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Sommario del 11/03/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • In corso in Vaticano, la visita "ad Limina" dei vescovi di Haiti. La testimonianza del presidente della Conferenza episcopale locale, mons. Kebreau
  • Creazione di diocesi in Porto Rico e nomine
  • Le cerimonie della Settimana Santa presiedute dal Papa rese note dall'Ufficio delle celebrazioni pontificie
  • Il cardinale Tauran parla del Forum cattolico-islamico in programma a Roma il prossimo novembre: un luogo per rafforzare il dialogo e superare eventuali incomprensioni
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Il cardinale Bagnasco al Consiglio permanente della CEI: la politica dia ai cittadini italiani risposte ai problemi sociali più urgenti
  • Nel 25.mo della Prelatura personale dell’Opus Dei, svolta una giornata di studio all’Università della Santa Croce
  • “Lavoriamo per un sorriso”: l’impegno di un’associazione di Vicenza nella cura delle malformazioni del palato e del viso dei neonati
  • Salute e ambiente al centro di un incontro a Milano in vista di una Conferenza europea sul tema, fissata per il 2009
  • Chiesa e Società

  • Preoccupazione della Chiesa irachena per il persistente silenzio sul rapimento dell’arcivescovo caldeo di Mossul, mons. Rahho
  • L’inglese Matthew Festing eletto Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta
  • La Chiesa si batterà contro l’ampliamento della legge sull’aborto e contro l’eutanasia: così il primate di Spagna dopo la vittoria del partito socialista nelle politiche spagnole
  • I vescovi del Perù invitano i fedeli a celebrare la Giornata del Bambino che deve nascere
  • Si acuisce la crisi della famiglia in Bolivia: l’arcivescovo di Cochambamba denuncia continui e pressanti messaggi negativi contro l’istituto familiare
  • Il Kenya, Paese che cresce nella fede, ha bisogno di pace: così l’arcivescovo di Nairobi in un’intervista al settimanale cattolico di Concordia-Pordenone, ‘Il Popolo’
  • La Comunità di Sant'Egidio chiamata a mediare tra il governo di Kinshasa e i ribelli hutu rwandesi dell'est della Repubblica Democratica del Congo
  • Debellato in Uganda, Kenya e Gambia il ceppo mortale di meningite: altri Stati africani includono il vaccino nei loro programmi sanitari
  • In Nepal, la comunità cattolica accoglie con sollievo il recente accordo di pace
  • In Kazakistan, la Chiesa è libera di esprimersi pubblicamente: così il vescovo ausiliare di Karaganda, città tristemente nota per i gulag
  • Incontro dei vescovi e dei leader religiosi delle comunità cattoliche di rito orientale presenti in Oceania
  • Iniziato il periodo quaresimale per gli ortodossi. Il Patriarca ecumenico, Bartolomeo I, invita alla conversione
  • Anglicani, cattolici, metodisti e presbiteriani parteciperanno in Irlanda del Nord alla cerimonia ecumenica per il Giovedì Santo
  • In India, i dalit cristiani delusi per l’ennesimo rinvio dell’abolizione delle discriminazioni nei loro confronti
  • In Cina, incontro sul matrimonio per i giovani organizzato dalla diocesi di Fen Yang
  • In Vietnam, diminuiscono i bambini di strada ma aumentano i ragazzi migranti: sono urgenti politiche sociali concrete
  • In crescente aumento i cattolici sudcoreani all'estero, autentica forza evangelizzatrice
  • L’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede lancia la proposta di un’agenda comune tra Israele e Santa Sede per approfondire il dialogo ebraico-cristiano
  • 24 Ore nel Mondo

  • Duplice attentato in Pakistan: quasi 30 vittime. Condanna di Musharraf che convoca l'Assemblea nazionale per il 17 marzo
  • Il Papa e la Santa Sede



    In corso in Vaticano, la visita "ad Limina" dei vescovi di Haiti. La testimonianza del presidente della Conferenza episcopale locale, mons. Kebreau

    ◊   Rilanciare la missione della Chiesa ad Haiti. E’ lo spirito che accompagna i vescovi dell’isola caraibica da ieri in Vaticano per la loro visita ad Limina, che si protrarrà fino a sabato prossimo. Una diffusa povertà condiziona - insieme alla violenza e a ripetute catastrofi naturalila - la vita di oltre 8 milioni di persone, la maggioranza delle quali - circa l’80% - è di fede cattolica. Tra la popolazione locale è tuttora la visita pastorale che Giovanni Paolo II compì esattamente 25 anni fa. Ma qual è la situazione della Chiesa ad Haiti oggi? Albert Mianzoukouta, della redazione francese-Africa della nostra emittente, ha girato la domanda a mons. Louis Kébreau, vescovo di Hinche e presidente della Conferenza episcopale haitiana:


    R. - Actuellement, l'église en Haiti est en état de mission. ...
    In questo momento, la Chiesa di Haiti è in una fase di missione. L’8 dicembre scorso abbiamo celebrato due grandi eventi: il 125.mo anniversario della fine dell’epidemia di vaiolo nel nostro Paese, sconfitta grazie all’intervento della Madonna del Perpetuo Soccorso (Patrona di Haiti), e l’anniversario della consacrazione di Haiti alla Vergine Maria. Questi due eventi ci hanno permesso di lanciare la “Grande Missione” che permetterà alla Chiesa di ritrovare il suo dinamismo, in modo da sentirsi testimone della forza del Vangelo che oppone la fiamma della speranza alla forza del male, del peccato, dell’odio e della divisione, offrendo così un nuovo futuro al nostro popolo. Con questa missione, vogliamo risvegliare e rafforzare la fede, impegnare le parrocchie in una pastorale "samaritana" e lavorare per la promozione integrale della persona umana. Permettere quindi al nostro Paese di rinascere e di lavorare alla costruzione di una nuova civiltà dell'amore e della speranza.

     
    D. - Il Paese conosce gravi problemi sociali: come partecipa la Chiesa alle sofferenze del popolo haitiano e quali soluzioni propone?

     
    R. - L'église a été toujours l'acompagnatrice de ce peuple ...
    La Chiesa ha sempre accompagnato questo popolo, attraverso le sue varie organizzazioni, in particolare la Caritas che lavora in vari ambiti. Cerchiamo di fare il possibile per offrire sollievo alla gente che oggi patisce la miseria e aiutarla ad affrontare le difficoltà della vita.

     
    D. - L’Anno scorso il Papa ha visitato il vostro continente, in occasione della Conferenza degli episcopati latinoamericani e caraibici ad Aparecida. Quale segno ha lasciato la presenza di Benedetto XVI?

     
    R. - Personellement, je peux dire que la présence ...
    Personalmente, posso dire che la presenza del Santo Padre è stata un’occasione per prendere coscienza della nostra missione oggi nella Chiesa. Ci ha fatto scoprire la realtà nella sua profondità. Come ha detto ad Aparecida, la realtà non può essere ridotta ai problemi economici e politici, ma ha la sua fonte in Dio e quando il primato di Dio non è rispettato, la vita dell’uomo è in pericolo. Credo che la presenza del Santo Padre sia stata vivificante, una spinta a lanciarci in questa impresa così importante, sintetizzata dal motto di Aparecida: "Discepoli e missionari di Gesù Cristo perché in Lui i popoli abbiano vita: "Io sono la via, la verità e la vita".

     
    D. - Nell’incontro con il Santo Padre, quale preghiera portate da parte del popolo haitiano?

     
    R. - Nous interesse, en fin, ...
    Quello che a noi interessa è l’aspetto della missione oggi, un tema affrontato da Papa Giovanni Paolo II nella Cattedrale di Port-au-Prince, il 9 marzo 1983. Siamo a Roma per celebrare l’anniversario di quella visita e preghiamo perché il Vangelo ci renda uomini nuovi e ci permetta di aiutare veramente il nostro popolo. Viviamo in un tempo difficile e di stanchezza, ma penso che questa preghiera per una nuova evangelizzazione ci offrirà nuovo slancio per organizzare meglio le nostre parrocchie, per supportare i nostri sacerdoti e migliorare la formazione dei nostri seminaristi, perché veramente il Vangelo sia un fattore di trasformazione radicale di tutto l’essere umano.

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    Creazione di diocesi in Porto Rico e nomine

    ◊   In Porto Rico, Benedetto XVI ha creato la diocesi di Fajardo-Humacao, con territorio dismembrato dall’arcidiocesi di San Juan de Puerto Rico e dalla diocesi di Caguas, rendendola suffraganea della Chiesa metropolitana di San Juan de Puerto Rico. La nuova diocesi ha una superficie di 574 Km², con una popolazione di 293 mila abitanti, dei quali 98 mila cattolici. Le parrocchie sono 21, con 17 sacerdoti diocesani e 5 sacerdoti religiosi. I seminaristi maggiori sono 3, i diaconi permanenti 21 e le Congregazioni religiose femminili 5.

    Il Papa ha nominato primo vescovo di Fajardo-Humacao il sacerdote Eusebio Ramos Morales, del clero della diocesi di Caguas, parroco del Santísimo Redentor a Fajardo. Il neo presule, 56 anni, ha compiuto i suoi studi in scienza e biologia presso l’Università di Puerto Rico conseguendo il Baccellierato, inoltre ha frequentato i corsi di filosofia e di teologia presso l’Università Centrale di Bayamón, dai Gesuiti in Messico, nel Seminario di Boynton Beach e nella Pontificia Università Gregoriana di Roma dove ha ottenuto la Licenza in teologia. È stato docente nella Scuola superiore di Maunabo prima di entrare in Seminario. Dopo l’ordinazione, è stato, tra l'altro, direttore spirituale e poi rettore nel Seminario di Caguas e professore di Teologia dogmatica nel Seminario Maggiore.

    In Messico, il Pontefice ha nominato vescovo di San Juan de los Lagos mons. Felipe Salazar Villagrana, finora amministratore diocesano della medesima diocesi. Il 67.enne presule ha compiuto gli studi ecclesiastici nel Seminario di Guadalajara e, ordinato sacerdote, ha ottenuto la licenza in Teologia con specializzazione in Sacra Scrittura presso la Pontificia Università di Pamplona, Spagna. Come sacerdote ha svolto gli incarichi di parroco, formatore del Seminario diocesano di San Juan de los Lagos, docente di Sacra Scrittura, vicario diocesano per la pastorale e vicario generale.

    In Sudafrica, Benedetto XVI ha nominato vescovo della diocesi di Eshowe il sacerdote Xolelo Thaddaeus Kumalo, economo della diocesi di Bethlehem. Il neo presule ha 53 anni e nel 1976 è entrato come postulante nell’Ordine francescano. Dopo un anno di studi filosofici al “Franciscan Study Centre”, a Wingate Park, ha lasciato l’ordine per propria decisione ed è stato ammesso dal vescovo di Witbank al Seminario Nazionale di “St. John Vianney” (affiliato alla Pontificia Università Urbaniana), per continuare gli studi. Dopo qualche anno di lavoro come impiegato (“clerk in a steel factory”), il vescovo di Bethlehem l’ha accolto nella sua Circoscrizione. Ha studiato al “Boston College”, negli Stati Uniti, dove ha conseguito un “Masters degree in Pastoral Theology”. Tornato in Patria, è stato ordinato sacerdote ed ha ricoperto, tra gli altri, gli incarichi di parroco e Responsabile del“St. John Paul II Formation Centre”, vicario generale ed economo della diocesi di Bethlehem.

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    Le cerimonie della Settimana Santa presiedute dal Papa rese note dall'Ufficio delle celebrazioni pontificie

    ◊   A pochi giorni dall’inizio della Settimana Santa, l’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche pontificie ha reso noto, come di consueto, il calendario delle cerimonie presiedute da Benedetto XVI, a cominciare dalla Domenica delle Palme con il rito di benedizione degli ulivi, la processione, la Messa della Passione e la contemporanea celebrazione della XXIII Giornata mondiale della Gioventù. E a proposito del raduno giovanile diocesano - in vista della più grande GMG di Sydney del prossimo luglio - dopodomani il Papa nella Basilica di San Pietro incontrerà alle 17.30 i giovani romani per una liturgia penitenziale, e la diocesi capitolina ha mobilitato parrocchie, movimenti e associazioni per questo appuntamento. Sugli eventi che scandiranno la Settimana Santa, ascoltiamo il servizio di Alessandro De Carolis:


    Le celebrazioni pasquali, precedenti i giorni “forti” del Triduo, avranno il loro consueto prologo liturgico con la Messa crismale del Giovedì Santo, che il Papa concelebrerà con cardinali, vescovi e prebiteri in San Pietro alle 9.30. Nel pomeriggio, alle 17.30, Benedetto XVI presiederà la concelebrazione della Messa in Coena Domini, durante la quale procederà al rito della lavanda dei piedi a dodici sacerdoti. La tradizionale colletta solidale della Messa servirà quest’anno a sostenere l’Orfanotrofio “La edad de oro”, dell’Avana, a Cuba. Il giorno dopo, venerdì Santo, alle 17, il Pontefice celebrerà la Liturgia della Parola, l’Adorazione della Croce e il Rito della Comunione e poi, alle 21.15, presiederà il tradizionale rito della Via Crucis al Colosseo. La Veglia pasquale del Sabato Santo inizierà quest’anno alle ore 21. Il Papa benedirà il fuoco nuovo nell’atrio della Basilica di San Pietro quindi, dopo l'ingresso processionale in Basilica con il cero pasquale e il canto dell'Exsultet, presiederà la Liturgia della Parola, Battesimale ed Eucaristica. Domenica di Pasqua, 23 marzo, infine, Benedetto XVI celebrerà la Santa Messa sul sagrato della Basilica di San Pietro alle 10.30 e, alla fine, dalla Loggia centrale della Basilica impartirà la Benedizione Urbi et Orbi.

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    Il cardinale Tauran parla del Forum cattolico-islamico in programma a Roma il prossimo novembre: un luogo per rafforzare il dialogo e superare eventuali incomprensioni

    ◊   “Il dialogo deve avere anche risvolti concreti”. Così il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, spiega l’obiettivo del Forum cattolico-islamico, in programma a Roma il prossimo novembre. Vi prenderanno parte 24 delegati cattolici e 24 musulmani: una rappresentanza, quest’ultima, dei 138 saggi firmatari della Lettera inviata al Santo Padre e ai responsabili delle Chiese cristiane lo scorso ottobre. L’ultimo giorno saranno ricevuti da Benedetto XVI. A dar vita al Forum, il recente incontro in Vaticano tra 5 leader musulmani e una delegazione guidata dal cardinale Tauran che così descrive, al microfono di Silvia Gusmano, lo spirito di collaborazione venutosi a creare:


    R. - Il clima di questo incontro è stato molto cordiale, con persone molto preparate. Hanno capito molto bene la necessità che il dialogo interreligioso debba avere un aspetto concreto. Quindi, abbiamo pensato di creare questa struttura di dialogo sempre aperta, questo Forum cristiano-musulmano, che ci permetterà non solo di avere incontri regolari, ma anche, in caso di necessità, di essere sempre disponibili a risolvere in maniera immediata qualche incomprensione, qualche crisi. Quindi, una collaborazione effettiva, espressione di un miglioramento del clima.

     
    D. - Quindi, un confronto su tematiche spirituali e teologiche ma anche su aspetti concreti, a cominciare dal principio di reciprocità e dalla difficile situazione di molti cristiani che vivono nei Paesi arabi...

     
    R. - La reciprocità: abbiamo parlato anche di questa necessità, che i cristiani e i Paesi arabi possano avere un loro luogo di culto - che è il minimo che si possa chiedere - tanto più che loro hanno insistito sul fatto che il Corano dice che in materia di religione non c’è costrizione. Se abbiamo un dialogo interreligioso strutturato, continuo, questo non può non avere ripercussioni, soprattutto a livello dei dirigenti, che saranno più propensi a guardare la situazione e a porre rimedi secondo il diritto internazionale.

     
    D. - Per ora, però, il dialogo è avviato solo con la parte più moderata dell’islam. Come intervenire anche rispetto all’estremismo e alle frange islamiche più ostili all’Occidente e al cristianesimo?

     
    R. - Io penso con l’educazione, basata sull’insegnamento della storia, della religione. La scuola sia molto importante: da una parte, abbiamo la Chiesa, dall'altra, la Moschea, e in mezzo la scuola. E’ a scuola dove i giovani imparano a vivere assieme, a fare un pezzo di cammino assieme.

     
    D. - Alla luce di queste importanti novità, l’equivoco e le incomprensioni nate a Ratisbona sono secondo lei superate oggi?

     
    R. - Devo dire che con i miei interlocutori è da sei mesi che sono alla guida del Pontificio Consiglio. Raramente si è accennato a Ratisbona. Io penso che il Papa abbia spiegato bene ciò che voleva dire e l’equivoco è ormai risolto.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il ruolo dei cattolici tra collaborazione leale e presenza reale: un articolo, nell’informazione internazionale, di Antonio Pelayo sulle legislative di domenica scorsa in Spagna.

    Giuseppe M. Petrone sulle politiche di venerdì in Iran.

    In cultura, la cronaca di Luca M. Possati dell’incontro sul rapporto tra ebraismo e cristianesimo promosso dal Pontificio Consiglio della cultura.

    L’impressionismo? Meglio l’Ottocento italiano: Antonio Paolucci su arte e patriottismo nell’età del Risorgimento.

    Stralci dall’introduzione e dal saggio d’apertura al primo dei tre volumi del catalogo “Imago Ordinis Minimorum. La magia delle incisioni”, curato in occasione del quinto centenario della morte di san Francesco di Paola.

    Una riflessione di Oddone Camerana dal titolo “Dal simbolo alla realtà del sacrificio”.

    Mario Ponzi, nell’informazione religiosa, intervista padre Jean Louis Ska, ordinario di esegesi dell’Antico Testamento al Pontificio istituto biblico.

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    Oggi in Primo Piano



    Il cardinale Bagnasco al Consiglio permanente della CEI: la politica dia ai cittadini italiani risposte ai problemi sociali più urgenti

    ◊   Con forti appelli ai politici italiani in vista del voto di aprile, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana (CEI), ha aperto ieri il Consiglio episcopale permanente. I vescovi italiani, che hanno anche ricordato come questo tempo di Quaresima richiami tutti i cristiani alla pratica della elemosina, hanno voluto così dire “una parola pacata e serena a quanti saranno eletti nel parlamento della prossima legislatura”. Il servizio è di Francesca Sabatinelli:


    Le prossime elezioni siano un’occasione di crescita morale e civile. I vescovi italiani si rivolgono ai politici: è il momento di dare ai cittadini risposte concrete e rapide, all’indomani dal voto è necessaria una spinta convergente perché si migliorino le condizioni di vita della popolazione, perché si affrontino i problemi più urgenti, come quelli legati alla spesa degli italiani. L’appello del cardinale Angelo Bagnasco è chiaro. Bisogna uscire, ha detto, dall’individualismo, dall’egoismo, occorre restituire spessore etico alla politica:

     
    "L’Italia ha bisogno di un soprassalto di amore per se stessa, per ricomprendere le proprie radici e dare slancio al proprio avvenire, interpretando adeguatamente il proprio compito nel concerto delle nazioni. Facciamo in modo dunque che risalti la civiltà della politica, e le sue acquisizioni volte al rispetto della persona e allo sviluppo della comunità".
     
    I vescovi confermano che non daranno indicazioni di voto, seguiranno una linea di non coinvolgimento che non è disinteresse, ma un contributo alla serenità del clima, ai cristiani però ricordano, citando il Papa, che “bisogna fronteggiare il rischio di scelte politiche e legislative che contraddicono fondamentali valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura dell’essere umano: dalla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio”:

    "È alla luce di questi valori fondamentali che ognuno è chiamato a discernere, poiché si tratta di valori che costituiscono da sempre l’essere stesso della persona umana".
     
    Non deve destare meraviglia o scandalo se la Chiesa ribadisce i valori morali che scaturiscono dalla fede cristiana, un tesoro che contribuisce a garantire ancora oggi quella identità culturale senza la quale si dissolve lo stesso senso di appartenenza sociale, con le virtù che lo contraddistinguono:

    "Ne discenderebbe una cultura non più personalista, ma piegata ad un’ottica individualistica dell’uomo; e questa inevitabilmente produrrebbe riflessi concreti sulla società tutta come sulla quotidiana convivenza tra persone, famiglie e gruppi. E costituirebbe una seria ipoteca rispetto ad una società veramente altruista, non solo rispettosa ma anche solidale".
     
    La Chiesa italiana, dunque, ribadisce la sua stima nei confronti di chi indaga senza pregiudizi su uomo e mondo, guidato da serena e seria ansia per la verità. La Chiesa ha fiducia nella scienza, ma non può non sottolineare come nei laboratori della vita sia stata infranta la barriera posta a tutela della dignità umana e segnalarlo non può essere scambiato per oscurantismo e per ostilità verso la scienza. E’ inoltre necessario allarmarsi per l’impatto di tv e internet sui minori, per la de-regulation educativa alimentata dalla mancanza di attenzione verso le persone fragili, i malati inguaribili, quelli terminali e le famiglie così come per i fenomeni di discriminazione e umiliazione della donna di fronte ai quali più urgente appare l’impegno dei cristiani.

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    Nel 25.mo della Prelatura personale dell’Opus Dei, svolta una giornata di studio all’Università della Santa Croce

    ◊   I 25 anni fa della Prelatura dell’Opus Dei sono stati ricordati ieri alla Pontificia Università della Santa Croce, dove si è svolta una Giornata di studio e riflessione sul significato teologico e giuridico di questa particolare istituzione. Il servizio di Roberta Gisotti:

     
    Trascorso un quarto di secolo è tempo di bilanci per la Prelatura personale dell’Opus Dei, istituita da Giovanni Paolo II con la Costituzione apostolica Ut sit, promulgata nel marzo 1983. Si concludeva un lungo cammino durato oltre 40 anni, iniziato da San Josemaria Escrivà de Balaguer - fondatore nel 1928 a Madrid dell’Opus Dei - per un riconoscimento particolare della Santa Sede, che arriverà dopo il Concilio Vaticano II, nello spirito di favorire il dinamismo pastorale della comunità cristiana. Per la prima volta nella storia della Chiesa, nasce una realtà ecclesiale governata da un prelato, che non ha un territorio delimitato, dove i fedeli pure riconoscendosi nella Prelatura dell’Opera appartengono ed operano nelle diocesi in cui vivono: “cristiani comuni” - ha sottolineato, all’Università della Santa Croce, l’attuale prelato mons. Javier Echevarria - impegnati a testimoniare quell’“unità di vita” tra le attività quotidiane del lavoro, dello studio, della famiglia e il rapporto con Dio.

     
    Oggi, l’Opus Dei conta quasi 85 mila aderenti, fra i quali 2 mila sacerdoti e 21 vescovi, sparsi in 350 diocesi in oltre 60 Paesi. Gestisce 15 Università, 11 Istituti Superiori di commercio, 36 Scuole elementari e superiori, 97 scuole tecnico-professionali e centri educativi per giovani disagiati, 166 residenze per studenti, 7 ospedali, di cui due in Africa e numerose opere di beneficenza e progetti di aiuto.

     
    Non tutti, a suo tempo, hanno guardato con fiducia all’Istituto della Prelatura personale, paventando rischi teologici e giuridici, dubbi dissipati in 25 anni. Ed oggi - è stato evidenziato nel Convegno di studio - guardare a questa istituzione potrebbe servire per affrontare necessità pastorali attuali in una società segnata dalla mobilità delle persone e dalla multiculturalità.

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    “Lavoriamo per un sorriso”: l’impegno di un’associazione di Vicenza nella cura delle malformazioni del palato e del viso dei neonati

    ◊   La nascita di un figlio con malformazioni del palato o del viso non deve essere considerata una disgrazia, giacché si tratta di una patologia che oggi può essere curata con ottimi risultati: è questo il messaggio su cui è impegnata l’Associazione “Lavoriamo per un Sorriso” che opera presso il Centro per la Cura della malformazioni maxillo-facciali di Vicenza. Ce ne parla Alessandro Gisotti:


    Labiopalatoschisi: una parola difficile per descrivere una malformazione del palato e delle labbra. Un problema, ma non una disgrazia. Ecco la testimonianza del dott. Ugo Baciliero, chirurgo maxillo-facciale impegnato con l’Associazione “Lavoriamo per un Sorriso”:

     
    R. - Un bambino con problemi di questo tipo nasce ogni 500-600 parti. E’ una malformazione che si instaura nelle prime settimane di gravidanza e che può essere diagnosticata già nei primissimi mesi della gravidanza stessa. Da che cos’è caratterizzata? E’ caratterizzata da una mancata fusione di alcuni componenti del volto. Detto questo, l’aspetto più importante è che con le tecniche di oggi si possono ottenere a risultati senz’altro soddisfacenti, da un punto di vista estetico che da un punto di vista funzionale. A fronte di un miglioramento delle tecniche diagnostiche prenatali, dovrebbe o deve corrispondere un altrettanto significativo sviluppo dell’informazione per le madri, per i genitori. L’informazione è l’elemento principale - e in particolare- per un tipo di malformazione come questa - perché la spiegazione ai genitori di tutte le problematiche è generalmente un elemento di estrema importanza e di estremo aiuto per affrontare le fasi successive, sia della gravidanza sia dopo la nascita dei vari passaggi operatori.

     
    L’informazione, dunque, è proprio ciò che spesso manca quando i genitori si trovano ad affrontare queste situazioni difficili. D’altro canto, nel Regno Unito si sono verificati casi di aborto dopo che era stato diagnosticato al feto un semplice labbro leporino. Proprio per sconfiggere l’ignoranza e aiutare le famiglie e i bambini è nata l’associazione “Lavoriamo per un Sorriso” (www.lavoriamoperunsorriso.it). La riflessione del presidente del sodalizio, il dott. Sergio Terzo:

     
    R. - Fondamentalmente, si è visto che a fianco di una importante e molto spesso risolutiva capacità medica, non esistevano altrettanto significative esperienze di aiuto alle famiglie, che si trovavano disorientate e assolutamente poco informate. Si è ravvisata allora la necessità di costituire questa Associazione. Forniamo anche assistenza per certi versi psicologica, perché rispondiamo alle telefonate, abbiamo un forum dove le mamme, in particolare, si rivolgono per chiedere anche informazioni spicciole per quanto riguarda quale biberon utilizzare, su alcuni timori magari legati ad abitudini, comportamenti... Si pensa, in maniera errata, che i bambini affetti da labiopalatoschisi non possano condurre una vita normale, mentre la realtà testimonia che, se adeguatamente seguiti, possono avere una vita al pari di tutti gli altri.

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    Salute e ambiente al centro di un incontro a Milano in vista di una Conferenza europea sul tema, fissata per il 2009

    ◊   Rafforzare l'interazione ambiente-salute, con particolare riferimento all'infanzia: è l'obiettivo che si propone la quinta Conferenza ministeriale europea su ambiente e salute, in programma per il prossimo anno in Italia. Ieri è iniziato l'incontro di tre giorni in preparazione all'evento, si è tenuto a Milano un incontro focalizzato sulle minacce alla salute dei bambini, dall'acqua non potabile all'inquinamento atmosferico. Il servizio di Fabio Brenna:


    Acqua non potabile, misure igieniche inadeguate, incidenti in attività fisica, inquinamento, sostanze chimiche: questi sono i principali fattori di rischio ambientale per la salute dei bambini che sono diventati “osservati speciali” dai 53 Paesi della regione europea dell’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità. Questi fattori di rischio diventano causa di almeno un terzo delle morti di bambini e adolescenti fino ai 19 anni di età. Accanto a questi fattori, ci sono minacce emergenti che amplificano l’impatto dell’ambiente sulla salute e rappresentano una nuova sfida, come i cambiamenti climatici. Il rinnovato processo ambiente-salute prende il via a Milano con il primo dei tre incontri di preparazione alla quinta Conferenza ministeriale del 2009 che si svolgerà in Italia. L’incontro di tre giorni, organizzato dall’OMS Europa, è in collaborazione con il Comitato europeo “Ambiente e Salute”, mira a rafforzare l’interazione tra la salute, l’ambiente e gli altri settori per assicurare una salute migliore alla popolazione d’Europa e, in modo particolare, alle giovani generazioni. Corrado Clini è presidente del Comitato europeo “Ambiente e Salute”:

     
    “Nei 15 Paesi dell’Unione Europea prima dell'allargamento, siamo all'incirca ad uno standard abbastanza comune. Purtroppo, ci sono alcune situazioni di emergenza: oggi, quella di Napoli è una di esse all’attenzione di tutta Europa, perché crea un fortissimo squilibrio nelle politiche europee. Abbiamo invece i nuovi Paesi europei, dalla Polonia alla Romania, che stanno affrontando il tema della protezione dell’ambiente, della protezione della salute, contemporaneamente alla riqualificazione della loro struttura economica”.
     
    Sono quattro le azioni su cui concentrare gli sforzi per tutelare la salute dei più giovani in rapporto con l’ambiente:

     
    “La crescita economica e lo sviluppo delle istituzioni provocherà effetti positivi drastici su questi aspetti, perciò stile di vita da un lato, incidenti dall’altro. Invece, c’è un aspetto sul quale siamo molto più preoccupati, che è quello che riguarda gli scenari climatici a 15-20 anni, che prevedono l’intensificazione di eventi estremi: cioè grandi alluvioni alternate a periodi lunghi di siccità. E questo potrebbe determinare effetti pericolosi soprattutto laddove il territorio è meno organizzato e dove le strutture sono meno pronte ad affrontare emergenze di questo tipo, per esempio la scarsità d’acqua. Questo è un tema centrale, peraltro, per la stessa Unione Europea”.

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    Chiesa e Società



    Preoccupazione della Chiesa irachena per il persistente silenzio sul rapimento dell’arcivescovo caldeo di Mossul, mons. Rahho

    ◊   Dopo la preoccupazione espressa domenica scorsa dal Papa all’Angelus “per la sorte di mons. Rahho”, rapito il 29 febbraio scorso da un commando armato a Mossul, è previsto oggi l’appello di 15 capi religiosi musulmani per la liberazione dell’arcivescovo caldeo. Domani - ricorda l'agenzia AsiaNews - i caldei iracheni in patria e della diaspora si uniranno in preghiera per la salvezza del presule. L’arcivescovo di Kirkuk, mons. Luis Sako, ha lanciato inoltre un appello affinché l’Occidente non si abitui a guardare le violenze in Iraq come “un fatto normale”, ma alzi ancora la voce contro le ingiustizie che affliggono il Paese. La preghiera, un segno, una presenza o un gesto – continua mons. Sako – ci aiutano a testimoniare la nostra fede e fraternità universale. Dodici giorni dopo il rapimento mancano ancora dati certi: non è stata accertata l’identità dei rapitori, che continuano a negare ai mediatori un contatto diretto con l’ostaggio. Sulla sorte di mons. Rahho c’è grande apprensione anche perché il presule è molto malato e ha bisogno di cure quotidiane. (A.L.)

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    L’inglese Matthew Festing eletto Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta

    ◊   L’inglese Matthew Festing è il nuovo Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta. Festing, fino ad oggi Gran Priore d’Inghilterra dell’Ordine, è stato eletto stamani a Roma dal Consiglio Compito di Stato, composto da circa 60 persone, tra le quali il Luogotenente interinale, il Sovrano consiglio e il Prelato. Festing è il 79.mo Gran Maestro dell’Ordine di Malta e succede a Fra’ Andrew Bertie, spentosi il 7 febbraio scorso a Roma.

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    La Chiesa si batterà contro l’ampliamento della legge sull’aborto e contro l’eutanasia: così il primate di Spagna dopo la vittoria del partito socialista nelle politiche spagnole

    ◊   Il primate di Spagna e arcivescovo di Toledo, cardinale Antonio Cañizares, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera si congratula con il premier José Luis Rodriguez Zapatero per la vittoria del partito socialista nelle elezioni politiche di domenica. Il cardinale assicura anche la volontà della Chiesa spagnola di collaborare nel perseguimento del bene comune. Ma ribadisce che la Chiesa si batterà sempre “contro un eventuale ampliamento della legge sull’aborto e contro l’eutanasia”: “Sarebbe un tradimento se rinunciassimo a difendere la vita, dal concepimento alla morte naturale”. Secondo il porporato, “chi nega il diritto alla vita è contro la democrazia, e conduce la società al disastro”. Sottolinea, poi, che difendere valori in pericolo non vuol dire essere ingerenti. Il cristianesimo – aggiunge – è l’unica religione che separa fede e politica: “di Dio sono la vita, la verità, l’uomo”. Per il cardinale Antonio Cañizares, il futuro della società spagnola si gioca “in una grande battaglia culturale che nessun cattolico, in qualunque partito militi, può disertare”. Il primate di Spagna afferma infine che l’unità del Paese è un “bene morale che appartiene a tutti, e che tutti dovrebbero difendere”. Anche il cardinale Antonio Maria Rouco Varela, presidente della Conferenza episcopale spagnola, si congratula con Zapatero per la vittoria nelle elezioni politiche di domenica. Il porporato assicura la preghiera perché il Signore gli conceda "la Sua luce e la Sua forza per agire al servizio della pace, della giustizia e della pace". (A cura di Amedeo Lomonaco)

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    I vescovi del Perù invitano i fedeli a celebrare la Giornata del Bambino che deve nascere

    ◊   La Commissione Episcopale per la Famiglia e la Difesa della Vita della Conferenza Episcopale del Perù, invita i fedeli a celebrare, il 25 marzo, la Giornata del Bambino che deve nascere, proprio in questi momenti in cui “la vita è così minacciata in tanti modi, e all’essere umano in formazione vengono negati i diritti che qualunque nascituro possiede”. A motivo della celebrazione, la Commissione ha pubblicato un Messaggio reso noto dall'Agenzia Fides, intitolato “Il Bambino che deve nascere: cosi umano come uno già nato”, nel quale afferma che questa celebrazione invita tutti “a contemplare il periodo di tempo che ogni uomo e ogni donna hanno vissuto fino al momento di aprire i loro occhi al mondo creato”. Viene anche ricordato che il progresso della tecnologia “continua a rendere più familiare e vicina quella creatura in attesa di nascere” e grazie alla scienza è possibile constatare cosa sia un bambino che deve ancora nascere: “un essere umano, membro del genere umano come uno già nato”. “Il bambino non ancora nato non è oggetto di opinione, non è una fantasia, né un’illusione - continua il Messaggio -. Ha tutto il peso e tutta la forza della realtà che non può essere ignorata né occultata alla ragione umana”. Da ciò deriva che l’inviolabilità della vita umana nascente “non è solo un comandamento della fede cristiana, bensì una legge naturale iscritta nel profondo del cuore di ogni uomo e donna, valida per credenti - di qualunque credo - o agnostici”. Proprio per questo, la Commissione rivolge un appello ad essere coerenti con tali verità e a rispettare “quei bambini - embrioni o feti - tenendo conto della loro dignità”. Una simile scelta implica dire “no” alla bugia dell’aborto, all’inganno della fertilizzazione in vitro, all’infame manipolazione di embrioni, perché tutto questo comporta inevitabilmente la morte di un essere umano”. La Commissione per la Famiglia e la Vita chiede inoltre che in ogni Diocesi venga realizzato un pellegrinaggio di famiglie diretto verso un luogo dove madri e figli possano consacrarsi alla Vergine e celebrare la Santa Messa, concludendo il tutto con un incontro con le famiglie e con una manifestazione di gioia per la vita e per la famiglia. (R.P.)

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    Si acuisce la crisi della famiglia in Bolivia: l’arcivescovo di Cochambamba denuncia continui e pressanti messaggi negativi contro l’istituto familiare

    ◊   Alcuni programmi televisivi, la pornografia, la condotta pubblica svincolata dalla dimensione etica e diverse proposte legislative sono tra le cause della crisi dell’istituto familiare in Bolivia. E’ quanto denuncia l’arcivescovo di Cochabamba, mons. Tito Solari Capellari, aggiungendo che la famiglia è bersaglio di molteplici e pressanti messaggi negativi. “In Bolivia – spiega il presule – stiamo accettando che si continui a distruggere la famiglia e prescindiamo da Dio”. Mons. Tito Solari Capellari fa notare che “molti genitori non si dedicano ad educare i figli” perché troppo impegnati ad ottenere il sostentamento per la vita. Spesso anche la scuola non fornisce un’adeguata assistenza: l’istituzione scolastica – denuncia l’arcivescovo di Cochabamba – “privilegia l’efficienza, la superficialità, il successo, ma non approfondisce i valori umani e spirituali che creano il tessuto della condotta della persona nella società”. Un altro grave fenomeno, che secondo l'arcivescovo contribuisce all’acuirsi della crisi di valori in Bolivia, è quello della “delinquenza”. Di fronte a questa situazione – conclude il presule, le cui parole sono state riprese dal quotidiano della Santa Sede, l’Osservatore Romano – “i cristiani devono reagire”. (A.L.)

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    Il Kenya, Paese che cresce nella fede, ha bisogno di pace: così l’arcivescovo di Nairobi in un’intervista al settimanale cattolico di Concordia-Pordenone, ‘Il Popolo’

    ◊   “Viviamo una situazione critica. La Chiesa vive l’ora della prova. Le ultime elezioni sono state solo il pretesto per far scoppiare la bomba che però era stata già preparata”. È quanto afferma il cardinale John Njue, arcivescovo di Nairobi e presidente della Conferenza episcopale del Kenya, analizzando le cause che hanno portato agli scontri tra le diverse tribù locali, dopo le elezioni del dicembre scorso. In un’intervista rilasciata al settimanale cattolico di Concordia-Pordenone ‘Il Popolo’, in occasione della recente visita alla diocesi del Friuli Venezia Giulia, il cardinale sottolinea che bisogna “rifiutare la vendetta, un atteggiamento che non è assolutamente compatibile con l’annuncio del Vangelo”. “Bisogna capire cosa è successo e cercare la verità – aggiunge - perché la verità solamente può renderci liberi”. Il cardinale parla anche della Chiesa del kenya, che oggi conta più di 8 milioni di cattolici. La presenza dei religiosi è in aumento e cresce anche il numero di sacerdoti indigeni. Sono molte inoltre le vocazioni di giovani. “La Chiesa – conclude il porporato - è cresciuta nei numeri, ma è cresciuta anche la sua responsabilità, accompagnando il Paese alla ricerca della democrazia, specialmente attraverso l’azione educativa delle proprie scuole”. (A.L.)

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    La Comunità di Sant'Egidio chiamata a mediare tra il governo di Kinshasa e i ribelli hutu rwandesi dell'est della Repubblica Democratica del Congo

    ◊   Il governo della Repubblica Democratica del Congo ha chiesto alla Comunità di Sant’Egidio di promuovere un incontro, da svolgersi a Roma, tra i rappresentanti del governo congolese e la dirigenza delle Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda (FDLR), il principale gruppo ribelle hutu presente nell’est del Congo e da anni al centro di un contenzioso tra Rwanda e Kinshasa. Il meeting di Roma, precisa l'Agenzia Fides, dovrebbe servire a preparare un vertice da tenersi a Kisangani, nel nord est del Congo, tra le due parti. L’obiettivo è convincere l’FLDR ad aderire al processo di disarmo, avviato da altri gruppi operanti nell’est del Congo, e a un progressivo rimpatrio dei suoi militanti in Rwanda. Lo scorso gennaio era stato firmato a Goma un accordo di cessate il fuoco tra tutti i gruppi armati che operano nel Kivu ma l’FDLR non aveva aderito alle intese. Secondo la stampa congolese sono in corso trattative e una delegazione del governo di Kinshasa si è recata a Roma, presso la sede della Comunità di Sant’Egidio, per discutere le condizioni del disarmo e del rimpatrio in Rwanda delle milizie armate hutu rwandesi. La delegazione congolese si è poi recata in Rwanda per affrontare la questione. Secondo fonti della stampa locale i ribelli rwandesi sarebbero disposti a deporre le armi e a ritornare nel loro Paese, ma avrebbero posto alcune condizioni. La presenza dei ribelli rwandesi è uno degli ostacoli principali per la stabilizzazione dell’est della Repubblica Democratica del Congo ed ha fornito spesso il pretesto, all’una o all’altra parte, per non impegnarsi a fondo nel processo di pace nella regione. (R.P.)

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    Debellato in Uganda, Kenya e Gambia il ceppo mortale di meningite: altri Stati africani includono il vaccino nei loro programmi sanitari

    ◊   In Uganda è stata quasi del tutto debellata tra la popolazione infantile la meningite causata da Haemophilus influenzae di tipo b: le vaccinazioni di massa dal 2001 al 2006 hanno fatto registrare, infatti, una diminuzione di quasi il 100% dei casi. I risultati ottenuti grazie agli sforzi congiunti del ministero della Sanità ugandese, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dell’UNICEF, saranno illustrati in uno studio che verrà pubblicato nel numero di aprile della rivista dell’OMS, “The bulletin”. La meningite causata da Haemophilus influenzae di tipo b, ogni anno provoca la morte di oltre 400 mila bambini di età inferiore ai cinque anni. E’ responsabile anche di almeno tre milioni di malattie gravi che, a lungo termine, portano a conseguenze quali sordità, paralisi, ritardo mentale e difficoltà di apprendimento. Importanti risultati nelle vaccinazioni sono stati conseguiti anche in Kenya e in Gambia. Attualmente, la maggior parte degli Stati africani ha incluso il vaccino contro questo ceppo di meningite nei propri programmi sanitari. (A.L.)

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    In Nepal, la comunità cattolica accoglie con sollievo il recente accordo di pace

    ◊   La comunità cattolica in Nepal esprime soddisfazione per l’accordo di pace raggiunto dal governo e dai rappresentanti delle minoranze etniche dopo le ultime tensioni che hanno insidiato la complessa transizione democratica nel Paese. Il Nepal è stato teatro in questi mesi di violenze innescate da vari gruppi etnici, tra cui quelle dei Madhesis che rivendicano maggiore autonomia. L’accordo, siglato lo scorso 28 febbraio, viene incontro a queste richieste, rinviando all’assemblea costituente la definizione dei poteri di autogoverno. Questi ultimi sviluppi sono accolti con soddisfazione, in particolare, dal prefetto apostolico del Nepal, mons. Anthony Sharma: "Siamo felici dell’intesa – ha detto - perché renderà possibile lo svolgimento delle elezioni dell’assemblea costituente nella data prevista". “Le nostre preghiere - ha aggiunto - sono state accolte e adesso dobbiamo pregare per il processo elettorale e quello di pace”. Binod Gurung, presidente dell’Azione Cattolica nepalese, ha riferito all’agenzia Ucan che la comunità cattolica guarda con speranza al prossimo appuntamento elettorale. Si tratta di un ottimismo condiviso anche da don Augusty Pulickal, parroco della parrocchia di Don Bosco a Dharan, secondo cui “i recenti sviluppi rendono più stabile il nuovo assetto democratico nel Paese”. Le elezioni dell’assemblea costituente dovrebbero svolgersi il prossimo 10 aprile. Si dovrà anche decidere della sorte della monarchia nepalese. (L.Z.)

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    In Kazakistan, la Chiesa è libera di esprimersi pubblicamente: così il vescovo ausiliare di Karaganda, città tristemente nota per i gulag

    ◊   Una comunità molto piccola, composta per lo più da fedeli di origine straniera e che gode di una relativa libertà religiosa in una società ancora legata ai valori tradizionali. Così mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Karaganda, descrive la situazione della Chiesa locale in un’intervista all’agenzia cattolica Apic di Friburgo. 47 anni, figlio di una famiglia tedesca del Mar Nero deportata da Stalin, mons. Schneider è ausiliare di questa città industriale, tristemente famosa per i gulag. Nell’intervista il presule parla di una situazione nell’insieme “tranquilla” per la Chiesa in Kazakistan. I problemi – spiega - non vengono tanto dallo Stato che riconosce la libertà religiosa e promuove la tolleranza, quanto piuttosto dal proselitismo aggressivo di alcuni gruppi evangelici e di alcuni predicatori islamici. “La maggioranza della popolazione non vuole questo genere di fondamentalismo e lo Stato è attento ad impedire che i fondamentalisti prendano piede nel Paese”. Una nota positiva per mons. Schneider è costituita dal fatto che la Chiesa è libera di esprimersi pubblicamente su temi eticamente sensibili in una società che, nonostante 70 anni di dittatura sovietica, “ha conservato i valori morali e umani meglio delle opulente società occidentali”. La Chiesa cattolica in Kazakistan conta oggi circa 250 mila fedeli di rito latino e 7 mila di rito ucraino, su una popolazione di più di 17 milioni di abitanti, di cui il 60% musulmani. Gli ortodossi costituiscono invece un terzo della popolazione. La Santa Sede e la Repubblica del Kazakistan intrattengono relazioni diplomatiche dal 1992. (L.Z.)

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    Incontro dei vescovi e dei leader religiosi delle comunità cattoliche di rito orientale presenti in Oceania

    ◊   I Vescovi e i leader religiosi delle comunità cattoliche di rito orientale presenti in Australiani si sono incontrati per stabilire maggiori legami di comunione e cooperazione. La Chiesa in Australia (circa 5,1 milioni di cattolici, pari al 28% della popolazione), ha infatti un carattere plurinazionale e pluriculturale. Tale consapevolezza è particolarmente viva nei confronti dei gruppi che sono arrivati in Australia da diversi paesi del mondo, portando con sé le proprie tradizioni culturali e religiose. Così, nell’ambito della Chiesa cattolica, sono rappresentati in Australia i diversi riti che corrispondono alle varie Chiese Orientali. L’incontro fra Vescovi e leader religiosi, riferisce l'Agenzia Fides, si è tenuto nella Chiesa ucraina di Sant’Andrea, a Lidcombe, nella provincia del Nuovo Galles del Sud. Oltre a essere un momento di confronto importante per ribadire l’unità e la comunione fra le Chiese orientali presenti in Oceania, “abbiamo avuto l’opportunità anche di discutere diverse questioni pratiche e stabilire nuovi legami di collaborazione e cooperazione”, ha detto Mons. Stasiuk, che ha presieduto l’incontro. Al forum è intervenuto anche padre John Murphy, dell’Ufficio episcopale per l’immigrazione cattolica, sottolineando che le comunità di rito orientale danno un contributo insostituibile alla pastorale della Chiesa in Australia e in tutta l’Oceania, attraverso la presenza di sacerdoti e religiosi. L’assemblea si è soffermata anche sul tema della formazione del clero e sulla pastorale vocazionale. Il Vescovo melkita Issam Darwish ha presentato il progetto per realizzare una pubblicazione destinata agli studenti delle scuole secondarie, per spiegare e illustrare loro la realtà delle Chiese orientali in Oceania. In un clima fraterno, i presenti hanno ribadito la necessità di contribuire all’evangelizzazione del continente. Il prossimo incontro si terrà nel marzo 2009 presso la sede del Vescovo Caldeo a Sydney. (R.P.)

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    Iniziato il periodo quaresimale per gli ortodossi. Il Patriarca ecumenico, Bartolomeo I, invita alla conversione

    ◊   Un invito alla conversione. A lanciarlo è il Patriarca ecumenico Bartolomeo I nella “Catechesi per l’inizio della Santa e grande Quaresima 2008”. Per gli ortodossi, il periodo della Quaresima che prepara la più importante festa della Pasqua, è iniziato ieri. Conversione – osserva il Patriarca - è “decisione di cessare dalle azioni e abitudini peccaminose” e richiede un “cambiamento di mentalità”. Ma non è “qualcosa che ci priva della gioia di vivere”. “Colui che si converte continuamente – aggiunge Bartolomeo I - progredisce sempre, sempre lieto per i suoi nuovi traguardi”. “Diventa sempre più saggio, più ricco di discernimento, più elevato e amico di Cristo”. Quest’anno, gli ortodossi – ricorda l’agenzia Sir - celebreranno la Pasqua domenica 27 aprile, cinque settimane dopo la pasqua festeggiata domenica 23 marzo dal mondo cattolico e protestante. La differenza delle date è dovuta al fatto che l'anno liturgico della Chiesa ortodossa celebra le sue festività secondo il calendario giuliano (stabilito da Giulio Cesare nel 46 a.C.), mentre il mondo cattolico e protestante fa riferimento a quello gregoriano (riformato da Gregorio XIII nel 1582). (A.L.)

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    Anglicani, cattolici, metodisti e presbiteriani parteciperanno in Irlanda del Nord alla cerimonia ecumenica per il Giovedì Santo

    ◊   “E’ stata la Regina stessa a volere che la cerimonia del Giovedì Santo comprendesse, oltre ai cattolici, anche metodisti e presbiteriani e diventasse una funzione ecumenica molto importante per l’Irlanda del Nord”. E’ quanto ha affermato all’agenzia Sir l’arcivescovo anglicano di Armagh, Alan Harper, commentando la decisione della sovrana di trasferire l’antica funzione per la prima volta nella cattedrale anglicana di St. Patrick, in Irlanda del Nord. Alla cerimonia parteciperà anche il primate cattolico d’Irlanda, cardinale Sean Brady, e rappresentanti delle Chiese metodiste e presbiteriane. La funzione, durante la quale la Regina distribuirà borsellini con denaro a 164 rappresentanti delle quattro denominazioni cristiane, risale al 1300. In passato, il sovrano lavava i piedi dei sudditi invitati. Nel 1633, dopo la Riforma protestante, la lavanda dei piedi è stata sostituita con la distribuzione di borsellini di denaro coniato per l’occasione. Secondo l’arcivescovo Alan Harper, “è significativo che una funzione come quella del Giovedì Santo, costruita sulla virtù dell’umiltà, diventi una occasione ecumenica”. (A.L.)

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    In India, i dalit cristiani delusi per l’ennesimo rinvio dell’abolizione delle discriminazioni nei loro confronti

    ◊   In India, è stata ancora rinviata la soluzione dell’annosa questione delle discriminazioni nei confronti dei dalit cristiani e musulmani, esclusi dai diritti costituzionali riconosciuti ai cosiddetti fuoricasta di altre religioni. Dopo l’intervento della Corte Suprema ed il parere a favore della loro abolizione espresso in questi mesi da diverse commissioni governative, il governo indiano ha deciso di sottoporre il caso ad un’altra commissione. John Dayal, presidente dell’Unione Cattolica Indiana, sottolinea che questa decisione è “uno scherzo crudele ai danni dei dalit cristiani che da sei decenni chiedono pacificamente il riconoscimento dei diritti costituzionali riconosciuti a quelli di altre religioni”. “Il vero problema a questo punto – aggiunge - è la volontà politica del governo”. I diritti previsti nella Costituzione indiana per gli ex intoccabili sono limitati da una legge del 1950 ai dalit indù. Sono stati successivamente estesi a quelli di religione buddista o sikh, ma non ai dalit convertiti al cristianesimo o all’islam. La questione è stata nuovamente sollevata durante la recente plenaria dei vescovi indiani che hanno presentato un memorandum al primo ministro, Manmohan Singh. Il partito nazionalista Bharatiya Janata (BJP) si è sempre schierato contro il riconoscimento dei diritti dei dalit cristiani e musulmani. (L.Z.)

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    In Cina, incontro sul matrimonio per i giovani organizzato dalla diocesi di Fen Yang

    ◊   “Consolidare la fede, conoscere la verità, incontrarci nel Signore, camminare insieme all’Amore, stabilire il corretto valore matrimoniale”: è il tema dell’incontro dei giovani della diocesi di Fen Yang della provincia cinese di Shanxi tenutosi all’inizio della Quaresima. Sacerdoti, seminaristi e un laico attivo nella vita pastorale della comunità locale, hanno guidato diversi scambi di esperienze sui temi del sacramento del matrimonio e della vita di fede secondo l’insegnamento della Chiesa. Sono stati oltre 100 i giovani partecipanti, la maggior parte non sposati. Secondo il sacerdote locale, il “Centro Pastorale diocesano ha sempre dato importanza alla pastorale matrimoniale, soprattutto oggi, considerando il numero crescente di matrimoni misti e dei divorzi”. Non basta opporsi o tollerare qualsiasi iniziativa – ha aggiunto - ma “occorre guidare ed anche dare l’esempio di un matrimonio cristiano”. La diocesi di Fen Yang – sottolinea l’agenzia Fides - vanta una lunghissima ed importante storia dell’evangelizzazione. La prima comunità gesuita è arrivata nel 1699. Nel 1926 è stata fra le prime diocesi autonome con la creazione della gerarchia cinese e con il primo vescovo. Oggi la diocesi conta oltre 16.000 fedeli, 31 sacerdoti, 35 religiose e 14 seminaristi maggiori. (A.L.)

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    In Vietnam, diminuiscono i bambini di strada ma aumentano i ragazzi migranti: sono urgenti politiche sociali concrete

    ◊   In Vietnam è sensibilmente diminuito il numero dei bambini di strada: secondo le statistiche fornite da organizzazioni non governative, nel 2003 erano più di 21 mila e nel 2007 circa otto mila. Accanto a questo dato confortante si deve però registrare una tendenza allarmante: sta crescendo, infatti, il numero dei ragazzi migranti che si spostano da zone rurali in aree industriali. Gli abusi sessuali, la violenza e l’AIDS sono solo alcuni dei rischi cui possono andare incontro. Le responsabilità, in molti casi, sono anche delle famiglie: “Ci sono genitori ” - spiega infatti all’agenzia AsiaNews un’operatrice sociale, Hang - che sfruttano il lavoro dei loro figli". In Vietnam sono almeno 400 le organizzazioni non governative internazionali impegnate a fornire assistenza a bambini che vivono in condizioni difficili. E’ quindi urgente un piano coordinato per intervenire in loro difesa. “Ma le autorità locali – afferma Son, un esperto del settore – non permettono alle associazioni di consorziarsi per scambiare esperienze ed informazioni”. Per attuare le norme sulla protezione dei bambini – conclude – sono necessarie “politiche sociali concrete”. (A.L.)

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    In crescente aumento i cattolici sudcoreani all'estero, autentica forza evangelizzatrice

    ◊   La comunità dei fedeli cattolici sud-coreani all’estero è in continua crescita. Lo rivelano le statistiche pubblicate dall’Ufficio per la Cura pastorale dei Migranti e itineranti, presieduto da S. Ecc. Mons. Vincent Ri Pyung-ho, riprese dall'Agenzia Fides. Secondo i dati forniti dall’Ufficio, al 31 dicembre 2007 il numero dei cattolici coreani che regolarmente praticano la loro fede in chiese all’estero è di circa 150 mila (su una popolazione totale di cittadini coreani espatriati di circa 7 milioni di perone). La cifra è in costante crescita rispetto agli anni passati. Circa i due terzi del numero dei credenti all’estero si trovano in Nord America. Per quanto riguarda il continente asiatico, i sud-coreani sono concentrati in tre paesi: Cina, Indonesia e Giappone. Per la cura pastorale dei fedeli coreani della diaspora sono state istituite 165 parrocchie e 170 stazioni missionarie, sparse in 61 paesi. A occuparsi dei fedeli vi sono, nel complesso, oltre 200 preti, 39 fratelli e 131 suore, inviati dalla Chiesa in Corea proprio per il servizio pastorale alle chiese frequentate dai fedeli coreani. La Chiesa locale sottolinea che i cattolici coreani all’estero rappresentano una vera e propria forza evangelizzatrice, sparsa in tutto il pianeta, che testimonia la grande vitalità della Chiesa sud-coreana, e soprattutto del prezioso ruolo del laicato cattolico coreano nella missione della Chiesa. (R.P.)

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    L’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede lancia la proposta di un’agenda comune tra Israele e Santa Sede per approfondire il dialogo ebraico-cristiano

    ◊   “L’abisso che ci separa è l'ignoranza; manca un anello che ci collega alla comprensione reciproca ed è quello del sionismo e della cultura israeliana. Solo colmando questa lacuna ci si potrà capire e conoscere”. Lo ha detto l’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Oded Ben-Hur, durante l’incontro svoltosi ieri a Roma sulla cultura ebraico-cristiana. Secondo il diplomatico israeliano, “occorre sollecitare nei popoli la conoscenza ed iniziare un processo storico di riavvicinamento dopo la shoah e la Nostra Aetate”, il documento del Concilio Vaticano II sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane. In questo contesto – ha aggiunto – “il dialogo ed il pellegrinaggio in Terra Santa sono strumenti importanti”. Dall'ambasciatore è giunta anche la proposta di “una agenda comune di impegni tra Israele e Santa Sede”. Oded Ben-Hur si è detto inoltre “ottimista” sull’accordo relativo alle norme sulle esenzioni fiscali. All’incontro – riferisce l’agenzia Sir - ha partecipato anche il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, mons. Gianfranco Ravasi. (A.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    Duplice attentato in Pakistan: quasi 30 vittime. Condanna di Musharraf che convoca l'Assemblea nazionale per il 17 marzo

    ◊   E’ stato di allerta in Pakistan dove due attentati kamikaze nella città di Lahore hanno provocato oltre 25 vittime. Investiti dall’esplosione una chiesa cattolica e gli uffici della Caritas locale. Dura la condanna del presidente pachistano Musharraf che ha convocato per il 17 marzo prossimo la seduta inaugurale della nuova Assemblea nazionale. Il nostro servizio:


    Due attacchi quasi simultanei ed entrambi violentissimi hanno scosso questa mattina Lahore, capitale della provincia del Punjab. Grave il bilancio dei morti e dei feriti. La maggioranza delle vittime ha perso la vita nell’esplosione che ha preso di mira l’Agenzia Federale per le Investigazioni dove lavorano oltre 200 persone. L’esplosivo, contenuto in un auto, ha fatto tremare l’edificio di 8 piani tanto da temerne il crollo. La deflagrazione ha investito in pieno una Chiesa cattolica, un convento vicino, una scuola e gli uffici della Caritas. Una bambina ed un uomo sono rimasti uccisi, gravi le condizioni di altri 4 dipendenti dell’organismo caritativo. Nemmeno il tempo di soccorrere i feriti che nei pressi di un’agenzia pubblicitaria un kamikaze si è fatto saltare in aria nel quartiere residenziale di Model Town. In tutto il Paese è scattato lo stato di allerta. Durissima la condanna della strage da parte del presidente Musharraff che proprio oggi ha convocato il Parlamento di Islamabad uscito dalle elezioni del 18 febbraio scorso. La convocazione, che riguarda anche le assemblee delle quattro province federate del Paese, è stata annunciata dopo l’intesa raggiunta dai due principali partiti dell'opposizione per formare un governo di coalizione: si tratta del PPP, il Partito Popolare del Pakistan dell'ex premier Benazir Bhutto, recentemente assassinata; e della Lega Musulmana del Pakistan, guidata da un altro ex primo ministro, Nawaz Sharif.

     
    Iraq-cronaca
    Violenza che non si arresta nemmeno in Iraq. Almeno sedici persone hanno perso la vita in un attentato a Nassiriya. Preso di mira un autobus pubblico, proveniente da Bassora, distrutto dall'esplosione di un ordigno piazzato sul ciglio della strada: 22 i feriti nell'attacco. Inoltre, nove persone, tra cui quattro poliziotti, sono rimasti uccisi in diversi combattimenti a Mossul, nel nord del Paese, presso un posto di blocco. Tre le vittime in un raid aereo americano a Tikrit, 175 km a nord-est di Baghdad.

    Afghanistan-violenza
    Drastico aumento degli attentati terroristici nell’ultimo anno in Afghanistan. A rivelarlo un rapporto dell’ONU, secondo il quale il 10 per cento del territorio è “inaccessibile” a funzionari del governo e agli osservatori stranieri. Delle ottomila vittime nel 2007, più di 1.500 sono civili, notato anche un incremento degli attentati suicidi in particolare contro i cooperanti.

    Medio Oriente - politica
    Prima conferma ufficiale da parte di Hamas dell’esistenza di una tregua tra israeliani e palestinesi della Striscia di Gaza. Il cessate il fuoco chiesto dai mediatori egiziani sarebbe giunto al terzo giorno. Resta tuttavia estremamente critica la situazione nell’area dopo l’annuncio da parte del premier israeliano, Ehud Olmert, di voler estendere una colonia ultraortodossa in Cisgiordania. Un progetto che è stato fortemente criticato a livello internazionale dall’ONU, dall’Unione Europea e dagli stessi USA. Intanto, fonti palestinesi, pur condannando le iniziative israeliane, hanno reso noto di voler riprendere i negoziati di pace, interrotti dopo i cruenti scontri a Gaza. Sulla situazione nell’area, ecco il commento di Giorgio Bernandelli, giornalista esperto di Medio Oriente, intervistato da Stefano Leszczynski:


    R. – E’ una presa di posizione che nasce anche dalle dimensioni di questo progetto: sarebbero 750 nuove abitazioni in Cisgiordania, neanche a Gerusalemme Est. Per cui si capisce la reazione molto forte della comunità internazionale. Il problema è che si tratta di una mossa che Olmert ha assunto per risolvere i problemi interni alla sua coalizione. E’ un prezzo che vuole pagare allo Shas, questo partito religioso da cui dipendono le sorti della sua maggioranza. Non è un caso che tutto ciò avvenga quattro giorni dopo quello che è successo a Gerusalemme: un attentato che ha scioccato molto il Paese e che è andato soprattutto a colpire proprio una comunità religiosa.

     
    D. – In questo contesto ha ancora un senso parlare di dialogo, di processo di pace?

     
    R. – Assolutamente sì. Si tratta di una situazione molto difficile e la trattativa è di fatto congelata. Sta succedendo, però, anche qualcosa di interessante in queste ore: da quattro giorni non piovono missili Kassam da Gaza e dall’altra parte non ci sono incursioni israeliane a Gaza. C’è chi dice che questo sia l’effetto di una trattativa sottobanco fatta da Israele con Hamas per arrivare almeno ad una tregua, ottenuta con l’intermediazione dell’Egitto.

    Petrolio
    Ormai senza freni la corsa del petrolio che a New York ha superato quota 109 dollari. In crescita anche il Brent che a Londra è volato, per il quinto giorno consecutivo, a 105,40 dollari al barile. Il dollaro è in caduta libera, l’euro ha infatti sfiorato gli 1,55 sul biglietto verde. A spingere i timori di una recessione americana ma anche gli indicatori economici dell’Eurozona.

    USA-primarie
    Al voto oggi il Mississippi, dove si preannuncia l’ennesima vittoria di Barack Obama, che, intanto, ha respinto la proposta di Hillary Clinton. “Non si è mai visto nella storia americana – ha detto il senatore dell’Illinois – che chi è indietro offra al vincitore un posto da numero due”.

    Serbia-politica
    Crisi politica in Serbia: ormai lacerata dalle divisioni, seguite alla perdita della regione serba a maggioranza albanese del Kosovo, la coalizione di governo di Belgrado si è sgretolata e il primo ministro, il nazionalista Kostunica, ha formalmente chiesto al capo dello Stato, Boris Tadic, di sciogliere il parlamento e indire nuove elezioni. Intanto, è attesa per oggi l’audizione in Consiglio di Sicurezza dell’ONU del ministro degli Esteri serbo nell’ambito di una sessione dedicata alla situazione in Kosovo.

    Sri-Lanka-elezioni
    Importanti elezioni locali nello Sri Lanka. Confermando le previsioni della vigilia, il partito tamil filogovernativo, TMVP, ha stravinto nel voto amministrativo di ieri nella provincia orientale di Batticaloa, un’area controllata, sino all’anno scorso, dai ribelli tamil e poi riconquistata dall’esercito cingalese. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:


    Si tratta del primo voto dopo 14 anni, ma le Nazioni Unite e gli altri gruppi di difesa dei diritti umani hanno accusato il partito vincitore di violenza ed intimidazione durante la campagna elettorale. Il TMDP, composto da ex militanti delle Tigri Tamil e appoggiato dal governo di Colombo, si è assicurato il controllo di otto consiglio comunali su un totale di nove. Secondo alcuni, il voto di Batticaloa sarebbe un test per altre elezioni provinciali nel nord e nell’est dell’isola, previste per la fine dell’anno e che dovrebbero garantire maggiore autonomia politica alla minoranza Tamil e a quella musulmana. Intanto, a Colombo è salita la tensione dopo che ieri un ordigno esplosivo, piazzato sulla trafficata strada Colombo-Gall, ha ucciso un passante e ferito altre sei persone. (Per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola)

    Somalia-attentato
    Escalation di violenza in Somalia dove l’esplosione di una bomba, piazzata sul ciglio di una strada nella parte sud di Mogadiscio, ha provocato l’uccisione di due poliziotti. Si tratta dell’ultimo agguato di una serie di attacchi contro le forze governative da parte dei miliziani fedeli alle deposte Corti islamiche.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 71

     
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