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Sommario del 06/03/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Incontro in Vaticano tra Benedetto XVI e Bartolomeo I. Oggi pomeriggio, lectio magistralis del Patriarca di Costantinopoli al Pontificio Istituto Orientale
  • La Chiesa infonda speranza a tutti: così Benedetto XVI ai vescovi del Guatemala, in visita ad Limina
  • Il Papa questa estate trascorrerà un periodo di riposo a Bressanone, in Alto Adige
  • Nomine
  • Prosegue in Azerbaigian, dopo l’Armenia, il viaggio del cardinale Bertone nelle due Repubbliche del Caucaso, afflitte da violenze e tensioni
  • Mons. Ravasi annuncia un convegno internazionale sulle teorie dell'evoluzione per far incontrare scienza, teologia e filosofia
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • I vescovi di Colombia, Venezuela ed Ecuador impegnati a risolvere la crisi tra i tre Paesi
  • Cina: inflazione e disuguaglianze sociali al centro dell'Assemblea nazionale del popolo
  • Emergenza educativa: la riflessione del cardinale Ruini e del filosofo Possenti
  • Presentato presso la Radio Vaticana il "Festival di Pasqua"
  • Chiesa e Società

  • Il rapimento del vescovo caldeo di Mosul: si aspettano segnali dai rapitori
  • L'Unicef, altre otto ONG ed il parroco di Gaza, lanciano l'allarme per la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza
  • Aumento delle tossicodipendenze in Africa, diventata crocevia delle rotte internazionali degli stupefacenti
  • Africa: per il virus della meningite pronto un vaccino molto efficace a prezzo irrisorio
  • Dal Madagascar appello internazionale per soccorrere le regioni colpite dai cicloni
  • Si apre a Bogotá la riunione annuale dei presidenti delle Conferenze episcopali latinoamericane
  • Brasile: i vescovi ribadiscono il "no" della Chiesa alla manipolazione delle cellule embrionali
  • Genova: lettera ai fedeli del cardinale Bagnasco per la visita di Benedetto XVI
  • Francia: per la Pasqua solidarietà delle Chiese cristiane a minoranze di Africa e Medio Oriente
  • Regno Unito: i vescovi pubblicano una guida sulla nuova legge sul testamento biologico
  • Spagna: in Andalusia prima sentenza in favore dell'obiezione di coscienza contro la materia scolastica "Educazione alla cittadinanza"
  • A Madrid la “Missione Giovane Universitaria” entra nel vivo con più di venti attività
  • Per lo storico di padre Pio, Donato Calabrese, chi si reca a San Giovanni Rotondo deve andare "oltre le spoglie mortali" del santo
  • Riconoscimento ufficiale dell'Italia a cinque missionarii italiani che operano da decenni in Thailandia tra i più bisognosi
  • Cina: a Shanghai proseguono le iniziative per i 400 anni dell’evangelizzazione della diocesi
  • Monito della Conferenza episcopale brasiliana: “l’organizzazione 'Cattoliche per il diritto di decidere' non è della Chiesa”
  • Nuova veste grafica e tante novità editoriali per il bolletino dell'agenzia delle Missioni Estere di Parigi "Eglises d'Asie"
  • 24 Ore nel Mondo

  • Al via in Myanmar la terza visita dell'inviato dell'ONU Gambari

  • Il Papa e la Santa Sede



    Incontro in Vaticano tra Benedetto XVI e Bartolomeo I. Oggi pomeriggio, lectio magistralis del Patriarca di Costantinopoli al Pontificio Istituto Orientale

    ◊   Incontro di grande significato ecumenico, stamani in Vaticano: Benedetto XVI ha ricevuto in udienza Bartolomeo I con il seguito, in visita a Roma su invito del Pontificio Istituto Orientale in occasione del 90.mo anniversario della sua fondazione. Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, dopo l’incontro in forma privata, si è intrattenuto con il Papa per un momento di preghiera nella Cappella di Urbano VIII del Palazzo Apostolico. Il servizio di Alessandro Gisotti:


    Superare assieme gli ostacoli sul cammino per il ristabilimento della piena unità: è lo spirito che anima gli incontri fraterni tra Benedetto XVI e Bartolomeo I. Dopo la storica visita di Istanbul per la festa di Sant’Andrea, il 30 novembre 2006, e l’incontro a Napoli dell’ottobre scorso, il Papa e il Patriarca ecumenico si sono ritrovati assieme in Vaticano. La visita ha vissuto due momenti: un incontro privato e un momento di preghiera. Il pensiero va subito alla Divina Liturgia nella Chiesa patriarcale di San Giorgio a Istanbul, al termine della quale Benedetto XVI e Bartolomeo I firmarono una dichiarazione congiunta. Un documento storico, sulla scia dell’abbraccio di pace tra Paolo VI e Atenagora, per esprimere la gioia di sentirsi fratelli e rinnovare l’impegno in vista della piena comunione. In tale occasione, il Papa ribadì che la Chiesa cattolica è pronta a “fare tutto il possibile per superare gli ostacoli e per ricercare”, assieme ai fratelli ortodossi, “mezzi sempre più efficaci di collaborazione pastorale” per ristabilire la piena comunione tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli. Oggi pomeriggio, Bartolomeo I si recherà nella Basilica papale di Santa Maria Maggiore, quindi presiederà l’Atto Accademico nell’aula magna del Pontificio Istituto Orientale con una lectio magistralis sul tema “Teologia, Liturgia e Silenzio. Prospettive fondamentali dei Padri Orientali per oggi”.

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    La Chiesa infonda speranza a tutti: così Benedetto XVI ai vescovi del Guatemala, in visita ad Limina

    ◊   I flagelli della povertà e della violenza, l’importanza dell’impegno missionario e la preziosa collaborazione dei sacerdoti sono stati alcuni dei temi al centro del discorso rivolto da Benedetto XVI ai vescovi del Guatemala, in visita ad Limina. Il Papa ha anche ribadito la centralità della famiglia, cellula fondamentale della società. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


    In Guatemala il 60 per cento della popolazione si trova in una situazione di indigenza. Il Papa esprime quindi preoccupazione per l’aumento della violenza e della povertà che “colpisce grandi settori della popolazione, provocando una forte emigrazione in altri Paesi”, con gravi ripercussioni in ambito personale e familiare. E’ una situazione – afferma il Santo Padre rivolgendosi ai vescovi – che vi invita a rinnovare i vostri sforzi “per mostrare a tutti il volto misericordioso del Signore”.

     
    Un’altra sfida indicata ai presuli guatemaltechi da Benedetto XVI è quella posta dalla diffusione delle sette:

     
    "Dios ha bedecido al pueblo guatemalteco…
    Dio ha benedetto il popolo guatemalteco con un profondo sentimento religioso, ricco di espressioni popolari che i fedeli hanno maturato in solide comunità cristiane, celebrando con gioia la propria fede come membra vive del Corpo di Cristo”.

     
    Benedetto XVI sottolinea poi che “la fermezza della fede e la partecipazione ai sacramenti fortificano i fedeli davanti al rischio delle sette e dei sedicenti gruppi carismatici che disorientano e mettono a rischio la comunità ecclesiale”.

    Il Santo Padre si sofferma poi sulla centralità della famiglia fondata sul matrimonio:

    "La tradición de vuestras culturas ecuentra en la familia…
    La tradizione delle vostre culture incontra nella famiglia, cellula fondamentale della società, il nucleo basilare dell’esistenza e della trasmissione della fede e dei valori, che però oggi affronta sfide pastorali e umane”.

    Benedetto XVI sottolinea inoltre la collaborazione, definita “inestimabile”, dei sacerdoti che hanno sempre bisogno di coraggio per proseguire nel cammino di autentica santità, essendo veri uomini di preghiera. Hanno anche bisogno – afferma il Papa - di mezzi adeguati per ampliare la loro formazione umana e teologica.

    Un’altra sfida è quella legata all’inculturazione del Vangelo tra le etnie indigene. Benedetto XVI ricorda che il II Congresso missionario americano, tenutosi in Guatemala nel 2003, ha indicato la sfida di intensificare l’impegno missionario. Alla luce delle conclusioni della V Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano e dei Caraibi, svoltasi ad Aparecida nel 2007 – prosegue il Papa - si deve poi fortificare la vostra identità e dare impulso all’impegno evangelizzatore.

    Il Santo Padre esorta infine i vescovi nel continuare a guidare il popolo di Dio che gli è stato affidato:

    "Que, con vuestra calabra y eiemplo…
    Che con la vostra parola e il vostro esempio, la Chiesa continui a brillare come fonte di speranza per tutti".

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    Il Papa questa estate trascorrerà un periodo di riposo a Bressanone, in Alto Adige

    ◊   Benedetto XVI trascorrerà quest'estate un periodo di riposo in Alto Adige, a Bressanone, dal 28 luglio all'11 agosto. Oggi a mezzogiorno ne ha parlato con i giornalisti mons. Wilhelm Emil Egger, vescovo di Bolzano-Bressanone. L’anno scorso il Papa aveva scelto per le vacanze Lorenzago di Cadore, in Veneto, mentre nei due anni precedenti era stato a Les Combes, in Valle d’Aosta. Ma come ha accolto la diocesi altoatesina la decisione di Benedetto XVI? Ascoltiamo mons. Egger al microfono di Sergio Centofanti:


    R. – Ma proprio con grande gioia, perché da anni ci davamo da fare! Già nel 2005 ho scritto una lettera con l’invito. Poi anche tante persone, tra cui il presidente della giunta, hanno ripetuto a voce al Santo Padre l'invito a venire. Perché noi sappiamo che gli piaceva l’Alto Adige, perché è già venuto qui tante volte per le vacanze. E così siamo proprio tanto contenti.

     
    D. – Dove risiederà il Papa?

     
    R. – Il Santo Padre risiederà dove è sempre andato durante le sue vacanze, prima di essere eletto Papa, e cioè nel Seminario maggiore. Lì si sente proprio a casa, e così sarà al Seminario maggiore che è accanto al Duomo; verrà dal 28 luglio all’11 agosto.

     
    D. – Quali sono gli appuntamenti previsti?

     
    R. – Come sempre, sono vacanze proprio anche di calma, per il Santo Padre; e così, noi ci teniamo molto che lui abbia veramente quel periodo di riposo. E’ previsto l’Angelus in Piazza Duomo: è proprio un luogo adatto, una grande, bella piazza. Poi, penso che ci sarà qualche breve passeggiata. Non so se andrà in qualche santuario: questo ancora non lo so.

     
    D. – Ecco: ci stiamo avvicinando ai tre anni di Pontificato. Come accoglie la popolazione altoatesina il messaggio di Benedetto XVI?

     
    R. – Lei lo sa: il Papa ha dato tante volte la sua presenza a questa nostra terra, quindi c’è una simpatia naturale ... E poi, proprio sono contenti di accogliere le cose che lui ci dice.

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    Nomine

    ◊   In Austria, il Santo Padre ha accettato la rinuncia all’ufficio di vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Vienna presentata da mons. Helmut Krätzl, per raggiunti limiti di età. Il Papa ha nominato vescovo ausiliare di Vienna il rev. Stephan Turnovszky, del clero di Vienna, finora parroco a Baden, San Giuseppe, assegnandogli la sede titolare vescovile di Ancusa. Il rev. Stephan Turnovszky è nato a Luzern (diocesi di Basel, Svizzera) il 21 giugno 1964. È stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1998 per l’arcidiocesi di Vienna.
     
    Il Santo Padre ha nominato consultore del Pontificio Consiglio "Cor Unum" Carlos Augusto de Oliveira Camargo (Brasile).

    Il Papa ha nominato capo ufficio nella Congregazione per l’Educazione Cattolica mons. Pascal Ide, finora aiutante di studio del medesimo dicastero.

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    Prosegue in Azerbaigian, dopo l’Armenia, il viaggio del cardinale Bertone nelle due Repubbliche del Caucaso, afflitte da violenze e tensioni

    ◊   Prosegue la visita del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, nelle Repubbliche caucasiche di Armenia e Azerbaigian, in una regione percorsa da gravi conflitti e tensioni sociali. Stamane il porporato è arrivato a Baku, capitale azera, dopo avere trascorso tre giorni in terra armena, dove ha incontrato le massime autorità religiose e civili. L’auspicio della pace e la riconciliazione in comunicato congiunto del cardinale Bertone e del Patriarca Karekin II. Il servizio di Roberta Gisotti.


    Fitta di eventi e d’incontri l’agenda del cardinale Bertone, che ha iniziato oggi la sua visita in Azerbaigian, dopo aver lasciato Yerevan, la capitale armena, dove questa mattina ha incontrato il capo di Stato uscente Robert Kocharian, alle prese con una grave crisi politica: il Paese è in stato di emergenza a seguito dell’elezione a presidente dell’attuale primo ministro Serge Sarkisian, contestato violentemente nelle piazze. Durante “questi difficili giorni per l’Armenia” una speciale preghiera a Dio, hanno rivolto il cardinale Bertone e il Patriarca Karekin II, “perché la pace e la riconciliazione siano ristabilite nel Paese”, si legge in un comunicato congiunto del segretario di Stato vaticano e del Catholicos di tutti gli Armeni, che hanno pure invocato il Signore perché “gli uomini di Stato e gli uomini politici capiscano che la politica è anche una chiamata spirituale, che richiede onestà, mutuo rispetto, amore, tolleranza e difesa dei diritti del povero e del debole”.

     
    Prima di lasciare l’Armenia, per il cadinale Bertone due tappe commoventi, tra i bambini assistiti dalle Suore di Madre Teresa, quindi una sosta al Monumento alla memoria delle vittime armene e al Museo attiguo. Le sofferenze passate del popolo armeno, in particolare dei fedeli cristiani, sotto il regime comunista, ed ancora i conflitti attuali interni ed esterni che lacerano gli animi e minacciano la vita democratica dell’Armenia sono stati ricordati più volte dal cardinale Bertone, che si è fatto latore degli auspici di pace e sviluppo espressi da Benedetto XVI. Così anche durante il ricevimento offerto dal nunzio apostolico, il porporato ha sollecitato “soluzioni positive con l’aiuto disinteressato della diplomazia internazionale”, che non guardi solo “ad interessi ristretti o parziali”, “per creare una pace sicura e condivisa”, rispettando sempre “i diritti sacrosanti dei più deboli e di quanti vivono in condizioni precarie”, spesso derivate “proprio dai conflitti bellici”. Che “l’Amenia possa trovare in modo efficace ed autentico il giusto posto che ad essa spetta nel concerto delle Nazioni”, “in modo che tutti i cittadini possano godere di condizioni di vita rispettabili e dignitose”, l’augurio del cardinale Bertone, che ha rassicurato anche i cattolici sulla vicinanza del Papa, che “tiene ben presenti” le loro necessità.

     
    Dopo l’Amenia attesa in Azerbiagian per l’inaugurazione domani a Baku della Chiesa cattolica dell’Immacolata Concezione, alla presenza del presidente della Repubblica azero, del capo dei musulmani del Caucaso, del vescovo ortodosso russo, del capo degli Ebrei della Montagna e del Corpo diplomatico. Oggi nel pomeriggio sempre a Baku il colloquio con il primo ministro azero Artur Rasi-zahed e domani mattina con il capo di Stato Ilham Aliyev. Ricordiamo che Armenia ed Azerbaigian sono in guerra non dichiarata dal 1988 per il controllo della regione del Nagorno-Karabah, enclave in territorio azero abitata in maggioranza da armeni.


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    Mons. Ravasi annuncia un convegno internazionale sulle teorie dell'evoluzione per far incontrare scienza, teologia e filosofia

    ◊   Si è aperta stamane, a Roma, la Plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura: al centro dei lavori "Le sfide della secolarizzazione per la Chiesa e nella Chiesa". Il presidente del dicastero, l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, ha indicato alcuni itinerari: il primo riguarda il rapporto tra fede e scienza e a questo proposito ha annunciato un convegno internazionale su “Le teorie dell’evoluzione per incontrare e per fare incontrare scienza, teologia e filosofia”. Ma ascoltiamo lo stesso mons. Ravasi, al microfono di Giovanni Peduto:

     
    R. – Sarà questo un percorso molto importante, perché vedrà convergere qui a Roma, all’Università Gregoriana e sotto il nostro patrocinio, da un lato figure altissime della scienza, ci sono anche dei Premi Nobel, e dall’altra parte dei grandi teologici e dei grandi filosofi. Così da poter finalmente guardare ciascuno di noi al di là della nostra frontiera: lo scienziato che si interroga anche e che ascolta anche l’interrogazione della teologia e il teologo e il filosofo che ascoltano e che vedono i percorsi della scienza.

     
    D. – Il dicastero si aprirà, quindi, ad orizzonti – chiamiamoli – continentali?

     
    R. – Certamente e questa è un’altra strada importante: noi ci accorgiamo che, da un lato, la globalizzazione ci rende un po’ tutti uguali e vorrebbe cancellare le nostre fisionomie e i nostri volti, ma - dall’altra parte – le varie nazionalità e le varie culture continuano ad insorgere, volendo affermare – giustamente – anche le loro identità. Lo sforzo nostro sarà, perciò, quello di comprendere veramente i volti dei popoli e delle culture, a partire per esempio dalle grandi culture asiatiche, da quelle africane e da quelle dell’America Latina.

     
    D. – Eccellenza, lei ha quindi puntualizzato l’importanza di approfondire le scienze umane e tra cui, non ultima, l’economia. Perché?

     
    R. – Questo è un capitolo, del tutto nuovo nell’ambito vaticano, perché di solito ci si ferma alle scienze e alle arti tradizionali: pensiamo alla musica, alla letteratura, alla pittura, che sono tutte realtà importanti, certamente, della cultura. L’uomo di oggi, però, è certamente fatto anche di tante relazioni che sono relazioni cosiddette antropologiche. Le scienze umane comprendono soprattutto l’economia e l’economia non vuol intendere soltanto questioni di tipo monetario o di tipo finanziario, ma vuol anche intendere ricostruire veramente una società che sia più giusta, più omogenea. Ecco perché l’economia deve ritornare ancora nell’ambito della cultura, che è analisi dell’uomo.

     
    D. – Ancora un itinerario: il tema del linguaggio, inteso non soltanto come comunicazione, ma anche come epistemologia…

     
    R. – Il linguaggio lo riteniamo, anzitutto, il tramite della nostra comunicazione e della nostra comprensione. Questo è pur necessario, anche perché tante volte il linguaggio della Chiesa risulta quasi annebbiato rispetto al linguaggio contemporaneo, che è dominato da forme espressive molto più dirette ed immediate, che non entrano nei percorsi molto complessi del pensiero. Dall’altra parte, però, bisogna ricordare che oltre a questa trascrizione del messaggio cristiano fondamentale, è necessario ricordare che ormai il linguaggio è veramente un modo di entrare in relazione ed è quindi indispensabile riuscire a conoscere i metodi giusti e non soltanto le traduzioni, ma anche i metodi per avere un rapporto che sia il più completo, il più intenso e il più denso possibile tra la Chiesa e l’umanità.

     
    D. – Ancora un itinerario, il quinto, ma non ultimo per l’importanza, la non credenza…

     
    R. – Noi abbiamo davanti a nostri occhi panorami molto estesi di persone, le quali considerano i cieli del tutto vuoti o al massimo popolati soltanto da satelliti, da satelliti militari o di meteorologia. Far guardare verso l’oltre, verso l’altro anche le persone che sono chine solo sull’orizzonte dovrebbe rappresentare la nostra sfida. Questo avviene attraverso la necessità di inserire nell’uomo di oggi, il bisogno della ricerca, della domanda, del senso, dell’essere capace di superare anche se stesso.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il discorso del cardinale Tarcisio Bertone e di Karekin II durante la missione del segretario di Stato in Armenia, e il comunicato congiunto.

    Francesco M. Valiante intervista il rettore del Pontificio Istituto Orientale, che oggi conferisce a Bartolomeo I la cattedra in teologia morale.

    In rilievo, nell’informazione internazionale, il nucleare: nuovo appello della Comunità internazionale all'Iran per una reale cooperazione.

    In cultura, Philippe Levillain sui “Carnets de Concile” di de Lubac.

    E dal ginepraio esegetico si affaccia il muso di un leone: Sandra Isetta recensisce il volume “Animali simbolici. Alle origini del bestiario cristiano II”.

    L'intervento del ministro generale dei frati minori francescani per il ciclo di lezioni scotiste in programma a Roma oggi e domani, nel settimo centenario della morte di Giovanni Duns Scoto.

    Una sintesi della lezione di Gianfranco Basti su san Tommaso e la filosofia analitica tenuta per l'inaugurazione della cattedra "San Tommaso e il pensiero contemporaneo" presso la Pontificia Università Lateranense.

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    Oggi in Primo Piano



    I vescovi di Colombia, Venezuela ed Ecuador impegnati a risolvere la crisi tra i tre Paesi

    ◊   Si aggrava la tensione politica tra Venezuela, Colombia ed Ecuador. Domani, il cosiddetto “Gruppo di Rio” potrebbe tentare una mediazione per superare la crisi scoppiata dopo l'offensiva dell'esercito colombiano contro le FARC in cui è rimasto ucciso, in territorio ecuadoriano, il “numero 2” della guerriglia, Raúl Reyes. E intanto i vescovi dei tre Paesi stanno preparando un incontro comune per rilanciare la pace nell’area. Il servizio di Luis Badilla.


    Mentre la totalità dei Paesi della regione criticano il comportamento di Bogotá sia per quanto riguarda i bombardamenti oltre le proprie frontiere sia per gli ostacoli che, dicono, le autorità colombiane pongono alle trattative per liberare numerosi ostaggi, tra cui Ingrid Betancourt, il presidente colombiano Alvaro Uribe alza il tono lanciando al suo collega Hugo Chávez gravi accuse: “Appoggia e finanzia la guerriglia colombiana che, da parte sua, opera insieme a importanti cartelli del narcotraffico”. Accuse simili, anche se più sfumate, sono state lanciate anche contro l’Ecuador. I governanti di questi Paesi rispondono che tali contatti “esistono da tempo e, come è chiaro a tutti, hanno un solo scopo: facilitare la liberazione degli ostaggi”, ha detto il Presidente ecuadoriano Rafael Correa. Da parte sua il presidente Chávez ha risposto accusando il presidente colombiano di “agire per conto degli interessi e dei centri di potere statunitensi”. La guerra delle parole, questa volta però appare molto rischiosa, poiché sul campo sono stati mobilitati migliaia di soldati e mezzi bellici, in particolare sul lungo confine tra il Venezuela e la Colombia.

     
    E' ciò che più preoccupa i vescovi degli Episcopati di queste nazioni. Quello colombiano, nella persona del cardinale Pedro Rubiano, arcivescovo della capitale, ha chiesto di prendere parte domani a mezzogiorno alla preghiera nazionale per la pace e il dialogo. L’Episcopato venezuelano chiede alle autorità fermezza e moderazione per proteggere la pace interna ed esterna, nel rispetto delle leggi, e cercando sempre tutte le vie possibili per comporre la controversia senza acutizzare una crisi pericolosa. “L’odio, la violenza e la guerra”, scrivono i presuli, “non costruiscono nulla di duraturo e positivo”. Infine, i vescovi dell’Ecuador rivolgono un appello a “sospendere le ostilità e ad intraprendere un cammino di dialogo sincero e di riconciliazione” e concludono sottolineando: “Non dobbiamo rinunciare alla nostra vocazione di Paese che vuole la pace, costruendola con la giustizia ed il rispetto dei diritti”.

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    Cina: inflazione e disuguaglianze sociali al centro dell'Assemblea nazionale del popolo

    ◊   La crescita economica della Cina e i pericoli dell’inflazione sono stati i punti principali dell’intervento del premier cinese Wen Jiabao in occasione, ieri, dell’apertura dei lavori dell’Assemblea Nazionale del Popolo. Nel rapporto annuale che delinea la politica del Paese per il prossimo quinquennio il premier ha anche indicato la necessità di una maggiore giustizia sociale. Ma quali sono le priorità che la Cina deve affrontare? Stefano Leszczynski lo ha chiesto a Francesco Sisci, corrispondente da Pechino per il quotidiano La Stampa:


    R. – Le priorità sono quelle di mantenere la crescita e soprattutto di controllare l’inflazione. Il primo ministro ha fatto anche un sunto degli ultimi cinque anni, dicendo che la crescita è stata pari al 64 per cento. Oggi la Cina è la terza potenza economica del mondo. Si tratta dell’affermazione di un grande successo ma anche, per la prima volta, ho sentito una grande preoccupazione sociale. C’è una forte attenzione alle difficoltà delle persone che sono impoverite o rischiano di esserlo a causa dell’inflazione crescente. Naturalmente, come tutti i grandi Paesi con una popolazione enorme e un territorio enorme, le tensioni non sono sempre facilmente gestibili. Questo è forse il pericolo più grande: da una parte ci sono città avanzatissime come Shangai, Pechino, Canton, che forse sono a livello di New York o forse, per certi versi, l’hanno superata; dall’altro abbiamo delle sacche di povertà molto grandi, che fanno della Cina un Paese ancora in via di sviluppo. Come conciliare queste due tensioni è la vera sfida di questi anni.

     
    D. – La Cina sembra voler investire di più sul proprio esercito e quindi aumentare le spese militari ...

     
    R. – Naturalmente, i motivi per cui la Cina decide di spendere di più sul fronte militare non sono del tutto trasparenti. Quelli noti è che molte di queste spese andranno ad aumentare gli stipendi ed anche il trattamento dei soldati cinesi.Questa è la versione di Pechino. Diversa è la versione di altri Paesi, in particolare gli Stati Uniti, per i quali le spese militari annunciate e rese pubbliche sono solo una parte di quelle complessive che in realtà ammonterebbero a molto di più.

     
    D. – Un’ultima breve riflessione sulle Olimpiadi: cosa si aspettano i cinesi da un evento così importante?

     
    R. – La cosa che si aspettano è di fare bella figura come quando si invitano gli ospiti a casa e si vuole che si alzino da tavola contenti. Naturalmente, molti degli ospiti che arriveranno in Cina vorranno vedere, oltre allo sviluppo economico, anche segni di sviluppo politico e sociale. Il problema è: quanto è vuoto e quanto è pieno il bicchiere dei diritti umani, cioè quali e quanti progressi la Cina riuscirà a presentare, prima di agosto, per rendere felici e soddisfare gli ospiti mondiali? Questa è una questione aperta.

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    Emergenza educativa: la riflessione del cardinale Ruini e del filosofo Possenti

    ◊   La crisi pedagogica è una delle sfide più importanti della società contemporanea. La questione, richiamata con forza nella recente Lettera di Benedetto XVI alla Diocesi e alla città di Roma, è stato affrontato ieri in un incontro organizzato a Palazzo Lateranense nell’ambito del Progetto culturale “Viam Scire”. Sul tema “Educare: una questione fondamentale e decisiva” sono intervenuti il cardinale vicario Camillo Ruini, il professor Vittorio Possenti e la professoressa Chiara Palazzini. I particolari nel servizio di Silvia Gusmano:


    Mera trasmissione di competenze e di abilità. Questa la visione educativa che da qualche decennio domina la società occidentale, poco sensibile al tema della formazione e disposta a guardare all’Uomo solo attraverso le riduttive lenti della scienza. La pedagogia, al contrario, è un’arte complessa la cui crisi è superabile soltanto attraverso una ridefinizione delle sue finalità. Il cardinale vicario Camillo Ruini:

     
    “La questione più importante è quella di avere chiaro il traguardo dell’educazione, che è la persona umana. Quando si ha chiaro che l’uomo non è semplicemente un pezzetto della natura, ma è immagine di Dio, che l’uomo ha una responsabilità morale, allora si può fare un’educazione che cerchi di formare la persona a questi grandi valori, a queste grandi realtà”.
     
    Da qui il profondo legame tra il tema della formazione e la questione antropologica. Non si può educare l’uomo senza sapere chi sia, senza avere una visione chiara della sua natura. L’emergenza educativa, ha sottolineato Vittorio Possenti, professore di filosofia politica all’Università di Venezia, è causata dal forte disorientamento della società contemporanea, priva ormai di un sistema condiviso di valori:

     
    “L’antropologia cristiana, che è stata lungamente un’antropologia tradizionale e di riferimento, fino ad un passato non lontano anche per i non credenti, non dico che sta scomparendo ma è certamente in difficoltà, perché è un po’ soverchiata dalla nuova antropologia secolare che tenta di dare un’immagine dell’uomo escludendo la religione, escludendo in buona misura anche la filosofia e fondandosi sulle scienze naturali, biologiche e umane, che è assolutamente insufficiente. Quindi dobbiamo lavorare ad un movimento di risveglio anche sul piano non solo educativo ma antropologico, perché non è possibile educare se non si sa chi è il soggetto che dobbiamo educare”.
     
    Il risveglio dalla profonda stanchezza che paralizza ormai l’Occidente deve partire dalla famiglia, il cui ruolo educativo, come ha ricordato di recente Benedetto XVI, è di primaria importanza. Ancora il cardinale Ruini:

     
    “In particolare, il ruolo dei genitori è fondamentale, come coloro che danno sicurezza affettiva ai figli. E per questo, il Papa nella sua lettera ha insistito sulla fedeltà coniugale come base per la sicurezza educativa dei figli. E in secondo luogo anche perché ai genitori compete dare le prime norme di vita, fare capire al bambino che esiste una differenza tra il bene e il male”.
     
    Un rapporto quello con i figli non paritario, ma asimmetrico. Il genitore, ha concluso il cardinale vicario, lungi dal rappresentare un amico, deve essere “auctor”, letteralmente “colui che dà inizio a qualcosa e la fa poi crescere”.

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    Presentato presso la Radio Vaticana il "Festival di Pasqua"

    ◊   Con il "Festival di Pasqua", anche quest’anno a Roma si rinnova lo splendore della grande tradizione musicale sacra. La kermesse, ormai alla sua 11.ma edizione, è stata presentata questa mattina alla stampa nella Sala Marconi della nostra emittente. I particolari nel servizio di Marco Biggio.
     
    Al via l’undicesima edizione del "Festival di Pasqua”, manifestazione musicale promossa dal Comune di Roma con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Come ogni anno, la kermesse si articola a Roma e nella Città del Vaticano nell’arco della Settimana Santa. Quest’anno, in occasione del Bimillenario di San Paolo, saranno previsti ulteriori concerti come ci spiega il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Arciprete della Basilica di San Paolo fuori le Mura:

     
    Per l’Anno Paolino abbiamo richiesto all’organizzazione del Festival di Pasqua di aiutarci in modo che gli eventi musicali possano armonizzarsi col programma più generale di questo speciale Anno dedicato all'Apostolo delle Genti.
     
    L’inaugurazione del Festival è prevista per il 15 Marzo con la monumentale musica per organo di Johann Sebastian Bach presso la Basilica dei Santissimi Apostoli in Roma. Tra i personaggi del mondo musicale più attesi, il ritorno a Roma del grande maestro Lorin Maazel.


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    Chiesa e Società



    Il rapimento del vescovo caldeo di Mosul: si aspettano segnali dai rapitori

    ◊   Dopo 24 ore di silenzio e riservatezza per favorire le delicate trattative per la liberazione dell’arcivescovo caldeo di Mosul, Paulos Faraj Rahho, oggi in Iraq si vivono momenti di grande attesa. A riaccendere la speranza della comunità cristiana irachena è stato il vescovo latino di Baghdad, mons. Jean Benjamin Sleiman, dichiarando al Sir che aspetta “di sapere qualcosa di nuovo nella giornata di oggi”. “Il rapimento – ha proseguito il presule – non è stato rivendicato, ma si suppone che in quella zona abbiano operato dei fondamentalisti, forse sunniti. Nella visione delle cose irachene - ha detto Mons. Sleiman - i cristiani sono identificati con gli occupanti. Se coloro che fanno certi atti sapessero quanto rifiuto la politica americana susciti nei ceti cristiani, forse non avrebbero compiuto un tale gesto. Purtroppo la mentalità tribale irachena confonde tutto e tutti”. Si spera quindi di riprendere le trattative che sembravano essersi arenate a seguito delle richieste di un ingente riscatto. Una richiesta peraltro avanzata senza che sia stata fornita alcuna prova sull’esistenza in vita dell’ostaggio. Intanto ieri si è registrato l’appello del Consiglio episcopale della Chiesa cattolica maronita del Libano, che ha chiesto il rilascio del presule e ha condannato l’uccisione dell'autista e delle due guardie del corpo. Liberazione richiesta con forza anche dal gruppo dei saggi musulmani che hanno preso parte all’incontro in Vaticano con la Curia per discutere come migliorare i rapporti tra musulmani e cattolici. (M.G.)

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    L'Unicef, altre otto ONG ed il parroco di Gaza, lanciano l'allarme per la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza

    ◊   La striscia di Gaza è in piena crisi umanitaria dopo le recenti operazioni militari israeliane che hanno provocato oltre 100 vittime e distrutto innumerevoli infrastrutture. L’allarme viene lanciato dall’UNICEF che torna a rivolgersi a tutta la comunità internazionale per aiutare i bambini palestinesi dei Territori. Le preoccupazioni maggiori dell’agenzia del ONU sono ora legate alla penuria di generi di prima necessità e alla mancanza di elettricità e carburante, che pregiudica l’erogazione dei servizi di base alla popolazione. Secondo i dati UNICEF, infatti, appena il 30% della popolazione di Gaza ha accesso all’acqua potabile e solo per poche ore a settimana, causa la mancanza di elettricità e carburante per il funzionamento dei pozzi. Per lo stesso motivo, e per la mancanza di pezzi di ricambio necessari al funzionamento degli impianti, oltre 40 mila tonnellate di scarichi fognari non trattati, vengono riversati in mare, mentre gli ospedali soffrono di una grave penuria di forniture e apparecchiature mediche. Insomma la scarsità di cibo, servizi sanitari in rovina e un sistema idrico e fognario vicino al collasso sono tutti gli elementi del quadro miserevole che ogni giorno 1,5 milioni di palestinesi devono affrontare nella Striscia. Otto ONG con sede in Gran Bretagna in un rapporto parlano perfino della peggiore crisi umanitaria dall’inizio dell’occupazione israeliana nel 1967, mostrando i dati di una povertà molto diffusa, causata dalla disoccupazione che è oltre il 40%. E le condizioni drammatiche della popolazione palestinese nella striscia di Gaza sono confermate anche dalla dura testimonianza, raccolta da AsiaNews, del parroco della Santa Famiglia a Gaza, padre Manawel Musallam: “Non abbiamo cibo, mancano dottori e medicinali, gli ospedali sono pieni di morti e le persone vengono curate per strada in condizioni disumane. Numerosissimi sono i mutilati, i bambini sono un terzo delle vittime degli ultimi attacchi israeliani; incalcolabili anche i traumi psicologici sui giovani: ci sono piccoli alunni a scuola che non riescono neppure più a studiare”. (M.G.)
     

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    Aumento delle tossicodipendenze in Africa, diventata crocevia delle rotte internazionali degli stupefacenti

    ◊   l’Africa è sempre più crocevia dei traffici di droga tra il Sud America e l’Europa. Secondo il rapporto 2007 dell’Organo Internazionale di Controllo degli Stupefacenti (OICS), ripreso dall’agenzia Fides, una percentuale crescente delle 300 tonnellate di cocaina che sono consumate ogni anno in Europa passa attraverso l’Africa occidentale. La cocaina che giunge dall’America latina in Africa occidentale viene immagazzinata e successivamente rimpacchettata in piccole quantità per essere inviata sui mercati europei attraverso corrieri che si recano nel “vecchio continente” in aereo. Il documento riporta che nei primi 8 mesi del 2007 quantitativi importanti di cocaina sono stati sequestrati in Benin, Capo Verde, Guinea Bissau, Mauritania e Senegal. L’Africa inoltre è usata dai narcotrafficanti per procurarsi i precursori chimici, sostanze necessarie per raffinare le droghe di origine naturale o per fabbricare stupefacenti sintetici. L’aumento dei quantitativi di cocaina che giungono in Africa sta inoltre creando un mercato locale che diventa sempre più importante agli occhi delle organizzazioni criminali transnazionali. Un mercato importante è quello dell’Africa meridionale (in particolare il Sudafrica) che è rifornito di cocaina sia direttamente dai Paesi latino americani sia attraverso l’Africa occidentale, che a sua volta registra un aumento dei casi di tossicodipendenza. La Guinea Bissau è uno dei Paesi dell’area che ha visto un aumento del numero dei tossicodipendenti negli ultimi tre anni. La sostanza più usata è un derivato della cocaina, il cosiddetto “crack” che è chiamato localmente “Pedra”. Si tratta di una miscela di cocaina e bicarbonato di sodio che, dando maggiore dipendenza, ha creato una vera e propria situazione di emergenza sociale. Le persone che assumono questa sostanza diventano infatti aggressive al punto che l’esplosione della violenza criminale nel Paese è imputata in gran parte alla diffusione del “Pedra”. Oltre ai trafficanti di cocaina anche quelli di eroina utilizzano il continente africano come luogo di transito. L’eroina proveniente dall’Asia sud occidentale arriva per via aerea in Africa orientale e occidentale. Da qui viene poi spedita attraverso i corrieri in Europa e nell’America settentrionale. I Paesi utilizzati dai trafficanti di eroina sono Etiopia, Kenya e Tanzania in Africa orientale; Costa d’Avorio, Ghana e Nigeria in quella occidentale e Sudafrica nell’Africa meridionale. Sebbene il numero di africani che abusano di eroina rimanga basso ed è limitato ai Paesi di transito, si è notato un loro aumento in Mozambico, Sudafrica, Kenya, Mauritius, Tanzania, Costa d’Avorio, Senegal e Marocco. I tossicodipendenti africani abitualmente assumono l’eroina fumandola ma nelle aree urbane di Paesi come Kenya e Tanzania si è diffusa l’assunzione per via endovenosa, facendo aumentare il rischio dell’epidemia di AIDS. (M.G.)

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    Africa: per il virus della meningite pronto un vaccino molto efficace a prezzo irrisorio

    ◊   Costerà poco più di 25 centesimi di euro contro i 6-12 euro dei prodotti attualmente in commercio il vaccino contro la meningite che verrà introdotto il prossimo anno in Africa dopo aver superato tutti i test. Marc Laforce, capo del progetto 'Meningitis Vaccine Project' (Mvp) a Ouagadougou in Burkina Faso, precisa che "il vaccino è molto immunogenico: protegge contro il ceppo più virulento della meningite (il tipo A) che provoca in Africa l'85% dei contagi". Il nuovo vaccino è stato sperimentato per la prima volta nel 2004 in India, successivamente in Mali, Gambia, Etiopia, Ghana e Senegal: ovunque si è rivelato efficace nell'annientare i germi nella gola, prevenendo la principale forma di trasmissione, la tosse. Può essere inoltre somministrato anche ai bambini sotto i due anni e immunizza per un periodo di 10 anni, mentre i rimedi attuali rendono immuni solo per due. Grazie a un accordo con l'Istituto indiano Serum (Sii) che nei prossimi 10 anni produrrà 25 milioni di dosi, riferisce l'Agenzia Misna, il nuovo vaccino verrà diffuso già nel 2009 in Burkina Faso, Mali e Niger che fanno parte della cosiddetta "cintura della meningite", regione subsahariana dal Senegal all'Etiopia, abitata da 300 milioni di persone dove, durante la stagione secca tra dicembre e giugno, si presentano violenti epidemie di meningite. (R.P.)

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    Dal Madagascar appello internazionale per soccorrere le regioni colpite dai cicloni

    ◊   “Fra circa due mesi dovremo affrontare la carestia e sarà molto difficile. I danni provocati da “Ivan” diventeranno un serio ostacolo allo sviluppo se non si risolvono i problemi in tempo”. E’ l’accorato appello di Aime Gilbert Tarehy, responsabile amministrativo della regione malgascia di Analanjirofo, che dalle pagine dell’ “Express de Madagascar” esorta la comunità internazionale a fare presto. Nel discorso, ripreso dalla Misna, il funzionario descrive le conseguenze del passaggio del ciclone (tra il 17 e il 19 febbraio) che, secondo un ultimo bilancio, ha fatto almeno 84 morti, 117 dispersi e oltre 190.000 senzatetto. Il paesaggio verdeggiante si è trasformato in un teatro di desolazione, con alberi sradicati e coltivazioni distrutte. Le perdite sono inestimabili per gli agricoltori locali che vivono in gran parte della coltivazione di garofano, di cui il paese è uno dei primi produttori mondiali. Secondo gli abitanti, tutte le colture alimentari, incluse le risaie, sono andate perse e la popolazione vive per ora di riserve. Nei giorni scorsi anche l’ONU aveva lanciato un appello internazionale per la raccolta di almeno 23,9 milioni di euro da destinare alla popolazione malgascia, vittima negli ultimi due mesi del passaggio di due cicloni: prima di “Ivan”, a gennaio “Fame” aveva già causato gravi danni, 13 vittime e 1200 senzatetto. (M.G.)

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    Si apre a Bogotá la riunione annuale dei presidenti delle Conferenze episcopali latinoamericane

    ◊   A Bogotá, nella sede del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM) si chiudono oggi i lavori della riunione annuale dei segretari delle 22 Conferenze episcopali della regione e cominciano subito quelli dei presidenti che aprono il proprio incontro scambiando opinioni e riflessioni con i primi. Al centro di questo scambio i rapporti che sulla situazione nazionale ha presentato ciascuno dei responsabili del coordinamento pastorale di ogni Paese. Padre Fidel Oñoro, direttore del Centro Biblico Pastorale per l’america Latina del Celam ha illustrato ai segretari “gli orientamenti fondamentali per l’applicazione dei piani pastorali di Aparecida” sottolineando i principali compiti nonché priorità fondamentali indicate da Papa Benedetto XVI e successivamente raccolti nel documento conclusivo. Mons. Miguel Cabrejos, arcivescovo di Trujillo, Perú, ha parlato invece sulla Missione continentale in corso rilevando quattro tappe metodologiche: gli orientamenti della V Conferenza generale, l’impegno missionario continentale, i punti di riferimento teologici e pastorali e, infine, i piani d’azione. Su questi punti si sono aperti le discussioni con il preciso scopo di organizzare una “visione comune” a tutte le chiese dell’area che consenta di procedere in un modo omogeneo ed efficace. Alla base di questo scambio di opinioni e notizie sono stati collocati gli elementi comuni contenuti nei diversi rapporti nazionali. Tra questi vanno sottolineati preoccupazioni pastorali come la famiglia, la vita, la missione e il laicato. Nella sua sintesi, il presidente del CELAM, l’arcivescovo di Aparecida, in Brasile, mons. Raymundo Damasceno Assis, ha precisato che “le Chiese in America Latina stano lavorando sempre di più con maggiore organizzazione e coordinamento per dare vita e dinamismo ad una pastorale globale come stabilito durante la V Conferenza che si svolta nel maggio 2007”. Infine, sempre nella prospettiva della Missione continentale, nelle riflessioni si è tenuto conto anche delle differenti situazioni socio-politiche, economiche e culturali, all’interno delle nazioni latinoamericane. In tal senso, mons. Damasceno Assis, ha rilevato l’esistenza in alcuni paesi di tensioni sociali molto delicate che spesso interferiscono sul lavoro pastorale delle comunità ecclesiali locali. E’ questa realtà, ha spiegato, quella che ci deve spingere a “lavorare ancora di più in favore del dialogo e del rispetto delle posizioni di tutte le parti senza perdere mai di vista il bene comune”. (A cura di Luis Badilla) 

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    Brasile: i vescovi ribadiscono il "no" della Chiesa alla manipolazione delle cellule embrionali

    ◊   No all’utilizzo di cellule embrionali nella ricerca. La netta posizione della Chiesa è stata ribadita dalla Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB), al margine della riunione del Consiglio Permanente.Questo non significa “essere contrari alla scienza o al progresso, bensì a favore della vita”, ha affermato il Presidente della CNBB, mons. Geraldo Lyrio Rocha, all'agenzia Fides. I Vescovi del Consiglio Permanente hanno annunciato che presto invieranno una lettera ai ministri del Supremo Tribunale Federale (STF) per esprimere la posizione della Chiesa, cercando “di esporre come membri della società brasiliana, il nostro punto di vista soprattutto su una questione come questa, che va oltre il credo, la posizione filosofica, l’ideologia, o il partito politico”. Secondo mons. Lyrio Rocha, “salvare una vita ed ucciderne un'altra non è una soluzione”. Questo non significa che la Chiesa sia indifferente alla sofferenza della gente, ha continuato il Presidente dei Vescovi brasiliani, perché essa “incoraggia gli scienziati a continuare nelle loro ricerche affinché malattie oggi incurabili possano trovare cura”. I Vescovi brasiliani hanno poi annunciato che chiederanno al Tribunale Federale di dichiarare incostituzionale l’articolo della Legge di “Bioseguridad”, che prevede l’uso di embrioni nelle ricerche scientifiche. “La Chiesa richiama l’attenzione in tal senso poiché si tratta di un essere vivente che non può essere eliminato”. Inoltre, la Chiesa difende la vita umana che comincia con la fecondazione e va rispettata fino alla sua morte naturale. Questa posizione viene rafforzata dalla Campagna di Fraternità di quest’anno, che ha per tema “Fraternità e difesa della vita” e come motto “Scegli dunque la vita” . I Vescovi hanno anche manifestato la loro preoccupazione durante la riunione del Consiglio Permanente per la crescita della mobilità umana. Secondo i dati del Settore Mobilità Umana della CNBB, predominano soprattutto i giovani tra la popolazione emigrante. Inoltre molti degli emigranti ispano-americani vivono nel paese senza documenti "sottomessi in molte occasioni a condizioni di lavoro subumane". La Chiesa è anche preoccupata per i rifugiati, che in Brasile sono circa 35 mila di 59 nazionalità. Di questi il 30% sono donne. I Vescovi hanno infine riflettuto sulle prossime elezioni. Durante l’Assemblea Generale dei Vescovi, che avrà luogo a Itaci dal 2 all’11 aprile, i Vescovi offriranno alcuni orientamenti per aiutare gli elettori nella scelta del voto. Una delle azioni proposte dalla CNBB è la creazione di Comitati di lotta contro la corruzione elettorale. (M.G.)


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    Genova: lettera ai fedeli del cardinale Bagnasco per la visita di Benedetto XVI

    ◊   “Carissimi fratelli e sorelle nel Signore, con questa lettera vengo nelle vostre comunità per annunciarvi personalmente una grande gioia: il Santo Padre Benedetto XVI sarà a Genova domenica 18 maggio prossimo”. Così esordisce l’arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Angelo Bagnasco, nella lettera rivolta ai fedeli della diocesi del capoluogo ligure, e citata dal quotidiano della CEI “Avvenire”, in occasione della prossima visita di Benedetto XVI. Il testo, pubblicato integralmente dal settimanale cattolico il Cittadino, verrà letto domenica prossima durante le celebrazioni dai sacerdoti della diocesi. La visita del Santo Padre in città, ha ricordato il cardinale Bagnasco, è “gioia e grazia” ma anche “responsabilità e compito”, per questo motivo va preparata con la preghiera e la carità e “soprattutto con l’adorazione eucaristica”. Il porporato ha inoltre lanciato un appello per non mancare all’incontro che culmina nella celebrazione eucaristica in piazza della Vittoria alle ore 16. “Per far sentire al Papa il calore della nostra presenza – si legge ancora nella missiva – deve essere desiderio di tutti pregare con lui”. In vista dalla Pasqua il cardinale Bagnasco ha infine rivolto un augurio di pace a tutti i fedeli e una particolare benedizione a bambini e malati. (M.G.)

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    Francia: per la Pasqua solidarietà delle Chiese cristiane a minoranze di Africa e Medio Oriente

    ◊   Le Chiese cristiane francesi – la cattolica, la protestante e l’ortodossa - invitano i fedeli a celebrare la Pasqua. In un messaggio congiunto, mons. Emmanuel, metropolita greco-ortodosso di Francia e presidente del Consiglio delle Chiese cristiane nel Paese; il presidente della Conferenza episcopale francese, card. André Vingt-Trois ed il presidente della Federazione protestante di Francia, il pastore Claude Baty, propongono di meditare su una frase di San Paolo “Portate i pesi gli uni degli altri”. Anche se la Pasqua cade in tre date differenti per le tre confessioni - il 23 marzo per i cattolici ed i protestanti, il 27 marzo per gli ortodossi – le tre Chiese sottolineano la necessità di “rimanere uniti nella preghiera e nella fraternità locale ed universale, per mostrare la realtà della solidarietà in Cristo nell’avversità”. Poi il pensiero va alle minoranze cristiane nel mondo: “Come non pensare – si legge nel messaggio – alle minoranze in Medio Oriente, in Africa ed altrove, spesso minacciate, a volte perseguitate o costrette all’esilio in condizioni insopportabili”. Quindi l’invito rivolto a tutte le Chiese di Francia perché “rafforzino il loro sostegno attraverso la preghiera e con segni concreti di solidarietà che incoraggino chi soffre a causa loro”: “Preghiamo – continua il messaggio – perché nei luoghi di tensione e di sofferenza, i cristiani e le Chiese comprendano il proprio ruolo e ricevano la forza di assumerlo”. Infine, i rappresentanti delle tre Chiese esortano i fedeli a “pregare ed agire affinché la povertà e la disgregazione socio-politica non aggiungano violenza alla violenza” e affinché “la libertà di coscienza e di culto sia rispettata veramente in tutti i Paesi”. (I.P.)

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    Regno Unito: i vescovi pubblicano una guida sulla nuova legge sul testamento biologico

    ◊   La Conferenza episcopale dell’Inghilterra e del Galles ha pubblicato on-line una guida per orientare i cattolici sulle implicazioni etiche e pratiche del “Mental Capacity Act”, la legge del 2005 sul “testamento biologico” che, nel Regno Unito, permette a un paziente o al suo tutore legale di decidere la sospensione dei trattamenti di sostegno vitale. La guida, disponibile all’indirizzo www.catholicchurch.org.uk, si propone di dare risposte semplici e chiare a quelli che sono i quesiti più frequenti sulle nuove disposizioni: dalla decisione di rinunciare alle cure a fine vita, alla possibilità di esprimere la propria volontà in anticipo circa le terapie da accettare o rifiutare in caso di incoscienza, ai doveri del tutore legale incaricato di prendere la decisione ultima quando il malato ha perso conoscenza. “Anche se tratta i problemi pratici – spiega nell’introduzione mons. Peter Smith, presidente del Dipartimento per la responsabilità cristiana e la cittadinanza della Conferenza episcopale - per i cristiani essi vanno letti alla luce del messaggio evangelico della speranza. Come cristiani, crediamo che ogni vita umana è un dono di Dio e siamo chiamati a una visione della vita e dell’amore che va oltre alla malattia e alla stessa morte”. La legge sul testamento biologico, approvata nel 2005 nel Regno Unito dopo un vivace dibattito, conferma esplicitamente l’illegalità dell’eutanasia e del suicidio assistito. Questo non ha risparmiato qualche rilievo critico da parte della Chiesa cattolica e dei movimenti pro-vita. (L. Z.)

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    Spagna: in Andalusia prima sentenza in favore dell'obiezione di coscienza contro la materia scolastica "Educazione alla cittadinanza"

    ◊   Una famiglia cattolica andalusa ha visto riconosciuto il diritto all’obiezione di coscienza contro la materia scolastica “Educazione alla cittadinanza” (Epc) del Governo Zapatero. Il tribunale superiore dell’Andalusia ha affermato nella sentenza che “lo stato deve riconoscere il diritto dei genitori di essere rispettati nelle loro convinzioni religiose”. Benigno Blanco, presidente del Fef (Foro Español de la Familia, uno degli organismi che promuovono l’obiezione) ha invitato “tutte le famiglie spagnole che non sono d’accordo con l’indottrinamento dello Stato ad esercitare l’obiezione”. La nuova materia, secondo Benigno Blanco, “propone dei valori come la visione positiva dell’omosessualità, l’ideologia del genere ed il relativismo morale, che sono assolutamente inaccettabili per i cattolici”. Oltre a Fef anche Concapa (Confederazione di genitori cattolici) e l’associazione Profesionales por la Ética, promuovono l’obiezione di coscienza dei genitori verso la materia. Si tratta della prima vittoria in tribunale dopo due sentenze, nelle Asturie e in Catalogna che, pur riconoscendo il diritto all’obiezione, non trovavano nell’Epc “motivi per obiettare”. Il Fef si è rivolto al Tribunale Supremo per rivedere queste sentenze. Per il momento sono circa 25.000 le obiezioni in tutta la Spagna contro la controversa materia scolastica obbligatoria. (R.P.)


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    A Madrid la “Missione Giovane Universitaria” entra nel vivo con più di venti attività

    ◊   A Madrid prosegue l’opera della Missione Giovane Universitaria incominciata lo scorso lunedì, quando decine di giovani appartenenti a diverse parrocchie, movimenti e realtà ecclesiali si sono recati alle fermate degli autobus, nelle aule, nei caffè, nei locali delle facoltà universitarie, agli ingressi delle scuole superiori per attaccare cartelli ed invitare i loro compagni a porsi “domande trascendentali”. Una frenetica attività partita dopo la partecipazione alla Santa Messa presieduta da mons. César Franco Martinez, Vescovo Ausiliare di Madrid, che ha poi dato l’invio missionario. L’agenzia Fides riferisce che l’obiettivo della missione è offrire agli studenti universitari nuove forme di affrontare le domande importanti della vita come ad esempio “Dio, sei lì?” e “Università per cercare la verità?”. L’elemento più importante di questa iniziativa saranno le conversazioni con i loro compagni universitari, a cui consegneranno il programma delle attività della Missione Giovane Universitaria. La Missione propone più di 20 attività di ogni tipo, a partire dai concerti, dai cenacoli, fino ai pellegrinaggi e ai laboratori per imparare a parlare con Dio, che si svolgeranno fino al 29 maggio. La chiusura sarà presieduta dall’Arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio María Rouco Varela. Nella lettera indirizzata ai giovani nel settembre 2007, il cardinale annunciava che la decisione di proseguire la Missione Giovane, “che intraprendemmo l’anno scorso con tanto spirito apostolico” era dovuta “al clamore dei giovani missionari che l’hanno chiesto con un entusiasmo spirituale ed ecclesiale contagioso” ed anche per “l’impulso pastorale ricevuto da Benedetto XVI nell’indimenticabile udienza dello scorso 9 agosto a Castelgandolfo”. Mons. Franco Martinez ha ricordato ai missionari che l’università “è oggi uno dei nuovi areopaghi dove la verità di Cristo deve essere proclamata con la parola e con la testimonianza dei credenti”. (M.G.)

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    Per lo storico di padre Pio, Donato Calabrese, chi si reca a San Giovanni Rotondo deve andare "oltre le spoglie mortali" del santo

    ◊   Un invito a coloro che andranno a San Giovanni Rotondo adesso che il corpo di Padre Pio è stato riesumato di “andare oltre quelle spoglie mortali”: viene da Donato Calabrese, storico di Padre Pio. “Andate pure a San Giovanni Rotondo! Ma andateci con lo spirito giusto – sostiene Calabrese all'Agenzia Sir -: quello di vedere un corpo santo tutto consumato d'amore per l'amato”. Dunque, prosegue lo storico, “non vedrete, certamente, le stigmate. Quelle sono scomparse prima della morte di Padre Pio” perché “avevano cessato la loro funzione: essere testimoni di un Amore indiviso per il Figlio di Dio crocifisso, lo stesso che lui ha voluto che fosse scolpito nel suo cuore e nel suo corpo martoriato”. Allora, chi andrà a San Giovanni Rotondo, non si dovrà fermare “all'apparenza! Non fermatevi a vedere il corpo di un santo e basta. Andate oltre quel corpo: alla Persona che lo ha abitato e che fin dalla giovinezza non bramava altro, che morire per stare con Cristo”. “Quando guarderete quel corpo, andate oltre, con lo sguardo della fede”, con “il cuore alla santità dell'uomo semplice di Pietrelcina che, fin da quando era pastorello a Piana Romana, ha indicato a tutti noi una via di fede autentica, fatta di umiltà, semplicità, abbandono completo nelle braccia di Dio e, soprattutto, un amore che ama nel patire”. (R.P.)

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    Riconoscimento ufficiale dell'Italia a cinque missionarii italiani che operano da decenni in Thailandia tra i più bisognosi

    ◊   L’ambasciatore italiano a Bangkok, a nome del Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, ha conferito martedì scorso l’onorificenza di “Cavalieri dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana” a cinque missionari italiani presenti in Thailandia. Si tratta di due suore salesiane e tre sacerdoti: Suor Esterina Prando e Suor Nadia Ferro, padre Ferdinando Ronconi, missionario Stimmatino, padre Giovanni Contarin, Camilliano, e padre Giovanni Zimbaldi, missionario del PIME. La decorazione a “Cavalieri”, è un riconoscimento formale dell’operato dei missionari che vivono da decenni nel Paese e che sono impegnati tra i più bisognosi nel campo dell’educazione, dell’assistenza e dello sviluppo sociale. La cerimonia della consegna è avvenuta in un clima familiare nella residenza dell’ambasciatore italiano nella capitale thailandese alla presenza del cardinale Michael Michai e del Nunzio apostolico mons. Salvatore Pennacchio. L’ambasciatore ha spiegato il significato di tale conferimento e ha sottolineato che il gesto vuole essere segno di riconoscenza e apprezzamento da parte dell’Italia per tutti i missionari italiani che lavorano in Thailandia, simboli viventi di solidarietà e fraternità umana. (R.P.)

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    Cina: a Shanghai proseguono le iniziative per i 400 anni dell’evangelizzazione della diocesi

    ◊   180 catechisti della diocesi di Shanghai hanno ottenuto nei giorni scorsi il diploma di partecipazione ad un Corso di formazione destinato ai catechisti, nel quadro delle iniziative per i 400 anni dell’evangelizzazione della città cinese. L’agenzia Fides rivela che il corso in questione è stato il primo a trattare temi come i Sacramenti, la Liturgia e le Sacre Scritture. L’attività di formazione è durata un anno. La prima parte di 6 mesi è stata soprattutto teorica, mentre la seconda parte è stata incentrata sulla pratica della vita di fede, su come accogliere l’amore di Dio e trasmetterlo al prossimo. La diocesi ha chiesto ad ogni partecipante al Corso di presentare una tesina su un brano della Sacra Scrittura, che è stato condiviso e valutato durante un Seminario, davanti a sacerdoti e religiose competenti sul tema. Inoltre la consegna del diploma è stata legata alla frequenza ai corsi e all’attività di catechista svolta dai singoli. La diocesi di Shanghai è famosa per la sua storia gloriosa, per il suo santuario mariano ed i tantissimi eroi della fede. Storicamente è stata missione dei gesuiti francesi. Oggi la comunità cattolica è composta da oltre 100 mila fedeli, con 70 sacerdoti, 80 religiose, 30 novizie ed un seminario maggiore. In diocesi ci sono 110 chiese ed il famoso Santuario di Sheshan, dedicato alla Madonna di Lourdes, costruito nel 1907 e meta di pellegrinaggio per tutti i cattolici asiatici. (M.G.)

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    Monito della Conferenza episcopale brasiliana: “l’organizzazione 'Cattoliche per il diritto di decidere' non è della Chiesa”

    ◊   “Cattoliche per il Diritto di Decidere” non è un'organizzazione cattolica e non parla per la Chiesa cattolica. La Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB) mette in guardia tutti i fedeli e si esprime senza mezzi termini contro l’organizzazione pro aborto in una nota, diffusa questo lunedì, dopo le tante richieste sull'ONG giunte alla sede della CNBB. Nel testo citato dalla Zenit i presuli brasiliani spiegano che “si tratta di un'entità femminista, costituita in Brasile nel 1993, che agisce in modo articolato e in una struttura di rete con vari partner in Brasile e nel mondo, in particolare con un'organizzazione nordamericana chiamata 'Catholics for a Free Choice'”. “Circa quest'ultima, la Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti ha già emesso varie dichiarazioni, sottolineando che il gruppo ha difeso pubblicamente l'aborto e distorto l'insegnamento cattolico sul rispetto e la protezione dovuti alla vita del nascituro indifeso”, precisa ancora la CNBB. Il gruppo, inoltre, “è contrario a molti insegnamenti del Magistero della Chiesa; non è un'organizzazione cattolica e non parla per la Chiesa cattolica”. Secondo la nota della CNBB, “queste osservazioni si applicano anche al gruppo che agisce nel nostro Paese”. La Conferenza Episcopale Brasiliana ricorda poi che la Campagna di Fraternità 2008 “riafferma il nostro impegno per la vita, soprattutto per la vita dell'essere umano più indifeso, che è il bambino nel grembo materno, e per la vita della gestante stessa”. “Politiche pubbliche realmente rivolte alla persona umana sono quelle che cercano di far fronte alle necessità della donna incinta, dandole le condizioni per avere e crescere bene i suoi figli, e non per abortirli”, afferma la nota. I vescovi ribadiscono quindi con forza che scegliere la vita, anche se in alcune circostanze è difficile ed esigente, è “l'unica scelta accettabile e degna per noi che siamo figli e figlie del Dio della Vita” . La CNBB conclude la nota invitando “i cattolici e tutte le persone di buona volontà a unirsi a noi nella difesa e nella divulgazione del Vangelo della Vita, attenti a tutte le forze e alle espressioni di una cultura della morte che si espande sempre di più”. (M.G.)

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    Nuova veste grafica e tante novità editoriali per il bolletino dell'agenzia delle Missioni Estere di Parigi "Eglises d'Asie"

    ◊   Grande rinnovamento per il bollettino quindicinale di “Eglises d’Asie”, l’Agenzia dalla Società delle Missioni Estere di Parigi (MEP). Una nuova veste grafica unisce alla consueta chiarezza dei testi e dei contenuti una maggiore leggibilità, ottenuta attraverso alcuni accorgimenti come l’uso delle fotografie, degli spazi e dei caratteri tipografici. “Eglises d’Asie” è un punto di riferimento essenziale per tutti coloro che intendono informarsi e approfondire la condizione, i problemi e le prospettive della comunità cattolica in Asia. Il nuovo formato del bollettino - riferisce la Fides - consta anche di una copertina e un indice in carta lucida, nonchè di supplementi che, di volta in volta, approfondiscono una determinata questione di natura religiosa, sociale, antropologica o teologica, conducendo il lettore a un maggiore aggiornamento e approfondimento sulle sfide della missione in un dato paese dell’Asia. Strumento indispensabile per gli operatori dell’informazione, non solo in ambito del mondo cattolico, l’agenzia ha cercato anche di adeguarsi alle nuove tecnologie informatiche. I dispacci di Eglises d’Asie sono ora inviati anche via e-mail, con cadenza quasi giornaliera, agli abbonati, in modo da rendere l’informazione più tempestiva, prima della redazione complessiva del notiziario, che li raccoglie tutti. Il redattore capo della rivista, Regis Anouil, e il direttore responsabile, Giles Reithinger, hanno inteso così potenziare la strutture informativa avviata dai sacerdoti delle Missioni Estere di Parigi. Sul portale web del MEP (www.mepasie.org) si trovano anche notizie sulla storia della Chiesa nei paesi dell’Asia, sulle possibilità di cooperazione e di volontariato, sulla letteratura e la bibliografica che riguarda le Chiese asiatiche. Il rinnovo di Eglises d'Asie giunge nell’anno in cui la Società delle Missioni Estere di Parigi celebra il 350° anniversario dell’inizio della sua avventura di evangelizzazione nel vasto continente asiatico. La ricorrenza verrà ricordata attraverso una serie di eventi e celebrazioni, come l’imponente mostra missionaria che dall’8 gennaio al 15 marzo espone a Parigi fotografie, dipinti, sculture, documenti, libri, antichi manoscritti che testimoniano l’impegno missionario del MEP nei secoli scorsi e nel presente. (M.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Al via in Myanmar la terza visita dell'inviato dell'ONU Gambari
     

    ◊   E’ iniziata oggi in Myanmar la nuova visita dell’inviato speciale dell’ONU, Ibrahim Gambari, con lo scopo di accelerare il processo di democratizzazione nel Paese e favorire la partecipazione alle istituzioni anche delle opposizioni e della loro leader, Aung San Suu Kyi. Si tratta della terza visita di Gambari nell’ex Birmania dal settembre scorso, quando la giunta militare al potere ha represso nel sangue le manifestazioni dei monaci buddisti. Un mese fa il governo birmano ha annunciato a sorpresa la sua intenzione di indire per maggio un referendum su una nuova Costituzione e di organizzare elezioni per il 2010. Proposte, queste, criticate dall’opposizione. Ma quanto è reale la volontà della Giunta di favorire la democratizzazione? Giada Aquilino lo ha chiesto a Bernardo Cervellera, direttore dell’agenzia AsiaNews:


    R. – Ci sembra che sia il referendum che le elezioni siano un modo per rabbonire l’opinione internazionale con delle scelte molto calcolate e controllatissime da parte della Giunta. Teniamo presente che Gambari, dal 2006, aveva un compito: quello di liberare Aung San Suu Kyi e di permettere il lavoro e l’impegno politico dell’opposizione. Queste due cose non sono, però, avvenute.

     
    D. – Per il 2010, la Giunta ha annunciato elezioni legislative, già criticate però dall’opposizione. Perché?

     
    R. – Perché di per sé hanno fissato la data senza però guardare alla Costituzione. Dalla Costituzione deve venir fuori, poi, la possibilità di formare un Parlamento. Questo referendum sul Trattato viene svolto senza poter fare nessuna campagna pubblicitaria, nessun discorso pubblico da parte dell’opposizione. Inoltre, i religiosi non possono votare, non possono esprimere la propria posizione, il che significa che almeno un terzo della popolazione birmana non potrà dire la sua. Alla stesura della Costituzione non ha, tra l’altro, partecipato l’opposizione e vi hanno preso parte soltanto alcuni gruppi etnici. E’ fatto apposta per far continuare a vivere la Giunta tranquillamente. Uno dei commi della Costituzione dice, infatti, che il presidente non può essere una persona sposata ad uno straniero: una norma per eliminare la possibilità che Aung San Suu Kyi possa diventare presidente.

     
    D. – Che Paese è oggi la Birmania, a sei mesi dalle manifestazioni di piazza represse nel sangue?

     
    R. – Le testimonianze che ci arrivano sono testimonianze di grande povertà, perché l’aumento del costo del carburante ha determinato la crescita dei prezzi al consumo di tutte le cose. Ci sono anche molte persone che non hanno assistenza sanitaria e gli ospedali stessi sono fatiscenti e senza medicine. Ma soprattutto c’è ancora tanta paura.

     
    Pakistan-Bhutto
    Sono stati formalmente incriminati i presunti assassini dell’ex premier pachistano Benazir Bhutto. I cinque, arrestati tra Rawalpindi e nelle zone tribali del nord-ovest del Pakistan, sarebbero legati ad Al Qaeda.

    Sri Lanka-attentato
    L’esplosione di una bomba ha ucciso nel nord dello Sri Lanka, controllato dai ribelli secessionisti, un parlamentare dell'Alleanza nazionale Tamil. L’ordigno era collocato sul ciglio della strada. A renderlo noto fonti dell'Esercito di liberazione delle Tigri Tamil che hanno puntato il dito contro l’esercito di Colombo.

    Petrolio-euro-record
    Corsa inarrestabile per il prezzo del petrolio che ha sfondato quota 105 dollari al barile. Nuovo record per l’euro che nei primi scambi di oggi in Europa ha toccato quota 1,5325 dollari. Vola pure l’oro che sfiora a Londra i 1000 dollari l'oncia. Intanto a Francoforte ha preso il via il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea che, come ampiamente previsto, ha lasciato i tassi di interesse invariati al 4 per cento.

    NATO-riunione Bruxelles
    Lo stato di salute della NATO, la presenza in Afghanistan e le nuove adesioni all’Alleanza Atlantica sono gli argomenti al centro di una riunione dei ministri degli Esteri della NATO a Bruxelles, in vista del vertice di Bucarest dal 2 al 4 aprile. Il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jaap de Hoop Scheffer, ha parlato dei progressi per la Croazia, l’Albania e la Macedonia per l’adesione nonostante per quest’ultima ci sia la minaccia di veto della Grecia. Per quanto riguarda la Bosnia, la Serbia e il Montenegro invece le prospettive di essere ammesse alla NATO sembrano essere più lontane. Sul Kosovo, de Hoop Scheffer ha parlato di una “situazione volatile”.

    Repubbliche ex-sovietiche-indipendenza
    Fermento in tutta l’area ex sovietica. Dopo l’indipendenza del Kosovo, l'autoproclamata repubblica dell’Ossezia del sud, in Georgia, intende seguire l’esempio di Pristina. Da Mosca, Giuseppe D’Amato:


    Il dopo Kosovo è già iniziato nello spazio ex-sovietico: dopo anni di tregua alla frontiera del Nagorno-Karabakh, truppe azere ed armeno si sono affrontate per ore. Il rischio dello scoppio di una nuova guerra è altissimo. La Repubblica dell’Ossezia del Sud, agli inizi degli anni Novanta separatisi della Georgia, ha inviato una lettera all’ONU, al presidente della Russia, ai capi di Stato della CSE, Comunità degli Stati Indipendenti, e dell’Unione Europea in cui si chiede il riconoscimento e l’indipendenza da Tbilisi. Un periodo di 17 anni di esistenza – si legge nel messaggio – conferma la capacità di vita e richiede una sua legittimazione. L’Ossezia sottolinea l’esistenza sul proprio territorio di istituti democratici e la creazione di uno stato di diritto. Entro la fine della settimana un analogo passo verrà compiuto anche dall’Abkhazia, l’altra regione separatista da Tbilisi. In Transnistria, invece, russi e moldavi stanno trattando. Gli speaker dei Parlamenti osseto, abkhazo e transnistro sono stati invitati la prossima settimana a Mosca, alla Duma, per un confronto. (Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato)

    Cipro-riunificazione
    Potrebbe svolgersi tra il 17 e il 24 marzo l’incontro fra il neo presidente cipriota Demetris Christofias e il leader turco cipriota Mehmet Ali Talat. Sul tavolo un accordo sulla riunificazione dell’isola che metta fine a 34 anni di separazione. Da Atene, Christofias, che ha incontrato il premier greco Karamanlis auspica che questo negoziato possa avvenire senza ingerenze da parte della Turchia. A Vittorio Parsi, docente di relazioni internazionali all’Università Cattolica di Milano, Stefano Leszczynski ha chiesto quanto sia stata determinante nel rilancio del dialogo l’elezione di Christofias alla presidenza cipriota:


    R. – Il cambiamento delle persone fisiche nelle cariche è un elemento che noi tendiamo a sottovalutare perché le persone sono legate alla posizioni assunte in passato ma a volte le persone nuove, anche quando appartengono allo stesso partito, sono svincolate da un richiamo rigido al passato stesso. E' cambiato poi per alcuni aspetti il contesto. E’ evidente che l’unica Cipro sovrana che la comunità internazionale riconosce è la Cipro unita, ma all’interno questa potrà avere anche un assetto federale con ampia autonomia.

    D. – La Turchia non si è espressa, ha mantenuto un profilo molto basso. Questo come si può interpretare?

     
    R. – I turchi sono consapevoli che la questione cipriota è uno dei macigni sulla strada dell’ingresso della Turchia nell’Unione. E quindi sanno, da un lato, che questo ostacolo va rimosso ma allo stesso tempo sono convinti che si perderebbe un elemento negoziale nei confronti di quanti, nell’Unione, sono sfavorevoli all’ingresso di Ankara. Credo che la prudenza turca sia da valutare in questo modo.

     
    D. – Potrebbe esserci un ruolo importante per l’Unione Europea in un eventuale negoziato, o dovrebbe rimanere – secondo lei – qualcosa di circoscritto all’isola?

     
    R. – Sarebbe ipocrita dire che non sia un problema europeo. D’altra parte, è anche vero che la prospettiva dell’Europa è l’elemento che può invogliare tanto i turchi ciprioti quanto i turchi stessi a muoversi in una direzione di maggiore cooperazione. E infine, è innegabile che l’Unione Europea dovrà discretamente fare pressione e contemporaneamente dare attenzione ai rapporti con la Turchia.

    Medio Oriente
    Ancora tensione in Medio Oriente dove un soldato israeliano è rimasto ucciso e altri tre feriti per l’esplosione di una mina al confine con la Striscia di Gaza. Per un colpo di cannone sparato dalle truppe israeliane un palestinese è morto a Jabaliya. Intanto, preoccupazione è stata espressa da alcune ONG per la situazione umanitaria nei Territori dopo la ripresa delle violenze e l’embargo economico imposto dagli israeliani. Disordini anche nella spianata delle Moschee a Gerusalemme. Mentre si tenta di fra ripartire i colloqui di pace, fonti del Ministero della difesa ebraica hanno negato contatti per un cessate-il-fuoco con Hamas. Le stesse fonti hanno poi annunciato un accordo con alcuni coloni in Cisgiordania per lo sgombero di 26 insediamenti.

    Iran-Iraq
    Rinviato all’ultimo momento il quarto round di colloqui tra le delegazioni di Stati Uniti e Iran sulla sicurezza in Iraq, in programma per oggi a Baghdad. Un incontro che fonti americane e irachene hanno però negato.

    Afghanistan-Italia
    Ad agosto i militari italiani in Afghanistan dovrebbero lasciare Kabul per concentrarsi soltanto nella provincia di Herat. Lo ha annunciato il capo di Stato maggiore dell'esercito, Fabrizio Castagnetti. La parola definitiva spetterà però al parlamento e al governo.

    Italia-morti bianche
    Nel giorno in cui il Consiglio dei ministri approverà il decreto legge sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, si registrano ancora vittime. Un operaio che lavorava per le Ferrovie dello Stato ha perso la vita, questa notte a Milano, travolto da un treno. Disgrazia anche nel bresciano dove è morto un agricoltore. Nella chiesa della Madonna della Pace di Molfetta, in provincia di Bari, si svolgeranno domani pomeriggio i funerali dei cinque lavoratori morti nel lavaggio di un’autocisterna. Per il procuratore della Repubblica di Trani, Nicola Barbera, la tragedia non è stata provocata da una fatalità ma ci sarebbe stata scarsa attenzione.

    Australia-pedofilia
    Sgominata una rete pedo-pornografica attiva in tutto il mondo. Le autorità hanno compiuto arresti in Australia, Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna e Nuova Zelanda. Scoperti circa 2500 clienti in 19 Paesi, le forze dell’ordine hanno sequestrato migliaia di computer contenenti immagini pornografiche e video. In salvo più di 40 bambini sui quali venivano compiuti abusi sessuali, ripresi e poi messi in Rete.

    USA-esplosione
    Paura a New York per l’esplosione, avvenuta intorno alle 4 del mattino, di una piccola bomba saltata in aria vicino al centro di reclutamento della US Army, che fortunatamente non ha provocato feriti. Sospesa e poi ripresa la circolazione della metropolitana verso Times Square.

    Albania-naufragio
    Drammatica traversata del piccolo lago Farka, in Albania. Un’imbarcazione con a bordo circa 20 persone, appartenenti a due famiglie diverse, è naufragata. Si contano 16 vittime e tra queste due bambini di cinque anni. Il natante, sul quale si stava festeggiando una festa di compleanno, aveva una portata massima di sette-otto passeggeri.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 66

     
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