste”. Fra i promotori dell’iniziativa, riferisce l'Agenzia Asianews, vi è il Consiglio pastorale per il voto di Zamboanga, che ha convinto altre 14 associazioni ad unirsi all’impegno di pace. La presidentessa del Consiglio, Henrietta de Villa, spiega: “Questo accordo può rappresentare un esempio per tutto il Paese. Dobbiamo dimostrare di poterci allontanare dagli odi del passato, lavorando insieme per l’interesse di tutta la nazione”. Nella provincia, infatti, è in corso da oltre 40 anni una sanguinosa guerriglia che vede impegnati i ribelli del gruppo separatista islamico Milf e l’esercito nazionale. Inoltre, nelle aree remote di Mindanao trovano spazio i campi di addestramento di Abu Sayyaf, gruppo estremista musulmano considerato un affiliato di al-Qaeda. Nel testo dell’accordo, i firmatari esprimono la speranza di “poter vedere presto in funzione una rete di volontari di ogni religione, per controllare la regolarità del processo elettorale e soprattutto per fare in modo che queste non diventino il pretesto per nuove violenze”. (R.P.)

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    In Algeria la Commissione per i riti non musulmani sospende dieci associazioni protestanti

    ◊   In Algeria, dieci associazioni protestanti hanno ricevuto dal governo l’ordine di interrompere le loro attività in attesa di una nuova valutazione sul loro operato. Tali gruppi – riferisce un quotidiano locale – sono finiti sotto la stretta osservazione del ministero degli Affari Religiosi. Mustapha Karim, rappresentante della Chiesa protestante nella Chiesa nordafricana, ha comunque precisato che le associazioni cristiane erano già state autorizzate in base alla nuova normativa sull’esercizio dei culti non musulmani, emessa nel 2006. Secondo tale disposizione di legge, “chi pratica una religione diversa dall’islam deve costituire un’associazione a carattere religioso per esercitare liberamente il proprio culto e chiedere permessi per la celebrazione delle cerimonie che devono tenersi in luoghi autorizzati”. La normativa – ricorda il quotidiano “Avvenire” - prevede anche sanzioni pecuniarie e pene dai 2 ai 5 anni per i trasgressori. La decisione del governo algerino arriva pochi giorni dopo il decreto di espulsione, successivamente annullato dal Consiglio di Stato, al pastore Hugh Johnson, presidente della Chiesa protestante d'Algeria. Hugh, direttore di una scuola cristiana, era stato accusato di utilizzare l’edificio scolastico per promuovere attività di evangelizzazione. Un sacerdote cattolico, padre Pierre Wallez, è stato inoltre condannato ad un anno di carcere per aver partecipato, secondo le autorità algerine, ad un incontro religioso in un luogo non autorizzato. (A.L.)

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    Lettera dei vescovi canadesi sull'ambiente

    ◊   Un appello alla coscienza collettiva per far fronte ai problemi ambientali che colpiscono la terra e per responsabilizzare i canadesi in merito all’eredità impoverita che stanno lasciando alle generazioni future. E’ il cuore del messaggio della Lettera pastorale dal titolo “La nostra relazione con l’ambiente: necessità di conversione” pubblicata dalla Commissione Episcopale sui Temi Sociali della Conferenza dei vescovi cattolici del Canada. La missiva, ripresa dalla Fides, presenta innanzitutto la visione biblica della Creazione, il cui centro è l’essere umano. L’uomo stesso ha però rotto questa armonia con la natura – si legge nel testo - e, di conseguenza, l’armonia con tutte le creature. A tal proposito i vescovi ricordano che i beni dell’universo appartengono a tutti, per cui “è un’ingiustizia che solo poche persone continuino ad accumulare beni eccessivi, mentre grandi masse di gente vivono nella miseria e non hanno lo stretto necessario per sopravvivere”. La Commissione sui Temi Sociali rivolge perciò un appello a migliorare la situazione attuale, ristabilendo l’armonia con la natura. In particolar modo per il benessere delle future generazioni. “Dobbiamo guardare alla natura con nuovi occhi - affermano i presuli -, invece di considerarla soltanto come una risorsa da sfruttare; dobbiamo sforzarci più a fondo per osservare la sua bellezza e la sua grandezza”, e scoprire così in essa il mistero della vita e del suo Creatore. Tra i suggerimenti dei vescovi: adattare il nostro modo di vita alle risorse disponibili del pianeta; liberarci dall’ossessione di possedere e consumare, scegliendo una gioiosa austerità e una semplicità volontaria; realizzare sforzi personali a beneficio dell’ambiente. La Lettera insiste inoltre sulla parte di responsabilità, nel ristabilire la relazione con la natura, che appartiene a tutti gli individui. Ciascuno, pertanto, deve fare un esame della sua percezione del possesso e della comodità personale, cosa che esigerà “una grande solidarietà e generosità da parte dei canadesi”. (M.G.)

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    Passa per internet il rinnovato impegno della Chiesa coreana per la riconciliazione e l’evangelizzazione delle due Coree

    ◊   Rilanciare l’evangelizzazione con l’impegno nel settore delle comunicazioni. La Chiesa coreana punta sui nuovi mezzi di informazione, in particolare su internet, per diffondere la parola del vangelo e riconciliare il nord e sud del Paese. Secondo quanto riferisce l’agenzia Fides sono diverse le iniziative avviate in questa direzione. In primo luogo, grazie alla Commissione Episcopale per la Riconciliazione del Popolo Coreano, è stata messa a punto la prima edizione della nuova “Newsletter per la Riconciliazione del Popolo Coreano”, pubblicata ogni mese su web e destinata a clero, religiosi, laici e a tutti i cittadini che intendono operare per il riavvicinamento della Corea del Nord e del Sud. La newsletter, consultabile al sito, include notizie dalle diverse diocesi, illustra iniziative di preghiera e di solidarietà che uniscono oggi le due Coree, spiegando il contributo della comunità cattolica e le prospettive dell’impegno. In un editoriale sul primo numero, monsignor Lucas Kim Woon-hoe, Presidente della Commissione, spiega che il nuovo strumento “intende contribuire alla riconciliazione e alla riunificazione del popolo coreano, nonché rafforzare il ruolo della Chiesa come soggetto di pacificazione”. Nell’ambito del progetto globale di revisione della comunicazione, la Conferenza Episcopale ha anche disposto un rinnovo del proprio sito www.cbck.or.kr ampliando la sezione dedicata ai documenti e ai cosiddetti e-book, libri interi disponibili e consultabili on-line. Sul sito sono accessibili inoltre, in un progetto di rete, i diversi bollettini delle diocesi coreane, nonché molti documenti della Chiesa e il Catechismo della Chiesa cattolica. Non manca la possibilità di leggere la Bibbia, di vedere il Calendario liturgico e il testo delle letture della Messa del giorno. Vi sono inoltre notizie della Chiesa in Corea, dalle altre Chiese del mondo, della Santa Sede, nonchè link a diversi siti web cattolici di congregazioni religiose, diocesi e associazioni. Un rinnovato impegno è stato reso noto anche dall’arcidiocesi di Seul che di recente ha istituito la Commissione per le Comunicazioni Sociali, affidata alla guida del vescovo ausiliare dell’arcidiocesi, mosignor Andrew Yeom Soo-jung. “La Commissione - ha spiegato - aiuterà i comunicatori e i giornalisti nel rapporto con la fede cristiana e nella proclamazione del Vangelo”, ricordando loro il compito di “costruire una società armonica, di difendere e proclamare la verità”. La necessità di una presenza maggiormente incisiva nel campo della comunicazione della Chiesa coreana nasce dall’esortazione di Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura delle nuove tecnologie!”, contenuta nella Lettera Apostolica sui mezzi di comunicazione sociale “Il rapido sviluppo”. Sullo slancio di quelle parole nacque infatti in Corea UTV, prima Tv cattolica coreana su Internet. (M.G.)

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    Appello dei vescovi irlandesi per aiutare i giovani ad andare a Messa

    ◊   I vescovi d'Irlanda si rivolgono a genitori, insegnanti e datori di lavoro per aiutare i giovani ad andare a Messa la domenica. I presuli chiamano a collaborare tutta la società iralandese in una dichiarazione emessa durante l'incontro generale di marzo della Conferenza episcopale irlandese a Maynooth, terminata questo mercoledì. Sono infatti gli adulti quelli chiamati “a rispettare le necessità spirituali di bambini e adolescenti, soprattutto quando si riferiscono alla vita familiare e alla pratica religiosa la domenica, e ad astenersi dall'organizzare eventi che coincidano con i servizi religiosi della domenica mattina”. “Dalla Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, la domenica ha avuto un posto speciale nella vita settimanale dei cristiani”, si legge ancora nel testo citato dalla agenzia Zenit. “E' un giorno diverso rispetto agli altri sei della settimana, un giorno in cui mettiamo da parte tutto ciò che non è essenziale”. La nota spiega poi che fino ai tempi recenti la domenica era dedicata alle attività relative a “famiglia, pratiche religiose, visite ai malati e agli anziani, piacere e attività ricreative”, ma a causa della crescente tendenza a programmare gli avvenimenti sportivi e dei lavori part-time la domenica mattina, questo equilibrio si è perso. “Desideriamo richiamare l'attenzione di tutti i genitori e degli insegnanti sul conflitto di interessi che questa programmazione può provocare per i bambini e gli adolescenti”, osservano ancora i vescovi. “Vogliamo anche portare questo conflitto di interessi all'attenzione dei responsabili e degli insegnanti, che riteniamo siano persone generose e di buona volontà”. I presuli hanno inoltre sottolineato che un giovane, temendo di mancare a una partita o a un allenamento, per paura di perdere il posto in una squadra, potrebbe “perdere l'abitudine di assistere alle Messa domenicale”, soprattutto quando questo si verifica in modo regolare. “Anche i genitori e gli insegnanti cattolici possono perdere di vista la loro responsabilità di assistere alla Messa domenicale, perché potrebbero doversi recare con i giovani ad alcuni eventi o assistervi per aiutarli”, spiega la dichiarazione. Infine i vescovi si sono rivolti ai datori di lavoro dei giovani lavoratori che non hanno il tempo per andare alla Messa vespertina o a quella mattutina affinché “assicurino che ai loro impiegati sia dato del tempo per andare in chiesa nel fine settimana”. (M.G.)

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    Resi noti i temi della catechesi per la GMG. A Sydney è prevista la partecipazione di oltre 125 mila giovani

    ◊   Il Comitato organizzatore della Giornata mondiale della Gioventù (GMG), in programma a Sydney dal 15 al 20 luglio prossimi, ha reso noto i temi delle catechesi. Il filo conduttore è lo Spirito Santo e come temi sono stati scelti: “Chiamati a vivere nello Spirito Santo”, “Spirito Santo anima della Chiesa” e “Inviati nel mondo: lo Spirito Santo, principale agente di missione”. “Le catechesi sono il cuore della GMG”, ha dichiarato il vescovo coordinatore della Giornata, mons. Anthony Fisher. Il presule – riferisce l’agenzia Sir – ha anche incoraggiato i giovani partecipanti “a riflettere sin d’ora su questi temi per prepararsi degnamente”. Su questo straordinario evento cominciano poi a confluire dati e previsioni confortanti: si stima, in particolare, che saranno almeno 125 mila i giovani che parteciperanno alla GMG. In più di 20 mila arriveranno dagli Stati Uniti. (A.L.)

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    Il tribunale di Foggia respinge il ricorso di un'associazione contro la riesumazione del corpo di Padre Pio

    ◊   “La Chiesa cattolica è l’unico organismo portatore degli interessi dei fedeli”. Con questa motivazione il giudice Gianfranco Placentino ha respinto il ricorso presentato dall’associazione “pro Padre Pio”, contro l’esumazione ed esposizione ai fedeli del corpo del santo e il suo trasferimento dalla cripta del Santuario di Santa Maria delle Grazie a san Giovanni Rotondo alla limitrofa nuova chiesa realizzata su progetto di Renzo Piano. Il Tribunale civile di Foggia ha inoltre spiegato che l’associazione “non è legittimata ad agire legalmente perché nessuno può far valere nel processo un diritto altrui in nome proprio”. La decisione è stata accolta con soddisfazione dall’arcivescovo di Manfredonia, Domenico D’Ambrosio, che ha subito commentato ad Avvenire: “Hanno prevalso la verità, il buon senso, la ragionevolezza e il diritto”. Sollevati anche i frati minori della provincia religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio, che si sono auspicati che “la vicenda possa uscire quanto prima dalle aule giudiziarie, per evitare che il santo possa essere trascinato in un ambito che non gli è proprio”. I frati minori sottolineano poi che “nel documento giudiziario viene dato rilievo all’espressa volontà di Padre Pio di sottoporsi al volere dei Superiori”. Al momento resta però ancora aperto il fronte penale perché la “pro Padre Pio” ha presentato denuncia per violazione di sepolcro, vilipendio di cadavere e presunti atti sacrileghi. Tuttavia oggi il legale dell’arcivescovo di Manfredonia, Franco Luzupone, chiederà l’archiviazione della denuncia al sostituto procuratore. La ricognizione canonica del corpo di San Pio procederà ora, come previsto, con i trattamenti conservativi per l’umidità che ha invaso la bara. Le spoglie saranno poi deposte in una teca di cristallo ed esposte al culto dei fedeli dal 25 aprile prossimo. (M.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Iran al voto per rinnovare il parlamento. Riserve dell'opposizione

    ◊   In Iran, sono quasi 44 milioni gli elettori chiamati oggi alle urne per il rinnovo del parlamento. L’ayatollah Ali Khamenei ha votato in diretta televisiva in un seggio vicino alla sua residenza di Teheran. Nei giorni scorsi, aveva lanciato un appello affinché non si votassero i candidati che il “nemico” - aveva detto - vuole vedere eletti. Alle urne anche il presidente iraniano Ahmadinejad. Il Consiglio dei Guardiani ha ammesso a queste consultazioni 4500 candidati, escludendo – secondo le opposizioni – molte delle candidature eccellenti proposte dalla coalizione dei riformisti. Sul clima in cui si svolge il voto, Giancarlo La Vella ha intervistato, Alberto Zanconato, responsabile dell’ANSA di Teheran:


    R. - E’ stata una campagna molto breve, sette giorni caratterizzati da nuove disposizioni che hanno impedito l’affissione nelle strade di poster con le fotografie dei candidati. Non ci sono stati neppure dibattiti in televisione. C’è stata soltanto una campagna martellante per indurre la gente ad andare a votare e, secondo le autorità, per dare un segnale agli Stati Uniti facendo vedere che la popolazione sostiene il regime. E’ stata, soprattutto, una campagna elettorale segnata da una bocciatura in massa dei principali candidati riformisti, quelli che sembravano poter dare ai riformisti una chance di rivincita dopo le elezioni di quattro anni fa che hanno consegnato l’Assemblea ai fondamentalisti. Di questo si è lamentata la coalizione dei riformisti, dicendo che in questa situazione le speranze di rimonta sono veramente limitate.

    D. – Questo fa pensare che l’esito del voto si orienterà verso una riconferma dell’attuale situazione?

     
    R. – Dovrebbe essere una riconferma del controllo conservatore sul parlamento. L’unico motivo di vero interesse è vedere quale dei due schieramenti conservatori vincerà, uno che sostiene il presidente Ahmadinejad, l’altro guidato dall’ex negoziatore sul nucleare, Ali Larijani, sostenuto anche dal sindaco di Teheran, Qalibaf. Probabilmente si stanno preparando il terreno per, eventualmente, sfidare il prossimo anno lo stesso Ahmadinejad nelle elezioni presidenziali.

    Iraq-violenza
    Non si ferma la scia di violenza nel Paese del Golfo. A Mossul, due kamikaze hanno ucciso tre soldati iracheni, almeno dieci i feriti. Una donna si è fatta saltare in aria nel Kurdistan iracheno provocando la morte di due persone, tra queste un soldato americano, sei i feriti. Ieri un’autobomba, parcheggiata in un centro commerciale di Baghdad, aveva ucciso 18 civili e altri 64 erano rimasti feriti.

    Afghanistan
    Nuova operazione delle forze afgane e statunitensi in Afghanistan: 11 ribelli talebani sono rimasti uccisi nella provincia orientale di Khost. Intanto, il Canada ha prorogato il mandato del suo contingente NATO nel Paese asiatico fino al 2011.

    Medio Oriente
    Clima di sfiducia a Gerusalemme dove si tiene l’incontro tra delegati di Israele e dell’Autorità Nazionale Palestinese con la mediazione degli Stati Uniti. La riunione ha lo scopo di rilanciare la road map, il piano di pace per il Medio Oriente messo a punto dall'amministrazione americana nel 2003. Assente dell’ultim’ora il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak. Intanto, fonti di stampa hanno rilanciato la notizia di un attentato sventato a Gerusalemme ai danni del ministro senza portafogli Meshulam Nahari. L’agguato sarebbe stato organizzato da una cellula composta da 9 palestinesi, l’arresto di uno dei membri ha fatto saltare il piano.

    Terrorismo- Austria
    Ultimatum del ramo di Al Qaeda nel Maghreb, che ha rivendicato il sequestro dello scorso 22 febbraio in Tunisia di due turisti austriaci. Nel testo, riferisce il Ministero degli esteri di Vienna, si chiede la liberazione dei militanti dell’organizzazione detenuti in Algeria e in Tunisia.

    Terrorismo-Olanda
    Un pachistano di 26 anni è stato arrestato dalla polizia olandese perchè sospettato di far parte di una cellula terroristica. L’uomo era in procinto di realizzare un grave attentato nell’Europa dell’Est.

    Vertice - Unione Europea
    Nell’ultimo giorno del Consiglio Europeo a Bruxelles, i 27 hanno stilato una bozza di documento nel quale si affrontano temi come la lotta ai cambiamenti climatici e la nuova politica comune sull’energia. Su quest’ultimo aspetto hanno sottoscritto un accordo per mettere a punto, entro giugno 2008, una riforma del settore. A livello economico invece, i capi di Stato e di governo dell'Unione hanno sottolineato che le maggiori entrate fiscali vanno destinate alla riduzione del deficit e del debito. Nella riunione si è lanciato anche un appello per individuare gli elementi che provocano un sensibile aumento dei prezzi delle derrate alimentari e dell'energia. Ieri, sempre a Bruxelles, era stata raggiunta l’intesa per la nascita di un’Unione del Mediterraneo, proposta da Francia e Germania. Tutti i leader europei hanno concordato sulla necessità di rilanciare il processo di Barcellona noto anche come Partenariato euromediterraneo.

    Petrolio- Euro
    Dopo i record dei giorni scorsi, il petrolio è in lieve calo. Il prezzo dell’oro nero è sceso sotto i 110 dollari portandosi a quota 109,6 dollari al barile negli scambi after hour di New York. In discesa anche l’euro scambiato a 1,5587 contro il dollaro dopo aver toccato il nuovo massimo storico a 1,5651 dollari.

    Gas-Russia
    Potrebbe salire fino a 400 dollari per mille metri cubi il prezzo del gas russo. Lo ha rivelato una fonte vicina a Gazprom, il colosso energetico russo. A pesare è la crescente debolezza del dollaro e l’aumento della richiesta di energia.

    Cina-Tibet
    Nelle proteste anti-governative in Tibet ci sono dei feriti. Lo riferisce l’agenzia Nuova Cina. Secondo altre fonti, nella città di Lhasa la polizia ha esploso colpi d’arma da fuoco per disperdere centinaia di monaci buddisti, scesi in strada per manifestare. Gli incidenti avvengono alla vigilia della nomina del nuovo governo cinese da parte dell’Assemblea Nazionale del Popolo.

    Birmania - ONU
    La giunta militare birmana ha inaspettatamente accordato il visto per una visita in Birmania al rappresentante speciale dell’ONU per i diritti umani, Paulo Sergio Pinheiro. La scorsa settimana Pinheiro aveva presentato alle Nazioni Unite un rapporto molto critico nei confronti del regime di Yangoon.

    Kosovo - ONU
    Le autorità kosovare hanno chiesto l’intervento dell’ONU e della NATO, perché si metta fine ai disordini a Mitrovica, nel nord. Centinaia di serbi stamani hanno fatto irruzione nell'edificio che ospita la sede del tribunale delle Nazioni Unite. I manifestanti sono in maggioranza ex impiegati rimasti senza lavoro dopo che la NATO ha preso il controllo della provincia nel 1999.

    Ciad-Sudan
    Il presidente del Ciad, Idriss Deby, e quello del Sudan, Omar Hassan al-Bashir, hanno firmato ieri sera un accordo di non aggressione per porre fine agli attacchi di formazioni ribelli sui reciproci territori, tra cui la turbolenta regione sudanese del Darfur. Da circa cinque anni Sudan e Ciad sono coinvolti in un conflitto, che ha provocato numerosi incidenti nella zona di confine tra i due Paesi. L’intesa è stata sottoscritta a Dakar alla presenza del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

     

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 74

     

     
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