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Sommario del 26/07/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Nomine
  • Tra due giorni, l'arrivo del Papa nella città di Bressanone, che conferirà a Benedetto XVI la cittadinanza onoraria. Intervista con il sindaco, Albert Pürgstaller
  • Benedetto XVI in visita al Quirinale da Napolitano il prossimo 4 ottobre. La riflessione dello storico Agostino Giovagnoli
  • L’"Humanae vitae", documento a difesa della dignità umana: l'opinione della prof.ssa Maria Luisa Di Pietro e di Giovanni Maria Vian
  • Se chiamati, i giovani rispondono: questa la grande lezione della GMG. Il pensiero del vescovo di Fabriano-Matelica, Giancarlo Vecerrica
  • Padre Lombardi sulla Via Crucis di Sydney: il "sacro" è sceso in strada e ha reso una città intera partecipe del mistero della Passione
  • Le nuove norme che regolano l’immigrazione in Italia rispettino i diritti umani di tutti i lavoratori migranti e delle loro famiglie. Lo afferma in una nota l’arcivescovo Agostino Marchetto
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • La soddisfazione della Comunità di Sant'Egidio sulle linee-guida emanate dal governo italiano per il censimento dei rom. Intervista con Marco Impagliazzo
  • Nel giorno della memoria liturgica dei Santi Gioacchino ed Anna, solenni celebrazioni nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano
  • Il commento al Vangelo della Domenica del teologo don Massimo Serretti
  • Chiesa e Società

  • Benedetto XVI sarà al Santuario mariano di Pompei il 19 ottobre, per celebrare la Messa e recitare la celebre "Supplica" alla Vergine. Lo ha annunciato l'arcivescovo prelato, Carlo Liberati
  • Colombia: L'applicazione degli orientamenti pastorali di Aparecida e la Missione continentale al centro delle conclusioni della riunione annuale del CELAM
  • I vescovi del Messico intervengono nel dibattito sulla riforma dell’industria petrolifera. "Sia garantito il bene comune"
  • India: le Suore Francescane Missionarie di Maria lanciano un appello per porre fine alle violenze sugli “intoccabili”
  • Corea del Sud: il futuro della scuola cattolica in un rapporto che propone nuove soluzioni organizzative e ribadisce i valori di riferimento
  • Cuba: entrano nel vivo i preparativi per il quarto centenario del ritrovamento dell’immagine della Vergine della Carità
  • Attacchi ai luoghi di culto in Iraq: il governo rende noto il primo bilancio ufficiale
  • Germania: una porta nel muro della chiesa Santa Juliana a Mosbach per riunire cattolici ed evangelici
  • Dal Marocco, “guide religiose” per combattere il fanatismo e favorire l’integrazione
  • Afghanistan: calano le vittime delle mine, le operazioni di bonifica dei terreni condotte dall’ONU danno i primi risultati
  • 24 Ore nel Mondo

  • Il presidente iraniano annuncia di avere più di 5 mila centrifughe per il programma di arricchimento dell'uranio
  • Il Papa e la Santa Sede



    Nomine

    ◊   Benedetto XVI ha nominato nunzio apostolico in Albania mons. Ramiro Moliner Inglés, arcivescovo titolare di Sarda, finora nunzio apostolico in Etiopia e in Gibuti e delegato apostolico in Somalia.

    Il Papa ha nominato nunzio apostolico in Uzbekistan mons. Antonio Mennini, arcivescovo titolare di Ferento, rappresentante della Santa Sede presso la Federazione Russa.

    Benedetto XVI ha nominato consultori del pontificio consiglio per i Testi Legislativi: mons. Andrews Thazhath, arcivescovo metropolita di Trichur dei Siro-Malabaresi; i reverendi Pablo Gefaell, docente presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma, e Luis Okulik, docente presso l'Istituto San Pio X di Venezia; padre Cyril Vasil, rettore del Pontificio Istituto Orientale di Roma, padre Varghese Koluthara, superiore provinciale in India, e padre Lorenzo Lorusso, docente presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma e, ancora, il prof. Péter Szabó, docente presso la Pázmány Péter Katolikus Egyetem di Budapest.

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    Tra due giorni, l'arrivo del Papa nella città di Bressanone, che conferirà a Benedetto XVI la cittadinanza onoraria. Intervista con il sindaco, Albert Pürgstaller

    ◊   La città di Bressanone sta preparandosi con grande entusiasmo ad accogliere lunedì prossimo, Benedetto XVI che soggiornerà, fino all’11 agosto, nel seminario maggiore della località altoatesina. In diversi punti della città già sventolano le bandiere con i colori del Vaticano e all’arrivo del Papa le campane delle parrocchie inizieranno a suonare a festa. Durante il periodo di riposo estivo, sono previsti due momenti pubblici: la recita dell’Angelus del 3 e del 10 agosto a Piazza Duomo. I cittadini di tutto l’Alto Adige - scrive sul sito Internet del Comune il sindaco di Bressanone, Albert Pürgstaller - “accolgono a braccia aperte il Santo Padre che ci porta il messaggio della fede, dell’amore, del perdono e della speranza cristiana”. Ascoltiamo proprio il primo cittadino della località altoatesina intervistato da Luca Collodi:

    R. - Abbiamo fatto il possibile per accogliere il Santo Padre. Naturalmente, la gioia è grandissima e attendiamo il suo arrivo. In occasione dell’Angelus del 3 e del 10 agosto, soltanto nella piazza del Duomo, sono previste più di novemila persone.

     
    D. - Gli artigiani di Bressanone hanno rivelato anche in questa occasione la loro grande creatività. Si parla di cioccolatini, bevande, cibi, libri...

     
    R. - Naturalmente, nelle zone dove arriva il Papa c’è fermento, creatività. Sono stati pubblicati nuovi libri sulla vita del Santo Padre. Si possono anche trovare cioccolatini, bicchieri legati alla figura del Santo Padre...

     
    D. - Sindaco, lei incontrerà il Papa?

     
    R. - Per lunedì, abbiamo naturalmente organizzato la cerimonia per l’arrivo del Santo Padre. Il 9 agosto, poi, è previsto alle ore 18, nel seminario, il conferimento della cittadinanza onoraria al Santo Padre.

     
    D. - Con quale motivazione?

     
    R. - Per la grande fiducia che il Papa ha sempre dimostrato verso la Chiesa locale ma, soprattutto, nei confronti della città e dei suoi cittadini.

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    Benedetto XVI in visita al Quirinale da Napolitano il prossimo 4 ottobre. La riflessione dello storico Agostino Giovagnoli

    ◊   Il 4 ottobre prossimo, festa di San Francesco di Assisi, Patrono d’Italia, Benedetto XVI si recherà al Quirinale in visita ufficiale, per restituire al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, la sua visita in Vaticano del 20 novembre 2006. Ad annunciarlo è la Sala Stampa della Santa Sede. Sull’importanza di questo incontro tra il Papa e Napolitano, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione del prof. Agostino Giovagnoli, docente di Storia contemporanea all’Università Cattolica di Roma:

    R. - Certamente, i segni di comprensione profonda tra Benedetto XVI e il presidente Napolitano sono molti, ripetuti. Credo che ad avvicinarli sia la comune preoccupazione per l’Italia, naturalmente da punti di vista molto diversi. Come dire, c’è un terreno nuovo per entrambi, in qualche modo, su cui il comune senso di responsabilità istituzionale li spinge a convergere e forse anche a comprendersi l’un l’altro, al di là degli aspetti formali ufficiali.

     
    D. - Sullo sfondo di questo incontro, come già in occasione di quello avvenuto nel 2006, c’è il valore della laicità…

     
    R. - Sì, direi che questo tema è un altro dei terreni di intesa tra il Papa ed il presidente Napolitano, perché entrambi cercano di tenere fuori la laicità dalle evoluzioni più recenti che ha ricevuto il termine, in qualche modo, anche in contraddizione con la storia precedente alla laicità. Mi spiego: la laicità è stata a lungo un terreno di intesa e di confronto, o quanto meno di non conflitto tra religione e Stato. Ultimamente, invece, si tende a vivere in modo conflittuale questo rapporto. Quando il Papa parla di “sana laicità”, quando Napolitano fa appello alla laicità, credo che anche qui ci sia il tentativo di usare questa parola proprio in senso non conflittuale, che del resto poi è il suo significato più profondo.

     
    D. - Peraltro, questo incontro avviene nel 60.mo della Costituzione repubblicana. Sappiamo quanto i cattolici abbiano contribuito alla stesura di questo documento fondamentale e poi alla vita politica italiana...

     
    R. - Certamente, i cattolici sono stati importanti nella stesura della Costituzione e poi, successivamente, direi che sono stati importanti in modo laico, cioè hanno portato i loro valori, le loro istanze dentro un senso più ampio di costruzione dello Stato che coinvolge anche gli altri. Questo è un qualcosa profondamente iscritto nella Costituzione e che oggi si rischia di perdere, il senso di coabitazione tra cattolici e laici. Questa collaborazione viene messa in discussione mentre il riferimento alla Costituzione - ad una Costituzione che dopo 60 anni ancora mostra un alto livello di vitalità - ci indica appunto una strada diversa, una strada di collaborazione.

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    L’"Humanae vitae", documento a difesa della dignità umana: l'opinione della prof.ssa Maria Luisa Di Pietro e di Giovanni Maria Vian

    ◊   Nel compito di trasmettere la vita, i coniugi non sono “liberi di procedere a proprio arbitrio” ma, “al contrario, devono conformare il loro agire all’intenzione creatrice di Dio, espressa nella stessa natura del matrimonio e dei suoi atti, e manifestata dall’insegnamento costante della Chiesa”: è uno dei passaggi forti dell’Enciclica Humanae vitae di Paolo VI, di cui si celebra in questi giorni il 40.mo anniversario. Sui contenuti fondamentali di questo documento magisteriale, Alessandro Gisotti ha intervistato la prof.ssa Maria Luisa Di Pietro, docente di Bioetica all’Università Cattolica di Roma e presidente dell’associazione “Scienza e Vita”:

     
    R. - Ciò che Paolo VI ha messo in evidenza è lo stretto legame tra contraccezione, aborto e sterilizzazione. C’è poi un monito sulle politiche di controllo demografico delle quali allora si parlava ancora poco. Alla base di tutto questo indicava il rischio di una profonda banalizzazione della sessualità. I contenuti che questa Enciclica ci offre e che ci dovrebbero far riflettere sono dunque molti. Contrasta soprattutto questo ultimo punto, la banalizzazione della sessualità, che oggi porta a determinati atteggiamenti nei confronti della generazione umana e nei confronti della vita umana. Quindi, partendo da lì e riproponendo il vero concetto di sessualità, della coniugalità, della procreazione responsabile, possiamo porre le basi per quella sfida educativa di cui oggi tanto si parla.

     
    D. - Sappiamo quanto questa Enciclica sia stata contestata anche all’interno del mondo cattolico. Perché secondo lei?

     
    R. - Gli attacchi più forti sono stati quelli relativi al fondamento dell’insegnamento. L’altro punto di discussione è stata l’applicabilità dell’insegnamento dell’Humanae vitae e ancora oggi molti pensano che non sia applicabile. In realtà, l’insegnamento dell’Humanae vitae è stato poi storicizzato negli studi, nella ricerca della regolazione naturale della fertilità. Quindi, ciò che è stato contrastato è stato fatto forse molte volte per volontà di non ascoltare e per mancanza di cognizione di causa. Ciò che alle coppie si può dare - insegnando la vera procreazione responsabile, non come viene intesa oggi - è un grande patrimonio di ricchezza che la coppia può vivere nella sua realtà quotidiana e nella sua relazione con i figli. Quindi, questo è il grande messaggio che è stato lasciato ed è stata importante la lettura che Giovanni Paolo II ha dato dell’Humanae vitae.

     
    D. - Jean Guitton definì l’Enciclica “ferma ma non chiusa”. Si può dire che in fondo c’è una visione integrale della persona umana, non limitata in questa Enciclica?

     
    R. - Sicuramente. Ciò che Paolo VI ha fatto è stato chiarire, richiamare e porre nuovamente l’attenzione sui concetti di corporeità, di sessualità, di coniugalità e di procreazione responsabile. Guarda la persona in tutta la sua integrità, ma soprattutto nel rispetto della coppia e della donna. E’ un messaggio di grandissima speranza e soprattutto di richiamo a farsi rispettare nel proprio esistere e nella propria dignità di persona umana. Quindi, è un grande servizio che Paolo VI ha fatto, una grande eredità che ci ha lasciato. Questi richiami mettono al centro ancora una volta la dignità della persona umana e quella eccedenza che ogni persona umana rappresenta rispetto a tutte le altre specie viventi.

     
    D. - Pensando anche all’anno in cui fu pubblicata l’Humanae vitae, il 1968, si può dire che un altro messaggio forte che viene dato da questa Enciclica è che non c’è libertà senza responsabilità?

     
    R. - Certamente. La libertà e la responsabilità non possono essere scollegate tra di loro. Chi considera la libertà come qualcosa di separato dalla responsabilità e, quindi, dal valutare prima quello che si fa e farsi poi carico delle conseguenze che dalle proprie azioni derivano, ha un concetto completamente deviato di libertà.

     
    “Segno di contraddizione”: così, il direttore de L’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian ha definito l’Humanae vitae in un editoriale pubblicato ieri nel 40.mo della firma del documento. In questa intervista di Luca Collodi, Vian si sofferma sulla lungimiranza dell’Enciclica di Paolo VI:

    R. - Sicuramente, è un documento profetico di fronte agli sviluppi, anche inquietanti, dell’ingegneria genetica. Colpisce la preveggenza di questo documento papale, del quale Paolo VI spiegò tutte le ragioni: c’è tutto Paolo VI in questa Enciclica.

     
    D. - L’Humanae vitae suscita ancora oggi accese discussioni. Alcuni ritengono che la Chiesa non sia legittimata a parlare di sesso. Legittimità che in sostanza viene riconosciuta alla sola scienza…

     
    R. - A questa obiezione risponde già Paolo VI due giorni dopo l’uscita dell’Enciclica. La Chiesa parla - e lo aveva detto lui stesso anche tre anni prima all’ONU - "in quanto esperta di umanità”. Tra l’altro, la parola dell’Enciclica è interessante, perché benché l’insegnamento si rivolga chiaramente in primo luogo ai cattolici, valuta il matrimonio come un bene naturale e lo valorizza come tale. E’, quindi, una verità sull’uomo. La Chiesa non è nemica della scienza. E’ interessante anche questa insistenza di Papa Montini sul rapporto con gli scienziati. Su questo, tra l’altro, anche i 40 anni trascorsi dal 1968, dalla pubblicazione di questa che fu definita con derisione “l’Enciclica della pillola”, hanno dimostrato che i risultati della contraccezione artificiale non sono così positivi, hanno dimostrato che questi timori di una catastrofe planetaria per una crescita smisurata della popolazione sono infondati. E’ un panorama complessivo quello che tocca l’Enciclica. E’ un panorama umano sul quale la Chiesa cattolica ha, in coscienza, voce in capitolo.

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    Se chiamati, i giovani rispondono: questa la grande lezione della GMG. Il pensiero del vescovo di Fabriano-Matelica, Giancarlo Vecerrica

    ◊   Una settimana fa, in queste ore, i giovani partecipanti alla Giornata mondiale della gioventù di Sydney vivevano la loro grande veglia con Benedetto XVI, in attesa della Messa conclusiva del giorno dopo. Una settimana dopo, gli echi di quanto vissuto in Australia continuano ad "accendere" i cuori dei giovani e anche dei loro vescovi. Fabio Colagrande ha raccolto la testimonianza di mons. Giancarlo Vecerrica, vescovo di Fabriano-Matelica, impegnato a Sydney nelle catechesi ai ragazzi:

    R. - La cosa che più mi ha colpito è stata la disponibilità dei giovani. Quando siamo andati a partecipare alle catechesi, a volte sentivo la stanchezza, la pesantezza di queste proposte di catechesi e vedevo invece i giovani sempre entusiasti, contenti, che battevano le mani, che ponevano domande anche profonde, intense, sulla loro vita. Una ragazza mi ha chiesto il valore, il significato del fatto che lo Spirito Santo "imprime il carattere": che rapporto c’è tra il carattere che imprime lo Spirito Santo e il carattere che ho io? Erano domande veramente profonde, intense. Noi abbiamo una gioventù straordinaria nelle mani della Chiesa.

     
    D. - Come pastore, cosa le ha dato questa esperienza spirituale?

     
    R. - Mi ha dato l’entusiasmo di offrire tutta la vita alla Chiesa, perché è proprio standoci fino in fondo, nella Chiesa, che mi accorgo che è la cosa più grande e più bella al mondo. A me ha colpito molto una frase del Papa - perché i discorsi del Papa sono stati straordinari - all’omelia, quando ha detto ai giovani: “Vi rivolgo una domanda: che eredità lascerete ai giovani che verranno dopo di voi?” E’ impressionante come il Papa mobiliti i giovani e non li esamini, non li giudichi, ma li proietti in avanti, dia loro una missione, un compito. Poi, il Papa ha continuato ed ha detto: “Voi siete importanti per la Chiesa, siete una profezia per il mondo e per la Chiesa, la Chiesa ha bisogno della vostra fede”. Questo mi ha aperto un orizzonte grande, perché se io sto dentro tutta la realtà di Chiesa, dentro la realtà dei giovani, allora partecipo anche io - da vescovo, da pastore, da guida - a questa grande missione, a questa grande profezia.

     
    D. - So che lei è particolarmente impegnato nella pastorale giovanile. Da questa esperienza, cosa ha imparato proprio nel rapporto con i giovani? Cosa si sentirebbe anche di dire ai sacerdoti che sono impegnati con i giovani? Che forse non bisogna sottovalutarli?

     
    R. - Sì, bisogna prenderli sul serio, cioè coinvolgersi con loro. Io sono sempre impressionato da questa visione dei giovani, anche lontani dalla fede, che si coinvolgono con l’esperienza, piccola ma bella, del nostro pellegrinaggio Macerata-Loreto, ma anche, e soprattutto, nell’esperienza grande della GMG a Sydney. Il fatto che i giovani, se sono chiamati, mobilitati e si dà loro un compito, una missione, come ha fatto il Papa, loro ci stanno alla grande. Perciò, il mio incoraggiamento ai sacerdoti è quello di non dare per scontato il rapporto con i giovani, di non rassegnarsi a perdere i giovani ma di potersi coinvolgere con loro e di chiamarli. Se sono chiamati, rispondono.

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    Padre Lombardi sulla Via Crucis di Sydney: il "sacro" è sceso in strada e ha reso una città intera partecipe del mistero della Passione

    ◊   Vedere Gesù carico della croce passare per le vie di una moderna metropoli e raggiungere il Calvario, tra i cristiani del 21.mo secolo. E' quanto accaduto con l'intensa rappresentazione della Via Crucis nelle strade di Sydney, venerdì scorso. Alla presenza del Papa, i giovani della 23.ma GMG hanno rivissuto il mistero della Passione di Cristo in un silenzio denso di preghiera, che ha catturato l'attenzione dei media di tutto il mondo. E' anch'esso un modo di rendere visibile il "sacro", proprio nei luoghi dove regna spesso l'indifferenza e la frenesia: lo sottolinea in questa nota il direttore della Sala Stampa Vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico Lombardi:

    Uno dei momenti culminanti delle Giornate della Gioventù di Sydney è stata certamente la Via Crucis attraverso la metropoli cosmopolita. La grande città secolare ha assistito, con stupore rispettoso, alla rappresentazione in veste moderna di un evento antico, ma di permanente, profondissima attualità.

     
    La rievocazione delle stazioni della passione di Cristo ha percorso i luoghi simbolici della città - l’Opera, il Ponte, il porto - li ha resi testimoni di un mistero che interessa e coinvolge l’uomo e la donna di ogni tempo nel loro dolore, nel loro confronto con il male dentro e fuori di sé, con la violenza e con la morte.

     
    Nella storia del mondo, non c’è racconto che scuota con più forza la coscienza dell’uomo di questo nucleo del Vangelo che è la Passione di Gesù. E’ grande merito delle Giornate della Gioventù di Sydney - come già di Toronto - aver dedicato un impegno così eccezionale per riproporlo non solo ai giovani partecipanti, ma anche alla città che li ospitava. E’ un annuncio grande e coraggioso, che cerca sinceramente di mettere la spettacolarità al servizio del messaggio spirituale e della preghiera. Una rappresentazione, certamente, ma appunto una “sacra“ rappresentazione nel solco della grande tradizione cristiana.

     
    Di fronte e attorno a Gesù che soffre e muore gli altri attori, non solo spettatori, siamo noi. La grande città secolare non resta indifferente, ma riflette e si interroga. Come la “grande città” di Ninive che ascolta il profeta Giona, almeno per un giorno capisce che “non di solo pane vive l’uomo”. E forse non solo per un giorno, perché non sarà facile dimenticare quelle croci al tramonto, al termine del molo di Barangaroo, lungo le rive della baia.

     
    La croce di Gesù, morto e risorto per noi, rimane la parola più efficace di salvezza che ci è dato annunciare, la “misura” più sicura della nostra vita, come ha detto il Papa. E’ bene che i giovani lo sperimentino, perché sarà così anche per la città di domani, nel terzo millennio e in quelli seguenti.

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    Le nuove norme che regolano l’immigrazione in Italia rispettino i diritti umani di tutti i lavoratori migranti e delle loro famiglie. Lo afferma in una nota l’arcivescovo Agostino Marchetto

    ◊   In Italia 79 migranti sono stati soccorsi dalla Guardia di finanza a sud di Lampedusa. Nella notte erano già arrivate altre 73 persone. Le notizie di questi nuovi flussi migratori arrivano all’indomani della decisione del Consiglio dei ministri di estendere l’emergenza clandestini all’intero territorio nazionale. La misura, secondo l’esecutivo italiano, serve a potenziare le attività di contrasto del fenomeno. Sul fenomeno dell’immigrazione in Italia si è nuovamente espresso, intanto, l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Per giudicare l’iniziativa del governo italiano che ha definito “emergenza” la situazione dell’immigrazione in Italia – sostiene l’arcivescovo Agostino Marchetto – si devono considerare “i contenuti delle decisioni”. Bisogna anche verificarne – aggiunge il presule - la coerenza per quanto riguarda “l’auspicato equilibrio tra accoglienza e sicurezza”. Il termine emergenza – precisa l’arcivescovo Agostino Marchetto – non è di per sè negativo: può anche essere riferito a “misure che tengano in conto l’afflusso ora, dai Paesi che implicano necessità di protezione (Sudan, Somalia, Eritrea, per es.), nella linea della collaudata legislazione internazionale per rifugiati e richiedenti asilo”. Quel che si auspica, nell’attuazione delle disposizioni - afferma il presule - è dunque il rispetto dei diritti umani di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, nonché quello delle norme internazionali accolte dall’Italia per quanto riguarda i rifugiati, i richiedenti asilo, gli apolidi, anche Rom e Sinti o di altre famiglie zingare, nonché coloro che sono oggetto-soggetto del traffico di esseri umani”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina un articolo di Stefano Girola, Università del Queensland, dal titolo “Quando i media superano i pregiudizi: la visita del Papa in Australia”

    Nicola Gori intervista Wilhelm Emil Egger, vescovo di Bolzano-Bressanone

    Nell’informazione internazionale, in primo piano il Libano: nuovi scontri a Beirut. In rilievo anche il Guatemala: oltre venti persone travolte da una frana in una discarica

    “Regole certe per garantire lo sviluppo”. Un articolo di Simona Beretta, docente di politiche economiche internazionali presso l’Università cattolica del Sacro Cuore, sugli sviluppi del vertice dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) a Ginevra

    In cultura, riflessioni di Giorgio Filippi, Archeologo dei Musei Vaticani, e di Lucrezia Spera, del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, sul tema: “Un monastero in lotta col fiume: dal sottosuolo di San Paolo fuori le Mura riemerge la storia”
     Carlo Ghidelli interviene sul tema: “Come guardare Cristo nella visione paolina”

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    Oggi in Primo Piano



    La soddisfazione della Comunità di Sant'Egidio sulle linee-guida emanate dal governo italiano per il censimento dei rom. Intervista con Marco Impagliazzo

    ◊   Il tema del censimento della popolazione rom che vive in Italia è stato ieri al centro di un incontro, a Roma, tra il prefetto della capitale, Carlo Mosca, e circa 150 appartenenti all'etnia ROM. Soddisfazione per le linee-guida che dovranno guidare il censimento è stata espressa dalla Comunità di Sant’Egidio. Cecilia Seppia ha sentito il parere di Marco Impagliazzo, presidente della Comunità:

    R. - La Comunità di Sant’Egidio ha apprezzato le linee-guida per l’attuazione delle ordinanze pervenute al Ministero dell’interno su questo censimento nei campi ROM, nel senso che, nelle linee-guida, si smentisce tutto quello che era stato detto o scritto su eventuali impronte digitali da prendere ai minori ed altre misure delle quali si era parlato anche in sede parlamentare da parte del ministro dell’Interno. Le linee-guida emesse l’altro giorno sono dunque totalmente in linea con le leggi in vigore in Italia e con le leggi europee, e quindi noi siamo totalmente soddisfatti di questo, che si sia cioè ripensato un censimento su altre basi.

     
    D. - E' vero, quindi, che lei ha definito questo censimento un intervento umano e sociale, addirittura necessario...

     
    R. - Sì, nel senso che di questo censimento ce n’è bisogno, ma deve essere fatto per aiutare ad uscire dall’emergenza tanti cittadini rom, zingari, delle varie comunità. Se questo intervento ha, come sembra, un carattere prevalentemente umano e sociale, noi siamo d’accordo e poi, nel caso in cui vengano prese le impronte digitali ai maggiori di 14 anni, queste saranno prese secondo la legge europea per dare il permesso di soggiorno, che è quello che noi chiedevamo: che i rom vengano trattati come qualsiasi cittadino comunitario o extracomunitario.

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    Nel giorno della memoria liturgica dei Santi Gioacchino ed Anna, solenni celebrazioni nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano

    ◊   La Chiesa celebra oggi la memoria dei Santi Gioacchino ed Anna, genitori della Vergine Maria. La figura dei nonni di Gesù viene particolarmente ricordata nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano, dove oggi a mezzogiorno è stata recitata la supplica alla Santa protettrice delle gestanti e dove il cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano, ha poi presieduto una Messa solenne. Oggi pomeriggio, alle 18.30, sarà invece il cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato, a celebrare la liturgia eucaristica con l’animazione della Corale Sant’Anna. Ma cosa ci ha tramandato la tradizione dei Santi Gioacchino ed Anna? Ce ne parla in questo servizio Tiziana Campisi:

    “Amata da Dio”, Maria: chiamarono così Gioacchino ed Anna la bimba venuta al mondo dopo che un angelo era apparso loro ad annunciarne la nascita. A tramandarcene notizia sono i Vangeli apocrifi che raccontano dell’amore con il quale i pii coniugi educarono la piccola presentata poi al Tempio di Gerusalemme, quando ebbe tre anni, per esserne consacrata al servizio, secondo la promessa fatta da entrambi nell’implorare Dio per il dono della prole. Il culto ai genitori della madre di Gesù si è diffuso prima in Oriente già ai tempi di Giustiniano, che nel 550 circa fece costruire a Costantinopoli una chiesa dedicata a Sant’Anna. “Grazia”: è questo il significato in ebraico del nome di colei che custodì Maria nel suo grembo come gioiello in uno scrigno. Per tale motivo, Sant’Anna è patrona di orefici e bottai e protegge minatori, falegnami, carpentieri, ebanisti e tornitori. Ed avendo istruito la Vergine ad aver cura della casa, a cucire, tessere, è protettrice di fabbricanti di scope, tessitori, sarti, commercianti di tele e biancheria. Ma è soprattutto patrona delle madri di famiglia, delle vedove, delle gestanti, ed è invocata nei parti difficili e nei casi di sterilità coniugale.

     
    Di San Gioacchino sappiamo meno: gli apocrifi lo descrivono come uomo pio e molto ricco. Per l’amore che portava alla sua sposa, non voleva trovarsi un’altra donna per avere un figlio; secondo la mentalità ebraica del tempo la mancanza di prole era da interpretare come una maledizione divina. Gioacchino pare allora si sia ritirato in una montagna, supplicando il Signore per quaranta giorni e quaranta notti fra lacrime e digiuni. Oggi, l’immagine che l’iconografia ci offre di Anna e Gioacchino è quella di una coppia che ha saputo vivere in santità il matrimonio: dalla santità del frutto, cioè di Maria, è giunta fino a noi la santità dei suoi genitori Anna e Gioacchino.

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    Il commento al Vangelo della Domenica del teologo don Massimo Serretti

    ◊   Il brano del Vangelo della 17.ma Domenica del Tempo ordinario presenta Gesù che spiega alla folla, in parabole, il Regno di Dio, paragonandolo dapprima a un tesoro nascosto in un campo, quindi a un mercante che va in cerca di perle preziose, quindi a una rete gettata in mare che raccoglie ogni genere di pesci. E commenta:

    "Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche".

    Sul significato di questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento di don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università Lateranense:

    (musica)

     
    Delle tre similitudini ci soffermiamo sulla prima, quella del tesoro nascosto. Quattro osservazioni e una conclusione paolina.

     
    In primo luogo: la "vendita" dei propri beni è scelta «a motivo della gioia». Infatti, l'uomo che ha trovato il tesoro non si spoglia per impoverirsi, ma per arricchirsi ancor di più. E' il «centuplo quaggiù» e la «vita eterna» (cf. Mc 10, 30). Non si perde nulla. Tutto viene riposseduto in modo nuovo e inedito.

     
    In secondo luogo: il "vendere tutto" quel che si possiede non avviene mai una volta per tutte: in ogni istante ci si attacca addosso qualcosa che non abbiamo ancora "venduto" e che dobbiamo preoccuparci di "vendere". La vendita di "tutto" ha un significato esistenzialmente dinamico.

     
    In terzo luogo: quell'uomo avrebbe potuto prendere il tesoro e portarselo via, senza dover vendere i suoi beni e acquistare il campo. Ma ciò avrebbe significato che il Regno dei Cieli si potrebbe acquisirlo per accumulazione, per assimilazione a quel che siamo e possediamo, a prescindere da esso. Ma non è così.

     
    In quarto luogo: perché la vendita di «tutto quanto» si possiede? Uno non potrebbe essere così ricco da poter vendere solo una parte dei suoi possedimenti? Ciò è indicativo del fatto che non si tratta di quantità di ricchezza, ma di qualità. Trattandosi di una ricchezza di ordine diverso è comunque e per chiunque necessario alienare «tutto quanto» (panta osa ekei)
     Ascoltiamo san Paolo: «Quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo (...) per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo» (Fil 3, 7-8).

     
    (musica)

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    Chiesa e Società



    Benedetto XVI sarà al Santuario mariano di Pompei il 19 ottobre, per celebrare la Messa e recitare la celebre "Supplica" alla Vergine. Lo ha annunciato l'arcivescovo prelato, Carlo Liberati

    ◊   Dopo la visita al Quirinale, in programma per il 4 ottobre, Benedetto XVI lascerà ancora una volta il Vaticano per recarsi al Santuario mariano di Pompei. Domenica 19 ottobre - annuncia in un comunicato l’arcivescovo prelato, Carlo Liberati - il Papa sarà in visita pastorale al Santuario della Beata Vergine Maria del S. Rosario di Pompei, dove celebrerà la Messa e reciterà la celebre “Supplica” alla Vergine scritta dal Beato Bartolo Longo. “Il Santo Padre - scrive ancora mons. Liberati - affiderà all’intercessione della Madre del Signore e nostra le riflessioni e le conclusioni del Sinodo dei Vescovi, che si terrà in Vaticano nel prossimo mese mariano di ottobre”. Inoltre - prosegue - Benedetto XVI “raccomanderà ai vescovi di tutta la Chiesa le famiglie di tutto il mondo e chiederà alla SS.ma Vergine insieme con la Chiesa che è in Pompei e con i milioni e milioni di fedeli che recitano il S. Rosario, l’unità nelle famiglie, la fedeltà tra i coniugi, il coraggio di educare i figli alla fede”.

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    Colombia: L'applicazione degli orientamenti pastorali di Aparecida e la Missione continentale al centro delle conclusioni della riunione annuale del CELAM

    ◊   Dopo due giorni di intenso lavoro, si è conclusa il mercoledì scorso l'annuale riunione di coordinamento del CELAM, un evento che riunisce la presidenza e i vescovi rappresentanti dei dipartimenti dei centri e delle sezioni, che mira a valutare la gestione annuale dell'istituzione e ha progettare i compiti per il prossimo anno. La riunione è stata presieduta da Mons. Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida e presidente del CELAM. L'attenzione dei lavori ruotava intorno alla presentazione delle attività intraprese dopo l'ultima assemblea, svoltasi all'Avana nel luglio 2007. Sullo sfondo di tutti i rapporti, l'attuazione di quanto emerso dalla Conferenza di Aparecida, come richiesto dal piano globale per questo quadriennio. Dopo le relazioni, i dipartimenti sono stati destinati a rivedere gli ordini che si trovano nel piano globale e a pianificare i programmi da realizzare a partire da questa riunione. Continuando sulla strada dell’attuazione di Aparecida, in fatto di pianificazione è stata inserita l’animazione della Missione continentale, che avrà inizio il prossimo 17 agosto con la celebrazione inaugurale che si terrà nella città di Quito. La prossima riunione del coordinamento si terrà nel luglio del 2009 nella città di Bogotà, sede del Segretariato generale del CELAM. (M.G.)

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    I vescovi del Messico intervengono nel dibattito sulla riforma dell’industria petrolifera. "Sia garantito il bene comune"

    ◊   Indicare una serie di principi ispirati alla Dottrina sociale della Chiesa per orientare verso il bene comune la riforma dell’industria petrolifera messicana. È questo l’obiettivo del messaggio reso pubblico in Messico giovedì scorso dai vescovi della Commissione episcopale per la Pastorale sociale. La nota, ripresa dalla Fides, dal titolo “Il petrolio per una vita degna del Messico”, intende offrire alcuni criteri “per illuminare il dialogo serio e costruttivo che il Paese richiede”. Secondo i presuli, le proposte di riforma dell’attività estrattiva devono essere valutate in base ad alcuni principi che si deducono dalla dignità della persona umana. In primo luogo, “devono salvaguardare la solidarietà, ispirandosi a questa ed esprimendola in maniera concreta”. In secondo luogo, vi è il bene comune, che non è “la somma dei beni particolari di ogni individuo del corpo sociale”. Il terzo principio di orientamento proposto dai vescovi è il destino universale dei beni, poiché continuamente si assiste al fatto che “la concentrazione di potere e di ricchezze nelle mani di pochi, produce l’esclusione aumentando le disuguaglianze che costringono alla povertà una moltitudine di persone”. Infine, i presuli del Messico chiedono trasparenza perché, sostengono, “è allarmante il livello di corruzione nelle economie che investe tanto il settore pubblico quanto il privato, e a ciò si somma una notevole mancanza di trasparenza nei confronti della cittadinanza”. Quanto al dibattito, i vescovi chiedono a tutti i protagonisti di contribuire a creare “spazi di dialogo che favoriscano una discussione serena, il mutuo rispetto nelle differenze di opinioni, la ricerca sincera della verità ed un’apertura affinché tutti abbiano la sicurezza di potersi esprimere con libertà”, unica strada per superare lo scontro e la violenza. Allo stesso tempo, è importante che il clima di dialogo perduri nel tempo, evitando gli attacchi personali ed istituzionali e la violenza verbale che danneggia la pace sociale. “Speriamo che i criteri di orientamento che offriamo in questa congiuntura della vita nazionale contribuiscano agli sforzi che in differenti ambiti e settori si stanno compiendo per costruire il Paese che vogliamo per tutti e mettere così le fondamenta solide - concludono i vescovi - per una nazione giusta e fraterna”. (M.G.)

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    India: le Suore Francescane Missionarie di Maria lanciano un appello per porre fine alle violenze sugli “intoccabili”

    ◊   Le violenze e le discriminazioni contro i Dalit, gli “intoccabili”, al di fuori del sistema delle caste che tuttora regola la società indiana, sebbene sia stato ufficialmente abolito, sono ancora molto frequenti. La denuncia viene lanciata da suor Josephine Gertrude, della Suore Francescane Missionarie di Maria, che risiede con la sua comunità nella città di Udumalpet, in Tami Nadu, Stato del sud dell’India. Le religiose si dedicano allo sviluppo economico, alla promozione umana e all’istruzione di Dalit e tribali, emarginati dalla società e al di fuori di ogni fondamentale servizio sociale, a partire dalla quello scolastico. I Dalit dell’area, raccontano all’Agenzia Fides le religiose, si dedicano soprattutto al lavoro agricolo. La comunità di almeno 80 famiglie Dalit dell’area vive in condizioni di reale emarginazione. “Ciò accade sebbene in India esistano provvedimenti di legge specifici per ribadire l’uguaglianza e le pari opportunità che vanno riservate ai Dalit”, sottolinea suor Josephine. La comunità Dalit ha subito anche intimidazioni e aggressioni: di recente, oltre 200 uomini sono entrati nel quartiere dove vivono le famiglie dalit armati di bastoni e coltelli, percuotendo e ferendo uomini, giovani, donne e bambini, senza alcuna distinzione. Episodio che è rimasto del tutto impunito è ciò ha fatto cresce il clima di ostilità e di discriminazione. “Le evidenti violazioni dei diritti umani impediscono un’autentica fratellanza”, notano le religiose, che si appellano alla pari dignità di ogni essere umano. “Non ci sono pari opportunità per istruzione e occupazione: come possono i dalit integrarsi? Come è possibile tollerare queste palesi discriminazioni e tali pregiudizi?”, si chiedono poi le religione appellandosi alle istituzioni civili e alle ONG. Ad ogni modo, le religiose Francescane, come molte altre comunità cattoliche, garantiscono che continueranno a impegnarsi per la promozione sociale dei Dalit e per la giustizia e l’uguaglianza di tutti i cittadini nella società indiana. (M.G.)

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    Corea del Sud: il futuro della scuola cattolica in un rapporto che propone nuove soluzioni organizzative e ribadisce i valori di riferimento

    ◊   “L’attuale sistema legale delle scuole cattoliche in Corea: proposte per un futuro sviluppo” è il titolo del rapporto realizzato dalla Federazione degli Istituti cattolici in Corea, che si pone l’obiettivo di indicare i nuovi orientamenti della scuola cattolica nel Paese asiatico. Radicarsi sempre meglio nella società, continuare a puntare sull’insegnamento di qualità - garantendo un servizio di eccellenza agli studenti - ribadire i valori e l’identità cattolica, mutuare alcune soluzioni organizzative e giuridiche, come quella delle Fondazioni, dal sistema di Paesi occidentali: queste le linee guida che emergono dal testo citato dall’agenzia Fides. Il Rapporto delinea, inoltre, in sette parti l’identità delle scuole cattoliche in Corea e compie un excursus storico sulla relazione fra la Chiesa e lo stato nel campo dell’educazione. Il presidente della Federazione delle Scuole cattoliche, mons. Matthias Ri Iong-hoon, vescovo ausiliare di Suwon, che è anche il responsabile della Commissione per l’Educazione, in seno alla Conferenza episcopale, ha sottolineato che “la Chiesa e lo Stato dovrebbero continuare a discutere e trovare soluzioni condivise nel campo dell’istruzione, per armonizzare il sistema dell’istruzione pubblica e privata”, ricordando che “la scuola è il luogo dove si promuove la crescita intellettuale, culturale, personale e spirituale dei giovani”. Il Rapporto sottolinea che gli istituti di istruzione cattolici devono puntare allo sviluppo integrale degli studenti, contribuendo alla loro crescita psicologica e morale, divenendo i luoghi in cui fornire cura spirituale e rafforzare la formazione cristiana. Per questo, la modalità educativa delle scuole cattoliche deve sfuggire alle logiche competitive. Si spiega anche che l’educazione cattolica è importante non solo per la Chiesa, ma per l’intera Corea, in quanto offre un patrimonio di valori che aiutano a costruire la pace, una retta coscienza nei cittadini, e una personalità equilibrata e rispettosa del bene comune. L’impegno della Chiesa coreana nel settore educativo dura da oltre 150 anni ed è molto attivo oggi: secondo l’Annuario Statistico della Chiesa 2006, la Chiesa gestisce 215 scuole materne, con 24.658 alunni; 14 scuole primarie, con 7.565 alunni; 69 scuole medie e superiori, frequentate da 42.548 studenti; 8.359 fra università e collegi, che contano oltre 87.492 studenti. (M.G.)

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    Cuba: entrano nel vivo i preparativi per il quarto centenario del ritrovamento dell’immagine della Vergine della Carità

    ◊   L’Arcidiocesi di L’Avana ha cominciato i preparativi per la celebrazione del 400.mo anniversario del ritrovamento dell’immagine della Vergine della Carità, Patrona di Cuba. due settimane fa, nella parrocchia del Sacro Cuore, ha avuto luogo l’Assemblea dei laici, di cui riferisce la Fides, presieduta dal Cardinale Jaime Ortega, arcivescovo de L’Avana, nella quale sono stati resi noti i programmi per il triennio preparatorio (2008-2011) e per l’Anno Giubilare (2012) del ritrovamento della Vergine della Carità. Per il Cardinale Ortega, si è trattato di “una delle riunioni più ricche e feconde degli ultimi anni”. Si è parlato di “audacia”, “creatività” e “coerenza”, caratteristiche necessarie all’evangelizzazione nell'attuale momento cubano. La riunione, alla quale hanno partecipato più di 200 rappresentanti delle quattro Vicarie di L’Avana, ha visto la presenza anche dei vescovi ausiliari Juan de Dios Hernández e Alfredo Petit. Quest’ultimo ha parlato della missione dei laici nella Chiesa e nel mondo, prendendo come riferimento l’Esortazione postsinodale Christifidelis laici di Giovanni Paolo II. La giornata è continuata con due relazioni: una di Rita Petrirena, responsabile del Dipartimento di coordinamento pastorale della Conferenza episcopale, e una di Padre Tony Rodríguez, nuovo rettore del Seminario San Carlo e Sant'Ambrogio de L’Avana. Da parte sua, padre Rodríguez ha presentato una sintesi dei vari documenti del Magistero ecclesiale riferiti al laicato e alla sua missione nel mondo e nella Chiesa, ed ha invitato i presenti a discutere su come “impregnare l’ordine temporale di valori evangelici”, come afferma l’Evangelii nuntiandi, e come vivere oggi la missione dei laici a Cuba. Il pomeriggio è stato destinato ai lavori di gruppo, dai quali sono scaturiti contribuiti e proposte indirizzati all’arcivescovo di L’Avana per il lavoro pastorale dei prossimi anni. Lo scorso primo luglio, si era svolta una riunione simile per i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose che prestano il loro servizio nell’arcidiocesi, al fine di organizzare l'anno giubilare della Vergine della Carità. (M.G.)

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    Attacchi ai luoghi di culto in Iraq: il governo rende noto il primo bilancio ufficiale

    ◊   Luoghi di culto di tutte le religioni nel mirino degli attentati terroristici in Iraq. Secondo un bilancio ufficiale del Ministero dei diritti umani di Baghdad, ripreso dalla MISNA, il danno è di proporzioni drammatiche: dal 2003 al 2007, sono stati 350 i luoghi di culto oggetto di attacchi armati. Si tratta di 313 moschee, di cui 219 sciite e 94 sunnite, e di 41 chiese cristiane. Il Ministero ha presentato anche i dati delle vittime di diverse professioni legate alle istituzioni e al mondo della cultura: fra il 2005 e il 2007, sono stati uccisi 224 docenti universitari, 197 giornalisti e operatori della comunicazione, 95 avvocati e 27 magistrati. Tutta la società civile resta dunque sotto attacco, ma le cifre delle vittime complessive in Iraq sono molto discordanti tra loro rispetto ai dati ufficiali, spesso di gran lunga inferiori rispetto ad altre stime. (M.G.)

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    Germania: una porta nel muro della chiesa Santa Juliana a Mosbach per riunire cattolici ed evangelici

    ◊   A 300 anni dalla sua divisione, domani l’ex chiesa cittadina di Santa Juliana a Mosbach, in Germania, tornerà ad essere unita in nome dell’ecumenismo. Dal 1708, il luogo di culto è infatti separato in due parti - una cattolica, l’altra evangelica - da un muro che domenica sarà aperto attraverso due porte che consentiranno il passaggio da una parte all’altra. L’evento sarà celebrato con una “Festa ecumenica dell’apertura del muro”, alla presenza del vescovo ausiliario di Friburgo, mons. Bernd Uhl e del responsabile della Chiesa evangelica Gerhard Vicktor, in rappresentanza del vescovo evangelico del Land Baden. L’agenzia SIR riferisce che al tempo della riforma, la Chiesa cittadina era evangelica e la messa cattolica era vietata. Nel 1685, il principe cattolico Philipp Wilhelm proclamò la piena libertà di religione e decretò che protestanti e cattolici si dividessero la chiesa. Poiché tuttavia, non si riusciva a trovare un accordo, nel 1708 la chiesa venne divisa in due parti: i cattolici ottennero il coro, i protestanti la navata. L’apertura del muro rappresenta una tappa importante per le due comunità confessionali. I due parroci, Klaus Bader e Dirk Keller, considerano l’evento come risultato di un lungo processo ecumenico, che ha avuto un primo momento importante nella sigla dell’accordo di collaborazione ecumenica nel 2005 e che ora prosegue. (M.G.)

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    Dal Marocco, “guide religiose” per combattere il fanatismo e favorire l’integrazione

    ◊   Centosettantasei predicatori inviati in Europa e Canada per combattere il fanatismo “rispondere ai bisogni spirituali dei fedeli marocchini all’estero”. Il progetto, che partirà a settembre, è del Ministero per gli Affari religiosi di Rabat in collaborazione con il Consiglio superiore degli ulema marocchini. Le guide religiose, come annunciato dal sovrano del Marocco, Mohammed VI, avranno inoltre il compito di “riavvicinare i cittadini marocchini alle loro radici, e aiutarli ad integrarsi nelle società occidentali”. Secondo quanto riferisce la MISNA il gruppo, composto da 167 uomini e 9 donne, terrà corsi e seminari contro l’intolleranza e in favore del dialogo interreligioso. In occasione di quella che è divenuta oramai una "tradizione" per il Ramadan, mese sacro del digiuno per i musulmani, il Marocco invierà 100 imam in Francia (il Paese europeo con la maggiore comunità marocchina residente), 31 per il Belgio, 10 in Italia e Germania e sette in Spagna e Olanda. I restanti "predicatori" saranno inviati in Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Svizzera, Inghilterra e Canada. Il Marocco è stato il primo Paese islamico, nel 2006, a riconoscere, con un diploma del Ministero degli Affari religiosi, il ruolo delle murchidat, guide religiose donne incaricate di rispondere alle esigenze e agli interrogativi delle fedeli musulmane. “L’invio di murchidat in Europa è di fondamentale importanza per le donne immigrate che si trovano lontane da casa a confrontarsi con problemi diversi da quelli degli uomini, nell’ambito della famiglia e della crescita dei figli”, ha spiegato il ministro per gli Affari religiosi, Ahmed Tawfiq. (M.G.)

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    Afghanistan: calano le vittime delle mine, le operazioni di bonifica dei terreni condotte dall’ONU danno i primi risultati

    ◊   In Afghanistan, prosegue con successo l’opera di sminamento e diminuiscono le vittime degli ordigni inesplosi. Haidar Raza, direttore del Centro ONU per le operazioni di sminamento (UNMACA), in una recente conferenza stampa a Kabul ha illustrato i dati relativi al primo semestre del 2008 che mostrano un netto progresso in termini di bonifica e delle aree. Secondo il rapporto citato dalla MISNA, nel periodo in questione oltre 38 mila mine antiuomo sono state rimosse dal territorio afghano per un totale di oltre 65 milioni di metri quadrati di terre bonificati. La percentuale delle mine eliminate nell’ultimo periodo è aumentata del 300% rispetto agli anni passati, e oltre 8.500 persone sono state impegnate nelle operazioni di sminamento, mentre più di 750 mila afghani, tra uomini, donne e bambini, hanno seguito corsi di informazione. Lo sminamento e l’informazione sui rischi hanno contribuito alla diminuzione del numero delle vittime che, nel mese di giugno, sono state 24 in tutto il Paese contro le 80 di febbraio e una media di 100 nei mesi precedenti. Tuttavia, la piaga delle mine è ancora a livelli allarmanti: si calcola che più di quattro milioni di persone vivano in territori considerati ancora a rischio. D’altra parte, stando ai dati dell’organizzazione non governativa inglese Halo Trust, dal 1979 a oggi sono state disseminate, ufficialmente, almeno 640 mila mine - tra antiuomo e anticarro - alle quali vanno aggiunti altri milioni di ordigni inesplosi. L’Afghanistan si è impegnato a rimuovere tutte le mine terrestri presenti sul suo territorio entro il 2013 e a ridurre del 70% entro il 2011 i terreni "inquinati" da mine e altri ordigni. (M.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Il presidente iraniano annuncia di avere più di 5 mila centrifughe per il programma di arricchimento dell'uranio

    ◊   Il presidente iraniano Ahmadinejad ha confermato che Teheran dispone di un numero di centrifughe per l'arricchimento dell’uranio che oscilla tra le 5 mila e le 6 mila. Il numero uno della Repubblica islamica ha anche aggiunto che il gruppo dei negoziatori del 5+1 ne è a conoscenza e che tale numero non viola il doppio congelamento concordato. Un’intesa che prevede l'avvio di prenegoziati durante i quali l'Iran rinuncia a sviluppare ulteriormente il programma atomico in cambio dello stop delle grandi potenze a nuove sanzioni.

    Medio Oriente
    Violenza in Medio Oriente. E’ stato aggiornato il bilancio della bomba scoppiata ieri contro militanti di Hamas nei pressi della spiaggia di Gaza. Sono sei le vittime accertate: tra queste una bambina di 5 anni; 15 le persone ferite. Il movimento integralista ha accusato dell’azione Al Fatah e ha fatto arrestare 120 militanti del gruppo legato al presidente palestinese Abu Mazen. Si tratta del terzo attentato dinamitardo nel giro di 24 ore a Gaza contro esponenti di Hamas.

    Libano-violenza
    E’ cresciuto il bilancio degli scontri scoppiati ieri a Tripoli, in Libano, tra militanti sunniti, vicini alla maggioranza antisiriana e gli sciiti, legati ad Hezbollah, nonostante il cessate-il-fuoco entrato in vigore dal pomeriggio. I morti sono nove, tra cui un ragazzino di 10 anni, e circa 50 i feriti. Dopo quest’ultima escalation di violenza, l’esercito sta presidiando la città con l’ausilio di mezzi blindati.

    Obama-Gran Bretagna
    Della situazione in Medio Oriente hanno parlato il candidato democratico alla Casa Bianca, Barack Obama, da ieri sera a Londra, e l'ex primo ministro e inviato speciale del Quartetto, Tony Blair. Il senatore dell’Illinois ha avuto anche un colloquio con il premier Gordon Brown; in programma anche l’incontro con il leader dei conservatori David Cameron. Ieri, all’Eliseo la visita al presidente francese Sarkozy; tra gli argomenti trattati l'Iran, il Darfur, l’Iraq e l’Afghanistan.

    Zimbabwe-sanzioni
    Gli Stati Uniti hanno esteso le sanzioni contro quello che hanno definito “l'illegittimo governo” dello Zimbabwe. Ad annunciarlo è la Casa Bianca in un comunicato, che segue l’apertura dei negoziati tra il presidente Mugabe e il leader dell’opposizione Tsvangirai. Intanto, un parere severo su Mugabe è giunto anche da Bordeaux, dove ieri si è svolto un vertice tra Unione Europea e Sud Africa proprio sulla crisi che sta interessando il Paese africano.

    Sudan-Darfur
    Dura la posizione del Sudan dopo la richiesta di incriminazione per crimini di guerra in Darfur da parte del Tribunale dell’Aja nei confronti del presidente al-Beshir. Khartoum ha fatto sapere che, se si dovesse procedere contro il capo dello Stato, è possibile l’espulsione della forza di peacekeeping ONU-Unione Africana dispiegata nella martoriata regione sudanese.

    Cipro- Turchia
    Cominceranno il prossimo 3 settembre i negoziati per la riunificazione di Cipro, divisa da 34 anni, tra dirigenti greco ciprioti e turco ciprioti. L’annuncio è arrivato al termine di un incontro fra il presidente cipriota, Christofias, e il leader turco-cipriota, Ali Talat, al quartier generale delle Nazioni Unite a Nicosia. Soddisfatto il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon che ha garantito il pieno appoggio “verso una soluzione accettabile” per tutti. Parla di “passo importante” anche il presidente della Commissione europea Barroso.

    India-attentati
    Paura in India. Hanno provocato almeno due vittime le sette esplosioni che hanno colpito ieri la città di Bangalore, nel sud del Paese. Secondo le forze dell’ordine si è trattato di “un attacco ben coordinato”. Bangalore, capitale indiana della tecnologia, è stata negli ultimi tempi al centro degli interessi dei terroristi. Nei mesi scorsi, un uomo era stato arrestato dalla polizia: aveva i piani per un attentato contro le grandi aziende della città.

    Pechino-Olimpiadi
    A poche settimane dall’apertura dei Giochi di Pechino cresce l’allarme terrorismo. Su Internet un sedicente “Partito islamico del Turkestan”, ha rivendicato gli attentati compiuti negli ultimi mesi in Cina, tra cui quello dello Yunnan di lunedì scorso costato la vita a 2 persone. Il gruppo, che si è detto contrario alle Olimpiadi, ha minacciato nuovi attacchi. Il governo cinese giudica le rivendicazioni non credibili.

    Cambogia-elezioni
    Più di otto milioni di elettori sono chiamati domani alle urne per le elezioni generali in Cambogia. Nel voto legislativo, per la scelta di 123 deputati, appare scontata la riconferma dello schieramento al potere da un trentennio, il Partito del popolo cambogiano, del premier Hun Sen. Divisa l’opposizione, guidata dal Partito Sam Rainsy. La campagna elettorale è stata contrassegnata da rinnovate tensioni con la vicina Thailandia, a proposito del conteso territorio di confine su cui sorge un antico tempio patrimonio dell’UNESCO. Sul perché le previsioni indichino una larga vittoria del Partito del popolo cambogiano, Giada Aquilino ha intervistato il prof. Emilio Asti, studioso di culture orientali:

    R. – Ultimamente il governo ha assunto un volto autoritario. Sono stati segnalati diversi arresti di persone accusate di aver diffamato il governo. Vari oppositori, politici e giornalisti sono stati messi a tacere. Purtroppo la campagna elettorale è stata costellata da diversi episodi di violenza e non si vede nessuna altra alternativa. Hun Sen pare destinato a continuare a governare il Paese. L’opposizione è molto divisa, i problemi sul tappeto sono molti e, inoltre, bisogna tener presente le influenze straniere, anzitutto quelle della Cina. La cooperazione con Pechino si è notevolmente rafforzata, è uno dei principali partner commerciali della Cambogia e vuole offrire anche aiuto militare al Paese.

    D. – La campagna elettorale è stata caratterizzata dalle tensioni con la vicina Thailandia, a proposito del conteso territorio al confine su cui sorge un antico tempio che è patrimonio dell’UNESCO...

     
    R. – La rivalità fra Cambogia e Thailandia dura da diverso tempo. Chiaramente ci sono relazioni commerciali però sussiste sempre una tensione di fondo.

    D. - La Cambogia non dimentica il periodo del regime comunista, oggi muovono i primi passi i procedimenti a carico degli ex-dirigenti dei khmer rossi. Tali processi come possono incidere sulla vita politica cambogiana?

     
    R. – La Cambogia presenta ancora profonde cicatrici dell’epoca dei khmer rossi. Dobbiamo ricordare che questo Paese ha un passato di lunghe e atroci sofferenze, provocate dal regime di Pol Pot. Quindi, i processi che si svolgeranno, da un certo punto di vista, possono contribuire a chiudere i conti col passato però dall’altro rischiano di riaprire antichi conflitti.

     
    D. - Che Paese è oggi la Cambogia?

    R. – E’ un Paese in preda a grossi problemi. Anzitutto problemi ambientali. L’inquinamento ha raggiunto livelli preoccupanti. Una deforestazione selvaggia ha prodotto danni notevoli. Inoltre, la società sta attraversando cambiamenti profondi, mentre la capitale ha conosciuto un certo sviluppo, le zone rurali sono state completamente tagliate fuori e la produttività è ancora molto bassa. Un altro grave problema è la prostituzione minorile, ed è aumentato anche il consumo di sostanze stupefacenti.

     
    D. – Dopo queste elezioni quale sarà il problema più urgente da risolvere?

     
    R. – Assicurare una certa equità nella distribuzione delle risorse, uno sviluppo più equo che possa coinvolgere tutti i settori della popolazione. Inoltre, la difesa del proprio patrimonio naturale e culturale e anche una maggiore integrazione della Cambogia nell’ambito della situazione delle nazioni del Sudest asiatico, ricordandoci che nel contesto di questa regione, la Cambogia occupa un ruolo importante per la posizione geografica e i fattori di ordine strategico.

    Nigeria-rapimenti
    Nuovi rapimenti in Nigeria. Una nave petroliera è stata attaccata nella regione del Delta del Niger. Dopo una sparatoria a bordo, otto dipendenti stranieri, di cui non si conosce la nazionalità, sono stati sequestrati. Negli ultimi giorni sono state rapite altre 13 persone, 6 sono state subito rilasciate. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 208
     
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