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Sommario del 28/07/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI giunto a Bressanone per un periodo di riposo di due settimane. Nel primo saluto ai fedeli, il Papa ricorda il suo legame con la città altoatesina e ringrazia per la calorosa accoglienza
  • Un mese fa Benedetto XVI inaugurava l'Anno Paolino
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Gli attentati a Istanbul scuotono la Turchia
  • Stallo nella Conferenza di Lambeth per ricomporre le divisioni nella Comunione anglicana sulle ordinazioni episcopali di donne e omosessuali
  • Lo Spirito Santo, amore che crea unità, tra gli insegnamenti di Benedetto XVI che hanno più toccato i giovani alla GMG di Sydney
  • Le vacanze alternative dei giovani in missione nei Paesi poveri
  • Presentata la Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport
  • Chiesa e Società

  • Bombe in India: per mons. Fernandes “i terroristi vogliono dividere il Paese”
  • La Cina si prepara ad accogliere le Olimpiadi con corsi di religione per poliziotti
  • La Chiesa contro l'emarginazione di indigeni e campesinos in America Latina
  • “Adotta una scuola in Africa”: un progetto umanitario del governo venezuelano
  • Il governo del Niger sospende Medici senza Frontiere
  • L’impegno della Chiesa vietnamita fra i lebbrosi
  • Anno Paolino: in Myanmar è anche prendersi cura dei sopravvissuti al ciclone
  • Anno Paolino: reliquie dell’Apostolo Paolo saranno donate al patriarcato ortodosso di Bucarest
  • Il cardinale Murphy-O’Connor alla Conferenza di Lambeth: “È volontà di Cristo che siamo una cosa sola”
  • Suor Patricia Spillane è la nuova superiora generale delle Missionarie del Sacro Cuore
  • Al via il corso per animatori biblici promosso dalla CEI
  • Conferita la cittadinanza onoraria di un comune della Calabria al cardinal Martino
  • Premio Amnesty al Giffoni Film Festival: vince “Heart of fire”, pellicola sui bambini soldato
  • Dal 9 agosto parte la collana “Santini da collezione” di Hachette
  • Il nuovo numero della rivista “Oasis” sul valore della testimonianza dei cristiani
  • 24 Ore nel Mondo

  • Tre donne kamikaze fanno strage di pellegrini sciiti a Baghdad. Decine di morti anche a Kirkuk
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI giunto a Bressanone per un periodo di riposo di due settimane. Nel primo saluto ai fedeli, il Papa ricorda il suo legame con la città altoatesina e ringrazia per la calorosa accoglienza

    ◊   Benedetto XVI è giunto stamani a Bressanone, in Alto Adige, dove trascorrerà un periodo di riposo di due settimane. Il Papa è stato accolto all’aeroporto “Dolomiti” di Bolzano intorno alle 11.30 dal vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Wilhelm Emil Egger, che gli ha rivolto un messaggio di benvenuto, e dalle autorità istituzionali altoatesine. Quindi, si è trasferito al Seminario di Bressanone dove soggiornerà nei prossimi giorni. Il Santo Padre - accolto dal canto di bambini e da un reparto di Schützen - ha subito voluto salutare la comunità brissinese, affacciandosi dal primo piano del Seminario. Ecco il saluto di Benedetto XVI:


    “Cari amici, un grande grazie per questa accoglienza a Bressanone. In questa città abbiamo trascorso tante belle vacanze. Spero che noi, tutti insieme, possiamo, in questi giorni, riposare e gioire soprattutto della bellezza della città e della bellezza della creazione”.

     
    Già ieri, all’Angelus, il Papa aveva parlato del periodo di riposo chiedendo ai fedeli di rimanere “uniti nella preghiera”. Quindi, aveva rivolto il pensiero a quanti, malati ed anziani, non possono beneficiare di un tempo di vacanza. Ma torniamo all’arrivo di Benedetto XVI a Bressanone, raccontato dall’inviato di “Avvenire”, Salvatore Mazza, raggiunto telefonicamente da Alessandro Gisotti:


    R. – Il clima è stato quello di una gran festa. Il Papa ha percorso tutto il centro storico, c’erano due ali di folla molto fitte che lo aspettavano per vederlo passare. Quando il Papa ha fatto l’ingresso nel comune, le campane hanno cominciato a suonare a festa e lo scampanio è continuato fino a quando non si è ritirato dentro al Seminario. Il Papa ha percorso a piedi gli ultimi 50 metri fino al Seminario fermandosi a salutare i bambini, si è fermato con un gruppo di malati e, una volta salito al balcone centrale del Seminario, ha salutato la folla.

     
    D. –Il Papa ha subito voluto rivolgere la sua parola alla comunità di fedeli: ha ringraziato per l’accoglienza e ha ricordato il suo legame con Bressanone...

     
    R. – Sì, ha subito detto grazie per questa accoglienza così cordiale: “Sono felice di essere qui con voi, in questa città così piena di ricordi per me”, questo lo ha detto in tedesco. Ha parlato sia in tedesco che in italiano.

     
    D. – Quali saranno gli appuntamenti pubblici con i fedeli nei giorni a Bressanone?

     
    R. - Gli appuntamenti fissati sono quelli per l’Angelus, domenica prossima e poi il 10 agosto. Il 6 agosto è previsto che incontri, nel Duomo, tutti i sacerdoti della diocesi. Prevedibilmente, come già è successo in passato, sarà un momento privato, di domande e risposte fra il Papa e i sacerdoti. Il 9 agosto ci dovrebbe essere la cerimonia per la cittadinanza onoraria ma, al di fuori di questi appuntamenti, tutto il resto del programma è privato.

     
    D. - Che clima si respira tra la gente che in un certo qual modo riaccoglie un “vecchio amico”, come lo ha definito anche il rettore del Seminario, don Ivo Muser...

     
    R. – Sono tutti molto contenti. C’è chi ha avuto modo di frequentarlo di più nelle precedenti vacanze, quando ovviamente era più libero e usciva e passeggiava qui per le strade di Bressanone. Lo ricordano tutti come una persona molto cordiale, molto cortese, molto affabile, come sappiamo essere lui di carattere. Certamente tutti quanti dicono che quest’anno sarà un po’ diverso, ma capiterà di incontrarlo, magari la sera lungo l’Isarco a passeggiare... Sono tutti molto contenti e si vede che anche il Papa è molto contento di essere tornato qui.

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    Un mese fa Benedetto XVI inaugurava l'Anno Paolino

    ◊   Un mese fa, con la celebrazione dei Primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, il Papa inaugurava l’Anno Paolino alla presenza del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I. Nella sua omelia Benedetto XVI ha tratteggiato il profilo dell’Apostolo delle Genti con parole intense. Riascoltiamo alcuni brani di quell’omelia in questo servizio di Sergio Centofanti.

    (canto)

     
    Il Papa vuole sottolineare che l’esperienza di fede di San Paolo parte dall’incontro personale con Cristo, dalla scoperta che Cristo lo ama fino a donare la sua vita per lui:

     
    "La sua fede è l’essere colpito dall’amore di Gesù Cristo, un amore che lo sconvolge fin nell’intimo e lo trasforma. La sua fede non è una teoria, un’opinione su Dio e sul mondo. La sua fede è l’impatto dell’amore di Dio sul suo cuore. E così questa stessa fede è amore per Gesù Cristo".

     
    La libertà è la parola chiave per capire San Paolo – ricorda il Papa. L’amore di Dio diventa la legge della nuova vita cristiana. Un amore che rende liberi:

     
    "Nello stesso spirito Agostino ha formulato la frase diventata poi famosa: Dilige et quod vis fac (Tract. in 1Jo 7 ,7-8) – ama e fa’ quello che vuoi. Chi ama Cristo come lo ha amato Paolo, può veramente fare quello che vuole, perché il suo amore è unito alla volontà di Cristo e così alla volontà di Dio; perché la sua volontà è ancorata alla verità e perché la sua volontà non è più semplicemente volontà sua, arbitrio dell’io autonomo, ma è integrata nella libertà di Dio e da essa riceve la strada da percorrere".

     
    San Paolo – rileva ancora il Papa – ci fa capire bene cosa significhi appartenere alla Chiesa:

     
    "La Chiesa non è un’associazione che vuole promuovere una certa causa. In essa non si tratta di una causa. In essa si tratta della persona di Gesù Cristo, che anche da Risorto è rimasto «carne»… Egli ha un corpo. È personalmente presente nella sua Chiesa, «Capo e Corpo» formano un unico soggetto…In tutto ciò traspare il mistero eucaristico, nel quale Cristo dona continuamente il suo Corpo e fa di noi il suo Corpo: «Il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il Corpo di Cristo? Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane» (1Cor 10,16s). Con queste parole si rivolge a noi, in quest’ora, non soltanto Paolo, ma il Signore stesso: Come avete potuto lacerare il mio Corpo?"

     
    Il Papa infine ricorda San Paolo come un uomo che ha annunciato la verità senza paura incontrando per questo la sofferenza, la persecuzione e quindi la morte:

     
    "In un mondo in cui la menzogna è potente, la verità si paga con la sofferenza. Chi vuole schivare la sofferenza, tenerla lontana da sé, tiene lontana la vita stessa e la sua grandezza; non può essere servitore della verità e così servitore della fede. Non c’è amore senza sofferenza – senza la sofferenza della rinuncia a se stessi, della trasformazione e purificazione dell’io per la vera libertà. Là dove non c’è niente che valga che per esso si soffra, anche la stessa vita perde il suo valore".
     
    (canto)

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   All’Angelus di domenica 28 agosto Benedetto XVI ripercorre le tappe principali del viaggio in Australia per la Giornata mondiale della Gioventù

    Nell’informazione internazionale, in primo piano la situazione in Turchia dopo l’attentato a Istanbul: la Corte costituzionale chiamata a decidere sulla messa al bando dell’Akp. In rilievo anche il Vicino Oriente: riesplode la contrapposizione tra Hamas e Al Fatah

    In cultura, i quarant’anni dalla pubblicazione dell’enciclica “Humanae Vitae”: i motivi e lo scopo del documento nel discorso di Paolo VI tenuto a Castel Gandolfo mercoledì 31 luglio 1968

    La verità dell’”Humanae Vitae”: le riflessioni sull’enciclica dell’allora arcivescovo di Cracovia, cardinale Karol Wojtyla, in un articolo comparso su “L’Osservatore Romano” il 5 gennaio 1969

    Nell’informazione religiosa, i vescovi messicani su petrolio e dignità: un messaggio per orientare eticamente il dibattito sulla privatizzazione

    Volontari cattolici in Indocina curano i malati di lebbra: nuove forme di integrazione nel villaggio di Xom Moi

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    Oggi in Primo Piano



    Gli attentati a Istanbul scuotono la Turchia

    ◊   Diciotto morti e oltre 100 feriti: è il tragico bilancio del duplice attentato che nella notte ha colpito Istanbul. Le indagini delle forze di sicurezza prediligono in queste ore la pista dei separatisti curdi del PKK, il partito dei lavoratori del Kurdistan. Lo scorso 9 luglio un altro attentato di fronte al consolato USA aveva provocato 6 morti. Unanime la condanna internazionale degli attentati. In particolare Javier Solana, Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'UE, si è rivolto al governo di Istanbul dichiarando che "in questo momento difficile la Turchia può contare sul supporto dell'Unione Europea''. A Marco Ansaldo, inviato del quotidiano La Repubblica, Stefano Leszczynski ha chiesto se l’ipotesi del separatismo curdo sia l’unica considerata valida:

    R. – Quasi automatico che le indagini, da sempre, in Turchia, vadano sul fronte del PKK però non è detto che siano stati gli estremisti curdi a fare questo attentato anche perché, proprio oggi, ci troviamo nella giornata in cui la Corte costituzionale turca si riunisce per decidere circa la chiusura del Partito islamico moderato al potere. Quindi è una situazione estremamente grave perché verrebbero estromessi, dalla vita politica, addirittura il primo ministro Recep Tayyip e il capo dello Stato Abdullah Gul.

     
    D. – Questo può fare immaginare un coinvolgimento da parte di frange del fondamentalismo islamico?

     
    R. – No, tutt’altro, tanto e vero che il partito fondamentalista si è spaccato e Erdogan ne è uscito, ha fondato un partito nuovo, questo partito AKP, che significa Partito per la giustizia e per lo sviluppo, quindi con istanze diciamo moderate. Però gli islamici fondamentalisti invece sono rimasti, sono gruppi diciamo radicali che hanno un certo consenso popolare e alle elezioni dell’anno scorso hanno raccolto appunto far il 2 e il 3 per cento dei voti.

     
    D. – Si parla anche di un altro importante processo che si è aperto in questi giorni in Turchia: quello contro una formazione di nazionalisti turchi con varie commistioni…

     
    R. – Dato che nelle scorse settimane ci sono stati arresti di decine di persone - tra cui alcuni militari in pensione, tutt’ora molto influenti per questo progetto di colpo di Stato e di uccisione del Premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk che è visto in maniera molto negativa da parte dei nazionalisti – ci potrebbero essere anche queste componenti che non sono assolutamente da sottovalutare nella possibile ingerenza ed influenza nel mischiare le carte in questo periodo che per la Turchia è davvero molto delicato.

     
    D. – Perché proprio Istanbul e perché proprio la parte europea? C’è un significato simbolico dietro questo attentato?

     
    R. – Chiaramente un attacco ad Istanbul, soprattutto nella parte europea della città, significa trasmettere i messaggi che si vogliono dare, non soltanto all’interno ma anche all’esterno, e quale la scenografia migliore se non la grande metropoli sul Bosforo che è, in questo momento, oltretutto zeppa di turisti stranieri venuti da tutto il mondo!

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    Stallo nella Conferenza di Lambeth per ricomporre le divisioni nella Comunione anglicana sulle ordinazioni episcopali di donne e omosessuali

    ◊   Ultima settimana di lavori per i vescovi anglicani di tutto il mondo riuniti nella città di Canterbury, in Inghilterra, per la Conferenza di Lambeth, che cade ogni 10 anni. Molte le questioni spinose da risolvere per evitare fughe in avanti e scismi nella Comunione anglicana, divisa su questioni come l’ordinazione episcopale delle donne e degli omosessuali ed il matrimonio di coppie omosessuali, questioni che implicano ripercussioni sia sul piano teologico che pastorale. Roberta Gisotti ha intervistato Andrea Galli, inviato di “Avvenire” a Canterbury:

    D. - A che punto siamo del dibattito, che sappiamo sofferto e che vede posizioni frontalmente contrapposte?

    R. - Direi che il dibattito è andato peggiorando, nel senso che le differenze che erano già chiare all’inizio, si sono fatte ancora più esplicite andando avanti nell’incontro. Si è parlato molto, si parlerà sempre di più, anche in questi giorni, del tema dell’omosessualità che è poi il tema più scottante, quello su cui davvero si è aperto uno scontro molto forte, ancora di più di quello che è il tema dell’ordinazione episcopale delle donne nel senso che, innanzitutto, qui a Lambeth sono presenti molte donne vescovo, così come sono presenti molti preti donna. Quindi è una realtà, questa, già concreta da molti anni in molte parti della Comunione anglicana e anche fra l’episcopato, per esempio, africano, quello che, sul tema dell’omosessualità, è più intransigente, su questo tema, si registra per molti una sostanziale apertura. Per cui il nocciolo più controverso rimane quello dell’omosessualità, ma qui va detto che l’omosessualità è presa un po’ come la punta di un 'iceberg', perché la parte che contesta la posizione attuale dell’arcivescovo di Canterbury e la Comunione anglicana, denuncia una corruzione teologica e pastorale di più ampio livello, che va ben oltre il tema dell’omosessualità.

    D. – L’opera di mediazione che si sperava proprio da parte del Primate della Comunione anglicana, l’arcivescovo di Cantenbury, Rowan Williams, non ha quindi sortito i risultati sperati?

    R. – Finora sembra di no. Rowan Williams ha lanciato appelli molto sentiti all’unità, per cercare di salvaguardare in tutti modi possibili il bene supremo della Comunione anglicana che però, finora, non hanno soddisfatto né una parte né l’altra. La soluzione che Rowan Williams proporrà, alla fine di questa settimana, dovrebbe essere una sorta di compromesso, cioè la richiesta di una specie di moratoria dell’ordinazione di vescovi omosessuali, che dovrebbe essere il pegno da pagare per l’episcopato nord americano - diciamo così – e dall’altra parte la richiesta invece all’episcopato africano, in particolar modo alla Nigeria, di non estendere le proprie diocesi in territorio nordamericano, perché in questi ultimi anni hanno cercato di lanciare una specie di 'salvagente' ai fedeli anglicani nordamericani che non si riconoscevano più nelle scelte del proprio episcopato. Questo ha creato ovviamente molte tensioni.

    D. – Quali scenari, invece si possono prevedere da un eventuale scisma?

    R. – Anche la parola scisma è una parola controversa, nel senso che il movimento che si è creato, a livello internazionale - che contesta in questo momento la posizione ed anche il ruolo di Rowan Williams, il movimento che ha assunto il nome di GAFCON (Global Anglican Future Conference), dal nome della Conferenza che è stata organizzata a Gerusalemme a fine giugno. Ricordiamo che non è una piccola frazione della comunità anglicana, ma è una realtà che riunisce l’episcopato di Paesi come la Nigeria, l’Uganda, il Kenya e che pare, appunto, possa rappresentare i due terzi dell’intera Comunione anglicana, quindi un qualcosa come 40 milioni di seguaci su 50, 55 milioni di fedeli praticanti, diciamo così, della Comunione anglicana. Quindi si tratta di una realtà poderosissima, ed è anche per questo che la situazione è particolarmente delicata e grave. L’eventuale scenario, appunto, è questo: il movimento GAFCON, in sostanza dice di non volere attuare uno scisma, loro sostengono di difendere la purezza della tradizione e della teologia anglicana, quindi in sostanza accusano altri di essere scismatici e di voler portare la Comunione anglicana su piste che sono assolutamente estranee alla loro tradizione.

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    Lo Spirito Santo, amore che crea unità, tra gli insegnamenti di Benedetto XVI che hanno più toccato i giovani alla GMG di Sydney

    ◊   Un’esperienza che tanti giovani conserveranno tra i ricordi più cari: questa è stata la XXIII Giornata mondiale della gioventù di Sydney. Diversi i momenti che migliaia di ragazzi hanno vissuto insieme a Benedetto XVI: ma quali parole del Papa hanno toccato in particolare i giovani? Tiziana Campisi lo ha chiesto a Mari Carmen Esposito, portoricana, e a Marta Venturella, italiana, in questi giorni ancora in Australia:

    R. – Quando parla dello Spirito Santo come un’unione di amore, un amore unificante della Chiesa da cui partiamo per essere sempre uniti in comunione e nell’amore di Dio, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Dobbiamo essere uniti per tutti noi, per noi giovani che siamo il domani del mondo, dobbiamo essere uniti sempre.

     
    R. – Sono rimasta colpita dal fatto che lui ha parlato della sua esperienza personale, che quando era giovane, anche lui non riusciva bene a capire che cosa fosse lo Spirito Santo. E così era accaduto anche a Sant’Agostino: per lui è stato un processo graduale arrivare a comprendere questo, è stato come una lotta perché all’inizio, aderendo al manicheismo, sentiva come una divisione tra corpo e spirito. Poi però è riuscito, proprio provando l’amore di Dio dentro la Chiesa, a capire che cosa fosse lo Spirito Santo. Questo mi ha colpito perché è stata anche un po’ come la mia esperienza.

     
    D. – Benedetto XVI vi ha invitati – ha invitato i giovani – a coltivare l’unità. Tu come ti impegnerai in tal senso?

     
    R. – Dobbiamo fare comunità nel nostro Paese, nella nostra città, nella nostra Chiesa per costruire un mondo migliore, diverso. Dobbiamo impegnarci nella nostra comunità, nei comuni vicini, per superare le differenze che ci sono, e poi occuparci dell’accoglienza degli altri.

     
    R. - Penso che il Papa abbia invitato i giovani soprattutto a coltivare l’unità nella vita quotidiana, quindi sul posto di lavoro, a scuola, dove vive ciascuno di noi. Quindi io credo che quando tornerò in Italia, cercherò di portare questo messaggio del Papa alle persone che vivono con me, all’università dove studio, o in famiglia.

     
    D. – Il Papa ha parlato delle intuizioni di Sant’Agostino sullo Spirito Santo: quale insegnamento di questo padre della Chiesa porterai adesso nel tuo cuore?

     
    R. – Poter aiutare gli altri e insegnare agli altri come si fa a seguire Dio con l’amore, l’unità. Dobbiamo costruire una comunità di Dio, una città di Dio, d’amore.

     
    R. – Penso soprattutto al fatto che Sant’Agostino ha detto che lo Spirito Santo è l’amore, è ciò che unisce il Padre con il Figlio, e quindi ha detto che ha sperimentato questo proprio dentro la Chiesa. Ha detto inoltre che, se molti discorsi che possiamo sentire nella società possono essere attraenti, possono sembrare intelligenti, se non c’è l’amore, non sono veri, non sono da seguire. Quindi soprattutto questo: dove c’è l’amore, c’è lo Spirito Santo.

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    Le vacanze alternative dei giovani in missione nei Paesi poveri

    ◊   Un’alternativa alle vacanze al mare o in montagna. Anche quest’anno la offrono le associazioni di solidarietà che aprono i loro progetti alla partecipazione di giovani che scelgono di mettersi a disposizione di attività missionarie o di sviluppo nei Paesi poveri. L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII ha avviato campi estivi in diverse parti d’Europa denominati “Fuori le Mura”. Francesca Sabatinelli ha intervistato Marinella Baldassarri, responsabile generale del settore giovani, curatrice dei campi in Romania, e Cristina Petrella, impegnata nel campo albanese di Scutari. Quali le opportunità da questi campi estivi? Ascoltiamo la Baldassarri:

     
    R. – L’opportunità di incontrarsi con i più poveri, con i più piccoli, perché la missione è annunciare la Buona novella lì dove i più piccoli invece non vengono raggiunti da questa buona notizia che il Signore è venuto ed è venuto per tutti.

     
    D. - Le iniziative "Fuori le Mura" nascono nel 2000 con Roma e poi si sono successivamente ripetute in altri Paesi. Questi campi cosa prevedono nel concreto per i giovani?

     
    R. - Conoscere la gente del luogo: in particolare in Romania incontreranno i bambini di un Paese incredibilmente povero, nella zona delle miniere. Una città quasi fantasma dove ci sono case enormi ma che sono vuote, scadenti. Molti palazzi non hanno più luce, acqua; per riscaldarsi i bambini vanno a prendere il carbone alle miniere. Per 15 giorni tentiamo di riportare il sorriso a questi bambini, cerchiamo di fargli capire che non sono maledetti ma che, anzi, sono i prediletti di nostro Signore. Li invitiamo a una nuova speranza. Si cerca di stare con loro perché la vita "fuori le mura" è essere con loro ai margini, quindi lontano dai posti di successo, e insieme però riportarli poi dentro le mura di una società, portarli ad una accettazione più piena.

     
    D. – Chi sono questi ragazzi che decidono di affrontare nel periodo estivo questa avventura?

     
    R. – Sono dei giovani che sanno che non possono bastare a se stessi, che sono alla ricerca della propria identità e la propria identità si incontra soltanto nel momento in cui davanti a un povero si ha il coraggio di fare la verità con se stessi e col povero. Nel povero c’è il Signore e lì ci si riscopre amati e nello stesso tempo capaci di amare.


    D. - Cristina Petrella, ti occupi del campo albanese di Scutari: chi sono qui i dimenticati?

     
    R. – Nelle nostre zone tendiamo ad andare da quelle famiglie che vengono giù dalle montagne in città in cerca di fortuna ma che spesso si ritrovano senza un lavoro e in condizioni veramente pietose, avendo venduto tutto quello che avevano. Noi andiamo a mettere la nostra vita insieme alla loro, sempre, durante tutto l’arco dell’anno. In estate diamo la possibilità, anche a giovani che hanno piacere di condividere e di conoscere, di poter fare animazione, di partecipare a iniziative insieme a loro, ai ragazzini in particolare, ai bambini.

     
    D. – Un periodo di tempo così limitato ha lasciato un segno nei ragazzi che sono venuti negli anni precedenti?

     
    R. – Posso dire proprio di sì. E’ veramente cambiato qualcosa nella vita di tutte le persone che sono passate da noi. Faccio un esempio. I ragazzi che sono andati via l’anno scorso sono rimasti molto impressionati: una sera li abbiamo portati a Tirana. Lì abbiamo una capanna di Betlemme dove alla sera si incontrano dei barboni; li si fa dormire lì, si mangia con loro... Quando sono tornati a casa, questi ragazzi hanno allestito nella loro parrocchia un posto per l’accoglienza di queste persone. Sono cose meravigliose che mi fanno dire: Cristina vai avanti!

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    Presentata la Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport

    ◊   Coltivare e trasmettere l’insegnamento di Papa Wojtyla applicando il Magistero della Chiesa nell’ambito sportivo: è l’obiettivo della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport - presentata stamani nella Sala Marconi della nostra emittente – che collaborerà con la “Sezione Chiesa e Sport” del Pontificio Consiglio per i Laici e l’Ufficio Nazionale per la Pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport della CEI. Alla Fondazione è giunto l’apprezzamento del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone che in un telegramma ha esortato i fondatori a promuovere i valori umani attraverso lo sport. Il servizio di Tiziana Campisi:

    Formare ed educare ai valori della persona trasmessi dal Vangelo: con questo impegno la Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport elaborerà un programma triennale di eventi sportivi a livello nazionale ed internazionale, promuovendo anche iniziative nelle parrocchie. Lo scopo è quello di valorizzare, attraverso lo sport, la persona umana, come ha detto anche mons. Carlo Mazza, vescovo di Fidenza e presidente onorario della Fondazione:

     
    “Giovanni Paolo II, con quell’intuito straordinario che possedeva, comprese immediatamente il valore dello sport proprio nel nostro momento culturale. Quindi, certamente non assolutizzando lo sport, che sarebbe un’operazione addirittura incomprensibile, ma a partire dai dati di fatto, dall’esperienza di fatto e dalla espansione planetaria dell’evento sportivo, cogliere gli eventi positivi per interpretarli alla luce della fede”.

     
    Prima grande iniziativa della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport, in coincidenza con l’Anno Paolino, sarà una maratona che prenderà il via il 24 aprile 2009 da Betlemme per poi concludersi il 21 giugno a Roma, in Piazza San Pietro. Correre sulle orme di San Paolo: questo il nome dell’evento che prevede diverse tappe e un programma articolato di giochi e manifestazioni. Ma ascoltiamo Edio Costantini, presidente della Fondazione, che al microfono di Luca Collodi spiega com’è nata l’idea di una istituzione per lo sport dedicata a Giovanni Paolo II:

     
    R. – Abbiamo voluto creare questa Fondazione intitolata a Giovanni Paolo II, proprio perché è stato il Papa che maggiormente ha praticato dello sport rilanciandone i valori fondanti e i valori umani che lo sport può produrre. Partiamo proprio ora per celebrare bene l’Anno Paolino. Una delle grandi iniziative che la Fondazione promuoverà infatti è “Correre sulle orme di San Paolo” e questo proprio per rilanciare lo sport e non soltanto come metafora della vita, ma anche come valore educativo.

     
    D.- Potremmo definirla quasi come una espressione della pastorale della Chiesa nello sport?

     
    R. – Questa Fondazione parte da due capisaldi: da una parte tutto ciò che hanno detto i Papi e quindi il Magistero della Chiesa in funzione dello sport e dall’altra parte la nota dei vescovi della Chiesa italiana che ha illuminato soprattutto il “fare” legato all’attività sportiva e all’attività pastorale.

     
    D. – Quindi una Fondazione che opererà praticamente sul territorio, partendo da parrocchie ed oratori. Questo è un altro elemento?

     
    R. – Uno degli altri motivi della Fondazione è proprio quello di rilanciare proprio i luoghi educativi della parrocchia.

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    Chiesa e Società



    Bombe in India: per mons. Fernandes “i terroristi vogliono dividere il Paese”

    ◊   “Un attacco all’armonia sociale dell’intera India, portato da pochi fanatici che causano morte e devastazione”: così l’arcivescovo Stanislaus Fernandes, segretario generale della Conferenza episcopale cattolica indiana, ha commentato la serie di bombe che sono esplose venerdì 25 e sabato 26 luglio nelle città di Ahmedabad, nel Gujarat, e a Bangalore. Il prelato ha espresso ad AsiaNews la più ferma condanna nei confronti degli atti terroristici, che vogliono soltanto “dividere la nazione e provocare nella popolazione un senso di insicurezza e di paura”. La Chiesa cattolica indiana, ha fatto sapere Fernandes, ha messo a disposizione i propri presidi medici per le vittime e i feriti: “Abbiamo visto persone di ogni comunità correre subito ad aiutare senza distinzione – ha riferito – con una solidarietà umana che ha prevalso. Sono preoccupato, ma spero che l’amato popolo della nostra India sia unito nella tragedia e ci si aiuti reciprocamente senza distinzione di casta o religione, senza lasciar prevalere il tentativo di creare divisioni”. Ahmedabad e il Gujarat nel 2002 sono state scenario di violenze frequenti tra musulmani e indù: gli attentati dei giorni scorsi, rivendicati dal gruppo estremista islamico Indian Mujahideen, sarebbero la risposta a quegli episodi mai dimenticati. (R.B.)

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    La Cina si prepara ad accogliere le Olimpiadi con corsi di religione per poliziotti

    ◊   La Cina si prepara ad accogliere pubblico e atleti da tutto il mondo che si riverseranno nella capitale Pechino dall’8 al 24 agosto in occasione delle Olimpiadi. In particolare nella città di Shenyang, nel nord-est del Paese, dove ha sede l’università di polizia criminale e dove si terranno alcuni match calcistici, i poliziotti stanno seguendo corsi sulle grandi religioni per meglio accogliere gli stranieri ed evitare di urtare le loro fedi. Sono oltre cinquemila – riferisce l’Osservatore Romano citando l’agenzia Nuova Cina – gli agenti che hanno preso parte a corsi sulle origini, le usanze, le tradizioni e i testi sacri di cristiani, islamici e buddisti. L’idea è nata dall’Ufficio municipale di sicurezza pubblica e s’inserisce in attività di specializzazione comprendenti ben 19 materie tra cui psicologia, inglese, misure di sicurezza e lotta al terrorismo: questi programmi intensivi, dall’inizio dell’anno, sono stati frequentati da oltre settemila poliziotti. (R.B.)

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    La Chiesa contro l'emarginazione di indigeni e campesinos in America Latina

    ◊   Sono 120 i progetti approvati in favore delle popolazioni latino-americane dalla Fondazione Populorum Progressio, che si è riunita dal 9 all’11 luglio scorso a Guadalajara, in Messico. In una nota, riportata dall’agenzia Sir, si legge che il rapido processo di urbanizzazione del continente e l’imposizione della cultura post-moderna hanno isolato gli indigeni e i campesinos “dal contesto sociale e dallo sviluppo al quale altri hanno potuto accedere. Hanno in tal modo subito – si legge nella nota- una vasta emarginazione e la mancanza di protezione, perdendo ingiustamente, tante volte, la proprietà delle loro terre”. Nel corso della riunione, c’è stata la riconferma alla presidenza dell’organismo vaticano, voluto da Papa Giovanni Paolo II nel 1992, il card. Juan Sandoval Íñiguez, arcivescovo di Guadalajara. Via libera anche a 200 progetti dei 230 presentati da missionari e gruppi operanti in America Latina e nei Caraibi. A presentare il maggior numero di iniziative sono stati il Brasile e la Colombia, a seguire il Perù e l’Ecuador. Della somma distribuita, oltre due milioni di dollari derivano dalla Chiesa italiana e dalla CEI. Nei 16 anni di operatività della fondazione sono stati donati più di 24 milioni di dollari per un totale di 2200 progetti sostenuti. La fondazione, sempre nella nota, raccomanda che gli stessi progetti siano vagliati e approvati dai vescovi delle diocesi interessati. (B.C.)

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    “Adotta una scuola in Africa”: un progetto umanitario del governo venezuelano

    ◊   Si chiama “Adotta una scuola in Africa” il progetto ideato nel 2006 dal dipartimento per l’Africa del ministero degli Esteri del Venezuela con l’obiettivo di rafforzare i legami tra il Paese latinoamericano e il continente africano. In questi due anni molti sono stati gli interventi realizzati: dalla consegna di materiale scolastico per 2400 studenti in un istituto di Addis Abeba, Etiopia, alle canoe donate alla comunità di Hio Plage, in Benin, dove molti alunni devono attraversare un lago per andare a scuola, fino alla struttura per bambini sordi costruita in Guinea equatoriale in collaborazione con il governo cubano. E non finisce qui: se fino ad oggi sono stati raggiunti 16mila alunni in undici Paesi - riferisce il Sir - presto il programma sarà esportato in altri dieci, per un totale di 150mila alunni che ne beneficeranno. (R.B.)

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    Il governo del Niger sospende Medici senza Frontiere

    ◊   Non c’è una motivazione ufficiale, secondo la sezione francese di Medici Senza Frontiere, che possa giustificare la decisione del governo del Niger. L’esecutivo ha emesso un decreto in base al quale l’attività di MSF è sospesa. Subito l’organizzazione ha chiesto un incontro con le autorità per chiarire quanto avvenuto perché si intende continuare l'opera medico umanitaria nel Paese africano. Dal 1985, MSF è presente in Niger, dall’inizio dell’anno sono stati curati più di 14mila bambini malnutriti in forma acuta e più di 70mila quelli che ricevono mensilmente integratori nutrizionali. (B.C.)

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    L’impegno della Chiesa vietnamita fra i lebbrosi

    ◊   Non solo c’è da vincere la lebbra, che colpisce una consistente fetta della popolazione, ma anche l’indifferenza di migliaia di persone. Sono due le sfide che ogni giorno la Chiesa vietnamita affronta nella provincia di Ca Mau, dove ci sono 642 malati assistiti da preti, suore, volontari e laici. Sono diversi i centri di accoglienza e i progetti di assistenza sanitaria dedicati proprio ai lebbrosi. Uno dei problemi più urgente è la condizione di perenne emarginazione che i lebbrosi subiscono. Le associazioni cattoliche offrono assistenza a oltre 100 famiglie e tentano di aiutare malati e parenti per trovare un lavoro, costruendo case, assicurando la fornitura di acqua potabile, incentivando i loro figli a studiare grazie alla copertura di tasse scolastiche e libri. Tra le testimonianze riportate da Asianews c’è quella di padre Nguyen Duc Muoi che ricorda le profonde sofferenze dei lebbrosi e la costante discriminazione dei cosiddetti 'sani'. L’opera di assistenza della Chiesa verso i malati incontra però resistenze e difficoltà, subendo ostacoli da parte delle autorità locali, che non vedono di buon occhio le attività caritative avviate dai cattolici.(B.C.)

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    Anno Paolino: in Myanmar è anche prendersi cura dei sopravvissuti al ciclone

    ◊   Preghiera, spirito di appagamento nel compiere la propria missione, attitudine alla gioia e forte determinazione: sono questi i quattro atteggiamenti di San Paolo che la Chiesa del Myanmar invita i propri fedeli a imitare in occasione dell’apertura dell’Anno paolino nel Paese del sudest asiatico gravemente colpito dal ciclone Nargis nel maggio scorso. Le parole del Santo di Tarso sono una speranza per la popolazione afflitta, che l’arcivescovo di Yangon, Charles Maung Bo, cerca di consolare nell’omelia d’apertura delle celebrazioni, riportata dall’Osservatore Romano: “Un incoraggiamento reale per la piccola comunità cattolica – ha esordito, per poi ricordare quanto detto da Benedetto XVI durante l’ultima visita ‘ad limina’ dei vescovi del Myanmar – illuminati dallo Spirito Santo vi invito a unirvi a San Paolo, nella sicura fiducia che nulla potrà separarci dall’amore di Cristo”. L’arcivescovo non ha esitato a parlare delle difficoltà affrontate dal popolo a causa del ciclone e delle perdite umane e materiali subite: “Molti sopravvissuti hanno dovuto lottare disperatamente in acqua per riuscire a salvarsi, trascorrendo ore al buio e al freddo, senza tuttavia mai perdere coraggio. San Paolo ha vissuto di preghiera e anche noi dobbiamo pregare con costanza”, ha ammonito. Mons. Maung Bo ha poi indicato la chiesa dei Santi Pietro e Paolo come centro del pellegrinaggio, dove si potrà partecipare alle Messe e adorare il Santissimo Sacramento per ricevere l’indulgenza promessa dal Papa in occasione dell’evento. La chiesa ha appena festeggiato il suo primo anno di vita con una cerimonia cui hanno preso parte sacerdoti e religiosi di varie congregazioni, laici, cristiani di altre confessioni e buddisti. Il parroco Thomas Saw Htoo Htoo ha fatto sapere che momento culmine dell’Anno paolino sarà prendersi cura dei sopravvissuti a Nargis e pregare per i defunti in un’apposita celebrazione ogni primo venerdì del mese. (R.B.)

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    Anno Paolino: reliquie dell’Apostolo Paolo saranno donate al patriarcato ortodosso di Bucarest

    ◊   Il 27 ottobre, festa di san Dimitrio il Nuovo patrono di Bucarest e della sua cattedrale patriarcale, verranno donati al patriarcato ortodosso dal monastero greco Panagia Soumela alcuni frammenti delle reliquie di san Paolo. Un dono che arriva in occasione dei festeggiamenti per l’Anno Paolino. La notizia, riportata dal Sir e dall’Osservatore Romano, è stata resa nota dallo stesso patriarca ortodosso romeno Daniel. Fondato da due monaci profughi provenienti dalla regione asiatica del Pontos, il monastero di Panagia Soumela è un importante luogo di pellegrinaggio che si trova a 90 km a ovest di Salonicco. Il termine Panagia indica la Vergine Maria mentre il termine Soumela sta per Stou Mela cioè montagne di Melas, una zona del Pontos. Nel monastero sono custodite le reliquie di san Paolo ma anche un’icona della Vergine Maria realizzata, secondo la tradizione locale, dall’evangelista Luca. Sono diverse le versioni sulla presenza di questa icona nel monastero; alcuni storici datano il suo arrivo al IV secolo, altri lo spostano al IX-X secolo. A conferma di quest’ultima tesi c’è l’ipotesi di uno spostamento verso Atene quando i saraceni distrussero la città. In quel momento i due santi monaci Barnabas e Sophronios portarono l’icona nel Pontos per motivi di sicurezza. E’ solo nel 1951 che la sacra immagine della Vergine tornò a Panagia Soumela, dopo un periodo di permanenza al Museo bizantino di Atene, dove venne portata in seguito al bombardamento del monastero ortodosso che fu distrutto mentre l’icona rimase intatta. (B.C.)

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    Il cardinale Murphy-O’Connor alla Conferenza di Lambeth: “È volontà di Cristo che siamo una cosa sola”

    ◊   Il cardinale Cormac Murphy-O’Connor, primate dei circa cinque milioni di cattolici di Gran Bretagna, ha parlato ai vescovi anglicani riuniti a Canterbury per la Conferenza di Lambeth che chiuderà il 3 agosto: “Alla nostra Chiesa non fa nessun piacere vedere le tensioni che esistono nella vostra comunione”, ha detto riferendosi alle tensioni interne alla chiesa anglicana inerenti alla questione delle donne vescovo, dell’ordinazione degli omosessuali e dei matrimoni gay. Come ricordato dall’agenzia SIR, il porporato è stato protagonista, negli anni '80, del dialogo ecumenico tra cattolici e anglicani svoltosi all’interno delle commissioni ARCIC e ha ricordato come momento culminante di quella fase, la visita di Giovanni Paolo II nel Regno Unito, la prima di un Pontefice dallo scisma di Enrico VIII. “Il cammino verso l’unità è una strada senza via d’uscita – ha detto Murphy-O’Connor – è volontà di Cristo che siamo una cosa sola e, per quanto tempo ci voglia, questo deve essere il nostro obiettivo. Il Papa ritorna sempre a questo come il cuore di quello per cui sta lavorando”. “Non sono pessimista – ha concluso il primate – il dialogo continuerà in qualche forma, non possiamo abbandonare la ricerca dell’unità che vuole Cristo”. Anche l’arcivescovo cattolico di Birmingham, Vincent Gerard Nichols, ha inviato un messaggio speciale ai fedeli della propria arcidiocesi affinché preghino per il successo della Conferenza di Lambeth. (R.B.)

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    Suor Patricia Spillane è la nuova superiora generale delle Missionarie del Sacro Cuore

    ◊   Al termine del capitolo generale, che si è tenuto a Codogno, in provincia di Lodi, quasi 40 religiose provenienti da tutto il mondo hanno eletto la nuova superiora generale delle Missionarie del Sacro Cuore (Cabriniane). Si tratta di suor Patricia Spillane, nata a New York da genitori irlandesi, che succede a madre Lina Colombini. “Vogliamo accogliere il grido dei poveri – ha detto suor Patricia – e dare una risposta alla sofferenza dei bambini abbandonati e degli anziani a rischio. Vogliamo – ha continuato – sostenere la famiglia, aiutare i giovani disorientati, trovare una strada da percorrere di fronte alla tragedia di tanti fratelli”. Nel suo intervento, riportato da Avvenire, la nuova superiora ha annunciato la volontà di aprire nuove frontiere in Africa, Asia e in alcune zone dell’America, “cercando la comunione – ha detto – e per valorizzare le risorse”. Suor Patricia ha ricordato lo spirito con il quale santa Francesca Cabrini operava; l’ha definita “un’imprenditrice” della carità. La famiglia cabriniana, infatti, era sorta per aiutare gli emigranti italiani negli Stati Uniti e proprio Pio XII proclamò la stessa santa: patrona di tutti gli emigranti. Nel documento finale del capitolo si ricorda la “compassione del cuore di Gesù” per mettersi al servizio di un progetto comune che coinvolga missioni e opere concrete e “per essere segno di speranza e profezia del Regno di Dio, oggi”. Attraverso le Cabriniane, sono sorte case di cura, ospedali, centri di assistenza in ogni parte del mondo e hanno preso il via gemellaggi con l’impegno di formare personale specializzato per servire chi ha bisogno. (B.C.)

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    Al via il corso per animatori biblici promosso dalla CEI

    ◊   E’ iniziato ieri al santuario francescano La Verna, in provincia di Arezzo, il corso per animatori biblici organizzato dal settore apostolato biblico della CEI, in collaborazione con l’associazione biblica italiana (ABI). Il tema scelto per questo nuovo ciclo, che terminerà il 2 agosto, è “Salmi, inni, musica e danze… La preghiera nella Bibbia. La formazione spirituale dell’evangelizzatore”. Il corso si pone come uno spazio di confronto tra l’Antico e il Nuovo Testamento, in rapporto alle tematiche dell’evangelizzazione e del primo Annuncio; sullo sfondo ci sono diversi eventi che interessano la Chiesa italiana come il prossimo sinodo dei vescovi, a ottobre, l’Anno Paolino ma anche la “crescita” nelle diocesi e nelle parrocchie di iniziative di animazione biblica. Ad aprire i lavori, come riporta l'agenzia Sir, la relazione di mons. Rinaldo Fabris dal titolo: “Canto di guerra, epinici ed elegie”. I profeti e i libri sapienziali, i salmi e la struttura del Vangelo, la “formazione spirituale” degli evangelizzatori saranno i temi della giornata di oggi, mentre per domani è previsto un “laboratorio di danze ebraiche”. Dedicata ai Salmi la giornata di mercoledì, con un approfondimento, il 31 luglio, sul Salmo 23 e i Salmi nella Liturgia. I Salmi della creazione e l’Apocalisse saranno al centro della mattinata del 1° agosto, seguiti da una comunicazione pomeridiana sull’apostolato biblico ed una relazione sul Salterio nel progetto catechistico italiano. “Sta crescendo e maturando – fanno sapere i vescovi - nelle diocesi e nelle parrocchie l’accostamento dei nostri fedeli alla Parola di Dio tramite la Bibbia e questo è per tutti noi motivo di gioia e di gratitudine verso il Signore”. (B.C.)

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    Conferita la cittadinanza onoraria di un comune della Calabria al cardinal Martino

    ◊   Da ieri il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti, è cittadino onorario di Dinami, in provincia di Vibo Valentia. Il sindaco gli ha consegnato le chiavi della città per “aver interpretato e fatto suo il cammino della speranza di tutta la comunità locale”. Il porporato, ringraziando dell’onorificenza, ha contraccambiato regalando una medaglia commemorativa appartenente ad una ridotta collezione affidatagli da Papa Giovanni Paolo II. Lo scorso anno, il cardinale era stato nominato dal Papa suo inviato speciale alle solenni celebrazioni del quinto centenario della morte di San Francesco di Paola. (B.C.)

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    Premio Amnesty al Giffoni Film Festival: vince “Heart of fire”, pellicola sui bambini soldato

    ◊   L’edizione 2008 del Premio Amnesty, nell’ambito del Giffoni Film Festival, è stata vinta dalla pellicola “Heart of fire” di Luigi Falorni. Il premio ogni anno va al lungometraggio che meglio ha saputo interpretare il connubio tra il cinema come mezzo di comunicazione capace di sensibilizzare l’opinione pubblica e la tematica dei diritti umani, cui l’associazione tiene molto, come ha ricordato il vicepresidente della sezione italiana di Amnesty International, Stefano Pratesi, alla consegna del prestigioso riconoscimento. Questa la motivazione della premiazione di quest’anno come riportata dall’agenzia Sir: “Per la semplicità con cui osserva la realtà dei bambini soldato con gli occhi di uno di loro, attraverso una chiave di lettura delicata che si rivela una scelta felice per avvicinare i ragazzi a un tema difficile; per le spiazzanti osservazioni della piccola protagonista che smantellano con disarmante chiarezza un sistema assurdo culminante in un vortice di violenza alienante e inutile; infine, per l’umanità che riesce comunque a emergere anche in contesti dove la crudeltà è, purtroppo, esperienza di vita quotidiana”. (R.B.)

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    Dal 9 agosto parte la collana “Santini da collezione” di Hachette

    ◊   Partirà il 9 agosto e durerà 60 settimane la collana “Santini da collezione”, promossa dalle edizioni Hachette. Un’iniziativa editoriale, riporta l’agenzia Zenit, che racconterà la storia del cristianesimo attraverso le immagini e le vite di santi, eroi, martiri e vergini a metà strada fra devozione, tradizione e preghiera. In ogni fascicolo, oltre al santino da collezione, una panoramica sulla biografia, l’iconografia classica, il culto legato a ogni Santo. Icone sacre che fanno parte della collezione privata di Graziano Toni, uno dei maggiori collezionisti europei, e che coprono un lasso di tempo dal 1600 fino ad oggi, riprodotti su carta d’epoca grazie al lavoro della tipolitografia F.G di Savignano sul Panaro, in provincia di Modena, specializzata in volumi preziosi. (R.B.)

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    Il nuovo numero della rivista “Oasis” sul valore della testimonianza dei cristiani

    ◊   È la testimonianza il filo conduttore del nuovo numero della rivista “Oasis”, periodico semestrale e multilingue, diffuso in tutto il mondo, promosso dall’omonimo Centro di studi e ricerche fondato nel 2004 dal Patriarca di Venezia. Ed è proprio con un messaggio indirizzato dal cardinale Angelo Scola al Patriarca caldeo Emmanuel Delly, circa il sacrificio dei cristiani in Iraq, che si apre la pubblicazione, come riferisce l’agenzia Zenit. “La testimonianza di martirio che i cristiani di codesto travagliato Paese stanno offrendo, costituisce un richiamo potente per tutte le nostre Chiese – ha scritto il cardinale Scola – è un invito perentorio a seguire con più decisione Cristo nella nostra Pasqua”. Sfogliando le pagine, si possono leggere anche l’intervento di Samir Khalil Samir, Habib Malik e mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare del Patriarcato di Baghdad che sottolinea l’importanza del dialogo, e il reportage di Marco Bardazzi sulla nuova capitale caldea in Usa, Detroit: “Fuggiti a migliaia dall’Iraq in fiamme per piantare nuove radici in terra d’America. Non è che l’ultimo capitolo di una vera e propria diaspora: dalle terre d’Oriente cristiani di ogni rito emigrano in Occidente”. Inoltre, un’intervista di Roberto Fontolan all’arcivescovo di Cipro Crysostomos II e l’articolo “La sorprendente espansione dall’Oriente in Occidente” di Camille Eid. (R.B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Tre donne kamikaze fanno strage di pellegrini sciiti a Baghdad. Decine di morti anche a Kirkuk

    ◊   In Iraq, nuova impennata delle violenze legata alla commemorazione dell’imam sciita al Al Kadhim. Una serie di attentati ai pellegrini in marcia Baghdad stamani ha provocato 28 morti. Attacchi sanguinosi si segnalano anche a Kirkuk, 35 oggi le vittime ed altri 4 i morti nella provincia di Diayala. Per il punto della situazione ascoltiamo il servizio di Marco Guerra:


    È di almeno 28 morti e 92 feriti il bilancio ancora provvisorio del triplice attentato portato a termine stamani a Baghdad da altrettante donne kamikaze, che si sono fatte esplodere tra un gruppo di pellegrini sciiti in marcia. Nelle stesse ore un altro attentato suicida a Kirkuk, nel nord del Paese, ha ucciso 35 persone e ferito 120 che manifestavano contro la legge per regolamentare le elezioni provinciali. Infine sono quattro le vittime, tutte civili, dello scoppio di un ordigno su una strada nella provincia di Diayala. Nella città di Kirkuk, ora si registra una forte tensione, che ha indotto le autorità locali a predisporre il coprifuoco. Erano invece già in stato di massima allerta le forze di sicurezza di Baghdad per l'arrivo nelle prossime ore di almeno altri tre milioni di pellegrini per l’annuale commemorazione dell'imam Al Kadhim, morto 12 secoli fa. Anche ieri sette pellegrini sciiti sono stati uccisi da uomini armati a sud della capitale mentre si dirigevano a piedi verso il santuario di Kadamiya. Sullo sfondo di queste violenze emerge poi l’escalation del fenomeno delle donne kamikaze, sempre più utilizzate dai terroristi, perché meno soggette ai controlli di sicurezza.

     
    Pakistan
    Nel distretto del Waziristan, in Pakistan, almeno sei persone, fra cui alcuni stranieri, sono state uccise oggi in una scuola coranica colpita da missili, che secondo fonti della sicurezza pakistana sono stati lanciati dalle forze americane dispiegate in Afghanistan. L'obiettivo dell'attacco sferrato prima dell'alba è stata una casa vicina a una madrasa usata da militanti islamici, nei pressi del villaggio di Azam Warsak, vicino al confine con l'Afghanistan. La madrasa sarebbe stata in realtà una base di jihadisti.

    Afghanistan
    Grave errore delle forze Nato di stanza in Afghanistan. I soldati hanno ucciso due bambini e ferito una terza persona, durante un controllo nella provincia di Kandahar. A rendere noto l’incidente, un comunicato della Forza internazionale di Assistenza alla Sicurezza, in cui viene spiegato che l’automobile non si era fermata al posto di blocco e che i militari avrebbero aperto il fuoco temendo un attentato. Un incidente simile era avvenuto sabato nella provincia di Helmand.

    Iran
    In un'intervista concessa a Teheran all'emittente americana Nbc, Ahmadinejad ha detto che l’Iran cercherà un ''terreno comune'' di dialogo con i Paesi del cosiddetto 5+1 sulle recenti proposte di incentivi in cambio dello stop al programma di arricchimento nucleare. Quanto al rapporto con gli Usa, il presidente iraniano ha affermato che si registra un nuovo atteggiamento della superpotenza che viene accolto con favore. Se si tratterà veramente, da parte di Washington, di un nuovo approccio ai rapporti con Teheran, ha aggiunto Ahmadinejad, “la risposta da parte del popolo iraniano sarà positiva”.

    Ucraina inondazioni
    È di almeno 22 morti, tra cui sei bambini, due dispersi e 20 mila sfollati il bilancio delle violente inondazioni che hanno colpito negli ultimi quattro giorni l’Ucraina occidentale e la Romania settentrionale. Secondo l’ultimo bollettino fornito dalle autorità di Kiev nelle cinque province coinvolte si registrano circa 40 mila case danneggiate e 33 mila ettari di terreno allagati. Ingenti anche i danni a strade e infrastrutture. Il capo del governo, Yulia Timoshenko, ha convocato per oggi una riunione urgente del Consiglio dei Ministri dove saranno discussi una serie di interventi per le aree colpite.

    Italia
    Un appello al dialogo fra maggioranza e opposizione è stato lanciato oggi dal presidente della Repubblica italiano, Giorgio Napolitano, in occasione della cerimonia del Ventaglio per la pausa estiva dell'attività parlamentare. Un discorso a tutto campo sui temi di attualità. Attenzione al tema delle riforme: in particolare a quella della Giustizia, necessaria, che richiede intese concrete, per ridefinire regole e limiti soprattutto per un equilibrio fra giustizia e politica. Sulle intercettazioni Napolitano chiede un corretto esercizio del diritto di cronaca che non miri ad una curiosità voyeuristica. Quindi l’invito ai politici a non scadere in volgarità e ingiurie contro le istituzioni e i simboli della Repubblica.

    Taiwan
    Dopo le intemperie della scorsa settimana che hanno provocato 19 morti, dalle prime ore di oggi un nuovo tifone sta flagellando le coste di Taiwan, con piogge torrenziali e venti a 190 chilometri l’ora. Oltre 270 mila persone, scrive sono state evacuate nella notte in tutta l'isola, le scuole sono state chiuse e sono stati fermati i trasporti pubblici. Tra stasera e domani il tifone dovrebbe arrivare sulla Cina continentale, attraversando le province di Fujian e Jiangxi, nel sud-est del Paese.

    Cambogia
    Elezioni in Cambogia. Il Partito del Popolo del primo ministro uscente, Hun Sen, al potere dal 1985, ha rivendicato la netta vittoria nelle consultazioni legislative svoltesi ieri, affermando di avere una maggioranza di due terzi del nuovo Parlamento. La principale forza di opposizione, il Partito Sam Rainsy, dal nome del suo leader, chiede però la ripetizione del voto, denunciando irregolarità. Il premier Hun Sen, 56 anni, è un ex khmer rosso dissidente, passato con i vietnamiti e portato al potere da questi dopo l'invasione del '79, che pose fine al regime di Pol Pot. Nell'elezione odierna ha beneficiato della forte crescita economica (+10% negli ultimi tre anni), dell’organizzazione capillare del suo partito e del fervore nazionalista generato in questi giorni dalla disputa di confine con la Thailandia per il tempio indù di Preah Vihear. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 210
     
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