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Sommario del 24/07/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • L'agenda degli impegni di Benedetto XVI, dopo il prossimo soggiorno estivo in Alto Adige, nell'intervista a padre Federico Lombardi
  • Ritorna un grande amico di questa terra: così, il rettore del Seminario di Bressanone, don Ivo Muser, racconta l’attesa per l’arrivo di Benedetto XVI, lunedì prossimo
  • La simpatia degli abitanti di Sydney verso i giovani, un valore aggiunto della GMG: il pensiero dell'arcivescovo di Loreto, Giovanni Tonucci, al rientro dall'Australia
  • Inaugurata in Vaticano la sede del nuovo Servizio per la sicurezza e la salute dei lavoratori
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • I vescovi anglicani, riuniti a Canterbury per la Conferenza di Lambeth, partecipano ad una marcia contro la fame nel mondo. Nei prossimi giorni, in agenda alcuni temi che stanno creando profonde divisioni nella Comunione anglicana
  • Caso Englaro: le Associazioni che tutelano le persone in stato vegetativo ricorrono alla Corte d'Appello di Milano
  • Sovraffollamento e degrado in alcune carceri italiane: lo denuncia un Rapporto dell'Associazione Antigone. Intervista con Patrizio Gonella
  • Immagini, documentari e rarità nell’allestimento “Il Concilio in mostra” che si apre oggi a Roma. Il racconto dell’evento che cambiò la Chiesa contemporanea
  • Chiesa e Società

  • ANNO PAOLINO: le reliquie del Santo di Tarso donate da un monastero greco-ortodosso alla Romania
  • Le udienze e le Messe del Papa ora si prenotano via Internet
  • In Corea del Sud, seminario interreligioso per la costruzione della pace
  • In Thailandia, un dizionario come speranza di dialogo tra musulmani e buddisti
  • In Nepal, incontro di preghiera e sostegno reciproco tra le minoranze religiose
  • Il 25 luglio ricorre la festa di San Giacomo: la celebrazione a Santiago de Compostela
  • In Costa Rica, inaugurato il nuovo Centro nazionale di catechesi
  • “Adotta un papà”: la sfida della rete mondiale dei cattolici per aiutare i capifamiglia nei Paesi poveri
  • Alluvione in Liberia: emergenza in molti quartieri della capitale Monrovia
  • Nelle Filippine, gli studenti cattolici propongono la “Settimana di preghiera e azione” per il Paese
  • La Caritas delle Filippine ha chiesto di poter controllare la distribuzione di riso ai poveri
  • 24 Ore nel Mondo

  • Il presidente sudanese al-Bashir visita la martoriata regione del Darfur e torna a respingere le accuse di genocidio del Tribunale internazionale dell’Aja
  • Il Papa e la Santa Sede



    L'agenda degli impegni di Benedetto XVI, dopo il prossimo soggiorno estivo in Alto Adige, nell'intervista a padre Federico Lombardi

    ◊   Sono giorni di parziale riposo quelli che Benedetto XVI sta trascorrendo nella sua residenza di Castel Gandolfo, in attesa dell'ormai imminente soggiorno montano a Bressanone. Per domani, il Papa è atteso da un importante udienza: quella al premier iracheno, Nuri al-Maliki. Domenica presiederà la recita dell'Angelus nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, quindi lunedì, come detto, sarà in partenza per l'Alto Adige. Ma, nonostante le vacanze ormai vicine, fervono i preparativi per i prossimi viaggi del Pontefice - prima a Cagliari e poi a Parigi e Lourdes - entrambi in programma a settembre. Su questi appuntamenti, a partire dall’importante incontro col premier iracheno, ascoltiamo il direttore della Sala Stampa Vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, al microfono di Sergio Centofanti:


    R. - Questa udienza al premier dell’Iraq ha certamente un grande significato, proprio pensando alla problematica della pace nel mondo e ad un’area così cruciale come è quella del Medio Oriente. Ma lo è anche pensando ai problemi che vivono i cattolici e i cristiani in genere in questo Paese, dove li sappiamo essere in difficoltà: ricordiamo anche la morte di mons. Rahho e l’emigrazione, in un certo senso costretta, di tanti cristiani da questo Paese. E’ quindi una nazione alla quale guardiamo tutti con molta partecipazione e con molta preoccupazione. Il Papa certamente lo ha presente nella sua preghiera ogni giorno.

     
    D. - Lunedì prossimo il Papa si recherà a Bressanone, in alto Adige, per un periodo di riposo fino all’11 agosto…

     
    R. - Bressanone come luogo delle vacanze è una novità rispetto agli anni passati. E’ una scelta intenzionale del Papa: è proprio lui che ha voluto infatti andare a Bressanone, località collegata a tanti ricordi della sua vita. Vorrei anche dire che è un luogo di particolare valore per la cultura di lingua tedesca: quello che noi chiamiamo Alto Adige e che in tedesco si chiama Südtirol è infatti un punto fondamentale per la storia della cultura di lingua tedesca e certamente il Papa, come grande uomo di cultura, si può sentire a suo agio in questa area. Speriamo che sia un tempo di riposo. Non sono previsti impegni, se non quello - che è già diventato tradizionale - dell’incontro con i sacerdoti, soprattutto della diocesi e comunque dell’area. Sarà certo una conversazione ricca ed interessante, come lo è stata sempre negli anni passati.

     
    D. - E poi ci sono gli appuntamenti di settembre…

     
    R. - Ovviamente, noi guardiamo anche al mese di settembre, quando il Papa avrà subito degli impegni importanti: il viaggio a Cagliari e il viaggio in Francia, a Parigi e a Lourdes. Dopo ci sarà anche il Sinodo dei vescovi, al quale naturalmente il Papa si sta già preparando. E’ possibile anche che dedichi del tempo - se tutto va bene e se si trova riposato e in buone condizioni per lavorare - alla seconda parte del suo libro su Gesù o al completamento della sua Enciclica sociale, che attendiamo da tempo. Oppure, chissà che non stia pensando ad altro: anche l’anno scorso ci ha donato quell’Enciclica sulla speranza, che in certo senso non ci aspettavamo ma che in lui è certamente maturata nella profondità della sua preghiera e della sua riflessione. Speriamo dunque sia un tempo buono per il Papa, nel quale si possano raggiungere tutti gli scopi di riposo fisico e spirituale che se ne attendono.

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    Ritorna un grande amico di questa terra: così, il rettore del Seminario di Bressanone, don Ivo Muser, racconta l’attesa per l’arrivo di Benedetto XVI, lunedì prossimo

    ◊   Cresce l’attesa tra i fedeli che aspettano l’arrivo di Benedetto XVI lunedì prossimo a Bressanone per un periodo di risposo di due settimane. L’Alto Adige è una terra che il Papa conosce bene. La visitò per la prima volta nel 1967 in occasione di un incontro sul tema del sacerdozio rivolto ai rettori dei Seminari Maggiori dell’area germanofona. Poi, da vescovo e cardinale, ha trascorso le sue vacanze presso il Seminario Maggiore di Bressanone per dieci volte, dal 1977 al 2004. Anche in questa occasione, il Papa soggiornerà al Seminario, dove il rettore don Ivo Muser lo aspetta con la gioia di chi accoglie un vecchio amico. L’intervista è di Alessandro Gisotti:


    R. - Lo attendiamo con grande gioia e con grande emozione, naturalmente come Papa, Successore di Pietro, ma anche come un “vecchio ospite” che conosce bene la nostra casa, la nostra città e la nostra terra.

     
    D. - Una terra che ha sempre amato. In fondo, sono praticamente 30 anni che il cardinale Ratzinger prima, il Papa adesso, esprime il suo affetto per questa terra...

     
    R. - Sì, è proprio così, perché la prima volta che è venuto da noi è stata nel lontano 1977, come arcivescovo e cardinale di Monaco. L’ultima volta è venuto nel 2004. E adesso l’11.ma volta ci viene da Papa!

     
    D. - C’è qualche ricordo tra i tanti che lei ha del cardinale Ratzinger, quando veniva a Bressanone negli anni scorsi?

     
    R. - Direi soprattutto la sua semplicità. Era veramente un ospite tra gli ospiti. Celebrava la Santa Messa ogni giorno, insieme con suo fratello nella nostra cappella. Mangiava i pasti nel nostro Seminario insieme con altri sacerdoti, aveva alcuni colloqui, faceva passeggiate. Colpiva la sua semplicità.

     
    D. - Che cosa, secondo lei, il Papa apprezza di più della vostra terra?

     
    R. - Forse l’atmosfera. Anche il paesaggio, la nostra piccola cittadina e forse anche la nostra cultura trilingue.

     
    D. - Il Papa ovviamente si riposerà in questi giorni, ma sappiamo che è sempre un riposo molto attivo intellettualmente. Questo può essere anche un periodo fruttuoso...

     
    R. - Certo, me lo auguro. Mi auguro soprattutto che possa trovare qualche giorno di relax, di riposo, di meditazione. E poi anche qui, in Seminario, troverà a sua disposizione la nostra biblioteca, quella antica come quella moderna. E sappiamo tutti che il Papa è uomo di cultura. Gli piace leggere e gli piace soprattutto lo studio.

     
    D. - E poi l’incontro con le persone. Ci sarà anche un incontro con i sacerdoti. Pensando anche alle dieci volte che l’allora cardinale Ratzinger è stato da voi, ci sono stati degli incontri particolari?

     
    R. - Da cardinale ha fatto diverse gite e, in occasione di queste gite, si è sempre incontrato anche con i parroci, con i sacerdoti del luogo. Questa volta, naturalmente, ci sarà un incontro gioioso ed anche ufficiale nel Duomo, nella nostra cattedrale, qui a Bressanone, dove tutti i sacerdoti diocesani e anche i religiosi sono invitati.

     
    D. - Del Papa, lo diceva anche lei, colpisce questa dolcezza, questa gentilezza nei modi...

     
    R. - E’ proprio così. La sua dolcezza, la sua semplicità. E poi la sua capacità di prendere sul serio coloro che incontra, che gli stanno accanto.

     
    D. - Un grande uomo di cultura, un Papa intellettuale, ma anche portato ad un umorismo raffinato, come forse anche voi avete potuto constatare nei momenti di relax, quando era cardinale...

     
    R. - E’ proprio così! Noi ci siamo accorti di questa sua capacità, di questa sua dote, soprattutto durante i pranzi o durante le passeggiate.

     
    D. - C’è qualche ricordo in particolare...

     
    R. - L’ultima volta, quando è stato qui da noi, ho avuto l’onore di accompagnarlo a Ratisbona e quando abbiamo passato la frontiera tra l’Austria e la Baviera, il cardinale mi ha detto: “Si è accorto che l’aria cambia e diventa più buona? Adesso abbiamo l’aria più buona del mondo: l’aria bavarese!”. Piccolo segno di come il Papa sia attaccato alla sua terra. Un aspetto molto umano, molto simpatico. E’ aperto al mondo, a tutta la Chiesa, ma poi ha anche questo attaccamento alle proprie radici.

     
    D. - Che cosa si augura - lei, come rettore del Seminario - per i suoi confratelli, per tutti i fedeli della diocesi, da questa presenza del Santo Padre?

     
    R. - Che questo periodo con il Papa in mezzo a noi sia veramente di stimolo spirituale. Abbiamo adesso in mezzo a noi il Papa. Questo ci onora, ma soprattutto dovrebbe essere anche uno stimolo di fede, di spiritualità.

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    La simpatia degli abitanti di Sydney verso i giovani, un valore aggiunto della GMG: il pensiero dell'arcivescovo di Loreto, Giovanni Tonucci, al rientro dall'Australia

    ◊   C'è ancora viavai in molti aeroporti internazionali con i voli provenienti da Sydney. Le ultime "retroguardie" di giovani della Giornata mondiale della gioventù stanno facendo ritorno nei rispettivi Paesi e con loro molti dei vescovi che li hanno accompagnati all'incontro con Benedetto XVI in Australia. Tra i presuli in procinto di rientrare, c'è anche l'arcivescovo prelato del Santuario di Loreto, Giovanni Tonucci. Fabio Colagrande gli ha domandato cosa lo abbia colpito della GMG appena conclusa:


    R. - Una cosa anzitutto direi: l’accoglienza che la gente di Sydney ha riservato ai giovani: circolando per la città hanno trovato in varie parti gente simpatica che li accoglieva con simpatia. Questa mi sembra una cosa molto bella, tanto più che parliamo di una società piuttosto secolarizzata e certamente non molto aperta verso la Chiesa cattolica, che rappresenta una minoranza. I giovani però, con la loro semplicità, con la loro immediatezza hanno saputo conquistare questa completa accettazione, riflessa poi anche dalla stampa e dai mezzi di comunicazione sociale. Ho visto, ad esempio, che la televisione ha dato ampio spazio a tutto quello che è accaduto e i giovani sono stati accolti bene. Questo, dunque, è certamente un primo aspetto. L’altro, invece, è stata la comunione - direi - immediata che si è creata tra il Santo Padre e i giovani. E questo credo sia anzitutto per il modo in cui Papa Benedetto si è presentato a loro: con la sua semplicità disarmante e con messaggi di altissimo livello, di grandissima sfida, espressi però con parole semplici che tutti hanno potuto capire.

     
    D. - C’è in particolare un pensiero, un passaggio nei discorsi del Papa che l’ha colpita più di altri?

     
    R. - Brani che mi hanno colpito ce ne sono molti, ma ho notato un’ultima frase che il Papa ha detto citando la beata Mary Mackillop: quando lei venne in Italia per supplicare da Pio IX l’approvazione della sua Congregazione, visitò anche Loreto. E' dunque una persona che, per ovvie ragioni, sento particolarmente vicina. Il Papa, nel salutare i giovani alla fine della celebrazione, ha citato una frase di Mary Mackillop che dice: “Credi a ciò che Dio sussurra al tuo cuore”. Questa frase, veramente molto bella, è stata commentata dal Papa quasi, potrei dire, con un grido: credete in Lui, credete alla potenza dello spirito dell’amore. Mi pare che come frase conclusiva e riassuntiva sia stata una sfida bellissima che il Papa ha lanciato a tutti i giovani.

     
    D. - Se non sbaglio nella sua lunga carriera, anche diplomatica, lei si è occupato in particolare dei problemi dell’ambiente. Quanto è importante che il Papa abbia sollevato anche questi temi mentre era in Australia?

     
    R. - E’ una cosa meravigliosa. Io credo che il mondo intero abbia notato l'atteggiamento che, attraverso il Papa, la Chiesa sta assumendo nei confronti di un problema che diventa ogni giorno più urgente. La presenza della Santa Sede negli organismi deputati alla difesa dell’ambiente è una presenza importante e queste parole del Papa hanno dato una autorevolezza grandissima alla Chiesa, richiamandoci naturalmente anche a delle responsabilità alle quali dobbiamo rispondere.

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    Inaugurata in Vaticano la sede del nuovo Servizio per la sicurezza e la salute dei lavoratori

    ◊   Inaugurata nel Palazzo del Governatorato, la sede ufficiale del nuovo Servizio per la sicurezza e la salute dei lavoratori in Vaticano. A presiedere la cerimonia di benedizione degli uffici è stato il cardinale Giovanni Lajolo, presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano. Ma quali sono i compiti assegnati al nuovo organismo? La risposta nel servizio di Roberta Gisotti:

     La tutela di tutti quanti lavorino a vario titolo in Vaticano - non solo dipendenti interni ma anche personale esterno occupato in ambienti della Santa Sede. Questo il compito precipuo assegnato al nuovo Servizio per la sicurezza e la salute, così come previsto dalla Legge approvata il 10 dicembre scorso, che ha aggiornato la normativa in materia, riferendosi a quella più recente italiana, che a sua volta si rifà alle direttive europee, tenendo pure conto delle peculiarità ambientali, storiche ed artistiche del Vaticano ed ispirandosi alla dottrina sociale della Chiesa, profetica in taluni aspetti circa la dignità del lavoro e la difesa dei lavoratori. Tre le direzioni - Sanità ed igiene, Sicurezza e protezione civile e Servizi tecnici - chiamate a collaborare per applicare in modo costante ed efficace la nuova Legge sul lavoro in Vaticano, che punta soprattutto alla formazione e alla prevenzione. Per questo, la normativa promuove ampie forme di partecipazione, attraverso il coinvolgimento diretto delle singole Amministrazioni, che devono nominare un addetto alla sicurezza interna.

     
    In preparazione anche un vademecum per tutti gli utenti, le amministrazioni e gli enti. Una buona notizia per le mamme lavoratrici: la nuova legge prevede locali idonei per l’allattamento, ma non si parla ancora di asili nido; passi avanti anche per facilitare l’accesso ai disabili.

     
    Tra le novità più rilevanti, è poi un organo ispettivo dotato di ampi poteri di denuncia su situazioni non conformi alla legge. Nell’unità già istituita dall’inizio dell’anno sono un medico, un ingegnere o un architetto, un ufficiale dei Vigili del fuoco e un funzionario. Ma per la completa operatività del Servizio si attende il varo del Regolamento applicativo della Legge, atteso entro quest’anno.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina un editoriale a firma del Direttore de “L’Osservatore Romano”, Giovanni Maria Vian, dal titolo “Un segno di contraddizione”: a quarant’anni dall’Enciclica “Humanae vitae”

    Mario Ponzi intervista il professore Giulio Cesare Nicotra, Direttore del Fondo di Assistenza Sanitaria del Vaticano.

    Nell’informazione internazionale, in primo piano il nucleare: cento operai contaminati in Francia, mentre Washington prospetta nuove sanzioni all’Iran

    In cultura, la relazione dal titolo “Rivoluzione sessuale e secolarizzazione” pronunciata da Lucetta Scaraffia al convegno “Custodi e interpreti della vita. Attualità dell’enciclica Humane Vitae”, tenutosi dall’8 al 10 agosto presso la Pontifica Università Lateranensi.

    Una testimonianza di Francis J. Stafford, Cardinale Penitenziere Maggiore, sui giorni che precedettero e accompagnarono la pubblicazione dell’“Humanae vitae” in occasione dell’incontro annuale a Roma dell’American Academy of Fertility Care Professional.

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    Oggi in Primo Piano



    I vescovi anglicani, riuniti a Canterbury per la Conferenza di Lambeth, partecipano ad una marcia contro la fame nel mondo. Nei prossimi giorni, in agenda alcuni temi che stanno creando profonde divisioni nella Comunione anglicana

    ◊   In Inghilterra, l’analisi di grandi problematiche sociali continua ad essere al centro dell’Assemblea che vede riuniti a Canterbury tutti i vescovi anglicani del mondo per la Conferenza di Lambeth. All’incontro ha preso parte anche il cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, che nel suo intervento ha esortato i cristiani a testimoniare “la bellezza della fede senza vergogne o compromessi”. Sui lavori e le direttrici verso le quali sta muovendosi la Conferenza di Lambeth ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, l’inviato di Avvenire a Canterbury, Andrea Galli:


    R. - In questi giorni, si sono toccati temi come l’evangelizzazione, la difesa dell’ambiente... Oggi, a Londra, c’è una marcia di tutti i vescovi riuniti a Canterbury per supportare il piano per dimezzare la fame nel mondo delle Nazioni Unite entro il 2015.

     
    D. - A proposito di evangelizzazione, il cardinale Ivan Dias nel suo intervento ha puntato il dito contro il contesto di confusione morale e sottolineato la necessaria unità tra i cristiani per proseguire nella missione evangelizzatrice...

     
    R. - Il cardinale Dias ha sviluppato alcuni punti sul tema dell’evangelizzazione, richiamando la radice della spinta evangelica della Chiesa, che ha il mandato di Cristo. E questo, che magari a noi può apparire anche scontato, non lo è nel contesto della Comunione anglicana, e soprattutto della Conferenza di Lambeth: c’è infatti un grande dibattito proprio sul punto della missionarietà. Ci si chiede se sia lecito, e come sia lecito, essere missionari, per esempio nei Paesi di frontiera e in Stati del Terzo Mondo.

     
    D. – E come procede tra gli anglicani l’altro dibattito, quello sull’estensione dell’episcopato alle donne e sull’ordinazione dei vescovi dichiaratamente omosessuali?

     
    R. - Sulla questione dell’ordinazione delle donne al ministero episcopale, c’è una convergenza molto più larga di quanto magari si possa pensare: in sostanza si dice, o si fa capire, che nei momenti in cui è stata accettato il sacerdozio della donna, era già implicita anche l’approvazione della figura della donna vescovo. La grande e reale lacerazione che si respira, anche qua alla Conferenza di Lambeth, riguarda invece l’altro punto: quello della posizione della Chiesa anglicana nei confronti dell’omosessualità, e nello specifico, sull’ipotesi di ordinare vescovi apertamente omosessuali.

     
    D. - C’è, dunque, il rischio concreto di una divisione nella Comunione anglicana?

     
    R. - Non un rischio, ma una realtà. Penso che una divisione di fatto già ci sia. Basti pensare che il Paese che forse è più coinvolto in questo momento nella contestazione nei confronti dell’arcivescovo di Canterbury, Rowan William, è la Nigeria. Questo è un Paese che conta circa 25 milioni di fedeli anglicani, quasi un quarto dell’intero corpo anglicano. Bisognerà vedere quali soluzioni proporrà Rowan Williams alla fine della Conferenza di Lambeth. Questo è uno degli aspetti più interessanti, che vedremo nei prossimi giorni.

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    Caso Englaro: le Associazioni che tutelano le persone in stato vegetativo ricorrono alla Corte d'Appello di Milano

    ◊   Un ricorso alla Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Milano per salvare la vita di Eluana Englaro. Lo hanno presentato le principali Associazioni che si occupano di coma e stati vegetativi, chiedendo anche al governo provvedimenti urgenti per evitare l’indebolimento dei diritti delle migliaia di persone con diagnosi di stato vegetativo. Servizio di Francesca Sabatinelli:

    Si devono bloccare le procedure messe in atto per porre fine alla vita di Eluana, perché non si può accettare il concetto di irreversibilità dello stato vegetativo, perché il NIA - nutrimento idratazione artificiale - non è un medicamento, una terapia: dunque, non è rifiutabile perché non si può autorizzare l’utilizzo del bene vita. Le associazioni firmatarie del ricorso si dicono colpite dalla sentenza che pone gravissimi rischi, poiché mette in discussione la vita di coloro che soffrono le stesse condizioni, e che sono accudite da familiari con viva passione e condivisione. Rosaria Elefante, dell’associazione Vive, vite vegetative:

     
    “Temiamo la sovrapponibilità di casi e che ci sia una cascata di conseguenze in soggetti in stato vegetativo. Se questi sono i presupposti, significa che siamo all’inizio di un declino vero e proprio, di un vero e proprio sterminio di soggetti deboli, altamente disabili, quali appunto soggetti in stato vegetativo e soggetti che versano in medesime condizioni”.

     
    Preoccupazione sulla possibile consuetudine giuridica è stata espressa dal sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella. A decidere deve essere il parlamento con una legge, una sorta di testamento biologico:

     
    “Oggi si può pensare ad una legge condivisa, partendo prima di tutto da quello che è già un documento condiviso, perchè il Comitato nazionale di Bioetica produsse un documento sulle dichiarazioni anticipate di trattamento che è stato votato all’unanimità. E’, quindi, possibile condividere una pozione, se non ci sono strumentalizzazione e se non si pensa che sia meglio lasciare alla Magistratura tutti gli spazi per interpretazioni sempre più ampie della normativa esistente”.

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    Sovraffollamento e degrado in alcune carceri italiane: lo denuncia un Rapporto dell'Associazione Antigone. Intervista con Patrizio Gonella

    ◊   Nelle carceri italiane sono detenute 11.700 persone in più rispetto ai posti letto regolamentari. E’ quanto emerge dal Rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia, presentato nei giorni scorsi a Roma dall’Associazione Antigone e per i diritti e le garanzie nel sistema penale. Particolarmente allarmante la situazione negli ospedali psichiatrici giudiziari, dove non mancano casi di detenzione ingiustificata e di coercizione. Il servizio è di Paolo Ondarza:

    Oltre 54 mila detenuti per meno di 43 mila posti letto. Il rapporto “In galera!” presentato da Antigone fotografa carceri italiane sovraffollate con un incremento negli ultimi sei mesi di 6 mila unità. E le condizioni di vita negli istituti sono sempre meno dignitose. Patrizio Gonnella, presidente Antigone:

     
    “Ci sono carceri dove ci sono letti a castello o a tre posti, con le tre persone che non riescono a stare tutte e tre contemporaneamente in piedi: una deve stare per forza a letto. Pure a Monza si vive nei materassi, per terra”.

     
    Situazione particolarmente allarmante in Emilia Romagna e Lombardia. Trend inverso in Abruzzo, Sardegna e Umbria dove ci sono meno detenuti rispetto alla capienza regolamentare. Più di 20.400 gli stranieri detenuti in Italia, oltre 2.300 le donne, 23 in stato di gravidanza, mentre sono 70 i bambini di età inferiore ai tre anni reclusi con le mamme. Ancora Gonnella:

     
    “Non può essere che 70 mamme siano un problema per la sicurezza di questo Stato. Bisognerebbe selezionare le migliori prassi. A Milano c’è una buona prassi, dove mamme con bambini stanno all’interno di un appartamento protetto e vivono con educatori professionali”.

     
    Troppo dure, secondo Antigone, le condizioni di vita negli ospedali psichiatrici giudiziari: 1.348 reclusi, detenzioni spesso ingiustificate, eccessivo uso di letti di contenzione, strutture sporche e un internato su sei che ha conosciuto l’esperienza della coercizione:

     
    “Esiste questo residuo di 'manicomialità' che va monitorato. Ci deve essere una forte e grande assistenza psichiatrica e, soprattutto, bisogna ridurre i casi di coercizione fisica che noi siamo andati a contare. Se una persona aveva un problema psichiatrico in questo modo non certo si curerà”.

     
    Altro dato sconcertante: più del 55% della popolazione detenuta è in attesa di condanna definitiva:

     
    “In Italia, si affida al processo la pena, cioè il processo diventa la pena. Il processo è lungo, la custodia cautelare lunga, abbiamo delle percentuali di imputati in galera doppie, rispetto alla media europea”.

     
    Per tutelare i diritti umani nelle carceri, l’associazione Antigone ha istituito informalmente un difensore civico nazionale, incaricato di visitare periodicamente gli istituti di pena.

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    Immagini, documentari e rarità nell’allestimento “Il Concilio in mostra” che si apre oggi a Roma. Il racconto dell’evento che cambiò la Chiesa contemporanea

    ◊   Pannelli didascalici, manoscritti, foto, interviste e autentiche rarità, come la spiegazione della Pacem in Terris di Giovanni XXIII attraverso la voce dello stesso Papa. E’ quanto si può trovare visitando l’allestimento “Il Concilio in mostra” che si apre oggi a Roma. Un’esposizione che attinge alle immagini della RAI per raccontare l’evento – il Concilio Vaticano II - che cambiò il volto della Chiesa contemporanea. Benedetta Capelli ne ha parlato con il curatore della mostra, il prof. Alberto Melloni, docente di Storia contemporanea all'Università di Modena e Reggio Emilia:


    R. - Il Concilio Vaticano II, tra le tante caratteristiche che ha avuto, ha anche quella di essere stato il primo Concilio dell’era della televisione. E’ molto interessante vedere, in questo immenso giacimento che sono le "Teche Rai", le centinaia e centinaia di ore che la tv dedicò al Concilio e che sono, per un verso, un modo molto originale di rappresentarlo ma anche un modo con il quale il Concilio stesso ha preso coscienza delle sue dimensioni, della sua varietà. A partire da episodi conosciuti: come l’intervento del giurista Mortati in televisione durante la prima sessione, quando si votava lo schema sulla Rivelazione, oppure quello dell'allora padre Roberto Tucci (oggi cardinale, ndr) quando spiegava, in maniera molto limpida, cosa era accaduto in Concilio e come era maturato un risultato positivo per il Concilio e per la Chiesa.

     
    D. - Come è articolata questa mostra?

     
    R. - La mostra tende semplicemente a ricordare lo scorrere del tempo del Concilio. Noi, molto spesso, tendiamo ad identificare il Concilio con un corpus di documenti che sono i testi approvati, le norme che sono state stabilite, come se fossero nati tutti in un momento. In realtà, quegli atti sono nati all'interno di un percorso durato vari anni, fatto di intensissimo lavoro per un’assemblea sterminata: l’unica assemblea di "pari" che si sia mai radunata sul pianeta terra.

     
    D. - L'allestimento che getta anche una luce sulla funzione della televisione, fino a quel momento giovane, ma di grande impatto pedagogico...

     
    R. - Questo senz’altro, perchè riesce a far vedere come, in un momento in cui l’immagine poteva essere usata con un elemento di candore purificante, i media potevano essere uno strumento di comunicazione della verità e del modo in cui la Chiesa comprendeva se stessa. Questo è stato il grande merito di una RAI a canale unico, che ha davvero consentito a tanta parte della Chiesa - dal Papa fino all’ultimo dei vescovi - di rappresentarsi. In una certa misura, questa televisione fa anche vedere che cosa fu quello che poi Giovanni Paolo II definì la “grande grazia del Concilio”. Il perché Wojtyla usava questa espressione della grazia, sta nel fatto che, anche attraverso il sistema televisivo, si coglie questo elemento di grande speranza, di fiducia nel Vangelo e al tempo stesso nell’umano, che ha animato quella che rimane una tappa fondamentale della Chiesa cattolica e del secolo XX.

     
    D. - Possiamo dire una Chiesa, fino ad allora invisibile, che poi si è resa invece visibile, si è mostrata?

     
    R. – Si scopre, ad un certo punto, una dimensione davvero planetaria. Più in generale è la comprensione che il Papa è certamente la guida e il pastore della Chiesa universale ma che accanto a lui c'è l’esperienza dei vescovi. Nell'esperienza dell'episcopato c’è qualcosa che parla interamente e pienamente di quella che è la cattolicità che, in fondo, era quello che poi nel Vaticano II viene chiamata la Collegialità episcopale.

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    Chiesa e Società



    ANNO PAOLINO: le reliquie del Santo di Tarso donate da un monastero greco-ortodosso alla Romania

    ◊   In occasione dell’Anno Paolino, il monastero greco ortodosso “Panagia Soumela” donerà frammenti delle reliquie dell’apostolo Paolo, che da sempre custodisce, al Patriarcato ortodosso romeno. Ad annunciarlo, come riporta il SIR, è stato il Patriarca Daniel della Chiesa ortodossa romena, durante il discorso per il suo compleanno: la cerimonia si svolgerà il 27 ottobre, giorno della festa di San Dimitrio il Nuovo, patrono della capitale Bucarest, e sarà effettuato dal metropolita Pantelimon di Veria della Chiesa ortodossa greca. Non è la prima volta che le reliquie di San Paolo lasciano la Grecia alla volta della Romania: era già accaduto nel 2005, quando furono trasportate nella metropolia di Iesi. Il monastero “Panagia Soumela”, che si trova ai piedi delle montagne Vermio, a una novantina di km da Salonicco, è un famoso luogo di pellegrinaggio in Grecia che, oltre a conservare le reliquie del Santo di Tarso, custodisce anche un’icona della Vergine che la tradizione attribuisce all’evangelista Luca. (R.B.)

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    Le udienze e le Messe del Papa ora si prenotano via Internet

    ◊   D’ora in poi i fedeli di tutto il mondo potranno riservare in anticipo, via Internet, i posti per partecipare alle udienze e alle Messe officiate da Benedetto XVI. Il nuovo servizio di prenotazione sul web è stato messo a disposizione dalla Prefettura della Casa Pontificia, presieduta dall’arcivescovo James Harvey, all’indirizzo www.vatican.va in tutte le lingue previste dal sito. Tra le cerimonie prenotabili, per le quali i biglietti sono sempre gratuiti, le udienze del mercoledì, le Messe in Piazza San Pietro o nella Basilica vaticana. Sempre escluso, invece, l’Angelus domenicale per il quale non c’è bisogno di prenotazione. Sul sito si potrà scaricare il documento da compilare per la richiesta d’ingresso, che andrà inviato via fax al numero indicato. I biglietti si potranno ritirare nell’Ufficio all’interno del portone di Bronzo, presso il colonnato di destra della Piazza. (R.B.)

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    In Corea del Sud, seminario interreligioso per la costruzione della pace

    ◊   Si intitola “Conflitti e dialogo: costruire la pace in aree di discordia e i ruoli dei religiosi” il seminario interreligioso che si sta svolgendo a Seul, in Corea del Sud, al quale partecipano capi religiosi provenienti da molti Paesi asiatici: Bangladesh, Cina, India, Indonesia, Iraq, Giappone, Pakistan, Filippine e Corea del sud. La mancanza di dialogo e di reciproca comprensione, l’arroganza e la povertà sono le principali cause dei conflitti regionali individuate dagli esperti, come riportato dall’agenzia MISNA: “Per raggiungere una vera pace - ha detto l’arcivescovo di Davao, Fernando R. Capalla - è necessario curare le ferite delle comunità indigene, come quella di Moro a maggioranza islamica”. Il responsabile della Rete per lo sviluppo integrato di Mindanao, nelle Filippine, Ustadz Exmael Ebrahim, ha indicato le difficili condizioni socioeconomiche dell’area meridionale del Paese come prima causa dei problemi tra la comunità islamica e quella cattolica, che costituisce la maggioranza. Ryoo Jung-gil, esponente della Fondazione per la pace in Corea del Sud, ha, infine, sottolineato con preoccupazione i casi in cui l’arroganza religiosa può determinare l’inizio di azioni violente. (R.B.)

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    In Thailandia, un dizionario come speranza di dialogo tra musulmani e buddisti

    ◊   Un dizionario come strumento di costruzione di pace: l’hanno pensato e realizzato all’università “Prince of Songkhla” di Pattani, in Thailandia, dove una squadra di dieci traduttori è stata impegnata per due anni. Al termine, ha visto la luce il primo vocabolario yawi-thai - riferisce l'agenzia MISNA - creato con la speranza di contribuire a migliorare il dialogo nelle tre province meridionali del Paese che sono a maggioranza musulmana: Yala, Narathiwat e Pattani, all’interno di uno Stato a prevalenza buddista. La difficoltà di comprensione reciproca è alla base del conflitto tra queste province e il resto del Paese: dal 2004 nell’area è in corso un’insurrezione per ottenere l’indipendenza che finora ha causato oltre tremila morti. (R.B.)

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    In Nepal, incontro di preghiera e sostegno reciproco tra le minoranze religiose

    ◊   Un incontro di preghiera, ma anche di scambio e di reciproco sostegno è quello che si è svolto a Kathmandu, capitale del Nepal, tra cristiani, induisti, musulmani e buddisti: tutte religioni presenti nello Stato asiatico. Come riporta l’agenzia Zenit, nel corso della riunione promossa dal Nepal Catholic Samaj, il vicario apostolico nel Paese, il vescovo Anthony Francis Sharma, ha ricordato la figura di padre Johnson Moyalan Prakash, il Salesiano ucciso il primo luglio scorso e già considerato il primo martire del Paese. L’uccisione del sacerdote, rivendicata dagli oltranzisti del gruppo Nepal Defense Army, che vogliono trasformare lo Stato laico in un Paese indù, è stata il picco di un’escalation di violenze rivolte contro le minoranze religiose presenti, in particolare contro quella cristiana, che costituisce lo 0,4% della popolazione nepalese, che per l’80% è induista. Da più parti, è arrivata la solidarietà alla comunità cattolica: si sono espressi in questo senso sia il segretario dell’Inter-religious Concil-Nepal (IRCN), Keshav Chaulagain, sia il pastore protestante, Simon Gurung. Nel Paese, intanto, è stato avviato un procedimento per favorire il dialogo tra religioni, grazie al quale sono state riconosciute quattro feste di altrettante minoranze religiose, tra cui il Natale cristiano. (R.B.)

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    Il 25 luglio ricorre la festa di San Giacomo: la celebrazione a Santiago de Compostela

    ◊   Sarà celebrata come ogni anno il 25 luglio la festa di San Giacomo, patrono di Spagna e, tra gli altri, anche della città di Pistoia e della categoria dei farmacisti. La celebrazione più grande, come ricorda l’agenzia SIR, si svolgerà a Santiago de Compostela, meta di uno dei pellegrinaggi più frequentati, dove sorge la cattedrale in cui è conservato il corpo del Santo. Nel corso della liturgia, verrà presentata la tradizionale "Ofrenda National", la supplica all’Apostolo in nome del re Juan Carlos, effettuata da parte del delegato reale che quest’anno è il sindaco della città, Xosé Sánchez Bugallo. La Messa sarà officiata dall’arcivescovo di Santiago, mons. Julián Barrio Barrio, e concelebrata dai vescovi della provincia ecclesiastica. In programma, anche una processione per le vie del centro con una reliquia del Santo. Secondo la tradizione, San Giacomo detto "il Maggiore" (uno dei dodici apostoli di Gesù, distinto da Giacomo di Alfeo, detto "il Minore") fu decapitato per ordine di Erode nel 42 d.C. e il suo corpo - secondo alcune tradizioni - fu sottratto dai discepoli e sistemato in un sepolcro di marmo a bordo di una nave senza equipaggio. L’imbarcazione raggiunse miracolosamente la foce del fiume Ulla e si fermò nei pressi di Iria Flavia, la capitale della Galizia romana, dove San Giacomo fu sepolto e dove in seguito fu costruita la città di Santiago de Compostela, che significa “campo delle stelle”. (R.B.)

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    In Costa Rica, inaugurato il nuovo Centro nazionale di catechesi

    ◊   È stato inaugurato in questi giorni il Centro nazionale di catechesi (CENACAT) in Costa Rica, “un nuovo spazio al servizio della Parola”, come l’ha definito all’inaugurazione il vescovo di Cartago e presidente della Conferenza episcopale locale, mons. José Francisco Ulloa Rojas. La costruzione del centro - riferisce l’agenzia Fides - fu approvata l’anno scorso, in occasione del 40.mo anniversario della CONEC, la Commissione nazionale per la catechesi, dai vescovi costaricani, al fine di ampliare il servizio alle otto diocesi del Paese, presso le quali saranno anche distribuiti i libri necessari per i percorsi di catechesi, guide, testi e altro materiale a richiesta. Il centro, che mette a disposizione una Biblioteca catechistica, è stato aperto con una solenne celebrazione officiata dal nunzio apostolico Pierre Nguyên. “Un organismo che permetterà ai cattolici di crescere nella fede”, ha commentato l’inaugurazione mons. Guillermo Loría, vescovo responsabile della catechesi. Padre Alfredo Madrigal, direttore del CENACAT, ha chiarito l’obiettivo del nuovo centro: “Fortificare le aree di riflessione e di coordinamento che già venivano curate dalla Commissione nazionale per la catechesi e potenziare la formazione dei catechisti, l’elaborazione di testi che sostengano i processi di formazione e lo sviluppo di un’animazione biblica della Pastorale”. (R.B.)

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    “Adotta un papà”: la sfida della rete mondiale dei cattolici per aiutare i capifamiglia nei Paesi poveri

    ◊   Venticinque euro bastano a pagare una settimana di lavoro di un capofamiglia nel Sud del mondo. Se ogni famiglia italiana donasse questa cifra, se ne aiuterebbero circa centomila nei Paesi più poveri: è questa la sfida “Adotta un papà” lanciata dal Comitato di collegamento di cattolici per una civiltà dell’amore nel Duemila, proprio il giorno di San Giuseppe, che si festeggia il 19 marzo. Ne parla, all’agenzia Zenit, il segretario nazionale per l’Italia del progetto, Giuseppe Rotunno. Per raggiungere l’obiettivo, determinante è il ruolo dei missionari che offrono ai capifamiglia lavoro come cuochi, artigiani, agricoltori o maestri all’interno delle missioni in Bolivia, Kenya, Repubblica Democratica del Congo, Filippine, Costa d’Avorio, Brasile, Burkina Faso e India. Il ruolo del comitato è solo quello di intermediario tra i cittadini italiani e i missionari che operano nei Paesi in via di sviluppo: “Per aiutare veramente i poveri - dice padre Pietro Gheddo, missionario del Pontificio Istituto Missioni estere (PIME) - occorre educarci a questo incontro di popoli, attraverso la partecipazione diretta e l’incontro con situazioni concrete delle miserie del mondo”. “I poveri non sono numeri, ma persone", ha concluso. "Serve cambiare il nostro modello di vita, operare una ‘rivoluzione culturale’ ispirata al Vangelo e al modello di Gesù Cristo”. (R.B.)

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    Alluvione in Liberia: emergenza in molti quartieri della capitale Monrovia

    ◊   Una tremenda alluvione, la “peggiore della storia”, come lo hanno definito le autorità - riferite dall’agenzia MISNA - ha colpito nei giorni scorsi la Liberia e in particolare la capitale Monrovia, dalla quale sono state evacuate centinaia di persone ospitate in strutture scolastiche. Secondo la Croce Rossa locale e i Ministeri della sanità e dell’interno, le zone più devastate sono state quelle orientali di Paynesville, Townhalk, King Gray e Fish Market, dalle quali gli abitanti sono stati trasferiti in quartieri più sicuri attraverso canoe e altre imbarcazioni di fortuna. L’emergenza non è stata causata soltanto dalla piogge intense, secondo il direttore esecutivo dell’Ente per la protezione ambientale della Liberia, Jerome Nyenka, ma anche da “case abusive che hanno impedito all’acqua di fluire e hanno causato così l’inondazione”. (R.B.)

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    Nelle Filippine, gli studenti cattolici propongono la “Settimana di preghiera e azione” per il Paese

    ◊   Sette giorni di preghiera comunitaria per l’economia, lo sviluppo, la pace e la difesa della vita: è la “Settimana di preghiera e azione”, iniziativa del Movimento degli studenti cristiani filippini (SCMP), proposta anche a ragazzi di altre fedi religiose, in vista del discorso alla nazione che il presidente Arroyo terrà il prossimo 28 luglio sulla situazione generale. Nel corso della settimana, che si concluderà il 26 luglio, i giovani, come riferito da AsiaNews, hanno avuto la possibilità di pregare insieme, partecipare a Messe pomeridiane in diverse scuole della diocesi di Manila e di marciare fianco a fianco per le vie della città, chiedendo al governo di respingere la recente proposta di legge in favore dell’aborto, per “tutelare il valore della vita fin dal suo concepimento” e di sconfessare la politica della pianificazione familiare, definita “immorale”. “Volevamo lanciare un forte segnale sulle reali condizioni della nazione - ha spiegato Biyaya Quizon, presidente del SCMP – dando voce ai movimenti religiosi che si battono contro la povertà e la crisi che colpisce una larga fetta della popolazione”. (R.B.)

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    La Caritas delle Filippine ha chiesto di poter controllare la distribuzione di riso ai poveri

    ◊   La Caritas delle Filippine ha chiesto al governo nazionale di essere maggiormente coinvolta nella distribuzione delle derrate di riso a prezzo calmierato alla popolazione più povera, in modo da controllare ulteriormente la regolarità delle operazioni ed evitare speculazioni da parte di funzionari statali. Lo comunica l'agenzia di stampa AsiaNews. Il direttore della Caritas locale, padre Anton Pascual, ha ribadito al governo “la credibilità” delle associazioni caritative di ispirazione cristiana e ha realizzato una mappa che segnala le zone in condizioni di maggior disagio della capitale Manila e i 160 punti di distribuzione di riso allestiti nelle parrocchie e nelle chiese dell’arcidiocesi. Il National food authority (NFA), intanto, ha rilasciato ai più bisognosi una carta del Dipartimento governativo per il Welfare, che dà il diritto a ottenere il cereale al costo stabilito. “Non c’è rischio di esaurimento delle scorte", ha assicurato Jessup Navarro, amministratore delegato della NFA. "Abbiamo immesso nel mercato 28 milioni di sacchi per stabilizzare le scorte ed evitare impennate dei prezzi”. “Il prezzo del riso nelle Filippine è il più basso di tutto il sud-est asiatico”, ha infine affermato la presidente Arroyo, che ha ricordato anche come la crisi attraversata dall’economia mondiale sia “senza precedenti”. (R.B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Il presidente sudanese al-Bashir visita la martoriata regione del Darfur e torna a respingere le accuse di genocidio del Tribunale internazionale dell’Aja

    ◊   Secondo giorno di visita in Darfur del presidente sudanese, Omar al-Bashir, che con questo viaggio intnde dimostrare all'Occidente di non essere il criminale di guerra che il procuratore della Corte penale internazionale (TPI) vuole incriminare. E proprio dalla capitale della martoriata regione sudanese, teatro di un sanguinoso conflitto che secondo l’ONU ha già causato 300 mila morti, Bashir è tornato a scagliarsi contro il Tribunale dell’Aia. Il servizio di Marco Guerra:


    “Menzogne e bugie strumentali”, con queste dure parole il presidente del Sudan, al-Bashir, ha di nuovo respinto le accuse di crimini di guerra in Darfur avanzate undici giorni fa dal procuratore della Corte Penale internazionale, Luis Ocampo. Il capo di Stato sudanese è tornato a scagliarsi contro il tribunale dell’Aja ieri, all’arrivo nel capoluogo del Darfur, prima tappa di una visita che lo porterà in altri centri della regione. Davanti ad una nutrita folla di sostenitori, portati dalle autorità locali, al-Bashir ha inoltre ribadito che “il Sudan non consegnerà nessun suo figlio ai giudici internazionali”. E proprio mentre Bashir parlava a el Faser, la Lega araba rendeva noto il piano presentato alle alte cariche di Kartoum che prevede l’istituzione di tribunali speciali sudanesi per perseguire i responsabili di crimini contro l’umanità commessi in Darfur, con la supervisione della stessa Lega Araba, dell’Unione Africana e delle Nazioni Unite. Una soluzione che eviterebbe il ricorso ad organi giudiziari internazionali, ma che è stata tuttavia respinta dal ministro della Giustizia di Kartoum, che ha negato l’ipotesi di tribunali speciali. ''Siamo impegnati a portare in tribunale chiunque abbia commesso crimini contro l'umanità in Daufur'', ha precisato il ministro, lasciando intendere che tutti processi saranno portati avanti dalla giustizia ordinaria.

    Missione diplomatica Obama
    Il senatore statunitense, Barack Obama, candidato democratico alla Casa Bianca, è giunto stamani a Berlino, dando il via alla sua visita in Europa. Obama è già stato ricevuto dal cancelliere tedesco, Angela Merkel, e stasera terrà il suo primo e unico discorso pubblico in Europa, davanti alla Colonna della Vittoria. Domani, il senatore dell’Illinois sarà a Parigi, mentre ieri ha avuto incontri a Gerusalemme e Ramallah, con i vertici israeliani e palestinesi.

    Serbia: Estradizione Karadzic
    L’estradizione dell’ex leader serbo-bosniaco, Radovan Karadzic, arrestato a Belgrado dopo 13 anni di latitanza, è stata rimandata. I suoi legali hanno fatto sapere che cercheranno di allungare i tempi della consegna al Tribunale internazionale dell'Aja per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia. Intanto, Karadzic ha deciso che si difenderà da solo anche se sarà affiancato da alcuni consulenti. Su di lui pendono 15 capi d'imputazione, tra cui genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Al momento restano però ancora latitanti il braccio destro di Karadzic, il generale Ratko Mladic, e l’ex leader dei serbi in Croazia, Goran Hadzic.

    Francia nucleare
    Ancora una fuga radioattiva nella centrale francese di Tricastin. Circa cento operai sono rimasti "leggermente" contaminati a causa della perdita di acqua radioattiva dal reattore fermo per manutenzione dopo l’incidente di qualche giorno fa. L'incidente è stato comunque classificato di livello "0" su una scala che arriva fino a 7.

    Italia
    La Camera dei deputati italiana ha approvato la manovra finanziaria con 305 sì, 265 no e 3 astenuti. Ora il provvedimento passerà al Senato. Intanto, ieri il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha promulgato il cosiddetto "Lodo Alfano", che sospende i processi per le quattro più alte cariche dello Stato.

    Corea del Nord-ASEAN
    Risolvere le divergenze ''attraverso mezzi pacifici'' e ''rinunciare alla minaccia o all'uso della forza''. E’ quanto prevede il Trattato di non aggressione firmato oggi dalla Corea del nord con l'associazione dei Paesi del Sudest asiatico (ASEAN), a margine del Forum sulla sicurezza in corso a Singapore. Agli incontri, si è parlato in particolare dei programmi nucleari di Pyongyang: il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, presente ai lavori, ha ribadito la necessità che la Nord Corea accetti un serio meccanismo di verifica sullo smantellamento del proprio programma atomico. Sull’importanza dell’intesa siglata a Singapore, ascoltiamo Rossella Idéo, docente di Storia politica e diplomatica dell’Asia Orientale presso l’Università di Trieste, intervistata da Salvatore Sabatino:


    R. - L’importanza è simbolica, ma fa parte di quel processo - iniziato nel 2003 - multilaterale a 6, mirato a far sì che la Corea del Nord abbandoni i suoi progetti nucleari. Ricordo che questo “tavolo a sei” comprende le grandi potenze regionali e quindi gli Stati Uniti, la Russia, il Giappone e soprattutto la Cina e le due Coree. Diciamo che si tratta di un traguardo molto importante: sia, in questo momento, per l'amministrazione americana che cerca di avere un successo nelle sue ultime battute, sia per la Corea del Nord che ha un bisogno disperato di aiuti.

     
    D. - Nell’incontro di Singapore, Pyongyang si è confrontata per la prima volta direttamente con la Corea del Sud. Come sono i rapporti oggi fra questi due Paesi?

     
    R. - I rapporti non sono ottimi, nel senso che la nuova amministrazione sudcoreana ha cambiato quella che era la politica di amicizia e di distensione, portata avanti dalle ultime due amministrazioni sudcoreane progressiste. Questo è stato, in un certo senso, un errore di questo nuovo presidente sudcoreano, che ha voluto ribaltare la politica precedente, affermando che finché la Corea del Nord non avesse abbandonato completamente i suoi programmi nucleari, la Corea del Sud non avrebbe più aiutato - come aveva invece fatto nei dieci anni precedenti - la Corea del Nord. Questo naturalmente ha teso moltissimo i rapporti che non sono ancora su un giusto tracciato.

    Turchia: raid contro PKK
    L’aeronautica turca la notte scorsa è tornata a bombardare alcune postazioni dei ribelli curdi del PKK nel nord dell’Iraq. Lo Stato maggiore ha riferito della distruzione “con un bombardamento intensivo” di 13 obiettivi nella regione di Zap, nel Kurdistan iracheno. I militari hanno detto di non sapere ancora quanti ''terroristi'' siano stati uccisi. La Turchia, dalla fine del 2007, ha intensificato i raid aerei e compiuto anche una grande operazione terrestre contro le basi del PKK in territorio iracheno.

    Giappone
    È di almeno 107 feriti, dei quali 16 in gravi condizioni, il bilancio della forte scossa di terremoto che ieri ha colpito il nord del Giappone. Centinaia sono poi le persone intrappolate in treni bloccati e si registra inoltre l’interruzione della produzione in alcune grosse industrie hi-tech. Il sisma di magnitudo 6,8, secondo l'agenzia meteorologia giapponese, è stato l'ultimo di una serie che ha colpito le regioni di Aomori e Iwate, aree montuose e poco popolate del nord. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 206

     E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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